Tinture Naturali

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Come estrarre l'alizarina dalla radice di robbia e fissarla.

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    ESTRAZIONE E FISSAGGIO DELLALIZARINA DALLA RADICE DI ROBBIA. Premessa. Indicher qui di seguito alcuni dei processi di estrazione pi conosciuti ed usati in campo liutario, partendo dal sistema riportato da S. F. Sacconi sul suo libro I segreti di Stradivari, includendo poi i processi estrattivi e di fissaggio indicati da G. Carletti nel suo libro Le vernici in liuteria Alizarina nella storia. (Fonte: G. Carletti)

    Sin dai tempi del Medio Evo, il colorante pi impiegato nellEuropa centrale viene ricavato dalla robbia (Rubia tinctorum, nellimmagine qui sopra), una pianta della famiglia delle Rubiacee che gi era conosciuta ed utilizzata a fini tintori in epoche ancora pi remote. Plinio il Vecchio (I.o secolo d.C.) racconta di piantagioni di robbia tintoria; il papiro di Holen consiglia di tingere con la robbia la lana, colorata in precedenza di blu, per ottenere una colorazione simile a quella della porpora. Anche Carlo Magno volle favorire la coltivazione della robbia tintoria. Nel XV.o secolo lOlanda ne divenne la maggior produttrice ma, nei secoli successivi, la Francia e lAlsazia superarono la produzione olandese. Lalizarina. La sostanza colorante rossa che la robbia contiene si chiama alizarina dal nome orientale (arabo) lizari o alizari della robbia. Lalizarina contenuta nella radice della pianta, la quale deve essere tagliata nel terzo anno di crescita e successivamente essiccata e macinata. In commercio possibile trovare la radice essiccata ed essiccata e macinata. Variando opportunamente durante la preparazione delle soluzioni tintorie la quantit di sostanza colorante e il tipo di mordente (sali di fissaggio o sali alcalinizzanti), si possono ottenere tutte le sfumature di un ventaglio di tinte comprese tra larancione ed il marrone rossiccio. Mordenzatura e colorazione del legno. Prima di procedere oltre con le spiegazioni dellestrazione e del fissaggio dellalizarina, bene chiarire un poco questo concetto, riportando quanto scrive G. Carletti nel suo testo. Le due cose sono diverse anche se complementari e si rendono necessarie per esaltare le caratteristiche del legno, venatura, marezzatura, ecc., ogni qualvolta lo si ritenga necessario ma anche per dare una tonalit di fondo che sia permanente nel tempo e che renda pi completo ed omogeneo il risultato cromatico finale. Tali operazioni avvengono comunque sempre e solo dopo aver isolato il legno sottostante con lausilio di turapori, vernice bianca o altri sistemi isolanti naturali. Mordenzatura e colorazione possono essere realizzate sia in un unico processo, sia ricorrendo a due procedimenti distinti. In ogni caso si usano sempre dei solventi abbastanza volatili (acqua, alcool, ecc.) in grado di depositare in profondit nelle fibre del legno, sostanze capaci di attivare attraverso reazioni non ancora del tutto note, determinati processi fisico-chimici (mordenzatura), oppure di deporre in superficie particolari pigmenti e/o composto coloranti (colorazione), che, senza la presenza delle sostanze mordenti, non risulterebbero n stabili n resistenti.

