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  • UNIVERSIT POLITECNICA DELLE MARCHE

    DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA, COSTRUZIONI E STRUTTURE

    Scuola di Dottorato di Ricerca in Scienze dellIngegneria

    Curriculum in Ingegneria delle Strutture e delle Infrastrutture

    STUDIO DELLINTERAZIONE

    TRAVE-SOLAIO

    IN SITUAZIONE SISMICA

    Ph.D. Dissertation of:

    Marco Giannini Advisor:

    Prof. Luigino Dezi Curriculum Supervisor:

    Prof. Francesco Canestrari

    IX Edition - New Series

  • Indice

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    I

    IINNDDIICCEE

    CCaappiittoolloo 11 PPrreesseennttaazziioonnee ddeell pprroobblleemmaa

    1.1 Introduzione 1

    1.5 Il ruolo dellinterazione trave-solaio nella risposta sismica 2

    1.6 Finalit delle analisi 6

    CCaappiittoolloo 22 CCeennnnii ssuulllloo ssttaattoo ddeellllaarrttee

    2.1 Modellazione in campo elastico lineare 7

    2.2 Modellazione in campo elastico non lineare 19

    CCaappiittoolloo 33 MMooddeellllaazziioonnee eedd aannaalliissii nnuummeerriiccaa

    3.1 Schematizzazione strutturale 31

    3.2 Introduzione al software Ansys 34

    3.3 Modello elastico lineare 37

    3.4 Modello non lineare 50

    3.4.1 Criterio di rottura per il calcestruzzo 55

    3.4.2 Legame costitutivo del calcestruzzo 56

    3.4.3 Legame costitutivo dellacciaio 57

    3.4.4 Definizione della geometria dellimpalcato 58

    3.4.5 Definizione dellarmatura nelle travi secondarie 60

    3.4.6 Discretizzazione del modello non lineare 62

    3.4.7 Definizione del tipo di analisi 63

    3.4.8 Modello non lineare dellimpalcato con sole travi nude 64

  • Indice

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    II

    CCaappiittoolloo 44 RRiissuullttaattii ddeellllaa ssppeerriimmeennttaazziioonnee nnuummeerriiccaa

    4.1 Introduzione 65

    4.2 Impalcati analizzati 65

    4.3 Schema statico 69

    4.4 Estrapolazione delle sollecitazioni sulle sezioni 71

    4.5 Risultati dellanalisi elastica lineare 72

    4.5.1 Distribuzione delle sz sulla trave secondaria 75 4.5.2 Azioni interne sulla trave secondaria 90

    4.5.3 Torsione sulla trave principale 126

    4.6 Risultati dellanalisi non lineare 154

    CCaappiittoolloo 55 SSiinntteessii ddeeii rriissuullttaattii ootttteennuuttii 174

    CCaappiittoolloo 66 CCoonncclluussiioonnii ee ssvviilluuppppii ffuuttuurrii 183

    RRiiffeerriimmeennttii NNoorrmmaattiivvii ee BBiibblliiooggrraaffiiaa 187

  • Capitolo I Inquadramento del problema

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    1

    CCaappiittoolloo II

    IInnqquuaaddrraammeennttoo ddeell pprroobblleemmaa 1.11.1 Introduzione IntroduzioneLa definizione del modello di calcolo costituisce la fase centrale della progettazione strutturale

    degli edifici multipiano a scheletro portante in c.a., in quanto ne condiziona in modo

    determinante il risultato finale. La rispondenza dei risultati ottenuti alla realt fisica dipende dalle

    scelte di base effettuate e dai fattori di incertezza presenti in esse. Le scelte di base possono

    essere raggruppate nei seguenti campi:

    1) definizione delle azioni e delle loro combinazioni;

    2) modellazione della struttura;

    3) analisi strutturale (lineare, non lineare, dinamica, statica);

    4) legame costitutivo dei materiali.

    Focalizzando lattenzione sulla modellazione della struttura, si possono individuare numerosi

    fattori di incertezza che possono essere fonte di possibili errori [21] e [50], quali ad esempio:

    1) definizione del telaio tridimensionale equivalente (metodo alle sottostrutture) al telaio

    reale assemblato con strutture di superficie (solai);

    2) valutazione della compartecipazione dei solai;

    3) definizione delle sezioni trasversali degli elementi strutturali;

    4) determinazione delle luci teoriche degli elementi strutturali;

    5) presenza di elementi non strutturali (murature di tamponamento);

    6) influenza delle fasi di costruzione;

    7) interazione suolo-fondazione-struttura in elevazione;

    8) presenza di deformazioni assiali e taglianti;

    9) effetti del secondo ordine.

  • Capitolo I Inquadramento del problema

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    2

    Linterazione trave-solaio sicuramente un aspetto di fondamentale importanza nella

    definizione del modello di una struttura a scheletro portante in c.a., in quanto offre un contributo

    alla rigidezza delle travi che pu risultare significativo sia in campo elastico lineare che nello

    studio del comportamento evolutivo post-elastico. Nellapplicazione del criterio della gerarchia

    delle resistenze (Capacity Design), che attribuisce opportuni livelli di resistenza e duttilit agli

    elementi strutturali, favorendo una risposta non lineare con plasticizzazioni diffuse e meccanismi

    isteretici di tipo stabile, le prestazioni strutturali possono essere fortemente condizionate

    dallinnesco di meccanismi dissipativi diversi da quelli attesi a seguito dellinterazione con

    alcune componenti della costruzione, di tipo strutturale o meno (solai, tamponature).

    1.21.2 Il ruolo dellinterazione trave-solaio nella risposta sismica Il ruolo dellinterazione trave-solaio nella risposta sismicaLimportanza di una corretta valutazione delle rigidezze delle singole membrature stata

    evidenziata da Albanesi ed altri in [7], [8], [9], [10], facendo ricorso ad una modellazione

    costituita da famiglie di ritti strutturali collegati, a livello di piano, da impalcati infinitamente

    rigidi a lastra, sui quali addensata lintera massa, attraverso lesame di numerosi aspetti:

    1) assetto della matrice di rigidit traslante del singolo ritto;

    2) posizioni dei centri delle rigidezze;

    3) modi di vibrazione della struttura;

    4) entit delle forze orizzontali equivalenti alle azioni sismiche;

    5) ripartizione delle forze orizzontali sui vari ritti;

    6) sollecitazioni sugli elementi strutturali del singolo controventamento.

    Per la valutazione dellinfluenza che gli impalcati hanno nella determinazione delle rigidezze alla

    traslazione di telai piani in c.a., introdotto un apposito fattore adimensionale

    ttt

    ppp

    LJELJE

    //

    che definisce il rapporto tra la rigidit dei pilastri e la rigidit dei traversi, ipotizzate entrambe

    costanti per tutte le membrature del ritto in esame.

  • Capitolo I Inquadramento del problema

    Variando opportunamente , sono quindi analizzati gli andamenti delle matrici di rigidit traslante, di un ampia variet di ritti, in funzione del contributo degli impalcati.

    Dai risultati delle sperimentazioni numeriche eseguite si riporta che, per variazioni di da 0 a 10, i termini delle rigidezze che hanno maggiore significato da un punto di vista fisico, ovvero quelli

    sulla diagonale principale e su quelle adiacenti, subiscono variazioni rispettivamente comprese

    tra il 19% e il 75% e tra circa l1% e il 57%. In [10] si specifica inoltre che, pur essendo difficile

    la valutazione del parametro molto semplice valutare un intervallo a cui esso appartiene, essendo gli estremi di tale intervallo forniti da =0 (massima compartecipazione dellimpalcato) ed il valore che assume introducendo la rigidit della sola trave costituente traverso (nessuna compartecipazione dellimpalcato).

    Il concetto pu essere formulato in termini matematici nel modo che segue.

    Posto:

    pppp LJEw / tttt LJEw / con wp e wt la rigidit flessionale del pilastro e della trave rispettivamente,

    ed introducendo la rigidit flessionale del traverso reale (complesso trave-solaio) wr, con i

    parametri:

    tp ww / rpr ww /risulta:

    ],0[ r Si pu pertanto affermare che il parametro , che schematizza in qualche modo la presenza del

    solaio (dellorizzontamento pi in generale) come elemento strutturale, influenza sensibilmente

    lassetto della matrice di rigidit traslante di telai piani e conseguentemente la risposta strutturale

    del complesso.

    Per una valutazione accurata della rigidezza delle travi necessario tuttavia utilizzare un modello

    in grado di cogliere il contributo flessionale dei solai (effetto piastra), quale ad esempio quello di

    figura 1.1, costituito da quattro campi di solaio e sottoposto a rotazioni uguali ed equiverse

    applicate ai nodi nella direzione delle travi secondarie.

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    3

  • Capitolo I Inquadramento del problema

    Fig. 1.1 Schema statico impalcato con quattro campi di solaio

    Si immagini ora di tagliare limpalcato lungo le travi principali e secondarie isolando un unico

    campo di solaio con i nodi soggetti alle rotazioni come riportato in figura 1.2.

    Fig. 1.2 Campo di solaio isolato

    Per valutare il contributo della rigidezza torsionale delle travi principali (AB), si esaminano i due

    seguenti casi limite:

    a) Trave AB infinitamente rigida a torsione: linput rotazionale f assegnato dalla traccia

    del pilastro si manifester identicamente lungo la linea di collegamento trave-solaio e il

    solaio sar costretto a subire in tutti i suoi punti una deformata uguale a quella della trave

    AB. Tutto il solaio parteciper cos alle vicende deformative delle travi. Nella realt poich

    la trave AB non infinitamente rigida torsionalmente, la rotazione f imposta al nodo non si

    trasferisce identicamente su di essa ma viene smorzata dalla rigidezza stessa e man mano che ci

    si allontana dal nodo la rotazione diminuisce e il solaio tende a rimanere nel proprio piano.

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    4

  • Capitolo I Inquadramento del problema

    b) Trave AB infinitamente deformabile a torsione: la rotazione f applicata al nodo

    trasferita alla sola trave secondaria ed il solaio adiacente si comporta come se fosse

    semplicemente appoggiato agli estremi.

