Test Vele 2011

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SAILS TEST 2011 14 VELE PROVATE

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I test delle vele 2011

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Page 1: Test Vele 2011

SAILS TEST

201114

VELE

PROVATE

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WAVE SAILS (4,0/ 5,4)

Con un look completamente nuovo, la Ice viene riproposta da North Sails a fianco della Ego, come la mi-gliore soluzione per il wave. Se la Ego 011, appare ancora più compatta dello scorso anno e perde anchetre misure grandi, fermandosi a nove misure dalla 3.0 alla 5,3, la Ice 011 è stata migliorata per esserepiù leggera sulle braccia grazie ad un accurata “rivisitazione” del giro d’albero e della tensione di cari-cabasso. Tanto per cominciare dal... look, la Ice è proposta quest’anno in due abbinamenti di colore, gial-lina/verde e marrone/viola più un Code.Mat limited più aggressivo. È disponibile anche quest’anno laversione HD che si differenzia dalla normale per l’assenza di monofilm. In effetti appena srotolata, l’unicodubbio su questa Ice 4,7 “base” appare proprio legato alla finestra in monofilm che appare, a terra, unpo’ “delicatina” per resistere alle macinate più devastanti. A parte il nuovo “design” dettato dai rinforzisui ferzi, che dà origine alla caratteristica X che parte dal rinforzo di bugna a salire, molto curati appa-iono i particolari adottati per allungare la vita alla vela: si parte dalla protezioni della base della vela perpassare ai proteggi stecche che permettono di preservare la vela dagli antisdruccioli troppo “abrasivi”e dall’asfalto in fase di trimmaggio, alla carrucola a tre rimandi in ottone che oltre a ridurre lo sforzo que-st’anno è stata anche dotata di una specie di protezione che impedisce alle corde di saltare e sovrap-porsi, quando si cazza il caricabasso.Dopo un anno di Ego, surfare con le Ice è una bella sorpresa... mi spiego: continuo a pensare alla Egocome una super vela in condizioni di vento forte, meno quando il vento è più “umano” e rafficato, ancheperchè mancando la stecca di base non si riesce a chiudere perfettamente la base della vela sulla ta-vola e si perde un po’ di spinta. Vicerversa la Ice da questo punto di vista eroga un ottimo spunto che larende polivalente in tutte le condizioni, anche le più rognose. Ad una maggiore spinta, non corrispondeil solito rovescio della medaglia... la vela è potente al punto giusto e rimane stabile, super controllabile,nervosa quando deve, diretta e precisa in surfata. Difficile sentire tirare sul braccio dietro anche in con-dizioni di soprainvelatura, forse il tiro è un pelo avanzato (più sensibile sulla 5,3 che ho provato a Nolicon il ciop), ma tutto sommato è una di quelle vele, dotate di un feeling morbido, che si esalta in sur-fata grazie anche alla sua neutralità. Qui sembra nata per farsi dimenticare dal surfista che devo soloconcentrarsi su cosa far fare alla sua tavola. Anche in condizioni difficili, quello che impressiona dellaIce è la leggerezza sulle braccia e la spiccata attitudine ad adattarsi con facilità ad ogni condizione,mantenendosi diretta e reattiva. Che dire?! Gran bella vela wave... con l’unico vero neo di costare un belbotto, ma forse, visto che è disegnata per dare il meglio sia con i moderni alberi SDM che l’RDM ed ad-dotta anche quest’anno il “minimum mast concept” che in teoria permette di armare tutte le metraturecon il 400/19... forse risparmiando su un albero, varrebbe la pena di farsene un set... 4.2, 4.7 e 5.3!

ice 4,7

629 €

rider and test smink - la coudouliere (francia) settembre 010 - photo © silvia

North Sails Ice 4.7 duttile, polivalente, neutrale, veloce,precisa ed efficace nel surf anche incondizioni difficili

prezzo

+

-mis. disp. : 3,4/3,7/4,0/4,2/4,5/4,7/5,0/5,3/5,7/6,2mis. albero : 411 cmmis. boma : 166 cmmast ideale: North Platinum rdm 400/19mast comp.: carbon rdm e sdm 400/19stecche : 5 + 2 mini battens top : fisso

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WAVE SAILS (4,0/ 5,4)

boxer 5,4

667 €

test and rider smink - andora (sv) ottobre ‘010 - photo © panda

Naish Sails Boxer 5,4potenza, partenza in planata,accelerazione, reattività, vivacità insurfata, leggerezza

meno controllo e confort con il vento molto forte, prezzo

+

-mis. disp. : 3,6/4,0/4,4/4,7/5,0/5,4/5,8/6,2mis. albero : 418 cmmis. boma : 175 cmmast ideale: Naish rdm 90 400/19mast comp.: rdm carbon mast 400/19stecche : 4 + 2 mini battenstop : vario

Ve la devo dire tutta?! L’anno scorso, dopo essermi comprato la Boxer 5,8. sono stato tentato a com-prarmi anche le misure più piccole! La leggerezza impressionante della 5.8, la sua attitudine “giocosa”ed il suo look “piratesco” mi avevano quasi convinto, anche perchè seppure la ritenessi una vela potente,un po’ da “orco” per intenderci, l’avevo vista spesso ritratta in foto ed in video, tra le mani di Kai Lenni,che è si un giovane fuoriclasse, ma è anche bello leggerino... se ce la fa uno “scricciolo” come lui a con-trollarla in surfata tra le onde di Maui, un surfista poco sotto gli 80 chili, come me, non dovrebbe averetroppe difficoltà. Nella realtà degli “umani” la Boxer, messa tra le mani di un surfista leggero come ilPanda (più o meno 65 chili con la muta), abituato al “tiro” e alla precisione di una vela come la Session,non riscuoterà invece tutto il successo riscontrato nel mio test della Boxer 5,8 2010. Il perchè è prestodetto... al cospetto di una vela bella potente, le impressioni generate dalla 5,8, utilizzata in un gammadi vento da moderato a forte, ma non fortissimo, non possono che essere super positive: “una vela moltomorbida, relativamente tollerante e super leggera sulle braccia: nelle raffiche più forti si sente tirare sul brac-cio dietro, ma se non si è dei surfisti leggeri o come si suol dire delle “seghe”, è difficile scomporsi e questonon riduce di molto il suo ampissimo range di utilizzo. La sovrainvelatura potrebbe essere l’unica pecca...”Impressioni confermate in pieno anche dalla prova della Boxer 5,4 011 ed ancora più esaltate in manovra e trale onde,dove la vela è ancora più a suo agio della sorellina 2010.Tutte queste doti si “amplificano” finchè il ventosi mantiene medio/forte,quando invece l’uscita diventa veramente impegnativa con il “coltello tra i denti”a causadell’aumentare del vento, viene fuori l’unica pecca di una vela potente, planante, leggera, super reattiva e vi-vace in surfata... la tenuta in condizioni di soprainvelatura estrema.Se con la 5,8 con un po’ di abilità si riuscivaa gestire senza troppa fatica anche il vento da 5,0, con la Boxer 5,4 il range verso il vento forte diminuisce sen-sibilmente. In queste condizioni personalmente sentivo la vela più instabile e faticosa de gestire con il bracciodietro,ma non così tanto da convincermi ad andare a riva a cambiare vela.Sono state le impressioni del Panda,e qui ritorniamo al discorso dei surfisti leggeri, al quale avevo affidato la Boxer 5,4 per scattargli qualche foto,a farmi capire che forse per i leggerini siano molto meglio le Force e sicuramente le Session. In effetti Panda,“sceso” dalla sua Session 4,7 è stato messo in difficoltà dalla potenza e dal relativo tiro della Boxer 5,4, con-fermando le sue doti di “mezza pippa”, ma facendomi anche rendere conto che la Boxer, con il suo shape ultracompatto a quattro stecche può essere la vela wave ideale per surfisti medio/pesanti, dotati di quel pizzico diabilità in più che gli permetta di gestire, con un po’ di esperienza, il tiro della vela in condizioni difficili.Detto ciò non possiamo che riconfermare che l’adozione del Xply più leggero nei pannelli superiori alleggeri-sce sensibilmente questa Boxer 5,4, tutta tramata, ben costruita, ben rinforzata nei punti più soggetti a stresse che nelle sue condizioni ideali, rimane una delle migliori “risposte” possibili per divertirsi tra le onde.

