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SOMMARIO - FEBBRAIO 2005SOMMARIO - FEBBRAIO 2005

UNA NUOVA CONCEZIONE NICHILISTA - ANSpag. 3

LA RIVOLUZIONE INTERIORE - ANSpag. 4

I CATARI - ALECAVApag. 4

IL “TURNVATER” FRIEDRICH LUDWIG JAHN - HARM WULFpag. 5

MEMORIA - LODOVICO ELLENApag. 11

IL COMUNISMO MAGICO E IL COSMISMO SOVIETICO - THULEpag. 12

QUATTRO STORIE SU HITLER E I SUOI COLLEGHI - LODOVICO ELLENApag. 14

IL COSTO SOCIALE E FINANZIARO DELL’IMMIGRAZIONE EXTRACOMUNITARIA - S. LORENZONIpag. 18

ETNONAZIONALISMO VÖLCHISH E QUESTIONE ALLOGENA -FEDERICO PRATIpag. 19

ETNONAZIONALISMI E IMPERI - SILVANO LORENZONI -FEDERICO PRATIpag. 21

MINNE - ADUNATA V - VI - ALCHEMICApag. 22

INTRODUZIONE DI “ATTACCO ALLA SOCIETA’ DEL NULLA” - PAOLO SOLApag. 23

LILITH O LA LUNA NERA IN ASTROLOGIA - FRIDApag. 24

SONO GIORNI NON FACILI - CONTROCULTURApag. 27

ISOLA BIANCA - UN FORUM, UN PROGETTO - ALCHEMICApag. 28

LO STATIO ARISTOCRATICO EUROPEO - AVATARpag. 29

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UNAUNA NUOVNUOVAA CONCEZIONECONCEZIONENICHILISTNICHILISTAAdi di AnsAns

Si intende generalmente per nichilismo quell' atteg-giamento negativo di fronte alla verità : almeno cosìil termine viene riferito nei confronti del sofistaGorgia nell'ambito della storia della filosofia.In seguito, grazie all'opera filosofica (in realtà nonpiù filosofia) di Nietzsche il nichilismo, almeno nelsuo stato originario (nichilismo passivo), era la con-dizione seguente alla morte di Dio, quindi alla mortedell'ancoraggio metafisico cristiano che reggeva unuomo incapace di reggersi sulle proprie gambe, econtemporaneamente alla morte della morale cristia-na. In seguito proprio a partire dal nichilismo passivosi giungeva tramite una ri - creazione di valori, a edi-ficare una nuova realtà, più semplice e aristocratica.Questo ultimo atteggiamento chiamato nichilismoattivo sarebbe la via che porta ad una delle essenzesuper umane. A questo proposito possiamo però citare l'interpreta-zione del super uomo operata da Vattimo. Al di là deinotevoli distinguo che ci distanziano da questo pen-satore (le cui argomentazioni possono risultare piut-tosto pericolose soprattutto nella critica che egli fa aiconcetti di identità e di sangue e suolo, per noi cen-trali) potrebbe risultare importante riflettere su taluneintuizioni del filosofo. Il super uomo per Vattimosarebbe principalmente colui che attribuisce un signi-ficato alla realtà senza ricorrere alle convenzionidelle masse (o aggiungiamo noi, di chi le governa).Inoltre proprio in questo senso si ritrova l'altra inter-pretazione: il super uomo nell'era dei mass media ècolui che si crea una propria opinione governando ilflusso di informazione che piovono su di lui e impo-nendo la propria interpretazione e il proprio significa-to.In questo senso possiamo proporre alcune metodolo-gie operative per consolidare le posizioni di chi sisente o di chi vuole essere differenziato. Innanzi tutto l'atteggiamento riflessivo e dubbioso neiconfronti dei media, la capacità di farsi una propriaopinione anche se questa è contrastante con quelladella massa deve essere una delle pietre fondanti delnuovo edificio umano. La capacità di esprimere undissenso in questa era di conformismo globale (e dileggi censorie nei confronti del pensiero antagonista)è un atto non solo superomisitico ma soprattuttodirompente nei confronti dello schema del gregge. E'

fondamentale riuscire a rigenerare il pensiero politicodella prima metà del XX secolo ri - esprimendolomediante un linguaggio che sfugga agli schemi domi-nanti e che quindi non cada vittima delle leggi liber-ticide promulgate dal sistema. Dobbiamo disorienta-re il sistema attraverso la ri - attualizzazione di unpensiero che è eterno: poiché anche se la forma spe-cifica di espressione può cambiare lo spirito connatu-rato all'origine (ovvero ciò che la tradizione portaavanti) è immutabile. Una rivoluzione tale da ripor-tarci all'origine non può non passare attraverso laconiazione di un linguaggio che possa esprimere nonpiù per concetti razionalistici ma per miti senzatempo le proprie posizioni.Ritornando alla nostra interpretazione di nichilismodobbiamo fare riferimento al fatto che attualmente sidesigna come nichilismo l'atteggiamento delle massenei confronti di tutto ciò che vuole essere verità: quiperò sorge il nostro pensiero rivoluzionario. Se infatti il nichilismo massificato si riduce ad unaincapacità di dare senso alla vita, in una vacua formadi consumismo, in cui ogni forma di ordine, legge eprincipio tradizionale sono rigettati in quanto limitan-ti nei confronti dell'uomo (o forse mezzo uomo) con-temporaneo il nichilismo deve essere superato attra-verso se stesso. Cambiare la direzione del nichilismoper mettere in crisi la società dello spreco e del metic-ciato è la prima "arma" ideologica in nostro possesso.Noi vogliamo scagliare il nichilismo contro le nuovepseudo verità: l'olocausto principalmente, attraversoil quale viene perpetuata la politica genocida (neiconfronti degli europei) di immigrazione selvaggia;la democrazia, governo del gregge e della massa otte-nebrata e plagiata dalle "verità" che il sistema propi-na attraverso i mass media; la libertà, in un era chenon conosce alcuna libertà, basti pensare alla domi-nazione sionista che gli USA attuano attraverso l'oc-cupazione militare dell'Europa e del mondo.Distruggere gli pseudo valori che vengono "impianta-ti" nei cervelli dei nostri compatrioti è la prima delleoperazioni da mettere in atto in maniera tale da conia-re una nuova "dottrina del risveglio". Ma per essereuomini della tradizione non si può credere: bisognaessere. Attraverso una differente essenza rispetto allamassa e attraverso una filosofia di vita davvero anta-gonista possiamo dare l'esempio necessario per deter-minare un effettivo risveglio della nostra stirpe.

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LALA RIVOLUZIONERIVOLUZIONE INTERIOREINTERIOREdi di AnsAns

Partendo dal presupposto che non esistono più ipopoli in quanto sono stati trasformati in masse ato-mizzate di de cerebrati dobbiamo tras/formare ilpopolo. Questo processo però - proprio perché vivia-mo nell'era dell'egoismo consumistico - deve avveni-re mediante una lotta interiore. Già da tempo nell'am-biente variegato del pensiero tradizionale viene por-tata avanti l'idea di una rivoluzione interiore.Inizialmente quest'idea era legata alle argomentazio-ni alchemiche che venivano riscoperte in seno agliambienti esoterici e tradizionali. Infatti la purificazio-ne dei metalli che avrebbe portato all'ottenimentodell'oro sarebbe principalmente l'allegoria di una tra-sformazione interiore che purificando l'uomo dai suoiaspetti più bassi lo portasse ad innalzarsi spiritual-mente divenendo signore di sé. Tutto ciò proposto inmaniera esauriente e d autorevole dal mitico gruppodi Ur trovava compimento in un portamento "sparta-no" e "virile" che rigettando come via "umida" e"femminea" quella del peggior misticismo cristiano,pervaso da pathos e sentimento del bisogno, facevasuo un portamento ascetico - guerriero pervaso dauna volontà di autoformazione aristocratica guidatoda una superiore volontà capace in maniera pratica diauto dominare l'aspetto infero dell'uomo. Un dominioregale e totale soprattutto sugli appetiti incontrollati,da quelli sessuali a quelli alimentari e sentimentali,che lungi dall'avere soddisfazione mediante se stessi,portano all'asservimento dell'uomo a se stesso. Inquesto procedimento neo alchemico la volontà dipotenza di Nietzche trova una realizzazione interes-sante. Noi interpretiamo infatti la volontà di potenzacome volontà di potere. Ma questo potere può essereraggiunto solo attraverso un aristocratico autodomi-nio. In questo senso l'insegnamento esoterico sembraaver recepito il concetto meglio di altri: basti scorre-re il concetto di volontà per un personaggio, seppurpiuttosto differente da noi, come Aleister Crowley.La ricerca di questa superiore qualità di sé passa poiattraverso la raffigurazione mitica dell'uccisione deldrago o del mostro infero. Da Sigfrido a S. Giorgiopassando per Thor , Giove e Apollo passando perArjuna si riverbera la forza del mito che vuole lo spi-rito Ario liberarsi delle scorie degradanti e dei biso-gni egoistici. L'assenza di bisogni portata avantiverso un obiettivo più alto in senso ascetico - guerrie-ro è il cardine dell'insegnamento tradizionale per quelche attiene il portamento interiore.

II CACATTARIARIdi di AlecavaAlecava

I miei antenati erano pagani.I miei avi erano eretici.Otto Rahn

La religione dei catari, diffusa in Occidente nei sec.XI-XIII sotto varie denominazioni, sembra sorta perl'infiltrazione del bogomilismo dalla penisola balca-nica: esso trovò in Europa terreno favorevole per lasopravvivenza di idee manichee, ma specialmente peril fermento sociale-religioso che accompagnò l'asce-sa delle nuove classi urbane. Infatti le zone in cui piùattecchirono dottrine e movimenti di origine catarafurono quelle di più rapido sviluppo economico-sociale: la Francia settentrionale (Borgogna,Champagne) e le Fiandre dove li si chiamò publicani;la Francia meridionale (Provenza) dove, grazie a unclima politico e sociale aperto alla tolleranza, presevita il vasto movimento degli albigesi; l'Italia setten-trionale e la Dalmazia dove si chiamarono anchepatarini. Altre denominazioni, come quella di bulga-ri, denunciano l'origine bogomila di questa religione.Nei paesi renani, poi, il termine derivato di Ketzerdivenne addirittura sinonimo di eretico. Tutti questigruppi avevano effettivamente legami tra loro.Raniero sacconi, vescovo cataro e fonte principaledella storia del movimento, aveva sotto di sé, intornoal 1250, sedici Chiese, sparse in Francia, in Italia, neiBalcani e a Costantinopoli. Nel 1176, a Saint-Felix-de-Caraman, in Linguadoca, si tenne un conciliocataro, presieduto da un prelato venuto daCostantinopoli, di nome Niquinta.Il dualismo manicheo dei catari li portava a concepi-re un'antitesi primordiale tra il bene e il male (dalquale procede il mondo) e alla condanna radicale ditutto ciò che è carnale e terreno: condanna del matri-monio, negazione della resurrezione della carne,vegetarianismo, divieto dell'esercizio della giustizia edell'uso delle armi, condanna della proprietà privata.Li portava alla fuga dalla vita stessa, che trovava ilsuo compimento nell'endura, ossia nella pratica dilasciarsi morire di fame, pratica esercitata dai perfet-ti che si distinguevano dai semplici credenti per illoro estremo ascetismo.

Perché un articolo sui catari? La risposta è che oggiin certi ambienti "si riscoprono le origini culturali ec'è una volontà di ritorno agli usi e costumi degli

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antenati, cosa che non manca di irritare profonda-mente la cultura ufficiale condizionata dalla conce-zione mondialista che punta alla costruzione di untipo umano grigio, né nero né bianco, senza radici etradizioni". Il nostro impegno consiste nell'impedire che questomovimento di resistenza etnica si rivolga a idee eso-tiche ed estranee. La scelta tra il Mac World e la Jihadnon è necessaria. Doveroso è invece riscoprire lenostre vere radici di uomini europei. Un'Europa mul-tietnica abitata da fratelli di sangue e spirito. Ognipopolo fiero della propria identità, dei propri usi ecostumi, dei propri dèi.Tutti uniti nella lotta di liberazione della nostra terradagli invasori yankee e allogeni per la rinascita spiri-tuale della razza europea.

1 Setta di eretici dualisti, diffusasi in Tracia e in Bulgaria tra ilIX e il X sec

2 Maurizio Murelli in "La corte di Lucifero-I Catari guardianidel Graal"

Otto Rahn osserva graffiti catari in una caverna

ALLEALLE RADICIRADICI DELDEL PENSIEROPENSIEROVÖLKISCH:VÖLKISCH:ILIL “TURNV“TURNVAATER” FRIEDRICHTER” FRIEDRICHLUDWIGLUDWIG JAHNJAHNdi Harm Wdi Harm [email protected]

Armin Mohler nella sua celebre opera "LaRivoluzione Conservatrice" (Ed. Akropolis, 1990,pag. 150) scrive: "Il padre spirituale dei Völkischen èFriedrich Ludwig Jahn, che col suo barbone e il por-tamento da antico tedesco ben si differenziava daMetternich, e con ciò mostrava determinate peculia-rità dei Völkischen. Jahn riuscì a dare una certa riso-nanza alle sue dottrine, da un lato attraverso il movi-mento da lui fondato e detto ginnico, roccaforte deiVölkischen, che ebbe anche sviluppi positivi, dall'al-tro attraverso i suoi scritti , in cui coniò il concetto dicarattere nazionale (Volkstum).""Turnvater Jahn, uno dei più efficaci protagonisti delprocesso socioculturale di nazionalizzazione dellemasse, poteva additare alla gioventù patriottica il suoslogan ginnico - nazionalistico: Frisch, Frei, Frölich,Fromm (fresco, libero, allegro, devoto) ". ( MarinoFreschi "La letteratura nel Terzo Reich" Ed. Riuniti,1997, pag. 103)

Le quattro F simbolo del movimento del Turnen diJahn

Jahn è stato anche il padre della ginnastica moderna.I suoi contributi furono immensi tanto nella teoriaquanto nell'organizzazione di questo sport. Nella pri-mavera del 1811 all'Hansenheide, vicino Berlino,Friedrich Ludwig Jahn istituì il primo Turnplatz, unospiazzo aperto per la pratica degli esercizi ginnici.Questo evento assunse una particolare importanzaperché segnò l'inizio di un'attività sportiva, basata sui

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suoi ideali patriottici, che raggiunse una grandissimadiffusione e trovò moltissimi proseliti. Jahn fu spintoad accelerare la messa in pratica delle sue teorie dallecontingenze storiche. Napoleone aveva asservitopoliticamente la Germania riducendola in uno statod'umiliazione servile. Attraverso la promozione del-l'esercizio fisico e degli ideali patriottici nei suoi stu-denti Jahn sperava di fornire al paese di un corpo digiovani patrioti determinati alla riconquista dellalibertà e, in caso di guerra, risoluti a combattere perla liberazione della Prussia e di tutta la Germania.Dopo la disastrosa battaglia di Jena del 14 ottobre del1806 non era solo il pugno di ferro del dominio impo-sto dal dittatore francese a prostrare la nazione.Anche i più accesi patrioti erano consapevoli che iprincipi tedeschi si erano messi al servizio diNapoleone e stavano soppesando l'eventualità didichiarare guerra ai loro stessi compatrioti per ingra-ziarsi i favori dell'imperatore francese e guadagnarsiqualche pezzo di terra a discapito dei tedeschi cheancora si opponevano al nuovo dominio. I giovanientusiasti che erano stati preparati da Jahn alla guer-ra di liberazione portavano la speranza e alimentava-no la fiducia riposta in loro. Quando risuonò la chia-mata alle armi, Jahn ed i suoi ginnasti si unirono aquanti erano ancora determinati a battersi per salvarela loro libertà. In ogni luogo dove fosse presente unTurnen, i giovani accorsero per il loro entusiasmo perlottare contro la tirannia straniera. Friedrich Ludwig Jahn nacque l'11 agosto 1778 nelpiccolo villaggio Lanz, vicino Lenzen nel Prignitz,provincia prussiana del Brandeburgo, figlio delpastore protestante della comunità. Sua madre gliimpartì le prime lezioni di lettura e scrittura e suopadre lo educò durante le scuole elementari. Al ragaz-zo fu così possibile condurre una vita libera e salubreche lo condusse a primeggiare fin dalla giovinezzanei diversi campi delle attività ginnico sportive.All'età di 13 anni fu iscritto al ginnasio di Salzwedel,e nel 1794 giunse a Berlino per continuare i suoi studinel Ginnasio "zum Graven Kloster". E' importantenotare come fosse difficile per un ragazzo del suotemperamento, abituato alla vita libera e al movimen-to, adattarsi alla rigida disciplina delle scuole deltempo. Qualche anno dopo, lasciando segretamenteBerlino per contrasti col padre per il suo non eccel-lente comportamento scolastico, arrivò a Halle con ilproposito di dedicarsi allo studio della teologia seb-bene non sentisse una particolare vocazione in quelladirezione. Come studente universitario era ancoralibero di condurre una vita senza vincoli e costrizio-ni. L'universale tentazione giovanile di vagabondare,il Wanderlust, si manifestò anche in lui. Prese a giro-

