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1 Terzo Millennio – periodico on line per l’organizzazione dei moderati ANNO XVII Terzo Millennio n.37 – Lunedì 10 ottobre 2011 “Fête du pain à Ransart (Charleroi – Belgio) Con Eric Massin , Jacques Van Gompel , Eliseo Di Tommaso, Elio Paolini , Cristina Damiani, Fabienne Prévinaire , Marc Parmantier e Licio Di Biase . Grande e bella manifestazione a Ransart (Charleroi, in Belgio), sabato 8 ottobre, con la partecipazione di Eliseo Di Tommaso, panettiere di S. Eufemia a Maiella e Licio Di Biase. Pane e olio, pizza appena sfornata, formaggi e salumi e vino abruzzese. E con l’ausilio di Nino, del caseificio di S. Eufemia e Paolo. Una marea di gente e non solo italiana. Tanti belgi e gente di altre nazionalità tutti attratti dai prodotti della nostra Regione.

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Terzo Millennio – periodico on line per l’organizzazione dei moderati

ANNO XVII Terzo Millennio n.37 – Lunedì 10 ottobre 2011

“Fête du pain à Ransart (Charleroi – Belgio) Con Eric Massin, Jacques Van Gompel, Eliseo Di Tommaso, Elio Paolini, Cristina Damiani, Fabienne Prévinaire, Marc Parmantier e Licio Di Biase. Grande e bella manifestazione a Ransart (Charleroi, in Belgio), sabato 8 ottobre, con la partecipazione di Eliseo Di Tommaso, panettiere di S. Eufemia a Maiella e Licio Di Biase. Pane e olio, pizza appena sfornata, formaggi e salumi e vino abruzzese. E con l’ausilio di Nino, del caseificio di S. Eufemia e Paolo. Una marea di gente e non solo italiana. Tanti belgi e gente di altre nazionalità tutti attratti dai prodotti della nostra Regione.

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11a Settimana della Lingua Italiana nel Mondo

“Italiano, dialetti, lingue romanze

Nell’Europa contemporanea”

Sabato 22 ottobre 2011 ore 10

ISTITUTO DI CULTURA ITALIANA

Bratislava (Slovacchia)

Čestni hostia/Autorita: Teresa Triscari (Direttore II C), Licio Di Biase (Presidente del Consiglio Comunale di Pescara), Jaroslav Šušol (dekan FiF UK Bratislava), Bernard Garaj (dekan FiF UKF Nitra). Prednašajuci/Relatori: Licio di Biase (Pescara) “La storia di Pescara. Un esempio di microstoria tra dialetti e lingua italiana”. Giammarco Cifaldi (Chieti), Antonio Cilli (Chieti), František Hruška (Bratislava), Zora Jačova (Bratislava), Augusta Marconi (Chieti), Raimondo Murgia (Cagliari), Vittoriano Reno (Tallin), Antonio Sorella (Chieti-Bratislava) Koordinator/Coordina i lavori: dott.ssa Teresa Triscari. Taliansky kulturny inštitut v spolupraci s organizaciou Cisdid (Centro Internazionale per lo Studio e la Didattica dell’Italiano e dei Dialetti) – Medzinarodnym centrom pre študium a didaktiku talianskeho jazyka a dialektov – pripravuje okruhly stol k teme 11. tyždňa talianskeho jazyka, na ktorom sa zučastnia odbornici z talianskych a slovenskych univerzit, ale aj z inych europskych krajin. (In collaborazione con il Cisdid, Centro Internazionale per lo studio e la didattica dell’italiano e dei dialetti, l’II C organizza una Tavola rotonda sul tema della 11a Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, con la partecipazione di studiosi provenienti da università italiane, slovacche e di altri paesi europei). Na zaver Vas pozyvame na čašu vina./Segue un brindisi.

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11a Settimana della Lingua Italiana nel Mondo

I 150 anni dell’Unita d’Italia, celebrati sin dal marzo di quest’anno, trovano sublimazione nell’ambito della “Settimana della Lingua Italiana nel mondo”, giunta alla sua undicesima edizione, che avrà luogo dal 17 al 23 di ottobre e che avrà come filo conduttore, appunto, la ricorrenza del 150° anniversario dell’Unita d’Italia. Il tema della “Settimana” sarà affrontato da questo Istituto attraverso una serie di iniziative tese ad esaltare la polisemia culturale del nostro Paese nei suoi vari segmenti, dalla letteratura, alla storia, al cinema, alla musica, all’arte. Un percorso che si snoda soprattutto attraverso la convegnistica che esalta i significati e i significanti della nostra lingua e che vede il coinvolgimento di tutti gli attori della promozione culturale e linguistica presenti sul territorio e, in particolare, delle cattedre di italianistica di Bratislava, Banska Bystrica e Nitra e della Facoltà di Pedagogia di Ružomberok che organizzano, ognuna, un convegno di linguistica molto articolato che comprende la partecipazione di relatori di grosso calibro. Un percorso che vede il coinvolgimento di prestigiosissime Istituzioni Culturali come il Liceo bilingue “Saru” di Bratislava; il Teatro “Astorka” di Bratislava; il comitato “Dante Alighieri” di Košice; l’Istituto Alberghiero di Nitra ma anche di operatori privati come la società “Ottima Sro” di Bratislava che organizza una serata eno-gastronomica con intermezzi musicali. Un percorso che vede il coinvolgimento di una grandissima e storica Istituzione, come il Teatro Nazionale di Bratislava, vero gioiello artistico e Olimpo musicale Mitteleuropeo, che organizza, sotto forma di “Omaggio all’Italia”, il concerto della famosissima mezzosoprano Cecilia Bartoli. Un percorso che si snoda attraverso la musica sia per dare risalto ai nostri grandi compositori che hanno fatto ricca la tradizione musicale Otto - Novecentesca, sia per ripercorrere sulle ali della musica il nostro grande momento unitario. Una menzione particolare va dedicata al Liceo “Tommaso D’Aquino” di Košice che e risultato vincitore del Concorso “150 anni Grande Italia” promosso dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica. Un momento di gloria per il Liceo, una cui rappresentanza, nel corso dell’ultimo scorcio di settembre, e stata ricevuta dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a Roma insieme agli altri studenti vincitori provenienti da diverse parti del mondo. Un’esperienza unica e coinvolgente che i meritevolissimi giovani del Liceo “Tommaso D’Aquino” di Košice hanno vissuto con la loro splendida docente, la professoressa Veronika Berberichova cui va un caldo grazie per il suo impegno. La partecipazione di cosi numerose e varie Istituzioni culturali presenti in Slovacchia determinerà certamente una consonanza di linguaggi, di tematiche, di interessi. Una consonanza di stili, insomma, che viene in ultimo a corrispondere con il nostro obiettivo di politica culturale. Grazie a tutti per la vostra attenzione ma soprattutto grazie per la simpatia che manifestate nei riguardi dell’Italia e dell’italianità. Teresa Triscari Direttore II C Bratislava

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Politica

A cura di Giampiero Di Biase

“La differenza tra un politico ed uno statista

sta nel fatto che il politico pensa alle prossime elezioni, lo statista alle prossime generazioni”.

