Teoria del federalismo Parte prima. Non sono principalmente economiche, ma soprattutto politiche e...
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Teoria del federalismoTeoria del federalismoParte prima Parte prima
• Non sono principalmente Non sono principalmente economiche, ma soprattuttoeconomiche, ma soprattuttopolitiche e ideologichepolitiche e ideologiche
• Le opinioni sono mutevoliLe opinioni sono mutevolinel corso del temponel corso del tempo
SPIEGAZIONI DEL DECENTRAMENTOSPIEGAZIONI DEL DECENTRAMENTO
• La spiegazioni dell’intervento La spiegazioni dell’intervento pubblico studiate nel corso di pubblico studiate nel corso di Scienza delle Finanze erano solo Scienza delle Finanze erano solo una prima approssimazione ai una prima approssimazione ai problemiproblemi
• Oltretutto molto condizionata dal Oltretutto molto condizionata dal punto di vista economico assuntopunto di vista economico assunto
SPIEGAZIONI DEL DECENTRAMENTOSPIEGAZIONI DEL DECENTRAMENTO
SPIEGAZIONI DEL DECENTRAMENTOSPIEGAZIONI DEL DECENTRAMENTO
La schema del ragionamentoLa schema del ragionamento• Teoria del fallimento del mercato.Teoria del fallimento del mercato.• Beni pubblici e altre causeBeni pubblici e altre cause• Free ridingFree riding• Meccanismi di rivelazione delle Meccanismi di rivelazione delle
preferenze per i beni pubblicipreferenze per i beni pubblici• I meccanismi di votazione. I meccanismi di votazione.
SPIEGAZIONI DEL DECENTRAMENTOSPIEGAZIONI DEL DECENTRAMENTO
Si fonda su ipotesiSi fonda su ipotesi
• I beni pubblici sono “nazionali” e non I beni pubblici sono “nazionali” e non “locali”“locali”
• Non esistono differenziazioni territoriali Non esistono differenziazioni territoriali delle preferenze dei cittadinidelle preferenze dei cittadini
• I meccanismi politici sono uno strumento I meccanismi politici sono uno strumento adeguato di rivelazione delle preferenzeadeguato di rivelazione delle preferenze
ALCUNI CONCETTI DI BASEALCUNI CONCETTI DI BASE
BENE PUBBLICO PUROBENE PUBBLICO PURO
E’ un bene con le caratteristiche di E’ un bene con le caratteristiche di non rivalità e non escludibilitànon rivalità e non escludibilità
Pochi rispondono a questo requisitoPochi rispondono a questo requisito
Più spesso si tratta di Più spesso si tratta di
beni mistibeni misti
ALCUNI CONCETTI DI BASEALCUNI CONCETTI DI BASE
BENE PUBBLICO LOCALEBENE PUBBLICO LOCALE
E’ un bene le cui caratteristiche di E’ un bene le cui caratteristiche di non rivalità e non escludibilità non rivalità e non escludibilità sono limitate territorialmentesono limitate territorialmente
(es. benefici di una diga, (es. benefici di una diga, trasmettitore televisivo, servizio di trasmettitore televisivo, servizio di
illuminazione stradale, servizi illuminazione stradale, servizi antincendio)antincendio)
E’ un bene le cui caratteristiche di E’ un bene le cui caratteristiche di non rivalità e non escludibilità non rivalità e non escludibilità sono limitate territorialmentesono limitate territorialmente
(es. benefici di una diga, (es. benefici di una diga, trasmettitore televisivo, servizio di trasmettitore televisivo, servizio di
illuminazione stradale, servizi illuminazione stradale, servizi antincendio)antincendio)
BENE PUBBLICO LOCALEBENE PUBBLICO LOCALE
In questo caso il meccanismo In questo caso il meccanismo allocativo andrebbe differenziato allocativo andrebbe differenziato
luogo per luogoluogo per luogo
Rinvio alla Teoria della dimensione Rinvio alla Teoria della dimensione ottimale del governo locale ottimale del governo locale
(la teoria dei club di Buchanan)(la teoria dei club di Buchanan)
BENE PUBBLICO LOCALEBENE PUBBLICO LOCALE
SPIEGAZIONI DEL DECENTRAMENTOSPIEGAZIONI DEL DECENTRAMENTO
