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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Facoltà di Agraria - Facoltà di Scienze MM.FF.NN. Corso di L.T. in Scienze e Tecnologie per l’Ambiente VALUTAZIONE DELLA QUALITA’ DELLE ACQUE DESTINATE ALL’USO ED AL CONSUMO UMANO DELLE FALDE PRESENTI NEL TERRITORIO COMUNALE DI DUEVILLE (VI). Relatore: Prof. Andrea Squartini Co-relatore: Prof. Gian Umberto Caravello Dip. di Medicina Ambientale e Sanità Pubblica Laureando: Marco De Polo

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA

Facoltà di Agraria - Facoltà di Scienze MM.FF.NN.

Corso di L.T. in Scienze e Tecnologie per l’Ambiente

VALUTAZIONE DELLA QUALITA’ DELLE ACQUE DESTINATE

ALL’USO ED AL CONSUMO UMANO DELLE FALDE PRESENTI NEL

TERRITORIO COMUNALE DI DUEVILLE (VI).

Relatore: Prof. Andrea Squartini

Co-relatore: Prof. Gian Umberto Caravello

Dip. di Medicina Ambientale e Sanità Pubblica

Laureando: Marco De Polo

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A.A. 2011/2012

INDICE

1. INTRODUZIONE ............................................................................................ 5

1.1

1.2

Qualità dell’acqua potabile e tematiche di salute pubblica ................

Inquadramento legislativo .....................................................................

5

7

2. SCOPO DELLA TESI ..................................................................................... 9

3. AREA DI INDAGINE ...................................................................................... 19

4. MATERIALI E METODI ............................................................................... 19

4.1

4.2

4.3

Campionamento .....................................................................................

Trasporto e conservazione del campione .............................................

Parametri chimico-fisici ........................................................................

19

20

20

4.3.1

4.3.2

4.3.3

4.3.4

4.3.5

4.3.6

Temperatura ...................................................................................

Conducibilità ..................................................................................

Concentrazione idrogenionica (pH) ...............................................

Torbidità .........................................................................................

Durezza ..........................................................................................

Ossidabilità ....................................................................................

20

20

20

21

21

21

4.4 Chimici .................................................................................................... 22

4.4.1

4.4.2

4.4.3

4.4.4

4.4.5

4.4.6

Cloruri ............................................................................................

Solfati .............................................................................................

Nitrati .............................................................................................

Nitriti ..............................................................................................

Fosfati ............................................................................................

Ammonio .......................................................................................

22

23

23

23

23

24

4.5 Microbiologici ......................................................................................... 25

4.5.1

4.5.2

4.5.3

4.5.4

Conta microbica totale ...................................................................

Coliformi Totali .............................................................................

Escherichia coli .............................................................................

Enterococchi fecali ........................................................................

25

25

25

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3

4.5.5 Pseudomonas aeruginosa .............................................................. 26

4.6 Approfondimenti: caratterizzazione biochimica di alcune specie

batteriche ................................................................................................

27

4.6.1

4.6.2

Clostridium perfringens .................................................................

Legionella pneumophila ................................................................

27

27

5 TERRENI E TECNICHE MICROBIOLOGICHE ...................................... 28

5.1

5.2

5.3

Metodica di filtrazione su membrana ..................................................

Test di identificazione biochimica API® ..............................................

Terreni di coltura ....................................................................................

28

29

29

5.3.1

5.3.2

5.3.3

5.3.4

5.3.5

5.3.6

5.3.7

Determinazione della CMT ............................................................

Determinazione dei coliformi totali ...............................................

Determinazione di Escherichia coli ...............................................

Determinazione degli Enterococchi ...............................................

Determinazione di Pseudomonas aeruginosa ................................

Determinazione di Clostridium perfringens ..................................

Determinazione di Legionella pneumophila ..................................

29

30

30

31

31

32

32

6 RISULTATI E DISCUSSIONE ....................................................................... 35

6.1

6.2

6.3

Dati chimici .............................................................................................

Dati microbiologici .................................................................................

Confronto con dati precedenti ..............................................................

35

35

41

6.3.1

6.3.2

Parametri chimico-fisici .................................................................

Parametri microbiologici ...............................................................

41

45

7 CONCLUSIONI ............................................................................................... 49

7.1 Alcuni suggerimenti e considerazioni ................................................... 49

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1. INTRODUZIONE

1.1 Qualità dell’ acqua potabile e tematiche di salute pubblica

Sin dall'antichità l'acqua ha costituito l'elemento più prezioso. Se, agli albori, l'acqua serviva all'uomo solo per

dissetarsi, col progredire della civiltà essa è divenuta essenziale anche per sue le attività complementari, come la

pastorizia, l'agricoltura e, non da ultimo, come via preferenziale per trasporti e scambi. Non sorprenderà quindi

l'evidenza che i villaggi e le antiche città del passato sorgessero sulle rive dei fiumi, posizione propizia al fiorire

delle società.

Con l'industrializzazione, l'uso dell'acqua è divenuto sempre più intenso, prima come forza idraulica nei

mulini e negli opifici e poi come intermedio per il trasferimento di energia nelle macchine a vapore. Nell'età

moderna, l'accrescimento della popolazione e del suo livello di vita, ha determinato un uso sempre più smodato

della risorsa idrica (igiene, elettrodomestici, irrigazione, industria cartiera e conciaria, per citarne alcuni) con il

conseguente calo esponenziale della sua disponibilità.

Per quanto concerne l'Italia, la situazione delle riserve idriche, in termini di acque sotterranee, presenta

delle ambiguità: se, dal punto di vista qualitativo, l'acqua delle falde è contraddistinta da scarsa qualità (spesso

con presenza di metalli pesanti, idrocarburi clorurati e nitrati, stigmate dell'inquinamento, presente soprattutto

nella pianura veneta), d'altro canto le riserve quantitative sono stimate in 12 miliardi di metri cubi (di cui il 70%

deriva dalle pianure settentrionali) che costituiscono una buona quantità (Arpa 2008), ancorché in sensibile

diminuzione, stando all'andamento degli ultimi anni. Le cause che inficiano il mantenimento della riserva idrica

possono trovarsi nel calo di precipitazioni, dell'ordine del 7-14% evidenziato negli ultimi 40 anni, nelle

temperature medie annuali in crescita, nell'aumento dell'insolazione e della ventosità, tutti fenomeni che hanno

incrementato considerevolmente l'evaporazione e la traspirazione dal suolo. Anche l'apporto delle precipitazioni

sta cambiando, poiché si assiste a piovaschi sempre più intensi, ma di breve durata, con conseguente

ruscellamento superficiale che non favorisce l'alimentazione delle falde. A ciò va aggiunto anche l'incremento

notevole dello sfruttamento per scopi agricoli (direttiva 2000/60/CE). Le conseguenze di quanto affermato

possono essere anche gravi: calo della produttività delle colture specializzate, riduzione drastica delle zone umide,

abbassamento del suolo lungo i litorali ed intrusione salina nelle falde (Dazzi et al.,2000).

Va sottolineato che l'importanza delle riserve idriche non dev'essere considerata solo in termini di

quantità, ma anche in termini di qualità, soprattutto se viene usata a scopo potabile: la contaminazione microbica

delle acque sotterranee può determinare l'insorgenza di malattie (tifo, dissenteria, epatite A-E, ecc.) che possono

potenzialmente affliggere numerosi cittadini, in un contesto in cui un acquedotto supporta un grande bacino

d'utenza. Infatti si stima che ogni anno muoiano 1,5 milioni di persone a causa di patogeni veicolati dall'acqua.

Esemplificativi possono risultare i precedenti di Milwaukee (USA) in cui, nel 1993, la contaminazione da cisti di

Criptosporidium, un protozoo patogeno idro-trasmessso (Mac Kenzie et al., 1994), ha determinato una notevole

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epidemia coinvolgendo 403000 persone e di Walkerton (CDN) in cui, nel 2000, la contaminazione da E.Coli

O157:H7, ha provocato 2300 contagi (Williams et al.,2008).

Nell'alto vicentino, già dai primi anni '90, si è registrato un calo dell'apporto di acque sotterranee (Fig.1),

anche se, negli ultimi 5 anni, si è registrata un'inversione di tendenza. Va specificato però che il livello

freatometrico della falda (Fig.2) è aumentato grazie alle abbondanti precipitazioni verificatesi nel 2010. Inoltre, la

legge finanziaria 2008 della regione Veneto, approvata con L.R. 27/02/2008 n°1, vincola parte degli introiti delle

concessioni di derivazione al finanziamento di interventi di ricarica delle falde

(htttp://www.vicenzanatura.org,2011).

Fig. 1: Livello delle falde dal 1975 al 1995 nelle stazioni freatimetriche di Dueville e Cavazzale

(Baggio et al., 1979).

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Fig. 2: Andamento freatimetrico dall’anno 1990 all’anno 2011 nella stazione di Dueville

(Mazzola, 2011).

1.2 Inquadramento legislativo

Lo sfruttamento inappropriato delle falde e l’inquinamento di queste ha indotto gli stati europei a provvedere con

delle leggi. Nel 1968 il Consiglio d’Europa si accinse per la prima volta ad emanare una norma atta a difendere

questo bene prezioso: “Carta Europea dell’acqua” (http://www.arpa.veneto.it). Questa fa da cardine sui seguenti

punti:

1) Non c'è vita senza acqua. L'acqua è un bene prezioso, indispensabile, a tutte le attività umane.

2) Le disponibilità di acqua dolce non sono inesauribili. E' indispensabile preservarle, controllarle e, se possibile,

accrescerle.

3) Alterare la qualità dell'acqua significa nuocere alla vita dell'uomo e degli altri esseri viventi che da lui

dipendono.

4) La qualità dell'acqua deve essere tale da soddisfare tutte le esigenze delle utilizzazioni previste, ma deve

soprattutto soddisfare le esigenze della salute pubblica.

5) Quando l'acqua, dopo essere stata utilizzata, è restituita al suo ambiente naturale, essa non deve compromettere

i possibili usi, tanto pubblici che privati che in questo ambiente potranno essere fatti.

6) La conservazione di una copertura vegetale appropriata, di preferenza forestale, è essenziale per la

conservazione delle risorse idriche.

7)Le risorse idriche devono formare oggetto di inventario.

8) La buona gestione dell'acqua deve formare oggetto di un piano stabilito dalle autorità competenti.

