Tecnologia dell’architettura 2° - DIDA: Dipartimento di...

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Università degli Studi di Firenze Facoltà di Architettura Corso di Laurea in “Scienze dell’Architettura” Dipartimento di Tecnologie dell’Architettura e Design “Pierluigi Spadolini” Dispense del corso di Tecnologia dell’architettura 2° Prof. Arch. Saverio Mecca 1 di 311

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Università degli Studi di FirenzeFacoltà di ArchitetturaCorso di Laurea in “Scienze dell’Architettura”Dipartimento di Tecnologie dell’Architettura e Design “PierluigiSpadolini”

Dispense del corso di

Tecnologia dell’architettura 2°Prof. Arch. Saverio Mecca

1 di 311

Parte 1

Introduzioneall’approccio sistemico

1 Introduzione

L'incertezza rappresenta il problema fondamentale delleorganizzazioni complesse, e il far fronte all'incertezza è

l'essenza del processo amministrativo.Come l'incertezza assoluta o la casualità rappresenta

l'antitesi dello scopo e dell'organizzazione, così lacertezza assoluta è un'invenzione dell'immaginazione;tuttavia quanto più le norme di razionalità sono rigide,

tanto maggiore è l'energia che l'organizzazione destinaall'acquisizione di certezza.

James D. Thompson, L'azione organizzativa

1.1 La tradizione dell’ediliziaLa soluzione dei problemi tecnici e organizzativi per la costruzione di edifici ha richiestostoricamente le migliori risorse umane per assicurare alle comunità un ambientequalitativamente adeguato alla cultura che lo esprimeva.La costruzione e il suo cantiere continua ad avere grande importanza nel determinare siail continuo adattamento dell'ambiente alle esigenze degli uomini e ad impegnare risorseumane di alto livello sul piano tecnico ed organizzativo, anche se con il tempo la suacentralità e capacità di innovazione ridotta rispetto al resto della produzione industriale1.Nel momento in cui si crescono le conoscenze tecniche e scientifiche e si perseguonosempre più elevati e certi livelli di qualità il mondo delle costruzioni ha la capacità dirispondere, mantenendo o meglio incrementando la produttività, a sfide quali:• la struttura organizzativa della costruzione e del cantiere attuale, tuttora

centrata sui mestieri "artigiani", non è più idonea di fronte alla crescenteincertezza e complessità tecnologica del progetto

• la cultura tecnica e organizzativa storicamente accumulatasi nel cantiere e piùgeneralmente nella costruzione non è in grado di rispondere ai requisiti dicertezza amministrativa, di affidabilità (qualitativa, economica e temporale) delprocesso edilizio che la società esprime 2

• il settore edilizio e il cantiere in particolare non riesce ad assicurare la vitalefunzione di apprendimento ovvero la trasmissione delle conoscenze e dellecompetenze tecniche e organizzative da una generazione all'altra

Mentre altri settori industriali si stanno profondamente rinnovando con innovazioniorganizzative per incrementare l'efficienza e l'affidabilità dei processi, nel settore edilizio

1 Pierre Chemillier ha posto con determinazione la questione dei saperi tecnici e della formazioneprofessionale al centro delle riflessioni e delle prospettive di evoluzione del cantiere edile,collegandola con una necessaria trasformazione delle strutture organizzative del cantiere. Inparticolare Chemillier sostiene che".. è urgente accordare la più grande importanza al problema deisaperi che operano nei cantieri delle costruzioni. Questo è il problema maggiore. Se nei prossimianni non si trova una soluzione accettabile, tutti gli sforzi che saranno fatti a monte del cantieresaranno senza effetti e la qualità sarà soddisfacente sulla carta, ma mediocre nel cantiere. Laseparazione tra ciò che è a monte e ciò che è a valle del cantiere andrà allargandosi. Inoltre ladifficoltà attuale di attirare i giovani verso le costruzioni non troverà una soluzione soddisfacente ...." (CHEMILLIER P., Savoirs et Chantier, Cahier du CSTB, n° 2552, janvier-février 1992, livraison 326,CSTB, Paris 1992).2 si veda ad esempio l’art. 1, comma 1 e l’art. 8 della Legge 11 febbraio 1994, n° 109, “Leggequadro in materia di lavori pubblici”

gli aspetti produttivi ed organizzativi stentano ad uscire da una dimensione tecnica eamministrativa, in cui sono stati confinati anche in ambito accademico.L'esigenza di orientare verso la costruzione, verso il cantiere, visto nella sua dimensioneorganizzativa, umana e culturale oltre che tecnico-produttiva, un maggiore impegno diricerca e di innovazione per migliorare il livello di efficienza stenta a trovare attenzionenella società e spesso viene percepita con fatica dagli stessi "addetti ai lavori".

1.2 I “mestieri” al centro del processoNel settore edilizio la tradizionalmente sommaria e non formalizzata attività diorganizzazione è stata bilanciata dalle capacità degli operatori del cantiere di adattarsi, direagire agli imprevisti, di sviluppare strategie "reattive", che trovano la loro radice neiprocessi di progettazione e costruzione di tipo “addittivo” dominanti il processo edilizioprima dell'età moderna.3 Nonostante ciò si determinano con frequenza situazioni in cui, dicontro ad una qualità progettata del prodotto, la qualità dei processi costruttivi è del tuttoinsufficiente.Dalle origini "artigiane" e dalla loro "nostalgia"4 trae forza nel settore l'idea della "diversità"del cantiere edile rispetto agli altri settori produttivi e della sua non "trattabilità" con metodiomogenei e la tradizionale resistenza ad introdurre innovazioni organizzative.La struttura produttiva tradizionale centrata sui "mestieri" ha costituito, e costituiscetuttora, un fattore di continuità e di responsabilità basato su un insieme di saperi di tipoartigianale inseriti e coordinati in una struttura di impresa edile "generale". Negli ultimi anniperò il processo di produzione si è caratterizzato per le sue difficoltà di coordinamento: inmolti casi si sono dissolte le tradizionali e consolidate procedure di autocontrollo delsistema sostenute dalla cultura dei "mestieri", travolte da una tendenziale conflittualità diinteressi fra gli operatori e fra ciascun operatore e il "progetto"5, conflittualità che divergerispetto all'obiettivo della qualità della costruzione e che costituisce spesso una delleprincipali cause della "deriva" del progetto. La segmentazione e specializzazione, se non èconnessa con operazioni tecnicamente avanzate, è generata e genera a sua voltaparadossalmente un'impoverimento della qualificazione, del "saper fare" degli operatori dicantiere.

1.3 L’evoluzione dell’organizzazione del cantiereDopo una prima fase di industrializzazione pesante, che vedeva ancora l'impresaimpegnata nel tentativo di controllare con metodi industriali tradizionali tutto il processo, siè assistito ad un innesto di elementi di taylorismo nell'organizzazione dei mestieri artigianidell'impresa edile, ovvero ad una progressiva specializzazione e parcellizzazione dellemansioni unita all'introduzione di nuove tecniche costruttive, sia pure con diversi livelli dimeccanizzazione. Nella progressiva crescita della turbolenza del mercato edilizio, laspecializzazione ha assunto spesso la forma di segmentazione degli operatori in impresesocietariamente autonome, indirizzate verso compiti sempre più elementari, determinandouna rottura del principio di coordinamento e riducendo in modo drammatico le funzioni di"apprendimento" interne delle imprese e del settore edilizio nel suo complesso. 3 Su questo argomento si può consultare MECCA S., SERNICOLA R., Progetto e cantiere al tempodelle cattedrali, Dipartimento di Processi e metodi della produzione edilizia, Firenze 1994, in cui èriportata un'ampia bibliografia.4 SANTONI RUGIU A. Nostalgia del maestro artigiano, Liguori, Napoli 19925 Con il temine "progetto" senza aggettivi conviene intendere l'intero processo di trasformazionedalle formulazione delle esigenze alla utilizzazione della costruzione, distinguendolo dalla fase piùpropriamente creativa sul piano architettonico e tecnico che potrebbe essere indicata con il termine"concezione", analogamente a quanto avviene nella lingua francese ed inglese con le parole di"projet" e "conception", "project" e "design" rispettivamente.

