TORINO LA TORRE CHE RESPIRA · 2016. 9. 26. · LA TORRE CHE RESPIRA Progetto architettonico Renzo...

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23 TOPSCAPE 2 1 TOPSCAPE 23 TORINO CITY LANDSCAPE LA TORRE CHE RESPIRA Progetto architettonico Renzo Piano Building Workshop. Progetto del Paesaggio Atelier Corajoud, Studio Giorgetta Il progetto per il nuovo centro direzionale Intesa Sanpaolo è, al contempo, un laboratorio ambientale e sociale e un progetto urbano, di un’urbanità discreta che lo unisce agli abitanti della città. A firma di Renzo Piano Building Workshop e realizzato secondo principi di sostenibilità ambientale, il grattacielo si staglia sullo skyline di Torino, eguagliando in altezza la Mole Antonelliana, simbolo della città. “Un edificio che respira”, vivo e attivo, e che ospita al suo interno un micro paesaggio a firma di Franco Giorgetta costituito da giardini pensili, verticali, un giardino/patio a cielo aperto e una “serra fredda” dove trovano posto rigogliosi eucalipti. Ai piedi della torre il Giardino Comunale Nicola Grosa dello stesso Giorgetta che, insieme a Michel Corajoud, ha progettato un polmone verde dall’impianto razionale a quattro “stanze” all’aperto, bordate da siepi basse e distanziate da boschetti ombrosi, dedicate al gioco dei bambini di due fasce d’età, all’incontro e alla siesta. Il progetto per il nuovo centro direzionale Intesa Sanpaolo è al, contempo, un laboratorio ambientale e sociale e un progetto urbano, di un’urbanità discreta che lo unisce agli abitanti della città. A firma di Renzo Piano Building Workshop e realizzato secondo principi di sostenibilità ambientale, il grattacielo si staglia nel cielo di Torino, superando in altezza la Mole Antonelliana, simbolo della città. “Un edificio che respira”, vivo e attivo, e che ospita al suo interno un micro paesaggio a firma di Franco Giorgetta costituito da giardini pensili, verticali, un giardino/patio a cielo aperto e una “serra fredda” dove trovano posto rigogliosi eucalipti. Ai piedi della torre il Giardino Comunale Nicola Grosa dello © Enrico Cano © Enrico Cano Nella pagina accanto: vista panoramica della città dalla collina; vista esterna. In questa immagine: la “serra fredda” posta al 35° piano. © Enrico Cano

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    LA TORRE CHE RESPIRAProgetto architettonico Renzo Piano Building Workshop.

    Progetto del Paesaggio Atelier Corajoud, Studio Giorgetta Il progetto per il nuovo centro direzionaleIntesa Sanpaolo è, al contempo, unlaboratorio ambientale e sociale e unprogetto urbano, di un’urbanità discretache lo unisce agli abitanti della città. Afirma di Renzo Piano Building Workshope realizzato secondo principi disostenibilità ambientale, il grattacielo sistaglia sullo skyline di Torino,eguagliando in altezza la MoleAntonelliana, simbolo della città. “Unedificio che respira”, vivo e attivo, e cheospita al suo interno un micro paesaggioa firma di Franco Giorgetta costituito dagiardini pensili, verticali, ungiardino/patio a cielo aperto e una“serra fredda” dove trovano postorigogliosi eucalipti. Ai piedi della torre ilGiardino Comunale Nicola Grosa dellostesso Giorgetta che, insieme a MichelCorajoud, ha progettato un polmoneverde dall’impianto razionale a quattro“stanze” all’aperto, bordate da siepibasse e distanziate da boschetti ombrosi,dedicate al gioco dei bambini di duefasce d’età, all’incontro e alla siesta.