• I meccanismi politici non sono uno I meccanismi politici non sono uno strumento adeguato di rivelazione delle strumento adeguato di rivelazione delle preferenze (la dittatura della maggioranza)preferenze (la dittatura della maggioranza)
• Per questo sono necessari meccanismi Per questo sono necessari meccanismi compensativi (bilanciamento dei poteri: ad compensativi (bilanciamento dei poteri: ad es. esecutivo, legislativo, magistratura)es. esecutivo, legislativo, magistratura)
• Ma anche presenza di più classi di Ma anche presenza di più classi di governo (centrale e locale)governo (centrale e locale)
SPIEGAZIONI DEL DECENTRAMENTOSPIEGAZIONI DEL DECENTRAMENTO
• Storicamente non esistono stati Storicamente non esistono stati con un solo livello di governocon un solo livello di governo
• Anche se i modelli di Anche se i modelli di decentramento sono molto diversi decentramento sono molto diversi e mutevoli nel tempo e mutevoli nel tempo
PRINCIPI CONTRAPPOSTIPRINCIPI CONTRAPPOSTI
A favore dell’accentramentoA favore dell’accentramento• Esigenza di uniformità nella prestazione Esigenza di uniformità nella prestazione
dei servizi pubblicidei servizi pubblici
A favore del decentramentoA favore del decentramento• Responsabilizzazione delle Responsabilizzazione delle
amministrazioni localiamministrazioni locali• Rispetto delle diversità nelle preferenze Rispetto delle diversità nelle preferenze
dei cittadini dei cittadini
MODELLI DI DECENTRAMENTOMODELLI DI DECENTRAMENTOCRITERIO FUNZIONALE CRITERIO FUNZIONALE
Articolazione territoriale di Articolazione territoriale di enti che enti che svolgono una sola funzionesvolgono una sola funzione su tutto il su tutto il
territorio, organizzati secondo una territorio, organizzati secondo una struttura gerarchicastruttura gerarchica
CRITERIO TERRITORIALE CRITERIO TERRITORIALE
Separazione delle competenzeSeparazione delle competenze tra diversi tra diversi livelli di governo che hanno livelli di governo che hanno
responsabilità di governo all’interno di responsabilità di governo all’interno di una data una data area territorialearea territoriale
MODELLI DI DECENTRAMENTOMODELLI DI DECENTRAMENTO
Modello della torta a startiModello della torta a starti
Separazione delle funzioni tra diversi Separazione delle funzioni tra diversi livellilivelli
Modello della marmor-torteModello della marmor-torte
Interrelazione tra le funzioniInterrelazione tra le funzioni
MODELLI DI DECENTRAMENTO MODELLI DI DECENTRAMENTO TERRITORIALETERRITORIALE
CentralistaCentralista
RegionalistaRegionalista
FederaleFederale
MODELLI DI DECENTRAMENTO MODELLI DI DECENTRAMENTO TERRITORIALETERRITORIALE
CentralistaCentralista
• Funzioni dei livelli inferiori Funzioni dei livelli inferiori delegate e limitate. delegate e limitate.
• Stretto controllo sulle modalità di Stretto controllo sulle modalità di offerta dei servizi e delle forme di offerta dei servizi e delle forme di finanziamento.finanziamento.
MODELLI DI DECENTRAMENTO MODELLI DI DECENTRAMENTO TERRITORIALETERRITORIALE
RegionalistaRegionalista
L’attribuzione delle funzioni ai L’attribuzione delle funzioni ai diversi livelli di governo ha un diversi livelli di governo ha un
supporto costituzionalesupporto costituzionale
• Autonomia fiscale, che solitamente Autonomia fiscale, che solitamente non include la potestà di imporre a non include la potestà di imporre a livello decentrato nuovi tributi.livello decentrato nuovi tributi.
MODELLI DI DECENTRAMENTO MODELLI DI DECENTRAMENTO TERRITORIALETERRITORIALE
FederaleFederale
• Il governo centrale è emanazione Il governo centrale è emanazione degli stati o regioni federate.degli stati o regioni federate.