vagare per la Germania con occhio attento, annotan-do quanto lo colpiva del paesaggio, del suo popolo,dei costumi e gli usi, dei vari dialetti e delle peculia-ri caratteristiche regionali. Questa esperienza rafforzòil suo patriottismo che trovò espressione in vari saggiredatti in quel periodo. Il primo di questi fu vendutoda Jahn, in difficoltà economiche, per 10 talleri aduno studente di nome Höpffner ed uscì alle stampecon questo nome nel 1800. Frequentò anche le anti-che e famose università di Jena e Greiswald dove stu-diò storia e si laureò in filologia a Lipsia con una tesisulla lingua tedesca. Alla scoppio della guerra traFrancia e Prussia nel 1806 egli cercò, ancora studen-te, di unirsi all'esercito ma, prima di poter realizzarele sue intenzioni, i suoi compatrioti prussiani subiro-no le devastanti sconfitte nelle battaglie di Jena eAuerstedt. Questi eventi tragici ebbero un effetto ter-ribile sullo spirito di Jahn anche se mai egli perse lafiducia nella vittoria finale dei valori prussiani e lafede in una Germania unita, libera e indipendente.Nel 1809 tornò come insegnante nella scuola cheaveva frequentato a Berlino, il Ginnasio "zumGraven Kloster", e più tardi, nello stesso annoall'Istituto Plamann. Si dedicò anche alla redazionedel suo Runenblätter che incontrò l'approvazione delministro prussiano Hardenberg per il rifiuto della pic-cola politica particolaristica seguita in quegli anni dalmondo tedesco. Il 14 marzo del 1810 diede alle stam-pe il suo testo più importante "Deutsches Volkstum"che fu accolto con entusiasmo unanime per il suo fer-vente patriottismo e il suo appello all'unità tedesca."E'difficile trovare, in un'altra lingua, un termine cherenda appieno il contenuto della parola tedescaVolkstum, la quale evoca una comunità di esseri diugual ceppo aventi in comune un lungo passato, unitiorganicamente nel presente, consapevoli ed orgoglio-si delle loro particolari caratteristiche. Il concetto diVolkstum non sembra differire molto da quello diNation quale Fichte l'aveva usato dandogli specialivalenze. Come Fichte, Jahn ritiene che l'uomo è quelche è soltanto per il suo far parte di un Volkstum.Come Fichte i suoi sforzi convergono in un unicoscopo: convincere i Tedeschi della necessità di orga-nizzarsi come una tale comunità, opponendosi adalcuni di loro e al dominio francese e fornendo imezzi a ciò indispensabile… In Deutsche Volkstumgli esercizi fisici vengono raccomandati: sono utili adognuno e sono utili allo Stato perché preparano i gio-vani alla guerra…Essi dovranno dare ai tedeschiqualcosa del coraggio e del vigore dei loro antenati.Competizioni, giochi ed esercizi con armi forgerannola loro volontà, preluderanno alla conquista della lorolibertà." (Jacques Ulman "Ginnastica, Educazione

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Fisica e Sport dall'antichità ad oggi" ArmandoEditore, 1967, pag. 250). Come i romantici Jahn subìil fascino della storia: si fece sostenitore di una cam-pagna per la costruzione di monumenti nazionali,della riscoperta delle tradizioni e delle feste popolarie della difesa della lingua dalle parole straniere. Dastorico e filologo appoggiò la fondazione della primasocietà per la difesa della lingua tedesca dai francesi-smi e dagli altri influssi allogeni. Oggi il tedesco è lalingua base di tutti i tedeschi ma non era così ai tempidi Jahn. Il francese era allora la lingua della cultura edella diplomazia. La corte di Federico il Grande ripu-diava il tedesco come "lingua da cocchiere"(Kutschersprache). La nobiltà ed il ceto medio educa-vano i propri figli in francese. A tutto ciò si opposeJahn: "L'uomo non ha che una sola madre; una solalingua è per lui sufficiente. Infelice Germania, l'avernegletta la tua lingua madre ricade come una paurosavendetta su di te… Il francese ha reso impotenti i tuoiuomini, traviato i tuoi figli e disonorato le tue donne."( F. L. Jahn "Deutsches Volkstum" pag. 343) Netta fuanche la condanna del cosmopolitismo poiché"l'umanità non appare mai astratta ma impersonatanelle manifestazioni caratteristiche di un popolo".Anche il concetto di nobiltà lo vide fortemente criti-co: nella sua opera proponeva un nuova nobiltà dimerito in cui tutti, indipendentemente dalla loroestrazione sociale , avrebbero potuto e dovuto guada-gnarsi fattivamente i propri titoli. Sopra tutto stava ilbene comune: il bene collettivo prima del bene indi-viduale "Gemeinnutz vor Eigennutz"; egli sosteneval'unità organica di popolo da opporre ai falsi valoriclassisti ed atomistici. L'educazione doveva esserepubblica ed identica per i bambini di tutte le classisociali. Le feste, affermava, devono incarnare quegliideali trascendenti simboleggiati dalla nazione, devo-no legarsi con le tradizioni ancora vive nel popolo epenetrare nel suo inconscio. Attraverso le lunghemarce tra i boschi e i pellegrinaggi ai simboli del pas-sato glorioso i giovani dovevano ricordare l'attualitàdella storia e venerare le gesta eroiche degli avi.Sempre nello stesso anno Jahn incominciò il suoprimo esperimento pratico per introdurre la praticaginnica tra i suoi studenti. Lo scopo era quello di for-mare giovani animati da ideali patriottici ed in gradodi brandire le armi nelle future guerre di liberazioneche egli sognava per il paese oppresso. La primaTurnplatz (Turn significa ginnico Platz piazza) pub-blica fu aperta da Jahn nella primavera del 1811. Iragazzi ed i giovani di Berlino risposero al suo appel-lo: più di 500 lo seguirono all'Hasenheide, ribattezza-to Tie (termine dato agli antichi luoghi di convegnogermanici), per eseguire, sotto la sua direzione, gli

esercizi del Turnen. Secondo l'uso dei greci e degliantichi germani gareggiare negli sport era un modoper dimostrare vigore e coraggio. Le manifestazionidel Turnen avvenivano in giorni prestabiliti ed eranoaccompagnate dal canto di inni patriottici, da paratealla luce di fiaccole e dall'accensione di una fiammasacra. Nonostante la libertà che egli lasciava ai suoistudenti egli pretendeva da loro una severa disciplina,il massimo ordine e la massima educazione con ilprossimo. "Sin dall'inizio i ginnasti costituirono ungruppo molto unito, e non solo compivano i loro eser-cizi tutti insieme, ma indossavano anche la stessadivisa, si trattavano con il Du germanico e con il salu-to heil: erano un élite rigeneratrice all'interno dellasocietà tedesca, un élite alla quale i giovani partecipa-vano per loro libera scelta" (George L. Mosse "Lanazionalizzazione delle masse" Ed. il Mulino,1975,pag. 148). Il 14 novembre del 1811 Jahn, Friesen edaltri seguaci fondarono il Deutsche Bund una legacon lo scopo di porre fine alla dominazione stranieradel paese. Molti degli aderenti venivano dalle univer-sità e il Bund ispirò la fondazione del DeutscheBurschenschaft una confraternita studentesca patriot-tica che avrà un grande ruolo nelle crisi politichedegli anni successivi. Jahn e i suoi seguaci furono iprimi a rispondere alla chiamata alle armi fatta dal ReFederico III di Prussia il 17 marzo del 1813 arruolan-dosi come volontari nel Corpo Franco Lützow e,nella successiva campagna, dimostrarono la loro otti-ma preparazione fisica anche come membri dellaLandwehr un'organizzazione militare volontaria cheessi contribuirono a far nascere. Jahn fu costretto alritirarsi dal suo corpo prima della fine della campa-gna a causa di una grave malattia ma il governo gliriconobbe, per i servizi prestati, una rendita di 500talleri poi incrementati ad 800. Nell'agosto del 1814egli sposò Helene Kollhof. Nel 1815 gli studenti uni-versitari di Jena e gli ex-appartenenti al Corpo FrancoLützow fondarono la prima Burschenschaft (confra-ternita studentesca). Questa associazione universita-ria si diffuse rapidamente in tutto il paese e riprese leusanze delle antiche confraternite studenteschemedievali. Il caratteristico cappello con visiera rigidae i colori imperiali nero, bianco e rosso, la Mensur ilduello d'onore come prova iniziatica di coraggio el'ostentazione dello Schmiß, la cicatrice sul volto,come segno di appartenenza ad un élite cameratescavotata alla tradizione e al patriottismo.(Su questotema e sulle odierne attività delle Burschenschaftvedi (http://www.coburger-convent.de/mensur/index.html). Sebbene egli nonavesse partecipato alla guerra contro la Francia del1815, fu chiamato a Parigi per la presa della città da

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parte delle forze alleate. Da quel periodo Jahn portòcostantemente un semplice vestito di panno grezzo daeremita, con il collo scoperto a simboleggiare il suorifiuto della cravatta borghese e delle altre corrotteraffinatezze francesi. L'anno seguente uscì il suosecondo libro, "Die deutsche Turnkunst" (Ginnasticatedesca). Scritto in collaborazione con ErnstBernhard Wilhelm Eiselen (1792 - 1846), Jahn sosti-tuisce la parola "ginnastica", di origine non tedesca,con la parola Turnen (vedi da pag. XIX a pag. XLVsul Turnsprache)."Il Turnen vuol essere una ginnastica specificamentetedesca… il Turnen vuole realizzare l'uomo nella suainterezza ossia come membro di una comunità. Vuoleinsegnare agli uomini la libertà e l'eguaglianza. Sta alservizio dell'uomo tedesco e della patria tedesca. Inesso la formazione dell'individuo e l'edificazionedella comunità sono due aspetti inseparabili.. si giun-gerà a tanto abituando la gioventù ad una vita cheprepari a costituire e a mantenere una comunitànazionale autentica… Per la gioventù non vi è educa-zione migliore della vita in comune, e nulla consoli-da meglio la vita in comune del praticare collettiva-mente esercizi fisici. A tal fine un luogo determinato,il Turnplatz, accoglierà in condizioni accuratamentestudiate e senza far differenza fra le varie categoriesociali, l'insieme di coloro che si dedicano al Turnen.Un maestro il Turnlehrer, si unirà ai praticanti badan-do a che gli esercizi eseguiti siano quelli adatti a loro.Uno stesso modo di vestire assimilerà tutti i parteci-panti, ai quali verranno imposte certe norme e chesaranno tenuti a darsi del tu. In che consiste propria-mente il Turnen? Nel conformarsi a certe regole dicondotta e, nel contempo , a praticare certi esercizifisici. "Fresco, libero, lieto, devoto", ecco la divisadel praticante del Turnen. Egli agirà secondo le leggimorali. Agirà da tedesco. A questi precetti…si uni-scono alcune pratiche, le quali consistono in giochisenza i quali il Turnen non esisterebbe e che col climache creano si presentano come l'espressione precipuadi una vita cameratesca e gioiosa… Jahn ha conser-vato gli esercizi e gli attrezzi presi in considerazionedai maestri che l'avevano preceduto, aggiungendove-ne di nuovi. E' stato lui ad inventare le parallele, glianelli sospesi, il cavalletto da ginnastica e altri attrez-zi divenuti oggi così familiari." (J. Ulman op. cit. pag.252). Jahn coordina le varie parti delle attività moto-rie in un progetto di preparazione fisica globale: lacorsa, le lunghe marce in ambiente naturale, il nuoto,la ginnastica vera e propria, i bivacchi e l'alimenta-zione frugale. Ma caratteristica fondamentale delTurnen è di essere un'educazione integrale: ad untempo una morale ed un addestramento. Per la prima

volta nella storia moderna l'educazione fisica apparecome il principio motore essenziale di un'educazionemorale, collettiva, nazionale. L'ideale estetico grecodella bellezza era ripreso ed esaltato: i ginnasti dove-vano incarnarlo concretamente. L'unità inscindibiledi corpo e spirito era riaffermata nella ripetizioneincessante che i tedeschi, il popolo più simile ai greci,avessero il dovere di possedere un bel corpo ed unospirito nobile "Più grosso è lo stomaco, più vacillan-te e goffo appare l'uomo, più vuota è la sua anima"(Jahn cit. in George L. Mosse "La nazionalizzazionedelle masse" Ed. il Mulino, 1975, pag. 34).Nel 1817due università, Jena e Kiel, gli conferirono la laureaad honorem. L'inverno successivo prese parte ad ungiro di conferenze in cui espresse pubblicamente lasua delusione per la mancata emanazione della costi-tuzione promessa al popolo prima della vittoriosacampagna contro Napoleone. La tenacia con cui Jahnmantenne questa sua valutazione gli procurò moltiammiratori tra il popolo ma lo pose sotto le attenzio-ni repressive del governo. L'esecutivo decise, insiemealla soppressione delle manifestazioni delleBurschenschaften ritenute sotto la sua influenza, lachiusura del suo Turnplatz e di molte altre associazio-ni consimili in tutto il paese. Nel 1818 Metternichammoniva la Prussia: "L'istituzione ginnastica è ilvero campo di addestramento ai disordini universita-ri. L'inventore (Jahn), l'invenzione e l'attuazione pro-vengono dalla Prussia. Bisogna colpire il male alleradici." Nel 1819 lo scrittore e giornalista Kotzebuefu ucciso per mano di Karl Sand uno studente fanati-co membro della Burschenschaft di Jena. Kotzebue,al servizio retribuito dello Zar di Russia, si era sem-pre opposto alle organizzazioni studentesche. La suamorte fu vista come un complotto ordito da queste.Jahn e gli associati del Turnen furono accusati diessere complici dell'assassino. Il governo varò misu-re per proibire completamente il Turnen. Nel lugliodel 1819 Jahn fu arrestato con l'accusa falsa di altotradimento e cospirazione. Circa un anno dopo lamorte della moglie e dei due figli, il processo si con-cluse dopo cinque anni il 13 gennaio 1824, con la suacondanna a due anni di detenzione in una fortezza acausa di irrispettose e denigratorie affermazioni chesi riteneva egli avesse fatto alludendo all'amministra-zione dello Stato. Jahn immediatamente pubblicò unpamphlet difensivo che portò alla revoca della suacondanna. Nel 1825 con la seconda moglie si trasferìa Freyburg an der Unstrut. Negli anni seguenti e finoal 1840, all'ascesa al trono del Re FedericoGuglielmo IV, sempre sospettato di essere un agitato-re politico, Jahn condusse una vita tranquilla e ritira-ta dedicandosi alla scrittura malgrado i continui

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cambi di residenza cui era costretto dalle continueindagini e persecuzioni cui era soggetto. Nell'agostodel 1838 la sua casa fu distrutta dalle fiamme e la suaricca libreria e molti suoi manoscritti inediti andaro-no distrutti. I sostenitori del Turnen organizzaronouna sottoscrizione popolare che gli consentirono dicostruire una nuova casa sulla sua proprietà.All'inaugurazione del nuovo regno Jahn fu liberatocompletamente alla stretta sorveglianza poliziescacui era stato soggetto e gli fu conferita la decorazio-ne della Croce di Ferro come riconoscimento dellasua coraggiosa condotta in battaglia. Nel 1842 furimossa la proibizione del Turnen e subito si riorga-nizzarono le società sportive in tutta la Germania.Quando il malcontento causato dal malgoverno edalla totale indifferenza alla richiesta popolare dellacostituzione che era stata spesso promessa raggiunsel'apice e si arrivò ai moti rivoluzionari del 1848, Jahnfu spinto per l'ennesima volta nell'agone politico e fueletto nel parlamento nazionale tedesco a Francofortesul Meno. Ma il leader del 1811 non era adeguato arappresentare il nuovo spirito aggressivo e delusequanti lo avevano sostenuto come deputato. Le ambi-zioni dei rivoluzionari erano al di là delle sue visionie la sua attitudine al comando carismatico era unricordo del passato. Nel congresso dei Turner adHanau nel 1848 fu emarginato da quanti non condivi-devano il suo impegno parlamentare. Amareggiato eincompreso dai suoi stessi seguaci Jahn si ritirò aFreyburg an der Unstrut dove morì il 15 ottobre del1852. Il movimento dei ginnasti ebbe successo fin dalsuo primo apparire. Verso il 1818 in Prussia esisteva-no circa cento organizzazioni di questo genere conquasi 6.000 iscritti, e a questa data in tutta laGermania vi erano circa 12.000 ginnasti. Nel 1880sarebbero stati 170.315 di tutte le fasce sociali: l'en-tusiasmo per la ginnastica aveva dato vita ad unmovimento di massa. "I ginnasti esaltarono il loropatriottismo percorrendo l'intera Germania e più tardipresero contatto con lo Jugendbewegung, il movi-mento giovanile tedesco fondato nel 1901, per ilquale l'andare girovagando costituiva una delle prin-cipali attività; esso, a sua volta annoverò Jahn tra isuoi eroi. I ginnasti condivisero con gli aderenti almovimento giovanile l'ideale della nazione che fosseespressione dello spirito interiore piuttosto che puro esemplice sfoggio di potenza, un incarnazione del"bello" nella natura e nel corpo umano." (G. L. Mosseop. cit. pag.152)Uno dei dirigenti dei Wandervogel, EdmundNeuendorf, dichiaratamente völkisch scrisse nel1927:"Jahn ha detto che il Turnen fa parte della nostra con-

cezione del mondo. Così deve tornare ad essere."(Edmund Neuendorf "Die Deutsche Turnerschaft1860 - 1936" Berlin, 1936, pag. 3).

