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Umberto Bozzini Fedra www.liberliber.it

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Umberto Bozzini

Fedra

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TITOLO: FedraAUTORE: Bozzini, UmbertoTRADUTTORE: CURATORE: Fiocco, AchilleNOTE:

DIRITTI D'AUTORE: no

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TRATTO DA: Fedra : tragedia in quattro atti / di Umberto Bozzini. - Bologna : Cappelli, 1959. – 122 p. ; 19 cm .

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1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 15 aprile 2010

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FEDRATRAGEDIA

IN QUATTRO ATTI

DI UMBERTO BOZZINI

LICINIO CAPPELLI EDITORE

Fedra Umberto Bozzini

Ai fati immitiall'anima indomabilealla virtù del sogno

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Fedra Umberto Bozzini

FEDRA

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Fedra Umberto Bozzini

PERSONE DELLA TRAGEDIA

FEDRATESEOIPPOLITOLA NUTRICEIL SACERDOTEL'ARALDOL'ANCELLA CRETESECORI D'ANCELLE, DI EFEBI, DI GUERRIERI(Ciascuno dei Cori parla per bocca del suo Corifeo; talvolta anche le battute si alternano fra i componen­ti il Coro).

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ATTO PRIMO

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Fedra Umberto Bozzini

Il peristilio della casa di Teseo in Atene.Gira intorno un ordine di colonne doriche: in fondo, tra

due ante sopportanti un cornicione s'apre la prostate, dove sono alcuni seggi ed il focolare domestico.

Nel centro del peristilio è eretto l'altare ottagonale, scolpito di fregi in forma di ghirlande, teste taurine e litui sacrificali.

Su di un piccolo tavolo, poco discosto, sono i canestri d'oro con i doni votivi, il lituo con il manico d'avorio; e a terra, vicino, un orciolo pieno d'acqua lustrale, e due idrie più piccole. Un Sacerdote in preziosa veste purpurea, avvolto il capo di bianche bende, celebra il sacrifizio col ministerio di garzoni e fanciulle vestite del corto chitone bianco; sulla scena sono pure l'an­tica nutrice di Fedra e alcune ancelle della casa.

È l'alba: ed Espero ride nel cielo sereno.

Scena prima

SACERDOTE

Già tutte l'altre stelle, occhi del cielo,chiudonsi o Dea: ma più s'avviva il raggiodell'astro tuo che la vermiglia Aurorainghirlanda di rose... L'Oriente

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s'ingemma del tuo lumee ne esulta la terra, come sposache a nuovi gaudi il giovine maritodesta coi baci! È questa ad invocartil'ora più fausta o Dea,poiché nascesti col mattino azzurrodal sorriso del mare...

CORO

Anadiomene,volgi propizia a noi le coloratedi ciel pupille...

SACERDOTE

Chiara acqua lustralepurifichi l'altare, e voi detergaalunni della Dea,come rugiada che dai fiori sgombrale grigie nebbie della notte...

CORO

I donisien grati al Nume tuo...

SACERDOTE

Dammi, garzone,il salso farro e il biondoorzo col mele, che di timo e mirto

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bruna selva odorosa in su l'altarerapido incendii...

CORO

Sovra le cinereeali del fumo a te salgano i votinostri o Afrodite d'oro!

SACERDOTE

A me la face... né Fedra chiamaste?Spire d'incenso, preziose offerte,vittime, canti, come inutil pompasdegna la Dea, se ai supplicati altarigiusta pietà non ferve...Pria che s'alzi la fiamma, ella qui venga.

NUTRICE

Ahimè! non può la misera...! piangetela,non mai tanto soffrì!

SACERDOTE

Ora di treguanon le consente il male?

NUTRICE

Sì... non di sonno... ahimè! senza ritornodalle riarse palpebre fuggitoè il dolce sonno!... ma di lenta paceal travagliato spirito benigna

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era stata la Notte... e alcuna spemedi placar l'ire della Dea col ritolusingava l'afflitta...già s'imperlava il cielo delle primeluci de l'alba, allor che il nuovo solefausto augurò una vegliante ancellasovra il ritorno di Teseo... d'un trattoFedra balzò dal talamo, fremendo,come, a l'ombra, assopita pastorellache tra l'erbe del prato ove riposa,scorga un'orrida serpe...!Le man protese, i gomiti contrattial corpo irrigidito,gli occhi travolse, mentre il molle pettoun affannoso anelito scotevafino a spezzarle il core...!Non valse aiuto... ella con rauco gridoal suol piombò, le delicate membrain furibondi spasimi torcendo,e le guance rosate ed il crin d'orocon man crudele offese...

CORO

Ahi! sventurata!NUTRICE

Or sul talamo giacecome dal nembo rovere divelta,

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sciolte le membra ad ogni moto inerti:trama di spine e foco alla dolentesembrano i freschi lini, e atroce pesole chiome bionde, come un rivo d'orointorno a lei fluenti...invan, piangendo, d'amorose curela confortan le ancelle...non ode e non favella, e solo sfuggedalle livide labbra un fioco gemito...

CORO

D'alto duol ne percoti!NUTRICE

E chi l'acerbostrazio di lei narrando è sì crudeleche le lacrime tempri?!

SACERDOTE

Madre d'Amore, voluttuoso raggioai viventi delizia, in che t'offesequesta mortale, per cui tanto adunisdegno nel petto eburneo?

NUTRICE

Non contra lei... non contra lei... infurianella stirpe del Solel'alta vendetta d'Afrodite ancora...

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e la follìa di Pasife propagatetra linfa pe i rami...

Scena seconda

(Da una porta laterale entra Ippolito seguito da atleti ed efebi compagni).

IPPOLITO

Alla quadrigavo' che s'aggioghin l'Enete puledrebianche al par della spuma che i sonantifreni inargenta, ed i quadrati petti...

EFEBO

Mal dome e infide ancora...IPPOLITO

Le agiterem lungo l'Ilisso al corso,della pungente sferza i larghi dossiforte incalzando...

(ai celebranti il sacrifizio)Qual da voi s'invoca

Nume che spiani l'onda, e amico il ventoal padre mio conceda?poiché spirato è l'annoda che Teseo volle d'Atene in bando,

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ad espiar dei Pallantidi atrocila giusta strage, uscire:ed oggi ei torna su la curva naveche, di procelle esperta,lunge sui flutti apparebianca di vele fervide, com'alinel cielo aperte al volo...Torna l'Eroe che popola di vintilatroni e mostri le canzoni d'Ellade,e di sua gesta infiammai nostri sogni e l'anime, qual selceche di ferro percossa, una scintilladal duro seno esprime!Date al carme augurale la mia voceunir...

SACERDOTE

La sospiratapatria riveda Quei che ai Numi è caro...Noi per l'inferma di languore ignotoMinoide il rito offriamo...

IPPOLITO

(quasi moderando la voce)Per le silenti stanze echeggiò un gridolugubre ne la notte... Ella non dorme...vigila insonne curain quel pallido volto ove scintillano

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di cupo foco gli occhi... oh! da coleiquanto mutata che adornava il risoflorido delle Grazie,quando partii d'Atene, il suo improvvisoodio fuggendo...

NUTRICE

Oh! se conscia t'offese,qual castigo ne porta!Da quel giorno un'Erine i suoi di serpiirti flagelli ad atterrirla scuote!Triste e muta divenne, a ognun nemica:e la casa, e il consorte, e i figli, i figli!ahi misera! fuggendo,i lunghi giorni trascorrea nel tempioche ad Afrodite estrusse!l'agitavan fantasmi, e voci udivadi minaccia e terrore...! Ma da un anno,poi che, Teseo bandito, di Trezenerientrasti in tue case,può il suo martirio ogni inesausta setedi vendetta far paga...

IPPOLITO

O schiava, in cor non leggi! essa la ferreamia giovinezza ingentilia d'un teneropalpito di sorella: e se difesaor di braccio mortale...

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Ma da l'ira d'un Nume quale schermohan gli umani?!...

SACERDOTE

Pregare...!umile prece rapida le vetteardue d'Olimpo attinge,e men si duole di sventure e luttichi pio i Numi onora!L'inno s'intoni... e tu perché dal Coroti scosti?

IPPOLITO

(esitante)Impazienti

scalpitar le puledre odo, crollandoil greve giogo...

SACERDOTE

(severo)È fama

che tu spregi Afrodite!IPPOLITO

Io gl'immortalitutti venero e temo... ma il gagliardoculto m'invita di colei che l'ombredei boschi irrigui, e l'erme rupi, e i dociliclivi fioriti anima del suo Nume...

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CORO DI EFEBI

Artemide reginaTriforme Dea che in Ade hai regno, e accendil'argentea lampa de le notti in cielo,e da l'arco sonante in terra sfreninon fallibile telo!

IPPOLITO

Allor che il frescosilenzio della selvarompe il latrato e la veloce pestadei veltri in caccia, e l'ansia della belvascovata, ed ogni vitagià si tende ne l'impetodella lotta imminente e del periglio...io vedo, o parmi, tra i cespugli e i tronchibiancheggiare la vestesuccinta della Dea, e data ai ventistrisciar la chioma ambrosia, e il tintinnìodella faretra d'oro odo...

SACERDOTE

Fanciullo,fischia, terror dei cervi, l'immortaledardo trisulco... ma fra cielo e terra,se Citerea sorride,scorre un divino brivido profondoche in aerea farfalla il bruco esalta,

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e dai campi di stelletrae l'orgogliosa vergine che adori,alle rupi di Latmo, ove, ne l'antrofolto di rose, i baci della Deasogna il vago pastore...

IPPOLITO

Impuro spasimoche contamina i corpi, e le distolteda la meta raggianteanime strugge in vili affanni; o concitaa negre furie...

SACERDOTE

Ed un gaudio promettedonde sboccia la vita,ed è vinta la morte!che placa Stige al tenero cantore,e la corusca Amazone a l'estranespiagge d'Ellade induce, della patria,delle care sorelle e delle invittearmi obliosa...

IPPOLITO

No... luce di gloriaaffascinò la madre mia, conquisapupilla da baleno!

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SACERDOTE

Ah! quelle espertemani e la lancia, al clipeo,erano dolci a carezzarti, comefoglie intatte di rosa!...

IPPOLITO

(intenerito)Ombra soave e pallida è il dilettoviso ne la memoria...

SACERDOTE

E il ferro strinsecontro le guerreggianti a liberarladal felice servaggioAmazoni sorelle: e poi che al dardocontra Teseo vibratoella il suo core oppose,della fuggente vita in dono offertaallo sposo, gioiva; e dai morentiocchi spirava Amor, sì come spadaspezzata e ancor lucente!

