Tempo Libero n° 66

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Iscrizione al Tribunale di Roma nel Registro della stampa n. 76/2008 Tempo Libero marzo - aprile 2011 anno 11° n. 66 Euro 2.07 cultura, sport, turismo, servizi

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Iscrizione al Tribunale di Roma nel Registro della stampa n. 76/2008

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SommarioATTUALITÀFITeL: 1a Assemblea dei CRAL e CRT 3Documento 1a Assemblea Nazionale dei CRALe dei CRT direttivo nazionale 25 novembre 2010 3

Il villaggio Olimpico di Bardonecchia 13Programma Assemblea 14Sponsor iniziativa 15

Direttore Luigi PallottaDirettore Responsabile Rossella RonconiCapi Redattori Aldo Albano, Rita TomassiniSegretaria di redazione Monia CitarellaRedazione Giovanni Ciarlone, Adalberto Farina, Luigi Maiello, Pasquale Ruzza, Ferruccio Valletti, Dario Zambelli.

Direzione e redazioneC/o FITEL - Via Salaria, 80 - 00198 Roma tel. 06 85353869 - 06 8411063 fax 06 8546541E-mail: [email protected] - www.fitel.itFotocomposizione e [email protected] Libero è a disposizione degli aventi diritto con i quali non

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TempoLibero

cultura, sport, turismo, servizi Anno 14° n. 66 marzo-aprile 2011

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Valorizzare il ruolo dei Cral, del tempo di non lavoroe del modo in cui questo è vissuto dalle lavoratrici edai lavoratori tra le molte tematiche dellʼAssembleadi Bardonecchia.

Con tale inserto “speciale Bardonecchia”, la FITeL vuoleporre allʼattenzione di tutta lʼorganizzazione alcune con-siderazioni, per un sincero apporto al dibattito dellʼAs-semblea dei Cral e Crt. Un contributo senza rappresen-tare scenari prestabiliti, ma aperti al dibattito per un ruo-lo maggiore e più inciso dei Circoli nellʼambito del tem-po libero.

La crisi generale, economica, finanziaria, ambientale, haconseguenze politiche e coinvolge tutti compreso il sin-dacato, le sue strutture collaterali e i soggetti della rap-presentanza sociale come i CRAL , CRT e Associazioni.

Il mercato del lavoro caratterizzato dalla mobilità, flessi-bilità, individualità e sopratutto precarietà anche nellavita, tipica dei giovani, al di fuori di sistemi di protezionee ammortizzatori sociali che esistono in altri paesi, manon nel nostro.

Lʼincertezza della situazione lavorativa, il rischio didegradazione sociale è sempre più latente. La stessapovertà non risulta più essere un problema per pochi:larghi strati di lavoratori rischiano di diventare poveri per-ché perdono il posto di lavoro. Sempre più lavoratori coni loro salari non riescono a soddisfare i loro bisogni pri-

mari e figurarsi se, per quanto riguarda il campo dʼinte-resse della Fitel e dei Cral, il “tempo libero”, riescono atradurlo in svago e vacanze.

Lʼevidente richiesta di welfare pubblico – recente ricercaCensis-Ania – e lʼaltrettanta evidente impossibilità delloStato di erogare strumenti efficaci per tutti: lo dimostra-no gli ammortizzatori sociali di cui non tutti hanno dirittoe da cui sono esclusi precari e giovani. Lo stesso valeper le pensioni. Siamo una società che invecchia e cheha bisogni crescenti di welfare.

Solo un welfare esteso e di qualità, comprensivo delleprestazioni ai lavoratori, ai pensionati e i meno abbientianche nellʼambito del benessere e del tempo libero, oltreche a livello aziendale, pure a livello locale, attraverso lacontrattazione, la bilateralità e la negoziazione dei servi-zi con le istituzioni, elaborate anche unitamente alleassociazioni e ai cittadini, proprio nei tempi della crisi, ècapace di favorire un nuovo modello di sviluppo e al con-tempo indirizzare anche il nostro cammino verso lʼavviodi un profondo processo di auto-riforma, tanto per sgom-brare il campo da accuse di difese corporative o resi-stenze conservatrici che ci vengono rivolte. Il rinnovamento dei Cral, per essere adeguati ai tempi,deve essere qualcosa che va ben oltre il piano organiz-zativo. La rigenerazione dei Circoli è innanzituttounʼidea, un pensiero rinnovato, una nuova cultura deltempo di non lavoro e del benessere e dello sviluppodella propria azione.

Fitel: 1a Assemblea dei CRAL e CRTBardonecchia 13, 14, 15 giugno

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Il VI Congresso della FITeL si è con-cluso con lʼindicazione di realizzarela 1° Assemblea Nazionale dei Crale dei CRT aderenti alla nostra orga-nizzazione. Lo scopo di questa ini-ziativa è quello di cercare di valoriz-zare il ruolo dei Cral e quello deltempo di non lavoro e del modo incui questo è vissuto dalle lavoratricie dai lavoratori.

La Conferenza Nazionale dei CRALe dei CRT ha come obiettivo il rilan-cio e lo sviluppo di queste struttureper salvaguardare il diritto dei lavo-ratori, dei cittadini e delle loro fami-glie a vivere un tempo libero ricco dicontenuti – sportivi, culturali, turisti-ci- indipendentemente dal redditodisponibile o meglio, soprattuttoquando le possibilità di reddito non

lo consentano pienamente.A questo fine, il rilancio e lo sviluppodi CRAL e CRT non può che essereiscritto nel quadro più generale dellariforma del welfare, secondo le lineegià tracciate dalla legge di riformadellʼassistenza e dalla definizionedellʼOMS di salute intesa con BEN-ESSERE, il che porta a riunire nelwelfare sia gli interventi per rimuove-

Documento 1a Assemblea Nazionale dei CRAL e dei CRT

direttivo nazionale approvato del 25 novembre 2010

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re il disagio sia quelli di promozionedellʼagio.Abbiamo assunto la decisione diarrivare a questo primo appunta-mento nazionale in un momento digravissima crisi economica, una cri-si globale che lontana dallʼesseresconfitta sta provocando tra i lavora-tori ed i pensionati, insieme ai graviproblemi occupazionali, una forteriduzione del potere di acquisto disalari e pensioni.Eʼ una crisi questa che ha portatoperdita di posti di lavoro, aumentodella cassa integrazione, delocaliz-zazione delle imprese e che ci stafacendo vivere oltre a questi gravis-simi effetti anche una profonda lace-razione dei rapporti unitari fra leorganizzazioni sindacali, è questasenzʼaltro la crisi più grave cheabbiano vissuto le confederazioniCGIL-CISL-UIL. Come uomini edonne impegnati nella FITeL ritenia-mo utile affermare che il confronto,anche il più aspro, debba semprerimanere allʼinterno del reciprocorispetto e nella totale ripulsa di ogniforma di sopraffazione violenta. Inol-tre la peculiarità della FITeL e delmondo dei Cral che essa rappresen-ta possono e devono significare lapossibilità di individuare stradecomuni, fatte di unità sindacale, perdifendere il potere dʼacquisto deisalari dei lavoratori e per affermare ildiritto di tutti a vivere un tempo dinon lavoro fatto di cultura, di attivitàsportiva di vacanze per tutti.

