TenTec Argonaut 505

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HF QRP anno 1971,

TenTec Argonaut 505Probabilmente il primo RTX SSB HF 5 bande QRP degno di tale nome!

SURPLUSdi Daniele Cappa IW1AXR

Nel 1968 Al Kahn,K4FW, e JackBurchfield, K4JU

fondano la Ten Tec.L’anno successivo pro-ducono una serie di mo-duli idonei ad assembla-re un RTX in CW a bassapotenza. Questi moduli di- venteranno poi la base del-la serie “Power Mite” (PM), chesarà disponibile per anni in con-figurazioni diverse. All’epoca laproduzione di moduli che anda- vano poi assemblati era relativa-mente diffusa, del resto già moltianni prima la stessa Geloso ave- va in catalogo numerosi modulidedicati all’autocostruzione diRX e TX amatoriali.

TenTec ha sempre prodottoRTX di pregio, dotati di soluzionicircuitali originali, che spesso so-no state riprese da altri produtto-ri solo molti anni dopo.

La serie Argonaut ha visto la lu-ce alcuni anni dopo proprio conil modello 505, e prosegue anco-ra oggi con la quinta serie.

Un paio di esempi veloci … il505 che ora vedremo, ha visto laluce nel 1971 ed è stato presen-tato sul numero di CQ (america-no), a firma di K4DCD e dellostesso K4FW, nel novembre del1971 e un anno esatto dopo sulnumero di novembre del 1972 di

QST. Gli autori lo propongonocon due articoli diversi, ma che

forniscono i medesimi dati egiungono alle medesime conclu-sioni.

Si tratta probabilmente del pri-mo RTX QRP a 5 bande in HF inSSB, e non solamente in CW, in-teramente allo stato solido. La co-struzione ricorda in verità un Kit,quasi sicuramente era assembla-to “a mano”; questo esemplareporta il numero 1162. Certamen-te la produzione non ha raggiun-to grandi numeri e trovarne oggiuno in queste condizioni nonsembra essere cosa di tutti i gior-ni.

Il guscio è interamente in allu-minio, talvolta rivestito di plasticatinta legno, le dimensioni sonocontenute, la sola radio misura33 x 18 cm ed è alta solamente11 cm. Pur non prevedendo al-cuna alimentazione interna l’usoin portatile era certamente pos-sibile aiutato dal peso non ec-cessivo, poco meno di 3 kg perla sola radio. Sul pannello ante-riore sono collocati tutti i coman-di, mentre sul pannello posterio-re trovano posto tutti i collega-

menti, compreso il mi-crofono (ceramico),il tasto e la cuffia. Itrimmer per la rego-lazione del mic gaine del CW drive sonoanch’essi collocati sul-

la parte posteriore. Aspetto e disposizionesono gradevoli, anche se

la plastica la fa da padrone, nonè chiaro se per risparmiare o perlimitare il peso. Le manopole so-no tutte di plastica nera, mentrei connettori posteriori sono a jackda 6,5 mm per microfono, tasto ecuffia, RCA per tutto il resto, ali-mentazione e antenna compre-sa… scelta questa francamentediscutibile.

Al posto del classico VFO im-piega un PTO; in pratica nel cir-cuito oscillante del VFO di solitol’elemento variabile è un con-densatore, nel PTO è la bobinala cui induttanza è fatta variareinserendo un nucleo all’internodella bobina.

Questa soluzione non è, manon lo era neppure nel 1971, unanovità. ricevitori casalinghi (iclassici 5 valvole, anche di co-struttori italiani) lo impiegavanogià negli anni ‘50 (EurophoneRC59). In seguito praticamentetutte le autoradio degli anni ‘70e per buona parte del decennio

successivo, fino all’avvento dellasintonia digitale, erano dotati di

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PTO. In campo amatoriale era datempo utilizzato dalla blasonataCollins, dunque una soluzione diclasse per un apparecchio che voleva presentarsi come un pic-colo gioiello.

