Titolo originale: Web Redesign: Workflow that works. · Riesce a rendere accattivante un tema...
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Titolo originale: Web Redesign: Workflow that works.
Riesce a rendere accattivante un tema complesso come i processi di progettazione.
Direttore creativo di Idea Integration (www.idea.com).
Clienti di alto profilo: Warner Bros, National Geographic, Adobe Corporation, Paramount Television,
Macromedia Corporation e Sony Pictures.
Attualmente dirige Gotomedia Inc. (www.gotomedia.com), agenzia on-line di consulenza per user
experience e interaction design.
Si interessa principalmente dello sviluppo di nuove tecniche per la progettazione collaborativa nei
media digitali.
Quando non è attaccata al suo laptop, Kelly se ne va a fare trekking in paesi esotici e in via di
sviluppo (da dove non controlla nemmeno la sua casella e-mail).
Ricercatrice e Formatrice:
a information design
a user experience
Kelly Goto [email protected]
Si occupa di design dalla fine degli anni Ottanta (è cresciuta a pane e lettering) e si è affermata
come professionista tanto della grafica tradizionale quanto di quella on-line.
Direttore creativo di Idea Integration (www.idea.com).
Tra i suoi clienti ama ricordare Julia Quinn e Susan Andersen (due prestigiose firme della galassia
New York Times) e molte aziende di piccole dimensioni ma di elevata intensità creativa.
Universalmente venerata per la chiarezza e immediatezza del suo stile: sa dare vita anche agli
argomenti più aridi e garantisce il massimo impatto a quelli più interessanti.
La sua base attuale è in California, dove regna incontrastata come direttore creativo di
Waxcreative Design (www.waxcreative.com).
Quando vuole fuggire per un po’ le bastano il suo snowboard e una montagna nel Colorado.
a graphic designer
a web designer
a giornalista
a narratrice
Emily Cotler [email protected]
ESERCITAZIONE_01
obiettivo: realizzare il vostro profilo utente”
modalità: riportare nome e cognome, n. matricola,
indirizzo e-mail, foto, caratteristiche, …
convenzioni: formato RTF, in 1 pagina, carattere
Verdana 10, impostazione pagina (sup. 2.5, inf. 2.5,
sin. 2, dx. 2), interlinea 1.5, allineamento giustificato
Nome Cognome
…
…
…
• …
• …
• …FOTO
anno 1994
a Pionieri di un nuovo media: il web, ai tempi una giungla di protocolli
a Non si aveva idea di cosa si andava a progettare
a Browser: Mosaic; tutto il resto era a venire
ore 09.00
a Inaugurato www.hotwired.com: brindisi a base di champagne
a Primi visitatori on-line: “Non trovo niente”, “Cosa sono quelle icone?”, “Perché così lento?”
a Assunto chi si occupasse di gestire tutte le e-mail, smistandole ai singoli referenti.
a Il Feedback da parte dei lettori (positivo o negativo) ha portato al primo caso di redesign
a Nuove versioni browser, funzionalità, tecnologie, create nuove sezioni (motore ricerca, news)
a attivo on-line dal 1987
a conferenziere, autore e consulente in tema di user experience.
a progetti: HotWired, Wired News, HotBot
a specialista nell’integrazione di contenuti, design grafico e
tecnologie in una prospettiva user-centered.
Jeffrey Veen www.veen.com
Il parere dell’esperto
I prodotti editoriali digitali devono evolversi con
l’innovazione tecnologica
Il corso si pone come una guida allo sviluppo del workflow
a flusso organizzativo del lavoro necessario;
a mappa di avanzamento step by step;
a minimizzati rischi di imprevisti, dispersione di
energie e risorse in corso d’opera;
a forniti checklist, questionari, schemi, moduli per
tenere traccia dell’intero processo: dalla pianificazione
iniziale fino al lancio e oltre.
Destinatari ideali: rivolto a tutte le figure coinvolte nel workflow di un progetto (non
solo project manager o decision maker)
Obiettivo: fornire un comune quadro di riferimento al team e ai clienti con un
approccio ben organizzato, esaustivo e chiaro: risparmio tempo, budget, arrabbiature.
Tipologia: qualunque sia il progetto, di design iniziale o di redesign, qualunque sia il
budget (sia esso di 10.000 o 100.000 €)
Raccomandazioni: non buttarsi direttamente sul visual design senza preoccuparsi
prima della navigazione (interazione) e dei contenuti
Cliente: esterno (spesso idee confuse e non ha tempo), interno (chi decide?)
Front-end 1 Back-end: il workflow del back-end è ben diverso dal front-end
(verranno comunque considerate un quadro d’insieme delle problematiche tecniche)
Il corso si pone come una guida allo sviluppo del workflow
a maggior incremento dell’interattività;
a implementazioni tecnologiche (e-commerce, motore di ricerca, …);
a necessità di applicazioni di gestione contenuti (content management,
document management, community, …);
a migliorare la navigabilità, usabilità, user experience dell’utente.
PROCESSO
a a a
TEMPO
STRATEGIAu
Focalizzare il lavoro sugli obiettivi, mantenere la rotta
mentre ci si addentra nel processo
Cosa porta a un processo di redesign di un sito internet?
Fattori che possono interferire con il buon andamento del progetto:
a ostacoli tecnologici;
a clienti disorganizzati;
a carenze nella pianificazione e definizione degli obiettivi;
a sforamento del budget;
a …
Le premesse per un buon andamento del progetto:
a comunicare con il cliente;
a garantire la scalabilità;
a pianificare la pianificazione;
a verificare i presupposti e le aspettative;
a analizzare il sito corrente.
Cosa porta a un processo di redesign di un sito internet?
#01 - PENSARE PRIMA DI
AGIRE
a non farsi prendere da
ansie e da mode;
a pianificare la
pianificazione;
a formulare un progetto
logico;
a stendere un workflow.
#02 - IDENTIFICARE I PUNTI
CHIAVE E GLI OBIETTIVI
a osservare il sito attuale
(elementi buoni e meno);
a analizzare le chiamate al
customer service, e-mail
utenti (protesta, reclamo);
a compiere test di utilizzo;
a determinare gli obiettivi
per proseguire con coerenza.
#03 - ANALIZZARE I
VOSTRI COMPETITOR
a studiare il settore;
a analisi comparativa
di funzioni e servizi
offerti;
a mettersi nei panni
degli utenti: utilizzo
sito attuale e
competitor;
a cosa differenzia il
vostro dagli altri.
Un redesign di successo in 10 mosse
#04 - COINVOLGERE IL
VOSTRO TARGET
a non prendere alla
sprovvista il vostro
target con un redesign
“calato dall’alto”;
a comunicate con
chiarezza quando e
perché il vostro sito
cambierà.
#05 - PROGETTARE PER GLI
UTENTI, NON PER GLI
INVESTITORI
a scegliere un’usabilità
per un audience corretta;
a conoscere il proprio
target;
a fare coincidere esigenze
degli utenti con gli obiettivi
di business del cliente.
#06 - ATTENZIONE
SUBITO AL LATO
TECNOLOGICO
a tenere a proprio
fianco i referenti
tecnici (pianificazione
più accurata, chiara
delimitazione di ciò
che è
tecnologicamente
fattibile).
Un redesign di successo in 10 mosse
#07 - CURARE E VERIFICARE
L’UTILIZZO
a focalizzarsi sull’utente;
a eseguire ripetuti test di utilizzo
sia sul vecchio sia sul nuovo layout;
a identificare i problemi di
utilizzo e orientarsi alla loro
risoluzione;
a osservare in modo attento e
sistemico gli utenti all’opera;
a guardare, imparare, mettere in
pratica.
#08 - NON SOTTOVALUTARE I
CONTENUTI
a i contenuti sono un fattore critico
per la pianificazione;
a affidare a una persona dedicata
alla raccolta, modifica, scrittura e
consegna in tempo dei contenuti;
a content management e content
delivery sono parte integrante della
pianificazione.
Un redesign di successo in 10 mosse
#09 - COMUNICARE CON CHIAREZZA
GLI OBIETTIVI
a chiarire le aspettative e i
presupposti non chiariti o mal
interpretati;
a assicurarsi che il cliente e tutto il
team siano sulla stessa lunghezza
d’onda.
#10 - PENSARE A LUNGO TERMINE;
AGIRE A BREVE TERMINE
a essere graduali: suddividere il
processo e il lancio in fasi;
a usare un approccio iterativo
(step by step), cicli di revisione,
possibilità di tornare indietro);
a mantenere la tempistica,
stimare realistici obiettivi di
consegna e apportare modifiche in
corso d’opera.
Un redesign di successo in 10 mosse
a La qualità del processo e il conseguimento degli obiettivi dipendono essenzialmente
dalla capacità di sviluppare una prospettiva realmente centrata sull’utente
a Concentrarsi sulle esigenze degli utenti da cui derivare obiettivi e sotto-obiettivi
a Soluzione: segmentare la propria audience in 3 categorie
• audience primaria: gli utilizzatori più frequenti
• audience secondaria: il secondo gruppo di utenti per importanza
• audience terziaria: il resto degli utenti
a Maggior facilità a definire una mappatura del progetto e a definire i passi strategici
successivi: dall’analisi al Business Plan, dalla pianificazione dei contenuti e servizi al
marketing
a veterana con esperienza decennale;
a e-commerce manager di KPMG Consulting;
a competenze approfondite di e-business, marketing,
design, content management;
a consulenze: Procter & Gamble, America On-line.
Leight Duncan Identificare i punti chiave e la strategia per il redesign
Il parere dell’esperto
Core Process: visione di insieme
Schema visuale
dell’intero processo:
a 5 fasi
a 3 step per ogni fase
(interconnessi e paralleli)
Core Process: visione di insieme
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
ESPLORAZIONE CHIARIMENTO PIANIFICAZIONE
Indipendentemente dalle dimensioni e della complessità del progetto bisogna pianificare.
a studiare l’azienda, il sito, il progetto;
a raccogliere informazioni e fare domande;
a conoscere la propria audience;
a confrontare il proprio progetto con gli altri
(on-line e off-line);
a calarsi nei panni dell’utente esperto
(business del cliente).
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
ESPLORAZIONE
> Distribuzione, raccolta e analisi di questionari
> Raccolta di materiali e documenti presso il cliente
> Comprensione dell’audience
> Identificazione delle competenze tecnologiche
dell’audience
> Identificazione dei requisiti di programmazione back-end
> Analisi competitiva del settore
CHIARIMENTO
> Briefing creativo
PIANIFICAZIONE
> Definizione del budget
> Tempistica e scheduling
> Selezione del team di progetto
> Aree e strumenti di collaborazione
> Strategie di user testing
> Documentazione del progetto
ESPLORAZIONE CHIARIMENTO PIANIFICAZIONE
> Distribuzione, raccolta e analisi di questionari
> Raccolta di materiali e documenti presso il cliente
> Comprensione dell’audience
> Identificazione delle competenze tecnologiche dell’audience
> Identificazione dei requisiti di programmazione back-end
> Analisi competitiva del settore
> Raccolta di materiali e documenti presso
il cliente
a scovare brochure, cataloghi, schede
prodotto, …;
a visitare il sito, l’azienda, i punti
vendita, …;
a analizzare i prodotti marketing e il piano
marketing.
> Distribuzione, raccolta e analisi di
questionari
a raccogliere le informazioni
(priorità);
a esplicitare e articolare le aspettative
del cliente (client survey);
a approfondire la conoscenza del
target e le sue aspettative (maintenance
survey).
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
ESPLORAZIONE CHIARIMENTO PIANIFICAZIONE
> Distribuzione, raccolta e analisi di questionari
> Raccolta di materiali e documenti presso il cliente
> Comprensione dell’audience
> Identificazione delle competenze tecnologiche dell’audience
> Identificazione dei requisiti di programmazione back-end
> Analisi competitiva del settore
> Comprensione dell’audience
a individuare la tipologia di utenti dai
risultati della client survey, i motivi di
utilizzo del prodotto finale, le operazioni
che compiranno (task);
a definire un’audience primaria e
secondaria;
a creare un profilo dell’utente-tipo.
> Identificazione competenze
tecnologiche dell’audience
a definire i requisiti tecnologici sulla
base della tipologia e delle competenze
degli utenti;
a piattaforma, velocità di connessione,
compatibilità browser e plug-in;
a realizzare un’indagine estesa (client
spec sheet).
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
ESPLORAZIONE CHIARIMENTO PIANIFICAZIONE
> Distribuzione, raccolta e analisi di questionari
> Raccolta di materiali e documenti presso il cliente
> Comprensione dell’audience
> Identificazione delle competenze tecnologiche dell’audience
> Identificazione dei requisiti di programmazione back-end
> Analisi competitiva del settore
> Identificazione requisiti di
programmazione back-end
a step facoltativo.
a verificare se previsto o meno un
back-end;
a realizzare un’indagine approfondita
(expanded tech check).
> Analisi competitiva del settore
a calarsi nei panni di utente esperto
verso i competitor;
a visitare il maggior numero di siti
possibili del settore, interagire,
contattare i customer service, verificare;
a porsi domande: cosa funziona? cosa
risulta frustrante?
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
> Estrarre l’essenza del prodotto
> Perché si sta ridisegnando il sito?
> Determinare gli obiettivi strategici del sito
> Briefing creativo
a sintesi degli obiettivi di design
visuale e concettuale;
a ricapitolare l’audience, punti chiave
della user experience e la strategia di
comunicazione;
a individuare sullo stile e tono del
redesign.
> Occhio all’inflazione strisciante
a piccole modifiche in corso
d’opera;
a anticipare al questo rischio alla
riunione d’avvio del progetto;
a importanza di tenere fede a
quanto pianificato (tempistica,
documentazione, prototipi,
verifiche, convalide, …) per
mantenere il progetto focalizzato
sui suoi obiettivi
ESPLORAZIONE CHIARIMENTO PIANIFICAZIONEFASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
> Definizione del budget
> Tempistica e scheduling
> Selezione del team di progetto
> Aree e strumenti di collaborazione
> Strategie di user testing
> Documentazione del progetto
> Tempistica
a adottare metodi affidabili per
tenere traccia dei tempi;
a tenere traccia dei propri carichi
di lavoro su base oraria;
a time tracking: strumento
gestionale cruciale.
> Definizione del budget
a dal budget derivano estensione, vincoli,
fattibilità;
a risorse, allocazione, tempistica,
documentazione;
a monitorare budget in corso d’opera.
> Scheduling
a si lavora in base alle deadline;
a panoramico: visione d’insieme del progetto
(project manager e cliente per avere sott’occhio
la situazione);
a dettagliato: singoli documenti e materiali da
produrre, tappe di approvazione e convalida,
date consegna parziali e finali (data per data).
> Selezione del team di progetto
a stabilire chiaramente le
responsabilità di ogni membro del
team;
a comunicare in modo chiaro con
ogni membro del team.
ESPLORAZIONE CHIARIMENTO PIANIFICAZIONEFASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
> Definizione del budget
> Tempistica e scheduling
> Selezione del team di progetto
> Aree e strumenti di collaborazione
> Strategie di user testing
> Documentazione del progetto
> Aree e strumenti di
collaborazione
a predisporre aree di
comunicazione e collaborazione
del progetto (sito cliente o sito
progetto). Avanzamento del
progetto: sempre in funzione,
facile da mantenere e aggiornare
(consigliabili 2 – cliente e team).
> Strumenti di user testing
a compiere indagini per raccogliere feedback e
verificare l’utilizzo di un sito, focus group,
questionari on-line;
a le indagini migliori sono quelle che mostrano
effettivamente quello che gli utenti fanno.
> Documentazione progetto
a stilare un project plan che
attesti il budget, il briefing
creativo, documentazione
tecnica, …
> Avvio dei lavori
a kick off meeting (cliente e membri del team);
a passare in rassegna le informazioni raccolte,
obiettivi e aspettative;
a stabilire chiari canali di comunicazione;
a fissare da subito un appuntamento
settimanale.
ESPLORAZIONE CHIARIMENTO PIANIFICAZIONEFASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
> Definizione del budget
> Tempistica e scheduling
> Selezione del team di progetto
> Aree e strumenti di collaborazione
> Strategie di user testing
> Documentazione del progetto
ESPLORAZIONE CHIARIMENTO PIANIFICAZIONE
> Monitoraggio su base oraria
a tenere traccia del proprio lavoro su base oraria;
a monitorare la profittabilità dei progetti;
a indurre il team a tenere fede allo scheduling
preventivato
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
FASE 2: SVILUPPARE LA
STRUTTURA DEL PRODOTTO
CONTENUTI SITO PAGINA
Ci si rimboccano le maniche e si inizia a lavorare.
a occuparsi dei contenuti e dell’architettura delle
informazioni;
a necessità di una rigorosa struttura logica;
a pianificare la struttura con un’organizzazione
concettuale (contenuti), ipertestuale e gerarchica
(sito), funzionale e gabbia di impaginazione
(pagina).
CONTENUTI
> Analizzare il fenomeno
> Schematizzare la gerarchia
> Pianificare il content delivery
SITO
> Effettuare una mappatura per il redesign
> Analizzare in modo critico il sito dell’azienda
> Stabilire convenzioni per la nomenclatura e gestione
dei materiali
FASE 2: SVILUPPARE LA
STRUTTURA DEL PRODOTTO
PAGINA
> Gabbia concettuale
> Navigazione
> Nomenclatura e titolazioni
> Task e percorsi interattivi
CONTENUTI SITO PAGINA
> Analizzare l’esistente
> Schematizzare la gerarchia
> Pianificare il content delivery
> Analisi dell’esistente
a filtrare in modo accurato i contenuti
esistenti: testi, immagini, diagrammi,
componenti mutlitimediali, …
> Organizzazione dei contenuti
a quali contenuti si vorrebbero
trovare?, organizzati in che modo?,
aggiornati come?;
a assegnare al content management
una risorsa dedicata (meglio se dello
staff del cliente).
> Schematizzazione gerarchica
a realizzare un semplice elenco
gerarchico numerato;
a suddividere i contenuti in sezioni e
sottosezioni;
a richiedete e realizzate assieme al
cliente la schematizzazione (guidarlo,
fargli fretta, coinvolgerlo, fargli
approvare).
> Pianificazione del content delivery
a attribuire le responsabilità di
preparazione e consegna (testi,
immagini, media, …): chi fa cosa;
a fissare le date in modo non ambiguo.
FASE 2: SVILUPPARE LA
STRUTTURA DEL PRODOTTO
CONTENUTI SITO PAGINA
> Contenuti in ritardo cronico
a causa principale per il deragliamento dei progetti web;
a tra le voci più sottovalutate in assoluto;
a pianificare opportune contromisure: inserire tra le voci di budget,
dedicare una persona dedicata a gestire l’intero processo, preparare uno
scheduling che fissi le date realistiche per la consegna dei contenuti.
FASE 2: SVILUPPARE LA
STRUTTURA DEL PRODOTTO
> Effettuare una mappatura per il redesign
> Analizzare criticamente il sito attuale
> Stabilire convenzioni per la nomenclatura e la gestione dei
materiali
> Analisi dell’esistente
a porsi dal punto di vista
dell’utente
a confrontare le 2 mappe,
ottimizzare la navigabilità
> Mappatura
a visualizzare i link e i principali
percorsi di navigazione;
a include aspetti di contenuto,
organizzazione e in parte
funzionalità.
> Convenzioni
a essere coerenti nella gestione
dei file e della nomenclatura:
fondamentale sul piano
organizzativo.
CONTENUTI SITO PAGINAFASE 2: SVILUPPARE LA
STRUTTURA DEL PRODOTTO
CONTENUTI SITO PAGINA
> Gabbia concettuale
> Navigazione
> Nomenclatura e titolazioni
> Task e percorsi interattivi
> Navigazione
a gli item permettono all’utente di
accedere a contenuti;
a pulsanti, menu, immagini:
orientamento e familiarità;
a dove mi trovo? dove posso andare?
come torno indietro?
> Gabbia concettuale (wireframe)
a layout informazionale: schematizza i
contenuti, gli item di navigazione e alcune
funzionalità;
a schematizzare il page flow: come
l’utente naviga e interagisce.
> Nomenclatura e titolazioni
a come chiamare le aree e le sezioni,
intitolare i paragrafi, definire gli oggetti
interattivi;
a la coerenza è il punto chiave per la
navigabilità.
> Tasks e percorsi di interazione
a da prevedere se vi siano forme di
interazione (compilazione di moduli,
registrazione e login, acquisti, …);
a analizzare i task e schematizzare il
percorso.
FASE 2: SVILUPPARE LA
STRUTTURA DEL PRODOTTO
FASE 3: VISUAL DESIGN E
TESTING
CREAZIONE CONVALIDA APPLICAZIONE
L’interfaccia grafica è la prima esperienza percettiva dell’utente.
a il visual design è un fattore critico,
come di successo;
a cominciare a testare le funzionalità;
a sviluppare un protosito;
a soddisfare le esigenze dell’utente, in
modo che possa efficacemente essere
tradotto in codice.
FASE 3: VISUAL DESIGN E
TESTING
CREAZIONE
> Revisione degli obiettivi e del briefing creativo
> Brainstorming concettuale
> Presentazione di proposte di layout e raccolta di
feedback
CONVALIDA
> La realizzazione del “protosito”
> Una verifica preliminare del funzionamento
APPLICAZIONE
> Creare i template grafici
> Stendere una guida di stile per il design (preziosa
per la manutenzione e i futuri aggiornamenti del
sito)
CREAZIONE CONVALIDA APPLICAZIONE
> Revisione degli obiettivi e del briefing creativo
> Brainstorming concettuale
> Presentazione di proposte di layout e raccolta di feedback
> Brainstorming concettuale
a coinvolgere l’intero team;
a confermare la fattibilità tecnica
per ogni concetto prima di proporla
al cliente.
> Revisione degli obiettivi e del
briefing creativo
a riesaminare gli obiettivi
strategici e il briefing;
a prepararsi a progettare per la
propria audience.
> Presentazione di layout e verifica del feedback
a mostrare al cliente alcune proposte di design: ogni proposta deve essere una
correzione e un raffinamento della precedente;
a stabilire chiaramente aspettative e parametri di valutazione (attenzione al
perfezionismo del cliente, direzioni differenti da quelle concordate);
a eventualmente pronti a fatturazione extra;
a farsi firmare per iscritto l’approvazione dal cliente.
FASE 3: VISUAL DESIGN E
TESTING
> Realizzazione del protosito
> Verifica preliminare del funzionamento
> Testing funzionale
a minimizzare il rischio che
intervengano ostacoli tecnici nella fase
di implementazione;
a effettuare i test con vari browser e
differenti piattaforme (DHTML, frame,
script, …).
> Realizzazione del protosito
a permette di esaminare
efficacemente contenuti, navigazione,
page flow, interazione;
a simulare la user experience.
CREAZIONE CONVALIDA APPLICAZIONEFASE 3: VISUAL DESIGN E
TESTING
> Creare i template grafici delle pagine
> Stendere una guida di stile per il design
> Realizzazione di una guida di stile per
il design
a documentare il design: manuale di
riferimento per esigenze future di design,
manutenzione e aggiornamento;
a codifica degli standard adottati per
font, colori, titoli, salvaguardando
l’integrità del design.
> Creazione dei template grafici
a creare le pagine master del sito
complete dal punto di vista grafico e
funzionale (rollover, …), ma prive di
contenuti reali (segnaposto o testi di
riempimento).
CREAZIONE CONVALIDA APPLICAZIONEFASE 3: VISUAL DESIGN E
TESTING
FASE 4: PRODUZIONE E
CONTROLLO QUALITA’
REVISIONE COSTRUZIONE TESTING
Ricomporre i pezzi del mosaico e dare vita al progetto nel suo insieme.
a ogni aspetto si interfaccia e interagisce
con gli altri;
a insieme di produzione, contenuti,
design, HTML e/o Flash, …;
a monitoraggio scrupoloso della qualità de
sito (opportuni test);
a individuazione eventuali bug e
correzione;
a raccolta dei primi feedback da campioni
di utenti e migliorie;
a il lancio è imminente!