Questa stessa crisi sta pesantemen-te attraversando anche il nostromondo, la nostra rappresentanza,dove le ristrutturazioni aziendali, ledelocalizzazioni e la concentrazionedi tutte le risorse disponibili nellacontrattazione indirizzatesi via viaverso i salari stanno mettendo in cri-si una delle conquiste realizzateattraverso lo Statuto dei lavoratori: iCral.Un mercato del lavoro come quelloattuale, caratterizzato dalla mobilità,dalla flessibilità, dalla precarietàlavorativa esclude sempre un mag-gior numero di lavoratori dal dirittoalle vacanze ed allo svago, questospesso si trasforma in vere e propriemodificazioni dello stile di vita edovendo tagliare le spese semprepiù spesso quelle tagliate sono quel-le che si riferiscono al tempo libero,alla cultura, alle vacanze, alle attivi-tà sportive.Eʼ in questo contesto che vogliamolanciare il progetto di un rinnovatoruolo dei Cral, associazioni capaci diinterpretare i bisogni dei lavoratori eattraverso le quali rilanciare lʼiniziati-va intorno al tempo di non lavoro,una sfida ambiziosa che ha comeobiettivo quello di portare il propriocontributo in termini di servizi allavoratore ed al cittadino attraversouna saldatura tra Cral e territorio chedeve essere interpretata dai CRT. Dobbiamo avere la capacità dicostruire una nuova fase, partendodallʼattuale crisi economica che hariportato tanti lavoratori a riscoprire iservizi del Cral. Eʼ nostra intenzione far diventarequesto appuntamento un incontroda riproporre ogni anno, qualemomento di confronto con la societàcivile e per presentare i risultati chei Cral ogni anno raggiungono deter-minando, da un lato, una importantequota di salario differito a favore dei

lavoratori iscritti, vero valore aggiun-to in un momento di così grave crisieconomica, e dallʼaltro, lʼofferta acentinaia di migliaia di lavoratori diessere protagonisti di eventi cultura-li, di attività sportive, di svago evacanza.

Pensiamo di convocare la 1°Assemblea Nazionale dei Cral entroil mese di maggio 2011, abbiamoquindi ancora tutto il tempo per lavo-rare insieme alla realizzazione diquesta iniziativa, vogliamo pensarloun cantiere aperto nel quale adognuno di voi è richiesto il contribu-to per far in modo che lʼiniziativa rie-sca e sia ricca di contenuti.Abbiamo tre ambizioni: la prima èquella di costituire in questa Assem-blea “LʼOsservatorio del Tempo dinon Lavoro”. A questo fine abbiamogià definito lʼaccordo con lʼuniversitàdi Teramo e stiamo lavorando percontattare altre Facoltà universitarieper dar vita al Comitato TecnicoScientifico; la seconda è quella dipresentare una sorta di “BilancioSociale” dei Cral dal quale far emer-gere con chiarezza la quantità disalario differito che i Cral sono ingrado di erogare ai lavoratori iscritti;la terza è quella di far ritornare laFITel ed i Cral protagonisti del con-fronto sullʼutilizzo del tempo di nonlavoro, nel turismo sociale, nella frui-zione degli spazi culturali da partedei lavoratori e delle lavoratrici. Perché questo accada occorreavviare una profonda riflessione sul-

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lʼesperienza di questi ultimi anni.I Cral fin dalla loro nascita hannopromosso la socializzazione deilavoratori allʼinterno dellʼaziendaoccupandosi dellʼorganizzazione edellʼofferta di attività sportive, cultu-rali e turistiche . Via via nel tempohanno assunto un duplice ruolo: dauna parte quello della gestione diparti importanti del tempo di nonlavoro dei lavoratori, dallʼaltra unruolo di interlocuzione, a nostroavviso strategico, nei rapporti trasindacato e azienda.

La fase che viviamo oggi è caratte-rizzata da non poche difficoltà edincertezze; i cambiamenti sociali,economici e culturali che hanno por-tato alle ristrutturazioni aziendali edorganizzative durante lʼepoca post-industriale non potevano noninfluenzare anche i CRAL. Lʼutilizzodelle nuove tecnologie, lʼemergeredi nuove tipologie contrattuali cheriducono il mondo del tradizionalelavoro dipendente hanno mutato ilrapporto tra il tempo di lavoro e iltempo libero a disposizione dellʼindi-viduo. Appare ovvio attrezzare i Cral adaffrontare il cambiamento a partiredai mutati scenari concertativi e con-trattuali presenti oggi nelle aziendeed al tentativo da parte di molte diesse di sostituirsi alle attività deiCral cercando un rapporto direttocon i lavoratori in un tentativo di fide-lizzazione allʼimpresa a scapito delle

organizzazioni sindacali. Un nuovo contesto si va delineando,il concetto stesso di tempo libero ècambiato. Tutto quello che ruotaattorno al tempo libero ha un impat-to sullʼeconomia reale tuttʼaltro chetrascurabile. In molti si possono per-mettere svago e divertimento maancora il diritto alla vacanza, anchea quello del fine settimana, è preclu-so a circa il 46% degli italiani e traquesti il 30/% per motivi economici.La nostra riflessione deve quindipartire dallo stato attuale dei Cral,con la consapevolezza che la postain gioco non è soltanto quella rap-presentata dal mantenimento in vitadi queste strutture bensì il rafforza-mento del rapporto fra lavoratori esindacato. Dobbiamo riuscire a svol-gere una duplice funzione, quella diessere protettori del salario dei lavo-ratori nel momento della spesa e diagire come luoghi di socializzazioneattraverso le nostre attività culturali,sociali e sportive.La sfida che abbiamo davanti èquella di rivitalizzare le capacitàaggregative dei Cral dentro i luoghidi lavoro e allʼesterno sui territori.Eʼ questa una sfida che dobbiamocombattere in un momento di gravis-sima crisi, in cui i processi di ristrut-turazioni aziendali hanno comporta-to significative riduzioni di personalee conseguente riduzione del numerodei soci stessi e delle risorse deiCRAL, vedi le esperienze di questiultimi anni a partire da grandi Cralcome quello della Telecom e tantialtri ancora.Le delocalizzazioni in atto da partedi grandi aziende, oltre che aggrava-re la già grave crisi occupazionale,comportano che i lavoratori addettinei settori separati dalla casa madreperdano il diritto ad usufruire delletutele sociali prima garantite dalCral. In molti casi si è arrivati fino

