Teoria degli errori - INFN Sezione di Padova
Transcript of Teoria degli errori - INFN Sezione di Padova
S.M. Lenzi - Misura 1
Teoria degli erroriProcesso di misura definisce una grandezza fisica
1. Sistema oggetto2. Apparato di misura3. Sistema di confronto
La misura implica un giudizio sull’uguaglianza tra la grandezza incognita e la grandezza campione
Metodo di misura: Misure dirette: lunghezza, tempo
Misure indirette: velocita’
Sensibilita’ di uno strumento: la minima differenza apprezzabile tra il valore dellagrandezza da misurare e quella campione.
misura] di[unita'0.5)(8.598 ⋅±=⇒<< xx
NON HA SENSO RIPORTARE IL RISULTATO DI UNA MISURA INDICANDO UN NUMERO DI CIFRE DECIMALI MAGGIORE DI QUELLO NECESSARIO PER INDICARE LA SENSIBILITA’ DELLA MISURA
S.M. Lenzi - Misura 2
Classificazione degli errori di misuraOgni misura e’ affetta da errori e di conseguenza il “valore vero” di una grandezza non e’ mai noto.
Classificazione degli errori:
• Errori sistematici: falsano la misura sempre nello stesso senso(strumento difettoso, calibrazione sbagliata, ecc.).
Opportune correzioni a posteriori.
• Errori casuali: dovuti a condizioni sperimentali fluttuanti (temperatura)disturbi estranei alla misura (vibrazioni)definizione vaga della grandezza a misurare.
Diminuiscono ripetendo la misura molte volte
S.M. Lenzi - Misura 3
N misure di una grandezza fisica x con lo stesso strumento e in condizionisperimentali identiche
Media Aritmetica
Nx,...,x,x 21
∗−= xxiiε
∑=
=N
iix
Nx
1
1
IdeogrammaVa
lore
mis
urat
o
Numero di misura
Valore medio
Errore della singola misura: Valore vero
Media aritmetica:
Errore di x ∑ ∑∑= ==
∗ =−=
−=−=
N
i
N
ii
*i
*N
ii N
xxN
xxN
xx)x(1 11
111 εε
Cancellazioniparziali
S.M. Lenzi - Misura 4
se e’ una buona stima di allora e’ una buona stima di
Per conoscere l’accuratezza della media aritmetica, bisogna conoscere l’accuratezza delle singole misure perche’ non puo’ essere calcolato
Scarti dalla media
*ii xx −=ε
x∗x
La media aritmetica da’ una stima del valore vero che puo’ essere considerata piu’ accurata del valore xi di una grandezza misurata tra le N eseguite
xxz ii −= iε
Scarto dalla media: ( ) ∑∑∑ ∑=== =
=−=−==N
ii
N
ii
N
i
N
iii x
Nx
Nxx
Nz
Nz
111 101111
Bisogna trovare una somma di numeri positivi!!!
Varianza ( )∑ ∑= =
−==N
i
N
ii xx
Nz
NS
i1 1
22 11
Per ritrovare una grandezza omogenea con x
Scarto quadratico medio: ( )∑=
−==N
ii xx
NS
1
21µ
S.M. Lenzi - Misura 5
Varianza
∑∑
∑∑
==
==
=⇒=−=
−==
N
ii
N
ii
N
ii
N
ii
xxN
xxN
xxNxd
dzNxd
dSxd
d
11
1
2
1
2
10)(21
)(11
Il valore piu’ probabile (media aritmetica) minimizza la varianza
222
1 1
2
2
1 1
22
1121
)2(1)(1
xxxNN
xN
xxN
xxxxN
xxN
S
N
i
N
iii
N
i
N
iiii
−=+−=
=+−=−=
∑ ∑
∑ ∑
= =
= =
La varianza si puo’ scrivere piu’ semplicemente:
S.M. Lenzi - Misura 6
Distribuzione degli errori casualiDensita’ di probabilita’: funzione che permette di calcolare la probabilita’ di ottenereun risultato contenuto in un generico intervallo (x, x+Δx)
Se Δx 0 la probabilita’ e’ proporzionale a Δx
dxxPP dxxx )(],[ =+densita’ di probabilita’
Probabilita’ di ottenere un risultato in un intervallo finito:
∫
∫
∞+
∞−=
=
1)(
)(2
121 ],[
dxxP
dxxPPx
xxx
Il numero di misure che si prevede diano un risultato compreso tra x1 e x2:
∫=≤≤2
1
)()( 21
x
xdxxPNxxxN
S.M. Lenzi - Misura 7
Distribuzione degli errori
num
ero
di v
olte
grandezza
Istogramma
∫+∞
∞−>=< dxxPxx )(
valore atteso
∫+∞
∞−><−=><−>=< dxxPxxxxS )()( 222
varianza
S.M. Lenzi - Misura 8
Distribuzione normale o gaussiana
Ripetendo molte volte la misura di una grandezza x i valori ottenuti sono meno frequenti quando gli scarti dalla media sono piu’ grandi.