"In der ganzen Lebensgeschichte eines Volkes ist seinheiligster Augenblick, wo es aus seiner Ohnmachterwacht… Ein Volk, das mit Lust und Liebe dieEwigkeit seins Volkstums auffaßt, kann zu allenZeiten sein Wiedergeburtsfest und seinenAuferstehungstag feiern." F. L. Jahn

( "Nell'intera esistenza di un popolo, l'attimo piùsacro è quello in cui esso si risveglia dal coma... unpopolo che contempla con passione ed amore l'eterni-tà del proprio essere popolo può festeggiare eterna-mente la festa della propria rinascita e del propriorisorgimento." )

Il primo Turnplatz all'Hanseheide, Berlino.

Gli scritti di Friedrich Ludwig Jahn:- Ueber die Beförderung des Patriotismus inpreussischen Reich, Halle, 1800

sotto lo pseudonimo di D. C. C. Höpffner- Deutsches Volkstum, Lübeck, 1810- Runenblätter, 1814- Die deutsche Turnkunst in collaborazione conErnst B. W. Eiselen, Berlin, 1816- Neue Runenblätter 1828- Merke zum deutschen Volkstum, 1833- Denknisse eines Deutschen, 1835- Werke, a cura di Carl Euler 3 volumi, Hof,1884/1887- Briefe 1818-1852, a cura di Wolfgang Meyer,Dresden, senza anno di pubblicazione

Dall'agosto del 1999 la casa di Jahn è stata restaurata9

ed ospita un museo dedicato a lui e alla sua opera.Contiene una mostra permanente e i cimeli del movi-mento Turnen.Friedric Ludwig Jahn MuseumSchloßstraße 1106632 Freyburg an der UnstrutTel. 034464 27426 Fax 034464 66560E-mail: [email protected]://www.jahn-museum.de/Apertura da aprile ad ottobre da martedì a domenicadalle 10 fino alle 17da novembre a marzo da martedì a domenica dalle 10fino alle 16

Friedrich Ludwig Jahn (Turnvater Jahn)

dipinto di Friedrich Ludwig Heine (1816-1834) Oliosu legno; 19 x 15 cmin Deutsches Historisches Museum, Unter denLinden 2, 10117 Berlin, Deutschlandhttp://www.dhm.de/cgi-bin/mfs/01/ausstellungen/bil-dzeug/qtvr/DHM/n/BuZKopie/raum_17.11.htm

Friedrich Ludwig Jahn (Turnvater Jahn)

Incisione di Ernst von Dombrowski dalla serie"Bildnisse deutscher Männer" 1935 - 1938. La scrittasottostante dice:

"Oggi non apprezziamo più colui che è dedito al bereed alla birra ma il giovane che resiste alle avversità,l'audace. Poiché non ci importa quanti bicchieri dibirra egli riesca a trangugiare ma a quanti combatti-menti egli possa sostenere, non quante notti egli tra-scorra bighellonando ma per quanti chilometri eglipossa marciare. Oggi non vediamo più nel beone diun tempo l'ideale del popolo tedesco, bensì nei giova-ni sani, energici ed integri fino al midollo."

La casa editrice Rudolf Schneider ha nel suo catalo-go buona parte delle opere pubblicate da Ernst vonDombrowski e la ristampa di numerose xilografiedell'artista. Informazioni presso:Rudolf Schneider VerlagIndustriehof 8D - 31180 Giesen-HasedeTel. (05121) 770463 Fax (05121) 770303Nella stessa città è possibile visitare un esposizionepermanente con molte opere originali dell'artista vediil sito http://heimatschutz.org:16080/kulturkammer/ .L'indirizzo è:Kunstherberge Ernst von Dombrowski, AmMesseschnellweg, D 31180 Hasede. Tel. 05121770634L'orario di apertura è da mercoledì a venerdì dalle10.00 alle 12.00 o su prenotazione telefonica.

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MEMORIAMEMORIAdi Lodovico Ellenadi Lodovico Ellena

Che la giornata della memoria stia diventando uno sconcertante business è ormai evidente. Prendi una pagi-na di storia o un personaggio, martella fino allo sfinimento su di loro e anche la più distratta delle casalingheavvertirà la necessità fisiologica di comprare almeno un libro - che poi non leggerà perché le manca il tempo- su quello che è l'argomento del giorno. Memoria si diceva, e nessuna definizione sembra più ipocrita di que-sta. Ma di quale memoria stiamo parlando? Di quella che dimentica i milioni di morti nei gulag staliniani odi quella che non ricorda gli altrettanti milioni massacrati in Cambogia, di quella che nulla sa delle centinaiadi sacerdoti cattolici assassinati da partigiani italiani nel dopoguerra o delle centinaia di migliaia di torturatida Mao, o degli italiani infoibati da Tito e dei milioni di persone svanite nel nulla nel nome del comunismo?E stiamo parlando per lo più di fatti accaduti contemporaneamente ad Auschwitz, mentre altri addirittura benpiù recenti se non contemporanei. "Ad Auschwitz c'era la neve" recita una vecchia canzone che celebra que-sta pagina di storia, ma lo stesso gelo investì anche mille altre "Auschwitz" rendendole per questo più immen-se perché completamente dimenticate. Oscurate. Annullate. Annichilite. E la chiamano giornata della memo-ria. Fino a quando la memoria sarà una sola memoria infatti, una giornata come questa non potrà fare altroche scavare solchi più profondi. Milioni di parenti delle vittime dell'altra memoria dimenticata non potrannonon sentirsi ancora una volta torturati, assassinati, violentati, annullati all'infinito in una giornata come que-sta: e ne parliamo con cognizione storica di causa. Ma Perlasca salvò migliaia di ebrei, così come - almenosecondo alcuni - lo fece anche Mussolini (peraltro lo fece Almirante), mentre ora pure l'americano Varian Frysi aggiunge a questa lista in progressivo aumento. Faurisson, Mattogno e Graf e decine d'altri con loro sosten-gono invece l'inconsistenza dello sterminio scientifico degli ebrei: teorie ardite che vale comunque la pena dianalizzare prima di condannare, ma il confronto pubblico da anni auspicato da questi autori è di là da venire.Forse hanno torto, forse no, perché allora la memoria ha "paura" di scavare all'interno della propria memoriacosì come hanno invece fatto questi storici "revisionisti"? Qualcosa non torna in questa memoria della gior-nata della memoria, qualcosa non quadra. E fino a quando sarà memoria mutila e claudicante o incapace diaffrontare il confronto, questa giornata sarà soltanto la giornata strumentale della memoria. E questo allalunga non porterà vantaggi a nessuno: né alla storia, né alla verità, né all'uomo. Per queste ragioni ci sembraterribilmente vero - parafrasando Foucault - che la memoria non è di chi ce l'ha ma di chi ha la forza per eser-citarla.

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ILIL COMUNISMO MAGICO E ILCOMUNISMO MAGICO E IL“COSMISMO”“COSMISMO” SOVIETICOSOVIETICOdi MThuledi MThule

Risulta interessante investigare come i principali"ismi" del XX° secolo e vale dire il nazionalsociali-smo ed il comunismo che - di primo acchito - sembre-rebbero differenziati da un'enorme quantità di diffor-mità intellettuali, d'azione, programmatiche nonchépolitiche siano in verità poi uniti da un sottile file d'ir-razionalismo magico.Del Nazionalsocialismo occulto si è detto molto apartire dall'uscita del volume "Il Mattino dei Maghi"di Louis Pauwels e Jacques Bergier, ma resta tuttorapoco conosciuto se non oscuro la palese tendenza cheil comunismo sovietico manifestò per una "dottrina"costruita sul mito della scienza e della razionalità, maanche su principi peculiari della cosiddetta culturamagica.Secondo una concezione oggi molto diffusa, scienzae magia sono nemiche naturali. Ma la questione è malposta: la magia è in primo luogo una forma di rappor-to con il mondo. Sovente i sostenitori della scienzatrascurano che è proprio dal pensiero magico che lascienza si è generata come dimostra - un esempio sututti - l'alchimia, la quale conteneva il germe dellachimica. Ciò ovviamente non sta ad indicare che lascienza e la magia siano la stessa cosa ma la loronetta identificazione è sterile quanto una forzataseparazione.Nell'affermazione di Lenin "la dottrina marxista èonnipotente perché è vera" era già insita la trasfigura-zione dello scienziato in mago. Il marxismo-lenini-smo rivendicava di essere onnipotente proprio perchéla sua era una verità scientifica, trascurando che unaverità scientifica non può essere onnipotente. Non sipuò addurre una contraddizione in termini, poiché nelcomunismo bolscevico la "scientificità" era poco piùdi una parola per legittimare l'"onnipotenza". Ed eraquesta ultima ad avere il sopravvento.La sinapsi tra fisica e metafisica divenne in Era bol-scevica un dato di fatto. Tutti i valori di riscatto eredenzione di cui un tempo era gravata la religione, etutte le aspettative di potere una volta rimesse allamagia, divennero prerogativa della scienza e tecnolo-gia. Per chiarire esemplificando un fenomeno inapparenza magico quale la telepatia poteva essere unartificio dei borghesi, ma poteva funzionare anchesecondo principi materialistici e dimostrarsi quindipassibile di analisi grazie alla superiore scienza mar-xista.

Il perfetto punto di congiunzione tra l'occultismo tra-dizionale e quello scientifico è rappresentato dallafilosofia di Nikolai Fëdorov. Uomo dalla culturaenciclopedica, aveva uno stile ascetico, una grandepassione sia per Dio che per il progresso ed era ses-suofobo in modo quasi patologico.La grande fissazione di Fëdorov , che è stata anche lagrande ossessione di tanti rivoluzionari, era quelladella morte. Il filosofo teorizzava che l'interaUmanità condividesse il "Compito Comune" di "rivo-luzionare" le Leggi della Natura una dopo l'altra sinoad abolire la più ingiusta: la morte. La piena libertà sisarebbe raggiunta solo sconfiggendo la Natura matri-gna. L'Umanità poteva rinascere, e con essal'Universo intero, quando gli uomini si dedicherannoa lavorare collettivamente per il Compito Comune.Questa asserzione aveva la sua origine nell'individua-re da parte di Fëdorov nella frammentazione la radi-ce di tutti i mali. Si può qui individuare la perfettasintonia esistente con il comunismo che aveva qualedottrina unica il Marxismo e come Compito Comuneportare il comunismo in tutto il mondo. L'immortalità ambita da Fëdorov non è meramentespirituale ma la vita eterna doveva estendersi anche alcorpo non considerando infatti l'eternità dello spiritosufficiente. Nel postulare questo non si poneva -come potrebbe sembrare - in contrapposizione conDio ma ne esaltava - secondo il filosofo - la suaopera. Il Creatore inizialmente aveva creato difattil'uomo a sua immagine e somiglianza ma quest'ulti-mo si era allontanato dallo stato iniziale. Bisognavaimpegnarsi pertanto a ritornare verso la natura divinae nel far questo era necessario contare esclusivamen-te sulle proprie forze ed - inutile quasi dirlo - sull'ap-porto della scienza.Come precedentemente scritto il Compito Comuneprevedeva la necessaria riunificazione di tuttal'Umanità e ciò sarebbe stato raggiungibile attraversouna corretta informazione che avrebbe fatto conosce-re la giustezza del progetto e di conseguenza porte-rebbe a ridestare la "vera volontà".Il mondo unificato di Fëdorov è un gigantesco campodi lavoro: non esiste riposo, non esistono distrazionine tempo libero. Il lavoro è il valore supremo ma èanche la suprema soddisfazione, in grado di appaga-re di per sé tutte le esigenze dei lavoratori. Quando ilmomento di lavorare al Compito Comune arriverà,gli esseri umani avranno capito che è quello e soloquello il fine delle loro vite, e quindi non potrannoesimersi dall'impiegare ogni stilla di energia per ilsuo compimento. Come detto il nemico da sconfiggere è la Natura che

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impone all'uomo le sue inique leggi. L'Uomo - dal-l'alto della sua somiglianza a Dio - deve imporre allaNatura le proprie regole sino al raggiungimento delfine ultimo: l'uccisione della morte. Ciò ovviamenteavverrà attraverso tappe intermedie che vedranno lascienza correre in ausilio nel conseguimento delCompito. Una delle tappe è la trasformazione dellaTerra, un magnete naturale, in un elettromagnete.Una serie di cavi elettrici circonderanno il mondo inuno schema a spirale, dando la possibilità di control-lare le tempeste ed in ultimo l'intero clima del piane-ta. (Si noti che l'elettricità aveva un valore quasimagico e questo non solo per Fëdorov ma anche perLenin e molti accademici bolscevichi).Un concetto altresì centrale per la filosofia delCompito Comune è quello di "caduta". La morte esi-ste perché l'Uomo ed il Cosmo stanno vivendo unafase di caduta, ossia di allontanamento da Dio. Laradice di tutti i mali sono stati la passività e, soprat-tutto, l'appetito sessuale. Una delle cose che l'uomodeve fare per risalire è rinunciare all'"orizzontalità" incui la caduta l'ha fatto piombare. La "verticalità" è unantidoto ai pericoli della lussuria e a quelli del sonno.Il passaggio a professare l'ascesi è quindi breve.Tuttavia, per dare origine alle future generazioni cheportassero a buon esito il Compito Comune, il sessoera un male necessario ma, una volta raggiuntol'obiettivo, si sarebbe dato origine grazie alla scienzaad una nuova modalità procreativa in cui il sesso nonavesse più ruolo alcuno.L'immortalità non sarebbe stata però ad appannaggiosolo dei viventi ma - superando i limiti spazio tempo-rali - avrebbe fatto risorgere anche i defunti: la risur-rezione degli antenati rientrava nei fini del CompitoComune. Per questo i musei erano luoghi fondamen-tali in quanto conservavano quei ricordi atti a riporta-re i defunti in vita. Quando infine l'uomo si sarà evoluto a sufficienza ela Terra tutta sarà soggetta alla sua volontà il lavorocontinuerà altrove. Infatti l'universo è pieno di piane-ti da colonizzare. Simbolo di questo progetto ultimosarà la "cattedrale celeste". La cattedrale è uno scia-me di astronavi: ogni singola componente risponde aicomandi del suo equipaggio, ma collettivamente(ritorna la parola d'ordine) si muovono tutti in perfet-ta coordinazione grazie ad un'intelligenza decentra-lizzata che nasce dall'unione delle parti. Col tempoogni pianeta sarà legato ad altri in una sorta di fratel-lanza cosmica in cui il bene di ciascuno sarà connes-so al bene di tutti. Questi sinteticamente gli elementi principali del pen-siero di Fëdorov e molti dei suoi aspetti erano vicini- o almeno adattabili - al marxismo-leninismo: il

lavoro come valore supremo, l'urgenza di superare ledistinzioni tra gli uomini, la necessità di smettere diattendere l'aiuto di Dio. Anche l'immortalità facevaparte di questo filone. Ma ecco nello specifico unabreve carrellata l'influenza del pensiero fedorovianosul bolscevismo.Fëdorov ed i suoi seguaci influenzarono infatti ideo-logi del bolscevismo come Anatoly Lunachassky, perdodici anni ministro sovietico della cultura eAleksandr Bogdanov - uno degli intellettuali predilet-ti da Lenin - la cui opera più importante fu "La stellarossa" che descriveva il futuro comunismo su Marte.Mentre l'aspirazione all'immortalità insita nella dot-trina del cosmismo portò poi a sviluppare tutta quel-la tecnica dell'imbalsamazione dei leader e dei gerar-chi comunisti dopo la loro morte avente massimaespressione nella salma di Lenin imbalsamata ecustodita nel mausoleo della Piazza Rossa, a Mosca.Ma anche molti scienziati sovietici aderirono alcosmismo. Si ricordi Konstantin Ziolkovsky il padredella cosmonautica russa che si occupò anche di ufo-logia, fondatore dell'"hylosoismo" - disciplina stu-diante l'intelligenza innata nella materia -. Questi sioccupò anche di spiritismo e ebbe visioni di "mondiparalleli". Rammentiamo inoltre Vladimir Odoevskyche predisse il raggiungimento della Luna da partedell'umanità per sfruttarne poi le risorse minerarie.Ed infine Yuri Gagarin, il primo uomo lanciato nellospazio, che nel corso del suo primo volo intorno allaTerra trasmise un imbarazzante (per le autorità sovie-tiche del tempo) messaggio di saluto al cosmista eteosofo Nikolai Kostantinovic Rerikh. Nell'apparente sistema ateo e materialista sovietico ilcosmismo fu pertanto l'ideologia semisegreta dellascienza comunista che non è mai morta ed è soprav-vissuta allo stesso marxismo: a Mosca infatti pressoil Centro Internazionale dei Roerichs è ancora attivala "Società cosmista". La lotta contro la morte conti-nua ancora.