In condizioni di crescente competitività del mercato le attuali strutture organizzative del"progetto" e della fase di realizzazione in particolare si mostrano il più spesso inadeguatead assicurare il livello di efficacia ed efficienza richiesto a causa di carenze sul pianoorganizzativo. Inoltre un sistema di controlli tecnici e amministrativi complesso e noncoordinato con il processo di produzione, non chiaro nell'attribuzione dei compiti e delleresponsabilità e nelle procedure, induce comportamenti dei soggetti divergenti o resistentiall'obiettivo del progetto.La struttura organizzativa del cantiere, e in particolare l'articolazione delle responsabilità edei compiti, è determinata sostanzialmente dalle norme specifiche dei contratti di appaltoche legano il committente al progettista e all'impresa edile e questa alle impresespecializzate subappaltatrici, norme quest’ultime in particolare che hanno spesso comeriferimento la struttura organizzativa del cantiere ottocentesco, basato sui mestieri artigianie lasciano incerte le forme di coordinamento. In molti casi i progetti si concludonopositivamente solamente grazie a comportamenti soggettivi degli operatori, generatiproprio dalle regole etiche professionali ereditate dagli antichi ordinamenti dellecorporazioni dei maestri muratori.

1.4 La specificità della produzione ediliziaLa caratteristica di unicità e irripetibilità del prodotto dell'edilizia ed il carattere nomadicodel cantiere edilizio sono stati utilizzati storicamente per sostenere la necessariadebolezza di ogni attività di previsione, preparazione o programmazione; ma d'altra parteun processo edilizio finalizzato alla qualità richiede un livello elevato di previsione e diprogrammazione delle attività, una conoscenza profonda dei modi di produrre qualità deiprodotti, una partecipazione di tutti gli operatori coinvolti con qualsiasi ruolo per larealizzazione dello specifico obiettivo costruttivo.Certamente l’incertezza dell’ambiente della costruzione, la spiccata variabilità del prodottoe del mercato edilizio determina un ambiente molto articolato, caratterizzato da unaelevata incertezza e richiede quindi l'adozione di strategie organizzative idonee chepassano attraverso l'individuazione di strutture organizzative, di meccanismi diintegrazione e di controllo dell'intero "progetto" edilizio che contrastino la strutturaleincertezza del settore edilizio, inducendo un comportamento autocontrollato, premessaper il raggiungimento dell'affidabilità e dell'efficienza richiesta dal mercato e dal cliente.La via da percorrere è quella dello sviluppo di metodi e strumenti di "constructionmanagement" idonei per operare in condizioni di incertezza sia esterna che interna alprocesso. La complessità delle decisioni progettuali di un processo di produzione cheopera per prodotti unici in un ambiente caratterizzato da elevata incertezza richiede unasistematica "gestione del progetto" intesa come un processo in cui si integrano ecollaborano, e pertanto sono organizzate, molteplici competenze e risorse, le cui piùintense interdipendenze devono essere gestite mediante sia procedure di integrazione piùevolute che di codici di comportamento formalizzati e di strumenti di simulazione più utili.Nei settori produttivi industriali che operano in ambienti caratterizzati da crescenteincertezza, si stanno diffondendo strategie di "gestione del progetto"6 per affrontare lasfida della competizione sui mercati e di più elevati livelli di affidabilità della produzione;anche nel settore edilizio è necessario sviluppare un'attività di ricerca e sperimentazionedi metodi organizzativi, procedure e strumenti operativi adeguati alle condizioni ambientaliin cui si opera.7

6 Si veda in particolare il recente ed interessante lavoro del gruppo ECOSIP (Économie desSystèmes Intégrés de Production), Pilotages de Projet et Entreprises, Diversités et convergences,ECONOMICA, Paris 1993.7 si vedano gli atti delle giornate di studio organizzate presso l'École Nationale des Ponts etChaussées il 12 e 13 ottobre 1993 e pubblicati in: BOBROFF J., La gestion de projet dans la

1.5 Verso la Qualità TotaleL'organizzazione di un cantiere edile consiste, come per tutti i processi produttivi, nellapredisposizione di un insieme di azioni articolate nel tempo per raggiungere un fine, unobiettivo prestabilito. Il conseguimento di una produzione edilizia sempre più efficiente edefficace è possibile solo con un progetto organizzativo che coordini le risorse tecniche,economiche disponibili, e soprattutto le risorse umane, che integri razionalmentel'utilizzazione degli uomini, delle risorse materiali, delle macchine, dei procedimenti e deimetodi di fabbricazione, per ottenere un risultato soddisfacente in relazione a quantorichiesto dall'ambiente.La Qualità, posta come obiettivo dalle norme Vision 2000, è il prodotto finale di un sistemacomplesso, ma organizzato e autocontrollato, in cui tutti gli operatori coinvolti la individuinocome obiettivo in tutte le loro azioni. È una convinzione diffusa e consolidata che la "sfida"della Qualità possa essere sostenuta solo con la partecipazione ed il coinvolgimentomotivato e coordinato di tutti gli operatori del processo edilizio, in una ricomposizione diruoli governata dal massimo sviluppo dei processi di autocontrollo e di controllo interno, intutte le fasi di progettazione, produzione e gestione di un bene edilizio. In modo analogo aisettori industriali anche per la produzione edilizia è necessario sviluppare specifichestrategie, metodi e tecniche di progettazione e controllo adeguate ad un ambientealtamente turbolento, di un processo complesso in relazione al volume prodotto,contraddistinto da una forte dominanza dei processi di trasformazione tecnologica.Nonostante la "arretratezza" tecnologica e lo stato endemico di crisi per il cantiere edileappaiono necessarie innovazioni organizzative orientate principalmente alla definizione dinuove strutture organizzative del cantiere che, attingendo agli sviluppi delle teorieorganizzative e gestionali che, come per i sistemi di produzione che operano in ambientiad elevata incertezza, devono basarsi su alcuni orientamenti strategici quali :• il passaggio da organizzazioni di tipo "meccanico" ad organizzazioni di tipo

"organico", passaggio che prevede un ruolo attivo degli individui chepartecipano al processo sul piano della motivazione e dell'apprendimento daparte;

• il passaggio da un modello organizzativo basato sul massimo sfruttamento dirisorse specializzate, ad un modello organizzativo basato sulla polivalenzadelle risorse tecniche ed umane per massimizzare l'adattabilità alla turbolenzaambientale e la responsabilizzazione degli operatori;

• la progettazione di nuove strutture organizzative basate sulla concertazione esull’anticipazione, che prevedano un nuovo raggruppamento delle attività edelle responsabilità , in modo tale che nuove relazioni di interdipendenza fra glioperatori consentano l'ottenimento di un livello di efficienza e di affidabilitàsuperiore;

• la definizione, sperimentazione e diffusione di nuovi metodi e strumentioperativi di gestione del cantiere sul piano organizzativo, tecnico, economico etemporale coerenti con criteri di efficienza e affidabilità dei processi dicostruzione.

