Tra cielo e terra mio - UmbriaTurismo.Net · della collera divina in seguito all’infrazione dei...

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Presentazione

L’opera divisa in tre volumi, per un totale di oltre 1.000 pagine, è frutto della ricerca condotta sul campo riguardante le attività lavorative e il calendario religioso della Valnerina. I tre volumi intendono rappresentare, in un quadro organico e strutturato, l’immaginario e la visione del mondo che hanno alimentato e sostenuto, nel corso dei secoli, l’azione degli uomini che hanno edificato i luoghi che oggi noi abitiamo, in un tempo in cui la tradizione era ancora vigente, l’inizio e la fine delle attività lavorative coincidevano con la ricorrenza festiva di qualche santo, le iterazioni erano profonde tra sacro e l’opera del contadino- pastore (osservanza dei precetti, tabù, festivi) e forte era la sacralità del lavoro nella cultura cristiana.

Il primo volume – “ Il ciclo dei mesi” – espone il calendario religioso, esaminando le varie festività che si succedono in ognuno dei mesi dell’anno, dalle usanze del capodanno a quelle dell’Epifania; dalla celebrazione della festa di sant’Antonio abate, protettore degli animali domestici e del bestiame, ai riti di Carnevale vòlti a propiziare la fertilità della terra; dalle usanze della Quaresima, alle celebrazioni pasquali vissute dalla prospettiva della liturgia popolare e ai giochi tipici della Pasqua; dai fuochi di san Giorgio accesi nei vigneti per la protezione delle viti dai parassiti, alla celebrazione del Maggio nursino col taglio rituale dell’albero e il “matrimonio” arboreo, con le forme tradizionali di corteggiamento e l’uso di cibi, quali le fave, che rimandano ad analoghi contesti abruzzesi e, più lontano nel tempo, ad usanze romane collegate al culto primaverile dei morti. Dalle usanze e ai riti che caratterizzavano la festa solstiziale del Battista; dalle celebrazioni di festività solenni, quali l’Ascensione e il Corpus Domini, alle feste dei morti e alla traslazione della Santa Casa di Loreto, ossia alla festa della “Venuta” celebrata con particolare intensità in tutto il contado umbro; dal culto dei santi patroni, alle usanze natalizie tra le quali le tradizionali offerte di vino e cibi al ceppo che arde nel focolare domestico, derivanti dall’antico culto ai penati domestici e comparabili coi riti solstiziali d’inverno di gran parte dell’Europa. Lo studio storico-religioso del materiale raccolto nel corso della ricerca etnografica, ha permesso di evidenziare la presenza di elementi culturali precedenti la cristianizzazione della Valnerina. Le comparazioni dimostrano, inoltre, come molte delle strutture del pensiero e dei costumi umbri, superando i limiti regionali, appartengano al più vasto ambito del patrimonio culturale europeo. Ogni mese è preceduto da un breve profilo delle attività agricole e pastorali che si svolgono nei singoli mesi, intitolato “Le Opere”, dedicato specialmente alle forme caratteristiche e alle tecniche dell’agricoltura tradizionale, quali la policoltura.

Il secondo volume, intitolato “Tematiche del pensiero religioso e magico” , è dedicato ad un’analisi approfondita dei vari aspetti della religiosità popolare, dalla percezione della Provvidenza alle calamità naturali interpretaste come manifestazione della collera divina in seguito all’infrazione dei precetti religiosi, o alla mancanza di rispetto nei confronti di Dio e dei santi. Un capitolo esamina il rapporto tra uomo e ambiente, còlto nella percezione che la società rurale aveva dei fenomeni naturali, degli elementi, delle piante e degli animali. Un capitolo è dedicato all’amore; uno alla morte, al morire e ai morti. Un capitolo assai denso è dedicato al tema del sacro negativo: streghe; demoni; magia nefasta. Un altro, dedicato alla fascinazione, raccoglie ed interpreta le credenze relative all’invidia e al malocchio e le relative cerimonie divinatorie e terapeutiche. Un ultimo capitolo espone alcune pratiche rituali della medicina tradizionale, dalla “segnatura” delle parti dolenti del corpo, ai riti per l’eliminazione dei parassiti intestinali dei bambini fino alle varie tecniche della lacanomanzia usate per determinare, nel paziente, la presenza della fascinazione e per l’eliminarne gli effetti perniciosi. Il terzo volume, intitolato “ Così pregavano i nostri padri”, è dedicato alle preghiere del popolo, desunte direttamente dalla tradizione orale. Specialmente importanti, tra le numerose preghiere raccolte, sono le formule recitate prima di dormire, appartenenti alla tipologia delle “loricae”, o “corazze”, di origine celtica. Una comparazione essenziale, ma puntuale, dimostra come alcune di queste formule popolari conobbero una straordinaria diffusione attraverso tutta l’Europa.

