Tirocinio a bordo del Bettica - Marina Militare · rappresentano il “pane quotidiano” del team...

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zionale ed interagenzia di soccorso in cui la nave, ha svolto il ruolo di unità coordinatrice delle operazioni in mare. Considerata la mia specializzazione, i compiti a me as- segnati, sono stati vari e differenziati, difatti la categoria di specialista in telecomunicazioni rende possibile l’im- piego sia in plancia comando che in sala radio. La plan- cia, centro nevralgico della nave, permette di confrontarsi con le mansioni relative alla condotta nave e meteo: la pianificazione ed il controllo della navigazione, la me- teorologia e le comunicazioni ottiche, rappresentano il “pane quotidiano” del team plancia, che deve fornire con effica- cia e continuità supporto al comando di bordo; a questo concorre uno scrupoloso aggiornamento della documentazione, come carte e pubblicazioni nautiche, at- tività imprescindibile dal fondamentale concetto di sicurezza della navigazione. Moderni sistemi informatizzati e vettori radio, rappresentano il collegamento con il resto del mondo, civile e militare, una risorsa vitale per il compimento della missione. Allo stesso modo ci si occupa delle comu- nicazioni interne al fine di assicurare il giusto coordinamento tra i reparti e le diverse aree di la- voro. Non meno importanti, per l’addestramento dei giovani marescialli neoimbarcati, sono sicuramente la co- noscenza e la consapevolezza di ciò che avviene al di fuori delle proprie competenze specifiche. Infatti, in virtù della missione assegnata, il personale più esperto tiene delle conferenze a carattere tecnico-opera- tivo per aggiornare e mantenere ai massimi livelli l’at- tenzione del personale per applicare le giuste procedure e per sensibilizzare il personale sull’importanza della pre- parazione e la coesione inter-funzionale, con particolare riguardo alle procedure della difesa passiva e controllo del danno. Lavorare in mare, fianco a fianco con il per- sonale di categoria, per ciò che riguarda la parte specia- listica e con l’intero equipaggio, nelle attività comuni di bordo, costituisce il vero “on the job training”, un mo- mento in cui lo scambio di esperienze e conoscenze professionali danno al gio- vane “marinaio” la certezza di crescere sia umanamente che professionalmente, co- stituendo quindi una parte necessaria ed indispensabile della vita e della carriera di ognuno di noi. A bordo di nave Comandante Bettica, come sulle altre navi della Marina Mili- tare, non si percepisce la lontananza da casa; l’atmosfera e la coesione sviluppata conferisce all’equipaggio il connotato di “famiglia allargata”. Il passo dalle aule di studio al mare aperto è stato rapido, ma così come recita il motto dell’unità “con ardire e con tenacia”, attraverso il corag- gio e la determinazione si può affrontare al meglio qual- siasi situazione, decisi a perseguire gli obiettivi e portare a termine la propria missione, lungo l’entusiasmante ed affascinante percorso di vita del marinaio. n 21 gennaio-febbraio 2013 T erminato il corso presso la Scuola Sottufficiali di Taranto e conseguita la laurea in “scienze gestio- nali delle attività marittime”, è iniziata la mia esperienza a bordo di nave Comandante Bettica. Il giorno del mio imbarco, in qualità di addetto alle te- lecomunicazioni e condotta nave in tirocinio, la nave era impegnata in un’uscita di reparto e attività di tiroci- nio aeromobili con velivoli di pattugliamento marit- timo, elicotteri ed altre unità della base di Augusta. Questa particolare circo- stanza, mi ha garantito la possibilità di mettere in pratica, fin da subito, proce- dure e dinamiche che du- rante la mia formazione e fino a pochi giorni prima, avevo solo studiato: comu- nicazioni in fonia e a ban- diere, manovre cinematiche in formazione navale e im- piego della “rete tattica”. Tutte attività che vedono il per- sonale della mia categoria “in prima linea”. Per due settimane ho vissuto il mio primo impegno prolungato in mare, in occasione della Vigilanza Pesca, attività di pattugliamento nella cosiddetta area del “Mammellone”, una zona posta nel Canale di Sicilia tra la Tunisia e le Isole Pelagie, in cui la pesca nazionale è regola- mentata da leggi specifi- che (D.M. 25 settembre 1979). Zona in cui si concentra da oltre un de- cennio il flusso migrato- rio dal Nord Africa verso l’Italia e Malta: una delle più calde frontiere marit- time dell’Unione Euro- pea. L’equipaggio, infatti, è stato chiamato ad ope- rare in diverse occasioni, in attività di monitorag- gio dei flussi migratori e di salvaguardia della vita umana in mare. In parti- colare, sono occorsi di- versi eventi in cui, a seguito della scoperta di piccoli natanti in alto mare, con centinaia di migranti a bordo in difficoltà, è stata attivata la “macchina” interna- attività operativa 20 gennaio-febbraio 2013 Tirocinio a bordo del Bettica L’esperienza del primo imbarco da sottufficiale, compiti e responsabilità se la plancia è la vista, la sala radio ascolta e comunica di Anna Caiazzo* Capo Caiazzo mentre alza a riva un segnale a bandiere. Personale impegnato in un’esercitazione antincendio a bordo. * capo di 3ª classe in tirocinio su nave Comandante Bettica Capo Franco durante le operazioni di salvaguardia della vita umana in mare.