construction, Presses de l'École Nationale des Ponts et Chaussées, Paris 1994

2 Riflessione sul progetto e sulle tendenze di evoluzione

2.1 Tendenze della ricerca sul processo di formazione di nuoveconoscenzeNegli ultimi anni abbiamo assistito ad una estesa discussione e riflessione sulla nozione diprogetto e di progetto di architettura in particolareIn una sicura sensibilità allo spirito del tempo abbiamo assistito alla convergenza da piùambiti verso una concezione del progetto euristico: dalla epistemologia di Popper allateoria dei sistemi, alle ricerche sulla intelligenza artificiale e sulla razionalità limitata allasemiotica, alla Gestaltpsychologie o Psicologia della Forma, ai nuovi orientamenti delleteorie del management e dei modelli organizzativi.Il termine euristico deriva dal verbo greco antico ευρισκω che significa: trovare ciò chesi cerca, scoprire, inventare, immaginare, investigare.Anche se il nostro concetto paradigma di invenzione è diverso da quello greco l'euristica sipone non come pratica della invenzione, ma come pratica della ricerca, una ricerca che senon va verso qualcosa che già c'è , è il punto di arrivo di un percorso nel quale sono giàinsite, in seguito all'individuazione di un problema (problem setting), le potenzialità perrispondere correttamente.L'euristica non è allora il disvelamento di una novità/verità perduta, ma la ricerca di unmetodo che disciplini l'operare inventivo.Analizzare l'euristica del progetto significa restituire, ricostruire, rappresentare la dinamicacomplessa il processo complesso che non rigorosamente lineare, ma costellato diretroazioni, ripensamenti, revisioni, riorganizzazioni.Lo sviluppo di questo processo/percorso è legato all'assunto che l'origine di questoprocesso non è un inizio ex nihilo, ma il luogo in cui confluiscono le conoscenze e lecapacità interpretative le capacità percettive/strutturanti del progettista e il luogo in cui siesprime una visione complessiva sintetica estetica dell'opera da realizzare. Già a partiredallo schizzo, ma ancor prima dalle prime immagini mentali indicibili esiste una visionecomplessiva degli elementi che vengono a comporre il progetto.

Il processo di invenzione secondo Henry PoincaréIl tema del silenzio e della luce ha delle affascinanti analogie con il concetto di incubazionee di illuminazione e quindi di invenzione espressi da Henry Poincaré nel 1902 il "Lascienza e l'ipotesi" in cui racconta la sua scoperta delle funzioni di Fuchs e sviluppa unateoria dell'invenzione che cerca di rappresentare il processo di gestazione di idee nuove edel loro sorgere nella coscienza del ricercatore.Secondo la teoria che ha proposto, all'origine della ricerca intellettuale si situa sempre unproblema; per affrontare questo problema il ricercatore si arma di preconcezionipreprogetti e di ipotesi e si impegna in una fase di travaglio, che ha per fine di favorirel'emergere di un'intuizione che libera l'unità di ragionamento che conduce all'invenzione:senza intuizione non si ha creazione matematica. L'intuizione matematica esiste sotto duespecie: l'intuizione logica e l'intuizione sensibile; la prima stabilisce un sentimentoimmediato dell'unità di un ragionamento, la seconda la percezione di una successione diimmagini. Nei due casi l'emergere di un'intuizione è il risultato di un processo diesplorazione e di selezione subliminale. L'intuizione apre allora la via a un processo dielaborazione cosciente e di integrazione di idee nuovamente ottenute nel campo di quelleche erano precedentemente acquisite.

Poincaré sostiene così che l'intuizione non emerge se non è stata preparata da un lavorocosciente: il lavoro indirizzato dalle ipotesi suggerite dal problema.La successione delle fasi del processo è dunque:

il problema

ipotesi e presupposizioni

esplorazione cosciente

incubazione - (filtro delle idee a priori dello spirito)

illuminazione ed invenzione

verifica

Poincaré avanza l'ipotesi che il lavoro subliminale delo spirito consista nell'esplorare lacombinatoria delle forme di pensiero di cui dispone in maniera estremamente libera esottomettendola ad un criterio di scelta prima di presentarlo alla coscienza: pensava chequesto criterio fosse di ordine estetico, non sarebbero presenti alla coscienza altro che leintuizioni che toccano la sensibilità estetica innata del ricercatore.Un metodo euristico che rappresenta il processo di progettazione sotto la forma di unasuccessione di cicli di tipo popperiano.John Zeisel in "Inquiry by design" del 1981 (Cambridge University Press) fa un usoanalogico del pensiero di Popper ritenendo che• in un processo di sviluppo che partecipa ad un processo evolutivo, né il punto di

partenza né il punto di arrivo sono interessanti ma il processo, la succesione dioperazioni che sono effettuate possono interessare il ricercatore che tenta dicomprendere il processo;

• la cultura dell'architetto contribuisce alla costruzione della cultura secondo unmovimento comparabile a quello scientifico che partecipa alla costruzione dellaconoscenza: l'uno e l'altro partono da un insieme di presupposti che definiscono unproblema da risolvere, l'uno e l'altro costruiscono una proposizione, un'ipotesi chesottopongono alla critica della ragione e permette di formulare un nuovo punto dipartenza

1 formazione di un punto di vista sul problema(concepire un'immagine)

2 proposizione (presentare un'immagine)

3 verifica della proposizione (metterla alla prova)

4 formazione di un punto di vista (concepire una nuova immagine)

L'analisi proposta del processo di concezione presenta cinque caratteristiche:

1 mette in circolo tre attività:concepire un'immagine - presentarla - metterla alla prova - concepire un'immagine;

2 fa appello a due tipi di informazioni:

un'informazione che catalizza la concezione dell'immagine,un'informazione che permette di sottoporla alla prova della ragione critica;

3 l'obiettivo della ricerca varia per salti discontinui, lungo il processo i progettistimodificano l'obiettivo che si danno in funzione delle informazioni critiche e delle

intuizioni creative;4 ricercano una risposta soddisfacente (il concetto di satisficing di Simon e il

concetto di giustificazione di Blachere);5 il processo si compie secondo una successione di cicli convergenti verso un

territorio delle soluzioni accettabili

Enunciato di un problema

Espressione di un punto di vista a priori scomposto in sottoproblemi eintenzioni di risposta verbale e visuale

Critica sistematica e ricorso a informazioni esterne

Espressione di un nuovo punto di vista scomposto in sottoproblemi e intenzioni di risposta verbalee visuale

Conservazione per la formazione di un'esperienza e confronto con il cliente

Integrazione delle proposizioni (visuali e verbali) in risposta a certi problemi

Riformulazione del problema iniziale e proposizione di soluzioni alternative checomportano il problema posto, intenzioni di soluzione, gli schemi di soluzione

Esame critico confrontato con i vincoli esterni

se positivo

esame con il cliente

Il modello di SimonNell'opera di Simon la teoria della razionalità limitata occupa uno spazio notevole.Il limite dell'applicazione di tecniche di ottimizzazione decisionale nell'ambito del progettosta in una condizione di base: si individua una differenza sostanziale fra la decisioneclassica che si occupa della scelta fra alternative date, mentre la decisione progettualeche si occupa della della scoperta e dell'elaborazione di alternative.Simon individua una interessante analogia con il gioco degli scacchi, in cui i programmiche cercano di imitare lo scacchista umano nel prendere in considerazione solo pochepossibilità.I programmi per il gioco degli scacchi si basano su tre componenti- processi che selezionano le alternative- processi che valutano le alternative, che stabiliscono la bontà, la qualità di ogni

alternativa individuata

- criteri che determinano il momento in cui interrompere la ricerca e selezionare lamossa