BibliografiaDimitri F., "Comunismo magico. Leggende, miti evisioni ultraterrene del socialismo reale",Castelvecchi Firenze 2004AAVV, "The occult in Russian e Soviet Culture", acura di B.G. Rocenthahal, Cornell University Press,New York 1997Nikolai Fëdorov: An Introduction Belmont, Mass.1979

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QUAQUATTROTTRO STSTORIEORIE SUSU HITLERHITLEREDED II SUOISUOI COLLEGHICOLLEGHIdi Lodovico Ellenadi Lodovico Ellena

Non è questione di voler difendere a tutti i costi "l'in-difendibile", piuttosto di chiedersi il perché soprattut-to quando non dovrebbe più essercene alcuna neces-sità, siano state costruite così tante fantasie inerenti lafigura del Fuhrer e del Nazionalsocialismo. Assodatodalla cultura ufficiale ormai trattarsi del "male asso-luto", non passa giorno in cui documentari televisivio nuovi studi puntualmente pubblicati su riviste olibri, aggiungano tasselli sempre più sconcertanti, checon il tempo paradossalmente assumono dignità evalore di verità definitive. E si tratta di firme autore-voli a garantirlo. Purtroppo però invece quando qual-che isolata voce racconta sia pur sottovoce "altre"verità, puntualmente cala un silenzio mediatico escientifico del tutto incomprensibile. Lo abbiamo giàaffermato e la cultura ufficiale non perde occasioneper ribadirlo, il Nazionalsocialismo è stato universal-mente definito "male assoluto": ma allora per qualeragione diventa così necessario aggiungere dettaglispesso facilmente confutabili che ne aumentino lafama sinistra? Ecco servito al circo mediatico un altrodei grandi misteri del nazismo. Ma soprattutto, per-ché questa necessità, perché questa esigenza di inven-tare particolari a volte del tutto gratuiti? E non siparla in questa sede di errori storici - anche se nonmancano nemmeno quelli e soprattutto tra le firmepiù prestigiose come avremo modo di vedere -, bensìdi fantasie belle e buone che oltre a tutto e parados-salmente, una volta smascherate, porteranno argo-menti a chi non condivide la vulgata ufficiale.Vediamo quindi alcune di queste fantasie lasciando leconclusioni al lettore. Certo questi pochi dettagli noncambieranno la storia ma ci auguriamo possano inve-ce far nascere domande, soprattutto perché ci annove-riamo tra quelli che del cosiddetto "revisionismo"non hanno una cattiva idea anzi, ne auspicano ilnecessario salubre svolgimento: tanto per le cose del-l'uomo della preistoria come per quelle della storia.Storia che a volte non è poi però così storia. SulFuhrer è stato detto di tutto. Probabilmente si trattadell'uomo più studiato di tutti i tempi, così svisceratoe radiografato che forse sarebbe possibile tracciareuna biografia minuto per minuto della sua intera esi-stenza. E mai come in questi ultimi anni storici ericercatori hanno potuto pubblicare in merito tonnel-late di materiale, forse in questo motivati dalla curio-sità morbosa del pubblico: per comprendere megliociò, basti fare una breve considerazione. Di un uomo

qualunque a nessuno interessa nulla, ma se quellostesso uomo perde la vita in un incidente - soprattut-to nelle piccole comunità di provincia - il giorno suc-cessivo i giornali andranno a ruba e tutti vorrannosapere tutto il possibile su quell'uomo: il fenomenodurerà qualche giorno e poi tutto tornerà nel disinte-resse e nell'oblio. Abbiamo constatato più volte que-sto fatto. Certo, è possibile dare molte altre risposte inmerito e ben più sottili, resta il fatto che le massehanno una loro psicologia ed i loro meccanismi: equesto ben sanno molti storici divulgatori. Potrebbeinfatti essere questo uno dei motivi che stanno allabase di molte "scoperte" spesso strombazzate ma,così fosse, che guaio per cultura e rigore scientifico.Verrebbe a tal proposito da pensare che per la nostrasocietà la verità sia un fatto ormai superato. Eppureessa da qualche parte è ma forse, come volevaEraclito per la natura, ama nascondersi.

Negli anni '70 uscì un film storico, "Gli ultimi 10giorni di Hitler", firmato dal regista Ennio DeConcini. Tale film si avvaleva della garanzia di HughTrevor Roper, professore di storia modernaall'Università di Oxford, tanto che lo studioso a con-clusione della pellicola firmava la seguente dichiara-zione: "Questo film è il risultato di accuratissimericerche. Sia le parole che le azioni sono tutte basatesu autentiche testimonianze storiche". Ora, al di là delfatto che si vede in tutta la durata della pellicola unFuhrer pimpante e grintoso quando è invece noto cheera ormai affetto dal morbo di Parkinson, un'altra per-lina è data da Eva Braun che - nientemeno su invitodello stesso Hitler - si mette a cantare canzoni ininglese per distrarre donne e ufficiali nel bunker.Poniamo tutto ciò sia vero. Come abbia però potutoRoper, e la produzione del sedicente film storicoaccettare quest'idea, ottenere testimonianze sugli ulti-mi drammatici secondi di vita della Braun e delFuhrer resta fatto inspiegabile dal momento che que-sti due erano completamente soli. La Braun infatti,dopo aver ascoltato la confessione di Hitler che affer-ma che la guerra era perduta già dal 3 febbraio del1943 ma che lui l'avrebbe continuata per non doverloammettere ("il prezzo sarebbe stato la mia vita") equindi doversi suicidare, di rimando dice: "Ma …tutti questi morti… e tu lo hai fatto soltanto per que-sto, per guadagnare tempo. Forse io non ti ho maicapito, non ti ho mai conosciuto" e stravolta inghiot-te una pastiglia di veleno. Hitler, che non si accorgedi ciò perché intento a vaneggiare cose del tipo chelui avrebbe voluto morire il 5 maggio come

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Napoleone, voltatosi improvvisamente vede la donnaaccasciata e immediatamente nota la mancanza diuna pillola di cianuro: a questo punto sbotta in unaserie di affermazioni tipo " Sgualdrina, presuntuosa,insolente e stupida. Mi hai tradito anche tu" ed altreancora più fantasiose che non meritano nemmeno diessere riportate, dopodiché si avvelena e contempora-neamente si spara. Sentito il colpo fuori dalla suastanza ("il cuore della Germania ha cessato di batte-re"), donne e gerarchi senza fare una piega si accen-dono invece una sigaretta: lui infatti non voleva sifumasse nel bunker. "Accuratissime ricerche" le chia-mano. La domanda che sorgerebbe spontanea achiunque a questo punto è una sola: ma com'è possi-bile avere dettagli sugli ultimi colloqui tra la Brauned il Fuhrer se presenti c'erano solo loro ed entrambisono morti subito dopo? Continuano i misteri delnazismo; questo film è stato visto e rivisto per anni(lo ha trasmesso tra gli altri anche Rai2) da milioni dipersone senza che mai nessuno storico o studioso sol-levasse la benché minima obiezione. "Pur di soprav-vivere qualche tempo (è sempre la Braun a dirlo neldrammatico colloquio finale….), non hai esitato amandare a morte milioni di persone". Chi le ha riferi-te queste affermazioni frutto di "autentiche testimo-nianze storiche" e che fine ha fatto questo testimoneauricolare? Fa riflettere.

E veniamo al simbolo per eccellenza del nazismoovvero lo svastica ("lo" e non la in quanto derivatodal sanscrito svasti ossia felicità, al maschile).Quante volte si è infatti sentito, soprattutto nei segui-tissimi documentari televisivi sul nazismo magico oesoterico che dir si voglia, che il simbolo in originesinistrogiro - ovvero con gli uncini rotanti verso sini-stra - è stato invertito verso destra negli anni '20 dalFuhrer in persona per sottolinearne così la valenzanegativa e "satanica"? Infinite, tanto che ormai èdiventato per tutti un fatto assodato. Eppure le cosenon stanno affatto così. Rene Alleau è autore di uninteressante studio (Le origini occulte del nazismo,Parigi 1969, ed. Mediterranee) su cui si potranno diremolte cose ma certo non che si tratti di un libro filo-nazista: ecco quindi cosa dice Gianfranco De Turrisnell'introduzione a questo studio. " Scrive RenéGuénon: "quanto al senso di rotazione indicato dallafigura, esso ha un'importanza del tutto secondaria enon influisce sul significato generale del simbolo; ineffetti si trovano entrambe le forme a indicare sia unarotazione da destra a sinistra, sia una da sinistra adestra, senza che questo implichi necessariamente

l'intenzione di stabilire fra loro un'opposizione qual-siasi". Parole del 1931, pubblicate quando si discute-va sul simbolo scelto da Hitler non ancora al potere.Sicché, a mo' di conclusione, si può dire - come notaancora Julius Evola - che "deve ritenersi una fantasti-cheria ciò che qualcuno ha sostenuto, in margine auna interpretazione "demoniaca" dell'hitlerismo,ossia che il movimento invertito della croce uncinatafosse uno stigma involontario ma chiaro del suocarattere demoniaco". Val la pena di sottolineareancora come queste non siano tesi di saggisti deldopoguerra, ma costituissero dibattito e polemica giànegli Anni Trenta, come dimostra il libro di Guénon,alle cui precisazioni ovviamente nessuno fece caso".Ma non finisce qui; l'enciclopedia dei simboli dellaGarzanti più volte ristampata, pubblica nella sua ulti-ma edizione (pag. 526) un paio di interessanti ripro-duzioni grafiche. La prima riguarda il Buddha assisosul loto con lo svastica sul petto: si tratta di un anticodipinto giapponese del periodo Kamakura e lo svasti-ca è inequivocabilmente destrogiro. La secondariproduzione invece ancor più curiosa, è inerente allaraffigurazione di un usuraio ebreo tratta da unaminiatura dalle "Cantigas de Santa Maria" di Alfonsoel Sabio: sull'uomo campeggiano vicine svastica estella di David: questa volta però lo svastica è sini-strogiro. Ad ogni modo a chiusura di qualsiasi ultimoeventuale dubbio, ecco il risultato di una nostra per-sonale scoperta avvenuta in Piemonte in terra bielle-se; ad Oropa - uno dei più noti santuari marianid'Italia - in cima alla cappella dedicata a Sant'Eusebiofa bella mostra di sé uno svastica in pietra destrogiro,così come nel vicino paese di Rosazza dove nei pres-si della chiesa locale un altro - questa volta realmen-te - enorme svastica in pietra sempre destrogiro tro-neggia. Li volle il senatore Federico Rosazza, altogerarca della massoneria locale, nel 1875. Comespiegare a questo punto la reiterante ed insistentevolontà "satanica" del Fuhrer di invertire il sensorotatorio dello svastica "storicamente esclusivamentedestrogiro"? Eppure quest'idea è ormai un assodatodato di fatto ufficiale e ripetuto in ogni possibileoccasione: fa riflettere.

Veniamo quindi al bravo studioso di nazismo esoteri-co, nonché docente di Filosofia della politica a Parigie curatore di inchieste speciali per la RAI, MarcoDolcetta. Nel suo libro specialistico in merito(Nazionalsocialismo esoterico, Roma 2003, ed.Castelvecchi) il ricercatore a cui comunque va ilmerito di avere realizzato un lavoro nel complesso

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degno e lo diciamo senza ironia, riesce però ad ali-mentare la confusione dilagante con una serie diaffermazioni che poco si addicono ad uno studiososerio: ma gli uomini purtroppo spesso sbagliano.Anzitutto l'inconsistente rivelazione fatta rilevare - epersonalmente verificata nella sua inconsistenzapresso gli stessi ambienti antroposofici - dal giornali-sta Alfonso Piscitelli. A proposito del libro dice infat-ti il giornalista (Linea, 26 marzo 2003): " Dolcetta[…] lo condisce con una inedita rivelazione: Steiner -scrive - divenne da subito un acceso nazionalsociali-sta, giungendo ad affermare che in Hitler si era incar-nata la luce dell'Arcangelo Michele". Ma dove? Nonrisulta che Steiner abbia mai espresso giudizi suHitler. Risulta che abbia condannato il razzismo bio-logico e il nazionalismo esasperati. […] ForseDolcetta è a conoscenza di particolari della vita diSteiner che sfuggono agli altri studiosi. Tuttavia c'èuna frase a pag. 29 del libro che fa riflettere sullefonti documentarie: "Dicerie fatte circolare ad hoc(dai nazisti, n.d.r.) furono sufficienti a far chiuderegià nel 1935 tutti i principali centri antroposoficidella Germania e a indurre Steiner ad astenersi suc-cessivamente dalla politica". O forse Steiner fu indot-to ad astenersi dal fatto che era morto in Svizzeradieci anni prima?" si chiede Piscitelli. Insomma, unbel pasticcio; prima Steiner loda il Fuhrer poi, perqualche altra astrusa ragione i nazisti fanno circolarebrutte voci su di lui al punto da indurlo a smettere conla politica: solo che smette dieci anni dopo la suamorte. Mah. Pensare che Dolcetta è uno degli studio-si a cui si fa riferimento per costruire - e mai come inquesta sede il termine è appropriato - quei documen-tari televisivi sul Nazismo in cui succede di tutto. Manon è finita, e non ce ne voglia il simpatico studiosoche però forse dovrebbe studiare meglio. Nello stes-so volume c'è un'altra perlina che merita di essereriportata; Dolcetta infatti a pag. 76 afferma che in unastanza del castello di Wewelsburg ristrutturato daHimmler per farci un'accademia delle SS Ahnenerbesarebbe "presente la statua di Arminio, ripresa nell'at-to di sconfiggere le legioni romane": ma dove? Forselo studioso parla della gigantesca statua alta decine dimetri collocata in seno alla foresta di Teutoburgo?Certo, non distante da Wewelsburg, comunque un po'difficile da rinchiudere in una stanza ma, e qui sta ilvero sconcerto, in riferimento alla nota battaglia checostò carissima all'imperatore Augusto e a Roma"così come descritto nella Germania di Tacito": falsostorico, in tale libro Tacito non ha infatti mai parlatodella battaglia avvenuta tra l'8 e l'11 settembre del 9dopo Cristo tra Varo ed Arminio, leggere per credere.Al punto che nelle note di una delle tante edizione di

quest'opera, Gian Domenico Mazzocato scrive a pro-posito del fatto sostenuto da alcuni che Tacito avreb-be scritto la Germania a fini propagandistici filoro-mani: "E se opera di propaganda, a favore di cosa? Afavore di un'azione decisa da parte di Traiano cheridimensionasse e riscattasse la storica sconfitta diTeutoburgo di quasi un secolo prima, oppure a favo-re di un prudente consolidamento del confine?": fraseche dimostra l'inequivocabile assenza di volontà diparlare di Teutoburgo. E sono studiosi di fama nazio-nale, fa riflettere.

Ma quando non sono studiosi di fama nazionale sonogiornalisti che a volte si improvvisano tali. E' il casodi Cecchi Paone che comunque non è certo l'unico afare affermazioni opinabili, e a cui và ad ogni modotributata una certa simpatia soprattutto perché in unpaese come l'Italia, che sembra sopravvivere "cultu-ralmente" grazie alle periodiche flebo di grandi fra-telli, ha tentato quanto meno discorsi più profondi. Avolte anche riuscendo piuttosto bene: saremmo fazio-si a nonriconoscerlo. Paone però ancora in tempi recenti inoccasione di una sua trasmissione sul nazismo, ripro-pone per l'ennesima volta la storia di Hitler che alleolimpiadi di Berlino del 1936 si rifiutò di dare lamano a Jessie Owens in quanto atleta negro. Falso,ancora una volta. Fu addirittura Owens in persona asostenere il contrario, tanto che in un'intervista su ungiornale, l'americano disse: "Non è vero che Hitlernon mi strinse la mano. Hitler non strinse la mano adalcun atleta, vincitore o partecipante che fosse (efiguriamoci se il Fuhrer si metteva a stringere lamano ai 4.066 atleti partecipanti a quei giuochi…).Alla cerimonia di chiusura dei giuochi, Hitler cipassò in rassegna e, giunto vicino a me, mi fece addi-rittura un cenno di riconoscimento". (Andrea Benzi,Orion, agosto 2004, n° 239, pag. 48). La stessa noti-zia è stata peraltro riferita dal Sole-24 ore su di unopuscolo uscito in tre riprese; qui Owens afferma:"Tutti i giornali di allora scrissero che Hitler lasciò lostadio indignato dopo la mia vittoria nel salto inlungo sul tedesco Long. Non è vero. Quando, dopoessere salito sul podio, io passai davanti ad Hitler perrientrare negli spogliatoi, vidi il cancelliere che sialzò in piedi e mi salutò con un cenno della mano. Eio feci altrettanto". Nel medesimo studio si aggiungedi quanto Owens fosse diventato popolarissimo inGermania in quel periodo e di quanto buoni fossero isuoi rapporti con gli atleti italiani fascisti, mentre -aggiunge ancora Benzi su Orion - è "superfluo ricor-

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dare come gli Stati Uniti, grandi accusatori dellaGermania per le leggi antisemite, mantenessero lalegislazione e gli usi discriminatori verso i neri fino ametà degli anni '50". Ma non è ancora tutto; l'azzurroArturo Maffei presente a Berlino nel 1936 per com-petere nel salto in lungo al Corriere della Sera cosìparlò: "Non è vero che Hitler non strinse la mano adOwens. Non andò così. Ero lì, nel corridoio sotto latribuna, dopo la gara, il Fuhrer salutò Luz Long cheaveva vinto l'argento. Poi andò da Owens (che avevavinto l'oro) e gli fece il saluto a braccio teso propriomentre questi gli tendeva la mano per stringerla.Allora fu Hitler a tendere la mano ma intanto Owenssi era corretto portando la sua mano alla fronte pereseguire il saluto militare". Materiale al riguardosembrerebbe quindi essercene, eppure per qualchesingolare motivo la storia di Hitler che rifiutò di strin-gere la mano del negro Owens continua periodica-mente a passare come vera e definitiva: fa riflettere.

