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Sabato, 10 Novembre 2018 www.corrieredelmezzogiorno.it T ra le persone colte, sofisticate, e di buoni e antichi studi, è invalsa la consuetudine di mostrare diffidenza,quando non ri- fiuto, degli strumenti e delle agevolazio- ni della conoscenza e della memoria che ci con- sentono i cosiddetti “telefonini”, altrimenti chiamati smartphone. E se la mail è di quasi universale diffusione ,incontro molte persone che, per età o pregiudizio non praticano la co- modissima area degli whatsApp. Per essere vi- cini a noi, un giornalista del Corriere della Sera, Carlo Vulpio, li disdegna; con pretesti, mi sem- bra. Io invece ne traggo grande giovamento e, con me, tutti i cultori d’Arte,anche di alta gene- razione che, invece che costose e distanti foto- teche, possono, all’istante, vedere opere d’arte in ottime riproduzioni e con altissima fedeltà. Sono reduce da un viaggio in Albania, dove, nella luminosa città di Voskopoja vi sono cin- que mirabili chiese piene di affreschi che si leg- gono meglio nel mio telefonino che dal vero. Si allarga, dunque, e si perfeziona la conoscenza. Ma soprattutto si dispone di un repertorio po- tenzialmente infinito di immagini. Faccio un altro esempio: tutta la mitica fototeca di Federi- co Zeri è ora, digitalizzata, disponibile nel mio piccolo telefono. Che è una macchina portento- sa di informazioni in tutti i campi e in tutte le direzioni. Certo, posso essere disturbato dalle chiamate quotidiane di stalker che ho registra- to sotto denominazioni fantasiose, precedute dalla doppia negazione: “no no squilibrato Par- ma”(e corrisponde al vero). Ma, ad ogni mio dubbio,la consultazione di Google, nello spazio di 15x7 centimetri,mi consente di avere a dispo- sizione l’intera enciclopedia Treccani e, ancor più, voce per voce, il Dizionario biografico degli italiani, con relativa bibliografia, tutti i testi dei classici, anche nelle cosiddette anastatiche, e tutte le opere di Cartesio, di Bacone, di Tertul- liano, di chiunque insomma. L’altro giorno ho riletto Il Gattopardo dentro il mio telefonino,e mi sono chiesto,per la prima volta, se un libro cartaceo potrà realmente resistere. Sto per abo- lire la mazzetta dei quotidiani perché ogni not- te, alle 3 o alle 4 del mattino ,mi arrivano inte- grali tutti i giornali. L’antica consuetudine della rassegna stampa parlamentare ,che un tempo era sui nostri banchi, è finita, con mio disap- punto, fino a quando un collega non mi ha in- formato che essa era trasmessa per via digitale nel telefono. In effetti, penso ai puristi e agli scettici, il mio primo gesto mattutino è com- pulsare messaggi e informazioni che arrivano nel telefonino e, durante il giorno, fatico a te- nerlo spento e a non ricorrervi con frequenza oraria. Ma è una dipendenza che fa parte del- l’utile,come le scarpe, un maglione e, fino qual- che tempo fa, la tv, oggi anch’essa assorbita nel- lo spazio del telefono. Taxi, prenotazioni alber- ghiere, distanze, navigatore, e anche amori, so- no agevolati da quel piccolo strumento che, anche sostituendo la voce con il testo di un messaggio, ci riporta a scrivere, a comunicare per via epistolare elettronica;ma, pur sempre servendosi, per chi ne è dotato, di buona gram- matica, sintassi e punteggiatura. Non so dove andremo con il telefonino: se ci farà volare. Ma sono certo che esso agevola la nostra mente e la nostra conoscenza. Una sola è la vera differenza con le biblioteche, i libri, dove si va a cercare un testo, si studia un argomento: perché le pagine su diverse materie e il cosiddetto “buon vici- no”che ispirò l’ordinamento della biblioteca di Aby Warburg ,ci consentono di allargare il cam- po, di andare altrove. Sul telefono cerco “Totti” e trovo Totti” e altrove non vado;nel volume di un dizionario cerco “Totti” e trovo “Tozzi”, non Umberto ma “Federico”, o “Tobino” o “Todo- rov”, e da un calciatore passo al grande scrittore di Il podere, all’autore de Le libere donne di Ma- gliano a un grande saggista bulgaro. Ecco: la forza del libro è nello sfogliare, nello sconfinare, nel trovare quello che non si cerca- va. Ma, presto, la tecnologia arriverà anche lì. Oltre se stessa. © RIPRODUZIONE RISERVATA La cultura nuova C’è una dipendenza che fa parte dell’utile, come le scarpe, un maglione e la televisione, che oggi è anch’essa assorbita nello spazio del cellulare Elogio dello smartphone «Ho riletto Tomasi di Lampedusa nel mio telefonino, per me è strumento comodissimo» Lo speciale Eccellenze in Sicilia è a cura di Gabriele Bojano IlGattopardo online di Vittorio Sgarbi Eccellenze PERSONE & AZIENDE IN SICILIA

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Sabato, 10Novembre2018 www.corrieredelmezzogiorno.it

T ra le persone colte, sofisticate, e di buonie antichi studi, è invalsa la consuetudinedi mostrare diffidenza,quando non ri-fiuto, degli strumenti e delle agevolazio-

ni della conoscenza e dellamemoria che ci con-sentono i cosiddetti “telefonini”, altrimentichiamati smartphone. E se la mail è di quasiuniversale diffusione ,incontro molte personeche, per età o pregiudizio non praticano la co-modissima area degli whatsApp. Per essere vi-cini a noi, un giornalista del Corriere della Sera,Carlo Vulpio, li disdegna; con pretesti, mi sem-bra. Io invece ne traggo grande giovamento e,conme, tutti i cultori d’Arte,anche di alta gene-razione che, invece che costose e distanti foto-teche, possono, all’istante, vedere opere d’artein ottime riproduzioni e con altissima fedeltà.Sono reduce da un viaggio in Albania, dove,

