TESTIMONIANZE DI UN · TESTIMONIANZE DI UN PASSATO ANCORA PRESENTE e b b e r o e f f e t t i n e g...

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«Né più mai toccherò le sacre sponde ove il mio corpo fanciulletto giacque». Così scriveva Foscolo nel suo "A Zacinto" volgendo l'innamorato sguardo alla finestra e rivedendo in essa la sua splendida terra natia, dalla quale si dovette separare in nome della libertà. Eppure a me questa storia sembra di averla già sentita e di sentirla fin troppo spesso. Quante vite sono costrette a mettersi in pausa bruscamente con la speranza di un nuovo inizio; lontano dalla guerra, lontano dalla sofferenza e dai soprusi che essa porta nel suo distruttivo strascico, lontano dalla fame e dalla povertà, anche a costo di quella stessa vita che tanto si vuole preservare: così piena di valore seppur così fragile. E allora via, con gli scalzi piedi sulla terra bruciata e con il cuore infranto, alla volta di una nuova realtà: una realtà migliore. Quanto soggettivo può essere lo stare bene e il peso di un'esistenza degna di essere appellata tale...non odio, non diffidenza, ma solo silenzio e carità si possono mostrare in segno di rispetto: rispetto per l'individuo all'infuori del suo sesso e della sua etnia, rispetto per la vita, rispetto per l'essere umano. pag. 2 Testimonianze di un passato... pag. 3 ''To be or not to be'' pag. 4 Lettera a un genitore lontano pag. 5 Bacheca poesia pag. 6 Famiglia e scuola pag. 7 Difficoltà degli alunni pag. 8 Kerin project pag. 9 Women in science pag. 10 ''Megharrexit'' pag. 11 Bacheca Spotify pag. 12 Auburn University pag. 13 Recensione ''Le notti bianche'' pag. 14 Recensione ''Elite'' pag. 15 Recensione '' Tolo tolo'' pag. 16 ''Cruyce'' Sommario: febbraio 2020 pag.1 Certo, è facile giudicare dall'alto del proprio dorato piedistallo, come è facile non cadere quando non si è costretti a correre, è facile rialzarsi quando non si è costretti ad attraversare un campo minato, ed è altrettanto è facile sognare quando si dorme su un caldo cuscino di piume piuttosto che in una sudicia stiva, nel retro di un furgone o avvolti dal pungente gelo del deserto. Forse però anche da un gommone si può sognare ardentemente la propria straziata terra rimirando le stelle che forano l'oscuro manto notturno e forse, forse anche coloro che non riescono a vincere la sopraffacente potenza del mare osservano per un'ultima volta quelle stesse stelle immaginando di far ritorno a casa, e mi auguro che, almeno per loro, 'l naufragar s'addolcisca in quel burrascoso mare. Di Alessia Marroni LA NUOVA A ZACINTO Bentornati cari lettori! Gennaio ha messo tutti a dura prova, febbraio... non ne parliamo. Nel frattempo, non possiamo fare altro se non augurarvi una buona lettura. Nella nostra scuola, questo può essere individuato come il mese dell'inclusione, che infatti sarà proprio il tema della 2° edizione; iniziamo subito con un bellissimo testo di Alessia Marroni esposto il giorno 28 del mese di gennaio in occasione del progetto: ''gli altri siamo noi''.

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«Né più mai toccherò le sacre sponde ove il miocorpo fanciulletto giacque». Così scrivevaFoscolo nel suo "A Zacinto" volgendol'innamorato sguardo alla finestra e rivedendo inessa la sua splendida terra natia, dalla quale sidovette separare in nome della libertà. Eppure ame questa storia sembra di averla già sentita edi sentirla fin troppo spesso.Quante vite sono costrette a mettersi in pausabruscamente con la speranza di un nuovo inizio;lontano dalla guerra, lontano dalla sofferenzae dai soprusi che essa porta nel suo distruttivostrascico, lontano dalla fame e dalla povertà,anche a costo di quella stessa vita che tanto sivuole preservare: così piena di valore seppurcosì fragile. E allora via, con gli scalzi piedi sullaterra bruciata e con il cuore infranto, alla volta diuna nuova realtà: una realtà migliore. Quantosoggettivo può essere lo stare bene e il peso diun'esistenza degna di essere appellata tale...nonodio, non diffidenza, ma solo silenzio e carità sipossono mostrare in segno di rispetto: rispettoper l'individuo all'infuori del suo sesso e dellasua etnia, rispetto per la vita, rispetto perl'essere umano.