La distribuzione risulta approssimativamente simmetrica rispetto alla media stessa
Misure indipendenti: il risultato di una misura non e’ condizionato da quello delle misure precedenti.
La funzione analitica che descrive la densita’ di probabilita’ e’:
2
2
2*)(
21)( σπσ
xx
exP−
−=
222
a aleproporzion larghezza se 0)(
*in massima e' )(
σ
σ
=><−><
>=<
±∞→→=
xx
x*x
xxPxxxP
S.M. Lenzi - Misura 9
Distribuzione normale o gaussiana
%3.68)(*
*∫+
−=
σ
σ
x
xdxxP %7.99)(
3*
3*∫+
−=
σ
σ
x
xdxxP%5.95)(
2*
2*∫+
−=
σ
σ
x
xdxxP
2σ
S.M. Lenzi - Misura 10
Confronto con l’istogramma
2
2
2*)(
2)( σ
πσ∆
xx
exNxN−
−=Per il confronto con l’istogramma:
S.M. Lenzi - Misura 11
Propagazione degli erroriMisure indirette
L’errore nella misura indiretta di una grandezza viene ottenuto a partire degli errori di misura delle grandezze di base.
Lo scarto quadratico medio di una grandezza(sara’ dedotta a lezione) risulta:
iµ
jiijj
N
i ji ii
iF x
FxF
xF
µµρ∂∂
∂∂
+µ
∂∂
=µ ∑ ∑= <1
22
2 2
( )Nji x,,x,x,,xF 1
dove rappresentano gli errori di misura delle grandezze di base e
ijρ e’ il coefficiente di correlazione
S.M. Lenzi - Misura 12
Propagazione degli errori relativi
Esempio: txv =
2
1tx
tv
txv
−=∂∂
=∂∂
22
22
22 1
txv tx
tµ
+µ
=µLo scarto quadratico medio di v e’:
Dividendo entrambi i membri per 2v
222
µ+
µ=
µ
txvtxvsi ottiene:
S.M. Lenzi - Misura 13
Legge di propagazione degli errori relativi
In generale, se la grandezza F e’ data da un prodotto di grandezze di base:
( ) ∏=
=N
i
ciNji
ixx,,x,x,,xF1
1
∑=
µ=
µ N
i i
xi
F
xc
Fi
1
22
2
S.M. Lenzi - Misura 14
Interpolazione lineareSiano x e y due grandezze fisiche misurate, legate da una relazione di tipo lineare:
bxay += parametri a e b da determinare in modo di dare lamigliore interpolazione lineare dei valori misurati ( )ii y,x
La stima risulta semplice se si verificano le seguenti condizioni:1. le misure delle grandezze x e y sono affette da errori indipendenti2. gli errori su x sono trascurabili3. gli errori su y seguono la distribuzione normale
*ii xx − trascurabili
( )iii bxayy +−=δ distanza tra il valore “vero” e quello misurato
La migliore stima di a e b si ottiene minimizzando gli scarti ( )∑∑==
−−=δ=n
iii
n
ii bxayyQ
1
2
1
2
02
02
1
1
=−−−=∂∂
=−−−=∂∂
∑
∑
=
=
)bxay(xbQ
bxayaQ
i
n
iii
i
n
ii
S.M. Lenzi - Misura 15
Metodo dei minimi quadrati
I parametri a e b si ottengono con le seguenti espressioni
E gli errori si possono ottenere con le formule di propagazione degli errori
S.M. Lenzi - Misura 16
Media pesata
Se le diverse misure non sono eseguite con la stessa precisione, al posto della media aritmetica si può calcolare il valore più probabile dando un peso diverso a ogni misura.