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9) La salvaguardia dell'acqua implica uno sforzo importante di ricerca scientifica, di formazione di specialisti e di

informazione pubblica.

10) L'acqua è un patrimonio comune, il cui valore deve essere riconosciuto da tutti.

11) La gestione delle risorse idriche dovrebbe essere inquadrata nel bacino naturale piuttosto che entro frontiere

amministrative e politiche.

12) L'acqua non ha frontiere. Essa ha una risorsa comune, che necessita di una cooperazione internazionale.

Recentemente c’è una maggiore attenzione nei confronti delle acque sotterranee, dato che il 75% degli abitanti

dell’Unione Europea dipende da queste come approvvigionamento idrico, si è capito finalmente l’importanza

vitale di tale argomento. L’acqua sotterranea, se inquinata dai prodotti chimici per uso agricolo, scarichi

industriali e domestici, perché possa ritornare chimicamente e microbiologicamente neutra per l’uomo, impiega

decenni. Il lento processo di degradazione di tali inquinanti e l’accumulo di questi, è tale per cui anche le

generazioni future possono essere compromesse (Commissione Europea, 2008).

Poiché il 50% delle acque superficiali derivano dalle acque sotterranee (raggiungendo picchi del 90% in

periodi di asciutta), queste ultime influenzano la qualità degli ecosistemi acquatici e terrestri. Per questo motivo

nel 1975 venne promulgata la direttiva 75/440/CEE per prevenire l’immissione di certi contaminanti nelle acque

sotterranee. Nel 1982, la Direzione Generale per l’Ambiente, la Protezione del Consumatore e la Sicurezza

Nucleare della Comunità europea effettuarono una valutazione sulla quantità di acqua nelle falde sotterranee di

ogni Stato membro (al tempo 9*). Nel 1991 per evitare ulteriori deterioramenti della qualità e della quantità delle

acque sotterranee vennero suggeriti altri provvedimenti entro l’anno 2000. Nell’ottobre 2000 la commissione

emanò la direttiva quadro sulle acque 2000/60/CE (Water Framework Directive); per la prima volta le acque

sotterranee vengono protette per il loro valore ambientale e non solo come risorsa. Lo scopo della direttiva è quello

di assicurare un equilibrio tra le estrazioni e la ricarica delle acque sotterrane la cui assenza determina danni

all’ecosistema delle zone umide e favorirebbe l’intrusione di acqua salmastra in prossimità delle coste.

Nel 2006 una nuova direttiva UE chiarisce i criteri per un buono stato chimico dell’acqua, e dà indicazioni

per la diminuzione degli effetti dell’inquinamento e per il miglioramento qualitativo e quantitativo dei corpi idrici

sotterranei.

*Nota: Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Regno Unito.

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Una successiva direttiva della Commissione Europea (2008), stabilisce che:

- I registri devono includere tutti i corpi idrici utilizzati per l’estrazione dell’ acqua potabile. Per fornire un

quadro completo dello stato chimico e quantitativo delle acque sotterranee, si stabiliscono reti di monitoraggio

sulla base dei risultati della caratterizzazione e della valutazione del rischio.

- Si predispone un piano di gestione del bacino idrografico per ciascun distretto. In ogni distretto verrà

redatto un sommario, dove viene catalogato il grado di impatto dell’attività umana sullo stato delle acque

sotterranee.

- Si predispongono entro il 2009 una serie di misure per il soddisfacimento dei requisiti richiedenti dalla

WFD (Water Framework directive) attue a controllare l’estrazione delle acque sotterranee.

- Divieto di scarico diretto nelle falde sotterranee (art. 11 della WFD).

In Italia, le direttive europee sono state recepite il con il D.Lgs. 31/2001 relativo alla qualità delle acque destinate

al consumo umano, e con il D.Lgs. 152/2006, che delinea le norme in materia ambientale.

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1. SCOPO DELLA TESI

Il comune di Dueville (VI) è collocato nell’area delle risorgive, dove falde provenienti da aree industrializzate

come Thiene e Schio, affiorano formando torrenti e fiumi come l’Astichello, impiegato per irrigare i campi delle

aree agricole di Dueville, Cavazzale e Vicenza. Per comprendere l’importanza di quest’area, basti pensare che gran

parte dell’acqua impiegata dal comune di Padova proviene dalle risorgive di Dueville tramite l’Acquedotto di

Padova. Il comune di Dueville, come gran parte dei comuni presenti nell’area, trae il proprio approvvigionamento

idrico mediante pozzi direttamente dalle falde sottostanti. Nella presente tesi abbiamo effettuato un’analisi volta

alla valutazione della qualità microbiologica delle acque di falda, selezionando come punti di campionamento

alcuni pozzi (diversificati sia per profondità che per collocazione geografica) che servono come punto di

approvvigionamento idrico per edifici sia pubblici che privati.

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3. AREA DI INDAGINE

Da marzo a luglio 2011 si è avuto modo di analizzare l’acqua di falda proveniente da pozzi privati e pubblici del

comune di Dueville (VI) per valutarne la sua qualità. La popolazione del comune di Dueville nel luglio del 2011

contava di 14.079 abitanti, su una superficie di 20,11 km2, che si estendeva sul comune di Dueville e sulle sue

frazioni di Povolaro, Passo di Riva e Vivaro (ISTAT, 2011; http://www.comuni-italiani.it).

La scelta è caduta sul comune di Dueville perché non possiede un proprio acquedotto, e gli abitanti

dipendono esclusivamente dalle sue numerose falde per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico. La quantità

elevata di acque sotterranee nel sottosuolo di tale comune, è dovuta perché l’area è situata sulla fascia delle

risorgive, dove le falde spesso sgorgano dando vita a torrenti e generando un fiume, l’Astichello, impiegato per

l’irrigazione dei campi circostanti appartenenti ai comuni di Dueville, Monticello Conte otto e Vicenza.

A monte però,tali acque scorrono al di sotto dei centri industriali di Thiene e Schio, con la possibilità di

una contaminazione di queste.

L

A

Fig. 3: La presente immagine raffigura le falde passanti nei centri di Schio, Marano e Thiene che

scorrono in direzione di Dueville (ARPAV, 2011).

AREA

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La qualità di queste acque non è solo di interesse comunale o provinciale, ma anche regionale, in quanto

vengono sfruttate anche dal Comune di Padova. Difatti tra il 1886 e il 1888 si costruì una delle prime 3 condotte

attuali che costituiscono l’ Acquedotto di Padova, coprendo tuttora il fabbrisogno idrico della medesima città.

(AcegasAps, 2010).

Il bacino idrico sotterraneo di Dueville si estende ai piedi dei massicci montani fra Schio e Malo a Ovest,

e fra Bassano e Carmignano a Est. Questo è un grande serbatoio naturale originatosi oltre 200 milioni di anni fa,

quando l’intera zona era ricoperta dal mare della Tetide. Nel corso di milioni di anni, i sedimenti portati da questo

oceano si sono accumulati creando progressive sedimentazioni di rocce. Attraverso questo processo si sono

originate le montagne dell’arco alpino e una serie di strati porosi permeabili (costituiti da vari tipi di ghiaie e

sabbie) ospitanti le falde acquifere (AgegasAps, 2010).

Il fenomeno di alluvionamento è proseguito nell’Olocene, che costituisce il periodo attuale, iniziato a

partire dall’ultima glaciazione (Wurmiana), circa 10 000 anni or sono. I ghiacciai avevano accumulato allo sbocco

in pianura grandi quantità di detriti rocciosi, che tuttora i fiumi ridistribuiscono. Lo spessore dello strato di

materiale sciolto permeabile formatosi nel Quaternario, cresce man mano che ci si inoltra nella pianura. Questo

ammasso poroso ospita nei suoi vuoti enormi quantità d’acqua: infatti il suo volume efficace è di 180 milioni di

metri cubi (somma dei vuoti). Tali quantità è derivata dalle ingenti precipitazioni che si verificano nelle Prealpi

Venete (1500mm l’anno), il doppio rispetto alla Pianura Veneta. E’ però la rete idrografica che contribuisce

maggiormente; alcuni fiumi come il Leogra, Timonchio e Astico scorrendo su un letto ghiaioso e permeabile,

perdono per infiltrazione buona parte del loro flusso (Maffei, 2001).

D’altra parte l’alta permeabilità di questo terreno influisce notevolmente sulla contaminazione delle falde

in quanto la granulometria di grandi dimensioni permette permette maggiori infiltrazioni degli inquinanti (Regione

Veneto, 1984).

Fig.4: La figura sovrastante illustra l’elevata permeabilità del suolo di Dueville evidenziando l’elevata presenza di

ghiaie e sabbie; (Dal Prà et al., 1989).

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Fig.5: L’immagine rappresenta la permeabilità del suolo nelle aree del bacino idrico menzionato precedentemente.

A Dueville la permeabilità di ghiaia e sabbia varia dal 50 al 90%. (Baggio, et al., 1979).

La contaminazione di queste falde può essere accentuata dalla bassa profondità di queste. Dueville può essere

soggetta ad una maggiore contaminazione delle sue acque in quanto l sua falda ha un altezza compresa tra 54.5m e

56,5m, e la quota nel punto di osservazione è di 59,7m s.l.m.. In conseguenza di ciò, la profondità del pelo d’acqua

nella zona di Dueville è di 3,2-5,2m.

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PECULIARITA’ DEL SISTEMA IDRICO DI DUEVILLE

Le acque che si infiltrano nel terreno e scorrono nel sottosuolo costituiscono le falde idriche sotterranee. Le falde

si dividono in falde freatiche e artesiane.

Le falde freatiche sono le falde più superficiali. Esse sono costituite da una base inferiore impermeabile,

per esempio argilla o roccia, e da una base superiore permeabile come sabbia o ghiaia. L’acqua per forza di gravità

viene trasportata in profondità, fino a raggiungere lo strato impermeabile. L'accumulo dell'acqua nella falda

freatica varia in base alla piovosità del periodo, alla vegetazione del luogo e al prelievo dei pozzi artesiani per gli

usi civili, industriali e in agricoltura.

In condizioni normali la falda freatica si comporta come un fiume sotterraneo che può affiorare e

immettersi in un fiume o dirigersi verso il mare. In caso di ingenti precipitazioni o altri apporti idrici (scioglimenti

improvvisi di neve), la falda freatica può generare sorgenti ed affioramenti nei campi o creare fontanazzi in

prossimità dell’argine determinando piene eccezionali.