FASE 4: PRODUZIONE E
CONTROLLO QUALITA’
REVISIONE
> Linee guida e specifiche
> Stato e condizioni di avanzamento del progetto
> Architettura di file e cartelle
COSTRUZIONE
> Ottimizzazione della grafica
> Una verifica preliminare del funzionamento
> Realizzazione di script “leggeri”
> Riempimento delle pagine
> Sviluppo del back-end (qualora necessario)
TEST
> Pianificazione
> Monitoraggio (testing)
> Identificazione bug, definizione priorità, esecuzione
debugging
> Verifica finale
REVISIONE COSTRUZIONE TESTING
> Linee guida e specifiche
> Stato e condizioni di avanzamento del progetto
> Architettura di file e cartelle
> Stato e condizioni di avanzamento
a confrontare le ore lavorate con
quelle preventivate;
a aggiungere risorse (sottostimato
i, budget), o incrementare il budget
(disallineamento per le richieste del
cliente, imprevisti, …)
> Linee guida e specifiche
a chiarire con il cliente (suo referente
tecnico) questioni riguardanti browser,
piattaforma, tecnologia, struttura file, …
(Client Spec Sheet).
> Architettura di file e cartelle
a determinare convenzioni di nomenclatura e organizzazione per il redesign;
a obiettivo: semplificare gli aggiornamenti futuri, manutenzione, scalabilità;
a stabilire come i file dovranno essere nominati, salvati, archiviati.
FASE 4: PRODUZIONE E
CONTROLLO QUALITA’
REVISIONE COSTRUZIONE TESTING
> Ottimizzazione della grafica
> Template e pagine master in HTML
> Realizzazione di script “leggeri”
> Riempimento delle pagine
> Sviluppo del back-end (se necessario)
> Template e pagine master
a includere nelle pagine master
tutti gli elementi che ricorrono
globalmente: script, contenuti
invisibili, …
> Ottimizzazione della grafica
a trasformare i file grafici dei
visual designer in codice (tagliare,
segmentare, …);
a ridurre al minimo le dimensioni
dei file(ottimizzazione grafica).
> Realizzazione di script “leggeri”
a inserire forme + semplici di
interattività o animazione (rollover,
pop-up, menu a tendina, …) e
sottoporli a test;
a inserire script più complessi di
volta in volta nel momento in cui
viene costruita la relativa pagina.
> Riempimento delle pagine
a monitorare con ampio aniticipo
l’avanzamento del content delivery;
fissare dead line realistiche in cui i
contenuti possano (devono) essere
resi pronti e disponibili.
FASE 4: PRODUZIONE E
CONTROLLO QUALITA’
REVISIONE COSTRUZIONE TESTING
> Pianificazione
> Monitoraggio (testing)
> Identificazione bug, decisione priorità, esecuzione
debugging
> Monitoraggio
a il testing è un processo a più strati: si
effettua un alpha testing (interno),
seguito da un beta testing (sul server
definitivo);
a il grado di profondità del testing
dipende dal budget
> Pianificazione
a sia un testing formale, semiformale,
informale va sempre pianificato;
a elencare risorse, scheduling,
strumentazione, presupposti, un piano per
la ricerca e la correzione dei bug, prima
del lancio.
> Priorità ed esecuzione del debugging
a delineare un metodo per tenere
traccia dei bug, stabilirne le priorità e
correggerli.
> Verifica finale
a controllare tutto l’insieme: contenuti,
design, produzione, funzionalità;
a far firmare al cliente l’approvazione
finale.
FASE 4: PRODUZIONE E
CONTROLLO QUALITA’
FASE 5: LANCIO E
MANUTENZIONE
CONSEGNA LANCIO MANUTENZIONE
Garantire l’efficienza del sito anche dopo il lancio.
a team di design/produzione e
manutenzione/aggiornamenti spesso diversi;
a a cavallo del lancio il I team passa le
consegne al II (file, documentazione,
indicazioni utili, …).
FASE 5: LANCIO E
MANUTENZIONE
CONSEGNA
> Guida di stile per produzione/aggiornamento
> Documentazione del progetto
> Archiviazione
> Meeting retrospettivo
> Training per il team di manutenzione
LANCIO
> Pianificazione dei comunicati
> Registrazione presso i motori di ricerca
> Lancio ufficiale
MANUTENZIONE
> Team di manutenzione
> Piano di manutenzione
> Misurazione dei risultati, ossia del successo di un sito
> Verifica della sicurezza
CONSEGNA LANCIO MANUTENZIONE
> Guida di stile per produzione/aggiornamento
> Documentazione del progetto
> Archiviazione
> Meeting retrospettivo
> Training per il team di manutenzione
> Documentazione del progetto
a raccogliere ogni materiale utile e
organizzarlo in pacchetti da distribuire al
cliente e al team di manutenzione.
> Guida di stile per
produzione/aggiornamento
a includere informazioni e listati su tag
HTML, relativi attributi, immagini, …
> Archiviazione
a raccogliere e archiviare
sistematicamente tutti i documenti (in
versione elettronica e cartacea);
a ordinare e archiviare proposta,
contratto, project plan, pianificazione,
budget, approvazioni cliente, …;
a essere precisi e accurati!
> Meeting retrospettivo
a rivedere retrospettivamente e in modo
costruttivo l’interso iter del progetto;
a riflettere su ciò che ha funzionato e
ciò che andrà messo a punto alla successiva
occasione.
> Training per il team di manutenzione
a accompagna e segue la consegna delle guide di stile;
a va garantito (e pertanto considerato) per il team di manutenzione.
FASE 5: LANCIO E
MANUTENZIONE
CONSEGNA LANCIO MANUTENZIONE
> Pianificazione dei comunicati
> Registrazione presso i motori di ricerca
> Lancio ufficiale
> Registrazione presso i motori di
ricerca
a ripetere le registrazioni dopo il
redesign;
a seguire le regole d’oro per farsi
trovare.
> Pianificazione dei comunicati
a preavvertire l’audience riguardo
l’azione di redesign;
a incoraggiare gli utenti a visitare il
nuovo sito e a “usarlo”, fornendo un
feedback;
a assicurarsi che si attui una campagna
di comunicazione chiare ed efficace da
parte del Team Marketing.
> Lancio ufficiale (upload)
a caricare sul server nelle ore di minor traffico;
a utilizzare una home page provvisoria mentre si carica la nuova versione;
a tenere pronto un back-up o una versione provvisoria.
FASE 5: LANCIO E
MANUTENZIONE
CONSEGNA LANCIO MANUTENZIONE
> Team di manutenzione
> Piano di manutenzione
> Misurazione dei risultati, ossia del successo del sito
> Verifica della sicurezza
> Piano di manutenzione
a stilare un piano preciso (sia per
sezione, sia di contenuti) indicando date di
aggiornamento quotidiane, settimanali,
mensili, trimestrali, … ;
a fissare una scaletta di controlli
periodici.
> Team di manutenzione
a verificare quali persone siano
all’altezza del compito assegnato (sia di
numero sia di competenza).
> Misurazione dei risultati: il successo del
sito
a tenere traccia delle visite degli utenti,
delle pagine viste, degli errori riscontrati,
del tempo di caricamento, …;
a analizzare ogni forma di feedback
(vendite aumentate? chiamate al customer
service diminuite?, …).
> Verifica della sicurezza
a gli hacker non si riposano mai: state in
guardia!
FASE 5: LANCIO E
MANUTENZIONE
FASE 1
-
DEFINIRE IL PROCESSO
a verranno allestiti il contesto, la pianificazione e tutti i contorni del progetto;
a si metterà il cliente nelle condizioni di aiutare a definire gli obiettivi, il
budget, la timeline e l’audience del progetto.
ESPLORAZIONE
> Raccolta informazioni
> Comprensione
dell’audience
> Analisi competitiva
CHIARIMENTO
> Individuazione degli
obiettivi strategici
> Briefing creativo
PIANIFICAZIONE
> Impostazione del
project plan
> Definizione del budget
> Tempistica e scheduling
> Selezione e attivazione
del team
> Aree e strumenti di
collaborazione
> Strategie di user testing
> Avvio del progetto
ARGOMENTI TRATTATI
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
ESPLORAZIONE
Porsi e porre molte domande
a obiettivi del cliente;
a audience (requisiti e competenze);
a stato del settore e competitor.
CHIARIMENTO + PIANIFICAZIONE
Sistematizzazione delle informazioni in modo chiaro e
conciso (cliente e team)
a quali i desiderata e gli obiettivi del cliente;
a quanto costerà il progetto;
a chi sono i membri del team;
a quali sono le responsabilità del cliente;
a quali materiali produrre e con quali scadenze;
a quali sono gli obiettivi a lungo termine.
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
> Raccolta informazioni
a l’esplorazione è un processo cognitivo;
a lo scopo è di immedesimarsi negli utenti, migliorare
la comprensione dell’audience, dell’azienda, del
processo.
> Raccolta informazioni
+ Comprensione dell’audience
> Analisi competitiva
ESPLORAZIONEFASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
La qualità dell’input da parte del cliente è un fattore critico per il successo di un sito.
Il seguente questionario vi aiuta ad articolare e identificare gli obiettivi globali del redesign,
incluse specifiche domande circa il messaggio, l’audience, i contenuti, il look and feel, le
funzionalità.
Ogni decision maker coinvolto nel processo dovrebbe compilare una copia del questionario,
rispondendo a tutte le domande in modo anche conciso ma chiaro e significativo, aggiungendo
eventuali note o commenti finali.
Una volta compilato, il questionario deve essere rispedito via e-mail al project manager del
team di sviluppo.
> Raccolta informazioni
> Indagine sul cliente
ESPLORAZIONE
> Client Survey
a spesso i clienti hanno idee chiare circa gli obiettivi di business, meno circa
gli obiettivi del progetto;
a lo scopo è di immedesimarsi negli utenti, migliorare la comprensione
dell’audience, dell’azienda, del processo.
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
Informazioni generali
1. Qual è il nome della vostra
azienda e qual è il vostro URL
attuale (o previsto)?
2. Chi sono i contatti principali
nella vostra organizzazione, e chi
ha il compito di approvare il
progetto? (elencare nomi, titoli,
indirizzi e-mail e recapiti
telefonici)
3. Quale data è prevista per il
lancio del nuovo sito? Ci sono
eventuali fattori esterni che
possono vincolare la tempistica?
(ad es.: piano di comunicazione/
PR, roadshow, fiere/eventi,
report annuali)
4. Avete già stabilito le
proporzioni di massima del
budget per questo progetto?
Suddividere il progetto in fasi
distinte può essere opportuno per
ragioni di budget e tempistica?
Sito attuale
1. A vostro parere il vostro sito
attuale garantisce una positiva user
experience? Perché?
2. Quali aree del sito attuale vi
sembrano di maggiore successo, e
perché?
3. Quali sono i limiti e difetti del
vostro sito attuale? Potete citarne
tre in particolare che vorreste
modificare oggi stesso, se possibile?
4. Riguardo al vostro sito attuale,
avete condotto qualche test di
usabilità o raccolto feedback dai
vostri utenti? Se è così, quanto
tempo fa sono state effettuate tali
verifiche? (per favore, allegare i
risultati)
5. Quanto ritenete sia importante
mantenere lo stesso look and feel,
logo e tipo di branding del sito
attuale?
Motivazioni del redesign
1. Quali sono le ragioni primarie per
cui volete sottoporre a redesign il
vostro sito? (ad es.: nuovo business
model, attualizzazione del sito,
espansione dei servizi, differente
audience)
2. Quali sono i vostri primari
obiettivi di business on-line legati al
redesign? E quali quelli secondari?
(ad es.: aumento delle vendite,
marketing/branding, alleggerimento
del customer service). Per favore,
prendere in considerazione obiettivi
sia a breve che a lungo termine.
3. Qual è il principale problema di
business che vi aspettate di risolvere
grazie al redesign? Come pensate di
misurare il successo di tale
soluzione?
4. Quale strategia avete in atto (sia
on- che offline) per perseguire i
vostri nuovi obiettivi di business?
> Raccolta informazioni
> Indagine sul cliente
ESPLORAZIONE
> Client Survey
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
Audience e azione desiderata
1. Descrivete un tipico utente che
viene a visitare il vostro sito. Con che
frequenza si collega, e cosa fa
abitualmente sul Web? Quali sono la
sua età, il suo lavoro, il suo stile di
vita? (spingersi al massimo livello di
dettaglio possibile. Descrivere più di
una tipologia di utente, se necessario)
2. Qual è l’azione essenziale che
desiderate da parte degli utenti
quando visitano il sito? (ad es.: fare
acquisti, registrarsi, cercare
informazioni)
3. Quali sono i fattori chiave che
inducono il vostro target a scegliere
prodotti/servizi della vostra azienda?
(ad es.: prezzo, servizio, valore)
4. Quante persone accedono al vostro
sito nell’arco di un giorno, una
settimana, un mese? Come misurate
l’utilizzo del vostro sito? Prevedete
che dopo il redesign il traffico
aumenti, e in che proporzione?
Percezione
1. Come vorreste che l’utente
percepisse il nuovo sito? Elencate
alcuni aggettivi (ad es.: prestigioso,
amichevole, autorevole, divertente,
innovativo, rivoluzionario, incisivo). In
cosa differisce la percezione
dell’immagine attuale?
2. Nel mondo off-line come viene
attualmente percepita la vostra
azienda? Volete trasmettere lo stesso
tipo di messaggio tramite il vostro
sito?
3. Come si differenzia la vostra
azienda rispetto ai competitor?
Pensate che la vostra audience
attuale percepisca tale differenza?
(elencare gli URL dei principali
competitor)
4. Citate gli URL di alcuni siti che
trovate particolarmente attraenti:
cosa vi piace specificamente di quei
siti?
Contenuti
1. Per il nuovo sito verranno utilizzati
contenuti già presenti in quello
attuale? Se sì, qual è la fonte, chi è
responsabile dell’approvazione e chi
della revisione? I contenuti sono già
stati controllati? Per i nuovi
contenuti, lo sviluppo sarà in-house o
affidato a fornitori esterni?
2. Qual è la struttura e
l’organizzazione di base dei
contenuti? Ricalcherà o espanderà
quella del sito attuale?
3. Descrivete elementi visuali o
contenuti che potranno essere tratti
dal sito attuale o da materiali
marketing (ad es.: logo, schema di
colori, navigazione, nomenclatura e
così via)
4. Il nuovo sito in cosa differirà da
quello precedente, in termini di
funzionalità e navigazione? Avete già
una mappa del sito attuale? E una
mappa o uno schema di quello da
realizzare?
> Raccolta informazioni
> Indagine sul cliente
ESPLORAZIONE
> Client Survey
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
Tecnologia
1. Se ne siete a conoscenza, qual è la
piattaforma e il browser di
riferimento per il target del sito?
2. Ci sono particolari tecnologie
(Flash, DHTML, JavaScript, RealAudio)
che volete utilizzare nel nuovo sito?
Se sì, in che modo e in che misura
ritenete che miglioreranno la user
experience? (descrivere in dettaglio)
3. Il vostro sito deve avere
funzionalità database (contenuti
dinamici, indicizzazione e ricerca,
registrazione/login)? Avete già un
database in funzione? (descrivere
dettagliatamente, incluse applicazioni
e versioni software)
4. Avrete la necessità di implementare
transazioni sicure (e-commerce)? Sono
già previste dal sito attuale?
(descrivere in dettaglio)
5. Avrete altri specifici requisiti di
programmazione (come
personalizzazione, funzioni di ricerca,
e così via)? (descrivere in dettaglio)
Marketing e aggiornamento
1. La maggior parte del pubblico
come viene a conoscenza del vostro
sito attuale? In che modalità la vostra
azienda sta attualmente diffondendo
il suo URL?
2. Brevemente: quali sono i vostri
piani marketing a breve termine
(specificamente per quanto riguarda il
redesign, il lancio e i dodici mesi
successivi)?
3. Avete una strategia marketing già
in atto, o pianificata, per promuovere
il nuovo sito? (se sì, descrivere)
4. Intendete mantenere aggiornato il
sito? Con che frequenza? Chi sarà
responsabile degli aggiornamenti e
della fornitura di contenuti?
Note/contenuti
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> Raccolta informazioni
> Indagine sul cliente
ESPLORAZIONE
> Client Survey
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
> Raccolta informazioni
> Indagine sul cliente
> Personalizzazione del Client Survey
ESPLORAZIONE
Personalizzazione
da calibrarsi su ogni specifico cliente o settore di mercato
Unificare gli obiettivi
a aggregare i risultati (ottenere un’unica lista di risposte);
a il cliente deve rappresentare al team un’unica entità
compatta, con obiettivi condivisi.
Identità corporate
1. Cosa si vuole comunicare con il logo? Che reazione
emozionale si vuole suscitare?
2. Elencare alcuni logo che piacciono
3. Quali colori e immagini veicolano la personalità
dell’azienda?
4. Nel logo va incluso uno slogan? Cosa deve
trasmettere il testo?
Promozione
1. Generalmente quali metodi vengono utilizzati per
promuovere il sito? Funzionano?, Generano traffico?
2. Cosa spingerà gli utenti a tornare sul sito?
Attualmente come si incoraggiano?
3. Quali sono gli obiettivi a breve, medio e lungo
termine circa l’aumento del traffico e di visibilità?
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
> Raccolta informazioni
> Indagine sul cliente
> Analisi del Client Survey
ESPLORAZIONE
Obiettivi primari e secondari
Quale è il principale problema di business
(es. aumento traffico)? Come si pensa di
risolverlo?Audience
Quale è il profilo utenti? (occupazione,
età, frequenza, velocità connessione)Punti chiave del redesign
Quale è lo scopo? Tono della comunicazione
Sulla base dell’audience (familiare,
sofisticato, autorevole)Portata del progetto
Quali sono i confini del progetto?Manutenzione
Farsi una prima idea della natura e
frequenza dei futuri aggiornamentiContatti
Quante e quali sono le persone coinvolte?
Creare una contact list per il cliente e
per il team (nomi, e-mail, telefono, fax,
recapiti postali per invii e fatturazione)
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
Informazioni generali
1. Quali aree del nuovo sito prevedono un aggiornamento (ad
es.: news, foto, oroscopi, prodotti, recensioni) e con quale
frequenza (ad es.: quotidiana, mensile, trimestrale, annuale)?
2. Descrivete il team di manutenzione, le responsabilità
individuali e l’allocazione del tempo, se ne siete già a
conoscenza. (A tempo pieno? Part-time? Ruoli condivisi?)
3. Come sarà aggiornato il sito? I contenuti verranno riversati
manualmente in HTML? Utilizzerete un sistema di content
management per gestire gli aggiornamenti in modo dinamico e
automatizzato (ad es.: database di e-commerce o di testi)? Se
avete intenzione di ricorrere a un sistema di content
management, descrivetelo in dettaglio.
4. Chi sarà il responsabile della manutenzione, e qual è il suo
livello di competenza tecnica? Quali sono i requisiti in
proposito? Questa persona necessiterà di un periodo di
formazione?
5. Chi sarà responsabile delle modifiche grafiche del sito?
Questa persona farà riferimento ai template grafici esistenti?
Qual è il suo livello di competenza nel design?
Creazione dei contenuti
1. Chi sarà responsabile della produzione di
contenuti? Questa persona sarà in grado di dedicarvisi
a tempo pieno o part-time?
2. Man mano che il sito si espanderà, chi avrà il
compito di salvaguardarne il look-and-feel
complessivo?
3. Con quale frequenza si aggiungeranno al sito nuove
aree o sezioni? Si tratterà di sezioni basate sugli stessi
template grafici esistenti, o svincolate da essi?
> Raccolta informazioni
> Indagine sul cliente
> Indagine sulla manutenzione
ESPLORAZIONE
> Maintenance Survey
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
Competenze di produzione
1. Quali competenze tecnologiche sono
necessarie per aggiornare il sito (ad es.:
HTML, scripting)?
2. La home page del sito prevede un sistema
automatizzato di aggiornamento dei
contenuti? (ad es.: refresh automatico di
testi e/o immagini a ogni caricamento,
generazione di citazioni random,
aggiornamento della data e dell’ora,
eccetera).
Produzione
1. Come si metterà al corrente l’utente che il
sito è stato aggiornato? Sono previste
notifiche via e-mail o altre forme di
annunci/comunicati?
2. Chi avrà la responsabilità di verificare e
rinnovare la registrazione presso i motori di
ricerca? Con quale frequenza verranno
aggiornate le parole-chiave e i tag META?
ESPLORAZIONE
> Maintenance Survey
... ovvero
a chi se ne occuperà?
a con che frequenza?
a con che livello di crescita?
> Raccolta informazioni
> Indagine sul cliente
> Indagine sulla manutenzione
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
ESPLORAZIONE
BUONI CLIENTI
> Sono orientati agli obiettivi; non perdono di vista
il quadro globale.
> Rispondono al Client Survey in modo chiaro e
dettagliato.
> Forniscono uno schema chiaro degli obiettivi e
della portata del progetto.
> Hanno una discreta conoscenza dell’ambiente
Web e dei processi di sviluppo.
> Provvedono puntualmente alla firma e
all’approvazione.
> Concordano su consegne, scheduling, budget.
> Rispondono alle e-mail e alle telefonate.
> Hanno un approccio team-oriented.
> Vi consegnano in tempo i contenuti.
> Fanno parte della soluzione, non del problema.
CLIENTI AD ALTO RISCHIO
> Sono frettolosi e hanno richieste irrealistiche per
la tempistica.
> Non hanno idea di quali saranno i contenuti ma
vogliono che “sembrino davvero tosti”.
> Pretendono che creiate un sito demo, dicendo che
“a quello vero ci penseremo dopo”.
> Non vi danno l’approvazione finale, non vi
mettono in contatto con i decision maker.
> Non hanno tempo per compilare il questionario.
> Scarso budget, scadenza ravvicinata.
> Non prendono decisioni, non rispondono
tempestivamente alle e-mail e alle telefonate.
> Sono indecisi, cambiano parere continuamente.
> Vogliono occuparsi in prima persona degli aspetti
creativi per “risparmiare quattrini”.
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
Esempio di profilo utente molto dettagliato
Paige McCormick
Paige McCormick è insegnante di arte, artista e allenatrice di una squadra
femminile di baseball. Ha 35 anni e vive a Portland (Oregon, USA), è single, ha un
cane.
La casa è di sua proprietà, e Paige dedica parecchio tempo a bricolage e
giardinaggio. Lavora molto e ha uno stile di vita estremamente attivo. Nel tempo
libero fa jogging, mountain bike e passeggiate con il suo cane.
Paige ha una vera passione per il suo cane Ruthie e fa di tutto per prendersene
cura. È un’attenta frequentatrice di negozi per animali; occasionalmente legge
libri sul comportamento e l’addestramento dei cani; è felice di vivere vicino a un
parco, perché così Ruthie può correre in libertà.
Paige si collega a Internet con un modem 56K ma progetta di passare quanto prima
a una connessione ADSL. Usa un Mac G3 e si considera un’esperta di computer. Fa
molti acquisti online, apprezzando la comodità e il risparmio di tempo, per quanto
ogni tanto l’incertezza sui tempi di consegna sia un deterrente. Apprezza in
particolare la consegna automatica, ogni mese, di una scorta di cibo per cani.
Riguardo ai prodotti per animali, predilige i piccoli negozi specializzati che offrono
prodotti gratificanti anche sul piano estetico, mentre non le piacciono i negozi in
stile grande magazzino, come PetClub, sebbene ammetta che possono soddisfare
ogni necessità con prezzi contenuti.
ESPLORAZIONE
> Comprensione dell’audience
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
ESPLORAZIONE
> Comprensione dell’audience
> Requisiti tecnologici
> Competenze e abilità audience
> Analisi delle competenze
> Identificazione esigenze tecniche
Requisiti tecnologici
Fattore critico per valutare la portata e il budget del progetto
CONFRONTO TRA ASPETTATIVE TECNOLOGICHE DEL CLIENTE E BUDGET EFFETTIVO
$ ASPETTATIVE
Sito in HTML e Flash
Log-in e personalizzazione
Aggiornamenti quotidiani
Multilingue
DHTML
Demo in Flash
Streaming audio-video
Motore di ricerca interno
Funzionalità di e-commerce
Contenuti dinamici
Da 100 a 200 pagine
$ REALTÀ
Sito statico in semplice
HTML
Qualche animazione
GIF/Flash
Effetti rollover Javascript
Casella e-mail per contatti
Da 30 a 50 pagine
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
ESPLORAZIONE
> Comprensione dell’audience
> Requisiti tecnologici
> Competenze e abilità audience
> Analisi delle competenze
> Identificazione esigenze tecniche
Banda larga o no?