    Per tali motivi nel modello bisogner aggiungere alla trave nuda due ali fittizie di calcestruzzo

    che tengano conto forfettariamente della collaborazione trave-solaio. La ricerca della larghezza di

    tali fasce stata fonte di numerosi studi tra cui anche quello condotto in [11] e [12]. Traversi con

    rigidit troppo elevata comportano inoltre la riduzione del fattore adimensionale g. Un g

    tendente allo zero comporter una deformata shear-type (fig. 1.3) del telaio caratterizzata da

    grossi spostamenti alla base e spostamenti di interpiano sempre minori verso lalto. Gli elevati

    spostamenti alla base, uniti alle maggiori forze in gioco a causa del maggior numero di piani

    sovrastanti, potrebbero produrre lapertura di cerniere plastiche alle estremit dei pilastri del

    piano terra che si comporteranno come pendoli provocando il crollo di tutto ledificio

    sovrastante. Al contrario, se la rigidit dei traversi piccola e g tende allinfinito, i pilastri

    essendo pi rigidi lavorano a mensola con piccoli spostamenti alla base e grandi spostamenti in

    altezza dove minori sono le forze in gioco, indirizzando la rottura sui traversi, pi deboli.

    Fig. 1.3 Deformata shear-type (g=0) e deformata a mensola (g=)

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    5

  • Capitolo I Inquadramento del problema

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    6

    1.3.1.3. Finalit dello studio Finalit dello studioScopo del presente lavoro valutare levoluzione dellinfluenza esercitata dallinterazione trave-

    solaio ai fini dellassorbimento delle azioni sismiche nelle strutture intelaiate in c.a., ed in

    particolare lo sgravio in termini di sollecitazioni che si determina nelle travi a seguito del

    contributo offerto dagli elementi contigui costituenti le strutture di impalcato.

    In questo studio stata scelta la tipologia di solaio costituita da travetti prefabbricati con blocchi

    di laterizio interposti e conseguente getto di completamento in calcestruzzo, che risultata essere

    quella maggiormente usata negli edifici ordinari. Le analisi sono state condotte utilizzando il

    metodo degli elementi finiti. Lindagine si svolta dapprima in campo elastico lineare, per poter

    avere un confronto diretto con altri studi fatti in tale direzione, e successivamente in campo non

    lineare dove stato proposto un modello pi dettagliato.

  • Capitolo II Cenni sullo stato dellarte

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    7

    CCaappiittoolloo IIII

    CCeennnnii ssuulllloo ssttaattoo ddeellllaarrttee

    2.1 Modellazione in campo elastico lineare Non sono molti i contributi scientifici presenti in letteratura su tale argomento. Alcuni autori hanno

    affrontato il problema del ruolo svolto dalle strutture dimpalcato negli edifici sismo-resistenti

    (Pagano 1990 [40], Contaldo et al. 1994 [26]), mentre la maggior parte degli studi sono stati

    dedicati alla verifica dellipotesi di impalcato infinitamente rigido e alle conseguenze della

    rimozione di tale ipotesi anche ai fini della risposta inelastica della struttura (Roper ed Iding 1984

    [52], Button et al. 1984 [18], De Matteo et al. 1985 [28], Dolce et al. 1992 [30], Masi 1995 [35]).

    I primi lavori che hanno affrontato il tema dellinterazione trave-solaio nellanalisi sismica di

    strutture a scheletro portante in c.a. sono basati su ipotesi di comportamento elastico lineare

    dei materiali [11], [12]. Limpalcato (costituito da travetti prefabbricati, blocchi di laterizio e

    getto di completamento) modellato agli elementi finiti e lanalisi condotta con lausilio di

    un software sviluppato in ambiente Visual Basic, facendo ricorso ai metodi delle costrizioni

    cinematiche e a tecniche di analisi per sottostrutture in modo da ridurre in maniera

    significativa i tempi di risoluzione e loccupazione di memoria. Lo schema dimpalcato

    analizzato costituito da quattro campi di solaio, dodici travi e nove nodi di connessione

    travi-pilastro come mostrato in figura 2.1.

    Fig. 2.1 Schema di impalcato con quattro campi di solaio [11], [12]

  • Capitolo II Cenni sullo stato dellarte

    Il campo di spostamenti indotto sullimpalcato da azioni sismiche assimilabile a quello

    generato da un insieme di cedimenti rotazionali identici applicati sui nodi delle connessioni

    travi-pilastro e agenti non contemporaneamente nelle due direzioni orizzontali ortogonali.

    La struttura globale suddivisa in quattro livelli di sottostrutture a cui stato assegnato un

    nome convenzionale, corrispondente al particolare componente strutturale rappresentato.

    Blocco in laterizio sottostruttura di Livello 1

    Modulo di base sottostruttura di Livello 2

    Pannello di solaio sottostruttura di Livello 3

    Campo di solaio sottostruttura di Livello 4

    Fig. 2.2 Gerarchia dei moduli utilizzati nella modellazione del solaio [11], [12]

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    8

  • Capitolo II Cenni sullo stato dellarte

    Il generico Campo di solaio una struttura di tipo bidimensionale in regime di lastra-piastra,

    ed costituito dallassemblaggio di Pannelli di solaio. I Moduli base, costituenti il

    generico Pannello di solaio, sono costituiti dai blocchi in laterizio e da elementi finiti

    esaedrici che schematizzano la parte in c.a.; inizialmente descritti come strutture tridimensionali

    sono poi ricondotti, mediante opportune ipotesi ed algoritmi, ad elementi di tipo

    bidimensionale. Il Blocco in laterizio che rappresenta la sottostruttura di base,

    schematizzato tramite elementi lastra ed elementi trave in R2; questi ultimi ne modellano la

    risposta flessionale e tagliante in direzione ortogonale a quella di trafilatura.

    La struttura completa Impalcato costituita dallassemblaggio di campi di solai ed elementi

    trave R3. Il modello dimpalcato di tipo tridimensionale poich, in genere, il piano di

    riferimento del solaio e gli assi baricentrici delle travi sono posizionate su quote differenti.

    Fig. 2.3 Braccetti rigidi di raccordo nella zona di connessione tra solaio e trave [11], [12]

    Il volume occupato dal pilastro assimilabile ad un corpo rigido; il nodo delle connessioni

    travi-pilastro collegato tramite bracci rigidi ai nodi dangolo dei campi di solaio ed ai nodi

    appartenenti ai tratti elastici delle travi convergenti in esso. Il tratto di trave, posto tra la

    congiungente il nodo della connessione ed il nodo dangolo del solaio, ipotizzato

    infinitamente rigido: spesso le dimensioni di tale tratto infatti sono estremamente ridotte e tali

    da consentire una simile idealizzazione. Si osserva per che in genere la congruenza fra le

    linee dinterfaccia tra i campi di solaio e le travi, cos come la congruenza allinterno della

    zona di connessione travi-pilastro non rispettata.

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    9

  • Capitolo II Cenni sullo stato dellarte

    Un'altra assunzione riguarda i blocchi di laterizio che sono considerati liberi luno dallaltra e

    quindi possono compenetrarsi durante la deformazione non rispettando la congruenza.

    Fig. 2.4 Braccetti rigidi di raccordo per la connessione tra trave e pilastro [11], [12]

    Limpalcato, per quanto riguarda il comportamento flessionale, si ipotizza che possa essere

    assimilato ad un grigliato di travi equivalenti morfologicamente identico a quello delle travi

    dellossatura portante. Il metodo proposto consiste nel valutare, nella geometria delle travi del

    grigliato, le dimensioni di un allargamento dellala a spessore di solaio, in modo da

    schematizzare il contributo flessionale aggiuntivo fornito dal campo stesso. Pertanto il

    grigliato equivalente formato da travi con ali a spessore di solaio pi o meno larghe a

    seconda dellentit dellincremento di rigidezza riscontrato (vedi figura 2.5).

    a) schema impalcato b) azioni esterne c) grigliato equivalente

    Fig. 2.5 Metodo del grigliato equivalente [11], [12]

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    10

  • Capitolo II Cenni sullo stato dellarte

    La procedura adottata per la valutazione della rigidit flessionale della trave equivalente,

    specializzata al caso in cui le azioni agenti sullimpalcato siano cedimenti rotazionali

    equipollenti applicati sui centri dei nodi della connessioni travi-pilastro.

    Lo schema a quattro campi stato dapprima analizzato come impalcato completo

    (comprensivo cio di travi e solaio) e successivamente come costituito da sole travi nude.

    Si sono poi valutati gli incrementi tramite la seguente:

    gi

    giiii M

    MMp

    )(

    essendo Mii il momento sul generico nodo i dellimpalcato ed Mgi quello sul corrispondente

    nodo del grigliato di travi nude.

    In genere i coefficienti dincremento assumono valori diversi nei due nodi collegati dalla

    generica trave e allora si assunto:

    2)( ji ppp

    con pi e pj gli incrementi relativi ai nodi i e j collegati dalla trave esaminata.

    Il momento dinerzia supplementare Js da assegnare alla trave nuda del grigliato che collega i

    nodi i e j fornito da:

    ycJtyPJsy 1 con: cy

    yc12111 e 2LAG

    EJycy y

    Per testare la validit del metodo proposto, il grigliato di travi equivalenti stato sottoposto

    agli stessi cedimenti rotazionali e i momenti destati sul grigliato equivalente sono stati

    comparati con quelli ottenuti sullo schema discretizzato dellimpalcato riscontrando un buono

    accordo di risultati. Con i valori del momento dinerzia equivalente Jye dato da:

    JsyJyJye stata valutata la geometria della trave equivalente espressa dalla larghezza totale dellala

    della trave a T. Da questo si poi ricavata la dimensione della striscia di solaio,

    omogeneizzata a calcestruzzo (il dato pi significativo) collaborante con la trave nuda

    originale tramite la seguente relazione:

    *B

    BBba *essendo B la larghezza originaria della trave.

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    11

  • Capitolo II Cenni sullo stato dellarte

    A questo punto per generalizzare i risultati stato definito un nuovo parametro:

    )/( Lbb iar ai sono i coefficienti di omogeneizzazione ax e aiy che esprimono il rapporto di rigidezza fra

    il solaio nelle due direzioni ed il calcestruzzo omogeneo in spessore di solaio considerato

    nella valutazione di ba; L la luce di solaio in direzione ortogonale alla trave soggetta a

    cedimento e rappresenta il valore massimo che pu raggiungere la dimensione della striscia di

    solaio compartecipante alla rigidezza della trave; ai*L rappresenta il valore massimo in

    calcestruzzo omogeneo che pu raggiungere lallargamento dellala ba.