Se una falda si trova tra 2 strati impermeabili, viene chiamata artesiana. In una falda artesiana l’acqua è

tenuta sotto pressione idrostatica. In caso di una perforazione dello strato impermeabile sovrastante, ad esempio

con la costruzione di un pozzo, secondo la Legge di Stevino (P = ρgh), l’altezza della colonna d’acqua sarà

determinata dalla pressione di falda, in quanto h = P/ρg. Se la falda è in pressione elevata e/o si trova a bassa

profondità, il livello dell’acqua potrebbe raggiungere il piano campagna.

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Prima di iniziare a campionare le acque, è stata condotta una ricerca sui possibili pozzi per prelevare i campioni

per le analisi. La scelta dei pozzi è stata effettuata sia in base ad una disposizione spaziale, in modo da ricoprire

omogeneamente l’intera area comunale, che in base verticale, ovvero secondo la profondità dei pozzi). I pozzi

sono stati selezionati in base a 4 fasce di profondità: 12,5-20 m, 32-40 m, 50-54 m e >70 m, per un totale di 13

pozzi campionati. Di questi, 5 si trovano a Dueville (Fig. 7), 4 a Povolaro (Fig. 8), 2 a Vivaro (Fig. 9) e altri 2 a

Passo di Riva (Fig. 10).

MAPPA GENERALE

Fig. 6: Mappa del territorio comunale di Dueville. I pozzi sono segnati in rosso ed il numero identifica il punto di

campionamento in modo univoco.

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DUEVILLE

Fig. 7: Mappa di Dueville. I pozzi sono segnati in rosso ed il numero identifica il punto di campionamento in

modo univoco.

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POVOLARO

Fig. 8: Mappa di Povolaro. I pozzi sono segnati in rosso ed il numero identifica il punto di campionamento in

modo univoco.

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VIVARO

Fig. 9: Mappa del territorio comunale di Vivaro. I pozzi sono segnati in rosso ed il numero identifica il punto di

campionamento in modo univoco.

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PASSO DI RIVA

Fig. 10: Mappa del territorio comunale di Passo di Riva. I pozzi sono segnati in rosso ed il numero identifica il

punto di campionamento in modo univoco.

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4. MATERIALI E METODI

Per la protezione dal rischio biologico dai microrganismi in analisi e dal rischio di contaminazione di questi dalle

modalità di lavoro, sono state eseguite delle procedure per i prelievi, trasporto e le analisi dei vari parametri

seguendo le linee guide indicate dall’istituto Superiore di Sanità (Ottaviani & Bonadonna, 2000) e la guida

generale del Testo Unico Sicurezza Lavoro (D.Lgs. 81/2008).

I parametri presi in considerazione per l’ analisi sono stati chimico-fisici (torbidità, temperatura, durezza,

conducibilità, pH, ossidabilità), chimici (cloruri, solfati, nitrati, ammoniaca, nitriti, fosfati) e microbiologici

(C.M.T. (Conta Microbica Totale) a 22°C e a 37°C, Coliformi totali, Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa,

Clostridium perfringens, Legionella pneumophila, Enterococchi.).

4.1 Campionamento

Per svolgere il campionamento e sottoporlo poi all’analisi si deve prestare attenzione ad alcuni accorgimenti. Nel

campionamento è necessario che il volume di acqua sia sufficiente perché questo sia condotto all’analisi, in questo

caso per ogni pozzo è stata prelevata una quantità di 3 litri. Il prelievo per parametri microbiologici viene

effettuato in bottiglie di vetro borosilicato sterili a perfetta tenuta. La sterilizzazione viene effettuata in autoclave a

121°C per 15 minuti. I tappi poi devono essere ricoperti da un foglio protettivo, in genere di alluminio per evitare

una contaminazione. Le bottiglie vengono identificate univocamente scrivendo il numero dei campioni con un

pennarello.

Spesso non è stato possibile prelevare i campioni di acqua direttamente dal pozzo perché frequentemente

era privo di rubinetto, perciò è stato necessario campionare nel punto più adiacente (servizi sanitari, cucine..). Al

fine di ottenere un’analisi accurata, il rubinetto e la tubazione sono stati sterilizzati tramite bunsen e l’acqua è stata

lasciata scorrere per 2-3 minuti. La bottiglia sterile quindi è stata flambata, riempita con il campione d’acqua e

riflambata una seconda volta, infine è stata immediatamente chiusa col tappo. Per l’analisi chimica la bottiglia

deve essere riempita fino all’orlo, per la microbiologia invece deve essere lasciata aria per permettere gli scambi

gassosi e mantenere in vita i microrganismi presenti nel campione.

Al fine di ottenere risultati attendibili, l’ analisi microbiologica deve essere eseguita il prima possibile,

mentre per i valori di conducibilità e pH che mutano al variare della temperatura, è importante che le analisi siano

eseguite al momento del prelievo. Gli strumenti (ph-metro, conduttimetro e termometro) vengono immessi in un

beker riempito con il campione e lasciati fino a che la lettura dei valori sia diventata stabile.

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4.2 Trasporto e conservazione del campione

Esposizioni di calore influenzano i valori di pH e della conducibilità, ed un crescita dei possibili microrganismi

presenti nell’acqua prelevata. E’ stato necessario quindi che i campioni venissero trasportati in contenitori termici e

che i parametri sovraccitati venissero rilevati al momento.

4.3 Parametri chimico-fisici

Tra i parametri chimico-fisici ricercati figurano la temperatura, la conducibilità, il pH, la torbidità, la durezza e

l’ossidabilità. I primi 3 vengono analizzati nella fase di campionamento, gli ultimi in laboratorio.

4.3.1 TEMPERATURA

La temperatura è una misura significativa che influenza molti parametri, quali il pH (che diminuisce all’aumentare

della temperatura) , la conducibilità (varia accrescendosi o diminuendo a secondo delle sostanze presenti) o la

quantità massima di ossigeno disciolto, quest’ultimo potrà essere maggiormente contenuto man mano che la

temperatura diminuisce.

La temperatura influisce anche sulla velocità dei processi biochimici e sulla degradazione della sostanza

organica da parte dei microrganismi, comportando un maggiore consumo di ossigeno. Inoltre a temperature più

elevate certe sostanze tossiche come i cianuri possono risultare più attive.

4.3.2 CONDUCIBILITA’

Rappresenta una misura indiretta del TDS (Total Dissolved Salts) ovvero gli ioni presenti in soluzione (Cl-, HCO3

-,

SO4--, Na

+, Ca

++, Mg

++), che rendono l’acqua conduttrice. E’ direttamente proporzionale al contenuto salino (TDS)

e quindi al residuo fisso.

Un brusco aumento della conducibilità significa perciò un arricchimento in sali, in particolare in elettroliti

forti, come solfati e cloruri di metalli alcalini o alcalini terrosi, e può essere messo in relazione ad un inquinamento

con reflui domestici e/o industriali (Melchiorre, 1980).

4.3.3 CONCENTRAZIONE IDROGENIONICA (pH)

Il pH è una grandezza legata alla concentrazione degli ioni idrogeno e misura il grado di acidità/basicità. Le acque

dolci variano da un pH di 6,5 ad uno di 8,5. L’acqua pura misura un pH 7, se maggiore siamo in presenza di

alcalinità (può essere dovuta alla presenza di bicarbonato di calcio), altrimenti se minore siamo in presenza di pH

acido. Quest’ultima condizione può essere dovuta all’infiltrazione di acqua da piogge acide, oppure derivanti da

scarichi industriali con pH non neutri.

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4.3.4 TORBIDITA’

Indica la presenza di sostanze solide in sospensione,solitamente particelle minerali argillose, ma può delineare

anche l’esistenza di un contatto tra falda e piano di campagna.

Il metodo impiegato è stato M.U. 930:1994; un criterio nefelometrico, che riproduce il valore di torbidità, in base

all’intensità della radiazione deviata dalle sospensioni (scattering).

4.3.5 DUREZZA

Riguarda il contenuto di sali di calcio e magnesio nell’acqua ed espressa in genere in termini di mg/L (ppm) di

CaCO3 (°f).

La durezza può essere temporanea se scompare facendo bollire l’acqua, oppure permanente se non

scompare dopo ebollizione. La durezza totale è la somma della durezza temporanea e permanente.

La durezza dipende dal tipo di terreno in cui scorre la falda ed ha un importante indice di qualità delle

acque, in quanto può dare problemi alla cottura dei cibi, precipitazione dei saponi come sali di Ca e/o Mg dei

rispettivi acidi grassi con incrostazioni dei materiali, problemi di salute dovute a calcolosi renali ecc.

Anche se non esiste un limite per la durezza, ma un intervallo consigliato tra i 15 e i 50°f, una durezza

media o elevata potrà determinare una variazione nel gusto dell’acqua.

In base alla durezza le acque si distinguono in:

leggere o dolci = durezza < 15°f

mediamente dure = durezza 15-30°f

dure = durezza > 30°f

Il metodo impiegato è stato M.U. 935:1994; una titolazione complessimetrica che impiega come indicatore un

elettrodo in grado di definire le concentrazioni di Ca e Mg attraverso una differenza di potenziale (il valore è

definito quando tale differenza di potenziale equivale a 0).

4.3.6 OSSIDABILITA’

Definisce il carattere riducente di un corpo idrico. Questa proprietà misura la contaminazione di materiale organico

e di sostanze inorganiche presenti nel campione d’acqua. Questa contaminazione può essere dovuta a composti

dannosi, quali ad esempio i solfiti, solfuri, nitriti, ferro(II), fenoli e altre sostanze organiche. I parametri di legge

fissano il limite massimo di ossidabilità secondo Kubel per l'acqua potabile in 5 mg/L di ossigeno consumato.

Il metodo impiegato è stato M.I. CH_; un criterio volumetrico che sfrutta una soluzione di KMnO4 per ossidare le

sostanze presenti.

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22

4.4 Parametri chimici

I parametri chimici presi in considerazione sono: cloruri (Cl-), solfati (SO4--), nitrati (NO3

-),

nitriti (NO2-), fosfati (PO4

--), e ammonio (NH4

+). Per gli anioni è stata impiegata la cromatografia a scambio ionico,

adottando la metodica UNI 9813:1991 (a parte per i nitriti con i criteri M.I. CH_).