nella luminosa città di Voskopoja vi sono cin-quemirabili chiese piene di affreschi che si leg-gonomeglio nel mio telefonino che dal vero. Siallarga, dunque, e si perfeziona la conoscenza.Ma soprattutto si dispone di un repertorio po-tenzialmente infinito di immagini. Faccio unaltro esempio: tutta la mitica fototeca di Federi-co Zeri è ora, digitalizzata, disponibile nel miopiccolo telefono. Che è unamacchina portento-sa di informazioni in tutti i campi e in tutte ledirezioni. Certo, posso essere disturbato dallechiamate quotidiane di stalker che ho registra-to sotto denominazioni fantasiose, precedutedalla doppia negazione: “no no squilibrato Par-ma”(e corrisponde al vero). Ma, ad ogni miodubbio,la consultazione di Google, nello spaziodi 15x7 centimetri,mi consente di avere a dispo-sizione l’intera enciclopedia Treccani e, ancorpiù, voce per voce, il Dizionario biografico degliitaliani, con relativa bibliografia, tutti i testi deiclassici, anche nelle cosiddette anastatiche, etutte le opere di Cartesio, di Bacone, di Tertul-liano, di chiunque insomma. L’altro giorno ho

riletto Il Gattopardo dentro il mio telefonino,emi sono chiesto,per la prima volta, se un librocartaceo potrà realmente resistere. Sto per abo-lire la mazzetta dei quotidiani perché ogni not-te, alle 3 o alle 4 del mattino ,mi arrivano inte-grali tutti i giornali. L’antica consuetudine dellarassegna stampa parlamentare ,che un tempoera sui nostri banchi, è finita, con mio disap-punto, fino a quando un collega non mi ha in-formato che essa era trasmessa per via digitalenel telefono. In effetti, penso ai puristi e agliscettici, il mio primo gesto mattutino è com-pulsare messaggi e informazioni che arrivanonel telefonino e, durante il giorno, fatico a te-nerlo spento e a non ricorrervi con frequenzaoraria. Ma è una dipendenza che fa parte del-l’utile,come le scarpe, unmaglione e, fino qual-che tempo fa, la tv, oggi anch’essa assorbita nel-lo spazio del telefono. Taxi, prenotazioni alber-ghiere, distanze, navigatore, e anche amori, so-no agevolati da quel piccolo strumento che,anche sostituendo la voce con il testo di unmessaggio, ci riporta a scrivere, a comunicare

per via epistolare elettronica;ma, pur sempreservendosi, per chi ne è dotato, di buona gram-matica, sintassi e punteggiatura. Non so doveandremo con il telefonino: se ci farà volare. Masono certo che esso agevola la nostramente e lanostra conoscenza. Una sola è la vera differenzacon le biblioteche, i libri, dove si va a cercare untesto, si studia un argomento: perché le paginesu diverse materie e il cosiddetto “buon vici-no”che ispirò l’ordinamento della biblioteca diAbyWarburg ,ci consentono di allargare il cam-po, di andare altrove. Sul telefono cerco “Totti”e trovo Totti” e altrove non vado;nel volume diun dizionario cerco “Totti” e trovo “Tozzi”, nonUmberto ma “Federico”, o “Tobino” o “Todo-rov”, e da un calciatore passo al grande scrittoredi Il podere, all’autore de Le libere donne diMa-gliano a un grande saggista bulgaro.Ecco: la forza del libro è nello sfogliare, nello

sconfinare, nel trovare quello che non si cerca-va. Ma, presto, la tecnologia arriverà anche lì.Oltre se stessa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La cultura nuovaC’è una dipendenza che fa partedell’utile, come le scarpe,un maglione e la televisione,che oggi è anch’essa assorbitanello spazio del cellulare

Elogio dellosmartphone«Ho riletto Tomasidi Lampedusanel mio telefonino,per me è strumentocomodissimo»

Lo specialeEccellenzein Sicilia è a curadi Gabriele Bojano

IlGattopardoonline

di Vittorio Sgarbi

EccellenzePERSONE & AZIENDE IN SICILIA

PA2 Sabato 10 Novembre 2018 Corriere del Mezzogiorno

P er viaggiare nel temponon serve nessunamacchina del tempo, èsufficiente solo pas-

seggiare all’interno delmuseodi radiologia di Palermo. Unviaggio a ritroso alla riscoper-ta di cristalli, ampolle e affa-scinanti marchingegni, chehanno fatto grande la storiadella scienza. Palermo custo-disce uno dei pochissimi spa-zi museali dedicati all’arte ra-diologica esistente al mondo,oggi all’interno dell’istituto diradiologia, al Policlinico uni-versitario Paolo Giaccone.Inaugurato a metà degli anni‘90, il museo è frutto dell’in-tuizione di Adelfio Elio Cardi-nale. «Il progetto è nato nel1995 in occasione del cente-nario della scoperta dei raggiX da parte di Wilhelm ConradRöntgen - spiega il professore-. Da qualche tempo è statoampliato, arricchito e rimo-dulato per dargli una nuovafisionomia. L’apertura delmuseo è una piccola gemmache offriamo ai cittadini, aglistudiosi e ai semplici appas-sionati in occasione delle ce-lebrazioni di Palermo capitaledella cultura 2018». Nell’espo-sizione sono incluse apparec-chiature tecniche e materialedi vario genere, risalenti allafine del ‘700. Ci sono ancheantiche macchine elettrosta-tiche, usate per produrre elet-tricità dagli studiosi del XVIIIe XIX secolo, i primi tubi araggi catodici, una raccolta,unica in tutt’Italia, di tubi, ta-voli di comando, criptoscopi eortoscopi.«Il museo - aggiunge il ret-

tore dell’Università di Paler-mo Fabrizio Micari - esponeminuziosamente la storia del-la radiologia e delle sue stru-mentazioni anche attraversoil racconto delle attività di ri-cerca degli scienziati che ne

hanno permesso l’evoluzioneche viene via via narrata a par-tire da questi affascinanti ele-menti storici fino ad integrar-si con i moderni strumenti at-tualmente in uso presso il Po-

liclinico Universitario. La suapresenza arricchisce ancoradi più il sistema museale delnostro ateneo».Alla fine dell’Ottocento, la