    Il parametro rappresenta quindi lallargamento relativo ed assume valore unitario quando

    tutto il solaio omogeneizzato in calcestruzzo

    rb

    )*( Li compartecipa con la trave. Graficizzando questo parametro con il prodotto dei fattori: ))/()/( RsfRstRfRt si ottenuto dallanalisi di n. 26 impalcati landamento riportato in fig.2.6. Rt/Rf rappresenta il

    rapporto tra la rigidit torsionale della trave ortogonale al cedimento imposto e la rigidit

    torsionale della trave soggetta a cedimento.

    Fig. 2.6 Valori di br relativi ai 26 impalcati analizzati da [11] e [12]

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    12

  • Capitolo II Cenni sullo stato dellarte

    Minimizzando gli scarti ai minimi quadrati stata ottenuta una funzione del tipo: 2507.0)])/()/[(508.0 RsfRstRfRtbr

    Dallandamento del grafico si traggono le seguenti osservazioni:

    1) si individua un andamento unico, per tutti i punti dellimpalcato, che tende ad un

    asintoto orizzontale nel caso di totale compartecipazione del solaio;

    2) in caso di rigidezza torsionale delle travi ortogonali al cedimento molto bassa (valore

    dellascissa tendente a zero) si ottiene in ogni caso la compartecipazione di circa il 15%

    della lunghezza del solaio adiacente alla trave soggetta al cedimento rotazionale;

    3) a parit di rigidezza delle travi dellimpalcato la percentuale di solaio compartecipante

    con la trave sollecitata, dipende dalla sua posizione rispetto allorditura dei travetti, cio

    se principale o secondaria;

    4) a parit di rigidezza delle travi dellimpalcato, la dimensione della striscia di solaio

    compartecipante tanto pi elevata quanto pi alta la sua rigidezza in direzione

    ortogonale alla trave sollecitata;

    5) a parit di rigidezza delle travi dellimpalcato, la dimensione della striscia di solaio

    compartecipante tanto pi elevata quanto pi bassa la sua rigidezza in direzione

    parallela alla trave sollecitata;

    6) per valori molto elevati di Rt/Rf landamento del diagramma dei valori sperimentali di

    rb risulta maggiormente sfrangiato, segno della maggiore influenza di altri fattori.

    Nel lavoro di R. Nudo, G. Sar e S. Viti [42], si valutata lalterazione dei livelli di

    sollecitazione allinterno delle travi adiacenti ai campi di solaio rispetto a quanto ottenuto

    utilizzando procedure convenzionali che prescindono dalla presenza dei solai.

    Gli autori affrontano inizialmente lanalisi di un semplice modello elastico lineare,

    rappresentativo di una porzione di telaio spaziale di geometria consueta nella pratica

    costruttiva, stimando lentit dellabbattimento del livello di sollecitazione allinterno delle

    travi a seguito dellazione collaborante dei solai. Le analisi sono state condotte con il codice

    di calcolo SAP2000 (Wilson 1995 [58]), utilizzando elementi finiti di tipo brick ad 8 nodi.

    In una fase successiva, sulla base delle indicazioni fornite dalla precedente indagine

    parametrica, si proceduto ad una valutazione degli effetti indotti dalla suddetta

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    13

  • Capitolo II Cenni sullo stato dellarte

    collaborazione sulle prestazioni inelastiche di una struttura campione. Lindagine stata

    condotta per via parametrica, con riferimento ad un sistema elementare (figura 2.7)

    rappresentativo di una porzione di telaio spaziale, completo degli adiacenti campi di solaio e

    caratterizzato da regolarit in pianta ed in alzato. In particolare, il sub-sistema strutturale

    preso a riferimento per lanalisi parametrica stato individuato ipotizzando punti di flesso a

    met luce e met altezza come derivato dalla deformata strutturale corrispondente alle sole

    azioni orizzontali (Barbetti et al. 1998 [16]). Si ipotizzato un solaio latero-cementizio di

    tipo tradizionale, costituito da travetti e soletta in c.a. e da pignatte dalleggerimento. Ai fini

    dellindagine stato trascurato il contributo offerto dagli elementi in laterizio.

    Fig. 2.7 Telaio piano da cui stato estratto lo schema statico del sottosistema in [42]

    Le variabili di studio sono rappresentate dallampiezza dei campi di solaio interessati, dalla

    rigidezza delle travi delimitanti i suddetti campi, dalla presenza o meno di fascia piena, nelle

    due possibili configurazioni di orditura del solaio perpendicolare o parallela al piano del telaio

    in esame. In figura 2.8 riportata la configurazione base per i modelli analizzati. Essi sono

    costituiti da due serie di 12 modelli ciascuna, e fanno riferimento ad un ipotetico telaio

    disposto lungo la direzione x. La prima serie di 12 modelli ha le caratteristiche riportate in

    Tabella 1, con orditura del solaio ipotizzata parallela alla trave appartenente al gi citato telaio

    (direzione x), mentre la seconda serie, sempre di 12 modelli, ha le medesime caratteristiche

    della precedente con lunica eccezione rappresentata dallorditura del solaio che questa volta

    si assume perpendicolare alla trave (direzione y).

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    14

  • Capitolo II Cenni sullo stato dellarte

    Il rilevamento delle sollecitazioni stato effettuato in corrispondenza di 4 sezioni La prima

    posta a filo trave (sezione 00) e le altre rispettivamente a 30 cm (sezione 30), 60 cm (sezione 60),

    90 cm (sezione 90) di distanza dalla prima sezione.

    Fig. 2.8 Configurazione base dei modelli analizzati da R. Nudo, G. Sar e S. Viti [42]

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    15

  • Capitolo II Cenni sullo stato dellarte

    Tab. 1 Caratteristiche impalcati analizzati da R. Nudo, G. Sar e S. Viti [42]

    I risultati dellanalisi elastica sono rappresentati in termini di assorbimento del momento

    flettente della trave di riferimento. In particolare, nei grafici di figura 2.9 sono illustrati, per le

    due serie di modelli analizzati, gli scarti percentuali tra i momenti derivanti dalla

    modellazione spaziale agli elementi finiti ed i momenti ottenuti utilizzando una procedura di

    calcolo convenzionale, basata cio su un modello di telaio piano costituito da aste

    monodimensionali. I valori numerici di tali scarti sono riportati nelle Tabelle 2 e 3.

    Fig. 2.9 - Variazione del momento flettente assorbito per effetto della collaborazione con il solaio [42]

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    16

  • Capitolo II Cenni sullo stato dellarte

    Tab. 2 - Solaio ad orditura parallela: scarti percentuali relativi al momento flettente [42]

    Tab. 3 - Solaio ad orditura ortogonale: scarti percentuali relativi al momento flettente [42]

    La valutazione dello stato tensionale nella sezione 00 ha evidenziato un effetto nodo,

    ovvero una perturbazione nella distribuzione delle tensioni s e t in prossimit delle regioni

    nodali, come peraltro gi rilevato in precedenti lavori sviluppati dagli autori (Nudo e Sar

    1991 [41], Pecchioli et al. 1993 [49]).

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    17

  • Capitolo II Cenni sullo stato dellarte

    Dallesame dei risultati emerge come il fattore orditura del solaio sia prevalente su

    tutti gli altri parametri analizzati. In particolare si rileva che nel caso di solaio ad orditura

    parallela si ha una riduzione dei momenti assorbiti dalla trave che supera il 40%, mentre le

    stesse variazioni sono molto pi contenute nel caso di solaio ad orditura ortogonale (riduzione

    massima del momento assorbito dell11% circa). Con riferimento al caso di solaio ad orditura

    parallela, in fig. 2.10 rappresentato il contributo fornito dai singoli travetti di solaio

    allassorbimento del momento flettente. Dalla stessa figura possibile osservare come il

    travetto immediatamente adiacente alla trave dia un contributo allassorbimento di circa il

    12%, quello successivo di circa il 4%, mentre il contributo dei restanti travetti risulta

    trascurabile. E importante sottolineare che laliquota principale del momento assorbito dai

    travetti di solaio adiacenti alla trave legata alla coppia flettente determinata dalleccentricit

    fra gli sforzi assiali che si sviluppano nei travetti stessi e nella trave.

    Fig. 2.10 - Contributo dei travetti di solaio allassorbimento del momento flettente [42]

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    18

  • Capitolo II Cenni sullo stato dellarte

    2.2 Modellazione in campo elastico non lineare La modellazione in campo non lineare della interazione trave-solaio di particolare interesse

    in quanto consente una valutazione pi accurata della risposta inelastica delle strutture

    intelaiate in c.a. con particolare riferimento alla possibilit di alterazione del meccanismo

    trave debole-pilastro forte auspicato dalle regole del Capacity Design.

    In [42], oltre alla formulazione lineare gi illustrata al precedente paragrafo, stato affrontato

    lo studio di una struttura campione progettata secondo gli Eurocodici attraverso unanalisi

    elastica non lineare. I risultati ottenuti hanno rivelato, almeno nel caso considerato,

    uninfluenza negativa sulla risposta inelastica indotta dallinterazione trave-solaio. In

    particolare lanalisi statica ha evidenziato un incremento della richiesta di duttilit in

    corrispondenza dei pilastri mentre lanalisi dinamica, condotta secondo unottica di tipo

    prestazionale, ha rivelato un effetto peggiorativo connesso alla suddetta collaborazione

    testimoniato dalla sfavorevole evoluzione dei parametri deformativi del telaio ed in particolare

    dagli spostamenti dinterpiano che, com noto, sono assunti usualmente come indici di

    danneggiamento per le strutture intelaiate.

    Analisi in campo non lineare, associati sempre ad analisi elastico lineare per la

    validazione dei modelli numerici adottati, sono state eseguite anche da C. Di Antonio in [13].

    Lanalisi del contributo dei solai laterocementizi alla risposta strutturale di scheletri portanti

    in c.a., eseguita sia in campo lineare che non lineare, facendo ricorso al metodo degli

    elementi finiti ed utilizzando il codice di calcolo ANSYS.

    Per ciascuna di esse sono stati costruiti due modelli: uno con impalcato completo e uno con

    sole travi nude, in modo di valutare, mediante il confronto dei risultati, il reale contributo

    offerto dalla presenza del solaio. I modelli dellanalisi lineare e quelli dellanalisi non lineare sono

    uguali nella geometria ma differiscono per il legame costitutivo dei materiali utilizzati.

