Thaon di Revel e la Grande Guerra carriera, si doveva essere nobili e mas-soni, lui, che nobile era...

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7 Marinai d’Italia Ottobre/Novembre 2016 Nel 1896, sul Piemonte, fu a Candia, nella squadra comandata da Canevaro. Pro- mosso capitano di corvetta, il 30 luglio del- lo stesso anno fu destinato alla Casa Mili- tare di Sua Maestà e vi rimase anche do- po la morte d’Umberto I, fino al 24 ottobre 1900. In quell’anno imbarcò sulla corazza- ta Saint Bon, poi, ormai capitano di frega- ta, comandò la Regia Nave “scuola mozzi, nocchieri e timonieri” Caracciolo nel 1903. Promosso capitano di vascello nel 1904, il 16 luglio di quell’anno sbarcò per coman- dare la Scuola macchinisti di Venezia fino al 12 ottobre 1905. Destinato in Accademia Navale, l’11 novembre del 1905 fu nomina- to comandante in seconda e direttore agli studi, divenendone pure comandante inte- rinale dall’aprile del 1903 al gennaio 1910 quando il capitano di vascello Baggio Du- carne, precedente comandante interinale, fu promosso contrammiraglio e nominato titolare dell’istituto. Thaon di Revel lasciò il comando interina- le dell’Accademia Navale il 21 novembre 1907 dopo aver comandato il Vespucci, nella campagna d’istruzione degli allievi del 1906, e nave Etna, sempre in campa- gna d’istruzione, l’anno seguente. Nel 1908 partecipò ai soccorsi alla popo- lazione colpita dal terribile terremoto di Messina, ricevendo la medaglia d’oro di benemerenza. Contrammiraglio il 3 aprile 1910, a cin- quantun anni fu aiutante di campo gene- rale effettivo di Sua Maestà il Re dall’8 gennaio al 21 settembre 1911, poi, nell’im- minenza della guerra di Libia, prese il co- mando della 2ª Divisione Navale compren- dente gli incrociatori corazzati Garibaldi, Varese, Ferruccio e Marco Polo. Con essa partecipò alla Guerra Italo-Turca e, fra le altre cose, comandò l’azione di Beirut, in cui, il 24 febbraio 1912, due sue navi affon- darono una cannoniera e una torpedinie- ra nemiche. Nominato Grande ufficiale dell’Ordine del- la Corona d’Italia il 29 maggio 1913, vi- ceammiraglio il 29 giugno e ispettore del- le siluranti, lo stesso anno divenne Capo di Stato Maggiore della Marina. Thaon di Revel la conosceva meglio delle sue tasche. Nel corso dei suoi quarant’an- ni di carriera era stato impiegato a bordo e a terra in tutti i servizi possibili per un uf- ficiale di vascello, come allora si chiama- va lo Stato Maggiore. Aveva esperienza, cognizioni tecniche, intelligenza e prag- matismo. Da bravo piemontese guardava prima a ciò che si poteva fare coi mezzi a disposizione e poi a quanto si sarebbe do- vuto fare e a quali mezzi sarebbero serviti per riuscirci. Il mondo si evolveva rapidamente. La tec- nica faceva passi da gigante e produceva nuovi mezzi di trasporto e da combattimen- to. I fatti della più recente guerra navale, quella russo-giapponese del 1904-1905, erano stati professionalmente interessanti quanto umanamente impressionanti. Lo sviluppo delle armi subacquee in gene- re e dei siluri in particolare aveva accom- pagnato tutta la vita militare di Thaon di Revel. La comparsa di armi nuove e di nuovi mezzi di propulsione lo preoccupa- va, come tutti. Non si faceva illusioni sulla guerra futura – che molti intuivano immi- nente – e diede impulso alle siluranti e al- le componenti aerea e sottile. Quanto aveva fatto e visto fare nella Guer- ra Italo-Turca era un chiaro indice di ciò che la Regia Marina fosse in grado di ope- rare: blocchi navali e forzamento dei me- desimi, incursioni e intercettazioni del traffico nemico, ricerca e distruzione del naviglio avversario, trasporto truppe e sbarchi, tiro contro costa e sostegno alle truppe a terra… La Regia Marina aveva fatto tutto, meno una grossa battaglia na- vale e, tranne i sommergibili, aveva usato tutto, compresi gli aerei, dei quali aveva provato con successo pure il rifornimento in mare, le radio e i dirigibili. Di conseguenza, forte dell’esperienza sua e altrui, Thaon di Revel spinse per lo svi- luppo della componente aerea, del navi- glio leggero e sottile che sarebbe stato determinante per l’esito della guerra in Adriatico e per la vittoria. Ebbe a disposi- zione poco meno di un anno prima dello scoppio della guerra, quasi due prima che ci entrasse l’Italia. Nell’inverno 1914-15 la Marina