Titolo … · me, non so perché. Una volta mio padre mi disse una cosa che mi ha ferito parecchio....

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Titolo: Global Education Agora newsletterEditoriale: Bastien Fillon, Maria Luisa Ria

Autori (in ordine alfabetico):Bastien Fillon, Maria Luisa Ria, Andreja Šmrgut Okrajšek,

Tina Trdin, Jure Urekar, Aljaž ZupanProgettazione: Elisabetta Rossetti

Correzioni: Jure Urekar, Andreja Šmrgut OkrajšekEdizione: Associazione Lojtra

[email protected]

www.geagora.euNovembre 2018

L’elaborazione della newsletter è finanziata dal programma Erasmus + Giovani in Azione (the Global educa-tion Agora Project, coordinato da Lojtra). I contenuti sono di esclusiva responsabilità dell’autore e in nessun caso rappresentano le opinioni dell’Unione Europea.

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INTRODUZIONEDavanti a voi c’ è una parte importante della storia su Global Education Agorà.GEAgora è un progetto di collaborazione strategica finanziato dal program-ma Erasmus+ Gioventù in Azione. È ufficialmente iniziato il 1° Febbraio 2017 e andrà avanti fino al 31 Gennaio 2019. L’ obiettivo principale è lo svi-luppo di metodi non formali innovativi con una dimensione globale che possano essere applicati sulle strade.È una storia senza fine in quanto tutti i soci continuano a integrare, elabo-rare ed ispirare i loro gruppi di destinatari attraverso le azioni di strada, che combinano una formazione non formale, globale e di strada. Dal momento che gli spazi organizzati sono spesso poco stimolanti per coloro i quali si vo-gliono avvicinare alle questioni globali, delle azioni di strada ben organizza-te rappresentano un’alternativa, attraverso le quali poter animare e stimolare alcuni passanti e coinvolgerli in una serie di attività.Siamo molto orgogliosi che questo progetto sia stato riconosciuto come uno dei 20 progetti di educazione alla cittadinanza globale più innovativi del 2018 (Premio per l’innovazione dell’istruzione globale) da GENE e farà par-te della brochure di quest’anno.Il progetto è attuato dall’Associazione Lojtra (coordinatrice), Humanitas - Centro per l’Apprendimento Globale e la Cooperazione, Officine Citta-dine e Sensibiliz’ Action. Si tratta di facilitare il cambio d’atteggiamento e accrescere la consapevolezza su diversi argomenti, come lo sviluppo soste-nibile. Nel concreto si tratta di offrire metodi nuovi e aggiornati applicati a tempi ben noti: migrazione, agricoltura e ambiente. Ti invitiamo ad appro-fondire il nostro lavoro, i metodi innovativi, i suggerimenti basati sull’espe-rienze delle azioni di strada e molto altro.Saremo felici di ricevere qualsiasi tipo di feedback. Contattaci sul nostro sito geagora.eu.

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incontri GEA Slovenia Italia Francia

6 incontri internazionali

4 associazioni provenienti da 3 paesi: Francia, Italia, Slovenia

20 «Facilitatori per l’Educazione alla cittadinanza globale di strada» Internazionali formati dal gruppo GEAgora

100 volontari coinvolti in azioni locali

3 dispositivi sull’educazione alla cittadinanza globale creati per la strada (sui temi dell’ecologia, dell’agro-alimentare e della migrazione)

3 portatori di parola, 4 giochi di strada e 3 mostre interattive create dal gruppo GEAgora 38 eventi locali GEAgora organizzati di cui 26 in strada

10.000 passanti sensibilizzati dalle azioni di GEAgora

Più di 2.000 persone coinvolte (partecipazione ed interazione diretta)

300 persone coinvolte in seguito alle nostre azioni di strada

Più di 30 eventi organizzati per i sostenitori delle azioni di strada e della piattaforma

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KIT DEL PORTATORE DI PAROLA DIBATTITO DI STRADA <<ISTRUZIONI PER L’USO>>

Trova uno spazio pubblico in cui ti senti bene

Scegli una domanda sulla nostra società che sia

accessibile a tutti

Installa la prima risposta che hai collezionato precedentemente

tra parenti e vicini

Con il primo passante che arriva e si ferma per leggere, puoi iniziare un

confronto

Gli scambi iniziano tra i facilitatori e le persone

I facilitatori riassumono i di-battiti e scrivono le risposte

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Lascia che lo scambio continui

Scrivi le risposte a grandi lettere sui pannelli

Appendi i pannelli sul muro delle opinioni

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quando ti

sei sentito

diverso?

LA VOCE DEL CITTADINO: QUANDO TI SEI SENTITO DIVERSO?