pag. 2 Testimonianze di un passato...pag. 3 ''To be or not to be''pag. 4 Lettera a un genitore lontanopag. 5 Bacheca poesiapag. 6 Famiglia e scuolapag. 7 Difficoltà degli alunnipag. 8 Kerin projectpag. 9 Women in science pag. 10 ''Megharrexit''pag. 11 Bacheca Spotifypag. 12 Auburn Universitypag. 13 Recensione ''Le notti bianche''pag. 14 Recensione ''Elite''pag. 15 Recensione '' Tolo tolo''pag. 16 ''Cruyce''

Sommario:

febbraio 2020 pag.1

Certo, è facile giudicare dall'alto del propriodorato piedistallo, come è facile non caderequando non si è costretti a correre, è facilerialzarsi quando non si è costretti adattraversare un campo minato, ed èaltrettanto è facile sognare quando si dormesu un caldo cuscino di piume piuttosto che inuna sudicia stiva, nel retro di un furgone oavvolti dal pungente gelo del deserto.Forse però anche da un gommone si puòsognare ardentemente la propria straziataterra rimirando le stelle che forano l'oscuromanto notturno e forse, forse anche coloroche non riescono a vincere la sopraffacentepotenza del mare osservano per un'ultimavolta quelle stesse stelle immaginando di farritorno a casa, e mi auguro che, almeno perloro, 'l naufragar s'addolcisca in quelburrascoso mare. Di Alessia Marroni 

LA NUOVA A ZACINTO

Bentornati cari lettori! Gennaio ha messo tutti a duraprova, febbraio... non ne parliamo. Nel frattempo, non possiamo fare altro se nonaugurarvi una buona lettura. Nella nostra scuola, questo può essere individuatocome il mese dell'inclusione, che infatti sarà proprio iltema della 2° edizione; iniziamo subito con unbellissimo testo di Alessia Marroni esposto il giorno 28del mese di gennaio in occasione del progetto: ''gli altrisiamo noi''.

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febbraio 2020 pag.2

Sayragul Sauytbay è una musulmana diorigine kazaka cresciuta al confine traCina e Kazakistan ed è stata anche unadelle numerose deportate nei campi dirieducazione cinesi, prima comensegnante di cinese e successivamenteanche come detenuta. La suaesperienza può essere riassunta condisperazione, orrore, fame, ingiustizia eimpotenza. Infatti, come ha ricordatoSayragul, nel periodo di assunzionecome insegnante di cinese assisteva, etalvolta anche riceveva, le più crudelitorture. La punizione era panequotidiano, sia per i ragazzi che per glianziani.Uno dei suoi ricordi più nitidi è quellodella “stanza nera”, chiamata cosìperché tutti coloro che riuscivano aduscirne non potevano parlarneapertamente. Quella stanza eraprovvista di macchinari per le torture diogni tipo: potevi essere appeso al muroe poi manganellato ripetutamente, siusciva ricoperti di sangue e spessoanche senza unghie.La polizia aveva un potere assoluto epoteva permettersi di fare ciò chevoleva. La sera prelevavano alcune delleragazze più carine, le violentavano e seprovavano a ribellarsi o piangerevenivano uccise. Episodi del genereavvenivano quotidianamente.La polizia inoltre iniettava siringhe efaceva ingerire pasticche ai detenuti,utilizzandoli come cavie per variesperimenti scientifici. Inutile dire che

TESTIMONIANZE DI UNPASSATO ANCORA PRESENTE

ebbero effetti negativi su tutti, sia uominiche donne. Lamiglia, ricorda Sayragul, era il suopensiero fisso. Non vide i suoi figli e suomarito per 5 anni e si faceva forza soloper uscire di lì e riabbracciarli. Prima di essere assunta comeinsegnante, dovette firmare un contrattoche le vietava di parlare con i prigionieri,ridere, piangere e fare qualunque tipo didomanda. Se non avesse rispettato unadi queste regole sarebbe statacondannata a morte.“Non dimenticherò mai il campo  diinternamento”, dice Sauytbay. “Nonposso dimenticare gli occhi dei prigionieriche mi imploravano con in loro sguardodi fare qualcosa. Sono innocenti. Devoraccontare la loro storia, raccontarel’oscurità in cui si trovano, la lorosofferenza.”Con queste parole di Sayragul Sauytbayvorrei ricordare, proprio ora che ci siamolasciati alle spalle il giorno della memoria,che tragedie, violenze, torture e sterminiaccadono continuamente e che l'orroredi cui ci raccontano da quando siamobambini non è terminato. Da qualcheparte del mondo uomini, donne ebambini soffrono e vivono cose chenessuno di noi fortunatamente puònemmeno immaginare. Cerchiamo diimpegnarci ora ad agire e parlare conmaturità, evitando di scherzare su coseche apparentemente possono sembrarciimpossibili e lontane. Solo con laconsapevolezza possiamo evitare chetutto questo accada di nuovo.

