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10 11 F ra i meriti da riconoscere ai coruori alt.cuom, il più importante è forse quello di aver trasformato una categoria ormai trascurata: l’utilitaria da cià. I progeii dei grandi marchi, tui presi dallo sviluppo delle future moto ortive o da turismo, sembravano aver dimenticato il divertimento che rappresenta l’uso quotidiano di una moto dal peso leggero o medio. Se The Ride celebra realizzazioni dal fascino esotico, le moto coruite per essere guidate in cià portano una ventata di aria fresca nella grande induria, che sembrava sul punto di lasciare la categoria nelle mani degli scooter. Non che gli scooter siano brui, è solo che le reet scrambler, le café racer e le brat bike sono migliori. La Honda dominò gli anni ’6 proprio perché era divertente, come lo è il brand portoghese Dream Wheels Heritage, che così iega la propria missione: « Siamo un marchio con una grande passione per gli oggei fai a mano e cuomizzati. L’idea principale è quella di riabilitare le moto dando loro un aeo retrò e coruire macchine personalizzate. Segui i tuoi sogni, gua lo irito, sii esclusivo ma con semplicità, e goditi la corsa! ». Pur avendo coruito cuom BMW di grossa cilindrata, la Dream Wheels ha suscitato grande interesse con le sue scrambler da cià, una serie da 125 cc. (e di cilindrata anche inferiore) che ha sfruato una recente modifica delle patenti in Portogallo secondo la quale per guidare mezzi fino a 125 cc. baa avere la patente auto. Per tua la oria dell’induria motocicliica i coruori hanno approfiato delle lacune nella regolamentazione della cilindrata, della tassazione e delle regole per il rilascio della patente, creando così intere categorie di moto popolari: per esempio i ciclomotori che non richiedono una patente ecifica ma con un potenziale velociico simile a quello delle moto più grandi. Dalla sua ocina di Oporto Dream Wheels si è allegramente lanciata nella breccia lasciando il segno. Come accennato nell’introduzione, la rinascita delle due ruote provoca un impao culturale talmente forte che la moda, la fotografia, lo skateboarding, il surf, il “sign painting” e l’editoria cercano ad ogni coo un passaggio a bordo. È ato Nico Slater (a.k.a. Ornamental Conifer) ad aver Honda CLR125 CityFly di Dream Wheels Heritage: Quando lo skatepunk incontra la moto Crea una categoria a sé, e sicuramente ne seguiranno altre

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Fra i meriti da riconoscere ai costruttori alt.custom, il più importante è forse quello di aver trasformato una

categoria ormai trascurata: l’utilitaria da città. I progettisti dei grandi marchi, tutti presi dallo sviluppo delle future moto sportive o da turismo, sembravano aver dimenticato il divertimento che rappresenta l’uso quotidiano di una moto dal peso leggero o medio. Se The Ride celebra realizzazioni dal fascino esotico, le moto costruite per essere guidate in città portano una ventata di aria fresca nella grande industria, che sembrava sul punto di lasciare la categoria nelle mani degli scooter. Non che gli scooter siano brutti, è solo che le street scrambler, le café racer e le brat bike sono migliori. La Honda dominò gli anni ’6$ proprio perché era divertente, come lo è il brand portoghese Dream Wheels Heritage, che così spiega la propria missione: « Siamo un marchio con una grande passione per gli oggetti fatti a mano e customizzati. L’idea principale è quella di riabilitare le moto dando loro un aspetto retrò e costruire macchine personalizzate. Segui i tuoi sogni, gusta lo spirito, sii esclusivo ma con semplicità, e goditi la corsa! ». Pur avendo costruito custom BMW di grossa cilindrata, la Dream Wheels ha suscitato grande interesse con le sue scrambler da città, una serie da 125 cc. (e di cilindrata anche inferiore) che ha sfruttato una recente modifica delle patenti in Portogallo secondo la quale per guidare mezzi fino a 125 cc. basta avere la patente auto. Per tutta la storia dell’industria motociclistica i costruttori hanno approfittato delle lacune nella regolamentazione della cilindrata,

della tassazione e delle regole per il rilascio della patente, creando così intere categorie di moto popolari: per esempio i ciclomotori che non richiedono una patente specifica ma con un potenziale velocistico simile a quello delle moto più grandi. Dalla sua officina di Oporto Dream Wheels si è allegramente lanciata nella breccia lasciando il segno.

Come accennato nell’introduzione, la rinascita delle due ruote provoca un impatto culturale talmente forte che la moda, la fotografia, lo skateboarding, il surf, il “sign painting” e l’editoria cercano ad ogni costo un passaggio a bordo. È stato Nico Slater (a.k.a. Ornamental Conifer) ad aver

Honda CLR125 CityFly di Dream Wheels Heritage:

Quando lo skatepunk incontra la motoCrea una categoria a sé, e sicuramente ne seguiranno altre

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Shinya KimuraYamaha MT-$7Shinya Kimura non è un uomo da compromessi. Nato in Giappone, ha studiato entomologia prima di aprire la sua officina negli anni ’9#, la Zero Engineering, dove costruì i chopper Samurai per una ristretta cerchia di clienti. Nel 2##6 si

è trasferito nella cittadina di Azusa, in California, a est di Los Angeles, dove ha inaugurato la sua nuova azienda, la Chabott Engineering. Oggi Kimura realizza soltanto tre o quattro custom all’anno, con un prezzo che parte dai 1##.### dollari e con una lista d’attesa di più di un anno. A prima vista, quindi, potrebbe sembrare strano che uno come lui si accordi con la Yamaha per produrre ricostruzioni custom del modello MT-#7, per una nuova serie nata sull’onda del successo ottenuto dall’azienda con la linea “Yard Built”. « Provo una forma di attaccamento emotivo per la Yamaha », ha detto Kimura spiegando la sua decisione di lavorare

sulla moto, che si chiama “Faster Son”. Grazie al suo disegno armonioso e alle linee filanti, tuttavia, la MT-#7 è il genere che ci si potrebbe aspettare da Kimura. L’agile scocca in alluminio verniciato di verde rievoca il modello XS1 amato in gioventù dal costruttore. Con il suo rivestimento e i rivetti in lega, assomiglia a un jet da caccia. Kimura ha mantenuto gran parte dei componenti di serie, mettendo mano soprattutto al design. Il suo scopo era quello di mischiare vecchio e nuovo senza soluzione di continuità, di creare uno stile vintage moderno e insieme senza tempo. E lo scopo è stato certamente raggiunto. (JC)