Ma restiamo in questo campo. Quante volte infatti siè sentito ripetere in siffatti documentari della perso-nalità perversa e "satanica" del Fuhrer? E quante altrevolte abbiamo sentito raccontare la storia di Hitlerche si sveglia allucinato e sudato nel corso della nottementre urla: "Là, là. Nell'angolo. Chi c'è là?", mentrei suoi assistenti cercano in tutti i modi di soccorrerlotranquillizzandolo poco a poco? E via così con altridettagli tutti a confermare che la presenza avvertitadal Fuhrer era, e non poteva che essere, Satana in per-sona perché Hitler - così ci hanno raccontato per annie lo fanno ancora - aveva stretto un patto con il dia-volo tanto che ci parlava pressoché quotidianamente.Resta da capire com'è che, avendo stretto un accordocon lui, ne avesse così paura quando questi si mani-festava magari per suggerirgli qualcosa: ma quisiamo nel demenziale. Parliamo invece della fonte,unica fonte, da cui questa notizia trae origine e da cuisono derivate tutte le teorie sul satanismo hitleriano:l'autore è Hermann Rauschning ed il libro su cui èriportata è Gesprache mit Hitler, uscito nel 1939 epubblicato ovunque nel mondo con enfasi e capillaredistribuzione. Ebbene, si tratta di un falso.Puntualmente smascherato grazie al lavoro certosinodi uno storico svizzero, Wolfgang Haenel, che nel1983 ne parlò pubblicamente ad un convegno deimembri dell'Istituto di Ricerche sulla StoriaContemporanea di Ingolstadt, quindi non a occasio-nali turisti di passaggio. La notizia in Italia uscì sulGiornale il 2 ottobre 1985 a firma di Michele Topa("Hitler mi ha detto" un sacco di frottole) ma "non

pare che la stampa italiana né gli storici vi abbianoprestato molta attenzione. […] Infatti, come spessoaccade, ciò che conviene non far risaltare in una"società dell'informazione" come l'attuale, si tace, sisoffoca. E quel che non si sa, non esiste", scriveAlleau nell'introduzione al suo libro sulle originiocculte del nazismo. Da notare in buona evidenza cheil libro di Rauschning è sempre stato considerato edutilizzato "come fonte sicura e diretta" così certa cheancora oggi l'episodio del Fuhrer e dei suoi incubisatanici passano come verità definitive nonostante la- questa invece sì - definitiva scoperta della falsità dellibro e della totale inattendibilità del suo autore. E'ovvio che Haenel fornisce prove inconfutabili adimostrazione della sua tesi, peraltro verificabili dachiunque consultando il dettagliato articolo delGiornale o consultando il libro di Alleau e, ovvia-mente, mai smentite da alcuno: quindi Hitler nonaveva rapporti con il maligno e storici seri conferma-no lo studio di Haenel. Ma allora perché da più partisi continua a raccontare questa storia perversa delnazismo satanico come fosse vera? Fa riflettere.

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ILIL COSTCOSTO SOCIALEO SOCIALE EE FINANZIAFINANZIA--RIORIO DELLDELL’IMMIGRAZIONE’IMMIGRAZIONE EXTRAEXTRA--COMUNITCOMUNITARIAARIAdi Silvano Lorenzonidi Silvano Lorenzoni

L'immigrazione, in Europa, è un fenomeno che inco-mincia subito dopo la guerra; ma che solo da 20/25anni ha assunto una dimensione preoccupante e sini-stra. Ne è un indicatore il generalizzato - anche sespesso non confessato - malessere che sta incomin-ciando a provocare.Per incominciare, diciamo puresenza mezzi termini chi sono i beneficiari del feno-meno. I grandi beneficiari sono i megaricchi, i finan-zieri usurocratici internazionali, tutti tesi verso l'in-staurazione di quel nuovo ordine mondiale al qualefanno da ostacolo le specificità etnonazionali deiPopoli Europei: per poter raggiungere i loro scopi, ènecessario che quelle specificità vengano distrutte, eper distruggerle lo strumento principe è la cosiddettasocietà multirazziale, primo passo verso una societàformata da atomi umani dislocati, senza appartenen-za, senza religione, senza famiglia, senza identitàetnica, mossi esclusivamente da pulsioni edonistiche:i cosiddetti consumatori puri - nel contempo, troppoottusi e troppo abbietti per potersi ribellare. Ci sonopoi dei beneficiari di secondo grado. Fra di loro, perincominciare, la casta dei politicanti d'accatto - perintenderci, le sinistre - che si rendono conto che il ter-reno sta mancando loro sotto i piedi e che, se voglio-no sopravvivere come casta, devono correre ai ripari.In un'Europa dove, a forza di onesto lavoro, la mag-gioranza della popolazione ha raggiunto un livello divita ragionevole - ha, cioè, superato la povertà - essihanno disperatamente bisogno di un nuovo sottopro-letariato miserabile che faccia loro da serbatoio elet-torale; e questo sottoproletariato sono in via di fabbri-carselo con il materiale umano costituito dagli immi-grati terzomondiali – vi è poi una certa categoria diindustriali per i quali i terzomondiali, che si accon-tentano di lavorare sotto condizioni da rivoluzioneindustriale, sono comodi perché fanno da calmieresui costi del lavoro. Ciò premesso, esaminiamo bre-vemente alcuni ragionamenti che vengono fatti perfar credere agli sprovveduti che l'immigrazione terzo-mondiale è non solo accettabile, ma addirittura unbene. La popolazione europea sta invecchiando - cisono sempre meno giovani che pagano le tasse e sem-pre più vecchi che aspettano di percepire una pensio-ne. Questa è una dura e tragica realtà, che potrebbebenissimo portare a una situazione per cui potrebbe-ro non esserci più una quantità sufficiente di giovani

contribuenti per mantenere in piedi il fondo pensioni.Ma - ci assicurano i soliti - il rimedio c'è: aprire lecateratte dell'immigrazione terzomondiale, formatadi massima da giovani ed eccellenti pagatori di tasse,raddrizzando in quel modo la condizione pericolantedei fondi pensioni. Questo è un argomento di notevo-le valore elettorale, presso un elettorato formato inmodo crescente da vecchietti terrorizzati dalla pro-spettiva di rimanere da un momento all'altro senzapensione. - Ben diversa è invece la situazione reale:l'immigrato terzomondiale è tutt'altro che un eccel-lente pagatore di tasse. Solo un'infima parte degliimmigrati terzomondiali lavora e paga tasse - il restovive d’accattonaggio, di parassitismo, di crimine (ilcrimine è una forma estrema di parassitismo). Ed è lasocietà civile nel suo insieme che paga per la manu-tenzione delle crescenti masse che dal Terzo Mondovengono qua a farsi mantenere (in modo diretto oindiretto). Gli europei giovani, negli anni futuri, nondovranno pagare soltanto le pensioni a quei vecchiet-ti, ma dovranno anche pagare per mantenere masseenormi di parassiti, passivi o attivi - il parassita atti-vo è il criminale, e anche la criminalità ha un suocosto. In Francia si calcola che la presenza dellemasse extracomunitarie costi al contribuente francesecirca 2.000 miliardi di lire all'anno. Per quanto stranopossa sembrare, si risparmierebbe se si istituisse unfondo di rimpatrio e di pensionamento per rimandareall'origine tutti gli extracomunitari presenti in Europae passare là ad ognuno una pensione sufficiente per lasua sopravvivenza: con quel che costa al contribuen-te la presenza di un extracomunitario in Europa, se nepotrebbero mantenere di sana pianta una ventina nelTerzo Mondo. Un'altra spiritosa storia che ci vieneraccontata è che l'extracomunitario è essenziale perespletare lavori che l'europeo ormai rifiuta di fare:lavori pericolosi, nocivi alla salute o semplicementetroppo umili. Si è invece osservato che se si desserodegli adeguati (non astronomici) compensi pecuniari,gente disposta a fare anche mestieri pericolosi o sgra-devoli ce ne sarebbe. Comunque, la tendenza è a chesi preferisca dare il posto di lavoro all'extracomunita-rio, preferendolo all'europeo, perché domanda menoed è disposto a lavorare sotto condizioni peggiori epiù precarie, con notevole risparmio da parte di certiindustriali. La presenza degli extracomunitari non fase non esacerbare il problema della disoccupazione ecreare un generalizzato impoverimento. Tutto questo,dovrebbe di per sé dar da pensare. Ma ci sono dellealtre allarmanti casistiche legate al fenomeno dell'im-migrazione terzomondiale. Principalissime, quelladella criminalità e del continuo peggioramento dellasituazione sanitaria. - E' un fatto che, appare spesso

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sulla stampa quotidiana, che la quantità di tubercolo-tici presente in Europa sta aumentando vertiginosa-mente come conseguenza dell'immigrazione terzo-mondiale. Non viene invece menzionato che la tuber-colosi è una delle prima "infezioni opportunistiche"che accompagnano l'AIDS: c'è da sospettare chemolti fra quei tubercolotici siano anche sieropositivi.Vale l'osservazione che sia il degrado sanitario che lacriminalità sono casistiche legate alla presenza extra-comunitaria: in mancanza di controlli sanitari ade-guati, la distinzione fra clandestino e non-clandestinoviene qui a cadere (a prescindere dal fatto che un'al-tissima percentuale dei non-clandestini non sono senon ex-clandestini che si sono rifatti una verginitàapprofittando di qualcuna fra le numerose moratorieofferte da governi di sinistra). In Europa occidentale,il 70% della criminalità è d'importazione: importatadal Terzo Mondo. E non si tratta di un fenomeno tran-sitorio, legato alla cosiddetta integrazione dell'immi-grato terzomondiale nella società civile. Con il passa-re del tempo, la situazione invece di migliorare siaggrava - si formano i ghetti di colore, su stile ameri-cano, dove una massa di complessati e di infelici,generalmente senza lavoro, si nutre di sogni di ven-detta. E' dimostrato che il tasso di criminalità nonsolo non diminuisce ma sale di generazione in gene-razione fra gli extracomunitari d'Europa: ci si puòperciò aspettare uno spaventoso incremento nei fattidi violenza, all'americana, quando ogni rione, ognicaseggiato, ogni condominio dovrà divenire, speciedi notte, una specie di villaggio fortificato. Per questoè necessaria più che mai una rigorosa politica inmateria di immigrazione. Per questo noi etnonaziona-listi völkisch chiediamo che si agisca in tempo e siaffronti in maniera decisa, determinata, la "questioneallogena".

Silvano Lorenzoni

Il Presidente della Associazione Culturale Identità eTradizione

Info: [email protected]

ETNONAZIONALISMOETNONAZIONALISMO VÖLKISCH EVÖLKISCH EQUESTIONEQUESTIONE ALLGENAALLGENAdi Federico Pratidi Federico Prati

Il livello di mistificazione prodotto dalla propagandaimmigrazionista con cui il Sistema ha cercato dilavarci il cervello per decenni, fortunatamente nonimpedisce alla ragionevolezza dei Popoli Europei diriemergere, quando l’Identità, le Tradizioni, laCultura, la Civiltà e la stessa sopravvivenza etno-raz-ziale delle Stirpi d’Europa sono profondamenteminacciate. Di fronte ad una vera e propria INVA-SIONE (perché di questo si tratta!) di elementi allo-geni provenienti da tutto il mondo, ed appartenenti aculture e tradizioni che nulla hanno a che fare con lanostra atavica cultura di Popoli Indoeuropei, solo unpazzo masochista, un utopista marxista, un liberista oun catto-comunista in malafede, o qualche imprendi-tore in cerca di schiavi da sottopagare, possono gioi-re. Liberarsi dei luoghi comuni instillatici dalla pro-paganda comunista e liberista non è cosa che possaavvenire in quattro e quattr'otto, ma piano piano e allafine a difendere l’immigrazione allogena rimarrannosolo quelle élites marxiste più fanatiche che hannoperso ogni contatto con il popolo. Quindi, noi etnona-zionalisti völkisch andiamo avanti per la nostra stra-da e lasciamoli strillare: saranno isolati dal popolostanco delle loro chiacchiere. Quale popolo, infatti,non reclamerebbe leggi più severe di fronte ad unfenomeno di queste proporzioni che minaccia nonsolo di toglierci le nostre millenarie radici piantate ecresciute dai nostri Avi in secoli e secoli di duro lavo-ro, ma la nostra stessa sicurezza ed incolumità? Ladomanda è retorica: solo un popolo che desideraauto-distruggersi può accettare tale stato di cose. E iPopoli Europei non mancano certo dello spirito disopravvivenza. Ma fin qui siamo all’ovvio. Questecose ce le dobbiamo ripetere per disintossicarci dallamistificazione di quei regimi social-comunisti e liber-taristi che governano l’Europa, al servizio dei mon-dialisti d’oltre oceano, e che c’instillano quotidiana-mente menzogne attraverso una vera e propria ditta-tura del pensiero, mostrandoci continuamente i pre-sunti lati positivi dell’immigrazione allogena, enascondendoci accuratamente gli effetti disastrosiche essa produce. I reduci del marxismo convertitisial terzomondismo hanno già deciso il tipo d’uomoche deve essere creato ovunque: senza identità e tra-dizioni. Comunisti e libertaristi non sono altro chemezzani dell’Alta Finanza apolide, con il compito ditraghettarci verso questo tipo di società, così come losono gli uomini di “cultura” messi dai Poteri Forti neivari mass-media. E’ un vero e proprio indottrinamen-19

to, subdolo perché nascosto dietro la cortina fumoge-na di un finto “pluralismo”, dove in realtà le idee chesi oppongono a quelle mondialiste-immigrazionistevengono tenute fuori, se non perseguitate. Ma comeargomentano i mondialisti? Ecco le argomentazionipiù ricorrenti dei vari esponenti del potere mondiali-sta e della Grande Finanza apolide: 1)L’immigrazione serve ed è utile perché vi è denatali-tà; 2) l’immigrazione sostituisce la forza lavoro –specie nei settori più umili – che manca a noi; 3) l’im-migrazione è un bene perché ci arricchisce cultural-mente; 4) l’immigrazione è da accettare perché è ildestino di tutto il mondo, l’effetto sociale della globa-lizzazione; 5) accettare l’immigrazione e mescolarsiè il supremo “valore” della nostra civiltà. In realtà ciòche il mondialismo vuole è la cancellazione di tutte leidentità etniche, che devono convergere in un’unicapseudo-cultura di stampo yankee. Una vera concezio-ne etnonazionalista völkisch sa che l’individualismosfrenato del Dio denaro, così come il collettivismodistruttivo del marxismo, rappresentano la distruzio-ne dei veri e naturali legami che tengono insieme lemillenarie comunità etnonazionali di Sangue e Suolo:in nome dell’egoismo individuale e in nome dell’eco-nomia, si schiacciano le naturali forme d’aggregazio-ne. Per i mondialisti le persone non sono altro checarne tutta uguale, il punto terminale del materiali-smo. Noi sappiamo istintivamente, invece, che cisono specificità, differenze fisiche e spirituali, insop-primibili. Le culture, così diverse tra loro, sonoappunto diverse perché gli uomini che le hanno pro-dotte sono diversi. Le culture sono la risposta di unadata etnia all’ambiente, sono l’espressione vitale diun’etnia. Imporre un unico calderone artificiale pertutti, mescolare individui appartenenti a diverse etniesignifica creare un mostro, significa creare disarmo-nia, significa investire in destabilizzazione sociale.Ma veniamo alle quattro menzogne ricorrenti. 1)“L’immigrazione serve ed è utile perché vi è denata-lità”; 2) L’immigrazione sostituisce la forza lavoro –specie nei settori più umili – che manca a noi. Ma visembra una scusa degna di persone con un minimod’intelletto? Consultando fredde statistiche si è con-statata una certa denatalità. Ergo: l’unica soluzionesarebbe importare immigrati che riempiano le cullevuote dei nostri popoli… Neanche un accenno a ten-tativi di incentivare la politica familiare e la natalitàdella nostra gente, così bistrattata da femminismo,marxismo, liberalismo, materialismo ed edonismo alpotere. La tecnologia avanza e i macchinari diminui-scono le richieste di manodopera? Nossignore:secondo i mondialisti i dati dimostrerebbero cheabbiamo bisogno sempre dello stesso numero di brac-

