Tradizioni di pastafrolla di Luca Ciurleo

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Tradizioni di Pastafrolla La biscotteria tipica ossolana Gli approcci alla cucina contemporanei

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Tradizioni di pastafrolla è un libro dal taglio etnoantropologico scritto da Luca Ciurleo, antropologo ossolano, di cui sono stati illustrati i tratti salienti durante la manifestazione IperLibro, nella serata di giovedì 10 aprile con la collaborazione della Compagnia dij Pastor.

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Tradizioni di PastafrollaLa biscotteria tipica

ossolanaGli approcci alla

cucina contemporanei

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Tra folk e fakeOvvero

Quando la tradizione è inventata

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Folk e fake• Folklore: con questo termine (1846) si

intende, comunemente, la “tradizione”, collocata in un tempo a-storico ed utilizzata a fini qualitativi e commerciali

• Significa “il sapere del popolo” ed include tutte le forme di cultura, dalle lettere al teatro alla cucina ai balli.

• «Il folclore raccoglie e confronta i resti di antichi popoli, le superstizioni e le storie che sopravvivono, le idee che vivono nel nostro tempo» [Bonte & Izzard]

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Folk e fake

• L’abuso attuale del termine “tradizione” e dei suoi derivati

Tutto è “tradizione”, si tratta di un valore aggiunto che permette di aumentare i prezzi del prodotto in quasi tutti i settori, in particolare in ambito enogastronomico

L’opera di “riscoperta” (?!) sistematica delle radici “folk”

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Folk e fake

• Quando non si trovano le radici “folk” si inventano

Fakelore: termine coniato da Dorson negli anni ’50 del Novecento

«Termine usato per indicare del folklore inventato presentato come se fosse autenticamente tradizionale. Può riferirsi sia a storie completamente inventate, sia ad antico folklore riadattato ai tempi moderni»

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Folk e fake

• Alcune volte vengono presentati come tradizionali e risalenti a tempi antichissimi anche piatti tipicamente moderni

• La polenta NON può essere un piatto consumato nel Medioevo, così come la pasta al pomodoro

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Mangiare ieri ed oggi

Le nuove frontiere culinarieed il ritorno alla ciclicità stagionale

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Le basi teoriche

• Puntare su prodotti di stagione

• Cercare il biologico

• Preferire i prodotti locali

• Carlo Cracco: «E’ importante imparare a usare quello che la stagione permette di avere, così si risparmia e si gode davvero dei sapori autenticamente buoni»

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Le basi teoriche• Nascono gli “chef-filosofi”, che assumono e

reclamano un ruolo di prim’ordine nel “pantheon” contemporaneo

• Massimo Bottura: «La sintesi della nostra cucina è una saggia evoluzione delle tradizioni italiane, precisione tecnica ed un imprescindibile rapporto con gli artigiani italiani»

• «Credo che la cucina di domani sarà essenzialmente buona e sana»

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Le basi teoriche• La Lettera ai cuochi di domani o Lettera di

Lima

• Manifesto culturale della nuova cucina, firmato da cuochi di fama internazionale (Adrià, Blumenthal, Bottura, Bras, Hattori...)

• Si regolamentano i rapporti tra lo chef e la natura ed i valori

• Ruolo centrale del Cuoco e dello Chef, che diventa punto di unione tra le istanze di contadini, produttori e consumatori

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Cibo e globalizzazione

Tre modelli interpretativi

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IKEA• Catena nata negli anni ’60 del Novecento

dove, a fianco dei rinomati mobili, si “coccola” il cliente fornendogli cibo a prezzi relativamente bassi

• Si colloca a metà percorso e si vende la tipicità svedese (Kötbullar, caffè svedese)

• “Esoticità” anche take away

• Grande successo per via dei sapori non dissimili da quelli di matrice europea a cui siamo abituati

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McDonald’s

• Forma ristorativa del fast-food nata negli anni ’50 del Novecento

• Ora sinonimo di junk-food ed eponimo della globalizzazione e dell’appiattimento culturale e culinario