scritto da Flavia Trivelli

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Ciò che rende la società odierna una realtà superficiale, che si ferma all'apparenzae che elogia gli aspetti più futili dell'essere umano, è senza dubbio il nostrorapporto con noi stessi e con gli altri. Siamo abituati al confronto, all'auto-confronto e al paragone, cataloghiamo ogni particolare di ciò che ci sta attorno etendiamo ad etichettare le persone in base a come queste si mostrano. Ci bastadunque guardare l'aspetto esteriore di ogni singolo individuo per poterlo giudicareancor prima di sapere com'è il suono della sua voce, il suo modo di gesticolare o lasua sensibilità. Purtroppo ci soffermiamo spesso solo sulla bellezza esteriore dellepersone. Finché non si decide di andare oltre e scoprire che in realtà anche solouno sguardo o un gesto raccontano un mondo nascosto, uno scrigno segreto, nonsi arriverà mai a conoscere davvero chi abbiamo accanto. Solo abbandonando lasuperficialità che ci circonda e che spesso ci avvolge soffocando la bellezzadell'umanità potremo solcare quel baratro che ci divide dall'altro. Certo, nellanostra società sembra così difficile andare oltre l'apparenza, ma se ci fermassimoad ascoltare, ad osservare più attentamente ogni più piccolo dettaglio potremmomostrare al mondo che questo cambiamento culturale è possibile, che un ragazzoin carne non deve suicidarsi perché non è abbastanza conforme all'ideale dibellezza fisica che la società impone, che una ragazza senza trucco né tacchi puòmostrarsi liberamente senza essere etichettata; solo a quel punto potremmoliberarci di tutti questi muri che poniamo di fronte aldiverso.                                                                                                                 

''to be or not to be''

scritto da Sofia Fiorito

febbraio 2020 pag.3

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Caro papà,ti ricordi di me? Sono tuo figlio Samir..Adesso ho 16 anni e sono in Italia da 11, ti ricordi ero partito con mamma per trovare quel briciolo di felicitàche in Marocco non avevamo trovato, ci avevi pagato questo viaggio perché desideravi il meglio per noi,anche a costo di perderci.. tu però avevi deciso di restare, perché avevi già promesso in spose le mie quattrosorelle dicendoci che se avessi potuto ci avresti raggiunto.Durante il viaggio mi sei mancato tantissimo, ti volevo accanto mentre la mamma se ne andava per sempre.Io papà non ricordo molto di quel maledetto giorno, ma ho limpida e chiara nella mente l’immagine dimamma ferita alla spalla in fin di vita, mentre mi diceva di star tranquillo e che tutto sarebbe passato in fretta,scendendo insieme, sani e salvi..Quando sono arrivato, mi sono sentito terribilmente solo e sconsolato, nessuno poteva aiutarmi perché infondo avevo solo cinque anni e sapevo a malapena la mia di lingua. Comunque poi ho incontrato zia Sahrache è venuta a prendermi al campo, ti ricordi di lei? Dicevi che era un po’ fuori di testa, sempre a cucinare pertutto il paese.. Però alla fine è servito a qualcosa, adesso ha un ristorante immenso, ha realizzato il suo sogno,e se ce l’ha fatta lei che è mezza pazza possiamo farcela tutti, no?Lei mi ha portato a casa sua a Roma, e in Italia ha trovato marito, Claudio che fa l’elettrauto, lo sapevi?Adesso ha anche due figli, Alisya e Cosmin.. Lui aveva la mia età e mi portava spesso ad uscire con i suoiamici, ma mi guardavano sempre male e mi escludevano, ma perché? Avevo fatto qualcosa di sbagliato?Una volta passeggiavamo insieme e una donna in una macchina mi ha gridato “Nero di merda tornatene altuo paese!!” ; Papà e se io ti dicessi che per me questo è il mio paese, ci crederesti?Io conosco l’Inno di Mameli, il primo articolo della Costituzione italiana e so fare gli gnocchi a mano. Lo so chequesto non basta però la zia dice che conosco molte più cose di un italiano medio, anche se sono nato inMarocco.A proposito, come va lì giù? La nonna sta facendo il Ramadan? Ti stai prendendo cura di tutti al mio posto?Ti voglio bene papà, chissà se la mamma ha trovato un po’ di pace, qui per noi non ce n’è abbastanza, forseperché loro l’hanno presa tutta? Dai un bacio alle mie sorelle, spero in un futuro migliore per loro.Tuo figlio Samir..

LETTERA A UNGENITORE LONTANO

scritto da Ilenia Fortini e Ilaria Marconi

febbraio 2020 pag.4

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Vite senza libertà,in un mondo senza umanità,

infettato dall’ignoranza,per loro non c’è speranza.

Mi chiedo se forse sbagliamo,a lasciar scorrere tutto invano.

Diverso, different, différent:tre lingue e una parola sola,questa paura non ci consola.

