TESI

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ALMA MATER STUDIORUM - UNIVERSITA' DI BOLOGNA SEDE DI CESENA FACOLTA' DI ARCHITETTURA CORSO DI LAUREA IN ATTUAZIONE E GESTIONE DEL PROGETTO IN ARCHITETTURA TITOLO DELL’ ELABORATO FINALE RIQUALIFICAZIONE FUNZIONALE ED ENERGETICA DELLA “CASA PARCHEGGIO” REALIZZATA DA AYMONINO A PESARO Elaborato finale in ELEMENTI COSTRUTTIVI E PROGETTAZIONE ESECUTIVA Relatore Presentato da Prof. Arch. Massimiliano Casavecchia Giacomo Cenerini Correlatore Prof. Arch. Ernesto Antonini Sessione Terza Anno Accademico 2007/2008

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RIQUALIFICAZIONE FUNZIONALE ED ENERGETICA DELLA “CASA PARCHEGGIO” REALIZZATA DA AYMONINO A PESARO

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ALMA MATER STUDIORUM - UNIVERSITA' DI BOLOGNA

SEDE DI CESENA FACOLTA' DI ARCHITETTURA

CORSO DI LAUREA IN ATTUAZIONE E GESTIONE DEL PROGETTO IN ARCHITETTURA

TITOLO DELL’ ELABORATO FINALE

RIQUALIFICAZIONE FUNZIONALE ED ENERGETICA DELLA “CASA PARCHEGGIO” REALIZZATA DA AYMONINO A PESARO

Elaborato finale in

ELEMENTI COSTRUTTIVI E PROGETTAZIONE ESECUTIVA

Relatore Presentato da

Prof. Arch. Massimiliano Casavecchia Giacomo Cenerini

Correlatore

Prof. Arch. Ernesto Antonini

Sessione Terza Anno Accademico 2007/2008

Indice:

Introduzione: ..............................................................................................................................Pag.4

– Finalità.....................................................................................................................................Pag.4

– Obiettivo..................................................................................................................................Pag.4

– Metodo e limiti....................................................................................................................... Pag.5

– Risultati attesi..........................................................................................................................Pag.5

Capitolo 1 - La scelta dell'edificio..............................................................................................Pag.6

– Cenni storici.............................................................................................................................Pag.6

– Le fonti....................................................................................................................................Pag.8

– Stato di conservazione.............................................................................................................Pag.9

Capitolo 2 - Il progetto di Aymonino......................................................................................Pag.10

– Tavola 1 (s.d.f. piante scala 1:100)

– Tavola 2 (s.d.f. prospetti e sezioni scala :100)

– Tavola 3 (s.d.f. pianta piano terra, quote e arredi scala 1:50)

– Tavola 4 (s.d.f. particolari costruttivi scala 1:20)

– Tavola 5 (s.d.f. abaco infissi scala 1:10)

Capitolo 3 - Individuazione delle criticità...............................................................................Pag.11

– Degrado delle superfici esterne, abaco patologie..................................................................Pag.11

– Degrado delle strutture in c.a, abaco patologie.....................................................................Pag.13

– Il problema dell'umidità, cause e conseguenze......................................................................Pag.14

– Ponti termici..........................................................................................................................Pag.17

– Efficienza dell'involucro edilizio s.d.f...................................................................................Pag.20

– Tavola 6 (prospetto anteriore, degrado delle superfici esterne)

– Tavola 7 (prospetto posteriore, degrado delle superfici esterne)

– Tavola 8 (Ponti termici s.d.f.)

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Capitolo 4 - Il progetto..............................................................................................................Pag.22

– Oggetto..................................................................................................................................Pag.22

– Scopo.....................................................................................................................................Pag.22

– Norme di riferimento.............................................................................................................Pag.22

– Descrizione intervento...........................................................................................................Pag.22

– Efficienza dell'involucro edilizio da progetto........................................................................Pag.24

– Tavola 9 (Sistema di raccolte acque p.int.)

– Tavola10 (Piano terra)

– Tavola11 (Piano primo)

– Tavola12 (Piano secondo/terzo)

– Tavola13 (Ponti termici progetto)

– Tavole14 (Prospetti)

– Tavole15 (Prospetti)

Capitolo 5 - La questione economica.......................................................................................Pag.25

– Stima intervento.....................................................................................................................Pag.25

– Efficienza dell'involucro edilizio stato di fatto (s.d.f.) - valutazione economica..................Pag.25

– Efficienza dell'involucro edilizio da progetto – valutazione economica...............................Pag.25

– Risparmio annuo....................................................................................................................Pag.25

– Verifica recupero investimento (periodo 10 anni).................................................................Pag.26

Capitolo 6 – Conclusioni...........................................................................................................Pag.27

Bibliografia................................................................................................................................Pag.29

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Introduzione

Finalità:

I fabbricati esistenti in genere non hanno accorgimenti di tipo tecnologico o strutturale che

guardano all'ottimizzazione del fabbisogno energetico dell'edificio stesso, infatti a seconda del

periodo in cui sono stati realizzati presentano problemi di natura diversa. Una nuova sensibilità nei

confronti del tema energetico porta, non solo a rivedere il modo di costruire, ma anche a rivisitare

l'esistente in maniera tale da diminuirne gli sprechi e aumentarne la vivibilità. Il tema diventa

ancora più significativo se l’oggetto d’intervento appartiene al patrimonio dell'architettura

contemporanea, dove accanto al problema tecnologico occorre confrontarsi con quello

compositivo. Perché questo avvenga, si deve analizzare lo stato di fatto dell'edificio, determinare,

utilizzando un modello di calcolo/simulazione, il comportamento energetico (e di conseguenza il

fabbisogno) dello stesso.