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McDonald’s• In realtà qualità dei cibi eccellente, con tempi di vita della pietanza non superiori ai 15 minuti

• In realtà la catena ha assunto carattere estremamente locale attraverso menù nazionali caratteristici

• Insalata di pasta, “Piccoli piaceri”, Panino di Marchesi

• Target familiare in Europa, non così evidente negli Usa

• Il caso indiano con McAloo tikki e Spicy delight

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Centri commerciali• Oggi si è sviluppato un vero e proprio turismo

commerciale

• Nei supermercati si trova spesso il “prêt a manger”

• Assaporare l’esotismo o la tradizione in pochissimo

• L’offerta è variegata, soprattuto caratterizzata da cibi etnici (seppur edulcorati ed occidentalizzati) o veloci piatti della tradizione (fast-food con piadine o tigelle) o piatti che promuovono i prodotti a marchio (Coop café)

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Tradizionale = Buono• Uso ed abuso del termine tradizionale

• Tipicità diventa valore aggiunto che ne legittima un aumento di prezzo

• Varie certificazioni: DOP, DOC, IGP, STG, DeCO

• STG: Specialità tradizionale garantita. I prodotti devono possedere una “composizione tradizionale”, ma basta anche che siano ottenuti “con metodo tradizionale”

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I biscotti tipiciTra leggende,

ex voto ed esperimenti

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I dolci ossolani di ieri• Il dolce non era un alimento consumato

tutti i giorni, ma era riservato alle occasioni speciali, ai compleanni o alle feste tipo Natale e Pasqua

• I biscotti, in particolar modo, non erano molto diffusi

• Per produrre dolci si utilizzavano molto spesso gli avanzi, poiché la cucina tradizionale si basava sul "riciclo"

• Pochi ingredienti, un solo tipo di dolcificante

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I dolci ossolani di ieri

• Il problema dello spreco alimentare

• Ogni giorno buttiamo diversi chili di alimenti, alcune volte ancor prima di essere venduti perché troppo "brutti" esteticamente

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I dolci ossolani di ieri• I “pani di credenza”

• Credenzin, crescenzin, carsantin, pupin, crescianzin o anche crescenza

• Si tratta degli avanzi della panificazione arricchiti con gli “avanzi di credenza”

• Zucchero, frutta secca, mele, burro

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I dolci ossolani di ieri

• La torta di pane e latte

• Torta “vigezzina”

• Utilizzo degli avanzi di pane ammollati nel latte ed arricchiti di prodotti vari di credenza

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I dolci ossolani di ieri

• Krussli

• Simili alle chiacchiere carnevalesche

• Brotie e Figascit

• Palline di pasta a base di farina, uova, burro, rum e lievito

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I dolci ossolani di ieri

• Fiocca

• Di origine formazzina

• Si tratta di una mousse preparata montando la panna e unendovi gli albumi a neve ed i tuorli scaldati con la panna e unendovi zucchero

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i dolci ossolani di ieri

• Altri tipi di torte, spesso riproposizioni di ricette

• Torta di noci, di mirtilli, di mele, Walser

• Torta di mirtilli alla bognanchese

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Bartolomeo Scappi

• Ricetta inventata da Bartolomeo Scappi (Dumenza 1500 - Roma, 1577)

• Opera sull’arte culinaria (1570)

• Suddivisa in libri: Come scegliere le materie prime, Ricette di Carne, Pesce, Uova, Strumenti di cucina, Menù stagionali, “Imbandire le vivande”, Delle paste (ovvero torte dolci e salate).