(Alcide De Gasperi)

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UDC NEWS lunedì 10 ottobre 2011 Condono: Galletti, soluzione desolante 'E' desolante constatare che, mentre il Paese affonda, c'e' ancora chi preferisce trincerarsi dietro le polemiche artificiali sul condono pur di non parlare dell'unica soluzione di cui c'e' davvero bisogno: le riforme strutturali. Se governo e maggioranza ritengono invece che il futuro degli italiani si garantisca premiando i furbetti se ne assumeranno la responsabilità'. Lo dichiara Gian Luca Galletti, vice presidente dei deputati Udc.

lunedì 10 ottobre 2011 Egitto: Cesa, governo riferisca su massacro cristiani E spieghi in Parlamento come intende muoversi in Europa 'Il governo italiano faccia sentire forte la propria voce in difesa della libertà religiosa in Egitto e venga in Parlamento a spiegare come intenda muoversi, in sede europea e internazionale, per fermare il martirio della comunità cristiana di quel paese'. E' quanto chiede in una il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa. 'I gravi fatti di ieri - prosegue Cesa - sono l'epilogo drammatico di una situazione intollerabile per i cristiani, continuamente oggetto di attentati, assalti alle chiese, discriminazioni, ghettizzazioni e violenze di ogni tipo. Molte cose sono cambiate con la rivoluzione di Piazza Tahrir e la fine del regime di Mubarak, ma per la comunità copta in Egitto permane un'inquietante continuità col passato: sembra piuttosto che tutto sia preordinato per favorire la prossima vittoria elettorale dei Fratelli Musulmani, certamente poco inclini alla tolleranza verso chi professa altri credi religiosi'. 'Bisogna intervenire subito - conclude Cesa - perché per i cristiani d'Egitto, come purtroppo in altre parti del mondo, testimoniare la propria fede e' diventato impossibile'.

lunedì 10 ottobre 2011 Pdl: Buttiglione, premier a fine corsa, moderati lo lasciano Se non si dimette si va in rovina, nessuno vuole vecchia Dc 'Se Berlusconi non si dimette, rischiamo di andare in rovina'. E' quanto afferma il presidente dell' Udc, Rocco Buttiglione, in un'intervista a Repubblica. 'Se riparte l'offensiva sui mercati contro l'Italia - aggiunge - non potremo pagare gli stipendi pubblici. E già adesso non paghiamo gli straordinari. La situazione e' drammatica e non possiamo fare finta che non sia successo nulla'. Il presidente dell'Udc e' convinto che il premier non arriverà al 2013 e lo accusa di dividere l'area moderata e portarla alla sconfitta. 'Se il Pdl e' un partito, i maggiorenti devono dire: Silvio è tempo di andare via - sottolinea Buttiglione - Se fanno così, il partito si salva'. A ciò, Buttiglione aggiunge un invito a Silvio Berlusconi a credere ai suoi amici, 'a quelli che gli dicono la verità' e lo invita ad ascoltare Claudio Scajola, Beppe Pisanu e Roberto Formigoni. 'Nessuno vuole rifare la vecchia Dc - prosegue Buttiglione - Usano questo argomento per paralizzarci: per non fare la vecchia Dc state fermi. Noi andremo avanti e se ci lanciano questa accusa, fatti loro'. domenica 9 ottobre 2011 Udc: Cesa ad Alfano, così non esiste collaborazione Voi sostenete esecutivo per noi fallimentare, serve serietà 'Con tutto il rispetto per Alfano, una buona politica impone prima di tutto serietà: non esiste l'ipotesi di una collaborazione credibile tra chi oggi legittimamente sostiene questo governo e chi invece, come noi, lo ritiene fallimentare'. E' quanto risponde, in una nota, il segretario Udc Lorenzo Cesa al segretario del Pdl.

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domenica 9 ottobre 2011 Cattolici: Casini, non rifaremo Dc ma qualcosa di nuovo 'Il Papa ha ribadito la necessità di un impegno dei cattolici per salvare l'Italia e l'auspicio che una nuova generazione entri in politica. Eppure, leggendo i giornali si avverte un misto di inquietudine e di paura, come se essere democratici cristiani sia una colpa da emendare. E' bene che tutti si tranquillizzino: nessuno può o vuole rifare la DC o ricostruire steccati fra credenti e non'. E' quanto scrive il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini sul suo blog. 'Dopo il fallimento di troppe ricette di questi anni - Spiega Casini - tutti, nel PD come nel PDL, sentono che c'e' bisogno di qualcosa di nuovo che recuperi forti valori e ricette per la crescita, a partire dalle politiche per la famiglia. Affermiamo con orgoglio che questo non e' un peccato, ma una grande occasione per tanti di riscoprire la politica con la 'P' maiuscola. Per questo non saranno le minacce a farci deflettere', conclude il leader centrista. domenica 9 ottobre 2011 Scuola: studenti Udc, Gelmini si assuma responsabilità dei tagli Bene disponibilità a incontro ma bisogna invertire la rotta 'Dopo tanta attesa, accogliamo con favore l'apertura del ministro Gelmini ad incontrare gli studenti, ma chiediamo allo stesso tempo al ministro di fare chiarezza ed assumersi la responsabilità dei tagli che hanno colpito il comparto scuola, università e ricerca". Così Virgilio Falco, portavoce nazionale di StudiCentro, l'organizzazione studentesca dell'Udc. "Siamo pronti ad ascoltare cosa il ministro vorrà dire agli studenti, ma vorremmo anche chiedere al ministro se non sia arrivato il momento di invertire la rotta decidendo di investire nel futuro del nostro Paese invece di penalizzarlo continuamente", conclude StudiCentro. sabato 8 ottobre 2011 Governo: Casini, Berlusconi si faccia da parte NON IN ESILIO, MA PER CONCORRERE A VITA DEMOCRATICA 'L'unica cosa credibile che possa fare e' farsi da parte: non certo per andare in esilio, ma per concorrere in modo diverso alla vita democratica'. Lo dice in un'intervista a Repubblica il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini che invita 'le forze più serie di destra e sinistra' a farsi 'carico di un governo di responsabilità nazionale'. 'Il presidente del Consiglio - prosegue - sa benissimo che le elezioni saranno nel 2012, la situazione così com'è non può andare avanti. E infatti mi risulta che il Pdl si stia preparando per quella data'. Casini si dice 'allibito' e 'sorpreso' ogni giorno che passa: 'L'unita' dei moderati - spiega - e' un tema suggestivo, ma dubito fortemente che Berlusconi l'abbia a cuore. Come può non pensare che e' proprio lui, dopo aver spaccato il fronte dei moderati, l'ostacolo maggiore? E' lui che ha cacciato l'Udc dalla sua maggioranza, e' lui che ha emarginato le figure più moderate e autorevoli all'interno del Pdl'. Alfano, aggiunge, 'e' animato da buone intenzioni', ma il premier dovrebbe dargli 'sul serio ali per volare'. Sui rapporti con il Pd, Casini non vuole per ora parlare di alleanze, 'tanto più senza conoscere la legge elettorale' con cui si voterà. La 'ricetta di Vasto', dove si sono incontrati Bersani, Vendola e Di Pietro, però per il leader Udc non risolve i nodi italiani. Berlusconi in Russia da Putin? 'Mi piacerebbe - conclude Casini - un presidente del Consiglio che avesse la dignità di porre il problema delle minacce russe alle Georgia come ha fatto Sarkozy'

