Tom & Lia nel futuro

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Secondo episodio delle avventure di Tom & Lia

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la PIZZAClassica, Integrale, di grano Khorasan Kamut ®

senza lievito aggiunto, Partenopea con lievito madre. A ciascuno la sua! 4 impasti cotti in un tradizionale forno a legna e 91 possibili mix di condimenti, disponibili anche da asporto.

il PANE L’utilizzo di farine biologiche di tipo “0” e

integrale e la lievitazione naturale ottenuta dalla pasta madre rendono le nostre pagnotte

profumate, genuine e altamente digeribili.

i PRODOTTI BIOLOGICIFarine e materie prime biologiche ma non solo, nei ristoranti di Gruppo Ethos potrete condire i vostri piatti con olio di oliva extra vergine bio, godervi freschi centrifugati di frutta e verdura e assaporare la selezione di vini bio.

la CUCINAMaterie prime biologiche, farine integrali, prodotti artigianali, alchimie che esaltano i sapori di stagione per ricette di mare e di terra in grado di assecondare i gusti più diversi.

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le CARNISelezionate dai nostri esperti fra i migliori allevamenti al mondo, la carni provengono da bovini cresciuti al pascolo di razza Black

Angus, Chianina, Wagyu, Pezzata Rossa. La cottura

sulla griglia a carbone vegetale rende la carne ancora

più saporita ed aromatica.

BIRRA e CAFFÈCaffè biologico e birre artigianali,

due vere chicche dei maestri artigiani di Gruppo Ethos! Una selezione di etichette contro la standardizzazione del gusto, dedicate agli amanti di materie prime genuine e di qualità.

I piatti GIFTSeguite la piuma per individuare i piatti dietaGIFT inseriti nel menù

dei nostri ristoranti: sono stati scelti per la qualità degli alimenti

proposti, per la semplicità di cotture e condimenti e per

le corrette proporzioni tra gli ingredienti utilizzati.

i DESSERTProdotti artigianalmente dai nostri

chef pasticceri…da divorare con gli occhi e con la bocca!

DOVE?Agrate Brianza (MB) Casatenovo (LC) Milano Mariano C.se (CO) Milano Casatenovo (LC)

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Quando ero bambino, e frequentavo le elementari in una grande scuola milanese (all’epoca le classi erano ancora maschili e femminili) ricordo quattro campagne informative che mi avevano colpito e influenzato. La prima era contro il fumo. C’erano i manifesti di Giacinto Facchetti (capitano dell’Inter) e di Pierino Prati (cannoniere del Milan) in cui questi campioni rispondevano a chi offriva loro una sigaretta la storica frase: “Grazie, non fumo”. Oggi che tutti hanno chiari i danni da fumo, può sembrare un messaggio elementare. Ma per un ragazzino degli anni ‘60, portato dagli amici più grandicelli a sentirsi vincente con la sigaretta in bocca, poteva essere un primo segnale di allarme. Prezioso. Se pensiamo che in quegli anni divi del cinema come Humphrey Bogart erano perennemente con la sigaretta in bocca, e che qualunque riunione politica o sindacale era avvolta in una spessa coltre di fumo (per non parlare di insegnanti che fumavano davanti ai ragazzi, del fumo nei cinema, nei ristoranti, in ospedale, in auto), anche un piccolo messaggio, come quel poster, era di effetto. Io sono cresciuto con l’idea che il fumo facesse male: i miei campioni non fumavano. Anche quel poster ha avuto il suo peso.Vi era poi stata la campagna per lavarsi i denti. Ciascun bambino aveva ricevuto in regalo uno spazzolino e un dentifricio, con fogli colorati con lo slogan: “Alla sera ed al mattino, dentifricio e spazzolino”. Inutile dire che il lavaggio dei miei denti era diventato molto più solerte in quel periodo. Ma soprattutto avevo capito che lavarsi i denti serviva a qualcosa, perché me lo avevano spiegato. Altre campagne avevano riguardato il risparmio bancario (capii per la prima volta a cosa servivano le banche) e il consumo di latte fresco: anche questi avevano lasciato il segno. Altri tempi, altri politici, che si occupavano della salute pubblica - sebbene sulla base delle conoscenze dell’epoca - con una serietà che oggi pare dimenticata. Ci sono messaggi oggi di estrema importanza, che vanno trasmessi già in tenera età perché i bambini sono vittime di pubblicità aggressive e convincenti già fin dai primi anni di vita. Negli anni ‘60 i cartoni animati c’erano solo alle 16 nella TV dei ragazzi, e il più delle volte si trovava più divertente restare a sbucciarsi le ginocchia in qualche cortile o campetto. Oggi ci sono programmi per bambini ad ogni ora del giorno e della notte, infarciti di pubblicità alimentare dei più indegni cibi spazzatura, ricchi di zucchero, di farine raffinate, di grassi idrogenati, di sale. I nostri figli sono alla mercé dell’industria e sono particolarmente indifesi. Negli anni ‘60 c’era sempre qualche nonna in giro e molte mamme non lavoravano. Oggi le nonne vivono da sole e le mamme lavorano quasi tutte, così che spesso