Tale tecniche sfruttano l’affinità delle molecole, a legarsi ad un substrato. Le molecole con un PM maggiore,

esercitano una maggiore forza di legame, difatti il tempo di ritenzione per i solfati (SO4--) con un PM di 64 è

decisamente maggiore rispetto ai cloruri (Cl-) con un PM di 35,5.

Per la ricerca del catione NH4+

è stata impiegata la metodica M.I. CH_ ; si basa su una misura spettrofotometrica

dopo che il campione di acqua è stato trattato con ipoclorito ( o acqua di cloro ) e fenolo. L’eventuale ammoniaca

presente, reagisce con questi reattivi in ambiente basico, producendo un composto, l’indofenolo, la cui colorazione

blu è proporzionale alla quantità di ammoniaca presente nel campione.

4.4.1 CLORURI (Cl-)

Di solito nelle acque sotterranee si trovano valori inferiori ai 10mg/L, che risultano a concentrazioni maggiori

avvicinandosi alla costa.

Sono gli elementi principali delle acque marine, questi possono trovarsi nell’acqua delle falde sotterranee

per vari motivi:

- per antichi depositi di origine marina

- soluzione da rocce saline (evaporiti), avviene soprattutto in zone aride per mezzo di precipitazioni o

- irrigazione

- trasporto dal mare alla terraferma per mezzo di evaporazione e successive precipitazioni

- per intrusione di acqua di mare nelle falde sotterranee (in vicinanza delle coste)

- reflui urbani

I cloruri possono comportare vari aspetti negativi; una loro elevata quantità provoca corrosione delle

condotte e modificazioni organolettiche, inoltre l’adsorbimento di questi anioni da parte dei terreni argillosi, può

creare una diminuzione della permeabilità nel terreno.

Page 23: Thesis water

23

4.4.2 SOLFATI (SO4--)

I solfati presenti nelle acque sotterranee possono derivare da:

- evaporiti (gesso)

- decomposizione della sostanza organica

- esalazioni vulcaniche

- concimi (solfato d’ammonio)

- miniere con presenza di pirite (FeS2)

- industrie (cartiere)

- ceneri da caldaie a carbone (2% dei materiali solubili)

I solfati non sono tossici, ma se presenti a elevate concentrazioni (>250mg/L) possono causare irritazioni

gastrointestinali, ingestione prolungata e contribuire anche alla corrosione della rete.

4.4.3 NITRATI (NO3-)

I nitrati presenti nelle acque sotterranee possono derivare da:

- reflui urbani:inizialmente non contengono nitrati, poi si formano per nitrificazione

- materiale organico (in ambiente anerobico si trasforma in nitriti, ammoniaca ed azoto): in presenza di

terreno argilloso vengono trattenuti dai colloidi.

I terreni agricoli, in particolare quelli intensivi, altamente fertilizzati, le piogge possono creare

ruscellamento e lisciviazione del materiale organico causando un inquinamento delle falde da parte di nitrati e

nitriti.

4.4.4 NITRITI (NO2-)

I nitriti sono ritenuti tossici per l’uomo, in particolare per i bambini, difatti si legano all’emoglobina (formando il

composto metaemoglobina) riducendo il trasporto dell’ossigeno.

Questa presenza è dovuta all’ossidazione dell’ammoniaca o da scarichi industriali, in particolare da quelle

di produzione d’insaccati, poiché i nitriti consentono di conservare il cibo prevenendo la crescita del botulino.

4.4.5 FOSFATI (PO4--)

Di solito nelle acque sotterranee si trovano valori inferiori ai 0,1 mg/L. Questa concentrazione nelle falde è così

bassa perché poco solubile, può comunque essere presente per inquinamento da origine agricola (concimi) o da

scarichi urbani (deiezioni,detergenti usati come anticalcareo), in questo caso è meglio approfondire analiticamente

gli altri parametri chimici e biologici.

Page 24: Thesis water

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4.4.6 AMMONIO (NH4+)

L’ammonio (NH4+) è la forma protonata dell’ammoniaca (NH3), e per i processi di riduzione si trova nelle falde a

bassa concentrazione. Concentrazioni elevate possono essere dovute a una contaminazione di liquami domestici o

da aziende zootecniche, in quanto l’ammonio è uno dei principali composti del metabolismo dei mammiferi.

VALORI LIMITE LE PER ACQUE POTABILI (D.Lgs. 31/01)

Come parametri di riferimento ne sono stati selezionati alcuni del D.Lgs. 31/2001.

PARAMETRO UNITA’ DI MISURA VALORE DI PARAMETRO (D.Lgs. 31/01)

TORBIDITA’ NTU (unità nefolometriche di

torbidità)

Accettabile per i consumatori e senza

variazioni anomale

DUREZZA °f 15-50 (valori consigliati)

CONDUCIBILITA’ μS /cm a 20°C 2500

OSSIDABILITA’ mg/L O2 5

CLORURI mg/L 250

NITRATI mg/L 50

SOLFATI mg/L 250

AMMONIO mg/L 0,5

NITRITI mg/L 0,5

FOSFATI mg/L 0,1

CONCENTRAZIONE

IDROGENIONICA

pH >6,5 e > 9,5

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4.5 Parametri microbiologici

Molte malattie infettive sono trasmissibili per via oro fecale: l’acqua se inquinata da immissione di liquami può

fungerene da veicolo. Per evitare il diffondersi d’infezioni e malattie è necessario che l’acqua sia di buona qualità

igienica, ed esente da microrganismi di origine fecale (Escherichia coli, Enterobatteri, Clostridium perfringens).

Per questo motivo il D.Lgs. 31/01 pone dei valori limite per i parametri microbiologici, limitandosi ai soli batteri

di origine fecale e alla Conta Microbica Totale a 22°C e 37°C.

Per un attenta valutazione della qualità dell’acqua è stata eseguita un’analisi anche di altri microrganismi

quali lo Pseudomonas aeruginosa e la Legionella pneumophila.

4.5.1 CONTA MICROBICA TOTALE (C.M.T.)

La conta microbica totale rappresenta la crescita di tutti i microrganismi complessivi, in un terreno aspecifico,

chiamato PCA (Plate Agar Count). La semina viene effettuata in due piastre poste in termostato a due differenti

temperature: la ricerca dei microrganismi psicrofili viene realizzata a 22°C, mentre la crescita dei microrganismi

mesofili a 37°C.

La prima ricerca consente di evidenziare le specie microbiche sporigene, cromogene, putrefattive ecc.,

abbondanti negli strati superficiali del suolo e facilmente adattabili all'ambiente idrico, la seconda consente di

isolare i germi appartenenti alla flora mesofila di origine umana o animale, rilevabili anche dagli strati superficiali

del terreno.

4.5.2 COLIFORMI TOTALI

Sono batteri Gram negativi, di forma bastoncellare, asporigeni, lattosio-fermentanti, aerobi o anaerobi facoltativi,

Appartengono alla famiglia delle Enterobatteriaceae e comprendono microrganismi del genere

Escherichia,Enterobacter,Klebsiella,Citrobacter; nei terreni di coltura crescono a 35-37 °C producendo acido

lattico, gas e aldeidi a seguito di un incubazione di 24-48 ore.

I coliformi totali sono presenti in gran numero sia nel tratto intestinale umano e animale, che

nell’ambiente. Questi microrganismi hanno un grande adattamento alle condizioni ambientali, per questo motivo

l’inquinamento può anche no essere recente.

Le colonie che producono una lucentezza metallica verde dorata indica una presenza di Escherichia coli.

4.5.3 ESCHERICHIA COLI

L’Escherichia coli è un batterio appartenente al gruppo dei coliformi, è di forma quindi bastoncellare; Una sua

presenza nell’ambiente indica una contaminazione fecale, prevalentemente di origine umana e recente, in quanto,

in ambiente esterno ha una ridotta sopravvivenza.

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L’Escherichia coli è un Gram negativo lattosio fermentante non sporigeno, che cresce ad una temperatura

di 44,5°C.

Questo batterio può dare luogo a malattie intestinali, infezioni nell’apparato urinario, meningite,

peritonite, setticemia e polmonite. Esposti a certi ceppi patogeni, individui normali, sviluppano gastroenterite o

altre infezioni enteriche, mentre soggetti debilitati possono sviluppare polmonite e infezioni urinarie, (in

particolare in seguito all’uso di corpi estranei come cateteri endotracheali, endovascolari ed endovescicali) cui è

stato riscontrato potrebbero essere soggette anche donne sane sessualmente attive (Siber & Samore, 1994).

4.5.4 ENTEROCOCCHI FECALI

Gli enterococchi sono batteri gram-positivi di forma sferica od ovoidale, che si dispongono caratteristicamente in

catene quando crescono in terreni liquidi. La maggior parte degli enterococchi patogeni per l’uomo sono anaerobi

facoltativi, e alcuni sono anaerobi obbligati. Gli enterococchi sono microrganismi relativamente “esigenti”, infatti,

per la loro crescita in laboratorio richiedono terreni arricchiti.

Molti degli enterococchi associati a infezioni umane producono un area di emolisi completa intorno alle

colonie batteriche in colture su agar sangue, un pattern noto come beta-emolisi.

Gli streptococchi beta-emolitici possono essere classificati con il sistema Lancefield, un metodo di

raggruppamento sierologico, basato sulla reazione di specifici antisieri con gli antigeni polisaccaridici della parete

cellulare batterica.

Gli enterococchi patogeni più importanti, E. faecalis ed E. faecium, hanno la tendenza a causare infezioni

negli individui anziani o in soggetti debilitati, che presentano spesso soluzioni a livello mucoso o epiteliale, e negli

individui sottoposti a terapie antibiotiche o a manovre invasive nelle vie urinarie. Questi microrganismi sono

responsabili del 10-20% delle endocarditi sia su valvole naturali che artificiali (Wessels, 2005).

4.5.5 PSEUDOMONAS AERUGINOSA

Se il D.Lgs 31/01 ritiene che l’assenza del batterio Pseaudomonas aeruginosa sia un requisito indispensabile

perché l’acqua in bottiglia venga considerata potabile, questo non vale invece per le acque di falda.Lo

Pseudomonas è un Gram negativo, di dimensioni 0,5-1 x 1,5-5 μm, e la maggior parte di queste specie hanno

tipicamente uno o più flagelli polari privi di rivestimenti esterni. Possono essere anaerobi facoltativi o aerobi

(attraverso anche nitrati). Tali batteri sono tipicamente chemioorganoeterotrofi e nutrizionalmente molto versatili;

alcuni di questi ceppi si sviluppano impiegando carbonio come loro fonte, mentre altri possono crescere con

modalità chemiolitotrofe. (Singleton, 1999).

