The A.S.S. Speciale HC!

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Speciale Hardcore della Skatezine The A.S.S.: featuring Anti-Tetanika, One Step Ahead ed How To Be. In questo numero meno skate, più musica!

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EDITORIALEA cura di Ada Baronti e Giorgio Oreglia

Da sempre la musica ci accompagna, un sottofondo costante che si lega ad

alcuni ricordi ed emozioni.

La musica, come lo skateboarding è emozione,

specialmente se parliamo di musica hard-core,

che per chi scrive rappresenta soprattutto amicizia,

supporto per chi crede in qualcosa,e come diceva una canzone,

spesso, sudore e lacrime.

I questo numero un assaggio della scena hardcore del Piemonte edella Valsesia Hard Core Crew.

Qualche illustrazione e fumetto,poco skate per sta volta,ma l’estate è alle portee di tempo ne avremo.

Alla prossima!

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CREDITSTHE ASS

AronaSkateboarding

Skatezine

N° 02 MARZO 2011SPERIAMO ESCA...

REDATTORE CAPO:

Ada Baronti

ART DIRECTOR:

Giorgio Oreglia

FOTOGRAFI:

Ada BarontiGiorgio Oreglia

HANNO COLLABORATO:

Andrea RigazziGoblin DM

Bago Andrea MenegonEmanuele Sleshio Lescio

Diego “Pagans“ PaganiSergio Pontillo

Dr. Pira

INFO:

[email protected]

IN COPERTINA:

Unknown!PIC: Ada Baronti

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A cura di Andrea Rigazzi

Hardcore punk: catarsi rock

Resistenza e intraprendenza.Con queste due parole potremmo ri-assumere l’hardcore punk e gli anni

(1980-86) della sua nascita e affermazione.

Oddìo affermazione… Non è che, fatti salvi alcuni gruppi comunque mai assurti al rango di arena band, gli eroi dell’epopea hardcore abbiano

fatto soldi a palate,ma questo è un discorso che affron-

teremo più in là.

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Dicevamo che l’hardcore è figlio del-la resistenza, cieca resistenza come cieca era la furia con cui i kids sul palco ti sbattevano addosso la loro musica e quelli sotto partecipavano

ai concerti. Torniamo per un attimo a quegli anni: nel 1980 prende avvio l’era

reaganiana, quella del capitalismo a tutti i costi, del conservatorismo

cubico, ideali che si riflettono anche sulla società giovanile USA:

i ragazzini e le ragazzine borghesi vanno in giro vestiti di un perbeni-smo ipocrita che sembra di essere tornati agli anni cinquanta, la new wave ha intellettualizzato il punk

e all’orizzonte si vedono avvisaglie dell’efebica ondata new romantic, il rock si è impomatato di discomusic

e, insomma, si respira un’aria imbor-ghesita, molle, modaiola.

I giovani dei sobborghi tagliati fuori da questi circuiti capiscono che l’uni-

ca alternativa è la ribellione. Non chinare il capo di fronte a una

vita bastarda per molti di questi ado-lescenti significa mettersi alle spalle abusi, sofferenze, incomprensioni, emarginazione: la tribù hardcore

trova nella rabbia il falò attorno al quale radunarsi ballando la slam-

dance, la musica, quei pezzi di tren-ta-quaranta secondi – un minuto al massimo, toh – sparati a centomila,

fornisce le scariche di adrenalina fondamentali per il rituale.

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Il punk aveva indicato la via, aveva fatto capire ai ragazzi e alle ragazze che si poteva mostrare il

dito medio al sistema, ma poi era im-ploso nei fighettismi a esso endemici.

L’hardcore depurò il punk di questi aspetti, ne esaltò altri portandoli

all’estremo ma in generale sempli-ficò i termini della questione; il look era lì a dimostrarlo: jeans, t-shirt e

scarpe da tennis. L’essenziale e nulla più, come i Ramones.

Già solo per il fatto che suonare hardcore voleva dire avventarsi su strumenti e microfoni guidati solo

dall’istinto, lascia capire quanto l’in-traprendenza, la voglia di buttarsi

abbia inciso sullo sviluppo del movi-mento. Un fatto riscontrabile anche

nella sua diffusione. Il vento hardcore cominciò a spira-

re dalla California, il suo punto di origine potremmo individuarlo nella scompostezza animalesca di Darby

Crash e dei suoi Germs, andò a scon-trarsi sulle pattuglie di polizia che

regolarmente interrompevano i con-certi ma riuscì comunque a raggiun-gere i quattro angoli degli Stati Uniti.