Una rivoluzione che parte dal bassodi Luca Speciani - medico e nutrizionista

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manca il tempo di controllare e indirizzare le scelte alimentari dei più piccoli. Ma soprattutto, come per il fumo negli anni ‘60, non c’è ancora piena consapevolezza dei danni prodotti da uso e abuso di zuccheri raffinati, nonostante la messe di lavori scientifici che ne documenta il potere ingrassante. Naturalmente le aziende che fanno uso di zuccheri, edulcoranti, oli raffinati (e che li spacciano come salutari), cercano in ogni modo di coprire questa realtà di fatto, per non perdere consensi e fatturato. E ci riescono, perché sono potenti inserzionisti sui media, e possono quindi influenzare le scelte editoriali dei giornalisti. Solo con una forte consapevolezza sui danni di un’alimentazione impoverita e raffinata è possibile innestare la retromarcia.Da diversi anni collaboro con i ristoranti del Gruppo Ethos, dapprima elaborando menu con piatti sani e naturali, compatibili con l’alimentazione di segnale definita dalla dieta Gift, e successivamente con la creazione di una serie di iniziative nelle scuole primarie e medie inferiori volte a dare una prima formazione teorico-pratica sull’alimentazione a ragazzi che forse non avrebbero ascoltato nulla del genere per molti anni. Il senso di questi fumetti è quello di far riflettere i ragazzi sui messaggi che ricevono dall’industria, dai giornali, dai genitori, che non sempre sono coerenti e lineari. E qualche volta non sono puliti. L’industria promuove i prodotti più scadenti perché sono quelli su cui ha più margine di guadagno. I giornali, come già detto, devono rispettare il potente inserzionista pubblicitario. E i genitori, della cui buona fede non dubitiamo, talvolta cadono sull’esempio concreto fumando, bevendo alcolici o consumando grandi quantità di dolciumi, di patatine, di bibite zuccherate.Trasmettere informazioni chiare, precise ed “evidence based” può aiutare i nostri ragazzi a capire meglio il mondo in cui vivono. E può insegnare loro a difendersi.Se questi semplici fumetti riusciranno nell’intento di rendere un po’ più consapevoli i ragazzi (anche spiegando loro i motivi dell’evoluzione farmacologica del futuro da incubo) sui rischi per la salute derivanti da un’alimentazione eccessivamente industriale e raffinata, così come negli anni ‘60 sono stato reso consapevole del valore dell’astensione dal fumo o della pulizia dei denti, avremo raggiunto un grande risultato. Auguriamoci che nel grande polverone di informazioni terroristiche o semplificanti che circolano in campo nutrizionale, un approccio serio e scientifico come quello che abbiamo scelto di perseguire possa incidere in modo costruttivo nel processo di maturazione e consapevolezza alimentare, fornendo alle giovani menti dei lettori qualche interessante (e anche un po’ provocatorio) spunto di riflessione. Un mondo che non ci piace si può cambiare anche dal basso. Da umili operai, ci vogliamo provare.

Con il patrocinio di Ampasassociazione medici per un’alimentazione di segnale 3

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Sceneggiatura: Luca Speciani

Disegni: Sara Mauri

Progetto grafico: Enrico Pianigiani

Progetto editoriale: Andrea Villa, Sara Gallina, Elisa Racchetti

Proprietario:GRUPPO ETHOS RISTORANTI ITALIANI SRL Via De Gasperi, 82 - 23880 Casatenovo (LC)

Editore: Giuseppe Scotti

Stampa: Società Baio S.r.l.Via degli Artigiani, 17 - 23880 Casatenovo (LC)

© GRUPPO ETHOS RISTORANTI ITALIANI SRLLa riproduzione delle illustrazioni e della sceneggiatura pubblicata nel presente volume, nonché la traduzione della stessa, è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione dell’editore.

Tutti i ristoranti del Gruppo Ethos aderiscono al progetto strutture eco-sostenibili di Legambiente Turismo

STAMPATO SU CARTA RICICLATA 100%

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Chi è lo chef promotore di salute e benessere?

Tom e Lia nel futuro

Riferimenti utili

Chi è Luca Speciani

Chi è Gruppo Ethos

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E’ uno chef che insegna ai bambini a mangiare sano e con gusto, svelando i sapori veri del cibo e mettendo in guardia dai finti sapori “magici” artificiali delle merendine e dei cibi che ci propongono la maggioranza delle pubblicità. Il nostro chef è un carissimo amico di un medico molto speciale e in formissima, Luca Speciani, l’autore di questa storia.LO CHEF PROMOTORE DI SALUTE E BENESSERE® è anche il nome del progetto dedicato all’educazione alimentare ideato da Gruppo Ethos Ristoranti Italiani, di cui questo fumetto è un’emanazione.Preparatevi a seguire le nuove avventure di Tom & Lia, fratello e sorella, che dopo essere stati catapultati nel passato come raccontato in “Tom & Lia alla scoperta del vero cibo”, questa volta sempre grazie alla macchina del tempo di zio Alfredo finiscono nel futuro.Cosa troveranno? Riusciranno a mangiare in modo sano nonostante il mondo nuovo ed incredibile che li circonda?

chef promotore

di salute e

benessere?

Chi è lo

Scopritelo leggendo le loro nuove avventure!

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QUALCHE RIFERIMENTO

UTILE PER GENITORI,

INSEGNANTI, EDUCATORI,

RESPONSABILI DELLA

SALUTE PUBBLICA

È davvero possibile rovinare la nostra vita e la nostra salute in così poco tempo?

