Testimonianze da Limonetto

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SETTIMANA di DESERTO a LIMONETTO LUGLIO 2012 (Cuneo, m.1800) Alpe Papa Giovanni (Cuneo, m.1800) Alpe Papa Giovanni (Cuneo, m.1800) Alpe Papa Giovanni (Cuneo, m.1800) Alpe Papa Giovanni Michela “Settimana di deserto, LIMONETTO”: Leggo il volantino, lo rileggo più volte…. Un no, un ni e in fine un Sì. Ebbene sì, mi trovo a scrivere la testimonianza della mia esperienza a Limonetto. È difficile trovare i termini adatti, ponderare le parole per non andare oltre specialmente per chi ha vissuto questa settimana intensamente. Non voglio raccontare per filo e per segno tutto ciò che si è fatto, proprio per non anticipare nulla per chi avrà intenzione di aderire a questa esperienza, come hanno fatto con noi le suore. Il non sapere in questo caso è un vantaggio, un vantaggio che ancora una volta mi sono presa. Si riscopre così la bellezza di vivere ogni momento in pienezza nella vera gioia senza crearsi aspettative, proprio un invito a stare, a sostare, a fermarsi con Lui. Questo lo sapeva bene Beata Nemesia Valle, una suora della carità che visse per molti anni a Borgaro, prima tappa del nostro viaggio. Le sue parole mi hanno accompagnata in ogni istante di questa esperienza: “Io non lo so, ma Lui lo sa”. Un chiaro invito affidarsi a Lui, nella piena consapevolezza che Lui c’è, ci sostiene e guida ogni passo del nostro cammino . Io posso non sapere, ma Lui sì. Limonetto si trova in montagna, 4 case e tanta natura, lontano dal chiasso cittadino e dai rumori quotidiani, un luogo proprio all’insegna dell’essenziale. In casa non avevamo nè acqua calda né luce, private delle solite comodità. Insomma il mix perfetto per fare silenzio, per essere libera, un cuore libero dal pesante bagaglio di pensieri inutili. Ecco Limonetto è proprio questo, è il liberarsi da tutto ciò che c’è di inutile, di superfluo per mettersi all’ascolto del Signore e far sì che Lui agisca in noi, è quel Gesù, spogliami di me e rivestimi di te” di cui parlava suor Nemesia.

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SETTIMANA di DESERTO a LIMONETTO

LUGLIO 2012 (Cuneo, m.1800) Alpe Papa Giovanni(Cuneo, m.1800) Alpe Papa Giovanni(Cuneo, m.1800) Alpe Papa Giovanni(Cuneo, m.1800) Alpe Papa Giovanni

Michela

“Settimana di deserto, LIMONETTO”: Leggo il volantino, lo rileggo più volte…. Un no, un ni e in fine un Sì. Ebbene sì, mi trovo a scrivere la testimonianza della mia esperienza a Limonetto. È difficile trovare i termini adatti, ponderare le parole per non andare oltre specialmente per chi ha vissuto questa settimana intensamente. Non voglio raccontare per filo e per segno tutto ciò che si è fatto, proprio per non anticipare nulla per chi avrà intenzione di aderire a questa esperienza, come hanno fatto con noi le suore. Il non sapere in questo caso è un vantaggio, un vantaggio che ancora una volta mi sono presa. Si riscopre così la bellezza di vivere ogni momento in pienezza nella vera gioia senza crearsi aspettative, proprio un invito a stare, a sostare, a fermarsi con Lui.

Questo lo sapeva bene Beata Nemesia Valle, una suora della carità che visse per molti anni a Borgaro, prima tappa del nostro viaggio. Le sue parole mi hanno accompagnata in ogni istante di questa esperienza:

“Io non lo so, ma Lui lo sa”. Un chiaro invito affidarsi a Lui, nella piena consapevolezza che Lui c’è, ci sostiene e guida ogni passo del nostro cammino . Io posso non sapere, ma Lui sì. Limonetto si trova in montagna, 4 case e tanta

natura, lontano dal chiasso cittadino e dai rumori quotidiani, un luogo proprio all’insegna dell’essenziale. In casa non avevamo nè acqua calda né luce, private delle solite comodità. Insomma il mix perfetto per fare silenzio, per essere libera, un cuore libero dal pesante bagaglio di pensieri inutili. Ecco Limonetto è proprio questo, è il liberarsi da tutto ciò che c’è di inutile, di superfluo per mettersi all’ascolto del Signore e far sì che Lui agisca in noi, è quel “Gesù, spogliami di me e rivestimi di te” di cui parlava suor Nemesia.