∑∑
=
== n
i i
n
i ii
a
xax
1
1
Media pesata
2
1
iia
σ=
Peso
∑∑
==
σ
=σ
∂∂
=σn
ii
n
ii
ix x
x
1 21
22
11
Errore della media
L’errore della media risulta minore di tutti gli errori delle singole misure
S.M. Lenzi - Misura 17
Prima esperienza di Laboratorio
a. Preparazione della postazione:i. collegare il banco alla rete elettricaii. accendere il computer e il compressoreiii. verificare la posizione orizzontale della guidoviaiv. verificare la posizione del sonar
b. Prima misura: moto rettilineo uniformei. misurare velocità in funzione del tempo per 5 volte spingendo
la slitta verso il magnete (delicatamente!). Stimare l’angolo di inclinazione della guidovia e rimetterla in posizione orizzontale.
ii. misurare posizione della slitta in funzione del tempo lanciandola col magnete. Verificare l’andamento lineare
iii. ripetere la misura 5 volte e riportare i risultati dell’interpolazionesul foglio di calcolo per vedere la dispersione della velocità
iv. aggiungere un disco metallico alla slitta e studiare l’azione del magnete c. Seconda misura: moto uniformemente accelerato
i. inclinare il piano della guidovia verso il sonar (1 giro=5’)ii. misurare l’accelerazione per 5 inclinazioni diverse (1/2 giro per volta)iii. riportare i valori nel foglio di calcolo e verificare se l’accelerazione
è solo dovuta alla forza peso
Moto di una slitta nella guidovia
Studio dell’azione del magnete (1)
S.M. Lenzi - Misura 18
Studio dell’azione del magnete (2)
S.M. Lenzi - Misura 19
Materiale per il laboratorio
S.M. Lenzi - Misura 20
http://www.pd.infn.it/~zotto/laboratorio/lab_studenti.html
S.M. Lenzi - Misura 21
Seconda esperienza di Laboratorio
a. Preparazione della postazione:i. collegare il banco alla rete elettricaii. accendere il computer e il compressoreiii. verificare la posizione orizzontale della guidoviaiv. verificare la posizione del sonar
b. Prima misura: i. inclinare la guidovia verso il sensore di forza (che sostituisce il magnete)
di 10’ e, utilizzando la slitta con la molla verso il sensore di forza, spingerla delicatamente verso il sensore di modo che rimbalzi.
ii misurare posizione della slitta in funzione del tempo e calcolare l’accelerazione in discesa e in salita.
iii ripetere la misura 5 volte e riportare i risultati sul foglio di calcolo conil loro errore. Calcolare la media pesata
iv. calcolare il valore di g e della forza d’attrito media con i loro errori
Seconda esperienza di Laboratorio
S.M. Lenzi - Misura 22
Seconda esperienza di Laboratorio
S.M. Lenzi - Misura 23
S.M. Lenzi - Misura 24
Seconda esperienza di Laboratorio
c. Seconda misura: urtii. riportare la guidovia in posizione orizzontaleii. urto perfettamente anelastico: utilizzando le slitte con il velcro, mantenere
una ferma e spingere l’altra dal sonar verso la prima slitta che viene rilasciata un attimo prima dell’urto. Misurare la velocita’ prima e dopo l’urtoe verificare la conservazione della quantita’ di moto.
iii. urto elastico: ripetere il punto ii) utilizzando una siltta con la molla.iv. urto elastico (lento): spingere la slitta con la molla verso il sensore di forza.
Verificare la relazione tra l’impulso della forza e la quantita’ di moto nel foglio di calcolo e stimare la durata dell’urto. Il fondoscala del sensore di forza viene posto a 10N.
iv. urto anelastico (istantaneo): utilizzando la slitta con la barretta di diametro maggiore si ripete il punto precedente e si stima la durata dell’urto
Moto di una slitta nella guidovia e urti
Urto perfettamente anelastico
S.M. Lenzi - Misura 25
Urto elastico lento
S.M. Lenzi - Misura 26
Urto anelastico (istantaneo)
S.M. Lenzi - Misura 27
Misura del momento d’inerzia di un volano
S.M. Lenzi - Misura 28
Momento d’attrito
S.M. Lenzi - Misura 29