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    Mordenzatura. Loperazione di mordenzatura si compie sciogliendo in opportuno solvente delle speciali sostanze attive che vengono chiamate mordenti e applicando con molta cautela, la soluzione sulla superficie legnosa, Questa operazione deve ottenere una penetrazione della soluzione molto spinta ed omogenea e, affinch ci risulti possibile, occorre operare alla giusta concentrazione e temperatura. Se si dovesse operare a bassa temperatura si otterrebbe una maggiore densit della soluzione con conseguente irregolarit di assorbimento da parte del legno, mentre una temperatura desercizio troppo elevata, creerebbe unevaporazione troppo veloce non permettendo alle sostanze coloranti in esso disciolte di depositarsi in maniera uniforme. Analogamente, con una sostanza troppo diluita si avrebbe un deposito di sostanza mordente insufficiente mentre una sostanza troppo concentrata non permetterebbe un assorbimento ottimale creando chiazze e macchie. Conviene comunque ripetere loperazione di mordenzatura pi volte, impiegando le sostanze a caldo (40 50) per ottenere una maggiore efficacia. Una volta terminata la mordenzatura si proceder alleliminazione delle eventuali quantit di mordente che non si saranno depositate stabilmente e quindi fissate sulla superficie legnosa. Mordenti. Qui di seguito un breve elenco delle sostanze mordenti usate pi frequentemente. - ALLUME DI ROCCA: Si tratta di un solfato doppio che pu essere combinato con potassio (allume di potassio, simbolo chimico: KAl(SO4)2 12H2O) o con cromo (allume di cromo, simbolo chimico: KCr(SO4)2 12H2O) e viene utilizzato in entrambe queste forme. La prima si presenta in cristalli incolore o trasparenti oppure in polvere ed solubile sia in acqua fredda che calda, la seconda invece si presenta sottoforma di cristalli bruno-violacei. Entrambi gli allumi formano soluzioni color rosso-violaceo. - BICROMATO DI POTASSIO: In commercio si trova sotto forma di cristalli di colore rosso aranciato, inodori, solubili in acqua (molto poco in alcool). Si tratta di un potente ossidante e, combinandosi con il tannino presente in molti legni, fornisce delle colorazioni scure pi o meno intense (marroni), Trova maggiore impiego come mordente che non come colorante. Simbolo chimico : K2Cr2O7 . - BICROMATO DI SODIO: Si presenta in cristalli arancio rossastro e si comporta, anche se in maniera pi blanda, come quello di potassio. Simbolo chimico: Na2Cr2O7 . - PIROLIGNITE DI FERRO: E un acetato di ferro ed conosciuto anche col nome di mordente di ferro o nero da tintori. - SOLFATO FERROSO: Si presenta in piccoli cristalli di color verde smeraldo ed alterabile allaria ingiallendo facilmente. Viene usato prevalentemente per produrre colorazioni nere. Simbolo chimico: FeSO4 . - SOLFATO DI RAME: Si presenta in cristalli di colore azzurro e pu formare sia colorazioni gialle che nere a seconda delle sostanze con cui si combina. Simbolo chimico: CuSO45H2O .

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    Estrazione dellalizarina secondo la ricetta di Sacconi.

    Nella figura, come si presenta la radice di robbia essiccata e macinata.

    Innanzi tutto dovremo triturare le radici sino ad ottenerne una polvere non troppo fine SENZA usare accessori metallici. Un mortaio di legno, marmo o vetro andranno benone. Ottenuta la polvere la si mette a bagno a freddo nellaceto per 24 ore. Questa operazione ha due scopi ben precisi: il primo quello di eliminare gli zuccheri presenti e il secondo quello di rendere alcalina la massa. Si passer quindi alla sua lavatura in acqua fredda corrente finch saranno eliminate tutte le tracce daceto possibili. La parte colorata che se ne andr con lacqua sar la parte zuccherina della pianta, lasciando laltra parte colorante intatta e che necessiter di alcool a 90 per la sua estrazione. Si scola lacqua in eccesso e si lascia seccare al secco e allombra la polvere e si passa quindi allestrazione vera e propria in alcool a 90. Per estrarre lalizarina vi sono due sistemi. Il primo anche il pi semplice ma che impiega diverso tempo consiste nel mettere in un vaso di vetro a chiusura ermetica la polvere trattata allaceto e ricoprirla di alcool a 90 in modo che lalcool superi di almeno 3 o 4 dita il livello della polvere e lasciare il tutto in infusione per almeno una settimana 10 giorni. Passato questo termine, si travasa filtrandolo lalcool colorato in un altro vaso identico, dove avremo collocato un altro quantitativo, identico al precedente, di polvere di radice di robbia trattata allaceto e continueremo lestrazione per unaltra settimana e cos via per almeno 4 6 settimane, sempre aggiungendo nuova polvere allo stesso alcool colorato. Si dovr ora ridurre la soluzione concentrandola per evaporazione del solvente sino alla met della sua quantit e si passer poi al fissaggio con i rispettivi sali a dipendenza del colore che si vorr ottenere. Dovremo perci considerare che alla fine il pigmento estratto sar pari a circa il 5 8% del volume totale di alcool colorato che avremo estratto, quindi si vorranno ottenere diverse tonalit, dovremo partire con delle grosse quantit, visti i tempi richiesti per la preparazione.