concentrò il grosso delle sue 120 unità fra Taranto e Brindisi ed iniziò a chiamare i riservisti, mentre i vertici decidevano se tenere un atteggiamento offensivo o difensivo. A capo delle forze operanti, a capo del- l’Armata navale, come è noto, il Duca de- gli Abruzzi che era per l’offensiva. Voleva cominciare dalla distruzione delle siluran- ti e dei sommergibili nemici, passando poi a quella delle basi loro e dell’altro naviglio sottile. Il passo seguente sarebbe stato l’occupa- zione di qualche isola. Se ne riprometteva due risultati: l’uscita in mare della flotta au- striaca, da distruggere in una battaglia na- vale definitiva, e, in seguito, il contatto diret- to via mare con la Serbia e, in prospettiva, con la Russia. Come si sa, il rifornimento dei 6 Marinai d’Italia Ottobre/Novembre 2016 P aolo Camillo Margherita Giusep- pe Maria, nobile dei marchesi Thaon di Revel, nobile dei conti di Sant’Andrea con Revel, nobile dei signo- ri di Castelnuovo, nobile dei conti di Pra- lungo, nacque a Torino il 10 giugno 1859. Era in corso la Seconda Guerra d’Indi- pendanza – San Martino e Solferino ci sarebbero state di lì a due settimane – e suo padre, al secondo matrimonio, era un illustre discendente di un’illustre e nobile famiglia nizzarda. Un Thaon di Revel si era distinto sul cam- po più d’un secolo prima nella Guerra di Successione austriaca, un altro aveva so- vrinteso alla nascita del Corpo dei Carabi- nieri Reali nel 1814. Il padre di Paolo, il conte Ottavio, era sta- to un capace ministro del Regno di Sarde- gna e tra i firmatari dello Statuto; Adria- no, nato nel 1854, il maggiore dei suoi figli e quindi erede del titolo, sarebbe divenu- to generale di cavalleria. Paolo, in quanto cadetto, era destinato alla carriera milita- re. Per sua scelta andò in Marina. Era una cosa inattesa: da oltre cent’anni i Thaon di Revel servivano a terra. Ad ogni modo non ci furono obiezioni e l’8 luglio 1873 lui entrò alla Scuola di Marina di Napoli, passando poi a quella di Geno- va, da cui uscì col grado di guardiamarina il 10 novembre 1877. Diciotto mesi dopo, imbarcato sul Garibal- di, al comando del capitano di vascello Co- stantino Morin, partecipò alla circumnavi- gazione del globo, iniziata a Napoli il 27 maggio 1879 e là conclusa l’8 agosto 1882 dopo aver toccato le due coste dell’Ame- rica Meridionale, San Francisco, Yokoha- ma, Hong Kong, Singapore, Batavia, le Seycelles, Aden, Assab – italiana da po- chissimo – e culminata con la famosa ria- pertura del Canale di Suez, attraversato da Morin in barba al blocco minacciato dagli Arabi durante la crisi del 1882, scor- tando una colonna di navi mercantili e passeggeri. Mentre era in navigazione, Thaon di Revel ebbe, nel 1880, la promozione a sottote- nente di vascello. Quella a tenente di vascello sarebbe inve- ce arrivata il 13 dicembre del 1885. Ufficiale d’ordinanza dell’ammiraglio prin- cipe Eugenio di Savoia-Carignano, si fece strada rapidamente. In un periodo in cui fra gli ufficiali di Marina si diceva che, per far carriera, si doveva essere nobili e mas- soni, lui, che nobile era già, aderì pure al- la Massoneria, ma gli sarebbe servito a poco se non fosse anche stato bravo. L’essere stato scelto per la lunga crociera addestrativa sul Garibaldi era già un segna- le dell’apprezzamento dei superiori. La de- stinazione presso la Casa Militare del prin- cipe Eugenio, un altro; e nessuno dei due dipendeva da legami o relazioni di famiglia. Come tutti gli ufficiali d’allora Thaon di Re- vel imbarcò in continuazione: sull’incrocia- tore – anzi “ariete torpediniera” – Bausan, sul trasporto Città di Genova, sull’incrocia- tore torpediniere Montebello e non c’è da stupirsi se al 1° dicembre 1891 avesse “An- ni 10, mesi 8 e giorni 7” di navigazione, cioè più di tre giorni su quattro da quando era diventato ufficiale benché dei sei parigra- do della sua classe fosse quello con me- no “ore di moto” sulle spalle. Passò alle siluranti e comandò la torpedi- niera Sparviero, poi, per due campagne in Mediterraneo e in Atlantico, la goletta Palinuro. Grande Guerra Thaon di Revel e la Grande Guerra Ciro Paoletti - Saggista Il Re e Thaon di Revel su una torpediniera ai primi di novembre del 1916 Venezia. Accompagnato da Thaon di Revel, il Re visita i più recenti lavori per la difesa di Venezia nel novembre 1916