    Il progetto per il nuovo centrodirezionale Intesa Sanpaolo è al,contempo, un laboratorio ambientale esociale e un progetto urbano, diun’urbanità discreta che lo unisce agliabitanti della città. A firma di RenzoPiano Building Workshop e realizzatosecondo principi di sostenibilitàambientale, il grattacielo si staglia nelcielo di Torino, superando in altezza laMole Antonelliana, simbolo della città.“Un edificio che respira”, vivo e attivo,e che ospita al suo interno un micropaesaggio a firma di Franco Giorgettacostituito da giardini pensili, verticali, ungiardino/patio a cielo aperto e una“serra fredda” dove trovano postorigogliosi eucalipti. Ai piedi della torre ilGiardino Comunale Nicola Grosa dello

    © Enrico Cano © Enrico Cano

    Nella pagina accanto: vista panoramica della città dalla collina; vista esterna.In questa immagine: la “serrafredda” posta al 35° piano. © Enrico Cano

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    l’asilo nido, i locali di ristorante per i dipendenti, la filiale del-la banca aperta al pubblico collegata con uno spazio aper-to a doppio piano all’atrio d’ingresso. Il giardino è anchepensile, poiché al di sotto ci sono due piani di parcheggiointerrato; qui le piante sono a dimora in un substrato profon-do circa 150 cm (compreso lo strato di drenaggio) formatoda lapillo vulcanico e terricci speciali. Il substrato è conti-nuativo anche sotto le parti pavimentate in masselli di pietradi Luserna posati a secco, al fine di lasciare la massima pos-sibilità di espansione alla rizosfera delle piante. Le piante ar-boree sono betulle, esemplari policormici o a ceppaia di 10m di altezza, di tre specie diverse (Betula pendula, Betula uti-lis e Betula papyrifera) con le cortecce cangianti in differentitoni di bianco. Alcuni arbusti di grande taglia sempreverdi,Osmanthus fragrans e Camellia sasanqua, varietà nomen-clate e viburni (Viburnum plicatum) completano l’impiantostrutturale del giardino, mentre il parterre è formato da ap-pezzamenti policromi di piante erbacee perenni, alcune sem-preverdi (edera e ellebori, sarcococca, Vinca e Cornus ca-nadensis) altre decidue (peonie, anemoni, astilbe, digitale,delphinium, rodgersia).

    La “serra fredda”Due volumi in particolare attestano la vocazione pubblica del-la Torre. In basso, la sala conferenze, polifunzionale e flessibi-le, che, grazie a un solaio mobile e a un’acustica variabile, sitrasforma in sala espositiva, concerti o spettacoli a secondadelle necessità e può ospitare 364 persone. In alto, la “serrafredda”, non riscaldata, a climatizzazione naturale. Gli ultimitre piani del grattacielo sono formati da un unico volume ve-trato di circa 17 m di altezza, all’interno del quale si svilup-pano, su tre piani, spazi con funzioni aperte al pubblico e am-bienti chiusi: quello inferiore è destinato a ristorante e utilizzacome dehors le parti pavimentate della serra, mentre al livellointermedio c’è uno spazio dedicato alle mostre con una gran-de terrazza aperta nella serra e, all’ultimo, un locale per even-ti con terrazza panoramica. Il volume della serra, volto a mez-zogiorno, è riscaldato unicamente dall’irraggiamento solare –mentre al raffreddamento estivo provvede l’importante ventila-zione che proviene dal basso verso la copertura a piccolisheds volti a settentrione – e dalla doppia pelle, che avvolgetutto l’edificio. Si calcola che anche d’inverno, nel caso più sfa-vorevole, le temperature interne si mantengano al di sopra del-

    lo zero e che l’importante ventilazione, unita all’irraggiamento,consenta di conservare un ambiente abbastanza asciutto.Qualora viceversa diminuisca troppo l’umidità, un impianto dibrumizzazione dall’alto provvede a regolarla, e a bagnare elavare il fogliame dalla polvere. Le condizioni climatiche han-no orientato i progettisti dunque verso un impianto vegetale ditipo mediterraneo, con l’impiego però di una flora inconsueta,capace di stimolare la curiosità e di formare un’attrattiva parti-colare: piante e fiori di quelle aree del mondo lontane ma cli-maticamente simili al Mediterraneo – Australia, Penisola delCapo, Canarie ecc. Vi era, inoltre, l’esigenza di avere un im-pianto arboreo capace di riempire il grande spazio vuoto, edi farlo rapidamente, ma di lasciare filtrare la luce con ab-bondanza verso i volumi interni. La scelta, come racconta lo stesso architetto Giorgetta, “è cosìcaduta sull’eucalipto, impiegato in esemplari di specie diver-se (Eucalyptus forrestii, E. gunnii ed E. salicifolia), ma caratte-rizzate dal fogliame sottile e pendente, trasparente e lumino-so, piante per lo più policormiche, scelte fin dall’inizio dei la-vori in vivaio come tutte le altre piante della serra, e che, dueanni e mezzo dopo, al momento della messa a dimora, si pre-

