Tema regimi totalitari

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TEMA REGIME TOTALITARI Analizzando il quadro degli eventi accaduti, il XX secolo appare un’epoca contraddistinta da una violenza cieca e gratuita che ha sterminato cifre raccapriccianti di vite umane. Gran parte di queste violenze in politica hanno un nome: totalitarismo, una forma di dittatura sviluppatasi solo in epoca moderna perché solo la tecnica di questo periodo ha offerto gli strumenti atti ad un controllo “totale” della società. Il regime è sempre in lotta con qualcuno, contro nemici reali, potenziali o solo sospettati, come se il complotto fosse sempre all’ordine del giorno. Un simile sistema politico non può che avere una guida ferma, costituita da un partito o da un capo onnipotente, dotato di carisma. Lo Stato totalitario riconosce infatti un unico partito politico, vieta ogni forma di opposizione, utilizza le forze di polizia per mettere a tacere qualsiasi nemico e controlla ogni aspetto della vita dei cittadini. E’ proprio quello che è accaduto nella Germania Hitleriana e nell’Italia Fascista e che purtroppo continua a succedere in molti Stati del mondo. Ma come si arriva alla formazione di un regime di questo tipo? Molto spesso i regimi totalitari s’insediano in Stati che attraversano una profonda crisi

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TEMA REGIME TOTALITARI

Analizzando il quadro degli eventi accaduti, il XX secolo appare un’epoca contraddistinta da

una violenza cieca e gratuita che ha sterminato cifre raccapriccianti di vite umane.

Gran parte di queste violenze in politica hanno un nome: totalitarismo, una forma di dittatura

sviluppatasi solo in epoca moderna perché solo la tecnica di questo periodo ha offerto gli

strumenti atti ad un controllo “totale” della società.

Il regime è sempre in lotta con qualcuno, contro nemici reali, potenziali o solo sospettati,

come se il complotto fosse sempre all’ordine del giorno.

Un simile sistema politico non può che avere una guida ferma, costituita da un partito o da un

capo onnipotente, dotato di carisma.

Lo Stato totalitario riconosce infatti un unico partito politico, vieta ogni forma di

opposizione, utilizza le forze di polizia per mettere a tacere qualsiasi nemico e controlla

ogni aspetto della vita dei cittadini.

E’ proprio quello che è accaduto nella Germania Hitleriana e nell’Italia Fascista e che

purtroppo continua a succedere in molti Stati del mondo.

Ma come si arriva alla formazione di un regime di questo tipo?

Molto spesso i regimi totalitari s’insediano in Stati che attraversano una profonda crisi

politica, economica e sociale.

È questo il caso dell’Italia e di noi italiani che, pur essendo usciti vincitori dalla Prima Guerra

Mondiale, consideravamo la nostra vittoria incompleta e non volevamo accettare la sconfitta

subita ai Trattati di Pace di Parigi.

Eravamo scontenti di una classe dirigente che non aveva saputo far valere i propri diritti e fu

così che incominciammo ad appoggiare Benito Mussolini; che nel frattempo aveva fondato un

nuovo movimento chiamato “Fasci Italiani di Combattimento “.

Il culmine della protesta verso il governo si raggiunse tra il 1919 al 1920 periodo di agitazioni,

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chiamato “Biennio Rosso” a causa dei movimenti di protesta di contadini e operai che

volevano migliorare le loro condizioni di vita.

I fascisti cominciarono così a reprimere violentemente ogni rivolta popolare, acquistandosi il

consenso del governo.

Nel frattempo, Mussolini trasformò il suo movimento nel Partito Nazionale Fascista (PNF).

Come durante la formazione di ogni regime totalitario, il partito in questione fu sottovalutato.

Si pensava che i fascisti potessero contrastare efficacemente i socialisti e i sindacati, e che

nel contempo la loro violenza potesse frenare quella degli operai e dei contadini.

I liberali tentarono proprio di sfruttarli in questo modo e per questo consentirono la

partecipazione dei fascisti alle elezioni del 1921.

Attraverso di esse il PNF entrò in Parlamento mentre la guida dell’Italia veniva affidata a

governi molto deboli. In questo generale disordine Benito, decise di ricorrere alla forza e con

migliaia di camicie nere marciò su Roma divenendo capo del governo. Con questa sicurezza,

eliminò subito il Parlamento e creò il “Gran Consiglio Fascista” che aveva il compito di

reprimere qualsiasi forma di opposizione al governo.

Le nuove elezioni del 1924 si svolsero in un generale clima d’irregolarità e violenza che

diedero la maggioranza al PNF.

Da quel momento, con la realizzazione delle leggi fascistissime, l’Italia si trasformò in un vero

e proprio Stato totalitario al servizio del nuovo duce, Benito Mussolini.

Il fascismo consolidò il proprio potere attraverso l’eliminazione di ogni nemico e oppositore.

