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Theodore J. Kaczinsky LA SOCIETÀ INDUSTRIALE E IL SUO FUTURO Il Manifesto di Unabomber Edizioni Stampa Alternativa Prefazione C'È UN PO' DI UNABOMBER IN CIASCUNO DI NOI Il 3 aprile 1996 in una sperduta capanna del Montana, vicino all'inospitale Baldy Mountain veniva arrestato Theodore John Kaczynski. Dopo diciotto anni di inutili tentativi e di umilianti insuccessi gli agenti dell'Fbi si dicevano convinti di aver messo fine alla lunga scia di delitti dell'ecoterrorista Unabomber. Si chiudeva così quella che era stata la più lunga e sofferta caccia all'uomo in America. Centinaia di poliziotti, decine di ispettori, intere città mobilitate per catturare il pericolo numero uno del Paese. Dal 1978 al giorno della cattura Unabomber aveva compiuto sedici attentati dinamitardi, uccidendo tre persone e ferendone altre ventitré, molte con gravi mutilazioni, seminando terrore in tutti gli Stati Uniti. Nell'organizzazione dei suoi delitti mai un errore, una leggerezza, un dettaglio che potesse tradirlo. La tecnica sempre identica: un pacco bomba, diventato negli anni via via più elaborato e potente. Mai un'azione diretta, un rischio, uno scontro con le sue vittime. Un uomo solo, in guerra con il mondo, animato da odio profondo, incontenibile per la tecnologia. Un uomo ossessionato dal progresso, dal predominio delle macchine, dallo svuotamento del ruolo dell'individuo. Un odio inquietante e così devastante da trasformarlo in un assassino. Ma allo stesso tempo un odio tale da metterlo fuori dagli stereotipi e dagli schemi tradizionali della delinquenza e del terrorismo. Gli obiettivi e le attenzioni di Unabomber si risolsero principalmente verso alcune categorie: il mondo accademico, i docenti di discipline scientifiche in particolare, e il mondo delle compagnie aeree. Colpiti da questo orientamento gli investigatori dell'Fbi coniarono, per identificarlo, un nome in codice: Unabomb (Un per università; a per airline, compagnia aerea; e quindi bomb). E per i mass media divenne immediatamente l'imprendibile Unabomber, l'uomo che si prendeva gioco della più famosa

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Theodore J. Kaczinsky LA SOCIETÀ INDUSTRIALE EIL SUO FUTURO Il Manifesto di Unabomber Edizioni

Stampa Alternativa

Prefazione C'È UN PO' DI UNABOMBER INCIASCUNO DI NOI

Il 3 aprile 1996 in una sperduta capanna del Montana, vicinoall'inospitale Baldy Mountain veniva arrestato Theodore JohnKaczynski. Dopo diciotto anni di inutili tentativi e di umiliantiinsuccessi gli agenti dell'Fbi si dicevano convinti di aver messofine alla lunga scia di delitti dell'ecoterrorista Unabomber. Sichiudeva così quella che era stata la più lunga e sofferta cacciaall'uomo in America. Centinaia di poliziotti, decine di ispettori,intere città mobilitate per catturare il pericolo numero uno delPaese. Dal 1978 al giorno della cattura Unabomber avevacompiuto sedici attentati dinamitardi, uccidendo tre persone eferendone altre ventitré, molte con gravi mutilazioni, seminandoterrore in tutti gli Stati Uniti. Nell'organizzazione dei suoidelitti mai un errore, una leggerezza, un dettaglio che potessetradirlo. La tecnica sempre identica: un pacco bomba, diventatonegli anni via via più elaborato e potente. Mai un'azione diretta,un rischio, uno scontro con le sue vittime. Un uomo solo, inguerra con il mondo, animato da odio profondo, incontenibileper la tecnologia. Un uomo ossessionato dal progresso, dalpredominio delle macchine, dallo svuotamento del ruolodell'individuo. Un odio inquietante e così devastante datrasformarlo in un assassino. Ma allo stesso tempo un odio taleda metterlo fuori dagli stereotipi e dagli schemi tradizionalidella delinquenza e del terrorismo. Gli obiettivi e le attenzionidi Unabomber si risolsero principalmente verso alcunecategorie: il mondo accademico, i docenti di disciplinescientifiche in particolare, e il mondo delle compagnie aeree.Colpiti da questo orientamento gli investigatori dell'Fbiconiarono, per identificarlo, un nome in codice: Unabomb (Unper università; a per airline, compagnia aerea; e quindi bomb).E per i mass media divenne immediatamente l'imprendibileUnabomber, l'uomo che si prendeva gioco della più famosa

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polizia del mondo. In realtà, gli obiettivi e le vittime diUnabomber sono state negli anni diversi: scienziati ricercatori,informatici, alti funzionari. Legati tuttavia da un filo comune:l'impegno nello sviluppo delle nuove tecnologie e l'indifferenzaper i problemi ecologici. Non a caso nel 1985 l'esplosione di unpacco bomba uccide Hugh Scratton, il proprietario di unnegozio di computer; nel 1994 Thomas Mosser, dirigente diuna agenzia pubblicitaria associata alla compagnia petroliferaExxon Valdez responsabile della marea nera in Alaska (1989),muore aprendo un pacco speditogli a casa. Infine, nel 1995,sempre un pacco inviato all'Associazione forestale dellaCalifornia toglie la vita al suo presidente Gilber Murray. Neglianni, criminologi e cacciatori di serial Killer fecero le piùdiverse ipotesi sulle caratteristiche, il profilo e la provenienzadi questo solitario terrorista. Vennero proposti improbabiliidentikit. Ma l'arresto di Theodore J. Kaczynski, l'uomo chel'Fbi indica come l'Unabomber, la diffusione della sua identità edella sua storia personale, andarono onestamente al di là dellapiù fervida immaginazione. Teddy Jobn era nato a Chicago il22 maggio 1942 da una famiglia di immigrati polacchi. Né ilpadre né madre ebbero la fortuna di frequentare il college. Iloro sforzi, per reazione, si concentrarono sull'educazione deifigli: Theodore e il più giovane David. A sei anni, un test diintelligenza disse che Teddy era un piccolo genio. A 16, dopo ildiploma era già ad Harvard. A 20 otteneva la laurea. A 25 ildottorato in Matematica alla University of Michigan a AnnArbor. La sua tesi fu premiata con un riconoscimento nazionale.Nello stesso anno, 1967, otteneva una prestigiosissimaposizione alla University of California a Berkeley, neldipartimento di Scienze matematiche, considerato in quelperiodo il miglior istituto del Paese. Ma inspiegabilmente dopodue anni Theodore J. Kaczynski, astro nascente degli studi dimatematica pura, con una lettera di appena tre righe rassegnavale sue dimissioni. Non una spiegazione, né un motivoplausibile. Si chiudeva così, con un gesto tanto anonimo quantoimprevedibile, la carriera del giovane professor Kaczynski. Ecominciava una nuova esistenza. Con un prestito ottenuto dallamadre Wanda e dal fratello David, Theodore acquista unterreno, circa sei ettari. Da allora quel pezzo di verde, neiboschi del Montana, sarà la sua riserva. Per gli abitanti diLincoln, il più vicino centro abitato, Ted diventerà ben presto 1

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eremita dei boschi. Un eccentrico ma innocuo signore. Unacapanna di pochi metri quadrati, costruita artigianalmente,diventerà il suo unico rifugio. Senza luce, senz'acqua corrente,Kaczynski rifiuterà per il resto della sua vita ogni compromessocon il progresso. Anche durante i severi inverni del Montana,quando la temperatura scende per molti mesi sotto lo zero,resterà fedele al suo nuovo credo, il rifiuto delle nuovetecnologie. E qui, in queste condizioni che, secondo l'Fbi, nascel'Unabomber. Chiuso nel suo isolamento perfetto, organizzeràin uno stato di incontrollata follia i suoi attentati. El'imprendibile Unabomber resterà un incubo per gli Stati Unitifino al 1995 quando, dopo oltre sedici anni di "silenzio",cercherà di stabilire i primi contatti con l esterno, commettendoi primi, fatali errori. Lettere, messaggi, fino al giorno in cui,forse stanco della sua solitudine, lancerà un appello preciso: lapubblicazione di un saggio in cambio della promessa diinterrompere la sua lunga serie di attentati. La richiesta fuavanzata, con una lettera, ai due maggiori quotidiani americani:il New York Times e la Washington Post. Alla fine del giugno'95 alle redazioni di New York e di Washington arriva il testodattiloscritto di Unabomber: sessantadue pagine, spazio uno,seguite da undici cartelle di note, il tutto firmato "FC"(1). Dopomolti ripensamenti (e con l'avvallo dell'Fbi) i direttori delle duetestate decideranno, di comune accordo e dividendosi le spese,di pubblicare il 'Manifesto "di Unabomber. Così, il 19settembre 1995, in un insetto speciale di sette pagine sullaWashington Post appaiono i 232 paragrafi della Societàindustriale e il suo futuro. La speranza segreta dei verticidell'Fbi era che qualcuno leggendo il 'Manifesto" potessericonoscere lo stile, cogliere qualche segnale, notare unasomiglianza con altri saggi, insomma dare qualchesuggerimento che potesse portare alla cattura di Unabomber. Ecosì fu. L'aspetto drammatico e che capito proprio al fratellominore di Kaczynski, David, di ave re la spiacevole sensazionedi riconoscere nel 'Manifesto" lo stile e le idee di alcuni appuntilasciati da Theodore nella cantina della casa di famiglia. Cosìdopo qualche ripensamento, decise di informare dei suoi dubbiun avvocato. In pochi giorni venne contattata l'Fbi che dopoalcune indagini decise di procedere all'arresto di Theodore JohnKaczynski. La vicenda, in realtà, ha dei contorni poco chiari. Ea complicare le cose c e anche una taglia da un milione di

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dollari promessa dalle autorità per la cattura del terrorista. Il'Manifesto" di Unabomber e un testo complesso, articolato,corredato persino da un diagramma. Un saggio che tradisce laformazione accademica dell'autore. Ma anche un saggio sulquale la critica e gli esperti si divideranno presto. Per molti il'Manifesto" è spazzatura, niente più che idee vecchie erielaborate di nessuna utilità. Un testo noioso frutto della folliadi un assassino. Per altri giornalisti e studiosi, soprattuttoeuropei, il testo non può essere considerato soltanto questo. C'èdell'altro. In un caso e nell'altro poche parole, analisi rapide,frasi che non nascondono l'imbarazzo di commentare ilpensiero di un terrorista. Eppure il "Manifesto" di Unabombersupera questo sbarramento, E su Internet si inauguranoimmediatamente numerosi 'forum "per discuterne idee e limiti.In America, la casa editrice Jolly Roger Press di Berkeleygiunge persino a stampare una sorta di edizione critica delsaggio. Facendolo precedere da uno scrupoloso lavoro diverifiche e confronti con le versioni riprodotte integralmente suisiti Internet, ma in particolare con la prima versione pubblicatadalla Washington Post il 19 settembre '95, quindi il testo uscitosull'Oakland Tribune il 21 settembre e quello del 22 settembresul San Francisco Chronicle.' Nonostante il silenzio ufficiale dicritici e criminologi lo studioso americano Eirkpatrick Sale'osservo che "i dibattiti televisivi, le lettere di lettori, i sitiInternet" stavano "a dimostrare che sono in molti acomprendere e a condividere gli obiettivi di Unabomber, controle tecnologie portatrici di destabilizzazione sociale, didisgregazione economica e di distruzione dell'ambiente".Afentre la rivista New Yorker arrivava a spiegare: "E PluribusUnabomber: c'e un po' di Unabomber in ciascuno di noi".Unabomber non si limita a contestare il mondo in cui viviamo,ma lo rifiuta totalmente, senza appello. Ammette che e ormaiimpossibile riformare il sistema industrialtecnologico esoprattutto che "la restrizione della libertà e un fenomenoinevitabile nella società industriale". Il messaggio diUnabomber e perentorio: le nuove tecnologie stannodistruggendo l'uomo. "La rivoluzione industriale e le sueconseguenze sono state un disastro per la razza umana scrivenel primo paragrafo . Esse hanno incrementato a dismisural'aspettativa di vita di coloro che vivono in paesi "sviluppati"ma hanno destabilizzato la società, reso la vita insignificante,

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assoggettato gli esseri umani a trattamenti indegni diffusosofferenze psicologiche (nel Terzo mondo anche fisiche),inflitto danni notevoli al mondo naturale". E aggiunge piùavanti: "Il sistema per funzionare ha bisogno di scienziati,matematici, ingegneri. quindi vengono esercitate pressioni suibambini perché eccellano in questi campi. Ma non e naturaleper un adolescente passare la maggior parte del tempo seduto auna scrivania a studiare". Una frase che stride con lagiustificazione della violenza, dell'attentato che egli proclama.Probabilmente dietro la vicenda di Unabomber c'e anche ildramma di un bambino vittima di una violenza intellettuale. Lecritiche maggiori si rivolgono verso la casta dei baroniuniversitari, dei docenti e dei ricercatori al servizio delle grandimultinazionali. Stimati professionisti a libro paga deidipartimenti della difesa. La critica non risparmia i coccolatiscienziati impegnati negli studi di biotecnologia, autori diinquietanti manipolazioni genetiche. Nuovi guru abili nelpromettere una vita priva di sofferenze e malattie. L'accusa almondo accademico sancisce la definitiva rottura di Unabombercon un sistema che aveva già rifiutato molti anni prima.Durissime sono anche le osservazioni rivolte alla "sinistramoderna" americana di cui fa parte la grande maggioranza degliintellettuali universitari. Non c e in questo atteggiamento diUnabomber uno schieramento con le ideologie di destra. Anzi,il suo e per quanto possibile un messaggio folle ma a politico.La sinistra moderna, falsa e cinica, e una massa di uominiapparentemente motivati da nobili principi morali ma in realtàsedotti dal potere. E' proprio nel 'processo del potere" risiedesecondo Unabomber il cancro della società. Persi di vista gliobiettivi e i bisogni reali gli individui si concentrano sullasoddisfazione del proprio io, incuranti di tutto il resto, dei veriproblemi del pianeta. Unabomber ritorna in maniera quasiossessiva sulla perdita di potere dell'individuo. E un problemache lo tormenta. Spiega, argomenta, sottolinea Unabomber, nelmagma che produce emergono ogni tanto bagliori di grandelucidità. Così quando parlando dei problemi che affliggonol'uomo contemporaneo si affida a un lungo elenco che nonrichiede commenti: "Noia, demoralizzazione, bassa autostima,sentimenti di inferiorità, disfattismo, depressione, ansia, sensidi colpa, frustrazione, ostilità, abuso di bambini e di coniugi,edonismo insaziabile, comportamenti sessuali abnormi,

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disordini nel sonno, disordini nell'alimentazione eccetera". E unuomo triste quello che Unabomber descrive. Un uomo sconfittoe rassegnato a vivere in un mondo che lentamente lo uccide.Per assurdo Unabomber intravede la sua unica speranza disopravvivenza nel rifiuto totale dell'attuale società. Risponde alvento di morte con altre morti, con le sue bombe spietate.Anch'egli sa che e una strada impraticabile. Sa, nella sua lucidafollia, che la forza del progresso e travolgente, inarrestabile.Che non ci sarà bomba capace di arrestarlo. Sa Unabomber diessere un terrorista. Uno sconfitto. Come dice l'irritanteVladimir al signor Verloca nel capolavoro di Joseph Conrad, Lagente segreto libro a cui Unabomber si e ispirato per i suoiattentati : "L atto dimostrativo deve dirigersi contro la cultura,contro la scienza. Afa non ogni scienza si presta allo scopo.L'attentato deve avere tutta l'assurdità rivoltante di una gratuitabestemmia. Poiché il vostro mezzo di espressione sono lebombe, veramente espressiva sarebbe una bomba lanciata nellamatematica pura. Ala questo e impossibile". Antonio TroianoAgosto 1997

note ' 1. FC" e la sigla con la quale Unabomber firmerà moltidei suoi attentati nonché lettere, messaggi e il "Manifesto". Sulsignificato della sigla c'e qualche incertezza. In una nota inviataal San Francisco Examiner nel 1985 Unabomber parlerà. di unosconosciuto gruppo terroristico, cui egli apparterrebbe,autodefinitosi il "Freedom Club" (FC), il club della libertà. Inrealtà dietro la sigla FC si nascondeva un unico individuo.Tuttavia, secondo il criminologo americano John Douglas per25 anni investigatore dell'Fbi, impegnato personalmente nellacaccia a Unabomber il vero significato di FC potrebbe essereun'espressione come "Fuck Computers", fotti i computer. 'Oltre a un articolo in prima pagina sui motivi dellapubblicazione, il giornale faceva poi vedere il "Manifesto" daun distico che vale la pena ricordare: "Questo testo e statoinviato lo scorso giugno al New York Times e alla WashingtonPost dalla persona che si fa chiamare "FC", identificato dall'Fbicome 1'Unabomber, implicato secondo le autorità in 3 omicidi e16 attentati. L'autore ha minacciato di spedire una bomba a unobiettivo non specificato "con 1'intento di uccidere" se uno deidue giornali non avesse pubblicato il suo manoscritto. Ilministro della Giustizia e il direttore dell'Fbi hanno consigliato

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la pubblicazione". ' Per il criminologo John Douglas e un testo"ben scritto e ben organizzato", prova evidente che "1'autoreaveva già scritto altri saggi". Per ulteriori notizie si veda: JohnDoglas Mark Olshaker, Unabomber. On the Trail of America'sMostWanted Serial Killer, Pocket Books, New York, 1996. 4Si veda in particolare 1'ottimo volume Unabomber. Manifeste:L'avenir de Ia société industrieIle, prefazione di Annie Le Brun,traduzione e introduzione di JeanMarie Apostolides, Éditionsdu Rocher, Monaco, 1996. ' E a questo testo, sicuramente il piùattendibile tra quelli pubblicati in lingua originale, che la nostraedizione fa riferimento: The Unabomber Manifesto. IndustrialSociety & its Future, di FC, Jolly Roger Press, Berkeley, 1995." Grazie ai redattori del San Francisco Chronicle, in particolarea Kevin Fagan, si e potuto appurare che in una prima versioneil "Manifesto" era stato pubblicato privo del paragrafo 117,erroneamente assorbito nel 116. Questo errore diminuiva di unaunita la numerazione complessiva creando anche alcuniproblemi con le note al testo. Kirkpatrick Sale, "Tornano iluddisti contro le nuove tecnologie", in Le Monde diplomatiqueiI manifesto, febbraio 1997, p. 23. Kirkpatrick Sale e ancheI'autore del volume: Rebels Against the Future: The Ludditesand Their War on the indastrial Revolution: Lessons for theComputer Age, Addison Wesley, Boston, 1995. Joseph Conrad,L'agente segreto, 1907. Qui facciamo riferimento all'edizioneBur, Milano, 1978, cit. p. 42. Una curiosità: al momento dellacattura di Theodore J. Kaczynski l'Fbi scopri che 1'uomoteneva nella sua capanna una copia del romanzo. La cosa nonsorprese gli ispettori che, intuito un qualche legame tra il libroe gli attentati di Unabomber, l'anno prima avevano dato dastudiare L'agente segreto a numerosi esperti nella speranza discoprire qualche indizio sul terrorista. Da altri riscontri siscopre che pernottando in un motel in California Kaczynski siera firmato "Conrad".

LA SOCIETÀ INDUSTRIALE E IL SUO FUTUROIntroduzione

1. La rivoluzione industriale e le sue conseguenze sono stateun disastro per la razza umana. Esse hanno incrementato adismisura l'aspettativa di vita di coloro che vivono in paesi"sviluppati" ma hanno destabilizzato la società, reso la vitainsignificante, assoggettato gli esseri umani a trattamenti

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indegni, diffuso sofferenze psicologiche (nel Terzo mondoanche fisiche), inflitto danni notevoli al mondo naturale. Ilcontinuo sviluppo della tecnologia peggiorerà la situazione.Essa sicuramente sottometterà gli esseri umani a trattamentisempre più abietti, infliggerà al mondo naturale danni sempremaggiori, porterà probabilmente a una maggiore disgregazionesociale e sofferenza psicologica e a incrementare la sofferenzafisica in paesi "sviluppati".

2. Il sistema tecnologico industriale può sopravvivere ocrollare. Se sopravvive, potrebbe, alla fine, raggiungere unbasso livello di sofferenze psicologiche e fisiche, ma solo dopoun lungo periodo, molto doloroso, di aggiustamento e solo alcosto di ridurre permanentemente gli esseri umani e molti altriorganismi viventi a prodotti costruiti, semplici ingranaggi nellamacchina sociale. Inoltre, se il sistema sopravviverà, leconseguenze saranno inevitabili: non vi e possibilità diriformare o modificare il sistema così da impedire che essoprivi la gente di dignità e autonomia.

3. Se il sistema crolla le conseguenze saranno ancora moltodolorose. Ma più il sistema si ingrandisce più disastroso sarà ilrisultato del suo collasso, così che se deve crollare e meglio chesia prima che dopo.

4. Per questo noi peroriamo una rivoluzione contro il sistemaindustriale. Questa rivoluzione può o no fare uso di violenza:potrebbe essere un processo rapido o relativamente gradualedella durata di alcuni decenni. Non possiamo saperlo, mapossiamo delineare in generale, le misure che coloro i qualiodiano il sistema industriale dovrebbero adottare per prepararela via verso una rivoluzione contro quella forma di società.Questa non e una rivoluzione politica. Il suo obiettivo saràquello di rovesciare non i governi ma i principi economici etecnologici.

5. In questa trattazione esamineremo solamente alcuni deglisviluppi negativi prodotti dal sistema industriale tecnologico;altri saranno solo accennati o ignorati completamente. Questonon significa che noi li consideriamo non rilevanti. Per ragionipratiche circoscriviamo la discussione su aspetti che hannoricevuto insufficiente attenzione pubblica o sui quali abbiamoqualcosa di nuovo da dire. Per esempio, vista l'efficienza dei

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movimenti ambientalisti e per la salvaguardia della natura, cisiamo soffermati poco sul degrado ambientale o sulladistruzione della natura selvaggia anche se li consideriamo dellamassima importanza.

La psicologia della sinistra moderna. 6. Quasi tutti saranno d'accordo sul fatto che noi viviamo in

una società profondamente turbata. Una delle più diffusemanifestazioni della pazzia è la sinistra. Perciò, una discussionesulla psicologia della sinistra può servire come introduzione alladisamina dei problemi della società moderna in generale.

7. Ma cos'è la sinistra? Durante la prima meta del XX secolola sinistra poteva essere identificata effettivamente con ilsocialismo. Oggi il movimento e frammentato e non e chiarochi possa essere chiamato precisamente una persona di sinistra.Quando parliamo di gente di sinistra noi abbiamo in menteprincipalmente i socialisti, i collettivisti, i caratteri"politicamente corretti", gli attivisti per i diritti dellefemministe, dei gay, dei disabili e degli animali e simili. Manon tutti quelli che sono associati con uno di questi movimentisono persone di sinistra. Quello che noi vorremmo discuterenon e tanto un movimento o una ideologia, quanto un modellopsicologico o piuttosto una collezione di caratteri correlati.Così quello che noi consideriamo sinistra emergerà piùchiaramente nel corso della nostra discussione sulla psicologiadella sinistra (vedi anche i paragrafi 227230).

8. Persino così la nostra concezione della sinistra rimarràmolto meno chiara di quello che avremmo desiderato, masembra che non vi sia alcuna possibilità di rimedio a ciò. Tuttoquello che cerchiamo di fare e indicare, in modo rozzo eapprossimato, le due tendenze psicologiche che noi crediamosiano le principali forze che guidano la sinistra moderna. Noinon pretendiamo di dire l'intera verità sulla psicologia dellasinistra. Inoltre la nostra discussione intende limitarsi solo allasinistra moderna. Lasciamo aperta la questione se la nostradiscussione possa essere applicata o no alla sinistra del XIXsecolo e dei primi del Novecento.

9. Le due tendenze psicologiche che costituiscono ilfondamento della sinistra moderna vengono da noi definite

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come "complessi di inferiorità" e "sovrasocializzazione". Icomplessi di inferiorità sono caratteristici dell'intera sinistramoderna, mentre la sovrasocializzazione e una caratteristicasolo di un determinato segmento della sinistra moderna; maquesto segmento e di gran lunga uno dei più influenti.

Complessi di inferiorità. 10. Con "complessi di inferiorità" non ci riferiamo solo a

quei complessi nel senso più stretto ma a uno spettro completodi tratti caratteristici correlati: bassa autostima, sensazioni diimpotenza, tendenze depressive, disfattismo, sentimenti dicolpa, odio di sé. Noi sosteniamo che le persone di sinistratendono ad avere questi complessi (di solito più o menorepressi) e che questi sono decisivi nel determinare la direzionedella sinistra moderna.

11. Quando qualcuno interpreta come degradante quasi tuttoquello che si dice su di lui (o sui gruppi con cui si identifica),noi deduciamo che soffre di sentimenti di inferiorità o di bassaautostima. Questa tendenza e marcata tra coloro che sostengonoi diritti delle minoranze, appartengano o no ai gruppi minoritariche difendono. Essi sono ipersuscettibili alle parole usate perdesignare le minoranze. I termini negro, orientale,handicappato, o gallina per un africano, un asiatico, un disabileo una donna, non hanno in origine alcuna connotazionedegradante. I termini "sguaiata" e "gallina" eranosemplicemente gli equivalenti femminili di ragazzo, damerino,o compagno. Le connotazioni negative sono state associate aquesti termini dagli stessi attivisti. Alcuni sostenitori dei dirittidegli animali sono andati così oltre da rigettare la parola "pet" einsistere nel rimpiazzarla con "compagno animale". Gliantropologi di sinistra, per lo stesso motivo, evitano di dire, suipopoli primitivi, cose che possano essere interpretate comenegative. Vogliono cambiare la parola primitivo con illetterato.Sembrano del tutto paranoici riguardo a qualsiasi cosa chepotrebbe far pensare che la cultura primitiva sia inferiore allanostra. (Non vogliamo dire che le culture primitive sonoinferiori alla nostra. Semplicemente evidenziamol'ipersuscettibilità degli antropologi di sinistra).

12. I più suscettibili all'uso di una terminologia"politicamente scorretta" non sono gli abitanti comuni di un

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ghetto nero, l'immigrante asiatico, le donne violentate o lepersone disabili, ma una minoranza di attivisti, molti dei qualinon appartengono ad alcun gruppo "oppresso" ma provengonodalle classi privilegiate della società. La correttezza politica hala sua roccaforte tra i professori universitari, persone cioè conun impiego sicuro, buone retribuzioni e, per la maggior parte,eterosessuali, maschi bianchi e provenienti da famiglie di classemedia.

