TEV: ASPETTI CLINICI - Associazione ANIMO · preparati galenici, della fisiologica riduzione delle...
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La sottoscritta Re Robertaai sensi dell’art. 3.3 sul Conflitto di Interessi, pag. 17 del Reg. Applicativo dell’Accordo Stato‐Regione del 5 novembre 2009,
dichiara
X che negli ultimi due anni NON ha avuto rapporti diretti di finanziamento con soggetti portatori di interessi commerciali in campo sanitario
che negli ultimi due anni ha avuto rapporti diretti di finanziamento con i seguenti soggetti portatori di interessi commerciali in campo sanitario:
Gli studi epidemiologici hanno dimostrato che Il TEV è una patologia con: notevole incidenza, prevalenza, mortalità e morbiditàè frequente nella popolazione anziana e in particolare nei pazienti ricoverati in ospedale, nei pazienti allettati e in coloro che hanno patologie acute
inoltre abbiamo a disposizione efficaci misure profilattiche e terapeutIche
Un corretto disease management della TEV deve portare ad una diagnosi precoce per poter attuare un trattamento tempestivo per tre motivi:Ridurre la morbidità e mortalità connesse con le manifestazioni acuteRidurre le recidiveRidurre l’incidenza della sindrome post‐flebitica e dell’ipertensione polmonare post trombotica
PERCHE’ CI OCCUPIAMO DI TEV?
La mortalità di una embolia polmonare non trattata è pari al 30%, mentre un trattamento adeguato riduce la mortalità al 2‐8%
Goldhaber SZ, Bounameaux H. Pulmonary embolism and deep vein thrombosis. Lancet 2012;379:1835-46
1. Goldhaber SZ et al. Chest 2000;118:1680-842. Siddiqui M Drugs 2005;65(7):1025-36
Il reparto ospedaliero con la maggiore incidenza di TEV è la medicina (da solo equivale a tutti i reparti di chirurgia)1
Il 75% dei decessi per E P riguarda i pazienti internistici2
8%
9%16%
14%10% 43%
Pazienti con TEV: reparto di provenienza Chirurgia toracicaChirurgia ortopedicaChirurgia generaleAltroOncologia medicaMedicina
25%
75%
Decessi per EP in pazienti chirurgici e internistici
Pazienti chirurgiciPazienti internistici
Tromboembolismo venoso in Medicina Interna
RAZIONALE DELLA STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO
NEI PAZIENTI CON PATOLOGIE INTERNISTICHERICOVERATI IN OSPEDALE
Una stratificazione non accurata del rischio di TEV nei pazienti internistici li espone alla possibilità di non essere sottoposti a una profilassi adeguata.
In un’ampia casistica di pazienti ricoverati in Divisioni di M.I :il 44,9% non era trattato pur sussistendo un’esigenza in tal sensoMA il 41,3% era trattato anche quando non necessario!!
una corretta stratificazione del rischio permette di selezionare i pazienti in cui i benefici della profilassi possono superare i possibili eventi avversi.
Chopard P. J Intern Med 2005;257(4):352-7.
POSSIBILI RAGIONI DEL SOTTOUTILIZZO DELLA TROMBOPROFILASSI
• Insufficiente percezione del problema• Eccessivo timore del rischio emorragico• Difficoltà nell’identificare il paziente medico a rischio di TEV (popolazioni
eterogenee) • Difficoltà nello stratificare il rischio nel paziente medico (assenza di RAM
validati)• Scarsa conoscenza delle linee-guida (o Linee-guida troppo complicate)• Dubbi su durata ottimale della profilassi e posologia• Nuovi farmaci antitrombotici• Pazienti fragili (anziani, insufficienza renale, obeso, basso peso)
Sviluppo e validazione di sistemi semplici per la valutazione del rischio individuale (trombotico e emorragico) e per la attribuzione di una adeguata profilassi
Diffusione di linee-guida locali condivise e di facile applicazione
Sviluppo nei vari ospedali di programmi educazionali specifici per
il personale sanitario
Alert elettronici (?)
Coinvolgimento personale infermieristico
COME IMPLEMENTARE L’IMPIEGO DELLA TROMBOPROFILASSI IN MEDICINA INTERNA
Creazione di un gruppo medico ed infermieristico che utilizza strumenti di audit e verifica per monitorare l’attualità e la validità delle indicazioni, magari gestito da una commissione di risk management. È dimostrato che lo schema gestionale su base infermieristica funziona bene e nei paesi anglosassoni è molto utilizzato.