Il PTO ha sicuramente dei van-taggi rispetto all’analogo oscilla-tore a condensatore variabile. Èpiù stabile e molto più compatto,e questo è un punto a favore suun RTX che oggi chiameremmotrasportabile, ma che per l’epocaera veramente su un altro piane-ta! Anche la stabilità era notevole,il costruttore dichiarava “meno di100 Hz a 30 minuti dall’accensio-ne”, anche questo è un valore ti-pico e standard per l’epoca.

Non è l’unica novità: il 505 im-piega, all’ingresso del ricevitore,un MOSFET. Del resto la Ten Tecgià nel 1976 aveva in catalogoun RTX con finali RF a MO-SFET!

Il ricevitore è a singola conver-sione, con filtro a quarzi in mediafrequenza (classica a 9 MHz), idue mixer bilanciati impiegano

ognuno un CA3053.Cinque bande classiche, le

WARC erano ancora nel cappel-lo, quindi 10, 15, 20, 40 e 80 me-tri. I 2 MHz dei 10 metri sono in-teramente coperti senza alcunacommutazione, quarzo o modifi-ca aggiuntiva, sulle altra bandel’escursione in frequenza è deiclassici (per l’epoca) 500 kHz.Per contro in 10 metri un giro del-la manopola di sintonia consenteuna variazione di frequenza di100kHz, contro i 25 kHz delle al-tre bande, per questo la sintoniaè così dolce, i 500 kHz era coper-ti con ben 20 giri della manopo-le di sintonia.

La commutazione di banda av- viene tramite due commutatori,uno è comandato direttamentedalla manopola in basso a sini-stra, mentre l’altro, situato accan-to al primo, più a destra (in pra-tica all’altezza della scritta “argo-naut”) è comandato da due rinviimetallici. Questa soluzione per-mette di separare le commutazio-ni di gamma nei vari stadi certa-

mente possibili fonti di proble-mi.

Sul frontale è presente il co-mando di sintonia fine che fa ca-po a un transistor invece del va-ricap.

Il primo amplificatore RF e i duemixer impiegano i citati MOSFET(40823); dall’altra parte della ra-dio il finale RF è a larga banda(non male per l’epoca...) equi-paggiato con due transistor bi-polari 2N2631 che forniscono, afronte di un assorbimento di circa5 W, una potenza RF variabile da1,8 a 2W, secondo le condizioni.L’impedenza dell’antenna è pre- vista da 50 a 75 e il tutto è com-pletato dal rosmetro interno, uti-lissimo durante il previsto uso inportatile.

La corrente assorbita è pari ad

un solo ampere, per aumentarel’autonomia sul retro è presenteun piccolo interruttore con cui èpossibile spegnere l’illuminazio-ne del frontale. Sul manuale diuso si legge che la radio è in gra-do di funzionare, con prestazionilievemente inferiori, fino a 10V dialimentazione.

Si tratta insomma del primoRTX QRP realmente utilizzabilein SSB quanto in RTTY, la cui sta-bilità permetteva un traffico nor-male senza rincorrere il corri-spondente su e giù per la banda. A questo proposito ci si chiedecome qualcuno considerasse lapossibilità di operare, nel 1971,in portatile in RTTY impiegandole telescriventi meccaniche (TG7o T100 Olivetti) il cui peso pro-babilmente sfiorava i 50 chili.

CQ e QST presentano il 505come l’apparecchio HF compat-to ideale per chi si muove, cam-

peggiatori e generalmente ope-ratori in QRP. Ancora nel 1999 lo“Iowa QRP journal” del Iowa QRPclub lo cita per l’uso in QRP!

Completano la linea l’alimen-tatore e il lineare, da cui in origi-ne doveva esser possibile accen-dere direttamente tutto il siste-ma.