13. Molti uomini di sinistra si identificano profondamentecon i problemi dei gruppi che hanno un'immagine debole(donne), o di vinti (gli indiani americani), repellenti(omosessuali) e inferiori. Gli stessi uomini di sinistrapercepiscono che questi gruppi sono inferiori. Nonammetterebbero questi sentimenti neanche con sé stessi, ma ilvero motivo e che essi vedono questi gruppi come inferiori e liidentificano con i loro problemi (Non vogliamo dire che ledonne, gli indiani, ecc. sono inferiori; noi stiamo solopuntualizzando la psicologia della sinistra.).

14. Le femministe sono disperatamente ansiose di provareche le donne sono forti e capaci quanto gli uomini.Chiaramente esse sono dominate dalla paura che le donne nonpossono essere forti e capaci come gli uomini.

15 Le persone di sinistra tendono a odiare qualsiasi cosaabbia un'immagine forte, positiva e di successo. Le ragioni perle quali dichiarano di odiare la civiltà occidentale, sono, senzaombra di dubbio, false. Essi dicono di odiare l'Occidenteperché è guerrafondaio, imperialista, sessista, etnocentrico ecosì via, ma quando le stesse colpe appaiono nei paesi socialistio nelle culture primitive accampano scuse o, al più, ammettonotra i denti che esistono; mentre invece sottolineanoentusiasticamente (e spesso esagerano) queste colpe quandoappaiono nella civiltà occidentale. E ovvio, perciò, che questecolpe non sono il vero motivo per cui odiano l'Occidente el'America. La persona di sinistra odia l'America e l'Occidenteperché sono forti e hanno successo.

16. Parole come "fiducia in sé", "sicurezza di sé","iniziativa", "impresa", "ottimismo", ecc. giocano un ruolomarginale nel vocabolario liberale e della sinistra. L'uomo disinistra è antindividualista, procollettivista. Egli vuole che la

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società risolva qualsiasi suo bisogno, prendendosene cura. Eglinon possiede un innato senso di fiducia nella propria capacita dirisolvere i suoi problemi e soddisfare i suoi bisogni. L'uomo disinistra e contro il concetto di competizione perché, dentro disé, si sente un perdente.

17. Le forme di arte che attraggono gli intellettuali modernidi sinistra tendono a concentrarsi sullo squallore, la sconfitta ela disperazione, oppure assumono un tono orgiastico,abbandonando il controllo razionale, come se non ci fossealcuna speranza di risolvere ogni cosa attraverso la razionalità etutto quello che rimane è l'immersione nelle sensazioni delmomento.

18. I filosofi della sinistra moderna tendono a licenziare laragione, la scienza, la realtà obiettiva e a insistere che qualsiasicosa è culturalmente relativa. E' vero che ci si possono porredomande serie sulle basi della conoscenza scientifica e sucome, se è possibile, si possa definire il concetto di realtàoggettiva. Ma è ovvio che i filosofi della sinistra moderna nonsono semplicemente logici imperturbabili che analizzanosistematicamente le basi della conoscenza. Essi sonoprofondamente coinvolti nel loro attacco alla verità e alla realtà.Attaccano questi concetti a causa dei propri bisogni psicologici.Per prima cosa, il loro attacco è un modo di sfogare l'ostilità, e,se esso è ben riuscito, soddisfa l'impulso al potere. Piùimportante, le persone di sinistra odiano la scienza e larazionalità perché classificano certi credo come veri (peresempio ben riusciti, superiori) e altri credo come falsi (peresempio falliti, inferiori). I sentimenti di inferiorità dellapersona di sinistra sono così profondi da non tollerare questaclassificazione. Questo inoltre è alla base del rigetto che moltiuomini di sinistra hanno del concetto di malattia mentale edell'utilità della prova per stabilire il quoziente di intelligenza.Gli uomini di sinistra non ammettono che capacità umane ocomportamenti possano essere spiegati geneticamente poiché inquesto modo alcuna persone apparirebbero inferiori o superioriad altre. Gli uomini di sinistra preferiscono attribuire allasocietà il merito o il demerito delle capacità o delle carenze diun individuo. Così se una persona è "inferiore" non è colpa suama della società, perché egli non è stato educatoadeguatamente.

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19. L'uomo di sinistra non è di solito tipo di persona che ilsenso di inferiorità rende spaccone, bullo, egocentrico, affarista,concorrente spietato. Questo tipo di persona non ha ancoratotalmente perso la fiducia in sé. Il suo senso di potere e lastima di sé sono deficitari, ma può ancora pensare di avere lacapacità di essere forte, e i suoi sforzi in questo sensoproducono comportamenti spiacevoli di cui sopra. Ma l'uomodi sinistra è andato ancora più in là. I suoi sentimenti diinferiorità sono così connaturati che egli non può concepire séstesso come individualmente forte e considerato. Da qui quindiil collettivismo della sinistra. Egli si può sentire forte solocome membro di una ampia organizzazione o movimento dimassa, con il quale si identifica.

20. Nota la tendenza masochistica delle tattiche di sinistra. Lagente di sinistra protesta mettendosi di fronte ai veicoli,provocando intenzionalmente la polizia o i razzisti ad abusaredi loro, ecc. Queste tattiche possono essere efficaci, ma moltinella sinistra le usano non in quanto mezzi per raggiungere unfine ma perché preferiscono tattiche masochiste. L'odio di sé èuna caratteristica della sinistra.

21. La gente di sinistra può rivendicare di essere spinta adagire dalla compassione o da un principio morale, equest'ultimo gioca un ruolo per l'uomo di sinistra del tiposovrasocializzato. Ma la compassione e il principio morale nonpossono essere i motivi principali dell'attivismo di sinistra.L'ostilità ne è una componente fondamentale, così come laspinta per il potere. Inoltre, per la gran parte, il modo d'agiredella persona di sinistra non è razionalmente calcolato peressere di beneficio a coloro che gli uomini di sinistradichiarano di aiutare. Per esempio, se si crede che l'azioneaffermativa sia positiva per la gente nera, che senso hacomandare un'azione affermativa in termini dogmatici ostili?Ovviamente sarebbe più produttivo intraprendere un approcciodiplomatico o conciliante, che permetterebbe al limiteconcessioni verbali e simboliche alle persone bianche chepensano che l'azione affermativa li discrimini. Ma gli attivistidi sinistra non utilizzano tale approccio perché nonsoddisferebbe i loro bisogni emozionali. Il loro reale interessenon è aiutare la gente nera. Il problema della razza, invece,serve come pretesto per esprimere la loro ostilità e il bisogno

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frustrato di potere. Nel fare ciò feriscono realmente la gentenera perché l'atteggiamento ostile degli attivisti verso lamaggioranza bianca tende a intensificare l'odio fra le razze.

22. Se la nostra società non avesse alcun problema sociale, lagente di sinistra li inventerebbe, così da procurarsi un motivoper protestare.

23. Specifichiamo che quanto detto finora non pretende diessere una accurata descrizione di qualunque persona che possaessere considerata di sinistra. Essa è solo una esposizionesommaria della tendenza generale della sinistra.

Sovrasocializzazione 24. Gli psicologi usano il termine "sovrasocializzazione" per

designare il processo con il quale i bambini sono addestrati apensare e agire come la società richiede. Si dice che unapersona sia ben socializzata se crede e obbedisce al codicemorale della sua società e se vi si inserisce bene come partefunzionante di essa. Non avrebbe alcun senso dire che moltepersone della sinistra sono sovrasocializzate, visto che l'uomodi sinistra viene concepito come un ribelle. Nondimeno, laposizione può essere difesa. Molte persone di sinistra non sonoribelli come sembrano.

25. Il codice morale della nostra società è così esigente chenessuno può pensare, sentire e agire in una manieracompletamente morale. Per esempio, non si presume che sipossa odiare qualcuno; tuttavia quasi tutti noi odiamo qualcunoin un momento o in un altro, sia che lo ammettiamo a noi stessio no. Alcune persone sono così altamente socializzate che iltentativo di pensare, sentire e agire moralmente impone loro unpesante aggravio. Per evitare sensazioni di colpa devonocontinuamente illudersi sulle proprie motivazioni e trovarespiegazioni morali per sentimenti e azioni che in realtà nonhanno una origine morale. Noi usiamo il termini"sovrasocializzato" per descrivere tali persone.

26. La sovrasocializzazione può portare a una bassaautostima, un senso di impotenza, disfattismo, senso di colpa,ecc. Uno dei più importanti mezzi con il quale la socializza ibambini è far sì che questi ultimi si vergognino di

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comportamenti e discorsi che sono contrari alle aspettative dellasocietà. Se questo punto viene esasperato, o se un bambino inparticolare è piuttosto suscettibile a tali sentimenti, egli finisceper vergognarsi di sé stesso. Inoltre, il pensiero e ilcomportamento di una persona sovrasocializzata sono piùristretti, a causa delle aspettative della società, rispetto a quellidi una persona scarsamente socializzata. La maggior parte dellepersone è occupata in una qualità significativa dicomportamenti inutili. Mentono, commettono piccoli furti, nonrispetto le regole del traffico, abbandonano il lavoro, odiamoqualcuno, dicono maldicenze o usano qualche trucco sottobanco per superare il loro vicino. La persona sovrasocializzatanon può compiere queste cose, o se le compie queste generanoin lui un senso di vergogna e di odio di sé. La personasovrasocializzata, addirittura, non può neanche provare, senzasentirsi in colpa,pensieri o sentimenti contrari alla moralitàaccettata; egli non può avere "cattivi" pensieri. E lasocializzazione non é solo materia di moralità. Noi siamosovrasocializzati per conformarci alle molte norme dicomportamento che non cadono sotto il titolo della moralità.Così la persona sovrasocializzata è legata a un guinzagliopsicologico e spende la sua vita percorrendo binari che lasocietà ha costruito per lui. In molte persone sovrasocializzate ilrisultato è un senso di coercizione che può divenire una durasofferenza. Noi sosteniamo che la crudeltà peggiore che gliesseri umani si infliggono l'un l'altro è la sovrasocializzazione.

27. Noi sosteniamo che un segmento molto importante einfluente della sinistra moderna è sovrasocializzato e che questasovrasocializzazione è di grande importanza nel determinare ladirezione della sinistra moderna. La tendenza delle persone disinistra del tipo sovrasocializzato è di appartenere alla classemedia o al ceto intellettuale. Da notare che gli intellettualiuniversitari costituiscono il segmento più socializzato dellanostra società e quello più rivolto a sinistra.

28. Le persone di sinistra del tipo sovrasocializzato cercanodi liberarsi dal guinzaglio psicologico e asserire la loroautonomia attraverso la ribellione. Ma di solito non sono cosìforti da ribellarsi contro i valori più fondamentali della società.Parlando in generale, gli obiettivi degli uomini della sinistranon sono in conflitto con la moralità accettata. Al contrario, la

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sinistra prende un principio morale accettato, lo adotta per suoicomodi, e quindi accusa la maggioranza della società di violarequel principio. Esempi: l'eguaglianza razziale, l'eguaglianza deisessi, l'aiutare la povera gente, la pace come opposta allaguerra, la non violenza in generale, la libertà di espressione,l'amore verso gli animali; più essenzialmente il compitodell'individuo di servire la società e il compito della società diprendersi cura dell'individuo. Questi sono valori profondamenteradicati della nostra società (o almeno della sua classe media ealta) da lungo tempo e che, esplicitamente o implicitamentecostituiscono materia preminente per i principali mezzi dicomunicazione e per il sistema educativo. Molti uomini disinistra, specialmente quelli del tipo sovrasocializzato, di solitonon si ribellano contro questi principi, ma giustificano la loroostilità verso la società dichiarando (con qualche grado diverità) che essa non vive secondo quei principi.

29. Qui illustriamo il modo in cui gli uomini di sinistrasovrasocializzati mostrano il loro reale attaccamento alleattitudini convenzionali della nostra società, pretendendo allostesso tempo di ribellarsi a essa. Molte persone sinistraspingono verso una azione affermativa, perché i neri possanoassumere incarichi di alto prestigio, per aumentare l'educazionenelle scuole nere e per concedere loro maggiori fondi. Il mododi vivere della "sottoclasse" nera viene visto come unadisgrazia sociale. Vogliono integrare l'uomo nero nel sistema,farne un manager, un avvocato, uno scienziato così come lapopolazione bianca della classe medioalta. Gli uomini disinistra replicheranno che l'ultima cosa che farebbero sarebbequella di rendere l'uomo nero una copia del bianco. Alcontrario, vogliono preservare la cultura afroamericana. Ma incosa consiste questa opera di conservazione? A stento si esplicain qualcosa di diverso dal mangiare, dall'ascoltare musica, dalvestirsi secondo lo stile dei neri, dal frequentare una moschea ouna chiesa nera. In altre parole, può manifestarsi solo inmaterie superficiali. In tutti i riferimenti essenziali la maggiorparte degli uomini di sinistra del tipo sovrasocializzato vuolerendere il nero conforme agli ideali bianchi della classemedioalta. Vuole far sì che studi materie tecniche, che divengaun dirigente o uno scienziato, che spenda la sua vita salendo lascala della condizione sociale al fine di provare che la gente

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nera è valida quanto quella bianca. Vogliono rendere i padrineri "responsabili", vogliono che le gang di neri diventino nonviolente, ecc. Ma questi sono precisamente i valori del sistemaindustrialetecnologico. Al sistema non interessa che tipo dimusica un uomo ascolti, che tipo di vestiti indossi o chereligione pratichi fino a che egli studia in una scuola, ha unlavoro rispettabile, sale la scala sociale, è un genitoreresponsabile, è non violento e così via. In effetti, anche secercherà di negarlo, l'uomo di sinistra sovrasocializzato vuoleintegrare l'uomo nero nel sistema e far sì che adotti i suoivalori.

3O. Noi, chiaramente, non sosteniamo che gli uomini disinistra, persino del tipo sovrasocializzato, non si ribellino maicontro i valori fondamentali della nostra società. Evidentementequalche volto lo fanno. Alcuni uomini della sinistrasovrasocializzati si sono spinti così lontano da ribellarsi controuno dei più importanti principi della società moderna, adottandola violenza fisica. Secondo il loro punto di vista, la violenza èuna forma di "liberazione". In altre parole, commettendoviolenza essi rompono quelle restrizioni psicologiche che sonostate loro imposte. Siccome sono sovrasocializzati, questerestrizioni sono state limitanti più per loro che per altri; da quiil bisogno di abbatterle per liberarsene. Ma di solitogiustificano la loro ribellione in termini di valori correnti. Seessi fanno uso della violenza sostengono di combattere contro ilrazzismo o cose simili.

31. Siamo consapevoli che si possa obiettare a questoschematico abbozzo della psicologia della sinistra. Lasituazione reale è complessa, e qualsiasi descrizione completadi essa avrebbe bisogno di diversi volumi, persino se leinformazioni necessarie fossero disponibili. Noi sosteniamosolo di aver sommariamente delineato le due più importantitendenze della psicologia della sinistra moderna.

32. I problemi degli uomini di sinistra sono indicativi deiproblemi della nostra società considerata nel suo complesso.Una bassa autostima, le tendenze depressive e il disfattismo nonsono propri solo della sinistra. Sebbene specialmente evidentinella sinistra, sono diffusi nella nostra società. E la società dioggi tende a socializzarsi in maniera maggiore che qualsiasi

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società precedente. Ci viene detto dagli esperti persino comemangiare, come fare esercizio, come fare l'amore, come farcrescere i nostri bambini e via dicendo.

Il processo del potere 33. Gli esseri umani hanno un bisogno (probabilmente

biologico) per qualcosa che noi chiameremo il "processo delpotere". Questo è strettamente collegato al bisogno di potere(che è ampiamente riconosciuto) ma non è la stessa cosa. Ilprocesso del potere ha quattro elementi. I tre più chiari sonoquelli che noi chiamiamo lo scopo, lo sforzo, e ilraggiungimento dell'obiettivo richiede uno sforzo, e ha bisognodi riuscire a ottenere con successo almeno alcuni di essi). Ilquarto elemento è più difficile da definire e può non essereindispensabile. Noi lo chiamiamo autonomia e sarà discusso inseguito (paragrafi 4244).

34. Consideriamo il caso ipotetico di un uomo che puòottenere qualsiasi cosa solo desiderandola. Questo individuosvilupperà seri problemi psicologici. All'inizio si divertiràsoltanto; in seguito, piano piano, comincerà ad annoiarsi e ademoralizzarsi profondamente. Alla fine potrebbe divenire unapersona clinicamente depressa. La storia mostra che learistocrazie ricche tendono alla decadenza. Ciò non avvienenelle aristocrazie più combattive che devono difendersi permantenere il loro potere. Ma le aristocrazie ricche e sicure chenon hanno bisogno di impegnarsi per mantenere il loro poteredi solito appaiono insoddisfatte, edonistiche e demoralizzate.Questo mostra che il potere non è tutto. Occorre avere degliobiettivi verso cui esercitare il proprio potere. .

35. Ognuno di noi si pone degli obiettivi; se non altro persoddisfare i bisogni fisici essenziali: cibo, acqua e qualsiasiindumento e riparo siano resi necessari dal clima. Ma learistocrazie agiate non devono compiere alcuno sforzo perquesto. Da ciò nasce la loro noia e demoralizzazione.

36. Il non conseguimento di importanti risultati sfocia nellamorte se gli obiettivi sono necessità fisiche, e in frustrazione seil non conseguirli è compatibile con la sopravvivenza. Ilfallimento costante nel raggiungimento degli obiettivi lungo ilpercorso della propria vita dà luogo al disfattismo, alla bassa

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autostima o alla depressione. 37. Così per evitare seri problemi psicologici, un essere

umano ha bisogno di obiettivi il cui raggiungimento richiedeuno sforzo, di una certa dose di successo nel conseguirli.

Attività sostitutive 38. Ma non tutti i ricchi aristocratici si annoiano e si

demoralizzano. Per esempio 1'imperatore Hirohito, invece diaffondare nell'edonismo decadente si consacro alla biologiamarina, un campo nel quale divenne una personalità eminente.Quando gli uomini non devono sforzarsi per soddisfare i propribisogni fisici, devono porsi degli obiettivi artificiali. In molticasi essi li perseguono con la stessa energia e coinvolgimentoemotivo che avrebbero usato per soddisfare le necessita fisiche.Cosi gli aristocratici dell'impero romano ebbero le loro preteseletterarie; molti aristocratici europei dei secoli passatiinvestirono una grande quantità di tempo ed energia nellacaccia, sebbene poi non mangiassero la carne; altre aristocraziehanno concorso allo status attraverso elaborate esposizioni dibeni; e pochi aristocratici, come Hirohito, si sono rivolti allascienza.

39. Usiamo il termine "attività sostitutiva" per designareun'attività diretta verso un obiettivo artificiale che le persone siprefiggono semplicemente per avere uno scopo per cui lavorare,o lasciateci dire, semplicemente per la soddisfazione cheprovano raggiungendolo. Ecco un metodo empirico peridentificare attività sostitutive. Data una persona che spendetempo ed energia per uno scopo X, chiedetevi questo: se eglideve dedicare la maggior parte del suo tempo e della suaenergia per soddisfare i suoi bisogni biologici, e se questosforzo gli richiedesse di usare le sue abilità mentali e fisiche inmodo vario e interessante, si sentirebbe seriamente privato diqualcosa se non raggiunge l'obiettivo X? Se la risposta e no,allora il raggiungimento dell'obiettivo X e una attivitàsostitutiva. Gli studi di Hirohito sulla biologia marinacostituiscono chiaramente una attività sostitutiva, visto chequasi certamente se Hirohito avesse dovuto spendere il suotempo per interessanti compiti non scientifici al fined'ottemperare alle necessita della vita egli non si sarebbe sentitoprivato di qualcosa perché non conosceva tutto sull'anatomia e i

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cicli di vita degli animali marini. Dall'altro lato, la ricerca delsesso e dell'amore (per esempio) non e una attività sostitutiva,perché la maggior parte delle persone, persino se la loroesistenza fosse soddisfacente in altri ambiti, si sentirebberoprivate di qualcosa se passassero la loro vita senza avere maiuna relazione con un membro del sesso opposto. (Ma la ricercadi una quantità di sesso maggiore di quella di cui uno habisogno può essere una attività sostitutiva.)

40. Nella società industriale moderna è necessario solo unminimo sforzo per soddisfare i bisogni primari. E sufficientepassare attraverso un programma di addestramento per acquisirequalche piccola abilita tecnica, quindi andare al lavoro in orarioe compiere uno sforzo molto modesto per mantenere il lavoro. Isoli requisiti sono una quantità moderata di intelligenza, e, piùdi tutto, semplice obbedienza. Se uno possiede questi requisiti,la società si prende cura di lui dalla culla alla tomba. (Si, esisteuna sottoclasse che non può ritenere che le sue necessita fisichesiano garantite, ma noi stiamo parlando della maggioranza dellasocietà.) Cosi non sorprende che la società moderna sia piena diattività sostitutive. Queste includono il lavoro scientifico,l'impresa atletica, il lavoro umanitario, la creazione artistica eletteraria, la scalata ai vertici aziendali, l'acquisizione di denaroe beni materiali molto oltre il necessario, e l'attivismo socialequando si indirizza verso temi che non sono importanti per lavita personale dell'attivista, come nel caso di attivisti bianchiche lavorano per i diritti delle minoranze non bianche. Questenon sono sempre attività sostitutive tout court, visto che permolti esse possono essere motivate in parte da altri bisogni chesuperano la semplice necessita di avere qualche scopo daperseguire. Il lavoro scientifico può essere motivato in parte daun desiderio di prestigio, la creazione artistica dal bisogno diesprimere sentimenti, l'attivismo sociale militante dall'ostilità.Ma per la maggior parte delle persone queste attività sono ingran parte attività sostitutive. Per esempio, la maggioranza degliscienziati sarà probabilmente d'accordo che la "soddisfazione"che ricevono dal loro lavoro e più importante del denaro e delprestigio che guadagnano.

41. Per molti, se non per la maggior parte delle persone, leattività sostitutive sono meno soddisfacenti del conseguimentodi obiettivi reali (cioè, obiettivi che si vorrebbero ottenere

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persino se il bisogno del processo di potere fosse giàsoddisfatto). Lo dimostra il fatto che le persone profondamentecoinvolte in attività sostitutive, in molti casi, non sono maisoddisfatte, non si riposano mai. Cosi quello che si arricchiscecostantemente si ingegna per conseguire una ricchezza sempremaggiore. Lo scienziato, non appena risolve un problema,rivolge la sua attenzione verso un altro problema. Il corridore dilunghe distanze si impone di correre sempre più veloce elontano. Molte persone che praticano attività sostitutive dirannoche ricevono maggiore soddisfazione da queste attività chedagli affari "mondani" necessari per soddisfare i loro bisognibiologici; ma questo succede perché nella nostra società losforzo richiesto per soddisfare i bisogni biologici si è ridotto abanalità. Quel che è più importante, e che nella nostra società lagente non soddisfa i propri bisogni biologici autonomamentema funzionando come parti di un'immensa macchina sociale. Alcontrario, la gente in generale ha un grande margine diautonomia nel praticare le attività sostitutive.

Autonomia. 42. L'autonomia come parte di un processo di potere può non

essere indispensabile per ogni individuo. Ma la maggior partedegli individui ha bisogno di un grado più o meno grande diautonomia nel perseguire i propri obiettivi. I loro sforzi devonoessere intrapresi su propria iniziativa e devono mantenersi sottola loro direzione e controllo. Tuttavia la maggior parte dellagente non deve sforzarsi come singolo individuo per questainiziativa, per la direzione e il controllo. E' sufficiente di solitoagire come membro di un piccolo gruppo. Cosi se mezzadozzina di persone discute un obiettivo e intraprende uno sforzocomune che ha successo nell'ottenere quel dato risultato il suobisogno per il processo del potere sarà soddisfatto. Ma se silavora sotto rigidi ordini provenienti dall'alto, precludendo aisingoli ogni luogo in cui prendere una decisione o unainiziativa autonoma, allora il loro bisogno per il processo delpotere non sarà soddisfatto. Si può dire la stessa cosa quando ledecisioni sono prese su scala collettiva, se il gruppo che prendela decisione collettiva è così ampio da vanificare il ruolo delsingolo.

43. E' vero che qualche individuo sembra avere poco bisogno

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di autonomia. La sua spinta per il potere è debole o la soddisfaidentificandosi con qualche organizzazione potente alla qualeappartiene. E quindi vi sono tipi animali non pensanti chesembrano essere soddisfatti da un senso puramente fisico dipotere (il bravo soldato combattente il cui senso di potereconsiste nello sviluppare abilita di combattimento che saràcontento di usare in cieca obbedienza ai suoi superiori).

44. Ma per la maggior parte della gente attraverso il processodel potere avere uno scopo, fare uno sforzo autonomo e ottenereil risultato che si acquisisce la stima e la fiducia in sé, oltre aun senso di potere. Quando non si hanno adeguate opportunitàper passare attraverso il processo del potere le conseguenzesono (a seconda dell'individuo e del modo in cui il processo dipotere e disgregato) noia, demoralizzazione, bassa autostima,sentimenti di inferiorità, disfattismo, depressione, ansia, sensidi colpa, frustrazione, ostilità, abuso di bambini e di coniugi,edonismo insaziabile, comportamenti sessuali abnormi,disordini nel sonno, disordini nell'alimentazione ecc .

Fonti di problemi sociali. 45. I sintomi fin qui elencati possono essere presenti in

qualsiasi società, ma nella società moderna industriale sonopresenti su vasta scala. Non siamo i primi a sostenere che ilmondo oggi sembra comportarsi come un folle. Questo stato dicose non e normale per una società umana. Vi è motivo dicredere che 1'uomo primitivo soffrisse di minor stress efrustrazione e che fosse più soddisfatto del suo modo di vivereche non 1'uomo moderno. E' vero che non tutto era rose e fiorinelle società primitive. L'abuso di donne era comune presso gliaborigeni australiani, e la transessualità era abbastanza diffusatra alcune delle tribù indiane d America. Ma pare che, parlandoin generale, i tipi di problemi che abbiamo enumerato nelparagrafo precedente fossero meno comuni tra i popoli primitiviche nella società moderna.