Wind News NOVEMBRE 2010 pag. 37

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WAVE SAILS (4,0/ 5,4)

konda 5,3

512 €

rider and test smink - andora (sv) novembre ‘010 - photo © panda

Challenger Konda 5,3 duttile, polivalente, neutrale, veloce,precisa ed efficace nel surf anche incondizioni difficili

peso a “secco”, carrucola di base

+

-mis. disp. : 3,3/3,7/4,0/4,2/4,5/4,7/5,0/5,3/5,7/6,2mis. albero : 419 cmmis. boma : 175 cmmast ideale: Challenger FSW99 Ultra 400/19mast comp.: carbon rdm 400/19stecche : 5 + 3 mini battens top : vario

Nuovo look più aggressivo, nuove finiture, costruzione bella “spessa”… la Konda 2011 si presenta con tuttigli ingredienti giusti per essere una gran bella vela wave! Il “pensionamento” della sorella Bash ha fatto si cheChallenger affinasse le caratteristiche della Konda, aumentandone tra l’altro la potenza, in modo da poterlapresentarla come unica vela wave della linea 201! Il sail designer Badiali, grazie anche agli input dei vari te-ster, non ultimi quelli povenienti da Tenerife da Valter Scotto, ha sviluppato un nuovo profilo "S Shape" cheha donato alla nuova vela un centro velico stabile in surfata, in manovra e soprattutto nei salti (e qui c’è si-curamente lo zampino del buon Water e dei suoi altissimo salti esitati...).In più la Konda 2011 appare già dalla fase di trimmaggio, molto meno “legata” al discorso del suo albero “de-dicato”, che piace molto ai sail designers, meno a chi si deve comprare anche l’albero per fare rendere al me-glio la vela. Con i suoi soli 419 cm di albero, la Konda 5,3 si arma infatti perfettamente sia sul Naish RDM 90sia sul nostro “fidato” (visto che è sempre lo stesso da tre anni a questa parte...) Reptile Python 400/19. Lavela va cazzata bene di caricabasso, cosa che si ottiene senza troppa fatica e si può giocare con un paio dicentimetri di regolazione di bugna per avere una vela più o meno potente... solo in caso di vento nucleare, senon volete cambiare vela, intervenite sul caricabasso, cazzandolo a morte e ritensionare anche la bugna. Di-ciamo comunque che, a differenza del passato, la regolazione iniziale va benissimo in un ampio range divento.In acqua l’erede della “vecchia” Kalama è apparsa subito a suo agio anche in condizioni “rognose” con laparte alta che lavora bene tanto che difficilmente mi è capitato di dover pensare alla vela. L’ho apprezzatasoprattutto nell’unica uscita dell’ultimo periodo con le onde grosse, ma purtroppo con vento rafficatissimo sottoriva. Mentre al largo avrei planato tranquillamente con una 4,7, sotto riva nella zona dove si formavano le onde,neanche con una 5,8 sarei riuscito ad avere la potenza adeguata... eppure la Konda 5,3, si è ben comportata,dimostrandosi duttile in tutte le circostanze, anche quando scendendo le onde, entravano delle raffiche “as-sassine” strappa braccia. In questa uscita la Konda si è rivelata stabile, leggera sulle braccia in surfata (no-nostante a secco non sia un peso piuma...), neutra al punto giusto, ma senza far mancare mai la spintaadeguata per aggredire le onde e sotto raffica non ha ostentato quella tipica pressione sul braccio posterioredovuta all’arretramento del centro velico. Insomma tutto sommato la promuoverei a pieni voti, anche a livellodi spunto visto che supera agevolmente i buchi di vento, senza far mai mancare la spinta adeguata: non piùquindi una vela wave side, ma una wave universale, a suo agio in tutte le condizioni, anche quelle più on shore.Del look piacevole abbiamo parlato, della costruzione robusta anche, un occhio alla dotazione di serie di buonlivello: ottimo il sistema di tensionamento delle stecche, cossicome l’ampio antibreack di base, funzionale lacarrucola di base in inox anche se la sua posizione troppo vicina alla fettuccia che la unisce alla base dellavela, rende difficoltoso il passaggio dell cimette più spesse.

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WAVE SAILS (4,0/ 5,4)

force 5,3

639 €

test and rider max - andora (sv) novembre ‘010 - photo © smink

Naish Sails Force 5,3leggerezza, potenza, partenza in planata,accelerazione, reattività in surfata,neutra e maneggevole

misure errate, meno adatta ai leggeri

+

-mis. disp. : 3,0/3,4/3,7/4,0/4,2/4,5/4,7/5,0/5,3/5,7/6,2mis. albero : 435 cmmis. boma : 170 cmmast ideale: Naish RDM 90 430/21mast comp.: rdm carbon mast 430/21stecche : 5 + 3 mini battenstop : vario