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Bartolomeo Scappi

• Fu l’inventore della Pasta frolla e della Pasta sfoglia, importantissimi preparati alla base della cucina moderna e contemporanea

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La Pasta frolla• Composta di farina (a basso grado di

panificazione), uova, zucchero e grassi (burro, strutto, lardo, margarina, burrolì)

• Il dosaggio di zucchero e burro ne modificano friabilità e croccantezza, così come il potere panificante della farina (debole per maggiore friabilità, forte per maggiore elasticità)

• I grassi variano dal 30% al 70% per le frolle comuni ed i fondi; dal 50% all’80% per le frolle montate

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La Pasta frolla

• Diverse tipologie di farina

• Zucchero tra il 25% ed il 60%

• Tuorli d’uova per rendere friabile, nei fondi uova intere poiché gli albumi aiutano a creare la maglia glutinica

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La Pasta frolla• Diverse lavorazioni

• Metodo classico: lavorare il burro a 13°C con lo zucchero senza montarlo. Quindi si aggiungono le uova facendole assorbire interamente al composto quindi unire la farina e lavorarla molto poco solo per amalgamare gli ingredienti

• Far riposare in frigorifero, rivitalizzare la pasta e stenderla per la preparazione

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La Pasta frolla• Metodo sabbiato: miscelare burro e

farina, di modo che i grassi rivestano la farina, facendone assumere una consistenza “sabbiosa”. Quindi si aggiungono zucchero e uova. Una volta assorbite le uova si ferma la lavorazione. Si ottiene una consistenza morbida

• Far riposare in frigorifero, rivitalizzare la pasta e stenderla per la preparazione

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La Pasta frolla

• Metodo montato: montare il burro in planetaria in pomata soffice, quindi aggiungere zucchero a velo. Al composto spumoso si incorporano le uova sbattute fino al completo assorbimento, quindi si aggiunge la farina usando la foglia

• Non va fatta riposare, ma usata direttamente con il sac à poche

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La Pasta frolla• Classificazione in base all’impasto (le percentuali

sono calcolate in base alla farina):

• Sablé - oltre il 50% di burro rispetto alla farina

• Comune - 50% di burro, zucchero tra il 30-40%

• Milano - 50% di burro e 50% di zucchero

• Per fondi - burro inferiore al 40%, ma zucchero superiore al burro

• Montata - burro 60% della farina, zucchero inferiore al 30%

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La Pasta frolla• Diversi impasti, in cui cambiano le proporzioni tra

farina e burro

• Pasta frolla grassa, molto friabile (Farina/Burro=zucchero 2:1, zucchero ed un uovo ogni 500 g di farina)

• Pasta frolla magra (Farina/Burro=zucchero 3:1, 2 uova e sale)

• Pasta frolla lievitata (Farina/Burro=zucchero 3:1, 2 uova, lievito, sale ed acqua)

• Pasta frolla grassa dolce friabile (Farina/Burro=zucchero1.6:1, 5 tuorli + 1 uovo, sale, aromi)

• “Ovis mollis” con tuorli di uova sode nell’impasto

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La Pasta frolla• Ricetta tipo

• 500 g di farina

• 250 burro

• 200 zucchero (a velo o semolato)

• 95 g (zucchero a velo) o 158g (semolato) di tuorli

• oppure 47g (a velo) 79g (semolato) di uova intere

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Biscotti di oggiCase study

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I dolci ossolani di oggi

• Grandissima diffusione dei biscotti, venduti spesso come "tipici"

• In realtà pochi di questi sono effettivamente storici, ma frutto di invenzione delle pasticcerie

• La ricetta base in quasi tutti i casi è quella della pasta frolla, nelle sue varianti "classica" e "montata"

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Le Cerrine di Casale

• Nate dal panificio Fenaroli di Casale Corte Cerro come dolce tradizionale

• Complessa leggenda di fondazione inventata dai bambini di Ramate

• Farina di nocciole

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Le Cerrine di Casale

• Leggenda verosimile e percepita come reale dalla popolazione

• Intervento di marketing territoriale molto interessante ad opera di Landexplorer

• Il biscotto diventa souvenir

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Le offelle di Vogogna• Pasticceria Valentino di

Vogogna

• Nate pochi anni fa e percepite dalla popolazione come tradizionali

• Esisteva, un tempo, l’offella, biscotto venduto in occasione delle feste di Vogogna

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Le offelle di Vogogna

• «Un prodotto figlio della tradizione e della primissima qualità degli ingredienti che, attentamente dosati, racchiudono i sapori del nostro territorio»