Bike: Yamaha MT-#7Costruttore: Chabott EngineeringCreatore: Shinya Kimura

[↧] Moto originale

Costruttore: YamahaModello: MT-#7Anno di costruzione: 2#15

[↧] Ricostruzione

Categoria/Genere: café racerAnno di ricostruzione: 2#15Modifiche al telaio: di serieCarrozzeria: pezzo unicoMotore: di serieScarico: pezzo unicoSospensioni anteriori/Forcella: di serie

Sospensioni posteriori/Molle: di seriePneumatici/Ruote: Pirelli Phantom Sportscomp Freni: di serieComandi manuali/Manubrio: di serieVerniciatura/Rivestimento: verde Yamaha XS-1Esemplari: pezzo unico

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52 53 Deus Ex Machina USA

e le sensazioni che doveva suscitare in modo che poi Woolaway le interpretasse, è stato certamente soddisfatto. Arthur de Kerauson e Clement Beauvais hanno realizzato un cortometraggio sulla collaborazione, in cui Bloom sfrecciava per le colline di Malibu, in California, in sella alla moto. « Sono più concentrato su una motocicletta che in qualsiasi altro momento, tranne forse quando lavoro », dice Bloom nel film. « È una forma di meditazione ». (JS)

dell’ABS e i cavi dei freni, mentre un nuovo alloggiamento, sotto la sella, dapprima è stato sagomato in alluminio e poi stampato in fibra di carbonio. Il quadro strumenti di serie è stato mantenuto (per gestire tutta quell’elettronica), ma è stato nascosto dietro una piccola carenatura in alluminio sopra il fanale. Ma questo non ha impedito di

migliorare ulteriormente i quadranti, come il contagiri analogico che è stato rielaborato da Ornamental Conifer.

Il risultato finale è qualcosa di simile a una “rat bike” potenziata, a metà tra il lussuoso e il grezzo, comunque una ricostruzione ritenuta dai più soddisfacente, dotata di uno stile semplice e diretto che riflette le difficoltà incontrate nel modificare una moto sportiva. Woolaway notava che di solito mezzi di questo tipo possiedono già una forte personalità e che è difficile aggiungervi un tocco personale senza correre il rischio di rovinarne il carattere specifico.

Bloom, che naturalmente ha messo a disposizione le proprie idee sull’aspetto che doveva avere la 4CYL

Nome motocicletta: The 4CYLCostruttore: Deus Ex Machina, U.S.A.Creatore: Michael Woolaway

[↧] Moto originale

Costruttore: BMWModello: S1###R

[↧] Ricostruzione

Categoria/Genere: café racerAnno di costruzione: 2#15Modifiche al telaio: parte ant. customScocca: serbatoio benzina, copri-codino, parafanghi e staffe di montaggio in alluminio, realizzati a mano

Motore: di serie, radiatore FeburComandi manuali/Manubrio: Gilles, specchi Rizoma, serbatoio per il liquido freniEsemplari: pezzo unico

The 4CYL

“Quanto a bellezza aggressiva non erano il massimo, sotto quella plastica”.

Michael Woolaway

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HondaNS75$

Prima di produrre la leggendaria RS75#, Honda non aveva nella propria gamma una bicilindrica a V flat-track per competere con le potenti Harley dell’epoca. Così, nel 1982 consegnarono a Jerry Griffith l’unico V twin a loro disposizione, quello della mediocre CX5##, e gli affidarono il compito di costruire una moto da corsa. E da lì nacque la NS75#. Griffith prese il bicilindrico trasversale della CX, tagliò l’albero motore, gli innestò un pignone

e lo montò lateralmente. Di conseguenza, entrambi gli scarichi fuoriescono a sinistra, mentre i due carburatori sono sul lato destro, e il pilota è costretto a posizionare la gamba tra i filtri dell’aria. Per ospitare il motore Griffith progettò un nuovo telaio, che venne realizzato dagli specialisti della C&J. Il motore della CX venne rialesato a 75# cc., ottenendo così una potenza dichiarata di 95 cavalli alla ruota posteriore. Ma nonostante questo la NS75# non riscosse

Nome motocicletta: NS75#Costruttore: Honda U.S.A./HRCCreatori: Team Honda: Gene Romero, Mike Kidd Terry Poovey, Scott Pearson, Freddie Spencer

[↧] Moto originale

Costruttore: HondaModello: NS75#Anno di costruzione: 1982/1983

[↧] Ricostruzione

Categoria/Genere: flat trackerMotore: Honda 5##CX ruotato di 9#°, rialesatura a 75# cc., 92 hp

Modifiche al telaio: telaio progettato da Jerry Griffith e realizzato da C&JPneumatici/Ruote: pneumatici Goodyear “Eagle dt”Esemplari: 4

i successi della RS; la vittoria di Scott Pearson alla Half Mile di Louisville del 1982 fu il risultato più memorabile. La NS75# qui presentata è una delle quattro realizzate e appartiene al collezionista Keith Lynas. Dimitri Coste ha reso possibile al corridore francese Jean-Michel Bayle l’utilizzo della NS sul lago secco di El Mirage, nella California meridionale: e così, per la prima volta dopo trent’anni la moto è stata di nuovo utilizzata in una competizione. (WR)

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Stefano Venier è approdato al mondo delle moto custom seguendo un percorso decisamente lungo. Nel 2$$6

si è trasferito a New York per lavorare come designer presso la Minimal USA e la Bellati-Venier, due aziende di mobili di cui in seguito sarebbe diventato socio. Ma il suo interesse per le due ruote era ben più di un hobby. « Combinavo e mischiavo il mio lavoro tra moto e mobili », racconta. « Sono due esperienze che si intersecano, perché si tratta di progettare prodotti. Di pensare all’hardware. La differenza

è che, anche se le moto sono divertenti, non ci sono molti clienti perché non puoi costruirne tante, e così non è facile guadagnare ». Ma le cose potrebbero anche cambiare. Da un po’ di tempo il sogno di Venier è quello di uscire dal mondo delle moto, o almeno delle café racer: « Non hanno più quella freschezza, specialmente da quando l’industria si lascia guidare dai trend. Naturalmente le café racer possono essere ancora degli oggetti cool. Perché ti piace una canzone? Difficile dirlo, ma puoi ascoltare Keith Richards

e capire che è cool e basta. La moda attuale però ha stabilito che le café racer sono il top. L’interesse calerà, ma ora è il momento delle custom, oggi corrispondono alle tavole da surf negli anni ’8$ ».