Indice generale I. volume:Il ciclo dei mesi

“Du’ ova de conserva”: premessa alla serie dei mesi 2 Policoltura: l’antica arte contadina d’arrangiarsi 16 La percezione della modernità presso i vecchi protagonisti del mondo rurale 19 I. GENNAIO Le opere 23 Il pollaio 23 I giorni Il capodanno 27 Due gennaio: la mantica con le cipolle 28 Sei gennaio: Epifania 29 “Lu suffiu” 30 Il fieno per la Befana 30 Il cavallino di pane 31 La zoolalia: gli animali che parlano 31 Il tabù del filato 34 Quattordici gennaio: festa di sant’Ilario 35 Diciassette gennaio: festa di sant’Antonio abate 35 La benedizione degli animali 40 La benedizione del sale, del granturco e del foraggio 40 Formule liturgiche per la benedizione degli animali, del sale e dell’avena 41 La giuncata di sant’Antonio 42 Il pane di sant’Antonio 42 Le fave di sant’Antonio 43 Frammenti di antiche canzoni a sant’Antonio 44 I fuochi di sant’Antonio 50 La festa di sant’Antonio e le Feriae Sementiuae romane 52 Venti gennaio: s. Sebastiano 55 Venticinque gennaio: Conversione di san Paolo (“Le Converse”) 55

II. FEBBRAIO

Due febbraio: festa della Purificazione della Beata Vergine Maria, o “La Cannelora” 56 Le “cannellette de la Cannelora” 57 La purificazione della puerpera in Valnerina 57

Pronostici del tempo 60 Tre febbraio: s. Biagio 60 Benedizione delle candele 61 Le “ciammellette” e i pani di s. Biagio 62 Nove febbraio: festa di sant’Apollonia 63 Dieci febbraio: santa Scolastica 63 Quattordici febbraio: s. Valentino 63 Riti di Carnevale propiziatori dell’abbondanza 64 La “scampanejata” 64 “Cuccu cicciu” 67 “Lu somaru de Carnovale” 68 Sedici febbraio: santa Giuliana 70

III. MARZO

Le opere 71 L’aratro 71 I “marzatelli” 72 Semina dell’erba medica 72 Il letame 72 I giorni La fine del Carnevale e l’inizio della Quaresima 74 La “pupazza” della Quaresima 74 Il Mercoledì delle Ceneri 75 La “liscìa”: purificazione del vasellame da cucina 78 Il digiuno quaresimale 78 La Mezza Quaresima: “Carnovaléttu” 78 Diciannove marzo: s. Giuseppe sposo di Maria 82 Ventuno marzo: s. Benedetto 82 Venticinque marzo: festa dell’Annunciazione a Maria 82 La “Madonna de lu Romitu” 82 Il vento dell’Annunciazione 83 IV. APRILE Gli araldi della primavera 84 Il merlo 84 Il cuculo 84 Come nacque il cuculo 85 Il cuculo araldo della primavera 86 Il cuculo, la salute e la fortuna 87 Il cuculo oracolare 88 Le opere 91 I giorni Quattro aprile: festa di s. Isidoro 93 Cinque aprile: festa di s. Vincenzo Ferreri 93 Ventitré aprile: san Giorgio. Riti propiziatori nei vigneti 93 Il “fuoco di san Giorgio” 93 I fuochi di san Marco 97 Venticinque aprile: le Rogazioni (“li scunniuri”) 97 I Robigalia romani 104

Ventisei aprile: festa della Madonna del Buon Consiglio 105 Ventinove aprile: festa di s. Pietro da Verona, detto “Martire” 106 La Pasqua 107 L’ulivo benedetto (“la palma”) 107 Le pulizie pasquali 107 Il “battistero” 108 I “sepolcri” 112 Il fuoco del Sabato Santo 116 Benedizione liturgica del fuoco nuovo 116 Usanze che accompagnavano il primo suono delle campane 118 Il rotolarsi al suolo 118 La legatura dei rami 120 L’acqua benedetta 120 Cibi pasquali 121 Pizze di Pasqua 121 Uova pasquali 121 Il pane benedetto di Pasqua 123 Giochi 124 “Fiore verde” 124 Giochi con le uova 126 La ruzzica 127 Il ruzzicone 127 Canti della Passione 128 “Canto sopra la Passione e Morte del Signore” 128 “Figlio, deh torna, o figlio”, da Borgo Cerreto 132 “Stava Maria dolente”, da Norcia 135 “Orologio della Passione”, da Molini di Orsano (Sellano) 136 V. MAGGIO Le opere 144 Il “maggese” 145 Viticoltura: le “viti maritate” 145 La transumanza 147 Il personale 148 I giorni Primo maggio: pellegrinaggio alla “Madonna de l’Assalto” 152 L’albero di maggio e il Calendimaggio nursino 152 La “ruzzica” 155 Le serenate 155 Il “matrimonio degli alberi” e le licenze sessuali del Calendimaggio 162 Il pioppo bianco 164 La primavera e la morte nelle celebrazioni del maggio 165 Due maggio: sant’Eutizio 169

