Thiene vista dai giovani

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Thiene vista dai giovani I luoghi, i pensieri, le difficoltà e le proposte dei giovani di Thiene Diarioricerca finanziato dalla Regione Veneto, Assessorato ai Servizi Sociali Progetto Open Door Veneto Radicà Cooperativa Sociale 2010 a cura di Gregory Brunello e Alberto Carollo

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Huomologando appaoggia Open door

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Thiene vista dai giovaniI luoghi, i pensieri, le difficoltà e le proposte dei giovani di Thiene

Diario­ricerca finanziato dalla Regione Veneto, Assessorato ai Servizi SocialiProgetto Open Door VenetoRadicà Cooperativa Sociale

2010

a cura di Gregory Brunello e Alberto Carollo

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foto Marco Greselin

La foto di copertina è di Luca Leonardi, primo classificato nel concorso fotografico"Thiene vista dai giovani" anno 2010.

Le foto inserite nel documento sono state selezionate come finaliste al concorso.

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INDICEIntroduzione pag. 5Metodologia pag.13Luoghi pag.15Pensieri pag.21Difficoltà pag.31Proposte pag.39Conclusioni pag.46Note pag.51

foto Lorenzo Busellato

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INTRODUZIONEIn ogni città ci sono zone, quartieri, strade che nella percezionecomune vengono definite periferie: sono aree con problematichediverse, con un “disagio” spesso legato a scarsità di risorse eopportunità che coinvolge anche le fasce giovanili della popolazione.Il progetto “Open Door Veneto ­ costruire promuovere partecipare” sipropone di lavorare nelle “periferie” di quattro città della Regione,Vicenza, Padova, Bassano del Grappa e Thiene, in un processo dicoinvolgimento degli adulti significativi, gruppi giovanili informalidel territorio e istituzioni, finalizzato al superamento delle condizionidi “svantaggio”. A gestire questi percorsi sono le Cooperative SocialiRadicà di Calvene, Adelante di Bassano del Grappa, Cosmo diVicenza e l'Associazione Maranathà di Cittadella grazie alle figure dei“tutor” che hanno l'obiettivo di sostenere i gruppi informali nellaprogettazione e realizzazione delle loro idee per lo sviluppo di azioniche migliorino la loro condizione di vita. Ciascuna organizzazione halavorato in azioni diverse a seconda delle proprie peculiarità ecompetenze.Nell'area di Thiene il progetto è stato ideato in base all'esigenza,emersa da più soggetti, di ricercare e comprendere ciò che i giovani diThiene pensano e propongono per la loro città.“Open Door Veneto” è un progetto finanziato dall'Assessorato aiServizi Sociali della Regione Veneto che ha saputo dare continuità aduna sperimentazione europea che nel 2009 ha coinvolto quattroperiferie di diversi stati dell'Europa tra cui quella di Padova. Gliobiettivi del progetto sono i seguenti:­ promuovere la partecipazione giovanile intesa come processo diconfronto, di progettazione e realizzazione di idee;­ sperimentare nuovi strumenti di coinvolgimento dei giovani,ricercando i canali informativi più funzionali per una diffusione piùampia del messaggio;­ favorire l’intergenerazionalità;­ promuovere processi di co­progettazione con i diversi soggetti del

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territorio favorendo il lavoro di rete;­ sostenere la cittadinanza attiva e il volontariato;­ favorire dei veri percorsi di interculturalità;­ valorizzare le subculture giovanili e delle "periferie".

Chi siamoLa Cooperativa Sociale Radicà Onlus nasce dal gruppo di operatori evolontari che dal 1983 a Calvene svolgono attività di accoglienza perminori seguiti dai servizi sociali e per i quali si rende necessariol’affidamento temporaneo al di fuori della famiglia. Nel corso deglianni si sono sviluppati altri servizi tra cui l'Educativa Territorialepresso la famiglia di origine del minore e l'area di promozione eprevenzione Stabile Infermenti.La Cooperativa Radicà nasce all’interno dell’esperienza del ProgettoLa Zattera Blu ed è parte integrante di tale Progetto, basato sui valoridella solidarietà, legalità e trasparenza.Nel 2003 si costituisce Stabile Infermenti, un’equipe di animazione dicomunità che lavora nel territorio in sinergia con le AmministrazioniComunali, le scuole, le Associazioni e il mondo dell’informalità.L'obiettivo di Stabile Infermenti è diffondere una cultura diresponsabilità, legalità, solidarietà e giustizia attraverso la promozionedella partecipazione, del protagonismo e della cittadinanza attiva.L’equipe propone progetti di animazione di comunità (gestione deiProgetti Giovani), percorsi formativi sulla legalità e sul senso civicoattraverso la pratica del volontariato, laboratori sulle relazioni digruppo, viaggi­esperienze e campi di lavoro.

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La cornice del lavoro: la periferia.Qualcuno potrebbe chiedersi se ha senso parlare di periferia a Thiene.Un dubbio che ha coinvolto anche noi operatori quando, nel definire ilprogetto Open Door Veneto, non avevamo ancora concordato comechiamare la cornice territoriale dentro la quale si sarebbe svolto ilnostro lavoro.Uscì, quasi sottovoce, il termine “periferia”, sebbene potesse sembrareinadatto a descrivere un territorio come l'Alto Vicentino caratterizzatoda un'urbanizzazione e una connessione tra paesi che ha sfumato iconfini comunali e alleggerito la differenza tra “centro” e “fuori dalcentro”. In realtà riteniamo che non sia una parola decontestualizzata:se guardiamo la letteratura e le discipline che hanno analizzato ilmondo periferico scopriamo che c'è un tratto comune tra quelle che,nei vari Stati e con diversi nomi, vengono chiamate periferie (adesempio: Slum, Barrios, Bidonville, Ghetto, Barriadas, Favela,Borgata, Banlieu): sono la lontananza dal centro, la tendenza alladiscriminazione degli abitanti, la povertà (o addirittura l'indigenza). Il“mondo periferico” è un “insieme di gruppi umani, numericamenteconsistenti, sparsi per tutto il globo, che sono presenti nella storiaeppure ne restano fuori (….). Un mondo presente, formicolante evivo, che tuttavia l'ufficialità considera come combustibile inerte”¹.Questi significati hanno portato a definire la nostra idea di periferia:una periferia sociale, che può non coincidere con quella urbanistica ogeografica, ma che è costituita da gruppi di persone che si sentonofuori dalla storia “ufficiale”, poco coinvolti nei processi culturali, neiservizi alla persona, nelle attenzioni delle politiche comunali, costrettia muoversi dal proprio quartiere per trovare “qualcosa da fare”. Leperiferie sono animate al loro interno da una multidimensionalità dimondi (i residenti, l’associazionismo, le istituzioni, gli immigrati, losport, ecc..) ma si sentono estromesse dai processi decisionali ditrasformazione urbana, nei quali sono poco coinvolte.Non è un mistero che le grandi città sono note e vengono apprezzategeneralmente per ciò che possiedono di eccezionale, magariaddirittura di unico, e che le amministrazioni locali tendono a far

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conoscere e sviluppare ciò che è particolarmente qualificato eimportante e che dà peculiare significato e valore. Tutto questo èabitualmente concentrato nel cuore della città. Al di fuori del centrocittadino sta la periferia che costituisce, nella migliore delle situazioni,una realtà di funzioni senza splendore, senza vitalità e colore e, nellapeggiore, il luogo dell’assenza di qualità o della carenza di servizi, deldegrado e dell’insicurezza. Proprio per la presenza di questi scenari,diversi autori hanno recentemente parlato di declino della città. Unsociologo, Giuliano Della Pergola, che ha sostenuto tale tesi, così hascritto: “Grandi problemi s’affacciano in questo nuovo stadio dellaformazione dei sistemi urbani complessi. Questi mi sembrano iquattro problemi più impellenti: l’avvento di nuove forme di miseria,che costituisce l’altra faccia della medaglia della nuova ricchezza

indotta dalle Nuove Tecnologie dell’Informazione; le molte questionilegate alla creazione di una società multietnica; il problemaambientale; il governo delle nuove aree urbanistiche einformatizzate”². L’architetto Pier Luigi Cervellati individua il declinodella città nella congestione prodotta dall’abusivismo edilizio e davillettopoli, nella deregolazione, nella mancanza di pianificazione³.