Il dottor Ander Cohen, illustre specialista di TEV nel paziente medico, sostiene che l’apporto degli infermieri in questo ambito è fondamentale poiché spesso questa figura professionale è maggiormente a contatto con il paziente e questo gli permette, ad esempio, di avere una visione effettiva della mobilità del paziente, informazione che spesso al medico manca. È necessario quindi superare le perplessità che molti medici manifestano riguardo il coinvolgimento degli infermieri in questo contesto.
In alcune strutture ospedaliere in Italia si sta diffondendo l’utilizzo di una scheda del rischio, da compilare obbligatoriamente per ogni paziente in degenza, che rappresenta una sfida complessa poiché prevede la collaborazione di medici e infermieri.
UTILIZZO DEGLI INFERMIERI PER INCREMENTARE LA PROFILASSI
SEGNI E SINTOMI DEL TEV
DispneaDolore toracico retrosternaleDolore toracico pleuriticoTosseEmottisiSincopePEA/arresto cardiaco
TachicardiaTachipneaEdema e senso di «peso» ad un artoFebbreIpotensioneCianosi
ESAMI STRUMENTALI E DI LABORATORIO
RX torace: oligoemia focale , art. polmonare dx inf slargata
ECG : tachicardia sinusale, FA; segni di sovraccarico dx (S1Q3T3 e/o BBdx)
D‐Dimero: usare solo insieme a probabilità clinica
EGA: ipossia e ipocapnia; ma nell’anziano anche acidosi respiratoria
BNP e troponine: indicano compromissione cardiaca legata a EP massive
Ecocolordoppler venoso o CUS
Scintigrafia polmonare
Angiotac torace diretta visualizzazione dell’embolo nei vasi
Ecocardiografia : valuta la presenza di sovraccarico e disfunzione del v.dx con aumento della pressione polmonare
Risonanza MagneticaPIOPED II Investigators. Am J Med 2006;119:1048-55N Engl J Med 2006;354:2317-2327
FATTORI DI RISCHIO TROMBOTICO
Predisposizione congenitainterventi chirurgici e traumiimmobilizzazione prolungata (ictus)età avanzata gravidanza e puerperioFumoiperlipidemiaIperviscositàtumori e malattie mieloproliferative
sindrome nefrosicadiabete mellitoporpora trombocitopenicatromboticacardiopatieuso di contraccettivi orali o terapia sostitutiva ormonaleInsufficienza venosa cronicaObesitàScompenso cardiacoPatologie autoimmuni…
Ital Heart J Suppl 2001
TERAPIA
Giancarlo Agnelli. N Engl J Med 2010;363:266-74C.Becattini. Thrombosis Research 129 (2012) 392–400
EBPM
QUALI FARMACI ABBIAMO A DISPOSIZIONE?
ENF (sc, ev)
EBPM (enoxaparina, dalteparina, nadroparina, reviparinaparnaparina e bemiparina) sc, ev.
Fondaparinux: (sc ) inattiva selettivamente fatt Xa
Warfarin: (os; praticamente mai utilizzato in profilassi) necessità di monitorizzare INR per conoscere reale efficacia anticoagulante.
Rivaroxaban e Apixaban (orale, anti Xa), Dabigatran (orale, antiIIa)
QUANDO NON POSSO UTILIZZARE I FARMACI?
Se ho un sanguinamento attivo O se il rischio emorragico è eccessivo rispetto al rischio trombotico
VALUTAZIONERISCHIOEMORRAGICO
COSA USO?I MEZZI MECCANICI
Susan R. Kahn Chest 2012;141;e195S‐e226S
Mezzi meccaniciCompressione pneumatica intermittenteCompressione plantare
Calze elastiche a compressione graduata
Filtri cavali
CALZE ELASTICHE (GCS)
In prevenzione primaria :
Meccanismo d’azione:Mantengono una pressione aumentata ma costante su tutta la gamba aumentando la velocità di flusso
Riducono la circonferenza delle vene profonde e riducendo la stasi ematica
Aumentano l’efficacia dei muscoli del polpaccio (< significativo in pz con stroke o ipomobili)
In pazienti con DVT (prevenzione di PTS)
Razionale nella SPT: circolo venoso interessato può non ricanalizzarsi completamente, valvole diventano incontinenti, il coinvolgimento delle vene comunicanti può aggravare la stasi venosa con sofferenza del microcircolo di cute e sottocute edema, discromie cutanee e alla fine ulcere.