Altre persone mi hanno fatto questa domanda. Non mi piace rispondere perché raramente so cosa dire. Da dove vieni? Qual è la tua religione? non mi sento esattamente come gli altri. Le mie origini sono diverse, ma non ho un’identità definita o unica e non voglio neppure averla.

Anastasia, 21 anni(Francia)

Sono andato in Asia per studiare e lì ero l’unico uomo bianco. È stato strano per me essere l’unico. Le persone mi guardavano sempre e persino alcuni bambini mi seguivano ovunque. Erano molto ami-chevoli e non ho sentito la mia diversita’ cosi’ negativa. Ma sfortunatamente il razzismo sembra essere universale e lì ho notato così tante discrimi-nazioni tra diversi gruppi etnici.

Tony, 32 anni (Francia)

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“Non mi sento esattamente come

gli altri”

“Le personemi

guardavanosempre...”

“Voglio continuare ad avere le mie

radici, vivere come un’italiana”

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Tutti i giorni. Vengo dal Sudan e sono stato costretto a salire su una barca. Sono qui da quattro anni però non

ho un posto dove dormire, nessuna stabilità nel lavoro e nessuna sicurezza per il futuro. Non posso sopravvivere come una persona senza motivo di vivere. Il lavoro che

faccio in campagna nessuno vuole farlo, dovreste venire a sentire la nostra sofferenza. In Italia si

parla sempre di integrazione ma è solo una parola: come si fa ad integrare la gente che viene dall’altra parte del

mondo, se si lasciano soli tra di loro? Noi qui vediamo solo i caporali e i padroni ma vorremmo essere con gli

altri, in contatto con la società.Mohamed, 42 anni (Italia)

Continuamente, sento di non appartenere a questo mondo.

Jure, 31 anni (Slovenia)

Mio padre era partigiano, di Modena, e a causa della guer-ra ha dovuto scappare in Belgio. Mia madre, invece è sta-ta costretta a venire in Belgio perché si era sposata con mio padre. Lei si trovava male soprattutto perché i belgi erano molto razzisti. Nei bagni c’era scritto “VIETATO AI CANI E AGLI ITALIANI”. Loro pensavano fossimo ladri e che ap-profittassimo del sistema. Con la silicosi i minatori andavano spesso all’ospedale e i poliziotti dicevano che fingevano e che lo facevano per la mutua. Con la tragedia di Marcinelle han-no iniziato ad ascoltarci, però il razzismo continuava. I prof ci mettevano da parte a scuola, ed era una scuola pubblica!

ancora adesso noi della seconda generazione subiamo il razzismo in belgio. A cosa serve l’integra-zione se alcuni non vogliono accettare il lavoro degli italiani? Integrazione non significa diventare esattamente come i bel-gi. Non lo accetto al 100%, voglio continuare ad avere le mie radici, vivere come un’italiana, ascoltare musica italiana. L’in-tegrazione è partecipare alla solidarietà, oltre questo viviamo come siamo. Ora i figli degli immigrati hanno cancellato la memoria delle loro storia. È un dovere trasmetterla alle altre generazioni perché dobbiamo essere più comprensivi con i migranti che vengono in Italia. È importante il dovere della memoria anche per non dimenticare come si viveva prima in Belgio tra italiani. Si cantava, si ballava, si riunivano tutti gli italiani. Ora non più.

Liliana, 58 anni (Italia)

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Mi sento diverso ogni qualvolta che, parlando con la gente o sentendo i loro discorsi, si usano frasi fatte, im-pacchettate, dettate dai giornali o dalla TV senza alcune coscienza e conoscenza.

Frasi tipo: “non sono razzista, ma non mi sento si-curo perché ci sono troppi stranieri in giro. Gli aiuterei a casa loro.” Oppure “Le donne hanno troppi diritti, così se ne approfittano con la scusa di fare a accudire i figli”. Proprio questi atteggiamenti sono alla base delle discri-minazioni e delle violenze fisiche e psicologiche che si perpetuano tutti i giorni. Fa riflettere il fatto che persone che si considerano “normali” sanno solo criticare senza apportare un minimo di cambiamento positivo, nemme-

no per se stessi. mentre dalla lotta quotidiana dei considerati diversi, potremmo solo imparare.