foto Abramo Tognato

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Il senso del nostro lavoro a ThieneFacendoci provocare da questi studi, consapevoli anche del fatto chenell'Alto Vicentino non possiamo parlare di aree di disagio o degradotout court, abbiamo ricercato nel nostro ambito lavorativo territorialeun quartiere che potesse richiamare, per alcuni aspetti, le definizionisopra citate. La scelta è ricaduta sul quartiere dei Cappuccini (inriferimento al santuario Madonna dell'Olmo dove sono presenti i FratiCappuccini) di Thiene: un quartiere a ridosso del centro, costituito dainsediamenti abitativi popolari che si alternano a ville e costruzionirecenti. Un quartiere definito da alcuni abitanti come “dormitorio”,che soffre la mancanza di servizi (pubblici esercizi, farmacia, spazipubblici) e che in passato ha registrato vari casi di devianza etossicodipendenza, e un alto numero di famiglie residenti con bassoreddito.Molti giovani che vivono in questo quartiere spesso fanno riferimentoalla “piattaforma”, una serie di strutture sportive come un campo dibasket, un campo di calcio, uno spazio per pattinare e un parcheggio,utilizzate e vissute positivamente da alcune squadre e da alcuni gruppiamicali, ma luogo anche di atti di vandalismo e con una mancanza diattività aggregative. L'aspetto che caratterizza di più questo quartiere èil senso di distanza dall'attenzione e dalla vita del centro, che portaspesso anche i gruppi di adolescenti ad un forte pendolarismocittadino o extraurbano.

Periferia è anche questo: lontananza dalle occasioni “altre” direlazionalità, di aggregazione; lontananza dalla possibilità dipartecipare, fosse anche la partecipazione ad un piccolo evento diquartiere; sentirsi percepiti come appartenenti ad un gruppo a cui i“grandi” prestano poca attenzione. La periferia così va oltre il confinedelle “sbarre” del treno o della strada che fa da segnavia. Diventadefinizione trasversale per delineare uno stato, un modo di vivere lacittà e il proprio ruolo di cittadini. Per questo motivo le nostreintenzioni iniziali di concentrare il lavoro sui soli giovani del quartieresono dovute cambiare in fretta: i forti spostamenti all'interno della

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città ci hanno obbligato a “inseguire” i gruppi in altri luoghi diThiene, tra i gradini del Duomo, i parchi, le stazioni dei bus e deitreni, i bar. Una ricerca quindi non solo di quartiere ma della città, cheancora una volta ci aiuta a sottolineare come qualsiasi tipo di studiosulle nuove generazioni necessiti di dinamicità e capacità di cambiarepunto di vista, mantenendo comunque come scopo quello di faremergere la voce dei giovani di Thiene.Per noi operatori della Cooperativa Radicà che svolgiamo un lavoro dianimazione di comunità, il progetto “Open Door Veneto” si èqualificato come un'occasione insostituibile per lavorare tra le stradedi Thiene a stretto contatto con giovani mai coinvolti in progettisimili, dopo 7 anni di esperienze progettuali con i giovani nei Comunilimitrofi, nelle scuole, nel territorio.

L'ideazione e la realizzazione di questo progetto è, come spessoaccade, un lavoro a più mani. In primis, vogliamo ricordare l'ULSS diThiene, in particolare l'Ufficio di Tutela Minori e il dott. MarianoCarretta che hanno sostenuto con forza l'importanza di un progetto dianimazione nella città di Thiene. A questa richiesta hanno rispostocon una bozza del progetto Giovanni Spillere e Alberto Carollo checon caparbietà hanno ricercato anche dei canali di finanziamento.Grazie al contributo della Regione Veneto e all'instancabile lavoro delGruppo Regionale Politiche Giovanili del CNCA si è potutaconcretizzare l’idea iniziale, dopo un'opportuna rivisitazioneprogettuale ad opera di Gregory Brunello e Alberto Carollo, che poi difatto hanno realizzato e seguito tutte le azioni.Un grazie particolare va a Cristina Lamana Sanz, volontaria delServizio Volontario Europeo che con entusiasmo ha affiancato i dueanimatori per le strade della città.

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Le azioni svolteIl progetto a Thiene è cominciato a giugno con una fase diosservazione e analisi. Questa prima fase ci ha permesso lacostruzione di una “mappa sociale”, attraverso il monitoraggio deiluoghi di aggregazione del target di riferimento (15­25 anni), dellestrutture accessibili ai ragazzi, dei servizi, della presenza o meno difigure adulte di riferimento. È stato in questa fase che ci siamo resiconto di come restare fermi nel quartiere dei Cappuccini sarebbe statocontroproducente per analizzare le esigenze dei giovani che per loronatura, soprattutto nel periodo estivo, si spostano molto. Inoltre, inquesto primo periodo, abbiamo intervistato alcuni adulti che ricopronodiversi ruoli nel quartiere: il parroco, il presidente del comitato diquartiere, il direttore della scuola, il barista, ecc. Per queste figure erastata predisposta un'intervista semi­strutturata che aveva lo scopo dianalizzare il punto di vista di chi lavora e spende del tempo per ilproprio quartiere. Queste interviste ci hanno aiutato a cogliere alcunetematiche importanti e ci hanno soprattutto indicato alcuni luoghi damonitorare con maggiore attenzione.La seconda fase del percorso ci ha permesso innanzitutto di stabilireun contatto con i ragazzi nei luoghi individuati durante la fase diosservazione attraverso un aggancio informale che consisteva inun'intervista realizzata con una videocamera. L'aggancio realizzato haavuto una doppia valenza: da una parte raccogliere pensieri e idee perstrutturare la ricerca; dall'altra creare una banca dati di numeritelefonici, contatti, relazioni utili per poter attivare percorsi dipartecipazione in futuro. Gli operatori hanno passato giornate intere instrada, fermandosi nei bar, nella stazione delle corriere, nei parchigiochi, sui gradini del Duomo. Le reazioni alla vista degli animatorisono state molteplici, ma mai di chiusura: alcuni sono stati sfuggentinelle risposte, molti hanno colto al volo l’occasione di potersiesprimere liberamente sulla propria città, altri sembravano aspettarel'occasione dell'intervista per stringere una relazione che spesso non siè conclusa con lo spegnimento della telecamera.

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La terza fase ha seguito due percorsi: il primo ha visto l'elaborazione el'organizzazione delle interviste fatte ai giovani con la successivapubblicazione della ricerca che state leggendo; il secondo è consistitonel riagganciare, tra i soggetti contattati, quelli più interessati aorganizzare un evento di presentazione della ricerca, che fungesse da“punto di domanda” per la cittadinanza. La ricerca infatti non intendeessere la meta, ma la fotografia di ciò che i giovani pensano della cittàdove vivono, studiano, lavorano (o non lavorano). Non vuole essereun “punto e a capo” ma piuttosto un punto di domanda forte rivoltoagli adulti che, a vari livelli, costruiscono politiche per i giovanithienesi. Per tale motivo la ricerca sarà presentata all'AmministrazioneComunale, come principale destinataria di questa indagine, perchè hala facoltà di trasformare queste sollecitazioni in percorsi progettuali. Ilsecondo soggetto a cui abbiamo pensato sono gli operatori deldistretto ULSS di Thiene, con i quali abbiamo condiviso l'importanzadi un lavoro di strada e sulla strada per monitorare anche quellesituazioni di disagio importante con le quali lavoriamoquotidianamente fianco a fianco da molti anni. Ma è comunque unaricerca scritta con una modalità che permetta una facile fruizioneanche da parte del singolo cittadino, giovane o meno giovane,interessato a capire ciò che si pensa della città di Thiene.Questa ricerca non ha l'ambizione di essere esaustiva o definitiva: èuna fotografia, realizzata con l'aiuto dei giovani incontrati duranteun'estate di lavoro. Giovani anche di differenti età, estrazione socialee occupazione, che hanno detto la loro opinione su una serie didomande stimolo e dalle cui risposte emergono idee differenti, a voltecontrastanti, ma fortemente indicative di quali problematiche vengonovissute dai giovani e quali tematiche li coinvolgono maggiormente.Per chi fosse interessato a contribuire con altre proposte, riflessioni odomande non esiti a scrivere una mail a [email protected] tutti, buona lettura.