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Nel 1896, sul Piemonte, fu a Candia, nellasquadra comandata da Canevaro. Pro-mosso capitano di corvetta, il 30 luglio del-lo stesso anno fu destinato alla Casa Mili-tare di Sua Maestà e vi rimase anche do-po la morte d’Umberto I, fino al 24 ottobre1900. In quell’anno imbarcò sulla corazza-ta Saint Bon, poi, ormai capitano di frega-ta, comandò la Regia Nave “scuola mozzi,nocchieri e timonieri” Caracciolo nel 1903.Promosso capitano di vascello nel 1904, il16 luglio di quell’anno sbarcò per coman-dare la Scuola macchinisti di Venezia finoal 12 ottobre 1905. Destinato in AccademiaNavale, l’11 novembre del 1905 fu nomina-to comandante in seconda e direttore agli

studi, divenendone pure comandante inte-rinale dall’aprile del 1903 al gennaio 1910quando il capitano di vascello Baggio Du-carne, precedente comandante interinale,fu promosso contrammiraglio e nominatotitolare dell’istituto.Thaon di Revel lasciò il comando interina-le dell’Accademia Navale il 21 novembre1907 dopo aver comandato il Vespucci,nella campagna d’istruzione degli allievidel 1906, e nave Etna, sempre in campa-gna d’istruzione, l’anno seguente.Nel 1908 partecipò ai soccorsi alla popo-lazione colpita dal terribile terremoto diMessina, ricevendo la medaglia d’oro dibenemerenza.Contrammiraglio il 3 aprile 1910, a cin-quantun anni fu aiutante di campo gene-rale effettivo di Sua Maestà il Re dall’8gennaio al 21 settembre 1911, poi, nell’im-minenza della guerra di Libia, prese il co-mando della 2ª Divisione Navale compren-dente gli incrociatori corazzati Garibaldi,Varese, Ferruccio e Marco Polo. Con essa

partecipò alla Guerra Italo-Turca e, fra lealtre cose, comandò l’azione di Beirut, incui, il 24 febbraio 1912, due sue navi affon-darono una cannoniera e una torpedinie-ra nemiche.Nominato Grande ufficiale dell’Ordine del-la Corona d’Italia il 29 maggio 1913, vi-ceammiraglio il 29 giugno e ispettore del-le siluranti, lo stesso anno divenne Capo diStato Maggiore della Marina.Thaon di Revel la conosceva meglio dellesue tasche. Nel corso dei suoi quarant’an-ni di carriera era stato impiegato a bordoe a terra in tutti i servizi possibili per un uf-ficiale di vascello, come allora si chiama-va lo Stato Maggiore. Aveva esperienza,

cognizioni tecniche, intelligenza e prag-matismo. Da bravo piemontese guardavaprima a ciò che si poteva fare coi mezzi adisposizione e poi a quanto si sarebbe do-vuto fare e a quali mezzi sarebbero servitiper riuscirci. Il mondo si evolveva rapidamente. La tec-nica faceva passi da gigante e producevanuovi mezzi di trasporto e da combattimen-to. I fatti della più recente guerra navale,quella russo-giapponese del 1904-1905,erano stati professionalmente interessantiquanto umanamente impressionanti.Lo sviluppo delle armi subacquee in gene-re e dei siluri in particolare aveva accom-pagnato tutta la vita militare di Thaon diRevel. La comparsa di armi nuove e dinuovi mezzi di propulsione lo preoccupa-va, come tutti. Non si faceva illusioni sullaguerra futura – che molti intuivano immi-nente – e diede impulso alle siluranti e al-le componenti aerea e sottile.Quanto aveva fatto e visto fare nella Guer-ra Italo-Turca era un chiaro indice di ciò