alla chiusura dei circoli aziendali.Eʼ sempre più residuale lo spazioriservato alle tutele del tempo liberonellʼambito della contrattazione,spesso a causa delle priorità che sipresentano di volta in volta, portan-do di fatto ad un impoverimento deicircoli aziendali. Appare strategica lanecessità da parte della FITeL dilavorare per il rilancio della contrat-tazione, sia nazionale che decentra-ta, a favore delle strutture aziendalidel tempo libero, non solo per favo-rire lo sviluppo delle attività ricreati-ve e culturali, ma soprattutto per ridi-scutere gli aspetti organizzativi deiCral e le relazioni che devono inter-correre con le aziende.Questo è tanto più necessario inpresenza della tendenza, direi dellastrategia, delle aziende di offrire -come già detto - servizi legati al tem-po libero direttamente ai lavoratorisenza il coinvolgimento dei Cral edelle rappresentanze sindacali, allaricerca di un ritorno sia da un puntodi vista della fidelizzazione che daquello economico e dʼimmagine.Per quel che riguarda il nostro setto-re bisogna anzitutto tenere presenti,e distinti, i diversi soggetti cui rivol-gere la domanda di promozione –governo centrale, governi territoriali,aziende – e, per ogni soggetto, sol-lecitare il confronto preliminare conle strutture sindacali titolari dellacontrattazione ad ogni livello, e dun-que: confederazioni nazionali, cate-gorie nazionali, confederazioni e

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categorie territoriali. Il fatto di essere, come FITeL, unsoggetto, oltre che di emanazionesindacale, di terzo settore non ci esi-me da un confronto sindacale diret-to, prima di tutto, con le strutture sin-dacali ritenendo il tavolo contrattua-le la sede privilegiata di discussionedella riforma del welfare. Quale lʼog-getto di questo confronto?A livello confederale nazionale,lʼiscrizione del tema dellʼagio nellapiattaforma più generale in temadelle politiche della salute e dellepolitiche sociali. Se questo fossestato ben chiaro, ad esempio, ilmeccanismo dei buoni vacanze nonsarebbe stato discusso solo allʼinter-no del ministero del turismo, ma leorganizzazioni sindacali avrebberopotuto partecipare alla discussionein fase di pre – emissione e non sol-tanto a cose fatte in modo da defini-re le modalità, oltre che di emissio-ne, anche di partecipazione, vistoche allo stato attuale e per come ibuoni vacanza sono stati propostiviene richiesto lʼausilio dei CAF perla determinazione dellʼISE e di altrestrutture come la FITeL per convo-gliare la domanda. Al di la dellʼesem-pio, il confronto con le confederazio-ni ci darebbe sicuramente forza nelrapporto con le categorie e le strut-ture territoriali facendoci riconoscereun ruolo di soggetto co-contrattuale.A livello categoriale nazionale e ter-ritoriale, il confronto potrebbe esseredi stimolo e anche di aiuto alle orga-nizzazioni sindacali oggi giustamen-te concentrate nella difesa dei postidi lavoro e delle dinamiche salariali.Senza il loro appoggio la nostraorganizzazione poco potrebbe fare,non essendo soggetto contrattuale,ma la FITeL – ed è questo chedovremmo riuscire a trasmettere –deve dedicare tutta la sua attenzio-ne alla difesa dei CRAL che rappre-

sentano una conquista sindacalestorica prima che le aziende se neriapproprino totalmente, anche infunzione di un lavoro di fidelizzazio-ne dei lavoratori e delle lavoratricisoprattutto indirizzato verso le nuo-ve generazioni.A livello territoriale, la contrattazionesociale, che avrebbe dovuto svilup-parsi sulla base del decentramentodelle politiche sociali previsto dallariforma del Titolo V della Costituzio-ne, non si è mai compiutamente svi-luppata perché è mancata la defini-zione dei livelli essenziali di assi-stenza, unica competenza rimastastatale, che avrebbero dovutogarantire lʼuniformità dei diritti socia-li su tutto il territorio nazionale.La contrattazione sociale a livelloterritoriale è così proseguita da par-te delle confederazioni sindacaliregionali, sui livelli pre-riforma: iltavolo della sanità per quanto con-cerne lʼintegrazione socio-sanitariadove, per la prevedibile “debolezza”del settore sociale non presidiatoappunto dai livelli sociali ancora nondefiniti, gli interventi sociali finisconoper rappresentare un misero corolla-rio degli interventi sanitari presidiatidai LEA, anche se in fase di ridefini-zione; e il tavolo sociale, limitato perlo più agli interventi in favore degli

anziani.Quel che è da sottolineare è chelʼimportanza e lo sviluppo della con-trattazione sociale territoriale è piùun tema di cui si sono fatte carico le