Wind News DIC/GENNAIO 2011 pag. 39

Naish Force 5.3, la vela del king! Gialla... smink se l’è fatta dare gialla invece che rossa... ma pur sempre la vela disua maestà Naish! Sarò un romantico e sentimentale, forse (ndr. forse?!) sto proprio invecchiando, ma tutte le volteche mi capita tra le mani il giocattolo preferito del mito del windsurf mondiale, provo sempre un’emozione diversa.Già srotolando la vela si capisce che il livello qualitativo dei materiali, la cura nei dettagli, rendono la vela al top dellagamma ed il teschione, l’anno scorso “stampato” solo sulla Boxer, la fa diventare proprio speciale.Dopo anni di test della Session, la vela più amata dai “fighetti” Smink e Panda, finalmente il test di una vela da...uomini! Mi ricordo bene l’espressione del caporedattore, qualche anno fa durante una vacanza a Mui, quando“sceso” da una Force 4,7 ebbe l’opportunità di usare per un paio di orette la Session 4,7 di Michi Schweiger, teammanager Naish, che già gli aveva messo a disposizione due Force nuove di pacca per la vacanza: era tornato a riva,piagnuccolando... “perchè non posso usare anche io la Session?! La Force è “brutale” al confronto...” sembravaun po’ Gilberto, in quel frangente!Nel frattempo il nostro caporedattore ha messo su qualche chilo ed anche lui ha cominciato ad apprezzare le vele“vive”... per questo test mi ha anche fornito l’albero Naish, un Rdm 60% 430/21, con cui la Force si arma moltofacilmente: il profilo è sicuramente bello pieno nella zona inferiore della vela e non cazzando troppo la bugna (il ca-ricabasso si regola con facilità vista la “morbidezza” del suo albero) si ha tra le mani una delle vele wave più po-tenti tra il mercato. Nelle fasi di trimmaggio si evidenzia l’unico neo... ma chi prende le misure in casa Naish?!Sulla vela c’è scritto albero 430 +5 , ma a mio parere siamo tranquillamente sotto i 430 con la vela cazzata a ma-netta. Il boma invece è dato per 170, ma con 170 non cazzate la bugna neanche di 1 mm... vabbè, poco male, alloZio questo si può perdonare! Se le condizioni del vento sono rafficate, visto che ultimamente anche il libeccio-po-nente, si mette a diventare rafficato... vi consiglio di lasciare la bugna meno tirata. Alla prima raffica la vela dàun’accelerazione bella decisa che forse per i meno pesanti e meno abituati spiazza un po’, però dopo lo strattoneiniziale, si ha poi la sensazione di controllo totale con la vela che subito scarica bene e tutta la potenza si trasformain velocità. A mio parere il confort è eccezionale, la vela spinge, spinge molto, ma si riesce a controllare con faci-lità ed il divertimento è assicurato. Devo dire che sono rimasto veramente entusiasta: la vela permette veramentedi partire in planata velocemente, offrendo quella potenza in più che risulta molto utile per passare le schiume insituazioni difficili e saltare anche con poca “rampa di lancio”. In condizioni di soprainvelatura, la gestibilità di que-sta vela per me rimane ottimale, anche se capisco che possa “spaventare” molti surfisti che preferiscono vele piùgraduali nella spinta. Probabilmente in condizioni veramente difficili i più leggeri potrebbero subire un po’ in sur-fata quel surplus di morbidezza ed elasticità della Force 5,3 che la rendono un pelo meno stabile.Concludo dicendo che la Force 5.3 ha tutte le caratteristiche che piacciono a me: spinta iniziale, potenza, controlloed una “abilità” in surfata per i pesanti, neutra e reattiva allo stesso tempo, fuori dal comune.

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WAVE SAILS (4,0/ 5,4)

A poca distanza, a livello temporale, dal test della Super Style 2010 (marzo), vi proponiamo la prova dellanuova vela 2011. Nuova perchè John Skye che dall’anno scorso è impegnato nello sviluppo delle vele waveRRD, ha messo mano sia sulla Wave Vogue MK III, resa più duttile e leggera sulle braccia senza intaccarnela robustezza offerta dalla costruzione realizzato in pannelli di X-Ply e Tri-ply nella finestra, sia sulla SuperStyle MK III (da 3,7 a 6,8) che usufruisce di un nuovo shape che ne accentua l’indirizzo wave on shore nellemisure più piccole.A differenza della Wave Vogue, interamente super tramata, la Super Style mantiene l’ampia finestra inmonofilm, che permette di ridurre il peso soprattutto nelle misure più grandi destinate al freestyle/wave.Era proprio infatti il leggero surplus in fatto di peso e di potenza, l’unico “neo” che avevamo riscontratonel test della Super Style 2010... già a livello di peso vi segnaliamo che la nostra bilancia ha evidenziatoun “risparmio” di tre etti rispetto alla “vecchia” versione che avvicina la vela RRD alle più leggere delmercato. La Super Style 5,3 non sembra però averne risentito in fatto di robustezza, visto che il corpo velacontinua ad essere realizzato in robusto X-Ply, mentre gli altri materiali utilizzati, insieme rinforzi e la curadel particolare, continuano ad essere un suo punto di forza. La Super Style 5,3 si “accompagna”benissimo con quasi tutti gli alberi rdm 400/19 in circolazione, ma necessita di una regolazione attentadel caricabasso per essere sfruttata al meglio.Mi spiego... se volete una vela con caratteristiche “power wave” dovete farla sventare adeguatamente,ma non cazzare a morte il caricabasso (cosa da fare in condizioni di vento molto forte), perchè viritrovereste tra le mani una vela poco potente.In acqua, anche in condizioni particolarmente rognose in fatto di vento, la spinta e l’accelerazione siriconfermano qualità di una vela che si fa apprezzare per la sua duttilità, ma mentre l’entrata in planatae l’accelerazione sono sempre generose, lo spunto è meno evidente rispetto alla versione 2010.Con il caricabasso cazzato a morte persino un peso leggero come il Panda, che l’ha provata in condizioninon proprio facili, non si è trovato in difficoltà ad usare una vela sulla carta più potente della sua amataSession. Queste caratteristiche la rendono una wave/freewave sail particolarmente a proprio agio nellecondizioni on shore, anche con il vento irregolare. Con l’onda trovata nel test, difficile da chiamare talevisto il mezzo metro moscio, la Super Style 5,3 tutto sommato si è ben destreggiata... rimanendo neutrain surfata anche sotto le raffiche più forti, ma evidenziando una piccola mancanza di spunto nei bottom.Utilizzata come bump and jump sail e cioè nell’indegno ciop di... Noli, la Super Style rimane duttile,polivalente, relativamente morbida sulle braccia e tollerante, tanto da poter controllare senza difficoltà lefamose raffiche del nostro “amato” ex home spot. Che dire?! Si riconferma nelle misure piccole una bellavela wave/freewave, forse più duttile nel vento forte ed un po’ meno potente della precendente edizione.

super style 5,3

556 €

rider panda - test smink - andora (sv) novembre ‘010 - photo © smink

RRD SuperStyle 5,3 range di utilizzo, manovrabile,wave/freestyle/freeride oriented,neutra in surfata

Trim accurato, un po’ meno potente della scorsa edizione

+

-mis. disp. : 3,7/4,1/4,5/4,9/5,3/5,8/6,3/6,8mis. albero : 429 cmmis. boma : 173 cmmast ideale: RRD Wave Vogue 400/19 C75 mast comp.: carbon rdm 400/19stecche : 5 + 2 mini battenstop : fixed

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WAVE SAILS (4,0/ 5,4)

Phanter 5,2

581 €

Ezzy Sails Wave Phanter 5,2Potente, reattiva, manovrabile sia in surfata che nei salti, range di utilizzo, performances generali

prezzo

+

-mis. disp. : 2,9/3,3/3,5/3,7/4,0/4,2/4,5/4,7/5,0/5,2/5,5/5,8/6,0/6,3/6,9mis. albero : 427 cmmis. boma : 169/174 cmmast ideale: Ezzy 415 (top 430/bottom 400)mast comp.: carbon rdm 430/21 - 400/19stecche : 5 + 3 mini battens top : vario