Davide, 26 anni (Italia)

Mi sento diverso da quando ero piccolo: per diversità fisiche, per essere omosessuale e per diversa provenien-za sessuale. tre differenze che mi hanno segnato per tutta la vita e che inizialmente mi hanno fatto associare alla diversita’ un senso negativo. Il bullismo mi ha spesso colpito. Sono stato chiamato femminuccia, sono stato preso a calci sulle mani perché troppo delicate. sono cicatrici dolorose che non si rimarginano. Prima di tutto ho voluto superare e capire. Poi ho studia-to e conosciuto nuove culture e paesi grazie alle quali mi sono reso conto di quanto le diversità siano relazione, bel-lezza, forza e vita. secondo quale paramentro diciamo all’altro che e diverso da noi? Dobbiamo contestualizzare la differenza, partire da un valore, non da un pregiudizio, provare a cercare la ricchezza, dare merito alla diversità.

Fabrizio, 48 anni (Italia)

“Secondo quale paramentro diciamo all’altro che è diverso?”

A me, sindacalista, chiedi se mi sento diverso? A lavoro sono l’unico a lottare e a non chiudere la bocca. Allora, è ogni giorno che mi sento diverso… troppo, forse… Ma ne sono fiero!

Bernard, 52 anni (Francia)

“Purtroppo,mi sento diverso

sempre”

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SO?

Un anno fa, vivevo in uno studentato. Durante l’anno è arrivato un nuovo studente. Sin da subito, i miei più cari amici hanno iniziato a discutere con lui. Erano maleducati con lui per un solo motivo: ERA NERO, una cosa rara in Polonia. ho sentito di essere distante dai miei amici e diverso, credo.

Wojtek, 18 anni (Polonia)

Mi sento diverso dagli altri uomini perché sono cresciuto senza una figura paterna, ma in mezzo alle donne. Ho molta femminilità in me e la gente me la fa sentire ancora di più. gli stupidi mi giudicano e dicono subito che sono gay. Io mi sento semplice-mente più a mio agio con le ragazze o i ragazzi come me, non so perché. Una volta mio padre mi disse una cosa che mi ha ferito parecchio. Stavo piangendo e mi disse: “Sei maschio, non devi piangere”. Non ho mai condiviso questa visione dell’uomo.

Nicolas, 28 anni (Francia)

Ho sentito la diversità quando ho accompagnato un gruppo di persone disabili in viaggio. lo sguardo della gente, i bar che ti rifiutano, i ristoranti che ti mettono in una sala diversa. la differenza e’ notevole, tu la senti, ma a loro non importa, sono cresciuti con questa diversità. noi, gli accompagnatori, eravamo i piu’ infastiditi dalla cattiveria della gente. Questa esperienza è stata difficile e ricca di significato allo stesso tempo.

Stefania, 27 anni (Italia)

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Quando sento dei discorsi pieni di pregiudizi e discriminazioni. Non riesco a credere come tutto ciò sia possibile e che la solidarietà e l’empatia non appar-tengano a tutti.

Tina, 30 anni (Slovenia)

Non mi sento diversa, ma spesso la gente crea dei muri e ti fa sentire gli altri diversi. Sono un’insegnan-te e, da quando sono arrivata in questa nuova scuola, ho conosciuto dei colleghi dalla mentalità chiusa, che mi isolano e non si avvicinano a me. nella societa’ manca l’interesse verso la diversita’. Io, invece, sono attratta da tutto ciò che è nuovo.

Laura, 54 anni (Italia)

Quando ero piccola, mi sentivo diversa, ero sola. Non so se fosse perché in realtà ero diversa o per-ché la gente pensava che lo fossi. Ma a me andava bene non essere come tutti. Crescendo ho mante-nuto questa differenza, per non essere gli altri, ero “l’originale” del mio quartiere e ne ho sofferto. Ripensandoci ora, vorrei essere più normale, perché la differenza mi ha dato troppe attenzioni..

Sylvie, 66 anni (Francia)

“Quando ero piccola,ero sola”

“Sono attratta da tutto ciò che è nuovo”

A scuola, è stato bruttissimo, perché ho lasciato il mio paesino in campagna per andare in città. Da quando sono arrivata, i miei compagni mi isolavano e mi soprannominavano “la contadina”. sono stata la prima della mia famiglia ad andare a studiare in citta’ e loro non hanno mai capito per-ché avessi mollato. Da entrambe le parti non ero compresa e ho continuato a sentire una forte diffe-renza per tanti anni. Annie, 62 anni (Francia)

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cosa fai nella tua vita quotidianaper proteggere

l'ambiente?

Mi sono resa conto della crisi ambientale quando ho visto le immagini di Fukushima. Ho avuto una rivelazione quando ho visto che gli uomini possono distruggere tutto. Prima pensavo che la natura fosse abbastanza forte. Ora sto imparan-do a ridurre la mia Impronta ecologica. É incredibile quanto ogni aspetto della mia vita abbia un Impatto sulla natura. Sta diventando un vero sport, una sfida quotidiana.