Confederazioni nazionali, vedendo-ne le forti possibilità di implementa-zione della confederalità, vale a diregiusto equilibrio tra istanze deglianziani, dei minori, delle famiglie,dei soggetti disagiati a qualunquetitolo, che le strutture sindacaliregionali, che salvo lodevoli eccezio-ni, faticano a recepire il nuovoimpianto, reso comunque di difficileapplicazione anche per i tagli alfinanziamento degli enti locali degliultimi anni.Un confronto con i sindacati territo-riali per introdurre anche i temi del-lʼagio e di una possibile contrattazio-ne con gli enti locali a questo livello,è un passaggio che per le dinamichestrettamente sindacali è doverosofare, e potrebbe rappresentareanche uno stimolo per una visionepiù ampia della contrattazione socia-le, volta a costruire dei piani di zonapiù corrispondenti ai bisogni dellavoratore e del cittadini in unadimensione più ampia e più corri-spondente allʼobiettivo di BEN-ESSERE. Dobbiamo utilizzare questa 1^ Con-ferenza nazionale sui Cral ed i CRTper far emergere con chiarezza lasottovalutazione di questa parte dipolitiche contrattuali e rivendicativeda parte delle confederazioni sinda-cali. Sono pochi i Contratti CollettiviNazionali di Lavoro che affrontano ilproblema del regolamento del fun-zionamento dei Circoli Aziendali, enessuno dei centinaia di accordi dicontrattazione sociale realizzati sulterritorio prevede un capitolo dedica-to al tempo di non lavoro. Questomette in luce i limiti e le difficoltà del-la nostra azione e allo stesso tempoci indica la via che dobbiamo percor-rere nel prossimo futuro. Se non sia-mo capaci di invertire questa ten-denza, se non riusciamo a far diven-tare parti della contrattazione collet-

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tiva i temi delle attività ricreative eculturali sui luoghi di lavoro e sui ter-ritori, insomma se non riusciremo aridare dignità a tali tematiche allʼin-terno della contrattazione sarà inelu-dibile la progressiva appropriazionedel controllo di esse da parte delleaziende.Occorre riconsiderare il rapporto tradimensione aziendale e circoliricreativi dei lavoratori, il loro rappor-to con il territorio, la capacità di auto-produzione-mutualità e il mercatodei servizi, le modalità di consumo egli stili di vita.Di fronte ai significativi mutamentisociali, alla nuova dimensione deltempo di lavoro e quindi del tempolibero non vi è dubbio che lʼassettodegli stessi possa essere adeguatoper individuare al meglio le finalità ele opportunità degli stessi. Adeguar-si al nuovo che emerge nellʼambitodei servizi al tempo libero, è anchecondizione indispensabile per unCral che vuole essere in grado didare risposte alle attese dei proprisoci .Se si condivide lʼimportanza cheriveste lʼassociazionismo, e in parti-colar modo la gestione autonomadelle attività di svago da parte deilavoratori, e si riconosce la valenzadello stesso, inteso come fonda-mentale conquista sociale, non sipuò prescindere dallʼattribuire aiCRAL un ruolo strategico sopratuttonei rapporti tra sindacato e azienda;specialmente in virtù della radicatapresenza sul territorio che permettedi rispondere con immediatezza aibisogni dei lavoratori.Sembra, dunque, importante capirein che direzione e in che forma sisviluppa la “domanda” di tempo libe-ro per meglio gestire e strutturare lagamma di “offerta” delle attività e deiservizi per i lavoratori, ad opera deiCRAL. A tal proposito, appare

necessario comprendere i trattidistintivi della fruizione del tempolibero per indirizzare il ruolo deiCRAL nellʼottica di un rilancio in gra-do di capitalizzare il potenziale diesperienze che caratterizza gli stes-si circoli aziendali.Il punto di partenza dal quale svilup-pare una riflessione potrebbe essereil dibattito, sempre attuale, sullʼau-mento o la diminuzione del tempolibero a disposizione dei lavoratori,in seguito alle numerose trasforma-zioni che il lavoro ha subito nei seco-li e, in particolare, rispetto ai cambia-menti che si sono verificati negli ulti-mi decenni con lʼavvento dellasocietà post-industriale.LʼImpressione è che, molto spesso,lʼorganizzazione dei Circoli non sisia adeguata allʼevoluzione degliultimi anni. Sembra che i circoliaziendali abbiano subito un proces-so di invecchiamento nei contenutidella propria iniziativa, ma soprattut-to rispetto alla loro forma organizza-tiva. Una forma associativa impor-tante per lʼorganizzazione dei servizilegati al tempo libero dei lavoratori:tuttavia, oggi, nella maggior partefigli dellʼepoca del taylorismo, attra-versa non poche difficoltà, ai qualiandrebbe rivolta maggiore attenzio-ne sulla base degli obiettivi e dellestrategie che questi possono perse-guire nei mutati luoghi di lavoro maanche sul territorio e trasversalmen-te nella società.Occorre ricordare che oggi la

domanda di tempo libero da partedei lavoratori non solo è fortementediversificata, ma soprattutto non siverifica più quel processo di accetta-zione passiva nellʼutilizzo del tempolibero che era tipico della societàindustriale. Indispensabile, quindi,comprendere se esiste una doman-da di associazionismo e da qualisegmenti proviene.Sembra altrettanto importante pre-stare unʼattenzione allʼeterogeneitàdi chi lavora: per questo è utile chela Fitel e i CRAL tentino di esplicita-re gli interessi particolari degli asso-ciati, anche stimolando un frequentefeedback da parte dei lavoratori,pensionati e cittadini. A tal proposito,una possibile strada da percorrerepotrebbe essere quella di incentiva-re indagini conoscitive, rivolte ailavoratori, per cercare di compren-dere i bisogni reali degli stessi.Richiamare lʼattenzione dei lavorato-ri dentro e fuori le aziende con pro-poste ed iniziative più attraentipotrebbe anche avere una valenzastrategica: rendersi visibili sul territo-rio per concorrere assieme ad altrisoggetti territoriali dellʼassociazioni-smo, e diventare punto di riferimen-to non solo per i lavoratori, maanche per tutti i cittadini.Il circolo aziendale potrebbe, soprat-tutto in situazioni di crisi, configurar-si come un contenitore in cui ci siaspazio per tutte quelle attività ludico-ricreative che rientrano nei cosiddet-ti servizi alle persone. Per questo è