    La sede di Intesa Sanpaolo si staglia nel cielo con il suo nuo-vo grattacielo modificando lo skyline di Torino. L’opera pro-gettata dallo studio Renzo Piano Building Workshop è, comedichiara lo stesso Renzo Piano, “un edificio che respira, cheha una doppia pelle, vivo, attivo e intelligente e restituisce allacittà quello che gli ha dato”. Inoltre, grazie a una serie di la-melle in cristallo che, in armonia con le montagne innevate sul-lo sfondo, rendono le superfici cangianti in funzione della lucenaturale, la nuova Torre è un edificio “luminescente quasi comeil ghiaccio” e ospita a oggi gli uffici centrali dell’istituto ban-cario che, grazie a questa realizzazione, ha rinforzato il suogià saldo legame con il capoluogo piemontese. Situata ai mar-gini del centro storico, in prossimità della stazione di PortaSusa, la Torre si inserisce al centro di un’eccezionale concen-trazione di servizi e attrezzature pubbliche a scala metropoli-tana in una zona di importanza strategica per la città e, conil i suoi 44 piani di cui 38 fuori terra, la struttura architettonicaè alta 166 metri, poco meno della Mole Antonelliana.

    Giardino/patio a cielo aperto Il grattacielo si articola in 3 livelli di parcheggio, un livello di

    locali tecnici e un giardino/patio a cielo aperto. Que-st’ultimo è posto al livello del 1°

    piano interrato e su di essosi aprono diversi servizi

    importanti: l’asilo e

    In alto: partiocolare dei percorsi divisita della “serra fredda”.

    Paesaggista Franco Giorgietta Architetto del pae-saggio, appassionato di piante, fiori e giardini, hafondato e diretto il corso di perfezionamento in Ar-chitettura del Paesaggio della facoltà di Architetturadel Politecnico di Milano. Diversi gli scritti e le mo-stre. Tra questi Hortus Librorum, Liber Hortorum, Iboschi della Valtellina sono i Giardini Pubblici diMilano, Elogio della Robinia, Sulla necessità di eli-

    minare i Giardini Storici e la mostra “I Boschi di Maria Teresa” alla XVIIITriennale di Milano, oltre a quelle con Virgilio Vercelloni: “Erbacce inmostra”, “Tulipani in mostra”, “Camelie in mostra”, “Rose in mostra”.Membro vitalizio della Royal Horticultural Society e della Alpine GardenSociety, fa parte del Consiglio della Società Orticola di Lombardia edella giuria del Concorso Internazionale della Rosa di Monza.

    Paesaggisti Renzo Piano Laureato in Archi-tettura presso il Politecnico di Milano. Nel1971 ha fondato lo studio di progettazione“Piano&Rogers”, con cui ha vinto il concorsoper la realizzazione del Centre Pompidou aParigi, la prima di una lunga serie di realiz-zazioni di livello internazionale. Nel 1981 hafondato il Renzo Piano Building Workshop

    (RPBW), con sedi a Parigi, Genova e New York. Nel 2013 è sta-to nominato senatore a vita della Repubblica dal presidente Na-politano e nel 2014 ha ricevuto la laurea ad honorem dalla Co-lumbia University.

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    In alto: render del Parco NicolaGrosa. A destra: il giardino/patio a cieloaperto che ospita betulle con le cor-tecce cangianti. Sotto, sezione delgiardino al B1.