E’ diffuso in natura, prediligendo gli ambienti umidi, ed è in grado di colonizzare il suolo, acqua e

ambiente, in particolar modo le soluzioni di lavaggio, lavandini, verdure e fiori. Si possono riscontrare anche sugli

animali e l’uomo. (Pollack, 1984).

Page 27: Thesis water

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Approfondimenti: caratterizzazione biochimica di alcune specie batteriche

4.6.1 CLOSTRIDIUM PERFRINGENS

Il Clostridium perfringens è significativo per valutare la presenza di inquinamento fecale (Grabow, 1996).

E’ un bacillo Gram positivo anaerobio e sporigeno, di cui si conoscono 5 diversi tipi: A, B, C, D, E.

Le spore di tale batterio sono presenti nelle feci umane e degli animali ma si riscontrano anche nel suolo e

nell’ambiente. Per tale motivo non è insolito trovare alimenti contaminati da queste, ma solo se presenti in gran

numero possono generare una tossinfezione e produrre le enterotossine. (“Igiene”, Monduzzi editore).

I sintomi della tossinfezione si manifestano dopo 6-12 ore dall’ingestione di alimenti contaminati con

dolori addominali, diarrea e nausea, che si risolvono spontaneamente entro 24 ore.

Dato che, in condizioni normali, la tossina beta viene rapidamente inattivata da enzimi proteolitici presenti

del tratto gastrointestinale, la malattia si manifesta in soggetti che hanno un basso livello dei succitati enzimi o a

seguito di comportamenti alimentari che ne limitano la produzione. (“Principi di medicina medica”, casa editrice

Ambrosiana).

4.6.2 LEGIONELLA PNEUMOPHILA

L’art. 4 del D.lgs. comma 1 afferma : “le acque destinate al consumo umano non devono contenere microrganismi

e parassiti, ne altre sostanze, in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la

salute umana”(Gazzetta ufficiale n. 52 3 marzo 2001).

Tra i microrganismi che si possono riscontrare nelle acque di scuole e palestre, si annovera la Legionella

pneumophila. Una sua presenza nell’acqua calda sanitaria, potrebbe arrecare ai bambini, respirandone i vapori,

problemi all’organismo.

E’ stato quindi ritenuto opportuno, che tra i microrganismi ricercati nelle falde di Dueville vi fosse anche

la Legionella pneumophila.

La Legionella pneumophila è un bacillo Gram negativo di dimensioni 0,3-0,9 x 2>20 μm, mobile, aerobio;

chemiorganoeterotrofo. Tale batterio usa gli aminoacidi( in modo non fermentativo) come fonte di carbonio ed

energia; la crescita avviene ad esempio su agar tamponati con carbone arricchiti di cisteina ed estratto di lievito. La

temperatura ottimale in cui la Legionella incontra una crescita maggiore è a 35-37°C, al contrario al di sopra dei

50°C la crescita è nulla.

S’isola in vari ambienti acquatici come fiumi, laghi, idromassaggi, stabilimenti termali e soprattutto in

sistemi di acqua condottata, dove la Legionella può moltiplicarsi grazie alla formazione di concrezioni calcaree

che permettono l’accumulo delle sostanze organiche presenti e la protezione dall’azione dei disinfettanti (Museru

et Al., 1993).

La maggior parte delle specie di Legionella possono essere patogene per l’uomo (Singleton, 1999).

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In presenza di Legionella pneumphila è possibile contrarre una polmonite, chiamata morbo dei legionari.

Il suo nome deriva da un caso di epidemia di polmonite che colpì 221 soggetti, causando 34 decessi nel mese di

luglio e agosto del 1976, durante un congresso dell’American Legion svoltosi a Filadelfia presso il Bellevue

Strantford Hotel.

La malattia avviene per l’inalazione per via respiratoria, tramite aerosol, della Legionella; in genere dopo un’

incubazione di 2-10 giorni, si manifesta inizialmente con febbre, brividi, cefalea, vertigini, fotofobia e dolori

muscolari, seguiti da tosse secca e difficoltà respiratoria. (Bernstein et al., 1991).

In Italia negli ultimi anni sono stati notificati mediamente un centinaio di casi di legionellosi ogni anno; la

maggioranza di essi viene notificata da poche regioni del Nord e del Centro Italia, mentre solo un numero molto

limitato di casi viene segnalato dalle regioni dell'Italia meridionale (Belillo, 2000).

5. TERRENI E DETERMINAZIONI MICROBIOLOGICHE

5.1 Metodica di filtrazione su membrana

Per le determinazioni microbiologiche è stata impiegata la tecnica

su membrana filtrante. L’apparato utilizzato per tale filtrazione è

costituito da una rampa con supporti e contenitori che possono

essere di acciaio inossidabile, vetro, policarbonato o polipropilene.

Possono essere adoperate apparecchiature singole o in serie,

utilizzando come sistema aspirante una pompa da vuoto azionata

elettricamente. I supporti ed i contenitori devono essere

accuratamente sterilizzati con bunsen prima dell’uso ed al di sotto

di questi vengono poste delle membrane di diametro 47 mm e porosità nominale 0,45μm. Le membrane da

0,45μm sono state impiegate per la ricerca di quasi tutti i microrganismi, tranne per la Legionella che sono state

usate membrane da 0,2μm. La membrana funge da filtro specifico che si lascia attraversare dall’acqua, trattenendo

allo stesso tempo i solidi in sospensione e i microrganismi presenti. Finita la filtrazione si pone la membrana con

pinzetta sterile su terreno specifico, che verrà incubato ad opportune condizioni per valutare la presenza di tali

microrganismi. L’incubazione varia di: temperatura, tempo, % CO2 (Legionella pneumophila) e anossicità

(Clostridium perfringens). A seconda del parametro microbiologico da valutare, variano le condizioni di

incubazione. Le colonie cresciute in piastra, possono essere identificate per un maggior accertamento attraverso il

test dell’API.

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5.2 Test di identificazione biochimica API®

L'API (biomerieux) viene impiegato per le prove di conferma di un’ analisi. Questo strumento è costituito da una

serie di microprovette, ciascuna delle quali contiene uno specifico test biochimico.

Ogni microprovetta contiene un terreno, in alcune si aggiungerà solo una goccia della sospensione del

campione (O.S. McFarlans), in altre si aggiungerà anche il reattivo ed in altre ancora, per la ricerca di batteri

anaerobi si aggiunge un olio specifico per creare un ambiente anossico. Si pone la galleria in un vasetto con acqua

sterile per non fare evaporare la poca soluzione presente.

Dopo l'incubazione dell’Api, viene eseguita l’identificazione della specie, inserendo la galleria in un

apposito lettore computerizzato che va a valutare l’intorbidimento e le variazioni colorimetriche.

Ogni celletta rappresenta un numero, la sequenza delle positività rappresenterà il codice per

identificare la specie del microrganismo preso in esame.

5.3 Terreni di coltura

Si descrivono in seguito le specifiche dei differenti terreni e le metodiche peculiari di ciascun parametro.

5.3.1 DETERMINAZIONE DELLA CONTA MICROBICA TOTALE

Il terreno che è stato usato per la conta microbica totale è il PCA (Plate Count Agar). E’ un terreno generico non

selettivo, impiegato per far crescere sia i microrganismi psicrofili posti ad incubazione a 22°C che quelli mesofili a

37°C.

Secondo il D.Lgs 31/2001, la ricerca va effettuata in doppio mediante semina per inclusione su terreno PCA, dopo

averlo sciolto. Infine si lascia raffreddare il terreno per circa 10 minuti affinchè si sia solidificato.

Le piastre verranno poi incubate a 22°C per la ricerca dei microrganismi abbondanti negli strati superficiali del

suolo e a 37°C per isolare i microrganismi appartenenti alla flora umana ed animale; tutte le piastre saranno tenute

in termostato per 24h.

Le colonie che si svilupperanno, risulteranno di diversa morfologia e aspetto.

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5.3.2 DETERMINAZIONE DEI COLIFORMI TOTALI

Per la ricerca dei coliformi totali, durante il primo campionamento è stato usato il terreno TTC. Tuttavia,

nonostante il TTC sia indicato nel D.Lgs 31/01, questo è risultato troppo generico, perciò è stato ritenuto più

appropriato adoperare un terreno più selettivo e senza aver bisogno di ulteriori conferme biochimiche: m Endo

Agar.

Nella filtrazione è stato impiegato un volume di campione pari a 100ml, mentre l’incubazione è stata eseguita ad

una temperatura di 37°C x 24 h.

Le colonie caratteristiche per i coliformi totali avranno una colorazione rosso-viola. Tale colorazione deriva dalla

liberazione della fucsina. Le colonie di Escherichia coli avranno anche un aspetto metallico di colore verde-dorato

dovuta alla precipitazione degli aldeidi.

La conferma dell’appartenenza al gruppo dei coliformi totali, viene effettuata con l’inoculo di una colonia su Bile

Verde Brillante (Brillant Green Broth). Provetta 10 ml con BVB liquido e campanella di Duran sul fondo.

Questo terreno inibisce la crescita dei Gram positivi, mentre i batteri appartenenti al gruppo coliaerogenes si

manifestano con intorbidimento del campione e producendo gas durante la fermentazione del lattosio.

5.3.3 DETERMINAZIONE DI ESCHERICHIA COLI

Per la determinazione dell’Escherichia coli si filtra su membrana 100ml

di campione, che viene posta successivamente su terreno TTC.

L’incubazione viene poi effettuata ad una temperatura di 44°C x 24 h.

Le colonie di Escherichia coli risulteranno di colore rosso. Eventuali altre

colonie (marroni o gialle), appartengono a specie differenti e pertanto non

vanno conteggiate.

Per accertarsi della presenza nel campione di Escherichia coli, si mette

una di queste colonie nel terreno TBX seminandola con ansa. La piastra

verrà incubata a 44°C per 48 ore.

L’azione selettiva è dovuta alla presenza dei sali biliari, inibitori per i batteri Gram positivi, l’enzima

glucoronidasi poi da luogo alle colonie di Escherichia coli di un pigmento blu-verde.