scoperta dei raggi X ebbe il sa-

internazionale, passando poi,dai pionieri in Italia: Luraschi,Bertolotti, Maragliano, Perus-sia e Busi. Un’intera ala è statadestinata a Röntgen e alla suastraordinaria scoperta: moltomateriale proviene dalla Deu-tsches Röntgen Museum diRemscheid-Lennep.«La radiologia è l’unica di-

sciplina medica che ha unadata di nascita - afferma l’as-sessore regionale alla forma-zione Roberto Lagalla -. È l’8novembre 1895, giorno in cuivennero scoperti i raggi X.Nessun’altra disciplina medi-ca si genera in una data preci-sa. Un’evoluzione tumultuosache è arrivata fino a noi, sem-pre più evoluta e perfezionatama anchemeno invasiva».Entrare nel museo. Assapo-

rare il fascino della scienza.Scoprire l’evoluzione cultura-le fino ai giorni nostri è comefare una passeggiata nella sto-ria, ammaliati dalla cono-scenza di apparecchiature piùuniche che rare che traccianoi primi passi della radiologiamoderna.La biblioteca museale, ar-

ricchita dalla preziosa presen-za di documenti storici e car-teggi dei maestri della radio-logia del passato, è la testimo-nianza dell ’avanguardiascientifica di fine ‘800 e primi‘900 della città di Palermo. Ilmuseo consente di respirareun’atmosfera unica che inte-gra la cultura scientifica conquella della città in una siner-gia che ha permesso di sco-prire l’evoluzione della disci-plina radiologica in Italia. Ep-pure basta un attimo, per fareun confronto tra le vecchieapparecchiature e le più sofi-sticate realizzazioni della mo-derna tecnologia, in una sortadi linea temporale continua.

Roberto Chifari© RIPRODUZIONE RISERVATA

Chi è

Adelfio ElioCardinale,professoreemeritodi Radiologiaall’universitàdi Palermo,è presidentedella SocietàItalianadi Storiadella Medicina.È statopresidentedella Sirm,sottosegretario al Ministerodella Salute nelgoverno Montie presidedi Medicinaa Palermo.Nel 1995ha creatoil Museo dellaradiologia

Viaggionel tempoAlcune saledel museodella radiologiacon strumentie macchinerisalentialla finedel ‘700.A lato,il fondatoreAdelfio ElioCardinale

La radiologiaora è finitaai raggi X

1895È l’anno di nascita della radiologia:l’8 novembre vengono scopertii raggi X da parte di WilhelmConrad Röntgen, 100 anni dopoapre il Museo di Palermodi recente ampliato e rimodulato

pore di una rivoluzione, conun impatto straordinario sul-la scienza medica.«Questo non è un semplice

museo ma un percorso di ar-ricchimento culturale - spiegaMassimo Midiri, direttore deldipartimento di radiologiadel Policlinico - non solo ri-volto ai giovani medici ma an-che ai pazienti che acquisi-scono maggiore consapevo-lezza. Un percorso musealeaperto a tutti che migliora ilrapporto medico-paziente».Il museo, che nel frattempo

è stato ampliato, si articola inpiù sezioni in un itinerarioche parte dalle origini remotedelle scienze dell’area radio-logica fino ad arrivare all’etàmoderna con l’affermarsi del-la sperimentazione. Un per-corso tracciato dagli scienzia-ti che hanno legato il loro no-me alle scienze radiologiche,comeRöntgen e Curie a livello

Ilmuseo Completato l’assemblamento del torso delkouros di Lentini e della Testa Biscari,appartenuti a un’unica statua di età greca ericongiunti grazie al sostegno di FondazioneSicilia, presieduta da Raffaele Bonsignore. Ledue parti erano state rinvenute in epochediverse a Lentini e, successivamente, esposteseparatamente a Siracusa, al Museoarcheologico Paolo Orsi, e a Catania, al Museocivico di Castello Ursino. Nel 2017 Vittorio

Sgarbi e il Comune di Catania proposerol’assemblaggio e ora che la statua è tornataintegra sarà esposta a Palazzo Branciforte, aPalermo. La mostra Il kouros ritrovato,promossa e curata dall’assessore regionale deiBeni culturali e dell’Identità siciliana SebastianoTusa, sarà inaugurata domani alle 10.30 erimarrà visitabile fino al 13 gennaio. Poi saràesposta al Museo civico di Catania esuccessivamente a Siracusa, al Museo Orsi.

L’eventoIl kouros in mostraRicongiunti torsie testa della statua

APalermol’esposizionedimacchineantichechehannofattograndelastoriadellascienzaIlrettoredell’Università:«Unapresenzapreziosachearricchiscel’ateneo»

Corriere del Mezzogiorno Sabato 10 Novembre 2018PA3

Nelmondo

«B ellezza respon-sabile» si defi-n i s c e R i c aGroup nel suo

claim. E lo è davvero perchédal 1994 anno della sua nasci-ta a Belpasso l’azienda cosme-tica ha sempre messo al pri-mo posto il rispetto della na-tura, dell’ambiente, del terri-torio. Partendo da un piccololaboratorio artigianale per laproduzione di cere per epila-zione, oggi la società - costi-tuita dai fratelli Mario Puglisi(ceo), Nunzio Puglisi (diretto-re Ricerca e Sviluppo), Anto-nella e Maria Grazia Puglisi -da piccola realtà artigianale ea gestione familiare è diventa-ta una solida azienda di co-smetici di lusso a base natura-le. Prodotti depilatori (cere),prodotti di haircare, styling,sistemi di colorazione e skin-care vengono realizzati ai pie-di dell’Etna con materie pri-me naturali del territorio.Con otto milioni di euro di

fatturato, 50 dipendenti conunamedia di 36 anni, l’impre-sa è al passo con i tempi «per-ché i giovani di oggi sonomolto attenti a tematichequali la responsabilità am-bientale, la sostenibilità, temiche Rica ha particolarmente acuore – dice Mario Puglisi -per questo abbiamo scelto di

affidarci a un team di personeche condividono gli stessi no-stri valori, l’etica e la passione.E poi i giovani con il loro en-tusiasmo sono strategici perconfrontarsi con l’innovazio-ne costante imposta dai mer-cati». Sì perché quei mercatidi cui parla Puglisi sono unafetta importante per l’azien-da, quasi il 70%, che ad oggi