46. Noi attribuiamo le problematiche sociali e psicologichedella società moderna al fatto che essa richiede alla gente divivere in condizioni radicalmente differenti da quelle in cui larazza umana si è evoluta, e di comportarsi in modo tale daentrare in conflitto con i modelli di comportamento che la razzaumana sviluppò durante la sua evoluzione. E' chiaro, da quello

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che abbiamo appena scritto, che noi consideriamo la mancanzadi opportunità di sperimentare propriamente il processo delpotere la più importante delle condizioni anormali alle quali lasocietà moderna assoggetta l'individuo. Ma non l'unica. Primadi trattare la disgregazione del processo del potere come fontedi problemi sociali, discuteremo alcuni altri fattori.

47. Tra le anomalie presenti nella società industriale modernavi sono l'eccessiva densità della popolazione, l'isolamentodell'uomo dalla natura, l'eccessiva rapidità dei cambiamentisociali e il crollo delle comunità naturali di piccole dimensioni,per esempio le famiglie allargate, il villaggio o la tribù.

48. E' accertato che la sovrappopolazione aumenta lo stress e1'aggressività. Il grado di affollamento che esiste oggi el'isolamento dell'uomo dalla natura sono conseguenze delprogresso tecnologico. Tutte le società preindustriali erano inprevalenza rurali. La rivoluzione industriale ha aumentato adismisura l'estensione delle città e la proporzione dellapopolazione che vi vive, e la tecnologia moderna industrialehanno reso possibile alla Terra di sostentare una popolazionesempre più densa. (Inoltre, la tecnologia inasprisce gli effettidell'affollamento perché pone un accresciuto poteredisgregatore nelle mani dell'uomo. Per esempio, una varietà distrumenti produttori di rumore: macchine agricole, radio,motocicli, ecc. Se l'uso di questi strumenti non fosse limitato lepersone desiderose di pace e quiete sarebbero molestate dalrumore. Se il loro uso è limitato, le persone che adoperanoquesti strumenti sono frustrate dai regolamenti. Ma se questemacchine non fossero mai state inventate non vi sarebbe statoalcun conflitto e non si sarebbe generata alcuna frustrazione.

49. Per le società primitive il mondo naturale (che, in genere,muta lentamente) forniva una struttura stabile e quindi un sensodi sicurezza. Nel mondo moderno è la società umana chedomina la natura, piuttosto che il contrario, e la societàmoderna cambia molto rapidamente a causa dei mutamentitecnologici. Così non vi e una struttura stabile.

50. I conservatori sono sciocchi; lamentano la decadenza deivalori tradizionali, tuttavia sostengono entusiasticamente ilprogresso tecnologico e la crescita economica. Apparentementesembra loro sfuggire il fatto che non si possono produrre

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cambiamenti rapidi e drastici in campo tecnologico e nellaeconomia di una società senza causare rapidi mutamenti in tuttigli altri aspetti di detta società; e tali mutamenti rapidiinevitabilmente fanno crollare i valori tradizionali.

51. Il crollo dei valori tradizionali in una certa estensioneimplica il crollo dei legami che uniscono gruppi socialitradizionali di piccole dimensioni. La disintegrazione dei gruppisociali di piccole dimensioni è inoltre promossa dal fatto che lecondizioni moderne spesso richiedono, o tentano, di spostarel'individuo verso altre località, separandolo dalla comunità diorigine. Oltre a ciò, una società tecnologica deve indebolire ilegami familiari e le comunità <>cali se vuole funzionareefficientemente. Nella società moderna la lealtà di un individuodeve essere rivolta prima al sistema e solo in secondo luogoalla comunità ristretta, perché se la lealtà interna di una piccolacomunità è più forte della lealtà al sistema tali comunitàperseguiranno il loro vantaggio a spese del sistema.

51. Supponiamo che un pubblico ufficiale o un dirigente diazienda assuma per un certo incarico suo cugino, un suo amicoo il suo correligionario piuttosto che una persona meglioqualificata. Egli ha permesso alla lealtà personale di avere lameglio sulla lealtà al sistema, e questo è "nepotismo" o"discriminazione", entrambi terribili peccati nella societàmoderna. Sedicenti società industriali che si sono scarsamenteimpegnate nel subordinare personale o realtà locali alla lealtà alsistema sono di solito molto inefficienti (basta dare unosguardo all'America Latina). Cosi una società industrialeavanzata può tollerare solo piccole comunità indebolite, piegatee rese strumenti del sistema .

53. La sovrappopolazione, i cambiamenti rapidi e il collassodella comunità sono stati ampiamente riconosciuti come fonti diproblemi sociali, ma noi non crediamo che essi siano sufficientia giustificare l'estensione dei problemi che si presentano oggi ainostri occhi.

54. Poche città preindustriali erano molto estese e densamentepopolate, tuttavia i loro abitanti non sembra che abbianosofferto di problemi psicologici quanto l'uomo moderno. InAmerica oggi esistono ancora aree rurali spopolate in cuitroviamo gli stessi problemi delle aree urbane, sebbene in

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modo meno acuto. Cosi la sovrappopolazione non sembraessere il fattore decisivo.

55. Sul limite sempre in espansione della frontiera americana,durante il XIX secolo la mobilità della popolazioneprobabilmente fece sparire estese famiglie e gruppi sociali dipiccole dimensioni forse nella stessa proporzione in cuispariscono oggi. Di fatto molti nuclei familiari vivevano perscelta in totale isolamento, non avendo vicini nell'arco didiverse miglia e non appartenendo ad alcuna comunità, etuttavia non sembra che abbiano sviluppato dei problemi.

56. Inoltre il cambiamento nella frontiera americana fu molto~z~)ido e profondo. Un uomo poteva essere nato e cresciuto inuna capanna di legno, al di fuori del raggio della legge edell'origine ed essersi nutrito di selvaggina; giunto a un'etàadulta poteva accadere che si trovasse a svolgere un impiegoregolare in una comunità ordinata con una forte presenza dellalegge. Questo era un cambiamento più profondo di quello chesolitamente accade nella vita di un individuo moderno, tuttavianon sembra che abbia portato a problemi psicologici. Infatti lasocietà americana del XIX secolo era caratterizzata daottimismo e autostima; esattamente il contrario della societàodierna.

57. Noi sosteniamo che la differenza è che l'uomo modernoha la consapevolezza (largamente giustificata) che ilcambiamento gli è imposto, mentre nel XIX secolo l'uomo dellafrontiera aveva la consapevolezza (largamente giustificata) diprovocare i cambiamenti, di propria iniziativa. Cosi un pioniereinsediatosi su un pezzo di terra di sua proprietà, scelto da lui,attraverso i suoi sforzi lo trasformava in una fattoria. In queigiorni un intero paese poteva contare solo qualche centinaia diabitanti ed era un'entità molto più isolata e autonoma che unpaese moderno. Quindi il pioniere fattore partecipava comemembro di un gruppo relativamente piccolo alla creazione diuna nuova, ordinata comunità. Ci si potrebbe chiedere se lacreazione di questa comunità fosse un miglioramento; a ognimodo essa soddisfaceva il bisogno del pioniere per il processodel potere.

58. Dovrebbe essere possibile dare altri esempi di societàsoggette a rapidi cambiamenti e/o prive di stretti legami

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collettivi senza che per questo si verificassero le imponentiaberrazioni comportamentali che oggi si vedono nella societàindustriale. Non vogliamo dire che la società moderna sia lasola in cui il processo del potere è stato frantumato.Probabilmente la maggior parte delle società civilizzate, se nontutte, hanno interferito con il processo del potere in unaproporzione più o meno grande. Ma nella società industrialemoderna il problema è divenuto particolarmente acuto. Lasinistra, almeno nella sua recente forma (dalla meta fino allafine del XX secolo) e in parte un sintomo della privazione delprocesso del potere.

La disgregazione del processo del potere nella societàmoderna

59. Noi dividiamo le spinte umane in tre gruppi: 1) quelle chepossono essere soddisfatte con un minimo sforzo; 2) quelle chepossono essere soddisfatte ma solo al prezzo di un serio sforzo;3) quelle che non possono essere adeguatamente soddisfatte nonimporta quanto grande sia lo sforzo impiegato. Il processo delpotere è il processo di soddisfare le spinte del secondo gruppo.Più spinte ci sono del terzo gruppo, maggiore sarà lafrustrazione, la rabbia, e alla fine il disfattismo, la depressione,ecc.

60. Nella società industriale moderna le spinte dell'uomonaturale tendono a essere quelle del primo e del terzo gruppo; ilsecondo gruppo tende a consistere in maniera sempre maggioredi spinte create artificialmente.

61. Nelle società primitive, le necessità fisiche generalmentecadono nel secondo gruppo. Esse possono essere soddisfatte,ma solo al costo di un grave sforzo. Ma la società modernatende a garantire le necessita fisiche a tutti in cambio solo di unminimo sforzo, quindi i bisogni fisici sono posti nel primogruppo. (Si può discutere se lo sforzo richiesto per mantenereun lavoro debba essere considerato "minimo"; ma di solito, inlavori di livello bassomedio, l'unico sforzo richiesto esemplicemente quello dell'obbedienza. Tu siedi o stai dove tihanno detto di stare e fai quello che ti hanno detto di fare nelmodo in cui ti hanno detto di farlo. Raramente devi sforzartiseriamente, e in ogni caso a stento hai una qualche autonomianel lavoro, cosi che il bisogno per il processo del potere non è

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ben garantito.) 62. I bisogni sociali, come il sesso, l'amore e lo status

sociale, spesso rimangono nel secondo gruppo nella societàmoderna, dipendendo dalla situazione dell'individuo". Maeccetto che per coloro che hanno una forte spinta particolare perlo status sociale, lo sforzo richiesto per soddisfare le spintesociali e insufficiente ad appagare adeguatamente il bisogno peril processo del potere.

63. Cosi sono stati creati dei bisogni artificiali che cadono nelsecondo gruppo e quindi garantiscono il bisogno per il processodel potere. La pubblicità e le tecniche di marketing sono statesviluppate in modo da far si che molte persone sentano ilbisogno di cose che i loro nonni non desiderarono o persinosognarono mai. Ciò richiede un duro sforzo per guadagnaredenaro sufficiente per soddisfare questi bisogni artificiali,quindi essi ricadono nel secondo gruppo (ma vedi paragrafi8082.) L'uomo moderno deve soddisfare il suo bisogno per ilprocesso di potere in gran parte attraverso la ricerca di bisogniartificiali creati dalla pubblicità e dalla industria del marketing",e attraverso attività sostitutive.

64. Sembra che per molte persone, forse la maggioranza,queste forme artificiali del processo di potere sianoinsufficienti. Un tema ricorrente negli scritti dei critici socialidella seconda metà del XX secolo è il senso di inutilità cheaffligge molte persone nella società moderna. (Questamancanza di scopi e spesso chiamata con altri nomi, come"anomia" [una condizione della società caratterizzata daun'assenza di norme e valori sociali, n.d.t.] e "vacuità dellaclasse media".) Noi sosteniamo che la cosiddetta "crisi diidentità" è di fatto una ricerca di intento, spesso di impegnoverso una conveniente attività sostitutiva. Può essere chel'esistenzialismo sia in larga parte una risposta alla mancanza discopi della vita moderna". Nella società moderna è moltodiffusa la ricerca del "raggiungimento". Ma noi pensiamo cheper la maggioranza delle persone un'attività il cui principaleobiettivo e la realizzazione (cioè una attività sostitutiva) non siauna soddisfazione completamente soddisfacente. In altre parole,non soddisfa pienamente il bisogno per il processo del potere(vedi paragrafo 41). Questo bisogno può essere pienamente

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soddisfatto solo attraverso attività che hanno qualche traguardoesterno, come le necessità fisiche, il sesso, l'amore, lo status, lavendetta, ecc.

65. Inoltre, nei casi in cui 1'obiettivo e il guadagnare soldi,salire la scala sociale o funzionare come parte del sistema in unmodo diverso, la maggior parte delle persone non sono nellaposizione di perseguire i propri scopi autonomamente: lamaggior parte dei lavoratori è alle dipendenze di qualcun altroe, come abbiamo sottolineato nel paragrafo 61, spendono i lorogiorni facendo quello che viene detto loro di fare nella manierain cui viene detto loro di farlo. Persino la maggior parte dicoloro che sono in affari in proprio hanno solo un'autonomialimitata. E una lagnanza cronica dei piccoli imprenditori che leloro mani sono legate da un'eccessiva regolamentazionegovernativa. Alcune di queste regole sono indubbiamentesuperflue, ma per la maggior parte esse sono essenziali e partiinevitabili della nostra società estremamente complessa. Unalarga porzione di piccoli affari oggi opera sul sistema delleconcessioni (franchising). Il Wall Street Journal, alcuni anni fa,riportò che molte delle compagnie che rilasciano la concessionechiedono ai concessionari un test personale destinato aescludere coloro che hanno creatività e iniziativa perché talipersone non danno sufficiente garanzia di adeguarsi docilmenteal sistema. Questo esclude dalle piccole attività molte personeche hanno bisogno maggiore di autonomia.

66. Oggi la gente vive più in virtù di quello che il sistema faper loro o a loro che per quello che riescono a fare loro stessi. Equello che fanno per loro è fatto sempre di più dentro canalicostruiti dal sistema. Le opportunità tendono a essere quelle cheil sistema concede, ed essere sfruttate in accordo con le regole ei regolamenti", e perché vi sia una possibilità di successodevono essere seguite le tecniche prescritte dagli esperti.

67. Cosi il processo del potere, nella nostra società, èspezzato attraverso una mancanza di scopi reali e una mancanzadi autonomia nel seguire gli obiettivi. Ma si frantuma anche acausa di quelle spinte umane che cadono nel terzo gruppo: lespinte che non possono essere adeguatamente soddisfatte nonimporta quanto grande sia lo sforzo di chi si impegna perottenerle. Una di queste spinte è il bisogno di sicurezza. Le

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nostre vite dipendono dalle decisioni prese da altre persone; noinon esercitiamo un controllo su queste decisioni e di solito nonconosciamo nemmeno coloro che decidono ("Viviamo in unmondo nel quale, in proporzione, poche persone forse 500 o100 prendono le decisioni importanti", Phlip B. Heymann dellaScuola di legge di Harvard, citato da Anthony Lewis, NewYork Times, 21 aprile 1995). Le nostre vite dipendono dal fattoche gli standard di sicurezza negli stabilimenti nucleari sianomantenuti adeguatamente; o da quanto pesticida viene ammessonel nostro cibo o da quanto inquinamento vi è nell'aria; dallacompetenza (o incompetenza) del nostro dottore. Perdere illavoro o trovarlo dipende da decisioni prese dagli economistidel governo o dai dirigenti delle aziende; e cosi via. La maggiorparte degli individui non e nella posizione di sentirsi sicura difronte a queste minacce se non molto limitatamente. La ricercadell'individuo per la sicurezza è quindi frustrata, e porta a unsenso di impotenza.

68. Si potrebbe obiettare che l'uomo primitivo è fisicamentemeno sicuro dell'uomo moderno, come e dimostrato dalla suapiù breve aspettativa di vita; quindi l'uomo moderno soffre dimeno quel grado di insicurezza normale per gli esseri umani.Ma la sicurezza psicologica non dipende dalla sicurezza fisica.Quello che ci fa sentire sicuri non è un livello maggiore disicurezza oggettiva, ma un senso di fiducia nella nostra capacitàdi avere cura di noi stessi. L'uomo primitivo, minacciato da unanimale feroce o dalla fame, può combattere in difesa di séstesso o spostarsi alla ricerca di cibo. Egli non ha la certezzadel buon esito di questi sforzi, ma non si trova indifeso difronte agli aspetti che lo minacciano. L'individuo moderno, eminacciato da molti aspetti contro i quali è inerme: incidentinucleari, sostanze cancerogene negli alimenti, inquinamentoambientale, guerre, aumento delle tasse, invasione del suoprivato da parte di grandi organizzazioni, fenomeni economici osociali di rilevanza nazionale che possono frantumare il suostile di vita.

69. È vero che l'uomo primitivo è impotente contro alcuneminacce: la malattia per esempio. Ma egli può accettare ilrischio della malattia stoicamente. Essa fa parte della naturadelle cose. Non è colpa di alcuno, a meno che sia colpa diqualche immaginario demone impersonale. Ma le minacce

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all'individuo moderno tendono a essere costruite dall'uomo.Esse non sono il risultato del caso ma gli sono imposte da altrile cui decisioni egli, come individuo, è incapace di influenzare.Di conseguenza si sente frustrato, umiliato e pieno di rabbia.

7O. Così l'uomo primitivo per la maggior parte della sua vitamantiene la propria sicurezza nelle sue mani (sia comeindividuo che come membro di un piccolo gruppo), mentre lasicurezza dell'uomo moderno è nelle mani di persone oorganizzazioni che sono troppo remote o troppo estese perchéegli sia in grado di influenzarle personalmente. Così la spintadell'uomo moderno per la sicurezza tende a cadere nel primo enel terzo gruppo; in alcune aree (cibo, riparo, ecc.) la suasicurezza è garantita col minimo sforzo, mentre in altre areeegli non può raggiungere un grado di sicurezza. (Questoesempio semplifica molto la situazione reale ma delineasommariamente quanto la condizione dell'uomo modernodifferisca da quella dell'uomo primitivo.)

71. La gente ha molte spinte transitorie o impulsi che sono dinecessità frustrati nella vita moderna, quindi questi cadono nelterzo gruppo. Ci si può arrabbiare, ma la società moderna nonpuò permettere il combattimento. In molte situazioni nonpermette nemmeno l'aggressione verbale. Quando si va in unposto si può andare di fretta o si può essere nella condizione diviaggiare lentamente, ma in generale non vi è altra possibilitàche muoversi seguendo il flusso del traffico e obbedire aisegnali. Si può desiderare di svolgere la propria attività inmodo diverso, ma di solito si può lavorare solo secondo leregole stabilite dal datore di lavoro. In molti altri casi l'uomomoderno è legato ad un sistema di regole e regolamenti(espliciti o impliciti) che frustrano molti dei suoi impulsi e cosìinterferiscono con il processo del potere. La maggior parte diquesti regolamenti non può essere messa in discussione perchéessi sono indispensabili per il funzionamento della societàindustriale.

72. La società moderna è per certi aspetti estremamentepermissiva. In materie che sono irrilevanti per il funzionamentodel sistema noi possiamo fare, in generale, quello che ciaggrada. Possiamo credere in qualsiasi religione ci piaccia (finoa quando non incoraggi comportamenti che sono pericolosi per

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il sistema). Possiamo andare a letto con chi ci piace (fino aquando pratichiamo un "sesso sicuro"). Possiamo fare qualsiasicosa che ci piaccia purché non sia importante. Ma in tutte lematerie importanti il sistema tende a regolare sempre più ilnostro comportamento.

73. Il comportamento è regolato non solo da regole esplicite edal governo. Il controllo è spesso esercitato attraverso unacoercizione indiretta, attraverso una pressione psicologica omanipolazione, da organizzazioni, o da un sistema consideratonel complesso. Le organizzazioni più forti usano la propaganda.La propaganda non è solo limitata agli spot commerciali e allapubblicità, e alcune volte non è nemmeno consciamente intesacome propaganda dalla gente che la produce. Per esempio, ilcontenuto di un programma d'intrattenimento è una formapotente di propaganda. Un esempio di coercizione indiretta:non esiste alcuna legge che dica che noi dobbiamo lavorareogni giorno e seguire gli ordini di chi ci impiega. Legalmentenon vi è alcun divieto che ci impedisca di andare a vivere in unposto selvaggio come i primitivi o di intraprendere un'attivitàindipendente. Ma in pratica la parte ancora selvaggia è moltoesigua e in economia vi è posto solo per un limitato numero dipiccoli imprenditori Quindi, la maggior parte di noi puòsopravvivere solo come l'impiegato di qualcun altro.

74. Noi sosteniamo che l'ossessione dell'uomo moderno per lalongevità, per mantenere il vigore fisico e l'attrattiva sessuale aun'età avanzata, è un sintomo di incompiutezza derivante dalmancato processo per il potere. La "crisi di mezza età" èesattamente questo. Lo stesso dicasi per la mancanza diinteresse verso la procreazione che è piuttosto comune nellasocietà moderna ma quasi del tutto inesistente nelle societàprimitive.

75. Nelle società primitive la vita è una successione di stadi.Avendo soddisfatto i bisogni e gli scopi di uno stadio, non vi èalcuna particolare riluttanza a passare allo stadio successivo. Ungiovane uomo passa attraverso il processo del potere divenendoun cacciatore, cacciando non per sport o per realizzarsi ma peravere la carne necessaria per nutrirsi. (Nelle giovani donne ilprocesso è più complesso, focalizzato sul potere sociale; nonvogliamo discuterlo qui). Avendo attraversato questa fase con

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successo, l'uomo giovane non si tira indietro di fronte allaresponsabilità di costruire una famiglia. (Al contrario, oggimolti rinviano indefinitamente il momento di avere figli perchétroppo occupati a cercare qualche tipo di "realizzazione". Noisosteniamo che la realizzazione di cui hanno bisogno è unaesperienza adeguata del processo del potere, con reali obiettivial posto di obiettivi artificiali di attività sostitutive.) Ancora,essendo riuscito con successo a far crescere i suoi bambini,passando attraverso il processo del potere di provvedere alleloro necessità fisiche, l'uomo primitivo sente che il suo lavoro ècompiuto e si prepara ad accettare l'età avanzata (se sopravvivea lungo) e la morte. Molti oggi, invece, sono disturbati dallaprospettiva della morte, come dimostrano gli sforzi permantenere la condizione fisica, un bell'aspetto e la salute. Noisosteniamo che ciò dipende dalla non realizzazione chescaturisce dal non usare i propri poteri fisici per qualcosa, cioè:non sono mai passati attraverso il processo del potere diutilizzare i loro corpi in una maniera seria. Non è l'uomoprimitivo, che usa quotidianamente il suo corpo per scopipratici, a temere il deterioramento dell'età, ma l'uomo moderno,che non ha mai utilizzato il suo corpo per scopi pratici al di làdel camminare dalla sua macchina alla sua casa. L'uomo il cuibisogno per il processo del potere è stato soddisfatto durante lasua vita è colui che è meglio preparato ad accettare la fine diquella vita.

76. In risposta agli argomenti di questa sezione qualcuno dirà:"La società deve trovare il modo di dare a tutti l'opportunità dipassare attraverso il processo del potere". Ma il valoredell'opportunità viene distrutto dal fatto che la società glielaconcede. Questo di cui c'è bisogno è di trovare o concretizzarele proprie opportunità. Fino a che il sistema concede agliindividui le opportunità li avrà sempre al guinzaglio. Perottenere l'autonomia occorre sciogliere questo laccio.

Come alcune persone si adattano 77. Non tutti nella società industriale tecnologica soffrono di

problemi psicologici. Alcuni sostengono persino di essere deltutto soddisfatti della società così com'è. Vediamo ora il perchédi questa disparità di vedute.

78. Primo, ci sono senza ombra di dubbio differenze nella

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forza della spinta per il potere. Individui con una spinta debolepossono avere, relativamente, poco bisogno di passareattraverso il processo del potere, o almeno uno scarso bisognodi autonomia all'interno di questo processo. Questi sono icaratteri docili che sarebbero stati felici come i neri dellepiantagioni del vecchio sud. (Non intendiamo disprezzare i neridelle piantagioni. Diamo atto che la maggior parte degli schiavinon era contenta della propria schiavitù. Ma noi disprezziamole persone che sono contente della loro schiavitù.)

79. Alcune persone possono avere una spinta eccezionale,inseguendo la quale soddisfano il loro bisogno per il processodel potere. Per esempio, coloro che hanno una spintaparticolarmente forte per lo status sociale possono spenderel'intera vita a salire la scala sociale senza mai annoiarsi.

8O. La gente ha vari gradi di suggestionabilità di fronte allapubblicità e alle tecniche di marketing. Alcune persone sonocosì influenzabili che pur avendo una grande disponibilità didenaro non riescono a soddisfare la loro costante, insaziabilebramosia per i nuovi giocattoli scintillanti che l'industria delmarketing fa penzolare davanti ai loro occhi. Così si sentonosempre finanziariamente sotto pressione anche se loro entratesono notevoli e la loro bramosia è continuamente frustrata.

81. Alcuni hanno una scarsa permeabilità alla pubblicità e alletecniche di marketing. Sono le persone non interessate aldenaro. Le acquisizioni materiali non soddisfano il loro bisognoper il processo del potere.

82. Persone mediamente condizionabili dalla pubblicità edalle tecniche di marketing sono capaci di guadagnareabbastanza denaro per soddisfare i loro desideri, ma solo alcosto di un serio sforzo (straordinari, secondo lavoro,promozioni). In questo caso l'acquisizione materiale va incontroal loro bisogno per il processo del potere. Ma ciò non vuol direche questo bisogno sia pienamente soddisfatto. Essi possonoavere una autonomia insufficiente nel processo del potere (illoro lavoro può consistere nell'eseguire ordini) e alcune delleloro spinte possono essere frustrate (per esempio la sicurezza el'aggressione). (Noi siamo colpevoli di una eccessivasemplificazione nei paragrafi 8O82 perché supponiamo che ildesiderio per l'acquisizione materiale sia, nel suo complesso,

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una creazione dell'industria della pubblicità e del marketing.Naturalmente non è così semplice.)

83. Alcuni soddisfano in parte il loro bisogno per il potereidentificandosi con una potente organizzazione o con unmovimento di massa. Un individuo che manca di scopi o dipotere si unisce a un movimento o a un'organizzazione, adotta isuoi obiettivi come propri, quindi lavora per questi obiettivi.Quando alcuni di questi sono raggiunti, l'individuo, anche se isuoi personali sforzi hanno giocato solo una parte insignificantenel loro raggiungimento, si sente (attraverso la suaidentificazione con il movimento o l'organizzazione) come sefosse passato attraverso il processo del potere. Questofenomeno fu sfruttato dai fascisti, dai nazisti e dai comunisti.La nostra società lo usa allo stesso modo, sebbene in manierameno crudele. Esempio: Manuel Noriega costituiva unproblema per gli Usa (obiettivo, quindi, punire Noriega). GliUsa invasero Panama (sforzo) e punirono Noriega(raggiungimento dell'obiettivo). Gli Usa passarono attraverso ilprocesso del potere e molti americani, in virtù della loroidentificazione con gli Usa, sperimentarono il processo delpotere per delega. Da ciò nacque l'approvazione pubblicadell'invasione di Panama; essa diede alla gente un senso dipotere. Noi vediamo lo stesso fenomeno negli eserciti, nelleaziende, nei partiti politici, organizzazioni umanitarie,movimenti religiosi o ideologici. In particolare, i movimenti disinistra tendono ad attrarre persone che cercano di soddisfare illoro bisogno di potere. Ma per la maggior parte delle persone,l'identificazione con un'organizzazione o movimento di massanon soddisfa pienamente il bisogno di potere.