Il pane di sant’Eutizio 170 Tre maggio: festa della Santa Croce 171 Benedizione delle croci (Benedictio Crucium) 171 Le usanze rurali: le croci nei campi 172 Festa di s. Giovenale 180 Festa di s. Giusto 180 Prima domenica di maggio: festa della Madonna della Stella 180 Il rinvenimento dell’immagine 181 Otto maggio: apparizione di s. Michele Arcangelo 187 Dieci maggio: festa di santa Cristina 188 Le campane della chiesa di santa Cristina 188 Dodici maggio: s. Montano 189 Quindici maggio: s. Pellegrino 189 Diciassette maggio: festa di s. Pasquale Bailón 189 Ventidue maggio: festa di santa Rita da Cascia 190 Pratica dei 15 giovedì di santa Rita 190 Il miracolo del mietitore ferito 190 Lode a Rita, da Logna 191 Lode a Rita, da Vallunga (Leonessa) 192 Le Rogazioni minori 198 Gli Ambarualia romani 198 La festa dell’Ascensione 199 I fuochi dell’Ascensione 200 Il salto del falò 202 La corsa dei bacherozzi 203 I lumi dell’Ascensione 204 Gli alimenti “benedetti” dell’Ascensione 205 La giuncata 205 L’acqua 207 Le “erbe benedette” dell’Ascensione 207 La rugiada: la “quazza benedetta” 208 La mantica con l’albume 209 I pronostici del tempo 212 Il divieto di lavorare 213 Le ricette tipiche dell’Ascensione 214 Il formaggio dell’Ascensione 214 La “fojata” 215 La pioggia dell’Ascensione 215 Pellegrinaggio alla Madonna di Costantinopoli (Cerreto) 216 Ventiquattro maggio: festa della Beata Vergine Maria

Ausiliatrice dei Cristiani 216 Ventisei maggio: s. Filippo Neri e i “fiori di san Filippo” 217 Ventotto maggio: s. Fiorenzo 217 Ultima domenica di maggio: “visita de le sette Chiese” 217

VI. GIUGNO

Le opere 219 Il frumento 220 Il ritorno dalla transumanza 221 La treggia, o traglia 222 La carbonaia 222 I giorni Primo giugno: s. Fortunato e s. Procolo 224 Due giugno: sant’Erasmo 224 Prima domenica di giugno: festa della Madonna della Paolina 224 Nove giugno: festa del beato Giolo da Sellano 224 Tredici giugno: sant’Antonio da Padova 226 L’eremo di sant’Antonio presso Gavelli 227 Quindici giugno: festa di s. Vito martire 228 Sedici giugno: festa dei santi Mauro e Felice 231 Il drago nella tradizione popolare del luogo 232 L’acqua di s. Felice 233 I fuochi di s. Felice 234 Seconda domenica dopo la Pentecoste: Festa del Corpus Domini 234 L’“infiorata” 234 “Lu temporale de lu Corpusdòmminu” 235 Ventiquattro giugno: festa di s. Giovanni Battista 235 L’“acqua di s. Giovanni” 235 Le “erbe di s. Giovanni” 237 Le insalate di s. Giovanni 238 I fuochi di s. Giovanni 239 “Commare a mazzittu” e “compari di s. Giovanni” 240 Ventinove e trenta giugno: festa dei santi Apostoli Pietro e Paolo 245 Pellegrinaggio delle donne di Castelluccio per impetrare la pioggia 245 VII. LUGLIO Le opere 247 La mietitura 247 I canti della mietitura 249 I pasti dei mietitori 259 L’ “alluccata” 264 Le “vivate” 265 La “incanata” 265 L’importanza del numero dispari 270 Benedizione del granaio o delle messi dopo la mietitura 270 I giorni

Due luglio: festa della “Madonna del Verde”, di Rocchetta di Cerreto 272 Festa della “Madonna de la Cona” 272 Quattro luglio: festa di Santa Maria delle Grazie di Caso 273 Prima domenica di luglio: pellegrinaggio alla “Madonna de le Scéntelle” 273 Dieci luglio: festa di s. Paterniano 274 Il “lascito” della famiglia Fiorelli 274 La storia del sasso di s. Paterniano 275 Il miracolo di Luciola 275 Festa di santa Anatolia 275 Quattordici luglio: festa della Madonna del Monte Carmelo o “Del Carmine” 276 Ventitré luglio: sant’Apollinare 276 Ventiquattro luglio: festa di santa Cristina 276 Venticinque luglio: s. Giacomo 277 Ventisei luglio: festa di sant’Anna 277 Ultima domenica di luglio: festa della Madonna del Buon Consiglio 277 VIII. AGOSTO Le opere 278 La trebbiatura: “la trita” 278 La raccolta della canapa 279 I giorni Due agosto: festa del Perdono (“lu perdunu”) 280 L’indulgenza detta “del Perdono di Assisi” 280 L’“ammorda” 281 Cinque agosto: festa della Madonna della Neve 282 Sei agosto: s. Sisto 283 Dieci agosto: festa di s. Lorenzo 283 La “sfazzolettata” 283 I “carboni di s. Lorenzo” 284 Undici agosto: festa di sant’Emidio 284 Quindici agosto: festa dell’Assunzione di Maria 285 La Madonna di Montesanto (S. Pellegrino di Norcia) 286 La Madonna di Viezzo (Avendita, Ocricchio) 287 Sedici agosto: festa di s. Rocco 287 Ventidue agosto: sant’Ippolito 288 Ventiquattro agosto: s. Bartolomeo 288 Ventotto agosto: sant’Agostino 288 Festa della Madonna delle Grazie (Ospedaletto di Norcia) 288 Prima domenica dopo il ventotto d’agosto: festa della Madonna della Cintura 288 Trentuno agosto: previsioni del tempo 289