Sarah, 25 anni (Francia)

Mangio solo cibo vegano (frutta e verdura biologica non impacchettata e che compro al bio mercato da dei produttori molto simpatici. Il riso, la pasta, le len-ticchie, le noccioline, il pane…li prendo dai negozi però non impacchettati. E poi compro poco e adoro quello che ho. compro prodotti equo e solidali, vegani, bio a

km0, di seconda mano. Presto, regalo o riuso quello che non mi serve e se proprio non posso, allora rici-clo. Mi piace parlare di consumo critico e rispettoso dell’ambiente, degli animali e delle persone.

Nataša, 34 anni (Slovenia)

Sai cos’é successo lo scorso 2 agosto? É stata la Ear-th Overshoot Day (la giornata mondiale del debi-to ecologico). Il giorno in cui é stato calcolato che il consumo delle risorse da parte dell’essere umano ha superato la capacità che ha la terra di rigenerarle. In poche parole, dopo quel giorno siamo in debito ambientale perche' stiamo finendo le risorse a disposizione e aumentiamo la CO2. Nel 1987, quan-do sono nato, quella giornata era a dicembre e ora è ad agosto. Sono preoccupato per il futuro. Direi che non facciamo abbastanza per proteggere l’ambiente. Francesco, 31 anni (Italia)

“Come salvareil pianeta?”

“Mi piace parlare di consumo critico e rispettoso dell’ambiente, degli animali e delle persone.”

Come salvare il pianeta? sparire sembra la soluzio-ne che tutti stiamo scegliendo. Non sono molto otti-mista, scusa.

Viola, 21 anni (Italia)

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TE?Faccio meno degli altri, penso che sia il mio

involontario contributo a proteggere l’am-biente. Ho preso l’aereo solo una volta per andare a Parigi. I miei nipoti viaggiano sem-pre con quello che chiamano low cost. ma il vero costo di tutto cio' lo pagheranno un giorno. Gliel’ho detto ma mi hanno ri-sposto che sono troppo vecchia per capire. É un peccato che li abbiamo cresciuti così.

Simone, 71 anni(Italia)

Boicotto gli ascensori, è simbolico e sano.Maria, 37 anni (Italia)

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faccio quasi tutto da sola. Non solo per il cibo; faccio i miei vestiti, i detersi-vi e solo con cose naturali. É un’ossessione. Ogni volta che ho bisogno di qualcosa, invece di andarla a comprare su internet, cerco di farla da me.

Christine, 52 anni (Francia)

Non fumo. Sono vegetariana. Per quanto riguarda la plastica, non posso dire che non la uso. Potrei usa-re di più la bicicletta invece di chiedere a qualcuno di accompagnarmi in macchina. Consumo troppa elettricità, per esempio con l’aria condizionata… Co-munque, faccio la raccolta differenziata, ma questo è elementare, lo fanno tutti.

Kalina, 14 anni (Slovenia)

Non abbastanza, come tutti. La tendenza generale ci spinge verso questo. Ad esempio, in passato, non tutti potevano permettersi di avere la propria auto. Ora possiamo averla, è comodo. finche’ qualcosa non accadra' a noi o ai nostri cari, non capiremo. È difficile essere preoccupati da cose che ci sembrano così lontane. Ai piedi di una collina, vicino a casa nostra, c’è una cava. L’ul-tima volta che sono salito sulla collina, ho visto che ne hanno estratto una parte consistente. Questo mi ha scioccato e ferito. Le esplosioni delle detonazioni nella cava sono diventate normali, come se le ascol-tassi da una vita.

Dani, 20 anni (Slovenia)

“Non abbastanza, come tutti. La tendenza genera-le ci spinge verso questo. ”

Ad essere sincero poco, mi dispiace dirlo ma non ho tempo da perdere per andare in dieci negozi diversi per comprare biologico, di stagione e a km 0. Vado al supermercato una volta a settimana, é economico e abbastanza buono, secondo me. Forse non abbastanza per gli ambientalisti.

Stephen, 33 anni (Francia)Leggo libri e non guardo la TV. Così sviluppo la mia immaginazionee non la mia voglia di consumare.

Brahim, 23 anni (Francia)

Per evitare di usare benzina, tre anni fa ho scoperto che la mia macchina poteva camminare con l’olio usato. Ho conosciuto un’associazione che si occupa di questo e un tipo mi ha spiegato tutto. Sembrava facile, basta trovare un ristorante che ti fornisce l’olio e non hai piu’ bisogno di fare benzina. Pero’ in realtà, devi filtrarla. In pochi mesi il mio garage è diventato un’officina. Ho abbandonato, puzzava troppo. Non è tanto facile salvaguardare l’ambiente.