• Tre varianti: semplici, mirtilli e cioccolato

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Le fugascine• Esistevano a Nonio e

Mergozzo

• Origini risalgono almeno al 1857

• Farina bianca, zucchero, rosso d’uovo e burro

• Ancora oggi un dolce prodotto dalle famiglie

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Le fugascine• Il prodotto ha ottenuto

la PAT (prodotto artigianale tradizionale)

• Viene ancora oggi prodotto in occasione di santa Elisabetta

• Biscotto “sacro” (derivante dall’ostiella) ed anche souvenir di viaggio

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Le roselline di Re• Biscotto nato come ex-

voto nel 2007 da Azzurra Pedroli della Dolce Panetteria di Masera

• Opuscolo relativo al santuario e marchio con le tre roselline attributo della Vergine di Re

• Biscotto a base di castagne

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I biscotti Bottinelli• Scoperti dallo chef

Sergio Bartolucci in un mercatino e ricostruita la ricetta

• Utilizzo di ingredienti “tradizionali” quali farina di castagne

• Bottinelli inventò anche gli Amaretti di Pallanza

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D... come Dolcetti• Invenzione

dell’associazione Mamma Ossola, nato nel 2008 per raccogliere fondi

• Riscoperta di una ricetta antica con zucchero, burro, mandorle, farina di mais, uova, margarina, farina di semola di grano duro, nocciole, farina di castagne, miele, lievito ed aromi

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D... come Dolcetti

• La scatola, di metallo, diventa souvenir della città di Domodossola, sfruttandone la D

• Un saluto dall’Ossola

• Utilizzo di cartoline e disegni storici con i simboli del territorio (autorappresentazione)

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Cavagnett e Zicar

• 5 agosto 2012: Convegno sulle Cavagnette a Trontano

• Si è inventato un biscotto, con due panettieri e pasticceri legati al paese

• Scopo di rientrare dalle spese ed offrire un souvenir ed un ricordo del paese

• Utilizzo di ingredienti locali per creare legame con la tipicità

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Cavagnett e Zicar

• Due soluzioni:

• Zicar: Rielaborazione, da parte della panetteria Da Ivano, di un biscotto già esistente di frolla montata aggiungendovi farina di segale e di castagne

• Cavagnett: rielaborazione della panetteria Da Germano del Brutto ma buono di Borgomanero aggiungendovi nocciole

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Beuritt• Prodotti Da Germano per l’edizione 2013

di Pane, fromaggio e pietra di Beura Cardezza

• Una ricetta che evoca la tradizione nei suoi ingredienti rustici ma allo stesso tempo variegati

• Frolla rielaborata con farina di segale, semi di uva, farina bianca ed altri ingredienti poveri che contribuiscono a rendere il biscotto friabile e dal sapore “retrò”

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Campanelle del Boden• Nate nel 2001 nella

pasticceria Biggio di Ornavasso

• Impasto originale: non si tratta di una variazione della pastafrolla

• Tempi di conservazione limitati a sole due settimane

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Le foglie di quercia• Pasticceria Bianchi di

Gravellona Toce

• «Abbiamo deciso di utilizzare come ingrediente le nocciole, tipiche del Piemonte, mentre la foglia richiama gli alberi delle nostre zone»

• Lavorazione molto lunga

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I “Santitt”• Caso conclamato di fakelore dolciario del giugno

2013

• Proposti come antica ricetta “scoperta” negli archivi parrocchiali (?!)