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Per poter raggiungere tutto questo, occorre porsi davanti ai propri limiti, ai propri difetti, chiamarli per nome. Sono il nostro deserto, ci viene chiesto semplicemente di affrontarlo “La condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore” (Osea). Ed è proprio qui che Lui c’è e non ci abbandona. Dobbiamo avere quel coraggio che ha avuto Pietro e gridare “Salvami”. “Tendi la mano, lasciati guidare, ciò che importa è soltanto camminare” diceva una canzone del

GREST di qualche anno fa. Ed è proprio vero “Non temere se la strada è sassosa sotto il sole , in salita, è la vita” “se sarai con Lui scoprirai l’amore” e potrai finalmente “rispondere all’amore con l’amore” il tema che ci ha accompagnate per tutta la settimana a Limonetto. Allora sì che le tue mani saranno mani che creano, che salvano, mani che scrivono libertà e mani afferrate dal Signore.

Michela

MANI, PRENDI QUESTE MIE MANI, FANNE VITA, FANNE AMORE!

Francesca

L’esperienza di Limonetto è stata temprante per anima e fisico. Ancora una volta inconsapevole di cosa potesse succedere ho accettato la sfida e mi sono iscritta! Ci tengo a sottolineare questo particolare ormai presente negli inviti delle suore e come sempre in attesa per la partenza ho sperimentato tanta gioia ma anche tanta paura e questa mi ha accompagnata soprattutto per i primi giorni a Borgaro. I bagagli portati infatti contenevano questa pesantezza. Il tema della settimana era “Rispondere

all’Amore si può!” Solo con amore! Da questa certezza dobbiamo diventare persone capaci di amare, che non vengono sopraffatte dalla vita ma agiscono con responsabilità e libertà per concorrere alla pienezza della vita. Un amore che è nel quotidiano e si fa presente con gesti concreti, attenzioni, sguardi e abbracci.

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Il nostro viaggio è iniziato a Borgaro sui passi della beata Nemesia che affermò “La vita non è

mai inutile quando è consumata nell’amore”. Ci siamo lasciate guidare da questo amore così semplice, trasparente e profondo che ha condotto questa suora alla santità. Il suo stile di vita così semplice mi ha colpito e nella sua preghiera ripeteva continuamente: “Gesù, spogliami di

me e rivestimi di Te”. In fondo non avevo aspettative per questa esperienza, volevo unicamente lasciare agire Gesù, senza opporre resistenza, ma proprio qui mi contraddico, quanto è difficile accettare ed uscire dagli schemi mentali che possediamo?! Ma l’amore quando interpella non ti permette di non rispondere e sviare! La carità è più forte di tutto! E nella scelta dell’amore non si può far altro che mettere a disposizione le proprie mani per l’altro.

Ogni giorno era scandito da mani che creavano, che salvavano, che scrivevano libertà, che offrivano il perdono, che erano afferrate dal Signore e che erano pronte a servire. Ho fatto fatica a rimanere concentrata nelle riflessioni, mi fermavo a contemplare le meraviglie che i miei occhi scrutavano e mi perdevo nell’immensità delle montagne. Accettare e mettere a frutto i talenti ricevuti non è scontato, è più semplice nascondersi e vedere solo le debolezze e i limiti. Perciò guardarsi allo specchio mi ha spaventato, preferivo guardare fuori di me,

paradossalmente le mie paure avevano paura!

È la paura che frena qualsiasi azione buona, come è capitato a quel servo malvagio che nascose tutto per terrore del giudizio del padrone. Allora mi sono domandata come mai ho sempre scelto e cercato il luogo più alto per le mie riflessioni, lì sarei stata al centro dell’attenzione poiché ero visibile a tutti senza nemmeno volerlo, ma lì potevo ammirare le montagne! Lì mi sentivo libera e mi si apriva una visuale immensa senza ostacoli! Allora dovevo smetterla di nascondermi perché avrei solamente sotterrato la mia vita e i talenti ricevuti; “non sapete che il vostro corpo è tempio

dello Spirito Santo che è in voi e avete da Dio e

che non appartenete a voi stessi?”. (1 Cor 6,19) La mia chitarra ha permesso di aprirmi e liberarmi dalla paura per allietare i vari momenti della giornata con gioia. Non avevo attribuito tanta importanza ma svolgere questo servizio per gli altri sia durante le celebrazioni della messa sia nei momenti di svago ci ha consentito di trascorrere le serate tra le risate, le stonature e l’unità del gruppo che attività dopo attività si andava a consolidare. Senza dimenticare che alla mattina trovavamo la forza per cantare a squarciagola qualsiasi canzone ci passasse per la testa! Era proprio divertente!!!