• Piena autonomia tributaria degli Piena autonomia tributaria degli stati o regionistati o regioni
• La modificazione dei rapporti La modificazione dei rapporti interstatuali richiede l’assenso interstatuali richiede l’assenso degli statidegli stati
LA TEORIA ECONOMICA DEL LA TEORIA ECONOMICA DEL DECENTRAMENTODECENTRAMENTO
Quale è il ruolo degli enti Quale è il ruolo degli enti decentratidecentrati
rispetto alle tre grandi funzioni rispetto alle tre grandi funzioni dello stato di Musgrave:dello stato di Musgrave:
Stabilizzazione, Stabilizzazione, Distribuzione,Distribuzione, Allocazione?Allocazione?
GRANDI FUNZIONI DELLO STATO E GRANDI FUNZIONI DELLO STATO E DECENTRAMENTODECENTRAMENTO
Esistono ragioni per attribuire, in Esistono ragioni per attribuire, in modo separato, le tre grandi modo separato, le tre grandi funzioni dello stato a diversi funzioni dello stato a diversi
livelli di governo?livelli di governo?
(modello della “torta a strati”)(modello della “torta a strati”)
GRANDI FUNZIONI DELLO STATO E GRANDI FUNZIONI DELLO STATO E DECENTRAMENTODECENTRAMENTO
STABILIZZAZIONESTABILIZZAZIONE
Funzione centrale o addirittura Funzione centrale o addirittura sovranazionalesovranazionale
Scarsa efficacia delle politiche di Scarsa efficacia delle politiche di stabilizzazione a livello locale a stabilizzazione a livello locale a
causa dell’elevato grado di causa dell’elevato grado di apertura delle economie localiapertura delle economie locali
Richiamo del concetto di moltiplicatore in economia apertaRichiamo del concetto di moltiplicatore in economia aperta
Y = C+ I + G + X – MY = C+ I + G + X – MC = cYC = cYM = mYM = mY
Y = (I+G+X)Y = (I+G+X)11
1- c +m1- c +m
GRANDI FUNZIONI DELLO STATO E GRANDI FUNZIONI DELLO STATO E DECENTRAMENTODECENTRAMENTO
Ad esclusione dei beni pubblici puri, Ad esclusione dei beni pubblici puri, quasi tutti i servizi pubblici quasi tutti i servizi pubblici
possono essere offerti possono essere offerti efficientemente a livello decentratoefficientemente a livello decentrato
ALLOCAZIONEALLOCAZIONE
E’ la funzione privilegiata per i livelli E’ la funzione privilegiata per i livelli decentrati. decentrati.
GRANDI FUNZIONI DELLO STATO E GRANDI FUNZIONI DELLO STATO E DECENTRAMENTODECENTRAMENTO
GESTIONE DEL DEBITO PUBBLICOGESTIONE DEL DEBITO PUBBLICO
E’ di solito preferibile una gestione al E’ di solito preferibile una gestione al livello di governo centrale che può livello di governo centrale che può
offrire maggiori garanzie di offrire maggiori garanzie di solvibilità. solvibilità.
GRANDI FUNZIONI DELLO STATO E GRANDI FUNZIONI DELLO STATO E DECENTRAMENTODECENTRAMENTO
GESTIONE DEL DEBITO PUBBLICOGESTIONE DEL DEBITO PUBBLICOLa costituzione (Titolo V) consente l’emissione di La costituzione (Titolo V) consente l’emissione di
debito solo per le spese di investimento debito solo per le spese di investimento
Per le Regioni (DLgs.76/2000) gli oneri di Per le Regioni (DLgs.76/2000) gli oneri di ammortamento (quota capitale e interessi ) non ammortamento (quota capitale e interessi ) non devono superare il 25% delle entrate tributarie devono superare il 25% delle entrate tributarie
non vincolate delle stessenon vincolate delle stesse
Per i Comuni la legge impone limiti Per i Comuni la legge impone limiti all’indebitamento: spese per interessi entro l all’indebitamento: spese per interessi entro l 25% dei primi tre titoli delle entrate (tributi, 25% dei primi tre titoli delle entrate (tributi,
trasferimenti, entarte extar tributarie)trasferimenti, entarte extar tributarie)
GRANDI FUNZIONI DELLO STATO E GRANDI FUNZIONI DELLO STATO E DECENTRAMENTODECENTRAMENTO
REDISTRIBUZIONEREDISTRIBUZIONE
La tesi tradizionale attribuisce La tesi tradizionale attribuisce questa funzione al governo questa funzione al governo
centralecentrale
Motivazioni tesi tradizionaleMotivazioni tesi tradizionale
1) Uniformità dei criteri di equità 1) Uniformità dei criteri di equità distributiva rappresentati dal distributiva rappresentati dal
parametro, nazionale, parametro, nazionale, dell’avversione sociale alla dell’avversione sociale alla
disuguaglianza.disuguaglianza.