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importante che gli stessi abbiano lacapacità organizzativa per rivolgersia segmenti differenziati, come adesempio le donne oppure i bambini,i giovani, gli immigrati e i lavoratoristranieri. Sviluppare intese, conven-zioni e accordi con i vari attori, istitu-zioni e associazioni di categoria,associazioni dei consumatori, leCamere di commercio per ricercareforme convenienti come sconti peralcuni prodotti e servizi, eventualipiù favorevoli modalità dʼaccessoagli impianti e strutture del tempolibero presenti sul territorio per darela possibilità effettiva di fruizione nonsolo ai soci dipendenti, pensionati eloro familiari ma anche a giovaniprecari con meno tutele e a tutta lacittadinanza.Dunque, una nuova concezioneorganizzativa volta a promuovereiniziative più interessanti non soloper i lavoratori in azienda ma ancheper la comunità, soprattutto in perio-di di crisi in cui si deve fare i conticon il costo della vita e lʼaumento delrischio di produrre nuove insicurez-ze e scorciatoie egoistiche, per svi-luppare un progetto di welfare in cuisi tenga conto anche del tempo di

non lavoro.Lʼimpegno dei Circoli, anche attra-verso la Fitel, con il loro patrimoniodi conoscenze e di valori, deveincentrarsi nel sostegno di una plu-ralità di azioni rivolte ai lavoratoristranieri, agli immigrati e alle lorofamiglie, ai diversamente abili, don-

ne ed anziani, fondate su una colla-borazione tra il mondo del lavoro e ilterritorio. Dʼaltra parte, già negli ulti-mi anni lʼattenzione dei Circoli e del-la Fitel si è spostata anche su altriservizi del territorio, attivando profi-cue collaborazione con Enti locali eassociazioni no profit, sopratuttonellʼambito sportivo e teatrale.Infine, non bisogna sottovalutare ilruolo che i circoli ricreativi così con-cepiti potrebbero rivestire rispetto asituazioni di degrado ed abbandonoche caratterizzano molte realtà inItalia: rappresentare, con lʼassocia-zionismo, una concreta alternativa indirezione di un modello fondato sul-la solidarietà, sulla salvaguardia del-le tradizioni e sulla biodiversità.I Cral, oltre a rendersi percepibili daisoci lavoratori, non possono pre-scindere dal rapporto con gli entilocali e il territorio di riferimento.Oggi, il territorio è il centro del post-fordismo. Eʼ il luogo in cui i CRALpossono estendere il loro confrontocon la realtà, misurandosi con unasocietà sempre più complessa in cuila dimensione della persona non siidentifica più esclusivamente con illavoro, ed in cui il lavoro stessoacquista connotati diversi non solotra diverse persone ma anche peruna stessa persona nellʼarco dellavita. I Circoli, come collettori di bisognidei lavoratori, possono contribuiread accompagnare la transizione indirezione di un welfare che assumala persona in quanto tale, non inquanto appartenente a una determi-nata categoria sociale, un welfarequindi pensato sui bisogni degli indi-vidui che si struttura sul territorio. Seci sarà un rapporto tra CRAL e wel-fare, allora anche il tema del territo-rio, “luogo delle nostre radici stori-che, dove si verifica la nostra capa-cità di tutela e contrattazione delle

condizioni materiali di chi lavora edei fattori di uno sviluppo sostenibi-le, in un contesto di coesione e diintegrazione sociale” non sarà inin-fluente nel dibattito sul rilancio deglistessi CRAL, i quali possono offrireun contributo nella costruzione di unnuovo welfare che comprenda oltreal disagio anche lʼagio dei lavoratori

e della cittadinanza.La fase che viviamo è caratterizzatada un sistema normativo che ricono-sce il valore sociale dellʼassociazio-nismo ed è in questo quadro che laFitel e i CRAL si collocano poiché,indubbiamente, costituiscono unmodello associativo fondamentaleper lʼorganizzazione del tempo libe-ro e una rilevante possibilità diaccesso allʼofferta di servizi da partedei lavoratori dipendenti e dei citta-dini.Il circolo può essere definito come lastruttura associativa dei lavoratoriche lo gestiscono democraticamen-te e in totale autonomia, nel confron-to continuo con le istituzioni, lʼasso-ciazionismo storico, gli enti locali; ilcircolo quindi come vero e propriostrumento di rivitalizzazione dellecapacità aggregative sul posto dilavoro e di contatto continuo tra que-sto e il territorio circostante.I circoli aziendali nel nostro Paese sipresentano come una realtà forte-mente eterogenea. Questa caratteri-stica non si deve solo alla lorodimensione (ce ne sono alcuni checontano decine di migliaia di iscritti,

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altri che sono costituiti da pochisoci). Esistono, infatti, circoli diversiper la loro storia, per lʼentità dellerisorse economiche disponibili, perle filosofie, per lʼorganizzazione,rispetto ai principi e alle finalità daperseguire.Un dato è incontrovertibile: tutti, pic-coli e grandi Cral, in questa fase sto-rica di gravissima crisi economicastanno dando importanti risultaticontribuendo con i propri servizi e illavoro quotidiano fra i lavoratori asopperire, in parte, allʼerosione delpotere dʼacquisto dei salari.Occorre, quindi, riaffermare, in unafase politica in cui si discute la modi-fica dello Statuto dei lavoratori, lʼat-tualità dellʼart. 11 dello statuto stes-so, che sancisce la specificità deicircoli aziendali rispetto alle altre for-me associative, caricandoli contem-poraneamente di una maggioreresponsabilità rispetto al ruolo chepossono giocare nel processo diriforma dello stato sociale, alla lucedella recente legislazione sullʼasso-ciazionismo di promozione sociale,sullʼassistenza, sul turismo e sullosport. La FITeL ed i Cral rivendicanoquindi il mantenimento dei contenutiprevisti allʼart.11 e una più analiticadefinizione degli spazi contrattualiper fare in modo che dalla contratta-zione arrivino risorse significative aiCircoli ricreativiII Circolo, infatti, nato come conqui-sta da parte dei lavoratori dellageneralizzazione e qualificazionedel tempo libero, oggi può giocareun ruolo importante anche nellʼambi-to delle reti sociali sul territorio, pro-prio per la sua stessa natura di sog-getto negoziale e di osservatorio pri-vilegiato dei bisogni dei lavoratori edelle lavoratrici. Bisogni che si pre-sentano sempre più complessi e dif-ferenziati, a causa dei sostanzialimutamenti avvenuti sia nellʼorganiz-

zazione interna del lavoro, che si èfatto sempre più parcellizzato escarsamente socializzante; sia perla profonda trasformazione del mer-cato del lavoro, per cui nello stessoluogo di lavoro convivono contratti etutele differenti, sia per il modificarsidella gestione del tempo di non lavo-ro da parte dei lavoratori, dei giova-ni, dei pensionati.Il CRAL può davvero diventare uno