Evidenziare quali sono le anomalie e le lesioni dovute al tempo e azioni fisiche, quali:

- Infiltrazioni e muffe

- Distaccamenti e lesioni

- Stato di conservazione del manto di copertura

- Stato di conservazione dei serramenti

Fatto ciò si può pensare ad uno studio di riqualificazione funzionale ed energetica, tramite l'utilizzo

di soluzioni tecnologiche che guardino anche al rispetto della filosofia costruttiva.

Il tema diventa ancora più significativo se l’oggetto d’intervento appartiene al patrimonio della

architettura contemporanea, dove accanto al problema tecnologico occorre confrontarsi con quello

compositivo. Per questo motivo è stato individuato come testo l'edificio residenziale chiamato

"Casa parcheggio" progettato da Carlo Aymonino, alla fine degli anni 70, a Pesaro.

Obiettivo:

La tesi si propone di soddisfare i seguenti punti:

1) Analizzare la forma e la filosofia costruttiva del fabbricato cercando di capire il pensiero del suo

creatore.

2)Confrontare attraverso l'utilizzo di dati ed immagini lo stato di degrado dell'oggetto ed

individuarne le cause.

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3)Studiare un modo di risanare e riqualificare l'edificio senza modificare quelle che sono le linee

guida, come:

- Ottenere dopo la riqualificazione trasmittanze conformi a quelle prescritte alla normativa

vigente per pareti verticali opache, coperture e serramenti.

- Mantenere e/o ripristinare se possibile le geometrie originarie (posizioni e dimensioni

bucature, aggetti sporti, ecc.)

- Mantenere e/o ripristinare se possibile i trattamenti di superficie originari (materiali, colori,

ecc.)

- Mantenere e/o ripristinare se possibile sagoma e aspetto delle coperture originarie, compresi

gli eventuali sporti, gronde, cornicioni e materiali di finitura, compresi quelli dei manti di

copertura.

Metodo e limiti:

1) Data la modularità del fabbricato, si analizzerà una parte significativa, da terra a cielo.

2) Attraverso ricerche ed elaborati grafici si intenderà:

- Riqualificare l'oggetto nell'ottica del risparmio energetico, tenendo conto anche del fattore

economico;

- L'intero intervento dovrà riguardare l'involucro esterno e gli ambienti comuni, in maniera

tale da non costringere gli abitanti ad un trasferimento forzato, sempre se non

indispensabile.

- Individuare gli interventi, i materiali e le coloriture più idonee a salvaguardare l’integrità

architettonica del fabbricato;

- Se necessario, si effettuerà un minimo accenno a livello impiantistico;

3) Possibile utilizzo di programmi di calcolo per verificare, sulla base di ipotesi, la variazione del

consumo energetico prima e dopo l'intervento.

Risultati attesi:

La presente tesi si propone di evidenziare in maniera organica, sulla base anche di ipotesi, tutte le

fasi (studio, progetto, pensiero) che portano alla realizzazione di un modello per il miglioramento di

edifici esistenti.

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Capitolo 1

La scelta dell'edificio

Cenni storici:

Si tratta di un edificio realizzato da Aymonino tra il 1978 e

1981, denominato Casa-Parcheggio, che occupa

parzialmente quella che era l'area dove insisteva il Palazzo

Scattolari, e più precisamente tra via Mazza e via Bonamini,

nel centro storico di Pesaro. L'area, che era oggetto di

intervento prioritario da parte dell'Amministrazione

dell'epoca, presentava problemi sostanzialmente diversi e di

diversa scala, importanti anche sotto il profilo della

strategicità degli obbiettivi di politica urbanistica. L'area di

rilevanza storico-urbanistica, durante l'ultimo conflitto

mondiale fu soggetta a massicci bombardamenti che hanno

risparmiato solamente alcuni brani dell'antico impianto urbanistico. Su prescrizione della

Soprintendenza, in sede di approvazione del PP, fu imposta la conservazione di quella parte dei

resti monumentali del Palazzo Scattolari. L'area tuttavia era stata destinata ad accogliere l'intervento

pubblico per le abitazioni a rotazione nella prospettiva del diffuso ripristino del centro storico. Il

progetto quindi redatto nella forma di “Progetto di massima dell'area di Intervento Unitario” ai sensi

della normativa di Piano Particolareggiato, affrontò tre temi di progettazione particolari:

A) il ripristino morfologico dell'area

attraverso la riedificazione delle aree

rese libere a seguito degli interventi

bellici, con la ricostruzione dei tracciati

stradali, la creazione di spazzi aperti

colleganti il fabbricato di nuova

edificazione con l'edilizia destinata alla

conservazione/restauro;

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B) l'edificazione delle abitazioni parcheggio in linea con la strada, nel rispetto delle planivolumetrie

esistenti e senza intenti mimetici, affrontando il tema della dotazione del bene casa, necessaria alle

operazioni di recupero del centro storico;

oggetto del ripristino statico ed

C) il restauro di palazzo Scattolari

che, pur nella incertezza della

destinazione funzionale, diviene

estetico. Da progetto, particolare

cura è rivolta alle parti monche

degli indici di edificabilità consentiti,

prospettanti verso l'edificio di

nuova costruzione e verso gli spazzi

aperti pubblici. Maggior valore in

questo senso assume la previsione

di una serra da destinare ad orto

botanico, che chiude senza mimesi, i tronconi dell'edificio conservato.