IPPOLITO

A piangere mi sforzi!...SACERDOTE

E tu nato d'Amore,

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tu che negli occhi e nel leggiadro aspettola Dea palesi, i tuoi folli disdegniespia! Ancor tardatelenti ministri? già guizza la fiamma...

CORO

Sul mare i rapidi venti taceanovoli pei rosei cieli ferveano,inni alati a l'Amoredi colombe e di rondini:Quando dal cerulo riso de l'Ioniosbocciasti candida, qual di Favonioal bacio ardente un fioregrande di giglio schiudesi,E la dedalea terra, e il navigeromare e gli spazi del vento aligerote mirarono ignudacon sconosciuto fremito.Alba che limpida pria da le pallidevette col croceo piede le squallidetenebre fughi e schiudial Sol la porta aurea...

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Scena terza

(In fondo tra le due ante è apparsa Fedra, le chiome scomposte, pallidissimo il volto, ora fisso ora errante lo sguardo. Alcune ancelle, spaurite e dolenti, la se­guono).

FEDRA

Voci di sogno, rapide parvenzevia dileguanti, per i curvi cielinebbie leggiere, non m'irridon... desta,desta son io!... v'ascolto...e prieghi d'inni e canti d'imeneicon molle ritmo mi ricercan l'anima,qual per agili dita armoniosecorde vibranti...

NUTRICE

Fedra! oh! chi m'intesede i Numi? qui fra le mie braccia… reggil'incerto passo...! Io ti portai bambina...!vieni, tocca l'altare...

FEDRA

In roseo lumeardon le tede nuziali… il giornopromesso è questo! mansueta vittimaecco, pronta è la vergine... di rose

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Fedra Umberto Bozzini

bianche e vermiglie m'avvolgete il crine,e, le faci squassando, alto, Imeneo,alto, Imeneo chiamate... o triste, o lietom'attenda il fato...

NUTRICE

Ascolta,figlia diletta, guardami, son io...io che ti chiamo e piango!Ti circondan le ancelle, è la tua casa...

FEDRA

Sì... la superba di fulv'oro e marmi,popolosa di statue,reggia ove nacqui, ove ignara de i malivissi diletta al padre oh! s'egli ancora,Minos pari ad un Nume,l'aer lieto spirasse, io di mie casegiovinetta felice ancor godrei!ma vuole il fratel mio che in strania terra,a stranie nozze io vada...

NUTRICE

Piangono le sue vaneparole come lacrime! l'errantepensier richiama... sei qui la regina,la donna di Teseo...

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Fedra Umberto Bozzini

FEDRA

Famoso nome!gloria raggiante qual vetta baciatada curva iri lucente... ma sventuraa le Minoidi suona!

NUTRICE

Oh, più ti straziicosì! nel tuo rivivonoduoli antichi obliati...

FEDRA

Che?! non m'hai tu narratocome la dolce Arianna, la sorellasimile a Driade bionda, dal maternotronco a l'aure balzante,da quel crudele in la deserta spiaggiafu alla morte lasciata?

NUTRICE

Taci, taci,non svegliare l'Erinni!

FEDRA

(vede Ippolito)Ad ingannarmi

un fantasma rivestele forme del mio sogno? oh! men leggiadro

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l'amante dell'Aurorasopra i venti salivaal roseo bacio della Dea, cadutol'arco d'oro su l'erba...

NUTRICE

Nume non v'ha che allo smarrito spiritoluce ridoni?

FEDRA

È lui, è lui, lo sposoche alla sognante vergineprometteva l'Amore... io lo ravviso...l'azzurro sguardo, in ondeggianti anellasui bianchi omeri il crin, fiera e gentilenel cor scolpita imagine!

NUTRICE

(piano)Funeste

ti son le tue parole... ognun t'ascolta...perderti vuoi?

FEDRA

(incalzando)Insonnia

delle mie notti, martirio de i giorniquel bel volto divenne... la fragrantesua giovinezza m'inebria e m'uccide,

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come mortale effluviodi vaghissimo fiore, e nelle vene,fuso metallo, il sangue m'arde, accesodalla fiamma degli occhi...!Qui... qui... le tempie stringimi... ed i polsi...

NUTRICE

Su queste care manispargo inutili lacrime... salvartior col sangue potessi, come un tempogià ti nudrii col latte!

SACERDOTE

Ad impetrartimen dura vita supplici invochiamola Dea.

FEDRA

Follie, follie!nessuna cura han de gli afflitti umanii superbi immortali… a lor graditospettacol sono i nostri mali, i pianti,i travagli, la Morte,come a crudel fanciullodi straziato uccellin le strida e i palpiti...!

SACERDOTE

Vuoi con l'empie parole aizzar l'irache t'affanna e t'incalza?

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FEDRA

E tu fra tuttediva tremenda che in trionfo esultidi città rovesciate e di sgorgantiflutti di pianto e sangue,tu che spietata imperi e le divineleggi e le umane irridi,or contro questa miserafoglia in balìa del vento,la tua potenza ostenti?

SACERDOTE

Trascinatelalunge di qui prima che l'avvampantefolgore scoppi...

FEDRA

Ma la carne infermatortura... Struggi questavana bellezza che il tuo sdegno irritane le figlie del Sol... non vincerai!...non vincerai!... dischiusaresta una porta, e fuggirò per quellail tuo furore e il mio...

SACERDOTE

Quella fiamma spegnete... profanatoè il rito...

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FEDRA

Dall'altarevia quell'umili offerte, e l'orzo e il mele...

NUTRICE

Pietà... pietà... di te stessa... dei figli!FEDRA

Non delle bianche timide colombespargete il sangue... inoffensive e lietes'aman pe i cieli a volo! ostia più degnaa la grande Afrodite,me, me svenate! progenie divinaio son... vittima illustre...

NUTRICE

Ah! non ti lascio!FEDRA

(a Ippolito)Ov'è ov'è il coltello? e tu lo impugna,tu, tu che m'odii e mi persegui... al coreben dirizza il tuo colpo, e se squarciatoriveli il gran segreto...

IPPOLITO

O sventurata,mai d'un pensier t'offesi, ed or mi vince

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tanta pietà...FEDRA

Perché dunque mi neghiquesto dono supremo?non sai, non sai che scampoaltro non v'ha? non sai che dalla Mortesolo avrò pace, se pur nella Mortenon mi segua l'affanno...?

Scena quarta

(Un pescatore).

PESCATORE

Nunzio di gioia a queste case, io degnan'avrò mercede...

IPPOLITO

E sia, parla, che rechi?PESCATORE

Da pescatori in qual saetta snellabarca voganti, ed or giunti alla spiaggia,s'accerta che la nave di Teseoal Falero sarà pria che nel cerulo

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seno di Teti la gloriosa fronteElios declini.

IPPOLITO

Squallida la casatrova l'Eroe!

(Fedra sviene)NUTRICE

Aiuto...! aiuto...! Fedra!SACERDOTE

Sta l'immobile fato!

SIPARIO

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ATTO SECONDO

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Fedra Umberto Bozzini

Si vedrà il gineceo: ampia sala senza colonne, coperte le pareti a lastre di rame: corre intorno un fregio di metallo ceruleo.

Una porta in fondo, dal limitare di bronzo e adorna di anelli d'oro, s'apre nella prostate: ai lati altre due porte più piccole.

Sparsi intorno sedili intarsiati di avorio e metallo, e co­perti di pelle; ciascun seggio ha innanzi un polito sgabello.

Sul pavimento marmoreo e fra mano alle ancelle sono canestri ritondi d'argento e conocchie auree filanti lane purpuree.

Su una piccola kline, lettuccio a due spalliere, d'acero intarsiato d'oro e dai piedi ben torniti è Fedra, asso­pita.

La vegliano alcune ancelle; taluna di queste ha il chito­ne, una è vestita alla foggia cretese.

Scena prima

Ia ANCELLA

Ora un divino sonno agli occhi e al coreun Dio le infonde: o da gran tempo ignota

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all'incessante palpito dell'animadolcezza alta del sonno!Parlate piano, sì che dalle stanchepupille esso non fugga,sovra le tacit'ali, nero augelloimpaurito...

LA CRETESE

Ahimé! vigila il fatomentre essa dorme! il fato che percossela sorella e la madre.

Ia ANCELLA

Era costeicome le due deiformi figlie, anch'essaper bellezza famosa?

LA CRETESE

Ah! non il biondo fascino d'Arianna,non la voluttuosagrazia irrorante il bel corpo di Fedraanzi che il negro malesì la struggesse; era l'ardente in Pasifeignea virtù del Soleagli sguardi funesta.

Ia ANCELLA

E fu credutafiglia del sole aurifiammante.

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LA CRETESE

Ancorabenché fanciulla io fossi,vedo nel crin di viola il volto biancoqual neve in alpe che vestigia umananon calpestò; ma gli occhi, gli occhi, mai,sotto ciglia mortali,sì vive fiamme balenaron, comeda opposte gemme al sole iridescentiluci rifratte...

Ia ANCELLA

E di sua forma insigneinsuperbita provocò lo sdegnod'Afrodite gelosa?

LA CRETESE

No!... di radice più profonda sursee frondeggiò tant'ira.

Ia ANCELLA

Spaventosafama ne suona; e come, e quando al corela gran follia s'apprese?

LA CRETESE

Fior de l'armento, gl'irrigui declivi de l'Ida pasceva,delizia di giovenche gnosie e cidonie, un toro:

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Fedra Umberto Bozzini

bianco qual fervida spuma di latte, ora munto da Pale,men che fra l'ardue corna, di fulva macchia impresso.

Mentre di florida vacca il tergo, anelando, premeva,Pasife il vide e osceno ne le perverse fibre

mostruoso spasimo accese l'amplesso ferino. Tremendecose ma certe narro. Né Creta di ben chiuse

cittadi altrice le nega. Del talamo regio obliosa,de la stirpe titania e de i figli, persegue

l'armento, e come incitata baccante per valli e per gioghiva la misera. Verdi coglie gramigne e timi

al fiero amante e carezze gli prodiga e baci, crescendoesca a la fiamma infame. Veste preziosi pepli

o rose intesse nel crine, ahi! folle, perché la vagheggiil toro, e le di grandi occhi e lunate corna

giovenche invidia, ed al giogo le danna e a la scure,[gelosa

de le strane rivali...Ia ANCELLA

Oh! non più udito errore!LA CRETESE

Poi ne la vacca fallace godé, simulata, lo stupro,donde la paurosa prole biforme nacque!