« Le custom sono collegate ad altre scene, abbigliamento, musica, tatuaggi, molto più negli States che non in Italia. Nel Vecchio Continente c’è un amore esclusivo per le moto. In realtà », aggiunge Venier, « io non ho tatuaggi e non mi vesto come il classico rider. Quando uno mi vede pensa che

Venier Customs:

The Italian JobStefano Venier si è trasferito a New York dalla nativa Italia per disegnare mobili. Adesso, sul tavolo, ci sono i progetti per la produzione di motociclette custom.

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Nome motocicletta: DA#1Costruttore: Diamond AtelierCreatore: Tom Konecny, Pablo Steigleder

[↧] Moto originale

Costruttore: BMWModello: R8#RT

Anno di costruzione: 1992[↧] Ricostruzione

Categoria/Genere: café racerAnno di ricostruzione: 2#13Scocca: codino in fibra di vetro custom, fanale realizzato con parti Honda e Yamaha, serbatoio della benzina rialzato,

fanalino di coda e indicatori integratiMotore: da 8## cc. con filtro dell’aria K&NScarico: terminali a cono con inserti customSospensioni anteriori/Forcella: forcella telescopica da 38.5 mm. ribassata di 85 mm., con piastra di sterzo lavorata

a controllo numericoSospensioni posteriori/Molle: di seriePneumatici/Ruote: ant. 18 pollici da R1##R, di serie; post. Metzeler LasertecFreni: pompa Brembo PSC-16 con pistoncini Brembo su doppio freno a disco flottante

Comandi manuali/Manubrio: comandi Tomaselli e Magura su manubrio FehlingComandi a pedale: Tarozzi, con supporti customCircuito elettrico/Strumentazione: sistema elettronico custom con pacco batterie Linergy

Verniciatura/Rivestimento: verniciatura e pinstriping applicati a mano; altre parti: rivestite a polvereOre di lavoro approssimative: più di 3## oreEsemplari: pezzo unico

La prima volta che ricostruirono una moto, Tom Konecny e Pablo Steigleder di Diamond Atelier (Monaco) fecero sembrare le cose molto semplici. Trasformarono la BMW R8#RT di Tom (una moto del ’92 che possedeva dall’età di 17 anni) in una café racer urbana con il motore boxer dal look innovativo. « Essendo la prima moto che costruivamo, la DA#1 doveva distinguersi dalla massa », spiega Tom, « Doveva essere un po’ diversa da tutte quelle boxer un po’ anonime della scena custom. Invece di costruire un’altra tipica café racer,

abbiamo deciso di trarre ispirazione dagli stili più disparati, compresi quelli delle street fighter, le pro da corsa e le moto da dirt-track ».

Hanno ripulito il telaio di tutte le sporgenze e hanno saldato una nuova parte posteriore per sostenere la sella in fibra di vetro e imbottita di gomma. Le pedane Tarozzi aiutano il rider ad assumere la giusta posizione rannicchiata. Per mantenere filanti le linee, il serbatoio della benzina di serie è stato sollevato dal telaio di due pollici. I tubi e gli steli della forcella sono di serie, ma sono racchiusi nelle piastre custom e sono stati accorciati di 85 mm. I semimanubri “clip-on” sono Fehling e i comandi sono un misto di Magura e Tommaselli, mentre il fanale usa parti di provenienza Honda e Yamaha.

Il motore BMW da 8## cc. è un componente relativamente standard, ma è stato dotato di nuovi parti custom lavorate a controllo numerico, compresi

gli alloggiamenti per l’alternatore, il motorino di avviamento e l’albero motore. Il collettore dello scarico è di serie ma il silenziatore originale è stato sostituito da corti terminali a cono di serie con inserti custom, in modo che la BMW possa ancora soddisfare le severe norme tedesche per l’omologazione. Qualcuno potrebbe anche avere dei dubbi sull’uso delle ruote di stile differente, ma quella anteriore proviene da una R1##R e quella posteriore è di serie – ed entrambe sono equipaggiate da pneumatici Metzeler Lasertec. I freni a disco anteriori flottanti provengono da una R1##R e i pistoncini sono Brembo. La pompa freno è una Brembo PSC-16. La verniciatura azzurra è un mix custom, e i sottili profili neri nascono come omaggio al passato BMW. Dice Tom: « La moto doveva essere il mezzo perfetto da usare in un giro per le strade deserte del centro a mezzanotte, ed è proprio così che la usiamo ». (GW)

Diamond AtelierDA#1

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Nome motocicletta: DA#3Costruttore: Diamond AtelierCreatore: Tom Konecny, Pablo Steigleder

[↧] Moto originale

Costruttore: BMWModello: R1##RAnno di costruzione: 1994

[↧] Ricostruzione

Categoria/Genere: café racerAnno di ricostruzione: 2#15Modifiche al telaio: ripulito e spogliato delle sue strutture con adattatori custom e staffe pedane ricostruiteScocca: serbatoio benzina monolever rialzato e sella in pelle cucita a mano

Motore: da 1### cc. con filtri dell’aria K&N, testata rilavorata Scarico: AkrapovicSospensioni anteriori/Forcella: forcella telescopica da 41 mm. accorciata di 1## mm. con piastra di sterzo lavorata con controllo numerico Sospensioni posteriori/Molle: di serie

Pneumatici/Ruote: ruote da motocross a raggi, completamente ricostruite, con pneumatici TKC8#Freni: doppi dischi flottanti da 32# mm. con pistoncini Brembo e pompa freno custom Brembo PSC-16Comandi manuali/Manubrio: comandi Tommaselli e Magura su semimanubri

“clip-on” customComandi a pedale: Tarozzi con supporti customCircuito elettrico/Strumentazione: sistema elettronico completamente custom con pacco batterie Linergy sistemato sotto il serbatoio della benzina, fanale LSL e indicatori

e fanalino di coda a LED integratiVerniciatura/Rivestimento: grigio metallico applicato a mano e finitura dorata “metal flake”. Tutte le altre parti rivestite a polvereOre di lavoro approssimative: oltre 35#Esemplari: pezzo unicoPrezzo al pubblico: su richiesta