Paolo, 41 anni (Itali)

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I nostri deputati (in Francia) hanno appena rifiutato di aumentare una tassa sull’olio di palma e di proibire I pesticidi che uccidono le api. Invece di continuare a cercare cosa mangiare o no, non votiamo piu' questi politici. Mi rifiuto di dargli ancora da mangiare. Forse in questo modo po-tremo avere finalmente del buon cibo.

Daniel, 44 anni (Francia

Cerco di usare solo involucri di car-ta, riciclo e non spreco l’acqua. Lavo-ro nel settore ecologico, produciamo tazzine di carta per le macchine da caffè. I materiali utilizzati nella pro-duzione sono biodegradabili e inno-cui all’ambiente.

Jure, 32 anni (Slovenia)

Ascolto le persone il più possibile. Penso sia importante perché ogni qualvolta ascolti qualcuno, scopri quanto sia simile a te e, così, cerchi di capire te stesso, mentre sviluppi delle forti interconnessioni. cerco anche di usare pochi imballaggi e di riutilizzarli.

Zala, 21 anni (Slovenia)

“Cerco di usare solo involucri di carta, riciclo e non spreco

l’acqua. ”

“Leggo libri e non guardo la TV.”

“Non votiamo più questi politici. Mi rifiuto di dargli

ancora da mangiare. Forse in questo modo

potremo avere finalmente del buon cibo.”

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CREA IL TUO DIBATTITO IN UN BAGNO PUBBLICOsecondo l’Organizzazione Mondiale della Toilette (sì, esiste davvero e ha uno scopo serio) passiamo 3 anni delle nostre vite in bagno. In media andiamo in bagno 2500 volte l’anno, 6 o 8 volte al giorno. Spesso i bagni sono visti come l’unico posto in cui le persone possono prendere del tempo per se stesse e come il posto migliore per ritirarsi quando vogliono pensare.

Per farlo è molto semplice. Hai bisogno di seguire attentamente queste istruzioni e raccogliere la tua attrezzatura: forbici e nastro adesivo.

1. Usa le forbici per ritagliare le regole del “dibattito nel bagno pubblico” e attaccale sul muro.2. Seleziona una risposta e scrivila a grandi lettere “nell’area domande”, poi attaccala al muro.3. Scrivi la tua risposta e attaccala al muro.4. Ritaglia alcuni fogli bianchi “dell’area delle risposte” e attaccali al muro.

Per aiutarti nella scelta delle domande, visita il nostro sito WWW.GEAGORA.EU e scarica le linee guida del dibattito di strada.

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Quando non siamo a casa dobbiamo però usufruire dei bagni pubblici. Questi bagni pubblici spesso non sono tanto accoglienti ed è per questo che ti propo-niamo di dare un’altra funzione al tempo prezioso che passi lì: una funzione di Agorà. I graffiti nelle toilette sono antichi come la latrina stessa. Gli specialisti menzionano questi graffiti sin dall’epoca romana. Le persone, in questo posto isolato e confinato, erano in grado di esprimersi in modo anonimo e libera-mente senza alcuna censura o rischio. Un posto dove togliersi un peso!

Effettivamente, spesso i bagni sono il posto dove le persone scrivono dei messaggi sul muro. La maggior parte delle volte troviamo mes-saggi volgari ed inappropriati, ma qualche volta troviamo anche un messaggio un po’ più poetico, filosofico o politico. Spesso però questi “dibattiti informali” non sono molto costruttivi, perché non rispetta-no le norme fondamentali del dibattito. Ispirati dai nostri dibattiti di strada proponiamo di creare il tuo “dibattito in un bagno pubblico” perché di certo questo è un posto e un momento che ti invitano a meditare sul senso della vita.

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Le regole del

“DIBATTITO IN UN BAGNO PUBBLICO”

1. Per partecipare a questo dibattito devi seguire queste regole.

2. Tutti possono partecipare a questo dibattito.

3. Scrivi la tua risposta nell’apposita area e non direttamente sul muro

4. Ognuno è libero di firmare le proprie risposte (nome ed età) oppure no.

5. Le risposte sono personali e ognuno è libero di esprimere le sue opinioni, ma è vietato:

• esprimere opinioni razziste, sessiste, xenofobe e discrimatorie,

• fare attacchi personali o accuse,

• incitare alla violenza o all’odio,

• insultare o usare parolacce.

6. Non giudicare le altre risposte, il dibattito è un posto in cui le persone possono essere in disaccordo, quindi rispetta le opinioni altrui.

7. Non generalizzare, esagerare o essere sarcastico e non usare ultimatum o minacce.

8. Puoi rispondere anche alla risposta di qualcun altro.

9. È vietato rimuovere o “pulire” una risposta.