Aymonino realizza un prospetto che interrompe la continuità degli edifici affaccianti su via Mazza,

recuperando però la larghezza originaria e gli allineamenti in via Bonamini, e al piano terra

l’allineamento originario su via Mazza. Oltretutto nel rispetto

mantiene volumetrie ed altezze adeguate ai fabbricati contigui. Tale allineamento è posto in

relazione con gli spazi interni attraverso un porticato che consente un uso più diretto e facile, sia

degli spazi alberati comuni che delle attrezzature sociali di Palazzo Scattolari.

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L'edificio della Casa Parcheggio, prevedeva da progetto originale, trentuno alloggi di diverse

imensioni, ed alcuni negozi e botteghe artigiane, oltre ai servizi del fabbricato ed una sala comune

rnale

ecc... Contrariamente da quanto atteso, il materiale trovato in un primo momento fa riferimento alla

versione primigenia di Aymonino, nella quale non veniva assolutamente menzionato il parcheggio

sotterraneo. Questo è il frutto di una variante successiva, della quale non se ne trova traccia nella

documentazione iniziale. Essendo il Comune di Pesaro il proprietario dell'immobile, per proseguire

nelle ricerche allo scopo di ottenere ulteriori informazioni quali progetti e relazioni originali, è

bastato recarsi presso gli uffici comunali, dove attraverso un modulo di domanda standard è stato

possibile prendere visione della documentazione e farne delle copie. In caso contrario i tempi e i

modi di reperimento del materiale sarebbero stati assai più lunghi e di più difficile attuazione.

d

per attività sociali. L'intervento oltre ad assolvere alla richiesta di abitazioni, doveva svolgere la

funzione di parcheggio per questa parte del centro di Pesaro.

Di tutto lo studio fatto da Aymonino, viene realizzato però solamente la parte adibita ad abitazioni

e parcheggi, cioè la parte di nuova edificazione, posta su via Mazza e via Bonamini, mentre ancora

oggi la restante parte dell'area (cioè il rudere di Palazzo Scattolari) è lasciata all'abbandono.

Le fonti:

Vista la notorietà dell'edificio e del suo autore si pensava non fosse difficile reperire informazioni

tramite testi di varia natura, come ad esempio testi universitari, riviste dell'epoca, articoli di gio

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Stato di conservazione:

Lo stato di conservazione nel quale versa il fabbricato ha influito notevolmente nella scelta di

questo, come oggetto di studio. Infatti l'alta presenza di anomalie causa danni all'aspetto e danni

funzionali. Questi poi hanno suscitato un vespaio nell'opinione pubblica locale. (cfr. articolo di

giornale “Il Messaggero”) La cittadinanza osserva che il degrado in cui versa il palazzo e tutti i suoi

annessi, è conseguenza di una possibilità di accesso troppo facile e allo stesso tempo di difficile

controllo, diventando rifugio della delinquenza pesarese. Nel progetto originario, come si può

evincere dall'articolo qui sotto riportato, era previsto un intervento di ben più vaste dimensioni che

comprendeva anche il restauro, mai eseguito, di quello che rimane di Palazzo Scattolari. Questa

incompletezza contribuisce senz'altro a determinare una situazione di degrado del complesso

compromettendone la vivibilità e la sicurezza.

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Capitolo 2

Il progetto di Aymonino

A differenza di altre strutture prese in considerazione, la casa parcheggio rappresenta un esempio di

architettura moderna di notevole importanza. Poterlo studiare offre la possibilità di sviluppare

soluzioni migliorative, che tengano conto della presenza di vincoli, dovuti al fatto che si è in

presenza di un manufatto che fa parte del patrimonio architettonico contemporaneo. Da questo ne

deriva che non si possono prendere in considerazione delle soluzioni standard, che andrebbero bene

per un anonimo edificio di edilizia residenziale. Prima di iniziare a formulare delle soluzioni è

necessario svolgere un accurato rilievo dello stato di fatto, sempre nell'ottica di un' ottimale

comprensione del manufatto. Ciò che è stato realizzato è di per sé interessante dal punto di vista

costruttivo, pensato da Aymonino come un enorme portico, sorretto da setti in cemento armato,

all'interno del quale sono stati ricavati 31 alloggi, disposti su 4 livelli e 2 laboratori/bottega,

intercollegati tra loro da un sistema di ballatoi e rampe di scale esterne. E' presente anche un

passaggio attraverso il porticato che permette l'accesso all'area retrostante e all'ascensore.

Osservando questi elementi si nota come Aymonino li abbia volutamente portati all'esterno,

facilitando oltremodo la leggibilità delle sue parti. (vedi Tavola 1/Tavola 2/Tavola 3).

Piano interrato: Locale adibito a garage, con 50 posti auto, al quale vi si accede tramite una rampa

carrabile da via Mazza, due scale di servizio e l'ascensore dalle zone comuni.

Piano terra: Serie di 8 appartamenti e locali adibiti a botteghe o laboratori, con ingresso

indipendente diretto sulla strada e piccolo scoperto retrostante. Un portico che permette il passaggio

da via Mazza al cortile interno e l'accesso ai piani superiori tramite rampe di scale, delle quali la

principale taglia trasversalmente parte del prospetto principale.

Piano primo: Serie di 9 appartamenti, disposti lungo un 1° ballatoio, che percorre in lunghezza

tutto l'edificio e al quale vi si accede tramite la rampa principale, o tramite una secondaria, posta più

interna al portico. Tutti gli appartamenti usufruiscono singolarmente di terrazzamenti, ricavati da

una porzione degli appartamenti sottostanti, aggettante verso la corte interna.