Questo tramonto rosso,incornicia il mare mosso,e sono un po’ perplesso

della mia vita com’è adesso.Ma in fondo l’esistenza è un sasso,

legato ad una corda, buttatodal tetto di una casa su un prato.

Bachecapoesia

Diverso, different, différent:tre lingue e una parola sola,questa paura non ci consola.

Tra esseri umani non c’è differenza,hanno tutti bisogno di accoglienza.

Niente più guerre né discriminazioni,abbiamo gli stessi valori

e se qualcuno chiede aiutonessuno resterà muto.

Diverso, different, différent:tre lingue e una parola sola,questa paura non ci consola.

famiglia e scuola

Famiglia e scuola sono le più importanti agenzie di socializzazione che i bambinisperimentano. La famiglia costituisce la prima agenzia con cui si entra in contatto e ha undoppio valore: è “gruppo primario” per i legami profondi che uniscono i membri della famigliae ha valenza istituzionale perché richiede e stabilisce regole e sanzioni. La scuola è il primocontesto sociale esterno alla famiglia che impegna il bambino da un punto di vista sociale,cognitivo ed emotivo. Sia la scuola che la famiglia hanno subito trasformazioni negli ultimidecenni. La famiglia ha perso quasi completamente la funzione istituzionale normativa afavore di quella affettiva.

Famiglia e scuola: relazioni che producono benessere

scritto dalla classe 4SE

febbraio 2020 pag.5

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I genitori mancano sempre più spesso di autoritàe si è passati dalla cosiddetta “famiglia delle regole“alla “famiglia degli affetti”. I genitori sembranoessere sempre meno capaci di fornire modellinormativi di comportamento e l'educazione deifigli è impostata principalmente sulla loroautorealizzazione e non sulla lororesponsabilizzazione. Anche la scuola è moltocambiata. Gli insegnanti si lamentano sempre dipiù di bambini fragili, non in grado di tollerare lefrustrazioni e le difficoltà. Ma non sono solo ibambini a destare la preoccupazione degliinsegnanti, sempre più spesso sono i genitori laprincipale causa di malcontento. La scuola hadovuto fare i conti con una nuova ridefinizione traloro, ma in realtà dipendono l’una dall’altradrastica dei propri compiti e obiettivi ed èdiventata un'istituzione in cui le attività devonorealizzarsi almeno su due dimensioni: quelladell'istruzione equella dell'educazione. Famiglia escuola sembrano essere sempre di più incontrasto tra loro, ma in realtà dipendono l’unadall’altra e hanno un obiettivo comune: ilbenessere e lo sviluppo delle nuove generazioni.Nella percezione degli adolescenti, una buonaqualità della relazione con i genitori e con gliinsegnanti può essere un fattore protettivo perevitare comportamenti nocivi. Dalle statisticheemerge che per gli adolescenti avere una buonaqualità di relazione sia a scuola che in famiglia nonè affatto scontato. Dove c’è scarsa relazione con lascuola e con la famiglia, aumentano le possibilitàche l’adolescente sviluppi comportamenti arischio. Ciò testimonia l'importanza delle dueagenzie socializzative che devono interagire peressere reali fattori di protezione per gliadolescenti.

Lo studio della relazione tra scuola e famiglia cifornisce importanti informazioni per evitarecomportamenti a rischio e aumentare ilbenessere tra gli adolescenti; si deve imparare ariconoscere valori, specificità e competenze diqueste due agenzie formative. I ruoli e i compitisono differenti, ma l’obiettivo è comune. A tal finesi stanno organizzando dei programmi conl'obiettivo di aumentare la partecipazione dellefamiglie alla vita scolastica dei propri figli,creando così anche una collaborazione. Da unaparte è necessario che la famiglia sia disponibilea riconoscere le capacità educative degliinsegnanti, dall’ altra parte si richiede lapreparazione dell'insegnante nella gestione deirapporti tra scuola e famiglia.

febbraio 2020 pag.6

scritto dalla classe 1SDa cura di Flavia Policani

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Il compito della didattica è potenziare iprocessi di apprendimento conoscendo lecaratteristiche e eventualmente i problemi diogni alunno. Nella conoscenza delle capacitàdi apprendimento di un bambino èfondamentale il ruolo degli insegnanti inquanto devono osservare e riferire ai genitoriogni difficoltà che egli presenta e riuscire conil loro aiuto ad individuare un problema chepotrebbe essere anche molto grave. Undisturbo che i bambini potrebberopresentare nell’apprendimento è il DSA(Disturbo Specifico dell’Apprendimento). I bambini con questo disturbo sonocaratterizzati dalla difficoltà nella lettura, nellascrittura e nel calcolo, ma il problemaneurobiologico lascia intatto il funzionamentointellettivo. I segni della presenza di DSApotrebbero essere già evidenti nei primi dueanni di scuola primaria e per individuarlibisogna riconoscere i punti di debolezza e lecaratteristiche cognitive dell’alunno in mododa formulare delle attività di recupero epotenziamento, individualizzando, ovverocalibrando un’attività sul singolo individuo perfargli raggiungere gli obiettivi comuni delgruppo classe personalizzando la didattica,ovvero individuando per ogni alunno unparticolare metodo di studio così dasviluppare le proprie potenzialità.L’osservazione di alcuni aspetti degli alunniDSA è fondamentale sia dalla parte degliinsegnanti rispetto al gruppo-classe,