Per evitare conflitti tra diversi livelli, Per evitare conflitti tra diversi livelli, si toglie l’obiettivo al livello localesi toglie l’obiettivo al livello locale
REDISTRIBUZIONEREDISTRIBUZIONE
Motivazioni tesi tradizionaleMotivazioni tesi tradizionale2) Il modello di Tiebout (v.oltre) 2) Il modello di Tiebout (v.oltre)
prevede un meccanismo allocativo prevede un meccanismo allocativo in cui si formano comunità di in cui si formano comunità di
individui simili.individui simili.Ciò rende non necessarie politiche Ciò rende non necessarie politiche
distributive a livello locale. distributive a livello locale. Resta un’esigenza di redsitribuzione Resta un’esigenza di redsitribuzione
nazionale tra le comunitànazionale tra le comunità
REDISTRIBUZIONEREDISTRIBUZIONE
Motivazioni tesi tradizionaleMotivazioni tesi tradizionale
3) Inefficienza da selezione avversa nelle 3) Inefficienza da selezione avversa nelle politiche distributive locali. Attrazione politiche distributive locali. Attrazione
dei poveri nelle comunità ricche. I ricchi dei poveri nelle comunità ricche. I ricchi se ne vanno. Effetti esterni sulle altre se ne vanno. Effetti esterni sulle altre
comunità. comunità.
(Analogia con i temi della competizione (Analogia con i temi della competizione fiscalefiscale
Rischi di “race to bottom”)Rischi di “race to bottom”)
REDISTRIBUZIONEREDISTRIBUZIONE
Critiche alla tesi tradizionaleCritiche alla tesi tradizionale1) La tesi spiega “troppo” in quanto presuppone 1) La tesi spiega “troppo” in quanto presuppone
perfetta informazione del governo centrale.perfetta informazione del governo centrale.Se così fosse verrebbe meno anche il teorema Se così fosse verrebbe meno anche il teorema
del decentramento di Oates (v.oltre)del decentramento di Oates (v.oltre)Si suggerisce quindi di ammettere l’esistenza di Si suggerisce quindi di ammettere l’esistenza di
funzioni del benessere sociale regionali, funzioni del benessere sociale regionali, sovraordinate alla funzione del benessere sovraordinate alla funzione del benessere
sociale nazionale.sociale nazionale.