    Nel caso del modello completo stato fatto riferimento ad una porzione di telaio spaziale

    comprensivo degli adiacenti campi di solaio sottoposto ad una forza di reazione sismica in

    direzione x, e in particolare lo schema statico quello riportato in fig. 2.11.

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    19

  • Capitolo II Cenni sullo stato dellarte

    Fig. 2.11 Schema statico utilizzato da Di Antonio e Del Grammastro [13] [14]

    Si sono ipotizzati punti di flesso nella mezzeria della trave e nello stesso punto sono applicati gli

    appoggi. Questi ultimi sono stati collocati a 50 mm dallestradosso del solaio dove si pensa possa

    effettivamente avvenire la rotazione del sistema trave solaio. Invece le estremit dellimpalcato

    ortogonalmente alla direzione della forza sono libere da vincoli.

    E stato ipotizzato un solaio laterocementizio di tipo tradizionale, costituito da travetti e

    soletta in c.a. e le variabili di studio sono rappresentate dalla luce e dalla rigidezza delle travi

    secondarie. Il modello, costruito trascurando la presenza dei laterizi, si presenta come in

    figura 2.12. Per la modellazione del comportamento strutturale nell analisi elastica lineare

    stato usato lelemento SOLID45, con una mesh di 50 mm.

    Nella figura 2.13 riportato landamento dei decrementi percentuali in valore assoluto dei

    momenti flettenti per gli impalcati con travi emergenti e si vede come tutte le curve,

    disponendosi una parallela allaltra, descrivono un aumento del decremento pi accentuato in

    prossimit dellinnesto con il pilastro fino ad assestarsi su un valore che cambia al variare

    della lunghezza della trave secondaria.

    Lassestamento avviene per tutti gli impalcati in prossimit dei primi 1000 mm dove le curve

    dei momenti flettenti non risultano essere pi lineari. Nellultimo tratto invece si ha un

    innalzamento del decremento dovuto al fatto che per la condizione di vincolo imposta, il

    momento flettente si annulla nella mezzeria della trave sia per limpalcato completo che per

    limpalcato con travi nude.

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    20

  • Capitolo II Cenni sullo stato dellarte

    Fig. 2.12 Modello agli elementi finiti [13]

    ANDAMENTO DELLE VARIAZIONI

    0,00

    10,00

    20,00

    30,00

    40,00

    50,00

    60,00

    0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000 1100 1200 1300 1400 1500 1600 1700 1800 1900 2000 2100 2200 2300 2400 2500 2600 2700 2800 2900 3000 3100

    sezioni in mm

    varia

    zion

    e %

    impalcato 3000x3000mm2impalcato 4000x4000mm2impalcato 5000x5000mm2impalcato 6000x6000mm2

    Fig. 2.13 Andamento delle variazioni lungo la trave secondaria nei diversi impalcati con travi emergenti [13]

    Se si raggruppano poi i diagrammi dei momenti flettenti di tutti gli impalcati con e senza

    solaio, si nota una rotazione degli stessi intorno alla mezzeria della trave come mostra la

    figura 2.14.

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    21

  • Capitolo II Cenni sullo stato dellarte

    confronto impalcato completo con impalcato travi nude

    0

    100

    200

    300

    400

    500

    600

    700

    800

    0 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500

    semi-lunghezza trave in mm

    mom

    enti

    in K

    Nxm

    3000x3000 completo4000x4000 completo5000x5000 completo6000x6000 completo3000x3000 travi nude4000x4000 travi nude5000x5000 travi nude6000x6000 travi nude

    Fig. 2.14 -Grafico riassuntivo dellandamento dei momenti flettenti negli impalcati completi e con travi nude [13]

    I decrementi del momento flettente crescono se si osservano i diagrammi relativi allimpalcato

    con le travi a spessore, fatto che sta ad indicare come la presenza delle travi a spessore implichi

    una pi ampia partecipazione del solaio alle vicende deformative della trave stessa (figura 2.15).

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    70

    80

    0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800 2000 2200 2400 2600 2800 3000 3200

    varia

    zion

    e %

    sezioni in mm

    ANDAMENTO DELLE VARIAZIONI

    impalcato 3000x3000mm2impalcato 4000x4000mm2impalcato 5000x5000mm2impalcato 6000x6000mm2

    Fig. 2.15 Andamento delle variazioni lungo la trave secondaria nei diversi impalcati con travi a spessore [13]

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    22

  • Capitolo II Cenni sullo stato dellarte

    Dallanalisi lineare degli impalcati sopra citati si ricavata un espressione di carattere pratico

    atta a stabilire lentit dello sgravio in termini di sollecitazione flettente per le sole azioni

    simiche, valutando i rapporti tra le pendenze delle rette che descrivono il momento flettente

    nelle travi secondarie degli impalcati completi di solai ed i corrispondenti con sole travi nude.

    impalcato 5000x5000mm2

    y = -0,2679x + 669,64R2 = 1

    y = -0,2398x + 484,97R2 = 0,9944

    y = -0,1693x + 419,36R2 = 0,9995

    -100

    0

    100

    200

    300

    400

    500

    600

    700

    800

    0 500 1000 1500 2000 2500 3000

    sezioni mm

    mom

    ento

    KN

    xm

    imalcato completo 1 trattoimpalcato travi nudeimpalcato completo 2 trattoLineare (impalcato travi nude)Lineare (imalcato completo 1 tratto)Lineare (impalcato completo 2 tratto)

    Fig. 2.16- Valore del momento flettente lungo la trave sullimpalcato a travi nude e completo [13]

    Per condurre lanalisi elastica non lineare si usato lelemento SOLID65 abbinato

    allelemento LINK8, che riproducono rispettivamente il comportamento a compressione e a

    trazione del calcestruzzo e la plasticizzazione delle barre di armatura. Per le caratteristiche dei

    materiali si sono scelti i valori riportati nella tabella 4.

    Acciaio (legame bi-lineare) Calcestruzzo (legame multi-lineare)

    535symf MPa cmf = 30 MPa 535symf MPa ctmf = 3 MPa

    206000sE MPa E=30000 MPa = 0,3 = 0,15

    Tab. 4 Caratteristiche dei materiali scelte per lanalisi non lineare [13]

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    23

  • Capitolo II Cenni sullo stato dellarte

    La disposizione delle barre mostrata nella figura 2.17. Larmatura modellata con il LINK8

    stata inserita solo nelle travi secondarie essendo queste quelle direttamente sollecitate nel caso

    considerato.

    Fig. 2.17 Geometria armatura in [13]

    I modelli dimpalcato con e senza solaio, sono stati studiati facendo ricorso ad una procedura

    di tipo incrementale a controllo di carico abbinata alla tecnica di Newton-Rapson per la

    soluzione delle equazioni di equilibrio non lineari. Per evitare rotture di tipo fragile, il carico

    di rottura di 500 kN stato suddiviso in 500 sub-step in modo tale che ad ogni passo lazione

    assumesse il valore di 1 kN.

    Dallosservazione dei diagrammi relativi ai momenti nei due impalcati, con e senza solaio,

    nella fase precedente alla plasticizzazione si evidenziato come il solaio mitighi lo stato

    tensionale della trave secondaria riducendone lo stato fessurativo e limitando dunque lo stato

    tensionale nelle barre darmatura, come si osserva nelle figure 2.18 e 2.19. Inoltre i

    decrementi dei momenti flettenti appaiono pi accentuati che non nellanalisi elastica

    spiegabile dal fatto che in questo caso la trave meno rigida essendo fessurata.

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    24

  • Capitolo II Cenni sullo stato dellarte

    impalcato 5000x5000mm2

    0

    20

    40

    60

    80

    100

    120

    0 500 1000 1500 2000 2500 3000sezioni mm

    mom

    ento

    Nxm

    m

    imalcati travi nudeimpalcato completo

    Fig. 2.18 - Confronto dei diagrammi dellimpalcato 5000x5000 mm2 time 0.2 [13]

    Fig. 2.19 - Stato fessurativo complessivo dellimpalcato completo e con sole travi nude [13]

    Nella fase plastica della trave secondaria lazione mitigatrice del solaio ritarda linnesco della

    cerniera plastica e la concentra nei primi 600 mm della trave come mostrano le seguenti immagini:

    Fig. 2.20 Andamento delle fessure Fig. 2.21 Andamento delle fessure nellimpalcato con sole travi nude (time 0.454) [13] nell impalcato completo (time1) [13]

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    25

  • Capitolo II Cenni sullo stato dellarte

    Fig. 2.22 Tratto plasticizzato nella Fig. 2.23 Tratto plasticizzato nella trave secondaria dellimpalcato con sole travi nude [13] trave secondaria dellimpalcato completo [13] Sia in campo elastico sia in campo post-elastico si riscontrato negli impalcati completi dei valori

    dello sforzo normale (di compressione e trazione a seconda della trave in esame) non trascurabili

    che potrebbero compromettere le verifiche delle sezioni delle travi normalmente verificate a

    flessione e non a tenso o presso-flessione.

    Lo studio svolto da V. Del Grammastro [14] utilizza il modello elastico lineare

    precedentemente descritto [13] con linserimento di una area rigida alle estremit della trave

    secondaria e del pilastro, in modo da simulare la continuit su entrambi. Con la presenza

    della piastra non si hanno pi perturbazioni di tensione in prossimit del punto di applicazione

    del vincolo, che si avevano invece nel modello [13].

    Lobiettivo dello studio lanalisi del contributo dei solai laterocementizi alla rigidit delle

    travi, in modo da poter determinare con migliore accuratezza lentit della rigidit flessionale

    delle travi reali wr e diminuire cos lintervallo di incertezza per il rapporto di rigidit tra

    pilastro e trave indicato con r . E stata effettuata unanalisi in campo elastico lineare sotto lazione di un carico di tipo

    sismico considerando il calcestruzzo armato come un materiale omogeneo ed isotropo. La

    forza Fz applicata alla sommit del semipilastro produce una forza di reazione alla base del

    semipilastro (figura 2.24).