Piano secondo/terzo: Serie di 14 appartamenti, disposti lungo un 2° ballatoio con le stesse

caratteristiche di quello sottostante. Solo 5 di questi si sviluppano interamente sul piano, e

possiedono un terrazzo con le stesse caratteristiche di quelli sottostanti, mentre i restanti si

sviluppano su due livelli. Il primo è costituito dalla zona giorno, mentre il secondo, dalla zona notte

e terrazzi con affaccio su via Mazza.

Copertura: Di tipo piano con rivestimento in guaina bituminosa impermeabilizzante.

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Capitolo 3

Individuazione delle criticità

La presente analisi ha lo scopo di individuare, attraverso rilievi fotografici, quelli che sono i

fenomeni fisici e non che costituiscono il degrado dell'edificio.

Degrado delle superfici esterne, abaco delle patologie: (vedi Tavola 6/Tavola 7)

Alterazione cromatica: Si nota come sulle parti sottostanti a balconi, o altri elementi aggettanti, si

sia verificata un’alterazione del colore originale, con l’assunzione di un colore più scuro. Questo

però non pregiudica un peggioramento delle sue caratteristiche, ma modifica soltanto l’aspetto

estetico della facciata. La patologia è dovuta al fatto che le zone interessate sono poco esposta alla

luce solare, quindi l’acqua piovana non riesce ad asciugare ed

evaporare e ristagna all’interno della parete, alterandone il

colore.

Colonizzazione biologica: Si nota il degrado della superficie

dovuto a organismi vegetali. La presenza degli organismi è

causata perciò principalmente, da una scarsa esposizione alla

luce solare che provoca un ambiente umido, ideale per la

proliferazione degli organismi. Il degrado biologico è molto

spesso associato ad un degrado chimico-fisico del supporto

ed è in funzione soprattutto di fattori quali l’umidità, la luce,

la presenza d'acqua, di ossigeno,ecc.

Presenza di vegetazione: Il fenomeno della vegetazione

infestante ha origine quando sulle superfici esterne

dell'edificio sono presenti fessurazioni e/o cavità dove

vanno a depositarsi spore e semi.

Corrosione: Possiamo definirlo come un fenomeno di

degrado chimico superficiale, tipico dei metalli, che si

verifica per azione degli agenti atmosferici. Il fenomeno si

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manifesta in superficie, ma si propaga poi in profondità in quanto lo strato superficiale, degradato,

non è più resistente e compatto, ma poroso e facilmente fratturabile.

Degrado antropico: Dovuto a lavori di manutenzione,

a superfettazioni, o ad atti vandalici.

Dilavamento: Si tratta di una modificazione

dell’aspetto dovuta all’asportazione di materiali o

pigmenti da parte dell’acqua che scorre sulla superficie

verticale. Il fenomeno è reso particolarmente evidente

per il forte contrasto cromatico determinato dalla

presenza di patine nerastre costituite da deposito

carboniosi e pulviscolo atmosferico che non sono

interessate dal ruscellamento. Spesso il dilavamento

della superficie, è anche associato a fenomeni di

erosione e disgregazione.

Disgregazione del rivestimento esterno:

Si tratta di una decoesione caratterizzata da

distacco di granuli o cristalli sotto minime

sollecitazioni meccaniche . Il fenomeno è spesso

riferito alle superfici per azione dei fenomeni di

erosione, determinati dalla presenza dell’acqua

(umidità). Spesso avviene una polverizzazione

del rivestimento, specie per gli intonaci, che si

presenta in concomitanza con altre anomalie,

quali l’esfoliazione della pitturazione (soprattutto

se questa è del tipo a pellicola sintetica) o di

strati di intonaco che posseggono caratteristiche

meccaniche, di diffusione del vapore e di

assorbimento idrico sensibilmente diverse dal supporto.

Incrostazione: In generale per incrostazione si intende un deposito aderente al supporto, composto

principalmente da sostanze inorganiche di tipo calcareo o solfatico, formante uno strato superficiale

di alterazione, duro, fragile, di morfologia diversa dal materiale originario e di colore diverso,

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generalmente biancastro. Inoltre in ambienti particolarmente inquinati le incrostazioni assumono

colorazione scura. Talvolta l’incrostazione può essere interessata anche dalla presenza di patina

biologica, poiché la zona di umido e sporco che si viene a formare è terreno fertile per la

formazione di microrganismi. L’incrostazione si differenzia dal semplice deposito superficiale per

l’adesione del primo con il supporto. Il deposito è infatti facilmente removibile mentre per la

rimozione dell’incrostazione è necessaria un’azione meccanica. Questo fa sì che la superficie al di

sotto del deposito si mostri intatta, mentre l’asportazione dell’incrostazione implica perdite

infinitesimali di materia. La crosta nera è uno stadio di avanzamento del fenomeno, che avviene

quando l’incrostazione agisce chimicamente con il materiale. La crosta comporta quindi

inevitabilmente perdita di materia e lo strato sottostante si presenta fortemente degradato. Il

bagnamento è tale da permettere la formazione di macchie scure connesse, come detto in

precedenza, alla crescita di muschi o licheni o altre forme di vita.

Mancanza: Generalmente il termine mancanza si usa per indicare la caduta e la perdita di

materiale; Si differenza dal “distacco”, con il quale si intende un modificazione della continuità, ma

presuppone che il materiale sia ancora in opera. In gergo si usa anche l'espressione

"scartellamento", intendendo con esso, l'effetto del distacco dal supporto di porzioni importanti del

rivestimento (intonaco o altro) di facciata.