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zionale ed interagenzia di soccorso in cui la nave, hasvolto il ruolo di unità coordinatrice delle operazioni inmare. Considerata la mia specializzazione, i compiti a me as-segnati, sono stati vari e differenziati, difatti la categoriadi specialista in telecomunicazioni rende possibile l’im-piego sia in plancia comando che in sala radio. La plan-cia, centro nevralgico della nave, permette di confrontarsicon le mansioni relative alla condotta nave e meteo: lapianificazione ed il controllo della navigazione, la me-teorologia e le comunicazioni ottiche,rappresentano il “pane quotidiano” delteam plancia, che deve fornire con effica-cia e continuità supporto al comando dibordo; a questo concorre uno scrupolosoaggiornamento della documentazione,come carte e pubblicazioni nautiche, at-tività imprescindibile dal fondamentaleconcetto di sicurezza della navigazione. Moderni sistemi informatizzati e vettoriradio, rappresentano il collegamento conil resto del mondo, civile e militare, unarisorsa vitale per il compimento dellamissione. Allo stesso modo ci si occupa delle comu-nicazioni interne al fine di assicurare ilgiusto coordinamento tra i reparti e le diverse aree di la-voro. Non meno importanti, per l’addestramento deigiovani marescialli neoimbarcati, sono sicuramente la co-noscenza e la consapevolezza di ciò che avviene al difuori delle proprie competenze specifiche. Infatti, in virtù della missione assegnata, il personale più

esperto tiene delle conferenze a carattere tecnico-opera-tivo per aggiornare e mantenere ai massimi livelli l’at-tenzione del personale per applicare le giuste proceduree per sensibilizzare il personale sull’importanza della pre-parazione e la coesione inter-funzionale, con particolareriguardo alle procedure della difesa passiva e controllodel danno. Lavorare in mare, fianco a fianco con il per-sonale di categoria, per ciò che riguarda la parte specia-listica e con l’intero equipaggio, nelle attività comuni dibordo, costituisce il vero “on the job training”, un mo-

mento in cui lo scambio di esperienze econoscenze professionali danno al gio-vane “marinaio” la certezza di crescere siaumanamente che professionalmente, co-stituendo quindi una parte necessaria edindispensabile della vita e della carrieradi ognuno di noi. A bordo di nave Comandante Bettica,come sulle altre navi della Marina Mili-tare, non si percepisce la lontananza dacasa; l’atmosfera e la coesione sviluppataconferisce all’equipaggio il connotato di“famiglia allargata”. Il passo dalle aule distudio al mare aperto è stato rapido, macosì come recita il motto dell’unità “conardire e con tenacia”, attraverso il corag-

gio e la determinazione si può affrontare al meglio qual-siasi situazione, decisi a perseguire gli obiettivi e portarea termine la propria missione, lungo l’entusiasmante edaffascinante percorso di vita del marinaio. n

21gennaio-febbraio 2013

Terminato il corso presso la Scuola Sottufficiali diTaranto e conseguita la laurea in “scienze gestio-nali delle attività marittime”, è iniziata la mia

esperienza a bordo di nave Comandante Bettica. Il giorno del mio imbarco,in qualità di addetto alle te-lecomunicazioni e condottanave in tirocinio, la nave eraimpegnata in un’uscita direparto e attività di tiroci-nio aeromobili con velivolidi pattugliamento marit-timo, elicotteri ed altreunità della base di Augusta.Questa particolare circo-stanza, mi ha garantito lapossibilità di mettere inpratica, fin da subito, proce-dure e dinamiche che du-rante la mia formazione efino a pochi giorni prima,avevo solo studiato: comu-nicazioni in fonia e a ban-diere, manovre cinematichein formazione navale e im-piego della “rete tattica”. Tutte attività che vedono il per-sonale della mia categoria “in prima linea”. Per due

settimane ho vissuto il mio primo impegno prolungatoin mare, in occasione della Vigilanza Pesca, attività dipattugliamento nella cosiddetta area del “Mammellone”,una zona posta nel Canale di Sicilia tra la Tunisia e le

Isole Pelagie, in cui lapesca nazionale è regola-mentata da leggi specifi-che (D.M. 25 settembre1979). Zona in cui siconcentra da oltre un de-cennio il flusso migrato-rio dal Nord Africa versol’Italia e Malta: una dellepiù calde frontiere marit-time dell’Unione Euro-pea. L’equipaggio, infatti,è stato chiamato ad ope-rare in diverse occasioni,in attività di monitorag-gio dei flussi migratori edi salvaguardia della vitaumana in mare. In parti-colare, sono occorsi di-versi eventi in cui, aseguito della scoperta di

piccoli natanti in alto mare, con centinaia di migranti abordo in difficoltà, è stata attivata la “macchina” interna-

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20gennaio-febbraio 2013

Tirocinio a bordo

del Bettica

L’esperienza del primo imbarco da sottufficiale, compiti e responsabilità

se la plancia è la vista,

la sala radio ascolta e comunica

“di Anna Caiazzo*

Capo Caiazzo mentre alza a riva un segnale a bandiere. Personale impegnato in un’esercitazione antincendio a bordo.

* capo di 3ª classe in tirocinio su nave Comandante Bettica

Capo Franco durante le operazioni di salvaguardia della vita umana in mare.