IX. SETTEMBRE Le opere 290 La fornace da calce 290 La vendemmia 291 La transumanza 292 I giorni Primo settembre: sant’Egidio Prima domenica di settembre: festa della “Madonna de la Cona” 293 Otto settembre: Natività di Maria 293 Quindici settembre: festa della Madonna Addolorata, o Dei Sette Dolori della Beata Vergine Maria 293 Festa del beato Benedetto, a Gavelli 294 Venti settembre: festa della Madonna della Quercia 294 Breve storia della Madonna della Quercia e origine del culto 294 “Madonna de la ‘Riccia” (Madonna dell’Ariccia) di Buda 297 Ventiquattro settembre: festa della Madonna della Mercede 298 Ventinove settembre: festa di s. Michele Arcangelo 298 X. OTTOBRE Le opere La transumanza 299 La semina 300 La raccolta delle patate 301 “Li cicitti”: la raccolta delle bacche di ginepro 301 I giorni Quattro ottobre: s. Francesco d’Assisi 302 Sette ottobre: festa della Beata Vergine Maria del Rosario 302 Diciotto ottobre: s. Luca evangelista 302 Ultima domenica d’ottobre: festa di Cristo Re 302 XI. NOVEMBRE Le opere 303 La lavorazione della canapa 303 I giorni Primo novembre: festa d’Ognissanti 305 Due novembre: commemorazione di tutti i fedeli defunti 305 Il rosario dei morti 305 “La veja” 306 L’ottavario dei morti 306 Le elemosine del mese dei morti 307 Il pane dei morti 307 Le fave dei morti 310 I fagioli dei morti 311

Il farro dei morti 312 Il “ciccio de li morti” 312 I legumi dei morti 312 “Diasilla” da Meggiano 312 Il ristoro dei morti 314 Undici novembre: festa di s. Martino 315 Diciannove novembre: festa di s. Ponziano 316 Venticinque novembre: santa Caterina vergine e martire 316 XII. DICEMBRE Le opere 317 Il maiale 317 L’alimentazione del maiale 319 La lavorazione della carne 319 Il lardo 320 I giorni Due dicembre: santa Bibiana 322 Quattro dicembre: santa Barbara 322 Sei dicembre: festa di s. Nicola di Mira (s. Nicola di Bari) 327 Otto dicembre: festa dell’Immacolata Concezione 327 Dieci dicembre: festa della traslazione della Santa Casa di Loreto 327 Usanze concernenti la “Venuta” 329 I falò della “Venuta” 329 Il salto del fuoco 330 I carboni del falò 330 “Passano l’angeli” 331 “Ru santu satullozzu” 331 Ricette culinarie 331 “Ru sciaulóttu” 331 La “pizza sotto ‘l foco” 331 I “lievitelli” 332 La “pizza de la fortuna” 332 I “sìppuli” 332 Tredici dicembre: festa di santa Lucia 333 Il Natale 333 Formule natalizie 335 “Madonnuccia bella bella”, da Scheggino 335 “Gesù Bambino è nato in una stalla”, da Piedipaterno 337 “Bambino bambinello”, da Norcia 337 Il fuoco solstiziale 338 I falò di Natale 339 La “storcejata” 341 Le “‘ntuzze” 341 “Lu ‘nfalù” 341 Il ceppo di Natale 343 Offerte al ceppo natalizio 344 Formule augurali di vita 345 Formule auguranti salute e prosperità al capofamiglia 346

Formula augurale per tutta la famiglia 349 Antica formula augurale nursina 350 Benedizione del ceppo con l’acqua santa 351 Offerte di cibo al ceppo natalizio 351 Il ceppo natalizio e la Sacra Famiglia 353 La cenere del ceppo di Natale 354 Il gioco del “capistiro” 360 Ricette popolari natalizie 360 Baccalà dolce di Natale 360 Pasta con le sardelle 361 Pasta col tartufo 361 I “mustaccioli” 362 L’“ attorta” 362 I maccheroni dolci 363 L’“ acqua cotta di Natale” 363 La tavola imbandita 364 Le strenne natalizie 365 Le strenae romane 366 Il vento di mezzanotte 366 Quando arrivò l’albero di Natale in Valnerina 367 Le “pasquette”, o “pasquarelle” natalizie 368 Pasquetta da Rocchetta di Cerreto 372 Altra pasquetta da Rocchetta di Cerreto 375 Pasquarella da Poggiodomo 375 Pasquarella da Scheggino 376 Pasquarella da Norcia 378 Pasquetta da Castelvecchio di Preci 379 Pasquarella umbra da Villa Massi (Leonessa) 380 Ventisei dicembre: s. Stefano protomartire 381 Trentuno dicembre: s. Silvestro 381