Ia ANCELLA

Tutta scevra di malihanno la vita gli Dei, ma volge un'ora

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Fedra Umberto Bozzini

a ruinoso corsod'uman destino il placido torrente!...

Scena seconda

FEDRA

(svegliandosi)Deh! non er'io seduta a una romitasponda, e sostegno al fiancoporgea d'un'elce ben chiomata il troncoverde di musco e d'ellera?...

ANCELLA

Sognava...un sogno uscito da la porta d'oroe l'abbiamo destata!

FEDRA

Io queta udivomosse da un lieve brivido di ventosussurrar l'alte frondi,ed in sommesse note di bell'acqueun rio cantar tra l'erbe e i fiori... o frescheonde a spegner la sete!...

ANCELLA

Nel cortileti condurremo, e la cinta di marmi

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fonte perenne...FEDRA

Aborroio quella fonte... piangeora... ed il ritmo lugubresegna de la mia vita... al sacro Ilissoportatemi, a l'Ilisso impetuosocorrente, là, presso lo stadio, dovenudi e lucenti della bionda olivas'addestrano gli atleti,e con i venti rapidi nel corsoi destrieri gareggian...

ANCELLA

(piano)L'inquieto

spirto affatican strane voglie.FEDRA

Anch'iodalla quadriga d'oro,reggerò il morso e l'agili puledre,m'inebrierò della fischiante in voltoaura all'aspra carezza, e nelle chiome!Via queste molli bende...

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Scena terza

(Da una de le porte laterali entra la Nutrice).ANCELLA

Ah! vieni! vieni!saggia Enone nutrice!scossa dal breve sonno,ecco s'agita ancora, e di puledreparla e di cocchi per lo stadio in corsavolanti...

NUTRICE

Figlia...FEDRA

(agitata)Che dissi? che dissi?

che rivelai? sognavo... e tu non eriqui, presso a me? Ripetiquel che io dissi...

NUTRICE

Parolevane e null'altro: placati, riposatranquilla, dormi ancora.E voi, restate, pigre ancelle, inertia novellare in crocchio,

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quai stridule cicale inebriatedi sole e canto, ma dell'opra immemorie dell'inverno?

LE ANCELLE

(timide)Intorno a lei... sollecite...

NUTRICE

E non udiste che pria del tramonto,stanco di mare e gloria,oggi ritorna all'alta casa il Re?Or via, taluna con porosa spugnanitide torni del grand'atrio umbratilele colonne e i sedilialtra i lavacri tiepidi e le bianchetuniche appresti ed i vellosi manti,non senza il chiuso in rilucente ampollabiondo licor d'oliva, sì che sgombrod'ogni fatica il corpo,esca dal bagno, uguale a un Dio, l'Eroe:ed altra infine in bell'ordin le dapisulle mense disponga, e i pani candidi,e l'anfore del vino, che, versatopoi nei crateri, fervido spumeggi...

(escono le Ancelle)

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Scena quarta

FEDRA

(accorata e sommessa)E volevi ch'io soladormissi ancor mentr'ei veleggia in vistad'Atene già, tanto obliosa io soladel ritorno di lui?

NUTRICE

Come gravatavacillante colonna, il triste pondopiù non sostenta l'anima!

FEDRA

Ad ognunahai commesso l'ufficio, e come aereosciame di pecchie industri,si son disperse con ronzio giocondo.Ed io?... ed io?... non sai quale è serbataa casta moglie e fida,cura pietosa? Il vaporante zolfodammi, ch'io purghi d'ogni infausta macchiala casa e il focolare!

NUTRICE

Strana, oscura mi parli...

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Fedra Umberto Bozzini

FEDRA

No, non vaneggio o buona Enone, o certocuor, non vaneggio più!fulvo leone apparso al viandante,mi si svela il tremendovolto del mio destino... paurosonon è tanto il Gorgone! oh! almen conversaio fossi in pietra inerte!

NUTRICE

No, no, taci, non dire, non tremarepiù, non tremare... io ti salvo... dovessiqueste mie vecchie membra a brano a branoardere! io mi frappongofra il tuo male e te stessa,come lorica fra la lancia e il petto!

FEDRA

Sì... strappa al mare il naufragoquando a le stelle avventa la mugghiantefuria dei flutti... sulla via di fuocoferma tu la scrosciantefolgore già sovra il mio capo!

NUTRICE

Ascolta,non disperare... a queste grigie chiomecredi, all'antico senno...

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Fedra Umberto Bozzini

dalla morte la vita, e spesso il benerigermoglia dal male!

FEDRA

Oh! invan pietosavuoi di soave miel spargere gli orlialla coppa mortale! Enone... Enone...mentre agonizzo io qui come inseguitacerva colta nel laccio,Egli dall'alta prua naviga lungecol guardo il salso mare,e fra un lontano nereggiar d'oliviecco si scopre Atene,bianca, raggiante in faccia al sole, Atene!e sbalza il core, e si gonfia la veladi tutto il suo desio... Già esulta l'innocelebrante l'Eroe... ascolta ascolta!è la sua voce... o suonodi morte! dalla sogliapropiziante gli Dei: splende il convitod'auree faci, traboccala gioia e il vino... del canoro aedosquilla arguta la cetra... pari a un Numesiede Teseo, fuori del mare in pacenella sua casa... accoltoda la sua donna... Ma nel cor di lei (con forza)gaudio e sospiro de l'Eroe, s'annidaun pensier mostruoso...! attosca l'aria,

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Fedra Umberto Bozzini

il pane, il vin, contamina l'altaredei domestici Dei, il focolare,il talamo, la vita!!e mi soffoca già nelle sue viscidespire... e lui stesso soffoca... ed i figlimiei... ed il suo!

NUTRICE

O tre volte funesta,o tre volte funesta ora che il piedesu questo suol fermasti!

FEDRA

Ora dimmi se devespirare ancora questa tetra luesterminatrice... dimmi tu s'io debbovivere ancora...

NUTRICE

O mia diletta! Purehai vissuto così... gran tempo...

FEDRA

Come,di che ho vissuto? di brame nefandeinappagate... di vani rimorsi...da quel dì che, per gioco,io gli negava un fruttodi melograno, ed ei mi giunse, e stretta

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Fedra Umberto Bozzini

fra le braccia mi tenne, e la folliane le radici della vita urlò!sull'abisso sospesa,disperata lottai… contro la Deaimperiosa, contro il tristo errore!incrudelii... finsi a Teseo che in odiom'era il figliuol de l'Amazone... Sai,sai tu perché bianco di marmi e d'agilicolonne là su quell'aereo colle,alzai il tempio ad Afrodite? Saiperché vi trascorrea,io, solitaria, i giorni?Da quel ciglio vedea, rosea all'occaso,fra i monti azzurri, Trezene, Trezene!la città che ospitava il mio perdutoamor... perduto anzi che mai gioiton'avessi... dal mio follevoler bandito...! Ippolito fuggenteper me d'Atene! ahi comeai neri falchi roteanti, l'aleinvidiava io celeri, e i ginocchial simulacro della Dea stringendo,supplicava che un'oraun'ora sola, un attimo concessomi fosse dell'ebbrezzasuprema... invan sognata...e poi la Morte... il ciecocarcere... la vendetta...

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Fedra Umberto Bozzini

e rigavan le lacrimel'inflessibile marmo...

NUTRICE

O sventurata!FEDRA

Ma poi che egli tornò... centuplicatos'è da allora il tormento; quale giornoquale ora fu ch'io non piangessi? Tentofuggirlo ed un'oscuraviolenza mi spingesovra i suoi passi... aborroil mio perverso palpito... ma fremetutta la carne s'ei m'è presso, bellocome un giovane Dio! e non ho forzapiù di mentire, e soffocare il gridoche mi strappa lo spasimo! e che intesoben fu da te stamane...presso l'altare... e forse...

NUTRICE

No... no... vigile, acutaè la cura materna, e m'agghiacciavagià da tempo il sospetto! ma l'arcanosenso del tuo delirioniun penetrò...

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Fedra Umberto Bozzini

FEDRA

Tornarepuò quel delirio, poi che sfuma l'animas'egli mi guarda, come incenso al foco!E se Teseo mi scruta in fondo al corela ragione del male? se mi vincefra le sue braccia il ribrezzo: se il nomedi suo figlio sorprendesul mio labbro... nel sogno?

NUTRICE

O spaventosopensiero! o figlia, o figlia!

FEDRA

Perché piangi... perché? senti la ferreaora imminente? le voci chiamantiminacciose nell'ombra?Va... va... recami i figli... il giorno avanza!voglio baciarli.... e tu abbine cura:prega ad essi gli Deipiù clementi che a me! il mio martiriofa che ignorino sempre... i figli... ognuno...Ma se Imeneo, fiorito il crine, a Ippolitouna vergine guidipari a rosa sbocciante,pria ch'ei le sciolga il cinto, e dei suoi baci,oh! sete inestinguibile! la inebri...!

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Fedra Umberto Bozzini

digli che un'altra donna arse per luid'una fiamma vietata, orrenda, comedivoratrice folgore,appresa ai sensi, all'anima, alla vita!Digli che il grande fremito del mare,dei venti l'urlo se fra terra e cielola bufera imperversi, ella chiudevanel sen profondo, e che di questo Amoreella morì...

NUTRICE

Morire!? oh! con più nodia te m'avvinghio ch'ellera tenace!te pure, te, vuol la fiumana torbidache travolse tua madre,tua sorella... ma saldapiù che tigre la predaio ti stringo... vivrai... se questo è il prezzodi tua vita... vivrai...

FEDRA

Una parolat'è sfuggita... ripeti...

NUTRICE

Si... sì... t'ho dato il latte...ho vegliato le notti... sei la gioiaunica... il solo affetto...

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Fedra Umberto Bozzini

ho bisogno di te... del tuo respiro!Ma queste leggi agli uomini malignechi impose? chi? amano liete e liberele belve, e agli Immortalinon è vincolo il sangue! in altra terrad'altra gente sei nata... ei non t'è figlionon t'è fratello...

FEDRA

O Nemesi derisa!consigliera d'infamia, inariditala tua lingua non s'è? questa parolanon fu dal cielo udita? Ei non m'è figlio,non m'è fratello?! è figlio del mio sposo,mi dà nome di madre!!Ecco l'altera Eliade, di stirpedivina, figlia al giusto Re, Minosse,sposa a Teseo... concubina d'Ippolitoche de l'amplesso caldaancor del padre, va lasciva ai bacidel figlio!... incestuosasotto gli occhi incolpevolide le mie creature... ed un sol tettocopre tanta vergogna!