febbraio 2020 pag.7

come l'abilità di calcolo, la lettura, la scrittura,il linguaggio, la percezione, l'attenzione e lamemoria, sia dalla parte dei genitori inriferimento al comportamento. Tutto ciò èimportante per capire quali aspetti vannopotenziati, aiutando l’alunno non solosemplificandogli i compiti, ma ancheriducendo la quantità di essi. Far svolgerecompiti che l’alunno sa già fare nondeterminerà un ulteriore apprendimento,mentre facendogli svolgere attività ludichedi potenziamento nei processi cognitivirafforza il bambino che successivamentemigliorerà le sue prestazioni scolastiche. Ilconcetto di potenziamento è generalmenteassociato a quello di “sviluppo prossimale”,ovvero la differenza tra cosa il bambino safare da solo e cosa sa fare con l’aiuto di unapersona con una competenza maggiore.

scritto da Roberta Nicoletti

perchè occorre Conoscere ledifficoltà degli alunni

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The Kerin Project is a competition organized every year by English teachers. Mrs Kerinwas a teacher in James Joyce High School and thanks to her husband, who has beenproviding the necessary funds for more than ten years, in 2020 there will be the XIIedition of the Kerin Prize, which gives the opportunity to students to win some moneythat they can invest in their own personal culture. Students who want to take part in thecontest have to present in 10 minutes (through a video, a PowerPoint presentation,photos, etc.) a peculiar aspect regarding any English-speaking country - anything theyare interested in and want to share.Last year, I won the first prize presenting a study on institutional racism against Nativepeople in Canada and in Australia: I talked about the suffering and the harsh conditionsNative people had to endure because of legalized racism, and my work focusedespecially on indigenous children and their education. With the money I won (300€!) Ihad the chance to travel to Florence and to spend a day in a beautiful city, visitingmuseums, in a full immersion into Renaissance art.This competition is an opportunity that shouldn’t be wasted. You can speak aboutanything you’re passionate about, as long as it regards an English-speaking country, andyou could win! Just give it a try, you won’t be disappointed.

febbraio 2020 pag, 8

What’s theKerin Project?

scritto da Emma Bizzoni

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febbraio 2020 pag.9

women in ScienceIl giorno 11 febbraio si è celebrata la quintaedizione dell' "International day of womenand girls in science". In occasione di questoavvenimento si è tenuta una conferenza aiLaboratori Nazionali di Fisica Nucleare diFrascati. Vi sono stati diversi interventi didonne laureate in fisica, che ad oggiricoprono un ruolo rilevante nel contestolavorativo in cui operano. Hanno parlatodell'importanza di incentivare la presenzafemminile nell'ambito scientifico, di crederesempre in sé stessi, di non arrendersi e dicombattere gli stereotipi che purtroppoanche nel 2020 caratterizzano la società. Ancora oggi c’è chi crede impossibile cheuna donna possa parlare di scienza, chepossa utilizzare acceleratori e rivelatori diparticelle, che riesca a studiare la materiaoscura presente nell'universo, che possalavorare ed essere anche moglie e madre.Tutte queste ricercatrici sono state spintedall'interesse di scoprire "perché accade ciòche accade" e la loro curiosità, i loro sacrifici,la loro volontà e la loro passione hannopermesso loro di intraprendere un arduopercorso che le ha portate fino agli alti ruoliche oggi ricoprono. "Non siamo le costole dinessuno!" hanno sostenuto all'unisono. Eanche: "La fisica è una continua scopertaquindi siate curiose e coraggiose!".