II volume:Tematiche del pensiero religioso e magico I. L’amore I. La mantica amorosa 383 I.1 Le foglie di bosso 383 I.2 Le foglie dell’ulivo benedetto 384 I.3 L’“ erba dell’amore” 385 I.4 Altri metodi divinatori 386 I rotolini dell’Ascensione 386 Le “feracce” 386 Rito mantico coi morti 386 I confetti 387 I.5 Il cuculo oracolare 387 II. Il fidanzamento 389 II.1 Il dono della conocchia 390 II.2 Gli spazi dell’innamoramento 391 Pellegrinaggi e feste religiose 391 La mietitura e la trebbiatura 392 Lu “turcu rusciu” 392 Il sagrato 393

Il ballo 395 Il ballo del fiasco e della ciambella 395 Il ballo della scopa 395 II.3 La dichiarazione d’amore 396 La collana di corallo 396 La cavalcata dei fidanzati 397 L’ “ammorda” 397 La “sfazzolettata” 397 La “mostaiòla” 398 Fidanzamento per delega 398 III. Il matrimonio 400 III.1 Il trasporto della dote 400 III.2 Il corteo nuziale 402 III.3 La “parata” 403 III.4 Il letto nuziale 404 III.5 La benedizione da parte della suocera 405 III.6 Altre usanze associate al matrimonio 406 La “incamata” / “‘ncamata” 406 La “scampanata” e l’“annerata” 406 L’ “ennerata” 407 IV. Gli alberi e le nascite 409 IV.1 Il “legno stregone” 409 IV.2 La “cerqua furmicusa” 410 II. La morte, il morire, i morti 411 I. Credenze relativi ai morti e al morire 412 I.1 L’agonia e la violazione dei cippi di confine 412 I.2 I precedenti nel mondo etrusco e romano 415 II. La sete dei morti: il “maniere” 419 III. “L’anime”: gli spiriti dei morti 420 III.1 “Anime sante” 422 III.2 “Anime addannate” 429 III.3 Anime guardiane dei tesori 432 III.4 Anime e farfalle 434 III.5 Le campane dell’avemaria: i lari domestici e il tabù della spazzatura 436 IV. I presagi di morte 439 IV.1 L’ “orologio di s. Pasquale” 439 IV.2 La civetta 441 V. Usanze funebri 442 V.1 Usanze varie 442 V.2 Il tabù dello spazzare 444 V.3 La velatura degli specchi 444 V.4 Il pasto del lutto 445 V.5 Le candele della veglia dei morti 447 V.6 Campane a morto 447 V.7 Sepoltura “sub grunda” 449 V.8 “Li sette dolori de Maria” 449 V.9. L’ottavario dei morti 449 III. La percezione della natura A. I FENOMENI ATMOSFERICI I. I fulmini 451 I.1 Su quali alberi cadono i fulmini 451 I.2 Le “pietre del fulmine” 453

II. La grandine e i temporali 455 Premessa. Le tempeste, la grandine e le “spiritales nequitiae” 456 II.1 La grandine e i temporali fra i contadini della Valnerina 463 Le campane e la grandine 464 Le campane di Grotti 466 Il “campanone” di Cerreto 469 Le campane di Abeto 470 La campana maggiore della chiesa di San Marco di Norcia 470 II.2 Altri mezzi per stornare il pericolo della grandine 473 La preghiera 473 La scopa 475 Il carbone del falò di san Giovanni 476 L’ulivo benedetto, la candelina della Candelora, gli attrezzi del focolare 476 Il sale 478 Il lancio del ventilabro 478 Il tizzone del focolare domestico 479 Il Crocifisso della chiesa 479 La corona del rosario 479 Disposizione in croce di oggetti di ferro 479 Le salve di fucileria 481 Le formule ecclesiastiche 482 B. LA PERCEZIONE DEGLI ELEMENTI I. Il fuoco del focolare domestico 484 I.1 La legna proibita 484 Il legno del sambuco 484 La rosa canina 485 Il ginepro 486 L’acero campestre 486 Il fico 486 L’ “albero di Giuda” 487 Il legno raccolto per via 487 La legna degli alberi colpiti dalla folgore 487 Il giogo dei buoi 487 I.2 Tabù vari concernenti il fuoco 488 I.3 L’insediamento di un animale domestico 489 I.4 Il fuoco e le malelingue 489 I.5 Il fuoco e il tempo che farà 491 I.6 Riti serali concernenti il focolare domestico 491 II. Il fuoco e la ritualità di gruppo 494 C. GLI ANIMALI I. Il lupo 497 I.1 Il lupo nemico del fuoco 497 I.2 Il lupo nemico della musica 498 I.3 La carne “allupata” 498 I.4 I “lupari” 500 I.5 Per addestrare i cani da lupo 501