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5.4.4 ENTEROCOCCHI

Per la determinazione degli enterococchi sono state impiegate membrane filtranti 0,45μm dove è stato trasferito

100ml di campione. Le membrane sono state poste su terreno Slanetz Bartley ed incubate ad una temperatura di

37°C x 24h.

La positività è data dalla formazione di colonie rosso mattone di 0,3-2mm di diametro.

Per valutare se tra gli enterococchi sono presenti streptococchi fecali, le membrane collocate in SB

vengono disposte in piastre con terreno Bile Azide Agar esculina ed incubate per 2 ore in termostato a 44°C.

Gli enterococchi hanno la capacità di idrolizzare l’esculina in presenza di Bile reagendo poi con il citrato

ferrico presente nel terreno, formando così un alone marrone scuro- nero intorno alle colonie. Questo terreno è

molto selettivo, in quanto la crescita di batteri Gram negativi sarà inibita dalla presenza di sodio azide.

5.4.5 DETERMINZIONE DI PSEUDOMONAS AERUGINOSA

Per la determinazione dello Pseudomonas aeruginosa si filtrano 250ml su membrane filtranti 0,45μm, poste

successivamente su terreno Agar Cetrimide. L’incubazione viene poi effettuata ad una temperatura di 37°C x 24 h.

Lo sviluppo di colonie di tale batterio, assumeranno un colore giallo-verde, di morfologia piatta e con

margini lisci.

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Il terreno Cetrimide Agar stimola lo Pseudomonas aeruginosa a produrre piocianina e fluoresceina.

Queste sostanze portano le colonie dello Pseudomonas aeruginosa ad essere fluorescenti sotto lampada UV.

La maggior parte di queste colonie però spesso appartiene alla specie Pseudomonas fluorescens, perciò

questo terreno è ancora indicativo per la conferma della presenza dello Pseudomonas aeruginosa.

Per questo motivo si procederà alla prova dell’API 20 NE (per i non enterobatteri) che,attraverso un apposito

lettore computerizzato verrà identificata la specie presa in esame.

5.4.6 DETERMINAZIONE DI CLOSTRIDIUM PERFRINGENS

Per la determinazione del Clostridium perfringens sono state usate membrane filtranti da 0,45μm, dove sono stati

trasferiti 100ml di campione, questa membrana è stata posta successivamente su terreno mCP .

Il Clostridium perfringens si sviluppa in ambienti anaerobici, per questo motivo si mette la piastra ad

incubare in Giara, ovvero un contenitore sigillato contenente una busta di AnaerogenTM

. L’ossigeno atmosferico

con la busta AnaerogenTM

viene rapidamente assorbito con la formazione di CO2. Entro 30 minuti il livello di

ossigeno in Giara scende ad una concentrazione inferiore all’1%, mentre quella di biossido di carbonio sale

arrivando tra il 9 ed il 13% (Anaerogen TM, Oxoid). L’incubazione avviene a 44°C x 24h. Con la fermentazione

del saccarosio e con la conseguente riduzione del pH, le colonie di Clostridium perfringens risulteranno gialle. Le

colonie degli altri Clostridium invece rimarranno di colore viola, oppure avranno un aspetto blu-verde.

Per confermare la presenza nel campione di Clostridium perfringens le colonie vanno ulteriormente saggiate.

Viene verificata l’attività della fosfatasi acida, caratteristica di tale batterio, tramite l’esposizione ai vapori di

idrossido di ammonio per 20-30 secondi. Il difosfato di fenolftaleina viene scisso dalla fosfatasi acida, per questo

motivo le colonie di Clostridium perfringens virano in una colorazione che va dal rosa al rosso.

Per accertarsi ulteriormente della presenza del Clostridium perfringens, una delle colonie cresciute sull’

mCP viene seminata su terreno SPS. Le piastre seminate poi vengono messe ad incubare a 36°C per 48 ore.

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La maggior parte dei clostridi riduce il solfito a solfuro, che reagisce con il citrato ferrico, formando

solfuro di ferro che precipita e causa l’annerimento delle colonie. La crescita di altri microrganismi Gram-positivi

e Gram-negativi solfito-riduttori risulta inibita per la presenza di polimixina e sulfadiazina.

5.4.7 DETERMINAZIONE DI LEGIONELLA PNEUMOPHILA

Secondo il metodo ufficiale (5/5/2000) il volume consigliato per analizzare la Legionella tramite filtrazione è 1L.

In questa filtrazione la membrana adoperata contiene con porosità minore rispetto alle altre filtrazioni (0,2μm).

Questa membrana dopo avvenuta filtrazione viene introdotta in una bottiglietta sterile a tappo a vite (da

250ml) contenente 10ml dello stesso campione.

Se non è possibile l’analisi immediata, la bottiglietta verrà posta a conservazione in frigo a 4°C e il

campione dovrà essere analizzato entro una settimana.

Il filtrato depositato sulla membrana, viene risospeso con il vortex per circa 30 secondi, il contenitore che

la contiene sarà poi aperto in una cappa, in conformità alla EN12469:20.

Una parte di questa sospensione è stata trasferita mediante una pipetta Pasteur, in una provetta sterile e

posta in bagno termostatato a 50°C per 30 minuti. Il trattamento a caldo selettivo,viene effettuato al fine di ridurre

il numero di funghi, Pseudomonas e specie Proteus.

Al termine di questo trattamento, sono stati seminati, su due differenti capsule di terreno selettivo di

GVPC o MWY, 0,1ml del campione trattato a caldo e di quello non trattato, distribuendo l’inoculo sull’intera

superficie con una spatola sterile. Le piastre vengono incubate per 2 settimane ad una temperatura di 37°C con

atmosfera a 2,5 % di CO2.

Le colonie di Legionella pneumophila assumono un tipico aspetto “a vetro smerigliato” con riflessi perlacei

iridescenti di diametro 1-2mm. Le colonie caratteristiche di questa specie sono lisce con bordo continuo; spesso

assumono colore bianco o grigio-blu-porpora.

Le colonie cresciute in ciascuna capsula, che hanno assunto morfologia e colorazione di Legionella

pneumophila, sono state avviate alle successive prove di conferma.

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Il primo test di conferma è stato eseguito prelevando con ansa sterile le colonie e seminate in parallelo sia

nel terreno di crescita BCYE senza cisteina che nel terreno agar sangue. L’incubazione delle rispettive capsule è

avvenuto a 37°C per 48h.

La Legionella, a differenza degli altri batteri, richiede cisteina per la crescita. La positività del test perciò

viene dettata dall’ assenza di crescita in entrambe le piastre.

Per le colonie di morfologia differente saranno eseguite delle prove di conferma con 3 tipi di reagenti al

fine di valutare se appartengono al sierogruppo 1, al sierogruppo 2-14 o ad una Legionella spp.. Nella prova si

pone 1 goccia di ciascun reagente al lattice all’interno dei 6 cerchi predisposti sul cartoncino di reazione. Poi viene

posta in prossimità del reagente 1 goccia di soluzione tampone per diluizioni. In seguito con un ansa sterile si

preleva 1 colonia al fine di venire emulsionata con la soluzione tampone. Infine si mescola i reagenti al lattice con

la sospensione.

La positività del test, sarà dettata da un eventuale presenza di agglutinazione. Se entro 1 minuto avviene

l’agglutinazione delle particelle di lattice blu, significa che sono stati individuati gli antigeni del gruppo di

Legionella. La positività del sierogruppo 1 indica la forma più virulenta del ceppo di Legionella pneumophila che

può causare il morbo dei legionari o legionellosi. Un test positivo per il sierogruppo 2-14 rappresenta una

presenza di Legionella pneumophila meno pericolosa e può causare la febbre di Pontiac, che è simile ad una

comune influenza. Se l’agglutinazione avviene con il terzo reagente, la colonia è rappresentata dalla Legionella

spp. (Diagnostic Reagents, Legionella Test, gennaio 2005).

Page 35: Thesis water

35

VALORI LIMITE PER LE ACQUE DESTINATE AL CONSUMO UMANO D.LGS 31/01

Al fine di ottenere un’acqua di buona qualità per la salute umana è stato redatto il D.Lgs 31/01 che definisce la

conformità di un acqua potabile attraverso la fissazione di valori limite:

PARAMETRO UNITA’ DI MISURA VALORE DI PARAMETRO

D.Lgs. 31/01

Escherichia coli UFC/100ml 0

Enterococchi UFC/100ml 0

C.M.T. 22°C UFC/1ml 100

C.M.T 37°C UFC/1ml 20

6. RISULTATI

Presentiamo ora i risultati ottenuti dalle analisi chimiche e microbiologiche delle acque dei vari pozzi del comune

di Dueville. I parametri non conformi ai limiti del D.Lgs 31/01 sono evidenziati in colore arancio.

6.1 Dati chimico-fisici

Page 36: Thesis water

36

Page 37: Thesis water

37

6.2 Dati microbiologici

Page 38: Thesis water

38

ANALISI MICROBIOLOGICHE MAGGIO-LUGLIO 2011

Per la ricerca dei coliformi totali è stata seguita la consueta prassi standard dell’analisi delle acque usando il

terreno TTC, ma questo è stato risultato essere poco selettivo per la crescita dei succitati batteri. In una seconda

analisi effettuando il confronto tra il TTC e un altro terreno, l’mEndo, quest’ultimo è risultato essere più selettivo.

A livelli di profondità medio-profonda ci si attendeva un’ acqua di qualità migliore rispetto alle falde dei

primi 3 pozzi profonde dai 12,5 ai 20m, tuttavia, una significativa presenza microbica, sia in termini di UFC che in

numero di indicatori, è stata riscontrata nelle falde a profondità 32-70m e nel pozzo n.13 situato 100m di

profondità.

La presenza poi, nel pozzo n. 7 (area verde) di Clostridum perfringens e non di Enterococchi o

Escherichia coli, fa pensare ad un inquinamento remoto di origine fecale. Inoltre, nel mese di luglio c’è stato un

incremento della crescita di enterococchi soprattutto nella falda intermedia compresa tra 50-70m.

Le falde superficiali tra 12,5 e 20m (privati) risultano particolarmente pulite sotto il profilo

microbiologico, questo induce a pensare che il comune di Dueville è molto attento a prevenire l’inquinamento

delle falde acquifere e che la contaminazione è avvenuta nelle falde più profonde può essere causata da

infiltrazioni nei pozzi o da un inquinamento dei comuni a monte.