NUTRICE

Ad altra plagaper gran mare divisa, ad inaccesse

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Fedra Umberto Bozzini

creste di monti chiedirifugio... oblio... con lui... Dalla memoriadilegueranno questi antichi mali,vani spettri nell'alba!

FEDRA

(con disperazione)Oh! un tal delitto è come folta nubeche, al sole opposta, di mesta ombra offuscatutta la terra, e il tempo...e le genti non nate...

NUTRICE

Vasta è la terra, più vasta che i nostripiccioli affanni, ed il tempo veloce!ma nell'Ade profondo invan sospiranole inani ombre il fioredi loro età perduta!

FEDRA

Il suo parlarevelen sottile e rapido s'infiltra...ahi folle! ahi folle! e Ippolito?! Superbocalice intatto e ognora al sol converso!Ha la gloria nel core... eroiche gestasogna... ed il padre venera... di orrorefremerà... di ribrezzo...

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Fedra Umberto Bozzini

NUTRICE

Come pollad'acqua offerta alla sete in lui rigogliala giovinezza... egli è la primaverache ascolta ogni canoravoce, e l'acri fragranzea tutti i venti prodiga! ... Tu stessaa lui parla... fra poco...forse verrà... promise...

FEDRA

Ah! questo hai fatto?o turpe schiava! tradita... ludibriotu m'hai resa d'ogni uom!... tutta le reggiasonerà del mio fallo...

Scena quinta

(Un'ancella dalla porta in fondo).ANCELLA

Il figliuol dell'Amazone domandadi te, Regina...

NUTRICE

Un istante...(Ancella esce)

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Fedra Umberto Bozzini

FEDRA

Fuggire!NUTRICE

Dove, dove fuggire? da ogni lato,tranne uno, è l'abisso!Deh! per pietà! per questo esausto senoche ti nutriva... per la tua dilettadestra ch'io tocco... è la vita, è la vita,che invan costringi, e fervelicor possente in preziosa e fragileanfora!... Egli attendelà... e del tuo desiolangue forse...

FEDRA

Nessunadonna questo soffrì!

NUTRICE

Narragli il tuodivino male... è qui.

(esce)FEDRA

Vinci Afrodite!

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Fedra Umberto Bozzini

Scena sesta

(Ippolito sul limitare).IPPOLITO

Non sdegnarti regina: a la tua fulgidasoglia da me non venni...quella schiava mi disse che parlarmit'era nel core...

FEDRA

O voce alata! un sognoè la vita... il dolore...

IPPOLITO

Ma se udirmie vedermi t'è grave...

FEDRA

(con impeto poi represso)No... no... fermati... Ippolito... voleva...sì... ti chiamai... Volea dirti che avversomi rapì il senno un Dio... presso l'altared'Afrodite… stamane; il sacrifiziocontaminai... la Dea offesi, e te...forse... non so... obliai...poi che sul labbro non parlava l'anima,che non conosci!

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Fedra Umberto Bozzini

IPPOLITO

(accorato)Un'altra

Fedra io conobbi! O di limpidi cielivision nel tedio di brumosi giornisvanita! fiore di fragranza ignotaad allietar la nostra ferrea casasbocciato, la mia duraetà, senza dolcezzadi donna...

FEDRA

Un'eco di gioie perdutenel rimpianto sospira!

IPPOLITO

Fanciul ritroso e schivo, io la stranieraquasi temeva che, nata dal Sole,ci veniva dal mare!ma la tua fresca grazia, la carezzadella tua voce e delle bianche mani,m'affascinaron comeriso d'aurora sui prati fioriti...vista appena, t'amai...

FEDRA

Volo di fiammache abbagli e non ti vedi!

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Fedra Umberto Bozzini

IPPOLITO

E mi fu dolce confidarti i mieipiccioli affanni e l'audaci speranze,e stanco e lieto del sudato alloronella lotta o nel corso,meritar la tua lode...

FEDRA

Taci... taci... non più... vedi... si stemprain non mai piante lacrimeil duol gelido, antico... Oh! la memoriadi sì dolce stagione è radiosaunica stella nella fosca notte!Dalla patria divisa, e dai cognatidel sangue, fra diversagente quasi smarrita...sposa all'Eroe severo in alte assortocure di guerra e imperio, la tua floridagiovinezza m'arrisecome fiaccola viva a chi sperdutoper la selva s'aggiri, fra le tenebre!...Dì... dì... rammenti le storie narrateal bel fanciullo intentodalla figlia del Sol, dei miti espertalieve aleggianti sull'isola anticadei sogni e degli Deiove son nata? e la fonte marmoreacon la sommessa melodia de l'acque

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Fedra Umberto Bozzini

l'ore amiche cullava...E se talvolta a ritrovar nel sognoe le Ninfe e gli Eroi, la pura frontesu i miei ginocchi reclinavi, immotasilenziosa restavo...e nel tuo viso si perdeva l'anima,qual di chi guardi l'infinita, azzurraserenità del mare!

IPPOLITO

E quando, un giorno,o la memoria ti fuggì dal core?tornai ferito da un cignal rubesto,quasi smarrita sulla piaga i succhitu dell'erbe spargevi, e le tue lacrime...

FEDRA

Qui, su l'omero... qui...e a farti cauto ti narrai d'Adone,il biondo amore d'Afrodite uccisodalla belva gelosa...

IPPOLITO

Sì... sì... come ha potutoimpetrarsi il tuo core? in che t'offesi?quale perversa Erine in te la subitaforza dell'odio accese? mi scacciastidalle mie case... il fanciul senza madre

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Fedra Umberto Bozzini

dividesti dal padre... da te stessa!con le tue mani infrantaquella che desta ai più gentili affettiavevi corda in me...!

FEDRA

Ahi! crudele, crudele! e il mio tormentonon ha voce di bronzo?! e se un perigliospaventoso, mortale,minacciava il serenotuo giorno... se mi dolsedi te, solo di te?! e in olocaustodiedi il core, la vita...!

IPPOLITO

E a questo ignotonemico, a te da un Dio svelato, opporminon potev'io con l'armi,anzi che i giorni nella muta casalanguir, de l'avo, in Trezene...

FEDRA

Premeatitanto desio... della regale Atene...di noi... di me?! ah! ripeti... ripeti...né sorriso di donnati fiorì nell'esilio?

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Fedra Umberto Bozzini

IPPOLITO

(candidamente)Altra non vidi

simile a te, di tua paterna lucediva Eliade raggiante,né più d'ambrosia all'anima fragranzaimmortale spirò...

FEDRA

Ancora, ancoranel fresco intatto calice racchiusoè il giglio, ignaro dei baci che fremonoansiosi ne l'aure...Ah! fiorisci, fiorisci! è tempo... sentila primavera intorno? un infinitogaudio ha la terra... invidiadegl'Immortali... sospiro de l'Ade...come un altare erettoagli altissimi cieli, che le errantistelle veston di raggi, e al pie', tra milledi languenti corolle effluvi, ed innidi supreme armonie,fumano offerte preziose, ognorarinnovellate...

IPPOLITO

M'ardono le tempie...in un turbine t'odo

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Fedra Umberto Bozzini

come d'ebbrezza violenta... ignoto...FEDRA

Chiedilo a questo spasimo che stringei nostri corpi vicino... a le manicariche di carezze...

IPPOLITO

Una panteraieri uccisi... nel bosco...e sotto i miei ginocchisi tendeva così... e mi guardavacon i tuoi occhi...

FEDRA

E su la bocca, forteti mordeva così...(dal porto, lontano giungono confusi clamori e il nome

di Teseo)IPPOLITO

(sciogliendosi con impeto)Orrore! Orrore! lasciami... o tremendonome del padre!... dal delirio infamel'anima torna... lasciami... ti strozzod'ogni belva più atroce...

FEDRA

Sì... sì... uccidimi... sì... sotto i ginocchi...58

Fedra Umberto Bozzini

nel cerchio delle braccia...IPPOLITO

O delitto, o delitto!dal profondo del Tartaro rimbombaalle stelle già il grido...!era teso l'agguato... e la cadutacerta, mortale! e quell'immonda schiava!Stolto! dal turpe fascino guardarmidovea! dal sangue di colei che il toroorrendo amò!

FEDRA

Pietà... pietà...! uccidimiqui ai tuoi piedi...! abbreviami il supplizio...!sì... sì... t'amo... così! lama roventenella carne m'è fitta!... la torturache voce non esprime, il desiderioinsaziato insaziato!... e solocon il respiro si svelle dal petto!

IPPOLITO

E voi figli del Cielo! Onnipresenteocchio del Sole! io non vidi il serpentesulla soglia aggroppato!O sciagurato! ecco la gloria e l'arduagesta sognata...! violar del padrelontano, il letto... figlio

59

Fedra Umberto Bozzini

incestuoso! Ritorna ritornaa far vendetta, giustizia! tu seid'uccider mostri esperto...!

(nuovi clamori)FEDRA

Apriti o terra! o folgori veloci!...IPPOLITO

E vengo ad incontrarti...(esce)

Scena settima

(La Nutrice affannosa).NUTRICE

Vieni... vieni... salviamoci! il furoregli ho veduto nel volto...il baleno selvaggio...

FEDRA

E tu, e tu che fai ? arda la reggiaora! l'Ellade intronidella ruina e del mio grido! un ferrodammi, un ferro, una fiaccola!

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Fedra Umberto Bozzini

NUTRICE

E la naveè entrata nel Falero!

FEDRA

Sì... ritorna, ritorna, tu che uccidii mostri, e fai giustizia!O potenze dell'Erebo, sanguigneErini cinte di serpenti, al corespiratemi le fiamme... una vendettache me stermini, e lui e... l'universo!

SIPARIO

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Fedra Umberto Bozzini

ATTO TERZO

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Fedra Umberto Bozzini

Si vedrà la scena del I° atto.Nel peristilio entrano e si dispongono in giro cori di cit­

tadini, di guerrieri, di efebi. I cittadini hanno il chito­ne bianco, l'imation: alcuni reggono lo scettro. I guerrieri sono armati di lorica e d'elmo con alti ci­mieri: sulla lorica alcuni portano spoglie irsute di belve. Gli efebi, coronati di rose, circondano citaristi ed auleti.

In fondo alcune Ancelle.Appare quindi l'Araldo, inghirlandato d'alloro, nelle

mani le bianche bende ed il ramo d'ulivo.È il vespro: quindi i primi fulgori del tramonto.