Tutti coloro che si sono cimentati con scenari futuri, in letteratura come nei fumetti, hanno dovuto ipotizzare degli scenari prendendo a prestito una tendenza ed esasperandola all’estremo. Noi abbiamo cercato di leggere la realtà di oggi comprendendo quali pericoli fossero insiti in certe derive, in certi comportamenti. Non sappiamo se ciò che avviene oggi possa inevitabilmente portare ad un domani terribile come quello descritto. Di certo quello è un futuro “possibile” se continueremo a non essere coscienti del valore degli alimenti naturali, del movimento fisico e della necessità di proteggere l’ambiente e la nostra salute da chi vorrebbe piegarlo ai propri comodi o al proprio profitto. Come diceva un detto indiano: “Quando l’ultimo fiume sarà prosciugato e l’ultimo albero distrutto, l’uomo capirà che il denaro non si può mangiare”. L’esperienza di Tom e Lia serve a renderci tutti più consapevoli di cosa potrà accadere se i valori che guideranno le nostre scelte saranno solo quelli del profitto e non quelli della tutela della salute degli individui. Cerchiamo di imboccare tutti - politici, istituzioni, medici, cittadini - quanto prima possibile, una strada diversa da quella che abbiamo visto qui descritta. 

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QUALCHE RIFERIMENTO

UTILE PER GENITORI,

INSEGNANTI, EDUCATORI,

RESPONSABILI DELLA

SALUTE PUBBLICA Come mai gli abitanti del futuro sono tutti grassi oppure deperiti?

I nuovi concetti dell’alimentazione di segnale ci spiegano come le calorie contino davvero poco nell’induzione di ingrassamento. Ciò che determina ingrassamento o dimagrimento è lo stimolo ipotalamico all’accumulo o al consumo, esercitato sugli organi effettori del nostro organismo (tiroide, surreni, apparato osteomuscolare, gonadi). Numerosi lavori scientifici documentano ormai con chiarezza come l’ipotalamo sia disturbato nella sua attività da una serie di composti che prendono il nome di “endocrine disruptors” ovvero di alteranti endocrini. Alcune di tali sostanze fanno parte del gruppo degli additivi alimentari, come coloranti, sbiancanti, addensanti, conservanti, aromi, esaltatori di sapidità, dolcificanti, correttori di acidità ecc. Ma anche alimenti in origine sani, però eccessivamente raffinati, come lo zucchero, le farine 00, gli oli “per friggere” possono generare ingrassamento. In un mondo nel quale siano disponibili solo pseudo-alimenti super raffinati, gonfiati di additivi di ogni genere, è molto probabile che la tendenza ad iperalimentazione e ingrassamento sia molto diffusa. Di fronte ad una tale invasione di alteranti endocrini, le scelte si riducono drasticamente: o si mangiano e si ingrassa, oppure si sta faticosamente a stecchetto. Chi però stia a stecchetto con diete di restrizione, proprio a causa della scarsissima qualità degli alimenti assunti, si troverà presto a deperire, in quanto non assumerà tutti i nutrienti indispensabili. Chi segua regimi ipocalorici se da un lato non accumulerà grasso, dall’altro perderà rapidamente massa muscolare, assumendo l’aspetto tipico dell’individuo deperito. Questo è il motivo per cui nel (brutto) futuro qui descritto non vi sono persone sane. In un mondo che offre solo cibi spazzatura, o si è grassi o si è deperiti. Sani mai.

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Tom e Lia leggono diverse etichette di alimenti sia nel futuro che al loro ritorno nel presente. Come va letta un’etichetta? Che cosa dovremmo controllare?

L’etichetta di un alimento contiene dei dati obbligatori e altri facoltativi. È obbligatorio inserire gli ingredienti in ordine di quantità, senza però obbligo di indicare il peso effettivo o la percentuale del componente descritto. Abbiamo ipotizzato che ciò rimanesse anche nel futuro. Ma anche nel presente l’indicazione degli ingredienti può nascondere qualche tranello. Molti prodotti zeppi di zucchero tendono a fare uso di diversi tipi di zuccheri differenti. In tal modo un muesli potrà indicare come primo ingrediente i cereali, pur contenendo il 60% di zucchero. Se infatti il prodotto contiene il 40% di cereali, e due zuccheri al 30% (ad esempio saccarosio e fruttosio), gli ingredienti risulteranno: “cereali, saccarosio, fruttosio” così da far sembrare che vi sia una minore percentuale di dolcificanti aggiunti. Le vie per imbrogliare le carte però sono anche altre. Per esempio indicando negli ingredienti dei composti (es. “cereali croccanti”) invece dei singoli alimenti. Tali composti devono indicare in parentesi i loro specifici ingredienti, ma se nella formula inserisco tanti composti, ciascuno contenente molto zucchero, la somma totale dello zucchero presente sarà elevata. Una buona regola generale, dunque, è quella di scartare tutti i prodotti che contengono zucchero aggiunto, siano essi succhi di frutta, biscotti, muesli, marmellate. Lo stesso andrebbe fatto nei confronti delle farine raffinate e dei grassi idrogenati o trans, documentatamente dannosi per la nostra salute. Qualcuno obietterà che questo significa scartare la maggior parte dei prodotti industriali in commercio. Vero, ma non solo. Significa anche insegnare ai produttori a proporci alimenti sani, non raffinati, non zuccherati, non additivati di aromi e conservanti inutili. Esistono decine e decine di frutti e di verdure diversi e buonissimi. Esistono cereali, legumi, noci e altri semi integrali sanissimi. Esistono carni, pesci, uova biologici. Il cibo naturale non manca. Chi ci vuole vendere acqua, zucchero, farine raffinate, grassi scadenti, resi gustosi solo dall’elevata quantità di additivi aggiunta, è bene che trovi i suoi prodotti invenduti sugli scaffali. Finché continueremo a comprarli, continueranno a proporceli.