In pz con DVT e GCS: SPT lieve-moderata 20% e severa 11%,
senza GCS: 47% e 23%
Segal. Ann Intern Med 2007,146(3);211-22
2 tipologie: le calze antiembolismo, indicate per la prevenzione del TEV nel paziente immobile e le calze a compressione graduata, per la prevenzione e il trattamento di ulcere venose e linfedema nel paziente mobile
VTE PREVENTION IN PATIENTS WITH ISCHEMIC STROKE/ HEMORRAGIC STROKE
Marteen G. Chest 2012;141;e601S‐e636S
Chest 2012;141;7S‐47S
Compression therapy, should be started as soon as feasible after starting anticoagulant therapy and should be continued for a minimum of 2 years, and longer if patients have symptoms of PTS.
Kearon K et al. Chest 2008; 133:454S–545S
SINDROME POST‐TROMBOTICA
Prandoni. Blood. 2012;119(6):1561‐1565
Thigh‐length CES do not offer a better protection against PTS than below‐knee CES and are less well tolerated.
Meccanismo d’azione
La compressione pneumatica favorisce lo svuotamento e riempimento attivo delle vene profonde in un ciclo predeterminato di pressione, generando un flusso ematico dalla periferia verso il centro che previene la stasi. Rispetto alle GCS è meno confortevole (non consente la deambulazione) e necessita di una pompa.
Si può fare da seduto o a letto e si toglie quando deambula.
In alcuni studi è stato utilizzato in combinazione con le calze elastiche (ICP da coricato e GCS da deambulante)
Limiti: esperienza e costi
IPC (compressione pneumatica intermittente)
CONTROINDICAZIONI A MEZZI MECCANICI
Edema massivo delle gambeGravi lesioni cutaneeNeuropatia periferica
Grave patologia ischemica degli arti inferioriFrattura di ossa delle gambe
Deformità estreme delle gambeTVP o sospetta TVP (solo CPI)Ferite, dermatiti o gangrena
FILTRI CAVALI
emedicine July 12, 2008emedicine July 12, 2008
Indicazioni: ”nei pazienti con manifestazioni acute di tromboembolismo venoso può essere indicato il posizionamento di un filtro cavale temporaneo quando è indispensabile la sospensione del trattamento anticoagulante per un periodo superiore a quello perioperatorio”
TVP o EP in presenza di controindicazioni alla terapia anticoagulante (questa indicazione comprende il 38-77% dei pazienti che vengono sottoposti a posizionamento di filtro cavale)
TVP o EP in presenza di complicazioni della terapia anticoagulante (questa indicazione comprende il 6-18% dei pazienti che vengono sottoposti a posizionamento di filtro cavale)
In pazienti ad alto rischio tromboembolico e con sanguinamento in atto, che controindical'impiego di farmaci anticoagulanti .
PREVENZIONESECONDARIA
PREVENZIONEPRIMARIA
FILTRI CAVALI
Susan R. Kahn Chest 2012;141;e195S‐e226S
Complicanze dei filtri: legate alla procedura, allo spostamento/migrazione del filtro, alle manovre diancoraggio) e del fatto che il filtro stesso costituisce unfattore trombogeno
EMPOWERMENT DEL PAZ
La scelta di un trattamento può/deve risentire della sensibilità del paziente alla terapia proposta (necessità di più somministrazioni, vie di assunzione differenti, necessità di monitoraggio laboratoristico..), dellevariazioni di compliance, dell’assunzione di politerapie farmacologiche o preparati galenici, della fisiologica riduzione delle capacità cognitive.
Il Medico del 3 millenio non può più solo curare una malattia: deveistituire un “percorso di cura” da intraprendere insieme con ilpaziente, i parenti in una stretta e proficua continua collaborazione con il personale infermieristico.
Riduzione del conflitto e miglioramento della qualità dell’assistenza sanitaria erogata
Gli individui fanno i gol,ma sono le squadre a vincere le partite.Zig Ziglar