che la Regia Marina fosse in grado di ope-rare: blocchi navali e forzamento dei me-desimi, incursioni e intercettazioni deltraffico nemico, ricerca e distruzione delnaviglio avversario, trasporto truppe esbarchi, tiro contro costa e sostegno alletruppe a terra… La Regia Marina avevafatto tutto, meno una grossa battaglia na-vale e, tranne i sommergibili, aveva usatotutto, compresi gli aerei, dei quali avevaprovato con successo pure il rifornimentoin mare, le radio e i dirigibili.Di conseguenza, forte dell’esperienza suae altrui, Thaon di Revel spinse per lo svi-luppo della componente aerea, del navi-glio leggero e sottile che sarebbe stato

determinante per l’esito della guerra inAdriatico e per la vittoria. Ebbe a disposi-zione poco meno di un anno prima delloscoppio della guerra, quasi due prima checi entrasse l’Italia.Nell’inverno 1914-15 la Marina concentròil grosso delle sue 120 unità fra Taranto eBrindisi ed iniziò a chiamare i riservisti,mentre i vertici decidevano se tenere unatteggiamento offensivo o difensivo.A capo delle forze operanti, a capo del-l’Armata navale, come è noto, il Duca de-gli Abruzzi che era per l’offensiva. Volevacominciare dalla distruzione delle siluran-ti e dei sommergibili nemici, passando poia quella delle basi loro e dell’altro navigliosottile.Il passo seguente sarebbe stato l’occupa-zione di qualche isola. Se ne ripromettevadue risultati: l’uscita in mare della flotta au-striaca, da distruggere in una battaglia na-vale definitiva, e, in seguito, il contatto diret-to via mare con la Serbia e, in prospettiva,con la Russia. Come si sa, il rifornimento dei

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P aolo Camillo Margherita Giusep-pe Maria, nobile dei marchesiThaon di Revel, nobile dei conti di

Sant’Andrea con Revel, nobile dei signo-ri di Castelnuovo, nobile dei conti di Pra-lungo, nacque a Torino il 10 giugno 1859.Era in corso la Seconda Guerra d’Indi-pendanza – San Martino e Solferino cisarebbero state di lì a due settimane – esuo padre, al secondo matrimonio, era unillustre discendente di un’illustre e nobilefamiglia nizzarda.Un Thaon di Revel si era distinto sul cam-po più d’un secolo prima nella Guerra diSuccessione austriaca, un altro aveva so-vrinteso alla nascita del Corpo dei Carabi-nieri Reali nel 1814.Il padre di Paolo, il conte Ottavio, era sta-to un capace ministro del Regno di Sarde-gna e tra i firmatari dello Statuto; Adria-no, nato nel 1854, il maggiore dei suoi figlie quindi erede del titolo, sarebbe divenu-to generale di cavalleria. Paolo, in quantocadetto, era destinato alla carriera milita-re. Per sua scelta andò in Marina.Era una cosa inattesa: da oltre cent’anni iThaon di Revel servivano a terra.

Ad ogni modo non ci furono obiezioni e l’8luglio 1873 lui entrò alla Scuola di Marinadi Napoli, passando poi a quella di Geno-va, da cui uscì col grado di guardiamarinail 10 novembre 1877.Diciotto mesi dopo, imbarcato sul Garibal-di, al comando del capitano di vascello Co-stantino Morin, partecipò alla circumnavi-gazione del globo, iniziata a Napoli il 27maggio 1879 e là conclusa l’8 agosto 1882dopo aver toccato le due coste dell’Ame-rica Meridionale, San Francisco, Yokoha-ma, Hong Kong, Singapore, Batavia, leSeycelles, Aden, Assab – italiana da po-chissimo – e culminata con la famosa ria-pertura del Canale di Suez, attraversatoda Morin in barba al blocco minacciatodagli Arabi durante la crisi del 1882, scor-tando una colonna di navi mercantili epasseggeri.Mentre era in navigazione, Thaon di Revelebbe, nel 1880, la promozione a sottote-nente di vascello.Quella a tenente di vascello sarebbe inve-ce arrivata il 13 dicembre del 1885.Ufficiale d’ordinanza dell’ammiraglio prin-cipe Eugenio di Savoia-Carignano, si fece