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L’Italia della Acque Risorgive

Di Bartolo Ciccardini Isola della Scala è un Comune del territorio del primo IGP europeo del riso: quello della famosa specie Vialone Nano Veronese. E’ una Piccola Patria la cui festa dura un mese, con iniziative ed avvenimenti, ricette ed eventi ed una moltitudine di visitatori di tutta l’Italia del Nord che consumano più di 500.000 risotti. Il riso non più amaro Da turista ignorante, propongo: “Perché non mettete ai confini del territorio della vostra “oasi risaiola” dei grandi fotomontaggi di Silvana Mangano, mondina con le calze nere, dal corpo perfetto e dal sorriso smagliante, come una manciata di chicchi di riso?” Mi guardato con lo stupore con cui guarderebbe un turista straniero che domandasse se al Colosseo ci sono ancora i gladiatori. Ed Alberto mi risponde che le mondine non ci sono più dal 1966 Il riso ora si semina come il grano, anche se la semina e la crescita si svolgono attraverso un rito misterioso che somiglia al battesimo per immersione. Silvana Mangano è un mito soltanto per noi della generazione della guerra a cui si chiede di dimenticare Silvana, ed il “riso amaro”, anche se il ricordo di quelle trasmigrazioni interne, di quel duro lavoro, fatto dall’alba al tramonto, con le gambe nell’acqua e la schiena piegata, spesso per un sacchetto di riso da riportare a casa, resta ancora nella memoria delle sofferenze del nostro popolo. Un dono della natura: le acque risorgive Isola della Scala è un paese di 11.000 abitanti, a 22 km da Verona, ed il suo nome, che ci appare romantico e colto, è solo una descrizione della realtà. E’ “Isola” perché era una zona circondata dalle acque, “della Scala” perché apparteneva agli scaligeri ed esiste ancora una Torre Scaligera ben conservata, che ne attesta la storia. L’isola è caratterizzata da un fenomeno geografico che ha un nome poetico e coinvolgente: “le Acque Risorgive”. E’ un fenomeno naturale misterioso: l’enorme quantità di acqua che scende dalle Alpi trova il suo sfogo naturale nella rete di fiumi che vanno ad alimentare il Po’. Ma una parte considerevole di queste acque si riversa nella profonda falda acquifera che scende naturalmente verso il mare Adriatico. In alcuni punti la conformazione del territorio roccioso o argilloso porta queste acque a riemergere e le polle d’acqua non si chiamano sorgenti, ma risorgive che hanno la vocazione di sposarsi con la risaia. L’acqua delle risorgive ha una temperatura costante di ventun gradi, non fredda, e quindi ottimale per la crescita del riso. Per questo il territorio è il migliore che esista al mondo per coltivare il riso. Ha adottato una sua qualità che si chiama “Vialone Nano” ed è il primo riso ad avere avuto l’IGP ed il riconoscimento europeo. Fascino di una vecchia riseria Siamo ormai arrivati alla prima tappa: entriamo nell’antica e rinomata Riseria Ferron. Io sono un nipote di mugnai ed il solo rivedere, mossa dall’acqua, la grande ruota conservata nell’antica riseria, mi riempie di emozione. In realtà non siamo in un mulino, ma in un laboratorio dove il riso viene sbucciato, selezionato e reso brillante. Nel Medioevo l’energia dell’acqua ha sostituito gli schiavi per muovere i mulini, i magli e le gualchiere. Nella riseria il maglio diviene un pestello che serve a strofinare il riso in una ciotola di pietra in modo da fargli perdere la pula, la pellicola che riveste il guscio. Questa operazione si chiama pilatura. Il riso passa attraverso dei setacci: nel primo si toglie la pula, nel secondo si separa l’acino di riso rotto che è destinato per il mangime. Osserviamo anche alcune macchine da archeologia industriale, come la rimestatrice ad elica per sbiancare il chicco di riso. Una risottria ed il suo Hortus Herbarum Dalla riseria passiamo alla Risotteria,che sorge in un antico edificio in mezzo alle risaie. Gabriele Ferron, oltre alla riseria, ha questo ristorante (in cui è rinomatissimo chef) che si chiama “Pila Vecia”. Questa è la stagione del raccolto: non vediamo gli specchi d’acqua, ma vediamo i campi biondi con la tipica piantina del riso, che con i suoi chicchi penduli somiglia più al grappolo d’uva che non alla spiga del grano. Ferron raccoglie nel suo orto, che circonda la Risotteria, delle aiuole dove coltiva le erbe e le verdure con cui si fanno i risotti: dalle zucche gialle, ai fiori di zucca, dalla menta all’erba cipollina, dall’origano al basilico. E’ un vero proprio Hortus Herbarum che mi ricorda l’hortus della Villa dei Misteri. Come ben si sa, il Getty Museum di Santa Monica è la ricostruzione esatta della Villa dei Misteri, che è sotterrata nella lava di Ercolano. Per questo non la possiamo vedere ad Ercolano, ma possiamo vederne la copia esatta, con tutti i suoi particolari, proprio a Santa Monica (Los Angeles). Naturalmente a noi europei romantici a cui piacciono le rovine, la ricostruzione esatta suona un po’ falsa, ma sbagliamo. Per avere un’idea esatta di cos’era una Villa dobbiamo andare a Santa Monica, dove troveremo anche la sorpresa di vedere coltivate nello stesso punto dove erano ad Ercolano, le aiuole delle erbe aromatiche.