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    26

  • Capitolo II Cenni sullo stato dellarte

    Fig. 2.24 Reazione vincolare alla base del semipilastro [14]

    Si genera cos la coppia Mx con conseguente rotazione x del nodo trave-pilastro. Noti M e quindi possibile determinare la rigidezza K del nodo attraverso la relazione:

    KM Una volta note le rigidezze Kc dellimpalcato completo e Kn dellimpalcato con sole travi

    nude, stata determinata la rigidezza K(b) di una fascia di calcestruzzo a spessore costante e

    larghezza b da affiancare alla trave secondaria per simulare la presenza del solaio come

    mostrato in figura 2.25.

    b b

    h

    b b

    h

    Fig. 2.25 - Trave equivalente con allargamento b dellala a spessore di solaio (travi emergenti travi a spessore)

    Nelle figure 2.26 e 2.27 sono riportati i confronti degli andamenti delle dimensioni b dellala

    in funzione della semiluce della trave secondaria, nel caso di travi emergenti e nel caso di

    travi a spessore.

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    27

  • Capitolo II Cenni sullo stato dellarte

    0

    100

    200

    300

    400

    500

    600

    0 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500

    Ls (mm)

    b (m

    m)

    impalcato 1 travi emergenti (travesecondaria 300x500)impalcato 2 travi emergenti (travesecondaria 300x600)

    Andamento dell'allargamento dell'ala in funzione della semiluce della trave secondaria

    Fig. 2.26 Impalcati travi emergenti: confronto dellandamento della dimensione di b [14]

    0

    100

    200

    300

    400

    500

    600

    0 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500

    Ls (mm)

    b (m

    m)

    impalcato 1 travi emergenti (travesecondaria 300x500)impalcato 2 travi emergenti (travesecondaria 300x600)

    Andamento dell'allargamento dell'ala in funzione della semiluce della trave secondaria

    Fig. 2.27 Impalcati travi a spessore: confronto dellandamento della dimensione di b [14]

    Dallanalisi dei grafici si riscontra che:

    per ogni sezione della trave secondaria, allaumentare della semiluce diminuisce la rigidezza della trave stessa;

    in entrambi i casi, allaumentare della semiluce della trave secondaria aumenta la dimensione della mattonella di calcestruzzo in spessore di solaio da aggiungere

    allimpalcato con sole travi nude per ottenere lo stesso contributo di rigidezza flessionale

    dellimpalcato completo;

    a parit di lunghezza della semitrave, sia per gli impalcati con travi emergenti sia per quelli con travi a spessore, allaumentare della rigidezza della trave stessa diminuisce il

    valore della larghezza b della mattonella.

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    28

  • Capitolo II Cenni sullo stato dellarte

    Introdotto il coefficiente di incremento di rigidezza p che fornisce lentit del contributo in

    termini di valore relativo:

    JJ*J p

    dove J* il momento dinerzia della trave equivalente e J il momento dinerzia della trave

    nuda originale, si riporta di seguito landamento di p in funzione della rigidit flessionale Kn

    delle travi nude emergenti e a spessore (fig. 2.28 e 2.29).

    ANDAMENTO DELL'INCREMENTO DI RIGIDEZZA NEGLI IMPALCATI CON TRAVI EMERGENTI

    0

    0,2

    0,4

    0,6

    0,8

    1

    1,2

    1,4

    0 200.000 400.000 600.000 800.000 1.000.000 1.200.000

    Kn (KN*m/rad)

    p

    impalcato1 (tr.emergente300x500)

    impalcato2 (tr.emergente300x600)

    Fig. 2.28 Andamento di p in funzione della rigidit flessionale delle travi nude emergenti [14]

    ANDAMENTO DELL'INCREMENTO DI RIGIDEZZA NEGLI IMPALCATI CON TRAVI A SPESSORE

    00,2

    0,40,6

    0,81

    1,21,4

    0 50.000 100.000 150.000 200.000

    Kn (KN*m/rad)

    p

    impalcato3 (tr.spessore620x240)

    impalcato4 (tr.spessore900x240)

    Fig. 2.29 Andamento di p in funzione della rigidit flessionale delle travi nude a spessore [14]

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    29

  • Capitolo II Cenni sullo stato dellarte

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    30

    Dai grafici si osserva che:

    la variazione della rigidezza flessionale delle travi influenza notevolmente gli incrementi relativi; le travi con rigidit pi elevata subiscono minori incrementi del coefficiente p, mentre pi la

    rigidit diminuisce pi linfluenza del solaio, e quindi il valore di p, aumenta;

    sia nel caso di travi emergenti sia in quello di travi a spessore si notano, per le sezioni analizzate, due andamenti iperbolici che sembrano per traslati luno rispetto allaltro;

    si pu notare in generale che i coefficienti dincremento assumono valori di rilievo anche per travi molto rigide nel caso di travi emergenti, mentre nel caso di travi a spessore

    assumono valori elevati per le travi meno rigide.

  • Capitolo III Modellazione ed analisi numerica

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    31

    CCaappiittoolloo IIIIII

    MMooddeellllaazziioonnee eedd aannaalliissii nnuummeerriiccaa 3.13.1 Schematizzazione strutturale Schematizzazione strutturalePer lo studio della interazione travi-solaio si fa riferimento allo schema strutturale usato in [11] e

    [12], considerando un intero impalcato costituito da quattro campi di solaio (figura 3.1).

    Fig. 3.1 Struttura con impalcati a quattro campi di solaio

    Questa scelta, bench comporti un maggior onere computazionale rispetto al modello utilizzato in

    [13], permette di ottenere soluzioni non pi dipendenti dalle ipotesi di vincolo.

  • Capitolo III Modellazione ed analisi numerica

    Lindagine si sviluppa attraverso due tipi di analisi: una lineare, con un modello atto a

    rappresentare il problema fisico in campo elastico lineare, e laltra non lineare utilizzando un

    modello uguale al precedente nella geometria ma opportunamente modificato nelle caratteristiche

    degli elementi finiti utilizzati, nel tipo di legame costitutivo dei materiali e nella metodologia

    risolutiva. Il tutto stato possibile grazie alla possibilit di programmare le istruzioni nel

    linguaggio del codice Ansys cos da non dover di volta in volta rigenerare la geometria e

    reimpostare le caratteristiche di ciascun elemento.

    Il modello costituito da un impalcato in c.a. (fig.3.2) ed caratterizzato da:

    nove zone nodali trave-pilastro, rese infinitamente rigide per simulare leffetto di confinamento al nodo dato dalla presenza delle travi e dei pilastri;

    sei travi principali parallele a due a due in direzione x; sei travi secondarie parallele a due a due in direzione z; quattro campi di solaio misto in latero-cemento con orditura dei travetti parallela alle travi

    secondarie.

    Fig. 3.2 Modello di impalcato analizzato

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    32

  • Capitolo III Modellazione ed analisi numerica

    Il sistema vincolato a terra con nove cerniere che risiedono nei baricentri dei nodi trave-pilastro.

    Su ciascun nodo rigido sono state imposte rotazioni equipollenti attorno allasse x, imponendo

    cos gli stessi spostamenti a tutti i punti che occupano la medesima posizione allinterno di ogni

    nodo. Come detto lanalisi stata condotta in due fasi:

    1) analisi lineare ipotizzando un legame costitutivo lineare per il calcestruzzo e trascurando

    il contributo dellacciaio;

    2) analisi non lineare utilizzando legami costitutivi che approssimano il comportamento

    reale del materiale: per il calcestruzzo un legame multi-lineare e per lacciaio un legame

    bi-lineare.

    In entrambe le analisi si trascurato il contributo delle pignatte in laterizio.

    Per lanalisi elastica lineare sono stati utilizzati i seguenti modelli:

    - modello lineare impalcato completo;

    - modello lineare impalcato con sole travi nude.

    Il software utilizzato permette, attraverso appositi comandi di prompt, di definire dallesterno le

    variabili da cambiare (in questo caso lunghezza e altezza delle travi principali e secondarie,

    dimensioni dei nodi ed entit della rotazione applicata ai nodi).

    Analogamente, per lanalisi non lineare sono stati utilizzati i seguenti modelli:

    - modello non lineare impalcato completo;

    - modello non lineare impalcato con travi nude.

    Rispetto al modello lineare sono aggiunte le armature (barre longitudinali e staffe) e cambia il

    legame costitutivo del calcestruzzo. Larmatura stata inserita allinterno delle sole travi

    secondarie in modo tale da non appesantire ulteriormente lelaborazione numerica. Nonostante

    questa scelta, a causa dellelevato tempo di implementazione, nel caso non lineare si scelto di

    analizzare i risultati di un solo tipo di impalcato e precisamente quello con campo di solaio di

    dimensioni 4000x4000 mm2 e con rotazione di circa 0,23 (0,004 rad) applicata ai nodi,

    considerato pi rappresentativo nella pratica costruttiva corrente.

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    33

  • Capitolo III Modellazione ed analisi numerica

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    34

    33..22 IInnttrroodduuzziioonnee aall ssooffttwwaarree AAnnssyyss Il software ANSYS, come tutti i programmi che implementano il metodo degli elementi finiti,

    costituito da due parti distinte che interagiscono tra di loro: il modellatore e il blocco di calcolo.

    Il primo viene utilizzato per la realizzazione del modello stesso, visibile direttamente

    dallinterfaccia grafica GUI (Grafic User Interface) attraverso la quale possibile visualizzare in

    secondo luogo anche i risultati implementati dal blocco di calcolo. LAnsys consente due

    modalit di lavoro: interattiva e batch. La modalit interattiva consiste nellintroduzione dei

    comandi da tastiera o nella selezione dei comandi direttamente dallinterfaccia grafica (fig. 3.3);

    essa preferibile per piccoli modelli poco complessi. La modalit batch consiste invece nella

    scrittura dei comandi in un file di testo avvalendosi del cosiddetto APDL (Ansys Parametric

    Design Language); il programma eseguir poi le istruzioni in sequenza durante la lettura del

    listato. In questo lavoro, trattandosi di un modello piuttosto complesso, stata utilizzata la

    modalit batch che d la possibilit di parametrizzare la procedura, in modo da poter

    modificare geometria e condizioni di carico, senza per questo dover ricostruire lintero modello

    per una nuova analisi.

    Nello svolgimento di una analisi agli elementi finiti si distinguono i seguenti ambienti di lavoro:

    1) Preprocessing;

    2) Solution;

    3) Postprocessing.

    La struttura dei men di ANSYS prevede proprio lo scrupoloso rispetto di queste fasi, al fine di una

    corretta interazione tra i due blocchi del programma e del raggiungimento di una soluzione coerente.

    PREPROCESSING In questo ambiente di lavoro viene costruito il modello in relazione ai parametri del sistema.