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    Per il secondo sistema di estrazione occorrono invece delle apparecchiature chimiche, e pi precisamente un pallone di vetro da almeno 1,5 l, un estrattore di colore Soxhlet (in immagine qui a lato nella parte centrale dellimmagine) ed un refrigeratore e ricadere. Allinterno dellestrattore Soxhlet si trova una capsula di cellulosa molto porosa che contiene la polvere di radice da cui si deve estrarre lalizarina, mentre nel pallone sottostante si trova lalcool a 90 che ci occorrer per estrarre il pigmento. SOPRA lestrattore si trova il refrigerante a ricadere che completer il ciclo meccanico estrattivo che funziona cos. Il fornello sotto il pallone riscalda lalcool mandandolo in ebollizione e quindi evaporer salendo dal tubo grosso dellestrattore. Il vapore salir sino alle serpentine del refrigeratore nella quali passa dellacqua corrente e li si condenser di nuovo ricadendo nel serbatoio dellestrattore dove si trova la capsula con la sostanza da estrarre. Al lato della canna a vapore dellestrattore si trova un tubicino che forma un sifone che servir a lasciare riempire il serbatoio dellestrattore di alcool fino che raggiunger il suo culmine e quindi si riverser per ricaduta nel pallone sottostante trascinandovi il colore estratto e gi filtrato. Tutto ci former un ciclo continua a caldo che permetter da un lato una migliore estrazione e dallaltro di mantenere la quantit di alcool intatta visto che non si avr alcuna evaporazione esterna al circuito chiuso. Si completeranno almeno 5 o 6 cicli completi e quindi si sostituir il contenuto della cartuccia con altra polvere nuova e cos via fino a che non avremo una concentrazione ottimale nel pallone. Si passer quindi alla concentrazione, lasciando in leggera ebollizione il pallone e avendo tolto lestrattore e il refrigeratore posti sopra, anche qui come prima, sino a raggiungere la met del volume iniziale e pois i passer al fissaggio, che

    avviene in modo identico al sistema precedente ma con alcune modalit diverse come indicher tra breve.

    Fotografia di un estrattore Soxhlet.