84. Un altro modo con il quale si può soddisfare il propriobisogno del processo di potere sono le attività sostitutive. Comespieghiamo nei paragrafi 3842, un'attività sostitutiva è direttaverso un obiettivo artificiale; l'individuo la pratica perl'interesse verso il processo di "conseguimento" che ne ricava,non perché ha bisogno di soddisfare quello scopo specifico. Peresempio non vi è un motivo pratico per costruirsi enormimuscoli, inviare una piccola palla dentro una buca o acquisireuna serie completa di francobolli postali. Tuttavia moltepersone nella nostra società si dedicano con passione albodybuilding, al golf o a collezionare francobolli. Alcune

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persone facilmente influenzabili saranno portate a dare piùimportanza a una attività sostitutiva perché le persone intorno laconsiderano importante o perché la società dice che èimportante. Questa è la ragione per cui alcuni prendono moltosul serio attività essenzialmente banali come gli sport, il bridgeo gli scacchi o la ricerca di arcane conoscenze, mentre altri chehanno una visione più chiara le vedono niente altro che comeattività sostitutive e di conseguenza non daranno importanza aquel modo di soddisfare il bisogno per il processo del potere.Rimane solo da sottolineare che, in molti casi, il modo in cuiuna persona si guadagna la vita è anch'essa un'attivitàsostitutiva. Non una pura attività sostitutiva, visto che, in parte,il motivo dell'attività è di ottemperare alle necessità fisiche e(per alcune persone) raggiungere lo status sociale e le agiatezzeche la pubblicità gli fa desiderare. Ma molte persone sisforzano più del necessario per guadagnare denaro e status, equesto sforzo aggiuntivo costituisce un'attività sostitutiva.Questo sforzo addizionale, insieme all'investimento emozionaleche lo accompagna, è una delle forze più potenti che agisconoverso il continuo sviluppo e perfezionamento del sistema, conconseguenze negative per la libertà individuale (vedi paragrafi131). Specialmente per gli scienziati più fecondi e gliingegneri, il lavoro tende ad essere in larga misura un'attivitàsostitutiva. Questo punto è così importante che merita unadiscussione a parte (paragrafi 8792).

85. In questa sezione abbiamo spiegato come molte personenella società moderna soddisfano in misura variabile il lorobisogno per il processo del potere. Ma noi pensiamo che per lamaggioranza delle persone questo bisogno non sia pienamentesoddisfatto. In primo luogo, coloro che hanno una spintaeccessiva per lo status, o che sono decisamente "agganciati" auna attività sostitutiva o che si identificano abbastanzafortemente con un movimento o un'organizzazione persoddisfare il loro bisogno di potere sono personalità inconsuete.Altri non sono pienamente soddisfatti dalle attività sostitutive odall'identificazione con una organizzazione (vedi paragrafo 41,64). In secondo luogo, un controllo stretto viene imposto dalsistema attraverso una regolamentazione esplicita o attraverso lasocializzazione, e questo provoca mancanza di autonomia efrustrazione, per l'impossibilità di raggiungere certi obiettivi e

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per la necessità di contenere troppi impulsi. 86. Ma anche se la maggior parte delle persone nella società

industriale tecnologica fosse soddisfatta, noi (FC) ci opporremosempre a quella forma di società, perché (tra le altre ragioni)consideriamo degradante soddisfare il bisogno di qualcuno peril processo del potere attraverso attività sostitutive o attraversol'identificazione con una organizzazione piuttosto che attraversola conquista di obiettivi reali.

Le ragioni degli scienziati 87. La scienza e la tecnologia forniscono i più importanti

esempi di attività sostitutive. Alcuni scienziati dichiarano chesono motivati dalla "curiosità", asserzione semplicementeassurda. La maggior parte degli scienziati lavora su materiealtamente specialistiche che non sono oggetto di normalecuriosità. Per esempio un astronomo, un matematico o unentomologo sono curiosi delle proprietàdell'isopropiltrimetilmetano? Di sicuro no. Solo un chimico puòesserlo e lo è solo in quanto la chimica è la sua attivitàsostitutiva. Il chimico è curioso dell'appropriata classificazionedi nuove specie di scarabei? No. È una questione che interessasolo l'entomologo, e lo interessa solo perché l'entomologia è lasua attività sostitutiva. Se il chimico e l'entomologo dovesseroimpegnarsi a fondo per soddisfare i bisogni primari e se quellosforzo permettesse di esercitare le loro capacità in modo sìinteressante seppure non nel settore scientifico, allora nondarebbero alcuna importanza all'isopropiltrimetilmetano o allaclassificazione degli scarabei. Supponiamo che la mancanza difondi per l'educazione scolastica di grado superiore avessecostretto il chimico a divenire un agente assicurativo. In quelcaso sarebbe stato molto interessato alle materie assicurative eper nulla interessato all'isopropiltrimetilmetano. In ogni casonon è nomale spendere la quantità di tempo e di sforzi che gliscienziati dedicano al loro lavoro per soddisfare una semplicecuriosità. Perciò, la spiegazione della "curiosità" come ragionedegli scienziati per il loro lavoro non si regge in piedi.

88. La motivazione del "beneficio per l'umanità" non è dameno. Un certo tipo di lavoro scientifico non ha niente a chevedere con il benessere della razza umana la maggior partedell'archeologia e delle linguistiche comparate, per esempio.

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Altre aree della scienza invece, possono presentare sbocchipericolosi. Tuttavia gli scienziati di queste aree sono entusiastidel loro lavoro allo stesso modo di quelli che scoprono vaccinio studiano l'inquinamento dell'aria. Consideriamo il caso diEdward Teller, che si impegnò a fondo nel promuovereinstallazioni di energia nucleare. Il suo coinvolgimentoderivava dal desiderio di beneficiare l'umanità? Se è così, alloraperché Teller non sentì alcun coinvolgimento per altre cause"umanitarie"? Se era un tale filantropo allora perché partecipòalla creazione della bomba H? Come per molti altri traguardiscientifici è aperta la questione se il nucleare sia realmente unreale beneficio per l'umanità. L'energia elettrica a basso costo èpiù importante dei rifiuti che si accumulano e del rischio diincidenti? Teller parlò solo di una parte della questione.Chiaramente questo profondo interesse verso il potenzialenucleare era motivato non da un desiderio di beneficiarel'umanità ma dalla soddisfazione personale che egli trasse dalsuo lavoro e dal vederlo attuato.

89. Lo stesso si può dire degli scienziati in generale. Conqualche rara eccezione le loro ragioni non sono né la curiositàné il desiderio di benessere l'umanità bensì il bisogno dipassare attraverso il processo del potere: avere un obiettivo (unproblema scientifico da risolvere), fare uno sforzo (ricerca) eraggiungere un obiettivo (soluzione del problema). La scienza èuna attività sostitutiva perché gli scienziati lavorano soprattuttoper la soddisfazione che ne ricavano.

9O. Certamente la questione non è così semplice. Altri motivigiocano un ruolo per molti scienziati. Il denaro e lo status peresempio. Alcuni scienziati possono essere persone con unaspinta insaziabile per lo status (vedi paragrafo 79) e questopotrebbe essere il motivo principale del loro lavoro. Senzadubbio la maggioranza degli scienziati, come la maggioranzadella popolazione comune, è più o meno suscettibile allapubblicità e alle tecniche di marketing e ha bisogno di denaroper soddisfare l'ambizione di possedere determinati beni eservizi. Così la scienza non è pura attività sostitutiva; ma è ingran parte una attività sostitutiva.

91. Inoltre la scienza e la tecnologia costituiscono un potentemovimento di massa, molti scienziati gratificano il loro

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bisogno di potere attraverso l'identificazione con esso (vediparagrafo 83).

92. Così la scienza prosegue la sua marcia alla cieca, senzariguardo per il reale benessere della razza umana o per ognialtro criterio, obbediente sono ai bisogni psicologici degliscienziati e dei funzionari governativi e dei dirigenti industrialiche forniscono i fondi per la ricerca.

La natura della libertà 93. Stiamo arrivando a sostenere che la società industriale

tecnologica non può essere riformata in modo da impedire cheessa progressivamente restringa la sfera della libertà umana.Poiché la parola libertà può essere interpretata in molti modi,dobbiamo prima chiarire a che tipo di libertà siamo interessati.

94. Con libertà intendiamo l'opportunità di passare attraversoil processo del potere con obiettivi reali, non con quelliartificiali di attività sostitutive, e senza interferenza,manipolazione o supervisione di alcuno, specialmente diqualche organizzazione. Libertà significa essere in grado dicontrollare (sia come individuo che come membro di un piccologruppo) tutti gli aspetti relativi alla propria vitamorte; cibo,vestiti, riparo e difesa contro qualsiasi pericolo ci possa esserenel proprio circondario. Libertà significa avere potere; non ilpotere di controllare altre persone ma il potere di controllare lecircostanze della propria vita. Nessuno è libero se qualcun altro(specialmente una grossa organizzazione) lo ha in suo potere,non importa con quanta benevolenza, tolleranza epermissivismo questo potere sia esercitato. È importante nonconfondere la libertà con il mero permissivismo (vedi paragrafo72).

95. Si dice che noi viviamo in una società libera perchéabbiamo un certo numero di diritti costituzionalmente garantiti.Ma questi non sono importanti come sembra. Il grado di libertàpersonale che esiste in una società è determinato più dallastruttura economica e tecnologica che dalle sue leggi o dalla suaforma di governo. La maggior parte delle nazioni indiane delNewEngland erano monarchie, e molte città del Rinascimentoitaliano erano controllate da dittatori. Ma leggendo di questesocietà si ha l'impressione che esse permettessero molta più

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libertà personale della nostra. In parte questo accadeva perchénon avevano meccanismi efficienti per rinforzare la volontà delreggente: non vi era una forza di polizia moderna, beneorganizzata, non vi erano comunicazioni rapide tra lunghedistanze, non vi erano camere di sorveglianza, né dossierinformativi sulla vita dei cittadini comuni. Quindi erarelativamente facile evadere il controllo.

96. Fra i nostri diritti costituzionali consideriamo, peresempio, quello della libertà di stampa. Noi certamente nonvogliamo colpire quel diritto; è uno strumento molto importanteper limitare la concentrazione del potere politico e tenerlo sottocontrollo esponendo pubblicamente qualsiasi comportamentoscorretto. Ma la libertà è di poca utilità per il cittadino mediocome individuo. I mass media sono per la maggior parte sotto ilcontrollo di grandi organizzazioni integrate nel sistema.Qualsiasi persona, con pochi soldi, può pubblicare uno scritto odistribuirlo su Internet o simili, ma quello che egli avrà da diresarà travolto da una enorme quantità di materiale prodotto daimedia, quindi non avrà alcun effetto pratico. Colpirel'attenzione della società con le parole è quindi quasiimpossibile per la maggior parte degli individui e dei piccoligruppi. Prendi noi (FC), per esempio. Se non avessimocompiuto alcunché di violento e avessimo inviato il presentescritto a un editore, probabilmente non sarebbe stato pubblicato.Se lo avessero accettato e pubblicato probabilmente nonavrebbe attratto molti lettori perché è più interessante ildivertimento messo in piedi dai media che leggere un saggioserio. Persino se questi scritti avessero avuto molti lettori, lamaggior parte di loro li avrebbe presto dimenticati vista lamassa di materiale con cui i media inondano le loro menti. Perdiffondere il nostro messaggio, con qualche probabilità di avereun effetto duraturo, abbiamo dovuto uccidere delle persone.

97. I diritti costituzionali sono utili fino a un certo punto, manon servono a garantire molto di più di quello che potremmochiamare la concezione borghese della libertà. Secondo laconcezione borghese, un uomo "libero" è essenzialmente unelemento di una macchina sociale e ha solo un certo numero dilibertà codificare e circoscritte; libertà che sono disegnate perservire i bisogni della macchina sociale piuttosto che quellidell'individuo. Così l'uomo "libero" borghese ha una libertà

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economica perché promuove la crescita e il processo; ha libertàdi stampa perché la critica pubblica limita il comportamentoscorretto dei leader politici; e ha diritto a un giusto processoperché, secondo il sistema, la carcerazione per il capriccio diun potente sarebbe considerato un atto iniquo. Questo fusicuramente l'atteggiamento di Simòn BolÍvar. Per lui la gentemeritava la libertà solo se la si usava per promuovere ilprogresso (progresso secondo la concezione borghese). Altripensatori borghesi hanno avuto un simile punto di vista dellalibertà come semplice mezzo per fini collettivi. Chester C. Tannel suo il pensiero politico cinese nel XX secolo (p.2O2) spiegala filosofia del leader del Kuomintang, HuHamin: "A unindividuo sono concessi dei diritti perché egli è un membrodella società e la sua vita comunitaria richiede tali diritti. Concomunità Hu intende l'intera società della nazione". E a p. 259Tan afferma che secondo Carsum Chang (Chang ChunMai,capo del Partito di Stato Socialista in Cina) la libertà deveessere usata nell'interesse dello Stato e della gente consideratanel suo complesso. Ma che tipo di libertà possiede un individuoche può esercitare solo una libertà prescritta da qualcun altro?La concezione di FC della libertà non è quella di SimònBolÍvar, Hu, Chang o altri teorici borghesi. Il problema di taliteorici è che hanno fatto dello sviluppo e dell'applicazione delleteorie sociali la loro attività sostitutiva. Conseguentemente, leteorie sono designate a servire i bisogni dei teorici più che ibisogni di qualsiasi persona sufficientemente sfortunata davivere in una società nella quale quelle teorie sono imposte.

98. Un altro punto deve essere sottolineato in questa sezionenon si dovrebbe pensare che una persona ha abbastanza libertàsolo perché dice di averla. La libertà è in parte limitata dalcontrollo psicologico del quale la gente non si rende conto.Inoltre, molte idee della gente su quello che costituisce lalibertà sono dettate più dalla convenzione sociale che daibisogni reali. Per esempio, è probabile che molti uomini disinistra o del tipo sovrasocializzato dicano che la maggior partedelle persone, inclusi loro stessi, sono socializzati troppo pocopiuttosto che troppo, tuttavia il sovrasocializzato di sinistrapaga un pesante prezzo psicologico per il suo alto livello disocializzazione.

Alcuni principi di storia

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99. Pensa alla storia come la somma di due componenti: unacomponente erratica che consiste di eventi non prevedibili cheseguono un iter non discernibile, e una componente regolareche consiste di tendenze storiche di lungo termine. Qui noisiamo interessati alle tendenze di lungo termine.

100. Primo principio. Se viene applicato un piccolocambiamento che influenza una tendenza storica di lungoperiodo quel cambiamento sarà sempre transitorio: la tendenzapresto ritornerà al suo stato originale. (Esempio: un movimentodi riforma che ha il fine di eliminare la corruzione politica nellasocietà raramente ha più di un effetto a breve termine; presto otardi i riformatori si rilassano e la corruzione ritorna. Il livellodella corruzione politica in una data società tende a rimanerecostante o a cambiare solo lentamente con l'evoluzione dellasocietà. Normalmente una epurazione politica sarà permanentesolo se accompagnata da cambiamenti sociali diffusi; unpiccolo cambiamento nella società non sarà sufficiente.) Se unpiccolo cambiamento in una tendenza storica di lungo termineappare permanente è solo perché il cambiamento si muovenella direzione in cui la tendenza si sta muovendo, così che latendenza non viene alterata ma solo aiutata a progredire.

101. Il primo principio è quasi una tautologia. Se unatendenza non fosse stabile rispetto a piccoli cambiamentivagherebbe a caso piuttosto che seguire una direzione definita:in altre parole non sarebbe una tendenza di lungo termine.

102. Secondo principio. Se si produce un cambiamento inmodo sufficientemente ampio da alterare permanentemente unatendenza storica di lungo periodo allora altererà la stessasocietà nel suo complesso. In altre parole, una società è unsistema nel quale tutte le parti sono interrelazionate, e non puoicambiare per sempre una parte importante senza cambiare allostesso modo tutte le altri parti.

103. Terzo principio. Se un cambiamento avviene a livellotalmente ampio da alterare permanentemente una tendenza dilungo periodo allora le conseguenze per la società nel suocomplesso non possono essere delineate in anticipo (a menoche molte altre società non siano passate attraverso lo stessocambiamento e ne abbiano sperimentato tutte le stesse

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conseguenze; nel qual caso si può empiricamente dedurre cheuna società che passi attraverso quel cambiamento dovràsperimentare conseguenze simili).

104. Quarto principio. Un nuovo tipo di società non puòessere disegnato sulla carta. Cioè, non puoi programmare unanuova forma di società in anticipo, attuarla e aspettare chefunzioni cosi come era stata programmata.

105. Il terzo e quarto principio derivano dalla complessitàdelle società umane. Un cambiamento nel comportamentoumano influenzerà l'economia di una società e il suo ambientefisico; l'economia influenzerà l'ambiente e viceversa, e icambiamenti nell'economia e nell'ambiente influenzeranno ilcomportamento umano in modi complessi e non prevedibili, ecosì via. Il sistema di causa ed effetto è troppo complesso peresser districato e compreso.

106. Quinto principio. La gente non sceglie consciamente erazionalmente la forma della propria società. Le società sisviluppano attraverso processi di evoluzione sociale che nonsono sotto il controllo umano razionale.

107. Il quinto principio è una conseguenza degli altri quattro.108. Per illustrare: seguendo il primo principio, parlando in

generale, un tentativo di riforma sociale agisce se è nelladirezione nella quale la società si va comunque sviluppando(così che esso semplicemente accelera un cambiamento chesarebbe dovuto accadere in ogni caso); altrimenti, esso ha soloun effetto transitorio, e che la società presto scivolerà di nuovonella sua antica routine. Per far si che un cambiamento siaduraturo nella direzione dello sviluppo di qualsiasi importanteaspetto di una società la riforma è insufficiente e la rivoluzioneè necessaria. (Una rivoluzione non necessariamente implica unasommossa armata o il rovesciamento di un governo.) In base alsecondo principio una rivoluzione non cambia solo un aspettodi una società; e in base al terzo avvengono dei cambiamentiinattesi o indesiderati dai rivoluzionari. Stando al quartoprincipio, quando i rivoluzionari o gli utopisti costruiscono unnuovo tipo di società essa non sarà mai come era stataprogettata.

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109. La rivoluzione americana non contraddice quantoaffermato sopra. La rivoluzione americana non era unarivoluzione nel senso proprio della parola ma una guerra diindipendenza seguita da una riforma politica piuttosto estesa. Ipadri fondatori non cambiarono la direzione dello sviluppodella società americana, né vi aspirarono. Essi liberarono sololo sviluppo della società americana dall'effetto ritardante deldominio inglese. La loro riforma politica non cambiò alcunatendenza vitale, solo spinse la cultura politica americana versola sua direzione naturale di sviluppo. La società britannica,della quale la cultura americana era un derivato, si era mossaper un lungo periodo nella direzione della democraziarappresentativa. E prima della guerra di indipendenza gliamericani stavano allo stesso modo praticando un significativogrado di democrazia rappresentativa nelle assemblee coloniali.Il sistema politico stabilito dalla Costituzione fu modellato sulsistema inglese e sulle assemblee coloniali. Non vi è alcundubbio che i padri fondatori intrapresero un passo moltoimportante, ma era un passo sulla strada che il mondo cheparlava inglese stava già intraprendendo. La prova è chel'Inghilterra e tutte le sue colonie, popolate in maggioranza dagente di discendenza inglese, finirono con l'avere sistemi didemocrazia rappresentativa molto simili a quella degli StatiUniti. Se i padri fondatori fossero stati così folli da rifiutarsi difirmare la Dichiarazione di indipendenza, il nostro modo divivere oggi non sarebbe molto diverso. Forse avremmo avutomolti più legami con l'Inghilterra, e avremmo avuto unparlamento e primo ministro invece di un Congresso e di unpresidente. Nessun grande cambiamento. Perciò la rivoluzioneamericana non confuta i nostri principi ma ne offre una buonaillustrazione.

110. Ancora, si deve usare il senso comune per applicare iprincipi. Essi sono espressi in un linguaggio impreciso chepermette libertà di interpretazione e vi si possono trovareeccezioni. Così presentiamo questi principi non come leggiinviolabili, ma come un mezzo empirico una indicazione percontrastare in parte idee semplicistiche sul futuro della società.I principi dovrebbero essere costantemente tenuti presenti equando si raggiunge una conclusione che si configura incontrasto con essi, si deve attentamente riesaminare il proprio

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pensiero e arrivare a una conclusione solo se si hanno dellebuone e solide ragioni.

La società industriale-tecnologica non può essereriformata

111. I principi sopra esposti aiutano a mostrare come difficilee senza speranza appaia una riforma del sistema industriale cheprevenga progressive restrizioni nella sfera delle libertàindividuali. Vi è stata una netta tendenza della tecnologia,partendo almeno dalla rivoluzione industriale, a rafforzare ilsistema con un alto costo in termini di libertà individuale e diautonomia locale. Quindi ogni cambiamento destinato aproteggere la libertà dalla tecnologia potrebbe essere contrarioalla tendenza fondamentale dello sviluppo della nostra società.Tale cambiamento, perciò, potrebbe essere solo transitorio -presto travolto dal flusso della storia - o, se sufficientementeampio da essere permanente, alterare la natura dell'intera nostrasocietà. Questo secondo il primo e il secondo principo. Inoltre,visto che la società verrebbe alterata in maniera non prevedibile(terzo principio) si correrebbe un enorme rischio. Cambiamentisufficientemente ampi da produrre una differenza durevole infavore della libertà non potrebbero essere intrapresi senzadanneggiare gravemente il sistema. Così qualsiasi tentativo diriforma sarebbe troppo timido per essere efficace. Persino icambiamenti sufficientemente ampi da produrre un effettodurevole verrebbero ritirati quando i loro effetti disgregantidivenissero evidenti. Pertanto, un cambiamento permanente infavore della libertà potrebbe essere portato avanti solo dapersone preparate ad accettare radicali, pericolose eimprevedibili alterazioni dell'intero sistema. In altre parole darivoluzionari, non da riformisti.

112. La gente ansiosa di riscattare la libertà senza sacrificarei supposti benefìci della tecnologia suggerirà schemisemplicistici per qualche nuova forma di società che vorrebbericonciliare la libertà con la tecnologia. A parte il fatto che, inprimo luogo, coloro che suggeriscono ciò raramentepropongono qualche mezzo pratico per costruire la nuova formadi società, dal quarto principio si evince che, persino se lanuova forma di società venisse istituita, crollerebbe o darebberisultati molto differenti da quelli sperati.

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113. Così, persino in termini molto generali, sembra del tuttoimprobabile che un qualunque modo di cambiare la societàpossa essere trovato riconciliando la libertà con la tecnologiamoderna. Nelle prossime sezioni approfondiremo le ragioni percui libertà e progresso tecnologico sono incompatibili.

La restrizione della libertà è inevitabile nella societàindustriale

114. Come spiegato nei paragrafi 65-67 e 70-73, l'uomomoderno è legato al guinzaglio da un sistema di regole eregolamenti e il suo destino dipende da azioni di persone a luilontane, le cui decisioni egli non può influenzare. Questo non èaccidentale né è il risultato dell'arbitrarietà di arrogantiburocrati. È una condizione necessaria e inevitabile in qualsiasisocietà avanzata tecnologicamente. Il sistema, per funzionare,deve regolare attentamente il comportamento umano. Al lavoro,si deve fare quello che altri dicono di fare, altrimenti laproduzione finirebbe nel caos. Le burocrazie devono essere rettesecondo rigide regole. Permettere una qualsiasi discrezionalità aburocrati di medio livello potrebbe danneggiare il sistema eportare a cambiamenti iniqui provocati dal modo in cui isingoli burocrati esercitano questa discrezionalità. È vero chealcune restrizioni alla nostra libertà possono essere eliminatema, parlando in generale, la regolazione delle nostre vite daparte delle grandi strutture è necessaria per il funzionamentodella società industriale-tecnologica. Il risultato è un senso diimpotenza nelle persone comuni. Può anche avvenire, che iregolamenti formali vengano sostituiti sempre di più dastrumenti psicologici che ci inducano a fare quello che ilsistema ci richiede (propaganda [vedi nota 14], tecnicheeducative, salute mentale, programmi, ecc.).

115. Il sistema deve forzare le persone a comportarsi in modisempre più lontani dal modello naturale del comportamentoumano. Per esempio il sistema ha bisogno di scienziati,matematici e ingegneri. Non può funzionare senza di loro. Cosiuna pesante pressione viene esercitata sui bambini perché sidistinguano in questi campi. Non è naturale per un adolescentepassare la maggior parte del proprio tempo seduto a unascrivania, assorto nello studio. Un adolescente normale vuoletrascorrere la sua giornata in contatto con la realtà circostante.

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Tra i popoli primitivi le cose che venivano insegnate ai bambinierano in naturale armonia con gli impulsi naturali umani. Tragli indiani americani, per esempio, i ragazzi erano addestrati acompiti da svolgere all'aria aperta - proprio il tipo di cose chepiace ai ragazzi. Ma nella nostra società i bambini sono indottia studiare materie tecniche che la maggioranza affrontamalvolentieri.

116. A causa della pressione incessante che il sistema esercitaper modificare i comportamenti umani, il numero degliindividui che non può o non vuole adattarsi alle esigenze socialiè in aumento: disoccupati di professione, bande di adolescenti,sette religiose, ribelli contro lo Stato, sabotatori ecologisti,emarginati e oppositori di ogni tipo.

117. In qualsiasi società avanzata tecnologicamente il destinodell'individuo deve dipendere da decisioni che egli non puòinfluenzare in alcun caso personalmente. Una societàtecnologica non può essere frammentata in piccole comunitàautonome perché la produzione dipende dall'impegno comunedi un grande numero di persone. Quando una decisione incide,per esempio, su un milione di persone, allora ognuna di esseha, in media, solo una milionesima parte nel prendere ladecisione. Quello che normalmente avviene in pratica è che ledecisioni sono prese da funzionari pubblici, dirigenti industrialio tecnici specializzati, ma persino quando si vota su unadecisione precisa il numero di voti di solito è troppo grandeperché il voto di un qualunque individuo sia significativo. Lamaggior parte degli individui, quindi, è incapace di influenzarein giusta misura le più importanti decisioni che colpiscono laloro vita. In una società tecnologicamente avanzata non vi èalcun modo per rimediare a ciò. Il sistema cerca di "risolvere"il problema usando la propaganda, per far si che la gente vogliale decisioni che sono state prese per loro, ma anche se questasoluzione fosse un successo completo nel far sentire meglioqueste persone essa sarebbe degradante.