    Allinterno di questa fase i passi fondamentali sono:

    I. creazione della geometria;

    II. scelta del tipo di elemento;

    III. definizione propriet del materiale;

  • Capitolo III Modellazione ed analisi numerica

    IV. definizione costanti reali;

    V. definizione mesh;

    VI. imposizione vincoli;

    VII. imposizione carichi.

    La fase di creazione della geometria viene effettuata utilizzando il supporto CAD del modellatore.

    La gerarchia della modellazione pu essere di due tipi:

    o Bottom-up: si parte da primitive geometriche elementari per realizzare complessi volumi, si creano prima i keypoints, poi, a partire da questi, le linee e quindi le aree, e infine i volumi. E

    una tecnica particolarmente indicata per geometrie complesse;

    o Top-down: in questo caso invece, qualora la geometria fosse pi semplice, si parte da una figura predefinita in due o tre dimensioni (il programma fornir poi le aree, le linee e i keypoints

    associati). Le geometrie pi complesse si ricavano poi attraverso operazioni booleane e vari

    accorgimenti come cambi di workplane.

    Naturalmente le fasi di creazione della geometria possono essere realizzate in maniera interattiva

    e semplificata utilizzando linterfaccia grafica, come si pu vedere in figura 3.3.

    Fig. 3.3 - Metodi di creazione della geometria: bottom up e top down

    Tutto questo introducendo le istruzioni in modalit interattiva o batch come anche per le

    restanti fasi sopra elencate.

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    35

  • Capitolo III Modellazione ed analisi numerica

    SOLUTION Nellambiente solution possibile inserire i vincoli e i carichi se non lo si fatto nellambiente di

    preprocessing, oltre a scegliere il tipo di analisi da effettuare e impostare le opzioni della

    metodologia di calcolo e della soluzione per poter infine lanciare la simulazione.

    POSTPROCESSING Oltre al general postprocessing, dove si possono visualizzare graficamente per mezzo di mappe

    le deformate, ottenere dei filmati illustrativi, le liste delle soluzioni nodali e di tante altre

    informazioni, si ha a disposizione anche un time-history postprocessing, dove i dati relativi ai

    transitori vengono graficizzati e listati; inoltre possibile manipolare i dati per ottenere

    landamento di grandezze derivate. In generale tutta lanalisi gestita da un file con estensione

    .db (database). Il database collegato a una serie di altri file, tra i quali i pi importanti sono:

    - .log: file di testo contenente i comandi eseguiti, scritti secondo una certa sintassi. Si pu

    utilizzare per costruire il file di testo in ambiente command file, utile in caso di arresto

    inaspettato dellanalisi per controllare cosa lha determinata;

    - .err: file di testo contenente tutti i messaggi di errore e di warning incontrati nel corso

    dellanalisi;

    - .rst: file che contiene tutti i risultati, quello che occupa maggiore spazio sullunit disco;

    - .out: file di testo che contiene risultati particolari di una analisi.

    Vi sono poi tanti altri file di supporto che vengono creati per essere automaticamente utilizzati

    nelle fasi successive del calcolo (.esav, .emat, .osav, .rom). Molto spesso infatti gli algoritmi

    utilizzati comportano una complessit di calcolo tale che si rende necessario lottimizzazione

    mediante la creazione di questi file di appoggio. In generale, comunque, per controllare bene lo

    svolgimento dellanalisi conveniente lavorare in ambiente command file, sfruttando linterfaccia

    grafica come conferma della correttezza e delleseguibilit del file e per la manipolazione dei risultati.

    Questi ultimi possono essere facilmente esportati ed elaborati con fogli elettronici.

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    36

  • Capitolo III Modellazione ed analisi numerica

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    37

    33..33 MMooddeelllloo eellaassttiiccoo lliinneeaarree Come gi detto al paragrafo 3.1, per la realizzazione del modello elastico lineare, non sono stati

    utilizzati i comandi dellinterfaccia grafica, ma sono stati introdotti i dati dall esterno mediante

    listato. Nel seguito si riportano le varie fasi di implementazione del modello.

    Nella fase di preprocessing, il cui inizio associato al comando /PREP7, vengono definiti

    in ordine: gli eventuali comandi di prompt, le costanti, i tipi di elementi utilizzati e le relative

    caratteristiche, i materiali, la mesh, i vincoli e lentit della rotazione ai nodi.

    Dopo aver avviato la fase di preprocessing si procede alla definizione dei comandi di

    prompt utilizzando il comando *ask. Questa istruzione fa si che dopo aver caricato il listato

    compaia a video il form dove digitare il valore della variabile. In questo caso le variabili da

    inserire sono relative alla lunghezza di travi secondarie e principali e alla loro altezza e larghezza.

    Inoltre viene visualizzato nel form il valore di default.

    Per rendere poi il procedimento il pi generale possibile, stato considerato anche il caso di

    impalcato con travi a spessore di solaio mediante linserimento dellistruzione logica

    *IFTHEN *ELSE.

    Si sono poi specificate le costanti, quei valori cio che nel corso delle analisi non varieranno e

    che possono essere modificati solo entrando direttamente nel listato.

    Si procede quindi alla definizione dei tipi di elementi che verranno utilizzati per costruire

    il modello. In questo caso sono stati impiegati 3 elementi finiti diversi: il primo, denominato

    SOLID45, destinato alla discretizzazione dellintero impalcato; gli altri due vanno sotto il nome

    di TARGE170 e CONTA175 e permettono di avere un contatto rigido nel punto di applicazione

    dei vincoli impedendo loro di affondare nella mesh, e contemporaneamente di irrigidire le zone

    nodali. Lelemento viene inserito tramite il comando ET (element type) dove il numero dopo la

    virgola indica letichetta di riconoscimento dellelemento stesso.

    Si riporta una breve descrizione di tali elementi finiti.

  • Capitolo III Modellazione ed analisi numerica

    SOLID45: E usato nella modellazione tridimensionale ed definito tramite otto nodi ciascuno

    con tre gradi di libert: le traslazioni UX, UY, UZ, rispettivamente lungo x,y,z. I nodi, la

    geometria e il sistema di coordinate sono mostrate nella figura 3.4; nella tabella 5 sono riassunte

    le principali caratteristiche e propriet meccaniche [59]. Esiste la possibilit di modellare anche

    lortotropia di materiale specificando le caratteristiche nel sistema locale delle coordinate.

    Fig. 3.4 - Caratteristiche geometriche dellelemento Solid45

    Nodi I,J,K,L,M,N,O,P

    Gradi di libert UX,UY,UZ

    Propriet del materiale EX, EY, EZ, PRXY, PRYZ, PRXZ (o NUXY, NUYZ, NUXZ),

    ALPX, ALPY, ALPZ (or CTEX, CTEY, CTEZ o THSX, THSY, THSZ), DENS, GXY, GYZ, GXZ, DAMP

    Costanti reali HGSTF-controllo dell Hourglass di default pari a 1 ma che pu variare fino a 10

    Fluences FL(I), FL(J), FL(K), FL(L), FL(M), FL(N), FL(O), FL(P)

    Temperatura T(I), T(J), T(K), T(L), T(M), T(N), T(O), T(P)

    Carichi di superficie (pressioni)

    faccia 1 (J-I-L-K), faccia 2 (I-J-N-M), faccia3 (J-K-O-N), faccia 4 (K-L-P-O), faccia 5 (L-I-M-P), faccia 6 (M-N-O-P)

    Caratteristiche speciali Plasticity, Creep, Swelling, Stress stiffening, Large deflection, Large strain, Birth and death, Adaptive descent, Initial stress import Tab. 5 Caratteristiche Solid45

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    38

  • Capitolo III Modellazione ed analisi numerica

    TARGE170: viene utilizzato per rappresentare varie superfici 3D ed associato a elementi di

    contatto tra cui ritroviamo il CONTA175. Gli elementi di contatto stessi avvolgono gli elementi

    solidi che descrivono il confine di un corpo deformabile e sono potenzialmente in contatto con la

    target surface (superficie obiettivo) definita dal TARGE170. Questa superficie obiettivo

    discretizzata da un insieme di target segment elements (elementi-segmento di destinazione) ed

    associata alle relative superfici di contatto attraverso una costante reale. Sul target segment

    element si pu imporre qualsiasi traslazione o spostamento di rotazione, temperatura, tensione,

    potenziale magnetico, forze e momenti. I nodi, la geometria e il sistema di coordinate sono

    mostrate nella figura 3.5; nella tabella 6 sono riassunte le principali caratteristiche e le grandezze

    meccaniche [59].

    Fig. 3.5 Esempio di un contatto con elementi Targe e Conta

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    39

  • Capitolo III Modellazione ed analisi numerica

    Nodi I,J,K,L,M,N,O,P

    Gradi di libert UX,UY,UZ, TEMP, VOLT, MAG, (ROTX,

    ROTY, ROTZ solo per pilot nodes)

    Propriet del materiale NONE

    Costanti reali R1, R2

    Caratteristiche speciali Non linear, Birth and death

    Tab. 6 Caratteristiche Targe170

    CONTA175: pu essere utilizzato per rappresentare il contatto o lo scorrimento tra due superfici

    (o tra un nodo e una superficie o tra una linea e una superficie) in 2D o 3D. Questo elemento si

    trova sulla superficie del solido, beam e elementi shell. Il contatto si verifica quando lelemento

    di superficie penetra uno dei target segment elements (tra cui ritroviamo il TARGE170), su una

    determinata target surface.

    I nodi, la geometria e il sistema di coordinate sono mostrate nella figura 3.6 e nella tabella 7 sono

    riassunte le principali caratteristiche e le grandezze meccaniche [59].

    Fig. 3.6 Sistema di coordinate, nodi e geometria dellelemento Conta175

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    40

  • Capitolo III Modellazione ed analisi numerica

    Nodi I

    Gradi di libert UX,UY,UZ

    Propriet del materiale DAMP, MU, EMIS

    Costanti reali

    R1, R2, FKN, FTOLN, ICONT, PINB,

    PMAX, PMIN, TAUMAX, CNOF,

    FKOP, FKT, COHE, TCC, FHTG,

    SBCT, RDVF, FWGT, ECC, FHEG,

    FACT, DC, SLTO, TNOP, TOLS, MCC

    Caratteristiche speciali Nonlinear,Large deflection, Isotropic or orthotropic friction, Birth and death Tab. 7 Caratteristiche Conta 175

    A questo punto si specificano i valori del modulo elastico EX e il coefficiente di Poisson PRXY

    del calcestruzzo, dove il numero identifica il materiale a cui si vuole assegnare le propriet.