Ampiezza di banda in termini di capacità (tempo download,
versione browser, plug-in, …)
Gli utenti della banda larga non sono necessariamente + esperti
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
Quale % si collega via modem, monitor > 17’’, plug-in flash,…?
Esplicitare queste informazioni è tutt’altro che semplice
Lo scopo è identificare i requisiti tecnologici della propria audience
(download sostenibile, velocità modem, compatibilità browser, …):
stabilire una forchetta di standard al cui interno il team deve mantenersi
(standard allineati alle aspettative del cliente)
ESPLORAZIONE
Video streaming Quick Time a un’audience con Modem?
IMPOSSIBILE
> Comprensione dell’audience
> Requisiti tecnologici
> Competenze e abilità audience
> Analisi delle competenze
> Identificazione esigenze tecniche
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
a La TV verità: persone reali irresistibilmente affascinate da quello che le altre dicono e fanno
a Designer e sviluppatori hanno bisogno di dettagli (motivazioni, frustrazioni, desideri utenti)
a Paige vorrebbe una certa funzionalità o sarebbe contrariata da un banner pubblicitario?
a I designer utilizzano i profili per trovare compromessi nelle scelte di progettazione
a Informazioni da includere nei profili:
• dati demografici
• storie di vita quotidiana
• foto nel loro ambiente e dei loro soggetti
• preferenze e idiosincrasie
• modelli di comportamento
• frustrazioni legate al prodotto
• desiderata
a presidente Gomoll Research;
a specializzata in user experience design;
a esperta nel campo dell’interface design e dell’usabilità;
a clienti: HP, Compact, WebTV.
Kate Gomoll Profilo degli utenti
Rendere i profili leggibili
a stile narrativo e attraente;
a rendere memorabile ogni persona.
Il parere dell’esperto
zeddy
luogo di nascita:
età:
statura:
peso:
capelli:
occhi:
hobby:
segni particolari:
il pianeta zed
12 anni-zed
1,00
24 Kg. Terrestri
sconosciuti
neri
scoprire cose nuove,
predire il futuro e
divertirsi follemente
casco in testa,
adora il colore verde
superpoteri, ed astronave
parcheggiata nelle vicinanze
AGENT PER MOBILE GAME
ESPLORAZIONE
> Tech-Check> Comprensione dell’audience
> Analisi delle competenze
> Identificazione esigenze tecniche
1. Il vostro sito attuale include una o più delle
seguenti funzioni? (Contrassegnate tutte le voci
appropriate e aggiungetene una breve
descrizione)
Motore di ricerca
Personalizzazione
(Login/cookie)
Registrazione
Funzioni di sicurezza
Questionari/sondaggi/votazioni on-line
Distribuzione di newsletter via
Altro:
2. Elencate ogni altra funzione che vorreste
aggiungere al sito (ora o in futuro).
3. Il sito prevede, attualmente o in futuro,
funzionalità di e-commerce? (ad es.: transazioni
sicure, gestione magazzino, compilazione di ordini).
Sì (descrivere qui sotto)
No
4. Il sito include o includerà funzioni di
login, registrazione, personalizzazione?
Sì (descrivere qui sotto)
No
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
ESPLORAZIONE
> Tech-Check> Comprensione dell’audience
> Analisi delle competenze
> Identificazione esigenze tecniche
Nota – Se si ha risposto “sì” ad almeno una delle domande precedenti, è necessario pianificare un
workflow a parte per lo sviluppo e la gestione delle problematiche tecnologiche.
5. Utilizzate o utilizzerete un sistema di content
management per aggiornare/pubblicare
dinamicamente i contenuti?
Sì (descrivere qui sotto)
No
6. Il sito deve integrarsi con un database
preesistente? (Se la risposta è positiva,
descrivere il tipo di database: ad es. SQL Server,
Access, FileMaker).
7. Il sito deve incorporare script o porzioni di codice
che avete già definito? Si tratta di codice server-side
o clientside (se ne siete a conoscenza)?
Sì (descrivere qui sotto)
No
8. Indicate per favore nomi e recapiti dei vostri
responsabili tecnici e/o di fornitori esterni a cui
potremmo rivolgerci per maggiori dettagli.
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
ESPLORAZIONE
> Comprensione dell’audience
> Analisi delle competenze
> Analisi competitiva
> Analisi competitiva
a Se fatta seriamente, generalmente al di fuori della portata di
budget “normali”;
a Dedicarsi a studiare il settore di mercato e i competitor;
a Confrontare le caratteristiche del sito attuale con gli altri:
Cosa funziona?, Cosa no?
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
a Branding: arte e scienza di identificare e posizionare gli elementi distintivi di un’azienda
a Brand: incorpora l’essenza di un prodotto o un servizio in una forma attraente e facile da
ricordare
a Nel brand si condensa l’intera user experience
a Identificare i punti di forza di un brand e massimizzarli mediante il design visuale e i testi
a Coerenza on-line/off-line
a Identificare sia il valore attuale sia potenziale
a dirige agenzia Phinney/Bischoff Design House di Seattle;
a esperienza ventennale in marketing strategico e strategie di
branding.
Leslie Phinney Esplorazione e branding
Il parere dell’esperto
grafica tradizionale
> loghi aziendali
> carta intestata/biglietti da visita
> brochure/cartelletta
mascotte aziendali
> ideazione
> definizione
web
> sito HTML
> portale
> sito Flash
> introduzione in Flash
cd-rom
BRAND - IMMAGINE COORDINATA
packaging
shopping bag
gadget
> penna
> portachiavi
> calendario
signage
> insegna
outdoor
> camioncini
Azienda/cliente
Somministrare ed elaborare il
questionario Client Survey;
definire le aspettative circa
obiettivi primari, audience,
tono/stile eccetera.
Raccogliere informazioni e
materiali esistenti: marketing,
ricerche precedenti, stampati
vari.
Effettuare interviste di
approfondimento via e-mail o
telefono (problemi aperti,
possibili soluzioni, scopi specifici
del redesign).
Settore
Analizzare il contesto on- e off-
line del settore di mercato del
cliente. Utilizzare metodi
tradizionali (bibliografia, annuari,
ricerche on-line) oppure, se il
budget lo consente, commissionare
ricerche esterne (società di
consulenza).
Analizzare i periodici del settore,
i newsgroup, eventuali whitepaper e
via dicendo.
ESPLORAZIONE
> CHECKLIST DI RIEPILOGO> Riepilogo
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
Strategia/marketing/branding
Informarsi sulle campagne di
marketing/pubblicità già in corso
o pianificate, sia on-line che off-
line.
Comprendere la strategia
marketing dell’azienda e i suoi
scopi sia a breve che a lungo
termine.
Comprendere la strategia di
branding, la percezione da
promuovere, lo stile e l’approccio
di comunicazione (attuale e
desiderato).
Sito attuale
Test usabilità. Punti forti e deboli
(navigabilità, contenuti, …).
Raccogliere dati quantitativi
disponibili (log server, marketing,
acquisto e traffico).
Raccogliere dati qualitativi.
Feedback clienti: cosa piace, sezioni
successo e perché.
Stendere specifiche tecniche-
funzionali. Comprensione sito
attuale e tecnologie sottostanti.
Content audit: quali contenuti
sono rilevanti e quali no? Adeguati?
ESPLORAZIONE
> CHECKLIST DI RIEPILOGO> Riepilogo
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
Competitor
Identificare i competitor
primari e secondari (sia on-line
che off-line).
Condurre un’analisi
competitiva formale o informale;
Evidenziare le funzionalità e i
tratti distintivi di ciascun sito e/o
azienda.
Audience
Definire l’audience primaria del
sito (da cliente e da Client Survey).
Raccogliere dati demografici
sull’audience: occupazione, età,
genere, reddito, pattern di
comportamento on-line, dotazione
tecnologica, ….
Creare profili utente e modelli di
task interattivi: stile di vita,
ambienti, tipi utilizzo Internet e
modelli di interazione con il sito.
Comporre scenari realistici, (casi
comportamento dell’utente)
ESPLORAZIONE
> CHECKLIST DI RIEPILOGO> Riepilogo
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
Prodotti/servizi
Identificare e familiarizzarsi
con i prodotti/servizi offerti dal
cliente.
Delineare le abitudini
d’acquisto: i fattori che inducono
un potenziale cliente a pagare o a
registrarsi.
Determinare il grado di
efficacia del customer service: è
effettivamente di aiuto o no?
Altri dati
Aggiungere altre aree di interesse
e altre informazioni, specifiche per
un certo cliente o settore, se
possono fornire ulteriori indicazioni
o informazioni utili per il progetto.
ESPLORAZIONE
> CHECKLIST DI RIEPILOGO> Riepilogo
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
> Chiedersi
a quale è lo scopo del nuovo sito ?
a perché questo progetto ?
a cosa si va a offrire in più ?
> Individuazione obiettivi strategici
> Briefing creativo
CHIARIMENTO
> Obiettivi possibili cliente
• aumentare traffico;
• incrementare vendite;
• promuovere nuovo prodotto;
• creare sito dinamico orientato ai contenuti;
• alleggerire carico customer service;
• rendere più intuitiva la navigazione;
• facilitare consultazione catalogo e acquisti.
• …
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
> Step operativi
a quali obiettivi possono decidere il successo o
l’insuccesso ?
a come farà il cliente a stabilire se ha raggiunto il suo
scopo ?
a stabilire obiettivi I, II, III
a suggerire al cliente obiettivi misurabili dal punto di
vista qualitativo-quantitativo
> Individuazione obiettivi strategici
> Briefing creativo
CHIARIMENTOFASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
a assicurarsi di aver capito quanto il cliente ha detto
a B.C. = riferimento costante
a chiari e concisi: obiettivi, audience, percezione
a no visuale, no schemi, no bozzetti
a controfirma
> Individuazione obiettivi strategici
> Briefing creativo
CHIARIMENTO
> Strutturare il B.C.
a cliente, titolo, data, versione (intestazione)
a progetto (riassumere contorni generali)
a target (chi, interessi, abitudini)
a tono, stile, linee guida (reazione da suscitare)
a strategia di comunicazione (leva)
a posizionamento competitivo (fattori successo)
a messaggio chiave (keyword di sintesi progetto)
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
Sintesi del progetto
1. Qual è la panoramica del
progetto? Descrivere in una
frase, contestualizzare.
2. Qual è lo scopo primario e
globale del nuovo sito?
3. Quali sono gli obiettivi
secondari?
4. Quali sono gli obiettivi a
lungo termine?
Profilo dell’audience
1. Qual è l’audience di riferimento?
Scegliere un utente-tipo e
tracciarne un dettagliato profilo.
Se necessario, componete più
profili corrispondenti a diversi
segmenti di audience.
2. Qual è un tipico task che
l’utente svolgerà nel nuovo sito?
(ad es.: registrazione, login,
ricerca di informazioni,
acquisto, comunicazione).
> BRIEFING CREATIVO: UNA TRACCIA> Individuazione obiettivi strategici
> Briefing creativo
CHIARIMENTOFASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
Percezione/tono/linee guida
1. Cosa pensa e prova
l’audience del sito attuale?
2. Cosa si vorrebbe che
pensasse e provasse?
3. Come riuscirà il nuovo sito a
conseguire questo effetto?
4. Quali aggettivi possono
descrivere come il sito e
l’azienda dovrebbero essere
percepiti dall’audience?
5. Quali sono i principali aspetti
chiave che il sito dovrebbe
veicolare sul piano visuale?
Profilo dell’audience
1. In cosa si differenzia l’azienda
(e il sito) rispetto ai competitor?
2. Quali sono le caratteristiche
peculiari che distinguono
l’azienda?
3. Quali sono le aree di maggior
successo del sito attuale, e
perché?
> BRIEFING CREATIVO: UNA TRACCIA> Individuazione obiettivi strategici
> Briefing creativo
CHIARIMENTO
Messaggio di fondo
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
ESERCITAZIONE_02
obiettivo: realizzare un briefing creativo (1 pagina e
½) per il redesign di un prodotto editoriale digitale
(quindi non obbligatoriamente web) sulla base delle
informazioni precedenti
convenzioni: formato RTF, in 1 pagina, carattere
Verdana 10, impostazione pagina (sup. 2.5, inf. 2.5,
sin. 2, dx. 2), interlinea 1.5, allineamento giustificato
> Il Project Plan
a focalizzarsi sugli elementi chiave;
a deve contenere almeno i seguenti elementi:
• visione d’insieme del progetto;
• scheduling dettagliato;
• budget analitico;
• briefing creativo;
• informazioni audience (profili utente, requisiti tecnologici);
• piano di user testing;
• dettagli e presupposti;
• riga per la firma del cliente (l’elemento più importante!).
> Impostazione del project plan
> Definizione del budget
> Tempistica e scheduling
> Selezione e attivazione del team
> Aree e strumenti di collaborazione
> Strategie di user testing
> Avvio del progetto
PIANIFICAZIONEFASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
> Il Project Plan (> dettaglio, > tutela)
a tutela il team e il cliente;
a sottoscrivendolo il team dimostra di aver capito e approvato quello che il
team si appresta a fare;
a uno dei documenti ufficiali da consegnare;
a da inviare assieme al contratto e prima fattura;
a una volta avviato, qualsiasi modifica al project plan è un costo extra;
a definisce chiaramente obblighi e dettagli.
> Impostazione del project plan
PIANIFICAZIONE
> Esempio di voci da inserire
a il sito conterrà da 20 a 25 pagine;
a lo scheduling prevede il completamento del progetto in 11 settimane;
a i diritti per l’utilizzo di illustrazioni/fotografie, e le spese relative, sono
a carico del cliente e non rientrano nel budget.
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
a esperienza: preventivare durata e carico di lavoro per fasi e attività;
a crearsi cuscinetti e tutelarsi: tutto sarà più lungo e faticoso del previsto;
a in base al budget disponibile: tempo e risorse da dedicare per attività;
a inflazione progettuale *: lento slittamento (processo lineare -> incubo);
a tenere scrupolosamente traccia del monte ore impiegato.
> Definizione del budget
PIANIFICAZIONE
> Quando fatturare
a 30 % approvazione del Project Plan;
a 30 % approvazione del Visual Design;
a 40 % consegna del prodotto definitivo.
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
> Definizione del budget
PIANIFICAZIONE
> Regola #1: fatturare quello che si può
a esperienza del team;
a aspettative del cliente;
a disponibilità delle risorse;
a costi fissi;
a programmazione back-end;
a qualità della documentazione.
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
> Regola #2: è una questione di ore
FASI DI SVILUPPO breve termine
(tot. 150 ore)medio termine
(tot. 300 ore)
lungo termine
(tot. 800 ore)
project
manager
50 ore
Info
design
10 ore
design
40 ore
test di
usabilità
5 ore
produzione
grafica e
HTML
40 ore
CQ
5 ore
project
manager
100 ore
Info
design
30 ore
design
60 ore
test di
usabilità
20 ore
produzione
grafica e
HTML
60 ore
CQ
20 oreProgr/
javascr
10 ore
project
manager
200 ore
Info
design
100 ore
design
180 ore
test di
usabilità
60 ore
produzione
grafica e
HTML
100 ore
CQ
60 oreProgr/
javascr
40 ore
FASE 1 - Definizione progetto
definire obiettivi strategici,
budget e scheduling, profilo
utente, requisiti tecnologici.
Aree e strumenti di
collaborazione. Avvio progetto.
FASE 2 - Struttura sito
navigazione, page flow,
acquisire contenuti
FASE 3- Visual design e testing
impostazione concettuale,
stabilire strategie di branding.
Creare protosito, verificare
usabilità
FASE 4 - Produzione e CQ
ottimizzazione grafica, test
usabilità, controllo qualità,
debugging
FASE 5 – Lancio e manutenzione
caricamento e lancio del sito.
Manutenzione e marketing.
Chiudere il progetto.
> SCHEMA DEL MONTE ORE PER 3 PROGETTI DI DIMENSIONI DIFFERENTI
team member/role rate wk 1 wk 2 wk 3 wk 4 wk 5 wk 6 wk 7 wk 8 wk 9 wk 10 Total hrs Total $
project manager € 50 40 40 40 40 40 40 40 40 320 € 16.000
art direction € 50 12 12 40 40 40 20 20 20 204 € 10.200
information design € 50 12 40 40 20 112 € 5.600
art production € 35 2 20 20 40 40 40 40 202 € 7.070
66 92 140 120 120 100 100 100 0 0 [total] € 38.870[hours]
> SCHEMA DEL MONTE ORE RELATIVO AI RUOLI SUDDIVISO PER SETTIMANE
> Definizione del budget
PIANIFICAZIONEFASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
Membro del team ore stimate costo x ora giornate subtotale
project manager 200 € 50 25 € 10.000
art direction 20 € 50 2,5 € 1.000
designer 40 € 40 5 € 1.600
specialista usabilità 30 € 50 5 € 1.500
production designer 40 € 40 5 € 1.600
programmatore 10 € 60 1,25 € 600
copywriter 40 € 35 5 € 1.400
Controllo qualità 12 € 25 1,5 € 300 ricarico totale
€ 18.000 50% € 27.000
> STIMA PER RUOLI
Aggiungere da 10 a 50 % per cautelarsi contro costi addizionali, imprevisti.
> Definizione del budget
PIANIFICAZIONEFASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
Membro del team ore stimate costo x ora giornate subtotale
definizione progetto 40 € 50 5 € 2.000
information design 40 € 50 5 € 2.000
visual design 60 € 50 7,5 € 3.000
animazioni flash 20 € 50 2,5 € 1.000
produzione 80 € 40 10 € 3.200
programmazione 10 € 60 1,25 € 600
test usabilità 30 € 50 5 € 1.500
analisi competitiva 20 € 50 2,5 € 1.000
copywriting 60 € 50 7,5 € 3.000
testing/ controllo qualità 15 € 40 1,5 € 600 ricarico totale
€ 17.900 50% € 26.850
> STIMA PER ATTIVITA’
Aggiungere da 10 a 50 % per cautelarsi contro costi addizionali, imprevisti.
> Definizione del budget
PIANIFICAZIONEFASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
> Monitoraggio monte ore
PIANIFICAZIONEFASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
> Tenere traccia delle ore di lavoro !!!
Verificare che il team documenti di settimana in settimana le ore
effettivamente spese e vengano confrontate con il budget preventivato
22/05/2005 Monte ore previste Monte ore utilizzate Monte ore rimanenti Commenti
Design 248 207,5 43,5
Produzione 325 18,5 306,5
Amministrazione 128 36,5 91,5
> Monitoraggio monte ore
PIANIFICAZIONEFASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
> Essere diligenti e precisi
TimeSlicevalido strumento per il monitoraggio del tempo.
www.timeslice.us
ESERCITAZIONE_03
obiettivo: stimate il vostro impegno (ore previste,
utilizzate, rimanenti) per il corso di Principi di
Progettazione Editoriale Digitale (lezioni, formazione,
esercitazione, preparazione all’esame)
convenzioni: formato XLS, carattere Verdana 8
a i progetti hanno bisogno di una programmazione, le persone hanno
bisogno di una scadenza;
a impostare dapprima una panoramica generale, poi uno schema data per
data;
a lo scheduling deve trasmettere il senso di urgenza;
a il mancato rispetto delle deadline rischia un effetto domino del progetto;
a il cliente va “educato” orientandolo agli obiettivi.
> Tempistica e Scheduling
PIANIFICAZIONE
> Scheduling panoramico
> Scheduling dettagliato
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
> Scheduling panoramico
a schema descrittivo chiaro e circostanziato che includa metodologie,
scadenze e consegne;
a suddivisione del progetti o in settimane (o mesi), macro-fasi e relativi
passi metodologici con relative date di scadenza.
> Tempistica e Scheduling
PIANIFICAZIONEFASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
> Scheduling dettagliato
a funge da agenda delle attività quotidiane;
a comprende le azioni (materiali da consegnare, traguardi da raggiungere);
a tranquillizza tutti i partecipanti
a essenziale per mantenere la rotta;
a va mantenuto aggiornato man mano che lo scheduling procede;
a deve essere accessibile a tutti on-line.
a comporre il team: assegnare ruoli e responsabilità (sia del team sia del
cliente);
a Cliente - unica decisione: le approvazioni multiple causano ritardi;
a Team – ogni individuo può ricoprire più di un ruolo: ragionare in termini
di ruoli
> Selezione e attivazione del team
PIANIFICAZIONEFASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
> Ruoli del Team
PIANIFICAZIONEFASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
Project Manager
> ruolo: gestisce un progetto Web dall’inizio alla fine. E’ il contatto
primario per il cliente e il fulcro della comunicazione per il team.
> responsabilità: determinare e definire i requisiti del sito. Concordare
con il cliente le tecnologie e i tempi adeguati per conseguire gli obiettivi,
tenendo conto dei vincoli di budget e tempistica. Controlla che il progetto
mantenga la rotta, risolve i problemi, comunica con tutti i membri del
team e con il cliente in ogni sua fase.
> in pratica: è il collante che tiene insieme tutto quanto.
> Ruoli del Team
PIANIFICAZIONEFASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
Information Designer
> ruolo: traduce i contenuti e gli obiettivi di business in schemi funzionali
e visuali.
> responsabilità: sviluppa la mappa del sito e la struttura dei menu di
navigazione. Ruolo a volte condiviso con visual design o la produzione.
> in pratica: definisce la navigazione, le funzionalità e la user interaction.
> Ruoli del Team
PIANIFICAZIONEFASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
Responsabile del controllo qualità
> ruolo: dà la caccia ai bug a partire dalla fine della produzione e, in
alcuni casi, conduce il testing dopo il lancio.
> responsabilità: pianificazione dei test, la verifica della compatibilità
con i browser, la correttezza dell’HTML e il funzionamento dei contenuti.
> Ruoli del Team
PIANIFICAZIONEFASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
Responsabile usabilità
> ruolo: raccoglie le informazioni di prima mano sul modo in cui gli utenti
interagiscono effettivamente con il sito e analizzare cosa funziona e cosa
no.
> responsabilità: Lavora in stretta collaborazione con l’information
designer per quanto riguarda la struttura di navigazione e i percorsi
interattivi, quindi sottopone a test di usabilità il redesign nella fase di
sviluppo del protosito, durante il controllo qualità e al momento del
lancio.
> Ruoli del Team
PIANIFICAZIONEFASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
Responsabile produzione, production designer
> ruolo: guida un team di HTML designer per gestire la produzione e il
testing del sito, tenendo sempre d’occhio lo scheduling. HTML e
nell’ottimizzazione della grafica, incluso l’utilizzo di tabelle, frame e
soluzioni cross-browser,ASP, Perl, Java, CGI.
> responsabilità: costruire il protosito e di implementare i layout HTML
definitivi, così come quella di integrare nel sito le specifiche relative a
design e grafica.
> Ruoli del Team
PIANIFICAZIONEFASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
Copywriter, content manager
> ruolo: impone specifici requisiti di stile. E’ uno dei ruoli più importanti.
> responsabilità: Quando anche content manager gestisce tutti i contenuti
(cioè immagini, media e testi) e controlla che vengano consegnati alla
produzione secondo quanto stabilito nel piano di content delivery.
> Ruoli del Team
PIANIFICAZIONEFASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
Art director, visual designer
> ruolo: crea soluzioni grafiche splendide ed efficaci lottando contro i
vincoli dettati dall’audience.
> responsabilità: Padronanza degli strumenti standard (Fireworks, Flash,
Dreamweaver, Photoshop, GoLive). Se il team comprende più visual
designer, li coordina nell’ideazione della vision creativa.
> Ruoli del Team
PIANIFICAZIONEFASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
Responsabile programmazione, back-end engineer
> ruolo: funge da tramite tra back-end e front-end. Accurata analisi a
priori del progetto per determinare le esigenze di back-end.
> responsabilità: scripting elementare in JavaScript fino a forme di
programmazione più complessa (CGI, ASP, Java, ATG e Perl). A seconda dei
requisiti tecnici del progetto, possono essere necessari differenti livelli di
expertise tecnologica.