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Donato Troiano, il dotto e simpatico Direttore di Informacibo, mi dice che ormai si è diffusa la moda che lo chef abbia nel suo orto le verdure di cui ha bisogno per avere un rifornimento a chilometro zero. Non solo, ma si sta sviluppando una forma molto bella di rispetto per gli anziani: i giovani chef che si assumono il lavoro e la fatica che il padre non può più esercitare, mettono gli anziani a coltivare l’Hortum Herbarum. Del resto, proprio in Campania, nel Ristorante Marennà incorporato nelle Cantine dei Feudi di San Gregorio, a Sorbo Serpico, lo chef Paolo Barrale ha voluto le antiche aiuole dell’Hortus Herbarum. Funzioni antiche e nuovissime di una Villa Veneta Ora è d’obbligo la visita alla Villa Veronesi, già Villa Castelbarco, già Villa Pindemonte. Siamo dentro la storia drammatica e grande della Serenissima: Venezia che, nonostante la battaglia di Lepanto, sta perdendo il suo impero marittimo sotto la pressione turca e per colpa delle nuove rotte, inaugurate dalla Spagna e dal Portogallo, si rivolge alla Terraferma. La sua nuova invenzione che renderà magnifici i secoli della decadenza, è la “Villa Veneta”, disegnata dal Palladio. Ma la Villa non è solo un monumento classico, è anche un’entità giuridica, economica e territoriale: è un centro amministrativo,con chiesa e scuole; è un centro economico, con magazzini, laboratori ed allevamenti; è un centro commerciale con le sue esportazioni. Vi risiede la Corte, che ha giurisdizione sul territorio e sulla organizzazione economica che qui, nell’Isola, è fondata sul riso. La Repubblica Serenissima a cui Verona si è data in libertà ed in pace, esercita la signoria sulle risorgive. E le dà in concessione alle proprietà che ne traggono le acque per fare risaie. La Signora Luisa Veronesi, che appartiene alla famiglia che dirige una grande azienda alimentare, ci parla con amore della Villa che porta ora il suo nome: era stata abbandonata, data in abitazione ai contadini, poi bombardata, requisita dai tedeschi e dagli americani, ridotta a stamberga. Ed ecco la risorgente Villa Veronesi ricondotta, per quanto possibile, al disegno primitivo, al suo orientamento prospettico classico, che torna ad essere splendida per l’amore e la cura della Signora Luisa. La quale ci confida che tutto questo non sarebbe stato possibile per pure mecenatismo: la Villa è sposata con la tacchineria, presiede alla produzione del riso, ha un laboratorio di ricerca sui prodotti ed ospita il settore delle incubatrici avicole. Sembra di leggere l’enciclica di Papa Benedetto, dove scrive che devono nascere alleanze virtuose fra produzione e sviluppo, dove una parte dei profitti, dopo il giusto, ma non più del giusto, premio dato al capitale, viene utilizzato per produrre qualità al servizio della comunità. E questa Villa è qualità della storia veneta, dell’arte e del paesaggio e della futura simbiosi fra storia e lavoro. Un frutto della Madre Acqua. Nella terra dei fratelli Scotton possono mancare le Cooperative? Ora un tecnico della Cooperativa La Pila (rammento che “pilare” significa togliere la pula al riso) ci spiega come viene seminato il riso. Adesso il vero segreto consiste nel sistema tecnico di livelle per erogare l’acqua risorgiva al millimetro. Si spargono i chicchi sul terreno come in una normale semina del grano e si inonda il terreno. Quando il filo d’erba spunta si sospende l’inondazione per due giorni, perché il seme si possa “ancorare”, vale a dire che possa mettere le radici. Dopo due giorni torna l’acqua ed il suo livello crescerà continuamente seguendo la crescita dello stelo. E’ un’immagine bellissima: l’acqua delle risorgive, è tiepida, non gela, mantiene la stessa temperatura, è corrente, quindi si rinnova continuamente, cresce con la crescita del riso, nutrendolo e scaldandolo come una madre dolcissima. Una grande allegra tavola comune. E’ finalmente sera e, finalmente, attraverso i 300 chioschi che si allineano lungo la strada che dalla Piazza porta alla Fiera, giungiamo al Palariso, inaugurato proprio quest’anno: è una grande e bella struttura di legno e di vetro, grande 4800 metri quadrati, ispirata ad un chicco di riso. Ma più che la struttura colpisce l’affollamento. Sembra di essere alla Ocktober Fest. Una folla enorme si assiepa in lunghe tavole festose: mi dicono che per questa sera supereranno i quarantamila risotti serviti! Le ricette dei risotti sono più di cento, ma su dieci piatti otto sono di risotto all’isolana, specialità locale che coniuga il classico piatto di bollito di questa Regione con la tecnica del risotto classico. Mi pare quasi di essere in una Disneyland del riso! C’è il Sindaco, che è anche Presidente della Provincia, Giovanni Miozzi; c’è il Presidente della Fiera, Massimo Gazzani, con il suo Direttore, Roberto Bonfanti. Mattia Munari, che ci ha fatto da guida, è nel Consiglio di Amministrazione, ma è anche un giovane veterinario che dirige un allevamento di cani intitolato “Amico Cane”; Alberto Cogo è il capo della comunicazione. Sono la punta dell’iceberg di una grande folla di volontari che reggono in piedi una manifestazione che dura un mese. Un anno fa ha avuto ben 600.000 visitatori ed ha servito a tavola oltre 400.000 risotti. Senza togliere clienti alla piccola graziosa Risotteria della piazza della chiesa, che offre un menù di soli risotti. Le Piccole Patrie sono una Italia nuova Sono stupito: se non l’avessi visto, non avrei mai creduto che un paese di 11.000 abitanti potesse fare la più

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grande manifestazione agricola del prodotto speciale del suo piccolo territorio, riuscendo a coinvolgere tutto il Nord Italia. C’è qualcosa di forte in questo, che deve avere a che fare con le “acque risorgive”. E’ una storia che dobbiamo osservare da vicino, per renderci conto che siamo di fronte ad un grande avvenimento politico. Quest’estate l’Italia è stata inondata da sagre, da fiere, da presentazioni di prodotti (ma anche da presentazioni di libri), da rievocazioni storiche, da manifestazioni che aspirano a dare visibilità, rispetto e memoria storica alle nostre comunità locali. Una Italia viva e piena di iniziative. Fra queste una è così importante che siamo sollecitati ed incuriositi a capire cosa è successo. Una Pro-Loco inventa una festa per presentare un piatto locale: il risotto isolano della varietà Vialone Nano di Verona. La festa nata sul modello delle feste patronali, ha successo e la Pro Loco si preoccupa di dargli una struttura. Il Comune decide di formare un Ente dove sono presenti i produttori, la stessa Pro Loco ed il Comune. Nasce l’Ente Fiera. In realtà non si tratta di una vera e propria Fiera anche se ci sono molti stands merceologici, tipici delle feste locali. Annotiamo con attenzione che si crea un’alleanza forte: tutti assieme chiedono l’Ipg per il loro riso. (E’ il primo Ipg di un riso riconosciuto dalla Comunità Europea). L’alleanza include tutta le forze vive della comunità: Comune, Pro Loco, produttori di riso, riserie singole, risotterie, associazioni di volontari mettono in piedi una grande macchina organizzativa. La forza è fornita dal volontariato, che si appoggia ad una solida intesa di interessi comunitari. La Fiera ha più risorse dello stesso Comune. I produttori trovano un mercato ed acquistano una visibilità mai conosciuta prima. Ed anche le associazioni del volontariato si fanno forti di una partecipazione attiva che le fa espandere in tutte le loro attività, aldilà della occasione offerta dalla Fiera. E’ questa l’Italia in crisi? No: una Piccola Patria, orgogliosa della sua ricchezza e del suo lavoro, crea un meccanismo di crescita, di collaborazione, di alta moralità e di alta politica, che è di controtendenza alla crisi che colpisce il Paese. Si ricomincia così, dalle Piccole Patrie. C’è un’Italia nuova che sa fare una politica nuova di solidarietà e di collaborazione. Questa Italia nuova cancellerà la crisi. Inoltre questa è anche la poliarchia di Papa Benedetto, questa è l’alleanza virtuosa di tutte le energie vive di una comunità, questa è la democrazia. Le acque profonde, tiepide e pure, ritornano in superficie. E’ la Risorgenza. Mi piacerebbe poterla chiamare l’Italia delle Acque Risorgive.