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Quella HC fu una carovana che per-corse all’incontrario la strada verso la frontiera, e lo fece viaggiando in furgone: quello dei Black Flag è di-

ventato leggendario, tanto che Hen-ry Rollins ci ha intitolato un libro

(“Get in the Van”). Le band facevano su e giù per l’Ame-rica, con i soldi per benzina e pasti

contati: che fosse per suonare davan-ti a quattro gatti o a torme di ragaz-zini con gli ormoni in fermento non

gliene fregava nulla. L’importante era uscire con la pro-

pria musica, creare una scena: le stesse ragioni che portarono molti di quei ragazzi a fondare etichette

(ancora una volta i Flag e la loro SST o la Dischord di Ian MacKaye), stam-pare e confezionare dischi, redigere fanzine. Da Boston (“This Is Boston Not LA”, recita il titolo di una com-pilation dell’epoca) a Phoenix, da

Houston a Washington DC, da Minne-apolis a New York, l’hardcore si af-

fermò ovunque, in tante declinazioni “regionali”.

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Qui torniamo al discorso della resistenza.

Perché molti musicisti hardcore non cedettero all’ortodossia sviluppan-

do la loro cifra stilistica: ad esempio c’era l’HC countreggiante dei Meat

Puppets, quello “fusion” dei Minute-men, quello sixties-pop degli Hüsker Dü, quello arricchito dal reggae dei Bad Brains (il gruppo all black che

tecnicamente umiliava chiunque nel circuito), quello metalloso di new-yorchesi tipo Cro-Mags e anche i

Black Flag – a questo punto filo con-duttore del discorso – seppur con ri-sultati non graditi da tutti a un certo punto (“My War”, 1984) si avvicina-

rono a sonorità stile Sabbath.

Malgrado si trattasse di un feno-meno fortemente a stelle e strisce,

l’hardcore attraversò l’Atlantico rag-giungendo la Gran Bretagna (Char-

ged GBH e Discharge su tutti) e anche l’Italia, dove si formò una scena di tutto rispetto attorno a band come Negazione, Indigesti,

Raw Power, Wretched e CCM.

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Superata la metà degli Ottanta l’har-dcore perse spinta ma come era

successo al punk la sua filosofia non scomparve:

toccherà ad alcuni degli eroi di que-gli anni, nel frattempo maturati,

portare avanti in tutti i sensi la fac-cenda. Esemplare, in questo sen-

so, quanto fatto con i Fugazi da Ian MacKaye, l’ex cantante dei

Minor Threat. Con i Fugazi si può parlare di post-hardcore: una versione più intellet-tualizzata ma di grande profondità

esistenziale dell’HC primigenio. Senza dimenticare che anche i Bea-stie Boys avevano cominciato come

hardcore band! I rapper newyorche-si ci danno lo spunto per una conclu-

sione dolceamara: ci ricordano infatti che a cogliere i

frutti dei sacrifici compiuti dai musi-cisti hardcore furono, nei Novanta,

coloro che a essi si ispiravano: i vari Green Day, NOFX e Offspring nella California che non si era mai tolta

lo skate da sotto i piedi, i Nirvana e molti gruppi grunge, i Lemonheads e le altre band che suonavano college

pop inasprito dalle distorsioni.

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Niente da dire, in musica capita quasi sempre così, e molte di queste band piacciono e parecchio anche a

chi scrive. Dovremmo poi parlare anche delle

filiazioni del genere, tra metalcore e altre ibridazioni, ma si tratta appun-to di filiazioni e il discorso ci farebbe allontanare ulteriormente dalle fon-

damenta del movimento. Che sono ancora solidissime.

Ogni tanto riprendere i dischi di quel periodo, quelli dei vari Dead Kenne-

dys, SSD, Die Kreuzen, Social Distor-tion, Misfits, eccetera

e dimenarsi con quelle scalette spes-so fatte di pezzi brevi e cattivissimi è

un bell’esercizio dipurificazione musicale.

Perché i generi nelle sette note sono tanti e belli,

ma l’hardcore resta l’unica vera via alla catarsi rock.

Ah, mi permetto di darvi un consi-glio per la lettura e uno per la visio-

ne: “American Punk Hardcore”, il libro di Steven Blush (Shake Edizio-ni) e il quasi omonimo documentario

basato sulle sue pagine.

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ITW

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ITW di AcriminalG

Pic. Ada Baronti

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- Ciao Goblin, sei il frontman degli Anti-tetanika da quanto suona te insieme, e quale è la vostra storia?