> Strategie di user testing
PIANIFICAZIONEFASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
Strategie di user testing
> Questionari on-line: ottimali per domande a risposta chiusa (SI/NO); tasso di
risposta in genere basso (10-15%).
> Focus group: raccolta di opinioni tramite approfondite discussioni.
Motivazioni delle scelte effettuate.
> Test usabilità: processo one to one; compiti da svolgere (non lista step by
step).
> Avvio del progetto
PIANIFICAZIONEFASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
Avvio del progetto
> Prepararsi alla riunione: radunare tutta la documentazione; stendere ODG;
> Introduzione al project plan: distribuite una lista contatti; descrivete
responsabilità e i ruoli (team e cliente);
> Obiettivi strategici: distribuire briefing creativo e discuterlo in dettaglio.
> Contenuti: chi li fornirà
> Tempistica e scheduling: discutere il calendario; “inflazione progettuale”
FASE 1: DEFINIRE IL PROCESSO
FASE 2
-
STRUTTURA DEL SITO
a definizione information design: “costruire sistemi coerenti e funzionali per la
navigazione, la grafica, il layout delle pagine, la titolazione, in modo tale che
l’utente sappia sempre dove andare, cosa fare e perché tornare a visitare il sito”.
a information architecture: modo in cui si organizzano e strutturano i contenuti
del sito.
a information design: organizzazione delle informazioni a livello di pagina.
CONTENUTO
> Contenuti
> Audit dei contenuti
esistenti
> Schematizzazione
> Pianificazione del
Content delivery
SITO
> Mappa del sito
> Organizzazione
esistente
> Denominazione e
convenzioni varie
PIANIFICAZIONE
> Gabbia della pagina
> Navigazione
> Titolazione ed
etichettatura
ARGOMENTI TRATTATI
FASE 2: STRUTTURA DEL SITO
a L’organizzazione è un processo che facciamo quotidianamente (suddivisione in
categorie, autori, gusti, tipologie (armadi, librerie, foto, file.
a L’information designer è come un architetto: propone al cliente lucidi, bozzetti,
decide numero, dimensioni, forma delle stanze (pagina sito), possibilità di ampliare e
aggiungere locali, passare da un locale all’altro (navigazione/link)
a L’architetto lavora a fianco degli ingegneri che lo informano su cosa è possibile
costruire. All’information design si affianca il visual design
a Pianificare accuratamente la struttura: risparmio di tempo e denaro.
a si occupa di user experience dal 1993;
a nel 1994 fonda la Smart Monkey Media
(www.smartmonkey.com);
a specializzata nell’area di convergenza tra Web e
Televisione;
Ani Phyo Note sull’information design
Il parere dell’esperto
> Contenuti
CONTENUTOFASE 2: STRUTTURA DEL SITO
Contenuti
> Fattore critico
> Risorse dedicate
> Copywriter consigliabile del cliente
> Aggregare tra loro gli argomenti (mele con mele, …)
> Organizzazione (lavoro di logica e categorizzazione)
> Audit dei contenuti
CONTENUTOFASE 2: STRUTTURA DEL SITO
Audit dei contenuti
> Definizione: analisi di ogni porzione di contenuti (test, immagini, altri
media)
> Rischio di un riciclaggio indifferenziato dei contenuti
> Rimuovere i contenuti superflui, minimizzare i contenuti irrilevanti,
massimizzare quelli che meglio rispondono agli obiettivi di business
> Una volta revisionati i contenuti saranno piu’ facili da organizzare. Piu’
facile raggrupparli, schematizzarli e suddividerli per aree
> La raccolta dei contenuti va a supporto del content audit
> Audit dei contenuti
CONTENUTOFASE 2: STRUTTURA DEL SITO
> Pianificazione del content delivery
CONTENUTOFASE 2: STRUTTURA DEL SITO
Pianificazione del content delivery
> Attenzione allo slittamento dei progetti (per il 99% dei casi)
> Scheduling delle consegne
> Contenuti primari (testi, immagini, media)
> Contenuti secondari (messaggi di errore, form, componenti di ricerca)
> Contenuti legati alla produzione (meta, alt, title)
> Ogni settimana il piano dovrebbe essere aggiornato e redistribuito dal
content manager
Testi pronti per il web: formato digitale (RTF o HTML) con link
www.mestierediscrivere.com
> Mappa del sito
SITOFASE 2: STRUTTURA DEL SITO
Mappa del sito
> Spesso non viene realizzata
> Ossatura su cui impiantare il progetto
> Rappresentazione visuale: struttura, organizzazione, flusso di navigazione,
aggregazione di contenuti e informazioni
> Aggiornata man mano che si modifica la struttura del sito
Buon programma di Site Mapping
> Microsoft Visio (www.microsoft.com/office/visio)
SITOFASE 2: STRUTTURA DEL SITO
> Esempio di schizzo fornito dal cliente
SITOFASE 2: STRUTTURA DEL SITO
> Esempio di mappa a sviluppo verticale
> Esempio di mappa a sviluppo orizzontale
SITOFASE 2: STRUTTURA DEL SITO
> Denominazioni e convenzioni varie
SITOFASE 2: STRUTTURA DEL SITO
> Gabbia della pagina
PAGINAFASE 2: STRUTTURA DEL SITO
Gabbia della pagina
> Equivalente degli storyboard
> Rappresenta l’allocazione degli spazi nelle pagine principali: posizione,
dimensioni, testi, immagini, titoli dei menu di navigazione
> Preparare tutte le gabbie del I e II livello
> Semplice gabbia (contenuti)
PAGINAFASE 2: STRUTTURA DEL SITO
PAGINAFASE 2: STRUTTURA DEL SITO
> Semplice gabbia (pixel)
PAGINAFASE 2: STRUTTURA DEL SITO
> Gabbia in dettaglio
> Checklist per le gabbie
PAGINAFASE 2: STRUTTURA DEL SITO
Checklist per le gabbie
immagini/figure/illustrazioni;
contenuti/testi (generici o effettivi, se disponibili);
intestazione e/o navigazione globale (barra di navigazione ed elementi
globali che ricorrono in ogni pagina);
funzionalità (descrizione degli elementi funzionali/interattivi di base);
link primari (percorsi di navigazione);
link secondari;
media (se previsti);
dimensioni standard della finestra (pixel).
> 4 modelli di navigazione
PAGINAFASE 2: STRUTTURA DEL SITO
Navigazione diretta: la scelta dell’utente è indirizzata da opzioni preimpostate.
Questo modello di navigazione viene adottato per segmentare l’audience verso
contenuti distinti e specifici in base al tipo di utente/cliente.
PAGINAFASE 2: STRUTTURA DEL SITO
Ricerca libera: modello di navigazione tipico dei motori di ricerca, ma anche dei
siti a elevata densità di informazioni, per consentire agli utenti l’accesso diretto
ai contenuti desiderati.
> 4 modelli di navigazione
PAGINAFASE 2: STRUTTURA DEL SITO
Navigazione per categorie: le informazioni vengono proposte all’utente
suddivise in categorie/canali, adottando per lo più la metafora di cartelle e
relative etichette/linguette, tipica dei sistemi operativi per computer.
> 4 modelli di navigazione
> 4 modelli di navigazione
PAGINAFASE 2: STRUTTURA DEL SITO
Navigazione lineare: il percorso dell’utente viene forzato in un tunnel
predefinito. Modello che può essere adottato in sezioni specifiche, come un
portfolio, un catalogo o uno slide-show, con i classici pulsanti Avanti/Indietro.
ESERCITAZIONE_04
obiettivo: individuare nei siti che di solito consultate i
4 modelli di navigazione illustrati, mettendo a fianco
l’immagine del sito e la vostra gabbia della pagina,
cosi’ come gli esempi precedenti.
convenzioni: formato .RTF, carattere Verdana 8, una
pagina dedicata a modello
> Percorsi di interazione
PAGINAFASE 2: STRUTTURA DEL SITO
Percorsi di interazione
> Flusso logico di navigazione
> Schematizzazione su carta di task interattivi dall’inizio alla fine
Esempi:
• ordinare una consegna di fiori per la festa della mamma;
• effettuare una transazione finanziaria on-line, come una compravendita di azioni;
• cercare e ordinare una batteria di ricambio per il vostro telefono cellulare;
• comprare una cuccia per il vostro cane; …
> Percorsi non funzionali: non dipendono da requisiti tecnologici (es. contatto azienda)
> Percorsi funzionali: coinvolgono specifiche tecnologiche (es. carrello spesa / login)
> Scenari utenti
PAGINAFASE 2: STRUTTURA DEL SITO
1/6
Dalla homepage Paige McCornick inizia il suo percorso di acquisto.
Entra nella sezione dedicata ai cani, cliccando sull’icona dell’allegro cagnone che appare
sotto l’intestazione Go Shopping.
> Scenari utenti
PAGINAFASE 2: STRUTTURA DEL SITO
2/6
Una volta entrata nell’area Dog Shopping, utilizza il menu ad albero sulla sinistra per
raggiungere la categoria Cuddler Beds (cucce e accessori).
> Scenari utenti
PAGINAFASE 2: STRUTTURA DEL SITO
3/6
Dopo aver esaminato quattro o cinque cuscini, clicca sul pulsante Product Options relativo
al modello Bed Buddies Lounger in versione blu.
> Scenari utenti
PAGINAFASE 2: STRUTTURA DEL SITO
4/6
Paige osserva che quel modello è antigraffio e lavabile in lavatrice, e ha una simpatica
fodera che sicuramente piacerà a Ruthie. Paige decide pertanto di comprare il prodotto e di
aggiungere al carrello.
> Scenari utenti
PAGINAFASE 2: STRUTTURA DEL SITO
5/6
Dalla homepage Paige McCornick inizia il suo percorso di acquisto.
Appare a Paige la richiesta di effettuare il login o di registrarsi come nuovo cliente. In
quanto utente abituale, Paige effettua immediatamente il login tramite il suo indirizzo e-
mail e la sua password.
> Scenari utenti
PAGINAFASE 2: STRUTTURA DEL SITO
6/6
Paige controlla il contenuto del carrello degli acquisti, verifica il totale e le modalità di
consegna, il suo numero di carta di credito (già memorizzato). Paige conferma il suo
acquisto e porta così a termine la procedura di acquisto.
ESERCITAZIONE_05
obiettivo: illustrare lo scenario che esponga
dettagliatamente un task tipico da un sito a scelta.
convenzioni: formato .RTF, carattere Verdana 8
FASE 2: STRUTTURA DEL SITO
FASE 3
-
VISUAL DESIGN E TESTING
a ogni passaggio va scrupolosamente testato;
a precedere step by step;
a visual design e sviluppo del protosito sono processi separati e paralleli
CREAZIONE
> Avvio del processo
creativo
> Smart Designer
> Obiettivi
> Concept visuale
> Progettazione centrata
sull’utente
> Presentazioni e
Feedback
CONVALIDA
> Verifica funzionale
> Proposito HTML
> Test di funzionamento
APPLICAZIONE
> Template grafici
> Guida di stile per il
design
ARGOMENTI TRATTATI
FASE 3: VISUAL DESIGN E TESTING
> Avvio del processo creativo
CREAZIONE
Avvio del processo creativo
> Prima di soddisfare la golosità del cliente il team di design deve impegnarsi
in un serio brainstorming sia per i processi creativi che quelli tecnici
FASE 3: VISUAL DESIGN E TESTING
> Smart Design
CREAZIONE
Smart Design
> Design fluido che funziona;
> Al servizio dell’utente, del suo contesto e delle sue abilità;
> Privilegia la funzionalità e la rapidità di caricamento;
> Focalizzato sulla user experience, non sulle ambizioni dei designer.
FASE 3: VISUAL DESIGN E TESTING
> Obiettivi
CREAZIONE
Obiettivi
> Utilizzare il briefing creativo come molla della creatività;
> Quale è lo stile della comunicazione?
> Quale è l’audience di riferimento?
FASE 3: VISUAL DESIGN E TESTING
> Concept visuale
CREAZIONE
Concept visuale
> Partire dai colori e dagli
abbinamenti cromatici;
> Effettuare prove su carta e
sullo schermo senza preoccuparsi
dei contenuti.
FASE 3: VISUAL DESIGN E TESTING
Tavolozza preliminare
> Concept visuale
CREAZIONEFASE 3: VISUAL DESIGN E TESTING
Schizzi iniziali su carta
Bozzetti digitali
Concept visuale
scopo: iniziare a elaborare il
concept visuale sperimentando
differenti layout e combinazioni
cromatiche.
> Presentazioni e feedback
CREAZIONE
Presentazioni e feedback
> Non porre al cliente troppe alternative in una fase precoce;
> Presentare 3 design alternative (non di +);
> Educare il cliente: nessuna pignoleria in questa fase
FASE 3: VISUAL DESIGN E TESTING
> Presentazioni e feedback
CREAZIONEFASE 3: VISUAL DESIGN E TESTING
Attenzione alle dimensioni e risoluzioni video
Layout liquido della pagina
> Redesign sito New Riders
CREAZIONEFASE 3: VISUAL DESIGN E TESTING
Parole chiave: eleganza, lustro, raffinatezza
> Redesign sito New Riders
CREAZIONEFASE 3: VISUAL DESIGN E TESTING
1/3 - Stile amichevole e dinamico
> Redesign sito New Riders
CREAZIONEFASE 3: VISUAL DESIGN E TESTING
2/3 - Stile elegante
> Redesign sito New Riders
CREAZIONEFASE 3: VISUAL DESIGN E TESTING
3/3 - Stile corporate
> Considerazioni su Macromedia Flash
CREAZIONE
Considerazioni su Macromedia Flash
> Strumento favoloso, ma da usare solo se ve ne e’ realmente un motivo;
> Plug-in: non piu’ un problema - molto vicino al 100%;
> Ampiezza di banda (alternativa per “banda stretta” – HTML/FLASH)
> Mancata compatibilità con gli screen reader vocali per disabili
> Difficoltà di manutenzione e aggiornamento
> Scarsa accessibilità dei motori di ricerca
FASE 3: VISUAL DESIGN E TESTING
Nosepilot.com: esempio affascinante di uno studio di animazione flash
CREAZIONEFASE 3: VISUAL DESIGN E TESTING
a Fate elencare ai membri del team i primi cinque elementi che vorrebbero trovare in
un sito dello stesso genere.
a Mantenere un atteggiamento orientato al problem solving
a Conoscere gli obiettivi del sito, di poter misurare questi obiettivi (ad esempio
mediante i click-through o altri indicatori) e di sapersi immedesimare nella prospettiva
dell’utente.
a Mantenersi focalizzati sul target
a cofondatrice di Lynda.com;
a specializzata in formazione della creatività in Web Design;
a autrice di numerosi libri e corsi su CD-Rom;
Lynda Weinman Il Designer è un problem solver
Il parere dell’esperto
> Protosito HTML
CONVALIDA
Protosito HTML
> Estensione delle gabbie per confermare il flusso di navigazione in rapporto
ai contenuti
> Di solito non include funzionalità complesse (solo script elementari);
> Interfaccia ridotta all’osso;
> Deve comprendere almeno le pagine di I e II livello;
> Uno dei principali punti di forza è che evidenzia eventuali problemi
relativi ai contenuti, al flusso delle informazioni o al modello di navigazione;
> Serve per verificare gli assunti della progettazione.
FASE 3: VISUAL DESIGN E TESTING
> Protosito HTML
CONVALIDA
Elementi di scenari da tener presente nei test del protosito
• set di frame complessi (sconsigliabili, a meno che siano assolutamente
necessari);
• effetti DHTML o JavaScript (come menu dinamici e rollover);
• finestre pop-up (soprattutto se con specifiche dimensioni/posizione);
• fogli-stile o altre caratteristiche peculiarmente legate al browser;
• menu/elenchi a discesa (soprattutto quelli che caricano le pagine
automaticamente);
• carrelli degli acquisti;
• qualunque elemento che richieda script o procedure lato server.
FASE 3: VISUAL DESIGN E TESTING
> Redesign sito New Riders
CREAZIONEFASE 3: VISUAL DESIGN E TESTING
Protosito per New Riders
> Creazione template grafici
APPLICAZIONE
Creazione template grafici
> Distinguere il look and feel dai template veri e propri;
> Pagine tipo le cui caratteristiche possono essere applicate autonomamente
ad altre pagine simili;
> Impostare un elenco di template utilizzando un foglio elettronico di Excel,
in modo da averli sempre tutti sott’occhio;
> Non dimenticarsi le pagine con i messaggi d’errore;
> Annotare tutti gli standard in una guida di stile per il design;
> I template devono essere trasmessi alla produzione sotto forma di file
Fireworks o Photoshop, con i layer separati (non rasterizzati).
FASE 3: VISUAL DESIGN E TESTING
> Redesign sito New Riders
CREAZIONEFASE 3: VISUAL DESIGN E TESTING
Layout per homepage e di secondo livello
Ogni template include layer
distinti ed etichettati, in cui
sono specificati commenti,
rollover e funzionalità.
Includere un layer di riepilogo in
cui collocare una versione
d’insieme della pagina
(rasterizzata).
> Creazione template grafici
APPLICAZIONE
Creazione template grafici
> Ogni template deve contenere tutte e informazioni di cui i prouction
designer avranno bisogno;
> Consegnare anche una versione stampata utile per annotazioni;
> Uno degli aspetti critici è costituito dai font (consegnare anche .TTF per
PC e MAC).
FASE 3: VISUAL DESIGN E TESTING
> Creazione template grafici
APPLICAZIONEFASE 3: VISUAL DESIGN E TESTING
Contenuti e indicazioni da inserire nei template
> Testi renderizzati e vettoriali, possibilmente in due file separati;
> Layer separati per future revisioni;
> Layer chiaramente etichettati (“layer 7” non significa nulla; “Barra di
navigazione” il suo contenuto è intuitivamente ovvio);
> Ogni stato on/off/over su un layer a sé stante (chiaramente identificato);
> Segnaposto per animazioni/Flash (si possono usare immagini fisse, single-
frame);
> Evidenziazione dei punti in cui integrare tecnologie speciali e funzionalità
complesse;
> Allegato: un file GIF o in altro formato (preparato con Photoshop o
Fireworks), che mostri l’aspetto complessivo della pagina una volta ricostruita
in HTML, riferimento cruciale di ogni template.
> Creazione guida di stile per il redesign
APPLICAZIONEFASE 3: VISUAL DESIGN E TESTING
Creazione guida di stile per il redesign
> Priorità fondamentale: essere coerenti;
> Definire colori, font, header, footer, dimensioni HTML del testo;
> Risorsa chiave per la manutenzione e l’aggiornamento post-lancio,
estremamente utile già nella fase di produzione;
> Generalmente composta da due parti: una realizzata dal team di di design,
l’altra da quello di produzione;
> Spesso i clienti si incaricano di effettuare gli aggiornamenti;
> E’ necessario che gli standard siano approvati e condivisi da tutto il team di
design.
> Creazione guida di stile per il redesign
APPLICAZIONEFASE 3: VISUAL DESIGN E TESTING
Palette
Navigation
Contest area type
Photo treatement
…
FASE 3: VISUAL DESIGN E TESTING
FASE 3: VISUAL DESIGN E TESTING
FASE 4
-
PRODUZIONE E
CONTROLLO QUALITA’
a mantenere il progetto nella rotta prevista;
a ottimizzare gli sforzi, evitare qualsiasi ridondanza;
a indipendentemente dal budget.
REVISIONE
> Stato di avanzamento
del progetto
> Linee-guida
> Struttura di file e
cartelle
COSTRUZIONE
> Ottimizzazione della
grafica
> Creazione template e
pagine HTML
> Script
> Riempimento delle
pagine
> Sviluppo back-end (se
previsto)
TESTING
> Importanza del
controllo qualità
> Pianificazione del
testing
> Priorità ed esecuzione
del debugging
> Controllo finale
ARGOMENTI TRATTATI
FASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
> Linee guida e specifiche
REVISIONEFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
Linee guida e specifiche
> Modello di questionario per le specifiche relative ad audience e tecnologie;
> Il questionario Client Spec Sheet si fonda su cinque parti:
1. Target
2. Funzionalità
3. Design e layout
4. Struttura di file e directory
5. Server e hosting
> Linee guida e specifiche
REVISIONEFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
> Considerazioni sull’accessibilità
REVISIONEFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
Considerazioni sull’accessibilità
Si può sottoporre a testing una singola pagina, un intero sito, specifiche
sezioni o cartelle di file;
Molti strumenti gratuiti possono essere d’aiuto per verificare
l’accessibilità di un sito (es. BOBBY e SECTION 508 ACCESSABILITY
SUITE).
> Considerazioni sull’accessibilità
REVISIONEFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
I punti di domanda
identificano le aree che non
corrispondono ai parametri
relativi all’accessibilità
www.cast.org/bobby
> Considerazioni sull’accessibilità
REVISIONEFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
www.usablenet.com
> Struttura file e cartelle
REVISIONEFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
Struttura file e cartelle
> Tenere in ordine i file e le cartelle del sito;
> Prevedere il grado di crescita del sito.
> Struttura file e cartelle
REVISIONEFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
Diversa collocazione delle immagini nel sito: collocate nella cartella della
radice in un caso e suddivise in apposite sottocartelle nell’altro.
> Linee guida e specifiche
REVISIONEFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
> Ottimizzazione della grafica
COSTRUZIONEFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
I template grafici
vengono ritagliati e
separati in sezioni
> Un po’ di definizioni
COSTRUZIONEFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
Un po’ di definizioni
> Template grafico. Un file grafico (realizzato in PhotoShop o Fireworks),
suddiviso in layer, contenente testo editabile (non renderizzato). In
questo file il visual designer indica chiaramente tutte le informazioni
necessarie per produrre il corrispettivo modello HTML. Il template grafico
viene sezionato, ottimizzato e codificato, ossia tradotto in un template
HTML.
> Template HTML. Una pagina HTML che funge da modello o master, priva di
contenuti specifici. Il template HTML viene creato dal production designer
sulla base del template grafico fornito dal visual designer. A partire dal
template vengono create e salvate le singole pagine, ricorrendo al
comando Salva con nome (Save as).
> Un po’ di definizioni
COSTRUZIONEFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
Un po’ di definizioni
> Ottimizzare. Salvare un’immagine nel formato o con il tipo/grado di
compressione che consente di minimizzare le dimensioni del file senza
comprometterne la qualità visuale. Normalmente si opta per i formati GIF
e JPEG. In senso lato, ottimizzare significa anche preparare un qualunque
file per la pubblicazione sul Web, ossia renderlo “web-ready”.
> Sezionare, ritagliare (to slice). Suddividere un template grafico (o una sua
porzione) in due o più singole immagini, salvate separatamente. Come
sostantivo, il termine “slice” indica anche una fetta o porzione di
template salvata come file a sé stante.
> Assemblare (to splice). È l’operazione inversa alla precedente. Consiste nel
ricomporre in HTML (ad esempio mediante tabelle) due o più immagini
che, accostate, ricreano l’apparenza originaria del template grafico.
> Implementazione degli script
COSTRUZIONEFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
Implementazione degli script
> Rollover, form, menu a tendina, finestre pop-up, frame, …
> Javascript, DHTML, CSS
> Attenzione alla compatibilità con i browser
> Link di riferimento
1. www.javascript.com
2. www.builder.com
3. www.scriptworld.com
a “Write once, publish everywhere”: scrivere una volta, pubblicare dappertutto,
ecco l’obiettivo ideale.
a Separazione dello stile dal contenuto.
a Il design sta da una parte (ad esempio in un foglio stile CSS) e il contenuto da
un’altra (ad esempio nei documenti HTML o in un database di record testuali formattati
in XML).
a Portabilità e accessibilità: se design separato dai dati, l’accesso ai contenuti sarà
facilitato per una base di utenti molto più ampia (telefoni cellulari, computer palmari,
browser non grafici, software speciali per disabili, …).
a Ottimizzazione del lavoro dei designer, che si dedicheranno alla qualità dei
contenuti, del design, delle funzionalità interattive.