cia; come dimostrerebbero che i nostri giovani nonvogliono più fare certi lavori. Anche se fosse vero,perché non incentivare i nostri giovani, invece diassecondare gli imprenditori famelici d’immigrati dasottopagare? E comunque, questa non è una scusavalida per provocare un cambiamento nell’impiantoetnico dei nostri popoli che si rivelerà foriero didestabilizzazione sociale. 3) L’immigrazione è unbene perché ci arricchisce culturalmente; 5) Accettarel’immigrazione e mescolarsi è il supremo “valore”della nostra civiltà. Le orde di allogeni che si riversa-no verso i paesi europei, innescando una catenaesplosiva di problemi a non finire, non costituisconoun “arricchimento culturale”. Per non parlare del pro-blema islamico, ché, malgrado gli apologetidell’Islam e gli antirazzisti si affannino a volercimostrare una sua faccia non pericolosa, sappiamobene la finalità di tale religione: la conversione ditutto l’ecumene a Maometto, con ogni mezzo. 4)L’immigrazione è da accettare perché è il destino ditutto il mondo, l’effetto sociale della globalizzazione.La globalizzazione è certamente un fatto non ferma-bile che va oltre la volontà dei singoli o degli stati,ma vi sono diversi modi di rapportarsi ad essa.Accettare ogni male provocato dalla globalizzazione,spacciandolo addirittura per un bene, non è certo unamaniera per mettere armonia nel caos. Le ondatemigratorie si possono ridurre notevolmente, se solo ilsistema politico-economico che governa l'Europafosse intenzionato a farlo con leggi severe in materiadi immigrazione. Questo implica però un sistemapolitico dove la politica sia al primo posto, e nondove viceversa l’economia e il profitto delleMultinazionali e della Grande Finanza apolide. Inpoche parole occorre subordinare l’economia allasfera politica. E’ necessario, per questo, disciplinarele forze dell’economia ed adeguarle alle necessitàdella comunità etnonazionali europee, infatti politicaed economia stanno tra di loro come il governo di unanave sta alla destinazione della merce trasportata. Abordo, la figura principale è il comandante, non ilmercante apolide. E’ necessario lottare contro i porta-voce del turbocapitalismo USA che altro non voglio-no che trasformare l’Europa in una colonia degliStates. Ecco perché noi dobbiamo rigettare il model-lo americano impostoci alla fine del secondo conflit-to mondiale. Per questo è necessaria più che mai unarigorosa politica in materia di immigrazione. Per que-sto noi etnonazionalisti völkisch chiediamo che siagisca in tempo e si affronti in maniera decisa, deter-minata, la "questione allogena".Al posto della socie-tà meticcia, multireligiosa, individualista di ispirazio-ne americana si dovrà ritrovare e rinnovare la com-

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pattezza etnonazionale e culturale delle varie Stirpid’Europa.

Solo allora ri-sorgerà l’alba sui Popoli Europei!

Federico Prati

Il Segretario della Associazione Culturale Identità eTradizione

Info: [email protected]

ETNONAZIONALISMOETNONAZIONALISMO EE IMPERI;IMPERI;STSTAATITI NAZIONALINAZIONALI EE “MOL“MOLTITUDINI”TITUDINI”

di Silvano Lorenzoni e Federico Pratidi Silvano Lorenzoni e Federico Prati

Un'unità etnonazionalista è l'espressione politica delfatto etnico; un'etnia essendo un insieme umano cul-turalmente e geneticamente omogeneo. E solo uninsieme politico etnonazionale - cioè uno stato checoincida con un'etnia - può avere la speranza di avereuna durata indefinita e può essere in grado di offrireai suoi abitanti uno stile di vita in sintonia con quellache è la loro natura, determinata da fatti storici e bio-logici che, molto spesso, si perdono nella notte deimillenni. Dovrebbe essere chiaro che l'etnonazionali-smo völkisch non implica l'isolamento: ma lavorareinsieme in modo proficuo è possibile soltanto fraunità etniche che però geneticamente siano analoghee culturalmente non inconciliabili. Una collaborazio-ne fra etnie diverse che non andasse a scapito delleloro specifiche identità era, nel passato, garantita daquel sistema politico, adesso demonizzato dagliimbonitori di cervelli, che era l'Impero. Ultimo fulgi-do esempio di questo sistema politico fu la doppiamonarchia sul Danubio, l'Impero Asburgico. È pocorisaputo, perché occultato, che già nella prima metàdell'Ottocento ci si preparava a rendere tripla questadoppia monarchia, della quale la terza capitale, dopoVienna e Budapest, sarebbe divenuta Venezia. Questasoluzione, troncata dalla guerra del 1866, avrebbegarantito alle Popolazioni Padano-Alpine e, in gene-rale, centro-europee, un futuro di benessere, svilup-po, pienezza, quasi inimmaginabili. Ancora meno diun secolo fa un altro splendido esempio d'impero fula Russia; e prima ancora la Cina: alla Cina imperia-le poterono sottostare la Mongolia, il Turchestan finoall'Ural e il Tibet, senza oppressioni di sorta e senzatentativi di snaturamento da parte del governo centra-le. Caratteristiche d'impero (sia pure, entro certi limi-ti, problematiche) ebbe anche la Germania diBismarck.

Contro l'impero - sintonia naturale d'unità etnonazio-nali - si erse, negli ultimi due secoli, il nazionalismodi stampo giacobino e massonico. Ci si riferisce aglistati-nazione, vere prigioni (altro che l'ImperoAsburgico!) nelle quali venivano (e vengono) com-pressi i più disparati raggruppamenti etnici in mododel tutto innaturale: si pensi - caso limite - alla spa-ventosa condizione del Tibet odierno. Mettendomano al lavaggio cerebrale mediatico e alla repres-sione poliziesca, lo stato nazionale ha sempre cercato21

di massificare e meticciare la propria popolazione,costringendola ad una lingua unica, qualche voltafabbricata a tavolino, e obbligandola a vedere se stes-sa come appartenente ad un qualche agglomeratoumano/disumano, anche quello fabbricato all'uopospesso anch'esso inventato a tavolino (vedi la"Jugoslavia", la "Cecoslovacchia" e anche "l'Italia").Si pompava così in testa alle popolazioni una certeinfatuazione ("immortale principio") per renderlacarne da cannone servizievole per le imprese com-merciali degli oligarchi della finanza internazionaleche, dietro le quinte, stettero sempre dietro alleimprese "nazionalistiche"dei tempi moderni. Così,milioni su milioni di persone d'eccellente qualitàgenetica furono mandate al macello perché determi-nati contorti figuri potessero fare soldi.Come stadio successivo, il processo di massificazio-ne non si è fermato allo stadio nazionale ma adesso lotrascende. Lo stato nazionale di stampo giacobino,una volta espletato il suo servizio verso gli usurocra-ti internazionali, ha preso la via dell'immondezzaio. Equesto è un processo lungo il quale, al solito, marxi-smo e capitalismo finanziocratico vanno a braccetto.Marx, ai tempi suoi, aveva pontificato che sarebbestata la rivoluzione industriale (pilotata dagli "odia-tissimi" borghesi) a rendere possibile il raggiungi-mento dell'utopia edonistica - la "fine della storia" -cioè il paese dei balocchi, dove tutte le strade sareb-bero state sempre in discesa. I neomarxisti dei centrisociali e i "new global" dei tempi nostri (fra i qualiAntonio Negri e Michael Hardt, autori di un libro divasta risonanza in quegli ambienti, titolato non a casoImpero) pronosticano che il raggiungimento delpaese dei balocchi passerà attraverso l'uniformizza-zione assoluta, attraverso la scomparsa dell'umanoper fare posto alla "moltitudine"; e non a caso il neo-marxismo new global gode dei finanziamenti deigrandi usurocrati, come George Soros, perché la for-mazione dell'universale "moltitudine" è e sarà pilota-ta dall'attività globalizzante delle multinazionali. Untipo pseudo-umano senza razza, senza tradizione,senza cultura, senza religione, senza personalità defi-nita, mosso solo da stomaco e intestino e armato di uninfinito risentimento, si dedicherà poi ad un sabotag-gio/partigianismo pandemico dal quale scaturirà ilpaese dei balocchi (in base a quali meccanismi, non èchiaro). Questo è lo stadio finale, auspicato da marxi-sti e usurocrati, che dovrà essere raggiunto dopo laliquidazione di tutti gli etnonazionalismi. E' controquesto tentativo, attuato dalla massoneria e dalla AltaFinanza apolide, di cancellare, di distruggere laTradizione e l'Identità etnica, culturale, linguistica,storica, civile d'ogni comunità etno-nazionale

d'Europa che noi dobbiamo combattere!Per questo noi etnonazionalisti völkisch ci battiamoper la costituzione di un'Europa delle comunità etno-nazionali etnicamente e culturalmente omogenee.Comunità tra loro con-federate sul modello del SacroRomano Impero della Nazione Germanica o sulmodello dell'Impero Asburgico.

Il Presidente della Associazione Culturale Identità eTradizione Silvano Lorenzoni Il Segretario della Associazione Culturale Identità eTradizione Federico Prati

Per info: identita_tradizione@yahoo.

MINNE MINNE ADUNAADUNATTAA V -V - VIVIdi di AlchemicaAlchemica

V

Portatori del Segno voi siete degni di questaRivelazioneAl centro d' ogni emanazione risiede il PotereLinea retta diventa curva quadrato cerchioAl crocevia di Spazio e Tempo il Sigillo vibraPortatori del Segno la sua vibrazione è indicibileAltro non esiste che l' inesistenza di questo puntoChi si rende partecipe di questa Sapienza è meglioche tacciaNelle contrade degli uomini non è ben accettoChi ha scorto Lucifero assiso incoronato

VI

Nudo sul picco di una montagna l' Uomo Sole osser-vaIl suo sguardo è il cristallo della rocciaLa struttura geometrica dell' infinita realtàPuro sul picco di una montagna Kaivalya regna

www.alchemica.it

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ESTRAESTRATTTTOO DALLDALL’INTRODUZIONE’INTRODUZIONEDI “ADI “ATTTTACCOACCO ALLAALLA SOCIETSOCIETAA’’ DELDELNULLA”NULLA”di Paolo Soladi Paolo Sola

...Il nulla è un'entità concreta, massificante e benramificata, la cui consistenza si traduce in un pactumsceleris stipulato tra sottili menti machiavelliche edinfimi scherani che, sotto ben precise direttive, mano-vrano i media, ormai sempre più invasivi oltre chedispensatori di stupidità a basso costo. Tra le varietrame ordite dalla cupola mafioso-mediatica di cuisopra ad esempio, rientra l'obiettivo di svirilizzare edirridere il maschio bianco, diffondendo comprovati (aquanto pare) sondaggi, secondo cui le ragazze di oggireputano l'uomo bianco occidentale banale, noioso,effeminato ecc, preferendo invece gli uomini di colo-re, per la prestanza fisica mentre gli ebrei1 per la lorointelligenza e cultura. Insomma, ragazze, accoppiate-vi con un individuo maschio qualsiasi, purché nonbianco ed occidentale! Il conio di un eufemismoquale etno-masochismo2, cui l'autore, in altra sede, èsolito ricorrere, risulta quanto mai attuale ed ampia-mente percepibile nella tragica e disarmante realtàquotidiana. Paradossalmente, tale forma di masochi-smo etnico è la quinta colonna delle forze tentacolaridella liberaldemocrazia, esportata 60 anni or sonosulle terre della nostra vilipesa Europa a suon di bom-bardamenti indiscriminati sulla popolazione civile, lecui mire internazionaliste, teoricamente retaggiodella fallita esperienza bolscevica, piegano la resi-stenza dei paesi di tutto il mondo. Etno-masochismoche si traduce visivamente nella logica bieca e pelosadel politically correct, rintracciabile in qualsiasiangusto spazio della quotidianità: carta stampata,spotpubblicitari, telefilm, talk show, notiziari ecc.

Nelle sfilate di moda o nelle compagini di stripteasenon può mancare puntualmente il modello di colore,sempre pronto a sconvolgere i sensi di teen-agerlobotomizzate, o di cinquantenni alla ricerca di emo-zioni forti. Queste poi sarebbe più corretto definirleesecrabili forme di auto umiliazione (mi riferisco apotenziali madri di famiglia intente a strusciarsi con-tro i corpi sudati di giovani virgulti, i quali, midispaccio per le tardone di cui sopra, per un capriccioanagrafico potrebbero essere tranquillamente lorofigli).Dunque, l'Europa sta inesorabilmente assumendo lefattezze di un involucro vuoto, un gigantesco calde-rone da colmare con qualsiasi aberrazione visiva che,

puntualmente, penetra nella mente sino a divenirnedogma. Il gendarme d'oltreoceano poi, svolge da oltremezzo secolo il ruolo di rieducatore delle massepopolari del vecchio continente, realizzando l'obietti-vo di plasmare, utilizzando un termine di "lovecraf-tiana memoria" (americano anch'egli, ma di ben altrarisma), delle autentiche "amorfe abiezioni". Il capodella rivoluzione Nazionalsocialista, a suo tempo,ebbe a dire: "Nessuno è più stupido degli Americani".Se tale affermazione è assolutamente condivisibile,allora risulta ancor più avvilente constatare come ipopoli d'Europa, in un inesorabile forma di gradualesuicidio collettivo, abbiano logorato le proprie forze,estinto ogni possibilità di reazione, per collocarsi adun livello paritario, se non inferiore, del proprio men-tore d'oltremanica, raggiungendo appieno quella tota-le vacuità mentale machiavellicamente programmatadalle lobby mondialiste.

E si sa, ciascun cranio, una volta svuotato di qualsia-si frammento di materia grigia, può essere colmatocon qualsiasi aberrazione: dunque, ecco che si con-cretizza la bontà della società multirazziale, la neces-saria adesione al modello americano come unicascappatoia per un'Europa agonizzante e morente, lademolizione di qualsiasi forma di modelloTradizionale....

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LILITH o LUNALILITH o LUNA NERANERA ININASTROLOGIAASTROLOGIAdi Fridadi Frida

La sua mitologia si rifà appunto alla prima compagnadi Adamo ,la prima donna comparsa sulla terra, crea-ta da Dio direttamente dal fango come Adamo ,simultaneamente e indipendentemente da lui. Lilith eAdamo si combatterono fin dal primo momento perla supremazia sul mondo e l'uno sull'altro , finché Diola relegò in fondo al mare ( in termini psicologicinell'inconscio dell'uomo ) e da una costola di Adamocreò Eva : nata da lui e per lui, fedele e sottomessa., mentre Lilith esige parità di diritti., Una simileimmagine non può assumere che un aspetto oscuro einquietante e talvolta castrante .Dai tempi biblici a oggi , l'uomo non sembra averintegrato alla coscienza questo contenuto rimosso nelsuo inconscio : il mito di Lilith ha così assunto per lapsiche umana un'importanza sempre crescente , di cuiesistono prove concrete in ogni epoca: Dalila ,Giuditta , Euridice , la "sirena " dei greci, " Rusalka "nella mitologia slava " Lorelei " in quella teutonica.

Nel corso dei millenni due sono le interpretazionidiverse attribuite a questa fantomatica LILITH dal punto di vista astronomico.La prima e più suggestiva e' che si tratti di un secon-do , invisibile satellite terrestre.Nella tradizione egizia si ha notizia di un ipoteticocorpo celeste ruotante attorno alla terra ,ma pratica-mente invisibile, chiamato col nome di Nephtys.Nel 1618 , il 21 settembre , il padre gesuitaGiovanbattista Riccioli scoprì un piccolo satellite alquale diede un passo giornaliero di circa 3 '. Anchenei secoli successivi qualcuno parlò di avvistamenti,visibili quando Lilith incontra la superficie solare, mala normale osservazione astronomica ha sempre datoesito negativo. Recentemente e' stato avvistato nellospazio un corpo scuro al quale e' stato dato il nome di" Cavaliere nero " e questo potrebbe essere quelloche meglio rappresenta Lilith, invisibile perché inca-pace di riflettere la luce del sole.

La seconda interpretazione e' dovuta a Don Néromannegli anni 30 e non e' secondo lui un altro pianeta ,main realtà e' un punto matematico, un punto virtuale

dello spazio e più esattamente il punto in cui la luna,durante il suo movimento attorno alla terra, verrebbe

a trovarsi alla massima distanza da questa e in astro-logia questo apogeo lunare e' stato chiamato Lunanera o Lilith .