118. I conservatori e pochi altri sono a favore di unamaggiore autonomia locale. Le comunità locali una voltagodevano di autonomia ma questa diviene sempre menopossibile nel momento in cui esse sono sempre più coinvolte edipendenti da sistemi di grandi dimensioni come i servizi

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pubblici, le reti di computer, i sistemi autostradali, i mass-media della comunicazione di massa, il sistema sanitariomoderno. Inoltre a sfavore dell'autonomia vi è il fatto che latecnologia applicata in un determinato luogo spesso si riflettein luoghi più lontani. Così l'uso di pesticidi o di altre sostanzechimiche vicino a un piccolo fiume può contaminare le riserved'acqua centinaia di miglia più a valle, e l'effetto serra colpiscel'intero pianeta.

119. Il sistema non esiste e non può esistere per soddisfare ibisogni umani. Il comportamento umano invece devemodificarsi per adattarsi ai bisogni del sistema. Questo non haniente a che fare con la ideologia politica o sociologica che puòpretendere di guidare il sistema tecnologico. Questa è una colpadella tecnologia, perché il sistema è guidato non dalla ideologiama da necessità tecniche. Naturalmente il sistema soddisfamolti bisogni umani, ma in generale lo fa solo perché risulta asuo vantaggio. Sono i bisogni del sistema a essere preminenti,non quelli degli esseri umani. Per esempio, il sistema forniscegli alimenti perché non potrebbe funzionare se tutti soffrisserola fame; attende ai bisogni psicologici della gente solo quandopuò essere conveniente farlo, perché non potrebbe funzionare semolte persone divenissero preda della depressione o decidesserodi ribellarsi. Ma il sistema ha delle buone e solide ragioni persforzarsi di esercitare una pressione costante che modifichi ilcomportamento della gente secondo i propri bisogni. Troppirifiuti accumulati? Il governo, i media, il sistema educativo, gliambientalisti, tutti ci inondano con una massa di propagandasul riciclaggio. Bisogno di un maggior numero di personaletecnico? Un coro di voci esorta i bambini a studiare le scienze.Nessuno si ferma a domandarsi se non sia inumano forzare gliadolescenti a passare la maggior parte del loro tempo studiandocose che nella maggioranza dei casi detestano. Quando ilavoratori specializzati sono posti fuori produzione dagliavanzamenti tecnologici e devono sottoporsi a un nuovoaddestramento nessuno si chiede se sia umiliante trattarli inquel modo. Si considera semplicemente scontato il fatto cheognuno di noi deve sottomettersi alle necessità tecniche, e perdelle buone ragioni: perché se i bisogni umani avessero lapriorità rispetto alle necessità tecniche vi sarebbero problemieconomici, disoccupazione, carenza di beni primari o cose

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peggiori. Il concetto di salute mentale nella nostra società èdelimitato in larga misura dalla capacità dell'individuo di viverein accordo con i bisogni del sistema, senza mostrare segni distress.

120. Gli sforzi per far posto a un minimo di iniziativa e diautonomia dentro il sistema sono poco più che uno scherzo.Prendiamo per esempio un'azienda che invece di impiegareognuno dei suoi dipendenti ad assemblare solo una parte delprodotto permette a ognuno di essi di costruire il prodottointero, e finge di concedere ai lavoratori iniziativa e possibilitàdi realizzazione. Alcune compagnie hanno cercato di dare ailoro impiegati maggior autonomia nel loro lavoro, ma perragioni pratiche ciò si può applicare solo a un numero moltoristretto e, in ogni caso, ai dipendenti non viene mai concessaautonomia riguardo agli obiettivi primari — i loro sforzi"autonomi" non possono essere mai diretti verso obiettiviselezionati personalmente ma solo verso gli obiettivi dei lorodatori di lavoro, finalizzati alla sopravvivenza e alla crescitadell'azienda. Qualsiasi azienda uscirebbe dal mercato moltopresto se permettesse ai dipendenti di comportarsidiversamente. Allo stesso modo, in una qualsiasi azienda di unsistema socialista, i lavoratori devono dirigere i loro sforziverso gli obiettivi dell'impresa perché, in caso negativo,quest'ultima non perseguirebbe gli obiettivi del sistema. Ancorauna volta, per ragioni puramente tecniche, alla maggior partedegli individui o dei piccoli gruppi non è possibile avere uncerto grado di autonomia nella società industriale. Persino ilpiccolo commerciante ha di solito solo una autonomia limitata.Oltre ai regolamenti governativi egli è costretto a inserirsi nelsistema economico e deve adattarsi alle sue richieste. Peresempio, quando si sviluppa una nuova tecnologia, il piccolocommerciante spesso è costretto a usare quella stessatecnologia, lo voglia o no, per poter rimanere competitivo.

Gli aspetti "negativi" della tecnologia non possono essereseparati da quelli positivi

121. Una ragione ulteriore per cui la società industriale nonpuò essere riformata in favore della libertà è che la tecnologiamoderna è un sistema uniforme nel quale tutte le parti sonodipendenti l'una dall'altra. Non puoi separare gli aspetti negativi

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da quelli positivi e tenere solo quest'ultimi. Prendi la medicinamoderna, per esempio. Il progresso nelle scienze medichedipende dal progresso nella chimica, nella fìsica, nella biologia,nell'informatica e in altri campi ancora. I trattamenti mediciavanzati richiedono una serie di strumenti ad alta tecnologia,molto costosi, che possono essere disponibili solo in un societàprogredita dal punto di vista tecnologico, economicamentericca. Di conseguenza non puoi ottenere dei grandi progressinella medicina senza il supporto dell'intero sistema tecnologico.

122. Anche mantenere il progresso medico escludendo ilresto del sistema tecnologico porterebbe con sé diversi mali.Supponiamo per esempio che venga scoperta una cura per ildiabete. Le persone con una tendenza al diabete diminuirebberoma tali geni si spargerebbero tra la popolazione. (Questo sta giàaccadendo, in un certo senso, visto che il diabete, pur noncurabile, può essere controllato attraverso l'uso dell'insulina).La stessa cosa accadrà con molte altre predisposizioni allemalattie, dalle quali la popolazione sarà colpita per ladegradazione genetica. L'unica soluzione sarà un programma dieugenetica o una ingegneria genetica estesa agli esseri umani,cosi che l'uomo nel futuro non sarà più una creazione dellanatura o del caso o di Dio (a seconda delle personali opinionireligiose o politiche), ma un prodotto fabbricato.

123. Se pensi che il grande governo interferisca troppo inquesto momento allora aspetta il momento in cui inizierà aregolare la costituzione genetica dei tuoi bambini. A taleregolazione seguirà inevitabilmente l'introduzionedell'ingegneria genetica degli esseri umani, perché leconseguenze di una ingegneria genetica non regolata sarebberodisastrose1''.

124. La reazione comune a tali problemi è di parlare di "eticamedica". Ma un codice di etica non servirebbe a proteggere lalibertà di fronte al progesso medico; peggiorerebbe solo laquestione. Un codice etico applicabile all'ingegneria geneticapotrebbe essere di fatto un mezzo per regolare la costituzionegenetica degli esseri umani. Qualcuno (probabilmente la classemedio-alta, in gran parte) deciderebbe quali applicazioni dellaingegneria genetica sarebbero "etiche" e quali no, così daimporre di fatto i propri valori sulla costituzione genetica della

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popolazione in generale. Persino se venisse scelto un codice suuna base completamente democratica la maggioranza potrebbeimporre i propri valori su qualsiasi minoranza che avesse unaidea del tutto differente di quello che costituisce un uso "etico"dell'ingegneria genetica. L'unico codice etico che potrebbeveramente essere in grado di proteggere la libertà sarebbequello che proibisse qualsiasi ingegneria genetica sugli esseriumani, e si può essere sicuri che un tale codice non sarà maiapplicato in una società tecnologica. Nessun codice che riducal'ingegneria genetica a un ruolo minore potrebbe vivere a lungo,perché la tentazione dell'immenso potere della biotecnologiapotrebbe essere irresistibile, specialmente considerando il fattoche alla maggioranza delle persone molte delle sue applicazionisembreranno ovviamente e inequivocabilmente positive (nientepiù malattie fìsiche e mentali, possibilità per tutti di continuarea vivere nel mondo odierno). Inevitabilmente l'ingegneriagenetica sarà usata in maniera diffusa ma solo in maniereconformi ai bisogni del sistema industriale-tecnologico.

La tecnologia è una forza sociale più potentedell'aspirazione alla libertà

125. Non è possible arrivare a un ultimo compromesso tra lalibertà e la tecnologia, perché la tecnologia è di gran lunga lapiù potente forza sociale e di continuo usurpa la libertàattraverso ripetuti compromessi. Immaginiamo il caso di duevicini, ognuno dei quali in partenza possiede la stessaestensione di terreno, ma uno è più potente dell'altro. Il piùpotente domanda un pezzo della terra dell'altro. Il debole rifiuta.Il potente dice: «Va bene, arriviamo a un compromesso. Dammimetà di quello che ti ho chiesto». Il debole ha poca scelta senon quella di arrendersi. Dopo qualche tempo il vicino piùpotente domanda un altro pezzo di terra, di nuovo c'è uncompromesso, e così via. Forzando il debole a una lunga seriedi compromessi, il più potente alla fine ottiene tutta la suaterra. Così avviene nel conflitto tra tecnologia e libertà.

126. Permetteteci di spiegare perché la tecnologia è una forzasociale più potente dell'aspirazione alla libertà.

127. Un progresso tecnologico che non mette in pericolo lalibertà spesso arriva a minacciarla con conseguenze molto serie.Consideriamo, per esempio, il trasporto motorizzato. Un uomo

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in cammino in altri tempi, poteva andare dove gli pareva,arrivare al luogo prescelto senza osservare alcuna regola deltraffico ed era indipendente dai sistemi di supporto tecnologico.Quando i veicoli a motore furono introdotti sembrò che essiaumentassero la libertà dell'uomo. Non toglievano alcuna libertàall'uomo camminatore. Se non si voleva l'automobile si potevaanche non comprarla, e chi preferiva comprarla potevaviaggiare più velocemente dell'uomo camminatore. Mal'introduzione del trasporto motorizzato presto cambiò la societàin modo tale da restringere la libertà di locomozione dell'uomo.Quando le automobili aumentarono divenne necessario regolareil loro uso. Quando si è in macchina, specialmente in areedensamente popolate, non si può andare dove si desiderasecondo il proprio passo, il movimento è governato dal flussodel traffico e da varie leggi. Si è costretti a vari vincoli:l'obbligo della patente, l'esame di guida, il rinnovodell'immatricolazione, l'assicurazione, il mantenimento richiestoper la sicurezza, i pagamenti mensili o il prezzo d'acquisto.Inoltre, l'uso del trasporto motorizzato non è più una scelta dalungo tempo. Dall'introduzione del trasporto motorizzato ladisposizione delle nostre città è cambiata in modo tale che lamaggioranza delle persone non può più raggiungere a piedi illuogo di lavoro, la zona commerciale odi svago, ma devedipendere dall'automobile. Altrimenti si deve usare il trasportopubblico, nel cui caso si ha ancora meno controllo sui proprimovimenti rispetto a quando si guida una macchina. Persino lalibertà di colui che cammina è ora grandemente ristretta. Nellacittà egli deve fermarsi continuamente e aspettare ai semaforiche sono disegnati principalmente per servire il traffico delleautomobili. Nel paese il traffico a motore rende pericoloso enon piacevole camminare lungo le strade principali. (L'esempiodel trasporto motorizzato è importante. Quando viene introdottoun nuovo prodotto della tecnologia come una opzione che sipuò accettare o no, il prodotto non rimane necessariamentefacoltativo. In molti casi la nuova tecnologia cambia la societàin modo tale che alla fine ci si trova costretti a usarla).

128. Mentre il progresso tecnologico considerato nel suocomplesso restringe continuamente la nostra sfera di libertà,ogni nuovo progresso tecnologico considerato per sé stessoappare auspicabile. L'elettricità, l'impianto idraulico, le

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comunicazioni rapide a lunga distanza... cosa si puòargomentare contro di esse o contro gli altri innumerevoliprogressi tecnici che hanno reso moderna la società? Sarebbestato assurdo resistere all'introduzione del telefono, peresempio. Esso offrì molti vantaggi e non svantaggi. Tuttavia,come abbiamo spiegato nei paragrafi 59-76, questi progressitecnici presi nel loro complesso hanno creato un mondo dove ildestino dell'uomo medio non è più nelle sue mani o nelle manidei suoi vicini o amici, ma in quelle lontane dei politici, deidirigenti di grandi imprese, degli anonimi tecnici e burocratiche lui come individuo non ha il potere di influenzare. Ciòavverrà anche in futuro. Prendete per esempio l'ingegneriagenetica. Poche persone si opporranno alla introduzione di unatecnica genetica che elimini una malattia ereditaria. Essa non faalcun danno e previene molte sofferenze. Tuttavia un grandenumero di miglioramenti genetici presi nel complessorenderanno l'essere umano un prodotto costruito piuttosto cheuna libera creazione del caso (o di Dio o chicchessia, a secondadel vostro credo religioso).

129. Un'altra ragione del perche la tecnologia è una potenteforza sociale è che, dentro il contesto di una data società, ilprogresso tecnologico marcia solo in una direzione; non puòessere mai invertito. Una volta che una innovazione tecnica èstata introdotta, la gente di solito ne diviene dipendente, a menoche essa non venga sostituita da qualche innovazione ancorapiù avanzata. Non solo i singoli ne divengono dipendentiindividualmente, ma ancora di più il sistema diviene dipendentenel suo complesso. (Immagina cosa potrebbe accadere alsistema oggi se i com-puter, per esempio, fossero eliminati.)Perciò il sistema può muoversi solo in una direzione, verso unamaggiore tccnologizzazio-ne. La tecnologia obbligacontinuamente la libertà a fare un passo indietro, sempre piùlontano dal rovesciamento dell'intero sistema tecnologico.

130. La tecnologia avanza con grande rapidità e minaccia lalibertà contemporaneamente sotto molti, differenti aspetti(affollamento, regole e regolamenti, aumento della dipendenzadegli individui da ampie organizzazioni, propaganda e altretecniche psicologiche, ingegneria genetica, invasionedell'ambito privato attraverso mezzi di sorveglianza e computer,ecc.) Opporsi a ogni minaccia alla libertà potrebbe richiedere

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una lunga e speciale lotta sociale. Coloro che voglionoproteggere la libertà sono sopraffatti dal numero di nuoviattacchi e dalla rapidità con i quali essi si sviluppano, quindidiventano patetici e non resistono a lungo. Combattere ognunadelle minacce separatamente sarebbe futile. Si può sperare nelsuccesso solo combattendo il sistema tecnologico nel suocomplesso. Ma questa è una rivoluzione e non una riforma.

131. I tecnici (usiamo questo termine nel senso pili ampio,per indicare tutti coloro che svolgono un lavoro specializzatoche richiede una preparazione specifica) tendono a essere cosìimpegnati nel loro compito (la loro attività sostitutiva) chequando un conflitto sorge tra il loro lavoro tecnico e la libertàquasi sempre decidono in favore del primo. Questo è ovvio nelcaso degli scienziati, ma si verifica anche in altri settori: glieducatori, i gruppi umanitari, le organizzazioni di tutela nonesitano a utilizzare la propaganda o altre tecniche psicologicheper raggiungere i loro lodevoli fini. Le grandi imprese e leagenzie governative, quando lo ritengono utile, non esitano araccogliere informazioni sui singoli senza riguardo per la lorovita privata. Le agenzie di controllo della legge sono spessoinfastidite dai diritti costituzionali delle persone sospettate,frequentemente del tutto innocenti, e ricorrono a ogni mezzo,legale e non, per restringere o eliminare questi diritti. Lamaggior parte di questi educatori, funzionari governativi eufficiali della legge credono nella libertà, nella vita privata e neidiritti costituzionali, ma quando entrano in conflitto con il lorolavoro di solito ritengono che questo sia più importante.

132. E assodato che la gente, generalmente, lavora meglio econ più tenacia quando si sforza di conseguire un utile piuttostoche tentare di evitare una sanzione o un danno. Gli scienziatitecnici sono motivati principalmente dai risultati che ottengonoattraverso il loro lavoro. Ma quelli che si oppongonoall'invasione della libertà da parte della tecnologia lavorano perevitare un danno, di conseguenza sono pochi quelli chelavorano con tenacia e bene in questo compito scoraggiante. Sei riformatori potessero raggiungere una vittoria netta chepermettesse loro di innalzare una solida barriera contro laulteriore erosione della libertà compiuta attraverso il progressotecnologico, la maggioranza delle persone tenderebbe arilassarsi e a volgere l'attenzione verso cose più piacevoli. Ma

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gli scienziati rimarrebbero occupati nei loro laboratori e latecnologia, sviluppandosi, troverebbe il modo, a dispetto diqualsiasi barriera, di esercitare un controllo sempre maggioresugli individui, rendendoli sempre più dipendenti dal sistema.

133. Nessun accordo sociale, legge, istituzione, costume ocodice etico può fornire una protezione permanente contro latecnologia. La storia mostra che tutti gli accordi sociali sonotransitori; alla fine cambiano o crollano. Ma i progressitecnologici sono permanenti nel contesto di una data civiltà.Supponiamo per esempio che fosse possibile arrivare a unaccordo sociale per prevenire l'applicazione dell'ingegneriagenetica agli esseri umani, o di qualsiasi altra cosa che minaccila libertà e la dignità umana. Nonostante ciò la tecnologiapotrebbe rimanere in attesa. Prima o poi l'accordo socialepotrebbe crollare. Probabilmente prima, vista la rapidità deicambiamenti nella nostra società. A quel punto l'ingegneriagenetica comincerebbe a invadere la nostra sfera di libertà equesta invasione sarebbe irreversibile (a meno di un crollo dellastessa civiltà tecnologica). Qualunque illusione di raggiungerequalcosa di permanente attraverso un accordo sociale sarebbecancellata da quanto correntemente accade con la legislazioneambientale. Alcuni anni fa sembrava che vi fossero sicurebarriere legali per prevenire almeno alcune delle peggiori formedi degradazione ambientale. Un cambiamento nel vento politicoe quelle barriere inizierebbero a sbriciolarsi.

134. Per tutte le ragioni sopraesposte, la tecnologia è unaforza sociale più potente dell'aspirazione alla libertà. Ma questaaffermazione richiede una precisazione importante. Sembra che,nei decenni a venire, il sistema industriale-tecnologico andràincontro a serie difficoltà legate a problemi economici eambientali e soprattutto a disturbi del comportamento umano(alienazione, ribellione, ostilità, difficoltà sociali e psicologichedi varia natura). Noi speriamo che le difficoltà attraverso cui ilsistema dovrà passare ne provochino il crollo o almeno unindebolimento sufficiente a dare il via alla rivoluzione e a potervincere. Solo allora l'aspirazione per la libertà diventerà piùpotente della tecnologia.

135. Nel paragrafo 124 abbiamo usato l'esempio del vicinodebole che viene sconfitto da un vicino forte, che

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costringendolo a una serie di compromessi gli prende tutta laterra. Ma supponiamo ora che il vicino forte si ammali tanto daessere incapace di difendersi. Il vicino debole può costringerloaffinché gli ridia indietro la terra oppure può ucciderlo. Sepermette all'uomo forte di sopravvivere e si dà da fare solo perriavere la terra è uno stupido, perché quando l'altro guarirà se lariprenderà. La sola alternativa possibile per l'uomo debole è diuccidere il più forte quando ne ha la possibilità. Allo stessomodo, dobbiamo distruggere il sistema industriale mentre èdebole. Se ci compromettiamo con esso e lo lasciamo guariredalla sua malattia alla fine ci toglierà tutta la nostra libertà.

I più semplici problemi sociali si sono dimostratiinsolubili

136. Se nonostante ciò qualcuno immagina che sarebbepossibile riformare il sistema in modo tale da proteggere lalibertà dalla tecnologia inducetelo a riflettere su come la societàabbia affrontato altri problemi sociali, molto più semplici efacili, con rozzezza e senza alcun risultato. Tra le altre cose, ilsistema non ha avuto successo nel fermare la degradazioneambientale, la corruzione politica, il traffico di droga e l'abusodomestico.

137. Prendiamo per esempio i nostri problemi ambientali.Qui il conflitto di valori è semplice: la convenienza economicaattuale contro il salvataggio di alcune risorse naturali per inostri nipoti. Ma su questo argomento la risposta è solo unmucchio di discorsi a vanvera e di ragionamenti confusi daparte delle persone che detengono il potere; mai una linea diazione chiara e fondata, e così continuiamo ad accrescere iproblemi ambientali con cui dovranno vivere in futuro i nostrinipoti. I tentativi di risolvere il tema ambientale consistono inlotte e compromessi tra differenti fazioni, alcune delle qualiprevalenti in un dato momento o in un altro. La linea di azionecambia a seconda delle correnti dell'opinione pubblica. Questonon è un processo razionale, o tale da portare con buonaprobabilità a una soluzione definitiva e positiva del problema. Imaggiori problemi sociali, se "risolti" del tutto, raramente o mailo sono attraverso un qualunque piano razionale complessivo.Essi si risolvono solo attraverso un processo nel quale varigruppi in competizione ricercano il loro proprio interesse, di

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solito a corto termine, arrivando (principalmente grazie allafortuna) a un certo modus vivendi più o meno stabile. Infatti, iprincìpi che abbiamo formulato nei paragrafi 1OO1O6 fannodubitare che la pianificazione razionale sociale a lungo terminepossa avere mai successo.

138. È chiaro, pertanto, che la razza umana ha, tutt'al più, unacapacità molto limitata di risolvere i problemi sociali, persinoquelli relativamente facili. Come si dovrebbe risolvere allora ilproblema molto più difficile e sottile di riconciliare la libertàcon la tecnologia? La tecnologia presenta vantaggi materialichiarissimi, mentre la libertà è un'astrazione che assume diversosignificato a seconda delle persone e la sua perdita è facilmentecoperta dalla propaganda chiacchiere inutili.

139. C'è inoltre una differenza importante: è possibile che inostri problemi ambientali (per esempio) possano un giornoessere risolti attraverso un piano razionale complessivo, ma sequesto accadrà sarà solo perché è nell'interesse a lungo terminedel sistema risolvere questi problemi. Invece non è interesse delsistema preservare la libertà o l'autonomia di un piccologruppo. Al contrario, è nell'interesse del sistema allargare il piùpossibile il controllo del comportamento umano. Così mentre leconsiderazioni pratiche possono alla fine obbligare il sistema adavere un approccio razionale e prudente ai problemi ambientali,considerazioni egualmente pratiche spingeranno il sistema aregolare il comportamento umano ancora più accuratamente (dipreferenza con mezzi indiretti che dissimuleranno l'attacco allalibertà). Questa non è solo la nostra opinione. Eminentiscienziati sociali (per esempio James Q. Wilson) hannosottolineato l'importanza di preparare meglio le persone alla"vita sociale".

La Rivoluzione è più facile della riforma14O. Confidiamo di aver convito il lettore che il sistema non

può essere riformato in modo tale da conciliare la libertà con latecnologia. Il solo modo è di fare completamente a meno delsistema industriale tecnologico. Questo implica la rivoluzione,non necessariamente un'insurrezione armata, ma certamente uncambiamento radicale e fondamentale nella natura dellasocietà.

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141. La gente pensa che poiché la rivoluzione implica uncambiamento molto più radicale della riforma sia più difficiledeterminarla. In realtà, in certe circostanze, la rivoluzione è piùfacile che la riforma. La ragione è che un movimentorivoluzionario può ispirare una intensità di impegno che unmovimento di riforma non può ispirare. Un movimento diriforma offre solo la possibilità di risolvere un problema socialeparticolare. Un movimento rivoluzionario offre la possibilità dirisolvere tutti i problemi in un colpo solo e di creare un mondointeramente nuovo; fornisce il tipo di ideale per il quale lagente accetterà di accollarsi un rischio e di fare grandi sacrifici.Per queste ragioni sarebbe molto più facile rovesciare l'interosistema tecnologico che imporre restrizioni e divieti permanentiallo sviluppo dell'applicazione di qualunque segmento dellatecnologia, come l'ingegneria genetica. In condizioni opportuneun grande numero di persone potrebbe dedicarsi con passione auna rivoluzione contro il sistema industriletecnologico. Comenotavamo nel paragrafo 132, i riformatori che cercano dilimitare certi aspetti della tecnologia potrebbero impegnarsi perevitare un danno. Ma i rivoluzionari lavorano per ottenere unaaltissima ricompensa: la realizzazione della loro visionerivoluzionaria, e quindi lavorano più duramente e con piùtenacia dei riformatori.

142. La riforma è sempre frenata dalla paura delle possibiliconseguenze negative in caso di cambiamenti poco prevedibili.Ma, una volta che la febbre rivoluzionaria ha preso piede in unasocietà, la gente è disposta ad affrontare infinite avversità perfine della rivoluzione. Questo fu dimostrato chiaramente nellarivoluzione francese e russa. Potrebbe essere accaduto, in queicasi, che solo una minoranza della popolazione fosse realmenteimpegnata nella rivoluzione, ma questa minoranza erasufficientemente ampia e attiva da divenire la forza dominantenella società. Riparleremo più a lungo della rivoluzione neiparagrafi 180185.

Controllo del comportamento umano 143. Sin dall'inizio della civiltà le società organizzate hanno

imposto dei condizionamenti agli essere umani a vantaggio delfunzionamento dell'organismo sociale. I tipi di condizionamentivariano grandemente da una società all'altra. Alcuni sono fisici

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(dieta povera, lavoro eccessivo, inquinamento ambientale),alcuni psicologici (rumore, affollamento, obbligo di adattare ilproprio comportamento al modello che la società richiede). Nelpassato la natura umana è stata molto stabile o, in ogni caso,poco mutevole. Di conseguenza, le società sono state capaci dicondizionare la gente solo entro certi limiti. Quando il limitedella sopportazione umana viene oltrepassato ecco compariregli aspetti negativi: ribellione, crimine, corruzione, assenteismo,depressione e altri disturbi mentali, un elevato indice dimortalità, un indice di natalità basso o altro ancora, così che lasocietà o crolla o il suo funzionamento perde di efficienza edessa è sostituita (velocemente o gradualmente, attraverso laconquista, il logoramento o l'evoluzione) da una forma disocietà più valida.