Bartolo Ciccardini

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Piazza Italia

A cura di Alessio Di Bono

Accadimenti del Comune e della Provincia di Pescara

“Io ricordo una Pescara diversa, con cinquemila abitanti: al mare

ci si andava con un tram a cavalli e le sere si passeggiava, incredibile!

per quella strada dove sono nato, il Corso Manthonè, ora diventato un vicolo e allora persino elegante…”

(Ennio Flaiano – da una lettera a Pasquale Scarpitti)

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GLI SPAZI PER LA CULTURA E IL TEATRO A PESCARA Un appello al Comune e alla Provincia, ma anche alla Fondazione delle Genti, al Mediamuseum e all’Aurum a rivedere le tariffe. “Se si prosegue su questa strada tra qualche tempo in città non ci saranno più eventi culturali con le associazioni, i movimenti e le compagnie teatrali costrette a ridimensionare i propri impegni o, addirittura, a sospendere le attività”.

Di Licio Di Biase La realizzazione del Teatro Comunale nell’area di risulta è un obbiettivo dell’Amministrazione guidata dal Sindaco Mascia ed è contenuta nel documento programmatico. Io sono stato dai tempi della prima giunta Pace, sostenitore convinto di questo intervento, così come in altre “epoche” fui sostenitore della realizzazione di un Palarock, sempre in questo splendido spazio della città. Però, accade che le condizioni cambiano per cui, ciò che andava bene 15-20 anni fa, oggi magari può essere fuori luogo o superato. Voglio provare a ragionare su questo intervento. Un po’ tutte le Amministrazioni, come ho detto, dai tempi di Carlo Pace hanno sostenuto la bontà di questo intervento tanto che la Fondazione Pescarabruzzo ha accantonato una ragguardevole cifra per realizzare la struttura, circa 25 milioni di euro. Va dato atto al Presidente della Fondazione, Nicola Mattoscio, di avere in questi anni salvaguardato gli spazi culturali nella nostra città, dal Circus al Teatro Massimo, fino al recupero della facciata dello storico Teatro Michetti (1910), impegnando le risorse della Fondazione. La città ricorda, però, sempre il Teatro Pomponi. Però, obbiettivamente, non riesco a capire perché questa città si attarda così tanto nel ricordo del Pomponi, realizzato nel 1923 e buttato giù all’inizio degli anni ’60, e non si “scalda” per il Teatro Michetti che ha compiuto lo scorso anno un secolo di vita, e non è ancora tornato in funzione. Allora, forse è il caso di ragionare piuttosto che rincorrere emotivi ragioni sentimentali o le nostalgie. Realizzare un Teatro nell’Area di Risulta diciamo che ipoteticamente potrebbe essere anche fattibile, nonostante se ne parli da oltre 15 anni, ma poi la sua gestione diventerebbe il vero problema. E’ sufficiente vedere cosa sta accadendo ai vari teatri del nostro Paese: tutti con bilanci fortemente passivi. Se Mattoscio ha la disponibilità di una simile cifra per realizzare il Teatro, l’Amministrazione Comunale dovrebbe sollecitare l’uso di quelle risorse per altri obiettivi che in questo momento appaiono più urgenti e, forse, in grado in poco tempo di fornire le giuste risposte ai bisogni di spazi teatrali e culturali della città. Innanzitutto, occorre un forte intervento per ristrutturare il Circus che, altrimenti, nel volgere di qualche anno rischierà la chiusura per vari problemi strutturali e sappiamo che Mattoscio è molto attento a questa struttura che svolge un’ importante funzione in città, riuscendo ad assorbire fasce di bisogni di spazi. Con la ristrutturazione si continuerebbe a garantire il perfetto utilizzo di questo spazio con i suoi . Poi c’è il Teatro Michetti, che l’Amministrazione neppure quest’anno ha inserito nelle proprie priorità, dopo che lo scorso anno abbiamo celebrato con un consiglio comunale il primo secolo di vita. E, invece, il Teatro Michetti sarebbe uno spazio, direi una “bomboniera” con il fascino dell’età, in grado di assorbire altri bisogni, con i suoi più o meno 500 posti. E qui potrebbe essere ancora la Fondazione, che ha già salvato la bellissima facciata in liberty, a intervenire con un accordo “possibile” con l’Amministrazione Comunale. E il terzo intervento, sempre da affidare alla Fondazione, va individuato nella copertura del Teatro D’Annunzio, un’idea che da tempo ogni tanto fa capolino nella città per poi scomparire. Ritengo questo un intervento su cui riflettere, in quanto il Teatro D’Annunzio necessita comunque di interventi urgenti e non solo di natura strutturale. Avere uno spazio con duemila posti utilizzabile tutto l’anno ovvierebbe anche alla carenza per eventi importanti da organizzare oltre l’estate. Tre interventi da armonizzare attraverso un dialogo tra l’Amministrazione Comunale e la Fondazione Pescarabruzzo, dialogo che è già intenso, ma su obiettivi di difficile realizzazione, onerosi e che non corrispondono più agli interessi e ai bisogni della città. Bisogna aprire, quindi, una riflessione.

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Un’ultima considerazione che non ha a che fare direttamente con questa analisi. Fino a qualche anno fa ci si lamentava che Pescara non aveva spazi per le iniziative, per i convegni e per gli eventi culturali. Oggi gli spazi ci sono: il Vittoria Colonna, la sala della Circoscrizione Castellamare, la Sala De Cecco, la Sala della Provincia, la Sala Consiliare del Comune di Pescara, la Sala Petruzzi, la Sala Favetta, la Sala del Mediamuseum, le sale del Cinema Massimo, la sala del Teatro S. Andrea e l’Aurum, con la pluralità di sale e salette. Se si eccettua la sala della Circoscrizione Castellamare e la Sala Consiliare del Comune di Pescara, il resto è tutto a pagamento. Posso capire per le strutture private, ma non è possibile che in un tempo in cui ormai le casse degli Enti Locali non permettono più l’erogazione di contributi all’associazionismo culturale, non ci sia da parte degli Enti Locali stessi (Comuni e Provincie) una sollecita revisione di queste tariffe. E’ vero che bisogna garantire gli equilibri di bilancio, ma se si prosegue su questa strada tra qualche tempo in città non ci saranno più eventi culturali con le associazioni, i movimenti e le compagnie teatrali costrette a ridimensionare i propri impegni o, addirittura, a sospendere le attività. Un appello al Comune e alla Provincia, ma anche alla Fondazione delle Genti, al Mediamuseum e all’Aurum a rivedere le tariffe. Se applichiamo la “grigia burocrazia” anche agli spazi culturali, dopo la mannaia sui contributi è la fine. Si, sarà proprio la fine! Licio Di Biase

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LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEL COMUNE DI PESCARA

in collaborazione con gli assessorati alla cultura del Comune e della Provincia di Pescara

indice la II^ edizione del Premio Nazionale

“Ennio Flaiano per un telegramma” “A sette anni sapevo fare un telegramma” (Flaiano)

Il concorso, “particolare e diverso” nel suo genere, è aperto a tutti e ha lo scopo di contribuire a ricordare Ennio Flaiano, personaggio di spicco nella storia culturale dell’Italia e della città di Pescara, nella sua vena ironica e dissacrante.