II. La civetta 501 III. Il gallo 501 IV. I serpenti 502 IV.1 Il bastone contro il mal di pancia 503 IV.2 La “licignola” / “lucignola” 503 IV.3 Il “regolo” 503 V. Il tasso 506 VI. L’istrice (“la spinosa”) 506 VII. Il mulo 507 VIII. Le lumache 507 IX. Il cane 507 X. Il gatto 508 XI. Le lucciole 508 D. LE PIANTE 509 I. Il noce 509 II. La quercia 509 III. Il pioppo bianco 509 IV. Il pino d’Aleppo 510 V. L’acero campestre 510 VI. Il fico 510 VII. Il sambuco 511 VIII. La rosa canina 512 IX. La “sanguinella” 512 X. La malva 512 XI. Il timo serpillo 513 XII. Il ginepro 513 XIII. L’agrifoglio 513 XIV. Il pungitopo 513 XV. L’iperico 513 XVI. Lo “scódanu” 514 XVII. Il bosso 514 XVIII. L’iride fiorentina 514 XIX. La “bambolina”: la mandragora 514 IV. La devozione Percezione della provvidenza e del castigo divino 516 Alcune forme della devozione popolare 517 I. La percezione della provvidenza divina 517 II. Il castigo divino 522 III. Il vissuto festivo 527 IV. La fede nell’efficacia delle formule sacre 528 V. Uso terapeutico dell’olio delle lampade votive 530 VI. Il segno della croce nella vita quotidiana 531 La croce del mattino 531 La croce sul latte 531 La croce e il pane 532 La croce sul formaggio 533 La croce sul neonato 533 La croce prima d’iniziare l’aratura 533 La croce prima di mungere 534 Il tabù dei ferri da calza 534 VII. Il rapporto con gli eremiti 534

V. La fascinazione Premessa: la fascinazione nel mondo greco e romano 537 I. Il malocchio – “occhiaticcio”, “occhio” – in Valnerina 546 I.1 Come e su chi agisce il malocchio 550 Malocchio su esseri umani 550 Malocchio sugli animali 553 Malocchio sulle piante 558 Malocchio sulla lavorazione del pane e del formaggio 558 Malocchio sui preparati chimici 559 Malocchio sui mezzi meccanici 560 II. Difese contro il malocchio 562 II.1 Le formule preventive 563 II.2 La croce sul latte e sul pane 564 II.3 Il sale 565 II.4 Il cornetto di ginepro 566 II.5 La forcella di ginepro o di corniolo 566 II.6 La scopa 566 II.7 Le collane di corallo 566 II.8 I fiocchi rossi 566 II.9 Il ferro di cavallo 567 II.10 Il pelo del tasso 568 II.11 I pantaloni paterni 570 II.12 La scheggia della macina 570 II.13 I capelli e il fazzoletto 570 II.14 La croce col cappello 570 II.15 Toccare il seno 570 II.16 Chi ha provocato il malocchio può disfarlo 571 II.17 Il “breve” 571 III. Lacanomanzia 574 III.1 Lacanomanzia con l’olio 576 III.2 Lacanomanzia col grano 579 III.3 Le formule per neutralizzare il malocchio 582 IV. La percezione dell’invidia nella cultura rurale 586 VI. I mannari I. I “menari” o “panari” della Valnerina 591 II. Gli antenati dei “panari” 597 VII. La magia negativa: streghe e fatture 599 I. LE STREGHE 601 I. Le antenate delle streghe 601 II. Le “sdreghe” in Valnerina 608 II.1 L’unzione delle streghe 609 Quando la moglie è una strega 610 II.2 Danni ai bambini procurati dalle streghe 611 II.3 Manifestazioni notturne delle streghe 617 Le streghe, gli alberi di noce, le querce 620 Le cavalcate notturne delle streghe 623 II.4 Il pericolo della prima luce 624

II.5 Metamorfosi delle streghe 626 II.6 Deterrenti contro le streghe 633 L’innumerabilità protettrice 633 La macina da mulino 634 La scopa 634 Il setaccio 635 Sabbia, sale, semi 635 Le matasse di lana o canapa 636 Il ginepro 636 Il potere delle cose benedette e delle preghiere 639 Le croci 639 La stola da prete 640 La corona del rosario 640 L’acqua e il vino usati per l’Eucarestia 641 Il serpillo del Corpus Domini 641 Il Credo ad alta voce 642 Il potere protettore del padre 642 Gli indumenti paterni 642 Il potere delle punte e degli aculei 643 L’agrifoglio 643 Il pungitopo 644 Un’antica formula 644 Il cane nemico delle streghe 645 Il sacrificio del cane 645 Le stringhe di pelle di cane 646 Le ossa di cane 647 Rito di guarigione dei bambini dalle stregonerie 648 Bollitura dei panni 649 Le campane dell’avemaria e i panni dei bambini 650 II.7 Per liberare le streghe dal loro nefasto potere 651 II.8 Per vedere le streghe 652 II. LE FATTURE 656 I. Casi di fattura 657 III. IL DIAVOLO 662 VIII. Pratiche terapeutiche 667 I. La “segnatura” 667 I.1 La “segnatura” del mal di denti 667 I.2 La “segnatura” dei porri 668 I.3 La “segnatura” dell’erisipela 669 I.4 La “segnatura” delle storture 669 I.5 La “segnatura” dei parassiti intestinali dei bambini 670 II. Cura dell’orzaiolo 671 III. Per curare la tosse convulsa 671 IV. Per curare il mal d’orecchi 671 V. Per curare il torcicollo 672 VI. Il potere delle madri dei gemelli 672 VII. Le preghiere delle vergini 673 VIII. La cura del “mal di sangue” delle pecore 675