144. Così la natura umana, in passato, ha posto alcuni confiniallo sviluppo delle società. La gente poteva essere spinta versoschermi comportamentali prefissati solo entro certi limiti. Maoggi potrebbe avvenire un cambiamento perché la tecnologiamoderna sta sviluppando delle misure per modificare gli esseriumani.

145. Immagina una società che costringe a vivere incondizioni di grande infelicità così da fornire le droghe perscacciar via questa condizione. Fantascienza? In un certo qualmodo ciò sta realmente accadendo nella nostra società. È notoquanto sia ampiamente aumentato l'indice della depressioneclinica negli ultimi decenni. Noi crediamo che questo siadovuto alla disgregazione del processo del potere, comespiegato nei paragrafi 59Ma persino se fossimo in errorel'aumentato indice della depressione è certamente il risultato dialcune condizioni presenti nella società di oggi. Invece dirimuovere le condizioni che rendono la gente depressa lasocietà moderna fornisce droghe antidepressive. In effetti gliantidepressivi sono un mezzo per modificare l'interioritàdell'individuo in modo da permettergli di tollerare condizionisociali altrimenti insopportabili. (Naturalmente sappiamo che ladepressione è spesso di origine puramente genetica. Noi cistiamo riferendo qui a quei casi nei quali l'ambiente gioca ilruolo predominante).

146. Le droghe che condizionano la mente sono solo uno dei

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mezzi di controllo del comportamento umano che la societàmoderna sta sviluppando. Guardiamone qualche altro.

147. Per cominciare, vi sono le tecniche di sorveglianza.Attualmente videocamere nascoste sono usate nella maggiorparte dei negozi e in molti altri posti; i computer sono usati perraccogliere e elaborare grandi quantità di informazioni sugliindividui. I dati così ottenuti aumentano l'efficacia dellacoercizione fisica (esempio: rafforzamento delle leggi). Quindivi sono i metodi della propaganda, ai quali i mezzi dicomunicazione di massa forniscono un veicolo efficace.Tecniche efficaci sono state sviluppate per vincere le elezioni,vendere prodotti, influenzare l'opinione pubblica. L'industriadell'intrattenimento serve come importante strumentopsicologico del sistema persino quando scodella grandi quantitàdi sesso e violenza. L'intrattenimento fornisce all'uomomoderno mezzi indispensabili di fuga. Assorbito dallatelevisione, video ecc., egli può dimenticare lo stress, l'ansia, lafrustrazione, l'insoddisfazione. Molte persone "non civilizzate"quando non devono lavorare sono contente di sedere per orenon facendo nulla perché sono in pace con sé stesse e con ilmondo. Ma la maggior parte delle persone moderne devonoessere costantemente occupate o intrattenute sennò si"annoiano", diventano inquiete, agitate, irritabili.

148. Altre tecniche agiscono in modo più sotterraneo diquelle menzionate. L'educazione non è più il semplice compitodi punire il bambino quando non conosce la lezione e dicongratularsi con lui quando la sa. L'educazione sta diventandouna tecnica scientifica destinata a controllare lo sviluppo delbambino. Il Centro di apprendimento Sylvan, per esempi, haavuto un grande successo nel motivare i bambini allo studio, e,allo stesso modo, tecniche psicologiche sono usate con più omeno successo in molte scuole convenzionali. Tecnicheinsegnate "ai genitori" servono a far sì che i bambini accettino ivalori fondamentali del sistema e a farli comportare nel modoche il sistema trova desiderabile. Programmi di salute mentale,tecniche di "intervento", la psicoterapia e così via sonoapparentemente destinate al benessere degli individui, ma inpratica servono, di solito, come metodi per indurli a pensare e acomportarsi come il sistema richiede. (Non vi è alcunacontraddizione. Un individuo che, a causa del proprio

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atteggiamento o comportamento, si trovi in conflitto con ilsistema è destinato a fronteggiare una forza potente che non ècapace di sottomettere o di sfuggire, quindi è probabile chesoffra di stress, frustrazione, sconfitta. La sua strada sarà moltopiù facile se pensa e si comporta come il sistema vuole. Inquesto senso, il sistema si muove per il bene dell'individuoquando gli fa il lavaggio del cervello e lo induce alconformismo). L'abuso di bambini nelle sue forme più rozze eovvie è disapprovato in quasi tutte le culture. Tormentare unbambino per una ragione futile o per nessuna ragione è qualcosache terrorizza quasi tutti. Ma molti psicologi interpretano ilconcetto di abuso in una misura molto più ampia. Losculacciare, quando usato come parte di un sistema razionale eesauriente di disciplina, può essere una forma di abuso? Laquestione sarà alla fine decisa dal sapere se le sculacciatetendono a produrre un comportamento che faciliteràl'inserimento della persona nel sistema esistente di società. Inpratica, la parola "abuso" tende a includere qualsiasi metodo dieducazione dei bambini che produca comportamentisconvenienti per il sistema. Così, quando vanno al di là dellaprevenzione della ovvia crudeltà insensata, i programmi perprevenire "abuso sui bambini" sono diretti verso il controllo delcomportamento umano da parte del sistema.

149. Presumibilmente la ricerca cercherà di aumentarel'efficacia delle tecniche psicologiche nel controllo delcomportamento umano. Ma noi pensiamo che sia improbabileche le tecniche psicologiche da sole possano essere sufficienti afar adattare gli esseri umani al tipo di società che la tecnologiasta creando. Si dovrà ricorrere probabilmente a metodibiologici. Abbiamo già parlato dell'uso delle droghe inrelazione a questo. La neurologia potrebbe fornire altre stradeper modificare la mente umana. L'ingegneria genetica degliesseri umani è già all'opera nella forma di "terapia dei geni" enon vi è alcuna ragione per ritenere che tali metodi non sarannoalla fine usati per modificare quegli aspetti del corpo checondizionano il funzionamento mentale.

15O. Come abbiamo detto nel paragrafo 133 sembra che lasocietà industriale stia entrando in un periodo di pesante crisi,dovuto in parte ai problemi del comportamento umano e inparte ai problemi economici e dell'ambiente. E una

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considerevole proporzione dei problemi economici e ambientalidel sistema deriva dal modo in cui gli esseri umani sicomportano. Alienazione, bassa autostima, depressione, ostilità,ribellione, bambini che non vogliono studiare, gang di giovani,uso di droghe illegali, abuso di bambini, altri crimini, sessoinsicuro, gravidanze di bambine, crescita della popolazione,corruzione politica, odio tra razze, rivalità etnica, conflittiideologici aspri (per esempio gli abortisti "per la scelta" controgli antiabortisti "per la vita"), l'estremismo politico, ilterrorismo, il sabotaggio, i gruppi antigoverno, i gruppi di odio.Tutto questo minaccia la reale sopravvivenza del sistema. Ilsistemasi vedrà obbligato a usare qualunque mezzo pratico percontrollare il comportamento umano.

151. La disgregazione sociale che noi oggi vediamo non ècertamente il risultato di un caso. Esso può essere solo ilrisultato delle condizioni di vita che il sistema impone allagente. Noi abbiamo sostenuto che la più importante di questecondizioni è la disgregazione del processo del potere. Se ilsistema ha buon esito nell'imporre un controllo sufficiente sulcomportamento umano per assicurare la sua propriasopravvivenza, un nuovo spartiacque nella storia umana saràoltrepassato. Dove in passato i limiti della resistenza umanahanno imposto limiti allo sviluppo delle società (come abbiamospiegato nei paragrafi 143 e 144) la societàindustrialetecnologica sarà capace di oltrepassare questi limitimodificando gli esseri umani, sia con metodi psicologici checon metodi biologici o con entrambi. Nel futuro i sistemisociali non dovranno adattarsi alla richiesta dei bisogni degliesseri umani. Invece l'essere umano si adatterà alla richiesta deibisogni del sistema.

152. In generale, il controllo tecnologico sul comportamentoumano probabilmente non sarà introdotto con una intenzionetotalitaria o col desiderio conscio di restringere la libertàumana. Ogni nuovo passo nella diffusione del controllo sullamente umana sarà considerato come una risposta razionale alproblema che l'umanità affronta in quel momento: come curarel'alcoolismo, ridurre l'indice della criminalità o indurre lagioventù a studiare la scienza e l'ingegneria. In molti casi, visarà una giustificazione umanitaria. Per esempio, quando unopsichiatra prescrive un antidepressivo a un paziente, egli sta

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sicuramente facendo un favore a quell'individuo. Dovrebbeessere considerato inumano negare la droga a qualcuno che neha bisogno. Quando i genitori inviano i loro bambini al Centrodi apprendimento Sylvan per far sì che siano manipolati alpunto di essere entusiasti dei loro studi lo fanno per interesseverso il benessere dei loro bambini. Potrebbe accadere chealcuni genitori, però, pensino che non si debba avere uneducazione specializzata per avere un lavoro e che i lorobambini non debbano subire il lavaggio del cervello per poirincretinire di fronte al computer. Ma cosa possono fare? Nonpossono cambiare la società e il loro bambino potrebbe nonavere un futuro lavorativo se non ha determinate capacità. Cosìlo mandano alla Sylvan.

153. Così il controllo sul comportamento umano saràintrodotto non da una decisione calcolata delle autorità maattraverso un processo di evoluzione sociale (comunque unarapida evoluzione). Sarà impossibile resistere a questo processoperché ogni avanzamento considerato in sé appariràvantaggioso o, al limite, il male che ne deriva sembrerà minoredel danno provocato dalla sua non attuazione (vedere paragrafo127). La propaganda, per esempio, è usata per molti buonimotivi, come scoraggiare l'abuso sui bambini o l'odio di razza(vedi nota 14). L'educazione sessuale è ovviamente utile,tuttavia l'effetto dell'educazione sessuale (laddove ha successo)è di togliere alla famiglia il modellamento degli atteggiamentisessuali ponendolo nelle mani dello Stato tramite il sistemapubblico della scuola.

154. Supponiamo che venga scoperta una caratteristicabiologica che aumenti la probabilità che un bambino possadivenire un criminale e supponiamo qualche sorta di terapiagenetica che possa rimuovere questo tratto. Di sicuro lamaggior parte dei genitori i cui bambini possiedono questacaratteristica li sottoporranno a terapia. Sarebbe inumanocomportarsi altrimenti, visto che il bambino probabilmenteavrebbe una vita miserabile se divenisse un criminale. Mamolte, o probabilmente la maggior parte, delle società primitivehanno un indice limitato di criminalità in confronto a quellodella nostra società, non avendo né metodi ad alta tecnologiaper l'educazione dei bambini né sistemi duri di punizione. Vistoche non è ragione di supporre che gli uomini moderni abbiano

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tendenze innate predatorie maggiori degli uomini primitivi,l'alto indice di criminalità della nostra società è probabilmentedovuto alle pressioni che le condizioni moderne impongono allagente, alle quali molti non possono o non voglionoconformarsi. Così un trattamento programmato a rimuovere letendenze criminali potenziali è anche in parte un modo diricostruire la gente in modo da soddisfare le richieste delsistema.

155. La nostra società tende a considerare "malattie" qualsiasiopinione o comportamento scomodo per il sistema e questo èplausibile perché, quando un individuo non si adatta al sistema,egli viene colpito da qualche patologia creando, in tal modo,problemi anche al sistema. Pertanto la manipolazione di unindividuo per adattarlo al sistema è vista come "cura" di una"malattia" e quindi come cosa positiva.

156. Nel paragrafo 128 abbiamo sottolineato come l'uso di unnuovo prodotto tecnologico è inizialmente facoltativo, ma nonrimane in seguito necessariamente tale perché la nuovatecnologia tende a cambiare la società e diviene difficile oimpossibile per chiunque operare senza farvi ricorso. Questo siapplica anche alla tecnologia del comportamento umano. In unmodo nel quale la maggior parte dei bambini è immessa in unprogramma che li rende entusiasti per lo studio, un genitore sisentirà obbligato a inserire suo figlio in questo programmaperché altrimenti il bambino diventerebbe, in confronto aglialtri, un ignorante e quindi non utilizzabile. Oppuresupponiamo che venga scoperto un trattamento biologico che,senza gli indesiderabili effetti collaterali, riduca di gran lungalo stress psicologico di cui così tante persone soffrono nellanostra società. Se un gran numero di persone scegliesse disottoporsi al trattamento, allora il livello generale di stress nellasocietà si ridurrebbe e renderebbe possibile al sistemaaumentare la pressione produttrice di stress. Infatti, qualcosa disimile sembra essere già accaduto con uno dei più importantistrumenti psicologici della nostra società, che permette allagente di ridurre (o almeno fuggire temporaneamente) lo stress,vale a dire l'intrattenimento di massa (vedi paragrafo 147). Ilnostro uso dell'intrattenimento di massa è "facoltativo".Nessuna legge ci impone di vedere la televisione, ascoltare laradio, leggere riviste. Tuttavia l'intrattenimento di massa è un

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mezzo di fuga e di riduzione dello stress di cui la maggioreparte di noi è divenuta dipendente. Tutti si lamentano di unatelevisione priva di valori, ma quasi tutti la guardiamo. Pochihanno abbandonato l'uso della televisione e sarebbe una personaeccezionale quella che oggi potrebbe tirare avanti senza usarequalche forma di intrattenimento di massa (tuttavia, fino a pocotempo fa, nella storia dell'umanità la maggior parte degliindividui tirava avanti piacevolmente senza alcunintrattenimento di massa, a parte quello che ogni comunitàlocale creava per sé). Senza l'industria dell'intrattenimento ilsistema probabilmente non sarebbe stato capace di imporci unacosì pesante pressione produttrice di stress.

157. Presumendo che la società industriale sopravviva, èprobabile che la tecnologia, alla fine, acquisisca un qualcosache si avvicini al controllo completo del comportamentoumano. È stato stabilito al di là di ogni ragionevole dubbio cheil pensiero umano e il comportamento hanno una larga basebiologica. Gli scienziati hanno dimostrato che sensazioni comela fame, il piacere, la rabbia e la paura possono essereprovocate o eliminate da una stimolazione elettrica adeterminate parti del cervello. La memoria può essere distruttada danni cerebrali o può essere portata alla superficie attraversola stimolazione elettrica. Possono essere indotte allucinazioni ei sentimenti possono essere alterati dalle droghe. Ci può essereo no un'anima umana immateriale, ma, se esistesse, essasarebbe sicuramente meno potente dei meccanismi biologici delcomportamento umano. Perché se così non fosse allora iricercatori non sarebbero capaci di manipolare tanto facilmentele sensazioni e i comportamenti umani con droghe e correntielettriche.

158. Probabilmente non sarebbe pratico impiantare nella testadegli individui elettrodi che ne permettano il controllo da partedelle autorità. Ma il fatto che i pensieri e le sensazioni umanesiano così aperti all'intervento biologico dimostra che ilproblema di questo genere di controllo è principalmente unproblema tecnico: un problema di neuroni, e molecolecomplesse; il tipo di problema che è aperto all'attaccoscientifico. Dato il considerevole primato della nostra società dirisolvere problemi tecnici, è probabile che grandi progressisaranno compiuti nel controllo del comportamento umano.

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159. La resistenza pubblica imporrà l'introduzione delcontrollo tecnologico del comportamento umano? Certamentepotrebbe tentare di impedirlo qualora ci fosse il tentativo diimporre tale controllo improvvisamente e in un sol colpo. Vistoperò che il controllo tecnologico sarà introdotto attraverso unalunga sequela di piccoli passi, non vi sarà una resistenzapubblica razionale ed efficace (vedi i paragrafi 127,133,153.).

16O. A coloro che pensano che tutto questo sappia difantascienza, noi mostriamo come la fantascienza di ieri sia ilnostro presente. La rivoluzione industriale ha alteratoradicalmente l'ambiente dell'uomo e il suo modo di vita e, vistoche la tecnologia è sempre più applicata al corpo umano e allamente, ci si deve solo aspettare che l'uomo stesso sia alteratoradicalmente come lo sono stati il suo ambiente e il suo mododi vita.

La razza umana a un bivio 161. Ma siamo andati avanti troppo in fretta rispetto alla

nostra storia. Una cosa è sviluppare in laboratorio una serie ditecniche psicologiche o biologiche per la manipolazione delcomportamento umano e un'altra è integrare queste tecniche inun sistema sociale funzionante. La seconda è di gran lunga lapiù difficile. Per esempio, mentre le tecniche di psicologiaeducativa operano con profitto nelle "scuole laboratorio", dovevengono sviluppare e messe in pratica, non possono essereapplicate con altrettanta efficacia in tutto il nostro sistemaeducativo. Le nostre scuole sono, in generale, simili tra loro. Imaestri sono troppo impegnati a togliere coltelli e fucili airagazzi piuttosto che assoggettarli alle più innovative tecnicheche li rendano dei cretini del computer. Così, a dispetto di tuttii progressi tecnici relativi al comportamento umano, il sistemasino ad oggi non è riuscito con successo a controllare gli esseriumani.Le persone il cui comportamento è consideratodiscretamente buono dal sistema sono quelle che potremmodefinire "borghesi". Ma sempre più numerosi sono quelli che,in un modo o nell'altro si ribellano al sistema: i membri dellegang giovanili, i satanisti, i nazi, i radicali, gli ambientalisti, gliuomini delle milizie ecc.

162. Il sistema è attualmente impegnato in una lotta disperata

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per superare certi problemi che minacciano la suasopravvivenza e i problemi del comportamento umano sono ipiù importanti. Se il sistema riesce ad acquisire in fretta unsufficiente controllo sul comportamento umano probabilmentesopravviverà. Altrimenti crollerà. Noi pensiamo che laquestione sarà probabilmente risolta entro i prossimi decenni,diciamo da 4O a 1OO anni.

163. Supponiamo che il sistema sopravviva alla crisi futura.A quel punto dovrà aver risolto, o almeno aver messo sottocontrollo, i problemi principali con cui si deve confrontare, inparticolare quello della "socializzazione" degli esseri umani:rendere cioè la gente sufficientemente docile così che il lorocomportamento non minacci più il sistema. Avendo raggiuntociò, non dovrebbe esserci alcun ulteriore ostacolo allo sviluppodella tecnologia ed essa probabilmente avanzerebbe verso la sualogica conclusione, che è il controllo completo di ogni cosasulla Terra, inclusi gli esseri umani e tutti gli altri importantiorganismi. Il sistema potrebbe divenire una organizzazioneunitaria, monolitica, o potrebbe essere più o meno frammentatoe consistere di una serie di organizzazioni coesistenti in unarelazione che include elementi sia di cooperazione che dicompetizione, così come oggi il governo, le grandi imprese edaltre grandi organizzazioni cooperano e competono allo stessotempo una con l'altra. La libertà umana svanirà, perché gliindividui e i piccoli gruppi saranno impotenti contro leorganizzazioni armate con la supertecnologia e un arsenale diavanzati strumenti psicologici e biologici per la manipolazionedegli esseri umani, oltre a strumenti di sorveglianza e dicoercizione fisica. Solo un piccolo numero di gente avrà unreale potere, e persino questi, probabilmente, avrannosolamente una libertà limitata perché anche il lorocomportamento sarà regolato; così come oggi i nostri politici ei dirigenti delle grandi imprese possono conservare le loroposizioni di potere solo finché il loro comportamento rimaneentro certi limiti discretamente circoscritti.

164. Non immaginare che, una volta superata la crisi deiprossimi decenni i sistemi porranno termine allo sviluppo diulteriori tecniche di controllo degli esseri umani e della natura,e che per la sopravvivenza del sistema non sia più necessarioaumentare il controllo. Al contrario, una volta che il peggio

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sarà superato, il sistema aumenterà il controllo sulle persone esulla natura più velocemente, perché non sarà più ostacolatodalle difficoltà che attualmente incontra. La sopravvivenza nonè il motivo principale per estendere il controllo.Come abbiamospiegato nei paragrafi 879O, i tecnici e gli scienziati portanoavanti il loro lavoro essenzialmente come una attivitàsostitutiva; cioè essi soddisfano il loro bisogno di potererisolvendo problemi tecnici. Essi continueranno a far ciò coninesauribile entusiasmo, e i problemi più interessanti che siimporranno alla loro attenzione saranno comprendere il corpoumano e la mente e intervenire nel loro sviluppo. Per "il benedell'umanità", naturalmente.

165. Ma supponiamo, al contrario, che le tensioni future sidimostrino eccessive per il sistema. Se il sistema crolla vipotrebbe essere un periodo di caos, un "periodo di difficoltà",quali la storia ha registrato durante varie epoche nel passato. Èimpossibile predire cosa emergerà da tale periodo, ma ad ognimodo dovrebbe essere concessa alla razza umana una nuovapossibilità. Il pericolo più grande è che la società industrialecominci a ricostituirsi entro i primi anni dopo il collasso.Certamente vi saranno molte persone (specialmente gli affamatidi potere) ansiose di riavere al più presto le fabbriche riaperte.

166. Quindi due compiti si presentano di fronte a coloro cheodiano la servitù alla quale il sistema industriale sta riducendola razza umana. Primo, dobbiamo lavorare per innalzare letensioni sociali all'interno del sistema, così da aumentare laprobabilità del crollo o di un indebolimento tale da renderepossibile una rivoluzione. Secondo, è necessario sviluppare epropagare un'ideologia che si opponga alla tecnologia e allasocietà industriale, se e quando il sistema si mostreràsufficientemente indebolito. E tale ideologia ci aiuterà adassicurare che, se e quando la società industriale crollerà, i suoiresti saranno fatti a pezzi senza possibilità che possano essererimessi insieme, così che il sistema non potrà essere piùricostituito. Le fabbriche devono essere distrutte, manualibruciati, ecc.

La sofferenza umana 167. Il sistema industriale non crollerà semplicemente sotto

l'azione di una azione rivoluzionaria. Sarà vulnerabile a un

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attacco rivoluzionario solo se i suoi problemi interni disviluppo gli creeranno serie difficoltà. Così se il sistemacrollerà lo farà o spontaneamente o attraverso un processo inparte spontaneo ma aiutato parallelamente dai rivoluzionari. Seil collasso è improvviso molte persone moriranno, visto che lapopolazione del mondo è divenuta così numerosa che nonpotrebbe nemmeno nutrirsi senza una tecnologia avanzata.Persino se il crollo fosse abbastanza graduale, così che lariduzione della popolazione potesse avvenire attraversol'abbassamento degli indici di natalità anziché l'aumentodell'indice di mortalità, il processo di deindustrializzazioneprobabilmente sarebbe molto carico e comporterebbe diconseguenza molta sofferenza. È semplicistico ritenereprobabile che la tecnologia possa essere interrotta in manierapuntuale e ordinata, poiché specialmente i tecnofilicombatteranno tenacemente in ogni momento. È quindi crudelelavorare per il collasso del sistema? Forse, ma forse no. Inprimo luogo, i rivoluzionari non saranno capaci di far crollare ilsistema a meno che esso non si dibatta in problemi profondicosì da rendere probabile il suo finale autocollasso; e più ilsistema cresce, più disastrose saranno le conseguenze del suocrollo; così può accadere che i rivoluzionari, affrettando l'iniziodel crollo, riducano l'estensione del disastro.

168. In secondo luogo, bisogna porre a confronto la lotta e lamorte contro la perdita di libertà e dignità. Per molti di noi, lalibertà e la dignità sono più importanti che vivere a lungo oevitare il dolore fisico. Inoltre dobbiamo tutti morire alla fine, esarebbe meglio morire combattendo per la sopravvivenza, o peruna causa, che vivere una vita lunga ma vuota e senza scopo.

169.In terzo luogo, non è del tutto certo che la sopravvivenzadel sistema provochi una sofferenza minore di quella causatadal crollo dello stesso. Il sistema ha già provocato, e continua aprovocare, una sofferenza immensa in tutto il mondo. Cultureantiche che per centinaia di anni diedero alla gente una rete direlazioni umane e ambientali soddisfacente sono state distruttedal contatto con la società industriale e il risultato è stato unintero catalogo di problemi economici, ambientali, sociali epsicologici. Uno degli effetti dell'intromissione della societàindustriale è stato che in quasi tutto il mondo i controllitradizionali sulla popolazione hanno perso il loro equilibrio.

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Quindi l'esplosione della popolazione, con tutto quello cheimplica. Inoltre vi è la sofferenza psicologica, diffusa in tutti i"fortunati" paesi dell'Occidente (vedi paragrafi 44, 45).Nessuno sa cosa accadrà in seguito all'esaurimento costantedell'ozono, all'effetto serra e agli altri problemi ambientali cheper ora non possiamo ancora prevedere. E, come laproliferazione nucleare ha mostrato, la nuova tecnologia nonpuò essere tenuta lontana dalle mani di dittatori e diirresponsabili nazioni del Terzo mondo. Vi piacerebbeimmaginare cosa farebbero l'Iraq o la Corea del nord conl'ingegneria genetica.

170. "Oh!" dicono i tecnofili, "la scienza risolverà tutto!Vinceremo la carestia, elimineremo la sofferenza psicologica,renderemo tutti sani e felici". Sì, certo. Questo è quello chedicevano 2OO anni fa. Si pensava che la rivoluzione industrialeavrebbe eliminato la povertà, reso tutti felici ecc. Il risultatoreale è stato completamente diverso. I tecnofili sono deisemplicisti senza speranza (o autoillusi) nella lorocomprensione dei problemi sociali. Non si rendono conto (oscelgono di ignorare) che quando in una società vengonointrodotti dei grandi cambiamenti, anche quando questisembrano portare dei vantaggi, provocano una lunga serie dialtri cambiamenti la maggior parte dei quali sono impossibili daprevedere (paragrafo 1O3). Il risultato è la disgregazione dellasocietà. Così è molto probabile che, nel loro tentativo di porrefine alla povertà e alle malattie e di costruire docili e felicipersonalità, i tecnofili creeranno sistemi sociali terribilmenteagitati, persino più di quelli odierni. Per esempio, gli scienziatisi vantano di poter porre fine alla carestia creando nuove piantealimentari costruite geneticamente. Ma questo permetterà allapopolazione umana di espandersi indefinitivamente e sappiamobene che l'affollamento porterà a un aumento della tensione edell'aggressività. Questo è semplicemente uno dei problemi chesi possono presagire. Noi sottolineiamo che, come passateesperienze hanno mostrato, il progresso tecnico innescherànuovi problemi e con una tale rapidità che i vecchi rimarrannoirrisolti. Così i tecnofili dovranno passare attraverso un lungo edifficile periodo per risolvere i difetti del loro Nuovo MondoCoraggioso (se ci riusciranno). Nel frattempo la sofferenza saràgrande. Perciò non è chiaro se la sopravvivenza della società

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industriale significhi meno sofferenza che non il crollo dellastessa. La tecnologia ha posto la razza umana in un pasticciotale da rendere improbabile l'esistenza di una facile via d'uscita.