Degrado delle strutture in c.a., abaco delle patologie: (vedi Tavola 6/Tavola 7)

Fenomeni di degrado del c.a.: I fenomeni di degrado sono in

genere di tipo superficiale e interessano per lo più elementi

facciavista, spesso può anche provocare riduzione delle

capacità portanti di elementi strutturali, al punto da richiedere

pesanti interventi di integrazione o anche, in taluni casi, totali

demolizioni. Le superfici più soggette a degrado, sono quelle

esposte a livelli di umidità relativa intorno al 60%. Gli elementi

metallici più sottoposti a ossidazione, sono ovviamente quelli

più superficiali, ovvero le staffe. Ciò può risultare

particolarmente grave in quanto purtroppo, nelle costruzioni più vecchie, le staffe sono in genere in

quantità insufficiente già in fase di costruzione.

Degrado da gelo e disgelo: Le condizioni indispensabili, perché il calcestruzzo subisca il degrado

sotto l’azione del gelo e del disgelo, sono l’alternarsi della temperatura ambiente attorno a 0°C, la

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presenza di umidità all’interno del cemento e l’assenza di microbolle di aria inglobate nella pasta

cementizia. Il procedere del degrado dipende ovviamente dalla qualità del calcestruzzo e cioè dalla

porosità, dalla distribuzione dei pori, dalla permeabilità, dalla resistenza meccanica, nonché da

fattori esterni quali il numero dei cicli di gelo e disgelo, la velocità di raffreddamento e le

temperature raggiunte. Il danno è legato all’aumento di volume dovuto alla formazione di ghiaccio

che provoca sforzi sul calcestruzzo. In genere si migliora notevolmente il comportamento del

calcestruzzo rispetto a questa azione, tramite la presenza, al suo interno di microbolle d’aria,

disposte in modo omogeneo. Se queste, infatti, vengono introdotte nell’impasto, l’acqua che viene

espulsa dai pori capillari, dove si sta formando il ghiaccio, entrerà nelle bolle d’aria adiacenti, non

facendo raggiungere alla pressione idraulica valori tali da degradare la pasta di cemento. Un modo

semplice ed efficace, che permette di introdurre queste bolle, è quello di usare in fase di impasto un

additivo aerante.

Espulsione: La corrosione delle armature di

elementi in calcestruzzo, si può evolvere fino al

loro affioramento con l’espulsione del copriferro

prodotta dall’espansione dell’ossido generato.

Salvo il caso in cui le armature già affiorino dalla

superficie del calcestruzzo, per errori di

realizzazione o per l’asportazione del copri ferro,

l'espulsione, dovuta ad urti o a corrosione, è

generalmente preceduta dall’alterazione del

calcestruzzo per carbonatazione. Tale fenomeno,

causa la progressiva riduzione del suo naturale potere protettivo nei confronti dell’acciaio in esso

inglobato. Una volta terminato il processo di carbonatazione, le barre di acciaio di armatura sono

soggette alla corrosione da parte dell’ossigeno libero, o disciolto nell’acqua assorbita dal

calcestruzzo. Il difetto, alla base del fenomeno, può essere interpretato come un’inefficace

dimensionamento della protezione offerta dal copriferro, troppo sottile o troppo permeabile

all’acqua ed all’anidride carbonica.

Il problema dell'umidità, cause e conseguenze: (vedi Tavola 6/Tavola 7)

Le abitazioni, sia moderne che storiche, sono potenzialmente soggette ogni giorno all’aggressione

dell’umidità. Risolvere questo inconveniente non è sempre cosa facile.

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Sostanzialmente, alla base del problema, esistono 4 cause principali che possono agire

distintamente o parzialmente insieme, a seconda dei casi. L’umidità è dunque distinta in:

Meteorica: è dovuta all’acqua piovana che bagnando la

parete esterna penetra nella muratura anche per tutto il

suo spessore;

Da condensa: si forma per la differenza di temperatura

tra l'ambiente interno e la “parete fredda”, per effetto

della diversa conducibilità termica e porosità dei

materiali. Si può però anche avere condensa di tubazioni

sottotraccia;

Da infiltrazione: può dipendere dalla presenza di falde

acquifere o da cause impreviste (rotture di tubazioni, fognature, ecc.);

Da risalita (o ascendente): proviene dal terreno

(tipicamente falde freatiche) e risale nelle

murature per capillarità.

Le prime tre cause sono episodiche, legate ad

eventi stagionali e straordinari. L'umidità da

risalita capillare è invece un fenomeno che si

manifesta costantemente durante tutto il corso

dell'anno ed interessa vastissime zone del nostro

Paese.

Queste cause sono diagnosticabili con certezza

solo attraverso una misurazione strumentale,

potendo con questa ottenere dati oggettivi relativi

all’intensità e alla localizzazione dell’acqua, in

superficie o in profondità, che non sono percepibili ad occhio nudo. Ad ogni modo, giusto a titolo

indicativo, le più comuni “cause/effetti” danno luogo a:

-Macchie persistenti sul pavimento (umidità ascendente dal sottosuolo).

-Macchie persistenti sulle pareti dal pavimento in su (umidità ascendente dal sottosuolo).

-Forte erosione dell’intonaco nella parte centrale o alte delle pareti.

-Velatura generale e leggera, uniformemente distribuita (umidità da condensazione).

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-Macchie isolate, variabili di tono da un giorno all’altro (umidità alternata da materiali isolati;

umidità da condensazione).

-Erosione leggera dell’intonaco in basso, subito sopra il pavimento (umidità da condensazione; più

raramente, leggera umidità ascendente).

-Efflorescenze del cosiddetto "salnitro" estese a cordone o a macchia (umidità da penetrazione di

pioggia, ma prevalentemente dall’ascendente).