    © Studio Giorgetta

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    sentavano di cospicua altezza e rigoglio. Particolarmentecomplessa era l’opera di sollevamento, introduzione e po-sizionamento all’interno della serra di queste piante, moltedelle quali superavano la tonnellata di peso; lavorazioneminuziosamente regolata da norme di capitolato, che pre-vedevano anche tutte le opere di protezione e manuten-

    vuoto tra le rampe che si sviluppano attorno è interrotto, per ra-gioni di sicurezza, da una piattaforma gradinata (come la ram-pa adiacente). Su questo piano inclinato, una coltre non co-spicua ma sufficiente di terricci speciali come “terra mediterra-nea”, trattenuta in superficie da una geostuoia, consente lamessa a dimora di un rigoglioso tappeto verde (edera mesco-lata con asparago piumoso) e di rampicanti molto vigorosi erigogliosi, misti, da fogliame e da fiore, che, risalendo lungocavi provvisti di appigli a elica, sono in grado di formare unacolonna verde che allieta a ogni piano l’affaccio vetrato dellospazio interno. Sono clematidi sempreverdi (Clematis arman-dii), vite del Canada, Gelsemium, gelsomini e Thumbergiagrandiflora. Anche in questo spazio, benché aperto a lamel-le, ma esposto a mezzogiorno, il clima è simile a quello della

    SCHEDA TECNICAProgetto Torre Intesa Sanpaolo, giardini pensili – serra Bioclimatica,Giardino Comunale Nicola Grosa, giardino ipogeo, parcheggiointerratoLuogo TorinoProgettisti Renzo Piano Building Workshop, architectsConcorso 2006 Design team P. Vincent (partner in charge), W.Matthews, C. Pilara con J. Carter, T. Nguyên, T. Sahlmann e V. Del-faud, A. Amakasu; O. & A. Doizy (modelli)DESIGN DEVELOPMENT, 2006-2015 Design team P. Vincent eA.H. Temenides (partner and associate in charge), C. Pilara, V. Se-rafini, con A. Alborghetti, M. Arlunno, J. Carter, C. Devizzi, V. Del-faud, G. Marot, J. Pattinson, D. Phillips, L. Raimondi, D. Rat, M.Sirvin e M. Milanese, A. Olivier, J. Vargas; S. Moreau (aspetti am-bientali); O. Aubert, C. Colson, Y. Kyrkos, A. Pacé (modelli) Consu-lenti: Inarco (consulting architect); Expedition Engineering / StudioOssola / M.Majowiecki (strutture); Manens-Tifs (building services);RFR (ingegneria delle facciate); Eléments Ingénieries / CSTB /RWDI (studi ambientali); Golder Associates (consulente idrogeolo-gico); GAE Engineering (fire prevention); Peutz & Associés / On-leco (acustica); Lerch, Bates & Associates (vertical transportation);SecurComp (sicurezza); Cosil (illuminazione); Labeyrie & Associés(audio/ video equipment); Spooms / Barberis (kitchen equipment);Tekne (cost consultant); Michele De Lucchi / Pierluigi Copat Archi-tecture (Interior Design); Jacobs Italia (site supervision)Progettisti del paesaggio Atelier Corajoud, Studio GiorgettaCommittente Intesa SanpaoloCronologia 2006-2015Dati dimensionali Torre - superficie di 7000 m2 - altezza 166,26m - 44 piani di cui 38 fuori terraGiardini pensili-Serra BioclimaticaGiardino Comunale Nicola GrosaGiardino ipogeoParcheggio interrato - superficie di 8800 m2 - 258 posti autoImprese esecutrice opere a verde Vivai D’Andreis di Remigio D’An-dreis & C. s.a.s (Latisana - UD)Costo dell’opera 250.000 euroMaterialiPAVIMENTAZIONI (se possibile la tipologia e l’Azienda fornitrice)ILLUMINAZIONE (se possibile la tipologia e l’Azienda fornitrice)IMPIANTO DI IRRIGAZIONE Giardino d’inverno verticale irriga-zione a goccia e di smaltimento dell’acqua d’eccesso AREA GIOCO Giardino Comunale Nicola Grosa 2-6 anni e 6-10anni. Con attrezzature ludiche Lappset SA fornite da Euroform K.Winkler srl (Campo Tures – BZ)SISTEMA VERDE PENSILE TerraMediTerranea di Harpo S.p.a.verde pensile (Trieste)ARREDI (se possibile la tipologia e l’Azienda fornitrice)MATERIALE VEGETALEGIARDINO/PATIO A CIELO APERTOAlberature betulle (Betula pendula, Betula utilis e Betula papyrifera)fornite da Giorgio Tesi Group (Piadena – CR); Arbusti Osmanthus fragrans, Camellia sasanqua, Viburnum plica-tumErbacee perenni edera e ellebori, sarcococca, vinca e Cornus ca-nadensis altre decidue (peonie,a nemoni, astilbe, digitale, delphi-nium, rodgersia. Gli ellebori, niger e orientalis e le peonie erbaceefornite dai Vivai La Montà di Susanna Tavallini (Roasio – VC)“SERRA FREDDA” Fornitura piante di Margheriti Piante di MargheritiEnzo e David s.s. (Chiusi – SI)Alberature Eucalyptus forrestii, E. gunnii e E. salicifolia Arbusti Inga pulcherrima, Coronilla valentina, Echium fastuosumdelle Canarie, Oenothera spp. e papaveroTappezzanti Thymus serpillumGIARDINO D’INVERNO VERTICALE edera mescolata con asparagopiumoso, clematidi sempreverdi (Clematis armandii) vite del Ca-nadà, Gelsemium spp., gelsomini e Thumbergia grandifloraGIARDINO NICOLA GROSANumero di alberi inseriti nel progetto