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Ad alcuni alimenti vengono aggiunti farmaci. Perché si è arrivati a questo? Corriamo anche noi questo rischio in un prossimo futuro?

Il rischio lo corriamo già oggi. I farmaci non vengono aggiunti direttamente agli alimenti, ma molti alimenti generano necessità di farmaci. Gli alimenti zuccherati (bevande gassate, biscotti, brioches, tortine, yogurt alla frutta, gelati) e le farine raffinate generano resistenza insulinica e diabete. Gli alcolici e i superalcolici generano danni al fegato (cirrosi epatica) e favoriscono la gotta. Gli estrogeni utilizzati per forzare la crescita di animali allevati industrialmente possono indurre il cancro in individui predisposti. I polifosfati e i sali di fusione aggiunti ai formaggi industriali sottraggono calcio dalle ossa, generando osteoporosi. Soja, glutine e latticini se consumati in eccesso possono indurre risposte allergiche o di intolleranza. I nitriti contenuti in salumi ed insaccati generano nitrosammine cancerogene. Le carni bianche trattate con antibiotici possono alterare i microrganismi ospitati dal nostro intestino e generare resistenze incrociate. I coloranti aggiunti alle bibite gassate possono provocare disturbi del comportamento e iperattività nei bambini. I grassi idrogenati (le margarine) generano danno alle arterie e possono favorire l’insorgenza di infarti. Il glutammato usato come esaltatore di sapidità in molte salse, genera danni neurologici. L’eccesso di sale alimentare può innalzare la pressione. L’elenco potrebbe continuare a lungo: più il cibo è industriale e trattato, più genererà malattia e necessità di cure, generando un circolo vizioso particolarmente apprezzato da chi i farmaci li vende. Sta a noi ridurre la necessità di farmaci migliorando la qualità di ciò che mangiamo ogni giorno. Se aspettiamo che la prevenzione ci venga insegnata da chi, anche ad alti livelli, è in amichevoli rapporti con chi ci mette ogni giorno in tavola questi pseudo-alimenti industriali, stiamo freschi. 

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Nel futuro gli alimenti naturali vengono vietati per motivi di sicurezza alimentare e di igiene. Potrebbe avvenire qualcosa di simile anche nel presente?

Anche in questo caso è la realtà ad ispirarci. Il futuro, in piccolo, è già qui. Chi ha figli in età scolare saprà bene che nelle festicciole di classe è severamente vietato portare torte o dolci fatti in casa dalla mamma dello scolaro festeggiato. Si possono portare solo dolci confezionati acquistati al supermercato. E tale norma sanitaria ha un suo perché: chi garantisce, se no, l’assenza di inquinanti o di veleni nella torta fatta in casa? Se un bimbo stesse male dopo averla mangiata, di chi sarebbe la colpa? Come opporsi ad una raccomandazione così prudente? Detto questo, mi domando: ma sono davvero così pericolose le mamme che cucinano? Potrebbe mai una mamma fare la torta di compleanno per il proprio bimbo mettendoci il veleno per topi? E siamo così sicuri che la torta insacchettata del supermercato (ingredienti: zucchero, farina 00, grassi idrogenati, aromi, sale, conservante) sia meglio rispetto al rischio infinitesimale di mal di pancia corso dai bimbi con la torta casalinga? Io credo che questa regola sia stata la prima di una serie di astute mosse volte a screditare il cibo naturale. Se privilegiamo l’assenza di batteri e la conservabilità di un alimento come prioritarie rispetto al valore nutritivo dello stesso, siamo su una cattiva strada. Un domani ci diranno, appunto, che ogni ingrediente naturale comporta un rischio batteriologico, ancorché minimo. L’alternativa artificiale sarà certamente più sicura. Ed eccoci, senza saperlo, ad un passo dal futuro di Tom e Lia.

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Tom e Lia, una volta catturati, subiscono (dovrebbero subire) dei trattamenti farmacologici obbligatori che il governo planetario ha previsto per tutti. Dove finisce il diritto di scelta di ciascuno? Siamo liberi, oggi, di scegliere le nostre cure?