Scena prima

ARALDO

O Atene, sacra all'Occhiglauca Deache il frondeggiante ulivoa questo suol ferace educa, e foltedi spelta e d'orzo, come ondoso pelagole messi al sol riscintillanti: e voifigli egregi di Cecrope, vestitidi bronzo, esperti a palleggiar la lanciae a maneggiare il remo,

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Fedra Umberto Bozzini

me de gli Dei, e dei mortali, sacroAraldo udite! Il morso arduo dell'ancorapatì la sabbia del Falero, e alfinepari ad un grande uccellostanco del volo a sera,chiuse la nave l'ali affaticatedi tempesta e di gloria!

CORO

(di efebi)Lode al chiomante Enosigeo che emersodal mar canuto, addormì l'onda, e amicaspirò un'aura alla vela, alzata verso

la patria antica.ARALDO

Or dalla rossa proradisceso, i passi a questa reggia affretta,fra vasto urlio di popolo,il vostro Re, colui che le dispersestirpi Erettidi adunò in ben costruttacerchia di mura, e forzaalla città diede di leggi e d'armi:Teseo, pari ad un Nume...

CORO

(di guerrieri)Poi che, solo pugnando, il Re di morte

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Fedra Umberto Bozzini

punì l'insidia dei cinquanta insanifigli del reo Pallante, del consorte

sangue le maniterger gli piacque e l'anima, cercandoaquila insonne di pupille e artigli,dodici lune della patria in bando,

mare e perigli.ARALDO

Ora al Tonante, e alla Fortuna amicagrazie rendete, e lo scettrato Eroealto fremer di cetreaccolga e d'inni, ché dolce al guerrierosuona la lode, ed ei n'esulta in core.

CORO

(di cittadini)Solco di stella che l'azzurra serariga d'argento, e pare sì, né cade,splenda la fama de l'Eroe più altera

in ogni etade.A lui urgeva il vasto cuor le gestad'Eracle e il plauso che la gente argiva,squillo di tromba che gli echi ridesta

di riva in riva.E già, squarciate tra i due curvi pini,pendean le membra, orribile trofeo,del Pitiocampte, che sui lidi Eusini

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Fedra Umberto Bozzini

prostrò Teseo.Come al crudel, che in la caverna oscurai viandanti sovra il letto atrocestendea, inflisse con ugual tortura

morte feroce.Né contra l'arme, che parea divinaforza trattasse nella pugna strana,valse ai Centauri l'irta forma equina,

mista all'umana.Arme che già, come sanguigno lampoin notte di tempesta, agli occhi e al coredelle guerriere vergini, nel campo,

spirò terrore.

Scena seconda

(Con regale corteggio di compagni e di popolo entra Teseo. Sul chitone rosso lampeggia la piccola lorica d'oro: dall'omero affidata al balteo pure di oro, pen­de la spada, aspra l'elsa di argentei chiodi. Porta l'elmo simile a quello della statua di Atena Paternia: ma sui due grifoni ondeggia fieramente il cimiero di rosse creste equine. Annodata intorno al collo, porta, ad imitazione di Eracle, una fulva pelle di leone).

TESEO

Signor del tuono che il gran soglio adergi

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Fedra Umberto Bozzini

sulle tremule stelle,Tritonia diva, non fra doglie impuregenerata da l'utero,ma tutta armata dal maschil cerebro,come il pensier, balzante,se ai vostri altari di primizie agrestie di candido armento ognor tributoAtene offriva ed il suo Re, propiziora i miei voti udite!Non io nel sangue dei congiunti vollitinger la spada, e se, rami stroncatida la furia del turbine, a' miei piedil'un sovra l'altro giacquero i Pallantidi,il sangue sparso su quell'empia stirpericada, avversa ai patri Numi e al Re!Pure il non mio delittoad espiar, lunge da questa sacradiletta Atene, e dai soavi affettiche ogni uomo ha in cor, gran tempo errai per aspriboschi frementi al ruggito di belve,per selvagge contrade,tra fiere genti che non legge umanagoverna, o pio di Numi culto e onore:per mari ignoti e procellosi, ai ventidate le vele e l'anima:né senza gloria su remote spiaggesonò d'Ellade il nome!Ma nei duri cimenti,

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Fedra Umberto Bozzini

nelle vigilie sotto nuove stelle,con muta angoscia oscura,sempre il pensier dell'esule tornavaalla patria, alla sposa, alla fiorenteetà dei figli!... Ed orache, proteggendo i Fati,bacio quest'alma genitrice Terrae queste soglie sospirate, o Numi,fausto il ritorno io prego, e la sventuralontana da mie case!

CORO

(di cittadini)O Sire, o tu che alla virtute accendicome fiaccola, il core, e per sentierobattuto da la Morte, al sogno ascendi

che solo è vero,ma che, raggiunto, più alto s'invola,né trovi tu che un ramicel d'alloro,qual nome il carme ti darà che vola

cigno canoro,pei sacri cieli d'Ellade, se frondadi quercia ombrosa che sempre rinverde,raggio di sol che l'ampia terra inonda

né si disperde,È la tua gloria? E con desio d'amoresì come volo di falcon lo sguardosegue, compagno ti veniva il core

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Fedra Umberto Bozzini

d'ogni gagliardo.Ora a' suoi pie', di porpora tappetispiegate, e il bistro che de l'or lampeggia;squillin le cetre, ed echeggi di lieti

canti la reggia!TESEO

No, non vogl'io di barbaro signorela pompa, o amici, o, come un Dio, di porporasu gli strati passar, che a sdegno i Numihan l'orgoglio mortale!Scordaste voi come altra volta il biecovolto del Fato balenò fra i lauri,e spirò il carme trionfale in lugubresinghiozzare di pianti?

CORO

(di efebi)Deh!, con che immenso giubilo plaudendo,e rispondeva eco dal mar possente,le genti accolser, dal tributo orrendo

alfin redente,te vincitor della biforme belvache il toro e l'uom nel gemino sembianteunia, d'opaca inestricabil selva

mostro gigante.

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Fedra Umberto Bozzini

TESEO

E me superbo della palma illustreallora un Dio percosse!Ché quando incontro al volto della nave,naiade emersa da l'azzurro Egeo,venne Atene, ne l'alba,folle! scordai d'issar la bianca velasegnale di vittoria!e il padre mio dall'erma rupe in maresi scagliò, disperato,credendo ucciso il figlio!

ARALDO

Sai che non lice di tristi memoriecontaminar giorno augurale...

TESEO

E infaustioggi gli auspici m'attendean sul lito!Mesta è la fronte dei congiunti... Ippolito,il figliuol molto caro,torvo, tremante si sciogliea da l'ansiebraccia paterne... né dal limitareudii la voce alatache più che niuna mi sonava al coredolce...! ov'è Fedra?la mia donna?

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Fedra Umberto Bozzini

UN'ANCELLA

Un diromorbo travaglia... in odiom'avrai pel fiero annunzio?Signor, le membra della tua consortee l'anima... non dorme,piange, infuria, si duole,anche vaneggia... ed oranel gineceo, pallida, muta, inerte,in un torpore simile alla Morte.

TESEO

Gli Dei sperdan l'augurio!

Scena terza

(Dalla prostate, fra le due ante, appare Fedra: gli atti, il volto, lo sguardo rivelano il supremo tumulto del­l'anima. È con lei la Nutrice).

FEDRA

No... non la Morte... io vivo... la supremaora invocata! e si prostra il Destinovinto al mio pie', come ribelle schiavoincatenato!

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Fedra Umberto Bozzini

TESEO

Ahi! di vorace piantocaro volto solcato! o mia diletta!vincea le Aurore degli ignoti cielila tua apparita imagine nei sognidolci e vani... mutatati rivedo così!

NUTRICE

Ella non t'odeSignor... l'agita insania...

TESEO

O in agguatoira d'un Dio nemico!Fedra?! son io... son io... innanzi al ventovolava il mio desio... sforzava il tardoremo!... non t'è sfuggitoTeseo dal cor?

FEDRA

Non mainaufrago ansante fra i marosi scorsenave o spiaggia così... né sulla predafreme, recata dalla fulva madreprole di belva...

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Fedra Umberto Bozzini

TESEO

Parla...dimmi l'affanno... e se t'incalza un Numegli svenerò vittime opime... un tempiogl'innalzerò...! Di fulgid'auro e bronzoricca ho la casa, e di floride greggicopia m'allevan negli erbosi paschii mandriani accorti...Vieni... vieni con me...

FEDRA

Oh! non toccarmi!o alle tue mani l'atrovelen s'apprende che m'infetta e rode!Qui, nella polve, qui, come le cosepiù vili, immonde...

NUTRICE

Chiudichiudi l'orecchio e l'anima... o, se l'odiSignor, negale fede!non lei, non lei, parla il suo mal perverso!

FEDRA

(prostrata)Scaccia, scaccia costei! essa t'inganna...per salvarmi t'inganna!

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Fedra Umberto Bozzini

TESEO

Oh! ch'io non soffrodi vederti così! Alzati... Fedra...

FEDRA

Fa' che s'apra la Terra,sì che m'ingoi il Tartaro profondo!e sulla spoglia impuras'aderga un monte sette volte il Pelio,fino alle stelle! se la mia vergognavuoi sepolta con me!

NUTRICE

Ah! non udirla... non udirla!TESEO

Tacischiava! tremi ne i polsi? in lei procedeil tumulto de l'animada un terribile arcano... e lo conoscitu... e ne fremo io stesso...

FEDRA

E se diventiogni fibra uno spasmo, e di roventispire ti stringa...

TESEO

Per gli Dei! mi preme74

Fedra Umberto Bozzini

insoffribile angoscia... alzati… parla...il tuo sposo te l'ordina...

FEDRA

Né sentiarderti il labbro a questo nome? chiama,chiama tua sposa la più vile schiavatrastullo d'un esercito... l'oscenameretrice dei trivi... essa men turpevive di Fedra!

TESEO

Taci!No... no... quest'è follia... vituperososuono d'infamia! va... nelle sue stanzetraetela...

FEDRA

Non m'odi?Mentre lo sguardo nella bianca alataVittoria affiso, sotto il curvo rametu del clipeo sudavi, empio ladronepenetrò nel secretodel tuo lare ed il giglioche v'educavi profumato orgoglio,sfiorato fu!

TESEO

Martellano le tempie!75

Fedra Umberto Bozzini

le parole m'infiggecome strali nel petto!Fedra... pel Cielo! Vuoi tu che t'uccida?

FEDRA

Oh! la mia vita è l'ultima favillad'un rogo arso... l'anelitobreve, ch'io stessa spegnerò fra poco!ma l'aer tuo respira, al tuo vicinosbalza quel cor che nel delitto, acre,infuriò... coluiche per violenza oltraggiò la tua donnavive ancora, m'intendi?!O Domator di mostri!

