Teorie classiche e riflessioni post-moderne di... · economica della moda inizia con Thorstein...

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La moda: prospettive di studio Teorie classiche e riflessioni post-moderne Gaia Peruzzi Analisi della moda e degli stili 2016 2017 Pagina 1 Tre storie, per cominciare

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La moda: prospettive di studio Teorie classiche e riflessioni post-moderne

Gaia Peruzzi

Analisi della moda e degli stili

2016 2017

Pagina 1 Tre storie, per cominciare

Lo studio della moda

Lo studio della moda ha le sue basi nell’arte e nel

design, e ad oggi in Italia risulta confinato nelle facoltà d’arte e di

lettere, con poco spazio in quelle di scienze sociali.

Gli approcci artistici producono volumi eccellenti di

consultazione, ma sono deboli nello spiegare il valore

sociale, i processi culturali e le politiche della moda.

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Le scienze sociali & la moda

I primi segnali di cambiamento

si sono avuti negli anni Settanta e

Ottanta, con l’avvento di:

• cultural studies

• analisi socio e antropologiche

• femminismo

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Le caratteristiche delle prime teorie

sociologiche sulla moda

Le teorie classiche concepiscono/interpretano la moda come:

1. un fenomeno prevalentemente occidentale

2. un fenomeno moderno, legato al capitalismo industriale

3. «alta» moda: haute couture e moda borghese

4. abbigliamento quasi esclusivamente femminile

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Le prospettive classiche sulla moda

1. La prospettiva socio economica

- la moda come consumo -

2. La prospettiva psicologica

- la moda come comunicazione -

3. La prospettiva dell’interazionismo simbolico

- la moda come ambivalenza -

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1. La prospettiva socio-economica

La moda è un’industria,

il cui sviluppo è legato a

capitalismo e consumismo.

Essa fonda il suo successo

sulla produzione in serie.

La moda è un indicatore di

eccedenza produttiva,

un indicatore di status

socioeconomico.

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Carlyle - Il riconoscimento

del valore sociale della moda Thomas Carlyle è il primo autore che

tenta di teorizzare seriamente la moda.

Insiste sul valore sociale dell’abbigliamento.

Inaugura l’analisi funzionalista della moda:

•funzione legata al pudore

•funzione di protezione

•funzione di ostentazione e ornamento

- Sartus Resartus 1869 -

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Veblen - La moda come consumo vistoso

L’analisi dell’importanza sociale ed

economica della moda inizia con Thorstein

Veblen.

- La teoria della classe agiata 1934 -

All’aumentare della ricchezza di una società,

si sviluppa una classe media o agiata,

definita e mantenuta dalle sue pratiche di

consumo, anziché da quelle produttive.

Nelle società occidentali capitalistiche,

il tempo libero diventa un indicatore di

status economico.

Esiste un legame tra consumo, spreco e

tempo libero.

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L’agiatezza vistosa e

il consumo vistoso

sono due strategie

con cui la classe agiata (statunitense)

si adopera per mostrare

la propria ricchezza

e il proprio prestigio.

La moda è

espressione della ricchezza.

Essa è

vistosa, superflua, aggiornata.

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Simmel - La moda come

differenziazione e imitazione

La teoria della moda di Georg

Simmel è un’analisi del conflitto

sociale e psicologico tra 2 forze

opposte, individuazione e

socialità, ovvero, desiderio di

distinguersi e di conformarsi.

I ceti più bassi imitano le classi

più alte, che a loro volta cercano

di differenziarsi, in un continuo

inseguimento – teoria del trickle-

down = sgocciolamento da alto a

basso

- Sulla differenziazione sociale

1890 -

- La moda 1895 -

- Filosofia del denaro 1900 -

- La metropoli e la vita dello

spirito

1900 -

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Moda

= simbolo di rango e status sociale,

di relazione tra superiore e inferiore

= strategia di

consolidamento interno

di una classe sociale,

e distinzione

della medesima dalle altre

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Bourdieu - La costruzione sociale del gusto

Il gusto

è uno degli elementi chiave delle identità sociali,

un marcatore che crea e mantiene le divisioni tra le classi sociali.