Jeffrey Zeldman Gli standard web
Il parere dell’esperto
- www.zeldman.com -
- www.alistapart.com -
- www.webstandards.org -
a direttore creativo di A List Apart, settimanale on-line;
a co-fondatore e attuale dirigente del consorzio The Web
Standards Project;
> Riempimento delle pagine
COSTRUZIONEFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
Riempimento delle pagine
> Content Manager: responsabile (check list di riferimento)
> Inserimento contenuti testuali e media
> Attenzione ai contenuti invisibili (ALT, META, TITLE)
> Riempimento delle pagine
COSTRUZIONEFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
Finestra Meta Generator di Dreamweaver per
l’inserimento dei tag META (contenuti invisibili)
> Riempimento delle pagine
COSTRUZIONEFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
I tag ALT e TITLE aiutano a definire
ancora più chiaramente il senso dei
link, permettendo all’utente di
orientarsi in modo assai intuitivo.
> Controllo qualità (QA)
TESTINGFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
Importanza del controllo qualità
> Il QA (Quality Assurance) è uno degli step piu’ trascurati nei processi web
> Raccomandazione: allocare al QA un budget equivalente al 10% delle
risorse globali del progetto
> Rintracciare e correggere gli errori più comuni (sviste, refusi, link orfani
o sbagliati, …)
> Effettuare un’altra sessione immediatamente dopo il lancio
> Il margine di manovra per svolgere il QA dipende da tre fattori:
(1) quanto manca alla data del lancio: pianificazione scheduling
(2) la soglia di tolleranza: livello di perfezione atteso;
(3) la flessibilità della data di lancio stessa.
> Controllo qualità (QA)
TESTINGFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
Uno dei più classici tra
i bug: il mancato
caricamento delle
immagini.
Un bug ben peggiore è
l’errato funzionamento
dei menu DHTML che
può mandare in crash
certi browser.
> Pianificazione del QA
TESTINGFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
Pianificazione del controllo qualità
> Il QA può essere su 3 livelli: leggero/informale, semi-formale, formale:
scegliere il piu’ adeguato allo scopo.
> Il controllo qualità deve comprendere almeno 2 cicli di testing: uno per
individuare gli errori e i bug e l’altro, dopo gli interventi correttivi,
per la verifica finale.
> Ogni sito deve essere testato rispetto ai requisiti di partenza e su
differenti browser, piattaforme, sistemi operativi: controllare il
funzionamento di ogni componente.
> Pianificazione del QA
TESTINGFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
> Pianificazione del QA
TESTINGFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
> Pianificazione del QA
TESTINGFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
> Pianificazione del QA
TESTINGFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
Semplice schema per aiutare a pianificare il controllo qualità, in base
alle caratteristiche dell’audience di riferimento. In questo esempio il
controllo esclude le versioni 3.0 dei browser e le piattaforme Unix.
> Pianificazione del QA
TESTINGFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
Testing informale
Ogni membro del team esplora la sua sezione del sito e compila una lista dei bug che i
production designer dovranno correggere.
Il modo più semplice è stampare ogni pagina che contiene errori ed evidenziare questi
ultimi annotandoli sulla stampata con anche il tipo di piattaforma e di browser
utilizzati dal tester.
Il project manager tiene traccia del processo semplicemente raccogliendo tutte le
pagine stampate con i bug in evidenza: su ogni bug corretto traccia, ad esempio,
una croce colorata; su ogni bug la cui correzione è rimandata, annota la data
prevista per l’intervento correttivo, e così via.
> Per progetti con budget fino a 20-30.000 euro <
> Budget QA: 1%-3% del costo del progetto <
> Complessità tecnica: minima <
> Pianificazione del QA
TESTINGFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
Testing semi-formale
Se il progetto richiede un testing più accurato, ma il budget non consente un testing
formale vero e proprio con un’agenzia esterna.
Rispetto all’approccio informale, servono più tempo, esperienza e pianificazione, nonché
(se possibile) un responsabile QA ben addestrato e un setting appropriato (un’area-
laboratorio con piattaforme e connessioni assortite).
Il piano di QA semi-formale dovrebbe includere un paio di pagine di introduzione in cui
puntualizzare la portata, la tempistica e gli obiettivi del processo di testing.
> Per progetti con budget fino a 30-70.000 euro <
> Budget QA: 5% del costo del progetto <
> Complessità tecnica: moderata <
> Pianificazione del QA
TESTINGFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
Testing formale
Sono richiesti esperienza, tempo, budget e, soprattutto, attenzione per i più minuscoli
dettagli. Livello elevato di pianificazione dei test, nei costi, nella documentazione
da generare e nel grado di competenza specialistica. Sistema esaustivo di bug-
tracking e uno staff QA di professionisti ben addestrati. Piani accurati, strumenti,
casi e scenari, report dettagliati
Esempio: identificare almeno 10 percorsi di interazione (scenari utente) e testare
ciascuno di essi su tre piattaforme (Mac, Windows e Unix), con tre browser per ogni
piattaforma (Internet Explorer, Netscape, AOL), utilizzando tre differenti versioni
di ogni browser (dalla 3.0 alla 6.0 – considerando che Netscape ha saltato la 5.0).
Tutto ciò rientra nel testing. Facendo i conti: significa effettuare 450 test (10 x 3 x
3 x 5) per controllare quei dieci percorsi di interazione.
> Per progetti con budget oltre i 70.000 euro <
> Budget QA: 10-20% del costo del progetto <
> Complessità tecnica: da moderata a elevata <
> Priorità ed esecuzione del debugging
TESTINGFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
Priorità ed esecuzione del debugging
> Elencare gli interventi in 4 o + colonne:
1) Immediati;
2) ad alta priorità;
3) a media priorità;
4) a bassa priorità;
5) …
> Dopo aver fatto il debugging ricontrollare le correzioni apportate.
> Bug reporting
TESTINGFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
Bug reporting
> Per stilare un buon report sui bug è necessario documentarli in modo
significativo, riproducibile, dettagliato e orientato alla soluzione.
> Registrare le seguenti informazioni:
• tipo di browser e piattaforma;
• sistema operativo;
• descrizione del problema (una riga);
• descrizione dettagliata;
• URL della pagina;
• gravità del problema;
• riproducibilità dell’errore (sì/no/commenti).
> Strumenti di bug tracking
TESTINGFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
Strumenti di bug tracking
> Vi sono programmi di verifica codice, di varie fasce di prezzo
e potenza.
> Altri strumenti permettono di controllare specifici aspetti, come i tag
META (es. www.scrubtheweb.com),
> Ripulire codice HTML delle pagine (es.www.w3.org/People/Raggett/tidy).
> Software bug-tracking (es. www.alumni.caltech.edu/~dank/gnats.html)
> Per saperne di più sui bug: www.mozilla.org/bugs
> Controllo finale
TESTINGFASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
Controllo finale
> 5 categorie di aspetti-chiave da verificare coinvolgendo tutti i team (Mac
+ PC, come sempre).
• Design: cogliere dettagli: disallineamenti e difetti grafici , microscopici
errori nel trattamento dei testi e delle immagini fotografiche
• HTML: Tabelle, celle, elementi grafici allineati correttamente. Verificare
le funzionalità: integrazione con database, correttezza transazioni.
• Contenuti: Titoli, testi, formattazioni devono apparire nel modo dovuto.
• Approvazione del cliente: Far approvare al cliente prima del lancio.
FASE 4: PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITA’
FASE 5
-
DAL LANCIO IN POI
CONSEGNA
> Consegna definitiva e
posa in opera
> Completamento della
guida di stile
> Documentazione
> Meeting retrospettivo
> Programma di training
per la manutenzione
LANCIO
> Pubblicazione online
> Piano di comunicazione
> Registrazione nei
motori di ricerca
> Lancio ufficiale
MANUTENZIONE
> Manutenzione e
aggiornamento
> Assessment del team di
manutenzione
> Team interni ed esterni
> Piano di gestione
> Misurazione del
successo
> Verifica della sicurezza
ARGOMENTI TRATTATI
FASE 5: DAL LANCIO IN POI
> Consegna e posa in opera
CONSEGNA
Consegna definitiva e posa in opera
> Stabilire con il cliente il punto di transizione fra il prodotto in fase di
sviluppo e in fase di gestione
> Consegnare il pacchetto di materiali
FASE 5: DAL LANCIO IN POI
> Completamento guida di stile
CONSEGNA
Completamento della guida di stile per la produzione
> Aggiunta di informazioni al manuale di stile riguardanti la produzione e
necessarie per gestire il prodotto.
> Si raccomanda che sia visuale e ricca di informazioni.
> Essere chiari, concisi, disponibili nel caso in cui il team di gestione dovesse
avere delle domande (per un periodo da stabilirsi).
> L’assistenza tecnica dopo il rilascio, passato un certo periodo X, sarà
fatturabile. Non importa se questo periodo sarà di 30, 45 60 o 90 giorni,
l’importante è stabilirne prima la durata. Mettere tutto ciò per iscritto e
farlo firmare al cliente
FASE 5: DAL LANCIO IN POI
> Completamento guida di stile
CONSEGNAFASE 5: DAL LANCIO IN POI
> Completamento guida di stile
CONSEGNAFASE 5: DAL LANCIO IN POI
> Completamento guida di stile
CONSEGNAFASE 5: DAL LANCIO IN POI
> Completamento guida di stile
CONSEGNAFASE 5: DAL LANCIO IN POI
Una parte della guida di stile
del sito Newriders.com.
> Completamento guida di stile
CONSEGNAFASE 5: DAL LANCIO IN POI
Per una mappa di frame identificare i rapporti tra i link e i frame
> Documentazione
CONSEGNA
Documentazione
> Il pacchetto è la collezione di tutti i materiali e la documentazione del
progetto. Contiene tutti i file sorgente, le immagini, i template e le
specifiche necessarie affinché un altro team, o una singola persona, possa
capire il funzionamento del sito dopo il lancio iniziale.
> I materiali varieranno da progetto a progetto, ma un pacchetto completo (che
dovrebbe essere masterizzato in un CD-ROM) dovrebbe contenere almeno ciò
che segue:
• tutti i file di Photoshop o Fireworks (con i layer e il testo non renderizzato);
• i font (o informazioni su dove acquistarli);
• tutte le illustrazioni e le foto (comprese le informazioni sul copyright, non
dimenticate i diritti d’autore);
• le pagine HTML e i template;
• il manuale di stile (design e produzione) in formato HTML;
• specifiche tecniche;
• la cartella radice del sito e altri file rilevanti.
FASE 5: DAL LANCIO IN POI
> Gestione della documentazione
CONSEGNA
Gestione della documentazione
> Raccogliere, stampare e archiviare ogni e-mail e comunicazione rilevante che
dimostri l’approvazione del cliente, modifiche degli obiettivi, contratti.
> Archiviare tutto ciò che è rilevante, con qualunque metodo la società utilizzi
per gestire l’archiviazione: cartelle, CD-ROM, rilegatore.
FASE 5: DAL LANCIO IN POI
> Gestione della documentazione
CONSEGNA
Documenti da archiviare
• Approvazioni dei budget: budget iniziale e resoconti settimanali (firmati e
datati, quando è possibile)
• Fatturazioni aggiuntive (firmate per approvazione!)
• E-mail (specialmente quelle contenenti modifiche o richieste approvate dal
cliente)
• La proposta originale
• Descrizione globale del progetto, o project plan
• Tutti i documenti presentati al cliente: report o studi generati durante il
progetto, compreso il briefing creativo, l’analisi competitiva (se è stata
effettuata), i report dei test di utilizzo e così via
• Stampe, registrazioni e schizzi dalle fasi di design e visual design
• Una copia stampata della guida di stile
FASE 5: DAL LANCIO IN POI
> Meeting retrospettiv
CONSEGNA
Meeting retrospettivo
> Ricapitolazione totale dell’andamento del progetto: a questa riunione
dovrebbero partecipare tutti i membri principali. Se è costituito un team
esterno, questa riunione è generalmente condotta in assenza del cliente. Se
si è in un team interno, in genere il cliente è parte del team.
> Ampia panoramica del progetto dall’inizio alla fine: scoperte innovative,
problemi, difficoltà di comunicazione, momenti in cui la metodologia poteva
essere migliorata.
> Mantenere un atteggiamento positivo, evitate il biasimo e le accuse. Non
trasformare la riunione in un processo (bisogna ancora lavorare con queste
persone); identificare i momenti della produzione dove il flusso ha subito
interruzioni.
a Che cosa ha causato i rallentamenti?
a Che cosa invece è andato liscio?
a Come può questo modo di lavorare essere ripetuto in futuro?
FASE 5: DAL LANCIO IN POI
> Pianificazione training per il team di manutenzione
CONSEGNA
Pianificazione del training per il team di manutenzione
> La maggior parte dei siti ha una spiacevole tendenza, durante la gestione: il
layout, la grafica e l’information design lentamente di disgregano e perdono
coesione.
> Il team di gestione inizia a imporre il proprio senso del design e
dell’organizzazione, soprattutto quando aggiunge nuovi contenuti. Evitate
questa possibilità.
> Stabilire degli standard gestibili.
> Comunicare in modo chiaro, spiegando il manuale di stile, gli standard grafici e
di HTML, e gli obiettivi tecnici del sito.
FASE 5: DAL LANCIO IN POI
> Pubblicazione on-line
LANCIO
Pubblicazione on-line
> Predisporre la strategia di comunicazione molto tempo prima della data di
lancio.
> Il team di sviluppo esterno sarà coinvolto? Gestirà tutto il team interno? E’ stata
coinvolta anche un’agenzia di pubblicità? Quali sono i tempi?
> Un lancio morbido (soft launch) è lo spostamento del sito sul server definitivo
senza pressioni esterne.
> Un lancio “duro”: esiste una data invalicabile, accompagnata di solito da
limitazioni temporali esterne.
> Pianificare sempre un soft launch. Far chiaramente percepire al cliente i rischi:
alcuni problemi associati al server definitivo (compresi i problemi di firewall),
non potranno essere scoperti prima che il sito vada online.
FASE 5: DAL LANCIO IN POI
> Pubblicazione on-line
LANCIO
Abitudini degli utenti attuali
Buona norma creare una pagina che presenta il redesign e identifichi chiaramente le nuove
funzionalità e la nuova navigazione. Creare un link diretto dalla home page. Rendere
gli utenti partecipi del redesign appena lanciato.
• Nuovo progetto. Dire alla propria audience che si è effettuato un redesign del sito. Fare
sapere che ciò aiuterà a fornire loro un servizio migliore.
• Nuove funzionalità. Elencare le nuove funzionalità. Si sono aggiunti nuovi media? Ci sono
più elementi nelle FAQ? Se si sta lanciando il sito in diversi spezzoni, elencate le cose
che metterete on-line in seguito.
• Nuova navigazione. Dire ai vostri utenti ciò che avete fatto. Ecco un esempio: “Abbiamo
ristrutturato il nostro sito e lo abbiamo fornito di più link diretti da pagina a pagina,
per renderlo più che mai facile da navigare e per rendervi più facile trovare le
informazioni che cercate abitualmente. Abbiamo suddiviso le pagine eccessivamente
lunghe, che richiedevano molto scrolling, e abbiamo creato un nuovo tipo di
navigazione che vi permette sempre di sapere in quale parte del sito vi trovate.”
• Feedback. Rendere facile agli utenti fornirvi le loro impressioni. Provate un testo come
questo: “Vi piace il nuovo sito? Avete suggerimenti? Avete trovato link che non
funzionano o altri errori? Scriveteci, saremo lieti di leggervi.”
FASE 5: DAL LANCIO IN POI
> Piano di comunicazione
LANCIO
Piano di comunicazione
A seconda dell’audience, il sito riprogettato può essere annunciato sia on-line sia off-line.
Utilizzare i metodi esistenti e i materiali disponibili (depliant, biglietti da visita, altri
materiali stampati, pubblicità) ed esplorare anche nuove possibilità.
FASE 5: DAL LANCIO IN POI
Tempismo pubblicitario - Non prenotate pubblicità a pagamento fino ad almeno due
settimane dopo la data prevista per il lancio. Le cose potrebbero andare male.
> Piano di comunicazione
LANCIOFASE 5: DAL LANCIO IN POI
> Piano di comunicazione
LANCIOFASE 5: DAL LANCIO IN POI
Per mesi, prima di lanciare il nuovo sito, smug.com mostra questa umoristica splash page.
Le opzioni offerte erano: entrare nel sito esistente o inviare una e-mail per essere avvertiti
del lancio del nuovo sito.
> Piano di comunicazione
LANCIOFASE 5: DAL LANCIO IN POI
Permettete agli utenti di familiarizzare con i cambiamenti (ricordate che la gente di solito
non ama i cambiamenti, anche se sono verso il meglio). Prima di lanciare il nuovo sito, verso
la fine del 2000, Janus Fund (www.janus.com) ha mantenuto una finestra pop-up che
offriva la possibilità di vedere in anteprima il nuovo sito.
> Piano di comunicazione
LANCIOFASE 5: DAL LANCIO IN POI
Artist Booking International (www.artistbooking.com) ha optato per un soft launch, che gli
ha permesso di effettuare la QA sul server definitivo prima di darsi in pasto agli utenti.
Questa pagina annunciava che il redesign sta per essere caricato proprio in quel momento.
> Registrazione sui motori di ricerca
LANCIOFASE 5: DAL LANCIO IN POI
Registrazione sui motori di ricerca
Newsletter NetMechanic.com: l’85% degli utenti di Internet utilizza i motori di
ricerca per trovare i siti.
Studio www.workz.com: i migliori risultati vengono dalla registrazione manuale ai
principali motori di ricerca, con circa un’ora di tempo alla settimana allocata per
modificare e migliorare le keyword.
> Registrazione sui motori di ricerca
LANCIOFASE 5: DAL LANCIO IN POI
Approcci
1. Effettuare la registrazione direttamente su singoli motori di ricerca. Richiede
tempo.Uno dei modi più efficienti per registrarsi, monitorare, affinare le keyword,
i tag TITLE e altri elementi necessari a ottenere risultati migliori.
2. Registrarsi utilizzando una società specializzata, a pagamento. Ci sono servizi
(alcuni buoni, altri meno, altri ancora sono perdite di tempo). Submitit.com
chiede un minimo di 59 dollari per due URL. Registerit. com è un servizio gratuito
che effettua la registrazione fino a un massimo di 12 motori di ricerca. Risparmio
di tempo, opinioni divergenti.
3. Utilizzare dei software per la registrazione e il controllo. Esistono dei
software che aiutano a controllare le pagine HTML e ad effettuare
automaticamente registrazioni ai motori di ricerca, nella speranza di mantenere il
vostro sito fra i primi 10. Web position Gold (www.webposition.com) è un buono
strumento, relativamente economico.
> Impostazione dei tag META
LANCIOFASE 5: DAL LANCIO IN POI
> Impostazione dei tag META
LANCIOFASE 5: DAL LANCIO IN POI
> Impostazione dei tag META
LANCIOFASE 5: DAL LANCIO IN POI
> Registrazione sui motori di ricerca
LANCIOFASE 5: DAL LANCIO IN POI
Ci sono molte risorse sul Web per conoscere meglio i motori di ricerca e
avere un aiuto nella registrazione.
> www.searchenginewatch.com
> www.selfpromotion.com
> www.workz.com
> www.motoridiricerca.it
a Che cosa sarebbe il Web senza link? banner pubblicitari, link testuali, bottoni,
icone, elenchi delle directory, i risultati dei motori di ricerca... nient’altro che link;
a Cercare di far sì che tutte le pagine del sito siano raggiungibili dalla home page in
tre clic al massimo. La maggior parte dei motori di ricerca esplora soltanto tre livelli
quando indicizza un sito.
a Assicurarsi che ogni pagina del vostro sito abbia i tag TITLE e META “description” e
“keyword”, e usare gli ALT in tutte le vostre immagini.
• Se il sito utilizza i frame, assicurarsi di usare il tag NOFRAMES. Se non lo fate, le vostre
pagine non saranno indicizzate.
Search Engine Watch (www.searchenginewatch.com) è dedicato interamente a questi
argomenti.
Eric Ward Un sito degno di essere linkato
Il parere dell’esperto
Si occupato del lancio del primo sito di Amazon
Microsoft, Kellogs
a segnalato dalla rivista Websight come uno delle 100
persone piu’ influenti del web.
> Manutenzione e aggiornamento
MANUTENZIONEFASE 5: DAL LANCIO IN POI
Manutenzione e aggiornamento
La gestione di un sito è il carburante che lo tiene in vita.
In un recente studio della Forrester Research, sono stati intervistati 8.600
utenti domestici per scoprire i motivi per cui le persone tornano a visitare un
sito
È opportuno considerare un piano di gestione che va da 12 a 24 mesi.
> Assessment del team di manutenzione
MANUTENZIONEFASE 5: DAL LANCIO IN POI
Assessment del team di manutenzione
Chi si occuperà della gestione del sito?
Le persone responsabili dell’aggiornamento devono avere un livello di
competenze adeguato a gestire le complessità del nuovo sito. Il team di
sviluppo deve verificare le capacità del team di gestione a questo proposito;
Si raccomanda un test: suggerire nuove informazioni e archiviare quelle
vecchie.
> Team interni e team esterni
MANUTENZIONEFASE 5: DAL LANCIO IN POI
Team interni e team esterni
Per un lavoro a tempo pieno conviene quasi sempre assumere una persona.
Se le necessità di gestione richiedono soltanto 20 ore alla settimana, non ha
senso prendere una persona full-time.
> Scenari relativi al team di manutenzione
MANUTENZIONEFASE 5: DAL LANCIO IN POI
Spesso…
Spesso la società del cliente recluta una società specializzata per riprogettare
il sito, ma si aspetta che il proprio team interno sia in grado di gestire tutta la
manutenzione dopo il lancio.
Pro:
• L'esperienza e le risorse di una società specializzata in sviluppo Web.
• I risparmi di una manutenzione casalinga.
Contro:
• L'esperienza del team di gestione interno tende ad essere a un livello
inferiore rispetto al team di sviluppo, conducendo a un degrado del sito nel
tempo.
• Alti costi per la manutenzione interna.
> Scenari relativi al team di manutenzione
MANUTENZIONEFASE 5: DAL LANCIO IN POI
A volte…
Alcune società (in genere piccole aziende) affidano la gestione alla stessa società che
ha sviluppato il sito, oppure la affidano a una terza parte o a un consulente esterno.
Pro:
• Avere lo stesso team che progetta, sviluppa e gestisce il sito è, ovviamente, ottimale
(e combatte il naturale degrado del sito nel tempo).
• Affidarsi a competenze esterne è più economico che assumere personale fisso, se le
ore richieste ogni mese per la gestione sono poche.
• Basso costo complessivo.
• Esperienze e risorse di professionalità esperte per il team di sviluppo Web.
• Avere un solo team per lo sviluppo, il design e la gestione del sito.
Contro:
• Il costo di un team di sviluppo esterno per gestire il sito può essere alto.
• Avere a che fare con una società esterna può essere scomodo.
> Scenari relativi al team di manutenzione
MANUTENZIONEFASE 5: DAL LANCIO IN POI
A volte…
Con frequenza sempre maggiore, le società tendono a sviluppare e gestire il
sito all'interno, e reclutano persone esperte (art director, visual designer,
information designer ecc.) per i loro team interni.
Pro:
• Le esperienze e le risorse di professionalità esperte per il team di sviluppo
Web.
• Avere un solo team per lo sviluppo, il design e la gestione del sito.
Contro:
• È molto difficile far sì che una persona di talento rimanga felice a lungo
lavorando su un solo progetto. Il turnover potrebbe essere molto elevato.
• Il costo di esperti a tempo pieno può essere elevato.
MANUTENZIONEFASE 5: DAL LANCIO IN POI
Monitoraggio server
I link che non vanno da nessuna parte, o che portano nel posto sbagliato, sono
una realtà del Web. Sono cose che succedono anche dopo che è stato
effettuato un accurato test di QA. E, quando il team di gestione inserisce
nuovi contenuti nel sito, le possibilità si moltiplicano.
www.netmechanic.com
Funzione Check Links Sitewide Dreamweaver
MANUTENZIONEFASE 5: DAL LANCIO IN POI
Misurare il successo del sito
Serve a capire quali parti del sito sono più utilizzate, quali funzionalità hanno
successo e quali no. Allocare le risorse e il tempo per analizzare i log del
server in modo sistematico.