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LE INTERVISTE AI GIOVANI DI THIENE: METODOLOGIAPer comprendere il punto di vista dei giovani sulla loro città, liabbiamo cercati e osservati, agganciandoli per strada o nei loroluoghi di ritrovo. Nel corso del progetto sono stati 104 i giovanicontattati.A giugno 2010 alcuni di questi ragazzi sono stati coinvolti in momentidi riflessione mediante la tecnica del focus­group, durante i quali si èprestata attenzione a raccogliere una pluralità di voci e avviare unconfronto tra i presenti sugli aspetti positivi e negativi della loro cittàe sulle proposte che vorrebbero avanzare.Sono state effettuate interviste strutturate a 61 giovani, con un’etàmedia di 17 anni (dai 13 ai 22 anni). Di questi 61 intervistati, 53 sonostudenti, 4 lavoratori e 4 disoccupati. Gli intervistati sono residenti aThiene, tranne 3 di paesi limitrofi ma che di fatto trascorrono lamaggior parte del tempo in città per gli impegni scolastici e altreattività.Ad ogni intervistato sono state poste le seguenti domande:­ Dove abiti?­ Cosa fai nella vita?­ Dimmi tre aggettivi per descrivere Thiene.­ Cosa ti piace della tua città?­ Cosa non ti piace della tua città?­ Secondo te quali sono le difficoltà maggiori per un giovane nella tuacittà?­ Immagina di esser diventato il sindaco di Thiene. Cosa faresti per igiovani?­ Cosa vorresti organizzare o proporre per la tua città?Le domande sono state poste in modo tale da favorire unachiacchierata informale durante la quale si è cercato di approfondire ilpunto di vista e l’opinione personale dei giovani intervistati riguardola propria città. Questo ha reso possibile una pluralità di opinioni eidee su aspetti positivi e negativi di Thiene, sulle difficoltàmaggiormente sentite dai giovani e sugli aspetti più propositivi.

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Tutte le interviste sono state videoregistrate e poi trascritteintegralmente. In una fase successiva sono state leggermentesintetizzate per poter classificare le risposte secondo dei tipi ricorrenti.Analizzando e confrontando le risposte ottenute, si è provveduto adorganizzarle secondo quattro temi: luoghi, pensieri, difficoltà,proposte. Questa scelta è stata effettuata in funzione della presentepubblicazione per favorire una visione più chiara e ordinata.Abbiamo poi scelto di raggruppare le risposte secondo le opinioni e letematiche che emergevano, lasciando ampio spazio alle frasi originalidegli intervistati che compongono gran parte dei prossimi capitoli.Ve le restituiamo così come ce le hanno dette, senza troppe censure.

foto Pietro Stivanello

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LUOGHII giovani sono in continuo cambiamento: nel giro di pochi mesivariano le mode, gli interessi, la musica, i luoghi di ritrovo. I ragazzisono “migranti” a seconda dei periodi dell’anno e della giornata,perciò ci siamo impegnati per andarli a scovare nei vari luoghi diritrovo nei diversi momenti della giornata.Abbiamo passato del tempo con loro, fuori da scuola, seduti sullapanchina di un parco, in piedi in un parcheggio, alla stazione degliautobus, nei bar o presso i campetti sportivi.In questo capitolo andiamo a descrivere quanto abbiamo osservato equanto ci hanno raccontato riguardo i luoghi che vivono della lorocittà. Un primo passo per volerne capire i bisogni.Sicuramente uno dei luoghi più citati dai ragazzi intervistati, neldescrivere ciò che più piace della città, è il centro storico: perpasseggiare, incontrarsi con gli amici, andare nei negozi o nei bar.Inoltre viene data importanza alla presenza di spazi verdi, comeluoghi di ritrovo, pur avanzando qualche critica. I “parchetti”chiudono troppo presto e costringono i ragazzi a restare in strada osotto i portici di casa a chiacchierare dove poi vengono costantementeripresi perché fanno rumore. In secondo luogo alcuni parchi nonvengono sentiti come dei posti “sicuri”.I luoghi criticati dai giovani intervistati sono le scuole, alcune dellequali versano in cattivo stato, l’Urban Center, percepito come distantedai giovani e poco utile al bisogno di trovare spazi dove stare o farequalcosa, e infine gli impianti sportivi, troppo pochi e non moltocurati.

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Il centroMi piace andare in centro per trovarsi e conoscere gente.Ci sono tante comodità, parchi, negozi, piscina. C'è tanta roba per igiovani, basta conoscere i posti, basta sapersi controllare.Mi piacciono certi posti, si può stare tranquilli, non come a Padovache è tutto incasinato.Si va in giro a bar, tipo a giocare a freccette.Dove ci si trova? al New, al Duomo, fuori Thiene, allo Yourban.Mi piacciono i bar, il movimento che c’è e la biblioteca.I parchetti.

foto Luca Leonardi

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È bello che ci siano molti parchi per i giovani.Nei parchetti certe sere è meglio non entrarci. Al Bosco, al donatore,tutti. Se non sei in un ambiente chiuso pieno di persone è meglio starea casa.Andiamo al parco a giocare a calcio con gli amici.O si viene qua in piattaforma (zona Vianelle) o si va in centro.I parchi chiudono troppo presto, noi non sappiamo dove andare dopole 22 e invece di farci stare in strada potrebbero tenerli più aperti.

Le scuole… da risistemare!Dovrebbero mettere a posto la nostra scuola. Cadono giù pezzi disoffitto, abbiamo le sedie che sono quelle dell'asilo. Non abbiamoneanche i ‘poci’ per pulire le lavagne, non abbiamo neanche la cartaigienica: per pulirsi uno se la deve portare da casa.La scuola mia è vecchia, cade a pezzi.Le scuole sono messe male.

Urban centerAi giovani darei un posto dove stare. Un posto dove vivere la giornatao la serata. E un posto dove potersi informare. A Thiene c'è l'Urbancenter ma penso che nessun giovane sappia cosa sia, a parte quelloche è veramente interessato alla cosa. E poi è sempre chiuso. Non c'èmotivo per i giovani di interessarsi veramente. Quando hanno fattol'inaugurazione c'erano solo grandi, non c'è niente per i giovani làdentro. Ci vorrebbe più propaganda.

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È stato inutile fare l'Urban center. Non so quanta gente ci vada.Erano più utili i cessi pubblici.

Impianti sportiviGli impianti sportivi fanno schifo. Per far impegnare i giovani nellosport in maniera concreta servono anche degli impianti che possanotenere le persone e quelli che ci sono fanno schifo.Sistemerei la cittadella dello sport. Li è un posto bellissimo ma adessoè un rudere purtroppo.Le strutture sportive e di ritrovo sono poche e tristi. I soldi pubblici avolte vengono spesi male, ad esempio la cittadella dello sport.