Questo è il messaggio che hanno volutomandare. C'è la tendenza a credere che ladonna non sia in grado di fare o capiredeterminate cose, che non sia all'altezza oche semplicemente la scienza, la fisica, lamatematica non siano ambiti del sapereadatti al genere femminile… Ma questi nonsono forse solo gli ultimi pregiudizi di unasocietà maschilista, che teme l'intelligenzafemminile e le possibili conseguenze delraggiungimento della parità tra i sessi?

scritto da Michela Censi

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febbraio 2020 pag.10

MegHarrexit I due sposi Meghan e Harry la sera dell'8 gennaio hanno annunciato di voler essere piùindipendenti dalla famiglia reale britannica e di voler fare un passo indietro come “membrisenior” della famiglia reale, ritagliandosi progressivamente un ruolo laterale e diverso ediventando indipendenti a livello finanziario. Hanno dunque lasciato la famiglia reale einizieranno la loro nuova vita in Canada: non riceveranno più i fondi pubblici e dovrannoanche restituire i milioni di sterline spesi per la ristrutturazione di Frogmore cottage, la lororesidenza inglese. La notizia ha scosso le fondamenta della monarchia britannica, lorohanno dimostrato che è possibile “staccarsi” dalla famiglia reale e dai noiosi doveri dirappresentanza a corte. Insomma, Harry e Meghan diventeranno mezzi borghesi. “Macontinueremo”, assicurano i duchi del Sussex, “a sostenere pienamente la Regina eottempereremo agli obblighi della casa Reale. Cresceremo nostro figlio in un ‘equilibriogeografico’, rispettando la tradizione regale, e ci concentreremo sul prossimo capitolo, illancio di una nuova organizzazione umanitaria”. D’altronde, sia lui, in gioventù etichettatodai tabloid come «ribelle», sia lei, appassionata sostenitrice di importanti  cause etiche emorali, si sono spesso dimostrati insofferenti ad alcuni  diktat di corte: dalle camminatescalzi in spiaggia ai teneri baci in pubblico, dai selfie con i fan all’estrema privacy richiestaprima del parto, i duchi del Sussex hanno violato in parecchie circostanze il protocolloreale,  facendo di testa loro. Adesso, le ultime fotografie ritraggono la coppia sorridente inCanada a passeggio con i cani, rilassata e spensierata.

scritto da Giulia Vincenzi

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BACHECA SPOTIFY

febbraio 2020 pag.11

Buon 2020 cari studenti del Joyce!Non c’è niente di meglio che iniziare l’anno edaffrontare queste mattine con della buonamusica e sono qui per far in modo che questoaccada. Questa bacheca serve proprio aquesto, no? Iniziare la giornata con il buonumore. Proprio Alfred Tomatis, un medicootorinolaringoiatra francese, ha condotto deglistudi sulla musica ipotizzando che ci fosse unlegame tra lo sviluppo della personalità di unindividuo e l’esperienza dell’ascolto, favorendola nascita di una nuova branca delle ScienzeUmane qual è "l'audiopsicofonologia", che ha loscopo di migliorare le capacità di ascolto di unindividuo. Afferma anche che favorisce leattività cerebrali complesse come: lo studio, lamatematica e il gioco degli scacchi. Inoltre,induce un senso di calma che serve a noistudenti per superare il tanto temuto iniziosettimana.

HAPPINESSAll comes back to you – R3HAB.

Motivation – Normani.Love me less – MAX ft Kim Petras.

A little piece of heaven – Avanged Sevenfold.This feeling – The Chainsmokers ft Kelsea

Ballerini.Insomnia – Daya.

If you’re over me – Years & Years.Juice – Lizzo.

Lucky girl – Fazerdaze.Seashore – The Regrettes.

By myself – Fidlar.Lemon tree – Fools Garden.

STRANGE FEELINGSCaramelle – Pierdavide Carone, Dear

Jack.Gioventù bruciata – Mahmood.

Dead girl in the pool – Girl in Red..I don’t miss you – Caro.

I wish I was Stephen Malkmus –Beadoobee.

Ludens – Bring Me the Horizon.Be my thrill – The Weepies.

Migraine – Twenty One Pilots.Monster – Dodie.

Popular monster – Falling in Reverse.Graveyard – Halsey.

Space song – Beach House.

scritto da Alice Fabiani

disegno di Nicole Caiola

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Abito ad Ariccia da diciassette anni, ma solo da treho scoperto l’esistenza di una foresteria a palazzoChigi, quell’ imponente edificio monumentale chenon passa di certo inosservato quando si arrivanella piazza centrale del paese. Per foresteria siintendono quei ‘locali destinati, nei conventi ed intaluni palazzi principeschi, all’alloggio dei forestieri’.Nonostante il palazzo abbia oggi smesso la suafunzione di dimora principesca, la foresteriacontinua ad ospitare ‘foresti’, stranieri. Gli antichilocali ospitano infatti i ragazzi del campusuniversitario della Auburn University (Usa,Alabama), uno degli atenei statunitensi piùprestigiosi. Guardando la facciata, alla sinistradell’ingresso principale c’è una piccola entrata cheporta all’interno di uno spazio che unisce l’antico almoderno: le mura solide e possenti dellaresidenza Chigi arredate al suo interno con mobilimoderni ed accoglienti.  Mi chiedo quali fossero gliospiti di allora, cosa li portasse in quel di Ariccia. Liimmagino con vestiti d’epoca, ma la miaimmaginazione prende spunto da vecchi film.Conosco gli ospiti di oggi però, che miassomigliano molto di più: sono prevalentementeragazze, che approdano nel nostro piccolo paeseper rinnovare la tradizione del ‘Grand tour d’Italie’.La Auburn infatti, promuove un master basatosulla conoscenza della cultura italiana. E così, neitre mesi di soggiorno, i ragazzi studiano l’arte, lamoda, la cucina e soprattutto viaggiano per l’Italiae per l’Europa alla scoperta dei luoghi che tantohanno affascinato artisti e poeti d’ogni epoca. Ognivolta che arriva un nuovo gruppo è usanza