L’abbigliamento, l’acconciatura, le cene al ristorante

sono un esempio eccellente dell’importanza della moda

nel formare e mantenere lo status e l’identità individuale e di gruppo.

La moda è un segno

dell’avvento di un ordine democratico,

dove i confini tra le classi sono meno netti

- La distinzione. Critica sociale del gusto 1979 -

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arbitri del gusto

= intermediari culturali

direttori di riviste pubblicitari

professionisti dei media

giudicano e promuovono ciò che è

bello/brutto

in/out

= piccola borghesia

che fonda ricchezza e prestigio sulla base di

competenze di valutazione e contatti

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2. La prospettiva psicologica

L’abbigliamento

non è soltanto

una questione di utilità o praticità.

È soprattutto

un codice psicologico,

un modo per

comunicare

o esibire

la personalità individuale

L’abito fa il monaco.

. Pagina 14

Flűgel – Il pioniere

- Psicologia dell’abbigliamento

1930 -

John C. Flugel è il primo autore

che tenta di documentare

l’importanza psicologica e

funzionale dell’abbigliamento.

Le 3 funzioni dell’abito:

decorazione

pudore

protezione

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Laver – La moda come specchio dell’anima

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Barthes – La semiotica della moda

- Il sistema della moda 1967 -

Come il linguaggio,

la moda è un sistema di segni.

Indossare un vestito

è fondamentalmente un atto di

significazione.

Il "vestirsi" costituisce dunque un

atto profondamente sociale, che

ha senso solo se inserito in una

dialettica fra individui all'interno di

una collettività

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Il costume è una struttura i cui

elementi, di per sé privi di valore,

risultano significanti solo in

quanto legati da un insieme di

norme collettive.

Le riviste di moda sono i luoghi

in cui si propongono delle relazioni

di significato primarie concernenti

l’abbigliamento.

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Finkelstein –

La moda come realtà e apparenza - The fashioned Self 1991 –

La moda è diventata una delle

principali fonti di identificazione

personale.

Ma l’avvento delle culture visuali,

insistendo sul legame

corpo-moda-aspetto,

tende a diffondere

un sé prodotto in serie,

una falsa nozione del sé.

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2. La prospettiva

dell’interazionismo simbolico

La moda

è un fenomeno dinamico

che lega inestricabilmente

l’estetica, la cultura, l’economia e la vita sociale quotidiana.

Per sua stessa natura,

e grazie la suo impeto,

la moda è, ed indica, cambiamento.

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I fondamenti della prospettiva

1. l’ambivalenza umana

2. l’avvento dei mercati specifici per merci che modificano

l’aspetto umano

3. l’ambiguità simbolica

4. la negoziazione dei significati, anche contraddittori

5. la dialettica continua della ambivalenze irrisolte

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Moda & modernità:

le teorie sociologiche

La moda è un fenomeno tipico della modernità

• perché presuppone la possibilità di una mobilità sociale;

imitazione e ricerca della distinzione possono avvenire

solo in contesti democratici

dove la costruzione della propria identità

è un percorso (relativamente) libero,

dove si contempla la possibilità di un’ascesa sociale.

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• perché

favorisce il

mescolamento

dei confini

e i processi di

uguaglianza e

autonomia,

di genere,

di classe

e culturali

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Rivoluzione a Cambridge: le donne potranno

mettere i pantaloni La battaglia di uno studente transgender fa cambiare le regole per il

refettorio vecchie di 650 anni: gli uomini potranno mettere la gonna e

viceversa Corriere della Sera 30 giugno 2015

• perché il desiderio

di continuo

cambiamento

è caratteristico

della modernità,

ed è sostenuto

dal capitalismo

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• perché la moda è

un fenomeno universale.

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Moda & post-modernità:

alcune intuizioni importanti La moda riguarda i corpi.

È prodotta, promossa e indossata da

corpi.

È al corpo che la moda parla ed è il

corpo che deve essere vestito in

pressoché tutte le occasioni sociali.

È una pratica corporea situata.

Joanne Entwistle

- The fashioned body 2000 -

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La moda

è un esempio cruciale di

merce-segno,

punto d’incontro

di processi di

mercificazione e significazione

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