Il tema è oggi di grande attualità. Ancora negli anni ‘80 del secolo scorso veniva tolta la patria potestà a quei genitori che rifiutavano per i loro bimbi, malati di tumori incurabili, la tortura della chemioterapia. Allora sembrava una cosa logica: c’è una speranza di cura, benché remota e con gravi effetti collaterali, e tu la rifiuti? Oggi che i dubbi sulla chemioterapia si sono fatti più concreti, e nuove terapie sono comparse all’orizzonte, tale coercizione sembra essere assurda e punitiva. Eppure ben pochi, allora, protestarono. Qualche anno fa (una piccola citazione è anche nel fumetto) negli USA qualcuno arrivò a proporre di mettere delle statine (pericolosi farmaci per la riduzione del colesterolo) addirittura nell’acqua potabile!Oggi la discussione si è spostata sui vaccini, che qualcuno vorrebbe rendere tutti obbligatori pena arresto, perdita dei diritti civili, radiazione dall’ordine per chi non li prescrive, e via delirando. Nessuno toglie naturalmente valore a quei pochi vaccini (vaiolo, poliomielite) che hanno debellato gravi e menomanti malattie. Il problema si fa forse più sottile quando ad essere reso obbligatorio è un vaccino dall’incerta efficacia e utilità con però certi - benché rari - effetti collaterali. Non è forse un diritto di ciascun cittadino poter scegliere se sottostare ad un trattamento farmacologico o meno? Non è solo un diritto teorico: è sancito dalla costituzione, e nessuno (tranne probabilmente un governo planetario totalitario) può sottrarcelo. Il diritto alla libertà di cura prevede naturalmente anche che vi sia un’adeguata informazione sui rischi e i benefici di quella terapia. Se cadiamo vittime di mezzi di comunicazione che fanno disinformazione (in difesa di interessi commerciali) o terrorismo, è chiaro che il singolo si senta abbandonato e sia raramente in grado di esercitare scelte consapevoli in piena libertà. Nessun trattamento farmacologico dev’essere accettato senza che si sia ricevuta una completa e adeguata informazione sui rischi e i pericoli potenzialmente derivanti da quella terapia.

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In diverse occasioni Tom e Lia riescono facilmente a scappare dalle forze dell’ordine, i cui esponenti sono grassi e fuori forma. Come mai sono così superiori? È così facile il decadimento fisico?Tom e Lia sono due ragazzi normali. Non sono campioni dello sport, ma si muovono regolarmente, come tanti loro coetanei. Nel mondo futuro invece le comodità elettriche ed elettroniche, i sensori, i nastri trasportatori, gli ascensori, hanno consentito a tutti di non fare alcuna attività fisica o di farne pochissima. Nel futuro inoltre è stata instillata ad arte la paura degli elementi naturali, e si sa: chi fa sport rischia di prendere freddo, di scatenare un asma, di condividere dei batteri, di prendersi una storta, di disidratarsi, di scottarsi al sole. Medici del futuro, istigati dal sistema a ignorare totalmente i danni da farmaci, da cibi spazzatura e da sedentarietà, sono poi estremamente solerti nel prescrivere riposo assoluto al primo doloretto alla spalla o alla caviglia in chi cercava di muoversi. In un mondo siffatto, in cui l’essere umano deve essere continuamente produttivo, il tempo dedicato a se stessi e alla propria salute è visto come uno spreco di risorse. Tutti a fare cose più importanti, dunque, purché fermi e seduti. E dunque tutti grassi o - se si sceglie di mangiare poco - deboli e deperiti. Un ragazzo normale si farà

facilmente beffe di esseri umani così scarsamente allenati a esprimere la propria fisicità. Stress, sedentarietà e alimentazione di scarsa

qualità ricca di zuccheri, generano individui resistenti all’insulina e con alti livelli di cortisolo cronicamente

circolante. Il risultato è un’umanità pigra e sovrappeso, con quella struttura fisica che, nei

grassi, ricorda il morbo di Cushing (eccesso di cortisolo) con gambette sottili e pance gonfie come palloni, pappagorge e visi tondi (moon face). Nei magri induce invece deperimento e fragilità muscolare ed ossea (spallette ricurve su corpi emaciati, ma in ogni caso con pancetta). Una siffatta umanità ha perso completamente le sue radici di popolazione fiera di nomadi cacciatori raccoglitori capaci di camminare

o correre per giorni interi o di catturare un cinghiale a mani nude. Fino a che non

torneremo tutti ad essere un po’ “Apache” la nostra cagionevole salute sarà saldamente

nelle mani di poche aziende, che hanno tutt’altro interesse che quello di tutelare la nostra salute.

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Molti dei farmaci citati nel fumetto sono “anti”. Che medicina è quella che propone

ossessivamente solo una soppressione dei sintomi? 

Se un individuo ha la febbre, questa è - il più delle volte - una risposta naturale ad un’infezione o ad un malessere che il corpo tenta di curare proprio con il rialzo di temperatura, che rappresenta l’antibiotico naturale che l’uomo ha prodotto per milioni di anni. Bloccare questo processo con farmaci antipiretici ha solo l’effetto di fermare il processo di “disinfezione” in atto. Il rialzo febbrile infatti ci stordisce un po’, ma uccide le cellule batteriche responsabili del malessere. Una via più sensata potrebbe essere quella di rafforzare il sistema immunitario con oligoelementi, riposare, mangiare leggero o almeno lasciare sfogare l’organismo vigilando sull’evoluzione dei sintomi e intervenendo solo in casi gravi, dove necessario. La febbre è solo un esempio, ma se ci pensiamo anche vomito e diarrea, tosse, starnuti, catarro, eruzioni cutanee non sono altro che tentativi del corpo di liberarsi di qualcosa (tossine, allergeni, metalli pesanti, sovraccarichi di ogni genere). Bloccare la via d’uscita con antistaminici o cortisonici può non essere una buona idea, perché il sovraccarico tornerà a cercare vie d’uscita, magari più profonde o più complesse, poi, da guarire. Gli esempi relativi a farmaci “anti” potrebbero continuare a lungo: antiacidi (quando lo stomaco ha invece bisogno della sua

naturale acidità per avviare correttamente il processo digestivo), antipertensivi (che abbassano la pressione

ignorando le vere cause alimentari, ormonali o di età che hanno generato pressione più alta), antidepressivi

(come se i problemi della nostra psiche si risolvessero con un po’ di chimica), antibiotici (che alterano in modo

grave il nostro microbiota intestinale), antidiabetici (inutili in chi sia sedentario e si ingozzi di zuccheri e farine raffinate),

antidolorifici (il cui uso è paragonabile a quello di chi, con i ladri in casa, zittisca la sirena perché gli dà fastidio).