    © Enrico Cano

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    © Studio Giorgetta

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    In alto: un’altra prospettiva della“serra fredda”.Qui, sopra, in questa immaginee nella pagina accanto in alto, adestra: particolare della ricca vegetazione inserita nel progetto.Nella pagina accanto, le duefoto centrali: la scala sud; ancorauna fotografia della “serrafredda”.Le quattro piccole foto, da sini-stra in senso orario: l’auditoriumper le conferenze; vista esterna;la facciata esterna in notturna;uno dei locali del grattacielo.

    zione dopo la messa a dimora. Questa avveniva in un sub-strato con profondità variabile da un metro a un metro emezzo, costituito da un composto leggero (al fine di con-tenere i carichi sulla struttura) simile a quello utilizzato peril giardino del patio. Il tono argentato e luminoso del fo-gliame dell’eucalipto è ravvivato dalla presenza di diversigrandi e folti arbusti di Inga pulcherrima (sinonimo Cal-liandra tweedii) dalle generose e ripetute fioriture rosse edal precoce giallo delle mimose. Il parterre invece è for-mato da una composizione a scacchiera, intervallata tra ideck di legno per passeggiare e sostare, con i tappezzan-ti fioriferi (inizialmente si è impiegato il “Blu di Capri” –Lithospermum (Lithodora) rosmarinifolium – che ha datoun’ottima riuscita iniziale, ma ha poi sofferto la mancanzadei forti venti marini, ed è stato sostituito da Thymus serpyl-lum) intervallati da gruppi arbustivi bassi di Coronilla va-lentina, dalla solare fioritura dorata, di Echium fastuosumdelle Canarie dalla magnifica fioritura di grandi spighe az-zurre, dal profumo dei mirti, dal verde sontuoso dell’acan-to, oltre a macchie di Oenothera e papavero. Se un belgiardino è un’opera che richiede una manutenzione esper-ta ed efficace, la serra esige senz’altro il vertice dell’abilitàdel giardiniere e, sulla base del Piano di Manutenzione, re-datto insieme ai capitolati d’appalto, è affidata fin d’ora aMargheriti, che già aveva provveduto alla fornitura e allamessa a dimora delle piante”.