REDISTRIBUZIONEREDISTRIBUZIONE
Critiche alla tesi tradizionaleCritiche alla tesi tradizionale2) Tesi di Pauly. Se gli individui sono 2) Tesi di Pauly. Se gli individui sono immobili e i ricchi sono interessati al immobili e i ricchi sono interessati al
benessere dei poveri loro vicini, la benessere dei poveri loro vicini, la redistribuzione a livello locale è redistribuzione a livello locale è
efficienteefficienteperché le preferenze altruistiche dei ricchi perché le preferenze altruistiche dei ricchi
possono essere differenziate possono essere differenziate territorialmente (redistribuzione come territorialmente (redistribuzione come
local public goodlocal public good))
REDISTRIBUZIONEREDISTRIBUZIONE
GRANDI FUNZIONI DELLO STATO E GRANDI FUNZIONI DELLO STATO E DECENTRAMENTODECENTRAMENTO
ConclusioneConclusione
E’ molto difficile vedere realizzato il E’ molto difficile vedere realizzato il modello della torta a stratimodello della torta a strati
Anche se sembrerebbe a prima vista Anche se sembrerebbe a prima vista la soluzione più trasparente ed la soluzione più trasparente ed
efficiente efficiente
Fiscal federalism (1972)Fiscal federalism (1972)
In presenza di preferenze In presenza di preferenze territorialmente differenziate è territorialmente differenziate è
sempre preferibile il sempre preferibile il decentramento dell’offertadecentramento dell’offerta
TEOREMA DEL DECENTRAMENTO TEOREMA DEL DECENTRAMENTO DI OATESDI OATES
Un richiamo del concetto di Un richiamo del concetto di elettore medianoelettore mediano
Si immagini l’offerta di un solo servizio.Si immagini l’offerta di un solo servizio.Si deve decidere la quantità da produrre del servizio.Si deve decidere la quantità da produrre del servizio.
Si ordinino i membri della comunità in senso Si ordinino i membri della comunità in senso crescente per grado di valutazione del servizio.crescente per grado di valutazione del servizio.Si sottoponga a votazione a maggioranza la Si sottoponga a votazione a maggioranza la
decisione.decisione.La quantità prodotto sarà quella desiderata dal La quantità prodotto sarà quella desiderata dal
soggetto che si trova nella posizione mediana, soggetto che si trova nella posizione mediana, perché è quello che consente di realizzare una perché è quello che consente di realizzare una
maggioranza. maggioranza.
TEOREMA DEL DECENTRAMENTO DI OATESTEOREMA DEL DECENTRAMENTO DI OATES
pp
00 Q1Q1 Q2Q2 Q3Q3
DCDA
QB=Q*QC QA
E
D
F
GH
C
Teorema del decentramento di Oates
0 Q
p
DB
TEOREMA DEL DECENTRAMENTO TEOREMA DEL DECENTRAMENTO DI OATESDI OATES
Ipotesi Ipotesi
• Lo stato non è in grado di offrire Lo stato non è in grado di offrire quantità differenziatequantità differenziate
• Costo marginale costante, assenza Costo marginale costante, assenza di economie di scaladi economie di scala
• Assenza di effetti di traboccamentoAssenza di effetti di traboccamento
• Preferenze identiche all’interno di Preferenze identiche all’interno di ciascuna comunitàciascuna comunità
LA DIMENSIONE OTTIMALE DEI LA DIMENSIONE OTTIMALE DEI GOVERNI LOCALIGOVERNI LOCALI
Due aspetti da ricordare:Due aspetti da ricordare:
Le economie di scalaLe economie di scala
La teoria dei club di BuchananLa teoria dei club di Buchanan
LA DIMENSIONE OTTIMALE DEI LA DIMENSIONE OTTIMALE DEI GOVERNI LOCALIGOVERNI LOCALI
Le economie di scalaLe economie di scala
Si pone attenzione ai costi di produzioneSi pone attenzione ai costi di produzione dei servizi localidei servizi localiSi calcolano il costo pro-capite di un servizio Si calcolano il costo pro-capite di un servizio al variare della dimensione degli enti locali, al variare della dimensione degli enti locali, misurata dalla popolazionemisurata dalla popolazioneSi individuano generalmente curve ad U. Si individuano generalmente curve ad U.