10. Non ci sono buone risposte o cattive risposte, e non c’è nessun vincitore in questo dibattito.

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FINGERSTERRA

Abbiamo modificato il nostro gioco TwisTerra così da poterci giocare ovunque e in qualsiasi momento. Mostralo ai tuoi amici e parenti per innescare un’accesa conversazione o giocaci da solo per “sconvolgere” la tua mente.Come si gioca? Facile! Basta dare un’occhiata ai cerchi separati, ogni colore rappresenta una categoria: le materie prime, il luogo di estrazione delle risorse, i prodotti, le aziende ne beneficiano. Usa le tue dita per scegliere l’opzione da ogni categoria che ti permette di creare una delle catene di produzione. Per trovare la soluzione, nonché per una maggiore comprensione, ti invitiamo la sezione dedicata al TwisTerra sul nostro sito www.geagora.EU.

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I BENEFICI DI GEAGORA PER ALTRE REALTA’ LOCALI

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OFFICINE CITTADINE

Global Education Agorà è stata un’ottima opportunità per essere ispirati, condividere metodi, imparare nuove attività e migliorarne delle altre. È stato inoltre un lungo percorso che ha permesso, a noi di Officine Cittadine, di conoscere altri contesti, punti di forza, collegamenti con le organizzazioni europee e le associazioni locali.

Abbiamo potuto diffondere, infatti, le pratiche e gli strumenti elaborati durante il progetto per la comunità lo-cale, in particolare in collaborazione con un’organizzazione partner locale, Diritti a Sud, e la rete dell’agricoltura naturale salentina. Durante l’intero progetto noi, le quattro organizzazioni europee, Humanitas, Lojtra, Sensi-biliz’Action e Officine Cittadine, abbiamo scambiato esperienze e buone pratiche, riportato nel nostro contesto le nuove esperienze acquisite, sperimentato quelle nuove con i nostri partner locali e, infine, abbiamo riportato i risultati finali ai nostri partners europei. Questo continuo scambio, diretto e indiretto, ha permesso a tutte le organizzazioni, sia internazionali che locali, di beneficiare del progetto e di sviluppare le loro competenze e co-noscenze.Diritti a Sud, sin da subito, si è interessata molto alle pratiche del progetto principalmente per le attività relative alla migrazione. Diritti a Sud ha sede a Nardò, una zona rurale nota per lo sciopero dei suoi lavoratori africani contro le cattive condizioni di lavoro nei campi di pomodoro e per il processo legale che ha incolpato alcuni proprietari dei terreni e intermediari dello sfruttamento umano. Diritti a Sud è nata grazie a lavoratori italiani precari e lavoratori africani stagionali per combattere lo sfruttamento dei migranti nel settore agricolo. Produce una salsa di pomodoro eco-solidale chiamata Sfruttazero provvedendo anche alla mediazione culturale e legale e all’organizzazione di attività interculturali. Per sviluppare proprio quest’ultimo punto, Diritti a Sud ha chiesto ad Officine Cittadine di utilizzare e adattare alcune pratiche di GEAgora, sensibilizzando così la popolazione locale e creando spazi di scambio. Abbiamo così avviato due progetti con loro: “Ogni paese è mondo” che ha coinvolto la comunità locale con lo scopo di azzerare i pregiudizi nei confronti dei migranti, lavorando su una mostra vi-vente chiamata “Spogliati dei pregiudizi” e creando spazi di scambio tra stranieri e locali. Il secondo progetto “Street Views” era incentrato principalmente sulla sensibilizzazione di strada. Abbiamo pro-posto così un dispositivo utilizzato durante la formazione a Lecce: il portatore di parola, il teatro di strada e la photo booth.L’educazione alla cittadinanza globale ci mostra come ogni tematica non può essere trattata separatamente per-ché è legata a un’altra. Nella collaborazione di Officine Cittadine con La rete dell’agricoltura naturale salentina, che include tutti i produttori di agricoltura biologica del Sud della Puglia, infatti, abbiamo legato i tre temi (mi-grazione, agricoltura e ambiente) e dimostrato quanto essi dipendano gli uni dagli altri. Abbiamo portato in stra-da un dispositivo con tre attività: un portatore di parola con le risposte di alcuni produttori; uno spazio di Agorà in cui i produttori, associazioni e passanti possono discutere di ambiente, agricoltura e migrazione e la mostra interattiva “Eco-Mostra”, che è nata dopo il Job Shadowing in Slovenia e la formazione in Italia. La nostra associazione è solita lavorare principalmente a livello locale, ma grazie a questo progetto europeo di 2 anni abbiamo potuto avere del tempo per condividere, scambiare, sperimentare e adattare attività e metodi sviluppati da ciascuna organizzazione e creati insieme durante la formazione. Siamo riusciti a collegare que-stioni globali con progetti locali di solidarietà e di conseguenza a creare qualcosa di cui i nostri partner locali porterebbero beneficiare. Partecipare ad attività europee di partenariato ci permette di ispirarci e aumentare le competenze dei membri dell’associazione. È importante ricordare che tutto quello che impari dallo scambio con altre associazioni europee, dovrebbe sempre essere adattato ai nostri contesti e risorse locali.