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L’elenco è infinito: fino a che non si affrontano le cause reali delle patologie, sopprimere i sintomi con farmaci anti-qualcosa potrà fare solo danno (se si eccettua il breve sollievo iniziale) cronicizzando il malessere e rendendoci tutti dipendenti dall’uso di sostanze chimiche esterne. I farmaci sono preziosi e in rari casi possono salvarci la vita. Un bravo “medico di segnale” sa ben distinguere quando il farmaco sia necessario e quando no. L’uso esagerato e spropositato che se ne fa oggi fa solo il gioco di chi ci vuole drogati e dipendenti, come probabilmente vuole il “governo planetario” del futuro di Tom e Lia. È un futuro che non ci piace. Non sarà mai troppo tardi per esprimere con fierezza la nostra capacità di sopportare qualche lieve disagio in attesa che il corpo, aiutato da un corretto stile di vita, trovi da solo - come nella maggior parte dei casi sa fare - le vie necessarie ad una completa guarigione. 

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Quali interessi sono perseguiti dall’industria alimentare? Se il desiderio di profitto è lecito vendendo automobili o arredamenti, non sempre tale obiettivo esclusivo può essere eticamente accettabile per chi vende farmaci o alimenti.

Un’azienda, per aumentare il proprio fatturato, ha poche vie: o aumenta il numero dei propri clienti, o li convince a consumare una maggiore quantità dei propri prodotti, o ancora li rende dipendenti dai prodotti stessi. Se questo avviene, per esempio, con un nuovo computer, non vi è nulla di scorretto: attraverso un buon marketing si farà conoscere a tanti il nuovo computer, e tanti più clienti lo desidereranno. Se facciamo lo stesso ragionamento con i farmaci il discorso non funziona più, perché impatta con considerazioni etiche su cui è impossibile sorvolare. Se un’azienda farmaceutica infatti

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volesse ampliare il numero dei potenziali clienti di un certo farmaco, dovrebbe in un certo senso “creare” molti malati, inserendo in tale gruppo anche persone che non lo sono per nulla. Per

ottenere questo vi sono molte vie. Una è quella degli “screening”.

Si fa un test (per l’osteoporosi, per l’ipertensione, per la glicemia) nella

popolazione sana, e qualcosa salta sempre fuori. Se alla mania dei check up si affianca poi un miglioramento

generale degli strumenti diagnostici (che vedono oggi cose che vent’anni fa non vedevano) e una certa tendenza alla medicina difensiva,

risulta evidente come il numero dei potenziali clienti “malati” continui ad alzarsi. Se poi un comitato di esperti, spesso consulenti delle aziende

che producono farmaci per quella patologia, restringe ad hoc gli intervalli di riferimento che, nelle analisi del sangue, dividono salute e malattia, il gioco è fatto. Milioni di persone diventano a rischio di assumere farmaci o di subire interventi o trattamenti di cui non hanno alcun bisogno. Il farmaco perfetto per un’azienda è naturalmente quello che non guarisce mai, e che - possibilmente - cronicizza la patologia in modo da rendere il paziente obbligato a usare il farmaco tutta la vita. Rientrano in questa categoria gli antistaminici, gli antidepressivi, gli ansiolitici, i gastroprotettori, le statine, gli antipertensivi, i farmaci per la tiroide, i farmaci per la menopausa, gli antidiabetici, i cortisonici nelle patologie autoimmuni e via discorrendo. Se si scoprisse un farmaco che guarisce istantaneamente una certa malattia, o una cura basata su interventi non farmacologici (alimentazione e stile di vita), non ci sarebbe da stupirsi se le aziende accogliessero la novità senza entusiasmo. Nessuno è felice di perdere dei clienti. L’industria alimentare non ragiona molto diversamente: continua a produrre cibi spazzatura, in grado di rendere i clienti sempre più dipendenti, e genera in continuazione nuovi malati per l’industria. Non è che aziende farmaceutiche e alimentari si ritrovino alla sera a cospirare contro l’umanità. È semplicemente che i loro interessi, mediamente, coincidono. Ecco perché, nell’ipotizzare un possibile futuro, abbiamo addirittura messo insieme farmaci e pseudo-alimenti all’interno dei prodotti alimentari ordinari. Meglio giocare a carte scoperte, che accorgersi troppo tardi che qualcuno sta giocando sulla tua pelle.