La Legionella che è presente in ambienti umidi e caldi come tubature, è stata constatata nel pozzo n. 13

(palestra) a maggio e giugno e nel pozzo n. 11(scuola) a luglio. Il peggioramento della qualità dell’acqua sotto il

profilo microbiologico del pozzo n. 11 può essere attribuito al ridotto uso dei rubinetti per la chiusura delle scuole.

Page 39: Thesis water

39

Le analisi eseguite in periodi differenti, sottolineano lo stretto legame della temperatura con i batteri

presenti a certe profondità; esami eseguiti nel mese di maggio, rilevano una massiccia presenza di CMT a 37°C ad

una profondità di 37-40m, quelle invece eseguite nel mese di giugno sono stati rilevati a 32-37m, mentre in quelle

di luglio, la contaminazione è stata riscontrata a 15-32m.

ALTRI MICRORGANISMI TROVATI:

Nelle piastre con terreno TTC è stata evidenziata una presenza di colonie morfologicamente atipiche, è

stato quindi necessario effettuare un’ ulteriore analisi, attraverso l’API GN32 (per la ricerca di Gram negativi),

rinvenendo batteri opportunisti, in grado di creare problemi alla salute a bambini con pochi anni di età,

caratterizzati da una carenza efficiente di risposta immunitaria, o a soggetti immunocompromessi.

ACINETOBACTER LWOFFII

I microrganismi del genere Acinetobacter sono saprofiti ubiquitari del suolo e dell’acqua che, insieme ai generi

moraxella, neisseria, e kingella, appartengono alla famiglia delle Neisseriaceae. Come gli altri membri della

famiglia, si tratta di diplococchi gram-negativi che causano infezioni delle vie urinarie, delle meningi e delle basse

vie respiratorie. Analogalmente i ceppi di Acinetobacter possono causare setticemia ed endocardite sia acuta che

subacuta.

ENTEROBACTER SAKAZAKII

L’ Enterobacter sakazakii, appartiene alla famiglia delle Enterobacteriacee; è un batterio Gram negativo,

asporigeno ed anaerobio facoltativo in grado di utilizzare il lattosio e i citrati, produce quindi la β-galattosidasi e

la citrasi.

Questo batterio è un microrganismo ubiquitario ed è stato individuato in molteplici habitat: alimenti

(formaggi, tofu, pane fermentato, carne affumicata, salsiccia, tè, riso, cereali, cioccolato, farina, pasta, latte in

polvere), ambiente (suolo e acqua), liquidi biologici (liquido cerebro-spinale, sangue, midollo osseo, espettorato,

urina, appendice infiammata, tratti intestinale e respiratorio, occhi, orecchie, feci), ospedali (reparto preposto alla

preparazione del latte in polvere, stetoscopio, spazzolini per la pulizia del biberon) e industria alimentare (Iversen

& Forsyte, 2003).

Nelle fasi iniziali dell’infezione da Enterobacter sakazakii i sintomi sono generalmente rappresentati da:

inappetenza, irritabilità, ittero, respiro affannoso, pallore, cianosi, collasso, spasmi, instabilità della temperatura

corporea (Bar- Oz et al., 2001).

La forma di infezione più grave è la meningite, che negli stadi più avanzati della malattia provoca come

conseguenze ventricolite, formazione di ascessi, cisti e infarti cerebrali, e lo sviluppo di idrocefalo e serio

danneggiamento neurologico (Lai, 2001). Il tasso di mortalità varia dal 40 all’80% (Stock & Wiedmann, 2002).

Page 40: Thesis water

40

SERRATIA LIQUEFACIENS

La Serratia è un genere di batteri Gram-negativi, anaerobi facoltativi, appartenente alla famiglia delle

Enterobacteriaceae. Le specie più comuni nel genere, Serratia marcescens, è normalmente l'unico patogeno e di

solito causa infezioni nosocomiali. Tuttavia, rari ceppi di Serratia plymuthica, Serratia liquefaciens, Serratia

rubidaea, e Serratia odoriferae possono causare infezioni nelle vie respiratorie e urinarie. I membri di questo

genere producono caratteristico pigmento rosso, e può essere distinto da altri membri della famiglia

Enterobacteriaceae dalla sua produzione unica di tre enzimi: DNasi, lipasi, e gelatinasi.

. E’ la Serratia specie più diffusa in ambiente naturale (MeSH, 2007).

Tale batterio è responsabile di circa il 2% delle infezioni nosocomiali del sangue, del tratto respiratorio

inferiore, del tratto urinario, delle ferite chirurgiche, della pelle e dei tessuti molli nei pazienti adulti, inoltre

può causare anche endocarditi e osteomieliti alle persone dipendenti da eroina.

Page 41: Thesis water

41

6.3 Confronto con dati precedenti (ricavati dal “Centro Idrico di Novoledo”):

6.3.1 PARAMETRI CHIMICO-FISICI

NOTA: valori di conducibilità rapportati a 10

I dati rilevati dall’acqua proveniente dal pozzo n. 1, indicano che negli ultimi anni si è assistito ad un aumento

della torbidità, ma allo stesso tempo un miglioramento degli altri parametri chimici: durezza, nitrati (quasi

dimezzati dal 2007) e solfati. I cloruri, hanno seguito un insolito percorso, aumentando nel periodo 2007-2009 per

poi di nuovo diminuire nel 2011.

Page 42: Thesis water

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NOTA: valori di conducibilità rapportati a 10

I dati rilevati dall’acqua proveniente dal pozzo n. 2, indicano un aumento di torbidità nel periodo 2005-2008 e

una riduzione a partire dal 2009. La presenza dei nitrati è molto bassa e potrebbe significare che le infiltrazioni di

acqua da terreni agricoli o i contatti con reflui organici siano pressoché assenti. Scarsa è anche la presenza dei

cloruri, pertanto si deduce un basso contatto tra i reflui urbani, che sono soliti contenerli, e le falde.

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43

NOTA: valori di conducibilità rapportati a 10

Nel 2002 l’acqua del pozzo n. 7 risultava di buona qualità. Nel 2011 c’è stata una contaminazione, lo si nota

dall’aumento dei valori di molti parametri: torbidità (quadruplicata), cloruri (triplicati), conducibilità, durezza e

nitrati. I valori comunque sono ancora entro i valori di potabilità.

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NOTA: valori di conducibilità rapportati a 10

L’acqua proveniente dal pozzo n. 13 ha forti problemi di torbidità, la quale influenza ha portato l’aumento del pH

e dell’ ossidabilità (entrambi comunque entro i limiti di potabilità). Si nota tuttavia una bassa presenza di cloruri,

indice di scarsa presenza di reflui clorurati.

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45

6.3.2 PARAMETRI MICROBIOLOGICI

CAMPIONE N.1, PROFONDITA’: 12,5m

*= colonie non confermate con Bile Verde Brillante

Le analisi condotte fino al 2007-2008, hanno registrato un elevata CMT a 22°C e a 37°C. Dalle ultime analisi

eseguite, è stata osservata una netta diminuzione della presenza di questi.

C.M.T. 22°C C.M.T. 37°C COLIFORMI

TOT

E.COLI ENTEROCOC

CHI

2005 mag 7 3 0 0 0

2006 giu 4 4 0 0 0

2007 giu 80 15 0 0 0

2008 giu 60 80 0 0 0

2009 apr 15 10 0 0 0

2011 mag 0 0 57 (TTC)* 0 0

2011 giu 0 6 0 0 0

2011 lug 0 1 0 0 0

Page 46: Thesis water

46

CAMPIONE N.2, PROFONDITA’: 15m

*= colonie non confermate con Bile Verde Brillante

Dalla tabella si può notare una forte presenza di microrganismi che crescono a 22 °C nel periodo 2004-2005,

nell’anno 2005 è stata registrata anche la crescita di microrganismi a 37°C; se ne deduce perciò che in quel

periodo c’è stata un’ infiltrazione di acqua superficiale nella falda o nel pozzo. Questa crescita si è attenuata fino a

C.M.T. 22°C C.M.T. 37°C COLIFORMI

TOT

E.COLI ENTEROCOC

CHI

2002 giu 15 2 0 0 0

2003 giu 25 10 0 0 0

2004 giu >100 10 0 0 0

2005 mag >100 >100 0 0 0

2006 mag 20 4 0 0 0

2007 mag 10 3 0 0 0

2008 mag 4 2 0 0 0

2009 apr 20 3 0 0 0

2010 mag 50 9 0 0 0

2011 mag 4 1 >200 (TTC)* 0 0

2011 giu 30 7 0 0 0

2011 lug 0 180 0 0 0

Page 47: Thesis water

47

giugno 2011. Nel mese di luglio è risultata una forte crescita di microrganismi a 37°C, probabilmente ciò è dovuto

al fatto che questo mese le temperature sono più elevate.

CAMPIONE N.7, PROFONDITA’: 50m

C.M.T. 22°C C.M.T. 37°C COLIFORMI

TOT

E.COLI ENTEROCOC

CHI

2003 ott 50 2 0 0 0

2011

mag

17 11 >200

(TTC)*

0 0

2011 giu 86 15 7 0 0

2011 lug 11 30 0 0 0

*= colonie non confermate con Bile Verde Brillante

NOTA: valori coliformi totali moltiplicati x 3

Il campione numero 7, come già stato anticipato, ha rilevato una presenza di coliformi totali nel periodo di

maggio-giugno del 2011, si è riscontrato che nella precedente analisi, ottobre 2003, non c’era presenza di

coliformi totali. Questo deduce che l’inquinamento è recente. Bisogna però tenere presente che la temperatura

dell’acqua analizzata nel 2011 era maggiore rispetto a quella dell’analisi dell’ottobre 2003.