I movimenti di tutti i corpi celesti sono soggetti adelle leggi ben precise che furono enunciate daNewton e Keplero.Secondo tali leggi tutti gli astri descrivono un'orbitapiana ellissoidale , rispetto al corpo celeste intorno alquale ruotano. Partendo dal centro di questa ellisse,vengono così individuati due punti , detti fuochi , iquali sono gli estremi del semiasse maggiore.Sono state compilate delle tabelle (Effemeridi) dallequali si può dedurre la sua posizione giorno per gior-no nello zodiaco, con un passo di circa 6' 30'' giorna-liero.

Detto questo, il volto ambiguo di Lilith comincia arivelarci la propria natura ambivalente : non è indivi-duabile fisicamente al pari di un pianeta, tuttavia pos-siede una capacità di influenza ben superiore ad unsemplice punto di incidenza di coordinate astrali. E'un identità che prende forma su di un piano simboli-co, ove l'astrologo si trova ad accettare appieno lanatura misteriosa di Lilith per poter comprendereliberamente gli effetti di questa sulla natura umana.La presenza fisica come da noi intesa per via delnostro bisogno di tangibilità non rappresenta unacondizione essenziale di esistenza in astrologia. Adesempio, in un sistema dove il concetto di esistenzadovesse equivalere alla qualità di tangibilità non esi-sterebbero nemmeno i segni zodiacali.In entrambe le teorie di Riccioli e Neroman, il glifoche rappresenta Lilith e' una falce di luna calantecon la croce in basso.

Quindi la LUNA NERA o LILITH che dir si vogliaè un simbolo e ciò che colpisce sempre l'astrologo èl'estrema sensibilità del punto zodiacale e della casaoroscopica in cui si trova , attraverso questi è possi-bile stabilire l'atteggiamento inconscio di una perso-na nei riguardi dell'amore e del sesso e di diagnosti-care l'eventuale esistenza e la natura di conflitti psi-chici e di malattie psicosomatiche.

Ci sono interpretazioni di temi natali in cui l'analisisi rivela falsata se si omette di considerare la lunanera, se questo punto zodiacale corrisponde infatti ,in parecchi temi a strazi, sofferenze, lutti o crolli irri-mediabili, restano altri temi nei quali la stessa è inanalogia con la creatività , il potere, l'esaltazione del-l'io , in questi temi la sofferenza cede il passo alla ten-

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denza verso un fine, verso un'ascesa…., ma di qual-siasi tema natale si tratti , la Luna Nera è sempre ilpunto di convergenza radicale di tutte le linee di forzadella personalità, è il sinonimo dell'evoluzione e deicambiamenti , l'immagine della nostra vita interioreche deve essere in continuo mutamento, per obbligar-ci ad evolvere.Essa rappresenta , per l'uomo, l'aspetto oscuro edinquietante della donna, l'insieme di tutte le esperien-ze negative avute prima con la madre e poi con ledonne , per la donna la luna nera rappresenta quellaparte della sua femminilità rimossa che Jung chiama" ombra " in contrapposizione col suo io ideale sim-bolizzato dalla luna.Fintanto che sia l'uomo che la donna non avrannointegrato a livello del conscio questi valori negatividalla luna nera, questa agirà nella loro vita ed inmodo particolare nel loro atteggiamento e nel lorocomportamento verso l'altro sesso, come un pericolo-so sabottatore capace di mandare all'aria qualsiasirapporto di coppiaDa un lato questo simbolo rappresenta l'animale ten-tatore , ingannatore, condannato a strisciare sullaterra e ad essere calpestato( nella Genesi ), dall'altrolato, la trasformazione psichica che può essere opera-ta per suo mezzo, la guarigione dell'anima e delcorpo.

Ecco in breve tutta la ricchezza e l'ambivalenza psi-cologica racchiuse nella luna nera che pertanto assu-me una importanza eccezionale nell'interpretazionedi un oroscopo.Ci farà vivere situazioni che non potremo dominarecome vorremmo, ci impegneremo senza essere mini-mamente consci dei problemi che esse comporteran-no ma saremo obbligati ad affrontarliLa luna nera indica qual' è il lato oscuro della pro-

pria personalità quello che nessun altro al di fuoridell'interessato scorge, così possono esserci istinti diviolenza in una persona che appare dolce e gentile atutti , e che esploderanno in determinate occasioniindicate dagli aspetti che questo punto forma con glialtri pianeti.Contiene in se anche le doti sviluppate nelle vite

precedenti, e si cercherà di ripetere lo schema giàprecedentemente usato , facendo però attenzione,perché si dovranno affrontare di nuovo i problemi egli stessi ostacoli che non si sono superati e in casodi insuccesso capire cosa succede e adottare un com-portamento nuovoQuesto lavoro non si effettua senza angoscia, sensa-zione che sempre si percepisce nelle difficoltà rela-zionali dovute aspetti della luna nera e questa sensa-

zione è più forte nelle posizioni di segni d'acqua ,quali Pesci, Scorpione e Cancro, naturalmente piùrecettivi al lavoro dell'inconscio e nelle case IV VIIIXII corrispondenti a tali segni .La paura dell'ignoto, la voglia costante di mollaretutto, il panico nelle situazioni difficili possono esse-re così forti da portare al suicidio . Per poter final-mente riposare.Data come certa l'esistenza del libero arbitrio, nellavita dell'essere umano Lilith rappresenta una scelta:il "Cavaliere Nero" porta sempre al bivio biforcatoverso o l'evoluzione data dall'esperienza sofferta , oall'involuzione data dal rifiuto alla lotta.

Come dice Shri Yukteswar al suo allievoPaharamansa Yogananda nella " Autobiografia di unoyogi " : " L'Astrologia e' lo studio delle reazioni del-l'uomo agli stimoli planetari. Le stelle non hannonessuna benevolenza o animosità cosciente. Gli Astrifine a se stessi, non possiedono il potere né di aiuta-re, né di danneggiare l'umanità; la volontà è una pre-rogativa esclusiva dell'uomo. Il sistema Astrologico èil mezzo che permette alla legge karmica di causa edeffetto , che ogni uomo ha messo in moto, di esplici-tare la sua azione equilibratrice. Un bimbo nasce nelgiorno e nell'ora in cui i raggi celesti si trovano inarmonia matematica con il suo karma individuale. Ilsuo oroscopo e' un ritratto fedele e minuzioso cherivela il suo inalterabile passato e i suoi probabilirisultati futuri. L'uomo saggio vince i propri pianeti,cioè il proprio passato, assoggettandosi al Creatoreanziché alla sua creazione.L'anima è sempre libera , non ha fine perché non haun principio, non può essere inoltre assoggettata allestelle.L'uomo ha un corpo ed una mente : quando ha giusta-mente collocato il proprio senso di identità lascia die-tro di se qualsiasi costrizione preordinata. Fino aquando resta nel confuso stato di amnesia spiritualeche gli è solito, sarà incatenato alla legge che lo cir-conda "

La posizione della luna nera in un oroscopo, permet-te di capire la dinamica degli incontri karmici: vivia-mo con le stesse persone, vita dopo vita , sia pur inrapporti diversi, per porre rimedio a fallimenti, erro-ri morali ed ingiustizie. D'altra parte anche la volon-tà dell'anima utilizza tali schemi per proseguire inuna idea o in una missione troppo importante peressere lasciata incompiuta, tra queste opportunitàcompaiono gli incontri del destino, porte che si apro-no da sole e rispondono con questi miracoli alle

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nostre più profonde aspirazioni in momenti neri dellavita.

Con la luna nera , la pratica astrologica consente , indefinitiva di penetrare nella parte più profonda dellapsiche umana, l'inconscio, di farvi luce e di realizza-re per quanto possibile, una personalità più equilibra-ta e più armoniosa.Particolare importanza hanno quindi gli aspetti che laluna nera forma con i principali pianeti , la sua posi-zione nei segni zodiacali e specialmente la posizionenelle case dell'oroscopo natale di cui daremo spiega-zione dettagliata nel prossimo numero della rivista..

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SONOSONO GIORNIGIORNI NONNON FFACILIACILIdi Controculturadi Controcultura

Sono giorni non facili, per chi intende giocare un pro-prio ruolo autonomo, originale, innovativo, nel qua-dro dell'antagonismo culturale e politico. Da un lato,anche quest'anno abbiamo assistito ad un battagemediatico orchestrato senza risparmio di mezzi, dipersone e di inventiva, sulla questione della "memo-ria degli olocausti" (che però, come mi ha fatto nota-re qualcuno, con ardire critico davvero inusuale, allafine si riduce ad UN solo Olocausto); battage che cre-sce di anno in anno geometricamente, tanto da indur-re la più cupa disperazione sul ruolo totalizzante deimass-media e sulla credibilità autoreferenziale deimessaggi che veicolano. E sull'effettiva possibilità dichi non aderisce, o peggio si oppone a questo confor-mismo, di far sentire la propria voce dissenziente.Dall'altro lato, sul versante di quelle che crediamo leultime risorse da annoverare nel fronte del "NO" allavisione globalem neo-cons, abbiamo avuto fresca fre-sca la spiacevole sorpresa di un bell'accordo tra l'Irane la Fiat per la costruzione di uno stabilimento vicinoa Tehran. Non abbiamo dubbio, che tutte le carte dell'accordosiano perfettamente in regola, sia da un punto di vistacommerciale, che morale; e non ci compete certo, difar emergere la contraddizione di un'Italia che va acostruire uno stabilimento, per poi molto probabil-mente andarlo a bombardare. Siamo ormai troppoassuefatti alle capriole, alle "giravolte spaziali", efinanco ai tradimenti del nostro Paese, per aver vogliadi chiosarli ancora. Lasciamo che siano i nostri sven-turati alleati di turno, a lambiccarsi sul concetto dilealtà e di morale che alberga nello Stivale.Quello che ci dispiace, invece, è di constatare comealla fine tutti i bei discorsi sugli altissimi ideali e suldiritto di ogni popolo alla sua Weltanschauung, allafine si riducano a normali transazioni commerciali.Mani chiuse a pugno che si minacciano rabbiosamen-te dalle tribune, e che si stringono poi calorosamentenei salottini delle banche. Ma forse trattare con la Fiatdegli Elkann è meno disdicevole che fare affari con laFiat degli Agnelli, quella dinastia che si è sbarazzatasenza troppi problemi del figliol prodigo approdatoall'Islam sciita, a dire di un'inchiesta dell'ente televi-sivo iraniano, vista in tutto il mondo arabo? La sotti-le distinzione tra le due Fiat davvero ci sfugge, eforse qualcuno ce la dovrebbe spiegare.

Ma forse, prima ancora di questo chiarimento, qual-cuno ci dovrebbe spiegare, per cortesia, se tutto ciòconsiderato il bene del popolo - quello supremo,intendiamo, e non la pancia piena di un giorno - risie-de nei proclami indefettibili, o negli accordi commer-ciali, perché noi a questo proprio sfugge.

Ci chiediamo se le parole belle, altisonanti, nette, suquello che è giusto e non è giusto siano qualcosa chebisogna applicare davvero, tradurre in atti concreti, ose non siano una mera riserva mentale, un conatusnobile ma irrimediabilmente teorico nel momentostesso in cui vengono pronunciate, per cui l'allocuzio-ne "ad ogni costo" scade da impegno alla volizione amero intercalare. Se il faro dell'azione di uno Stato èla realpolitik, l'utile concreto e a scadenza non troppolontana, ce lo devono dire chiaramente e non ci devo-no illudere che le regole del gioco siano diverse e piùalte. Ma insomma: è sempre e soltanto il Dio Denaro,che conta, o c'è anche qualcos'altro? Forse che gli altiideali competono soltanto al popolino, quel popolinobue che comunemente riteniamo governato dal ven-tre, mentre invece nelle sofistiche e sofisticate stanzedel potere le regole non possono essere quelle? Gliideali che l'hanno, un posto in politica e negli Stati, ogli idealisti sono necessariamente apolidi ed apoliti-ci?

Per non gettare tutta la croce addosso ad un solo sog-getto, diremo che già il fatto di vendere il petroliosolo in dollari USA, unico motivo che rende il dolla-ro cosa diversa dalla carta igienica, una moneta checolleziona sui suoi due lati più simboli massonici diun manuale per apprendisti muratori, non va ad onoredei Paesi cosiddetti islamici, incluso un regimedichiaratamente teocratico come quello saudita; equanto alle belle idee socialiste di Gheddafi, abbiamovisto come da qualche mese il suo bel Libro Verde siafinito a pareggiare le gambe del tavolo.

Non abbiamo dubbi, che potranno essere messe incampo una quantità di sottigliezze, per giustificaretutte queste cose. Ma a noi le sottigliezze sul Bene esul Male non piacciono; ci piacciono le idee in bian-co e nero, senza mischiare. Il caffelatte, per favore,prendiamolo solo a colazione… Aspettando un chia-rimento che non verrà, conserviamo quel valore che èla nostra coerenza e la nostra personale integrità.

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ISOLAISOLA BIANCABIANCAUN FORUM, UNUN FORUM, UN PROGETTPROGETTOO

di di AlchemicaAlchemica

Siamo orgogliosi di presentare sulla rivista di Thule il nuovo forum "Isola Bianca" raggiungibile sulla rete alseguente indirizzo: http://www.isolabianca.net/forum

Questo forum vuole essere una piattaforma organizzativa per avanzare sulla strada già tracciata da qualcheanno nel mondo virtuale e per raggruppare le migliori realtà antagoniste ed identitarie della penisola italiana.Nato per volontà delle menti organizzative dietro a Thule Italia e Alchemica il forum si configura come unostrumento versatile dove affrontare un discorso che tenga conto sia dell' aspetto teorico-metapolitico che diquello operativo-politico. Viviamo in tempi difficili dove nonostante le comodità offerteci della tecnologiainformatica organizzarsi e pianificare dei cambiamenti sostanziali nei nostri modi di vita non è qualcosa disemplice anzi, mai come oggi il singolo individuo è schiacciato da un complesso meccanismo di leggi invi-sibili che lo legano ad un ruolo marginale e privo di aperture verso la sfera del sacro e dell' eroico.Isola Bianca vuole essere il faro nella nebbia per tutti coloro che oggi vivono questa condizione instabile e inattesa di rivolgimenti. Un luogo dove conoscersi realmente, stringere rapporti che sappiano continuarsi oltrelo schermo e divenire carne. Un ulteriore passo verso l' unione e la trasmutazione delle nostre energie.

Questo progetto è anche un voler andare una volta per tutte oltre i triti concetti che annacquano puntualmen-te ogni analisi politica, sociale ed economica. E' il tentativo di formare un nucleo di uomini nuovi, liberi daschematismi meccanici, da appartenenze dogmatiche a religioni morte, da intellettuali da tastiera e rivoluzionari della domenica. I cardini del nostro pensiero sono quelli immutabili che non perdono valore diepoca in epoca. Guardiamo al passato come al tracciato di chi ci ha preceduto cercando di discernere gli inse-gnamenti che possano tornarci utili per il presente ma senza nostalgismi autocelebrativi.La nostra unica grande nostalgia non riguarda qualche periodo del passato ma riguarda l' Eterno che è attin-gibile unicamente da quegli uomini che, aperti gli occhi sulla dura realtà, decidono di sacrificare sé stessi aun ideale più alto.

Quindi la nascente comunità dell' Isola Bianca non va vista come un punto di arrivo bensì come un punto dipartenza per ben più significative imprese che contemplino la collaborazione reale di tutti i suoi partecipan-ti.Ognuno di voi è chiamato a dare il suo contributo e a diffondere i contenuti del nostro operato, ognuno di voiè indispensabile affinché si crei qualcosa di duraturo ed efficace che arrivi ad incidere dei segni tangibili nellanostra società. Con questi obiettivi in vista speriamo vivamente di ottenere da voi un aiuto effettivo e che nuova linfa crea-tiva possa scorrere nelle vene del gruppo Thule Italia. Siamo certi che voi, come noi, siete guidati inesorabil-mente verso il compimento di una meta più alta e che anche un semplice forum possa rappresentare una"porta" verso dei cambiamenti e degli incontri decisivi per la propria esistenza.

Tutte le grandi cose iniziano da qualcosa di piccolo. Che questo seme sia fecondo!