TESEO

Rugge il turbine intorno, o Cielo e Terracrollano in ridda vorticosa al Caos?Ogni parola ha la parvenza, il suonodel vero stesso, ed esprime un'atroceincredibil follia!... l'anima intronacome incudine al maglio! Ella vaneggia...ditemi voi ch'ella vaneggia... tacitisiete... smarriti... v'atterrì l'accusadunque...

FEDRA

Tra essi è il reo.

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Fedra Umberto Bozzini

TESEO

Ah! per lo Stige! per il truce abisso!dimmi quel nome...

FEDRA

Il crineirto alle tempie, urlerai come tigreferita...

TESEO

Armi il suo bracciolo spavento del tuono;... abbia Gorgoneesembianze e forza di mille Titani...

FEDRA

Vorrai non esser nato!Vedrai le anguicrinitefiglie a la Notte e a l'Erebo,fiamme spiranti...

TESEO

Il nome, il nome, primach'io ti strappi la vita!

FEDRA

Fra le braccia pur dianziteneramente lo stringevi, avvintoalle fibre del core...

77

Fedra Umberto Bozzini

con la tua donna si congiunse a forzail figlio tuo.

TESEO

(scagliandosi)Ah! trucidarti è poco!

CORO

(frapponendosi)Rientra in te... Signore...il senno un Dio le offese... egli è tuo figlio.

TESEO

(trattenuto)No... lasciatemi... vogliotorcere a brani quella carne immondaper saziare i cani... e chi frapporsiosa...

CORO

(a Ippolito)Non appressarti!

IPPOLITO

(facendosi largo e prostrandosi al padre)Nessun di voi mi tocchi!Padre, sono ai tuoi pie'... ed al suppliziopronto! Tu sei la legge...non macchiarti le mani... a la vendetta

78

Fedra Umberto Bozzini

sarò strumento io stesso, e non un gridoudrai...

FEDRA

Sola, nel talamo,me sorprese, dormente....

TESEO

O sacrilegio!no... no... la inferma un incubofallace illude... e mi trascina il suodelirio...

FEDRA

In volto guardalo!TESEO

Sul lidotorbido in mezzo, all'esultante coromuto al gaudio paterno… ah! folle anch'iodivento! Egli è mio figlio! a una colonnasì... legatemi... sì, con infrangibilefune di bronzo, e voi,e il popol tutto, ed i monti, e l'Oceanotra il parricidio e me!E tu giura, discolpati!chiama gli Dei, lo Stige!dimmi perché t'accusa

79

Fedra Umberto Bozzini

costei, te solo fra le genti innumeriaccusa!

IPPOLITO

Padre, è la menzogna stessacostei... la bocca, il voltomenzogna, e il core, che una vampa affoca,bagliore d'Ade, e dilania una fierasimile al Can trifauce...

TESEO

Chi? la gioconda, come al sol trillantelodola arguta tessitrice d'inni,e d'auree tele cui pingean l'espertedita di storie e sembianze di Numi?Essa, fregio alla casa? e qual sorellatu l'avevi diletta...

IPPOLITO

E non te solo,gli Dei, la legge offese!e me travolse, vortice di fiumeche tronchi e corpi sbatte!In delirio non parla... è la vendetta,è l'acre furia ancora...ma trascinarmi nel nefando eccessocon lubric'arte...

80

Fedra Umberto Bozzini

TESEO

(strappandosi vesti ed armi)Tenebra di sangue

folta... più folta... via, cerchio che al pettomi costringi l'affanno!Sei tu quel casto, quel d'egregie proveimpaziente Ippolito, virgultosano, cercante il puro aere e il sole?Torci l'accusa... ma ritrosa o pronta,era costei la donnadel padre tuo?

IPPOLITO

Fu l'anima polluta,il corpo no…

FEDRA

Ei si fuggì satollaiena dal pasto!

TESEO

Chi di voi le ferreepene che Aletto ai parricidi apprestaora m'evoca? ruote,macigni, sfere di serpenti... Figlio!egli è mio figlio! o maledetto il nomedi padre!... ora esecranda

81

Fedra Umberto Bozzini

che mi nascesti! isterilite un Diole fonti avesse della vita in me!

CORO

Giorni di lutti e senza nubi apparsoall'oriente! O su l'eroico volto,duolo a vedersi! lacrime...

TESEO

(minaccioso)La Morte

vestita di terrore... ho la mia casaveduta in fiamme ed i cognati estinti,e non ho pianto... ma per ogni lacrima...mi stava in core qual serbata gemmanello scrigno dedaleo poi ch'io l'ebbidalla fedele che per me la Morteamò! era il ricordovivo del sogno che mai più si sogna,la speranza sorrisa dalla stessagloria...

IPPOLITO

Pietà! Pietà! trova un suppliziopiù rapido...

TESEO

Nutritom'avessi un serpe velenoso in seno!

82

Fedra Umberto Bozzini

sentirei meno acerboil dente! ma schiacciartivoglio sotto il tallone.

IPPOLITO

Spaventosalenta agonia! abbreviami quest'ora!

TESEO

Mi ritempravo nella sua pueriziacome in alito d'alba... ingagliarditegli ho membra e core io stesso, e m'era gioiail suo giovane ardir nella palestrao nelle caccie! ma se, belva aizzata,su l'incauto ruggivail periglio, una vocetrepida udivo, supplicava un voltoesangue, d'ombra... il voltoche vedo ancora o sciagurato, e uccidertiper tua madre non so!

CORO

Or nel suo petto come atleti avvinticon le robuste braccia,pugnano affetti ed ire...

FEDRA

Reggia d'infamia, hai le colonne erettenel granito incrollabile? che tardi

83

Fedra Umberto Bozzini

o vendetta del fuocoa inabissarti su la nuova razzadi mostri osceni?

TESEO

(a Fedra)Ah! questo tuo furore!

ben so, ben so quale a tua stirpe rabidaantica lue attoscail sangue... e forse... no, essa è la vilefemmina incerta più che tenue fumoal capriccio del vento!...

(a Ippolito)Sei tu... sei tu, l'ulcera negra, apertanella mia carne, a corroder la vita!

(una pausa)Va, fuggi pria che si ridesti l'impetoomicida... ribrezzoho di schiacciarti, serpe!Fuggi oltre i monti, i mari, al tenebrosoiperboreo confine... oltre il ricordodel tuo turpe misfatto!

IPPOLITO

O me perduto!pianta alle sue radicial suol natio sterpata,

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Fedra Umberto Bozzini

ove errando ne andrò, fra quali al profugogenti estrane, nimiche?

TESEO

Cerca una terra ove atroce pastosiano ai figli le membradei padri uccisi.... ove sua cieca il maschiolussuria sbrami su quel corpo stessoche il generò!

IPPOLITO

Dolce in patria la morte,tra i mesti amici, argenteo di notestelle il ciel che l'Auroraspargea di rosee speranze, appassitenel corusco tramonto!

I° SEMICORO

(di efebi)Ahi, di che strazio

geme quest'ora! egli ghirlanda e specchioall'animosa gioventù: velocefalco alle vette, alle nubi, stroncatel'ali aperte dal dardo!

2° SEMICORO

Né per boscaglie viridi stormirepiù la tua caccia udrò, né della sferza

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Fedra Umberto Bozzini

il sibilo incalzantegl'irrequieti alipedi...

FEDRA

Nel pugnostringea la scotta, e ghignava al timonel'Erine, quando veleggiasti a Cretao nave di sventura! ambo le Eliadivittime! azzurro fioredel loto, o dolce palpitante Arianna,su l'inospite spiaggiapreda alle belve da costui gittata,ed io, ed io che morrò inulta, schernoai mortali e agli Dei, io, concubinaal padre e al figlio!

TESEO

E voi lampi sulfureiaccecate i suoi occhi:vapori dei pantani che la sferzaavvelena del sol, contaminatele sue giovani membra! arda la terrasotto i suoi passi e gli neghi ristorola inorridita onda dei fiumi... aborraegli, vampiro putrido, dal giorno,e la notte si popolidi lemuri volanti e di fantasmicrudeli al parricida!

86

Fedra Umberto Bozzini

IPPOLITO

Bacio le orme tue, padre, Signoreche senza colpa offesi...bacio la soglia che varcò mia madrefulgida in arme uscendo,senza ritorno, e varca il figlio oppresso,maledetto, scacciato,senza ritorno anch'esso...

(esce)CORO

O casa del mio Re dall'alta scossaira del fato, pari a monte ignivomo,che si ridesta ed ai suoi piedi sterminacittà fiorenti, e campi, e stirpi umane!

Scena quarta

TESEO

(bruciando su l'altare l'incenso)Re di tempeste, Enosigeo che, irato,di flutti urlanti al ciel montagne avventi,o li sprofondi in liquidespaventose voragini schiumantinel cieco urto dei venti,

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Fedra Umberto Bozzini

tu che con cupo rombo alle radiciil creato percoti, o Scotiterra...

FEDRA

Sulle chiome sparsetracce di sangue... sulla bianca stola,smorto il labbro, sbarratele cerulee pupille...

TESEO

Se di negritori e vellose agnella a Te fumantiecatombi sacrai, se ancor proteggicome un figlio Teseo...

FEDRA

Sei tu... sei tu... quel tuo sorriso diafanodi chiarore lunarein cor serbai fanciulla... e mite Arianna,sorella del destino,sì... sì... verrò, mi chiami... ah! dimmi, dimmise ne' prati d'asfodeli germoglial'oblio, se nella morteha pace il cor...

TESEO

Compi la mia vendettao Tridentato! io non volli quel sanguesulle mie mani! ma se in odio a i Numi

88

Fedra Umberto Bozzini

è chi insozza la testagrigia del padre...

FEDRA

Ahimé! non appressarti!or minaccia lo sguardo...stridono i denti... soccorso... soccorso!i serpenti nel crine!

TESEO

Veda il corruccio sul tuo fosco ciglio,e il terrore s'avvinghia' suoi fianchi... la colpaqual nera Arpia gigante,sovra il petto gli segga, e lo soffòchi,e muoia disperato!

FEDRA

È l'Erine, è l'Erine... ah! dove fuggo?salvami tu!... pietà...

NUTRICE

O figlia, figlia!io nulla vedo...

FEDRA

Fiammail respiro, gli artigli... mi trascinaio muoio, io muoio... i flagelli roventi...