strada rapidamente. In un periodo in cuifra gli ufficiali di Marina si diceva che, perfar carriera, si doveva essere nobili e mas-soni, lui, che nobile era già, aderì pure al-la Massoneria, ma gli sarebbe servito apoco se non fosse anche stato bravo.L’essere stato scelto per la lunga crocieraaddestrativa sul Garibaldi era già un segna-le dell’apprezzamento dei superiori. La de-stinazione presso la Casa Militare del prin-cipe Eugenio, un altro; e nessuno dei duedipendeva da legami o relazioni di famiglia.Come tutti gli ufficiali d’allora Thaon di Re-vel imbarcò in continuazione: sull’incrocia-tore – anzi “ariete torpediniera” – Bausan,sul trasporto Città di Genova, sull’incrocia-tore torpediniere Montebello e non c’è dastupirsi se al 1° dicembre 1891 avesse “An-ni 10, mesi 8 e giorni 7” di navigazione, cioèpiù di tre giorni su quattro da quando eradiventato ufficiale benché dei sei parigra-do della sua classe fosse quello con me-no “ore di moto” sulle spalle.Passò alle siluranti e comandò la torpedi-niera Sparviero, poi, per due campagnein Mediterraneo e in Atlantico, la golettaPalinuro.

Grande Guerra

Thaon di Revel e la Grande GuerraCiro Paoletti - Saggista

Il Re e Thaon di Revelsu una torpedinieraai primi di novembredel 1916

Venezia.Accompagnato

da Thaon di Revel,il Re visita

i più recenti lavoriper la difesa

di Venezianel novembre

1916

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continuò e, lentamente, per un insieme dicircostanze, la bilancia cominciò a pende-re dalla parte di Thaon di Revel.Dall’inizio della guerra alla fine del 1916questa aveva perso due incrociatori – l’A-malfi e il Garibaldi – e tre corazzate: Be-nedetto Brin e Leonardo da Vinci – affon-date per sabotaggio in porto – mentre ilRegina Margherita era finito su un campominato all’uscita da Valona. A queste perdite non facevano riscontrosuccessi altrettanto clamorosi; e il Duca,in quanto comandante in capo, era consi-derato il responsabile da molti, incluso ilRe. Sommando a questo altri malumorisotterranei, dovuti ai più disparati motivi, ilmalcontento era diventato palese.Le cose andarono lentamente ma inesora-bilmente verso una conclusione negativaper Luigi di Savoia: il suo prestigio era indeclino, si cercava di farne un caproespiatorio, ma non era semplice riuscirci,perché era popolarissimo in Marina. Oc-corsero dei mesi e un insieme di causeconcomitanti: la volontà del re, che certoalla testa della flotta preferiva un normaleammiraglio al cugino; i brusii in parlamen-to e al ministero e poi la faccenda della so-stituzione dell’ammiraglio Corsi. Dopo laguerra il Maresciallo Caviglia la riassunsecosì: “….Vi furono, allora, questioni in par-lamento, chiacchiere, polemiche, così cheil governo dovette sacrificare il ministero,Viale ricevette una lettera dal duca che glichiedeva la sostituzione del suo capo distato maggiore, ammiraglio Corsi. Ora,l’ammiraglio Corsi era stato designato aprendere il posto di Viale.Quando Corsi assunse la carica di mini-stro trovò sul tavolo la lettera del ducache attribuiva a lui tutti i guai accaduti.Giustamente tolse il comando al duca e lodiede a Thaon di Revel.”1 Ovviamente lofece non subito, ma abbastanza in fretta.Alla fine del 1916 l’ammiraglio Cagni, fe-delissimo del duca, resosi conto dellatempesta che covava, passato da Romascrisse alla moglie: “Tutti furibondi controMillo, il Duca e Corsi. Senatori, deputati epubblico. Che dire? Difesi per quanto erapossibile e appena giunto qui ne informaiil Principe e Millo perché si guardino le

spalle. Il ministro è invece nella più gran-de certezza di essere sul granito….Ed èsulla pece! Come dirglielo? ”2