In questo periodo nacquero la Polizia segreta, a cui spettava il compito di cercare e arrestare i

sospetti di antifascismo, e il Tribunale speciale che era incaricato di giudicare e condannare gli

antifascisti.

Tutte le libertà fondamentali vennero negate: radio e stampa furono sottoposte a

controllo ufficiale e i giornalisti che non dimostrarono entusiasmo per le iniziative furono

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licenziati e incarcerati. Nemmeno i comuni cittadini furono al sicuro: era sufficiente una

denuncia anonima perché la polizia iniziasse delle indagini che quasi sempre si concludevano

con l’arresto per sovversione.

Anche la scuola fu sottoposta ad un rigido controllo: libri e programmi dovevano essere

approvati e ogni insegnante per lavorare, doveva avere la tessera fascista.

Il duce si convinse anche della necessità di un accordo con la Chiesa, che l’avrebbe aiutato ad

aumentare il numero dei suoi consensi. Così nel 1929 strinse con il Cardinal Gasparri un

trattato e concordato per regolare i rapporti tra Stato e Chiesa.

Con questi accordi Mussolini si impegnava a riconoscere nel cattolicesimo l’unica religione di

Stato e l’indipendenza dello Stato del Vaticano, mentre il Vaticano riconosceva il Regno d’Italia

e la sua capitale Roma.

Le violenze però non finivano e molti intellettuali fuggirono o peggio ancora vennero esiliati

in campi di prigionia in cui ogni oppositore veniva trattato come un animale e talvolta, come

nel caso di Matteotti, si ricorreva all’atto estremo: l’assassinio.

Molti altri italiani, avversi al regime, pur senza passare la frontiera e senza essere condannati,

subirono sopraffazioni e violenze. Altri italiani combatterono battaglie quotidiane

nel loro settore, nella loro professione, nella loro fabbrica o si chiusero nel silenzio, nella muta

rivolta al regime.

Il terrore e la repressione politica nei sistemi totalitari del 900’ purtroppo però non interessò

solo il nostro Paese ma anche la vicina Germania, forse un modo ancora più

tragico.

L’ascesa del nazismo in Germania trovò le sue radici nelle drammatiche condizioni in cui si

trovava il Paese a seguito della sconfitta subita nella Prima Guerra Mondiale, e alle

conseguenti limitazioni subite nei Trattati di Pace.

In questa situazione di forte crisi si affermò un nuovo partito politico: “Partito

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Nazionalsocialista” di Adolf Hitler che ebbe una buona affermazione nelle elezioni del 1930.

Il nazismo si rivelò brutale fin dall’inizio, quando, organizzati in squadre armate,

i nazisti aggredirono e distrussero le sedi dei giornali avversari e delle associazioni

democratiche.

Molti pensavano che si trattasse di un fenomeno passeggero, come una malattia, ma

purtroppo non fu così..

Hitler divenne cancelliere e in pochi mesi creò un vero e proprio regime totalitario.

Furono sciolti i partiti di opposizione, furono aboliti i sindacati e fu controllata la vita

Culturale.

Il parlamento fu chiuso e per fermare gli oppositori venne istituita un’apposita polizia segreta,

la GESTAPO , che seminò morte e terrore.

Il punto centrale del nazismo era l’idea che la razza ariana fosse superiore a tutte le altre.

Il compito degli ariani, e dei tedeschi in particolare, fu quindi quello di sottomettere le razze

“inferiori”.

In particolare gli Ebrei dovevano essere eliminati perchè ritenuti responsabili della

sconfitta durante la guerra e perché strangolavano la Germania con le condizioni economiche

imposte a Versailles in quanto la finanza internazionale era nelle loro mani.

Cominciarono così le persecuzioni fino allo sterminio nei campi di concentramento.

Inoltre tutta l’economia tedesca fu sottoposta alle scelte politiche del Fuhrer, che, una volta

concepito il progetto di una Germania dominatrice dell’Europa, era disposto a fare di tutto pur

di realizzare il suo progetto, persino ad uccidere…

Una differenza sostanziale contraddistingue i regimi totalitari analizzati: mentre per i fascisti

lo Stato è il bene supremo, per i nazisti la nazione e il controllo di essa è solo un mezzo, uno

strumento che permette ai governanti di raggiungere l’obiettivo principale. Ovvero la

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supremazia della razza ariana e, se possibile, l’annientamento completo di alcune minoranze

etniche e culturali.

Tutto ciò mi fa riflettere e sperare che delle cose del genere non si verifichino mai più. Ma

perché il mio desiderio si realizzi, si deve ricorrere alla memoria.

Non intesa come la semplice raccolta dei dati, fatti e informazioni, ma soprattutto pensata

come analisi dell’accaduto, esercizio critico, assunzione di responsabilità e presa di posizione.