strumento di coesione e luogo diopportunità per i più deboli, a partiredal grande valore dellʼattività volon-taria prestata dai lavoratori. Il CRALdunque, come strumento della con-trattazione aziendale e territoriale,può giocare un ruolo attivo nella rea-lizzazione delle reti sociali previstedai Piani di Zona (Legge 328/2000sullʼassistenza) e nella contrattazio-ne sociale. In questo senso deveprevedersi anche la costituzione diCRAL territoriali interaziendali edobbiamo ripensare e rilanciare lacostituzione dei Circoli RicreativiTerritoriali. Quella dei CRT è unadelle sfide più importanti dei prossi-mi anni, attraverso la quale passa losviluppo ed il consolidamento dellaFITeL stessa sul territorio. Eʼ questoun tema che dovrà essere centralenella discussione della prossimaconferenza organizzativa dellaFITeL e che potrà cambiare il modostesso di concepire il nostro sistemaorganizzativo.Oggi siamo ancora indietro nellʼat-tuazione del progetto della realizza-

zione dei CRT, da una parte per unaendemica mancanza di risorse siaeconomiche che di quadri sindacali,dallʼaltra perché non abbiamo porta-to con la necessaria forza il confron-to su questa, che non è soltanto unaintuizione organizzativa, allʼinternodelle confederazioni sindacali sianazionali che territoriali. Se voglia-mo candidarci ad essere una delleorganizzazioni del tempo libero deicittadini che lavora in una diversaconcezione del welfare dobbiamoavere la capacità di trasferire lʼassedella nostra attività sui territorifacendo dei circoli ricreativi territo-riali, in stretto rapporto con i Cralespressione del territorio, lo snodoorganizzativo della FITeL del terzomillennio.Nella fase attuale lo sviluppo dei Cir-coli Ricreativi Territoriali è circoscrit-to a poche Regioni. Siamo presentiin Emilia Romagna, in Campania ein Piemonte. Se si esclude il docu-mento della FITeL Lazio ed il lavorodella FITeL Piemonte che ha costi-tuito il CRT di Novara e sta pensan-do alla costituzione del CRT di Ales-sandria, non si avverte allʼinternodella nostra organizzazione un lavo-ro teso a sviluppare questa formaorganizzativa. Dai lavori di questaConferenza dobbiamo avere lacapacità di avviare un percorso checi porti alla costituzione dei CRT intutti i capoluoghi di provincia.

Per rispondere efficacemente allacrisi delle politiche sociali, e

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allʼemergere di nuovi bisogni e piùcomplessi diritti di cittadinanza, ilpercorso da seguire è quello dellasussidiarietà orizzontale, in grado diaffiancare il sistema universale diprestazione sociale, con lʼobiettivo diampliarlo e arricchirlo attraversolʼapporto delle forme associative,che operano nellʼambito del welfaree della pubblica utilità.La contrattazione si riafferma qualestrumento essenziale non solo perla generalizzazione della qualità dellavoro, ma anche del tempo libero,della formazione, della vita comples-siva delle persone. Prioritario diven-ta, quindi, lʼinserimento nella con-trattazione aziendale della tematicadei CRAL per valorizzarne e definir-ne prerogative, funzionamento,risorse da destinare, prevedendoanche quote del costo contrattuale,a salario indiretto, finalizzate -comegià detto - al finanziamento di istitutiche presiedano al tempo libero ed ainuovi bisogni sociali.

Inoltre la regolamentazione deiCRAL nella contrattazione sindacalepuò risultare un valido supporto percontrastare la tendenza padronalead attivare azioni unilaterali di fide-lizzazione dei lavoratori, ancheattraverso forme di attività sportiva edi tempo libero.Eʼ in questo quadro che può assu-mere un ruolo importante la Contrat-tazione sociale territoriale, è qui chepossono essere estesi i diritti di cit-tadinanza e della protezione sociale,

è attraverso questo strumento che laFITeL ed i Cral possono trovare unospazio contrattuale nella lotta quoti-diana che fa i conti con una crescen-te disoccupazione, con il cresceredella soglia di persone che non han-no più un reddito da lavoro o da pen-sione sufficienti ad una vita dignito-sa. Eʼ qui che possiamo batterci conla nostra peculiarità per impedireche il “lavoro povero” che riguardasempre più migranti, donne, giovani,lavoratori in cassa integrazione,lavoratori over 45 espulsi precoce-mente dal posto di lavoro, pensiona-ti a basso reddito possano perdereogni diritto alla cultura, allo sport,alle vacanze.La contrattazione sociale può esse-re la naturale sintesi tra relazioniindustriali, mercato del lavoro e poli-tiche di welfare.Deve passare di qui la nuova frontie-ra del nostro impegno, rafforzarecontrattualmente la nostra forza pertutelare il tempo di non lavoro allʼin-terno delle aziende dove governia-mo i Cral e allo stesso tempo proiet-tarci verso il territorio per estendereil nostro lavoro ed i nostri servizi aicittadini. Per il sindacato,quindi, affrontare itemi del tempo libero non può signi-ficare “parlar dʼaltro” ma significacolmare un vuoto, rendere più effica-ce la risposta a chi attacca il concet-to stesso di fruibilità del tempo liberoe la contrattazione collettiva. La strada da battere è quella di arric-chire la contrattazione di nuovi capi-toli, andando oltre il salario, supe-rando i confini del luogo di lavoro edella categoria, occupandoci deibisogni sociali sul territorio, sia nellasfera del disagio che dellʼagio, desti-nando quote del costo contrattuale,a salario indiretto, al finanziamentodegli istituti che presiedono al tempodi non lavoro.

Occorre sperimentare nuove strade,anche quelle che oggi appaionoimpervie. Dʼaltronde la storia dellelotte che i sindacati dei lavoratorihanno realizzato in questi anni stan-no a dimostrare le importanti conqui-ste anche nel nostro comparto: daquella delle ferie retribuite, a quellain anni più recenti dello statuto deilavoratori attraverso il quale si pote-rono definire regole e modelli nego-ziali che hanno dato vita ai Cralaziendali, forma evolutiva dei Dopo-lavori.