Corsi ostentava sicurezza ma, consciodella precarietà della sua posizione, sta-va cercando una scappatoia. Alla finescaricò la colpa su chi aveva le maggiori

responsabilità e decapitò il gruppo delDuca degli Abruzzi, comprendente Cagnie Millo- entrambi piemontesi –, coprendocon altri i loro incarichi.Un primo segnale che Thaon di Revel erapiù vivo che mai si aveva dalla regolarecomparsa di sue foto sui giornali, primo fra

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russi era il chiodo fisso che aveva spintoFrancia e Gran Bretagna alla disastrosa im-presa dei Dardanelli, per cui l’idea d’una te-sta di ponte balcanica sulla sponda est del-l’Adriatico poteva influire, anzi addiritturadecidere il conflitto ma secondo francesi einglesi implicava molti più problemi di quan-ti ne avrebbe risolti. A loro, scottati dall’e-sperienza dei Dardanelli, sarebbe bastatochiudere l’Adriatico tra Puglia e Grecia, im-bottigliandovi la flotta austriaca. Attaccare– e lo dissero – era un suicidio.Alla posizione degli Alleati faceva riscon-tro un piccolo fronte italiano, che annove-rava tra i suoi membri pure Thaon di Re-vel. Lui era una persona di notevole buonsenso, considerava praticabili solo le ideefacili da realizzare coi mezzi a disposizio-ne e, soprattutto, in linea con quelle degliinglesi, con la cui marina si era creato findagli anni successivi all’Unità un accordototale, una specie d’alleanza anglo-italia-na solo navale.Ora gli inglesi si contentavano della steri-lizzazione dell’Adriatico e questo era, perdi più, un programma dettato dal buon sen-so e affrontabile coi mezzi a disposizione:Thaon di Revel lo sposava in pieno; e conlui tutti i suoi sostenitori o, quantomeno,

tutti quelli che la pensavano come lui,mentre era contrario il Duca degli Abruzzi.Fra loro due iniziò dunque una silenziosaguerra senza esclusione di colpi. Il primoturno se lo aggiudicò il duca: l’ammiraglio,a cinque mesi dall’inizio del conflitto, il 10ottobre 1915, fu costretto a lasciare la ca-rica di Capo di Stato Maggiore passandoa comandare il Compartimento militaremarittimo di Venezia. Ci sarebbe rimastouna quindicina di mesi, fino al febbraio del

1917; ma non avrebbe mollato. Del resto sec’era un compartimento che poteva costi-tuire una base di rilancio della sua carrie-ra era proprio quello: in zona di guerra, al-le spalle del fronte, a poche ore di automo-bile dal quartier generale di Cadorna e, so-prattutto, dal quello del re, lontano dal mi-nistro e dal ministero, lontano dal coman-do in capo dell’armata navale… Che si poteva chiedere di più? Nulla, difat-ti lo scontro all’interno della Regia Marina

Grande Guerra

Note

1 ENRICO CAVIGLIA, Diario, Roma, Casini, 1953,17 aprile 1933, pag. 114

2 CAGNI, rip. in GIORGIO PINI, Vita di Umberto Cagni,Verona, Mondadori, 1937, pag. 352

Esercitazione di tiro navale delle RR.NN.Garibaldi e Varese nel 1912

1918. La conferenza interalleata di Roma.I partecipanti, da dx Retyé (F), Thaon di Revel (I), Cerri, Calthorpe (GB),sir Eric Geddes (GB), Del Bono (I), Syms (USN), Fumohoshi (N)