rider and test max - diano marina (im) gennaio 011 - photo © smink

Le vele Ezzy sono sempre state sinonimo di qualità, robustezza e durabilità. Possono anche non piacere este-ticamente, hanno un profilo che tutto sommato non è molto cambiato negli anni, ma in fatto di qualità e pre-stazioni hanno sempre occupato i piani alti della gamma delle vele wave.Come avrete visto in qualche foto di report su Wind News Web, fino all’anno scorso ho sempre usato una Ezzywave 5.2 del 98! La vela lasciatami in eredità dal mio buon amico Andrea, in arte “marble head”, testa dimarmo per dirla all’italiana, perché duro come lui nelle onde... ne ho visti pochi e se le attrezzature erano aprova di testa di marmo, allora erano veramente al top! Ditemi voi quale vela wave vi è durata 12 anni?! Eovviamente non parlo di quelle che avete lasciato in cantina!Detto questo, dal momento che le Ezzy fanno parte della mia storia windsurfistica, ero proprio curioso di pro-vare in acqua il nuovo gioiellino “panterizzato”. Appena srotolata, si vede subito che si è di fronte ad un pro-dotto che è frutto di anni e anni di esperienza, dove ogni dettaglio è stato curato e migliorato nel tempo e dovela qualità dei materiali non è stata certamente risparmiata. La vela è un concentrato di tecnica e qualità e trale chicche segnalo l’anti break alla base con triplo velcro di chiusura che permette una protezione totale del-l’albero, quindi della tavola e dal piede d’albero, schema incorporato (in tessuto, dentro il para albero!) delcorretto passaggio delle scotte di caricabasso, utile per i più tanardi come me, che tutte le volte si confon-dono con i vari tipi di carrucole, doppia fettuccia in dotazione (una corta e una lunga) per rendere la vela variotop o lasciarla con la regolazione solo da caricabasso... come i pro! Per finire, ma sicuramente più importante,il materiale che parte da sopra la finestra, il Tri -Lite che sommato al Techonora Warp Scrim in balumina rendela vela leggera nonostante tutta una serie di rinforzi che sono caratteristici del marchio.Armarla è un gioco da ragazzi, anche se la casa consiglierebbe per questa metratura di usare un mix di al-beri Ezzy, top del 430/21 e bottom del 400/19 in modo da ottenere un albero lungo 415 cm + 12 cm di pro-lunga. Io l’ho armata più semplicemente con il mio fido Reptile Cobra 430/21 che si inserisce molto facilmentee, grazie al sistema visivo tra le ultime due stecche per vedere la corretta tensione di caricabasso, è sempli-cissimo trovare la giusta regolazione in funzione delle solite tre condizioni di vento (mollo, giusto e forte). Ilboma a questo punto si regola, a seconda del vento, con una misura tra 169 e 174 cm ed il gioco è fatto. Laprova in acqua mi ha confermato tutto quello di positivo che si poteva immaginare da terra: vela potente, sta-bile, leggera... semplicemente perfetta. Vi devo stare a dire come surfa una tra le “regine” delle vele wave?!La foto di Graham Ezzy in back loop senza mani è la giusta immagine riassuntiva di quello che rappresentaquesta vela: 100 % controllo! Che cosa volete di più?! La solita gran vela wave, duttile, ma reattiva al puntogiusto. Nelle tre uscite in cui mi ha accompagnato (una con il ciop e vento nucleare, le altre due con onda pic-cola e vento loffio e rafficato), non ho riscontrato nessun difetto evidente... ma non ho chiesto il prezzo però!

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WAVE SAILS (4,0/ 5,4)

transwave 5,3

389 €

test and rider smink - noli (sv) gennaio ‘011 - photo © panda

Gun Sails Transwave 5,3Duttile, potente, gran feeling, agile edefficace, veloce, manovrabile, prezzo

leggermemte meno confort con il vento molto forte

+

-mis. disp. : 3,7/4,0/4,2/4,5/4,7/5,0/5,3/5,7/6,1mis. albero : 432 cmmis. boma : 178 cmmast ideale: Expert Wave / Select RDM 430/21mast comp.: rdm carbon mast 430/21stecche : 5 + 2 mini battenstop : vario

La Transwave, è sempre stata sin dal suo arrivo sulla scena un paio di anni fa, la vela wave più bilan-ciata e più duttile della gamma Gun Sails, la giusta alternativa, per condizioni europee, da affiancare allawave radicale Steel! Utilizzabile con soddisfazione, indifferentemente tra le onde o in condizione ro-gnose di vento rafficato, quest’anno la Transwave ha aggiunto qualcosa... un gran feeling.La Transwave 5,3 2011, sin dalle fasi del trimmaggio risulta meno rigida delle due già convincenti edi-zioni precedenti, le cui prove potete andare a rileggere sul nostro sito (www.windnews.it), cliccandonella sezione Test. La casa tedesca segnala i suoi alberi Expert Wave o Select RDM 430 come abbina-mento ideale, ma con il mio fido e direi anche ormai valoroso, visto il numero di uscite che ha sullaschiena, Reptile Pythpm 430/21, le operazioni di trim sono velocissime e la giusta tensione di carica-basso si ottiene con estrema facilità. La vela, che nelle prime foto che avevo intravisto non mi era pia-ciuta troppo per gli abbinamenti di colore, dal vero è meno “teutonica” come look e appare, a secco,veramente ben realizzata: le finizioni sono anche quest’anno di prim’ordine e la costruzione 75 % X-Plyrinforzata nelle zone più soggette a stress, fa si che, come gli anni passati, questa Gun sia un esempiodi longevità... se fate un caso alle vele in giro per i vari spot, dopo uno o più anni di uso, le Steel e le TWsembrano infatti, quasi nuove. Tra l’altro il peso maggiore a “secco” rispetto ad altre vele, dovuto allacostruzione” robusta”, in acqua si fa sentire ancora meno del solito.Il lavoro del sail designer Morlotti che a secco, si lascia intuire dal fatto che la vela appaia meno rigidadella TW 2010, in acqua si “sente” maggiormente... la vela è potente, ma senza intaccare il buon con-trollo emerso nelle prove degli anni scorsi. A questa caratteristica corrisponde una più immediata par-tenza di planata, mentre in navigazione il confort rimane un punto di forza. Il feelling, come dicevo prima,è immediato: la vela è più morbida, ma rimane diretta nella sua risposta. Soprattutto in surfata risultanoevidenti queste doti: la Transwave passa da una reattività e da una potenza adeguata per impostare ibottoms in piena velocità ad una neutralità evidente, che permette di concentrarsi esclusivamente sucosa si vuol fare con la tavola. Stabile e manovrabile... sembrano sempre le stesse cose, ma la TW 5,3rende bene l’idea di questo binomio, tanto più al cospetto di una vela in grado di erogare una spinta ge-nerosa, che permette di raggiungere, con facilità, delle ottime velocità di punta e, in un utilizzo tra le onde,di aver lo spunto giusto per porter saltare sotto riva.C’è un retro della medaglia, in questo quadro?! Sinceramente non riesco a trovarlo... forse un po’ di tirosul braccio dietro con il ventone, ma tutte le uscite che ho fatto con la Transwave 5,3 hanno confermatole sensazioni, super positive, di questo test. Mai come quest’anno, risulta una delle vele wave che piùci sono piaciute tra quelle fino a qui provate... con un prezzo che la rende sicuramente la migliore!