    Il giardino d’inverno verticaleSul fronte meridionale della Torre si sviluppa per tutta l’al-tezza, sporgente nel vuoto, il volume vetrato a lamelle mo-bili della scala sud, di sicurezza, ma anche di sfogo visi-vo e fisico per il personale dal chiuso dell’open space in-terno. Ogni quattro piani (circa 10 m di altezza) il volume

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    FOCUS ON: IL PROGETTO ARCHITETTONICO DELLA TORRE

    La Torre è una struttura trasparente in cristallo e acciaio chiaro, occupa una su-perficie di 7000 mq ed è alta 166,26 metri, poco meno della Mole Antonel-liana (pari a 167,50 m).• Edificio unico per sostenibilità ambientale e innovazione architettonica: ri-

    vestimento in vetro “doppia pelle” meccanizzato tra i più grandi al mon-do, alimentazione geotermica e illuminazione a led, serra bioclimatica, ap-poggio dei carichi su sei megacolonne, auditorium “sospeso” a configura-zione interna variabile.

    • Spazi di lavoro per circa 2000 dipendenti Intesa Sanpaolo, compresa l’altadirigenza del gruppo.

    • 44 piani di cui 38 fuori terra, collegati da 17 ascensori, di cui alcuni aper-ti alla fruizione pubblica.

    • Investimento di circa mezzo miliardo di euro, progettazione e allestimenti in-terni compresi.

    • Costi per la gestione immobiliare e la mobilità dei dipendenti Intesa Sanpao-lo razionalizzati grazie alla dismissione delle sedi cittadine non di proprietà.

    • Il grattacielo è dotato di tre piani di parcheggi interrati per un totale di 320posti auto, 100 posti moto, 100 stalli esterni per le biciclette ed è rag-giungibile in treno e con i principalimezzi di trasporto pubblici, metropoli-tana compresa.

    • Il nuovo centro direzionale di IntesaSanpaolo comprende una mensa e unasilo nido.

    • I piani destinati a uffici – 27 in tutto, col-legati nella facciata a sud da una scalavetrata che ha anche funzione di “giar-dino d’inverno” – sono ampi spazi aper-ti per 80-100 persone, allestiti con tavo-li da quattro postazioni estendibili a sei,sale riunioni e zone di ristoro e per in-contri informali; il tutto per facilitare l’in-terazione, la mobilità e il lavoro di grup-po. Tutti i dipendenti avranno in dota-zione pc portatili, docking station e col-legamento wi-fi.

    • Gli spazi aperti alla fruizione pubblicacomprendono l’auditorium sospeso, laserra bioclimatica con le annesse aree diristoro posizionate sulla sommità dellaTorre e la filiale della banca a cui si ac-cede dal piano terra.

    • La sala polivalente da 364 posti con se-die a scomparsa, trasformabile in pocotempo in sala per concerti o sala confe-renze, è collocata alla base della Torree, essendo sospesa, è completamentepriva di strutture di sostegno verticali cheostacolino la visione e la permeabilitànei confronti della città. Tale soluzione èresa possibile da una concezione co-struttiva senza precedenti: sei megaco-lonne posizionate lungo il perimetro euna doppia trave reticolare (transfer) acopertura dell’auditorium. Il transfer rice-ve i carichi dai piani soprastanti, com-preso quello dell’auditorium, che di fattorisulta appeso alla torre, e li trasferiscealle megacolonne, le quali, a loro volta,li scaricano alla fondazione. Quest’ulti-ma è stata realizzata con un getto recordmondiale di 12.800 metri cubi di calce-struzzo garantito da un flusso continuo diautobetoniere.

    • La sommità della Torre, raggiungibile incirca 30 secondi d’ascensore, ospita laserra bioclimatica con alberi d’alto fusto,che occupa tre piani dell’edificio e per-mette di godere di una vista a 360 gra-di sulla città. In questo spazio sono al-tresì previsti un ristorante, una sala poli-valente e una caffetteria.

    • Sotto il profilo della sostenibilità ambientale, il grattacielo Intesa Sanpaoloha ottenuto la Certificazione Platinum secondo il protocollo LEED (Leadershipin Energy and Environmental Design) grazie all’ottimale recupero, controlloe contenimento dei consumi energetici complessivi.

    • L’edificio si configura all’avanguardia per il basso impatto ambientale e l’in-novazione tecnologica, grazie all’impiego di differenti sistemi.

    • La Torre è alimentata con energia proveniente da fonte idroelettrica e da1600 mq di pannelli fotovoltaici installati sulla facciata sud in grado di pro-durre circa 120.000 kWh/anno.