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    Il fissaggio. Si tratta di una parte essenziale del procedimento e che va eseguita con la massima cura e cautela essendo che d adito a dei precipitati IRREVERSIBILI. Dicevo che occorre addizionare un bagno di sali di fissaggio disciolti in ACQUA DISTILLATA O DEMINERALIZZATA, ci molto importante poich alcune parti di acqua rimarranno nel miele colorante che verr aggiunto alla vernice in sede di verniciatura. Lacqua normale contiene dei sali minerali che farebbero raggrumare la vernice in modo irreversibile anchesso, quindi per ovviare a ci baster usare dellacqua distillata, meglio se anche demineralizzata. Questacqua si trova in commercio in bottiglie di plastica e viene usata per mettere nei ferri da stiro ed quindi reperibile a poco prezzo anche nei grandi magazzini. I bagni di fissaggio pi usati sono quelli con sali di ALLUME DI POTASSIO (KAl(SO4)2 12H2O) per ottenere una colorazione tra larancione ed il rossastro, mentre costituiremo un bagno con CLORURO DI STAGNO ( SnCl4 ) per ottenere delle colorazioni sul rosso brillante, oppure ancora costituiremo un bagno con CLORURO DI PIOMBO ( PbCl2 ) per ottenere delle tonalit di rosso scarlatto al violaceo, mentre con del CLORURO DI FERRO ( FeCl2 ) , si ottengono delle colorazioni rosso brunastre. Come agire con i bagni di fissaggio un discorso complesso e si trovano diverse teorie in merito. C chi sostiene che una soluzione di fissaggio allacqua non dovrebbe superare il 10% di concentrazione ed essere aggiunta in ragione di un quinto del volume liquido da fissare, mentre altri sostengono che il bagno va preparato ad una concentrazione del 20% e aggiunto a poco a poco sino ad ottenere la colorazione desiderata. Di certo che laggiunta del bagno di fissaggio, soprattutto se la parte che deve essere fissata ancora calda (non bollente!!!), d adito ad un precipitato immediato quanto irreversibile. Il bagno pi problematico da un punto di vista ottico quello con lallume, visto che la reazione dipende anche molto dai contenuti della radice di robbia alcalinizzata (trattata con laceto, come indicato sopra). Infatti spesso il colore rimane di un bellarancione intenso con solo alcune sfumature tendenti al rosso, mentre con gli altri bagni il processo otticamente alquanto evidente. Dopo laggiunta del bagno di fissaggio, si prolunga levaporazione per sobbollitura del tutto sino ad ottenere una densit un poco minore a quella di un miele liquido. Chi desiderasse ottenere del pigmento secco non deve fare altro che prolungare la cottura sino ad evaporazione quasi totale del solvente, si otterr cos una massa da fare essiccare e poi ridurre in polvere finissima. Bench il pigmento fissato stabile, sempre bene evitare che lo stesso venga in contatto con qualsiasi parte metallica. Il fissaggio al 100% non garantito mai e si potrebbero avere (anche dopo moltissimi anni) dei viraggi su altre tonalit. Lapplicazione del pigmento alla vernice, avviene aggiungendo lo sciroppo fissato alla vernice stessa secondo proprie esigenze, lo stesso dicasi per il pigmento in polvere che uno dei sistemi usati da Sacconi. Egli indica per anche il sistema per fabbricare vernice gi colorata, nella cui preparazione viene inserita la radice di robbia contenuta in un sacchetto di stoffa di cotone che viene sostituito di tanto in tanto aggiungendo polvere nuova sino a ch sar necessario per ottenere colorazione e concentrazione desiderate. Si passer quindi a mettervi il bagno di fissaggio stavolta si non superiore la 5% in acqua demineralizzata e che sia gi a temperatura di ebollizione come la vernice. Visto che la stessa dovr cuocere ancora diverso tempo, si assister allevaporazione quasi completa dellacqua del bagno di fissaggio il che far aumentare la concentrazione del sale in esso contenuto sino a raddoppiare. Si dovesse ottenere una tinta troppo marcata o concentrata significa che stato aggiunto troppo sale di fissaggio, ma si potr ovviare successivamente diluendo la vernice colorata con della vernice trasparente sino ad ottenere una condizione ideale. Alcune considerazioni. La colorazione di strumenti con lalizarina non una passeggiata. Spesso si presenta difficoltosa per il fatto che si tratta di un pigmento che emette i toni cromatici per DICROMIA, cio riflettendo la luce sui micro cristalli che forma sulla superficie del legno che la ospita. Inoltre un pigmento non mai totalmente trasparente ma traslucido il che aumenta ancora leffetto indicato sopra. Ma ha anche dei vantaggi. E infatti uno degli unici pigmenti che possono far variare la sfumatura cromatica di una stessa tonalit a seconda del tipo di fonte di luce che vi si riflette. Quindi se vedremo lo strumento mutare sfumatura cromatica, pur mantenendo la stessa tinta di fondo, sar da considerare una peculiarit e non un errore. Luso del pigmento dalizarina miscelato a vernici troppo dure (soprattutto quelle con tanta gomma lacca) da adito a striature e quindi a delle chiazze che tuttavia si possono recuperare ritoccando le parti mancanti di tinta e arrivando a pareggiare la superficie. Tale fatto e dovuto alla vernice in se che non si espande quanto deve per esempio allesposizione di moderati raggi solari, come invece avviene con delle vernici pi grasse e tenere come quella indicata da Sacconi che, pare, fosse la vernice usata anche da Stradivari.