Wind News FEB/MARZO ‘011 pag. 51

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WAVE SAILS (4,0/ 5,4)

Steel 4,2

369 €

Gun Sails Steel 4,2Qualita/prezzo imbattibile, agile ed efficace in surfata, manovrabile,feeling morbido, costruzione

poco o niente da segnalare

+

-mis. disp. : 3,3/3,5/3,7/4,0/4,2/4,5/4,7/5,0/5,3/5,7mis. albero : 394 cmmis. boma : 154 cmmast ideale: Expert wave/Select rdm 370/17mast comp.: carbon rdm e sdm 370/17stecche : 5 + 2 mini battens top : vario

rider and test smink - carrò (francia) marzo 011 - photo © silvia

Dopo la Transwave 5,3, di cui avete trovato il test sullo scorso numero, è la volta della “wave machine” 2011di Gun Sails. Questo mese andiamo di Steel, quasi un hard core wave... viste le condizioni in cui l’abbiamoprovata, tra Sal e Carrò. Abbiamo scelta la misura 4,2 perchè è quella che abbiamo più sfruttato e perchè leSteel 4,7/5,3, provate a Cabo Verde, lo scorso gennaio, erano le vele personali di Josh ed erano probabilmentedei prototipi realizzati proprio per lui. Meglio aspettare e provare la vela di serie, tanto più che anche questaha confermato le buone impressioni, derivate dalle uscite caboverdiane. In effetti la Steel 2011, non ha su-bito a livello di shape dei profondi rivoluzionamenti rispetto alla vela 2010, a parte il look, secondo me azzec-cato (molto più bello dal vivo in acqua che non nelle foto del catalogo), ma è stata rivista in quel paio di puntiche potevano essere ancora migliorati. Il primo riguardava il feeling di questa vela che poteva apparire un po’“rigidello” rispetto ad altre vele wave come ad esempio la Session di Naish o la Ice di North... beh, questa Steel4,2 011 ora è più “morbida” rispetto l’anno scorso. Lo si vede immediatamente già mentre la si arma, con ilReptile Python 100 370/17: non c’è bisogno di troppa tensione di caricabasso per trovare il trim ottimale inun attimo ed in acqua la sensazione è di una vela leggera sulle braccia e morbida anche in condizioni parti-colarmente rognose. Ah dimenticavo... ricordatevi di fare un “nodo” alla cima del vario top, una volta trovatala regolazione ottimale, se no al primo atterraggio brusco, tende a scivolare..Il secondo punto migliorato è la duttilità: la Steel ed ancora prima la Hammer, mancavano di un pelo di nervonelle condizioni imperfette... tanto per capirci, ottime vele wave in condizioni ottimali di vento, con qualchelimite nel vento rafficato. Beh anche in questo caso, cosa molto più avvertibile sulla 4,2 che non sulle metra-ture “assaggiate” a Sal, la Steel è migliorata molto. Non è certo la vela wave più potente in circolazione, nonaspettatevi che so il comportamento di una Force, ma ora si destreggia soddisfacentemente anche tra i buchidi vento più insidiosi e fornisce una potenza adeguata per affrontare tutte le situazione. Non sarà polivalentecome la Transwave, per rimanere in casa Gun Sails, ma quest’anno ci si avvicina molto. In più però eccellein surfata, frangente in cui sembra più leggera sulla braccia... cosa importante per una vela che appare mor-bida e confortevole, e allo stesso tempo neutra e manovrabile. Che dire di altro di una vela wave che già ciera piaciuta molto gli scorsi anni?! Che la qualità/prezzo rimane imbattibile, che la costruzione 100% tramatapreverva la vela dai macinamenti più cattivi e l’adozione di diversi tipi di tramato, più largo ad esempio nellazona dela finestra, permette una buona visibilità abbinata a robustezza. Potremmo ancora dire che rinforzi ecura del particolare a cominciare dalla protezione d’albero alle carrucole, dallo Sleeve Guard al Fred, ecc. èal livello delle migliori vele in commercio e che la Steel è stata realizzata per poter essere montata sia su al-beri rdm che sdm, ma che, e questo è un mio consiglio personale, con quel che risparmiate sul costo dellavela, munitela di un bell’albero rdm della rigidità giusta... l’albero è l’anima della vela e non ve ne pentirete!

Page 10: Test Vele 2011

FREEWAVE SAILS (5,3/ 6,7)

Session 6,1

708 €

rider and test smink - noli (sv) marzo 011 - photo © panda

Naish Session 6,1

mis. disp. : 3,7/4,0/4,2/4,5/4,7/5,0/5,3/5,7/6,1/6,7mis. albero : 452 cmmis. boma : 183 cmmast ideale: Naish RDM 90 430/21mast comp.: rdm carbon mast 430/21stecche : 5 + 3 mini battenstop : fisso

Di nuovo la Session in test?! E qui vi “frego”, questa è una vera novità 2011 in quanto la Session que-st’anno aggiunge due misure grandi, 6,1 e 6,7, e manda in “pensione” la linea All Terrain del 2010.Giusto per non perdere troppo tempo a cercare nuove parole “diverse” per dire sempre le stesse cosequando si parla della Session, anche perchè vi anticipo già che questa 6,1 conferma tutto quando dibuono si può dire di questa vela, soffermiamoci un attimo sul lavoro di “ridimensionamento” delle lineefatte quest’anno da Naish. Lavoro intelligente, in un momento in cui il “vecchio” windsurf non gode dellamigliore della salute. A parte il discorso delle vele dai bambini, che passano da tre a due, le nove vele2010 di casa Naish sono ora raggruppate in solo sei linee principali. Molte vele escono di scene sosti-tuite da new entry o inglobate nelle linee esistenti. Global Freeride e Sprint, vele no cam, sono state so-stituite ad esempio dalla nuova Rally che vanta undici misure fino alla 7,9, le camberate Boxer SL, GrandPrix e Stealth sono state raggruppate in due sole, nuove linee, Indy, 2 cam slalom e Grand Prix Ltd 3 camSlalom e, per arrivare a noi, la All Terrain, una tutto fare freewave è stata “mangiata” da una “maggio-rata” Session! Una delle migliori vele wave per leggeri, diventa un’allround wave nelle misure più grandi.Un lavoro non facilissimo quello di non snaturare le doti della Session, leggerezza, feeling morbido, pre-cisione in surfata in misure veramente “grandi” per il wave come 6,1 e 6,7.Nel caso della 6,1 l’obiettivo è stato raggiunto, perchè la vela sin dal primo bordo, regala lo stesso fee-ling delle misure piccole abbinata ad un tiro sensibilmente più generoso che non sfocia però nei pro-blemi di gestibilità delle vele power wave utilizzate in condizioni di vento forte.Il profilo della Session infatti non si sposta e la vela rimane confortevole da condurre in condizioni benventilate. Quello che si apprezza maggiormente è proprio il bilanciamento azzeccato di questa vela siache la si usi con una bava di vento termico, sia al cospetto delle forti raffiche di tramontana.In sintesi una vela che pur diventando più duttile, rimane ben orientata al wave. Il rapporto potenza/ma-novrabilità è infatti uno dei suoi punti di forza, non soltanto per i leggeri, ma anche per surfisti di pesomedio. E in surfata la Session 6,1 continua a farsi apprezzare per la sua leggerezza e la sua neutralità.Riassumo il tutto... una vela leggera, manovrabile, relativamente potente e nervosa che può rivelarsi lacompagna giusta per regalare soddisfazioni tra le onde come sull’acqua piatta o il ciop come bump andjump sail. La costruzione Ultralight Surf, valida e robusta grazie ai nuovi materiali già apprezzati nei testdella Boxer 2010 e della Force 2011, anche se il tramato della finestra sembra un po’ largo per una 6,1da “brutalizzare” tra le onde, esalta la leggerezza della Session... e gli unici dubbi sono legati al prezzo,veramente salato.