Le mancanzeI giovani che abbiamo incontrato ricercano spazi di vita propri, luoghidove passare il tempo senza l’obbligo di consumare, e magari senzadover essere etichettati o guardati a vista.Tanti ragazzi li abbiamo incontrati presso luoghi periferici a ridossodel centro storico, dei “non luoghi” di attesa, di passaggio, di ritrovodove si aggregano spontaneamente, si danno appuntamento, aspettanoche arrivi il bus o semplicemente che passino le ore.Molti giovani si ritrovano sui gradini davanti al duomo, sulle panchinein zona Bosco, alla stazione degli autobus, nei parchetti. Luoghi dovepossono stare per ore seduti senza dover spendere soldi ma ancheluoghi dove le idee e le energie di questi ragazzi non possono fiorirepiù di tanto.Ascoltando le loro voci emerge fortemente il bisogno di trovare deglispazi alternativi ai bar, dei centri aggregativi dove incontrarsi, passareil tempo insieme potendo dare sfogo ai propri interessi, dalla musica

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allo sport, allo skate e all’arte, spazi dove, con il giustoaccompagnamento, i giovani potrebbero avere la possibilità diesprimersi, relazionarsi, scambiarsi esperienze e crescere, magariproducendo anche qualcosa di positivo per sé e per il proprioterritorio.

Manca un luogo dove i giovani possano stare senza che dopo dueminuti ti caccino via dicendoti qui non si può stare.Ci vogliono più luoghi di incontro ma non solo per i giovani. Non solobar.. un punto di ritrovo. Ad esempio adesso si sta sulle scalinate (delDuomo).Manca uno skate park.Potrebbero fare qualche centro. Come era la Sede una volta, magarifarla con un po' più di robe. Ad esempio a Malo si trovano al centrogiovanile.Mancano posti di ritrovo alternativi ai bar, ci si trova sugli scalini delDuomo, mancano spazi gratuiti e aperti a tutti.Manca il divertimento. Ad esempio una volta c'era lo skate park inSede e poi l'hanno tolto.Thiene non mi piace a livello di spazi pubblici: ci sono tanti parchi,tante zone verdi ma sono poco utilizzate.A Breganze c'è il centro per i giovani sempre pieno. Qua non c'è. Quahanno tirato via le giostre e messe chissà dove!Io terrei i parchi più aperti perché chiudono sempre troppo presto, epoi vengono i ranger a rompere alle dieci in estate. Fa schifo. Qua

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(piattaforma zona Vianelle) si sta fino alle undici. Alla sera per noi èl'unico posto, almeno ci divertiamo qua. L'alternativa è stare sottocasa ma con la musica rompono.Ci vorrebbero spazi per ascoltare musica, per ritrovarsi. Spazi percondividere espressioni e passioni, per autogestirsi un po’.Pochi spazi per i giovani, non ci sono luoghi d'incontro per i giovani.Non ci sono concerti, feste e spazi per i giovani, per la musica el’arte. In Villa Fabris si potrebbe far suonare gruppi musicali dellescuole.

foto Erika Barbieri

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PENSIERIIn questo capitolo lasciamo spazio ai pensieri dei giovani di Thienesulla loro città. Dalle domande “Descrivi Thiene con 3 aggettivi” e“Cosa ti piace e cosa non ti piace di Thiene?” sono emersiapprezzamenti, critiche e una pluralità di opinioni riguardanti lapropria città, la gente che ci vive e alcune questioni percepite comeimportanti dai giovani.Le opinioni che riportiamo risultano a volte contrastanti, ma nondelineano due gruppi definiti e distinti di intervistati con ideedivergenti. Infatti da alcune interviste sono emersecontemporaneamente dimensioni molto diverse del vivere la propriacittà.Thiene viene definita da ben 18 intervistati su 61 come una cittànoiosa per i giovani, con poche iniziative rivolte a loro. Le parole chealcuni ragazzi usano per passare questo messaggio danno l'idea diun’insoddisfazione nel viverci dentro: “triste”, “monotona”,“desolata”, “vuota”, “schifo”.D’altra parte Thiene viene definita da 15 ragazzi anche come una cittàcarina e tranquilla in cui si può vivere bene e con dimensioni tali dapoter conoscere molte persone.Un buon numero di intervistati (12 su 61) avanza critiche sulla genteche ci abita e sulla mentalità chiusa, diffidente, chiacchierona erazzista, con pregiudizi sugli stranieri, sui giovani in generale che siritrovano presso spazi pubblici e sul loro modo di vestire. Inoltremolti si lamentano che ci sono troppi bulli e sbruffoni.

Triste, desolata, silenziosa, noiosa…È un po' sopravvalutata come città.Dovrebbero evitare di organizzare feste ridicole senza senso comefanno ultimamente a Thiene, senza alcuno scopo. Non c'è

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22foto Luca Leonardii

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divertimento secondo me, c'è noia e basta. Quindi chiudere i bar amezzanotte è un po' ridicolo, la gente al sabato sera esce alle dieci emezza... tu cosa fai, vai a letto a mezzanotte come i ‘veci’?Non tanto popolata la sera.Vuota, nel senso che non c'è gente.Triste, tanto, non vivibile dai giovani, perché non possono fare festa,priva di idee. Non vedo mai niente in giro per Thiene.È desolata, gente sbagliata per me o forse sono sbagliato io per ilpaese, non m'ispira. È una sensazione che ho a pelle, non ti sapreidire i motivi dettagliati.Ci sono troppo pochi locali per i giovani, troppe poche cose ditendenza, troppa poca gente che motivi altra gente. Non ci sonoproposte, non c'è niente per i giovani e perciò la gente si sposta fuori.Non molto giovanile, poco aperta ai giovani, ci sono troppo pocheiniziative per i giovani.Schifo, noia, monotonia.Monotona, vuota, poco dedicata ai giovani.È diventata una casa di riposo per anziani. Gli anziani ci vivono benea Thiene. Se il sindaco avesse voluto mettere a bada le lamentele, c'èriuscito.Con poche iniziative giovanili però si sta bene, non mi lamento.Poche iniziative, non c'è mai niente.

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Silenziosa, non ci sono tanti divertimenti per i giovani.Bella, magari a volte è un po' monotona, non fanno tante feste.Cosa non mi piace? Tutto, non c'è niente in giro; fa schifo,dovrebbero fare qualcosa per attirare i giovani.Noiosa per le iniziative che coinvolgono poco i giovani.Molto limitata, senza svolta per i giovani, su tutto quanto moltorestrittivo il discorso.Poco sfruttata, poco divertente, piccola, provinciale.Bellina ma non c'è quasi mai niente da fare. Le poche manifestazionisono sempre quelle, quindi ci si annoia comunque.Non mi piacciono le manifestazioni che fanno, tipo le cose storiche.

Bella, tranquilla e vivibile…Innovativa in certi campi.Giovane, divertente e affollata.Carina, abbastanza accogliente.Ci sono i giardini, si può camminare,se non c'è certa gente si sta bene.Ci sono tanti luoghi di ritrovo. foto Tina Lorandi

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Abbastanza pulita, chiusa, con negozi selettivi. Ha pretese abbastanzaalte, non è aperta a tutti gli ambiti economici.Un po' provinciale, non è tipo Milano dove ci sono 10000 robe, mabella.Bella come storia e monumenti.Carina, mi piace, città ben organizzata, con qualche festa alladomenica.Mi piace la tranquillità, si può vivere.Mi piace l'ambiente, la tranquillità che si può avere.È vivace certe sere, ci sono tanti giovani anche se preferiscono certevolte andare da altre parti.

foto Luca Bertezzolo

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Bella; tranquilla, non ci sono troppe cose che danno fastidio;interessante, ha dei posti molto belli, ci sono delle serate dove c'èabbastanza gente d'estate, ci si diverte.Thiene è una città tranquilla, si vive bene, ma tante cose mancano.Non è una metropoli troppo grande dove c'è inquinamento e caos, cisono gruppi di ragazzi. A volte è bella quando ci sono feste.A me piace in generale, quando vieni in centro.Bella, piccola ma ci sono tante persone, abbastanza cose anche peressere una città piccola, c'è abbastanza roba.