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Amare è abbandonarsi nelle mani di Colui che per primo ci ha amati e si è fidato di noi donandoci la vita e i talenti. E l’immagine più bella è quella dell’uomo incappato nei briganti che spogliato di tutto viene soccorso dal samaritano. Non si può far nulla senza Gesù! Quante domande mi pongo, cercando di capire ciò che mi succede eppure la sensazione più bella è quella di lasciarsi abbracciare. Mi faccio troppi schemi mentali e rimango dentro i puntini del giochino eppure è così bello uscire fuori dalla normalità! Bisogna solo camminare e prendere consapevolezza che in questo viaggio non siamo mai soli ed è ciò che abbiamo sperimentato e gradito lungo il sentiero della camminata dove condividere insieme la salita, l’attesa, l’aiuto e il canto hanno alleggerito la fatica. Durante la settimana mi tornava con insistenza l’espressione “Non avere paura! Non sei sola, noi ci siamo!” Tutti siamo ancora su quel sentiero chiamato vita e allora condividiamo le lacrime, le fatiche e il cibo avanzato e tutto sarà più semplice! Una volta raggiunta la meta ossia il confine francese abbiamo ammirato il paesaggio che si manifestava innanzi a noi e abbiamo ascoltato le testimonianze di vita di sr Valentina e sr Caterina che hanno condiviso con noi le loro fatiche e le loro gioie. Il loro perseverare è stato significativo per seguire ciò che erano chiamate a compiere! Un esempio per tutti noi!

Quella sera nella veglia notturna mi risuonavano e facevo mie le parole della preghiera “In un attimo sconvolgi i miei sogni, rovesci i miei progetti. Hai bisogno di me, del mio entusiasmo..cosa vuoi da me, dove mi porti, Signore? Donami il coraggio di partire..” e ancora una volta mi ripeti “Non temere, non dire sono giovane, ma và..Io sarò con te sempre!” e siamo stati affascinati contemplando il cielo stellato sopra i nostri occhi “Se guardo il Tuo cielo,

opera delle Tue dita, la luna e le stelle che tu

hai fissate, che cosa è l’uomo perché te ne ricordi, il figlio dell’uomo perché te ne curi? Eppure

l’hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato: gli hai dato potere sulle

opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi”. (Salmo 8) Ci si sentiva avvolti da questo manto stellato! E chi voleva andare a dormire?!

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Il giorno seguente ci attendeva il deserto, consapevole che il mio posto non potesse essere che quello dei giorni precedenti l’ho raggiunto ma con un po’ di titubanza. La croce si ergeva alle mie spalle, dovevo abbandonarmi di fronte alle mie debolezze. Mi sentivo come Pietro dopo aver camminato sulle acque per andare incontro a Gesù, era impaurito dal vento forte poiché guardava in basso, alle sue debolezze e perciò incominciava a sprofondare. Bisogna saper gridare “Signore, salvami!” San Paolo infatti

affermava “Quando sono debole, è allora che sono forte!” perché Gesù è la nostra forza.

Contemplando ancora una volta le montagne mi sono sentita avvolta e abbracciata da Gesù. Volevo continuamente scrutare come le nuvole dolcemente si posano sulle montagne. E non importa se a metà giornata avevo già le gambe ustionate dal sole! Era bello stare lì!

Come una comunità che ha condiviso e si è presa cura gli uni degli altri così noi dalla gioia nel cantare al servizio prestato per le pulizie di casa abbiamo condiviso tutto lavorando all’unisono! E allora adesso siamo pronti per scendere dal monte con qualche lacrima ma entusiasti di reinserirci ognuno con i proprio compiti, sulla barca chiamata Chiesa consapevoli che abbiamo tutti quell’unica missione d’amore che ci è stata affidata: testimoniare con le nostre mani l’amore che Gesù ha per tutti gli uomini!

Grazie, veramente grazie a sr Martina, sr Valentina, sr Caterina e alle 6 compagne di Limonetto! E chiedo scusa se partivo con l’introduzione di una canzone e non mi mettevo a cantare o peggio ancora non prendevo la nota giusta! ☺ ma che gioia suonare e cantare per Lui!

Francesca

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LE MANI: CHE DONO!