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    Estrazioni e fissaggi secondo G. Carletti. Si cita:Variando opportunamente, durante la preparazione delle soluzioni tintorie, la quantit di sostanza colorante e il tipo di mordente, si possono ottenere tutte le sfumature di un ventaglio di tinte comprese tra il rosso e il marrone rossiccio: con il mordente di allume (KAl(SO4)2 12H2O ) si ottiene un rosso tendente al giallo (arancione), con il solfato di rame (CuSO45H2O ) si ottengono tinte rossicce, con i sali di cromo (allume di cromo, simbolo chimico: KCr(SO4)2 12H2O ) si hanno delle colorazioni rosso-brune. Laggiunta di crusca di grano schiarisce ed alleggerisce le tonalit. Le preparazioni secondo G. Carletti. 1. Per ottenere colorazioni (mordente liquido da non confondere con lestrazione del solo pigmento come avviene per i sistemi di Sacconi) rosso marrone si pu procedere nel modo seguente: si mescolano 60 gr di polvere di robbia con poca acqua fino ad ottenere una pasta densa che si lascia gonfiare per 12 ore, si aggiunge poi acqua fino a raggiungere il volume di 2 l di soluzione e si scalda a 70C mantenendo questa temperatura costante per circa mezzora. Si lascia poi raffreddare il bagno e si filtra. Si mordenza con 15 gr di allume di cromo e 6 gr di acido tartarico (simbolo chimico: C4H6O6 ). 2. Per ottenere un rosso brillante, si fanno macerare assieme 50 gr di crusca di grano e 60 gr di robbia e si procede come la ricette precedente, compresa la mordenzatura. 3. Una colorazione marrone si pu ottenere nel modo seguente: si prepara una pasta densa con 80 gr di robbia macinata e acqua, si lascia macerare per 12 ore e si aggiungono 2 l di acqua. Il tutto si bolle per mezzora, si lascia raffreddare e si aggiunge acqua sino ad ottenere un volume di 4 l di liquido. Come mordente si impiega solfato di rame. 4. Si ottiene una tinta marrone anche agendo come per la ricetta 3., mordenzando per con 3 gr di bicromato di potassio al posto del solfato di rame. Nel libro del Carletti si parla di mordenti liquidi, ma nulla toglie che si possano concentrare sino ad ottenere del pigmento secco che si potr aggiungere o inglobare nelle vernici. Ovviamente ogni operazione richieder di essere eseguita usando solo acqua demineralizzata per evitare problemi di reazione con le resine delle vernici, dovuti, come detto, ai Sali minerali diversi dispersi nellacqua potabile che non evaporano e rimangono persistenti nel composto colorante sia esso secco che liquido. Conclusioni. A mio parere personale, le indicazioni destrazione dellalizarina date da Sacconi sono ovviamente valide per estrarre pigmenti coloranti da inglobare nelle vernici sia in forma secca che sciropposa, essendo lestrazione fatta con alcool. Le preparazioni suggerite dal Carletti, si prestano invece meglio per la mordenzatura del legno che va effettuata PRIMA delle operazioni di verniciatura vera e propria e DOPO aver isolato il legno in maniere ottimale con lausilio di turapori o altri sistemi (vernice bianca, silicato di sodio, ecc.). La mordenzatura blanda (con mordente molto diluito) ha anche un altro possibile uso. Dopo averne applicato uniformemente un leggero strato sullo strumento ed averlo lasciato essiccare per bene, si passa alla marcatura delle marezzature con un pennellino ed un mordente un po pi concentrato in modo da farle risaltare ulteriormente, passando poi alla verniciatura vera e propria.

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    Le piante tintorie. La raccolta. Le piante possiedono il loro massimo potere colorante in precisi e determinati periodi. Esse vanno tagliate poco prima delle fioritura. Le cortecce sono maggiormente ricche di sostanze coloranti in primavera (quando la linfa sale) e queste sono contenute nel libro, cio nella parte compresa tra la scorza esterna e la parte legnosa interna. Le piante tintorie possono essere utilizzate per preparare soluzioni coloranti sia fresche che essiccate: nel primo caso la quantit da utilizzare devono essere due o tre volte maggiori rispetto al secondo. Molte piante tintorie hanno anche spiccate propriet medicinali per cui sono reperibili, oltre che presso le erboristerie, anche presso le farmacie. Essiccazione delle piante tintorie. Lessiccazione delle piante tintorie deve avvenire il pi rapidamente possibile in un luogo aerato ed ombroso. Le parti di piante da essiccare devono essere sminuzzate accuratamente e disposte in sottili strati su cartone o carta assorbente. La massa da essiccare, inoltre, deve essere rigirata pi volte per permettere la circolazione dellaria e favorire levaporazione dellumidit che vi contenuta. Legni di tinta. La conoscenza e luso dei legni per ottenere determinate colorazioni assai remota. Il legno rosso del Brasile, ad esempio, giunse in Europa gi nel X.o secolo, importato dallIndia orientale o dalla Cina. Esso si prende il nome dalla parola braza che in portoghese significa brace. Unantica ricetta che risale al 1330 (contenuta nel Codice di Innsbruck) per tintura in rosso di un tessuto di seta , pi o meno, cos formulata: Si versa la calce in una pentola dacqua, si mescola con forza e si lascia poi depositare la calce; quando lacqua si ripresenta di nuovo limpida, vi si aggiunge il legno del Brasile e si fa bollire la soluzione e vi si aggiunge allume. Quando nel 1500 i portoghesi approdarono sulla costa orientale dellAmerica del Sud, vi trovarono una tale presenza di questi alberi che chiamarono quella terra Brasile. Nel XVI.o secolo fu scoperto un altro legno tintorio che ancora oggi molto usato come colorante. Esso cresceva presso la citt messicana di Campeche, da cui discende il nome di legno di campeggio. La parte interna del suo fusto (Haematoxylon campechianum) contiene una sostanza colorante blu la quale pu essere estratta solamente da alberi che abbiano almeno 10 anni di et. Una volta tagliati, i tronchi devono essere messi a stagionare per oltre un anno ed questo il periodo in cui si forma la vera sostanza colorante. Legno rosso. Con il termine generico di legno rosso, si indica in realt un insieme di legni da tinta che provengono, per la maggior parte, dalle Antille, dalle Indie e dallAmerica meridionale e che si distinguono tra loro con appellativi specifici che quasi sempre ne indicano i luoghi di provenienza (legno del Brasile, legno di Pernambuco [ uno stato del Brasile], legno Brasiletto, legno di California, ecc.). Elemento caratteristico di queste insieme di piante (e quindi comune a tutti i legni) la presenza di un glucoside che si decompone formando una speciale sostanza (la barsilina) che, a sua volta per semplice azione dellaria (ossidazione), si trasforma in una sostanza colorante rossa: la brasileina. Il legno rosso si trova in commercio sotto forma di pezzi consistenti, trucioli o segatura e partendo da questi si preparano gli estratti che ancora oggi vengono utilizzati per tingere il legno. Gli estratti si possono preparare (a volte si trovano in commercio gi pronti) in tre modi: quello acquoso, quello concentrato e denso e sciropposo (estratto liquido); quello ottenuto con residuo secco (estratto solido). Lestratto liquido generalmente di color rosso bruno, mentre quello solido (in masse pi o meno grandi e fragili) di color rosso scuro. Si solito gli estratti si rivelano assai solubili in acqua e forniscono soluzioni giallo rossastre che col tempo diventano brune e a cui di solito si aggiungono allume e alcali per ottenere una colorazione rosso viva, cloruro di stagno per le tinte rosse e cloruro ferrico per le tinte rosso-brune. Generalmente per le colorazioni si rivelano abbastanza alterabili alla luce. Legno giallo. Con il termine generico di legno giallo si indica un albero di grande fusto che cresce nel Messico, nellAmerica centrale e nelle Antille. Esso contiene due particolari sostanze coloranti: la morina e lacido moritannico o maclurina. In commercio il legno giallo reperibile in forma di segatura, ma pi frequentemente lo si trova in estratto sia liquido che secco. La soluzione acquosa dellestratto gialla e unita ai mordenti metallici permette di ottenere le pi svariate colorazioni: con allume si ricavano tinte giallo oro; con il cloruro ferrico tinte giallo oliva; con il bicromato di sodio ( Na2Cr2O7 ) colorazioni giallo-marrone; con lestratto di campeggio, in presenza di sali metallici, fornisce colorazioni gradevoli ma poco brillanti.