• Nessuna traccia di devozioni particolari

• Ingredienti molto complessi: due tipologie di farine (bianca e segale), triplo dolcificante (zucchero, miele e vin santo)

• Offerti durante la festa dei santi Gervasio e Protasio e marchiati

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Foglie dell’olmo

• Dolci di Mergozzo prodotte da Il forno shop

• Nocciolato di Bracchio e Stelle alpine

• Variazioni della pastafrolla con maizena, zucchero, albume e mix di farina di riso, integrale e segale amalgamato con miele di castagno, nocciole e madorle per darne «il sapore rustico della montagna»

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Omegna

• Due cialde di biscotto unite da uno strato di cioccolato

• Si tratta di un biscotto tipico molto diffuso che assume tre diversi nomi a seconda del produttore

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Imperialine• Pasticceria Iraghi, risalenti

a prima del 1938

• «Quando una pena ti turba il cuore / quando financo t’annoia l’amore / tutto al mondo pare t’appaghi / se un acquisto fai da Carlo Iraghi / Dolci egli ha squisiti e invitanti / che a peccare indurrebbero i santi / due note specialità poi tutti gli doma / le imperialine e l’amaretto Roma»

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Duchesse

• Pasticceria Jolly

• Anni ’60 del Novecento

• Prodotto a base di nocciole confezionato in pacchetti da 4 biscotti

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Damine

• Pasticceria Il Campanile

• Prodotti dal 1984

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Le margheritine di Stresa

• Impasto con tuorli d’uovo sodi, burro, zucchero a velo, fecola e farina

• Conosciute anche come Ovis molli di Arona (con al centro marmellata)

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Gli “Stinchett del trenino”• Nati da Roberto Cento

e Giorgio Bartolucci nel 2013

• Celebrano il 90° della ferrovia Vigezzina

• Si tratta di due cialde con farina di castagne accorpate da una ganache di cioccolato con marroni

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Gli “Stinchett del trenino”• Polemica con lo “stinchéet” propriamente detto

• Si è trattato di un omaggio alla Vigezzo fatto dai due chef, il nome è registrato in Camera di commercio

• Molto spesso ci si trova di fronte all’utilizzo del nome rielaborando il prodotto (pizza Scabin)

• Tecnicamente si tratta di un canestrello piemontese

• Non è da escludere che lo stinchéet vigezzino potesse essere anche dolce (stinchéet = cotto su pietra)

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Cosa è “Tradizionale”?

Tre modelli di “tradizionalità”

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Perché la nascita di così tanti biscotti?

• Facilità di preparazione

• Durano diversi mesi

• Facilità di stoccaggio

• Il packaging può diventare occasione promozionale e turistica facilmente sfruttabile e personalizzabile

• Il biscotto come souvenir

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Riscoperta di antiche ricette

• Biscotti “storici” e la cui presenza è testimoniata in scritti, ricordi o scatole

• Spesso vengono prodotti ancora oggi in determinate occasioni

• Fugascine

• Biscotti Bottinelli

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Biscotti “verosimili”

• Riferimenti alla “territorialità” e “tipicità” degli ingredienti

• Si utilizzano spesso doppie farine (segale / castagne) ed ingredienti che possano essere percepiti come tradizionali

• Approccio più frequente

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I biscotti Fake

• Tre casi:

• Le Cerrine

• Le offelle di Vogogna

• I Santitt

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Creazione di leggende• Le Cerrine: il biscotto ha una sua propria

storia e leggenda di fondazione (inventata)

• L’invenzione viene palesemente dichiarata sulla scatola

• «Dalla fantasia dei bambini di Ramate nascono le Cerrine»

• Si tratta, tecnicamente, di una sorta di fake-lore: la leggenda aumenta la percezione di tradizionalità del prodotto

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L’effetto “memoria”• Le Offelle di Vogogna: un tempo

esistevano offelle vendute in ambito festivo

• La percezione e la “memoria” degli avventori ha fatto sì che il prodotto, dichiaratamente inventato da Valentino Cirillo, avesse lo stesso gusto delle antiche offelle

• Si tratta di un fake-lore nella percezione dei clienti

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Il fake-lore propriamente detto

• I Santitt: spacciati come se fossero realmente autentici e ritrovati dopo diversi secoli casualmente

• Il “mistero” delle origini e la loro presenza non attestata nelle feste

• Si tratta di un caso di fake-lore secondo la concezione Dorsoniana

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Il fake-lore propriamente detto

• «Termine usato per indicare del folklore inventato presentato come

se fosse autenticamente tradizionale»