esporta i suoi prodotti cosme-tici in oltre 60 Paesi, tra cuiNord e Sud America, Austra-lia, Asia, Africa, Europa ed, inparticolare, in India, paeseche rappresenta in assolutoper Rica il primo commercioestero, ma soprattutto si ap-presta a sbarcare in Cina.Sono tanti i punti di forza

che rendono questo marchio

beauty diverso dai suoi com-petitors; uno fra tutti è sicura-mente l’utilizzo di materieprime naturali made in Sicilycome l’acqua vulcanica del-l’Etna ricca diminerali, estrat-ti vegetali da agricoltura bio-logica, provenienti dal territo-rio della Piana di Catania,l’utilizzo dell’olio di Opuntia(un unguento raro estratto

dai semi e dai cladodi del fi-codindia coltivato nelle cam-pagne dell’Etna) ed oligoele-menti tratti da piante medi-terranee. Inoltre, il riciclo de-gli scarti di produzione, lariduzione dell’impatto am-bientale dei prodotti , i lpackaging realizzati con ma-teriali riciclati o riciclabilihanno rappresentato neglianni una strategia di successoper la crescita aziendale.«Quando nel 2008 l’Europa

è entrata in crisi, - spiegano ifratelli Puglisi - Rica ha intui-to che l’unica possibilità disuccesso era sposare la causadell’ambiente: avere cura del-la natura, virare nella direzio-ne di un’azienda ecososteni-bile. Forse abbiamo persinoanticipato i tempi. Avere unavisione globale, una missionda seguire, è stato altrettantoimportante: come la curiosi-tà, la passione, l’entusiasmo,l’etica professionale, ci hannopermesso di entrare nel salot-tomondiale della distribuzio-ne dei brand cosmetici di lus-so». Tutti i composti chimiciritenuti dannosi per l’am-biente e la salute sono statieliminati, così come anche itensioattivi, i parabeni, i colo-ranti artificiali, gli oli minera-li e i solfati. Anche gli scartiindustriali sono pari a zeronella produzione delle ceredepilatorie, mentre sono statiabbattuti fino al 90% nei co-smetici haircare e skincaregrazie a un processo di disi-dratazione dei fanghi indu-striali.

Venera Coco© RIPRODUZIONE RISERVATA

Dal Rapporto annuale «L’Italianell’economia internazionale2017-2018» dell’Ice - Agenzia perla promozione all’estero el’internazionalizzazione delleimprese italiane - emerge che leesportazioni della Sicilia, nel 2017pari a 9,26 miliardi di euro, sonoaumentate del 30,4%, ben al disopra della media nazionale

(+7,4%). I paesi Ue rappresentanoancora i principali destinatari delleesportazioni siciliane nel 2017: inparticolare, crescono Francia(+13,9%) e Spagna (+41,4%) chesono rispettivamente il primo e ilterzo mercato di sbocco nell’Areadell’euro. In diminuzione inveceGermania (-2,3%) e Belgio(-12,2%).

I dati 2017Esportazioniin aumento conFrancia e Spagna

In Cina i cosmetici secondo naturaRica Group si appresta a sbarcare a Pechino, il successo di una linea ecosostenibile

Al lavoroUna dei 50dipendentidi Rica Groupalle presecon un prodottocosmeticoappenapreparato

La storia

● Con ottomilioni di eurodi fatturato e50 dipendenticon una mediadi 36 anni, RicaGroup diBelpasso è unasolida aziendadi cosmetici dilusso a basenaturale natanel 1994 dauna piccolarealtàartigianale.

● La società ècostituita daifratelli Mario,Nunzio,Antonella eMaria GraziaPuglisi.

PA4 Sabato 10 Novembre 2018 Corriere del Mezzogiorno

La tecnologia Tra marzo e giugno in Sicilia sono state avviate40 startup innovative, un vero e proprio balzoche ha portato l’isola a quasi 500 startupinnovative attive, conquistando la sestaposizione nazionale e superando addirittura ilPiemonte. La scalata di una posizione nellaclassifica nazionale è testimoniata dal 16°Report sulle startup innovative italiane redattodal ministero dello Sviluppo economico conUnioncamere e Infocamere. Nel secondo

trimestre di quest’anno la Sicilia ha contato498 startup registrate, a fronte delle 460rilevate nel primo trimestre. L’Isola, dunque,punta alla condizione di “culladell’innovazione”, avendo già il 5,30% deltotale di startup nazionali, che nella regionerappresentano il 2,24% del complesso delleimprese. C’è ancora molto da fare, però perraggiungere la prima in classifica, la Lombardia,che conta 2.286 startup. Il Piemonte solo 488.

La classificaQuasi 500 startup,dieci in piùdel Piemonte

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tori e gestori dell’impresaagricola.«Il settore dell’agrifood è

sempre più ampio e dinami-co: si stima che in tutto ilmondo siano attualmenteben 2,5 miliardi le personeche lavorano nell’agricolturae 570 milioni le aziende agri-cole, di cui 513 milioni a con-duzione familiare - spiegaMaria Luisa Cinquerrui, fon-datore e Ceo di SmartIsland-. Con Smart Farm, che lan-ceremo presto sul mercato,vogliamo applicare le tecno-logie dell’Internet of things

I l futuro è già arrivato edalle giovani idee im-prenditoriali si prova a ri-lanciare l’economia di un

territorio che vuole scrollarsidi dosso una crisi senza fine.Si riparte da due settori chia-ve per l’economia siciliana,ovvero il settore agroalimen-tare e quello turistico. Deveessere stata questa l’idea cheha spinto un gruppo di gio-vani siciliani ad investire sul-la Sicilia, piuttosto che tenta-re fortuna altrove.A Niscemi, in provincia di