Conosci tutti!Mi piace la familiarità che ho con le persone, si conoscono tutte.

foto Pietro Novello

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C'è tanta gente qua e là in giro, viene gente da fuori.

Non mi piace la gente...Ci sono troppi pregiudizi sugli stranieri. Alcuni hanno la cittadinanza,altri sono nati qui. Lavoriamo e studiamo eppure altri, italiani,quando ci vedono seduti al parco vengono a controllare. Ci chiedonocosa abbiamo in tasca, ci dicono che siamo tutti uguali, pensano cheabbiamo fumo eppure noi siamo qui al parco per non stare sotto ilsole a chiacchierare.Si è sempre visti dagli altri che “sanno già cosa fai tu”, riesconotrovare un modo per “guadagnare” qualcosa da te.Thiene è chiacchierona.Razzista.Non mi piace la gente, è un po' diffidente.Di Thiene non mi piacciono alcune persone: ostentano il loro denaro,si ostenta troppo quello che si ha.Tutti sparlano di tutti e invece dovrebbero un po' farsi gli affaripropri. C'è tanta ipocrisia. Non mi piacciono certi pensieri, tipo che tivedono vestita cosi per strada pensano che tu sia una drogata.La gente: un po' troppo razzista, parlano sempre male, alcune nontutte.Non mi piace la gente che ci abita. Certa gente, i cosiddettiattaccabrighe.

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I ragazzi sbruffoni.Un po’ troppi bulli in giro.Thiene è pericolosa a volte.

SicurezzaConversando con i giovani di Thiene è emerso fortemente il temadella sicurezza, in maniera molte volte contraddittoria. Da un lato 6giovani apprezzano il fatto che la città è sorvegliata e richiedono piùattenzione per i fatti di risse e bullismo che, raccontano, succedonotroppo spesso. Dall’altro in 17 percepiscono la presenza delle forzedell'ordine come una cosa eccessiva: ci sono troppi controlli dellapolizia, le multe vengono ritenute esagerate per fatti leggeri, i giovanisi sentono molto controllati e sono costretti a rispondere a domandesolo perché stanno fermi in un posto. Qualcuno afferma che le forzedell’ordine “quando servono non ci sono” e che vanno a controllare iposti sbagliati.

Sicurezza: aspetti positiviÈ protetta come cittadina e anche carina.Sicurezza è molto sorvegliata.Le cose che decide il comune sono molto apprezzabili ad esempiomettere i vigili di quartiere e ci sentiamo più sicuri anche noi. Adesempio vicino a casa mia che ci sono i campi si trovano siringhe ecosi si chiamano i vigili e loro arrivano lì subito.

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Sicurezza: aspetti negativiTroppa severità dei vigili, c'è meno libertà rispetto alle altre cittàcome Schio.Un altro aspetto negativo è troppa polizia in giro. Troppi controlli, èinutile mettere tanti carabinieri. Troppa gente inutile, uno sperpero disoldi che potrebbero usati in altre maniere.I ‘pulotti’ rompono, fanno troppi controlli, danno multe inutili. Tifermano perchè hai le braghe basse.Prima di tutto vedo che non ci sono proprio posti per i giovani perincontrarsi. Infatti al sabato non ci sono giovani per la città, giranodove c'è qualcosa da fare, qua a Thiene non li vedi e, se ci sono, sonofermi lì in qualche posto e poi c'è sempre qualcuno che rompe lescatole che chiama la polizia, che ti dice "tu sporchi" o che ti dice "tunon devi stare qua".

foto Abramo Tognato

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Gli ‘sbirri’ rompono tanto, quando siamo nei parchi ti vengono achiedere i nomi, fanno domande, se ci vedono in gruppo pensanosubito male.Troppi vigili in giro, poca libertà per i motorini.Siamo troppo controllati.I vigili sono dove non dovrebbero essere. Girano troppo dove non cen'è bisogno. Risse ne succedono tante.Ci sono ventimila abitanti e duemila ‘sbirri’.Troppi ‘pulotti’ , cattivi, troppi e qualsiasi cosa fai ti guardano male.Troppo seguita dalla polizia, troppo controllata, troppi ‘sbirri’ chegirano, che controllano ogni giorno, che fanno domande.

foto Abramo Tognato

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DIFFICOLTÀAbbiamo voluto approfondire quali sono le difficoltà vissute epercepite dai giovani cittadini di Thiene. Analizzando le risposteottenute alla domanda “Quali sono le difficoltà maggiori per ungiovane nella tua città?”, il tema che ricorre più volte (in 15 intervistesu 61) è sicuramente quello del lavoro: i giovani intervistati vedonopoche opportunità per loro e si aspettano notevoli difficoltà neltrovare un impiego.In secondo luogo è emerso il tema del bullismo. Molti ragazzi hannoassistito a scene di bullismo, minacce e risse. Alcuni sostengono disentirsi insicuri a passeggiare in certe zone, in quanto ci sonocompagnie che cercano sempre un motivo per “tacar rogne”.Un’altra difficoltà sentita dagli intervistati è l’impegno scolastico, icambiamenti introdotti con la riforma Gelmini e l’obbligo di studiarefino ai 16 anni.Vengono poi vissuti come difficoltà i pregiudizi e la mentalità deigiovani che si basano troppo sull’apparenza, su come ci si veste.È emerso il problema dell’uso di sostanze, del giro di spaccio chealcuni ritengono diffuso e della possibilità e del rischio per tutti di“finire in giri sbagliati”. Qualcuno afferma che bisognerebbe dare un“sostegno” ai giovani.Alcuni si lamentano che ci sono poche iniziative e che la voce deigiovani non viene ascoltata sufficientemente. Altri ci hanno parlatodei problemi di integrazione tra i giovani di diverse estrazioni socialio gruppi di appartenenza e una maggiore difficoltà di inserimento pergli immigrati rispetto al passato.

Il lavoroBisogna fare salti mortali per avere un lavoro, almeno decente.Poche opportunità per sfondare in ogni ambito.

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Prima di tutto c’è la difficoltà di trovar lavoro.

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Qui? Non hai tanti sbocchi, finita scuola, il 90% delle volte deviandare via.Trovare un lavoro non è semplice, anche per portare in giro le pizzenon è facile.Il lavoro, forse un giorno non troveremo tanto lavoro, non ci sonotante cose da fare che vanno bene per i giovani.Non trovare lavoro, non avere la possibilità di avere un lavoro chepossa fruttare molto; non si crede nei giovani, bisogna avere unminimo di curriculum, bisogna avere esperienza, ma come fai adavere esperienza se non ti lasciano farla?In questo momento trovare un lavoro, non è tanto facile, vai nelleagenzie e ti dicono “ti chiamiamo, ti chiamiamo”, ma niente.

Il bullismoQua cercano di attaccare rogna anche per le mutande che haiaddosso, per come sei vestito. È una roba assurda.Ci sono compagnie brutte che fanno danni in giro.La libertà di uscire in centro e passeggiare spensierato: tu giri incentro e c'è gente che ti minaccia o che ti picchia. Succede con gentedella mia età o anche più piccoli. Arrivano lì in 10, sembra il 68.Alla sera se sei una ragazza non c'è abbastanza controllo, se tornialle dieci è abbastanza pericoloso.Quelli della nostra età o anche più piccoli che vanno in giro aminacciare gente.

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Ci sono degli stranieri che se li guardi 2 secondi vengono lì e tipestano. A un mio amico è successo. Soprattutto in zona bosco.Se vieni da fuori dipende dalle compagnie che trovi in giro. Ce nesono di buone e altre sono tutti ‘teppistelli’.Ci sono molti attaccabrighe, ci é successo spesso di assistere a risse.