Wind News FEB/MARZO ‘011 pag. 51

Leggera, manovrabile, neutrale, nervosa,comportamento in wave e bump & jump

prezzo

+

-

Page 11: Test Vele 2011

FREEWAVE SAILS (5,3/ 6,7)

FreeG 6,3

575 €

Challenger FreeG 6,3Potenza, partenza in planata,manovrabilità, vivacità,comportamento con il vento ideale

trim molto accurato, “fisica” con il vento forte

+

-mis. disp. : 3,7/4,2/4,7/5,0/5,3/5,7/6,3mis. albero : 452 cmmis. boma : 181 cmmast ideale: Challenger FSW99/FSW99 Ultra 430/21mast comp.: carbon rdm 430/21 stecche : 4 + 3 mini battens top : fixed

rider and test smink - diano marina(sv) febbraio 011 - photo © panda

Lo storico nome FREE-G era tornato alla ribalta nella linea Challenger 2010 con un'idea ed un feeling total-mente innovativo. L’idea sviluppata da Federico Radicioni in Australia e da Valter Scotto alle Canarie, eraquella di realizzare con la FreeG, una vela compatta nelle dimensioni, leggera, potente, reattiva e manegge-vole. Lo scorso anno l’avevamo già provata nella misura 5,2 e quest’anno abbiamo voluto rimetterla allaprova nella misura più grande disponibile e cioè proprio questa 6,3.Rispetto allo scorso anno infatti sono cambiate un po’ di cose all’interno di questa linea: la nuova Free G hainfatti uno shape a quattro stecche in tutte le misure e non più cinque come nel caso della 6,2 e 6,7 della serie2010. Le nuove 5,7 e 6,3 risultano inoltre più potenti, leggere (di quasi un chilo) del modello precedente.La ricerca della massima leggerezza, soprattutto in queste due misure più grandi, è stata ottenuto cercandodi non intaccare la qualità e durabilità della vela, che appare comunque bella robusta.Il nuovo look, piacevole e disponibile in tonalità rosso o giallo, lascia trasparire lo sviluppo di origine austra-liana, visto che il disegno proposto sulla vela è ispirato da un boomerang appartenuto agli antichi aborigeni.A livello di trim è una vela che necessita quasi obbligatoriamente un albero rdm di buon livello, in questocaso 430/21. Vi dico questo perchè abbiamo provato l’abbinamento anche con un albero sdm 430/21, ma allaprova dei fatti, si snaturano molto le qualità della vela, che perde persino in potenza.La FreeG 6,3 necessita, per rendere al meglio di un trim molto accurato a seconda delle condizioni di ventoin cui si esce: deve essere sempre cazzata di caricabasso in modo che la parte alta della vela sventi bene,ma all’aumentare del vento bisogna intervenire ulteriormente sulla tensione del caricabasso facendola sven-tare anche tra la seconda e la terza stecca. Occhio alla carrucola del caricabasso, funzionale, ma la sua po-sizione troppo vicina alla fettuccia che la unisce alla base della vela, rende difficoltoso il passaggio dell cimettepiù spesse. La bugna va sempre cazzata, per far si che la stecca che incrocia non appoggi sul boma: è moltoimportante che la tensione di bugna non venga lasciata lenta perchè la vela lavorerebbe male.Con il giusto trim, la vela è divertente, super manovrabile, potente e reattiva, anche se il particolare taglio dellabase fa perdere in velocità un poco dell’ottimo spunto iniziale. La partenza in planata è però migliorata rispettoal modello del 2010 e se il vento è quello giusto, la FreeG 6,3 sfodera le sue armi migliori: leggera sulle brac-cia ed intuitiva in manovra, reattiva, persino precisa in surfata, dove appare sempre neutra.Essendo però alla fine una vela indirizzata al freestyle/wave, soprattutto in questa misura, il rovescio della me-daglia è rappresentato dal vento molto forte, frangente in cui la vela diventa più instabile facendosi sentiresul braccio dietro e limitando il confort.Una buona vela freestyle/wave, che fa di manovrabilità, potenza e leggerezza i suoi punti di forza, ma che ne-cessita di un trim molto accurato per essere sfruttata al top.

Page 12: Test Vele 2011

FREERIDE SAILS (5,5/ 8,0)

escape 6,5

379 €

Gun Sails Escape 6,5Qualita/prezzo, costruzione robusta,confort e stabilità di profilo,accessibilità, prestazioni “oneste”

spunto ai bassi regimi, tasca stretta

+

-mis. disp. : 6,0/6,5/7,0/7,5/8,0/8,6mis. albero : 465 cmmis. boma : 197 cmmast ideale: Gun Expert/Select 460/25mast comp.: sdm carbon mast 460/25stecche : 6 + 2 camberstop : fisso

rider and test cassik - stintino (sardegna) - aprile 011 - photo © silvia

Se scegliessimo i nostri motori solo basandoci sul rapporto qualità/prezzo troveremmo nei nostri spottante più Gun di quelle che invece troviamo. E non è un caso se invece tedeschi e francesi, notoriamentemeno schizzinosi, le preferiscono spesso a nomi più blasonati.Personalmente ho usato le Gun Sails dal 2001 al 2006, ma da quell'anno non mi era più capitato diusarne una. Lo stage Freerace Slowriders in Sardegna di Marzo si è rivelato un'ottima occasione perriprovare, "rubandone" una ai test del nostro capo redattore e portando a casa un bella prova di que-sta interessante freeride camberata che comunque non disdegna l'accostamento alle tavole slalom. Ilvelaio Renato Morlotti inserisce la linea Escape tra le freeride. Non c'è dubbio che sia così, visto che lavera vela FreeRace è la Cannonbal, che ha anche una tasca d'albero un po' più larga, oltre ad un cam-ber e una stecca in più. Però i due camber e la misura "piccola" (in fatto di vele per lo slalom) rendonola Escape, a mio parere, un'ottima scelta almeno per le regate amatoriali come Free12 in abbinamentoad una vela più grande slalom o freerace, oltre che per tutte le uscite in cui si vuole rivaleggiare congli amici in acqua e si vuole un po' di controllo e potenza in più di una freeride no-cam.Il profilo a 6 stecche e i camber non la rendono troppo pesante: non è un super fuscello in termini as-soluti, ma questo è anche dovuto alla presenza di tanti rinforzi e, cosa da non sottovalutare, da un mo-nofilm molto più spesso di altre marche più blasonate. Se da una parte quindi ci portiamo circa 300grammi in più di vela (che comunque in acqua non si sentono... con questa vela non ci sono partico-lari problemi a partire dall'acqua), dall'altra ci troviamo una vela che non si riempirà di piccole pie-ghette sul monofilm come avviene su altre vele, già ai primi utilizzi. La sensazione è infatti che ilmateriale sia molto resistente e negli utilizzi che ne ho fatto fino ad oggi il monofilm ha conservato lasua piena integrità, tanto da sembrare sempre nuova. Armarla è molto semplice: si infila l'albero sopraai camber, si cazza di caricabasso fino a 7-8 cm e poi tutto di bugna (dove troviamo 2 occhielli per unassetto freeride o freerace). A questo punto i camber entrano nella loro sede con una leggera pressione.Cazziamo per bene il caricabasso, facendoci aiutare da "Fred", il disegnino in penna che ci permettedi trovare la tensione giusta, regoliamo la bugna e siamo pronti per entrare in acqua. Per disarmare sitraffica un po' di più perchè la tasca d'albero è veramente piccola e non ci sono le cerniere che per-mettono un accesso comodo al camber per farlo uscire dall'albero. Comunque mollando pian piano ilcaricabasso ad un certo punto si riesce. Le sensazioni in acqua sono state ottime ed in accoppiata aduno slalom ha mostrato un carattere più sportivo e corsaiolo di quanto pensassi dai deplaint pubblici-tari GUN. L’Escape, pur rivelandosi stabile e confortevole e quindi facile da condurre, è in grado di ero-gare un discreto spunto di potenza soprattutto se il vento non è proprio leggerissimo, spunto che la faaccelerare senza indugi e raggiungere buone prestazione verticistiche. Non è probabilmente il massimodella reattività e magari non soddisferà chi apprezza vele più nervose e fisiche, ma regala una buonamanovrabilità in strambata e rimane, tutto sommato, un’ottima soluzione per freerider avanzati: facile,ma con performance di tutto rispetto e con il fattore prezzo che da solo fa aggiungere tanti punti.