Brutale e senza compromessi: questa era l’idea di partenza su cui Diamond Atelier avrebbe lavorato per realizzare la sua terza BMW custom. La base di questa DA#3 è una BMW R1##R, e il motore opacizzato scuro è stato migliorato con dei carburatori Dell’Orto da 4# mm. che respirano attraverso filtri K&N. Un sistema Akrapovic aftermarket compone lo scarico. Per ottenere una posizione di guida perfetta Tom Konecny e Pablo Steigleder

hanno abbassato la forcella di 1## mm. e installato una piastra di sterzo custom lavorata a controllo numerico, completa di diamante da #.17 carati incastonato. Gli ammortizzatori sono di serie, ma il telaio BMW è stato tagliato ed è stata saldata una nuova parte posteriore. Un mozzo posteriore disassato consente al cerchio di serie di ospitare uno pneumatico più largo. Le ruote di serie sono state smontate, i cerchi rivestiti a polvere di nero, mentre sui mozzi è stata applicata una rifinitura dorata “metal flake”. Gli pneumatici tassellati Continental TKC8# assicurano una ruota pulita dal fango degli sterrati, ma contribuiscono a rendere aggressivo il look della BMW. I pistoncini dei freni sono Brembo, e sull’avantreno sono collegati a una pompa freno Brembo PSC-16 con blocchi in acciaio inox, che stringono un doppio disco

flottante da 32# mm. Il serbatoio della benzina di serie della R1##R è stato sostituito da uno proveniente da una moto antecedente di serie R, ed è stato montato in posizione leggermente sollevata per allinearsi alla sella in pelle cucita a mano, molto minimalista. Le pedane posteriori sono componenti aftermarket modificati e dotati di staffe custom, i comandi manuali sono Magura e Tommaselli montati su semimanubri “clip-on” realizzati su misura. Un moderno fanale LSL illumina la strada, mentre gli indicatori a LED Motogadget e il fanalino di coda a LED sono stati integrati nella struttura. La strumentazione c’è, ma è stata montata in basso direttamente sulla scatola del cambio. La livrea della DA#3 è di un grigio metallico applicata a mano che contrasta piacevolmente con le finiture dorate. (GW)

Diamond AtelierDA#3

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Draft StudioYamaha SR25$Quando la ragazza di Dave Mucci gli disse che voleva imparare ad andare in moto, lui riuscì a scovare una Yamaha SR25# e iniziò a lavorarci sopra. Questo designer industriale passato alle motociclette ha aperto un’officina a Chicago, Draft Studio.

Lo scopo era quello di costruire una moto che non soltanto fosse agile, ma anche visivamente leggera, con linee pulite e un’estrema cura alla sobrietà delle finiture. Mucci ha scartato il serbatoio a goccia della SR in favore di quello di una Honda CD175, più tozzo, l’ha verniciato d’argento con le fiancate

in nickel spazzolato ed emblemi in ottone. Dopodiché ha ripulito il telaio dalle sporgenze superflue e ha saldato un posteriore più snello per sostenere una nuova sella, che è stata rivestita di pelle bordeaux con cuciture marroncine (dettaglio che è stato ripreso sulle manopole e sulle imbottiture delle fiancate del serbatoio). Sotto la sella, un alloggiamento realizzato a mano ospita il circuito elettrico, che è stato rifatto e che ora è alimentato da una batteria a 12V a ioni di litio della Shorai. Due parafanghi nichelati completano la scocca.

Il motore della SR è stato ricostruito, sabbiato e riverniciato. Anche il carburatore è stato ricostruito e dotato di un nuovo kit di molle e spilli, mentre l’airbox è stato sostituito da un filtro K&N. Il sistema di scarico è in nickel spazzolato con un silenziatore custom e un paracalore. Mucci ha anche ricondizionato la forcella, mentre sul posteriore ha utilizzato una coppia di ammortizzatori NOS. I freni sono stati rifatti con ganasce EBC, gli pneumatici

sono Bridgestone Spitfire. A completare la ricostruzione intervengono manubrio, comandi manuali e un piccolo contachilometri realizzato da Dime City Cycles, mini-interruttori POSH e specchietti in alluminio con lavorazione CNC, oltre a un fanale Bates da 5 pollici e mezzo e a un minuscolo fanalino posteriore montato su un supporto custom. Gli indicatori di direzione sono a LED, integrati nel telaio all’altezza dell’attacco degli ammortizzatori. Mucci ha voluto stendere dei colori naturali su tutta la moto, per cui la quantità di parti verniciate è esigua. Telaio, cerchi, alloggiamento della batteria e motore sono stati rivestiti a polvere dello stesso colore argento satinato del serbatoio. Quasi tutto il resto, comprese le parti metalliche, ha un rivestimento in nickel spazzolato.

Assieme alle parti rivestite di pelle, l’accostamento dei colori si adatta bene a questa moto cittadina dal carattere affascinante e accessibile. (WR)

Nome motocicletta: Yamaha SR25#Costruttore: Draft StudioCreatore: David Mucci

[↧] Moto originale

Costruttore: YamahaModello: SR25#Anno di costruzione: 1981[↧] Ricostruzione

Categoria/Genere: brat / street tracker

Anno di ricostruzione: 2#13Modifiche al telaio: telaio e sella custom; telaio sabbiatoScocca: parafanghi accorciati custom, nichelati; alloggiamento custom sotto la sella; serbatoio Honda CD175

Motore: ricostruitoScarico: in nickel spazzolato con silenziatore custom e paracaloreSospensioni posteriori/Molle: ammortizzatore NOS, finitura spazzolata

Pneumatici/Ruote: Bridgestone Spitfire (ant.: 12#/9#-18F, post.: 15#/8#-16R)Freni: di serie, ricostruiti, con ganasce ESCComandi manuali/Manubrio: mini-interruttori POSH, piccolo contachilometri di Dime City Cycles

Circuito elettrico/Strumentazione: nuovo cablaggioOre di lavoro approssimative: 8 mesiEsemplari: pezzo unico

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84 85 Lucky Cat Garage

Nome motocicletta: SprintbeemerCostruttore: Lucky Cat GarageCreatore: Sébastien LorentzSupporto: il team di Lucky Cat Garage e gli amici: Frank, Laurence, Cyril, Nico, Benny; Christian, Christophe, Mathieu, Jean-Yves, Yves, Sylvain

[↧] Moto originale

Costruttore: BMW Modello: R5#/2, R75/5, R75/6, R1##GS, R1##R, S1###RRAnno di costruzione: dal 1955 al 2#13