DimensioneDimensione del comunedel comune
Costo pro capite delCosto pro capite delservizio i-esimoservizio i-esimo
00
SS11
DimensioneDimensione ottima per S1ottima per S1
DimensioneDimensione del comunedel comune
Costo pro capite delCosto pro capite delservizio i-esimoservizio i-esimo
DimensioneDimensione ottima per S1ottima per S1
00
SS11
S2S2
DimensioneDimensione ottima per S2ottima per S2
ventili su pop
Fitted values spesa c orrente procapite
1 20
447.144
2508.42
dimensionedimensione n. comunin. comuni cum.n.comunicum.n.comuni %cum.%cum. %pop.(sc.dx)%pop.(sc.dx) PopolazionePopolazione
0,50,5 845845 845845 10,4310,43 00 257.213257.213
11 1.1271.127 1.9721.972 24,3524,35 11 845.430845.430
22 1.6491.649 3.6213.621 44,7044,70 44 2.418.1942.418.194
33 1.0071.007 4.6284.628 57,1457,14 44 2.482.2842.482.284
44 698698 5.3265.326 65,7565,75 44 2.416.7052.416.705
55 466466 5.7925.792 71,5171,51 44 2.085.3732.085.373
1010 1.1751.175 6.9676.967 86,0186,01 1414 8.237.3018.237.301
1515 454454 7.4217.421 91,6291,62 1010 5.514.7815.514.781
2020 198198 7.6197.619 94,0694,06 66 3.407.4713.407.471
3030 181181 7.8007.800 96,3096,30 77 4.334.1434.334.143
4040 116116 7.9167.916 97,7397,73 77 3.999.6313.999.631
5050 4444 7.9607.960 98,2798,27 33 2.011.0572.011.057
6565 5252 8.0128.012 98,9198,91 55 2.884.4382.884.438
8080 2323 8.0358.035 99,2099,20 33 1.647.9811.647.981
100100 2222 8.0578.057 99,4799,47 33 1.962.1511.962.151
250250 3131 8.0888.088 99,8599,85 88 4.528.3014.528.301
500500 66 8.0948.094 99,9399,93 33 1.892.5161.892.516
>500>500 66 8.1008.100 100100 1212 6.963.2756.963.275
totaletotale 8.1008.100 100100 57.888.24557.888.245
I comuni italiani (8100) nel 2003 per dimensione demografica
0
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
1.600
1.800
popolazione residente in migliaia
0246810121416n. comuni
%pop.(sc.dx)
LA DIMENSIONE OTTIMALE DEI LA DIMENSIONE OTTIMALE DEI GOVERNI LOCALIGOVERNI LOCALI
La teoria dei club di BuchananLa teoria dei club di BuchananE’ una teoria più articolata che faE’ una teoria più articolata che fa riferimento all’analogia tra l’economia di unriferimento all’analogia tra l’economia di unClub e un ente localeClub e un ente locale (esempio: tennis club, ospedale)(esempio: tennis club, ospedale)
LA DIMENSIONE OTTIMALE DEI GOVERNI LOCALILA DIMENSIONE OTTIMALE DEI GOVERNI LOCALI La teoria dei club di BuchananLa teoria dei club di Buchanan
Variabili spiegate dal modelloVariabili spiegate dal modello
Popolazione del clubPopolazione del club
Quantità del servizio prodottaQuantità del servizio prodotta
LA DIMENSIONE OTTIMALE DEI GOVERNI LOCALILA DIMENSIONE OTTIMALE DEI GOVERNI LOCALI La teoria dei club di BuchananLa teoria dei club di Buchanan
ObiettivoObiettivoMassimizzare il beneficio pro-capite Massimizzare il beneficio pro-capite
nettonettoBBnn = B – C = B – C
Pari alla differenza traPari alla differenza traB, beneficio pro-capite B, beneficio pro-capite C, costo pro-capiteC, costo pro-capite
LA DIMENSIONE OTTIMALE DEI GOVERNI LOCALILA DIMENSIONE OTTIMALE DEI GOVERNI LOCALI La teoria dei club di BuchananLa teoria dei club di Buchanan