Caltanissetta, è nata SmartI-sland, startup innovativa chesta sviluppando prodotti eservizi tecnologici per le in-dustrie agroalimentari. Laneoimpresa digitale, che faparte di Digital Magics busi-ness incubator di Palermo,ha sviluppato Smart Farm: ilprimo sistema informaticoper l’agricoltura di precisio-ne capace di preveniremalat-tie, stress idrici, virus e attac-chi di parassiti delle piante,controllando, migliorando eautomatizzando la gestionedell’intero ciclo produttivocon pianificazioni e dosaggicorretti di irrigazione e con-cimazione.Grazie a un robot di intelli-

genza artificiale, Smart Farmanalizza il suolo e in partico-lare i microelementi comeazoto, fosforo e potassio, di-ventando un innovativo stru-mento di osservazione per ilcontrollo delle acque e deiterreni. Le tecnologie svilup-pate aiutano gli agricoltorinella prevenzione, monito-raggio e analisi del fabbiso-gno delle coltivazioni comeagrumi, ortaggi, ulivi e vigne,inviando alert su pc, smar-tphone e tablet degli agricol-

Smart Farme Tripoow, le ideeper vincere la crisi

Un robot di intelligenzaartificiale e un operatoreturistico virtuale rilancianodue settori strategicidell’economia siciliana

Maria LuisaCinquerruiFondatoree ceo diSmartIsland,startup che stasviluppandoprodotti e serviziper le industrieagroalimentari,

alla coltivazione della terra,perché siamo convinti di po-ter migliorare realmente al-cuni aspetti della vita del-l’uomo come la salute e il la-voro».Da Niscemi a Catania per

conoscere Tripoow, primooperatore turistico virtualeintelligente in grado di trova-re tutte le soluzioni di viag-gio: come volo ed hotel alprezzo più conveniente in tresemplici click. L’utente inse-risce il budget a sua disposi-zione all’interno dell’applica-zione:Tripoow elabora emo-

stra le possibili mete rag-giungibili con quel budget,diversificate per weekend,settimana o viaggi intercon-tinentali. Una volta scelta lacombinazione migliore, inbase alle proprie esigenze, sieffettua la prenotazione. In-somma, niente stress e orepassate al pc in attesa dellamigliore offerta. L’algoritmoè in grado di trovare soluzio-ni low cost e di prenotare unviaggio completo, semplice-mente usando l’app.«Il nostro obiettivo è ren-

dere l’app di Tripoow lo stru-

mento a 360 gradi per la pia-nificazione, prenotazione egestione del viaggio - spiega-no i co-fondatori Sergio Se-rafini e Salvatore Ambrosino-. In ottica multimodale lanostra app consentirà aiviaggiatori di ottimizzare iloro viaggi e di spostarsi conmaggiore facilità, prenotan-do e acquistando con un cli-ck biglietti per treno, aereo,metropolitana, autobus, ser-vizio di car sharing e posteg-gio».

Roberto Chifari© RIPRODUZIONE RISERVATA

Premio APP4Sud, l’innovazioneche migliora la vita nel Meridione

Q uali sono le migliori applicazioni persmartphone e tablet pensate per raccon-tare e valorizzare il territorio delle regio-

ni del Mezzogiorno? Per scoprirlo FPA lancia ilPremio «APP4Sud», un contest on line che vuo-le individuare e promuovere le migliori app de-dicate ai territori di Basilicata, Calabria, Campa-nia, Puglia, Sicilia. Il premio è la prima tappa diun festival itinerante per raccontare come an-che l’innovazione e la digitalizzazione delle im-prese possa rilanciare l’economia nelle regionidel Mezzogiorno.«L’appuntamento vuole essere un modo

nuovo per raccontare l’innovazione nelle regio-ni del Mezzogiorno, con un riferimento benpreciso: l’attuazione delle politiche di coesione- commenta Gianni Dominici, direttore genera-le di FPA -. Grazie a queste risorse, infatti, sipossono realizzare davvero cambiamenti tangi-bili all’interno dei nostri territori e comunità,ma non tutti lo sanno perché non viene raccon-

tato a sufficienza. Il contest e l’evento ai Cantieridella Zisa sono uniti quindi da un filo condutto-re: mostrare concretamente come l’innovazio-ne possa migliorare davvero la nostra vita quo-tidiana».Tra queste tecnologie, le app che tutti noi cu-

stodiamo nei nostri smartphone sono stru-menti di facile accesso, semplici da usare e diimpatto immediato. Il premio si avvale di quat-tro ambiti: lavoro, legalità e lotta alle disegua-glianze; reti, infrastrutture e gestione del terri-torio; innovazione digitale e sostenibile; cultu-ra, istruzione e sviluppo delle competenze.La giuria in queste settimane ha valutato le

migliori idee sulla base di diversi criteri: inno-vatività della tecnologia utilizzata e della meto-dologia applicata; pubblica utilità e replicabili-tà in altri contesti e territori; valorizzazione delterritorio e creazione di sviluppo equo e soste-nibile; e infine non meno importante, anchel’efficacia comunicativa del materiale che legiovani startup hanno presentato.Appuntamento a Palermo ai Cantieri cultura-

li della Zisa mercoledì 14 e giovedì 15 novembreper la prima edizione del premio «Porte aperteall’innovazione».

R. C.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sicilia on line La Digital Magics,business incubator di Palermo e, inalto un’app per prodotti tecnologici

Corriere del Mezzogiorno Sabato 10 Novembre 2018PA5

L’azienda «A. Barbagallo Di Mauro», la pasta artigianale e greenNata nel 1911, ancora oggi si avvale di filiera corta e trasparenteGrani antichi siciliani bio e semi di carrube, acqua che sgorgadirettamente dalle pendici dell’Etna, varietà che valorizzano ilpatrimonio di biodiversità siciliano: ecco gli ingredienti chepermettono all’azienda “A. Barbagallo Di Mauro” di produrrepaste e farine, portando l’eccellenza dei prodotti agricolisiciliani sulle tavole del mondo. Nata nel 1911 a Fiumefreddodi Sicilia, il marchio di famiglia creato da Angelo e Giacomo

Barbagallo si avvale di una filiera corta e trasparente cheutilizza l’energia solare e il riciclo dell’acqua calda, così daavere una produzione fra le più green del settore. Inoltre, lamolitura graduale e la pastificazione entro le 24 ore, nonchéla trafilatura al bronzo e la lenta essiccazione a bassetemperature permette di conservare le qualità organolettichedella semola e l’aroma tipico della pasta artigianale. (Ve. Co.)