Il Bausan

L’incrociatore Amalfi

L’incrociatore Garibaldi

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alla corazzata Cristoforo Colombo, coi qua-li si approntarono sette affusti ferroviarispeciali a doppio carrello, impiegati per ladifesa costiera dell’alto Adriatico e poi perbattere le postazioni nemiche verso Trie-ste, nel settore della 3ª Armata. Occorrevamuoversi lungo la costa con grossi cari-chi? La Marina avrebbe provveduto a si-stemare un’adeguata rete di canali naviga-bili e a costruire a Venezia i natanti per per-correrla e le piattaforme per presidiarla.Poi venne Caporetto; ma Thaon di Revel,duro, non cedette. La Marina avrebbe dife-so Venezia con le sue forze, disse, e la li-nea del Piave era quella più estrema: nonsi poteva né doveva retrocedere. Ordinò difar scendere dalle navi inutilizzate i mari-nai non necessari, svuotò comandi, depo-siti ed enti di supporto e col personale co-sì radunato formò dei reparti di fanteria diMarina da impiegare a terra in prima linea.Alla sua energia e inventiva si dovettero leazioni di Grado e Cortellazzo, il manteni-mento di Venezia, la rapida ripresa dell’of-fensiva navale contro la costa nemica, conle azioni di Trieste e Buccari e la creazionedella Brigata Marina impiegata a terra.Proprio nel giorno del suo cinquantanove-simo compleanno seppe che Rizzo avevacolto l’enorme successo di Premuda.In ottobre Thaon di Revel pianificò il bom-bardamento di Durazzo e, in vista del crol-lo nemico, ordinò sbarchi sulle coste avver-sarie, per assicurarsi subito tutti i territoricontinentali e insulari in Istria e Dalmazia a

cui l’Italia aveva diritto in base al Patto diLondra. Mentre l’Esercito entrava a Trento,la Marina arrivò a Trieste e in tutti i porti giàaustro-ungarici subito prima dell’armistizio.Il 4 novembre Thaon di Revel vide la finedella guerra e, con essa, la sua trasfigura-zione in monumento a se stesso e alla Ma-rina. Già senatore dal 23 febbraio 1917,venne nominato Ammiraglio il 6 novembre1918, poi iniziò la pioggia delle cariche eonorificenze: Dal settembre del 1911 eraaiutante di campo generale onorario diSua Maestà il Re, ora restò Capo di StatoMaggiore della Marina e Comandante incapo delle Forze Navali fino al 24 novem-bre 1919. Il 4 novembre del 1919 era statoinsignito del Collare dell’Annunziata, il 1°giugno ricevette il Gran cordone dell’Ordi-ne militare di Savoia, poi divenne Ispetto-re Generale della Marina dal 24 novembre1919 al 30 maggio 1920, data in cui fu no-minato Presidente del Comitato degli am-miragli. Ministro della Marina dal 30 otto-bre 1922 nel primo Governo Mussolini, sene sarebbe dimesso l’8 maggio 1925 in se-guito alla creazione della carica di Capo diStato Maggiore Generale, affidata a Ba-doglio. Intanto, il 24 maggio 1924, fu nomi-nato Duca del Mare, il 12 luglio fu insigni-to del Gran cordone dell’Ordine colonialedella Stella d’Italia; il 4 novembre seguen-te fu nominato Grande Ammiraglio. A que-sto riconoscimento seguì il suo malinco-nico commento che avrebbe preferito es-sere ammiraglio d’una grande Marina

piuttosto che Grande Ammiraglio d’unapiccola Marina.Socio onorario dell’Accademia dei Linceidal 9 marzo 1919, presidente della RealeSocietà Geografica Italiana dal 1921 al1923, Balì di Gran Croce del Sovrano ordi-ne militare di Malta il 9 maggio 1922, aven-do tutti i quarti di nobiltà in regola fu pri-mo segretario di Sua Maestà per il GranMagistero dell’Ordine dei SS. Maurizio eLazzaro nel 1932 dopodiché si ritirò dallavita politica entrando nella cerchia deipersonaggi di corte più vicini a VittorioEmanuele III.Fu di conseguenza coinvolto nell’azionedei capi militari per destituire Mussolini,alla quale il re si appoggiò per sostituirlocon Badoglio in seguito al voto del 25 lu-glio 1943. Richiamato subito a servire laCorona, Thaon di Revel fu eletto presiden-te del Senato il 28 luglio del 1943 per la set-timana occorrente alla chiusura della XXXLegislatura del Regno, venendo confer-mato in carica dal 6 agosto 1943 al 20 lu-glio 1944. Rimase poi in disparte, nella sua casa ro-mana di via Mercalli 31, fino a dopo la finedella guerra. Passò indenne attraverso ildeferimento del 27 agosto 1945 all’Alta Cor-te di Giustizia per le Sanzioni contro il Fa-scismo e morì a Roma il 24 marzo 1948, ve-nendo sepolto nella basilica di Santa Mariadegli Angeli, la chiesa della guarnigione diRoma, accanto al Maresciallo Diaz.