[↧] Ricostruzione

Categoria/Genere: dragster Anno di ricostruzione: 2#13 Modifiche al telaio: su misura: staffe per

la carenatura frontale da competizione, alloggiamento della sella arrotondato, forcellone BMW R1##/7 modificatoScocca: carenatura a campana di Airtech Streamlining, serbatoio benzina Malagutti modificato con indicatori della pressione del carburante e della temperatura olio integrati, alloggiamento della sella in alluminio su misura

Motore: motore “Sprintbanger” costruito da Edelweiss Motorsport, carburatori Dell’Orto da 4# mm., iniezione nitro, cambio elettrico ad aria compressa, coppa dell’olio racing Mombaerts Race, frizione Sachs a 4 dischi in ceramica, volano alleggerito privo di ingranaggio messa in moto, cambio R1##R, posteriore R8#/6, adattatore trasmissione in acciaio

ricavato dal pieno, serbatoio Mooneyes convertito in contenitore di recupero per l’olioScarico: su misura Sospensioni anteriori/Forcella: R/75 accorciataSospensione posteriore: montanti regolabiliPneumatici/Ruote: mozzi BMW lavorati con cerchi in lega anodizzata neri

Freni: a tamburo BMW modificati con fori di ventilazione realizzati a manoComandi manuali/Manubrio: semimanubri “clip-on” con comandi Tomaselli & PingelCircuito elettrico/Strumentazione: indicatore di cambiata tachimetro ScitsuVerniciatura/Rivestimento: Benny “Machine 17”, Nico “AeroTec Nico”

Il 2#15 è stato il decimo anniversario del Glemseck 1#1, il raduno dell’omonima città tedesca, a sud di Stoccarda, che ogni anno attira decine di migliaia di partecipanti e spettatori. Gli appassionati accorrono per vedere drag bike che raggiungono velocità incredibili sulle distanze brevi, e questo ha suggerito a

Séb Lorentz l’idea di ricostruire una macchina con il marchio Lucky Cat Garage. L’idea è nata da uno pneumatico posteriore, un M&H Racemaster, ideale per le alte velocità ma solo su rettifilo. Perfetto per le gare di drag, ha pensato Lorentz, che si è messo subito al lavoro. Il punto di partenza è stato una BMW R5#/2, ma la maggior parte dei componenti provengono da altre moto. La quantità di modifiche apportate è infinita, quasi troppe per essere descritte a una a una. Osservate bene e vedrete il motore di una R1##RS fine anni ’7#, il cambio di una

R1##R anni ’9# e il forcellone di una /7 dei primi anni ’8#. Ma forse l’aggiunta più stuzzicante è l’adozione di un sistema di iniezione che ha incrementato del 2#% la potenza del motore. Proprio il genere di modifica che può servire se metti il piede sulla linea di partenza al Glemseck. E poi c’è il telaio, così aerodinamico e proporzionato. Dunque è facile capire perché la ricostruzione di Lorentz abbia riscosso tanto successo, e abbia ottenuto premi in diverse manifestazioni, compreso lo “StarrWars Sprint” al Glemseck Festival del 2#13. (JC)

Nome motocicletta: DustbeemerCostruttore: Lucky Cat GarageCreatore: Sébastien Lorentz

[↧] Moto originale

Costruttore: BMWModello: R6#/5Anno di costruzione: 1973[↧] Ricostruzione

Categoria/Genere: roadster/baggerAnno di ricostruzione: 2##9Modifiche al telaio: supporti per la carenatura su misura (a sgancio rapido); supporti per le borse su misura (a sgancio rapido)Scocca: carenatura a campana, in fibra di vetro, rinforzata con fibra di carbonio; alloggiamento della sella su misura;

bussola Hull illuminata; parafango posteriore modificato con fanalino integrato; fanalino con griglia in lega di alluminio di una Ford del ‘33Motore: originale BMW R75/5Scarico: silenziatori HoskeSospensioni anteriori/Forcella: ribassataSospensioni posteriori/Molle:

accorciatiPneumatici/Ruote: originaliComandi manuali/Manubrio: Triumph T12#, manopole PoshVerniciatura/Rivestimento: nero satinato, applicato con la bomboletta sprayComponenti: bauletti Wixom Ranger, usatiOre di lavoro approssimative: 5# ore

La prima cosa che si nota quando si osserva questa ricostruzione di una BMW R6#/5 è la scocca. « Mi ero un po’ stufato di quelle café racer e quelle brat-style nude che si assomigliavano tutte », dice Lorentz. « Per cui ho deciso di cercare un’altra direzione. Sono sempre stato un patito del design aerodinamico… e delle auto custom “lead sled” ». Ispirarsi a una “lead sled” (letteralmente:

slitta di piombo – una hot rod realizzata modificando modelli Ford e Mercury) significa prendere una strada decisamente diversa. La carenatura a campana in fibra di vetro è stata prodotta da Atelier Chatokhine e i bauletti Wixom Ranger completano il look da “bagger”. Lorentz ha rivitalizzato la potenza della moto da touring aumentando i cavalli grazie al motore di una R75/5. Lo scarico è stato migliorato con silenziatori Hoske, mentre la sella e il rivestimento sono custom. Alla fine, la motivazione da lui addotta per la scelta di utilizzare la R6#/5 è forse la più persuasiva di tutte: « Non potevo rifiutare la Beemer perché era proprio a buon mercato! ». (JC)

dell’aiuto di molti amici di talento.Oltre alle dragster, dal Lucky Cat Garage sono uscite

anche, per esempio, alcune impressionanti café racer e una BMW scrambler battezzata Six Day Beemer, che naturalmente ha partecipato al GT Trophy francese ottenendo il terzo posto nella categoria “classiche”.