G: Gli Anti-Tetanika sono nati nell’ottobre del 2004 e quindi parliamo di quasi 7 anni. La voglia di suonare mia e di altri compo-nenti del gruppo c’è sempre stata. Conta che a 14 anni suonavo metal ma non mi piaceva per nulla e quindi mi sono butta-to sul punk rock. Verso i 16 ho capito che suonare Hardcore era la mia missione e da quel momento, tra vari fallimenti, ho sem-pre cercato di creare un gruppo del genere che finalmente nel 2004 è arrivato. All’ini-zio eravamo io, Nathan D.M., Gila, Shimo e Toxic D.M. pian piano gli ultimi tre hanno abbandonato il gruppo per intraprendere altre strade, ma è solo grazie a loro se gli A-T sono nati e sono ancora qui. Dopo l’ar-

rivo di Frank al basso, qualche anno fa’, lo scorso febbraio abbiamo ricevuto la visita di Jonny che ora è il nostro nuovo chitarrista.

- Chi sono gli altri componenti del gruppo?

G: Frank P.D. (che non sta per par-tito democratico), Nathan D.M. aka Gianmarullo Tramaguzzi e Jonny il Gramo.

- Chi scrive i testi e da dove traete ispirazione?

G: I testi li scrivo io e traggo ispirazio-ne semplicemente da ciò che mi cir-conda. Normalmente parlo di ciò che mi fa incazzare, di ciò che va cambia-to e del come cambiarlo. Poi in realtà l’ispirazione e gli argomenti arrivano quando non te lo aspetti.

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- Quali sono state le vostre influenze musicali?

G: Sicuramente tutto l’Hardcore, da quello italiano degli anni 80 e 90 a quello americano di San Francisco e New York, passando per un po’ di altro grezzu-me internazionale. Poi ascoltiamo anche molto punk e derivati, rap e tanta altra musica che con l’hc non ha un cazzo a che fare

F: Giò, scrivi quel cazzo che vuoi in sostanza.

- Nathan millanta di cuccare un sacco di ragazze dato che è una rockstar, tu limoni abbastanza in qualità di Leader?

G: non tantissimo ma durissimo! Quasi come un 14enne.F: Io ho smesso di trombare.G: Va che parlava di limonare.F: ma si, ho smesso anche con quello.

- Come vedi la scena locale H-C?

G: quale scena hc locale? Scherzo, però diciamo che tra alti e bassi non è ancora morta. Ora però siamo nel periodo dei “bassi”, speriamo si riprenda.

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- Che differenza c’è tra il vostro H-C e quello dei Gabber?

G: noi usiamo un sacco di strumenti mentre loro un sacco di PC. Però per il resto la scena Gabber non mi spiace, se si parla di quella estera. Quella italiana invece mi fa leggermente cagare a causa dei molti fascistelli che la popolano.

Gianmarullo Tramaguzzi: Stronzi.

- Parlaci del progetto Valsesia H-C Crew Festival

G: Non è un’idea mia, il festival esiste da anni. Ho solo aiutato l’organizzazione del festival al Meltin’ pop e colgo l’occasione per ringraziare il locale e l’Asso-ciazione Samsara che ha fatto tutto. Valsesia Crew non è un progetto ma un in-sieme di persone che, nel cuore della Valsesia, anni fa ha cominciato a suonare musica punk e hardcore (si parla degli anni novanta) e che a furia di sbattere la faccia e di trovarsi davanti ostacoli insormontabili è riuscita a far capire che al di fuori della normale vita di paese si poteva fare altro. Gruppi come Contagio Sonoro, che suonano da 20 anni, o Irrazionalità Sconnessa, anche loro ormai da più di 10 anni, hanno aperto la strada a molti gruppi odierni. Senza loro probabilmente i posti dove poter suonare sarebbero ancora meno. Ovviamente durante il festival hanno suonato anche band più giovani. Noi non siamo valse-siani, ci sentiamo di più dell’alto vergante, però siamo ormai stati adottati e ne facciamo parte ben volentieri.

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- Sei soprannominato Goblin per le tue for-me fisiche?

G: Si: ho il fallo bitorzoluto! No dai, più che al-tro per via di un pomeriggio strano condito da alcool e droga (si può dire?) quando avevo cir-ca 15 anni. Da lì sono cambiate tante cose ma il soprannome è rimasto. Nathan è fisicamen-te un mostro: ha l’orchite.