-Efflorescenze di salnitro su mattoni isolati (non è un segno sufficiente per diagnosi di umidità).

-Muffe (da qualsiasi tipo di umidità anche minima coadiuvata anche da ristagno d’aria, scarsezza di

luce solare, presenza di base organica).

Gli ambienti che maggiormente soffrono del problema dell’umidità sono le mansarde, i sottotetti, le

cantine e in genere i locali con muri controterra.

Danni igienici. Muri umidi significa ambiente umido, cioè malsano. L'acqua che evapora dalle

murature o dai pavimenti, trasferendosi nell'atmosfera dei locali, crea tassi di umidità relativa molto

alti e da luogo a situazioni igienico-ambientali assolutamente nocive per le persone che vivono o

lavorano, specie per quelle sofferenti di problemi respiratori e artriti. Inoltre, le murature umide

creano problemi di isolamento termico: un muro umido rispetto ad un muro asciutto, perde dal 30 al

50% del suo potere isolante, per cui a causa di questa dispersione di calore, si deve ricorrere ad un

maggiore costo energetico per riscaldare adeguatamente l'ambiente.

Danni estetici. E' chiaro che un ambiente attaccato dalle muffe e dai funghi, in cui inoltre l'intonaco

sia macchiato dai sali, è assolutamente sgradevole anche dal punto di vista estetico.

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Ponti termici:

Da una prima analisi si è appurato che la struttura dell'edificio in questione è costituita da un telaio

in c.a. A prima vista si potrebbe affermare che non vi è nulla di strano, anche perchè questa è una

tipologia costruttiva comune. In verità è proprio questo modo di costruire che oggi ci obbliga a

rivedere il nostro patrimonio edilizio, nell'ottica del risparmio energetico. Questa mia riflessione è

frutto della constatazione delle criticità dell'edificio stesso, infatti questo sistema costruttivo ha dato

origine a numerosi ponti termici, i quali non sono altro che, considerando le caratteristiche ed il

comportamento termico dei materiali, massicce dispersione di calore verso l'esterno. Nel nostro

caso, come nella maggior parte, i ponti termici si vengono a verificare nei bancali delle finestre, nei

nodi strutturali, lungo le travi e i pilastri. Attraverso l'utilizzo di software, nel rispetto dei metodi

preposti nella tesi, ho realizzato esempi che riguardano ponti termici assai diffusi nella struttura.

Impostando un ipotetico range di temperatura, che va da -5°C(esterno) a 20°C(interno), cioè nelle

peggiori condizioni climatiche che si potrebbero avere d'inverno e rapportandolo all'attuale

situazione del fabbricato, ipoteticamente parlando, l'involucro avrebbe il seguente comportamento.

Cioè, dalla variazione di colore verifichiamo la variazione di temperatura attraverso i vari strati di

cui è composto il pacchetto murario.

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Particolare muro pilastro

Legenda:

1. Pilastro in c.a. (20x20cm)

2. Intonaco di sabbia e cemento

3. Blocchi 21 fori

4. Intonaco di calce e gesso

5. Forati da 8cm

6. Strato di materiale isolante

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Particolare muro setto in c.a.

Legenda:

1. Pilastro in c.a. (20x20cm)

2. Intonaco di sabbia e cemento

3. Blocchi 21 fori

4. Intonaco di calce e gesso

5. Forati da 8cm

6. Strato di materiale isolante

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Efficienza dell'involucro edilizio s.d.f.

Una volta raccolte le informazioni dimensionali dell’edificio, quelle sulle caratteristiche

termodinamiche dell’involucro e dopo aver quantificato le dispersioni da ponti termici lineari

(1874,78 W/K), ho potuto eseguire il calcolo del fabbisogno energetico dell’edificio. A questo

scopo è stato utilizzato il software prodotto dall’Agenzia CasaClima di Bolzano, poiché permette

l’inserimento del dato esatto del flusso termico dei ponti termici (p.t.), calcolato a parte e mostrato

precedentemente.

Il fabbisogno energetico fornito dal programma, in kwh/mq anno, si riferisce alla necessità di

energia primaria per il riscaldamento invernale. Il risultato di 155,07 kwh/mq a, secondo lo schema

proposto da Casa Clima, pone l’edificio nella classe energetica F, un risultato che denota

l'inadeguatezza dell'edificio nei confronti dei limiti normativi. Fondamentale è notare come

l'incidenza dei ponti termici influisca sul fabbisogno energetico di circa il 35% (in assenza di p.t. il

fabbisogno sarebbe di 115 kwh/mqa).

Alla luce di ciò posso affermare che la priorità di questo progetto sarà quella di intervenire

sull'involucro dell'edificio, nel rispetto dei vincoli preposti, cercando di limitare il problema delle

dispersioni dell'involucro ed in particolare dei p.t.

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20 20

Capitolo 4

Il progetto

Oggetto:

Serie di interventi integrati finalizzati all'adeguamento/ miglioramento, incremento prestazionale, o

modernizzazione dell'edificio denominato “Casa parcheggio”, costituiti da:

• interventi di recupero, che consentano di far fronte ai sopraggiunti decadimenti prestazionali

• interventi di riqualificazione, tesi a fornire nuove qualità e prestazioni originariamente non

previste

L’obsolescenza, sia fisica che funzionale dell'edificio in questione, richiede interventi di recupero

necessari sia per far fronte a sopraggiunti decadimenti prestazionali, sia per garantirne

l’allineamento, dove sia possibile, rispetto al quadro normativo.

Scopo:

Riqualificazione dell'edificio denominato “Casa parcheggio”, attraverso:

• l'intervento su quelle che sono le anomalie dovute alle diverse forme di degrado.