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    Legno di campeggio.

    Il legno di campeggio uno dei coloranti pi impiegati. Esso contiene una particolare sostanza, lematossilina, che ha la capacit di assorbire ossigeno dallaria e di trasformarsi in un principio attivo colorante: lemateina. Prima di essere impiegato il legno di campeggio deve subire un trattamento speciale che consiste in una prolungata esposizione allaria (finemente sminuzzato ed inumidito) al fine di accelerare il processo di ossidazione. Il legno cos trattato viene chiamato campeggio fermentato e pu essere direttamente impiegato come colorante giallo. A volte si preferisce usare il legno di campeggio sottoforma di un particolare estratto ottenuto facendolo bollire in acqua e concentrando poi la soluzione ottenuta. In commercio lestratto di campeggio si pu anche reperire secco, cio in piccole masse nerastre, lucide ed assai solubili in acqua per dare colorazioni giallo scure,

    oppure liquido, ossia in soluzioni acquose bruno rossastre alquanto dense. Con i mordenti metallici, lestratto di campeggio consente di ottenere uninfinit di tinte molto brillanti vivaci e resistenti. Legno di sandalo. Esistono due tipi di sandalo.

    Il sandalo bianco (Santalum album) e il sandalo rosso (Pterocarpus santalinus, nellimmagine a lato). Il rimo un piccolo albero della Santalacee a foglie sempre verdi e cresce nelle Indie orientali; ha un alburno bianco, il durame color giallo intenso, un odore molto gradevole (si ricava lincenso di sandalo) e non presenta anelli di accrescimento ma cerchi concentrici formati da sostanza colorante oppure addirittura delle macchie colorate irregolari (Sandalo picchiettato) o ad occhio di pavone. Il sandalo bianco ricco di oli essenziali.