B, beneficio pro-capite B, beneficio pro-capite B = B(N,Q)B = B(N,Q)
BBNN < 0 < 0
BBQQ > 0 B > 0 BQQQQ < 0 < 0
Aumenta N, maggiore congestioneAumenta N, maggiore congestioneAumenta Q maggiore benessere, ma Aumenta Q maggiore benessere, ma
con saturazionecon saturazione
LA DIMENSIONE OTTIMALE DEI GOVERNI LOCALILA DIMENSIONE OTTIMALE DEI GOVERNI LOCALI La teoria dei club di BuchananLa teoria dei club di Buchanan
C, costo pro-capiteC, costo pro-capite
In assenza di economie di scaleIn assenza di economie di scale
C = aQ/NC = aQ/N
Aumenta N, minore costo pro-capiteAumenta N, minore costo pro-capite
Aumenta Q maggiori costiAumenta Q maggiori costi
NN00
B,CB,C
CostiCosti
BeneficiBenefici
QQ00
B,CB,C
CostiCosti
BeneficiBenefici
aa
LA DIMENSIONE OTTIMALE DEI GOVERNI LOCALILA DIMENSIONE OTTIMALE DEI GOVERNI LOCALI La teoria dei club di BuchananLa teoria dei club di Buchanan
Max BMax Bnn = B(N,Q) – C(N,Q) = B(N,Q) – C(N,Q) Q,NQ,N
Si determinano i valori ottimali di N e QSi determinano i valori ottimali di N e Q
LA DIMENSIONE OTTIMALE DEI GOVERNI LOCALILA DIMENSIONE OTTIMALE DEI GOVERNI LOCALI La teoria dei club di BuchananLa teoria dei club di Buchanan
Esiste un trade-off traEsiste un trade-off tra
Vantaggi Vantaggi (al margine(al margine): ): • Maggiore Q Maggiore Q (decrescente per saturazione(decrescente per saturazione))• Maggiore N [condivisione dei costi] Maggiore N [condivisione dei costi] (decrescente (decrescente
iperbole)iperbole)
Svantaggi (al margine):Svantaggi (al margine):• Maggiore Q Maggiore Q (costante a)(costante a)• Maggiore N [congestione] Maggiore N [congestione] (crescente(crescente))
LA DIMENSIONE OTTIMALE DEI GOVERNI LOCALILA DIMENSIONE OTTIMALE DEI GOVERNI LOCALI Alcune conclusioniAlcune conclusioni
La teoria dei club fornisce indicazioni La teoria dei club fornisce indicazioni molto generali di cui non è facile trarre molto generali di cui non è facile trarre implicazioni operativeimplicazioni operative
Le curve a U dei costi, in presenza di Le curve a U dei costi, in presenza di molteplici servizi, portano a concludere molteplici servizi, portano a concludere che non esista una dimensione ottima in che non esista una dimensione ottima in assoluto. Vi saranno necessariamente assoluto. Vi saranno necessariamente spill-over di beneficispill-over di benefici
LA DIMENSIONE OTTIMALE DEI GOVERNI LOCALILA DIMENSIONE OTTIMALE DEI GOVERNI LOCALI Alcune conclusioniAlcune conclusioni
Con riferimento all’Italia, si comprende la inadeguatezza Con riferimento all’Italia, si comprende la inadeguatezza della dimensione dei comuni in Italia rispetto a queste della dimensione dei comuni in Italia rispetto a queste indicazioni teoricheindicazioni teoriche
Le Unioni tra comuni (art. 32 del TU enti locali del 2000) Le Unioni tra comuni (art. 32 del TU enti locali del 2000) sono uno strumento. Forma associativa con personalità sono uno strumento. Forma associativa con personalità giuridica, sono “enti locali” Alternativa alla più giuridica, sono “enti locali” Alternativa alla più impegnativa fusione di comuni.impegnativa fusione di comuni.