Si partecipa al concorso scrivendo un telegramma. Il concorso si articola in due sezioni: a- telegramma di auguri-congratulazioni; b- telegramma di condoglianze. - Ogni autore può concorrere con un telegramma per ogni sezione. - Il testo non può superare le trenta parole, esclusi i segni d’interpunzione. - I testi dovranno essere inediti. -Il testo deve essere indirizzato alla Presidenza del Consiglio Comunale “Concorso Nazionale un telegramma per Ennio Flaiano” - P.za Italia n. 1- 65121 Pescara, entro le ore 12.00 del 31 ottobre 2011. Farà fede il timbro di arrivo al protocollo dell’ Ente. - Il testo, firmato con un logo-fantasia scelto dal candidato, senza mittente, va spedito in una busta chiusa che contiene, a sua volta, un’altra busta chiusa con le generalità dell’autore e recapito telefonico sulla quale viene apposto lo stesso logo-fantasia identificativo. - I testi saranno valutati da una giuria tecnica presieduta da Enrico Vaime e costituita da Raffaele Nigro, Igino Creati, Licio Di Biase (Presidente del Consiglio Comunale di Pescara), Fausto Di Nisio (Vice -Presidente del Consiglio Comunale di Pescara), Gianni Santilli (Vice-Presidente del Consiglio Comunale di Pescara), Fabrizio Rapposelli (Assessore alla Cultura della Provincia di Pescara), Elena Seller (Assessore alla Cultura del Comune di Pescara) Silvano Console, Giovanni Di Iacovo, Franca Minnucci (Segretaria del premio). - I 3 finalisti per ognuna delle due sezioni, scelti dalla Giuria Tecnica, verranno sottoposti al giudizio di una Giuria Popolare che decreterà i 2 vincitori assoluti. La Giuria Popolare sarà composta da 200 clienti delle locande-taverne e ristoranti del Centro Storico della “Pescara” di Flaiano (via Delle Caserme, corso Manthonè, via dei Bastioni e traverse). - Al primo classificato, per ogni sezione, verrà assegnato un premio di 1.500 €. Sono previsti altri riconoscimenti a giudizio della Giuria Tecnica, per telegrammi ritenuti interessanti per stile e contenuto. I premi devono essere ritirati dall’autore. - La Presidenza del Consiglio si propone di raccogliere e pubblicare i telegrammi pervenuti al Concorso per farne un utile prontuario di consultazione, senza nulla dovere agli autori. - La cerimonia ufficiale di premiazione si terrà alla presenza di personaggi del mondo della cultura nel mese di dicembre 2011, in data da stabilire.

Pescara, settembre 2011 Ufficio di Presidenza del Comune di Pescara

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“Via dei Bastioni e via delle Caserme erano tutte arti e mestieri:

chi faceva le botti chi faceva i tini,

chi faceva lu stagnare; ogni porta un mestiere”

(Ennio Flaiano)

GIURIA TECNICA

ENRICO VAIME PRESIDENTE DELlA GIURIA

LICIO DI BIASE Presidente del Consiglio Comunale di Pescara

GIANNI SANTILLI Vice- Presidente del Consiglio Comunale di Pescara

FAUSTO DI NISIO Vice-Presidente del Consiglio Comunale di Pescara

FABRIZIO RAPPOSELLI Assessore alla Cultura – Provincia di Pescara

ELENA SELLER Assessore alla Cultura – Comune di Pescara

RAFFAELE NIGRO

IGINO CREATI

SILVANO CONSOLE

GIOVANNI DI IACOVO

FRANCA MINNUCCI Segretaria del Premio

Per informazioni: Presidenza del Consiglio del Comune di Pescara

Silvana Fratini 0854283557

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Costume

"Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente"

(Indro Montanelli)

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Ripubblichiamo la lettera, perché a breve ci saranno delle grandi novità sulla Maiella.

“La Maiella come il Tibet d’Europa”

All’inizio sembrava solo follia. Poi piano piano sta diventando il sogno di molti. E forse alla

fine sarà la ragione del nostro domani.

La valorizzazione della “Maiella come il Tibet d’Europa” non è più l’utopia di qualche

solitario, ma tende sempre più a diventare il progetto di tutto un territorio.

Un progetto capace di esiliarci dalle microappartenenze, per farci entrare nella dimensione

del bene comune. Capace di dare alla politica quel volto nobile che merita, e che purtroppo

oggi fatica a trovare.

E’ confortante sapere che in Abruzzo cresce il numero degli amministratori locali, delle

associazioni e dei singoli cittadini sensibili alla valorizzazione della sacralità degli eremi

disseminati sulla Maiella.((: come dimostra anche il prestigioso premio assegnato dalla

Telecom al progetto di vari protagonisti in questo ambito.))

Questo fervore di iniziative individuali e collettive forse è un importante segno dei tempi ;

in una fase in cui molta spiritualità non riesce a trovare un modo per esistere, “la Maiella

come il Tibet d’Europa” potrebbe essere l’occasione per orientare in modo chiaro la

ricerca di molti.

Ma queste iniziative e questo fervore non dovrebbero limitarsi a risultati interessanti ma

parziali; dovrebbero accomunarsi per tendere al più prestigioso degli esiti possibili :

ottenere il riconoscimento di questi territori come “patrimonio mondiale dell’umanità”.

Occorre sempre ricordarci che in Italia sono circa 50 i siti che già hanno ottenuto questo

riconoscimento, nessuno dei quali in Abruzzo.

Naturalmente l’Unesco non distribuisce in modo “democratico” il riconoscimento, ma i

presupposti spirituali perché anche in Abruzzo qualche sito del nostro territorio possa

essere posto sotto la tutela dell’ONU forse ci sono tutti.

A differenza di altri riconoscimenti ( ultimo quello delle Dolomiti), forse noi non

dovremmo tendere alla tutela dell’Unesco passando esclusivamente per i valori naturali

della Maiella; dovremmo insistere molto sul valore della sedimentazione ideale e

spirituale dell’opera di Pier da Morrone sulla Maiella.

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L’Abruzzo è, insieme al Tibet, il luogo più ricco di eremi della terra; e questi eremi sono in

buona parte stati scavati nella roccia dalla fede di un frate che non volle diventare Papa;

di una persona che seppe cioè rifiutare il più grandioso potere possibile.

Assieme alla natura, andrebbe perciò valorizzata una idea della vita :la capacità dell’uomo

di non cedere alla banalità del prestigio sociale ( solo questo è il potere), per restare fedele

ad un amore trascendente ( senza una trascendenza unificante è impossibile una com-

unità).

Impegnarci per un risultato del genere potrebbe incidere già oggi positivamente sul nostro

modo di fare politica; di sentire le religioni; di sperimentare la cultura; di vivere la nostra

vita.

Potrebbe mutare un poco il nostro sguardo : distogliendolo dall’effimero che ci nutre, per

orientarlo sulla bellezza che non appare, che mai apparirà, e che pure può realizzare

l’uomo come nessuno dei suoi prodotti.