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per visite mediche o colloqui nutrizionali:[email protected]

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Non è per caso troppo difficile impostare un pranzo davvero naturale, oggi, come fanno Tom e Lia alla fine del fumetto? Mangiare sano oggi non è impossibile. È solo impegnativo. Nella sua storia l’uomo si è evoluto mangiando i cibi che offriva la natura: frutta e verdura, radici commestibili, carne dalla caccia, pesce, uova, e poi noci e semi di ogni genere. La varietà e l’alternanza dei cibi sono fattori imprescindibili in una dieta corretta. Come ha scritto Michael Pollan ne “Il dilemma dell’onnivoro”, l’essere umano non possiede, come il panda o il koala, un cibo perfetto del quale nutrirsi. L’uomo paga il vantaggio della flessibilità, ovvero del potersi nutrire di moltissimi alimenti diversi, con l’obbligo di dover costruire in proprio un mix adeguato di tutti questi alimenti che copra in modo sufficiente i propri fabbisogni calorici, vitaminici, minerali. La capacità umana di adattarsi a tanti cibi diversi ha consentito all’industria alimentare di produrre cibi del tutto sbilanciati e impoveriti, ma molto golosi (grazie ad aromi, dolcificanti, esaltatori di sapidità, consistenza, croccantezza, palatabilità) ingannando così i nostri sensi e spingendo i più deboli tra noi a nutrirsi quasi esclusivamente di quei non-cibi diventandone dipendenti.Non disponendo quindi di un terreno per autoprodursi frutta e verdura, occorre imparare a scegliere bene tra i mille prodotti acquistabili in un supermercato. Se scegliamo superficialmente seguendo vista, gusto e piacere immediato, rischiamo di trovarci sommersi da conservanti, coloranti e zuccheri raffinati. Occorre scegliere con intelligenza, rivolgendoci ai prodotti meno alterati e manipolati, che assomiglino quanto più possibile all’alimento così come la terra l’ha generato. Una buona regola, come hanno scritto alcuni, è quella di lasciare sullo scaffale qualunque alimento che contenga ingredienti che vostra nonna non saprebbe riconoscere. Oppure possiamo immaginarci di fare la spesa accompagnati da un uomo preistorico, facendoci guidare da lui solo verso ciò che riconosce come cibo (ancora una volta: frutta, verdura, patate, semi integrali, carne, pesce, uova). Al termine della loro avventura, Tom e Lia preparano un pasto interamente basato su cibi sani e naturali.È un esercizio che dovremmo fare tutti di tanto in tanto. È facile e comodo comprare una pizza veloce (sale, farina raffinata, olio di semi), far colazione con biscotti o brioche (zucchero, farina raffinata, grassi idrogenati), dare a merenda ai nostri figli una tortina confezionata, mangiare patatine fritte e bibite zuccherate davanti alla partita, aggiungere gelato o cioccolato alla fine di ogni pasto, ma comporta l’assunzione di grandi quantità di cibi manipolati e raffinati. Anche chi cerchi di mangiare più “pulito” si troverà frequentemente (sempre per comodità) a consumare legumi o tonno in scatola, formaggi industriali, salumi, piatti o sughi pronti. Dobbiamo fare uno sforzo noi in prima persona e non dare nulla per scontato. Il futuro da incubo di Tom e Lia potrebbe essere dietro l’angolo: saranno le nostre scelte quotidiane a fare si che possa o non possa realizzarsi. Ci piacerebbe che questo fumetto fosse per i ragazzi che lo leggeranno un utile “sassolino” nella direzione di una maggiore consapevolezza alimentare, per poter restare a lungo sani e - speriamo - anche felici.

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chi è Luca Speciani?

Medico Chirurgo e dottore in ScienzeAgrarie, unisce le competenze medichea quelle legate agli alimenti e alla lorocoltivazione, produzione e preparazione.Da anni operante come nutrizionista, è dal2009 responsabile medico nutrizionale dellasquadra nazionale italiana di ultramaratona epresidente dell’AMPAS, associazione mediciper un’alimentazione di segnale. Ha al suo attivo più di 15 libri, scritti da solo o con il fratello Attilio (medico immunologo), con la Dr.ssa Lyda Bottino (farmacista), con Pietro Trabucchi (psicologo dello sport), con Luca De Ponti (medico ortopedico), con Giorgio Nardone (psicoterapeuta). Ha collaborato e collabora con diverse riviste, tra cui Correre, Ciclismo, Triathlete, Donna Moderna, Starbene.

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Guida pratica alla dietaGift e all’alimentazione di segnale Tecniche nuoveDieta Gift, dieta di segnale - Rizzoli BURGiocando in cucina - Tecniche nuoveLe Ricette per stare bene - Tecniche nuoveMangia muoviti ama - Ponte alle grazieDatti una mossa, Scamorzolo! - PiemmeOltre l’alimentazione dello sportivo - Ed. CorrereCorrere in cucina - Ed. CorrerePrevenire e curare la depressione con il cibo - RizzoliLo zen e l’arte di far muovere i nostri figli - Tecniche nuoveIperglicemia e diabete - GiuntiAnoressia e bulimia - GiuntiColesterolo, amico o nemico? - GiuntiInfluenza e malattie invernali - Giunti

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per approfondire

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Nato con l’apertura del ristorante Sanmauro di Casatenovo (LC) nel 1988, Gruppo Ethos è oggi un’azienda strutturata, con sette ristoranti avviati con successo, per i quali il forte orientamento al cliente e la ricerca della qualità in ogni ambito sono gli elementi chiave. La passione per la ristorazione si declina tanto nella quotidiana attività dei locali quanto nella produzione di birra e caffè artigianali, nella ricerca di materie prime biologiche e nell’impegno verso l’educazione alla buona nutrizione.