Gianmarullo Tramaguzzi: Cazzo sì, ho un co-glione enorme! Lo vuoi vedere???

- Alcuni dicono che sei il gemello Oreglia e Nathan è tuo figlio, di conseguenza dovreb-be essere mio nipote giusto?

N: si, sono tuo nipote se ti va. Cioè, a me piace-rebbe ecco.

- Ho sentito dire che Jonny ha la passione per i petardi, non ha ancora ap-piccato incendi in nessun locale?

J: no, però ho caricato due o tre kamikaze mica da ridere!

Gianmarullo Tramaguzzi: E dovreste sentire come spara dal culo!

- Frank è l’unico del gruppo che abita un po’ più lontano da voi ... la lonta-nanza da voi (e noi) lo aiuta ad avere una vita normale?

F: Ma va d.. c... è peggiorata!

Gianmarullo Tramaguzzi: Anche secondo me sta peggio di prima ma almeno è più sexy.

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- Siete anche una Crew di Enduristi ... non sarebbe meglio una bella Harley?

F: Ma p.... d..!

G: La crew di enduristi è fuori e dentro il gruppo, saluto infatti tutta L’EHCTU! Diciamo che nel tempo libero ci piace prendere la moto e andare da A a B facen-do più fuoristrada possibile e passando per posti dove la gente sana di mente non andrebbe nemmeno a piedi. Il rischio è di farsi molto male e spaccare la moto, normalmente le cose coincidono e avvengono spesso. Ma visto che non scopiamo mai, abbiamo dovuto trovarci questo svago!

F: Trombami la morosa ma non toccar-mi la moto!

Gianmarullo Tramaguzzi: Le Harley comunque ci fan cagare...

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- So che sei un grande fan dei Suicidal Tendencies e ultimamente l’Acrimi-nalG Brigade da il sangue nei vostri concerti, non hai mai pensato di fare una canzone stile “possessed to skate”?

J: a pagamento si può fare tutto senza problemi!

G: Jonny ha ragione.

Gianmarullo Tramaguzzi: quanto ci date?

G: facciamo così: anche senza soldi, voi supportate gli A-T e noi supportiamo l’ AcriminalG. Ho sempre amato lo skate come sport e l’ho anche praticato... con scarsi risultati.

Gianmarullo Tramaguzzi: anche io andavo in skate e pure Toxic D.M. quando suonava con noi se la viaggiava in skate... spetta lui andava di brutto, io più che altro ho comprato la tavola di sabato e alla domenica era già spezzata a metà nel cestino di Spazio Per (locale/ex-skatepark di Borgomanero, Novara). Però fa figo dire che ci sono andato!

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G: tutto questo per dire che è un po’ che ci pensiamo e vorremmo fare una canzone sul-lo skate. Aspettiamo solo l’ispirazione.

- Date del Tour

J: finite! Fateci suonareeeeeeeeeeee!

- Sito internet

G:www.antitetanika.altervista.orgwww.myspace.com/anti-tetanikae per farci suonare contattate www.inearsound.itah, ci trovate pure su facebook. - Baci e abbracci

G: Tu, Ada, Gigi, AcriminalG Brigade, EHCTU, Valsesia Hardcore Crew, AVB Fa-milia, VCO HC Crew e poi tutti i nostri amici che sono anche i nostri primi soste-nitori. Infine vorrei ricordare che il mio numero è nei migliori cessi e quindi se avete voglia di... bè insomma, avete capito... solo donne mi raccomando!

Gianmarullo Tramaguzzi: bè a sto punto il mio papà Goblin e lo zio Giò.

J: Mike Bongiorno.

F: Se saluto chi dico io mi ritrovo una mazzata in faccia.

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ITW di AcriminalG

ITW- Chi sono gli HOW TO BE?:

La band nasce nel Giugno 2010. Tutti i componenti hanno fatto anni di gavet-ta prima di formare gli HTB, quindi sperimentano subito roba propria. Dopo qualche data decidono di entrare nel DDstudiorecords di Maurizio Molonato per registrare i pezzi da loro composti. Al momento sono ancora in studio ma l’uscita del cd è alle porte! Ancora un pò di pazienza e avrete occasione di ascoltare il cd! How to be: Cesareo Simone alla voce , Lescio Emanuele e Nu-ghes Luca alle chitarre , Mittino Jacopo al basso , Bonaccorso Lorenzo alla batteria.

- Da quanto tempo suonate insieme?

Sono nove mesi che suoniamo insieme!