La scuolaAndare a scuola troppe ore, e poi dovrebbero cambiare la Gelmini. Lostudio, con le nuove leggi della Gelmini che anche se hai una materiasotto vieni bocciato. Troppe ore scolastiche.È difficile impegnarsi a studiare, andare bene a scuola. Farei unalegge per non aspettare per forza i 16 anni per andare a lavorare.Cioè se uno, finite le medie, vuole dare lavorare dovrebbe potere.Per l'orientamento: le scuole che ci sono qua non permettono diandare a conoscere le scuole di altri paesi.La scuola, ci sono tante compagnie che non pensano alla scuola mapensano a divertirsi.

I giudizi sull’apparenza / i pregiudiziA Thiene ci sono pregiudizi. Si giudica anche solo per come si èvestiti. Sono i giovani che giudicano.A Thiene la gente si basa tanto su come si veste la gente. Lamentalità.

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SostanzeHo sentito delle storie soprattutto al Parco del Donatore. Dicono chegirano determinate cose. Sono giri sbagliati che coinvolgono di tutto.Anche le medie. Fuori dalla scuola ad esempio. Tutti i ragazzi hannola possibilità di finire in giri sbagliati. Le nuove generazionidovrebbero avere un sostegno, una direzione da seguire. Penso che seuna città vuole avere una comunità giovane con una strada dovrebbedarle qualcosa da seguire.Cercherei di tutelarli di più. C'è certa gente che è meglio che stia alsuo paese. C'è tanto giro di spaccio.Sapersi orientare: alcuni giovani fanno amicizia con i grandi che lispingono a fumare e ubriacarsi.C’è gente che non è ben guardata, che non si comporta bene, è anchebrutto vederla in giro cosi, come gente che si droga, non è bello averela città piena di gente che usa queste sostanze.Gira troppa droga.

Poche iniziative per i giovaniTrovare qualcos'altro al di fuori del bar, non c'è altro.Poche iniziative del Comune per i giovani. Oppure quando ci sono,rompono. Ad esempio quando hanno fatto l'assemblea di tutti gliistituti al campo di calcio, hanno rotto per dar il campo di calcio edopo l'hanno restituito com'era ma poi si sono lamentati.Non c'è divertimento secondo me, c'è noia e basta.

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Trovare da divertirsi. Passare il tempo, difficoltà? Non saranno micadifficoltà?! Ci sono pochi spunti di svago. Non sei sicuro di andare làe trovare divertimento.Si potrebbe fare di più per noi giovani, a meno che non vai all'acr.La difficoltà è trovare qualcos'altro da fare al di là della scuola odello sport.Se mi regalassero una bici sarei più tranquillo.

Sentirsi poco ascoltatiNon viene ascoltato, non può dire la sua, viene ascoltato solo chi èpotente e ha i soldi.È un posto tanto, tanto controllato. Non puoi mai fare niente, nonpuoi mai sfogarti. Anche il sindaco non ci sostiene tanto, la nostraparola non vale tanto come quella degli adulti, a volte i giovanipossono dare consigli utili.

L’integrazioneIntegrarsi? No, non è un problema, adesso forse si stannocomplicando un po' le cose, un po' di tempo fa bastava un anno ed eriintegrato, ma non ho ancora sentito di difficoltà.Quando uno non ha un gruppo dove trovarsi, magari è da solo e nonfa un cazzo.L’integrazione tra gli altri giovani. Thiene è vissuta da molti tipidiversi di giovani: il ricco, il benestante, il bullo, quello che vive

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normalmente, c'è troppa differenza tra un ragazzo e l'altro e allora siformano i vari gruppi e i bar di riferimento per ciascun gruppo.È difficile l‘inserimento degli immigrati sulla popolazione, sulla vita.

foto Luca Leonardi

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foto Marco Greselin

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PROPOSTEAbbiamo infine voluto indagare gli aspetti più propositivi dei giovanidi Thiene ponendo le seguenti domande “Immagina di esser diventatoil sindaco di Thiene. Cosa faresti per i giovani?” e “Cosa vorrestiorganizzare o proporre per la tua città?”.In linea con quanto abbiamo già scritto sul capitolo riguardante iluoghi e in particolare la mancanza di spazi alternativi ai bar doveincontrarsi, molti giovani hanno proposto l’apertura di centri dovetrovarsi, fare e ascoltare musica, dedicarsi allo sport e ad altre attivitàe inoltre il rimodernamento delle strutture sportive già esistenti.Sono anche arrivate varie proposte riguardo le iniziative per i giovanie non solo: incontri informativi, corsi e opportunità per i giovaniriguardo il lavoro, la politica e l’attualità, concerti, feste a tema,attività di volontariato, lavori in gruppo e viaggi.Da rilevare che sia per gli spazi che per le iniziative, le proposte degliintervistati hanno sottolineato l’importanza dell’aspetto relazionale, lapossibilità di conoscere persone nuove e di confrontarsi anche su untema specifico.Un buon numero di intervistati propone un maggior dialogo tral’Amministrazione e i giovani, specificando che bisogna trovare unmodo di comunicare più vicino a loro, che si deve “andare in giro” aparlare con i giovani, a raccoglierne i bisogni e i suggerimentivalorizzandone la creatività. Ma prima di tutto bisogna volerliascoltare.Altre proposte che riportiamo di seguito sono in linea con le difficoltàe i pensieri già espressi nei capitoli precedenti: migliorare le scuole eaiutare i giovani a trovare lavoro.Infine ritorna il tema della sicurezza, con alcuni che chiederebbero piùcontrolli la sera a causa delle risse e altri che ne vorrebbero menoperché si sentono “assaliti” e discriminati per i controlli troppoinsistenti quando “non stanno facendo nulla di male”.

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SpaziMetterei a posto le strutture e gli spazi frequentati dai giovani: scuole,parchi, stazioni, luoghi sportivi.Aprirei spazi gratuiti di ritrovo oltre le parrocchie.Aprire un luogo nuovo diverso, da trovarsi, dove si faccia musica eche non si facciano ristrettezze per orari casino.Farei parchi più belli e non spenderei soldi per costruire e poidistruggere.Costruirei dei parchi e quando si rompono li metterei a posto, li terreia lungo aperti anche fino alle 23.00, 23.30 se no si va sotto i porticima la si fa casino.Farei più locali dove trovarsi la sera, come pub e discoteche ma soloper gli adolescenti, cosi al posto di andare in giro in brutti posti igenitori saprebbero che sei in un posto sicuro.Uno skate park.Volevamo un campo, delle porte, invece di spendere soldi per lesigarette perché non comprare due porte?Sarebbe bello uno stanzone con dei divanetti, un piano per un dj, unpiano bar e noi saremmo contenti, creare più momenti per fare seratea tema, ad esempio, oltre l'apertura dei negozi, mettendo dei tendonicon qualcosa per fare divertire i giovani.Un luogo dove si può far festa la sera, di sabato, tipo una discotecaqua a Thiene che chiuda verso l'una, le due per i giovani; un ritrovodi amici in giro.

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Aprirei molti spazi di divertimento per giovani dove far feste. Anche iposti per gli stranieri dove una volta facevano le feste, perché nellanostra cultura c'è molto divertimento.Creare più spazi per i giovani. Qui a Thiene secondo me c'è solo loYourban. Il campo di calcio in via dei Quartieri è lasciato lì non si saa far cosa. Potevano fare una bella area concerti, ma non soloconcerti.Lo skate park in sede.Fare dei punti d'incontro per quelli della nostra età dove non ci sianosolamente feste, ma anche modi alternativi per stare insieme, magariun concerto per trovarsi e organizzarsi: è anche un modo nuovo perconoscersi.Darei uno spazio libero ai giovani in modo da organizzare concerticon gruppi locali e mettere un specie di bar vicino in modo che igiovani possano passare lì il tempo.