A prescindere dal marchio o dallo stile a cui rivolge la sua attenzione, il prodotto finale deve esprimere velocità. E con il sorriso sulle labbra, con la velocità sempre in mente, Sonic Séb continua a costruire moto e a gareggiare con le leggende che costruisce. (JZ)

SprintbeemerDustbeemer

Page 10: The Ride 2nd gear

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Moto Sumisura J.M.$1.2

Nome motocicletta: J.M.#1.2Costruttore: Moto SumisuraCreatore: Franco Augello

[↧] Moto originale

Costruttore: BMWModello: R 8# G/SAnno di costruzione: 1981

[↧] Ricostruzione

Categoria/Genere: roadsterAnno di ricostruzione: completata nel 2#14

Sospensioni anteriori/Forcella: BMW R65Sospensioni posteriori/Molle: BituboPneumatici/Ruote: Avon e FirestoneFreni: originali

Comandi manuali/Manubrio: artigianaliComandi a pedale: TarozziCircuito elettrico/Strumentazione: BMW R51

Verniciatura/Rivestimento: verde Jaguar e neroOre di lavoro approssimative: 49# oreEsemplari: pezzo unico

Una sola cosa è certa, dice il saggio: il cambiamento è l’unica costante. Franco Augello di Moto Sumisura (Italia) ha customizzato una BMW R8#GS del 1981 più di cinque anni fa. L’ha chiamata J.M. e l’ha sempre guidata con piacere, finché una notte non ha sognato una Vincent. L’indomani la J.M. finì smontata sul pavimento dell’officina: voleva usare tutte le parti e i componenti, ma già un vecchio coperchio delle valvole si è convertito in fanale, come parafango anteriore ha rubato quello posteriore a una BMW R5#, e la forcella a una

BMW R65. Gli ammortizzatori sono Bitubo, la ciclistica è formata da una ruota anteriore da 21 pollici (di una BMW R8#GS) con pneumatico Avon, mentre quella posteriore è di serie, e a richiudere il Firestone Deluxe Champion c’è una carenatura in alluminio realizzata su misura.

Per posizionare il contachilometri davanti allo stretto manubrio ribassato e corsaiolo è stato costruito un apposito supporto in ottone. La pompa freno è stata spostata sul telaio, in modo da ripulire le linee del manubrio. Le pedane

provengono dal catalogo Tarozzi, mentre la sella proviene da un unico blocco di legno, scolpito in modo da adattarsi al grande serbatoio. Franco non ha toccato il motore e ha mantenuto lo scarico SuperTrapp della J.M. originale. « Sulle prime mi sono sentito un po’ a disagio, nel cambiare il lavoro fatto sulla mia J.M. », dice. « Ma questa sarà sempre la mia moto, con quel meraviglioso borbottio del SuperTrapp! ». (GW)

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Nome motocicletta: Madame GuzziCostruttore: Adam’s Custom ShopCreatore: Adam Nestor

[↧] Moto originale

Costruttore: Moto GuzziModello: SP1###Anno di costruzione: 1979

[↧] Ricostruzione

Categoria/Genere: boardtrackerAnno di ricostruzione: 2#1#Modifiche al telaio: telaio customScocca: tutti i dettagli sono stati disegnati e realizzati a mano; serbatoio della benzina in alluminio; tutti i dettagli in ottone realizzati da Adam Nestor

Motore: Moto Guzzi 1### cc., carburatori S.U. di una MG Scarico: su misuraSospensioni anteriori/Forcella: forcella Mazzocchi modificataSospensioni posteriori/Molle: ÖhlinsPneumatici/Ruote: cerchi nichelati da 2# pollici, pneumatici Avon Speedmaster

Freni: anteriori: Benelli, modificati; posteriori: Moto Guzzi, modificatiComandi manuali/Manubrio: su misuraComandi a pedale: su misuraCircuito elettrico/Strumentazione: circuito elettrico realizzato da Adam Nestor

Verniciatura/Rivestimento: verniciatura di Adam Nestor; “pinstriping” di Fredrik SöderlundOre di lavoro approssimative: 15## oreEsemplari: pezzo unico

Come rivela il nome, Madame Guzzi è spinta dal motore di una Moto Guzzi SP1### del 1979, che è il suo elemento fondamentale. Concepita e costruita dall’allora ventenne Adam Nestor, svedese, ha le linee sobrie e pulite di una

board tracker, una motocicletta splendidamente disadorna ma ricchissima di dettagli, che grida solo potenza e velocità. Il motore Guzzi è racchiuso da un telaio realizzato dallo stesso Adam assieme (tra gli altri componenti) al

serbatoio, al manubrio e allo scarico. Non c’è da stupirsi se Madame Guzzi ha vinto il “Best of show” alla rassegna di Västervik del 2#1#, nominata sempre in quell’anno “Bike Of The Year” dalla rivista svedese MCM. (JZ)

Adam’s Custom ShopMadame Guzzi

Page 12: The Ride 2nd gear

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La Indian Chieftain è costruita per le lunghe distanze. Ha tutta una serie di caratteristiche che farebbero impallidire un’automobile – con le sue 8## libbre (oltre 36# kg.) quasi ne raggiunge il peso. Quindi, vedere quello che RSD è riuscito a creare dalla Track Chief è davvero qualcosa di stupefacente.

Tanto per cominciare hanno staccato il motore e l’hanno messo sul banco di lavoro, costruendoci attorno la motocicletta. La ciclistica si basa su un telaio di tipo rigido, su un monobraccio posteriore e su una forcella a balestra. Caratteristiche che potrebbero suonare piuttosto scomode, ma grazie ai parecchi interventi (e anche a un poco di fortuna, come sono disposti ad ammettere alla RSD) la Track Chief si guida con facilità. Il comando del gas potrà sembrare non molto reattivo, ma sarete pronti a ricredervi.

Sulla moto ci sono parti in titanio realizzate a mano come il serbatoio della benzina, e una serie di componenti modernissimi, perfettamente integrati.

Il tutto, però, realizzato con gusto: ad esempio la verniciatura vintage e i dettagli contribuiscono a rendere l’estetica complessiva, in omaggio all’epoca che l’ha ispirata. E con un brillante tocco di ingegnosità, l’elettronica è stata nascosta in una vasca sotto al motore, mantenendo così l’aspetto spoglio da racer.