Il futuro 171. Ma supponiamo ora che la società industriale sopravviva

per i prossimi decenni; che i problemi alla fine siano statirisolti dal sistema e che esso funzioni perfettamente. Che tipodi sistema sarà? Consideriamo le differenti possibilità.

172. Per prima cosa lasciateci ipotizzare il successo degliscienziati del computer nello sviluppare macchine intelligenti ingrado di fare tutto meglio degli esseri umani. In questo caso,probabilmente, il lavoro sarà compiuto da estesi e benorganizzati sistemi di macchine e non sarà più necessarioalcuno sforzo da parte dell'uomo. Due sarebbero le possibilità:permettere alle macchine di procedere autonomamente senzasorveglianza umana, conservare il controllo umano sullemacchine.

173. Nel primo caso, non possiamo fare alcuna congettura suirisultati, perché è impossibile indovinare come tali macchine sipossano comportare. Noi sottolineiamo soltanto che il destinodella razza umana potrebbe essere alla mercé delle macchine. Sipotrebbe sostenere che la razza umana non dovrebbe esseretanto stupida da consegnare tutto il potere alle macchine. Manoi pensiamo che la razza umana non dovrebbe trasferire ilpotere alle macchine né che le macchine dovrebberoostinatamente impadronirsi del potere. Quello che noisosteniamo è che la razza umana potrebbe facilmente tolleraredi scivolare in una posizione di tale dipendenza dalle macchineda non dover esercitare alcuna scelta pratica, accettando tutte ledecisioni della macchina. Nel momento in cui la società e iproblemi da affrontare diventassero sempre più complessi, e lemacchine sempre più intelligenti, la gente permetterà semprepiù a queste ultime di prendere decisioni al suo postosemplicemente perché le decisioni prese dalle macchineporterebbero a migliori risultati rispetto a quelle prese dagliuomini. Alla fine potrebbe essere raggiunta una frase in cui ledecisioni necessarie per far sì che il sistema continui sarannocosì complesse che gli esseri umani saranno incapaci diprenderle intelligentemente. In questa fase le macchine avranno

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il controllo effettivo. La gente non sarà capace nemmeno dispegnere le macchine perché saranno così dipendenti da esseche spegnerle equivarrebbe al suicidio.

174. Dall'altro lato, è possibile che il controllo umano sullemacchine possa essere conservato. In questo caso l'uomocomune può avere un controllo su alcune macchine private disua proprietà, come l'automobile e il personal computer, ma ilcontrollo su sistemi più grandi sarà nelle mani di una élitemolto ristretta, così come è oggi, ma con due differenze. Acausa del miglioramento delle tecniche l'élite avrà un maggiorecontrollo sulle masse; e poiché il lavoro umano non sarà piùnecessario le masse saranno superflue, un peso inutile nelsistema. Se i membri di questa élite sono spietati, possonosemplicemente decidere di sterminare la massa dell'umanità. Seinvece sono umani possono usare la propaganda o altre tecnichepsicologiche o biologiche per ridurre l'indice di natalità fino ache la massa dell'umanità si estingua lasciando il mondo a loro.Oppure, se l'élite consiste di liberali dal cuore tenero, questipossono decidere di giocare il ruolo di buoni pastori per il restodella razza umana. Faranno in modo che i bisogni fisici di tuttisiano soddisfatti, che tutti i bambini vengano cresciuti incondizioni psicologicamente sane, che ognuno abbia un hobbysalutare per tenersi occupato, e che gli insoddisfatti possanointraprendere un "trattamento" per curare il loro "problema".Naturalmente, la vita non avrà più alcuno scopo e la gentedovrà essere costruita biologicamente o psicologicamente, siaper muovere il loro bisogno per il processo di potere e sia per"sublimare" la loro spinta per il potere verso qualche hobby nondannoso. Questi esseri umani costruiti possono essere felici inuna tale società, ma senza dubbio non saranno liberi. Sarannoridotti allo stato di animali domestici.

175. Supponiamo ora l'insuccesso da parte degli scienziati delcomputer nello sviluppo di un'intelligenza artificiale così darendere necessario il loro umano. Persino in questo caso lemacchine, in misura sempre maggiore, svolgeranno i compitipiù semplici così che sempre più numerosi saranno i lavoratoriumani impiegati ai più bassi livelli. (Questo sta accadendo. Visono molte persone per cui è impossibile o difficile trovarelavoro, perché, per ragioni intellettuali o psicologiche, nonpossono acquisire il livello di formazione adatto per rendersi

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utili nel presente sistema.) Pressioni sempre più forti sarannoesercitate sui lavoratori. Avranno bisogno di maggioraddestramento, maggiore abilità, e dovranno essere più sicuri,conformi e docili perché saranno sempre più come cellule di unorganismo di un gigante. I loro compiti saranno sempre piùspecializzati così che il loro lavoro sarà, in un certo sensocontatto con il mondo reale, essendo concentrato solo su unafetta minuscola della realtà. Il sistema dovrà usare qualsiasimezzo, sia psicologico che biologico, per rendere l'individuodocile, dotato delle capacità che il sistema richiede e per"sublimare" la sua spinta per il potere in qualche compitospecializzato. Ma affermare che la gente di una tale societàdovrà essere docile può richiedere una precisazione. La societàpuò trovare utile la competitività, e fare in modo di dirigerla incanali utili al sistema. Possiamo immaginare una società futuranella quale vi sia una competizione senza fine per posizioni diprestigio e di potere. Ma solo poche persone raggiungeranno ilvertice, dove risiede il solo vero potere (vedi la fine delparagrafo 162). Molto ripugnante è una società nella quale unapersona possa soddisfare i suoi bisogni di poteresemplicemente allontanando un ampio numero di altre personedalla via e privandole della loro opportunità per il potere.

176. Allo stesso tempo si possono prefigurare scenari cheincorporino aspetti di ulteriori possibilità. Per esempio, puòaccadere che le macchine assumano la maggior parte del lavorodi reale importanza pratica, tenendo occupati gli esseri umanicon un lavoro relativamente poco importante. Si sostiene che,per esempio, un grande sviluppo del servizio delle industriepotrebbe fornire lavoro agli esseri umani. Così le personedovrebbero spendere il tempo pulendosi le scarpe a vicenda,trasportandosi uno con l'altro in taxi, fabbricando prodotti unoper l'altro, ecc. Questo ci sembra un modo assolutamentedisprezzabile per la fine della umanità e dubitiamo che moltitroverebbero le loro vite soddisfacenti in tali occupazioni senzasenso. Cercherebbero piuttosto altri sfoghi pericolosi (ledroghe, i crimini, i culti, i gruppi di odio), a meno che nonsiano costruiti biologicamente o psicologicamente per adattarsia tale modo di vita.

177. Inutile dirlo, gli scenari descritti non esauriscono tutte lepossibilità. Essi tratteggiano solo gli esiti che ci sembrano più

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probabili. Ma noi non possiamo prefigurare alcuno scenariopossibile che sia più gradevole di quelli che abbiamo descritto.È assai probabile che se il sistema industriale tecnologicosopravviverà per i prossimi 4O1OO anni avrà sviluppato a quelpunto alcune caratteristiche generali: gli individui (almeno i"borghesi" integrati nel sistema, che lo fanno procedere equindi hanno tutto il potere) saranno sempre più dipendentidalle grandi organizzazioni; saranno sempre più "socializzati" ele loro qualità fisiche e mentali saranno in misura significativa(probabilmente in grande proporzione) quelle che gli sarannoprecostituite piuttosto che il risultato del caso (o della volontàdi Dio, o qualunque altra cosa); e qualunque cosa possa essererimasto di quello che è la natura selvaggia, sarà ridotto a restipreservati per studi scientifici (quindi non sarà più veramenteselvaggia). Nel lungo periodo (diciamo da qui a qualche secolo)è probabile che né la razza umana né qualsiasi altro importanteorganismo esisterà come noi lo conosciamo oggi, perché unavolta iniziato a modificare gli organismi attraverso la ingegneriagenetica non vi sarà alcuna ragione di fermarsi a un qualsiasipunto particolare, così che le modificazioni continuerannoprobabilmente fino a che l'uomo e altri organismi sianocompletamente trasformati.

178. Qualunque possa essere lo sviluppo, è certo che latecnologia sta creando per gli esseri umani un nuovo ambientefisico e sociale, radicalmente differente dalla serie di ambiential quale la selezione natura ha adattato la razzaumana fisicamente e psicologicamente. Se l'uomo non si adattaa questo nuovo ambiente artificialmente ricostruito allora siadatterà attraverso un lungo e doloroso processo di selezionenaturale. Il primo caso è molto più probabile del secondo.

179. Sarebbe meglio rovesciare l'intero, disgustoso sistema eaccettarne le conseguenze.

Strategia18O. I tecnofili ci stanno trascinando tutti in una imprudente

corsa verso l'ignoto. Molti comprendono qualcosa di quello cheil progresso tecnologico ci sta facendo però assumono unatteggiamento passivo perché pensano che sia inevitabile. Manoi non pensiamo che sia inevitabile. Pensiamo che possaessere fermato e daremo qui alcune indicazioni su come fare.

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181. Come abbiamo affermato nel paragrafo 165, i dueprincipali compiti per il presente sono promuovere tensionesociale e l'instabilità nella società industriale e sviluppare epropagare un'ideologia che si opponga alla tecnologia e alsistema industriale. Quando il sistema viene sottoposto a unsufficiente grado di pressione e diventa instabile può esserepossibile una rivoluzione contro la tecnologia. Il modellodovrebbe essere simile a quello della rivoluzione francese orussa. La società francese e quella russa, molti decenni primadelle loro rispettive rivoluzioni mostrarono crescenti segni diinstabilità e debolezza. Nel frattempo si sviluppavano ideologieche offrivano una nuova visione del mondo, del tutto diversa daquella antica. Nel caso russo, i rivoluzionari lavoravanoattivamente per minare il vecchio ordine. Allora, quando ilvecchio sistema fu sottoposto a una adeguata, ulterioredifficoltà (una crisi finanziaria in Francia, la sconfitta militarein Russia) fu spazzato via dalla rivoluzione. Quello che noiproponiamo è qualcosa che segua lo stesso percorso.

182. Si obietterà che la rivoluzione francese e quella russafurono dei fallimenti. Ma la maggior parte delle rivoluzionihanno due obiettivi. Uno è quello di distruggere una vecchiaforma di società e l'altro di costruirne una nuova ideata dairivoluzionari. I rivoluzionari francesi e russi fallirono(fortunatamente!) nel creare il tipo di società che sognavano,ma riuscirono in ogni caso a distruggere la forma esistente disocietà.

183. Ma un'ideologia, per guadagnare un sostegnoentusiastico, deve avere degli ideali tanto positivi quantonegativi: deve essere per qualcosa così come contro qualcosa.L'ideale positivo che noi proponiamo è la Natura. Cioè, lanatura selvaggia, quegli aspetti del funzionamento delle terra edei suoi esseri viventi che sono indipendenti dalla gestioneumana e liberi dall'interferenza e dal controllo umani. E nellanatura selvaggia noi includiamo anche la natura umana, inparticolare quegli aspetti del funzionamento dell'individuo nonsoggetti alla regolazione da parte di società organizzate maprodotti del caso, della libertà volontà, di Dio (a seconda delleproprie opinioni religiose o filosofiche).

184. La natura è un ideale perfetto opposto alla tecnologia per

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diverse ragioni. La natura (quella che è al di fuori del potere delsistema) è opposta alla tecnologia (che cerca di espandereindefinitamente il potere del sistema). La maggior parte dellepersone concorderanno che la natura è bella; e questa bellezzaha un forte richiamo popolare. Gli ambientalisti radicali hannogià un'ideologia che esalta la natura e si oppone alla tecnologia.Non è necessario per il bene della natura costruire qualchechimerica utopia o qualsiasi nuovo tipo di ordine sociale. Lanatura si prende cura di sé: essa fu una creazione spontaneaesistente molto prima di qualunque società umana einnumerevoli differenti tipi di società umane coesistettero conla natura senza recarle un eccessivo danno. Solo con larivoluzione industriale l'effetto della società umana sulla naturadivenne veramente devastante. Per alleviare la pressione sullanatura non è necessario creare un tipo particolare di sistemasociale; occorre solo liberarsi della società industriale. Maanche quando questo principio fosse accettato esso nonrisolverebbe tutti i problemi. La società industriale ha recatoinoltre un tremendo danno alla natura e passerà molto tempoprima di poterne curare le ferite. Persino le societàpreindustriali possono arrecare danni significativi alla natura.Nondimeno, liberarsi della società industriale realizzerà ungrande progetto. Alleggerirà, nei suoi aspetti più devastanti, lapressione sulla natura così da poter rimarginare le sue ferite.Toglierà alle società organizzate la capacità di aumentare illoro controllo sula natura (inclusa quella umana). Qualunquetipo di società possa esistere dopo il decesso del sistemaindustriale è certo che la maggior parte delle persone vivràvicino alla natura, perché in assenza di tecnologia avanzata nonvi è altro modo in cui la gente possa vivere. Per alimentarsidovranno tornare a essere contadini, pastori, pescatori,cacciatori, ecc. E, in generale, l'autonomia locale dovrà tornarea svolgere un ruolo significativo perché la mancanza di unatecnologia avanzata e di comunicazioni rapide limiteranno lacapacità dei governi o delle altre grandi organizzazioni dicontrollare le comunità locali.

185. Relativamente alle conseguenze negative che potrebberoscaturire dall'eliminazione della società industriale beh, non sipuò avere la botte piena e la moglie ubriaca. Per ottenere unacosa si deve sacrificarne un'altra.

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186. La maggior parte delle persone odiano i conflittipsicologici. Per questa ragione evitano qualunqueapprofondimento sui difficili temi sociali e preferiscono che glisi presentino in termini semplici, tipo bianco e nero. Questo ètutto positivo e questo è tutto negativo. L'ideologiarivoluzionaria dovrebbe quindi essere sviluppata su due livelli.

187. A un livello più sofisticato, l'ideologia dovrebbeindirizzarsi alle persone intelligenti, ragionevoli e razionali.L'obiettivo dovrebbe essere quello di creare un nucleo che siopponga al sistema industriale su una base razionale, ponderata,con piena consapevolezza dei problemi e delle ambiguitàpresenti e del prezzo che deve essere pagato per liberarsi delsistema. È particolarmente importante attrarre gente di questotipo, persone capaci e in grado di influenzarne altre. Questiindividui dovrebbero essere indirizzati verso un livello il piùrazionale possibile. I fatti non dovrebbero mai essereintenzionalmente distorti e il linguaggio essere sempre moltocontrollato. Questo non significa che nessun richiamo possaessere fatto alle emozioni ma, nel fare tali richiami, si deveevitare di travisare la verità o di fare qualunque altra cosa chepossa distruggere la rispettabilità intellettuale dell'ideologia.

188. A un secondo livello, l'ideologia dovrebbe esserepropagata in una forma semplificata che permettesse allamaggioranza immatura di cogliere il conflitto tra tecnologia enatura con chiarezza e senza ambiguità. Ma anche a questosecondo livello l'ideologia non dovrebbe essere espressa in unlinguaggio approssimativo, violento o irrazionale, che aliena iltipo di persone ragionevoli e razionali. Una propagandameschina e smodata alcune volte raggiunge dei risultati digrande effetto a breve termine, però potrà essere piùvantaggioso nel lungo periodo mantenere la lealtà di un piccolonumero di persone impegnate con intelligenza piuttosto chesuscitare passioni in una folla capricciosa e irriflessiva checambierà il suo atteggiamento nel momento in cui qualcun altroarriverà esibendo un trucco propagandistico più efficace.Comunque, la propaganda che agita le masse popolari puòessere necessaria quando il sistema è vicino al punto di collassoe vi sia una lotta fina le tra ideologie rivali per determinarequella che diverrà dominante quando la visione del vecchiomondo scomparirà.

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189. Prima della lotta finale i rivoluzionari non dovrebberoaspettarsi di avere la maggioranza dalla loro parte. La storia èfatta da minoranze attive e determinate, non dalla maggioranza,che raramente ha una idea chiara e precisa di quello cherealmente vuole. Nel tempo necessario per arrivare allo sforzofinale verso la rivoluzione il compito dei rivoluzionari saràquello di costituire un piccolo nucleo di persone profondamentecoinvolte piuttosto che cercare di guadagnarsi il favore dellamassa. Per quanto riguarda la maggioranza, sarà sufficienterenderla consapevole dell'esistenza della nuova ideologia ericordargliela con frequenza: sebbene, naturalmente, siadesiderabile avere il sostegno dalla maggioranza fino al puntoin cui questo possa essere ottenuto senza indebolire il nucleodelle persone seriamente coinvolte.

19O. Qualunque tipo di conflitto sociale contribuisce adestabilizzare il sistema ma bisogna fare attenzione al tipo diconflitto che si incoraggia. La linea del conflitto dovrebbeessere tracciata tra la massa delle persone e l'élite detentrice delpotere nella società industriale (politici, scienziati, dirigenti diaffari di livello superiore, funzionari del governo, ecc.).Non dovrebbe essere tracciata tra i rivoluzionari e la massadelle persone. Per esempio, sarebbe una cattiva strategia per irivoluzionari condannare gli americani per le loro abitudiniconsumistiche. L'americano medio dovrebbe essere inveceritratto come una vittima della industria del marketing e dellapubblicità, che lo ha truffato facendogli comprare un mucchiodi rifiuti di cui non ha bisogno e che questo è un piccolorisarcimento rispetto alla sua perdita di libertà. Ogni approcciodeve essere supportato dai fatti. È solo una questione diatteggiamento: biasimare l'industria pubblicitaria per la suamanipolazione del pubblico o biasimare il pubblico per essersilasciato manipolare. Per una questione di strategia si dovrebbeevitare di biasimare il pubblico.

191. Prima di incoraggiare qualunque altro conflitto sociale cisi dovrebbe dedicare a sollevare conflitti tra l'élite detentrice delpotere (che possiede la tecnologia) e il pubblico generale (sulquale la tecnologia esercita il suo potere). Bisogna infatticonsiderare per prima cosa che troppi scontri tendono a distrarrel'attenzione dai conflitti importanti (tra l'élite del potere e lagente comune, tra la tecnologia e la natura); dall'altra parte

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nuovi contrasti possono realmente incoraggiare latecnologizzazione, perché ogni parte, in tale guerra, potrebbevoler usare il potere tecnologico per guadagnare vantaggi sulsuo avversario. Questo si vede chiaramente nelle rivalità tranazioni e nelle lotte etniche all'interno di nazioni. Per esempio,in America molti leader neri sono ansiosi di ottenere potere pergli afroamericani facendo arrivare individui neri nella élite delpotere tecnologico. Vogliano che ci siano molti funzionari digoverno neri, scienziati, dirigenti di grandi aziende e così via.In questo modo aiutano all'assorbimento della subculturaafroamericana da parte del sistema tecnologico. In generale sidovrebbero incoraggiare solo quei conflitti sociali che possonoessere inseriti nella struttura della lotta tra l'élite di potere e lagente comune, la tecnologia e la natura.

192. Una difesa militante dei diritti delle minoranze non è lamaniera per scoraggiare un conflitto etnico (vedi paragrafo 22,29). Invece i rivoluzionari dovrebbero insistere sul fatto che,anche se le minoranze soffrono uno svantaggio più o menodannoso, questo svantaggio è di significato marginale. Il nostronemico vero è il sistema industrialetecnologico, e nella lottacontro il sistema le distinzioni etniche non hanno importanza.

193. Il tipo di rivoluzione che abbiamo in mente non implicanecessariamente una ribellione armata contro il governo. Può ono implicare violenza fisica, ma non sarà mai una rivoluzionepolitica. Il suo epicentro sarà la tecnologia e le economie, nonle politiche.

194. Probabilmente i rivoluzionari dovrebbero evitare persinodi assumere il potere politico, sia con mezzi legali o illegali,fintanto che il sistema industriale non sia talmente sottopressione da giungere a un punto di un ritorno, dimostrandocosì di essere un fallimento agli occhi della maggioranza dellagente. Supponiamo, per esempio, che un qualche partito"verde" ottenesse con una elezione il controllo del Congressodegli Stati Uniti. Per evitare di tradire o di annacquare la suaideologia dovrebbe prendere rigide misure per mutare lacrescita economica in una contrazione economica. All'uomocomune i risultati apparirebbero disastrosi: massicciadisoccupazione, penuria di comodità, ecc. Persino se fosseroevitati gli effetti negativi più evidenti, attraverso una abile

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direzione sovraumana la gente dovrebbe abbandonare i lussi dacui dipendeva. Crescerebbe l'insoddisfazione, il partito "verde"subirebbe un crollo di voti e i rivoluzionari subirebbero un durorovescio. Per questa ragione i rivoluzionari non dovrebberocercare di acquisire il potere politico fintanto che il sistema nonsia arrivato a creare un tale disordine che qualunque privazionesarebbe vista come risultato dei fallimenti del sistemaindustriale stesso e non delle politiche dei rivoluzionari. Larivoluzione contro la tecnologia con tutta probabilità sarà larivoluzione dal basso e non dall'alto.

195. La rivoluzione deve essere internazionale e planetaria.Non può essere condotta su base nazionale. Ogni qualvolta sisostiene che gli Stati Uniti, per esempio, dovrebbero rallentareil progresso tecnologico o la crescita economica la gentediventa isterica e incomincia a urlare che se noi abbassassimo illivello tecnologico i giapponesi ci supererebbero. Sacri Robor!Il mondo esce dalla sua orbita se il giapponese vende piùmacchine di noi! (Il nazionalismo è il grande fautore dellatecnologia.) Più ragionevolmente si sostiene che se le nazionirelativamente democratiche abbassassero il proprio livellotecnologico mentre le disgustose nazioni dittatoriali, come laCina, il Vietnam e la Corea del nord, continuano a progredire,alla fine i dittatori potrebbero arrivare a dominare il mondo.Questa è la ragione per la quale il sistema industriale dovrebbeessere attaccato in tutte le nazioni simultaneamente, per quantopossibile. È vero, non vi è certezza che il sistema industrialepossa essere distrutto quasi nello stesso momento in tutto ilmondo, ed è persino possibile che il tentativo di rovesciare ilsistema possa portare invece al dominio del sistema da parte deidittatori. Questo è un rischio che deve essere preso inconsiderazione. E vale la pena considerarlo, visto che ladifferenza tra un sistema industriale "democratico" e unocontrollato da dittatori è piccola, paragonata alla differenza traun sistema industriale e uno non industriale. Si potrebbe persinosostenere che un sistema industriale controllato da dittatorisarebbe preferibile, perché i sistemi controllati da dittatorinormalmente si sono dimostrati inefficienti, quindi è piùprobabile che crollerebbero spontaneamente. Vedi Cuba.

196. I rivoluzionari dovrebbero favorire misure che tendono alegare l'economia del modo in un meccanismo unico. Trattati di

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libero commercio come Nafta e il Gatt sono probabilmentedannosi per l'ambiente nel breve periodo, ma nel lungo periodopossono forse essere vantaggiosi perché incoraggianol'interdipendenza economica tra le nazioni. Sarà più faciledistruggere il sistema industriale su base planetaria sel'economia del mondo è così unita che il collasso in una dellesue maggiori nazioni provoca il crollo delle altre nazioniindustrializzate.

197. Alcune persone ritengono che l'uomo moderno abbiatroppo potere, troppo controllo sulla natura; sostengono unatteggiamento più passivo da parte della razza umana. Ilminimo che si possa dire è che queste persone non siesprimono chiaramente, perché non riescono a distinguere trapotere di grandi organizzazioni e potere di individui e piccoligruppi. È un errore sostenere l'impotenza e la passività perchéla gente ha bisogno del potere. L'uomo moderno come unaentità collettivi cioè il sistema industriale ha un immenso poteresulla natura e noi consideriamo ciò negativo. Ma gli individui ei piccoli gruppi di individui hanno molto meno potere degliuomini primitivi. In generale, l'ampio potere dell'"uomomoderno" sulla natura è esercitato non dagli individui o piccoligruppi ma da grandi organizzazioni. Fino al punto chel'individuo moderno può dominare il potere della tecnologia maciò gli viene permesso solo entro stretti limiti e solo lasupervisione e il controllo del sistema (hai bisogno di unapatente per qualunque cosa e con la patente arrivano le regole ei regolamenti). L'individuo riceve solo quei poteri tecnologiciche il sistema sceglie di concedergli. Il suo potere personalesulla natura è minimo.

198. Gli individui primitivi e i piccoli gruppi in realtàavevano un considerevole potere sulla natura, o forse sarebbemeglio dire potere dentro la natura. Quando l'uomo primitivoaveva bisogno di cibo sapeva come trovarlo e si nutriva diradici commestibili, sapeva come seguire le tracce e comepreparare armi rudimentali. Conosceva il modo di proteggersidal caldo, dal freddo, dalla pioggia, dagli animali e dai pericoliecc. Ma l'uomo primitivo danneggiava la natura relativamentepoco perché il potere collettivo della società primitiva erainsignificante in confronto al potere collettivo della societàindustriale.

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199. Invece di sostenere l'impotenza e la passività sidovrebbe sostenere che il potere del sistema industrialedovrebbe essere abbattuto, e che ciò aumenterebbe grandementeil potere e la libertà degli individui e dei piccoli gruppi.

2OO. Fino a che il sistema industriale non sarà distruttocompletamente la distruzione di quel sistema deve esserel'unico obiettivo dei rivoluzionari. Altri obiettivi distrarrebberol'attenzione e l'energia dall'obiettivo principale. Cosa ancora piùimportante, se i rivoluzionari acconsentono a spostare la loroattenzione verso un obiettivo diverso dalla distruzione dellatecnologia, saranno tentati di usare la tecnologia come unostrumento per raggiungere l'altro obiettivo. Se essi accettanoquesta tentazione ricadono giusto nella trappola tecnologia,perché la tecnologia moderna è un sistema unico,ermeticamente organizzato, così che per conservare qualchetecnologia ci si trova obbligati a conservare la maggior partedella tecnologia, quindi si finisce col sacrificare solo quantitàsimboliche di tecnologia.