89

Fedra Umberto Bozzini

CORO

Figlie a la notte... Ministre del Fatoin negri panni avvolte,Ultrici dei misfatti...

SIPARIO

90

Fedra Umberto Bozzini

ATTO QUARTO

91

Fedra Umberto Bozzini

La scena del I Atto.Grandi fiaccole resinose dagli alti candelabri di bronzo

alternano bagliori ed ombre vacillanti lungo il peri­stilio marmoreo. Sulla casa grava il silenzio successo alla catastrofe: parlano sommesse e spaurite le an­celle che si aggruppano ad un lato della scena. Le ul­time luci della sera, con ridere di stelle nascenti per i cieli; quindi la notte.

Scena prima.

Ia ANCELLA

E nel vergato di lucente elettrococchio a ruote volubili,io deposi le bianchene i cavi otri farine, e le ricolmeanfore del licor dolce dell'uvo...e già, frenando nei garretti l'impeto,l'ardue criniere sotto il curvo bossosquassavan le puledrecon tintinnio di morsi...

2a ANCELLA

E ne' suoi occhi92

Fedra Umberto Bozzini

come in chiare profonde acque leggestisvelata alfine l'anima? o, percossodi nera angoscia, era il bel volto comenel rude soffio Aquilonar corollatenue d'acanto...?

Ia ANCELLA

In suonotetro di pianti gli gemeano intornogli afflitti amici... e immotopari ad arbore surtanella spiaggia infeconda, egli guardavail violaceo mar che, dal gran rogoocciduo il sol di rapidi baglioriscreziava, chiome di ninfe strisciantibionde sui flutti... A nomeun lo chiamò... si volse... e in vetta al collesotto veli di porpora, corruscad'oro e di gloria Atenegli apparve, ed era come fiamma assurtaagli Dei, sull'altare... alto le bracciatese allora a la patria ed un singhiozzolungo, fremente, gli sfuggì dal petto!

2a ANCELLA

O cuore umano con tenaci avvintoinvisibili fila ai luoghi, ai volti,e, che se infrante, sanguini!

93

Fedra Umberto Bozzini

Ia ANCELLA

Sul cocchiobalzò poscia, e impugnatele adorne briglie, a ruinoso corsoincitò le cavalle e l'inseguianosulle bighe i compagni...

LA CRETESE

E l'incalzantetorvo Destino, qual Nibbio rapaceche fra gli artigli e con l'adunco rostrosquarcia la preda!...

Ia ANCELLA

Avversaai suoi teneri natiio crederò la madre, incestuosoil roseo infante alla nutrice in grembos'egli è reo!

LA CRETESE

La vendetta,la vendetta è su entrambi!essa, con l'empie voci, esca allo sdegnodi Ciprigna crescea, contro le figlieauricrinite d'Elio... e quel garzoneschivo ognora dei riti

94

Fedra Umberto Bozzini

visse, sboccianti cespiti di rosesotto il pie' de la Dea!

2a ANCELLA

Struggeansi moltedei baci suoi, cupide invan, fanciulledi bianche braccia...

Ia ANCELLA

E ad ambo in cor la Deadestò, irata, l'orrendopalpito?

LA CRETESE

È fama che in più ciechi erroriessa i superbi induce!Chiusa nel mare, come d'aureo anellonel castone una gemma, e di forestelieta e di fresche in limpido ruscelloacque fluenti un'isola si vestetutta di fiori nel tempo novello,come una sposa, che di ben contesteghirlande adorna il crine ambrosio e il seno,e ride a l'alba del suo dì sereno.Bianco e di croco tra quei fiori un fiorel'aure profuma e su l'erbose spondesboccia di rivi o di sorgenti: e muorese, intorbidato, le sue pure fronde

95

Fedra Umberto Bozzini

più non rispecchia il cristallino umore;ma se tu chiami il nome suo, risponde,ne l'ombre ascose del vicino speco,in suon di pianto armoniosa l'Eco,Narciso è il nome, e fu vago mortalefiglio a Liriope cerula, d'ignudeNinfe desio: pur l'amoroso stralepiù che niuna sentì colei che schiuse,s'altri favella, il roseo labbro, e ugualea l'udito sermone il suo conclude.Ma la spregiò il crudele, e quella mestasi sciolse in pianto; e sol la voce resta.D'ira corrusca lampeggiâr le cigliade l'Idalia, stellanti: E poiché sdegni,disse, la rosa del piacer vermiglia,senti la spina, e come invitta io regni:Là dove sgorga in candida conchigliadi marmi un fonte, e ai fulgidi convegnile Naiadi aduna, in sul meriggio, stanco,giunge il garzone, e quivi posa il fianco.Curvo, la sete nella gelid'ondaspegneva, e sale dall'argenteo lettouna vezzosa imago, nella biondachioma, e negli occhi, e nel leggiadro aspettosimile a lui: ma più che sitibondadi linfe sembra aver di baci affetto!

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Fedra Umberto Bozzini

Stupì l'incauto, e come in pietra sculto,immoto pende sul portento occulto.S'innamora d'un'ombra! ahi quante voltele braccia immerse nel fallace rio,né strinse il sogno, e turbò l'acque, e toltefur le amate sembianze al suo disio!Di che lamenti risonar le folteselve, e gli antri muscosi! e sola udìo,a sue folli querele impietosita,gemere ancor la fida Eco svanita!Come la molle cera, o ne l'ardentebacio del sol rugiada matutina,par che si stempri il misero, e il languentecapo sul margo virido reclina:fugge lo spirto sospirando, e intentepur ne lo Stige le pupille inchina!Ma dalle membra che consunse Amore,germoglia, onusto di fragranze, un fiore.(dalle stanze segrete giunge, pietoso, un lamento)

2a ANCELLA

Ahimé! cangiarla un Numevolesse in marmo, in fiore! come pioggialieve dei cieli estivi, anch'essa in lacrimesi sciogliesse...

(il lamento reitera)

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Fedra Umberto Bozzini

Ia ANCELLA

M'agghiaccia!spasima ancora!!... un filtroordito forse da tessala magale serpeggia le vene? e non d'amicavoce conforto...

LA CRETESE

La tremula facesol l'angoscia ravviva... ahi! ben di ferroo di ruvida selce ha cor chi a tantostrazio non duolsi! Alla morta sorellaparla, alla madre, anelai figli, a sé li avvinghia, e inorriditale teste bionde poi dal sen respinge!Truci spettri l'incalzano... dilatale pupille il terror, stridono i denti...e, convulsa le membra, vuol fuggire, né può...

Scena seconda

(Irrompono sulla scena compagni d'Ippolito, efebi at­territi e piangenti).

UN GIOVANE

Su... su... correte, oziose schiave! fiaccole,soccorso, olà!... chiamate,

98

Fedra Umberto Bozzini

chiamate il Re... Atene tutta... ogni uomoch'abbia viscere ed anima, che fremaad un misfatto...

UN'ANCELLA

Ahimé! ahimé! che avvenne?GIOVANE

Giorno di lutti!ANCELLA

Oh! queste grida lugubri!triste presagio, o Numi!sventure ancor, sventure a questa casaieri felice, prospera!

GIOVANE

Le vampedesta, voraci... ardi le mura, i tetti!Brace immensa sfavilli,crolli la reggia che le porte ha schiusoal delitto, alla morte!

ANCELLA

Crudeli e di quest'ansianiuno ha pietà? parlate!

GIOVANE

Al miserando

99

Fedra Umberto Bozzini

spettacolo, qual fonteviva dagli occhi il piantovi sgorgherà! il morto corpo recano!

ANCELLA

Morto? come? di chi?GIOVANE

L'astro nascente fulgido, l'orgogliodei ludi, il nostro amore!è spento è spento Ippolito, travoltodal Nume ingiusto sotto il ferreo calciodelle cavalle... ed eracasto, innocente...

ANCELLA

O cuor presago! Tuonifino all'Olimpo il grido!

GIOVANE

Ha la nefanda preceudita il Chiomazzurro!

UN ALTRO

Cieco gli sguardi e l'animasolo Teseo non vide...

ANCELLA

Ancor stamane

100

Fedra Umberto Bozzini

nel gagliardo la vitacon il ritmo fervevad'esultante peana, da canoripetti intonato...

UN'ALTRA

Cometerrestro umore su per le radicid'una giovane quercia...

UN'ALTRA

Come spumante e redolente mostonel tino ben cerchiato!

GIOVANE

Sul timonecurvo, col grido e l'incessante sferzairritava le storne, e gli anelavaa le spalle il Destino, e gli sbalzavail cor ne la folliadella corsa, e la mèta ultima, biancaera la Morte!

ANCELLA

Piangi,piangi il suo stame virido troncato!

GIOVANE

Lungo l'Egeo, fra turbini di rena,101

Fedra Umberto Bozzini

la quadriga, vertiginepaurosa, volava, e là dond'erascomparso il fiammeo sole,s'invermigliava, come una feritail cielo, a larghi sprazzidi sangue per l'azzurro... e non vedevaegli l'augurio, e non le spume, candidifiori del mar sboccianti fra gli scogli...e non vedea che il suo martirio...

UN ALTRO

Invanoatterriti, gridammo!

GIOVANE

Quando levò l'Enosigeo sublimeun'onda, e col fragoredi mille tuoni, contra un nero scogliopoi l'avventò, rimbalzandola infrantasulla spiaggia...

ANCELLA

O spavento!GIOVANE

Le puledres'impennarono orribili spezzandol'asse a un macigno, ed ei dalla quadriga

102

Fedra Umberto Bozzini

si rovesciò, al pugno e al corpo avvoltole redini...

ANCELLA

Infelice!GIOVANE

E contro i sassi, e fra le ruote, e sottole zampe, fur le giovanili membrasquarciate, il lido di cruenta strisciasolcando...

ANCELLA

Taci! il cor m'impetri!GIOVANE

Alfineraggiunto, sciolto... respirava ancora..."Al padre – disse, e lo strozzava il rantolode l'agonia – narratecome il non mio delittoespio!"

ANCELLA

Orrore, orrore!ahi! se tutte le vocidei viventi ululassero...

103

Fedra Umberto Bozzini

Scena terza

(Fedra con la nutrice).FEDRA

Gemiti... strida... di percosse manilugubre suon... chi piange?Non son tutte le lacrimeinaridite? nel mio cor racchiusanon è tutta l'angoscia, come acutalama nella vagina?Altre creature soffrono? chi piangequi... dov'è Fedra?

UN GIOVANE

Corri!corri! fiutasti il sangue?ancor calda è la vittima! di stragepasciti, inebria le pupille ingorde!