IX. Sibilla e fate sibilline: frammenti di un’epopea 677 I. Dalla Sibilla ad Alcina 678 II. Il lago di Pilato. Le fate dai piedi caprini 680 III. Alcina e il Meschino nel racconto di Armando Coccia 685 IV. Il Meschino di Luigi Brandimarte 688 V. Guerrin Meschino esce dalla grotta incantata, di Loreto Nicoli 689 VI. Il Meschino dello “Sceriffo” 690 VII. Elementi simbolici della catabasi 694 VIII. Consacrazione di una verga magica mediante il sacrificio di un cane 697 X. Glossario 701

III volume: Così pregavano i nostri padri. Preghiere popolari della Valnerina Introduzione 725 I. Devozioni quotidiane I. La pratica del segno della croce 733 II. Il rosario 733 II.1 Formule di chiusura del rosario 736 III. Le preghiere del mattino 737 III.1 “Esco da casa col punto de l’ora bòna” 738 III.2 Formula d’offerta 738 III.3 Formula di consacrazione della giornata al Sacro Cuore di Gesù 739 III.4 “Io m’arizzo con timore” 739 IV. Le preghiere della sera 740 IV.1 “Mamma m’ha detto”, da Meggiano 740 IV.2 “Gesù, pijame ne le tue mani” 740 IV.3 “Quante volte respiro io” 740 IV.4 “A letto a letto me ne vo” 741 “A letto a letto me ne vo”, da Sciedi 742 “A letto a letto me ne vo”, da Padule di Cascia 742 “A letto a letto me ne vo”, da Fogliano 743 “A letto a letto me ne vo”, da Fogliano 744 “A letto a letto me ne vo”, da Atri 744 “Signore Dio e san Giovanni” 745 “A letto a letto me ne andai”, da Santa Anatolia di Narco 745 IV.5 “Io me ne vado a letto” 746 “Me ne vado a letto”, da Capanne di Collegiacone 746 “Me ne vado a letto”, da Ocosce 746 “Io me ne vado a letto”, da Rocchetta 747 Formula breve da Vallo di Nera 747 “Io me ne vado a letto”, da Poggioprimocaso 748 “Io me ne vado a letto”, da Avendita 748

“Io me ne vado a letto”, da Trivio 749 “Io me ne vado a letto”, da Nempe 749 V.5 “Maria piccolina”, da San Giorgio di Cascia 797 V.6 “La morte di Gesù”, da Roccatamburo 798 V.7 Il “Verbo” 800 “Verbo”, da Monteleone di Spoleto 800 “Verbo”, da San Giorgio di Cascia 801 VI. Formule recitate entrando in chiesa e assistendo alla messa VI.1 Quando si entra in chiesa 810 VI.2 Al momento d’inginocchiarsi 810 VI.3 Quando si riceve l’ostia 810 VI.4 Formule da Avendita 810 VI.5 Formule da Grotti 811 VI.6 “Sona sona, campanella”, preghiera recitata durante la consacrazione, da Meggiano 812 VI.7 Preghiera recitata al suono delle campane dell’Angelus, da Fogliano 813 II. Il ciclo dell’anno I. Preghiere natalizie 815 I.1 Preghiera da Sciedi 815 I.2 Preghiera di Natale da Avendita 817 I.3 Preghiera recitata dinanzi al ceppo di Natale 818 I.4 “Le cento croci” 818 I.5 Cantico natalizio da Meggiano 820 II. Preghiere quaresimali 821 II.1 “Le piaghe del Signore”, da Grotti 821 II.2 “Perdono, mio Dio”: cantico quaresimale da Meggiano 822 III. Il culto alla Santa Croce 827 IV. Il culto ai morti: preghiere per i defunti 828 IV.1 “Lode ai morti”, da Civita 828 IV.2 La “Diasilla” (Dies illa) e il culto ai morti 829 “Diasilla”, da Rocchetta 830 “Diasilla”, da Meggiano 832 “Diosilla”, da Montebufo 833 “Diasilla”, da Leonessa 835 IV.3 Preghiera per i genitori defunti, da Avendita 836 IV.4 Preghiera per le anime sante, da Civita 837 IV.5 Preghiera recitata durante il rosario per i morti, da Macchia di Cerreto e da Geppa 837 IV.6 “Quando morto io sarò”, invocazione recitata nell’ottavario dei morti, da Vallo di Nera 838 IV.7 “Oggi domani un mese”, ammonimenti di un defunto al figlio, da Savelli 838 III. Il culto a Maria e ai santi I. Devozioni mariane 841 I.1 “Lodate Maria” 841