Anche così gli uomini possono ritrovare un equilibrio tra cielo e terra, oggi compromesso

da una dedizione al banale che ci fa tutti più poveri.

Anche così potremo aiutare quelli che verranno ad avere più fiducia nella realtà del bene.

Tino Di Cicco Studioso Francesco Crivelli ( Sindaco di S. Eufemia ) Licio Di Biase ( Presidente Associazione Roccacaramanico) Antonio Carmine Del Pizzo ( Sindaco di Roccamorice) Mario Mazzocca ( sindaco di Caramanico) Antonio Di Marco (sindaco di Abbateggio) Antonella Allegrino Consigliere Provinciale Edoardo Micati Esperto - Studioso Enzo Del Giudice ( Vice Presidente Associazione Roccacaramanico)

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Cinquanta volontari a lezione di salvaguardia del patrimonio culturale Aperte le iscrizioni al corso gratuito di Legambiente sulla tutela dei beni mobili dai rischi naturali

Nella salvaguardia dei beni culturali dai rischi naturali, un intervento errato da parte dei volontari può provocare danni maggiori di quelli derivanti dall’evento calamitoso stesso. Legambiente organizza per questo, da anni, corsi di formazione per la messa in sicurezza del patrimonio culturale, i cui programmi e le cui docenze hanno ottenuto importanti apprezzamenti ufficiali da parte del Dipartimento della Protezione Civile e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Le squadre di volontari di Legambiente sono intervenute infatti nelle emergenze di protezione civile rivolte ai beni culturali del Sisma Umbria/Marche del 1997, di Vicenza nel 2001, del Molise nel 2002 e infine nel terremoto aquilano del 2009. In quest’ultimo, in particolare, con oltre 150.000 ore di servizio, i volontari di Legambiente hanno operato in collaborazione con i funzionari del D.P.C. e del MiBAC nelle procedure di recupero, schedatura e catalogazione dei beni, contribuendo così alla salvaguardia e alla messa in sicurezza di oltre 4.800 opere d’arte e 250.000 volumi pregiati presenti in 120 beni contenitori gravemente danneggiati dal sisma. L’obiettivo del corso di formazione “Il Volontariato nella Salvaguardia del Patrimonio Culturale dai rischi naturali - Beni Mobili”, realizzato con il contributo della Regione Abruzzo in compartecipazione con l’assessorato alla Protezione Civile è creare una vera e propria “task force” di intervento sui beni culturali di Legambiente e Regione Abruzzo. Il 28 ottobre 2011 si chiuderanno le iscrizioni al corso di formazione intensivo gratuito di 60 ore, che durerà dal 4 al 20 novembre e si occuperà della formazione e specializzazione nella salvaguardia del patrimonio culturale dai rischi naturali di 50 volontari provenienti da tutta la Regione, con lo scopo di metterli poi a disposizione dell’autorità regionale e delle altre associazioni di Protezione Civile. Il percorso formativo sarà realizzato in aule messe a disposizione dall’assessorato alla protezione civile grazie all’interessamento dell’assessore Gianfranco Giuliante, e sarà strutturato in 3 moduli intensivi realizzati dal venerdì pomeriggio alla domenica, con un ritmo di un modulo erogato ogni due settimane, per una durata complessiva di un mese. Ogni modulo formativo prevede un’integrazione alle attività d’aula con visite in esterna, esercitazioni, role playing ed esami di valutazione finale. Sono richiesti dei criteri minimi per essere ammessi al percorso di formazione, sia di carattere generale che di carattere specifico e tecnico, al fine di garantire un corso di alto livello qualitativo, partendo da una base di conoscenze pregresse dei temi trattati. In particolare il percorso formativo sarà aperto ai candidati residenti o domiciliati in Abruzzo che, come professionisti, operino nell’ambito del patrimonio culturale (storici dell’arte, restauratori, architetti) e che abbiano: un’età compresa tra i 18 e i 35 anni; una formazione pregressa o in corso rivolta al patrimonio culturale (storia dell’arte, restauro, architettura); svolto o svolgano ruoli di responsabilità e coordinamento in associazioni di protezione civile abruzzese. Il modulo di adesione sarà diffuso principalmente nelle Facoltà universitarie e presso l’Accademia e le scuole professionali che trattino tematiche connesse al patrimonio culturale, e scaricabile dal sito www.legambienteabruzzo.it. Informazioni ed iscrizioni tramite [email protected], tel 392/9708213.

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Il percorso formativo teorico-pratico affronterà tutte le tematiche connesse all’intervento dei volontari in caso di calamità a supporto delle autorità preposte alla tutela dei beni culturali, e si concentrerà in particolare nell’intervento connesso alla messa in sicurezza dei beni mobili storico-artistici e archivistici. Il primo modulo formativo tratterà temi generali relativi al sistema di protezione civile italiano e alla tutela del patrimonio artistico; il secondo tratterà temi più specifici sulla messa in sicurezza del patrimonio culturale, con particolare riferimento alle esperienze realizzate sul campo in passato e ai rischi naturali; il terzo tratterà temi più specifici sulla messa in sicurezza del patrimonio culturale mobile, con particolare riferimento ai beni archeologici, storico archivistici ed al patrimonio organario. «Vista l’esperienza di Legambiente in tutto il territorio nazionale nella tutela dei beni culturali – precisa Francesca Ottaviani, coordinatrice nazionale di Legambiente Protezione Civile – l’esperienza abruzzese è tanto più importante perché può rappresentare un modello di collegamento tra associazioni e istituzioni e di buona pratica nella formazione e nella prevenzione, replicabile nel resto della regione ma anche “esportabile” su tutto il territorio nazionale» «Obiettivo principale di questo progetto – spiega Antonio Ricci, della segreteria regionale Legambiente – è realizzare una concreta ed efficace opera di formazione dei volontari di protezione civile per acquisire i saperi e l’esperienza necessaria per supportare le autorità preposte nella messa in sicurezza del patrimonio culturale in caso di calamità. Al termine del percorso avremo cinquanta abruzzesi in più pronti ad intervenire nella Regione e in tutta Italia in caso di emergenza, coniugando conoscenze, attenzione e rispetto dei ruoli e della catena di comando». «La formazione rappresenta, per il settore della protezione civile rivolta ai beni culturali, un elemento fondamentale per poter operare – aggiunge Francesca Aloisio, del direttivo del circolo Legambiente beni culturali Abruzzo – Il progetto si pone inoltre gli obiettivi di non disperdere l’esperienza e la qualità che l’Abruzzo ha saputo mettere in campo nella drammatica contingenza del sisma e di valorizzarla sul piano nazionale e internazionale, anche in virtù dello sviluppo di partnership e alleanze significative in corso con tutte le istituzioni e organizzazioni che hanno un ruolo nelle attività di messa in sicurezza del patrimonio culturale in caso di calamità, come il Ministero per i beni e le attività culturali, il Dipartimento della protezione civile, i vigili del fuoco, la Regione, le Province, i Comuni, i carabinieri, la Guardia di finanza e le associazioni». Legambiente Abruzzo ONLUS Via del Santuario, 160 65125 PESCARA tel/fax 085/4152645 e.mail: [email protected]

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New Town - Roio 2: una serata di fine estate a due anni e mezzo

dal terremoto di Fulgenzio Ciccozzi L’Aquila - Nemmeno l’estate è stata capace di ravvivare la new town di Roio 2, una come tante, i cui palazzi,

per forma e colore, non si associano particolarmente all'ambiente montano che li ospita: sei edifici, tanta gente,

poca socializzazione. Le molteplici luci accese della “Piccola Las Vegas” brillano in un silenzio quasi grottesco.