Jessica

Come il profeta Elia ho voluto e provato a vivere questa esperienza. Lui che invita ognuno di noi ad ascoltare la voce del Signore nel silenzio della natura, nella pioggia, nel sole, nel vento, nella brezza leggera, non nel rumore e nella confusione. Anche io volevo provare a vivere questa esperienza di ascolto ed è per questo che ho deciso di lasciare le mie normali attività estive per qualcosa di nuovo. Questa credo sia stata l'unica mia grande aspettativa con la quale ho vissuto questa settimana. Venerdì 20 luglio verso sera ci siamo trovati a Borgaro, eravamo 7 ragazze e 3 suore che da subito con gioia, tanta carica e sorrisi ci hanno accompagnato. Dopo 2 giorni passati uno a Torino dove abbiamo camminato sulle orme dei suoi principali santi e uno a Borgaro dove abbiamo conosciuto la bontà di una piccola ma grande suora della Carità: la beata Nemesia, domenica pomeriggio siamo partiti per Limonetto. É per me difficile trovare le parole giuste per condividere questa esperienza ma ci proverò cercando di usare poche parole ma significative. Inizierei con una breve descrizione del posto. Da Limonetto abbiamo raggiunto l'Alpe papa Giovanni a piedi e da subito abbiamo potuto iniziare a gustare la bellezza e la ricchezza della natura. É stato bello vivere 5 giorni senza corrente, luce e acqua calda, questo mi ha fatto scoprire la bellezza e la semplicità dei piccoli gesti, oggi, siamo sempre più immersi in questa società che cancella i sentimenti, inscatola le forze e nasconde la bellezza del condividere e vivere la fraternità. Il tema che ha accompagnato questa esperienza sono le “mani” ogni giorno ad esse veniva associato un verbo che accompagnava l'intera giornata. Anche io voglio provare a dare un nome ad ogni giornata, custodirlo nel mio cuore per essere in grado di fare mia questa esperienza e portarla nella mia quotidianità.

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1. CORAGGIO Il primo giorno abbiamo scoperto con la parabola dei talenti che il Signore ogni giorno ci affida i suoi doni preziosi da custodire e questo mi ha fatto riflettere su quanta fiducia Egli ha riposto nell'uomo, le Sue cose più care non le tiene per se ma le condivide le consegna a noi. Ho riflettuto tanto su questo e credo che due siano le possibili risposte: paura o coraggio. Paura come quella che il servo malvagio ha avuto che lo ha portato a nascondere il talento e a non scoprirlo e utilizzarlo, paura di non essere all'altezza. Coraggio invece come quello dei servi buoni che hanno deciso di restituirgli piano piano la fiducia e scoprire con lui i loro talenti. Tutti credo vorrebbero avere coraggio ma non sempre è facile spesso mi accorgo di cadere e nascondermi nella paura però riflettendo su questo brano di Vangelo ho scoperto una cosa: il coraggio nasce solo se c'è la paura, quindi non dobbiamo temere le cadute, gli insuccessi o il giudizio di Gesù. Lui sa che possiamo sbagliare ma

solo scoprendo e divenendo consapevoli delle paure si può con volontà ed entusiasmo affrontarle. “IL CORAGGIO NASCE DALLA PAURA” “AD OGNI PAURA DIO CI INFONDE CORAGGIO!”.

2. NOI, RIVELAZIONE di GESÙ La parabola del buon samaritano ha accompagnato il nostro secondo giorno. Durante la lectio di suor Martina sono rimasta colpita da una sua frase che poi mi ha accompagnato tutto il giorno e ancora oggi faccio il possibile perché mi accompagni. La frase diceva: “Il prossimo è la rivelazione di Dio per me”. Subito ho pensato a tutte le persone che mi stanno accanto che mi guidano sul mio cammino. Ho riscoperto la bellezza di avere accanto persone che mi parlano e di Lui con parole e gesti. Poi durante la mia riflessione ho pensato ad un'altra cosa se gli altri sono il mio prossimo io sono il prossimo degli altri, quindi anche a me Dio da il compito di rivelarlo agli altri...a me piccola, fragile, insicura e timorosa affida un compito così grande. Ancora una volta ho scoperto quando fiducia Lui ripone in me. I miei gesti, le mie parole, i miei capricci possono parlare di Lui.

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Mi sono chiesta allora quanto volte può succedere che io filtri il messaggio in maniera sbagliata. Non ho mai pensato a quanta responsabilità il Signore mi affida, sono solo un ciottolo di strada eppure serve per costruire il cammino dell'umanità, a volte può essere che mi poserò in modo sbagliato e potrò divenire un ostacolo per gli altri, chiedo a Gesù di farmi comprendere quando ho preso il posto sbagliato, chiedo a Gesù di sollevarmi e mostrarmi come devo mostrarlo agli altri.