IniziativeOrganizzerei incontri informativi, corsi e opportunità per i giovaniriguardo il lavoro, la politica, cosa succede nel mondo.Fare più attività alla sera anche non solo per i ragazzi ma anche pergli adulti.E poi feste. Il quartiere Cappuccini mi sembra un po' isolato dallealtre parti.Organizzazione di feste, concerti visto che abbiamo Villa Fabris. Allanostra età piace tanto la musica e li si potrebbero fare tante cose.

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Fare più cose per intrattenere: mettere dei gruppi che suonano dellesere, chiamare gente ballare. Feste, gruppi che suonano, negoziaperti.Si potrebbero organizzare delle iniziative nel Parco del Donatore.Più feste con un tema dove si può divertirsi e imparare qualcosa.Più feste tipo il buon rientro in modo che la gente s'incontri, siconosca meglio in modo da evitare anche i casini.Organizzerei viaggi per i giovani, anche all’estero.Fare più attività per andare dagli anziani, coinvolgerli anche conaltre attività, volontariato, concerti, cose diverse.Ci sono i momenti per far festa. Ma ci sono i giorni in cui si develavorare, facendo insieme. Ci si può divertire anche lavorandoinsieme.

Dialogo / ascoltoAl primo posto i giovani perché sono il futuro. Lasciare più creativitàai giovani, migliorare il rapporto e dialogo tra sindaco e giovani.Non c'è valorizzazione della gioventù.Aprirei tanto il dialogo tra il sindaco e i giovani, con discussioni,proporre idee nuove e ascoltarli di più.Creare occasioni di incontro tra i giovani ma non per star seduto.Occasioni di dialogo vero, fare robe concrete, servirebbe volerascoltare.

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Andrei a chiedere ai giovani cosa vogliono e cercherei di soddisfarli.Più iniziative musicali, concerti.Dar voce ai giovani e ascoltando proposte nuove.Troverei un modo di comunicare più vicino ai giovani, sentire leopinioni dei giovani.Andrei in giro, chiederei ai giovani certi suggerimenti, certi locali literrei più aperti.

ScuoleA chi se lo merita e non ha la possibilità, dare dei sussidi ogni tanto.Come ad esempio il progetto Leonardo. Mettere a posto la scuola.Cercherei di accelerare i tempi della costruzione delle scuole nuoveperché i licei servono e sono anche pericolosi. Allo scientifico è undevasto perché ci sono di quelle classi che non stanno in piedi.Dobbiamo entrarci noi, non i nostri pronipoti.Rendere universitaria Thiene. Creare un qualcosa per gli studenti, inmodo che più giovani vengano verso Thiene.

LavoroPiù lavoro per i giovani.Aiutarli, sia stranieri che italiani, a trovare lavoro.Posti per i giovani, posti per lavoro. Prima di tutti loro, solo loro...ma siamo noi il futuro!

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SicurezzaMeno vigili perché andar via con i motorini è un disastro. Un po'troppa sicurezza, sono tanto pignoli i vigili.Più sicurezza in centro ci sono risse la sera.Tirerei via un po' di leggi rompiscatole come quella che non si puòportare in doppio in bici e in scooter. Cosa servono le bmx che sonfatte per quello?Abolirei certe leggi: se un gruppo di giovani si raduna o fa chiasso,dopo due minuti ti trovi una pattuglia di polizia che ti chiedono cosafate e dopo due minuti tirano fuori discorsi che non hanno niente ache fare con noi.. non sanno che non siamo tutti uguali, tutti i giovaninon usano sostanze.Più controlli tra i giovani, succedono tante robe qua, ma non vengonofuori.Un po' più controlli da parte di forze di polizia.Anche il fatto della polizia, non serve mettere tutta questa polizia checontrolla, è sempre pronta lì ad assalirti.

Altre proposteMi piacerebbe che la domenica una volta al mese non ci fossero lemacchine e tutte le strade fossero chiuse da un'ora a un'ora, sarebbebellissimo.Metterei a posto le strade.

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Fare più zone verdi.Diminuirei lo stipendio degli assessori.Tirerei via un'altra legge, quella dello sputo: a mio zio hanno datouna multa da 100 euro perché gli era entrato un animaletto in bocca!Dovresti chiederlo a uno di 14 anni probabilmente, non a me. Misento in un'altra fascia d'età. Io ho bisogno della mia busta paga, deimiei negozi aperti, delle tose, degli amici, non ho bisogno del sindaco.Mi è dispiaciuto tanto che hanno spostato le giostre distanti.Togliere le barriere architettoniche. Farei più parchi, aiutare le gentipovere.Aiutare la gente che non hanno lavoro, non hanno genitori; piùsostegno per le persone che non hanno una casa, non hanno unlavoro.Io legalizzerei la marijuana. È il fatto di far capire alle persone cheintanto c'è una cultura intorno quel tema lì. Se è legale l'alcool e lesigarette che fanno male non vedo perché non legalizzare la marjache è una cosa che fa star tranquilli ed è naturale.Patente a punti la tirerei via. Legalizzazione droghe leggere.Io metterei a posto le strade perché io vado in giro in motorino, cisono molte buche.

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CONCLUSIONIDopo aver osservato i giovani diThiene e aver ascoltato la vocedegli intervistati, sono emersealcune considerazioni chesuggeriscono di prestaremaggiore attenzione a certi temie soprattutto a certi bisogni nelpensare le politiche giovanili delterritorio di Thiene.Il primo bisogno esplicitato daigiovani con una certa chiarezza èquello della socialità, su duelivelli: un primo livello è quellodella necessità di relazionarsi,del mettersi insieme, magari coniniziative che permettano diconoscere altri coetanei e non; un secondo livello è quellodell’esigenza di trovare degli spazi da socializzare, dove “stare”,relazionarsi, sfogarsi, confrontarsi, condividere esperienze e coltivare ipropri interessi senza l’obbligo di consumare come al bar.Queste prime due considerazioni non sono di sicuro una novità per chilavora con i giovani nel campo dell'animazione: il desiderio di stareinsieme, di fare festa, di divertirsi, di condividere del tempo è unodegli aspetti che ci caratterizza per tutta la vita e che in particolare nelperiodo adolescenziale ci permette di maturare e crescere attraverso ilconfronto con il gruppo dei pari. È interessante però sottolineare ildesiderio frequente da parte degli intervistati di cercare uno spazioloro, che non sia quello del bar, il “solito” bar, dove uno èconsumatore e basta, ma di volere una sorta di “contenitore” dove ilgruppo può giocare un ruolo attivo, può “abitare” lo spazio mettendoin gioco le proprie idee, facendosi stimolare, oppure semplicementenon sentendosi obbligato a ordinare un bicchiere. A margine di questo

foto Luca Leonardi

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primo aspetto una nota: alcuni anni fa un ricercatore di Milanofacendo un lavoro molto simile al nostro ebbe una risposta di questotipo: “A Milano non c'è niente da fare!”. Di Milano si possono diremolte cose, ma che non ci sia niente da fare è dura! Forse il giovanemedio è coerente con il suo ruolo, deve cioè criticare, gli riesce piùfacile dire ciò che manca o non si vede, forse “recitando” la sua parte.Ricordiamoci quindi che il tema degli spazi non può trovare rispostasolo nell'aprirne di nuovi, ma anche attraverso un percorso, rivolto aigiovani, di consapevolezza degli spazi già esistenti ma che non sonoconosciuti e di un miglioramento della gestione di quelli che già cisono per poter coinvolgere attivamente i ragazzi.Ascoltando le descrizioni della propria città da parte degli intervistati,ci siamo trovati davanti ad apprezzamenti per quanto riguarda ilcentro storico, le dimensioni e la “tranquillità” di Thiene, ma anche aforti critiche e insoddisfazioni dovute alla sensazione che il mondogiovanile venga trascurato per quanto concerne iniziative,coinvolgimento, ascolto, possibilità.L’impressione che noi operatori abbiamo avuto conversando con tantigiovani di Thiene è che questa negatività non sia solo dettata daldover recitare la parte di chi critica. Abbiamo percepito un malessere,un disagio diffuso le cui cause possono essere molteplici e complesse.Può essere effettiva noia, mancanza di opportunità di mettersi in giocoe di esprimersi: la città è stata da alcuni definita triste, noiosa, senzasvolta per i giovani, desolata e vuota. D'altra parte può esserel’insicurezza generale che si respira in tutte le fasce d'età e che inparticolare in età adolescenziale si acutizza, soprattutto se un giovanepensa al proprio futuro lavorativo fatto di incertezza e precarietà, cheappaiono come le maggiori difficoltà da affrontare. Se un adolescentevede il futuro come una minaccia e l'inserimento nel mondo dellavoro (e quindi nel mondo adulto) come improbabile, noi, adulti,politici, operatori e genitori, abbiamo la nostra quota di responsabilità.