Sporadiche persone, a volte in coppia, a volte sole, passeggiano lungo il viale d’ingresso. Una quiete quasi

disarmante. Solo il caldo afoso di agosto ha “stanato” qualche persona che si è prontamente accampata con sedie

e sgabelli accanto alla soglia delle abitazioni, lungo i ballatoi, per respirare un po' di frescura serale, infarcita da

genuini, ma a volte fastidiosi, effluvi che provengono dalla vicina radura. Tuttavia, da un po’ di tempo sono

arrivate alcune famiglie di “stranieri”: i nuovi italiani. Sono i loro figli che ravvivano il piccolo parco giochi

sistemato in mezzo a quegli edifici. Sono loro che hanno piacevolmente rotto quel silenzio e restituito un pizzico

di vivacità a mio figlio, altrimenti sopita davanti ad un televisore, o semmai ridestata tirando qualche calcio di

pallone giù nel cortile-parcheggio con suo padre. Li guardo divertirsi con gli attrezzi ludici ivi presenti e tirare la

palla con la scritta Italia; li ascolto parlare un buon italiano. I bambini non hanno barriere. Non c'è fede o

ideologia che tenga, ma è solo la voglia di ritrovarsi e di stare bene insieme che li rende solidali e uniti.

Dopotutto, anche questi innocenti svaghi possono considerarsi piccole palestre di vita. Anche questo particolare

contesto sociale contribuisce alla nascita della giovane Italia. C’è, dunque, un’altra società contigua alla nostra

che cerca un futuro anche qui in Abruzzo, che porta con sé valori che una parte della collettività italica sembra

aver smarrito. Cosa è che tiene unita una comunità? La crisi economica in cui siamo immersi evidenzia le

debolezze di una società fondata soprattutto sul materialismo che vede sempre più affievolire la forza e la

capacità di trasmettere ideali, che cerca a fatica di percorrere altri sentieri. La famiglia, scudo del nostro tessuto

collettivo, ne è la prima vittima, penalizzata da riforme fiscali inique e da un risibile sostegno economico e

sociale. Ed è nella ricerca della sicurezza economica e di un futuro migliore che agli operai e muratori locali si

sono affiancati, sempre più numerosi, altri lavoratori provenienti dalla Macedonia, dall'Albania, dalla Romania...

Si accalcano la mattina negli improvvisati bar del circondario. Diversi linguaggi, una sola terra: l'Italia. Sono

anche loro, compagni di vita acquisiti, l'energia che alimenta il nostro comune avvenire e che ci aiuterà a

“ricostruire”, al di là di ogni reciproca diffidenza, la nostra città, i nostri paesi, le nostre certezze!

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Ambiente

La bomba atomica... Se solo l'avessi saputo, avrei fatto l'orologiaio.

(Albert Einstein)

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Piano cave: l’Abruzzo come il Far West Legambiente: «Urgente stabilire regole e puntare sull’innovazione»

Continua il Far West delle cave in Abruzzo: l’ultimo caso, sotto i riflettori da giorni e riguardante il Comune di Mozzagrogna, ripropone la necessita di regolamentare questo settore con una seria pianificazione. Una pianificazione più volte auspicata da Legambiente, segnalando periodicamente l’assenza di un piano cave in Abruzzo in occasione della presentazione nazionale del Dossier Cave.

La Val di Sangro, un’area strategica per la nostra regione, richiede una pianificazione che guardi alla riconversione ecologica dell’economia compatibile non solo con una corretta gestione delle acque, dell’aria e del consumo dei suoli, ma anche con il diritto a un lavoro pulito e sicuro. Questo caso ripropone l’inadeguatezza degli strumenti di pianificazione in quella che è l’unica area industriale di peso nell’Italia centrale.

«La Regione Abruzzo deve assolutamente elaborare un piano cave che stabilisca regole, controlli e sanzioni – ricorda Luzio Nelli, della segreteria regionale di Legambiente Abruzzo – L’assenza del Piano Cave è grave perché, in pratica, si lascia in mano a chi concede l’autorizzazione tutto il potere su dove, come e quanto cavare. Per uscire da questa situazione, accanto a nuove regole occorre puntare sull’innovazione perché l’attività estrattiva può diventare, come negli altri Paesi europei, un settore di punta della green economy, che può fare a meno di cave puntando sul recupero degli inerti provenienti dall’edilizia. In pochi anni è possibile raggiungere risultati rilevantissimi attraverso l’obbligo di utilizzare materiali provenienti dal riciclo degli inerti edili da utilizzare al posto di quelli provenienti da cava per infrastrutture e costruzioni, visto che oggi hanno prestazioni assolutamente identiche».

Per avere un’idea, si pensi che mentre in Italia siamo ancora al 10% di materiali riciclati provenienti dall’edilizia, in Germania si arriva all’86,3 % (erano al 17 nel 1999), in Olanda al 90%, in Belgio all’87% e la Francia in 10 anni è passata dal 15% al 62,3%. Legambiente chiede di adeguare, in tutte le Regioni, il canone al prezzo medio che si paga oggi nel Regno Unito per l’attività di cava, ossia il 20%, mentre oggi è in media il 4%.

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Cultura

Stampando una notizia in grandi lettere, la gente pensa che sia indiscutibilmente vera.

Jorge Luis Borges

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Espace Promozione Culturale e

Florian Teatro Stabile d'Innovazione

propongono

ATELIER ESPACE - principianti laboratorio teatrale per giovani e adulti

condotto da Umberto Marchesani ottobre 2011/giugno 2012

3 CORSI TEMATICI INTENSIVI DI RECITAZIONE - livello

intermedio e avanzato

condotto da Monica Ciarcelluti (Arterie Cirt)

2 fine settimana intensivi a novembre, a febbraio e maggio

Per prenotare la lezione di prova e per ogni informazione:

FLORIAN ESPACE (via Valle Rovereto 39): 085/4224087 - 085/4225129

mail: [email protected]

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Un libro è per sempre!

“L'aforisma non coincide mai con la verità: o è una mezza verità o una verità e mezzo."

(Kraus Karl)

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Direttore responsabile: Andrea Giampietro Capo redattore: Alessandro Di Biase Redazione: Rita Pagliara, Giampiero Di Biase, Donato Antonicelli, Carla Scorcia, Alessandra Scorcia, Alessio Di Bono, Claudio Fasoli, Fabio Piovillico Terzo Millennio News–on line Edizione scep services sas – via di sotto, 41 – 65100 – Pescara – Tel./ fax 085411658 Registrato presso il Tribunale di Pescara n.1/93 del 6 febbraio 1993 Iscrizione registro nazionale della stampa n. 4220 del 14 maggio 1993