Nella progettazione di oggetti complessi il processo ha una struttura di ricerca ancora piùcomplicata.Gli stadi iniziali della ricerca si svolgono in spazi di progetto altamente semplificati cheastraggono dalla maggior parte del dettaglio del problema del mondo reale, lasciando sologli elementi più importanti in forma sintetica. Quando un piano, un progetto schematizzatoe aggregato, è stato elaborato nello spazio di pianificazione, i dettagli del problemapossono essere reintrodotti, e il piano essere usato come guida nella ricerca per lasoluzione completa.Naturalmente possono essere usati più spazi, ed anzi ci può essere una gerarchia di spazidi progetto, che portano da un progetto altamente astratto e globale a specificazioni didettaglio successive.Ad ognuno di questi livelli di astrazione il processo di progettazione può essere strutturatodiversamente. Dato che gli spazi più astratti tendono ad essere più lisci è spesso possibileusare modelli di ottimizzazione per la pianificazione, ritornando a modelli di ricercasoddisfacente per completare i dettagli del progetto.In altre situazioni il processo di progettazione generale può impiegare procedure di ricercasoddisfacenti, mentre tecniche di ottimizzazione possono essere utilizzate per fissare iparametri una volta che il progetto generale è stato stabilito.In sintesi la teoria delle decisioni razionali ha avuto uno sviluppo estremamente rapidonegli ultimi anni e si è sviluppata nel tentativo di utilizzare le procedure decisionali formaliin situazioni reali di considerevole complessità sviluppando modelli più potenti e sofisticati.Ma la complessità ha stimolato anche lo sviluppo di nuovi modelli di decisione razionaleche tengono in conto la limitatezza della capacità di raccogliere informazioni complete eanalitiche, della capacità computazionale degli essere umani, della natura del processoprogettuale.

La valutazione e la scelta delle alternativeNel caso degli scacchi e nel caso del progetto appena si scopre una soluzione checostituisce una risposta soddisfacente al problema la si adotta, e non si ricerca ognipossibile soluzione e sceglie la migliore.Una risposta alla incertezza e alla difficoltà della scoperta o progettazione delle alternativedi soluzione è stata l'introduzione esplicita della ricerca e i processi di trasmissione delleinformazioni nel modello e l'introduzione di criteri di prestazione soddisfacente invece dicriteri di ottimizzazione.In psicologia i criteri che svolgono questa funzione nei processi decisionali sono dettilivelli di aspirazione.Si è individuata una parola scozzese satisficing per indicare quella particolare euristicache consiste nel modo di risolvere i problemi e di prendere decisioni che fissa unlivello di aspirazione, cerca fino a quando si trova una alternativa soluzionesoddisfacente in base ai criteri del livello di aspirazione prescelto e sceglie quellaalternativa.Nelle procedure di satisficing l'esistenza di una alternativa soddisfacente è resa probabileda meccanismi dinamici che adattano i livelli di aspirazione alla realtà sulla base diinformazioni sull'ambiente.Ciò non significa abbandonare le tecniche di ottimizzazione come strumenti di ausilio alladecisione, ma inserirli in una rete decisionale in cui la loro ampiezza è definita delimitata efinalizzata alla verifica di efficacia e di efficienza relativa all'oggetto specifico trattato e conl'attenzione dovuta ala necessaria approssimazione per la costruzione del modello.

Le valutazioni, gli strumenti di comparazione e di ottimizzazione sono finalizzati allaricerca della soluzione, sono utilizzati in fasi intermedie, non confrontano situazionialternative perfettamente definite; il confronto non è fra progetti completi, e quindi glistrumenti di comparazione e di ottimizzazione servono in sostanza a cercare unasoluzione del problema. Forniscono le basi per decisioni riguardo al fatto che il progettodovrebbe essere elaborato in una direzione piuttosto che in un'altra.Progetti completi, quando finalmente sono definiti, non sono valutati confrontandoli conaltri progetti alternativi, ma confrontandoli con norme (standards) definiti dai livelli diaspirazione.L'approccio satisficing è stato impiegato molto spesso in modelli in cui metodi "euristici" diricerca delle soluzioni di metodi per tentativi-ed-errori sono utilizzati per aiutare la ricercadi alternative plausibiliCome risultato chi opera nell'ambito del progetto ha a disposizione una collezione dimodelli e strumenti di aiuto nei processi decisionali.Qualunque sia il compromesso, la mediazione che deve fare con la realtà e le sueesigenze al fine di comprenderla e di affrontarla, questi strumenti rendonosostanzialmente più trattabile il compito di opporre le limitate capacità dell'uomo alladifficoltà dei suoi problemi.

Dal modello deterministico al modello organicoLa percezione è un processo cognitivo eminentemente attivo, strutturante in quanto èsolo mediante una teoria che si riesce a svolgere l'operazione di ricevere ed interpretare.Nella percezione si ha coscienza immediata di un tutto strutturato, il cui comportamentonon è determinato dai suoi supposti elementi, ma da leggi strutturali interne al tutto. Inparticolare il funzionalismo percettivo sviluppatosi alla metà di questo secolo hasottolineato la disposizione soggettiva, i bisogni, i fini, le conoscenze come fattoricodeterminanti dell'atto percettivo. In questo quadro ha accentuato il carattere ipoteticodella percezione: le percezioni sono ipotesi, punti di vista sull'oggetto, suscettibili dimodificazioni, approfondimenti correzioni.Un'analisi della parola progetto ci permette di vedere come nel significato sia racchiusauna euristica; nel suo senso più ampio e comprensivo progetto significa anticipazioneriferimento al futura si basa su una prefigurazione una previsione di possibilità, le paroleche si usano per spiegare la parola progetto contengono un riferimento estetico al futuro.Il progetto si definisce come il luogo della possibilità, il momento in cui vengono vagliate eipotizzate tutte le opzioni e il luogo della decisione ragionata della giustificazione dellascelta in vista di una realizzazione.La previsione e l'anticipazione agiscono in base a vincoli e obiettivi, il progetto è unatensione alla previsione ed anticipazione delle possibilità realizzative.

Il progetto non è una macchina, un processo di trasformazione deterministico che dati certiinputs l'output è prevedibile. Le coordinate nel definire i contorni del problema da risolverecostituiscono anche la possibilità di una eventuale soluzione, lo stimolo per una rispostacreativa.Nel momento ideativo in cui si passa dall'atto mentale alla rappresentazione, all'abbozzodi una soluzione, intervengono già operazioni selettive e organizzative.Il dato è sempre e già interpretato, secondo un sistema di aspettative e precomprensioniche funziona come un filtro che scarta e trattiene alla luce di uno schema organizzativo.Il fatto che il repertorio sia necessariamente interpretato indica anche che l'insieme degliinputs deve essere necessariamente strutturato, siamo in presenza sempre e comunquedi una teoria in senso lato che è in grado di trattare le conoscenze e di integrarle con ivincoli/obiettivi specifici di un progetto in un luogo e in un tempo fisico e culturale definito.