L e intuizioni geniali por-tano spesso vittorieeclatanti. Ne è un esem-pio, la storia di Andrea

Passanisi, giovane imprendi-tore siciliano che nel 2013 in-sieme ad alcuni imprenditoriagricoli ha voluto scommette-re su ciò che la Sicilia potevaoffrirgli, ovvero, il sole e unatemperatura ottimale per laproduzione di avocado, man-go e frutta subtropicale biolo-gica. Da qui nasce Sicilia Avo-cado divenuta in pochi annileader nel settore, esportandoquesto frutto dalla polpa bur-rosa e dalla consistenza di unacrema, sia in Italia che in Eu-ropa. Il ritorno alla terra e ilrecupero dei terreni incolti daparte di una nuova generazio-ne di agricoltori che sanno fa-re squadra, insieme alla cre-scente richiesta di produzionimade in Sicily e di alta qualità,rendono la storia di questomarchio ortofrutticolo unesempio virtuoso per le realtàsiciliane.La visione di Passanisi è

quella di portare avanti le pro-prie tradizioni di famiglia –legate da generazioni alla pro-duzione di vigne e limoni -dedicandosi alla coltivazionedi qualcosa di nuovo, seguen-do naturalmente l’andamentodel mercato e la vocazione delterritorio. Complici le condi-zioni pedoclimatiche di alcu-ne zone della Sicilia, simili senon superiori a quelle dei pa-esi tropicali, Andrea ha decisodi puntare ad un nuovo mo-dello di imprenditoria legataalla riconversione di quei ter-reni siciliani lasciati incolti incolture innovative. Le coltiva-zioni bio del gruppo d’im-prenditori, infatti, si estendo-no tra le pendici dell’Etna ed il

e di studio sul prodotto, il ri-spetto dell’ambiente e il con-trollo costante della filiera:tutti ingredienti di successoper il brand Sicilia Avocado.In più, rispetto ai frutti prove-nienti dal Sud America o daaltri paesi tropicali che si av-valgono di una filiera lunga, iprodotti del gruppo d’im-prenditori giarresi vengonoselezionati e spediti entro24/48 ore dalla raccolta, così

Non a caso, l’impegno che ciprefissiamo di realizzare èquello di crescere non solonelle culture o nella superfi-cie dei nostri terrenima di da-re un’identità sempre più vivaai frutti di Sicilia Avocado e diEtna Mango, quest’ultimo atutt’oggi occupa il 20% dellasuperficie totale dei terrenidel gruppo».

Venera Coco© RIPRODUZIONE RISERVATA

Addio Sud AmericaOra i frutti tropicalicrescono sull’Etna

L’ideadiAndreaPassanisi:rispettareletradizionifamiliaripuntandoaunnuovomodellodiimprenditoriaagricolaNascecosì«SiciliaAvocado»,prodottibiogenuiniefreschi«Laforzadelnostrogruppostatuttanell’aggregazione»

da garantire un prodotto sem-pre fresco e, rispetto ad altricompetitors, presente sulmercato in diversi periodidell’anno.«La forza del gruppo è l’ag-

gregazione – spiega Passanisi- essere coesi e innovativi cipermette di avere una marciain più, anche perché valutia-mo da sempre il nostro “vici-no” non come una minacciama come un valore aggiunto.

Mar Ionio poiché tra il vulca-no e la zona costiera si svilup-pa un microclima ideale checonferisce a specie come, Ba-con, Fuerte, Hass e Reed, pe-culiari e pregiate proprietà or-ganolettiche.Gli impianti tra avocado e

mango si estendono per oltre100 ettari ed è lì che risultaevidente l’impegno quotidia-no di professionisti qualifica-ti, il continuo lavoro di ricerca

Made in SicilyL’avocadocoltivato sull’Etnaesportato oggiin Italiae in Europa

Il boom

● Il giovaneimprenditoreAndreaPassanisi,anchepresidente diColdirettiCatania, èmoltosoddisfatto dicome siaandata l’estateper i fruttitropicali checommercializ-za. «Siprospettaun’annatameravigliosa,dai 100 ettariin produzionequest’anno -dice - sulmercatoarriverà quasi il60% di frutti inpiù rispetto al2017. Le stimedicono che ilmercato da quiai prossimi 15anni cresceràsempre dipiù».

PA6 Sabato 10 Novembre 2018 Corriere del Mezzogiorno

Peccati di gola/1

Fiasconaro, il panettonegriffato Dolce&GabbanaIl lievitato del noto pasticciere, ambasciatore nel mondo delle eccellenze sicilianesi «veste» con il packaging d’eccezione creato dal più celebre marchio del made in Italy

H a fatto del panettonel’elemento cardinedella sua pasticceriagourmet. L’ha rivisita-

to in chiave siciliana, renden-dolo un food born in Sicily trai più apprezzati nel mondo,tanto da aver allietato persinoi break della missione spazia-le Discovery Shuttle dellaNasa. L’artefice di tutto è Ni-cola Fiasconaro, pluripremia-to pasticciere e ambasciatorein tutto il mondo delle eccel-lenze dolciarie siciliane, cheinsieme ai due fratelli oggiguida l’azienda di famigliafondata nel 1953 dal padreMario a Castelbuono, cittadi-na medievale in provincia diPalermo, al centro del Parcodelle Madonie.Comincia fin da bambino a

sporcarsi lemani col cioccola-to e con le marmellate nel la-boratorio artigianale del pa-dre. È l’inizio di una grandepassione che lo porta neglianni ad affermarsi come unodeimigliorimaestri pasticcie-ri italiani. «La passione versol’arte dolciariami è stata quasiimposta - ama lui stesso rac-contare -. A quei tempi si par-toriva in casa e mentre miamadre mi dava alla luce miopadre, al piano di sotto, sfor-nava bignè. Il loro profumomi ha sin da subito conquista-to». Portavoce della sua amataSicilia, il pâtissier madonitaha ormai tentato di tutto, la-sciando basiti persino star epontefici. Bruce Springsteen,ad esempio, è rimasto di stuc-co quando ha visto la copiadella sua chitarra in cioccola-to come pure Papa Ratzingerdavanti al buffet di pasticceriapreparato in occasione dellasua visita a Palermo.Tanti gli aneddoti legati alle

creazioni Fiasconaro, tra que-

sti vi è la colomba regalata aPapa Bergoglio per la Pasquadel 2016 e del 2018 ed anche ilpanettone finito sulla tavoladi Madonna in occasione delsuo ultimo tour in Italia.Tutti i prodotti da forno