Page 48: Thesis water

48

CAMPIONE N.13, PROFONDITA’: 100m

C.M.T. 22°C C.M.T. 37°C COLIFORMI

TOT

E.COLI ENTEROCOC

CHI

2004 mag 70 25 0 0 0

2005 mag 40 >100 0 0 0

2006 mag 50 10 1 0 0

2007 mag >100 10 30 0 7

2008 apr >100 15 1 0 0

2009 mag >100 25 6 0 0

2011 mag 0 3 116* (TTC) 0 1

2011 giu 61 29 0 0 0

2011 lug 76 93 0 1 1

*= colonie non confermate con Bile Verde Brillante

NOTA: Valori Coliformi totali, E. Coli ed Enterococchi moltiplicati x 3

Come si deduce, il campione numero 7 ha avuto sempre molti problemi di contaminazione microbiologica. La

presenza di batteri a 22°C e 37°C è molto elevata sin dal 2004. La presenza di coliformi totali nel 2007 è stata

addirittura di 30 colonie. L’Escherichia coli è un fenomeno recente, in quanto non era mai stato trovato dal maggio

2004. La crescita di colonie di enterobatteri invece era già stata provata nel 2007 con una presenza di 7 colonie.

Page 49: Thesis water

49

7. CONCLUSIONI

7.1 Alcuni suggerimenti e considerazioni

SINTESI DISCUSSIONE E CONSIDERAZIONI

Con questa tesi ho voluto fare una valutazione della qualità dell’acqua della zona del comune di Dueville e

valutare la conformità di queste.

Le analisi chimiche e microbiologiche hanno dimostrato che non tutti i pozzi hanno una elevata qualità

dell’acqua.

La presenza di Escherichia.coli ed Enterococchi indicano se è avvenuto un inquinamento fecale e quindi se

l’acqua è potabile o meno. Questo inquinamento in alcune acque c’è stato, ma a valori molto bassi, tali da non

creare problemi all’uomo se non alle persone immunocompromesse.

A maggio nel pozzo del campione numero 10 si è rilevato la presenza di Enterobacter sakazakii.. Anche

questo batterio può creare problemi solamente alle persone immunocompromesse o ai bambini al di sotto dei 3

anni.

In molti casi sono stati trovati Escherichia coli ma spesso con presenza di una colonia tali da non creare

un reale rischio per la salute. La presenza di Enterobatteri invece è stata di maggior rilevo, in particolare nel mese

di luglio, nella maggior parte dei pozzi medio-profondi: n.9 (50m), n.10 (54m), n.11 (70m), n.13 (100m). Si fa

notare che nel mese di luglio, i rubinetti non erano stati adoperati per un mese, è opportuno tuttavia, per evitare

tale disagio, fare opera di monitoraggio.

Nei parametri chimici gli unici problemi rilevati sono stati la torbidità, soprattutto nel pozzo del campione

numero 8(46,5) e del campione numero 13(23), ciononostante non c’è un valore limite preciso per dare la

potabilità ad un acqua.

Alcuni studi hanno evidenziato che la concentrazione dei nitrati a Lugo Vicentino arriva a 200mg/l. Visto

anche la bassa profondità delle falde nel comune di Dueville e la provenienza di queste da estese zone agricole, si

pensava una elevata presenza di nitrati, ma non si è verificata (Altissimo, 1990).

Ci si aspettava concentrazioni più elevati di cloruri nelle falde alimentate dal bacino Torrebelvicino-

Schio-Marano che è pesantemente contaminato da solventi organo clorurati, fortunatamente questo inquinamento

non è stato rilevato (Zitelli & Michieletto, 1992).

Page 50: Thesis water

50

CONFORMITA'

Pozzo n.1

L’acqua del pozzo n.1 è conforme in tutti a parametri per tutto il periodo di maggio-luglio.

Pozzo n.2

L’acqua del pozzo n.2 è conforme nel mese di maggio e nel mese di giugno, diversamente questa non lo può essere

nel mese di luglio per una crescita massiccia nella C.M.T. a 37°C (180 colonie).

Pozzo n.3

L’acqua del pozzo n.3 è conforme a tutti i parametri per tutto il periodo di maggio-luglio.

Pozzo n.4

L’acqua del pozzo n.4 è conforme nel mese di maggio, mentre nel mese di giugno è stata riscontrata un’ elevata

presenza di: C.M.T. a 22°C (>200 colonie), C.M.T. a 37°C (22 colonie) e di Enterococchi (1 colonia); nel mese di

luglio i valori dei parametri sovraccitati non sono diminuiti, anzi è stata riscontrata una presenza di >200 colonie

per entrambi i valori di C.M.T.. Inoltre nel mese di luglio è stata individuata una presenza di coliformi totali (una

colonia).

Pozzo n.5

L’acqua del pozzo n. 5 presenta un elevata C.M.T. a 37°C con rispettivamente 71 colonie a maggio e >200 a

giugno, in quest’ultimo mese è risultato un elevato sviluppo di colonie nella C.M.T. a 22°C (>200). Nel mese di

luglio i valori sono tornati sotto i limiti del D.Lgs 31/01.

Pozzo n.6

Nell’acqua del pozzo n.6 risulta una C.M.T. a 37°C al di sopra della soglia limite del D.Lgs 31/01 (33 colonie).

Nei mesi di giugno e luglio tale valore scende facendo risultare un acqua potabile.

Page 51: Thesis water

51

Pozzo n.7

L’acqua del pozzo n.7 rilevata nel mese di maggio, può essere definita potabile secondo il D.Lgs 31/01 nonostante

la presenza di Clostridium perfringens. (23 colonie) e di Serratia liquefaciens. La specie riscontrata nelle acque di

Dueville: la Serratia liquefaciens si trova generalmente nelle piante e nel tubo digerente dei roditori e a causa di

queste sarebbe necessario che le persone immunocompromesse prestassero attenzione. Anche nel mese di giugno

l’acqua si mostra conforme sebbene siano presenti 7 colonie di coliformi totali. Diversamente, nel mese di luglio è

stata riscontrata una consistente crescita di C.M.T. a 37°C (30 colonie).

Pozzo n.8

L’acqua del pozzo n. 8 è risultata conforme nei mesi di maggio e luglio. Nel mese di giugno invece è emersa una

crescita di una colonia di Escherichia coli. Inoltre, in tale mese, è emersa una considerevole crescita di

Pseudomonas aeruginosa (15 colonie).

Pozzo n.9

Come per la maggior parte dei pozzi, l’acqua del pozzo n.9 risulta potabile nel periodo di maggio-giugno, nel mese

di luglio al contrario è stata riscontrata una crescita di Enterococchi (8 colonie), con la conseguenza della perdita

di conformità. E’ rilevata anche una elevata presenza di Pseudomonas aeruginosa (9 colonie).

Pozzo n. 10

L’acqua del pozzo n.10 è risultata potabile sia nel mese di maggio ( nonostante vi sia stata una crescita di una

colonia di Clostridium perfringens e di Enterobacter sakazakii) che nel mese di giugno. Nel mese di luglio, la

perdita di conformità, è dovuta ad una crescita di CMT a 37°C (63 colonie).

Pozzo n.11

L’acqua del pozzo n. 11 risulta potabile nel periodo di maggio-giugno, ma ha destato problemi nel terzo mese per

la presenza di C.M.T. a 37°C (93 colonie) ed Enterobatteri; come accennato precedentemente, ciò può essere

dovuto al mancato uso dei rubinetti per circa un mese.

Pozzo n. 12

L’acqua del pozzo n.12 risulta potabile ai sensi del D.Lgs. 31/01 in tutto il periodo di maggio-luglio.

Pozzo n.13

Nell’acqua del pozzo n.13 è conforme nel mese di maggio, ma è stata riscontrata una consistente crescita di

Legionella pneumophila: si consiglia quindi di monitorare tale pozzo al fine di non arrecare problemi di salute alle

persone immunocompromesse. La potabilità che può essere attribuita anche nel mese di giugno, non lo può essere

nel mese di luglio, in quanto è stata rilevata una crescita di: 36 colonie nella C.M.T. a 37°C, 9 colonie di

enterobatteri e una colonia di Escherichia coli. Inoltre è emersa una presenza di Acinetobacter lwoffii.

Page 52: Thesis water

52

In conclusione solo 2 pozzi su 13 contenevano acque che potevano considerarsi conformi secondo i valori limite

dettati dal D.Lgs 31/01. Questi sono: il pozzo n. 1 (privato), situato a Passo di Riva la cui falda è ubicata a 12,5m

ed il pozzo n. 12 (piscina), collocato a Dueville la cui falda si trovava a 90m di profondità. Considerando il fatto

che i limiti del D.Lgs 31/2001 tutelano largamente la salute pubblica, in particolare i soggetti

immunocompromessi, le acque di falda dell’area di Dueville non recano problemi rilevanti alla salute. Questa

condizione favorevole potrebbe essere alterata da possibili infiltrazioni nelle tubazioni, pertanto un sarebbe

consigliabile allacciare la rete ad un acquedotto per evitare le contaminazioni.

SUGGERIMENTI

Nei luoghi dove si usano docce calde e quindi inalazione di vapori (in particolare il pozzo n.13), c’è il rischio di

presenza di legionella, quindi sarebbe opportuno un intervento di disinfezione delle tubature.

In alcuni pozzi dove le acque vengono usate da bambini, soggetti con più rischio di infezione da un

agente patogeno, sarebbe opportuno un attento monitoraggio; in particolare nei pozzi dove vi è stata presenza di

Escherichia coli, Clostridium ed Enterobatteri (pozzo n.4, pozzo n.7, pozzo n. 9 e pozzo n. 11).

L’acqua del pozzo n. 10 presenta l’Enterobacter sakazakii, perciò è opportuno limitare

l’approvvigionamento potabile ai soli soggetti maggiori di 3 anni di età e non immunocompromesse.

Per quanto riguarda il pozzo n. 7, dall’anno 2003 al 2011 è stato l’unico tra i 4 pozzi presi di riferimento

che ha subito un incremento notevole dei valori chimici. In questo modo si deduce che in questo pozzo ci siano

infiltrazioni dall’ambiente esterno, facilitato dal fatto di non essere cementato attorno.

I prelievi di queste acque sono stati effettuati in un comune circondato da ampi terreni coltivati. Nella

nostra regione viene usata diffusamente l’irrigazione a scorrimento, creando oltre ad un grande spreco di acqua

anche ad un infiltrazione di acqua contaminata alle falde. Potrebbe essere sostituita dalle irrigazioni a pioggia o a

goccia, tecniche che eviterebbero l’inquinamento delle falde da nitrati e fosfati (oltre a fitofarmaci). La presenza

elevata di nitrati nel pozzo numero 5,(comunque sotto il valore limite) potrebbe essere ridotta grazie a queste

nuove tecniche di irrigazione.

La torbidità di fondo che si è verificata solo nei pozzi 9 e 13, potrebbe essere risolta con l’installazione di

un impianto di filtrazione (usato per ridurre la torbidità in rete).

Page 53: Thesis water

53

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