Abbiamo due piani di vincoli/fattori: il primo dato dalle coordinate del preciso problema e ilsecondo dato dalla teoria, dall'insieme di conoscenze strutturate del progettista.Un nucleo di credenze di presupposizioni, di regole si organizza intorno ad un'ideacentrale, che diventa una possibile risposta al problema preciso da perfezionare verificareinterrogare e alla fine giustificare in quanto soddisfacente.Dal momento che un'idea si formalizza, viene formulata ed oggettivata in unarappresentazione, comincia una "storia nuova", questa ipotesi diviene oggetto di unprocesso analitico e creativo.Ogni revisione del progetto iniziale porta con sé la possibilità di abbozzare un nuovoprogetto, di promuovere una ristrutturazione complessiva; il tal modo nella fase euristica siha un continuo rinnovarsi del progetto.Il problema dell'invenzione si struttura all'interno di un'operazione di comprensione in cuilo spazio del problema è in qualche modo già dato ed esistono punti di riferimento, unaprima approssimativa mappa cognitiva a cui affidarsi per elaborare risposte più precise;l'insieme delle conoscenze diventa strutturante del problem setting preliminare ma anchealimentato dal problema stesso da risolvere.Nella fase progettuale istanze legate a un sapere tecnico-scientifico a un pensieroanalitico/sintetico costituiscono la premessa per un'azione creativa; la fase euristica sicaratterizza per l'incontro fra sapere tecnico e capacità inventiva e la soluzione delproblema è data dalla sintesi di questi due aspetti. La creatività deve essere riletta allaluce della relazione che instaura con la sfera tecnica che non si pone comevincolo/ostacolo ma come vincolo/possibilità reali di attuazione.La presenza di fattori irrazionali nella scienza e razionali nell'arte ha condotto aripensamenti della dicotomia oppositiva verso una relazione interattiva e collaborativa.La fase euristica è data dall'incontro di un piano normativo e da un piano creativo che sipongono in un rapporto di reciproca relazione e comincia nel momento in cui si ilbackground (retroterra) di conoscenze, idee, informazioni culturali e tecniche si organizzaper oggettivarsi in un primo abbozzo e poi via via fino al progetto concluso. la faseeuristica infatti non si esaurisce in questa prima fase ma accompagna tutto il processo.Il progetto si presenta come un problema in cui la certezza di una soluzione è affiancataalla presenza di regole che delimitano la natura delle soluzioni accettabili. confinano ilcampo delle opzioni possibili all'interno del quale il progettista si muove.I fattori, gli inputs di questo processo tendono a variare in continuazione in relazioneall'esperienza e alla formazione di conoscenze strutturate e non strutturate e l'insieme diqueste conoscenze costituisce sia il confine all'interno del quale si trova la soluzione, maanche il confine all'esterno del quale si trova la soluzione realmente creativa.

Da un’intervista a Renzo Piano"Una specie di disciplina impone di legarsi le mani dietro alla schiena e per un attimo, a volteabbastanza lungo, accumulare"."Quando si fanno progetti di grande complessità bisogna digerire a lungo, accumulare conoscenzee bisogna sapere aspettare, nel silenzio, magari passeggiare sul luogo dove si deve costruire conle mani in tasca ed aspettare. In realtà è durante questo silenzio che avvengono tutte le altre cose.6 questo il momento magico così importante e complesso, in cui, capendo, pian piano inizi a farequalche piccolo disegno, prendi deghli appunti di lavoro e poi "cuci tutto insieme.""Io nella mia prassi non comincio mai un progetto dalla filosofia e basta. Dal primo istanteincomincio a pensare ai materiali, ai modi, alla tekné, a quale sarà il processo e la materia con ilquale lo farò. Procedo su questi due piani paralleli: uno che parte dal generale e l'altro dalparticolare, e poi questi due campi si incrociano e si sintetizzano."

Dal progetto Menil Foundation di HoustonIl programma da cui prende le mosse il progetto viene così ricordato da Renzo Piano:

"Voglio sentire le nuvole passare, voglio che il giorno che se ne va si senta"

E allora il problema della tecnologia diventa quello di contribuire alla costruzione di uninsieme strutturato più complesso proponendo insiemi di regole e di informazioni regolabilitrattabili con le regole secondo questo modello non deterministicoCiò non riduce il ruolo della tecnologia anzi lo amplia sottraendolo alla necessità dellacompletezza e della organicità in un approccio deterministico che instaura unacorrelazione positiva tendente a 1 tra quantità e qualità di informazioni input del processoe risultato finale la cui qualità è misurabile in una scala tendente all'ottimoAnche la visione del progresso scientifico e tecnologico nel suo ottimismo di certezzedeterminabili che era retrostante risultava limitante per la tecnologia e per il progetto diarchitettura nel suo complesso.Liberata dalla meccanicità del suo ruolo la tecnologia può rivolgersi con più libertà alladefinizione di regole comportamentali sia del processo progettuale che del prodottoprogettuale, regole che operano non più secondo sequenze preordinate , ma cheinvestono il processo euristico progettuale nella sua globalità fin dalle prime fasi dielaborazione. Ciò significa che già nel primo schizzo il progetto è una ipotesi globale rettadalla teoria necessariamente globale che la genera.Questa ipotesi costituisce una soluzione provvisoria che si accetta come soddisfacente aseguito di un processo di giustificazione di verifica di corrispondenza a un comportamentoatteso valutato in termini di efficacia ed efficienza, analogamente a quanto avviene nellaricerca scientificaIl progetto nasce non come una somma ordinata di momenti diversi, ma come una visionedi sintesi che si sviluppa in una continua interazione tra gli elementi parziali e la totalità delprogetto, in una pratica che si svolge secondo continue ristrutturazioni.In architettura la progettazione deve quindi essere pensata nella sua globalità, comesintesi di elementi posti in relazione.Scindere il progetto in una sommatoria di forma, funzione e tecnica significa privarsi dellapossibilità stessa di pensare il progetto significa ridurlo a una somma di dati isolati che, diper sé ciechi, difficilmente possono essere riorganizzati a posteriori secondo unacostruzione coerente.

La qualità e la giustificazione della sceltaFini e mezzi, obiettivi e strumenti, in un altro termine giustificazione come relazione frafini e mezzi, devono interagire per organizzare lo spazio euristico fin dallo schizzo.Ma questo legame con la realtà con l'attuazione che deve seguire al progetto che da ilsenso al progetto e al progettare in vista del cambiamento della realtà in una nuova realtàche determina le caratteristiche del progetto la sua natura complessa, che deve essere ingrado di prevedere le conseguenze del passaggio dal possibile al reale e fra tutti i percorsipossibili sceglierne uno che sia giustificabile non perché migliore in assoluto ma perchésoddisfacenteAnche se nell'approccio esigenziale spesso si è rimasti legati ad una visione analiticalegata a processi induttivi/deduttivi, quando Gérard Blachère in "Savoir Bâtir" afferma:"Costruire è risolvere un problema""è necessario dimostrare, giustificare per via razionale che le soluzioni sono buone""..... questo processo di pensiero riconduce il modo di affrontare il problema dellacostruzione alla maniera normale di porre i problemi industriali: si comincia sempre con ilporre il problema da risolvere in termini di prestazioni richieste, e sono valide tutte lesoluzioni che rispondono all'insieme delle esigenze manifestate ......"non è lontano da questo modo di concepire il progetto, da un pragmatismo relativistico.

Anche se in questo processo di pensiero sono contenute le seguenti ipotesi implicite ederronee in quanto parzializzanti della realtà, quali:- l'abitazione ed ogni altro edificio o manufatto edilizio è assimilabile ad un prodotto;- è possibile (ed opportuno) porre il problema in termini di prestazioni richieste; ciòsignifica che tutti i soggetti coinvolti nel processo di costruzione sono in grado diesplicitare i loro desideri (esigenze) e che pertanto un loro consenso può essere trovato;- il problema può essere scomposto in modo sistemico in sottoproblemi progressivamentesempre più elementari e che pertanto la complessità può essere, al termine di una lungaattività di ricerca applicata, completamente dominata dai progettisti,un approccio correttamente esigenziale è del tutto coerente con il progetto euristico.La ricerca in fatti progettuale deve essere guidata: il processo di giustificazione, di verificanon può prescindere dal fine del progetto che potremmo dire consiste nella rispostacorrispondente ai livelli di aspirazione di tutti i destinatari del progetto, non solo gliutilizzatori finali ma tutti coloro che sono coinvolti nel processo di progettazione, compresoil progettista.Ma la risposta ai livelli di aspirazione non è altro che la Qualità.