febbraio 2020 pag.12

LA MIA ESPERIENZA CONLA AUBURN UNIVERSITY

presentarlo alle famiglie italiane, che avranno poi ilpiacere di ospitare due di loro per una serata‘international’. L’emozione è sempre forte mentreaspetti di sapere quali ragazze ti verranno affidate. Epoi in poche ore, seduti ad un tavolo davanti ad unaperitivo, ti ritrovi a confidare cose che non avrestimai detto ad uno sconosciuto. In una sola seratadiventano amiche, sorelle e in un certo senso anchemadri, pronte a bere per te il tuo bicchiere di birraperché ‘no Lila, sei troppo piccola’ ma anche aconsolarti dopo l’ennesimofallimento in amore.Questa è la quarta volta che partecipo e possofelicemente dire che, nonostante i numerosi “I’msorry, io non parlo english” di mio padre, è talmentebella e divertente l’atmosfera che si respira al palazzo,che consiglio davvero a tutti di affacciarsi per dareun’occhiata!

scritto da Lila Gullo

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RECENSIONE “LE NOTTI BIANCHE”

Autore: Fedor Michajlovic DostoevskijData di pubblicazione: 1848Lingua originale: russoGenere: romanzoALTRE OPERE APPREZZATE● Delitto e castigo (1886)● L’idiota (1868)● I demoni (1871)● I fratelli Karamazov (1878-80)

TRAMA “ LE NOTTI BIANCHE”Quattro notti e un mattino per raccontare una storia che si muove al buio e nella penombra dellacoscienza. Un giovane sognatore, abituato a nutrirsi di sentimenti e impressioni, incontra nella notte unaragazza piangente e sola che sarà per lui l’appiglio verso il concreto mondo diurno.La città di San Pietroburgo saprà cullare nel suo bianco silenzio questa storia a due voci, fatta diconfidenze notturne, attese e speranze. E il mattino, al risveglio, rimarrà quello strano sapore in bocca,quella domanda di realtà inevasa: nelle notti bianche, negli improbabili intrecci e nei sussurrifurtivi di due ipotetici amanti, qual è il vero confine del sogno?RECENSIONEIl romanzo è stato scritto in maniera molto semplice ed è di facile comprensione. La storia narrata non èlunghissima, ma pur possedendo quelle poche pagine, il lettore, sin dal primo capitolo, si troverà adempatizzare con l’ introverso protagonista della storia e, forse, a provare pena per un uomo che non ècapace di vivere appieno (saranno queste poche pagine a dare un impatto sconvolgente soprattutto sulfinale). Dostoevskij tramite questo racconto vuole affrontare diversi temi riguardanti il sogno e ilsognatore, la solitudine, l’ introspezione e l’autoanalisi e il tema dell’amore visto dagli occhi del sognatore:sarà quest’ultimo tema ad essere la colonna portante di tutto il romanzo. Sarà infatti una sconosciuta arendere la vita del nostro protagonista più ricca, ma soprattutto lei gli donerà un motivo per vivere.Quando arriverete a questo punto del libro, capirete che la persona per la quale prima avevate provatopena ora siete voi. Il sognatore di Dostoevskij è il tipico uomo comune, portato all’estremo, che non è ingrado di affrontare la vita, che crede che non valga la pena di far qualcosa poiché non ci sarà mai unarealtà che sarà all’altezza del sogno. Almeno una volta nella nostra vita ci siamo trovati a vivere un attimodi puro godimento, ma solo dopo saremo in grado di capire la loro importanza e sarà quello il momentoin cui diremo: “Ah un intero attimo di beatitudine! È forse poco, anche se resta il solo in tutta la vita di unuomo!”.