Fiasconaro seguono la levita-zione naturale, un lento pro-cesso di fermentazione chedura ben 36 ore e comincia daun nucleo di pasta fermentataa cui vengono aggiunte, pro-gressivamente, acqua e fari-na, escludendo l’utilizzo diadditivi chimici e di conser-vanti, così da garantire al pro-

dotto una vita sorprendente-mente lunga, a livello di leg-gerezza e fragranza.Queste caratteristiche lo

rendono un prodotto dolcia-rio richiestissimo anche inmolti Paesi europei oltre chenegli Usa, in Canada, in Brasi-le, in Giappone, in Australia ein Nuova Zelanda.Traguardi importanti per

l’azienda di famiglia ma Nico-la non si ferma, si proietta alfuturo, aggiungendone sem-pre di nuovi, come la capsulecollection creata insieme aDolce&Gabbana per festeg-giare il Natale 2018. La creati-vità del marchio moda incon-tra l’arte dolciaria di Fiascona-ro per una linea di panettonicon i sapori della Sicilia. Al-l’interno del nuovo panettoneagli Agrumi e allo Zafferanodi Sicilia ci sono, infatti, i li-moni siciliani, le arance e imandarini da cui nascono icanditi che lo caratterizzano,ed anche lo zafferano sicilia-no, spezia rara e preziosa, chearricchisce l’impasto confe-rendogli straordinarie qualitàorganolettiche. Non mancaneanche la versione al pistac-

Per collezionisti Le colorate scatole di latta griffateD&G per i panettoni artigianali Fiasconaro

chio di Sicilia ricoperto dicioccolato bianco affiancatada un vasetto di morbida cre-ma di pistacchio da spalmaresu ciascuna fetta. Per il packa-ging d’eccezione ci ha pensatoDolce&Gabbana, realizzandocoloratissime scatole in lattada collezionare, fatte disegna-re appositamente, in una du-plice versione, dalle più cele-bri maestranze artistiche del-l’Isola che, per l’occasione, sisono ispirate ai motivi deco-rativi del carretto e ai perso-naggi dell’Opera dei Pupi.L’alta scuola pasticcera e

l’eccellenza della moda s’in-contrano sulle vie delmade inItaly per un dolce “da collezio-ne”. «Canditi dei nostri agru-mi e zafferano della nostraterra: c’è davvero la quinta es-senza della Sicilia in questopanettone – racconta l’im-prenditore Fiasconaro. - Oggi,accompagnato da un brandsimbolo del Made in Italy,sforno un nuovo prodotto co-sì orgogliosamente sicilianonel pieno rispetto della suamatrice milanese».

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Dolce arte

● L’alta qualitàartigianale deipanettoniFiasconaroincontra lamoda: ecco lesplendidescatole in lattagriffate Dolce &Gabbana, fattedisegnareappositamentedalle più celebrimaestranzeartistichesiciliane: i colorivivaci e isoggettirappresentati,che si ispiranoai motividecorativi delcarretto e aipersonaggidell’Opera deiPupi,trasformano icontenitori dilatta in preziosioggetti dacollezionare.

Figlio d’arte Nicola Fiasconaro

Taormina GourmetTutti i vini e le cantine premiate

T re giorni per conoscere il meglio delle eccel-lenze agroalimentari. Cento cantine, 40 bir-rifici artigianali e oltre 30 aziende agroali-

mentari. E ancora, 30 masterclass coordinate daesperti e 20 cooking show che hanno visto ai for-nelli chef di ogni parte d’Italia. Sono solo alcunidei numeri della VI edizione di Taormina Gour-met. A Taormina sono state premiate anche lemi-gliori etichette siciliane per i SicilianWineAwards2018, organizzato da Cronache di Gusto.Trentasette vini selezionati, su 327 campioni

provenienti da più di 100 cantine siciliane e sele-zionati da una giuria di esperti che ha valutato tut-

te le etichette, stilando una classifica in grado diriconoscere il giustomerito a chi lavora ed esalta ilterritorio.«C’è tanta voglia di crescere - dice Edy Bandiera,

assessore regionale all’agricoltura - Il mondo delvino siciliano è il fiore all’occhiello della nostraisola, un comparto in continua crescita che stia-mo cercando di supportare con azioni strategichee sinergie tra istituzioni e imprenditoria». Alcunidei premiati: nella categoria Spumante: MurgoExtra Brut 2010, Gaudensius Blanc de Blancs, Fir-riato Murgo Brut 2016. Per i vini dolci: Dop Passitodi Pantelleria 2012, Ferrandes; Dop Passito di Pan-telleria 2008, Ferrandes; Doc Passito di Pantelleria2015, Solidea. Per la Doc Sicilia Grillo e Doc SiciliaCatarratto: Doc Sicilia Valledolmo Contea di Scla-fani Catarratto Shiarà 2017; CastellucciMiano, DocSicilia Grillo Parlante 2017, Fondo Antico; Doc Si-cilia Grillo Bonsignore Baglio e Vigne 2017. Per laDoc Cerasuolo di Vittoria sono stati premiati la

Doc Cerasuolo di Vittoria Classico Contessa Co-stanza 2016, Poggio di Bortolone; Doc Cerasuolodi Vittoria 2017 Gulfi; Doc Cerasuolo di VittoriaClassico 2014, Valle dell’Acate. Per la categoria DocEtna bianco e Doc Etna Rosso premiati sei vini: Et-na Bianco 2017 Altamora, Cusumano; Etna BiancoN’Ettaro 2017, Masseria Setteporte; Etna BiancoSuperiore PietraMarina 2015, Benanti; Etna RossoRiserva Zottorinoto 2014, Cottanera; Etna RossoGuardiola 2015, Altamora ed EtnaRosso Vico 2015,Tenute Bosco. A certificare la crescita dell’Etna ciha pensato Oscar Farinetti, patron di Eataly, cheha deciso di puntare sul Vulcano acquistando vi-gneti sul versante nord in contrada Carranci.«L’Etna Rosso e ne sono convinto, è uno dei vinipiù grandi del mondo - dice Farinetti -. Noi ci stia-moprovando a farne uno grandioso. Fra 3 o 4 annipenso che avremo un grandissimo prodotto».