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Un altro aspetto che abbiamo registrato è una preoccupazione per lasicurezza personale causata dal ripetersi di atti intimidatori eaggressivi, verbali o fisici. Molti ragazzi (17 su 61 intervistati) cihanno riferito di aver assistito a scene di bullismo, minacce e risse.Alcuni, sentendosi insicuri a passeggiare in certe zone, richiedonomaggiori controlli da parte delle forze dell’ordine. Probabilmente peròil problema bullismo non si può risolvere solamente con un maggiornumero di controlli da parte delle forze di polizia ma promuovendoanche percorsi di educazione e di costruzione di un ben­essere diffusodal punto di vista sociale e non solo economico. Una maggioreattenzione ai bisogni dei giovani e uno sforzo nell’avvicinarsi a loro,accompagnandoli in esperienze di crescita dal punto di vista siapersonale che come cittadini, contribuirebbe a prevenire e contenerealcune situazioni di disagio nel vivere la propria città.Uno dei punti più controversi che spicca dalle interviste riguarda lasicurezza: se, come abbiamo visto, da un lato viene apprezzata lasorveglianza e viene richiesta maggiore attenzione per i fatti di risse ebullismo, dall’altro viene percepita come soffocante. Dalle domande“cosa non ti piace della tua città” e “descrivi Thiene con tre aggettivi”,17 intervistati hanno affermato che c’è un’eccessiva presenza dellapolizia, che alcune multe per fatti leggeri sono esagerate e che loro sisentono molto controllati, con poca libertà di stare in gruppo in luoghipubblici dove vengono spesso “assaliti” da troppe domande econtrolli. Una severità, percepita come eccessiva dagli intervistati, cheli porta a sentirsi trattati come “differenti”, forse perché in grossacontraddizione con il fatto che una parte del contesto adulto non staeducando alla legalità: qualcuno può pensare che il rispetto delleregole valga solo per il ragazzino col motorino truccato e non per chicommette reati più gravi. E questo può fare rabbia.Infine un altro punto critico sottolineato da alcuni giovani sta nellamentalità della gente, definita chiusa, “chiacchierona” e diffidente,con pregiudizi sul modo di vestire, sui giovani che si ritrovano in

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gruppo e sugli stranieri.È emerso anche il tema delle sostanze ma spesso con parole rimastesullo sfondo, dette per rinforzare un discorso riguardo a “giri”sbagliati o luoghi ritenuti pericolosi. Forse questo ambito è statovolutamente sfiorato dai giovani per non addentrarsi in argomentitroppo delicati che possono riguardare loro stessi o persone a lorovicine. L’uso e la diffusione di sostanze, e il tema delle dipendenze ingenerale, meriterebbero una ricerca e un lavoro ad hoc.Non intendendo limitarci alla fotografia dei bisogni e delle criticità,vogliamo sottolineare come le proposte che i giovani hanno lanciatodimostrino per alcuni il desiderio di darsi da fare, per altri laconsapevolezza delle risorse e delle mancanze reali che ha la città eper molti l’importanza riconosciuta a temi quali l’ambiente, il rispettodelle persone, il dialogo con l’Amministrazione Comunale, la libertà,i diritti, in particolare per quanto riguarda la scuola e il lavoro.

Voce ai giovaniDa addetti ai lavori abbiamo una certa riserva a parlare ancora dipartecipazione. Se guardiamo l'enorme mole di letteratura in materia, iprogrammi europei, nazionali e regionali, le linee guida delle politichegiovanili, le finalità di quasi tutti i progetti in favore dei giovani, leconsulte e gli organismi di rappresentanza, i Progetti Giovani,insomma il lavoro delle politiche giovanili dal Duemila a oggi, siparla sempre di partecipazione. Ma come spesso succede quando siabusa di una parola, si rischia di perderne il significato primario. Perquesto non vogliamo parlare ancora di partecipazione: abbiamobisogno di cambiare le parole, trovarne di nuove per farci stimolare eprovocare, suscitando azioni che sappiano tessere novità.Era il 2003 quando un gruppo di 4 giovani provenienti da esperienzemolto diverse tra di loro si incontrarono con l’obiettivo di sostenere le

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nuove generazioni nell'espressione dei loro interessi, in particolare lamusica. Dall’ascolto dei bisogni dei giovani prese forma il primoprogetto di Stabile Infermenti, finanziato dalla L.R. 29/88 e intitolato“Do, Re, Mi e...ti?”, che aveva come scopo la costruzione di saleprove musicali in 6 Comuni dell'Alto Vicentino tra cui Thiene.Dopo sette anni di assenza tornare a Thiene e chiedere ai ragazzi cosapensano della loro città ci è sembrata un’azione necessaria. Perché eradavvero da troppo tempo che nessuno in città fermava un giovane perstrada per chiedere: “ma tu cosa ne pensi della tua città, quali propostehai?”. Se pensiamo ai volti del centinaio di ragazze e ragazziincontrati siamo convinti di aver colto nel segno: abbiamo cioèpraticato un'azione di avvicinamento e conoscenza, abbiamo fattodomande, provocato pensieri, raccolto proposte. In buona sostanzaabbiamo prestato tempo e ascolto, abbiamo passato di mano unpiccolo megafono che, con tutti i limiti e le difficoltà di questo lavoro,intendiamo usare per amplificare la voce dei giovani e farla arrivareall'orecchio di chi amministra la città.È un'azione politica, ne siamo consapevoli: quando politica significacogliere le esigenze, le domande mute, i bisogni e trasformarli inproposte, per attivare percorsi di cambiamento e crescita dellacomunità. È il primo passo di quello che noi intendiamo perpartecipazione. È vita reale oltretutto: lontana dalla virtualità cheattraverso i social network sta trasformando la democrazia di internetin gossip; lontana dalla tv o dai giornali dove esporre la propria idea èsecondario all'apparire o allo scandalizzare; lontana dalle forme“canoniche” della politica che da una parte viene percepita sempre piùdistante dai cittadini e dall'altra, con le sue scelte, sta trasformando ilmodo di vivere di molti. Questo progetto è un'occasione. I giovanihanno detto la loro e noi animatori di strada li abbiamo sostenuti.Quando una voce arriva all'orecchio non è più questione dipartecipazione, ma di responsabilità e di scelte.

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Open Door è un progetto del CNCA Venetofinanziato dalla Regione VenetoAssessorato ai Servizi Sociali

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utilizzando solo software open sourceFINITO DI STAMPARE A NOVEMBRE 2010

NOTE1. Ferrarotti F. Macioti M.I., Periferie. Da problema a risorsa, Sandro Teti Editore, Roma2009.2. G. Della Pergola, Il declino della città. Saggi di sociologia urbana, Liguori, Napoli, 1994.3. P. L. Cervellati, “Sconfitti sulle periferie”, in V. Emiliani, V. Raponi, P. Vizzini, Il declinodella città. Quaderni del Circolo Rosselli, Giunti, Roma, 1996, n. 3.

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