- Di dove siete?

Veniamo da Serravalle Sesia, nel Vercellese...una topaia!

- Influenze?

Diciamo che le nostre influenze sono molto varie...spaziano dal metalcore al thrash includendo anke molti altri generi...è una specie di cocktail musicale. Nonostante tutto le musiche sono molto più vicine allo stampo metalcore.

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- Cosa ne pensate della scena HC locale e italiana?

Beh a livello locale purtroppo scarseggia...è da troppi anni che c’è una situa-zione di stallo, un genere come l’HC da queste parti non potrà mai sfondare, bi-sogna puntare a muoversi di più e non a rimanere nei baretti della Valsesia!!! Per fortuna che i pochi che ci sono sono band molto valide, pochi ma buoni! Nella scena italiana, invece, questo genere è un pò più diffuso...anche se nn abbastanza!!

- Chi scrive i testi e a cosa vi ispirate?

I testi vengono interamente scritti da Simone (Cantante); le ispirazioni sono varie, dipende da cosa gli passa x la testa! La maggior parte sono frutto di viaggi mentali, ma ci sono anke testi a riguardo del mondo in cui viviamo e di chi ci sta intorno!

- Uscita del CD, esperienza?!

Si tra poco (si spera) uscirà il nostro cd; sicuramente è stata un’esperienza unica, ma soprattutto la soddisfazione è immensa. Siamo molto contenti del prodotto che stiamo tirando fuori e nn vediamo l’ora di darvi la possibilità a voi e a tutta la gente che sarà interessata, di ascoltarlo. Tutto grazie alla gente con cui abbiamo lavorato e che ci ha dato una spinta e ci ha motivati a portare a termine questo lavoro, un grazie di cuore va a Maurizio Molonato e al suo DDstudiorecords. Com’è nata l’idea del cd? Diciamo che è stata una decisione improvvisa...abbiamo detto “baaaam! 7 pezzi, perchè non registrarli?” e da li è partito tutto. Diciamo anche per comodità, molti locali chiedono di portare prima dei pezzi da sentire per sapere se farti suonare o meno quindi vuol dire date in più, ma anche la diffusione della musica, una volta registrato puoi spe-dirlo in tutto il mondo no?

- Sito web?

FACEBOOK - http://www.facebook.com/pages/How-To-Be/166168140080787MYSPACE - http://www.myspace.com/howtobe-band

-HTB ringraziano: Maurizio Molonato, DDstudiorecords, Valsesia HC crew per averci accolti e averci dato la possibilità di condividere il palco con gruppi seri.

A DESTRADario Dessi - fs nosegrind. Pic: Sergio Pontillo

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ITW di AcriminalG

- Da quanto tempo suonate insieme?

Prima di formare i One Step Ahead ci co-noscevamo già, Zigo e Davide suonavano nei Nihil (rispettivamente alla batteria e alla chitarra) Bago ha suonato nei Blasted (con Teo, il primo batterista) e negli Slan-ders di cui il Bron era il batterista prima

di andare a suonare nei Pesci Rozzi. Tutti gruppi ormai defunti.Ci siamo formati a fine 2005, fino al 2006 abbiamo suonato col vecchio batte-rista (Teo), con cui abbiamo registrato il demo 5 Songs 4 the Crew (ottobre), poco dopo è entrato nel gruppo il batterista attuale (Bron) che suona anche nei Contagio Sonoro. A marzo 2009 abbiamo smesso di suonare per riprende-re a maggio 2010 senza fermarci fino ad oggi, sempre con la solita formazione (Zigo, D, Bron e Bago).

- Di dove siete?

Quarona un paese di 4000 anime…

- Chi scrive i testi e a cosa vi ispirate?

I testi li scrive Bago, principalmente sono testi introspettivi come One Step Ahead, Rise Up, No Remorse e Suicidio; accusatori come You Can’t Judge Me, Live Your Defeat e You Must Pay…Hell Of Angels tratta un argomento tanto delicato quanto triste che è la pedofilia, Primo Victoria è ispirata a World of Warcraft (dedicata alla gilda di Bago) e Familia è dedicata principalmente al Valsesia Crew. Al momento stiamo lavorando ad un nuovo pezzo in italiano scritto dal Bron . Non trattiamo nè politica nè religione non essendo minimamente interessati ad entrambe.

- Quali sono le vostre influenze?