    • Le 16.000 luci artificiali dell’impianto d’illuminazione, di cui l’80% è a led,sono dotate di rilevatore di presenza e regolatori d’intensità in funzione del-la quantità di luce naturale e della presenza di persone.

    • In condizioni di funzionamento normale il grattacielo non ha emissioni in-quinanti.

    • Nelle parti est e ovest dell’edificio due pareti vetrate distanti circa 2,5 metriformano la cosiddetta “doppia pelle”, una facciata “attiva” tra le più gran-di al mondo, gestita da un sistema centralizzato che regola l’apertura e lachiusura di oltre 10.000 lamelle mobili. Una rete di sensori rileva le differenti

    condizioni climatiche giornaliere e stagionali,massimizzando l’utilizzo della luce solare per ilriscaldamento degli ambienti e dissipando il ca-lore grazie alla ventilazione dell’intercapedine ealla protezione offerta dalle schermature solarimobili inserite tra le due vetrate. • Il sistema di riscaldamento e raffreddamento

    a pompa di calore non fa uso di gas e sfrut-ta l’energia geotermica dell’acqua di falda,con 18 pozzi di emungimento e di restituzio-ne in falda.

    • L’acqua piovana, raccolta con un sistema divasche, alimenta sia la rete di irrigazione del-le aree verdi sia le cassette di risciacquo deibagni, con una riduzione del consumo di ac-qua potabile fino al 48%.

    • I sistemi terminali a pannelli radianti sospesi asoffitto e microforati utilizzati per la climatiz-zazione per circa 18.500 mq consentono dieliminare le correnti d’aria e il rumore dellaventilazione meccanica forzata e di ottenereun ottimo comfort ambientale.

    • L’intero edificio è collegato in rete, con la posadi 300 km di cavi elettrici e di 350 km per in-stallazioni speciali e il collegamento delle po-stazioni di lavoro alla rete di trasmissione daticon oltre 100 km di cavi. A questo si aggiun-gono 11.000 punti di misurazione e altrettan-ti di controllo, di cui 150 lettori di badge, unarete di 400 telecamere atte alla video-sorve-glianza e 10.000 rilevatori d’incendio.

    • Ogni piano della Torre è dotato d’impianto didiffusione sonora e d’installazioni audiovisivemunite di display. Le sale riunioni e conferen-ze e l’auditorium sono provvisti di impianti ditrasmissione e videoproiezione.

    • Tutte queste installazioni speciali vengonomonitorate e controllate a livello centrale daun sistema computerizzato di gestionedell’edificio B.M.S. (Building ManagementSystem), che verifica e monitora gli impian-ti meccanici ed elettrici dell’edificio, qualila ventilazione, l’illuminazione, impianti ter-mici e anti-incendio, oltre ai dispositivi di si-curezza.

    • Gli interni hanno visto l’adozione di materialia bassa emissione di sostanze organiche vo-latili, spesso responsabili di emicranie e aller-gie. È stato impiegato solo legno certificatoFSC, ovvero prodotto da foreste gestite in ma-niera sostenibile. In tutti gli ambienti occupatisono previste portate d’aria superiori agli stan-dard, e all’interno di tutto l’edificio vige il di-vieto di fumo.

    serra. L’impianto d’irrigazione a goccia e dismaltimento dell’acqua d’eccesso provvedonoalla regolazione idrica.

    Il Giardino Nicola Grosa e il parcheggiopubblico interrato Parallelamente all’edificazione della Torre,due altrettanto importanti interventi sono par-te integrante della convenzione che la Cittàdi Torino e Intesa Sanpaolo hanno siglatocon l’acquisizione dei diritti edificatori delgrattacielo sulla cosiddetta Spina 2. La ri-qualificazione del Giardino Comunale Nico-la Grosa e la realizzazione di un parcheggiopubblico interrato: entrambi fortemente volutidall’Amministrazione comunale poiché con-nessi alla valorizzazione della città e al be-nessere della comunità. Come racconta l’Architetto Franco Giorgetta,“se Michel Corajoud è intervenuto poco neldisegno e nelle scelte del verde degli spaziinterni (ha sempre affermato che la sua di-mensione progettuale di elezione, nella qua-