Attraverso i Cral, che potremmoconsiderare le strutture antesignanedegli attuali Enti bilaterali, i sindaca-ti confederali Cgil-Cisl-Uil si sonoadoperati per realizzare politichesociali sul tempo di non lavoro chevanno dallo sport ,alla cultura , allevacanze. Anche oggi lʼimpegno delle organiz-zazioni sindacali si caratterizza suquesto versante ed ha la suaespressione da una parte con lo svi-luppo delle contrattazioni nazionaliallʼinterno delle quali vengono defini-te le regole generali e dallʼaltra nellecontrattazioni locali e aziendali dovevengono negoziate le risorse daindirizzare al funzionamento dei Crale quindi alle attività di tempo liberodei lavoratori e delle lavoratrici. Oggi, come FITeL, stiamo cercandodi aprire una nuova fase attraverso

Attualità

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Attualità

la cosiddetta “contrattazione socia-le” con lʼintento di realizzare accordicon le Regione ed i Comuni per losviluppo del turismo sociale.Un problema ulteriore è rappresen-tato dai processi di individualizzazio-ne dei rapporti di lavoro, con conse-guente invasività delle aziende che,strategicamente, sostituiscono lacontrattazione individuale a quellacollettiva, erodendo gli spazi dellerappresentanze sindacali.Oggi le politiche imprenditoriali per-seguono nuove strategie, con nuoveforme di incentivazioni salariale o dipartecipazione agli utili, la stessariforma del collocamento tende allacostituzione di un rapporto diretto epersonalizzato tra direzioni azienda-li e lavoratore, il rischio è quello diuna destrutturazione dellʼinterosistema di relazioni industriali. Inuna fase caratterizzata dallʼindivi-dualismo e dallʼassenza di riferimen-ti ideologici emerge forte la necessi-tà di individuare nuovi strumenti perconquistare i lavoratori al sindacato.Anche da qui può svilupparsi unnuovo ruolo strategico dei Cral.

Una rinnovata attenzione al temadel tempo di non lavoro può rappre-sentare un punto di avvio per unarinnovata e costruttiva riflessioneverso le tematiche del tempo liberoche, negli ultimi anni, hanno cono-sciuto uno sviluppo crescente finoad assumere una fondamentale rile-vanza nella vita dei lavoratori, deipensionati e dei giovani. Oggi lʼazio-

ne della FITeL e delle confederazio-ni deve guardare con attenzione acontesti come quelli dei circoli azien-dali consapevoli che la posta in gio-co è il rafforzamento del rapportocon i lavoratori.Tornando al tema della contrattazio-ne sono, come abbiamo già detto,pochi i Contratti Collettivi di Lavoroche si occupano di normare la costi-tuzione, il funzionamento e le prero-gative dei CRAL rinviando, spesso,a successivi accordi fra le parti lʼindi-viduazione di iniziative utili allo svol-gimento da parte dei lavoratori diattività culturali, sociali e per il tempolibero e stabilendo anche, per lʼat-tuazione di tali attività, incontri perio-dici (spesso annuali). Possiamo affermare che il quadrocontrattuale è sostanzialmente ine-sistente a livello nazionale. Va,quindi, immediatamente aperto conle Confederazioni e con le categoriepiù importanti un confronto teso aridare slancio a politiche contrattualisul tempo di non lavoroPer i CRAL pubblici occorre recupe-rare gli esiti negativi derivati dallʼap-plicazione delle norme previste dal-la legge finanziaria del ʻ93, che haaddirittura stabilito un divieto difinanziamento da parte delle Ammi-nistrazioni. Questo ha equivalso aduna ingiustificata discriminazionedei CRAL pubblici nei confronti ditutte quelle Associazioni che ricevo-no a vario titolo finanziamenti dastrutture pubbliche.La prima proposta quindi da avanza-re per la contrattazione nazionale èquella di ricondurre allʼinterno deiCCNL il tema dei Cral, costruendouna cornice di regole, funzioni, stru-menti ed ancoraggi legislativi allʼart.11 della legge 300, alla legge n. 383sullʼassociazionismo di promozionesociale, alla legge 460 sul regimefiscale per le Associazioni no-profit e

alla legge 328 sullʼassistenza.Per quanto riguarda i CRAL pubblici,come detto, si tratta di abrogare ilcomma specifico della legge del1993, come del resto aveva propo-sto lo stesso Parlamento approvan-do nel 2000 uno specifico ordine delgiorno.

La seconda proposta riguarda larivendicazione di una politica di defi-scalizzazione individuate nella con-trattazione tra le parti sociali, desti-nate allʼattività dei Cral, oltre ad unaspecifica politica di vantaggio fiscaleper tute le attività dei Cral.Cʼè poi il capitolo del turismo socia-le. Affrontare oggi il tema del turismosociale significa lavorare affinchè leclassi socialmente più deboli edemarginate, i lavoratori colpiti dallacrisi economica, le famiglie mono-reddito, i giovani precari possanoavere pieno accesso al turismo, aldiritto al riposo attraverso le vacan-ze ed a una utilizzazione del tempolibero che contribuisca alla realizza-zione piena di lavoratori e pensio-nati e che allo stesso tempo, favori-sca la crescita culturale dellʼindivi-duo. Ecco turismo sociale significaprima di tutto realizzare un turismosolidale ed ecosostenibile, per farein modo che tutti, lavoratori e pen-sionati possano viaggiare, cono-scersi e divertirsi.Da sempre una delle missioni deiCral è stata quella di organizzare iltempo di vacanza dei lavoratori e

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delle lavoratrici, da sempre i Cralhanno quindi svolto una funzionesociale nellʼambito del turismo.Si tratta ora di lavorare affinché il

turismo sociale abbia un effettivosviluppo nel nostro Paese e per rag-giungere questo obiettivo cʼè ancoramolto da fare, sia sul fronte normati-vo che su quello contrattuale fra leparti sociali.

Ma soprattutto sul piano governati-vo. Nel nostro Paese non esiste unpiano strategico nazionale per ilrilancio del turismo, a partire dal turi-smo sociale, creando una veragovernance del sistema Stato-Regioni, proprio perché consideria-mo il turismo e le sue problematichedi grande interesse nazionale. Il turi-smo non può vedere attori solo colo-ro che rappresentano lʼofferta madeve realizzare una forte collabora-zione soprattutto con chi rappresen-ta la domanda.Il piano nazionale dovrà individuarestrumenti e risorse economicherivolte a riqualificare i territori già svi-luppati e a valorizzare le aree inter-ne del Mezzogiorno.Dopo dieci anni dalla approvazionedella legge istitutiva si è avviataanche nel nostro Paese lʼesperienzadei Buoni Vacanza, con un minimodi finanziamento dello Stato, e conun impegno del Ministero del Turi-smo a consolidare il sistema neiprossimi anni. Certamente scontia-mo un ritardo notevole rispetto ad

esperienze già positivamente svilup-pate in Francia ed in altri PaesiEuropei. Vogliamo sottolinearecome i Buoni vacanza in Franciahanno avuto, nello scorso anno, unfatturato di oltre un miliardo e mezzodi euro, interessando circa sei milio-ni di cittadini. Ma è anche vero chimentre i Buoni vacanza francesisono frutto di un sistema concertati-vo tra aziende, sindacati e governo,in Italia la decisione della loro istitu-zione è stata presa senza un appro-fondito coinvolgimento delle rappre-sentanze sindacali dei lavoratori.La recente normativa sui BuoniVacanza è inadeguata e contraddit-toria. Inadeguata per la esiguità delfinanziamento e per la destagiona-lizzazione dellʼintervento, la CES alriguardo ha considerato la destagio-nalizzazione come una ulteriorediscriminazione nei confronti dei cit-tadini meno abbienti. Dʼaltra parteproporre la destagionalizzazione inun Paese in cui le ferie sono tradi-zionalmente concentrate nei mesiestivi significa di fatto escludere daquesta opportunità i lavoratori e leloro famiglie.