    Il sandalo rosso (nellimmagine a lato il legno triturato), grande albero delle Leguminose Faboidee, ricco di canali resiniferi e si presenta colore rosso scuro allinterno. Esso contiene un paio di sostanze coloranti: la santalina che la pi importante e la pterocarpina. La santalina una polvere colore cioccolato che fonde a 243C e si decompone a 250-260C. E quasi insolubile in acqua ed invece solubile in alcool colorando di rosso. Il sandalo viene impiegato, mordenzato con allume e tannino, per produrre colorazioni rosse. Una variet di sandalo rosso molto pregiata sotto laspetto tintorio quella che proviene dallIndia.

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    Frangola. La frangola (Rhamnus frangula) una pianta cespugliosa che cresce nei terreni paludosi, alluvionali e lungo le rive dei fiumi. Ha fiori verdastri e piccoli frutti che allinizio si presentano verdi, rossi poi ed infine neri. La corteccia della frangola, in commercio, reperibile in pezzi di diverse dimensioni ed evidenzia, dalla parte esterna, una colorazione bruno-grigiastra, opaca ed attraversata da strisce orizzontali, mentre, nella parte interna, si rivela di colore rosso mattone, lucida e finemente striata in senso longitudinale. Manifesta un ottimo potere tintorio oltre che medicinale in quanto contiene composti ossiantrachinonici come la frangulina che una polvere cristallina solubile a caldo in alcool e insolubile in acqua e lacido crisofanico. Prima di essere impegata la frangola deve raggiungere la stagionatura di almeno un anno.

    Per ottenere una colorazione giallo scura conviene procedere in questo modo. Si lasciano macerare in acqua per 24 ore 100 gr di corteccia triturata, si fa bollire per 3 ore e, una volta raffreddata la soluzione si filtra e si aggiunge mordente di allume. Aggiungendo una ulteriore quantit di acqua si ottiene una colorazione giallo sabbia. [Il Carletti non da indicazioni sullestrazione allalcool, cosa di certo possibile vista la solubilit della farngulina nello stesso, Per il fissaggio si pu per provare con lallume di potassio ed altri sali metallici. Al massimo si butta via il tutto, per cui effettuare delle prove con poco materiale per studiarne le reazioni.]. Mirtillo.

    Il mirtillo nero (Vaccinium myrtillus) una piccola pianta della famiglia delle Ericacee che cresce nei luoghi umidi e ombrosi, nei boschi e nei terreni paludosi. Sotto laspetto tintorio risultano interessanti sia le foglie che i rami. Questi vengono raccolti in primavera appena le foglie risultano perfettamente formate. Gli antichi ne usavano, per produrre colorazioni, anche le bacche ma i loro risultati non si sono rivelati duraturi. I rami del mirtillo possono essere usati sia freschi che secchi. Per ottenere una colorazione giallo-oro si pu procedere come segue: si mettono a macerare in acqua 200 gr di pianta di mirtillo secca per 10 12 ore, poi si fa bollire il tutto per 2 ore, una volta raffreddato il bagno si filtra e si aggiunge allume (15 gr in poca acqua).

    Ontano.

    Lontano un albero che preferisce gli ambienti umidi e che quindi cresce lungo i corsi dacqua e nelle zone paludose. La specie pi comune in Italia lontano nero (Alnus glutinosa) che pu raggiungere i 25 m di altezza con un diametro di 60 70 cm, ma che molto spesso sembra un cespuglio data la diffusa consuetudine di tagliarne il tronco e lasciarne crescere i germogli, E un legno indifferenziato che si presenta di color rosso arancione al moneto dellabbattimento della pianta e rosso bruno dopo una breve stagionatura. E facile da lavorare ma rapidamente alterabile se non permanentemente immerso in acqua. La corteccia e grigio nerastra, rugosa e screpolata e fornisce un estratto acquoso che fermenta

    facilmente. Le foglie sono dentate, ottuse allapice e vischiose. Le parti pi interessanti sotto laspetto tintorio sono la corteccia e le foglie. Per ottenere un bel colore giallo si fanno bollire per mezzora 400 gr di foglie di ontano fresche e si lascia raffreddare a lungo il decotto. Si filtra e si aggiunge 15 gr di mordente di allume. Se invece si usa come mordente del solfato di rame si ottiene una colorazione giallo-rossiccia- arancione.