> Misurare il successo del sito
MANUTENZIONEFASE 5: DAL LANCIO IN POI
Raccogliere feedback dagli utenti
I pareri degli utenti costituiscono uno dei modi migliori per misurare il successo
di un sito dopo il lancio. Raccogliere commenti, lamentele ed encomi.
> Raccogliere feedback dagli utenti
OpinionLab (www.opinionlab.com),
fornisce un sistema di rating in grado
di raccogliere feedback per ogni
pagina, con un solo clic da parte
dell’utente.
MANUTENZIONEFASE 5: DAL LANCIO IN POI
> Verifica sicurezza del sito
Nel dicembre 2000 un hacker si introdusse nel negozio on-line The Gap, causando
abbastanza danno da costringere il sito a chiudere mentre venivano effettuate le
riparazioni.
> Misure di sicurezza
MANUTENZIONEFASE 5: DAL LANCIO IN POI
Alcune misure da prendere in considerazione per la sicurezza del nuovo
sito
• Installare un firewall - un meccanismo che impone delle regole per l’accesso
- sul server interno.
• Proteggetersi dando in gestione l’hosting a un grosso service provider,
fornito di firewall e di sistemi di osservazione e risposta aggressivi.
• Se si ha un team interno e si effettua l’hosting presso l’azienda, assumere
un esperto di information technology (IT) per risolvere tutte le problematiche
relative alla gestione del server, compresi i problemi di sicurezza.
• Evitare password banali. Usare combinazioni di lettere e numeri. Fare in
modo che la password non sia ridicolmente facile da immaginare, come
“2000” o “1234”. Gli hacker saranno dei vandali, ma raramente sono degli
stupidi.
> Nozioni di base
MANUTENZIONEFASE 5: DAL LANCIO IN POI
Alcune misure da prendere in considerazione per la sicurezza del nuovo
sito
• Cambiare le password frequentemente, soprattutto dopo un licenziamento.
Un dipendente arrabbiato è sempre un rischio.
• Rendere estremamente difficile ottenere informazioni sulla sicurezza.
Predisporre delle protezioni a più strati.
• Limitare l’accesso alle apparecchiature. Tenere le porte chiuse.
• Fare attenzione. Se si conoscono i segnali d’allarme si avrà più probabilità di
essere protetti. Monitorare sempre le attività del sito, controllare i log del
server. Stare all’erta.
FASE 5: DAL LANCIO IN POI
-
VERIFICA DELL’UTILIZZO
-
PRINCIPI DELL’UTILIZZO
> Nozioni di base
> Utilizzo e redesign
> Quando effettuare un test
> Costi
ESECUZIONE DEL TEST
> Pianificazione
> Reclutamento
> Condizione
> Analisi
ARGOMENTI TRATTATI
VERIFICA DELL’UTILIZZO
Alcune misure da prendere in considerazione per la sicurezza del nuovo
sito
Molte aziende sono convinte che stanno già effettuando dei test di utilizzo,
ma in realtà stanno utilizzando dei focus group o dei sondaggi online. Questi
non sono test di utilizzo. Sebbene qualsiasi tipo di feedback abbia un proprio
valore, i risultati sono radicalmente differenti.
Leggere Web Usability di Jakob Nielsen (Apogeo, 2000).
Leggere anche gli articoli su www.useit.com.
PRINCIPI DELL’UTILIZZO
Principi del’utilizzo
A differenza dei sondaggi e dei focus group, il test di utilizzo è un processo
uno a uno, che si avvale di un approccio “guarda e impara”.
Un moderatore osserva un utente.
I risultati sono immediati e indiscutibili.
Se gli utenti fanno clic sul link sbagliato, non sono loro a sbagliare, è il
progetto a essere sbagliato. Insomma, il test dell’utilizzo mostra il modo in
cui gli utenti usano veramente il sito.
VERIFICA DELL’UTILIZZO
PRINCIPI DELL’UTILIZZO
Nozioni di base
Serve un piano, dei partecipanti, e forse qualche modulo legale riguardante la
privacy, il patto di non divulgazione (il cosiddetto NDA, Non Disclosure
Agreement), e il consenso a essere filmati.
La parte più difficile è trovare il tempo.
Prepararsi a restare sorpresi: i test di utilizzo non danno mai risultati scontati.
Effettuare il test di nuove grafiche e nuove navigazioni sugli utenti abituali
del sito fornirà quasi sicuramente dei risultati falsati. Non fermarsi dunque
soltanto all’utenza esistente.
VERIFICA DELL’UTILIZZO
> Nozioni di base
PRINCIPI DELL’UTILIZZO
Nozioni di base
Quando?
Il momento più ovvio è alla fine della fase di produzione, durante i ritocchi
finali ma prima del lancio.
Prima si fa, meglio è. Sarà banale, ma è la verità. Condurre test di utilizzo in
fasi molto precoci della lavorazione, non solo si rivela più economico a lungo
termine, ma è anche molto più facile da pianificare (sia per quanto riguarda
le risorse sia per quanto riguarda il budget).
Testare il maggior numero possibile di punti critici.
VERIFICA DELL’UTILIZZO
> Nozioni di base
PRINCIPI DELL’UTILIZZO
I test one-on-one
• La durata del test è di uno o due giorni, con un numero di partecipanti che
varia da 4 a 6 al giorno. Si svolge in una stanza dove entra solo un
partecipante alla volta.
• La durata di ciascuna sessione è di circa un’ora.
• I task eseguiti sono predeterminati.
• I task testano solo specifiche aree o percorsi, non l’intero sito.
• I task da eseguire durante il test sono provati prima da un membro del team
di sviluppo, per assicurare che siano fattibili.
VERIFICA DELL’UTILIZZO
> I test one-on-one
PRINCIPI DELL’UTILIZZO
I test one-on-one
• Il moderatore osserva, non interferisce, e prende appunti. Un moderatore
può testare tutti i partecipanti, ma solo un partecipante alla volta.
• Le sessioni possono essere videoregistrate.
• Le sessioni possono essere viste dal team di sviluppo. I laboratori
specializzati, di solito sono dotati di uno specchio unidirezionale per evitare
che il soggetto possa sentirsi a disagio.
• I risultati mostreranno le cose che funzionano e quelle che non funzionano.
VERIFICA DELL’UTILIZZO
> I test one-on-one
PRINCIPI DELL’UTILIZZOVERIFICA DELL’UTILIZZO
> I costi
PRINCIPI DELL’UTILIZZOVERIFICA DELL’UTILIZZO
> I costi
a Molti dei siti attualmente esistenti corrispondono poco alle esigenze degli utenti, e
sono troppo difficili da usare.
a La barriera, per molti, è la falsa nozione che il test di usability debba essere un
progetto elaborato e costoso.
a Compiere molti, piccoli, rapidissimi test.
a Testare diverse versioni di un prototipo man mano che questo si evolve.
Jakob Nielsen Il valore dei “MINI-TEST” di utilizzo
Il parere dell’esperto
a www.useit.com
a il maggior esperto mondiale di Web usability, la persona
più intelligente del Web. Sa più cose lui su come far funzionare
un sito Web, che chiunque altro nel nostro pianeta”
a Il suo libro Web Usability ha venduto più di 250.000 copie
ed è stato tradotto in 13 lingue.
a La sua rubrica Alertbox sulla Web usability, pubblicata su
Internet dal 1995, conta attualmente 200.000 lettori.
a Nielsen detiene 53 brevetti, principalmente riguardanti la
possibilità di rendere Internet più facile da usare.
Jakob Nielsen Il valore dei “MINI-TEST” di utilizzo
Il parere dell’esperto
ESECUZIONE DEI TEST
Un processo in 4 fasi
Fase 1: Pianificare e preparare
Fase 2: Trovare i partecipanti
Fase 3: Condurre la sessione
Fase 4: Analizzare i dati e formulare
Tre livelli di formalizzazione: un approccio semplificato e informale, un piano
semi formale, più espanso, un lavoro alla massima espansione, completo.
La principale differenza fra i tre livelli: professionalità coinvolte.
VERIFICA DELL’UTILIZZO
> Un processo in 4 fasi
ESECUZIONE DEI TEST
Piano del test
I test devono avere degli obiettivi specifici. Per fare questo occorre fare un
piano che dovrebbe contenere almeno i seguenti elementi:
• scopi/obiettivi complessivi;
• metodologia (procedura testing, attrezzatura, descrizione laboratorio, …);
• profilo dell’audience (le persone su cui si effettuerà il test);
• descrizione della struttura del test (approccio, liste di controllo, domande);
• lista dettagliata dei task;
• valutazione finale (analisi dei dati);
• struttura report (come si vogliono presentare risultati e raccomandazioni).
VERIFICA DELL’UTILIZZO
> Fase 1: pianificare e preparare
Esempio progetto test di utilizzo
ESECUZIONE DEI TEST
La lista dei task
Scegliere compiti che mettano alla prova aree potenzialmente problematiche.
Creare una lista di task che un utente generico può completare in circa
un’ora. Tenere comunque dei task di riserva nel caso in cui quelli stabiliti
richiedano meno tempo del previsto. Assicurarsi che i task non siano né troppo
semplici né troppo difficili da compiere nell’arco di tempo stabilito.
Mettere i soggetti a proprio agio.
* Catena di negozi di articoli per la casa: ordinare un regalo scegliendolo da
una lista nozze. Quindi, di richiedere un catalogo.
* Banca: controllare l’estratto conto o informarsi sulle condizioni di un mutuo.
Fargli pagare delle bollette o effettuare un bonifico.
* Guida ai ristoranti: Trovare un ristorante vietnamita che effettui consegne a
domicilio, o una birreria con musica jazz dal vivo. Prenotare.
VERIFICA DELL’UTILIZZO
> Fase 1: pianificare e preparare
ESECUZIONE DEI TEST
Copione per lo svolgimento del test
Avere in mano una traccia, una sceneggiatura.
Lo script di un test dovrebbe includere i seguenti argomenti: introduzione,
programma della sessione di test, breve spiegazione della metodologia.
• Presentarsi e descrivere il proprio ruolo di moderatore.
• Spiegare il proprio ruolo: osservatore silente. Non si risponderà
direttamente a domande; si è lì solo per osservare e prendere appunti.
• Fare una panoramica degli obiettivi del test.
• Assicurare ai partecipanti che il test non riguarda loro, in alcun modo. È il
sito ad essere sotto esame.
• Incoraggiare i partecipanti a parlare ad alta voce durante il test.
• Far firmare il Non Disclosure Agreement e tutti i documenti necessari e
chiedete al soggetto se ha domande da fare.
VERIFICA DELL’UTILIZZO
> Fase 1: pianificare e preparare
Esempio di script del test
ESECUZIONE DEI TEST
Reclutare i partecipanti
La ricerca di potenziali partecipanti è uno degli aspetti più stimolanti della
conduzione di test di utilizzo.
Effettuare i test con individui che non hanno relazioni con il vostro sito o con
la vostra società darà risultati migliori. Iniziate a formare una base di utenti
che potrete usare sia nei focus group sia nei test di utilizzo.
Amici e colleghi sono ottimi candidati per effettuare un “test del test”: far
fare loro una giro di prova
VERIFICA DELL’UTILIZZO
> Fase 2: reclutare i partecipanti
ESECUZIONE DEI TEST
Reclutare i partecipanti
Qual è il miglior metodo per raggiungere gli utenti target ? Sono persone che
leggono solitamente il settimanale di annunci gratuiti? Esiste una risorsa on-
line per la ricerca di lavoro e la pubblicazione di annunci? Funzionerebbe
affiggere un annuncio in università?
Esempio di annuncio per la ricerca di soggetti: test con target ampio
Vuoi guadagnare 50 euro per un’ora di navigazione sul Web? Partecipa a uno
studio di utilizzo online. Scrivi a informazioni@_________.com
Esempio di annuncio per la ricerca di soggetti: test con target piu’ ristretto
Cerchiamo donne sopra i 45 anni. Vuoi guadagnare 50 euro per un’ora di
navigazione sul Web? Partecipa a uno studio di utilizzo online. Scrivi a
informazioni@_________.com
VERIFICA DELL’UTILIZZO
> Fase 2: reclutare i partecipanti
ESECUZIONE DEI TEST
Selezione
Una delle differenze tra le procedure dei test formale e informale sta nella
selezione professionale dei partecipanti. Le società specializzate chiedono
fino a 500 euro per partecipante (di solito individuano gruppi di 8 o 12
soggetti), per individuare, selezionare e reclutare persone per un test di
utilizzo.
Vantaggi
a Soggetti selezionati da esperti e appartenenti a un target specifico.
a Più il target è ben determinato, migliori saranno i risultati.
VERIFICA DELL’UTILIZZO
> Fase 2: reclutare i partecipanti
ESECUZIONE DEI TEST
Profilazione
Fare in modo che i potenziali soggetti compilino un modulo on-line (o inviato
via fax) per fornire dati anagrafici di base e informazioni sull’uso di Internet.
Garantire, secondo la legge sulla privacy, la riservatezza delle informazioni
ricevute.
Raggruppare i soggetti che corrispondano il più possibile al vostro target.
Inviare un’e-mail introduttiva ai partecipanti che rientrano nel profilo
desiderato. Spiegare loro brevemente quando dovrebbero aspettarsi di essere
contattati e quali attività dovranno svolgere, ma non siate troppo specifici.
Fare seguire una e-mail o una telefonata per confermare la data definitiva.
VERIFICA DELL’UTILIZZO
> Fase 2: reclutare i partecipanti
ESECUZIONE DEI TESTVERIFICA DELL’UTILIZZO
> Fase 2: reclutare i partecipanti
Esempio di modulo on-line per selezione
ESECUZIONE DEI TESTVERIFICA DELL’UTILIZZO
> Fase 2: reclutare i partecipanti
Potenziali soggetti per il test: dal modulo di profilazione on-line Invio lettera di contatto
ESECUZIONE DEI TEST
Condurre la sessione
Atteggiamento amichevole e paziente.
Presentarsi e spiegare al soggetto che gli sarà chiesto di eseguire una serie di
compiti predeterminati.
Fare attenzione alla scelta delle parole: non pregiudicare i risultati rivelando
al soggetto il numero o la lunghezza dei task. Spiegare il ruolo di osservatore,
non di aiuto.
Preparare in anticipo tutti i documenti da far firmare per espletare
rapidamente le formalità e far sentire il soggetto a proprio agio.
Durante il processo di testing rimanere neutrali. Essere osservatori silentI.
Parlare solo per illustrare un nuovo task.
VERIFICA DELL’UTILIZZO
> Fase 3: condurre la sessione
ESECUZIONE DEI TEST
Condurre la sessione
Nessun suggerimento, con parole, sguardi o gesti.
Se la frustrazione del partecipante aumenta notevolmente, rilevatene il
livello e, dopo aver tentato tutte le opzioni, annotate “task fallito” sul vostro
taccuino. Non identificate il fallimento di un task con il fallimento del test. È
proprio l’opposto.
VERIFICA DELL’UTILIZZO
> Fase 3: condurre la sessione
ESECUZIONE DEI TEST
Pratico promemoria
• Un documento sulla privacy e il non disclosure agreement pronto per essere
firmato.
• Assicurarsi che la propria connessione a Internet funzioni.
• Se si sta videoregistrando, tenere pronte delle batterie cariche per la video
camera, poiché i cavi potrebbero causare problemi.
• Tenere a portata di mano una stampata del sito per prendere appunti (le
pagine associate ai task).
• Assicurarsi di avere la lista dei task da svolgere.
• Tenere pronto il questionario per il dopo-test.
• Il sito deve essere tra i bookmark e pronto da navigare.
VERIFICA DELL’UTILIZZO
> Fase 3: condurre la sessione
ESECUZIONE DEI TEST
Raccolta dati di base
Prendere meticolosamente appunti durante il processo di testing.
Utilizzare lo stesso modulo per tutti i soggetti del test.
Assicurarsi di prendere appunti su tutti gli aspetti seguenti, per ciascun task.
• Il soggetto riesce a portare a termine il task?
• Ha bisogno di aiuto? Il task si interrompe?
• Quanto tempo ha impiegato?
• Quali ostacoli ha incontrato? Descrivere i problemi e gli ostacoli.
• Annotare tutte le osservazioni. Aggiungere commenti. Il soggetto borbotta
frustrato? Esprime entusiasmo?
VERIFICA DELL’UTILIZZO
> Fase 3: condurre la sessione
Esempio di modulo per appunti durante una sessione tipica
ESECUZIONE DEI TEST
Dopo la sessione di testing
Tenere d’occhio l’orologio. Prima che il soggetto abbia finito e possa andare
via: breve questionario (non + di 5 min) post-test (da preparare in anticipo),
breve intervista riepilogativa e, alla fine, pagare il soggetto per il tempo che
vi ha dedicato.
Interrogate il partecipante: questioni generali e poi sullo specifico (le aree
problematiche annotate). Tenete i soldi pronti per il partecipante, una volta
che la sessione è completa.
Prima del successivo, preparare un breve riassunto della sessione e dei
risultati: descrivete le aree problematiche e le reazioni più sorprendenti,
osservazioni personali.
VERIFICA DELL’UTILIZZO
> Fase 3: condurre la sessione
Esempio di feedback dopo il test
ESECUZIONE DEI TEST
Analisi dei dati e formulazione delle raccomandazioni
Capire come e perché un utente non riesce a completare un task o accorgersi
quando si manifestano i problemi è facile. Determinare come risolvere i
problemi richiede esperienza.
Quando richiamate i problemi, specificare quali erano le difficoltà.
Sistemate questi problemi in ordine di frequenza e poi dategli una priorità.
Dividere le raccomandazioni in obiettivi a breve e lungo termine.
Stendete un piano di implementazione per la messa a punto del sito.
VERIFICA DELL’UTILIZZO
> Fase 4: analisi dei dati e formulazione delle raccomandazioni
ESECUZIONE DEI TEST
Report finale
• Riepilogo generale: Un breve riassunto dei principali risultati,
raccomandazioni e suggerimenti, relativi alle aree sulle quali ci si è
concentrati. Panoramica di ciò che funziona e ciò che non funziona nel sito.
• Metodologia: Una descrizione della natura della ricerca, di come è stata
impostata, dei profili degli utenti, dei metodi di raccolta dei dati e così via.
• Risultati analitici: Un’esposizione chiara e completa di tutti i risultati del
test, dei feedback dei questionari eccetera.
• Conclusioni e raccomandazioni: Una presentazione di informazioni
generiche e specifiche, raccomandazioni di modifiche a breve e lungo
termine, e il tipo di modifiche suggerite (per esempio, solo la grafica, il testo,
o la programmazione delle funzioni, eccetera). Includete informazioni circa i
task assegnati, le cause dei problemi, e le soluzioni raccomandate.
• Appendici: I dati grezzi, appunti, esempi di materiali del test, informazioni
sui partecipanti (non i nomi) e via dicendo.
VERIFICA DELL’UTILIZZO
> Fase 4: analisi dei dati e formulazione delle raccomandazioni
ESECUZIONE DEI TEST
Mettere insieme le conclusioni
in un report finale:
un sintetico punto di
riferimento per il cliente e per
il team di sviluppo.
VERIFICA DELL’UTILIZZO
-
ANALISI COMPETITIVA
-
ANALISI COMPETITIVA
a Per progetti che non hanno budget astronomici si raccomanda di
effettuare un’analisi informale delle funzionalità.
a Fornisce un’istantanea dei servizi e delle funzionalità della concorrenza
dal punto di vista dell’utente.
a Ha lo scopo di capire che cosa offrono i concorrenti in termini di
contenuti, funzionalità e servizi.
IMPOSTAZIONE
> Definire il processo
> Costruire un piano per
l’analisi
> Definire il competitive
set
> Categorizzare il
competitive set
> Creare una lista delle
funzionalità
ATTUAZIONE
> Effettuare analisi
individuali
> Effettuare test di
usabilità informali
ANALISI
> Creare una griglia delle
funzionalità
> Effettuare valutazioni
complessive
> Creare un report finale
ARGOMENTI TRATTATI
ANALISI FORMALE E INFORMALE
Analisi formale e informale
> L’analisi informale copre soltanto le funzionalità online e la customer
experience, non il marketing o il branding o, ancora, l’analisi di prodotti
presenti o futuri dell’azienda.
> Lo scopo ultimo di un’analisi delle funzionalità è quello di rispondere alla
seguente domanda: che cosa stanno facendo i concorrenti per fornire servizi
e contenuti utili e sensati per gli utenti?
> Il lavoro di un team di sviluppo che si imbarca in un’analisi delle funzionalità è
quello di esaminare gli obiettivi, i prodotti e il mercato, con esclusivo
riferimento al Web.
> Diventare un utente esperto nel settore industriale del cliente.
ANALISI COMPETITIVA
ANALISI FORMALE E INFORMALEANALISI COMPETITIVA
SVOLGIMENTO DELL’ANALISI
Svolgimento dell’analisi
> Indipendentemente dal tempo dedicato il processo si articola sempre in quattro
fasi: definire il processo, creare una lista di funzionalità, effettuare
un’analisi e dei test di utilizzo e, infine, scrivere una relazione (report).
ANALISI COMPETITIVA SVOLGIMENTO DELL’ANALISIANALISI COMPETITIVA
SVOLGIMENTO DELL’ANALISIANALISI COMPETITIVA
SVOLGIMENTO DELL’ANALISIANALISI COMPETITIVA
SVOLGIMENTO DELL’ANALISIANALISI COMPETITIVA
Realizzare un piano per l’analisi
> Creare un piano per l’analisi che descriva complessivamente gli obiettivi, la
metodologia, i tempi di realizzazione e il budget
> Le analisi competitive sono molto diverse fra loro per dimensioni e scopi, a
seconda del livello di dettaglio ricercato. Le analisi dovrebbero essere
condotte da almeno due persone, poiché ciò permette di avere prospettive
diverse.
> A seconda del tempo e delle risorse disponibili, l’elaborazione può richiedere da
una settimana (nel caso di budget piccoli e medi, da 20 a 70 ore) a un mese
(nel caso di budget di maggiori dimensioni).
ANALISI COMPETITIVA SVOLGIMENTO DELL’ANALISI
Esempio di piano d’analisi che descrive scopi e obiettivi
> Fase 1: definire il processo
Definire il competitive set
> Identificare chi sono gli attori principali nel settore industriale in considerazione
e quali sono i concorrenti diretti del cliente.
> Fare una scelta ad ampio spettro. Raccogliere le informazioni così come farebbe
un utente: utilizzando i motori di ricerca, seguendo i banner pubblicitari e
servendovi di altre risorse come l’elenco telefonico o guide specifiche.
> Partire dalla lista fornita dal cliente, m andare ad ampliare la ricerca anche a
realtà off-line
> Se vi sono tanti siti di riferimento scegliere i principali, ma anche con
corrispondenze diverse
Esempio: progetto di redesign riguardante un’agenzia viaggi on-line
a Portali
a Linee aeree
a Siti depliant
a Concorrenti off line
a Numeri verdi 24/24
ANALISI COMPETITIVA SVOLGIMENTO DELL’ANALISI
> Fase 1: definire il processo
ANALISI COMPETITIVA SVOLGIMENTO DELL’ANALISI
> Fase 1: definire il processo
Categoria portale Categoria portale
ANALISI COMPETITIVA SVOLGIMENTO DELL’ANALISI
> Fase 1: definire il processo
Categoria portale/motore di ricerca
Categoria viaggi/avventura
ANALISI COMPETITIVA SVOLGIMENTO DELL’ANALISI
> Fase 1: definire il processo
Categoria brochure on-line
Categoria linee aeree
Tempo e denaro
> allocare come minimo un’ora per analizzare ciascun sito del competitive set.
> attività di testing, di documentazione delle funzionalità e di redazione delle
raccomandazioni.
> un set di 12 siti equivale a una buona giornata e mezza di lavoro.
> se si hanno le risorse, allocare diverse ore per sito e se ne trarranno grossi
vantaggi.
> se non si hanno le risorse o il budget, si può scegliere: o limitare il numero di
siti da analizzare o il tempo da dedicare a ciascun sito.
ANALISI COMPETITIVA SVOLGIMENTO DELL’ANALISI
> Fase 1: definire il processo
Categorizzare il competitive set
> Valutare rapidamente ciascun sito (un esame da cinque minuti, niente di
intensivo) per inserirlo in una categoria all’interno del settore.
> Dare un ordine alle categorie.