In grado di cogliere economie di scopo (più che di scala)In grado di cogliere economie di scopo (più che di scala)L.131/03 di attuazione del Titolo V art.7 in applicazione L.131/03 di attuazione del Titolo V art.7 in applicazione
dell’art.118dell’art.118
IL MECCANISMO ALLOCATIVO DI IL MECCANISMO ALLOCATIVO DI TIEBOUT TIEBOUT
Un meccanismo di rivelazione delle Un meccanismo di rivelazione delle preferenze per i beni pubblicipreferenze per i beni pubblici
““Votare con i piedi”Votare con i piedi”
IL MECCANISMO ALLOCATIVO DI TIEBOUTIL MECCANISMO ALLOCATIVO DI TIEBOUT
Ipotesi impliciteIpotesi implicite
• numero ampio di autorità locali con numero ampio di autorità locali con un uno specifico mix di serviziun uno specifico mix di servizi
• Non ci sono economie di scala Non ci sono economie di scala
• Si adotta esclusivamente il principio Si adotta esclusivamente il principio del beneficiodel beneficio
• Informazione completaInformazione completa
• Non ci sono costi di mobilitàNon ci sono costi di mobilità
IL MECCANISMO ALLOCATIVO DI TIEBOUTIL MECCANISMO ALLOCATIVO DI TIEBOUT Implicazioni poco soddisfacentiImplicazioni poco soddisfacenti
• Tendenza crearsi comunità locali Tendenza crearsi comunità locali con autoselezione rispetto al con autoselezione rispetto al reddito (i ricchi con i ricchi, i poveri reddito (i ricchi con i ricchi, i poveri con i poveri)con i poveri)
• Tendenze alla migrazione dei poveri Tendenze alla migrazione dei poveri nelle comunità dei ricchinelle comunità dei ricchi
• Costi di transazioneCosti di transazione• Aspetti equitativi perversiAspetti equitativi perversi
HARD BUDGET CONSTRAINTHARD BUDGET CONSTRAINT
L’efficienza politico-amministrativa L’efficienza politico-amministrativa si realizza pienamente si realizza pienamente
solo se esistesolo se esiste
una corrispondenza una corrispondenza
tra funzioni da svolgere tra funzioni da svolgere
e risorse disponibilie risorse disponibili
ALTRE RAGIONI DEL ALTRE RAGIONI DEL DECENTRAMENTODECENTRAMENTO
IdeologicheIdeologiche
PolitichePolitiche
OrganizzativeOrganizzative
RAGIONI IDEOLOGICHERAGIONI IDEOLOGICHE
Il Principio di sussidiarietàIl Principio di sussidiarietà• Art.3 b del Trattato dell’Unione del Art.3 b del Trattato dell’Unione del
Parlamento EuropeoParlamento Europeo
• Quadragesimo Anno (1931)Quadragesimo Anno (1931)
• Grundgesetz tedesca (art.71 e 72)Grundgesetz tedesca (art.71 e 72)
RAGIONI IDEOLOGICHERAGIONI IDEOLOGICHE
Il Principio di sussidiarietàIl Principio di sussidiarietàLa Comunità interviene ..soltanto se La Comunità interviene ..soltanto se
e nella misura in cui gli e nella misura in cui gli obiettivi..non possono essere obiettivi..non possono essere
sufficientemente realizzati dagli sufficientemente realizzati dagli Stati membri e possono dunque, a Stati membri e possono dunque, a
motivo della dimensioni o degli motivo della dimensioni o degli effetti dell’azione.., essere effetti dell’azione.., essere realizzati meglio a livello realizzati meglio a livello
comunitario.comunitario.
RAGIONI IDEOLOGICHERAGIONI IDEOLOGICHE
Il Principio di sussidiarietàIl Principio di sussidiarietà
VerticaleVerticale
OrizzontaleOrizzontale
RAGIONI IDEOLOGICHERAGIONI IDEOLOGICHE
Il Principio di sussidiarietàIl Principio di sussidiarietà OrizzontaleOrizzontale
Valorizzare le istituzioni non stataliValorizzare le istituzioni non statali
Terzo settore, Quango, le comunità Terzo settore, Quango, le comunità spontanee, ecc. che operano allo spontanee, ecc. che operano allo
stesso livellostesso livello
RAGIONI POLITICHERAGIONI POLITICHE
Il decentramento Il decentramento • favorisce la partecipazione politica favorisce la partecipazione politica
dei cittadinidei cittadini• consente un controllo più stretto consente un controllo più stretto
degli amministratori da parte dei degli amministratori da parte dei cittadinicittadini
• permette di tenere conto delle permette di tenere conto delle differenze nella composizione differenze nella composizione sociale (differenze linguistiche, sociale (differenze linguistiche, etniche, ecc.) etniche, ecc.)
RAGIONI ORGANIZZATIVERAGIONI ORGANIZZATIVE
• Vantaggi delle strutture poco Vantaggi delle strutture poco burocratiche burocratiche
• Possibilità di maggiori Possibilità di maggiori sperimentazioni ed innovazioni sperimentazioni ed innovazioni nell’offerta dei servizi pubblicinell’offerta dei servizi pubblici