    le ha realizzato opere mirabili, è quella dei grandi spaziaperti: ‘C’est l’endroit où le ciel et la terre se touchent’) è sta-to invece ben presente, assieme al suo collaboratore José Ta-borda, nel disegnare con noi e con Piano la riqualificazionedello spazio del parco Nicola Grosa, che si estende ai pie-di della Torre fino al Palazzo di Giustizia. Anzi, il primo di-segno che accompagnava la fase di concorso fu sviluppatodal suo atelier, prima che noi ce ne occupassimo comincian-do dalle fasi iniziali di progetto che, rispetto al concorso, haregistrato diverse vicende e dovuto subire un deciso ridimen-sionamento economico. In particolare è intervenuta la neces-sità di rifare l’impermeabilizzazione della copertura del par-cheggio sotterraneo, situato nell’ipogeo del parco (il giardinoè in gran parte pensile) con la sostituzione di tutto il substra-to, aggravando di un notevole peso i costi, e, in fase finale,un appalto con un cospicuo ribasso, che non ha prodotto gio-vamenti all’esecuzione. Nonostante queste vicende, il pro-getto riflette tuttavia le linee fondamentali dell’ideazione, con

    la chiara razionalizzazione dell’impianto, fondato sul com-pletamento del grande sistema assiale che partendo dallariva del Po attraversa l’atrio vetrato dell’edificio, e, ai lati diquesto, sulla parte settentrionale, ha disegnato la formazionedi quattro ‘stanze’ all’aperto, bordate da siepi basse e di-stanziate da boschetti ombrosi, dedicate al gioco dei bam-bini di due fasce d’età, all’incontro e alla siesta. Queste stan-ze, aperte verso mezzogiorno, sono collegate allo spaziocentrale, con il tappeto erboso, esteso verso il lato opposto,fino alla sequenza di edicole di accesso al parcheggio e alpercorso che le unisce e consente di raggiungere alle dueestremità il tribunale e il complesso della banca; percorsoche, dalla posizione originaria all’interno del parco, è statospostato all’esterno, per non interferire con le attività e la spa-zialità delle aree di gioco e sosta. Le alberature originariesono state incrementate di numero e qualità (più che rad-doppiate, e distribuite su una palette più articolata), e ancheil corredo di attrezzature e giochi è aumentato considerevol-mente e divenuto cospicuo. Nell’ambito poi delle collabora-zioni, abbiamo accennato prima agli aspetti di collabora-zione con l’atelier di Michel Corajoud, che hanno caratteriz-zato il processo di progettazione e cura della realizzazione,ma dobbiamo ricordare con entusiasmo quello con il team diRPBW, che ha costituito il filo conduttore per tutta la duratadel processo, a cominciare dalla presenza costante di Pianoe poi di tutti i componenti dello staff che si è occupato di que-sto progetto, in particolare degli architetti Paul Vincent, Anne-Hélène Temenides, Cristina Pilara e Valentina Serafini, e infi-ne con il gruppo torinese degli architetti di INARCO che cihanno affiancato nelle fasi di realizzazione”.In relazione al parcheggio pubblico in via Nino Bixio, questosi sviluppa su due livelli interrati che ospitano 258 posti autoed è servito da due rampe con accesso dalla carreggiata sud.La prima fase dei lavori, avviata nell’agosto 2013, si è con-clusa alla fine della primavera 2014 e ha interessato lo spo-stamento delle infrastrutture presenti nell’area e lo scavo; la se-conda fase, tuttora in corso, ha avuto inizio nel novembre2014 e prevede la costruzione del parcheggio vero e proprio.Nella primavera del 2016 l’intera struttura sarà ceduta allacittà e diventerà un importante “serbatoio” di posti auto a ser-vizio delle attività pubbliche e private sulla Spina 2.

    © Euroform K. Winkler srl

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    In alto, a sinistra: serie di imma-gini dell’area giochi all’interno delGiardino Nicola Grosa.In alto, a destra: planimetria delGiardino Nicola Grosa.Nella pagina accanto: vista ovestda Giardino Nicola Grosa.

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