febbraio 2020 pag.13

Scritto da Giulia Giannattasio

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In Èlite non esistono buoni o cattivi, solo personaggicliché dietro l'angolo. Alla base della serie TV spagnola,si trova sicuramente il problema di affrontare unmondo diverso dal proprio, nel quale uno stranomiscuglio di accettazione e rifiuto contribuisce alladifficoltà di empatia da parte dello spettatore. Ciò cheforse più attira l'attenzione in questo programma è lanonchalance con cui gli adolescenti violano la legge. Sirimane infatti affascinati dal modo in cui i ragazzigiocano a fare i grandi, aspettandosi che, in caso dicaduta, ci sia magicamente un adulto -uno di quelliveri- a farli risalire dall'abisso nel quale pian pianorischiano di affogare.In Èlite si evidenzia la sottile asticella che delimita larealtà dei ricchi da quella dei poveri, mettendo inrelazione il disagio provato da coloro che vengono percosì dire ''scartati'' con gli sguardi sprezzanti da parte dichi considera i soldi come parte della loro strutturaossea.La caratteristica di questa serie TV incentratasull'ambiente scolastico, dunque un argomento visto erivisto, è l'improbabilità con cui si susseguono glieventi. Si rimane costantemente a bocca aperta,effetto dovuto all'estrema lentezza con cui il regista sidecide a rivelarci qualche particolare in più.Ciononostante, con un sistema narrativo come quellodi Élite, la presenza della critica sociale è inevitabile.Una forte superficialità fin troppo comune è trattenutanell'attenzione a temi sociali che a tratti emerge daidiscorsi dei personaggi. Basti pensare alla borsa distudio offerta ai tre studenti poveri, sfruttata comepezza di salvezza per rattoppare la catastrofe delcrollo della loro vecchia scuola, dovuto almenefreghismo del suo costruttore.

Recensione dellaserie televisiva

“Èlite”L'intera trama è basata su un crimine, organizzatasu un alternarsi di flashback e scene ripescate dalpresente, dove un'investigatrice è tenuta asmascherare l'artefice di un piano che si scoprenon essere stato premeditato da alcuno.Un altro aspetto affrontato è il modo in cui l'arrivodi tre ragazzi, un timido, una palestinese e unvivaceadolescente riescono a disturbare la pacatatranquillità all'interno della cerchia di ricchi.Tuttavia, tutti gli studenti si ritroveranno con ilvolto coperto di sangue; la ricchezza e la povertàsaranno poste di fronte a situazioni concretetalmente discordanti da far concludere che, incircostanze differenti, non avrebbero maiazzardato ad entrare in collisione.Dal mio punto di vista, una serie come questamerita di essere vista; è una di quelle che,terminato un episodio, ci si ripete sempre la solitafrase ''ancora uno e poi smetto'' gratificati per averfatto la giusta scelta di guardarla.

pag.14febbraio 2020

Scritto da Camilla DiBattista

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In questi giorni mi è capitato di andare avedere un film di genere molto diversorispetto a quelli che sono abituata aprediligere. All’inizio non ero molto sicurariguardo al fatto che “Tolo Tolo” potessepiacermi; per questo non ero molto propensaneanche ad andarlo a vedere, viste anche lecattive recensioni che mi era capitato dileggere a riguardo. Ma, appena sono uscitadalla sala, sono rimasta esterrefatta e moltosoddisfatta, cosa che non mi capita quasi mai;solitamente, quando vedo un film e scopro ilsuo finale, difficilmente lo rivedo. Ma questavolta è accaduto completamente l’opposto;questo film, ultimo capolavoro dell’attorepugliese Checco Zalone, mette in scena untema davvero attuale, che è quello degliimmigrati. Il film si apre con Checco che rifiutail reddito di cittadinanza e decide di aprire unsushi restaurant, ma dopo l’entusiasmoiniziale, quest’ultimo fallisce; per questoChecco decide di fuggire “là dove tutto èpossibile” ovvero in Africa, dove si improvvisacameriere  per un resort esclusivo. Lì incontraOumar, un cameriere con il sogno didiventare regista e con la passione perquell’Italia che ha conosciuto attraverso ilcinema di Pasolini. Improvvisamente in Africascoppia la guerra e i due sono costretti aemigrare, anche se Checco non vorrebbetornare in Italia. Durante il viaggio per tornarenel BEL PAESE, a loro si uniranno la bella

RECENSIONE ''TOLO TOLO''

Idjaba e il piccolo Doudou. L’intera storia èincentrata su questo viaggio che iprotagonisti intraprendono a metà film, eche ci fa stare per tutto il tempo con il fiatosospeso, in quanto non si sa se Checco,Oumar e gli altri ragazzi riusciranno adarrivare in Italia. L’intento di questo filmsembra quasi voler mettere tutti d’accordoriguardo un tema così importante ed attualecome l’immigrazione. La cosa che mi ha piùcolpita è la scelta di non avere un finale. Ilregista lascia a noi spettatori una liberainterpretazione, dandoci l’opportunità di farei conti con la nostra coscienza, e di scoprireil vero “io” che si cela dentro ciascuno di noi.

scritto da Veronica Cugini

febbraio 2020 pag.15

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''THE CRUYCE''il cruciverba dell' Enjoyce

pag.16febbraio 2020

creato da Elisa Alfandari