FEDRA

Chi siete? Enone... Enone... altri fantasmi!sorgono innumerevoli!m'accerchiano… minacciano... e la colpadagli abissi li evoca!

NUTRICE

No... no... torna il delirio! e voi, crudeli...

104

Fedra Umberto Bozzini

FEDRA

Contro la rea, contro la rea furenti!E terra e cielo offesi! Impallidirevidi la sacra lucedel sole, e i vostri volti!e il Tartaro digrigna!ma vi dirò lo spasimo, tenagliarovente che mi attorcel'anima, vi dirò... ahi! la memoriaperdei della trascorsaetà del duolo... ma vo' ridestarla,e vi farò pietosia me, voi tutti, uomini e larve, un solotranne...

GIOVANE

Quel ch'ài ucciso? Ippolito?ANCELLA

Lontanadi qui traggila, Enone...

FEDRA

Non mai seno di donnate generò, ma un'ispida leenabramosa... tratto da una scabra rocciafosti col ferro...

105

Fedra Umberto Bozzini

NUTRICE

Ignotaè la pietà fra gli uomini?

GIOVANE

(alla Nutrice)E tu falsa.ANCELLA

Non sai... non sai, Enone... è spento Ippolito!odi il canto ferale...Portano il corpo...

NUTRICE

Oh! fuggiamo, fuggiamo!FEDRA

Perché tremi? perché?m'irridono... non vedilimpide liete scintillar le stellenella quiete azzurra?fresca è la notte, aulente come un sognod'amore... morto Ippolito? e serenoplacido è l'orbe, e nel mio petto vive,palpita il cor...?

106

Fedra Umberto Bozzini

Scena quarta

(Coro d'efebi recanti il cadavere d'Ippolito).CORO DI GIOVANI

O casa di Teseo!mura d'Atene, eccelsaopra dei Numi! e questa macchia i limpidilavacri de l'Ilissonon tergeranno, e non i vasti fluttidel pelago sonanti...

NUTRICE

(trattenendo Fedra)No... tu non puoi... non puoi... fermati misera!

FEDRA

Rupi al cielo scoscese, aperti baratrisui miei passi... fermarmichi vuole? Ah! voi piangete?ditemi i vostri affanni, gl'infinitimali, retaggio della terra: i padriestinti, le sfioritevergini… i figli teneri perduti!io sola, io sola il lacrimabil corosoverchierò col grido...!

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Fedra Umberto Bozzini

CORO

I crini floridirecidiamo, compagni, al morto eroetributo...

FEDRA

Ed io? qual troverò supremodono? non ho più nulla!sorrisi e forze della vita, palpiti

CORO

della carne e dell'animaio t'immolai... me stessa! e l'alta offertagià consunse la fiamma!...E qui il deposto funebrepeso, il bel volto nella morte pallidoscoprite...

FEDRA

O vista che dal corso gli astridevii, percoti le marmoree fibredella propria terra!

(presso il cadavere)Gelido... muto... mi respingi ancora?No... no... nol puoi... catena ribaditason le mie braccia, e da la Morte scudo,gelosa Dea, che t'ama anch'essa, anch'essae lasciva, il tuo fiore

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Fedra Umberto Bozzini

desia! Svegliati, svegliati,guardami ancora, Ippolito! crescevalume a i cieli, fragranzedi voluttà alla terrail tuo sguardo... non m'odi?ahimé! rigido è il petto, e sulla miala sua bocca non arde!

CORO

O sacrilegio!scostati, impura, o di ribrezze quellamorta spoglia rivive!

FEDRA

No... no... il furor v'acceca...voi non sapete... niuno...non seppe egli se stesso!...ma sul suo labbro inconscio, io la parolabevvi, che mai più dettasarà! mi amava! come, indocil Zefiroama le frondi susurranti, comela pura stella ama l'umil correnteche il suo raggio ha nel seno...e quando la carezzafolle, tremenda, l'avvampò, vibrare,come cetra percossa,io l'ho sentito, fremere perdutonel mio bacio!

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Fedra Umberto Bozzini

NUTRICE

Precipita,volta inerte del cielo!

CORO

Torbido enigma! l'accusò... l'ucciseFEDRA

Dammi, nutrice, di lucente bronzodammi uno specchio... se il metallo nitidoal respiro s'appanna,ei vive, ei vive! e la sofferta angosciae le future, ed il misfatto, e l'onta,questo gaudio redime!

Scena quinta

(Teseo).TESEO

Voglio vederlo... o fosco Enosigeocome t'ergi sollecitoalla vendetta! no... non piangerò!m'ha calpestato... ne la carne vivaaffondato gli artigli...l'ho maledetto... alle Vergini ultriciconsacrato il reo capo!

110

Fedra Umberto Bozzini

Ed ora è morto... era un fanciullo biondobellissimo... nel lampoglauco degli occhi, nella fiera graziariviveva l'Amazone guerrieramolto amata! perché io l'ho cresciutosenza la madre, e queste mani durea lottar coi leoni,trovavano carezzedolci per lui, e si quetava il turbinedella mia vita nel suo fresco riso!

CORO

Cuore del cuore i figli! e se li svelli,membra recise, anche recise dolgono!

TESEO

È morto! a lungo il rigoglioso corpostraziato! no... non piangerò...

FEDRA

Destarlovolete? dorme e sorride l'esanguevolto, che sogni? i prati della Mortescreziati d'asfodelibianchi ed azzurri, e di pallide rose...e sotto l'elce d'oro,la mesta amante che sospira i baci

111

Fedra Umberto Bozzini

ancora! e narra al fiume dell'obliola sua pena immortale!

TESEO

Che? la vampira? insaziata ancora?perché venisti, e questa fredda spogliaoltraggi?

FEDRA

(amorosa, al cadavere)Irrora della chioma sparsa

il mio seno, reclinaqui su l'omero il capo...

TESEO

Mai varcataavessi questa sogliao portatrice di sventura! fossene gl'imi gorghi dell'Egeo sepoltala nave che salisti!

FEDRA

Sei tu? sei tu? l'Eroe sterminatore!i tappeti di porpora... le cetre...cinto di lauri, ecco la tua vittoriapiù insigne! esulta...

TESEO

(scagliandosi)112

Fedra Umberto Bozzini

Se tu vuoi ch'io schiantidalle tue fibre l'anima!

NUTRICE

Pietà!essa è folle!

TESEO

O ti strangolimentre mordi...

NUTRICE

Teseo!se mai qualche dolcezzaella ti die'...

FEDRA

Né sai,né sai altro che uccidere? le belve...tuo padre...! le infeliciche t'amarono... il figlio,invidia degli Dei...

TESEO

Te sola uccidereforse dovea! te sola,nata de l'empia che cercò l'amplessodel toro orrendo!

113

Fedra Umberto Bozzini

FEDRA

Il figliocome il metallo che sentì la fiammapuro... come un'onda che d'alpestre venazampilla...

TESEO

O voce che nel cor profondoparlavi! no... tu mentiora, sempre! assetatadi sterminio e m'aizziqual mastino al guinzaglio! no! tuo complicefu... gl'Immortali attesto,e gli uomini che udironol'accusa infame... L'Erebo m'ottenga,si sperda il nome, e l'alta stirpe, e il mondo,se innocente l'uccisi!

FEDRA

E non udisti e non udisti urlarene le negre paroleil martirio d'amoreaspro, infinito, senza scampo... o cieconon mi vedesti inchiodata alla rupecon bronzei ceppi, e l'aquilapascersi del mio core? sconosciutat'era dunque Afrodite?

114

Fedra Umberto Bozzini

TESEO

O Numi, sempre ebbi mia guida al corsola Legge...

FEDRA

Alla sua vitache sentiva fragranzedi giardini, d'aurore,e di venti sul mar, m'avviticchiaicome al falcon, che l'ha ghermito, un serpe:e poi che i nodi a frangere pugnavaei, riluttante, io l'ho soffocato!

TESEO

Squallida Notte, le tenebre addensa!forze divine, unitevi, scagliatevalanghe, oceani su quest'empia terrache ci sopporta ancora!O tu, perché sì pallidogiaci, cipresso sotto la bipenne?Ahimé! scuotiti, scuotiti... potessicol mio sangue un sol battitoravvivarti nei polsi! e voi, pupilledel ciel, negate gli atterriti raggial parricida!

CORO

Culmine

115

Fedra Umberto Bozzini

di forza e gloria che prostrò la folgore!TESEO

Vo' che sublime il rogos'alzi a l'Imetto, a l'Ossa...e la reggia, i tesori,la gloria di Teseo,in alimento al fuoco!E per le chiome trascinar costei,costei che non ha nome,presso la vampa, e di mia man trafiggerlasul tuo ferètro...

NUTRICE

Per i tuoi ginocchi,per la destra ch'io tocco...

FEDRA

È tardi, è tardi!vita a le ardenti Eliadiè il sogno non raggiunto... e ridestatemuoiono!

un tuo nuzialedono serbai...(rapidissima trae dai capelli un lungo ago crinale)

ve' come splende, infitto...in mezzo al core!

116

Fedra Umberto Bozzini

CORO

O sciagurata!NUTRICE

Uccidime pure... me... soccorso!

FEDRA

(in agonia)Lunge alla terra faticosa... dovecolpa è l'Amore... e pianto...

TESEO

O Saturnia, colpisciora il mio capo!

CORO

Agli uominiDiva maligna!

NUTRICE

Ella muore! Ella muore!la mia creatura! o vecchio cuore, spezzati!

FEDRA

Non piangere... non piangere... soffrivotanto! berrò l'obliodella funesta età... d'ogni memoria...tranne una...

117

Fedra Umberto Bozzini

NUTRICE

Le manigelide... il sangue... ed ora più soccorrertinon posso!

CORO

O Re, la miseranda vistafuggi!

TESEO

(condotto via)Se cento bocche

voce di bronzo avessi ad imprecarti!FEDRA

Miste... alle... sue... le ceneri...sieno...

NUTRICE

Figlia, ti seguo...teco a Dite verrò.

FEDRA

Dolce è la Morte!vedi... sull'altra sponda...mesto sorride... chiama...sei tu... ? sei tu...? fanciullo... ora conoscil'Amore?

(è spirata)118

Fedra Umberto Bozzini

CORO

Sospirandoscese all'Ade lo stancospirito e si compie il Fato! Ambo le vittimedonne, compagni, alzate!

(il ritmo funebre ricomincia)

SIPARIOFINE DELLA TRAGEDIA

119

Fedra Umberto Bozzini

INDICE

Atto primoAtto secondoAtto terzoAtto quarto

120