Durante le prove, certamenteprima della mezzora prevista eimpiegando quale antenna unpezzo di filo steso sul tetto, ho ri-cevuto perfettamente alcuni OMeuropei e gli immancabili russi…

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in 40 metri, appena dopo cena…in PSK31!! In assenza di interfac-ce predisposte mi sono limitatoalla sola ricezione, ma la stabilitàè davvero sconvolgente, certa-mente supera di gran lunga il vecchio, ma sempre più recente,Kenwood TS130.

La resa audio è gradevole e lasintonia è precisa, non tropposensibile e praticamente non ri-sente affatto della mano, come

spesso succede su vecchi RTX a VFO.Certamente non è un ricetra-

smettitore da utilizzare tutti i gior-ni, anche l’estetica essenziale ri-specchia la produzione pratica-mente artigianale.

La sintonia a indice è limitataalla gamma dei 10 metri; per lealtre gamme sono previsti solodei riferimenti numerati che congli anni non sono più esatti comeavrebbero dovuto essere 39 annifa. Questa soluzione ci fa certa-mente apprezzare altri indicatoridi sintonia più precisi. In rete esi-stono delle modifiche per fornireil 505 e il 509 di sintonia digitale. A mio avviso si tratta di una solu-zione poco elegante e che, purrendendo l’RTX più versatile, nedanneggia per sempre l’origina-lità, e con questa anche parte delsuo fascino.

Non ho trovato riferimenti circail suo valore in Italia; il prezzo “delnuovo” all’epoca sfiorava i 290$(bella cifra…), ora si potrebbeattestare tra i 150 e i 250$ (sem-pre negli Stati Uniti ovviamente)secondo le condizioni dell’appa-recchio. Questo esemplare ap-partiene a Carlo IK1BZW, cheringrazio per la disponibilità e lafiducia dimostratami nel lasciar-mi per qualche giorno il suo gio-iello; a parte una lieve scalfituranella parte alta del frontale, èpraticamente perfetto. I problemimeccanici che aveva sono stati

risolti dal proprietario, il mio in-tervento si è limitato a un paio diinterventi elettrici poco rappre-sentativi e di cui non vale neppu-re la pena parlare.

La Ten Tec fornisce ancora, sulsuo sito ovviamente e a titolo gra-tuito, la scansione della docu-mentazione originale dell’epo-ca. Un bel manuale che, epuratodella pubblicità, conta poco piùdi 50 pagine; qui sono riportate,

come era uso all’epoca e ancorafino agli inizi degli anni ’80, an-che la procedura di allineamen-to e una veloce descrizione delcircuito. Sono utilizzati solo com-ponenti discreti, dunque una ri-parazione è praticamente sem-pre possibile.

Sebbene in rete siano reperibi-li innumerevoli modifiche dedi-cate a questa radio, dal PTO,all’aggiunta della banda dei 30metri, è sempre un peccato effet-tuarle ora. L’esemplare che vede-te nelle foto ha “subito” solamen-te la sostituzione dell’originaleplug RCA quale connettore diantenna con un più rassicuranteBNC. Sull’alimentatore è stato so-stituito l’interruttore originale apulsante con un esemplare abarchetta, l’unico che si adattas-se senza sembrare spudorata-mente non originale.

Dopo soli due anni, nel 1973,al 505 farà seguito il 509 (costavaallora 329$) e nel 1978 il 515(430$). RTX sostanzialmenteidentici nell’aspetto (il 515 è ne-ro) e con poche modifiche alfront end e al PTO. Il 515 è statodotato di un indicatore luminosoper evidenziare quando si è atti- vato il RIT. In tempi più recentil’Argonaut II mod. 535 ha visto laluce nel 1991 (sintetizzato, di-splay LCD, tutta un’altra radio) enel 2002 l’ultimo nato, Argonaut V mod.516, sintetizzato, DSP, di-splay a LED dalle dimensioni no-

tevoli come il prezzo, circa800$.

Una famiglia dunque che dopopoco meno di quarant’anni è an-cora a catalogo, anche se one-stamente tra il primo modello el’ultimo nato in comune c’è pra-ticamente solo il nome!

L’Argonaut e l’alimentatore