• l'individuazione di tutte le azioni tecniche che hanno come finalità quella dell'incremento

prestazionale e qualitativo dell'involucro esterno.

Considerando anche che:

• non è previsto l'allontanamento temporaneo degli inquilini

• deve essere preso in massima considerazione il rispetto delle linee guida dell'architettura, e degli

elementi caratteristici dell'edificio.

• deve essere data importanza al fattore economico in fase di progetto

Norme di riferimento:

• Dlgs 192/05

• Dlgs 311/06

Descrizione intervento:

Alla luce dei dati evidenziati nella fase di rilievo, si è appurato che le soluzioni più valide, anche dal

punto di vista economico, sono:

• Realizzazione di un vespaio areato nell'autorimessa, con la funzione di parziale difesa dalla risalita

capillare dell'umidità. A questo va integrato un sistema di raccolta delle acque, costituito da canali

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posti perimetralmente, tubazioni e pozzetti per il deflusso. Le acque dovranno essere raccolte in una

vasca di accumulo, da dove poi verranno pompate nella rete fognaria. Questo tipo di intervento non

risolve sicuramente il problema delle infiltrazioni introdotto in precedenza, ma ne limita

efficacemente l'azione, considerando anche che intervenire più direttamente comporterebbe una

spesa molto più gravosa. (vedi Tavola 9)

• Rimozzione di tutte le superfettazioni, causa del degrado antropico quali, antenne satellitari dai

balconi, tettoie e tendaggi di vario genere e natura, canne fumarie esterne (estranee al progetto

originale) e graffiti.

• Rifacimento degli elementi in c.a. visibilmente deteriorati con ripristino del copriferro.

• Demolizione e rifacimento delle pavimentazioni dei ballatoi e dei terrazzi, con conseguente

ripristino, dell'isolamento, del manto impermeabilizzante, del massetto pendenziato e della

pavimentazione.

• Demolizione del manto di copertura esistente, con rifacimento del medesimo comprendente, la

realizzazione di uno strato isolante costituito da un doppio strato di pannelli di polistirene estruso

(10cm cad.), di un massetto pendenziato più rete elettrosaldata e una doppia guaina

impermeabilizzante.

• Rimozione e sostituzione degli infissi in alluminio con infissi in PVC e vetrocamera basso

emissivi (U=1,4 W/mqK), con forma e dimensioni tali da riproporre il disegno dei serramenti

originari. (vedi Tavola 12)

• Realizzazione di un cappotto isolante costituito pannelli in legno mineralizzato, legato con

cemento Portland ad alta resistenza, accoppiato con pannelli di polistirene estruso (spessore 8cm),

completo di ogni altro accessorio per la sua corretta posa in opera, intonacato e ritinteggiato

riproponendo le cromie originarie. Il cappotto andrà a rivestire l'intero edificio variando di spessore

a seconda delle esigenze, nel rispetto dei vicoli prefissati. (vedi Tavola 10/11/12)

• Installazione di scossaline metalliche, a protezione dei muri e dei parapetti dei terrazzi dai danni

provocati dalle precipitazioni atmosferiche. (vedi Tavola 12)

• Sono previste inoltre “opere di aggiustamento estetico”, sempre nell'ottica del rispetto

dell'architettura. Per fare ciò sono state prese decisioni e adottate soluzioni che potrebbero essere

definite minimali o assenti. Questo è dovuto al fatto che, vista l'entità degli interventi, rapportati al

beneficio energetico, al mantenimento dell'architettura originaria e al fattore economico, sono

risultati non convenienti.

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Efficienza dell'involucro edilizio da progetto:

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Capitolo 5

La questione economica

Il presente capitolo ha lo scopo di redigere un' ipotesi di stima dell'intervento, per poi prevedere, se

possibile nell'arco di 10 anni, il ritorno dell'investimento, rapportandolo con il risparmio ottenuto

dal miglioramento energetico dell'edificio.

Stima intervento:

• Opere provvisionali (ponteggi ecc.)............................................................................euro 70.000,00

• Demolizioni (pavimentazioni terrazzi e manti di copertura)......................................euro 25.000,00

• Rimozioni (vecchi infissi, ecc.)...................................................................................euro 8.600,00

• F.p.o. di tutti i materiali per vespaio e ripristino di coperture e terrazzi.....................euro100.000,00

• Fornitura e posa in opera di nuovi infissi....................................................................euro220.000,00

• F.p.o. di tutti i materiali per la realizzazione di cappotto isolante..............................euro130.000,00

• Fornitura e posa in opera di scossaline metalliche......................................................euro 15.000,00

TOTALE STIMA euro568.600,00

Efficienza dell'involucro edilizio stato di fatto (s.d.f.) - valutazione economica:

• Fabbisogno energetico s.d.f. = 155,07 kwh/mq a

• Fabbisogno energetico s.d.f. annuo = 336.970 kwh

• Consumo di gas s.d.f. annuo = 33.697 mc

• Costo energetico s.d.f. annuo = 21.229,11 euro

Efficienza dell'involucro edilizio da progetto – valutazione economica:

• Fabbisogno energetico da progetto = 61,88 kwh/mq a

• Fabbisogno energetico da progetto annuo = 134.564,25 kwh

• Consumo di gas da progetto annuo = 13.456,42 mc

• Costo energetico da progetto annuo= 8.477,54 euro

Risparmio annuo = Costo energ. s.d.f. annuo - Costo energ. da progetto annuo = 12.751,57 euro

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Verifica recupero investimento (periodo 10 anni):