I.2 Preghiera per la guarigione, da Macchia di Cerreto 842 I.3 Preghiera all’Addolorata, da Macchia di Cerreto 842 I.4 Preghiera a Maria per l’ottenimento di grazie, da Macchia di Cerreto, Castelluccio di Norcia e Avendita 843 I.5 Devozioni alla Madonna della Stella 844 Preghiera breve da Gavelli 844 Antica preghiera alla Madonna della Stella, da Rocchetta 845 Per trovar marito 845 Preghiera recitata prima di salire alla chiesa della Madonna della Stella 846 I.6 Preghiera alla Madonna delle Grazie, da Caso 846 I.7 “Madonna, me ne vo”, da Piedipaterno 847 I.8 Preghiera alla Madonna dell’Eremita, da Piedipaterno 848 I.9 Preghiera alla Madonna delle Grazie, da Savelli 848 I.10 Preghiera alla Madonna della Neve perché faccia cessare la guerra (1915-1918) 849 I.11 “La Madonna del mio cuore”, preghiera da Piediripa (Norcia) 854 II. Il culto ai santi 855 II.1 Preghiere a sant’Antonio abate 855 II.2 Preghiere a sant’Antonio da Padova 855 Invocazioni brevi da Vallo di Nera 856 “Responsorio” breve da Rocchetta 857 “Dispensorio”, da Capanne di Collegiacone 857 “Dispensorio”, da Atri 858 “Dispensorio”, da Logna 858 “Responsorio”, da Avendita 861 “Sant’Antonio gijo giocondo”, da Vallo di Nera 864 “Sant’Antonio glorioso”, da Piedipaterno 865 II.3 Preghiera a sant’Anna, da Campi Vecchio 866 II.4 Devozione a santa Rita da Cascia 867 Preghiera a santa Rita, da Vallo di Nera 867 Preghiera a santa Rita, da Monte San Vito 867 II.5 Preghiere a santa Lucia 868 Antica preghiera a santa Lucia per la cura degli occhi 869 Versione da Scheggino 869 Preghiera per la vista, da Casali Sant’Antonio (Cascia) 869 Preghiera per la vista, da Rocchetta 869 Preghiera da Aliena 870 Preghiera da Piedipaterno 870 Preghiera da Macchia di Cerreto 870

Preghiera a santa Lucia, da Trognano 870 Preghiera a santa Lucia, da Casali di Belforte (Preci) 871 II.6 Preghiere a santa Cristina, da Caso 871 Preghiera per l’abbondanza delle mandorle e delle mele 871 Preghiera a santa Cristina, da Caso 871 Preghiera per trovare marito 872 II.7 Inno a san Vito, da Ceselli 873 II.8 Inno a santa Anatolia, da Santa Anatolia di Narco 873 II.9 Inno a santa Scolastica, da Castelluccio di Norcia 874 Preghiera breve a santa Scolastica per impetrare la pioggia 875 II.10 Preghiera a santa Maria Maddalena, da Pescia 875 II.11 “Canzone” a san Pellegrino, da San Pellegrino di Norcia 877 II.12 Invocazioni ai santi ed altre invocazioni per stornare la grandine 878 Invocazioni a Santa Barbara e a Santa Elisabetta: “Santa Bbàrbera, non fa’ fa’ li danni” 878 “Santa Bbàrbora e santa ‘Lisabbetta” 879 “Santa Barbara e santa ‘Lisabbetta” 879 “Santa Bbàrbera e santa ‘Lisabbetta” 879 “Santa Barbara e santa ‘Lisabbetta” 880 “Santa Bbàrbera e santa ‘Lisabbetta” 880 “Arza potenza, maestà divina” 880 Invocazione a santa Eurosia, da Meggiano 882 “Sant’Atanasio”, da Manigi 883 “Acquarella non venì’”, da Scheggino 883 Da Vallo di Nera 884 II.13 Inno a san Paterniano 884 II.14 Invocazioni contro il terremoto 885 “San Ponziano e sant’Emidio” 885 Invocazione a sant’Emidio 885 IV. Formule di vario genere I. Antiche formule recitate dai mendicanti quando chiedevano l’elemosina, da Vallo di Nera I.1 “Manu manu cupputella” 887 I.2 “Mani mani tòrta” 887 II. Formula recitata quando l’orologio batteva le ore da Vallo di Nera 887 III. Invocazione a san Pasquale per trovar marito 888 IV. Invocazione a vari santi per trovar marito 889 V. Scritti apocalittici 891 I. “Lettera di Gesucristo” 892 II. “La lettera di Gesù sovrano” 892 Nota 895 Bibliografia 897 Lista degli informatori 903 Indice analitico 919