3. TESTIMONIANZA Il terzo giorno la sveglia è suonata prima del solito, alle sei eravamo in piedi per una buona colazione e alle sette partivamo per la nostra camminata... siamo saliti fino ai 1870 metri di altezza. Abbiamo camminato assieme ci siamo aspettate e sempre assieme siamo arrivate alla metà sul confine francese. Lì suor Valentina e suor Caterina ci hanno donato la loro testimonianza, i loro sorrisi, fatiche, sofferenze. Ho apprezzato molto la loro scelta di condividere con noi il loro cammino, personalmente ritengo molto importante avere la possibilità di conoscere e scoprire i tanti modi con i quali il Signore Gesù decide di chiamare le persone. Questa giornata la ricorderò e la custodirò proprio con l'invito di non aver paura di testimoniare quello che Gesù opera nella mia vita. La testimonianza è una enorme fonte di ricchezza alla quale attingere lungo il cammino per condividere l'immenso amore che Dio ha per l'uomo. Il terzo giorno iniziato con la camminata sotto il sole è terminato con la camminata sotto il cielo stellato e la veglia notturna, è stato un momento molto forte nel quale Gesù più volte ci ha ripetuto “Non temere, non dire : sono giovane, ma và...Io sarò con te, sempre!”.

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4. L'ABBRACCIO di GESÙ

Ecco quello che ho cercato e in parte sono riuscita a sperimentare in questa giornata. Durante il nostro quarto giorno di ritiro siamo stati chiamati a vivere una giornata di silenzio a tu per tu con Gesù, sperimentare il suo abbraccio, era questo l'invito di questa tappa del nostro cammino, è stata una giornata abbastanza faticosa, Pietro ha accompagnato il mio silenzio. Mi sono soffermata su di lui, e in certi suoi atteggiamenti mi sono rivista,

soprattutto nell'impulsività del rispondere, anche io con Gesù a volte non mi do tempo e pretendo di capire tutto e subito nascondendomi dietro ai miei sbagli e alla mie debolezze senza avere il coraggio di alzare lo sguardo e fissarLo per comprendere i suoi piani. Da Pietro ho poi scoperto un'altra cosa che desidero custodire ogni giorno della mia vita, lui al quale Gesù per tre volte gli chiede se lo ama. In questo passo di vangelo oltre a vedere il lato umano di Gesù che ha bisogno di conferme da parte del uomo credo che Gesù abbia voluto darci un consiglio, quante volte anche noi alla domanda “mi ami tu?” rispondiamo subito “Si, signore io ti amo!” e poi passa la giornata e ci dimentichiamo di Lui. Mi sono allora proposta di iniziare ogni mattino dicendo “Signore, oggi voglio provare ad amarti”, vivere la giornata con questo proposito nel quale è riconosciuta anche la possibilità di sbagliare credo che mi può aiutare ad approfondire il rapporto con Gesù, arrivare a sera e poter esclamare “Si, Signore ti ho amato”, certo non tutti i giorni ce la farò ma spesso in questi giorni abbiamo ripetuto che Gesù ci ama non sola quando riusciamo ma anche quando proviamo.

5. E ORA… VAI!

Siamo giunti alla fine della nostra esperienza. Per condividere questa giornata ho scelto le parole di una canzone: “Signore

come è bello, non andiamo via faremo

delle tende e dormiremo qua, non

scendiamo a valle dove l'altra gente non

vuole capire quello che tu sei!”

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“Ma il vostro posto è là, là in mezzo a loro, l'amore che vi ho dato portatelo nel mondo. A

cosa servirà l'amore che vi ho dato se la vostra vita da soli voi vivrete, scendere nella valle

vivete nell'amore, da questo capiranno che siete miei fratelli, parlategli di Me!”

Gesù ci invita a non avere paura, ma con coraggio ognuno nelle proprie attività, uniti dal Suo abbraccio portare a tutti la gioia dell'incontro con Lui. Coraggio, ognuno di noi è la rivelazione di Gesù per gli altri, dare testimonianza del suo incontro, sperimentare ogni giorno il suo abbraccio e non tenerlo per se ma donarlo agli altri! Ora un grazie speciale va a suor Martina, suor Valentina, e suor Caterina che con tanto amore e gioia hanno permesso questa esperienza. Oltre a loro un ringraziamento alle ragazze con le quali ho camminato e ho vissuto questa esperienza indimenticabile. Custodirò sempre nel mio cuore e m'impegnerò a portare nella mia quotidianità l'amore, gli sguardi, i gesti, i volti, i canti, i sorrisi, le parole,il servire di queste giornate!

Jessica