Dissezionando completamente la Chieftain, il team di RSD è riuscito a riportare in vita la spoglia bellezza delle racer vintage anni ’2#/’3#/’4#. Questa moto ridotta ai minimi termini ricrea il fascino emanato dalle Indian di quell’Età dell’Oro. (SS)

Roland Sands DesignIndian “Track Chief”

Nome motocicletta: Indian “Track Chief”Costruttore: Roland Sands DesignCreatore: Roland SandsSupporti: Aaron Boss, Scott Dimick, Guy Driscoll, Cameron Brewer

[↧] Moto originale

Costruttore: Indian

Modello: ChieftainAnno di costruzione: 2#14

[↧] Ricostruzione

Anno di ricostruzione: 2#14Modifiche al telaio: telaio rigido e dotato di monobraccio costruito a mano nel 2#14 da RSD

Scocca: serbatoio della benzina in titanio costruito a mano da RSD; tappo del carburante Crafty B, custom; sella in pelle di Bitchin Seat Co., custom; tabella porta-numero in titanio costruita a mano da RSD; vasca sotto al motore in alluminio costruito a mano da RSDMotore: 111 pollici cubici (1811 cc.); filtro

RSD Blunt; coperchio distribuzione trasparente, prototipo RSD; frizione Barnett; carter trasmissione primaria trasparente ricavato dal pieno, prototipo RSD; cilindretto frizione idraulica Zodiac sportsterScarico: sistema 2-1 Slant RSD in titanio, custom

Sospensioni anteriori/Forcella: forcella girder Paughco/ammortizzatore da mtb Fox DHX DownhilPneumatici/Ruote: Dunlop Elite 3 Freni: ant.: pinza radiale Performance Machine; post.: Performance Machine 125X4RAltre modifiche: luci PIAA in

alloggiamento RSD; manopole Traction RSD; comando del gas interno Garage Company; cavi freni Spiegler U.S.A., customVerniciatura/Rivestimento: pinstriping: Hot Dog; rivestimento a polvere: OlympicOre di lavoro approssimative: 3 mesi

Page 13: The Ride 2nd gear

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Nome motocicletta: Harley scramblerCostruttore: Benjie’s Café RacersCreatore: Benjie Flipperboi

[↧] Moto originale

Costruttore: Harley-DavidsonModello: 883Anno di costruzione: 1999

[↧] Ricostruzione

Categoria/Genere: scramblerAnno di ricostruzione: 2#15Modifiche al telaio: di serie, con pochissime modificheScocca: serbatoio in alluminio appositamente realizzato, parafango e sella “a banana” custom, rivestita

di pelle in vacchettaMotore: 883 di serie rialesato a 12## cc., con carburatore Screaming Eagle corto e sistema di accensione elettronica programmabileScarico: su misuraSospensioni anteriori/Forcella: avantreno Suzuki GSX1###

Sospensioni posteriori/Molle: ammortizzatori Ducati GT1###Pneumatici/Ruote: ruote in alluminio a raggi Borrani con penumatici da entro-fuoristradaComandi manuali/Manubrio: manubrio Taper MX con comandi manuali Triumph Thruxton

Comandi a pedale: comandi e leve in acciaio inox lucidato, customCircuito elettrico/Strumentazione: cablaggio elettrico customVerniciatura/Rivestimento: telaio: rivestimento a polvere; serbatoio: in alluminio grezzo con verniciatura nera e “pinstriping” color oro

Componenti: tutti i principali componenti sono stati realizzati in officinaAltre modifiche: piastra paramotore custom, fanalino posteriore e alloggiamento fanale realizzati a mano, cruscotto customOre di lavoro approssimative: 1### oreEsemplari: pezzo unico

Una malconcia Harley-Davidson 883 Sportster del 1999 raccoglieva polvere in un angolo dell’officina di Benjie Flipperboi: intanto lui rifletteva se trasformarla in una café racer o in un bobber. Poi arrivò l’ispirazione, e decise di costruire questa scrambler americana, una moto che poteva essere guidata ovunque,

su strada e fuoristrada, nonostante le sue origini da corpulenta “hog cruiser”. Il telaio è restato quasi completamente di serie. Dice Benjie: « Volevamo dimostrare che anche con pochissime modifiche, o senza modificare niente, si può cambiare il look della moto cambiandone semplicemente la scocca ». L’impostazione di guida è stata rialzata grazie alla moderna forcella a steli rovesciati di una Suzuki GSX1###, assieme a una coppia di ammortizzatori di una Ducati GT1###, più lunghi. Il carattere fuoristradistico è stato accentuato grazie a una coppia di ruote in alluminio leggero Borrani, dotate di cerchi a raggi rivestiti da pneumatici entro-fuoristrada. Il motore di serie dell’883 è stato

portato a 12## cc., con un corto carburatore Screaming Eagle e un’accensione elettronica programmabile. Il motore sfoga la sua potenza attraverso uno scarico artigianale in acciaio inox da scrambler. Per mettere in risalto il motore, Benjie ha realizzato un serbatoio dai contorni sinuosi che seguono il profilo delle testate dei cilindri del V-twin. Per rimarcare l’uso fuoristradistico, sempre il serbatoio è stato dotato di un portapacchi in acciaio inox e di un tappo in stile Monza, in posizione disassata. La stretta sella “banana style” distingue ulteriormente questa moto dalle sue origini cruiser. « Una cruiser normale può girare ormai per le strade o sui sentieri, verso l’alba di un nuovo giorno ». (JN)

Benjie’s Café RacersHarley Scrambler

Page 14: The Ride 2nd gear

116 117 Heiwa Motorcycle

“Adoro utilizzare i motori dei vecchi modelli e partendo da essi ricostruire le moto per dimostrare la mia creatività”.

Kengo Kimura

La Triumph TR6 è famosa perché è stata la moto guidata dal “king of cool” Steve McQueen nel film La grande fuga, una pellicola del 1963 su un gruppo di prigionieri di guerra alleati che scappa da un campo di concentramento tedesco. Il costruttore giapponese Kengo Kimura ha preso un esemplare del 1958, l’ha fatto dimagrire e l’ha completamente re-immaginato per il ventunesimo secolo. Innanzitutto ha aggiunto un telaio custom, che rispetto

all’originale conferisce alla moto un aspetto molto più leggero e snello. Poi ne ha anche modificato le proporzioni dotandolo di una forcella che le fa assumere la posa di una tigre pronta a spiccare un balzo. Lo scarico è stato sostituito da un pezzo custom montato in posizione sollevata, che invece di passare sotto il blocco motore avvolge la sezione centrale del mezzo. Al posto della sella di serie ne è stata montata una custom, più bassa e in pelle marrone, che contrasta bene con la verniciatura a polvere nera. Davvero cool. (JC)

Nome motocicletta: PeacefulCostruttore: Heiwa MotorcycleCreatore: Kengo Kimura

[↧] Moto originale

Costruttore: Triumph Modello: TR6Anno di costruzione: 1958

[↧] Ricostruzione

Categoria/Genere: bobberAnno di ricostruzione: 2$$9 Modifiche al telaio: telaio realizzato a manoScocca: serbatoio della benzina, forcella, serbatoio dell’olio, trasmissione primaria a vista, alloggiamento dell’impianto elettrico