2O1. Supponiamo per esempio che i rivoluzionari prendanocome obiettivo la "giustizia sociale". Essendo la naturadell'essere umano quella che è, la giustizia sociale non siinstaurerebbe spontaneamente; dovrebbero essere sostenuta. Persostenerla i rivoluzionari dovrebbero conservarel'organizzazione centrale e il controllo. Per questo avrebberobisogno di trasporti rapidi a lunga distanza e di comunicazioni,e quindi di tutta la tecnologia richiesta per mantenere i sistemidi comunicazione e di trasporto. Per nutrire e vestire la poveragente dovrebbero usare la tecnologia agricola e manifatturiera.E così via. Così il tentativo di assicurare la giustizia sociale liforzerebbe a conservare la maggior parte del sistematecnologico. Non che abbiamo qualcosa contro la giustiziasociale, ma non si può permettere che interferisca con iltentativo di liberarsi dal sistema tecnologico.

2O2. Sarebbe ingenuo per i rivoluzionari attaccare il sistemasenza usare qualche tecnologia moderna. Se non altro perchéoccorrono i mezzi di comunicazione per diffondere ilmessaggio. Ma dovrebbero usare la tecnologia moderna soloper uno scopo: attaccare il sistema tecnologico.

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2O3. Immaginiamo un alcolizzato seduto di fronte a una bottedi vino. Immaginiamo che egli comici col dire a sé stesso: "Ilvino non ti fa danno se usato con moderazione. Perché, dicono,le piccole dosi di vino ti fanno persino bene! Non mi farà alcunmale sorseggiarne un po'". Sappiamo bene come va a finire.Non dimenticare che la razza umana rispetto alla tecnologia èun alcolizzato di fronte a botte di vino.

2O4. I rivoluzionari dovrebbero avere più bambini possibili.È provato con sufficiente scientificità che le attitudini socialisono, per gran parte, ereditarie. Nessuno sostiene chel'attitudine sociale è un esito diretto della costituzione geneticadi una persona ma sembra che le caratteristiche dellapersonalità tendano, dentro il contesto della nostra società, arendere più probabile che una persona assuma un determinatoatteggiamento sociale. Obiezioni a queste conclusioni sono statemosse, ma sono deboli e sembrano essere motivateideologicamente. In ogni caso, nessuno nega, in genere, diavere atteggiamenti sociali simili a quelli dei suoi genitori. Dalnostro punto di vista non importa troppo se le attitudini sianotrasmesse geneticamente o attraverso l'educazione. In entrambi icasi esse vengono trasmesse.

2O5. Il problema è che molti di coloro che sono inclini aribellarsi contro il sistema industriale sono interessati anche aiproblemi della popolazione, quindi sono inclini ad avere pochio nessun bambino. In questo modo essi consegnano il mondo acoloro che sostengono o almeno accettano il sistema industriale.Per assicurare la forza della prossima generazione dirivoluzionari la generazione attuale deve riprodursiabbondantemente. Ciò peggiorerà il problema della popolazionesolo leggermente, e la cosa più importante è liberarsi delsistema industriale perché, una volta distrutto, la popolazionedel mondo necessariamente decrescerà (vedi il paragrafo 166).Al contrario, se il sistema industriale sopravvive continuerà asviluppare nuove tecniche di produzione di cibo che potrannopermettere alla popolazione del mondo di continuare a crescerein modo del tutto incalcolabile.

2O6. Riguardo alla strategia rivoluzionaria l'unico punto sucui insistiamo molto è che l'obiettivo primario deve esserel'eliminazione della tecnologia moderna e nessun altro obiettivo

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può competere con questo. Per il resto, i rivoluzionaridovrebbero avere un approccio empirico. Se l'esperienza indicache alcune raccomandazioni dei paragrafi precedenti non dannobuoni risultati, allora quelle stesse raccomandazioni dovrebberoessere scartate.

Due tipi di tecnologia.2O7. Una obiezione alla rivoluzione che proponiamo è che

essa è destinata a fallire perché (si sostiene), lungo tutta lanostra storia, la tecnologia è sempre progredita, mai regredita, equindi la regressione tecnologia è impossibile. Ma questaaffermazione è falsa.

2O8. Noi distinguiamo due tipi di tecnologia: tecnologia dipiccole dimensioni e tecnologia dipendente dall'organizzazione.La tecnologia di piccole dimensioni è una tecnologia che puòessere usata da comunità ristrette senza un'assistenza esterna.La tecnologia dipendente da una organizzazione è quella chedipende da organizzazioni sociali di grandi dimensioni. Noisiamo consapevoli che non esistono casi significativi diregressione nella tecnologia di piccole dimensioni. Ma latecnologia dipendente da organizzazione regredisce. Quandol'Impero romano cadde, la tecnologia di piccole dimensioni deiRomani sopravvisse perché qualsiasi intelligente artigiano delvillaggio poteva costruire, per esempio, una ruota per l'acqua,qualsiasi fabbro esperto poteva forgiare il ferro secondo ilmetodo correntemente usato, e così via. Ma la tecnologia chedipendeva dall'organizzazione dei Romani regredì. Gliacquedotti caddero in rovina e non furono più ricostruiti; sipersero le tecniche di costruzione stradale; il sistema fognariourbano fu dimenticato così che sono in tempi recenti il sistemaigienicosanitario delle città europee fu ricostruito in base aquello dell'antica Roma.

2O9. La ragione del perché la tecnologia è sembrataprogredire incessantemente è che fino a uno o due secoli circaprima della rivoluzione Industriale la maggior parte dellatecnologia era una tecnologia di piccole dimensioni. Larefrigerazione, per esempio. Sarebbe stato virtualmenteimpossibile per un gruppo di artigiani locali costruire unfrigorifero senza le parti costruite in fabbrica o le capacità di unlaboratorio postindustriale. Se per qualche miracolo fossero

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riusciti a costruire uno non sarebbe servito a nulla senza unasicura fonte di energia elettrica. Così avrebbero dovuto arginareun torrente e costruire un generatore. I generatori richiedonodelle grandi quantità di filo di rame. Immagina cercare di farequel filo senza una macchina moderna. E dove avrebberotrovato un gas adatto per la refrigerazione? Sarebbe stato moltopiù facile costruire una casa di ghiaccio o preservare il ciboessiccandolo o appendendolo, come avveniva primadell'invenzione del frigorifero.

210. Così è chiaro che se il sistema industriale crollassedefinitivamente la tecnologia della refrigerazione andrebbevelocemente persa. Lo stesso si può dire di altre tecnologiedipendenti da un'organizzazione. E una volta che questatecnologia viene perduta per una generazione ci vorrebberosecoli per ricostruirla, così come ci vollero secoli per costruirlala prima volta. I manuali che conserverebbero sarebbero pochi esciupati. Una società industriale, se costruita dal nulla senzaaiuto esterno, può solo essere costruita per stadi. Per costruiredegli strumenti hai bisogno di altri strumenti...È necessario unlungo processo di sviluppo economico e di processonell'organizzazione sociale. E anche in assenza di un'ideologiaopposta alla tecnologia non vi è ragione di credere chechiunque sia interessato a ricostruire una società industriale.L'entusiasmo del "processo" è un fenomeno tipico della formamoderna della società e sembra non essere esistito all'incircaprima del XVII secolo.

211. Nel tardo Medioevo vi erano quattro principali civiltàprogredire allo stesso modo: l'Europa, il mondo islamico,l'India e l'Estremo Oriente (Cina, Giappone, Corea). Tre diqueste civiltà rimasero più o meno stabili e solo in Europa siverificò un processo dinamico. Nessuno sa perché ciò siaavvenuto: gli storici hanno le loro teorie ma sono solospeculazioni. Ad ogni modo è chiaro che lo sviluppo rapidoverso una forma tecnologica di società ebbe luogo solo sottospeciali condizioni. Così non vi è alcuna ragione per ritenereche non si possa provocare una regressione tecnologica di lungadurata.

212. Alla fine la società si indirizzerebbe di nuovo verso unaforma industriale tecnologica? Forse, ma non vi è alcuna utilità

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nel preoccuparsi di ciò, visto che non possiamo predire eventiche accadranno tra 500 o 1000 anni. Questi problemi dovrannoessere affrontati dalle persone che vivranno allora.

Il pericolo della sinistra 213. A causa del loro bisogno di ribellione e di appartenere

ad un movimento, le persone di sinistra o del tipo psicologicosimile in genere non sono attratte da un movimento di protestao di azione i cui obiettivi e la cui appartenenza non sono disinistra. L'afflusso di mentalità di sinistra può facilmentevolgere un movimento non di sinistra in uno di sinistra così chegli obiettivi di sinistra sostituiscono o distorcono gli obiettivioriginali del movimento.

214. Per evitare ciò un movimento che esalta la natura e chesi oppone alla tecnologia deve prendere una posizionerisolutamente antisinistra e deve evitare qualsiasi collaborazionecon la sinistra. La sinistra è nel lungo periodo inaffidabileriguardo la natura selvaggia, la libertà umana e la eliminazionedella tecnologia moderna. La sinistra è collettivista; cerca diunire insieme l'intero mondo (sia la razza umana che la natura)in un complesso unificato. Ma questo implica la direzione dellanatura e della vita umana da parte di una società organizzata, erichiede una tecnologia avanzata. Non puoi avere un mondounico senza un trasporto rapido e una rapida comunicazione.Non puoi rendere tutta la gente capace di amarsi l'un con l'altrasenza sofisticate tecniche psicologiche, non puoi avere una"società pianificata" senza la necessaria base tecnologica.Soprattutto, la sinistra è guidata dal bisogno di potere, e l'uomodi sinistra cerca potere su una base collettiva, attraversol'identificazione con un movimento di massa o unaorganizzazione. La sinistra molto probabilmente nonabbandonerà mai la tecnologia, perché è troppo preziosa comefonte di potere collettivo.

215. Anche l'anarchico cerca il potere, ma lo cerca su unabase individuale o di piccolo gruppo; egli vuole che gliindividui e i piccoli gruppi siano capaci di controllare gliavvenimenti delle loro vite. Egli si oppone alla tecnologiaperché rende i piccoli gruppi dipendenti da ampieorganizzazioni.

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216. Alcuni uomini di sinistra sembrano opporsi allatecnologia, ma si opporranno solo fino a quando essi ne sono aldi fuori e fino a quando il sistema tecnologico sarà controllatoda uomini non di sinistra. Se la sinistra divenisse sempre piùdominante nella società, così da far divenire il sistematecnologico uno strumento nelle mani degli uomini di sinistra,essi lo userebbero con entusiasmo e promuoverebbero la suacrescita. Nel fare ciò essi agirebbero secondo un modello chel'uomo di sinistra ha seguito sempre nel passato. Quando ibolscevichi in Russia non erano ancora al potere si opposerovigorosamente alla censura e alla polizia segreta, sostennerol'autodeterminazione per le minoranze etniche e così via; ma nelmomento in cui arrivarono al potere imposero una censuraancora più stretta e crearono una polizia segreta più bieca diqualsiasi altra polizia zarista, opprimendo le minoranze etnichealmeno quando avevano fatto gli zar. Negli Stati Uniti ventianni fa, quando gli uomini di sinistra erano una minoranzanelle nostre università, i professori di sinistra proponevano convigore la libertà accademica, ma oggi, in quelle università dovegli uomini di sinistra sono divenuti dominanti, essi si sonomostrati pronti a rimuovere la libertà accademica (questa é la"correttezza politica"). Lo stesso accadrà con gli uomini disinistra e la tecnologia. La useranno per opprimere gli altri seriusciranno ad averne il controllo.

217. Nelle rivoluzioni precedenti, gli uomini di sinistra piùaffamati di potere ripetutamente hanno prima cooperato tantocon rivoluzionari non di sinistra, come con uomini di sinistra odi inclinazione più libertaria, e più tardi li hanno traditi perimpadronirsi del potere. Robespierre fece questo nellarivoluzione francese, così come i bolscevichi nella rivoluzionerussa, i comunisti nella Spagna del 1938 e Castro e i suoiseguaci a Cuba, Data la storia della sinistra, sarebbecompletamente insensato per i rivoluzionari non di sinistracollaborare ora con gli uomini di sinistra.

218. Vari pensatori hanno sottolineato che la sinistra è un tipodi religione. La sinistra non è una religione in senso strettoperché la sua dottrina non postula l'esistenza di un esseresovrannaturale. Ma per l'uomo di sinistra, la sinistra gioca unruolo psicologico molto più importante della religione. Egli habisogno di credere nella sinistra; essa gioca un ruolo vitale nella

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sua economia psicologica. Le sue opinioni non vengonofacilmente modificate dalla logica o dai fatti. Egli ha laconvinzione profonda che la sinistra è moralmente giusta, conla G maiuscola, e che egli ha non solo il diritto ma il dovere diimporre la moralità di sinistra a chiunque (comunque, molti dicoloro che noi classifichiamo come "di sinistra" non pensano diesserlo e non descriverebbero il loro sistema di convinzionicome di sinistra. Noi usiamo il termine "sinistra" perché nonconosciamo una parola migliore per designare la gamma diprincìpi professati e in relazione tra loro che includono imovimenti femministi, i diritti dei gay, la correttezza politicaecc. e perché questi movimenti hanno una forte affinità con lavecchia sinistra. Vedi paragrafo 228231).

219. La sinistra è una forza totalitaria. Ogni volta che lasinistra è in una posizione di potere tende a invadere ogniangolo privato e obbliga ogni pensiero a conformarsi a unmodello di sinistra. In parte questo deriva dal carattere quasireligioso della sinistra: ogni cosa contraria alle credenze disinistra rappresenta il Peccato. più importante, la sinistra è unaforza totalitaria a causa della spinta degli uomini di sinistra peril potere. L'uomo di sinistra cerca di soddisfare il suo bisognodi potere attraverso un'identificazione con un movimentosociale e cerca di passare attraverso il processo delpotere aiutando a perseguire e raggiungere gli obiettivi delmovimento (vedi paragrafo 83). Non importa Quanto lontano èandato il movimento nel raggiungere i suoi obiettivi; l'uomo disinistra non è mai soddisfatto perché il suo attivismo èun'attività sostitutiva (vedi paragrafo 41). Il motivo verodell'uomo di sinistra non è di raggiungere gli obiettivi apparentidella sinistra, in realtà egli è motivato dal senso di potere chetrae dalla lotta e dal raggiungimento di un obiettivo sociale. Diconseguenza, l'uomo di sinistra non è mai soddisfatto degliobiettivi che ha già raggiunto; il suo bisogno per il processo dipotere lo porta sempre a perseguire qualche nuovo obiettivo.L'uomo di sinistra vuole eguali opportunità per le minoranze.Quando queste vengono raggiunte egli insiste sull'eguaglianzastatistica dell'impresa da parte delle minoranze. E fino a che unsolo uomo ospita in qualche minoranza l'uomo di sinistra deverieducarlo. E le minoranze etniche non sono ancora abbastanza:nessuno può permettersi di avere un atteggiamento negativo

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verso gli omosessuali, i disabili, i grassi, i vecchi, i brutti, ecosì via. Non è sufficiente che il pubblico sia informato sulrischio del fumo: un avviso deve essere stampato su ognipacchetto di sigarette. Così la pubblicità delle sigarette deveessere ristretta se non bandita. Gli attivisti non sarannosoddisfatti fino a quando il tabacco sarà posto fuori legge, edopo toccherà all'alcool e poi agli alimenti inutili, ecc. Gliattivisti hanno combattuto l'abuso volgare dei bambini, il che èragionevole. Ma ora essi vogliono vietare anche la sculacciata.Ottenuta una cosa, ne vorranno bandire un'altra che consideranonociva, poi un'altra e quindi un'altra ancora. Non saranno maisoddisfatti fino a quando non avranno un controllo completo sututti i metodi di educazione infantile. E poi si muoverannoverso un'altra causa.

22O. Supponiamo di chiedere a un uomo di sinistra di fareuna lista di tutte le cose ritenute sbagliate nella società e quindisupponiamo di apportare ogni cambiamento sociale che essidomandassero. È sicuro che entro due anni la maggioranzadegli uomini di sinistra troverebbe di nuovo qualcosa di cuilamentarsi, qualche nuovo "male" sociale da correggere perché,una volta ancora, l'uomo di sinistra è motivato meno dallasofferenza verso qualche malessere della società che dalbisogno di soddisfare la sua spinta verso il potere, imponendole sue soluzioni alla società.

221. A causa delle restrizioni imposte dal loro alto livello disocializzazione sui loro pensieri e sui comportamenti, moltiuomini di sinistra del tipo sovrasocializzato non possonoperseguire il potere come gli altri. Per loro la spinta verso ilpotere ha soltanto uno sbocco moralmente accettabile, e questoè la lotta per imporre la loro moralità a chiunque.

222. Gli uomini di sinistra, specialmente quelli del tiposovrasocializzato, sono Veri Credenti, nel senso del libro diEric Hoffer, Il Vero Credente. Ma non tutti i Veri Credentihanno gli stessi tratti psicologici degli uomini di sinistra.Presumibilmente un vero credente nazi, per esempio, è moltodifferente psicologicamente da un vero credente di sinistra. Acausa della sua capacità per una fedeltà diretta solamente versouna causa il Vero Credente è un utile, forse necessarioingrediente di qualsiasi movimento rivoluzionario. Qui si

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presenta un problema di fronte al quale dobbiamo ammettereche non sappiamo come comportarci. Noi non siamo sicuri dicome imbrigliare le energie dei Veri Credenti verso unarivoluzione contro la tecnologia. Al presente tutto quello chepossiamo dire è che nessun Vero Credente sarà una recluta utileper la rivoluzione a meno che il suo coinvolgimento non siaesclusivamente diretto verso la distruzione della tecnologia. Seegli è legato anche a un altro ideale potrebbe usare la tecnologiacome strumento per perseguirlo (vedi paragrafi 222, 223.)

223. Alcuni lettori possono dire: "Questo materiale sullasinistra è una sciocchezza.Io conosco John e Jane che sono disinistra e non hanno tutte queste tendenze totalitarie". È deltutto vero che molti uomini di sinistra, probabilmente ancheuna maggioranza numerica, sono persone decenti chesinceramente credono nella tolleranza dei valori altrui (fino a uncerto punto) e non vorrebbero usare metodi arroganti perraggiungere i loro obiettivi sociali. I nostri commenti sullasinistra non si intendono applicati a ogni singola persona disinistra ma vogliono descrivere il carattere generale dellasinistra come movimento. E il carattere generale di unmovimento non è necessariamente determinato dalleproporzioni numeriche dei vari tipi di persone presenti in esso.

224. Coloro che raggiungono posizioni di potere neimovimenti di sinistra generalmente sono quelli più affamati dipotere perché sono questi ultimi che si sottopongono anche adurissimi sforzi per arrivare a posizioni di potere. Una volta chepersone di questo tipo hanno il controllo del movimento, visono molti uomini di sinistra meno estremisti che interiormentedisapprovano molte delle azioni dei leader ma non vi sipossono opporre. Essi hanno bisogno della loro fede nelmovimento, e poiché non possono abbandonare questa fedecontinuano a sostenere i loro leader. È vero, alcuni uomini disinistra hanno il fegato di opporsi alle tendenze totalitarie cheemergono, ma di solito perdono perché i tipi affamati di poteresono meglio organizzati, senza scrupoli e machiavellici, e sonostati così accorti da costruirsi una forte base di potere.

225. Questi fenomeni apparirono chiaramente in Russia e inaltri paesi conquistati dalla sinistra. Allo stesso modo, primadel crollo del comunismo in URSS, gli aderenti alla sinistra in

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occidente raramente criticavano quei paesi. Se pungolati,ammettevano che nell'URSS molte cose andavano male ma poicercavano di giustificare i comunisti cominciando a parlaredelle colpe dell'occidente. Si opponevano sempre alla resistenzamilitare dell'occidente contro l'aggressione comunista. Gliuomini di sinistra di tutto il mondo protestarono vigorosamentecontro la guerra degli Stati Uniti in Vietnam, ma quandol'URSS invase l'Afghanistan nessuno si mosse. Non cheapprovassero le azioni dei sovietici; ma a causa della loro fededi sinistra non potevano opporsi al comunismo. Oggi, in quelleuniversità dove la "correttezza politica" è divenuta dominantevi sono probabilmente molti uomini di sinistra che in privatodisapprovano la soppressione della libertà accademica ma adogni modo la perpetuano.

226. Pertanto, il fatto che molti di coloro che professano ideedi sinistra siano individualmente moderati e sufficientementetolleranti non frena la sinistra nel suo complesso dalle tendenzetotalitarie.

227. La nostra discussione sulla sinistra ha un grosso puntodebole. Essa è ancora lontana dal chiarire cosa intendiamo conil termine "sinistra", ma sembra che non possiamo aggiungeremolto. Oggi la sinistra è frammentata in una miriade dimovimenti. Tuttavia non tutti i movimenti sono di sinistra ealcuni (per esempio l'ambientalismo radicale) sembranoincludere personalità sia di sinistra che non. Persone di sinistragradualmente perdono questa connotazione e noi stessi moltevolte siamo imbarazzati nel decidere se un dato individuo è ono di sinistra. Tenuto conto che una definizione di sinistraesiste, la nostra concezione della sinistra è definita dalladisamina effettuata in questo scritto e possiamo solo esortare illettore a usare il suo proprio giudizio nel decidere chi è disinistra.

228. Ma sarà di aiuto enumerare alcuni criteri per riconoscerela sinistra. Essi non possono essere applicati in maniera rozza egrossolana. Alcuni individui possono avere delle caratteristichesenza essere di sinistra mentre alcune persone di sinistrapossono non riconoscersi in alcuna di queste caratteristiche. Dinuovo, dovete solo usare il vostro giudizio.

229. La persona di sinistra è orientata verso un collettivismo

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di grandi dimensioni. Enfatizza il volere dell'individuo diservire la società e il dovere della società di prendersi curadell'individuo. Ha un atteggiamento negativo versol'individualismo. Spesso ha un tono moralistico. Tende asostenere il controllo delle armi, l'educazione sessuale e altrimetodi educativi psicologicamente "illuminati", lapianificazione, l'azione affermativa, il multiculturalismo. Tendea identificarsi con le vittime. È contro la competizione e controla violenza, ma spesso giustifica quelle persone di sinistra checommettono violenza. Ricorre con entusiasmo a un linguaggiotipico della sinistra: "razzismo", "sessismo", "omofobia","responsabilità sociale", "capitalismo", "imperialismo","neocolonialismo", "genocidio", "cambiamento sociale","giustizia sociale", "responsabilità sociale".Forse il migliortratto distintivo dell'uomo di sinistra è la sua tendenza asostenere i seguenti movimenti: femminismo, diritti dei gay,diritti etnici, diritti dei disabili, diritti degli animali, correttezzapolitica. Qualunque persona che simpatizza fortemente con tuttiquesti movimenti è quasi sicuramente un uomo di sinistra.

23O. I più pericolosi uomini di sinistra, cioè coloro che sonopiù affamati di potere, sono spesso caratterizzati dall'arroganzao da un approccio dogmatico all'ideologia. Comunque i piùpericolosi uomini di sinistra sono i tipi sovrasocializzati cheevitano irritanti esibizioni di aggressività e si trattengono dalpubblicizzare il loro essere di sinistra ma lavorano quietamentee con discrezione per promuovere valori collettivi, tecnichepsicologiche "illuminate" per socializzare i bambini,dipendenza dell'individuo dal sistema e così via. Queste persone"cripto di sinistra" (come possiamo chiamarle) si avvicinano adeterminati tipi borghesi nel momento in cui è necessarial'azione pratica, ma differiscono da loro in psicologia, ideologiae motivazione. Il borghese comune cerca di portare le personesotto il controllo del sistema in modo da proteggere il suomodo di vita, o si comporta in questo modo semplicementeperché le sue attitudini sono convenzionali. Il "cripto disinistra" cerca di portare la gente sotto il controllo del sistemaperché egli è un Vero Credente in una ideologia collettivista. Il"cripto di sinistra" differisce dalle comuni persone di sinistradel tipo sovrasocializzato per il fatto che il suo impulso ribelleè più debole ed egli è sicuramente più socializzato. Egli si

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differenzia dal comune borghese ben socializzato per il fattoche vi è in lui una qualche profonda mancanza che fa sì cheritenga necessario dedicarsi a una causa e immergersi nellacollettività. E forse la sua spinta (ben sublimata)per il potere èpiù forte di quello del comune borghese.

Nota finale 231. Lungo tutto questo scritto abbiamo fatto delle

affermazioni imprecise e affermazioni che avrebbero avutobisogno di tutta una serie di puntualizzazioni nonché di riserve;e alcune delle nostre affermazioni possono essere del tuttofalse. La mancanza di sufficiente informazione e il bisogno dibrevità hanno reso impossibile formulare le nostre teorie intermini più precisi o aggiungere tutte le necessarie precisazioni.E, naturalmente, in una esposizione di questo tipo si devenecessariamente confidare nel giudizio intuitivo, e questo può avolte essere sbagliato. Quindi non pretendiamo che questo testoesprima niente più che una generica approssimazione dellaverità.

232. Allo stesso modo siamo ragionevolmente fiduciosi chele linee generali del quadro che abbiamo qui raffigurato sianogrosso modo corrette. Abbiamo ritratto la sinistra nella suaforma moderna come un fenomeno peculiare del nostro tempo ecome un sintomo della disgregazione del processo del potere.Ma su questo possiamo forse esserci sbagliati. I tipisovrasocializzati che cercano di soddisfare la loro spinta per ilpotere imponendo la loro moralità su ognuno sono certamentepresenti intorno a noi da lungo tempo. Pensiamo che il ruolodecisivo giocato dai complessi di inferiorità, dalla bassaautostima, dal senso di impotenza, dall'identificazione con levittime da parte di persone che non sono vittime sia unapeculiarità della sinistra moderna. L'identificazione con levittime da parte di persone che non lo sono si può ritrovare inuna certa proporzione nella sinistra del XIX secolo e nel primoCristianesimo ma, per quanto ne sappiamo, i sintomi di bassaautostima ecc. non erano così chiaramente evidenti, in questi oin qualunque altro movimento, come appaiono ora nella sinistramoderna. Ma non siamo nella posizione di poter affermare chetali movimenti non siano esistiti precedentemente alla sinistramoderna. Questo è un problema significativo al quale gli storici

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devono dedicare la loro attenzione.