Page 13: Test Vele 2011

FREERACE SAILS (6,5/ 8,5)

cannonball 8,0

459 €rider and test smink - fornaci (sv) aprile 011 - photo © max

Gun Sails Cannonball 8,0

mis. disp. : 6,0/6,5/7,0/7,5/8,0/8,6/9,6mis. albero : 486 cmmis. boma : 222 cmmast ideale: Gun Expert/Select 460mast comp.: sdm carbon mast 460/25stecche : 7 + 3 cambertop : fisso

Questo test nasce dalla nostra “esperienza” maturata negli ultimi tre anni di test di vele “grandicelle” della Gun Sails.Negli anni passati, abbiamo infatti provato due edizione della Cannonball, sempre nella misura 7,5, ed una MegaXS 8,1. Quest’anno, al momento di decidere che metrature testare, con un occhio alle misure sul catalogo e conun orecchio alle indiscrezione, di chi aveva già avuto la possibilità di provarle ad inizio anno a Tarifa, ho optato perla Cannoball 8,0 e per la “sorella” slalomara Mega XS 7,9 2011. L’occhio al catalogo perchè volevo provare dellevele relativamente grandi senza dover utilizzare boma giganteschi ed alberi più lunghi dei due 460/25 in nostropossesso; l’orecchio alle indiscrezioni perchè si parlava un gran bene della Cannonball 8,0 in grado di rivaleggiarecon il vento medio/leggero con la più blasonata sorella da slalom. La Cannonball 8,0 2011 ha subito notevoli cam-biamenti rispetto allo scorso anno, attingendo molto dalla vela slalom Mega XS. Tanto per cominciare la vela ha unnuovo giro d’albero, leggermente più largo, è decisamente più compatta, caratteristica che ha permesso una ridu-zione della misura dell’albero, mediamente di 15/20 cm senza andare ad incrementare la misura del boma.Il nuovo shape ha permesso alla 8,0 di quest’anno di passare da 502 cm di albero dell’edizione 2010 a 486 cm,mantenendo i 222 cm di boma... fatti due calcoli l’ideale per essere montata con il “suo” sdm dedicato Gun EspertC70 e con il mio boma Dynafiber Mono Alu 200/250 (boma che sostituisce dallo scorso anno i boma Side One alu...)che anche con 20/22 cm di escursione, continua a sorprendermi, confermandosi più rigido del mio vecchio carbonboom 170/230. Sempre dotata di tre camber la vela conferma la sua facilità di trimmaggio accentuata dal fatto chela tasca ora dispone in prossimità dei camber, di tre tasche con cerniera che rendono più facile l’inserimento deglistessi... tra l’altro il caricabasso necessità meno tensione per raggiungere la regolazione ottimale.Immediatamente a suo agio in condizioni di vento leggero, la Cannonball 8,0 garantisce un gran spunto ai bassi re-gimi che le permette di partire in planata immediatamente e di passare, grazie alla spinta generosa, qualsiasi bucodi vento senza perdere la planata. La vela pur eccellendo in spunto e potenza rimane leggera sulle braccia e dut-tile come la 7,5 dello scorso anno: basta appoggiare la base della vela sulla coperta della tavola ed assettarsi perraggiungere velocità da slalom. In questo frangente e nei lasconi più veloci si apprezza il controllo con cui la velasi lascia condurre a pieno regime. Lo spirito Freerace della Cannonball viene fuori, quando si comincia ad impostarequalche bolina, dove la vela garantisce un angolo di risalita notevole. Spunto in planata, accellerazione e velocitàelevate, una duttilità che le permette di essere spremuta al massimo facilmente da chiunque, manovrabilità inva-riata rispetto alla 7,5 dello scorso anno, una rotazione dei camber soffice, che la rende semplice da far strambaree virare... insomma il motore ideale per togliersi delle gran soddisfazioni con il vento medio/leggero.Con il vento più sostenuto, la gestione rimane “a portata di freerider”, ma la vela comincia a farsi sentire sul brac-cio dietro... niente di che, ma essendo una 8,0, sotto le raffiche più forti, risulta un po’ più ingombrante.Forse sta proprio qui la differenza con la sorella Mega XS 7,9, che in condizioni di vento medio leggero, subisce no-tevolmente la Cannonball, salvo rivelarsi più confortevole e performante con il ventone... ma tra le due, da buon free-rider, freeracer o amatore che dir si voglia... scelgo ad occhi chiusi la Cannoball 8,0 e lascio la Mega XS 7.9 a chivuol fare le regate e deve usare un velone anche quando si uscirebbe tranquillamente con vento da 6,0/6,5.In sintesi... una gran vela, migliorata ulteriormente rispetto alle edizioni passate, proposta ad un prezzo... shock peruna 8,0 camberata.

Partenza in planata, spunto, prestazionicon i venti medio/leggeri e/o rafficati,super rapporto qualità/prezzo

“fisica” con il ventone

+

-

Wind News MAGGIO 2011 pag. 49

Page 14: Test Vele 2011

FREESLALOOM SAILS (5,5/ 8,0)

indy 7,0

732 €

Naish Sails Indy 7,0Leggerezza, accessibilità, semplicitàdi trimming, partenza in planata, spuntoai bassi regimi, manovrabilità

meno performances con il ventone, prezzo

+

-mis. disp. : 5,8/6,4/7,0/7,6/8,2mis. albero : 458 cmmis. boma : 195 cmmast ideale: Naish sails Rdm 90 430/21mast comp.: rdm/sdm carbon mast 430/21stecche : 6 + 2 camberstop : fisso