Scarico: su misura Sospensioni anteriori/Forcella: su misuraPneumatici/Ruote: Avon SM Mark II da 18 polliciFreni: anteriore: Suzuki RMZ25$ con disco Warp 9Comandi manuali/Manubrio: su misura

Comandi a pedale: su misuraCircuito elettrico/Strumentazione: su misura Verniciatura/Rivestimento: verniciatura a polvere di Six ShooterOre di lavoro approssimative: 6 mesi

Nome motocicletta: Lizard TailCostruttore: Heiwa MotorcycleCreatore: Kengo Kimura

[↧] Moto originale

Costruttore: Triumph Modello: 6T Anno di costruzione: 1953

[↧] Ricostruzione

Categoria/Genere: chopper Anno di ricostruzione: 2$12Modifiche al telaio: telaio di serieScocca: serbatoio della benzina, piastra porta-targa, serbatoio dell’olio, parafango, trasmissione primaria a vista, dinamo eccetera

Scarico: su misuraPneumatici/Ruote: Avon SM Mark II da 18 polliciFreni: a tamburo, SuzukiComandi manuali/Manubrio: su misuraComandi a pedale: su misuraCircuito elettrico/Strumentazione: su misura

Verniciatura/Rivestimento: verniciatura realizzata da Six ShooterOre di lavoro approssimative: 6 mesi

Nel film del ’53 Il selvaggio, Marlon Brando interpretava la parte di un biker fuorilegge in sella a una Triumph Thunderbird 6T del 195$, leggermente customizzata. Kengo Kimura ha preso un modello del ’53 della stessa motocicletta ed è intervenuto massicciamente. Il risultato è una tipica ricostruzione dell’atelier Heiwa, e cioè una macchina slanciata, bellissima e potente allo stesso tempo. Come prima cosa Kimura ha aperto la trasmissione

Lizard TailPeacefulprimaria lasciandola a vista per conferire un look più snello. Poi ha aggiunto un serbatoio su misura e una sella custom di pelle nera. Anche il parafango, i comandi a pedale e il manubrio sono pezzi unici. Grazie a un elaborato sistema di sospensioni costruito appositamente da Kimura, questa ricostruzione Triumph possiede una guida molto più morbida rispetto all’originale. (JC)

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Shiun Craft WorksChoppers ForeverQuando il petrolio finirà, i motori a benzina saranno obsoleti. E allora cosa accadrà al mondo dei chopper? Shiun Crafts Works ha trovato una soluzione. Questa Harley-Davidson Shovelhead aveva un motore da 16## cc. e veniva usata come drag bike (per gare su pista che duravano all’incirca 11 secondi).

Nel 2#11 Tomoaki Matsumura, fondatore di Shiun Craft Works, decise di installare un motore elettrico da 72 V comandato da inverter. La coppia è di 1#4 Nm, equivalente a quella di un motore Harley-Davidson Twin Cam 88, ma adesso non c’è bisogno di trasmissione né di frizione. Gli attacchi originali del motore sono stati mantenuti, per cui è possibile rimontare il propulsore e la trasmissione originali.

Clutch CustomsW65$ Ancora una volta le sapienti mani di Willie Knoll di Clutch Custom Motorcycles hanno lavorato con precisione a questa ricostruzione. Perfino il tappo del serbatoio e il fanalino di coda della sua W65# rispecchiano la sua meticolosa etica del lavoro. Willie spiega che l’obiettivo era quello di « creare una moto

semplice, di classe e minimalistica, con un certo stile drag, una bella linea e dettagli interessanti ». La nichelatura del telaio crea in parte l’effetto generale di pulizia, ma c’è molto altro: Willie ha costruito a mano il posteriore, accorciando il forcellone e ribassando il corpo di 8 cm. Il serbatoio della benzina proviene da una Kawasaki 75# cc. ed è stato riplasmato, donandogli un aspetto agile e slanciato. Sotto, è stato montato un tunnel custom che nasconde l’impianto elettrico. Da notare, inoltre, il manubrio in acciaio inox custom, così come l’elegante tappo del serbatoio, il fanalino di coda e le pedane. La moto è verniciata di un color porpora metallizzato, che le conferisce un fascino robusto e penetrante. (BB)

Nome motocicletta: Choppers ForeverCostruttore: Shiun Craft WorksCreatore: Tomoaki Matsumura

[↧] Moto originale

Costruttore: Harley-DavidsonModello: ShovelheadAnno di costruzione: 1979

[↧] Ricostruzione

Anno di ricostruzione: 2#11Modifiche al telaio: telaio rigidoScocca: coperchio motore customMotore: motore elettrico da 72 V (coppia massima: 1#4,4 Nm)Pneumatici/Ruote: Metzler 9#/9#-21 (ant.), Goodyear Drag slick 7,5

pollici x 18 pollici (post.) / 21 pollici x 2,15 pollici (ant.), Performance Machine 18 pollici x 5,5 pollici (post.) Comandi manuali/Manubrio: manubrio dragster in acciaio inox realizzato da Shiun; rialzi per il manubrioComandi a pedale: Shiun Craft Works

Circuito elettrico/Strumentazione: tachimetro multifunzioneVerniciatura/Rivestimento: azzurro ghiaccio perlaceoOre di lavoro approssimative: 8 settimaneEsemplari: pezzo unico

Nome motocicletta: W65# Costruttore: Clutch Custom MotorcyclesCreatore: Willie Knoll

[↧] Moto originale

Costruttore: KawasakiModello: W65#Anno di costruzione: 2##1

[↧] Ricostruzione

Anno di ricostruzione: 2#15Modifiche al telaio: telaio customScocca: serbatoio benzina Kawasaki W65#; tappo benzina, pezzo unicoMotore: ricostruito, carburatori PCR 37Scarico: custom, in acciaio inox; silenziatori Spark

Sospensioni anteriori/Forcella: accorciata di 7 cm.Sospensioni posteriori/Molle: accorciate di 3 cm.Pneumatici/Ruote: Avon Road Rider, ruote da 18 polliciFreni: STDComandi manuali/Manubrio: su misura

Comandi a pedale: su misuraCircuito elettrico/Strumentazione: pulsante accensione Motogadget, nuovo impianto elettrico, fanalino di coda lavorato Verniciatura/Rivestimento: telaio e forcellone nichelati Price: su richiesta

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