Contraddittoria perché si richiede afamiglie a basso reddito, obiettivodellʼintervento, il pagamento antici-pato della vacanza stessa, sarà for-se questa la ragione per cui dei cin-que milioni di euro disponibili ledomande hanno appena coperto tremilioni? Inoltre poiché ci si rivolgeallo strato più debole della popola-

zione si dovrebbe sapere che èanche quello meno dotato di suppor-ti informatici. Prevedere dunquecome unico modo di presentazionedella domanda quello del sistema online mette la maggior parte di questicittadini nellʼimpossibilità di gestireautonomamente questo atto.Per finire, appare bizzarro che lʼuni-co elemento di selezione per ottene-re il Buono vacanza sia la velocitànel far pervenire on line la domanda,la velocità non è infatti un elementodi diritto, ma il reddito, il numero deifigli, lo stato di bisogno si. ComeFITel siamo impegnati affinché lanormativa sia modificata e possadavvero diventare uno strumentoper sviluppare il turismo sociale pertutti e non soltanto una manovra didestagionalizzazione dei flussi turi-stici.La FITeL insieme ai Cral si candidaad essere protagonista di qualsiasiiniziativa sul turismo sociale, com-presa quella dei Buoni. Riteniamoche qualsiasi iniziativa sul turismosociale debba realizzarsi tenendonel dovuto conto la storia che questoha avuto nel nostro Paese, dove dasempre i Cral hanno rappresentato,insieme ad altri soggetti, questosegmento del turismo ed oggi piùche mai rivendichiamo un ruolo daprotagonisti in un settore nelquale,senza avere aiuti dallo Stato,abbiamo mandato nel corso deglianni milioni di famiglie di lavoratori edi pensionati in vacanza avendocome obiettivo la qualità e la traspa-renza .

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Attualità

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Bardonecchia è situata in AltaVal di Susa a 1312 metri di altitu-dine ed è stata uno dei principalisiti di gara Olimpici di Torino2006. Rinomata stazione sciisti-ca, è suddivisa in quattro parti:Campo Smith, Les Arnauds,Melezet e Jafferau per un totaledi circa 120 chilometri di piste. Èraggiungibile comodamente inautostrada in soli 50 minuti daTorino, dispone di stazione ferro-viaria internazionale.Nel febbraio 2006, nel contestodei XX° Giochi Olimpici Invernali,

Bardonecchia ha ospitato le garedi snowboard e creato uno snow-park (unico in Europa con half-pipe olimpico) per accogliere isempre più numerosi praticanti diquesta giovane disciplina. Durante lʼinverno oltre a sciare, sipuò fare snowboard, sci nordico,trekking con racchette da neve eandare a cavallo, arrampicata sughiaccio e pattinaggio e, perchéno, winter bike, la mountain bikeinvernale con le gomme chiodate.Il Villaggio Olimpico è natura,sport e divertimento per divertirsi,

per imparare e per allenarsi anchedʼestate. Sono disponibili corsi di equita-zione, mountain bike, tennis, golfe non solo: Bardonecchia è unadelle località alpine col maggiornumero di sentieri ed offre per-corsi adatti ai più ed ai menoesperti. Le strutture sportive nelle imme-diate vicinanze, come Palazzettodello sport, piscina e alcune pale-stre, permettono di praticareanche calcio, pallavolo, tennis,arrampicata e bocce.

VILLAGGIO OLIMPICO DI BARDONECCHIA

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Bardonecchia

Torino

Milano

Ao

sta

Piacenza-GenovaSavona

Palazzo delle Feste

Stazione F.S

via Torino

via Susa

viale della Vittoria

via Verdi

viale Roma

via Einaudi

viale Bafram

via San

Fra

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Autostrada Torino-Bardonecchia A32

Villaggio

Olimpico

Villaggio OlimpicoViale della Vittoria 46/b10052 Bardonecchia (TO)

1˚ Assemblea Nazionale CRAL e CRT Bardonecchia 13 14 15 maggio 2011

VENERDI’ 13ore 14,00 Registrazione partecipanti

ore 15,00 Apertura lavori Saluto al Sindaco di Bardonecchia Saluto dalla FITeL Regionale Piemonte

ore 15,30 Relazione introduttiva Luigi Pallotta Presidente FITeL Nazionale

ore 16,00 Intervento degli invitati Enrico Panini Segretario Confederale CGIL

Piero Regazzini Segretario Confederale CISL

Carlo Fiordaliso Segretario Confederale UIL

ore 17,30 Tavola Rotonda: “Esperienze dei CRAL a confronto”

ore 19,30 Cena

SABATO 14ore 09,00 Apertura dibattito

ore 10,30 Tavola Rotonda su: “Il valore del Tempo Libero tra welfare e contrattazione il nuovo ruolo dei CRAL e del Sindacato”. Interverranno: Vera Lamonica Segretario Confederale CGIL

Paolo Mezzio Segretario Confederale CISL

Paolo Pirani Segretario Confederale UIL

ore 13,00 Pranzo

ore 15,00 Ripresa lavori e Dibattito

DOMENICA 15ore 09,30 Ripresa dibattito

ore 12,00 Conclusioni

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15a dibattito

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Saluto delle autoritàSaluto della FITeL Regione Piemonte

Paolo Mezzio Segretario Confederale CISL

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con il patrocinio di

Uno speciale ringraziamento al Villaggio Olimpico di Bardonecchia e a Sottozero s.r.l. per l’ospitalità prestata a questa Assemblea Nazionale

in collaborazione con

con il contributo di

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