I modi del progettoNel modo preindustriale della tecnologia convenzionale la soluzione tecnologica (sceltadei materiali e dei metodi costruttivi) era implicita e comune al progettista ed al costruttore:il progetto aveva per oggetto la definizione di costruzioni fuori della consuetudineprincipalmente per la loro forma e solo in casi particolari per il loro modo di essereprodotti. (definizione formale/oggettuale dell'obiettivo)Nel modo tradizionale della tecnologia descrittiva/prescrittiva la soluzione tecnologica(scelta dei materiali e dei metodi costruttivi) è completamente definita a priori dalprogettista mediante specificazioni progettuali descrittive che costituiscono delle soluzionitipo (tradizionali o innovative). (definizione formale/oggettuale dei mezzi e dell'obiettivo)Nel modo innovativo della tecnologia normativa la diversità dei prodotti e dei metodicostruttivi richiede il superamento della descrizione dettagliata della soluzione tecnologicaverso una definizione del risultato, ovvero delle prestazioni che devono essere fornite dallacostruzione, intendendo per prestazioni un insieme di proprietà che definiscono l'attitudinedi una costruzione ad assolvere le sue diverse funzioni in un contesto dato, ovvero asoddisfare determinate esigenze.

Linee di evoluzione dell'abitazione e del progettoL'ambiente del progetto si caratterizza per una progressiva incertezza.Si rilevano ad esempio tendenze verso un ritorno al passato, visto come più in sintoniacon l'ambiente naturale e culturale del luogo, fino al limite del rifiuto della modernità e delprogresso tecnologico riduttivo di stimoli culturali e sensoriali e del ritorno assoluto amateriali naturali, contemporanee a tendenze verso livelli di sviluppo tecnico delSi rilevano tendenze verso una architettura variata ed eclettica nell'ambiente collettivo,con abbandono di forme semplici, aggregazione di materiali diversi, tesa ad una diversitàed originalità.Si rilevano tendenze contro la tipizzazione edilizia, le norme, i modelli chiusi e a favore diuna deregulation nel campo del progetto edilizio.L'analisi condotta ci consente di concludere individuando alcune regole comportamentaliper il progettista edilizio:1- il progresso scientifico consente di conoscere ovvero di elaborare modelli più efficacidi simulazione di fenomeni fisici e chimici che sollecitano le costruzioni, tali da consentiredi emanare qualche legge e principio di soluzione in grado di soddisfare alcune esigenze.Questi modelli di simulazione devono essere conosciuti da tutti gli operatori coinvolti nelprocesso di progettazione e costruzione di edifici;

2- La dimensione culturale dell'abitare e del costruire è essenziale.Per costruire è indispensabile conoscere la cultura del luogo per ritrovarne lepeculiarità. L'architettura non è internazionale, al contrario l'architettura è per sua naturaregionale, locale, legata al suo luogo specifico ed al suo cantiere.3- All'interno di un modello culturale predominante è necessario offrire la diversità, ovverola scelta per consentire gli adattamenti alle peculiarità dei diversi gruppi sociali checostituiscono la società.4- È' necessario dare all'individuo la possibilità di appropriarsi della propria abitazionemarcandola con la sua personalità. Ciò presuppone una organizzazione architettonicafinalizzata a questo obiettivo e scelte di materiali congruenti.5- E' necessario inserire l'abitazione in un ambiente ricco sul piano simbolico perchéciascuno possa creare il suo modo di abitare. Ciò significa uno spazio fortementecomunicativo anche sul piano evocativo e stimolante una iniziativa di comunicazione daparte degli utilizzatori.

Il concetto di qualitàalla parola qualità sono ormai oggi associati significati diversi a seconda del contesto incui è usata e in particolare dell'oggetto a cui si riferisce.Nel linguaggio comune i significati dominanti sono due:- qualità come caratteristica- qualità come valoreIn ambito produttivo qualità ha avuto finora l'accezione quasi esclusiva di qualità delprodotto e per essa sono state usate due definizioni principali riconducibili ai due significatidominanti prima ricordati:- come conformità alle specifiche, in cui la qualità è vista sopratutto come unacaratteristica- adeguatezza all'uso, in cui la qualità è vista sopratutto come valore.La prima definizione di qualità mette l'accento sulla realizzazione in quanto la maggiorparte degli operatori del processo di produzione non è in grado di controllare lautilizzazione del prodotto e quindi la loro azione non può avere come obiettivol'adeguatezza all'uso, ma deve essere finalizzato su obiettivi intermedi resi espliciti dallespecifiche: è questa la condizione classica del progetto tecnologico esecutivo chetrasmette agli operatori della produzione le specificazioni dell'oggetto da realizzare (qualitàcome efficienza).La seconda definizione si pone dal punto di vista dell'utilizzatore e riporta la responsabilitàdella rispondenza all'uso alle strutture aziendali apparentemente non implicate nellarealizzazione intesa come produzione, che possono individuare le esigenze da soddisfareed imporre la traduzione delle esigenze in specifiche e la valutazione del grado diconformità delle specifiche alle esigenze. (qualità come efficacia)Il concetto di qualità come adeguatezza all'uso non si limita alla conoscenza e capacitàtecnologica ma implica anche la capacità di capire le esigenze degli utilizzatori

La definizione della qualitàLa norma UNI-ISO 8402 "Qualità-terminologia" definisce la qualità in un modo congruentecon un approccio euristico al progetto e come:"l'insieme delle proprietà e delle caratteristiche che conferiscono ad un ente lacapacità di soddisfare esigenze espresse o implicite"fra le note esplicative si legge:il termine qualità non è usato per esprimere un livello di merito in senso comparativo, né èutilizzato in senso quantitativo per valutazioni tecniche. In questi casi devono essereaggiunti termini qualificativi:

- qualità relativa, quando i prodotti o i servizi sono classificati secondo una graduatoriadi merito o in senso comparativo;

- livello di qualità o misura della qualità, quando vengono effettuate precisevalutazioni tecniche in senso quantitativo.

La definizione di qualità è congruente con i concetti di qualità prima indicati; in particolaresi introduce il concetto che le esigenze da soddisfare possono essere le più svariate inrelazione alle situazioni/problemi che devono essere risolti, dei soggetti e delle condizioniambientali specifiche, che tendono a variare nel tempo e nello spazio, ma devonocomunque essere sempre tradotte in specifiche.La qualità di due oggetti diversi non può essere comparata direttamente ma mediante duecomparazioni parallele del grado di soddisfacimento delle esigenze e i mezzi utilizzati persoddisfare (efficacia ed efficienza relative).Il cerchio della qualità è il modello concettuale per indicare le attività che, interagendo tradi loro, influenzano la qualità di un prodotto o di un servizio nelle varie fasi che vannodall'identificazione delle esigenze da soddisfare alla verifica del loro soddisfacimento.

Il progettista come organizzatoreLa parola organizzazione deriva dal greco organon che significa:suppellettile, strumento, macchina da guerra, strumento musicale, organo del sensoche deriva a sua volta dal greco ergon che significa opera nelle seguenti accezioni:- fatto, azione, operazione, faccenda- lavoro, produzione, intrapresa- prodotto, manufatto, opera.organizzazione indica l'attività o l'ente che corrisponde in modo sistematico alle esigenzedi funzionalità e di efficienza di un'impresa per lo più collettiva.organizzare significa coordinare funzionalmente e all'idea di coordinazione puòassociarsi quella di "preparazione" o di azione sistematica e collettiva, per lo più inrapporto alla vita e allo svolgimento di un'impresa o a fatti amministrativi.L'uomo ha sempre cercato di organizzare le proprie azioni per realizzare beni e servizi dicui aveva bisogno per migliorare il suo livello di vita e per ridurre lo sforzo necessario perottenere questo miglioramento.L'organizzazione è dunque un insieme sequenziale di atti che l'uomo predisponeper raggiungere un fine, un obiettivo prestabilito.Ad un sistema organizzativo nel suo aspetto logico si chiede:- la conoscenza dell'obiettivo da raggiungere;- l'intenzione di raggiungerlo;- la determinazione di una successione ordinata di compiti, di funzioni, di azioni

individuali e collettive tra loro connesse e conducenti all'obiettivo;- la determinazione di una autorità ed una responsabilità connessa ai compiti ed alle

azioni;- la predisposizione di strutture atte a definire e coordinare le persone, le risorse fisiche

e finanziarie, le posizioni, le funzioni, il grado di autorità, le interdipendenze fra i varicompiti.