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Attualmente stiamo affrontando uno stato globale di emergenza. Il riscaldamento globale è un dato di fatto e non può essere ignorato. Aumentano le calamità che creano milioni di “rifugiati climatici”. L’effetto devastante della globalizzazione incontrollata porta all’aumento di conflitti bellici, disuguaglianze e ad una pauperizzazione insostenibile che alimenta un forte sentimento di insicurezza. Tutto ciò causa le grandi migrazioni. Discriminazioni, esclusione e repressione sono la vita quotidiana dei migranti. La violazione dei diritti creata dal predominio delle logiche finanziarie e commerciali sui diritti umani è all’ordine del giorno. Per il proprio bene e quello del pianeta, l’Unione Europea deve essere equa e solidale. Avendo, l’UE, un ruolo predominante negli affari esteri, ha anche maggiori responsabilità sulle scelte politiche mondiali. Dovrebbe abbandonare la perpetua dominazione economica e iniziare veramente a promuovere uno sviluppo equo e sostenibile, l’applicazione dei diritti di uguaglianza e i valori democratici. Ed è attraverso le politiche interne europee, che la solidarietà internazionale dovrebbe essere applicata tra gli Stati membri. Dallo sviluppo di un modello di produzione e consumo sostenibili, al rispetto dei diritti dei migranti e la lotta contro ogni tipo di discriminazione, il rapporto Nord-Sud è ovunque nella nostra società. Questi quesiti dovrebbero essere al centro del dibattito pubblico delle prossime elezioni europee del 2019. La Solidarietà Internazionale è un valore che ci guida ed è riconosciuto e supportato dai cittadini europei. Essa si basa sulle pratiche dei cittadini, dalla sfera locale a quella mondiale. Di fronte alle

disuguaglianze strutturali, all’individualismo e all’ingiustizia, la Solidarietà Internazionale è una priorità perché rappresenta la sola risposta sostenibile ai problemi globali. In un contesto di delegittimazione della “politica” da parte di un numero sempre maggiore di cittadini europei, noi associazioni, attuiamo a favore di una democrazia più partecipativa valorizzando l’opinione di ogni persona. Proponiamo un’altra globalizzazione caratterizzata da una maggiore solidarietà e basata sull’accesso ai diritti fondamentali e il rispetto per il pianeta. Come parte della società civile, portiamo l’Educazione alla cittadinanza globale ovunque, per le strade di Italia, Francia e Slovenia, creando il dibattito pubblico per sensibilizzare i cittadini ad una maggiore solidarietà.

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RACCOMANDAZIONI

Questo testo è ispirato alla Campagna “Votons pour une France solidaire”

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#GEAgora#EcologiaGiustizia climatica per un’Europa sostenibile

I principali scienziati mondiali del clima hanno avvertito che avremo a disposizione solo una dozzina di anni per mantenere il riscaldamento globale ad un massimo di 1,5° C, oltre il quale anche un mezzo grado peggiorerà significativamente il rischio di siccità, inondazioni, calore estremo e povertà per centinaia di milioni di persone.

#GEAgora#DirittiUmaniI diritti dei migranti e per un’Europa accogliente

“Gestire la crescente diversità culturale – radicata nella storia del no-stro continente e rafforzata dalla globalizzazione – in modo demo-cratico è diventata una priorità negli ultimi anni. Come dovremmo rispondere alla diversità? Qual è la nostra visione della società del futuro? Sarà una società di comunità segregate, segnata nel miglio-re dei casi dalla coesistenza di maggioranze e minoranze con dirit-ti e responsabilità differenziate, impropriamente legate insieme da una reciproca ignoranza e dagli stereotipi? O sarà una società viva-ce e aperta senza discriminazioni, a vantaggio di noi tutti, segnata dall’inclusione di tutti gli abitanti nel pieno rispetto dei loro diritti umani?”

Libro bianco sul dialogo interculturale – Consiglio d’Europa

#GEAgora#SovranitàAlimentareDiritto al cibo in Europa attraverso l’agricoltura contadina

La sovranità alimentare consente i controlli comunitari sul modo in cui il cibo viene prodotto, scam-biato e consumato. Si potrebbe creare un sistema alimentare volto ad aiutare le persone e l’ambiente piuttosto che generare profitti per le multinazionali.