> Sebbene si possano avere categorie che contengono più di un sito, ciascun sito
dovrebbe appartenere a una sola categoria.
ANALISI COMPETITIVA SVOLGIMENTO DELL’ANALISI
> Fase 1: definire il processo
Creare una lista delle funzionalità
> Creare un breve inventario delle funzionalità relative alla grafica e ai contenuti.
> Contenuti, grafica, media, funzionalità, cose da fare, cose da vedere, azioni da
compiere... Elencare tutto.
> Prendere in considerazione tutti gli elementi.
> Identificare il tempo di caricamento e il peso della grafica dei siti in esame.
> Includere funzionalità come la ricerca, la registrazione, forum.
ANALISI COMPETITIVA SVOLGIMENTO DELL’ANALISI
> Fase 2: creare una lista delle funzionalità
La ricerca delle funzionalità
La quantità finale delle funzionalità esaminate dipenderà dalle risorse che avete a
disposizione e dal livello di dettaglio desiderato, ma 20 o 30 voci possono
essere considerate un buon campione.
Alcuni spunti da prendere in considerazione per iniziare la compilazione
dell’elenco.
• Grafica: splash screen, animazioni Flash, GIF animate, frame, pubblicità …
• Media: audio, video, …
• Contenuti: sezioni dedicate alla stampa, descrizione dei prodotti o servizi,
descrizione della società, biografie dei soci, una lista dei clienti, contenuti
statici o dinamici, …
• Funzioni: ricerca, login, forum, servizi di community, chat, registrazione,
possibilità di acquistare on-line, sicurezza, …
ANALISI COMPETITIVA SVOLGIMENTO DELL’ANALISI
> Fase 2: creare una lista delle funzionalità
ANALISI COMPETITIVA SVOLGIMENTO DELL’ANALISI
> Fase 2: creare una lista delle funzionalità
Esempio generico di funzionalità
grafiche e di contenuti di siti
concorrenti.
ANALISI COMPETITIVA SVOLGIMENTO DELL’ANALISI
> Fase 2: creare una lista delle funzionalità
Esempio piu’ orientato ai contenuti
Condurre l’analisi e il testing
> Si è pronti per la parte “operativa” del lavoro.
> Due approcci diversi e complementari: valutazione individuale e test di utilizzo
informale.
Valutazione individuale
Ciascun valutatore dovrebbe dare la propria opinione su ciascun sito, mantenendo
il punto di vista di un utente. Preparare un semplice questionario da riempire
per ciascun sito del competitive set.
ANALISI COMPETITIVA SVOLGIMENTO DELL’ANALISI
> Fase 3: condurre l’analisi e il testing
Esempio questionario per la valutazione individuale dei siti
Test informali di utilizzo
Scegliere una o due funzioni e di testarne la facilità all’interno di tutto il
competitive set. Identificate alcuni compiti di base che possono essere svolti
> Se si sta effettuando un’analisi sull’industria dell’illuminazione, ordinate
alcune lampadine.
> Quanto è facile (o difficile) trovarne del tipo, della potenza e della misura che
si cerca?
> Aspettare qualche giorno fino all’arrivo dell’ordinazione. Provate a rimandare
indietro alcuni pezzi. Quanto è facile?
> Chiamare il servizio clienti per chiedere assistenza, lamentarsi. Essere un vero
utente.
A seconda degli obiettivi del progetto di redesign, questi task possono essere
molto semplici o estremamente complessi.
ANALISI COMPETITIVA SVOLGIMENTO DELL’ANALISI
> Fase 3: condurre l’analisi e il testing
Servono scorciatoie?
> Gomez.com offre schede di valutazione comparativa per i primi dieciquindici
siti di un settore. Le valutazioni sono basate su vari criteri (facilità d’uso,
fiducia dei clienti, risorse, costo e così via) e aggiornate trimestralmente.
ANALISI COMPETITIVA SVOLGIMENTO DELL’ANALISI
> Fase 3: condurre l’analisi e il testing
Lista comparativa delle funzionalità
Classifica dei primi 10 player
Criteri per punteggio globale
Creare il report finale
> Mettere insieme i risultati e le informazioni in un resoconto ufficiale è l’ultimo
passo dell’analisi competitiva.
> Un sommario sintetico dei risultati, in un formato facile da leggere e da passare
in rassegna.
> Concentrare in una o due pagine i principali risultati e le raccomandazioni.
Quali sono stati i risultati più sorprendenti? Che cosa ha reso la user experience
positiva? Che cosa ha fatto infuriare?
> Il resto del report dovrebbe spiegare la metodologia e il processo e dovrebbe
includere immagini e descrizioni globali dei siti presi in esame, insieme alle
griglie di confronto così faticosamente prodotte (e controllate, e
ricontrollate).
> Ovviamente, il livello di formalità del report finale dipende da chi sono i suoi
destinatari: il team di sviluppo o il cliente? La maggior parte delle volte è
destinato a entrambi.
ANALISI COMPETITIVA SVOLGIMENTO DELL’ANALISI
> Fase 4: creare il report finale
Creare una griglia delle funzionalità
> Disporre le informazioni raccolte in una griglia visuale.
> Raggruppate le funzionalità secondo categorie come “Ricerca” e
“Personalizzazione”.
> Aggiungere delle categorie se necessario
ANALISI COMPETITIVA SVOLGIMENTO DELL’ANALISI
> Fase 4: creare il report finale
ANALISI COMPETITIVA SVOLGIMENTO DELL’ANALISI
Esempio di griglia di funzionalità del settore viaggi
Effettuare le valutazioni globali
Dare un giudizio globale per ciascun sito del competitive set.Selezionare almeno
tre aree principali da valutare e utilizzare un sistema di valutazione da 1 a 5
stelle.
ANALISI COMPETITIVA SVOLGIMENTO DELL’ANALISI
> Fase 4: creare il report finale
Elementi minimi da includere nel report finale
• Riepilogo generale (executive summary)
• Risultati e raccomandazioni (possono essere incluse nel riepilogo generale, o
estese, se necessario)
• Descrizione della metodologia/processo/approccio utilizzati
• Immagini e descrizioni di ciascun sito (due o tre immagini, valutazione finale,
una breve descrizione e le esperienze raccolte)
• Griglia delle funzionalità (creata successivamente)
• Valutazioni globali (comprese nella griglia delle funzionalità)
• Note e dati grezzi
ANALISI COMPETITIVA SVOLGIMENTO DELL’ANALISI
> Fase 4: creare il report finale
L’obiettivo finale è ottenere con quest’analisi una migliore comprensione del sito
che si dovrà riprogettare, del settore industriale, e della user experience.
GLOSSARIO DELLE PROFESSIONI > Chief Internet officer
Chief Internet officer
E’ il manager responsabile di un progetto Web.
Oltre alle capacità manageriali gli è richiesta una conoscenza chiara e
approfondita degli aspetti tecnologici dei canali comunicativi interattivi
multimediali, dovendo stilare il business plan del progetto, tracciarne le
prospettive (in termini di spese, tempi e guadagni) e assemblare il team di
progettisti e di sviluppo.
Professionista particolarmente ricercato, data la difficoltà di reperire
manager d’esperienza che abbiano le competenze specifiche necessarie a
realizzare e-business, è la figura di collegamento tra la net economy e l’area
commerciale tradizionale.
GLOSSARIO DELLE PROFESSIONI > Community manager
Community manager
E’ il gestore delle comunità on-line che ruotano attorno a un sito.
Tramite gli strumenti di comunicazione interattiva (chat, forum, board,
mailing e così via) intrattiene i rapporti con i clienti/utenti e ne indirizza e
stimola le discussioni (oltre a moderarle).
Lavora a stretto contatto con l’area marketing dell’azienda, fidelizza i clienti
e li stimola alla frequentazione delle aree comuni, li mantiene aggiornati sulle
iniziative e sulle novità, effettua indagini d’opinione sul target specifico e
raccoglie osservazioni e lamentele.
Approfondita conoscenza non solo del sito (spesso anche Web master) ma
anche del pubblico e delle sue abitudini, un monitoraggio costante della
prestazione del sito e la sensibilità nel cogliere i feedback provenienti dai
componenti della community che rappresentano, prima di tutto, un campione
di mercato altamente selezionato. Gli è richiesta la competenza tecnologica
necessaria a gestire la rete di canali comunicativi interattivi, che
costituiscono la piattaforma su cui si sviluppano le community.
GLOSSARIO DELLE PROFESSIONI > Concept designer
Concept designer
Figura incaricata della progettazione e ideazione di un sito (o prodotto
digitale off-line). Gli è richiesta la conoscenza, anche se non approfondita, di
tutte le fasi di sviluppo di un sito e delle tecniche impiegate.
Cooperando con l’area marketing, svolge un’attività creativa, riformulando le
esigenze commerciali e propagandistiche per creare il progetto in ogni sua
parte e struttura, sino a concepire il diagramma di flusso che porta alla
realizzazione del prodotto multimediale, sia esso un sito o un prodotto off-
line.
E un ruolo progettuale, ma che contempla anche le competenze tecniche
necessarie per valutare la fattibilità di progetto e le tempistiche.
GLOSSARIO DELLE PROFESSIONI > Concept manager
> Web editor
> Multimedia copy writer
Content manager/Web editor/Multimedia copy writer
Il content manager svolge l’attività di redattore on-line. Progetta, crea e
gestisce i contenuti testuali di un sito. Definisce le informazioni che verranno
pubblicate nelle pagine Web, ideandone la struttura logica e l’ordine
concettuale. Fase fondamentale dell’attività del content manager è la ricerca
dei dati e delle informazioni, indispensabili alla stesura dei testi destinati alla
pubblicazione on-line, sfruttando tutti i canali informativi disponibili
(tradizionali e di rete).
Conosce le tecniche di Web writing necessarie alla redazione di contenuti
adatti, per forma e ampiezza, alle potenzialità dell’ipertesto e alle esigenze
della Web community. Coopera attivamente con l’art director e il Web
designer alla progettazione del sito, contribuendo all’efficacia del progetto
comunicativo on-line. Il copy writer coopera con il content manager (quando
questi non coincidono) occupandosi della stesura dei testi del sito in maniera
efficace, in linea con le atmosfere del prodotto multimediale in fase di
creazione o aggiornamento.
GLOSSARIO DELLE PROFESSIONI > Cyber consulente
Cyber consulente
Libero professionista che svolge attività di consulenza tramite i canali di
comunicazione della rete. Chat, mail, board, video-conferenza sono solo
alcune delle modalità seguite dal consulente remoto per attuare problem
solving presso i clienti. Più che di una nuova professione si tratta di un nuovo
modo di lavorare.
Molti dei free-lance operanti nel campo della net economy, dell’editoria
elettronica e di quella tradizionale sfruttano la Rete come mezzo di
trasmissione di informazioni in tempo reale, minimizzando i tempi di ricezione
e soprattutto effettuando spostamenti solo quando strettamente necessario.
GLOSSARIO DELLE PROFESSIONI > E-business manager
E-business manager
L’e-business manager è il responsabile delle vendite on-line di prodotti o
servizi. Una conoscenza profonda delle strategie e tecniche del marketing on-
line e l’abilità nel gestire i processi che regolano il commercio on-line sono le
caratteristiche base del manager della net-economy.
L’e-business manager è a capo di un team che deve assicurare l’efficienza
delle procedure di vendita via rete, garantendo tempestività nell’evasione
delle richieste degli utenti/clienti; deve fare in modo, in collaborazione con
il Web master, che il sito Web, ossia la vetrina del “negozio virtuale”, sia
costantemente aggiornato in tempo reale, in coerenza con l’effettiva
disponibilità dei prodotti e dei servizi.
GLOSSARIO DELLE PROFESSIONI > E-customer satisfaction manager
E-customer satisfaction manager
E’ un operatore specialistico del marketing on-line. Studia le soluzioni migliori
da offrire al cliente/utente di un sito commerciale. Occupandosi
dell’efficienza del servizio al cliente, coordina, cooperando con figure quali il
Web advisor, il Web master e il community manager, il flusso di dati in entrata
e in uscita riguardanti l’utenza e ne classifica le richieste, smistandole verso i
componenti più adatti a soddisfarle.
L’attività del satisfaction manager nell’ambito dell’e-business determina in
larga misura il grado di “reattività” e adattabilità del sito alle sollecitazioni
degli utenti, rielaborando il concetto di customer care, alla luce delle
possibilità offerte dalle tecnologie di rete. è una figura caratterizzata da
grandi capacità nell’archiviazione e gestione dei dati, con una spiccatissima
propensione al problem solving.
GLOSSARIO DELLE PROFESSIONI > Fotografo digitale
Fotografo digitale
La necessità di digitalizzare l’immagine per renderla importabile negli
ambienti dei nuovi media ha dato grande impulso all’evoluzione tecnologica
degli strumenti atti al trattamento e all’acquisizione di fotografie.
Il fotografo digitale, oltre a possedere la tecnica fotografica tradizionale, ha
sviluppato la competenza informatica necessaria alla gestione delle immagini
digitali nei più svariati ambiti, dal Web al cinema, ormai completamente
orientato verso la tecnologia digitale.
GLOSSARIO DELLE PROFESSIONI > Interaction designer
> Usability engineer
Interaction designer/Usability engineer
Nel progetto comunicazionale on-line è necessaria una figura operativa che
supervisioni la gestione del traffico informativo in entrata e in uscita, che si
occupi di mantenere la coerenza del progetto comunicativo e che studi le
strategie con cui trasformare il sito, come un qualsiasi prodotto dotato di
interattività, in un canale informativo a due direzioni, in un continuo
confronto con il target.
Una delle sue principali mansioni è prevedere la distribuzione, le modalità e i
tempi delle informazioni costituendo l’ossatura logica del sito (in
collaborazione con il content manager). In collaborazione con il Web designer
procede allo studio di un’interfaccia che garantisca l’alto tasso di usabilità su
cui si fonda buona parte del successo di un prodotto dotato di interattività,
sia on-line sia off-line.
Date le sua capacità tecniche e la visione complessiva del progetto, risulta
essere una figura ibrida e dalle ampie competenze, in grado di sostituire
l’eventuale assenza di specialisti di alcune delle aree di sviluppo oppure
cooperare in team, garantendo l’efficacia comunicativa del processo.
GLOSSARIO DELLE PROFESSIONI > Localizzatore
Localizzatore
E’ l’internazionalizzatore del prodotto multimediale.
Si preoccupa della riconversione del prodotto su supporto digitale,
adattandolo ai mercati esteri, supervisionando la rielaborazione dei contenuti
e consigliando il restyling quando necessario.
Analizza la procedura di riconversione dell’oggetto multimediale secondo i
codici comunicativi del nuovo mercato.
GLOSSARIO DELLE PROFESSIONI > Montatore di filmati per
produzioni multimediali
Montatore di filmati per produzioni multimediali
E’ l’evoluzione del montatore tradizionale. Le nuove tecnologie per il
montaggio digitale richiedono competenze specifiche nell’ambito delle
tecnologie informatiche e della digitalizzazione dell’immagine.
Figura chiave nella fase di produzione e post produzione del prodotto
multimediale, utilizza i software dedicati alla gestione, ottimizzazione e
sincronizzazione audio-video.
La logica operativa del montatore per le produzioni digitali non si discosta da
quella seguita dal tradizionale montatore di pellicola; tuttavia cambiano in
maniera drastica le competenze, arricchite da un profondo know-how
informatico specialistico nell’area della computer grafica e dell’immagine
digitale.
GLOSSARIO DELLE PROFESSIONI > Multimedia editor
Multimedia editor
Figura nuova del panorama editoriale.
Integra conoscenze del settore editoriale cartaceo tradizionale con profonde
competenze tecniche nell’ambito dei nuovi media: è in grado di gestire sia la
creazione di un prodotto cartaceo sia la creazione di oggetti multimediali
(DVD, CD-ROM e siti Internet).
Spesso dirige la digitalizzazione di formati cartacei, studiando il metodo per
garantire la minor perdita possibile di informazioni nel passaggio da un mezzo
all’altro, ideando nuovi format editoriali che sfruttino appieno le potenzialità
dei supporti digitali.
L’attività specifica del multimedia editor implica il coordinamento di gruppi di
lavoro impegnati nello sviluppo di prodotti mono e multimediali sotto il profilo
creativo, organizzativo ed economico.
GLOSSARIO DELLE PROFESSIONI > Multimedia packager
Multimedia packager
Simile al multimedia editor, è l’assemblatore del prodotto multimediale.
Immagina la fruibilità del prodotto occupandosi dell’armonia multimediale
ponendosi come obiettivo la vendibilità.
Impiegato nel mercato dell’editoria elettronica e della produzione on-line, è
spesso un libero professionista che agisce come consulente nel processo di
standardizzazione del prodotto multimediale.
Non accade di rado che il multimedia editor, oltre a curare la realizzazione
delle singole parti del prodotto, rivesta il ruolo di packager proponendo le
proprie idee a case editrici e distributori come free-lance.
GLOSSARIO DELLE PROFESSIONI > On-line tutor
> Web trainer
On-line tutor/Web trainer
Contribuisce alla definizione dei contenuti e dei moduli didattici di un corso
on-line, alla tempistica di pubblicazione delle lezioni e al calendario,
supportando a livello tecnico e didattico gli utenti del corso. Gestisce in prima
persona la community degli allievi che partecipano al corso remotamente e
l’ambiente di e-learning che da questi viene sfruttato per seguire le lezioni.
Si occupa dell’amministrazione e il tempestivo aggiornamento delle grandi
quantità di dati in quotidiana evoluzione offerte agli allievi, la conduzione di
esercitazioni in remoto (dei singoli o di gruppi) e una visione completa e
costante del programma formativo erogato.
Le competenze tecniche e la visione completa del programma e dei contenuti
gli permettono di ottimizzare le procedure d’erogazione del corso on-line;
controlla il livello di gradimento della classe virtuale.
GLOSSARIO DELLE PROFESSIONI > Web account manager
Web account manager
E il pianificatore delle campagne pubblicitarie on-line. Internet si presenta
con un’offerta di canali propagandistici ampia e differenziata quanto il
pubblico che vi accede; è compito del Web account manager quello di
discernere tra le varie possibilità e di scegliere le più adatte a soddisfare gli
obbiettivi di una campagna di advertising on-line.
Conosce quindi la tempistica di turn-over che caratterizza la comunicazione
on-line, le dinamiche e i codici delle differenti net community stimolandone
la ricettività.
Detta i tempi delle iniziative e l’entità dell’impegno promozionale
differenziato sulle diverse aree informative della rete (siti di informazione
generalisti e tematici, entità rappresentanti specifiche community,
newsgroup e così via).
GLOSSARIO DELLE PROFESSIONI > Web advisor
> Web producer
Web advisor/Web producer
Il Web advisor e il Web producer sono gli esperti di marketing on-line che
determinano le strategie di comunicazione del sito, al fine di ottenerne la
massima resa dai punti di vista commerciale e di immagine.
Abbinano la conoscenza delle tecniche del marketing tradizionale alla realtà
tecnologica dei nuovi media, in particolare del Web; rielaborano le strategie
della propaganda alla luce delle potenzialità di Internet e della vastità e
complessità del pubblico con cui si può entrare in contatto tramite un sito
Web.
Mantenendosi aggiornati sulle tendenze delle net community, individuano il
target della promozione on-line o delle informazioni offerte, studiano i codici
comunicativi più efficaci, indicando le strategie al Web designer e al content
manager. L’advisor e il producer rappresentano due livelli differenti del
marketing on line: il Web advisor cura l’efficacia stilistica, occupandosi della
corretta rappresentazione del sito in base agli obbiettivi prefissati; il Web
producer seleziona strategicamente i servizi e i contenuti che il sito dovrà
offrire al pubblico.
GLOSSARIO DELLE PROFESSIONI > Web business strategist
> Web marketing analys
Web business strategist/Web marketing analyst
Occupano il vertice dell’area Web marketing: studiano le strategie del
marketing on-line, applicandole alla propria realtà aziendale.
Mantengono un costante monitoraggio dell’universo on-line, osservano le
tendenze delle Web community e analizzano le possibilità di e-business.
Aprono prospettive di mercato nuove e in generale sono alla base della
vivacità e della diversificazione commerciale del Web.
Sfruttano la rete per creare partnership con portali, comunità on-line, motori
di ricerca, finalizzate a garantire la visibilità sul mercato in rete.
Dirigono le sezioni di Web marketing e supervisionano cooperando con il chief
Internet officer.
GLOSSARIO DELLE PROFESSIONI > Web call-center manager
Web call-center manager
L’evoluzione dei call-center telefonici classici in call-center multimediali
determina la necessità di nuove figure professionali.
I siti che effettuano vendita di servizi o prodotti on-line attuano strategie di
rafforzamento sul cliente e di fidelizzazione tramite il contatto diretto con i
visitatori del sito.
Il Web call-center manager è responsabile della scelta e della gestione delle
procedure con cui il cliente viene contattato.
In particolare sviluppa un’approfondita conoscenza delle tecnologie
necessarie a rendere minimo il tempo che intercorre tra la visita al sito del
potenziale cliente e il contatto.
Si preoccupa di formulare strategie di chiamata Web non invasive e rispettose
della netiquette, che regola i rapporti tra i siti e i navigatori. E’ un’attività
che risulta quindi essere una specializzazione per i professionisti nel campo
del Web marketing.
GLOSSARIO DELLE PROFESSIONI > Web designer
> Web multimedia developer
> Art director
Web designer/Web multimedia developer/Art director
Il Web designer progetta la struttura, la grafica e l’interfaccia di un sito.
Esperto delle tecnologie Web e dei software dedicati al Web editing, studia le
soluzioni necessarie alla presentazione ottimale dei contenuti (video, audio e
testuali). Alla ricerca dell’equilibrio tra estetica e funzionalità, creando
interfacce che garantiscano una facile accessibilità ai dati e un efficace
impatto grafico.
Svolge un’attività altamente creativa e determinante per il successo delle
strategie del marketing on-line. Spesso è inserito in team di sviluppo
comprendenti art director, content manager, operatori del marketing e tecnici
programmatori.
La distinzione tra Web designer e art director non è facilmente definibile, in
quanto le due figure spesso coincidono. Quando sono presenti entrambi, si
può intendere l’art director come il titolare del ruolo progettuale e di
coordinamento dell’area grafica e design, mentre il Web designer risulta
essere più vincolato a un’attività di tipo tecnico-realizzativa. In alternativa il
Web designer da solo può concentrare su di sè tutte queste funzioni.
GLOSSARIO DELLE PROFESSIONI > Web journalist
> Web writer
> Web reporter
Web journalist/Web writer/Web reporter
È la versione on-line del giornalista tradizionale. Scrive il pezzo direttamente
in formato digitale corredandolo di immagini statiche, animate o di contributi
audio-video.
L’articolo così strutturato può essere destinato a un ente d’informazione on-
line, a una rivista, un giornale o un telegiornale. Il Web journalist può
assumere anche il ruolo di content editor, qualora si occupi direttamente
della pubblicazione on-line dei propri articoli, curandone, oltre alla stesura,
anche la formattazione.
L’enorme crescita dell’offerta informativa, il moltiplicarsi di versioni on-line
di quotidiani e riviste spiegano la necessità di giornalisti (professionisti e
pubblicisti) che sappiano gestire i formati digitali (non solo di testo, ma anche
d’immagine e audio-video) e che sappiano integrare le abilità espressive e
compositive con le esigenze formali di Internet e dei supporti digitali
interattivi.
GLOSSARIO DELLE PROFESSIONI > Web project manager
> Multimedia project manager
Web project manager/Multimedia project manager
E’ il coordinatore del team di sviluppo e gestione di un progetto multimediale
on-line o off-line.
Segue il piano operativo del concept designer, gestendo e integrando le
differenti competenze tecniche del team di sviluppo, garantendone la
funzionalità e l’efficienza.
Svolge un’attività manageriale a tutti gli effetti ed è il responsabile della
gestione del budget di progetto; deve quindi avere la competenza tecnica
necessaria per valutare la professionalità dei componenti dell’Equipe di
lavoro, nonché i tempi di realizzazione dell’intera operazione. .