Ristorante, Pizzeria e Steak House, sotto il look contemporaneo Sanmauro mantiene inalterato lo spirito informale e confortevole delle vecchie trattorie. É infatti la prima apertura del Gruppo, che nel 2013 ha festeggiato i 25 anni di attività. In un ambiente caldo, con richiami ad un rustico “autentico”, Sanmauro vi attende nei suoi locali e nell’accogliente veranda per regalarvi momenti dal gusto inconfondibile.

Via De Gasperi 82, Casatenovo (LC)t. 039 9202601 | sanmauroweb.it

SEMPRE APERTI 12-14:30 | 19-24

ristoranti | pizzerie | steak houseSEMPRE APERTI 12-14:30 | 19-24gruppoethos.it

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Mangiare seduti di fronte a una vecchia porta di cent’anni fa, o credere di trovarsi in un fienile, accanto al muro di mattoni a nido d’ape da cui filtrano i raggi del sole: è RISOAMARO, il Ristorante, Pizzeria e Steakhouse che parla un linguaggio rurale mai disgiunto dalla modernità. Tra pilastri, travi e legni di recupero, lasciatevi conquistare dall’anima del locale e dalla sua cucina, tutta da assaporare.

Via Milano (Via P. Masciadri 2) Mariano C.se (CO) t. 031 750997 | risoamaro.it

SEMPRE APERTI 12-14:30 | 19-24

A due passi dal futuristico quartiere di Porta Nuova, con le sue grandi vetrate affacciate sulla city di Milano, Grani&Braci regala gusto ed emozioni: scoprite il fascino dei suoi tronchi e delle immagini di alberi che lo costellano, mentre gustate il piatto che preferite... anche a notte fonda.

Via C. Farini angolo G. Ferrari, Milanot. 02 36637422 graniebraci.it

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Acqua e Farina amplia i suoi spazi e vi aspetta tutti i giorni dalle 7 alle 24 in una versione del tutto inedita: dalla colazione all’aperitivo, passando per lo shopping nel mercato delle eccellenze alimentari e biologiche, fino ad una cena suggestiva nello scenario dominato da un autentico mulino di inizio ‘900. Inoltre un’ampia e luminosa area bimbi permanente e due sale eventi. Semplicità e tradizione: i punti fermi del ristorante, in cui ogni dettaglio parla di profumi antichi, attrezzi del passato e segreti mai dimenticati.

Via Dell’Artigianato 4 Agrate Brianza (MB)t. 039 6893022acquaefarina.net

SEMPRE APERTI Cucina e pizzeria 12-15 | 19-24Bar bistrot: 7-12 | 15-19Mercato: 7-24

Dalla collaborazione tra Eataly e Gruppo Ethos nasce Eataly Repubblica, nel centro di Roma, a poche centinaia di metri dalla Stazione Termini.Eataly e il Gruppo Ethos si pongono l’obiettivo di far camminare insieme l’educazione al palato, il racconto del cibo e l’educazione alimentare, fondendo la distribuzione organizzata con l’artigianalità e le eccellenze italiane.

Piazza della Repubblica 41, RomaT. +39 06 45509130 roma-repubblica.eataly.it

SEMPRE APERTIDOM - GIOV: 8 - 1 VEN - SAB: 8 - 2

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Via Dell’Artigianato 4 Agrate Brianza (MB)t. 039 6893022acquaefarina.net

SEMPRE APERTI Cucina e pizzeria 12-15 | 19-24Bar bistrot: 7-12 | 15-19Mercato: 7-24

Ubicato al piano terra del Barcelò Milan Hotel, Tondo salda la voglia del “nuovo” con la tradizione, all’insegna di un connubio sorprendente: design restaurant dalle forme oniriche e coloratissime, con un luminoso dehors che vince sul grigiore milanese, il secondo locale meneghino di Gruppo Ethos propone la sua cucina raffinata ed emozionale nelle vesti di Ristorante, Pizzeria e Steakhouse e di Lounge Bar di tendenza.

Presso Barcelò Milan HotelVia G. Stephenson 55 Milano t. 02 87387517 | ristorantetondo.itSEMPRE APERTI 12-15 | 19-24

Fabbrica Libera porta nel cuore della Brianza la produzione brassicola coniugandola all’esperienza maturata in ventisei anni di attività ristorativa. Il birrificio, grazie alla sua vastissima offerta gastronomica unita alla qualità di Birra Libera, risulta un ottimo punto di ritrovo per degustare freschissimi cocktail o godersi un gustoso aperitivo… sorseggiare per credere.

via Don Milani, 28 (angolo via Roma) Casatenovo (LC)t. 039 3314308 fabbricalibera.it

SEMPRE APERTI LUN-GIO 12-14.30 | 19 – 2 | VEN 12 – 14.30 | 19 – 3 SAB 12 – 15 | 19 – 3 | DOM 12 – 15 | 18 – 2

Piazza della Repubblica 41, RomaT. +39 06 45509130 roma-repubblica.eataly.it

SEMPRE APERTIDOM - GIOV: 8 - 1 VEN - SAB: 8 - 2

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