    Si passa poi alla definizione della geometria dellimpalcato mediante il metodo bottom-up.

    I costituenti elementari del modello vengono quindi introdotti in ordine di complessit: prima i

    keypoints o nodi chiave, poi le linee di collegamento dei keypoints, le aree delimitate dalle linee e

    infine i volumi racchiusi da tali aree. Questa successione deve essere rispettata necessariamente

    perch ogni elemento geometrico dipende da quello da cui nasce (non si possono cio definire

    delle linee senza aver prima specificato quali nodi esse andranno ad unire). Prima di passare alla

    descrizione del listato relativo a questa fase occorre chiarire le dimensioni delle strutture in gioco.

    I nodi di connessione trave-pilastro sono costituiti da un parallelepipedo di base 600x500 mm2

    (dimensioni del pilastro ipotetico) e altezza pari a 600 mm (altezza della trave principale); le travi

    principali hanno una sezione 300x600 mm2 e le travi secondarie hanno una sezione 300x500 mm2

    come mostra la figura 3.7.

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    41

  • Capitolo III Modellazione ed analisi numerica

    IMPALCATO CON TRAVI EMERGENTI Nodo Trave principale Trave secondaria 600x500x600 300x600 300x500

    Fig. 3.7 Dimensioni nodo di connessione e travi

    Limpalcato di solaio considerato costituito da una soletta di calcestruzzo alta 40 mm, travetti

    larghi 120 mm, posti ad un interasse di 500 mm, e pignatte di alleggerimento 380x200 mm2,

    come mostrato in figura 3.8.

    Fig. 3.8 Sezione solaio

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    42

  • Capitolo III Modellazione ed analisi numerica

    La parte di solaio compresa tra due interassi costituisce quindi un modulo di riferimento

    (modulo base) come mostrato in figura 3.9:

    Fig. 3.9 Modulo di base

    Di conseguenza per le travi secondarie, dirette longitudinalmente alla tessitura del solaio, ciascun

    travetto contribuisce alla fascia piena per 60 mm (fig. 3.10).

    Fig. 3.10 Sezione del solaio assieme alla trave

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    43

  • Capitolo III Modellazione ed analisi numerica

    Come ricordato in precedenza, la generazione dei keypoints regola quella delle linee e il comando

    K ci permette di stabilire il numero di identificazione e la posizione che servir al comando L per

    generare la linea. I comandi AL e VA seguono la stessa regola. La numerazione delle linee, delle

    aree e dei volumi automatica ma il verso lo decide loperatore. La loro visualizzazione a video

    riportata in figura 3.11. Dallimmagine si pu notare come la numerazione dei nodi, delle linee e

    delle aree segua sempre il senso orario rispetto agli assi longitudinali di ciascun elemento

    strutturale. Per il pilastro per esempio la numerazione ruota attorno allasse y. Il sistema di

    riferimento globale ha origine nellangolo in alto a destra del nodo1, lasse z punta nella direzione

    delle travi secondarie mentre lasse x in quella delle travi principali.

    Fig. 3.11 Numerazione keypoints e linee

    Per quanto riguarda la generazione del solaio si fa riferimento ad un modulo base di 500 mm e

    questo per facilitarne la modellazione: cos facendo sufficiente generare un modulo base per poi

    copiarlo in sequenza. Naturalmente le travi principali e secondarie assumono dimensioni multiple

    di tale modulo.

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    44

  • Capitolo III Modellazione ed analisi numerica

    La procedura seguita nel listato riassumibile nei seguenti punti (figura 3.12):

    1. definizione dei keypoints, delle linee e dellarea del singolo modulo;

    2. copia dellarea cos generata per un numero di volte pari al rapporto tra lunghezza

    della trave principale e la larghezza del modulo base;

    3. unione delle aree cos generate;

    4. estrusione in direzione perpendicolare dellarea dinsieme per una lunghezza pari

    a quella della trave secondaria per formare il primo volume dimpalcato di solaio;

    5. copia di tale volume sui tre campi di solaio rimanenti.

    1) 2) e 3)

    4) 5)

    Fig. 3.12 Procedura seguita per la costruzione del solaio

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    45

  • Capitolo III Modellazione ed analisi numerica

    A questo punto tutti i volumi sono stati generati e possono essere visualizzati come mostra la

    figura 3.12-5). Prima per di procedere alla discretizzazione in elementi finiti occorre renderli

    solidali altrimenti risulterebbero, durante lanalisi, completamente separati.

    Listruzione che ci permette di incollare tutti i volumi, il comando VGLUE. Lungo i contorni

    dintersezione vengono create delle linee di marcatura o connessioni come mostra la figura 3.13,

    che guidano il programma nella discretizzazione altrimenti indipendente da volume a volume.

    Fig. 3.13 Funzionamento del comando VGLUE

    Infine si passa alla discretizzazione vera e propria dellintero modello specificando il tipo di

    elemento utilizzato, il materiale, le eventuali costanti reali relative agli elementi stessi e la

    dimensione di riferimento della mesh. Tra le diverse opzioni di Ansys si scelta listruzione

    VSWEEP che permette di generare una mesh molto regolare e uniforme (figura 3.15). Il

    programma crea automaticamente la mesh su una faccia del volume, detta area fonte

    (source area) e la estrude verso larea obiettivo (target area) lungo lasse perpendicolare

    come mostrato in figura 3.14.

    Fig. 3.14 Funzionamento del comando VSWEEP

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    46

  • Capitolo III Modellazione ed analisi numerica

    Fig. 3.15 Mesh del modello elastico lineare

    I nodi trave-pilastro sono modellati con zone rigide, create con una procedura che utilizza gli

    elementi TARGE170 e CONTA175, che permette di assolvere contemporaneamente diversi

    compiti:

    1) simulare il confinamento al nodo dovuto allintersezione di travi e pilastro;

    2) trasferire le rotazioni (applicate ai nodi) agli elementi SOLID45, dato che questi

    non ammettono le rotazioni come gradi di libert;

    3) esplicare la funzione di contatto vero e proprio tra il punto di applicazione del

    vincolo e la zona circostante. In questo modo si evita che il vincolo sprofondi

    nella mesh, problema questo piuttosto frequente nei contatti punto-superficie o

    linea-superficie;

    4) evitare che attorno al punto di contatto con il vincolo si abbia una zona perturbata,

    con concentrazione di tensioni non rispondente alla realt.

    La procedura consiste nel generare dapprima un nodo principale detto master node (o pilot node),

    a cui faranno riferimento tutti gli altri nodi detti slave nodes (nodi schiavi).

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    47

  • Capitolo III Modellazione ed analisi numerica

    Gli slave nodes sono tutti collegati tra loro da un reticolo che costituisce la superficie di contatto

    (contact surface). Il TARGE170 associato al master node mentre il CONTA175 modella la

    contact surface.

    Fig. 3.16 Nodo rigido

    Lo stesso risultato si pu ottenere, in modo pi semplice, inserendo le zone rigide direttamente

    dall interfaccia grafica mediante il cosiddetto contact manager che permette di modellare e

    gestire un qualsiasi contatto.

    Per quanto concerne lapplicazione dei vincoli esterni e i cedimenti rotazionali, il sistema stato

    vincolato a terra con nove cerniere applicate ai master node, punti in cui garantito il contatto

    rigido. Le rotazioni ai nodi trave-pilastro sono applicate ai nove master node in modo tale da

    poter trasferire, mediante la rotazione di tutta la zona rigida, gli spostamenti al SOLID45 che non

    ammette gradi di libert rotazionali.

    Il modello elastico lineare completo si presenta come mostrato nelle figure di seguito riportate.

    Per la realizzazione del modello elastico lineare con sole travi nude stata utilizzata una

    procedura simile alla precedente, in cui si omette tutta la parte relativa alla costruzione,

    ripetizione ed estrusione dellarea del modulo di base, e successiva ripetizione del volume creato

    per gli altri campi di solaio.

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    48

  • Capitolo III Modellazione ed analisi numerica

    Fig. 3.17 Vista aerea del modello elastico

    Fig. 3.18 - Vista parte inferiore del modello elastico

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    49

  • Capitolo III Modellazione ed analisi numerica

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    50

    33..44 MMooddeelllloo nnoonn lliinneeaarree Il modello utilizzato per lanalisi non lineare nella geometria uguale a quello utilizzato

    nellanalisi lineare; presenta per delle sostanziali differenze a livello del comportamento del

    materiale calcestruzzo e nuovi elementi per descrivere le armature (barre longitudinali e staffe).

    Sono stati infatti introdotti due ulteriori elementi finiti: il SOLID65 e il LINK8, atti a simulare

    rispettivamente, il comportamento non lineare del calcestruzzo sia a compressione che a trazione

    e il comportamento delle barre di armatura. Per non aggravare eccessivamente lonere

    computazionale si deciso di utilizzare i due materiali sopra citati solamente nelle travi

    secondarie, essendo queste quelle direttamente interessate dalle condizioni di carico e di vincolo.

    Per gli altri componenti strutturali si trascurata la non linearit fisica ammettendo che essi

    rimangano in campo lineare mantenendo le stesse caratteristiche del modello visto in precedenza.

    Anche nel presente modello sono state ammesse zone rigide ai nodi di connessione definite con

    lo stesso metodo utilizzato per il modello elastico lineare. La figura 3.19 sintetizza gli elementi

    finiti utilizzati: elementi SOLID65 (colore celeste scuro) con inserimento e solidarizzazione del

    LINK8; elementi SOLID45 (colore celeste chiaro) a comportamento lineare e zone rigide (colore

    rosso).

    Fig. 3.19 - Vista spaziale del modello non lineare

  • Capitolo III Modellazione ed analisi numerica

    Il SOLID65 un elemento tridimensionale isoparametrico ad otto nodi capace di simulare la

    risposta non lineare del calcestruzzo armato, tenendo conto sia del comportamento non lineare

    nelle zone tese (cracking) che nelle zone compresse (crushing). La fessurazione o lo

    schiacciamento di un elemento iniziano quando una delle tensioni principali supera la resistenza a

    trazione o compressione del materiale e producono una ridistribuzione locale delle tensioni. E

    possibile visualizzare a video il cracking e crushing attraverso una simbologia specifica

    come mostra un esempio ritrovato in letteratura riguardante una trave in c.a. e riportato

    nella figura 3.20.