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#GEAgora#EcologiaGiustizia climatica per un’Europa sostenibile

▶ Migliorare la transizione energetica per raggiungere il 100% delle energie rinnovabili entro il 2050;

▶ Dare priorità ai diritti ambientali più che ai diritti commerciali e porre la tutela dell’ambien-te come condizione sine qua non per il futuro accordo commerciale;

▶ Esaminare e vietare l’obsolescenza programmata; ▶ Applicare la Convenzione di Parigi e proibire la lobby industriale nella negoziazione sui

cambiamenti climatici; ▶ Ridurre a un quarto le emissioni di gas a effetto serra entro il 2050; ▶ Orientare l’investimento pubblico verso l’efficienza energetica e l’energia rinnovabile; ▶ Ridurre il consumo di risorse naturali e passare da un’economia basata sulla crescita del PIL

ad un’economia basata sulla generalizzazione del “benessere” di tutti e la riduzione delle disuguaglianze;

▶ Adottare un quadro legislativo che vincoli le Multinazionali alla trasparenza e alle respon-sabilità sull’impatto delle loro attività e su quello dei loro fornitori.

#GEAgora#DirittiUmaniI diritti dei migranti e per un’Europa accogliente

▶ Rispettare la libertà di circolazione come diritto umano fondamentale; ▶ Sviluppare una legislazione sullo statuto degli stranieri che applichi i principi definiti dalla

Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dei lavoratori migranti e delle loro famiglie; ▶ Promuovere la ratifica della convenzione da parte dei paesi dell’Unione Europea; ▶ Dare diritti politici ai cittadini non europei che vivono in Europa; ▶ Smettere di criminalizzare gli stranieri che sono in una situazione irregolare; ▶ Garantire il rispetto del Diritto di Asilo e assicurarsi che le condizioni per i richiedenti asilo

siano esaminate con rispetto e dignità; ▶ Sostenere la lotta contro i discorsi di incitamento all’odio e soprattutto sui media e i social

media; ▶ Le autorità pubbliche e tutti gli attori sociali sono invitati a sviluppare un dialogo intercul-

turale in spazi di vita quotidiana e in un contesto di rispetto della libertà fondamentale.

#GEAgora#SovranitàAlimentareDiritto al cibo in Europa attraverso l’agricoltura contadina

▶ Riformare la politica agricola comune a favore dell’agricoltura contadina rispetto alle pratiche agroecologiche;

▶ Favorire la produzione locale e biologica con ad esempio la promozione di spese pubbliche etiche e il supporto al sistema di filiera economica che rispetta i diritti sociali e ambientali;

▶ Vietare colture OGM e glifosati in Europa; ▶ Rinegoziare l’Accordo di Libero Scambio e includere il diritto alla sovranità alimen-

tare; ▶ Inserire la questione del commercio mondiale nel sistema delle Nazioni Unite; ▶ Rinforzare gli attori dello scambio equo e le organizzazioni dei produttori ed inco-

raggiare l’educazione del commercio equo e solidale e integrarla nel processo educa-tivo nazionale.

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LE MIE NOTE

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Perché mettersi in contatto con noi?

Ci piacerebbe credere che sia per il lavoro che svolgiamo e per il tuo interesse verso l’educazione alla cittadinanza globale e di strada, ma se coì non fosse, ecco qui altre ragioni:• Siamo un interessante gruppo di persone, provenienti da diverse estrazioni sociali;• Ti garantiamo che non ti pentirai mai del tempo passato con noi. È pieno di risate, idee folli fuori dagli schemi;• Abbiamo sviluppato una piattaforma con metodi differenti davvero fantastici che puoi appli-care in strada o ai tuoi eventi pubblici locali per aumentare la consapevolezza sulle questioni globali;• Ci piacerebbe continuare con le azioni di strada anche quando il progetto sarà ufficialmente terminato e ci piacerebbe supportarti nell’organizzazione delle azioni di strada nel tuo paese/comunità locale ed avere il tuo feedback.

Ma molto più importante, siamo un gruppo di persone con cuori e menti impegnati nella cau-sa – riportare lo spazio pubblico al pubblico, creare spazi in cui le persone possano avere voce in capitolo – e vogliamo che il mondo sia un posto più giusto in cui vivere. Siamo impazienti di condividere il nostro entusiasmo e la nostra missione con TE!Semplice!

Il nostro sito: www.geagora.euContattaci:

Associazione Lojtra: [email protected] Associazione Humanitas: [email protected]

Officine Cittadine: [email protected]’Action: [email protected]

GEAGORA.EU RESTA IN CONTATTO

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