GLOSSARIO DELLE PROFESSIONI > Web surfer
> Net clipper
> Information broker
Web surfer/Net clipper/Information broker
Si definisce Web surfer il ricercatore on-line. è un esperto conoscitore dei
mezzi informativi on-line e dei principi di indicizzazione dei motori di ricerca.
Basandosi su una ricca e aggiornata sitografia, esegue le ricerche tematiche
che gli vengono richieste e gestisce banche dati, implementandole affinché
non divengano obsolete. In quanto ricercatore di testi, di materiale
iconografico e audio digitale, deve conoscere e trattare i formati esistenti.
Nelle aziende la cui attività implica un costante aggiornamento in rete la
figura del Web surfer diviene cruciale.
Il Net clipper o l’information broker sono figure in larga parte sovrapponibili;
tuttavia differiscono per la maggiore profondità e precisione di indagine che
caratterizza le loro ricerche. Queste figure particolari della ricerca on-line
rielaborano i dati raccolti per trarne indagini di mercato, analisi delle
strategie della concorrenza, prospettive di sviluppo e nuove possibilità di
business. Vengono inoltre impiegati per verificare la validità e le fonti delle
informazioni presenti nella Rete.
SCOPO DEL SITO
Ruolo critico: comunica l’identità dell’azienda
E’ come:
la copertina di una rivista: viene definito il contenuto tramite
esempi,immagini, lo stile e le altre caratteristiche che il lettore troverà
all’interno della pubblicazione
il volto pubblico dell’azienda: la prima impressione è quella che conta,
soprattutto per il web
un’opera d’arte: dopo una rapida occhiata si esamina con cura nel caso
l’utente sia interessato
l’atrio di un palazzo: punto di ingresso e smistamento del traffico in varie
direzioni
HOMEPAGE USABILITY
SCOPO DEL SITO
Ruolo critico: comunica l’identità dell’azienda
E’ come:
la reception di un’azienda: dà il benvenuto ai clienti abituali, offre aiuto e
assistenza e fa sentire adeguatamente accolti tutti quanti
l’indice di un libro: offre all’utente una visione d’insieme dei contenuti
ordinati gerarchicamente e immediatamente accessibili attreverso link
ipertestuali
La prima pagina di un quotidiano: presenta una concisa e gererchica
panoramica delle notizie più importanti
HOMEPAGE USABILITY
SCOPO DEL SITO
> Negozio=Homepage
> Deve comunicare immediatamente, a colpo d’occhio, dove si trovano gli
utenti, cosa fa l’azienda e che tipo di interazione offre il vostro sito.
> Stile distintivo e facile da memorizzare.
1) Mostrare il nome e/o il logo della vostra azienda in dimensioni
ragionevoli e in una posizione ben percepibile.
L’angolo superiore sinistro della pagina è la posizione ideale, almeno nel caso
delle lingue che si leggono da sinistra a destra.
HOMEPAGE USABILITY
SCOPO DEL SITO
2) Includere una tagline che sintetizzi esplicitamente la natura del sito o
dell’azienda.
Tagline: frase breve, semplice, incisiva.
La tagline può essere superflua quando il nome dell’azienda è autoesplicativo
(es. Microsoft)
HOMEPAGE USABILITY
SCOPO DEL SITO
3) Enfatizzare gli elementi del sito che rappresentano un valore dal punto
di vista dell’utente e che differenziano dai competitor.
Ad esempio offrire i prezzi particolarmente vantaggiosi rispetto ai competitor
HOMEPAGE USABILITY
SCOPO DEL SITO
4) Enfatizzare i task prioritari così da fornire agli utenti un chiaro punto di
partenza all’interno della pagina.
Collocate i relativi elementi visuali in una posizione evidente, come la zona in
alto (es. menu)
5) Designare chiaramente una sola pagina come home ufficiale per ogni
sito.
6) Nel sito principale non usare la parola “sito”per riferirsi ad altro che
alla totalità della presenza online dell’azienda.
Se si offrono servizi in siti web separati, la soluzione migliore è definirli “siti”
quando ci si trova al loro interno, ma nell’ambito della home page corporate
essi dovrebbero apparire come categorie o sezioni del sito principale.
HOMEPAGE USABILITY
SCOPO DEL SITO
7) Il design della home page deve differenziarla nettamente da tutte le
altre pagine del sito.
Generalmente si adotta un visual design leggermente diverso (tuttavia
coerente con il look and feel del sito).
HOMEPAGE USABILITY
INFORMAZIONI SULL’AZIENDA
> Tutti i siti business devono offrire accesso diretto a informazioni corporate,
indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda e dall’estensione della
gamma di prodotti/servizi.
> La gente ama sapere con chi ha a che fare, e i dettagli circa l’azienda
potenziano la credibilità del sito.
8) Raggruppare in un’area a sé stante tutte le informazioni di tipo
corporate (es. Chi siamo, Cartella stampa, Opportunità di lavoro, Investor
Relations e altri dati sull’azienda).
Questo accorpamento offre agli utenti interessati un riferimento ben preciso e
facile da ricordare.
Aiuta gli utenti non interessati a tenere separate queste informazioni dagli
altri contenuti.
HOMEPAGE USABILITY
INFORMAZIONI SULL’AZIENDA
9) Includere nella home page un link del tipo “Chi siamo”, che porti a una
sezione in cui l’utente può trovare una panoramica sull’azienda.
La panoramica comprende generalmente informazioni e link per dettagli su
prodotti, servizi, valori e visione, management.
10) Se è importante una buona copertura da parte dei media, inserire
nella home page un link come “News”,“Cartella stampa”o “Press Room”.
I giornalisti apprezzano molto questo servizio e fanno uso di tali materiali
quando devono scrivere un pezzo sull’azienda.
11) Presentare al cliente un volto univoco: il sito deve essere uno dei punti
di contatto con il pubblico, non un’entità a parte.
Va data la sensazione ai propri clienti di trattare con un’entità unica,
indivisibile, compatta (sia online sia offline)
HOMEPAGE USABILITY
INFORMAZIONI SULL’AZIENDA
12) Includere nella home page un link “Contatti”che porti a un elenco di
contatti e recapiti aziendali.
Identificare chiaramente un servizio e un’email: personificazione dell’azienda
13) Se si offre un meccanismo di feedback (es. Cosa ne pensi della nuova
homepage?), specificare lo scopo del link e se i messaggi verranno letti dal
customer service piuttosto che dal webmaster.
14) Non includete nella home page pubblica informazioni interne destinate
ai dipendenti (il loro posto è nella intranet aziendale).
15) Se si raccolgono dati personali degli utenti, includere un link
all’informativa sul trattamento dei dati riservati (es. “Privacy”).
16) Spiegare il modello di business del sito, a meno che sia evidente.
HOMEPAGE USABILITY
CONTENUTI: WEB WRITING
> La maggior parte degli utenti non legge per intero i contenuti online, ma ne
fa solo un occhiata.
> Occorre ottimizzare i contenuti per facilitarne la visione e condensare il
massimo di informazione nel minimo di parole (importante in generale per il
web, ancor di più nella homepage)
> Catturare e mantenere l’interesse dei visitatori, spesso con a disposizione
uno spazio ridotto e una gran quantità di argomenti.
17) Adottare un linguaggio centrato sull’utente. Attribuite a sezioni e
categorie un nome che abbia senso per gli utenti, non per l’azienda.
18) Evitare le ridondanze.
Se nella home page si ripetono più volte gli stessi elementi (categorie o link),
anziché enfatizzarne l’importanza,di fatto se ne sminuisce l’impatto.
HOMEPAGE USABILITY
CONTENUTI: WEB WRITING
19) Non usare slogan troppo creativi e gergo da marketing, che potrebbero
ostacolare la comprensione da parte degli utenti.
Esempio: la categoria di Travelocity chiamata “Sogna, progetta e parti” può
suonare seducente alle orecchie di un uomo di marketing ma non è così
diretta come “Pianifica la tua vacanza”.
Non far fermare i prorii utenti a pensare. Il testo deve essere informativo e
non ambiguo.
20) Essere coerenti nell’utilizzo di maiuscole/minuscole e di altri standard
stilistici.
Gli utenti potrebbero attribuire al testo implicazioni sbagliate.
Esempio: tutte le voci di un elenco iniziano con la minuscola, ma una invece
inizia con la maiuscola. Anche errori così microscopici possono trasmettere
agli utenti un senso di scarsa professionalità o affidabilità.
HOMEPAGE USABILITY
CONTENUTI: WEB WRITING
21) Non etichettare un’area della pagina ben definita, se il suo contenuto
è sufficientemente auto-esplicativo.
Ad esempio, generalmente non è necessario etichettare l’area dei titoli delle
news del giorno: la forma, le dimensioni e la posizione di questo elemento ne
indicano già il ruolo.
Ha più senso, invece, etichettare un box del “Prodotto della settimana”.
22) Evitare le categorie che contengono un solo elemento e gli elenchi che
contengono un solo punto.
Una categoria con un solo elemento è un controsenso.
23) Curare gli allineamenti e gli a capo per salvaguardare la leggibilità dei
testi.
Vari fattori possono rendere imprevedibile il punto in cui il testo va a capo: la
risoluzione video dell’utente, le dimensioni della finestra, la versione del
browser e via dicendo. Porre attenzione.
HOMEPAGE USABILITY
CONTENUTI: WEB WRITING
25) Se si utilizza una sigla, un’abbreviazione o un acronimo, alla prima
occorrenza scriverne il significato per esteso, seguito dalla forma
abbreviata.
Ad esempio, una società che fornisce applicazioni software per portali e
propone una stazione ditoriale denominandola subito CMS senza specificare il
significato Content Management System.
26) Evitare i punti esclamativi. I punti esclamativi non sono ben accetti
nella scrittura professionale, specie in una home page.
Risultano caotici e chiassosi: non si dove alzare la voce con i propri utenti.
Se si viola questa linea-guida anche solo una volta, predisporsi a violarla più
volte all’interno della home page, perché tutti i contenuti sono importanti.
HOMEPAGE USABILITY
CONTENUTI: WEB WRITING
27) Ricorrere il meno possibile (meglio mai) all’uso del “tutto
maiuscolo”come stile di formattazione.
Le parole scritte tutte in maiuscolo sono più faticose da leggere rispetto al
misto di maiuscole e minuscole, e fanno percepire la pagina come pesante e
chiassosa. “COME CONTATTARCI” è meno leggibile di “Come contattarci”.
28) Non abusare di spaziatura e punteggiatura a scopo di enfasi.
Non scrivere L I B R I oppure L.I.B.R.I. Mai usare la punteggiatura ion modo
non standard.
HOMEPAGE USABILITY
CONTENUTI: ESEMPLIFICAZIONE
> Mostrare nella home page qualche esempio dei contenuti del sito è di
grande aiuto per gli utenti.
> Gli esempi aiutano gli utenti a navigare con sicurezza, perché illustrano ciò
che si trova dietro i nomi astratti delle categorie. Gli utenti imparano a
distinguere agevolmente le varie categorie, senza essere costretti a cliccare
su ciascuna di esse per vedere cosa contiene.
29) Per descrivere il contenuto utilizzare esempi più che descrizioni.
30) Associare a ogni esempio un link che porti a una pagina di dettagli su
quell’esempio, e non a una pagina della categoria generale di cui l’esempio
fa parte.
Inviare direttamente al cio’ che si cerca. Ad esempio, se è pubblicata la
notizia del film (con tanto di foto e didascalia) presentato al festival di
Cannes, il link dovrà portare alla sua scheda, non sul festival in generale.
HOMEPAGE USABILITY
CONTENUTI: ARCHIVIAZIONE E ACCESSO
> Può capitare che si abbiano sia utenti che tornano spesso al sito, sia nuovi
utenti che si interessano a ciò che è stato pubblicato prima che di trovarlo.
> Conviene perciò predisporre un archivio dei contenuti che progressivamente
vengono rimossi dalla home page.
HOMEPAGE USABILITY
CONTENUTI: ARCHIVIAZIONE E ACCESSO
33) Facilitare l’accesso a tutti i contenuti recenti della home page,
presentandone un elenco e costruendone un apposito archivio.
“Recenti” può significare pubblicati nell’ultima settimana o nell’ultimo mese,
dipende.
HOMEPAGE USABILITY
> I link, ovviamente, non appaiono soltanto nella home page, ma poiché la
home page è la porta di ingresso del sito i link tendono a essere molto più
numerosi qui che nelle altre pagine.
34) Differenziare percettivamente i link e facilitatene la visioe a colpo
d’occhio.
Il testo di un link deve iniziare con una parola significativa. Il testo dei link
deve inoltre essere il più breve e specifico possibile. Non includere
informazioni ridondanti.
35) Non usare come testo dei link istruzioni generiche, del tipo “Clicca
qui”.
Il testo del link deve essere significativo ed esplicitare agli utenti cosa accade
facendo clic. Ciò favorisce sensibilmente lo scanning della pagina. Ad
esempio, non “Cliccate qui per il servizio Xyz” ma semplicemente “Servizio
Xyz”.
HOMEPAGE USABILITY LINK
36) Non usare link generici come “Continua…” alla fine di un elenco
Piuttosto, esplicitare agli utenti “cosa” continua (es. “Altre recensioni”).
37) Distinguere i link visitati e non visitati con appositi colori.
Classico blu ai link non visitati e scegliete un altro colore, meno saturo, per
quelli visitati, mantenendo comunque una buona leggebilità.
38) Non usare la parola “link”o “collegamenti”per definire i link nella
home page: mostrate che si tratta di link tramite la sottolineatura e il
colore blu.
Sarebbe come chiamare “Parole” una categoria di argomenti in una
pubblicazione stampata.
Il nome della categoria deve rispecchiare il tipo di destinazione dei link.
HOMEPAGE USABILITY LINK
39) Assicurarsi che ogni link indichi esplicitamente la propria azione, a
meno che non si tratti di un puro collegamento a un’altra pagina.
Link che rimandano a un documento PDF, lanciano un player audio o video,
aprono la finestra di un messaggio e-mail o altro ancora; deve essere
immediatamente chiaro cosa accade se si fa clic sul link.
< Scarica la scheda prodotto
< Leggi l’informativa
HOMEPAGE USABILITY LINK
HOMEPAGE USABILITY NAVIGAZIONE
> Lo scopo primario della home page è facilitare la navigazione nel sito,
perciò è importantissimo che gli utenti possano trovare senza fatica l’area
degli strumenti di navigazione, distinguere le opzioni a loro disposizione e
intuire cosa corrisponde ai vari link.
> Gli utenti non devono essere costretti a cliccare su un elemento per capire
di cosa si tratta.
40) Collocare l’area di navigazione primaria in una posizione molto
evidente, preferibilmente adiacente al corpo principale della pagina.
Evitare di posizionare una barra di navigazione orizzontale in alto, sopra
elementi grafici come linee e banner: gli utenti spesso ignorano tutto ciò che
si trova dentro o sopra un’area rettangolare in cima alla pagina ( “cecità
selettiva ai banner”, riscontrata in innumerevoli test)
HOMEPAGE USABILITY LINK
40) Collocare l’area di navigazione primaria in una posizione molto
evidente, preferibilmente adiacente al corpo principale della pagina.
Evitare di posizionare una barra di navigazione orizzontale in alto, sopra
elementi grafici come linee e banner: gli utenti spesso ignorano tutto ciò che
si trova dentro o sopra un’area rettangolare in cima alla pagina ( “cecità
selettiva ai banner”, riscontrata in innumerevoli test)
HOMEPAGE USABILITY LINK
41) Raggruppare gli elementi dell’area di navigazione secondo criteri di
omogeneità.
L’accorpamento aiuta gli utenti a differenziare categorie simili o correlate e a
percepire l’ampiezza della gamma di prodotti o contenuti offerti. Ad esempio,
in un sito di e-commerce tutte le voci relative agli acquisti, come carrello
della spesa, account cliente e customer service, dovrebbero essere raccolte in
una stessa area.
42) Non creare molteplici aree di navigazione per lo stesso tipo di link.
Evitare ad esempio di creare più aree per le news o più aree per le categorie
di prodotti.
43) Non rendere attivo il link alla home che appare nella home page
stessa.
Se nella barra di navigazione è incluso un link “Home”, questo dovrebbe
essere inattivo, non cliccabile, quando ci si trova nella home page.
HOMEPAGE USABILITY LINK
44) Non adottare termini troppo originali per etichettare le opzioni e
categorie di link.
Ad esempio Accenture utilizza il neologismo “uCommerce” per definire il suo
approccio all’e-commerce, ma nella barra di navigazione adotta la più
familiare voce “eCommerce”, costringendo a pensare.
45) Se il sito include una funzione di carrello della spesa, includere un
apposito link nella home page.
Ogni utente può controllare i prodotti che ha selezionato, senza dover
navigare faticosamente alla cassa virtuale prima di concludere l’acquisto.
46) Utilizzare icone per la navigazione soltanto se possono effettivamente
aiutare gli utenti a identificare con immediatezza una classe di
elementi,come novità,offerte,video eccetera.
Non utilizzare icone se i semplici link testuali possono funzionare bene allo
scopo. Se si pensa di dover ricorrere alle icone, è probabile che il sistema di
navigazione non risulti facilmente riconoscibile o intuitivo per gli utenti.
HOMEPAGE USABILITY LINK
> Gli strumenti di ricerca sono una delle componenti più importanti della
home page, ed è essenziale che gli utenti possano individuarli al volo e usarli
senza fatica.
> Rendere gli strumenti di ricerca in home page visibili, grandi e semplici.
47) Offrire agli utenti una casella per la ricerca rapida direttamente nella
home page, anziché presentare un link a una pagina a parte.
Gli utenti ormai si aspettano una casella di ricerca con un pulsante accanto:
se non li trovano, generalmente danno per scontato che il sito non offra
funzioni di ricerca.
48) La casella deve essere ampia a sufficienza perché gli utenti possano
comodamente scrivere e controllare le parole-chiave da cercare.
La casella deve avere una larghezza pari ad almeno 25-30 caratteri.
HOMEPAGE USABILITY RICERCA
49) Non è necessario etichettare il box di ricerca con un titolo: piuttosto, a
destra della casella di input collocate il pulsante “Cerca”.
L’area di ricerca deve essere posizionata in cima al corpo della pagina (ma
sotto l’eventuale area banner).
50) A meno che la ricerca avanzata sia la norma del vostro sito, includere
in home page soltanto le funzioni di ricerca semplice, con un eventuale
link alla pagina della ricerca avanzata e/o dei suggerimenti per le ricerche,
se esistenti.
51) La ricerca lanciata dalla home page deve coprire per default tutto il
sito.
Gli utenti presuppongono sempre che la ricerca venga svolta su tutto il sito, a
meno di esplicite avvertenze in contrario, e se non trovano ciò che cercano
ne traggono la conclusione che il sito non contiene tale elemento.
HOMEPAGE USABILITY RICERCA
49) Non è necessario etichettare il box di ricerca con un titolo: piuttosto, a destra
della casella di input collocate il pulsante “Cerca”.
L’area di ricerca deve essere posizionata in cima al corpo della pagina (ma sotto
l’eventuale area banner).
50) A meno che la ricerca avanzata sia la norma del sito, includere soltanto le
funzioni di ricerca semplice, con un eventuale link alla pagina della ricerca
avanzata e/o dei suggerimenti per le ricerche, se esistenti.
51) La ricerca lanciata dalla home page deve coprire di base tutto il sito.
Gli utenti presuppongono sempre che la ricerca venga svolta su tutto il sito, a meno di
esplicite avvertenze in contrario, e se non trovano ciò che cercano ne traggono la
conclusione che il sito non contiene tale elemento.
52) Non offrire un’opzione “Cerca nel Web” insieme al motore di ricerca del vostro
sito.
Per le ricerche generiche nel Web gli utenti hanno già i loro motori di ricerca preferiti.
HOMEPAGE USABILITY RICERCA
> Presentare in home page certi strumenti interattivi o scorciatoie per
determinati task è un’ottima soluzione per evidenziare le funzionalità del sito
e rispondere più rapidamente alle esigenze degli utenti.
> Il punto chiave è scegliere oculatamente quali task mettere in risalto nella
home page.
53) Nella home page offrire agli utenti un accesso diretto ai task ad alta
priorità.
Gli strumenti della home page devono consentire agli utenti di interagire con
immediatezza.
Se possibile, cercate di adottare un modello “zero-click” che fornisca a
ciascun utente i dati opportuni in modo automatico.
Questo genere di funzione è tipico dei siti che riconoscono l’utente e
supportano la personalizzazione della pagina: la home page può visualizzare
automaticamente informazioni prioritarie per l’utente, come il saldo del suo
estratto conto in un sito di home banking.
HOMEPAGE USABILITY STRUMENTI E SCORCIATOIE
54) Non includere strumenti che non siano correlati ai task tipici del sito.
Alcuni siti cadono in un errore grossolano, includendo nella home page certi
strumenti solo perché è possibile farlo, e non perché abbia senso. Ad esempio,
è inutile offrire in home page le previsioni del tempo se il sito non ha niente a
che fare con le news e la meteorologia.
55) Non offrire nella home page strumenti che replichino funzioni del
browser, ad esempio l’impostazione come pagina iniziale o la
memorizzazione di un bookmark.
HOMEPAGE USABILITY STRUMENTI E SCORCIATOIE
> Se le immagini sono utilizzate in modo mirato per illustrare i contenuti,
l’efficacia della home page se ne avvantaggia indiscutibilmente.
> Il ricorso alle immagini deve quindi essere attento e ben dosato, inclusa
l’ottimizzazione per il Web.
> Le animazioni possono valorizzare i contenuti online, ma di solito è meglio
riservarle a contenuti più complessi di quelli ospitati in home page.
56) Utilizzate elementi grafici solo per illustrare contenuti reali, non a
scopo decorativo.
La gente è istintivamente attratta dalle immagini: se le vostre immagini sono
puramente decorative non fanno che distrarre gli utenti dai contenuti
significativi.
HOMEPAGE USABILITY IMMAGINI E ANIMAZIONI
57) Etichettate le illustrazioni e le fotografie, se il loro senso non è chiaro
in base al contesto o al testo di accompagnamento.
Se il testo e l’immagine hanno un diverso livello di specificità, è una buona
idea spiegare l’immagine con una didascalia se serve a chiarire come si
rapporta alla categoria generale. Viceversa, se un’immagine è utilizzata a
scopo puramente iconico, per facilitare lo scanning del testo, è superfluo
qualificarla.
58) Ottimizzare foto,disegni e diagrammi in rapporto alle dimensioni di
visualizzazione.
Le immagini troppo dettagliate appesantiscono senza incrementare le
informazioni. Piuttosto che rimpicciolire un’immagine troppo grande, è meglio
ritagliarla.
HOMEPAGE USABILITY IMMAGINI E ANIMAZIONI
59) Evitare le immagini di sfondo.
Le immagini di sfondo creano disordine e diminuiscono la leggibilità dei testi.
Se un’immagine è interessante, sullo sfondo risalta troppo poco; se non lo è,
meglio farne a meno. In generale le immagini utilizzate come sfondo per i
testi sono puramente decorative e non aggiungono valore alla comunicazione.
60) Non ricorrere ad animazioni solo per attirare l’attenzione su un
elemento della home page.
Le animazioni raramente vanno utilizzate in home page perché distraggono
dagli altri contenuti. Le animazioni assorbono l’attenzione dell’utente e
andrebbero visualizzate a sé stanti, non in una home page in cui vari elementi
richiedono attenzione.
HOMEPAGE USABILITY IMMAGINI E ANIMAZIONI
61) Non animare mai un elemento critico della home page, come il logo,la
tagline o il titolo principale.
Gli elementi animati vengono per lo più ignorati dagli utenti in quanto
sembrano pubblicità, e per giunta sono di difficile lettura. Le animazioni
tendono ad avere un effetto ipnotico sugli spettatori: gli utenti possono
restare a fissarle senza in realtà trattenere adeguatamente le informazioni.
62) Lasciare che siano gli utenti a scegliere se visualizzare una
introduzione animata all’ingresso del sito: non imponetela come default.
Se proprio si vuole imporre il caricamento automatico di un’animazione,
almeno offrire all’utente un’opzione semplice ed evidente per interromperla
(skip intro) e comunque dare un’idea di cosa si sta facendo (loading) e dei
tempi di caricamento ( % loading).
HOMEPAGE USABILITY IMMAGINI E ANIMAZIONI