rider maurizio - test smink - vado (sv) maggio 011 - photo © smink

Per la stagione 2011 la gamma freeride/slalom si “contiene” in tre sole linee: Gran Prix Ltd (3 cam slalom), Indy(2 cam slalom) e Rally (pura freeride). Delle varie All Terrain, Global Freeride, Sprint, Boxer SL e Stealth non c’èpiù traccia nel catalogo di quest’anno... solo la Grand Prix riesce a scampare a questa epurazione. Tutto som-mato però se la semplicità rimane anche per noi un cavallo di battaglia, non possiamo che approvare questascelta, forse solo un po’ troppo radicale nella totale mancanza di una vela da regata o da Formula. Se analiz-zate bene però il mercato di questo tipo di attrezzature così limitato, non solo a livello italiano, possiamo capirele motivazioni del caro vecchio zio Robby.La nuova Indy prende così l’eredità della Sprint e soprattutto della Boxer SL dello scorso anno: dalla primaadotta versatilità e duttilità, dalla seconda la potenza e la stabilità di un profilo sorretto da due cambers. Profiloche se lo guardate bene, fa della compattezza, il suo biglietto da visita... sulla carta solo 458 cm di albero e 198cm di boma per la 7,0, in pratica anche qualche cm in meno di quello dichiarato sia di albero che di bugna. Altracaratteristica interessante di questa nuova vela, è il fatto che nelle misure dalla 5,8 alla 7,0, si possa montaree sfruttare pienamente, sia con alberi sdm che rdm 430/21, senza pagare nessun tipo di scotto, il che la rendeappetibile a tutti quei surfisti che hanno come albero più grande appunto il 430 e sono alla ricerca di un mo-tore per le brezze estive. L’unica accortezza è quella di adottare dei carbon mast decenti, o per lo meno mor-bidi come l’albero di serie consigliato, Naish RDM 90 430/21. Questo per una volta non è un appunto alla veleria,ricordate come siamo contrari al discorso alberi “dedicati”, ma dalla constatazione che c’è... albero ed albero! Abbiamo montato la Indy con i seguenti mast: 430/21 Reptile Python (carbon 100), il suo albero Naish RDM (car-bon 90), l’sdm Gun Expert (carbon 70) e non abbiamo avuto nessun tipo di problema... la vela, una volta facil-mente trimmata, si presentava con il suo bel profilo profondo e la parte alta sventata come si deve. L’abbiamopoi montata, per puro caso, grazie all’ordine e all’organizzazione (!) del vostro caporedattore di fiducia, con unalbero sdm di recente produzione, reperito presso il circolo Nautico di Vado... senza fare “pubblicità” negativaalla marca, una volta trimmata, la vela appariva “strana” e lavorava veramente male forse perchè il mast erarigido come... un pale della luce.Con gli alberi giusti, in acqua la Indy si rivela una goduria: per essere una 7,0 è veramente leggera, grazie aimateriali Ultra Light Slalom con cui è costruita, ed adattissima ai surfisti medio/leggeri.Nonostante le dimensioni ridotte del boma, la bella “pancia” della base della vela, permette a chiunque di par-tire a razzo, due pompate e via, la Indy accelera, anche con il vento deboluccio e passa, senza incertezze, ognibuco di vento. I cambers lavorano bene e lo spunto permette di avere un’accellerazione veramente notevole,che sommata al confort di guida fa di questa vela una vera chicca per tutti i freerider avanzati che vogliono fareil salto di qualità... verso lo slalom amatoriale. All’aumentare del vento, la Indy, non diventa, troppo “fisica” daportare sotto le raffiche più forti, ma perde qualcosina in prestazioni top speed. Aggiungeteci però una mano-vrabilità eccellente in strambata, esaltata dalla leggerezza di una vela, che ha un solo punto debole... il prezzo.

Page 15: Test Vele 2011

SLALOM SAILS (6,5/ 9,5)

mega xs 7,9

569 €rider maurizio - test smink - fornaci (sv) maggio 011 - photo © max

Gun Sails Mega XS 7.9

mis. disp. : 5,0/5,6/6,3/7,1/7,9/8,7/9,5mis. albero : 481 cmmis. boma : 215 cmmast ideale: Gun Select 460/25mast comp.: sdm carbon mast 460/25stecche : 8 + 4 cambertop : fisso

Mega XS e Mega XR sono le vele più performanti in fatto di slalom e Formula della Gun Sails... sono anche le piùcostose, se così si può dire per i prodotti di una veleria che ha fatto del rapporto qualità/prezzo uno dei suo cavallidi battaglia. Se guardate il listino però, tra una Cannoball 8,0 (459 euro al pubblico) e una Mega XS 7,9 (569 euro)ci sono più di cento euro di differenza e un po’ di peso in più a sfavore della vela da slalom. In pratica, avendo avutola possibilità di fare una quindicina di uscite con le due vele, scambiandoci via, via, le stesse tavole da slalom sottoi piedi, abbiamo realizzato una sorta di test comparativo... so già che all’amico Morlotti, sail designer Gun, non pia-cerà molto, visto il diverso indirizzo delle vele, ma amen.In effetti appena srotolata, la Mega XS 7,9 si rivela imponente: la sua tascona d’albero, larga in maniera impres-sionante (... agli occhi di un freerider naturalmente), la cerniera che chiude l’inserto di neoprene che sigilla la “fe-ritoia” del boma per rendere il profilo della vela più pulito possibile, i quattro cambers, le otto stecche di cui cinquedotate di tubolare... tutto deporrebbe, sulla carta, ad una scarsa semplicità di trim e di utilizzo. In pratica invece nonè che le operazioni di trimmaggio siano così differenti dalla mia “preferita” Cannonball 8,0... certo c’è un camberin più da inserire e bisogna “picchiarsi” maggiormente per posizionare il boma, ma tutto sommato con un po’ dipratica il tempo di trimmaggio è pressoché lo stesso, tenuto conto che anche questa vela adotta il 460/25 comealbero ideale. Il caricabasso necessita di una tensione, tutto sommato, umana e in breve la Mega XS 7,9 è prontaad andare in acqua. Il profilo è simile a quello della sorella freerace, ma si vede subito che la vela da slalom ha unprofilo più “piatto” nella parte bassa e all’altezza del boma.Bisogna ricordarsi quando si provano vele da regata, che sono appunto... motori da gara e come tali sono sono datrattare. Traduco... se ve ne stati inermi ad aspettare di partire in planata con il vento leggero come potreste farecon la Cannoball 8,0, con la Mega XS 7,9 andrete... al pascolo. Bisogna essere attivi, quasi aggressivi... pomparee partire volgendo la tavola al lasco, lo spunto della Mega XS ai bassi regimi è inferiore alla sorella freerace, anchese una volta partiti e trovata la posizione ottimale, si cominca a ragionare. Anche in andatura con i venti termici bi-sogna essere un po’ più attivi e pronti a supportare la vela, con qualche pompatina, nei buchi di vento. Il quadronon del tutto idilliaco cambia quando si affrontano venti un po’ più seri, venti per cui questa vela è stata realizzata...negli slalom gli atleti utilizzano queste metrature, quando i comuni mortali userebbero, come minino, due metri divela in meno. Con i venti medio/forti, le incertezze da light wind della Mega XS scompaiono: quando la Cannonball8,0 comincia a dare segno di “fatica”, quando diventa fisica da portare, il tiro sul braccio dietro evidente ed il con-fort in navigazione comincia a diminuire, la Mega XS 7,9 tira fuori gli artigli. La conduzione diventa addirittura piùfacile, perchè la vela rimane confortevole da portare... una volta assettati non vi smuove nulla, la vela sta ferma sullatavola e lavora solo la parte alta che sventa a dovere. Se la Maga XS pagava pegno con i termici un po’ in tutte leandature dalla sorella Cannonball, è ora quest’ultima a subire su tutto il fronte.La scelta è ora nelle vostre mani... al di là dei 100 euro di differenza a sfavore della Mega XS, dato che il compor-tamento in strambata tra le due vele è pressoché simile, dovete scegliere in base alle condizioni in cui pensate disfruttare al massimo questo tipo di motore. Personalmente visto che volevo una vela “grande” da ponente termico,la Cannonball 8,0 va più che bene... certo che se pensassi di fare le regate (aaargh...) e volessi una vela da sfrut-tare anche con il vento forte, vedi la nostra tramontana, mi dovrei “buttare” sulla Mega XS 7,9.

prestazioni con i venti medio/forti,stabilità di profilo, confort di guida soprainvelati, rapporto qualità/prezzo

spunto ai bassi regimi, peso

+

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Wind News GIUGNO 2011 pag. 49