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LOLO STSTAATTOO ARISTARISTOCRAOCRATICOTICOEUROPEOEUROPEOdi di AAvatvatarar

La concezione dello stato oggi, in questa società bor-ghese e decadente, è fin troppo nota. Nonostante que-sto è utile rivedere a cosa sia arrivato a essere questavisione dello stato.Per il mondo borghese, che oggi costituisce il mondopiù veramente "bolscevico", bolscevico nell'arte, bol-scevico nell'educazione, bolscevico nel modo diesprimersi; bene, per questo tipo di stato, che hacome fondamento la borghesia, lo scopo non puòessere che il garantire alla massa il benessere econo-mico, tutto inizia e si conclude in questo. Non deve sorprendere più di tanto. Infatti, ogni mani-festazione politica, sociale, economica e spiritualedipende da quale conglomerato di individui prendeforma. In questo ravvisiamo il manifestarsi nel prati-co di come il BORGHESE, intenda l'uomo. Essovede principalmente nell'uomo l'INDIVIDUO. Essoè, per il sistema, un atomo nel processo economico.Esso deve lavorare, produrre, consumare e di nuovolavorare, questa è la catena dell'uomo massa. Tutto ilresto, il sentimentale, lo spirituale, la cultura ecc…èsecondario, accessorio, passatempo, svago. E' la con-cezione economicista dell'uomo. Lo stato non assumenessuna funzione spirituale, lo stato non è "mito",non è riferimento a ciò che è alto e va verso l'alto, loStato non è il custode della Razza, e non si preoccu-pa del suo rinvigorimento e della sua educazioneeroica, no, esso ha un'unica preoccupazione:Garantire gli interessi dei poteri economici, naziona-li e multinazionali. E soprattutto si interessa di man-tenere il flagello dell'umanità, la schiavitù dell'inte-resse del denaro. Intorno al problema dello Stato, a quale stato, perNoi, rivoluzionari aristocratici, non vi è poi da girar-ci molto intorno. Anche in questo caso lasciamo agliocchialuti intellettuali del sistema, siano essi di destrao di sinistra, infinite dialettiche che alla fine non siconcludono che in bolle di sapone inesistenti. Lanostra visione dello stato è semplice, organica, gerar-chica e quindi naturale, per descriverla non ci saràmai bisogno di scrivere volumi su volumi di inutilecarta stampata, quella carta tanto cara a chi con noi hapoco a che fare. E questo perché ci colleghiamo a ciòche è più spontaneo dell'uomo, è può sano, laTradizione.

La conseguenza della nostra visione Tradizionale,Razzista, degli uomini, è la traduzione di ciò in unconcetto di stato. Per noi lo stato nazionale europeodeve per prima cosa garantire l'esistenza spirituale ebiologica della razza bianca. In questo vi è una mis-sione metafisica. Perché metafisico il nostro concettodi Razza. Essa è un grado di differenziazione, che vadal mondo dell'Essere al singolo individuo, ossia daciò che ha più importanza a ciò che ne ha meno. Pernoi Razza è prima di tutto Mito, in questo concetto siraccoglie tutta la storia umana. Oggi, nel Sistema, è diventata ormai una "moda", ilparlare della biodiversità, si parla molto delle estin-zioni di alcune specie animali, si è contro la caccia, siparla di quanto sia spaventoso il fatto che stia scom-parendo il peperone quadrato d'Asti dalle tavoleimbandite dei borghesi, essi sono i più dispiaciuti dinon potersi più ingrassare con untuosi piatti cucinan-ti con rare spezie o rari animali….questo non ha natu-ralmente nulla a che vedere con la Nostra preoccupa-zione per l'ecosistema, con le battaglie animaliste chenoi potremo intraprendere, sia chiaro, noi vediamo ladifesa della bio-diversità con un ottica del tutto diver-sa, con un ottica, anche qui, più alta e che va versol'alto. E'un pianeta intossicato dal sistema democrati-co-capitalista. Questo sistema, di cui i responsabilisono tutti quelli che lo accettano e lo difendono, avolte fa delle finte lacrime su argomenti ambientali-sti. Ma io mi chiedo, se a costoro è così cara la bio-diversità, invece di preoccuparsi solo del peperonequadrato d'Asti, perché non si preoccupano anche perla scomparsa della razza ariana dalla terra? Gli euro-pei sono coloro che manifestano le loro maggiori"preoccupazioni" per l'ambiente, ma non si preoccu-pano mai per se stessi e la loro discendenza. E' unfatto innaturale, considerare più importante la prote-zione di un'altra specie naturale e criminale la prote-zione della propria, perché così viene definita la pro-tezione della civiltà europea. Questi signori non sirendono conto che da qui a cinquant'anni, continuan-do di questo passo, gli europei saranno una minoran-za etnica non solo nel mondo ma nella loro stessaterra. La terra in cui sono nati, la terra conquistata dailoro Avi, la terra lavorata dai loro padri e oggi daidiscendenti dei biondi guerrieri questa viene vilipen-diate e svenduta, e così il sangue. E' questa la ricono-scenza verso la nostra storia, verso il loro stesso esse-re? Gli antirazzisti sono degli assassini travestiti dapagliacci. Essi opinano che le razze non esistono, per-ché non vi è nessuna rilevante differenza genetica traun Bianco e un Negro. Essi forse non comprendonoche Razza non si riduce per noi a dato scientifico, eche comunque i dati genetici rilevati dagli scienziati

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evoluzionisti, non faranno mai si che la pelle nera siadifferente dalla pelle bianca, o che il viso di un mon-golo non sia differente dal viso di uno scandinavo, oforse le differenze fisiche sono solo illusioni ottiche?Già in questo si può dire che le razze esistono. Cherazze differenti abbiano creato costumi , usanze , reli-gioni, sistemi sociali differenti tra di loro, manco que-sto è opinabile. I soliti ebrei o amici di essi, magariintellettuali di chissà quale alta scuola, contrappor-ranno che queste differenze sono solo il frutto dellecondizioni ambientali, allora come è che il negrooccidentalizzato, che da generazioni vive in unambiente prevalentemente bianco, manifesta comun-que atteggiamenti, gusti e modi di essere che sonopropri alla razza nera? Come è che i neri educati daipreti, se pur vestiti come i bianchi, se pur parlano lalingua dei bianchi, se pur hanno la religione dei bian-chi, se pur gli è stato dato il grandissimo dono dellademocrazia, manifestano sempre la loro natura inqualunque campo essi operino? Esemplare è il campodella musica. Questo vale per ogni razza sulla terra. La razza è l'uomo stesso, l'uomo esiste in quantocomponente di una razza, l'uomo è corpo e anima, equeste dipendono dalla razza di appartenenza. Infattila stessa psicologia di un uomo è legato alla razza, esi differenzia con essa. Questo è chiaramente un qua-dro abbastanza "naturalista" della razza, ma serve afar comprendere come la razza sia appunto l'uomostesso. Chi nega la razza, chi la inquina, chi assumeatteggiamenti che non sono propri alla sua razza, chinon fa niente per difenderla, uccide l'Uomo, il suopassato, il suo presente il suo futuro.Detto ciò, possiamo spiegare come noi assumiamo laRazza a Mito. La nostra concezione del mondo èSpirituale, ciò significa che in ogni campo noi vivia-mo e operiamo in questo senso, anche ciò è propriodella nostra Razza. Non possiamo per questo nonconcepire anche la razza, che sta a fondamento di ciòche abbiamo riconosciuto, e cioè il naturale sensodelle cose, in tal senso. Ancor più si potrebbe dire chela razza è un Sentimento, è il sentimento di apparten-za a una grande famiglia, e che la Lotta, per la suadifesa, per la sua prosperità, e la sua elevazione spiri-tuale, gli danno il senso di Mito, è il Mito del Sangue.Per noi questa è Religione.Noi auspichiamo a uno stato in cui il mito della razza,sia alla base della sua esistenza, esso deve regolaretutta l'attività di questo stato, ed'essere il fondamentodella vita quotidiana, ecco perché per noi lo Stato èun mezzo e lo scopo è la Razza. Rimarrà sempre vali-da la massima per cui lo stato deve rappresentare ilcontenitore e la razza il contenuto. Rifiutiamo qua-lunque feticismo istituzionale , nell'istituzione dob-

biamo vedere la forza che porta avanti il popologerarchicamente organizzato verso la sua sublimazio-ne, tutto questo con un apposita legislazione. Il Capodello stato è l'emanazione del popolo, esso deve esse-re il tramite tra esso e lo spirituale che è rappresenta-to dalle forze divine e provvidenziali che alimentanoil corso dell'esistenza della razza, essi sono gli dei delsangue e del suolo. Il Capo dello stato è quindi capodella Razza, è la sua guida. Esso presiede alla castadei guerrieri, l'unica Aristocrazia. Questa riunisce inse la funzione guerriera e sacrale, i suoi componentisono monaci-guerrieri, fedeli sacristi, essi hanno ilcompito maggiore di avere il ruolo di dirigenza nellostato aristocratico. Qualunque dirigenza di alto rangodeve essere assunta dall'aristocrazia. Rappresentano imigliori appartenenti alla comunità razziale, sonol'elite. Sono il punto di riferimento maggiore di tuttala comunità, vengono concepiti come il fiore dellarazza. Hanno il compito di difendere sino alla morteil Capo a cui giurano Fedeltà incondizionata, e tuttala comunità, la loro principale caratteristica è l'Onore,di cui sono il simbolo. Devono assumere il controllosull'educazione e sul lavoro. In qualunque tipo di bat-taglia saranno sempre in prima linea, essi costituisco-no l'Ordine Iniziatico, che conserva e tutela e traman-da la Tradizione. Anche loro sono comunque organiz-zati in funzioni gerarchiche per compiti, al più bassolivello vi sono quelli con compiti polizieschi, al piùalto i veri Maestri dell'Ordine. Tutta la comunità deve essere suddivisa in 3 caste,queste rappresentano anche i diversi canoni di libertàe poteri, la loro appartenenza è sancita dalla propriaattitudine personale. L'Aristocrazia: la casta guerrie-ro-sacerdotale su descritta, la casta degli Insegnanti,e in fine la casta dei Lavoratori. Queste hanno sempreresponsabilità verso l'alto ma mai verso il basso. Iloro componenti sentono la vera "uguaglianza" e"fratellanza" solo all'interno della propria casta e nesentono l'orgoglio. Le caste non saranno mai chiuse enon ci si apparterrà solo per nascita. Il figlio di uncontadino che dimostra attitudine perl'Insegnamento( e qui spiegherò cosa intendo perInsegnanti ed Insegnamento), e ne dimostrerà l'attitu-dine allora vi potrà appartenere e potrà svolgerne lafunzione, e così potrebbe essere escluso per validimotivi un insegnante dalla sua casta. Così come puòdiventare un Aristocrate, e così come per il figlio diun aristocrate che dimostri indolenza, incapacità odisonore nella bassa età, non basterà a salvarlo dal-l'esclusione dalla sua casta di nascita il fatto di averricevuto l'Iniziazione da neonato. Questo concettovale per chiunque contravvenga alla regola dell'ono-re e della fedeltà, ma mentre fino a una certa età

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infantile,ci sarà solo l'esclusione selettiva e preventi-va, per chiunque non avrà tenuto fede al Giuramentoci sarà la morte.La Casta degli Insegnati deve riunire chi provienedalla casta dei Lavoratori, atti all'Educazione nelsenso più vero. L'educazione del corpo, o meglio ilculto per la bellezza e l'attività fisica, devono dare algiovane la sicurezza e lo spirito eroico. Essi successi-vamente devono imparare la storia imparata da unpunto di vista razziale e spirituale, imparare la conce-zione del mondo che dovranno sempre rappresentare,imparare ad amare l'arte , la cultura, l'ambiente delproprio popolo. Tutto ciò si discosta pienamente daquello che è oggi la scuola, la scuola attuale in con-fronto sarà ricordata come un incubo, il giovane deveper prima cosa imparare all'aria aperta, imparare dallavita a superare le difficoltà, e in questo l'Insegnanterappresenta anche un Maestro di vita.I più meritevoli degli Insegnanti, i più adatti a scopipiù Alti, verranno a far parte del gruppo insegnantedella Casta Aristocratica, in questo essi ne divente-ranno membri, naturalmente saranno atti all'educa-zione nella propria casta anche gli aristocrati portatiper questo. Gli Insegnanti vengono direttamentepagati dal ministero per la casta insegnante.La proprietà privata assumerà un significato diversoda quello attuale, essa non sarà altro che la gestioneda parte del Lavoratore di una proprietà che in serimane pubblica, quindi la proprietà privata non saràinviolabile da parte dell'autorità. Il datore di lavoro eil dipendente sono naturalmente considerati paritari,differiscono solo per il ruolo, e le loro dispute sonorisolte da un unico TRIBUNALE PER L'ONORESOCIALE, cadono così tutti i sindacati, e le varieconfederazioni. Ogni lavoratore, sia esso un commer-ciante, un operaio, un libero professionista, unimprenditore, un capo cantiere o un dirigente di unindustria non svolgono un attività "privata", ma tuttistanno dando un Servizio alla comunità nazionale.resto. I guadagni in eccesso vengono ritirati dallostato. Verrà a costituirsi poi un intero apparato econo-mico pubblico, atto alla produzione, alla costruzioneecc..i cui prodotti e forza lavoro vengono utilizzatisolamente per opere pubbliche. Un reparto dell'Aristocrazia deve provvedere al con-trollo della qualità delle merci prodotte dall'industriae dall'agricoltura, dall'onore nell'attività commercia-le, dell'onestà del lavoratore, della diligenza e onestàdi qualunque tipo di lavoratore, anche in questoambito il disonore e la truffa è pagata con l'esclusio-ne dalla comunità e quindi con la prestazione di ser-vizio nel lavoro forzato non retribuito di utilità pub-blica. L'affitto della casa è abolito.

Particolare importanza avrà l'agricoltura, l'alleva-mento, il contadinato in genere. Questo deve riacqui-sire il suo carattere di attaccamento più profondo allaterra degli avi da cui prendiamo i frutti. L'agricolturasarà tutelata, protetta in particolar modo dall'aristo-crazia che provvede a far apprezzare ai suoi membrifin dalla giovane età ciò che in essa vi è di sacro perla razza. Sangue e suolo. L'attività agricola e zootec-nica verrà sgravata da qualunque tassazione in dena-ro che viene sostituita da una tassazione della suaproduzione, il pagamento avviene quindi in prodottinaturali, questi vengono distribuiti ai più bisognosidella comunità razziale.Appartenendo interamente allo stato le materieprime, esso ne stabilisce i prezzi, da qui ne derivanoi prezzi dei prodotti. I prezzi sono pianificati, basatisul valore intrinseco della merce, è decaduta la leggeborghese e giudea della domanda e dell'offerta. Ildenaro viene prodotto dalla zecca in base alla produ-zione, esso non vale in se, ma rappresenta ora unbuono per il lavoro svolto, quindi è abolito l'interessedel denaro. Deve esistere una sola banca centrale sta-tale, che presta denaro senza interesse, anche questaè diretta dall'Aristocrazia. Al prestito di 10 devonoessere restituiti 10 , sempre, l'interesse sul denaro èun crimine. Così viene stroncato il mostro dell'usura.Chi presta con interesse è punito con la morte. Conquesto si intende cancellare il guadagno senza lavorodi conseguenza sono abolite le società per azioni,nessuno ha diritto di speculare sul lavoro altrui. Imatrimoni non possono avvenire liberamente ma essidevono essere suggeriti o approvati da un appositoministero. I criteri devono essere quelli della prote-zione razziale e della salvaguardia del tessuto etnicoe del suo potenziamento, per questo ci deve essere uncontrollo da parte dello stato sulla persona che vadalla sua nascita alla sua morte passando per le variefasi della sua vita, compreso il matrimonio, avveni-mento fondamentale per l'Uomo e la Donna ariana. Inciò è giusto in modo assoluto ed incontestabile ilcreare una corretta legislazione razziale ed eugenica. Questa organizzazione statale è applicata esclusiva-mente ai membri della comunità di razza ariana, chinon appartiene a questa e non può essere rimpatriatonel suo paese di origine , viene trasferito in parti ter-ritoriali in cui creare la propria comunità regolata inbase a proprie leggi consone alla natura razziale diqueste comunità.Queste sono definite comunità allo-gene.Questo Stato è quello che noi dobbiamo creare, loscopo di una vera rivoluzione deve essere questo. Manon solo il suo scopo deve essere la riunionedell'Europa dal Portogallo alla Siberia, solo in questo

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modo può formarsi un economia e una strutturasociale come qui descritta, che si articola nei varipopoli che compongono la razza bianca europea, inun sistema assolutamente autarchico. L'unione dellematerie prime e dei cervelli del nostro continente, masoprattutto l'unione nella nostra Tradizione nel nostrocomune Sangue, solo così può edificarsi questo statoaristocratico, che deve essere lo Stato di un EuropaUnita, ossia di una Europa Nazione, è questa la nostramissione. Ma questo non deve essere fatta per soleragioni economiche, perché se anche fosse economi-camente controproducente riunire la nostra sacraterra e il nostro comune sacro sangue, noi assolve-remmo comunque questa missione. In questo dobbia-mo smettere di ragionare esclusivamente in termini diItalia, germania, Inghilterra ecc…ed operare pratica-mente su tutto il terreno lotta e cioè l'europa.Questa deve essere l'ottica con cui svolgere la nostralotta per creare qualcosa che la storia ancora non haconosciuto, qualcosa di veramente bello e grande.Non si tratta di costituire un nuovo regime politico,l'Europa che noi vogliamo è un Sacro ImperoMillenario.

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