    Fig. 3.20 Esempio di simbologia per il cracking e il crushing

    In a) rappresentata la rottura a trazione (cerchi con la normale rivolta nella direzione della forza

    di trazione), in b) la rottura a compressione (ottagoni con la normale rivolta nella direzione della

    forza di compressione) e in c) quella per trazione diagonale (simbologia come in a)). Il SOLID65

    permette inoltre di simulare la presenza di armature diffuse al suo interno potendone specificare

    fino a tre tipi di materiale e lorientamento.

    Le caratteristiche del SOLID65 sono riassunte nella tabella 8.

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    51

  • Capitolo III Modellazione ed analisi numerica

    Nodi I,J,K,L,M,N,O,P

    Gradi di libert UX,UY,UZ

    Propriet del materiale EX, ALPX (or CTEX or THSX), PRXY or NUXY, DENS

    (for concrete) EX, ALPX (or CTEX or THSX), DENS (for each rebar)

    Costanti reali MAT1, VR1, THETA1, PHI1, MAT2, VR2, THETA2, PHI2, MAT3, VR3, THETA3, PHI3, CSTIF

    Fluences FL(I), FL(J), FL(K), FL(L), FL(M), FL(N), FL(O), FL(P)

    Temperatura T(I), T(J), T(K), T(L), T(M), T(N), T(O), T(P)

    Carichi di superficie (pressioni)

    faccia 1 (J-I-L-K), faccia 2 (I-J-N-M), faccia3 (J-K-O-N), faccia 4 (K-L-P-O), faccia 5 (L-I-M-P), faccia 6 (M-N-O-P)

    Caratteristiche speciali Plasticity, Creep, Cracking, Crushing, Large deflection, Large strain, Stress stiffening, Birth and death, Adaptive descent

    Tab. 8 Caratteristiche dellelemento SOLID65

    Per poter analizzare il comportamento evolutivo in campo post-elastico nelle travi secondarie

    stato necessario introdurre al loro interno le armature (LINK8) solidarizzate con il cls (SOLID65).

    In figura 3.21 sono riportati tre modi suggerite dalla letteratura per la discretizzazione delle barre.

    Nel caso a) le barre vengono rappresentate tramite elementi beam connessi con i nodi della mesh

    dellelemento solido del calcestruzzo. In questa maniera i nodi in comune vengono condivisi e le

    barre occupano la stessa area occupata dal calcestruzzo. Linconveniente di questa modellazione

    che la mesh del calcestruzzo condizionata dalla posizione delle barre e che il volume da esse

    occupato non viene sottratto da quello occupato dal calcestruzzo. Nel caso b) le barre sono

    immerse (embedded) negli elementi solidi indipendentemente dalla mesh del calcestruzzo e il

    modello viene costruito in modo tale che i loro spostamenti siano compatibili con quelli degli

    elementi solidi. In questo caso vengono superate le restrizioni del modello precedente grazie

    anche al fatto che la matrice di rigidezza delle barre viene valutata separatamente dagli stessi

    elementi solidi del calcestruzzo. Questa modellazione molto vantaggiosa quando larmatura

    Studio dellinterazione trave-solaio in situazione sismica

    52

  • Capitolo III Modellazione ed analisi numerica

    diventa complessa ma presenta degli svantaggi dal punto di vista computazionale in quanto il

    numero dei nodi e di conseguenza i gradi di libert del sistema aumenta considerevolmente. Nel

    caso c) le barre sono considerate uniformemente distribuite (smeared) allinterno degli elementi

    solidi in una definita regione della mesh. Naturalmente questo tipo di schematizzazione pi

    indicata per modelli su larga scala dove le armature non danno un significativo contributo alla

    risposta complessiva della struttura.

    Fig. 3.21- Modi di discretizzazione delle barre allinterno di elementi solidi

    Nel modello in esame si scelto di rappresentare le armature come nel caso a) e si assunto che

    ci sia perfetta aderenza tra acciaio e calcestruzzo e che non sia presente il fenomeno del bond-

    slippage. L elemento utilizzato per discretizzare le armature il LINK8, elemento capace inoltre

    di esplicare un comportamento plastico (fig. 3.22).

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    53

  • Capitolo III Modellazione ed analisi numerica

    Fig. 3.22 Elemento LINK8

    Le caratteristiche del LINK8 sono riassunte nella Tabella 9:

    Nodi I,J

    Gradi di libert UX,UY,UZ

    Propriet del materiale EX, ALPX (or CTEX or THSX), DENS, DAMP

    Costanti reali AREA area della sezione ISTRN tensione iniziale

    Fluences FL(I), FL(J)

    Temperatura T(I), T(J)

    Carichi di superficie (pressioni) nessuno

    Caratteristiche speciali Plasticit, Creep, Swelling, Large deflection, Large strain, Stress stiffening, Birth and death,

    Tab. 9 Caratteristiche del LINK8

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    54

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    55

    33..44..11 CCrriitteerriioo ddii rroottttuurraa ppeerr iill ccaallcceessttrruuzzzzoo Il criterio di rottura del calcestruzzo utilizzato dal software Ansys per il SOLID65 quello di

    Willam e Warnke [57], che per uno stato di sforzo pluriassiale pu essere espresso nella forma:

    0 SfF

    c

    dove F funzione delle tre tensioni principali , , xp yp zped S la superficie di rottura espressa in funzione delle tensioni principali e di cinque parametri:

    ft = tensione di rottura a trazione per il calcestruzzo fc = tensione di rottura a compressione

    fcb= tensione di rottura bi-assiale a compressione

    f1= tensione di rottura bi-assiale a compressione sotto uno stato di tensione idrostatica ahf2= tensione di rottura uni-assiale a compressione sotto uno stato di tensione idrostatica ah

    La superficie di rottura pu essere tuttavia espressa attraverso solo due dei suddetti parametri

    grazie alle seguenti relazioni:

    fcb=1.2 fc

    f1=1.45 fc

    f2=1.725 fc

    che valgono solo se ch f3

    dove h uno stato di tensione idrostatico definito come )(31

    zpypxp .

    Sia la funzione F che la superficie di rottura S sono espresse in termini di tensioni principali

    1 , 2 , 3 espresse dalle:

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    56

    1 = max( , , ) xp yp zp

    3 = min( , , ) xp yp zp

    e 321 .

    La rottura del calcestruzzo viene caratterizzata attraverso quattro domini di rottura che sono:

    1. 3210 (compressione - compressione - compressione) 2. 321 0 (trazione - compressione - compressione) 3. 321 0 (trazione - trazione - compressione) 4. 0321 (trazione - trazione trazione)

    33..44..22 LLeeggaammee ccoossttiittuuttiivvoo ddeell ccaallcceessttrruuzzzzoo Il legame costitutivo descritto da una curva multi-lineare ottenuta con inserimento dei punti

    principali (fig. 3.23).

    Fig. 3.23 Legame costitutivo del calcestruzzo in compressione

  • Capitolo III Modellazione ed analisi numerica

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    57

    Si prendono in considerazione i due parametri:

    la resistenza cilindrica a compressione cf la resistenza a trazione cf

    Per un calcestruzzo = 30 MPa ( = 33.5 MPa), con una resistenza cilindrica caratteristica

    pari a = 0.83Rck = 25 MPa e resistenza cilindrica media fcm = 0.83 Rcm = 28 MPa.

    ckR cmR

    ckf

    Per quanto riguarda la resistenza a trazione si considera il valore proposto dalla normativa

    italiana come resistenza a trazione per flessione:

    1.33027.02.127.02.1 3 23 2 ckcfm Rf MPa Il modulo elastico E verr assunto pari a 30.000 MPa e il coefficiente di Poisson v pari a 0.15 .

    33..44..33 LLeeggaammee ccoossttiittuuttiivvoo ddeellllaacccciiaaiioo I parametri necessari a definire il legame costitutivo dellacciaio sono i seguenti:

    modulo elastico tangente allorigine sE tensione di snervamento sy f modulo elastico tangente allinizio dellincrudimento shE deformazione di inizio incrudimento sh tensione massima maxsf deformazione al raggiungimento della tensione massima maxsf tensione di rottura su f deformazione di rottura su

    Nei pi importanti legami costitutivi presenti in letteratura le ultime due coppie di parametri

    vengono assunte coincidenti, ossia viene trascurato il ramo softening dellacciaio.

    Si devono quindi definire 6 parametri; per i 3 principali (fsy , fs max , esu) si assumono i valori

    utilizzati in [13]:

    535symf MPa 630max msf MPa

    24.0sum

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    58

    mentre per gli altri 3 parametri si fa riferimento ai seguenti valori:

    000.206sE MPa 000.2shE MPa

    02.0sh

    Il legame costitutivo dellacciaio (bi-lineare incrudente) ha landamento di figura 3.24.

    Fig. 3.24 Legame costitutivo dellacciaio

    33..44..44 DDeeffiinniizziioonnee ddeellllaa ggeeoommeettrriiaa ddeelllliimmppaallccaattoo Per lanalisi non lineare la geometria dellimpalcato definita mediante la procedura top-down

    gi descritta nel paragrafo 3.2.

    Il comando BLOCK permette di costruire un parallelepipedo inserendo le posizioni degli spigoli

    lungo lasse x, lungo lasse y e lungo lasse z. Una volta creato il primo nodo di connessione con

    il comando VGEN si generano gli otto nodi restanti. In modo analogo sono costruite le travi

    principali: prima creato il volume superiore con altezza pari allala della trave e larghezza totale

    comprensiva delle fasce piene, poi la parte inferiore con larghezza pari a quella dellanima e

  • Capitolo III Modellazione ed analisi numerica

    altezza pari a quella della trave detratta dellala. I due volumi sono poi sommati tramite il

    comando VADD, unendo le aree alle estremit della trave con il comando AADD per fare in modo

    che il comando VSWEEP possa poi individuare automaticamente larea fonte (source area) e

    larea obiettivo (target area). Lentit appena generata viene anchessa ripetuta con lausilio

    dellistruzione VGEN per creare quelle restanti.

    Lintera trave secondaria deriva invece dallunione di tre tronconi distinti, ciascuno dei quali

    definito con procedura analoga a quella utilizzata per le entit sopra descritte, al fine di poter

    ottenere una mesh pi rada al centro della trave e una pi fitta alle due estremit, entrambe con

    larghezza delle maglie pari al passo delle staffe. Infine il solaio costruito generando dapprima

    un parallelepipedo ad