Attualizzazione del risparmio = Risparmio annuo/(1+tasso d'attualizzazione)^n°anni

Tasso d'attualizzazione 5%

Attualizzazione del risparmio ANNO1 ANNO2 ANNO3 ANNO4 ANNO5 ANNO6 ANNO7 ANNO8 ANNO9 ANNO10

Risparmio annuo 12751,57 12751,57 12751,57 12751,57 12751,57 12751,57 12751,57 12751,57 12751,57 12751,57

Risparmio annuo attualizzato 12144,35 11566,05 11015,29 10490,75 9991,19 9515,42 9062,3 8630,76 8219,78 7828,36

Risparmio totale anno per anno 12144,35 23710,4 34725,69 45216,44 55207,62 64723,04 73785,35 82416,11 90635,89 98464,24

Totale stima = euro 568.600,00

Contributi statali, detrazione del 55% (D.M. 11-03-2008) = euro 312.730,00

Importo residuo investimento = euro 255.870,00

Alla luce delle considerazioni sopra esposte, si può affermare che l'importo residuo

dell'investimento, non è recuperabile nell'arco di tempo prefissato di 10 anni.

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Capitolo 6

Conclusioni

Lo scopo della tesi, dichiarato in apertura, era quello di evidenziare, sulla base di ipotesi, tutte le

fasi (studio, progetto, pensiero) che avrebbero portato alla realizzazione di un modello per il

miglioramento di edifici di pregio storico e architettonico.

A tale scopo, sono state intraprese tutte le analisi e le verifiche necessarie al soddisfacimento di

quanto prefissato, come presupposto dalla tesi.

Il percorso intrapreso, per giungere ad una soluzione progettuale in linea con il tema posto, è frutto

di vaste ed approfondite ricerche di tipo storiografico e scientifico, volte ad accogliere la vera natura

dell'edificio e delle sue condizioni.

Durante le varie fasi di elaborazione, si sono effettuati studi di fattibilità di varie soluzioni possibili,

valutando anche quelle che potevano risultare non completamente in linea con le direttive tracciate,

come ad esempio:

• Sostituendo interamente alcuni tratti di muratura con materiali più performanti

• Realizzando una facciata vetrata prospicente via Mazza

• Riducendo le infiltrazioni al piano interrato, realizzando uno scavo perimetrale esterno all'edificio,

da colmare con un sacco drenante

Tra le possibili soluzioni adottabili, è stata scelta quella che a parità del soddisfacimento delle

prescrizioni normative, rispettava i vincoli della tesi, risultando inoltre meno invasiva e più

rispettosa dell'architettura esistente.

La soluzione adottata sugli elaborati progettuali, risulta approfondita in modo tale da poter costituire

un progetto di riqualificazione dell'edificio, come descritto nei capitoli precedenti.

Si è posto particolare cura nel risolvere nel modo più puntuale possibile, se non del tutto o almeno

in parte, i problemi e i difetti riscontrati nel fabbricato in oggetto.

Alla luce degli elaborati redatti e delle analisi svolte, per determinare il fabbisogno energetico

dell'edificio prima dell'intervento (155,07 kwh/mq a) e dopo (61,88 kwh/mq a), ci si pone la

seguente domanda:

La soluzione adottata per la riqualificazione del fabbricato denominato “Casa Parcheggio”

risulta conveniente?

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La risposta a tale quesito non può essere univoca, perchè sebbene dal punto di vista economico

risulti evidente che l'investimento non sia ammortizzabile nel periodo ipotizzato di 10 anni, dal

punto di vista energetico si è ottenuto un notevole miglioramento (circa il 60%). Infatti, il valore

calcolato del nuovo fabbisogno energetico, conseguente alle modifiche ipotizzate e pari a 61,88

kwh/mq a, risulta inferiore al limite massimo stabilito dal Dlgs. 311/06, che prevede per la zona di

Pesaro e nel particolare per questo edificio, il valore limite di 74,3 kwh/mq a, il che unito alla

ristrutturazione generale dell'edificio, comporta un' aumento sensibile del valore economico

dell'immobile stesso.

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Bibliografia

-P. Pedeferri (1994). “Linee Guida per il Ripristino e la Protezione di Strutture in C.A. danneggiate

dalla corrosione” - “La corrosione delle strutture in c.a.”

-Riccardo Forte (12 marzo 2004).”Il restauro del Moderno”

-Mario Losasso . “Interventi di retrofit energetico” -”Progetti di retrofit energetico innovazione

tecnologica e progettazione partecipata per il risparmio energetico” Università degli Studi di Napoli

Federico II

-Conforti “Intervento unitario di palazzo Scattolari e Casa Parcheggio a Pesaro”

-Priori “Carlo Aymonino”-“Casa parcheggio Pesaro”108

-Casabella (1980) “Casa Parcheggio sull'area di Palazzo Scattolari”-”Carlo Aymonino per il

progetto di restauro (1979-80)” 32

-Sapere 2000 edizioni multimediali “Manuale dell'architetto”

-Il Messaggero (4 marzo 2008) “Case popolari nel degrado nuove accuse al comune”

-Costruire 306 X 08 “Dossier” - “L'edilizia residenziale sociale d'autore” 68

-Leonardo Di Leo “Il problema dell'umidità, cause e soluzioni”

-Esmond Reid (2007) ”Capire gli edifici” - “Un approccio multidisciplinare” Zanichelli

-Edward Allen (1997) “I fondamenti del costruire” - “I materiali, le tecniche, i metodi” McGraw-

Hill

-Bruno Zevi (1993) “Linguaggi dell'architettura contemporanea” Etaslibri