Per conseguire un risultato qualitativamente soddisfacente occorre coordinare le risorsedisponibili mediante un programma che integri razionalmente l'utilizzazione degli uomini,delle risorse materiali, delle macchine, dei procedimenti e dei metodi di fabbricazione, perottenere il miglior risultato in relazione a quanto richiesto dall'ambiente.Questo insieme di programmi, di operazioni, di fasi, attraverso le quali si passa da un'ideao meglio dalla definizione di un obiettivo alla realizzazione di un bene che lo materializzaviene comunemente indicato come "progetto"L'incremento di complessità del sistema decisionale del progetto a cui il progettista e tuttigli operatori del processo edilizio si trovano a rispondere richiede che il progetto, quale

azione giustificata di sintesi e controllo dei processi di trasformazione dell'ambientecostruito in una integrazione della efficacia funzionale, della comunicatività estetico-simbolica e della efficienza economico-organizzativa, assuma un ruolo centraledeterminante in sistema edilizio orientato alla Qualità.Ma la Qualità, che si è affermata in questi anni come la finalità primaria dei sistemi diproduzione sia in termini di prodotto che di processo, può essere ottenuta solo con lapartecipazione ed il coinvolgimento motivato e coordinato di tutti gli operatori del processoedilizio in una ricomposizione di ruoli governata dal massimo sviluppo dei processiorganici di controllo a retroazione, in tutto il ciclo di progettazione, produzione e gestionedi un bene edilizio.La qualità intesa come prestazione costituisce la base per lo sviluppo di un insieme dimetodi e procedure di controllo della qualità nel processo di progettazione e di produzionedi architettura.Dalla ricerca e dalla esperienza svolta in altri settori produttivi, ma anche dalla esperienzache ciascun progettista ha nel reale svolgimento del proprio lavoro, del proprio mestiere,richiede che nella pratica del progetto non solo si inseriscano metodi, strumenti eprocedure di controllo che consentano di sviluppare compiutamente la verifica continuadell'efficacia e dell'efficienza delle ipotesi progettuali o il controllo sulla qualità dei risultatidel processo di produzione relativamente alle diverse componenti della qualità (sicurezzabenessere, gestione, etc), ma anche che già dal progetto si sviluppi l'aspetto organizzativoe procedurale connesso con la realizzazione la produzione della qualità.La definizione stessa della qualità del prodotto impone un approccio dinamico rivolto alprocesso che produce qualità o meglio agli aspetti organizzativi, ovvero le struttureorganizzative e i meccanismi operativi che consentono di raggiungere la massimaefficacia ed efficienza nella qualità che è l'obiettivo del processo di progettazione ecostruzione.La percezione della qualità nei confronti del prodotto edilizio è più evoluta negli ultimi anninonostante un livello di informazione tecnica del consumatore molto basso.La esigenza di un approccio qualitativo globale non nasce solo dalla necessità di verificarei prodotti, i materiali e le strategie progettuali innovative e le soluzioni tradizionali chetradizionali non sono più per la progressiva sostituzione dei materiali e per la necessità dirispondere al massimo livello alle specifiche esigenze di ogni problema progettuale, maanche la dissoluzione tendenziale delle strutture imprenditoriali e organizzative tradizionaliche costituivano un fattore di continuità e di responsabilità e pertanto di controllo dellaqualità nel processo di progettazione e costruzione anche se tendenzialmente resistenteall'innovazione.La progressiva segmentazione ma in alcuni casi frantumazione del processo diproduzione vede dissolversi le tradizionali e consolidate procedure di autocontrollo delsistema travolte da una tendenziale conflittualità fra gli operatori, centrifuga rispetto allaqualità globale della costruzione dell'architettura.Il progetto allora tende a costituire il momento più rilevante per la definizione e laprogettazione della strategia di perseguimento della qualità.La complessità delle decisioni progettuali connesse alla qualità del risultato da conseguirein un ambiente caratterizzato dalla incertezza comporta inoltre che il progetto sia semprepiù spesso l'output di un processo di progettazione in cui si integrano e collaborano epertanto sono organizzate molteplici competenze, con il conseguente sviluppo diinterdipendenze reciproche e sequenziali che richiedono l'adozione di meccanismi diintegrazione più evoluti e di codici di comportamento formalizzati per le procedurecostanti.

3 - Introduzione ad un approccio sistemico al progettoE' ormai sempre più diffusa la sensazione della insufficienza di un approccio tradizionaledi tipo causale-deterministico allo studio dei fenomeni complessi quale è il progettoarchitettonico o un processo di produzione. Nel campo delle teorie sociali ed economichesi è spesso manifestata la tendenza a considerare i processi produttivi, e il progetto èanch'esso un processo di produzione, come una entità sufficientemente indipendente edautonoma, da un lato articolata e segmentata in parti architettoniche, strutturali, funzionalipercepite e risolte separatamente e dall'altro da analizzare più avendo come riferimento lasua coerenza interna che la coerenza con le attese dell'ambiente esterno.La teoria dei sistemi propone un modello interpretativo finalizzato alla integrazione diaspetti e di fattori spesso non sufficientemente approfonditi, favorendo in tal modo lacritica e l'abbandono in modo definitivo di impostazioni ormai superate versoun'integrazione fra le varie discipline impegnate nella definizione di soddisfacenti soluzioniprogettuali. Il concetto di sistema si propone come un utile modello interpretativo adatto adescrivere ed a progettare edifici, non come entità astrattamente isolate, ma come insiemi,come totalità da studiarsi nella interazione dinamica delle loro parti costituenti e di questecon l'ambiente in cui sono inserite.Tale approccio è necessario per:- la necessità di una maggiore coerenza fra comportamento degli operatori della

programmazione e progettazione e degli operatori della produzione;- l'attesa sempre più diffusa, e per alcune ragioni determinanti non più rinviabile, relativa

ad una crescita e sviluppo tecnologico ed organizzativo in senso industriale del settoredella costruzioni e della qualità delle decisioni progettuali.

L'analisi sistemica dei processi di produzioneL’organizzazione delle fasi costruttive è tradizionalmente fra le attività più difficili a causadelle condizioni di incertezza ambientale, e di conseguente instabilità dei processi, edell’elevato livello di rischio in cui si deve operare. Chi dirige le attività costruttive hanecessità di modelli che consentano di interpretare i segni, le informazioni provenientidall’ambiente, di decidere e di attuare le azioni più soddisfacenti e di controllare ecorreggere i risultati. La teoria dei sistemi può costituire la base, l’ambiente in cui possonoessere definiti modelli utili che sia necessario definire preliminarmente alcuni termini perapprofondire il concetto di sistema come modello interpretativo adatto a descrivere ed aprogettare i sistemi di produzione, non come entità astrattamente isolate, ma comeinsiemi, come totalità da studiarsi nella interazione dinamica delle loro parti costituenti e diqueste con l'ambiente in cui sono inserite.I processi di produzione sono fenomeni complessi per lo studio dei quali si ritengonoinsufficienti teorie sociali ed economiche caratterizzate da un approccio tradizionale di tipocausale deterministico che per poter essere operabile richiede di considerare i processiproduttivi, e più ancora l'impresa, come una entità sufficientemente indipendente edautonoma per analizzarne i comportamenti facendo riferimento più alla sua strutturainterna che a quella delle relazioni con l'esterno.I concetti e l’approccio proposto dalla teoria dei sistemi nelle sue applicazioni a sistemisociotecnici di produzione, costituiscono un modello interpretativo finalizzato allaintegrazione di aspetti e di fattori non solo tecnici, ma anche sociali, umani, informativi,favorendo in tal modo un'integrazione fra le varie discipline impegnate nello studio deicomplessi temi organizzativi.Si ipotizza dunque che la teoria dei sistemi, possa essere un "frame" utile per integrareconoscenze di fenomeni altamente complessi, possa costituire un linguaggio con cui