R. C.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Palermo per tre giorni si trasforma in capitale delDestination Wedding, ossia il turismo legato allenozze degli stranieri in città. Dal 12 al 14novembre, il capoluogo siciliano farà da locationalla seconda edizione di Belief Retreat, il meetinginternazionale tra wedding planner appartenenti alcircuito Belief, una community che ad oggi mettein rete oltre 140 professionisti di settore in arrivoda 30 Paesi del mondo. L’iniziativa è promossadalla redazione di Sposi Magazine ed organizzata

dalla wedding planner Sandra Santoro. Lamanifestazione ha il patrocinio di ConfcommercioPalermo e Assoeventi. Prevista nell’ultimo giornouna lieta sorpresa: un vero e proprio matrimoniosolidale per una coppia palermitana svantaggiataa cui saranno regalate le nozze attraverso ilprogetto benefico «Two+Us». A beneficiarneRosalia Borgogna ed Emilio El Fejji Aimen che il 14novembre diranno il fatidico sì nella cappellaprivata di Villa Tasca. (r. c.)

BeliefRetreatArrivano a Palermoi wedding plannerda trenta nazioni

Corriere del Mezzogiorno Sabato 10 Novembre 2018PA7

Salame, salsiccia, pancetta e lardoL’eccellenza chiamata maiale neroSui monti Nebrodi la razza di particolare pregio. Ora un progetto tutela gli allevatoriS uamaestà il maiale ne-

ro dei Nebrodi conqui-sta sempre di più ilmercato. Questa parti-

colare specie di suino il cui al-levamento è circoscritto suimonti Nebrodi, è una razzaparticolare molto antica cheha attraversato i secoli senzaessere contaminata. Sin dal-l’antichità l’allevamento deimaiali ha costituito un’attivitàimportante dell’uomo e ilpensiero corre alla figura diEumeo, il fedele porcaio diUlisse, che accoglie il suo pa-drone al ritorno dalla guerradi Troia. L’allevamento delmaiale ha attraversato tutte leepoche storiche ed è arrivatoa noi nonostante qualche re-sistenza dovuta a motivi reli-giosi. Particolare è la razza de-finita “indigena siciliana” cheviene allevata sui monti Ne-brodi e che consente la pro-duzione di insaccati di parti-colare pregio.Ed è proprio per rilanciare

questi prodotti di eccellenzache nasce il progetto OPAN(Organizzazione Prodotto Al-levatori Nebrodi) sopranno-minato “Orgoglio Siciliano”.Un gruppo di giovani che han-no voglia di portare in altoquesti prodotti di eccellenza.Da oltre 20 anni il centro na-zionale di ricerca e l‘universitàdi Messina studiano il suinonero dei Nebrodi per verifica-re da dove nasca questo sapo-

re unico e questa altissimaquantità di grassi insaturi.Opan raccoglie i capi adegua-tamente allevati e dopo unaesclusiva fase di finissaggio sioccupa direttamente del se-zionamento della lavorazionee della stagionatura dei pro-dotti.Gli hamburger, la morta-

della, il prosciutto cotto, stan-no avendo notevole successosul mercato internazionale e

suino nero dei Nebrodi rego-larmente iscritti al registroanagrafico Anas. La strategiadi marketing che ho applicatoè stata quella di raggruppare eorganizzare i flussi di produ-zione degli allevatori, certifi-carli attraverso un’appositacomunicazione che verifica ilrispetto del disciplinare diproduzione. Il prosciutto na-turalmente è solo una partedella produzione. La nuova li-nea di prodotti Opan ha pre-stato notevole attenzione allalinea cotti o semipreparati».A settembre sono stati con-

feriti i best awards 2018 delleeccellenze italiane alla Came-ra dei Deputati e il prestigiosoriconoscimento ha coinvoltoanche la categoria produttorie il presidente OPAN per avercreato un marchio collettivodi qualità assicurando traccia-bilità dei prodotti ed eccellen-te organizzazione. Sui Nebro-di il suino nero grufolando li-bero, riesce a trovare tutto ciòche la natura gli ha messo adisposizione in un microcli-ma unico e inimitabile.

Francesca Capizzi© RIPRODUZIONE RISERVATA

Peccati di gola/2 Sono sei in Italia le razze riconosciute di suinonero: Cinta senese, Nero Apulo Calabrese, NeroCasertano, Nero dei Nebrodi, Nero di Parma,Mora Romagnola. La caratteristica dei suini neriitaliani permette di allevarli all’aperto, allo statobrado. I maiali si nutrono solo delle ghiande, delleradici e degli arbusti che riescono a procurarsinei terreni boscosi. Il disciplinare permette anchela tipologia di allevamento semibrado conun’integrazione a base di siero e granaglie.Sono

evidenti le peculiarità delle carni di questianimali, molto apprezzate, anche per la riccagamma di salumi che se ne ricavano. Il settore,fatto di tante eccellenze, però, è particolarmenteframmentato e non è riuscito finora a «faresquadra». Per questo motivo è stata moltoapprezzata l’iniziativa nata in Sicilia, a tutela degliallevatori di maiale nero, del progetto OPAN(Organizzazione Prodotto Allevatori Nebrodi)presieduto da Giuseppe Frusteri.

I suini docSei le razzein Italia, vivonoallo stato brado

adesso si punta all’esportazio-ne dei prodotti stagionati. Sa-lame, salsiccia, pancetta, ca-pocollo e lardo stagionatihanno un sapore unico. Sapo-ri antichi dati dal mancatoutilizzo di prodotti chimici sianel processo di allevamento.che in quello di produzione.«La forza di OPAN - ha detto

il presidenteGiuseppe Fruste-ri - è la capacità di organizzaree unire gruppi di allevatori di

PA8 Sabato 10 Novembre 2018 Corriere del Mezzogiorno