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    Verga doro. La verga doro (Solidago virga aurea) unerba lata circa un metro che ama il terreno soffice e calcareo e che si pu trovare facilmente nelle aree disboscate, nelle radure e ai bordi delle strade. E una delle piante tintoria pi versatili ed facilmente reperibile gi essiccata nelle erboristerie. Per ottenere una bella colorazione giallo oro si pu procedere nel seguente modo. Si fanno macerare in acqua per 24 ore 100 gr di verga doro secca, poi si fa bollire per 2 ore e si lascia raffreddare a lungo. Si filtra e si mordenza con 1 gr di allume. Se si mordenza con bicromato di potassio si ricava una colorazione giallo-oro scuro, mentre se si mordenza con solfato di rame, si ottiene una tinta giallo-marrone.

    Hnna.

    Si ricava da un arbusto (Lawsonia alba) della famiglia delle Litracee che cresce che interessa il bacino del Mediterraneo e il Medio oriente. Essiccando e macinando insieme al gambo le foglie si ottiene una polvere verde che ancora oggi, come nellantico Egitto, viene impiegata per tingere i capelli e decorare la pelle. Se la polvere che si trova in commercio contiene una preponderanza di gambo rispetto alle foglie si ottengono colorazioni tendenti al rosso se invece la sua composizione fa registrare una preponderanza di foglie si ottengo allora delle colorazioni marrone. Per ottenere una colorazione giallo aranciato scuro si procede in questo modo: si lasciano macerare in acqua per 6 ore 100 gr di polvere di henna racchiusa in un sacchetto di tela e si fa bollire il tutto per unora e si lascia raffreddare. Si toglie il sacchetto dal bagno dopo averlo strizzato bene (usare guanti di plastica mono uso per effettuare loperazione!!!!) e si diluisce la soluzione portandola a 4 litri di volume. Si

    mordenza con 15 gr di allume. Mallo foglie di noce.

    Il noce (Juglans regia) una pianta che vive in regioni dal clima mite. Le gemme si aprono in primavera inoltrata e i fiori sono disposti a gattini: quelli pi grandi sono fiori maschili mentre quelli pi piccoli sono femminili. Il frutto del noce matura in autunno: il mallo (una spessa scorza verde) avvolge il nocciolo che contiene il gheriglio gustoso e nutriente. Con lolio che si ricava dal gheriglio si producono ottime pitture e anche il mallo verde e fresco trova largo impiego a scopi tintori fornendo colorazioni molto stabili anche senza lintervento dei mordenti. In commercio si trovano foglie (utilizzate pure a scopi medicinali) e scorze essiccate e macinate. Per ottenere colorazioni giallo-marrone si pu procedere come segue: si lasciano macerare per 30 minuti in un litro di acqua 40 gr di mallo di noce essiccato e polverizzato, poi si fa bollire il tutto per 1 ora. Si lascia raffreddare e si filtra e si aggiunge altra acqua sino a raggiungere il volume di 2 l di liquido. Diluendo ulteriormente la soluzione si ottiene una colorazione beige chiara. Se si mordenza con 3 gr di solfato di rame si ottiene una tinta marrone scuro; con bicromato di potassio si ottiene una tinta giallo scuro rossiccia. Per ottenere una colorazione giallo brillante, si lasciano macerare per 6 ore in acqua 250 gr di

    foglie di noce sminuzzate ed essiccate, si fa bollire per un ora il tutto e si lascia raffreddare a lungo.

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    Si filtra e si mordenza con 15 gr di allume; mordenzando invece con bicromato di potassio si ricava una tinta marrone ottone scuro. Ancusa.

    Lancusa (Anchusa tinctoria sinonimo dellantica Alkanna) una pianta perenne della famiglia delle Borraginacee che cresce sui terreni arenari dellItalia, Spagna, Francia meridionale e Cipro. Per scopi tintori se ne usa esclusivamente la radice che, in commercio, reperibile in pezzi molto grossi con scorza rugosa color rosso violaceo scuro. Contiene un principio colorante detto ancurina che viene estratto dalla radice e posto in commercio sotto forma di pasta o di massa secca rosso brunastra, piuttosto solubile in alcool e nelle sostanze grasse. La soluzione alcoolica di ancusa d, con cloruro di stagno, una bella tinta rosso carminio. Per tingere il legno preferibile usare radice polverizzata anzich lestratto in commercio e procedere nel modo seguente: si riscalda lolio di lino e vi si aggiungono 15 o 20 gr di radice polverizzata prolungando a lungo la cottura. Quando lolio si presenta ben colorato, lo si toglie dal fuoco, si lascia raffreddare e si diluisce aggiungendo una buona quantit di essenza di trementina

    ed pronto per essere applicato al legno che assumer una bella colorazione rosso-scarlatta intensa senza il bisogno di alcun trattamento preliminare con mordenti metallici.