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tutti l’Illustrazione italiana; nessun altroammiraglio poteva godere di tanto spaziosulla stampa.Un secondo segnale lo si ebbe quandoThaon di Revel, sempre in “esilio” a Vene-zia, fu nominato Grande ufficiale dell’Ordi-ne Militare di Savoia il 29 dicembre 1916:si danno onorificenze a chi è in auge, sene possono dare a chi cade in disgraziaper addolcirgli sul momento la pillola delcongedo, ma non se ne danno mai a chi ètra i “persi per sempre”.Un terzo segnale arrivò quando, alla fine digennaio del 1917, il Corriere della Serapubblicò una serrata critica dell’operatodella flotta nel basso Adriatico e la censu-ra lo lasciò passare. Apparve chiaro che ilpermesso doveva essere venuto dall’alto,dal ministro stesso, altrimenti nessun cen-sore avrebbe accettato un pezzo del ge-nere. Poi ci furono contatti nell’ambito delGoverno, della Marina e, il 4 febbraio 1917,il cerchio venne chiuso.“È stata una bomba” commentò a caldoCagni “Sbarca il Principe, Millo e io. È unbel boccone al pubblico per salvare la bar-ca, ma è un po’ troppo grosso…. siamovittime di una camarilla. Siamo in buonacompagnia e la marina comincia già a di-re che hanno messo da parte le uniche trepersone capaci e oneste.”3

A Corsi non servì molto, perché in giugnodovette lasciare la poltrona all’ammiraglioTriangi. Il Duca degli Abruzzi emanò il suoultimo ordine del giorno il 4 febbraio 1917e sbarcò il 7. Il giorno stesso gli successeThaon di Revel.Capo di Stato Maggiore e comandantedell’Armata, con alle spalle un ministro ilcui potere si affievoliva sempre di più,egli adesso aveva le mani libere e poteva

condurre la guerra come voleva. Lo feceassai bene.Prima del conflitto aveva creato l’avia-zione navale, iniziata la guerra, aveva su-bito colto il nocciolo del problema: i rifor-nimenti. Da loro dipendevano la vita del-la nazione e la vittoria; per garantirli oc-correva ridurre al minimo le possibilitànemiche d’intercettare il traffico, perciòbisognava chiudere la flotta austriacanell’Adriatico, aggredirla con efficacia e abassi costi e scortare massicciamente imercantili. La soluzione era nell’incre-mento del naviglio sottile e sottilissimo. inattesa di riceverne altro dai cantieri,Thaon di Revel aveva sfruttato al meglioquello già a disposizione, disimpegnandolo

da servizi che potevano essere svolti daaltre componenti.La ricognizione poteva essere fatta damezzi aerei liberando così unità di super-ficie per adibirle alla scorta convogli? E sidava il via all’incremento della componen-te aerea.Il pattugliamento della costa orientale – lapiù esposta – poteva esser fatto con mag-gior rapidità d’intervento e altrettanta po-tenza di fuoco dai treni armati liberandoaltre unità di superficie da dedicare allascorta dei convogli? E si dava il via all’or-ganizzazione dei treni armati.Il pattugliamento delle acque poteva esse-re svolto dai nuovi mezzi sottili, come i Mo-toscafi Anti Sommergibili, dotati d’autono-mia e capacità offensiva maggiori dei mez-zi aerei? Venivano a proposito e si dava ilvia all’organizzazione delle flottiglie MAS.La Marina aveva recuperato i cannoni del-le unità affondate e ne aveva altri in gia-cenza i quali, destinati ad unità maggioriche non si riteneva utile completare, rima-nevano inutilizzati? E Thaon di Revel li of-friva al Regio Esercito con tutti i necessa-ri cannonieri di Marina e servizi di suppor-to. si era iniziato coi cannoni dell’Amalfigià nell’estate del ’15, si proseguì conquelli da 381/40 originariamente destinati

Note

3 CAGNI, rip. in GIORGIO PINI,cit., pag. 353

L’ammiraglio Thaon di Revelin un osservatorio a terranel giugno 1917

La Regia Nave Saint Bon

Thaon di Revel a Gradoper ispezionarne le difesenella tarda estate del 1917

Grande Guerra