Le influenze principali sono: Madball, Sick Of It All, Agnostic Front, Hatebre-ed, Terror e Raised Fist. Alterniamo pezzi veloci (alla Raised Fist e Sick Of It All) a pezzi lenti e cadenzati (più vicini a sonorità di Hatebreed e Madball e Agnostic Front), ovviamente non accordati con l’accordatura classica.

ITW

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- Come vedete la scena H-C?

Intendi la scena da noi o la scena in generale? La scena da noi è un po’ morta, si potrebbe fare molto di più per farla crescere. Ci sono posti come Milano in cui la scena è attiva e in cui i gruppi HC suonano costantemente senza doversi sbattere all’inverosimile per trovare una data!

- Album in uscita (se c’è)

Stiamo pensando di andare in studio tra il 2011 e il 2012, abbiamo 10 pezzi pronti per essere registrati, stiamo valutando qualche studio…Tutto è ancora in fase di progettazione.

- Sito internet

http://www.myspace.com/xonexstepxaheadx

- Goblin mi ha raccontato che Bago va in giro a spaccare i gabinetti ...

Bago: (ride) è una lunga storia quella…Una serata andata male, e son sclera-to uscendo dal cesso…Me la son presa con la porta, lo specchio e i sanitari…Serata finita con un viaggio al pronto soccorso, 3 fratture, un mese di gesso e la perdita della nocca dell’anulare destro! In generale non siamo gente violenta.Davide: (ride) è poi successo solo una sera ad aroma che abbian picchiato un vecchio fuori dalla Casa del Popolo per-ché aveva dato uno schiaffo allo Zigo!! Dopo averlo steso con un pugno l’ab-biamo preso a scarpate fino a quando non è riuscito a scappare…L’abbiamo rincorso per buttarlo in un cassonetto, ma ci è scappato…Mai più rivisto quel-la sera, abbiamo scoperto poco tempo fa’ che è morto, ma non per causa no-stra fortunatamente!

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...per questa pubblicità qualcuno ci ha rimesso una costola.

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“Caro Gio: ciao.Grazie a questa missiva

acquisti il diritto(retrodatabile in caso di

viaggio nel tempo)di pubblicare qualsiasi

fumetto tu ritenga adatto alla Vs.Fanzine.

L’intera Redazione è contenta perchè grazie allo

Skateboard ha spaventato gli anziani per

anni, per poi recarsi ai concerti punk a fare

i balletti.Fate le fanzine che ce n’è

sempre bisogno qui in Arabia!”

Cordiali convogli,Dr.Pira

Direttore Generale

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A cura di AcriminalG

I consigli sui materiali per allietare le vostre skateate sono a cura di AcriminalG, come qua-si tutti i contenuti che state leggendo. Se qual-cuno ha da obbiettare qualcosa o pensa di ave-re dei prodotti migliori di quelli scelti, provi a contattarci e vedremo il da farsi. Se qualcuno volesse mettere un SUO PRODOTTO lo invii, REGALATO ovviamente, a Giorgio Oregliapresso AcriminalG Skate Shop.

Per info e contatti:

[email protected]

- SWEET BURGER TEE S/S 2011

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- NIKE ZOOM STEFAN JANOSKI SB Probabilmente la scarpa dell’anno, uno di quei prodotti che detta lo stile del momento, semplice pulito e funzionale.Alcuni possono storcere il naso di fronte a Nike SB, cominciare a rompere le palle con discorsi ammorbanti sulle multinazionali e cazzi vari... Sono scarpe.Anzi, sono un guanto per i piedi! Ottimo feeling con la tavola grazie alla suola sottile ma decisamente durevole e pelle di prima qualità.Per chi ha paura della caviglia troppo scoperta, presto disponibile la versione mid.

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La rubrica in questo numero salta, di cazzate se ne sentono e ne vengono dette sempre troppe.I miei pensieri preferisco tenerli privati, questa non è “La Posta del Cuore“,doveva solo essere una sorta di valvola di sfogo, un paio di righe scritte da prendere comunque con leggerezza...

Meglio stare a litigare su FEISBUCH come fanno tutti!

...che oltretutto non costa un cazzo, neppure 5 euro...

Anche questo numero di THE A.S.S. è stato un vero e proprio parto,avremmo voluto più gruppi e più foto, più skate e un paio di rubri-che in più ma non possiamo fare altro che rimandare alla prossima uscita.Il solito ringraziamento a chi ha letto, a chi ha apprezzato lo sforzo e chi invece criticherà.

Se volete collaborare, mandare contributi o volete delle info in più non esitate a contattarci!

Un saluto dallo Staff!