ricondurre ad unità la multidimensionalità disciplinare della rappresentazione e dellaprogettazione di un sistema di produzione, senza perdere la sua complessità, le relazionicon l'ambiente in cui opera, la sua dinamica evolutiva.Possiamo inizialmente definire un "sistema" come"un insieme di elementi funzionalmente interdipendenti che si ritiene di poter individuareper studiarne le proprietà";la semplice caratteristica della interdipendenza però non è sufficiente: i sistemi sicaratterizzano per l'organizzazione complessa delle varie parti, che sono soggette neltempo ad alterazioni che ne modificano la relazione nei confronti del sistema,organizzazione finalizzata al raggiungimento di un obiettivo primario.L'interesse fondamentale nello studio dei sistemi risiede dunque nel comprendere la lorostruttura, gli obiettivi e il compito primario e progettare e controllare il loro comportamento,non solo e non tanto dei singoli elementi quanto del sistema nel suo complesso.

Le organizzazioni come sistemiIn modo più completo possiamo quindi definire Sistema: un insieme di parti o elementicomponenti:• che sono connessi tra loro in modo organizzato per il raggiungimento di un obiettivo

(carattere oggettivo);• che ha un interesse particolare per l'osservatore (carattere soggettivo);• i cui elementi componenti generalmente si influenzano tra di loro all'interno dell'insieme

e subiscono delle modificazioni che ne alterano il loro rapporto con l'insieme;• che è in qualche modo attivo, anche se in stato di equilibrio.La teoria dei sistemi si è sviluppata proprio con il fine di predisporre uno strumento ingrado di trattare la complessità crescente dei sistemi creati dall'uomo e di controllaregovernare l'interazione dell'uomo con i sistemi naturali della terra, biologici, geologici edecologici: si sono dunque sviluppati studi di sistemi complessi e di metodi sistemici peranalizzarne il comportamento, particolarmente in conseguenza dell'applicazione delprogresso tecnologico.

Stimolo Organismo Risposta

Fig. 1: modello input/output di un sistema viventeLa quantità e la varietà dei fenomeni che sono compresi nella definizione di sistema è taleche è necessario introdurre ulteriori specificazioni tali da consentirne una classificazione.Alcuni sistemi hanno comportamenti molto limitati e non mutano nel loro funzionamento;altri sono estremamente complessi e di essi può essere estremamente difficile conoscereil comportamento futuro.Una prima suddivisione può essere operata tra sistemi discreti e sistemi continui,introducendo il parametro della continuità tra gli stati o configurazioni che può assumereun sistema. Un sistema discreto è quello che può esistere in uno ed uno solo di un certonumero di stati chiaramente separati e definiti nello stesso tempo e che non può pertantopassare gradualmente ma "saltare" da uno stato all'altro. I sistemi continui non esistono instati ben definiti, ma si muovono gradualmente da uno stato all'altro.Questa suddivisione risulta però insufficiente e possiamo introdurre un ulteriore elementodi qualificazione, ponendoci il quesito di che cosa decide la direzione del movimento di unsistema discreto o continuo, come ne viene determinata la traiettoria del comportamentodi un sistema. Possiamo rilevare che in alcuni sistemi la sequenza degli stati è del tuttodecisa in anticipo: quando un sistema cambia stato, esso può passare allo stato

successivo in modo continuo o discreto secondo una sequenza prefissata ed in questocaso possiamo dirlo determinato, in quanto la sequenza degli stati è predeterminata.I sistemi in cui lo stato successivo non è predeterminato, sono definibili comeindeterminati. Il nostro interesse è ovviamente rivolto a quest'ultimo tipo di sistemi,all'interno del quale è possibile introdurre una ulteriore distinzione, proposta negli anni 40da L. von Bertalanffy, tra sistemi aperti e sistemi chiusi.Un sistema si definisce chiuso se non riceve nulla dall'esterno né trasmette nullaall'esterno: tutti i comportamenti del sistema hanno luogo attraverso interazioni tra glielementi del sistema. I sistemi fisici e chimici sono sistemi chiusi, a loro si applicano leleggi della termodinamica e sono caratterizzati dal fatto che muovono verso uno stato diequilibrio, ovvero uno stato in cui il sistema è a riposo. I sistemi chiusi sono taliovviamente solo in teoria, perché non è mai possibile isolare completamente un sistemada influenze esterne, ma questi effetti possono essere ignorati in quanto trascurabili ocostanti.

Input Processo di Trasformazione

Output

Fig. 2: modello base di sistemaSi dicono sistemi aperti quelli aperti all'ambiente esterno, che assumono materiali,energia, informazioni dall'esterno e restituiscono all'esterno un output: i sistemi biologici, isistemi di produzione sono sistemi aperti all'ambiente esterno e stabiliscono un equilibriodinamico con esso; in particolare i sistemi aperti hanno la capacità di reagire ad un"disturbo" esterno per la proprietà, estremamente importante, di autoregolazione.In questo quadro la definizione classica della produzione come l'atto intenzionale diprodurre qualcosa di utile può essere modificata nella seguente definizione sistemica:• un sistema di produzione è il processo di progettazione mediante il quale elementi sono

trasformati in prodotti utili,• un processo è una procedura organizzata per realizzare la conversione di inputs in

outputs.Un sistema di produzione è costituito dunque da parti che interagiscono tra loro, ciascunadelle quali può essere considerata un sistema a sua volta in un processo analiticoillimitato, in un processo di disaggregazione e semplificazione. L'individuazione di unsistema e dei subsistemi di cui è composto e della gerarchia che li connette dipende dalcarattere soggettivo del sistema, è determinata dall'interesse particolare dell'osservatore,dal suo obiettivo di conoscenza.Il modello interpretativo della teoria dei sistemi può consentire di aumentare la capacità dicomprensione e di previsione del funzionamento dei sistemi complessi caratterizzati daalta varietà e incertezza, indirizzandoci verso una maggiore attenzione alla sintesi inveceche all'analisi, all'interdipendenza invece che al rapporto di causa effetto, alcomportamento finale invece che all'esame di dettaglio delle procedure interne, alprocesso invece che alla struttura, ai problemi di relazione invece che agli attributi costantidegli oggetti. Il concetto di sistema aperto in particolare permette di rappresentare in modopertinente la complessità del sistema di produzione impresa.L'utilità di questo concetto può essere verificata se si riflette su elementi di conoscenzache possono essere facilmente confermati dall'esperienza, sul modo in cui un'impresaraggiunge uno stato di equilibrio corrispondente alla situazione di normale produzione: lacontinuità della produzione che è il fine dell'impresa, richiede uno scambio regolare diprodotti e/o servizi tra l'una e l'altra impresa, istituzioni e soggetti presenti nell'ambienteesterno, ma le condizioni perché un sistema impresa possa sviluppare la sua continuità eraggiungere uno stato di equilibrio (dinamico) sono presenti sia all'interno che all'esterno

dell'impresa. I sistemi di produzione sono frutto di determinate volontà scelte e decisionioperate dal management per il raggiungimento di determinati obiettivi.I sistemi di produzione si differenziano per la dimensione, la complessità, la varietà dicompiti, la governabilità. Se un’organizzazione si rappresenta come un sistema , il suocomportamento può essere analizzato facendo ricorso a leggi che hanno il carattere dileggi naturali e utilizzando concetti come controllo, scelta, stabilità, impulso, conflitto,cooperazione, retroazione e di coazione. Il controllo del comportamento dei sistemi èl'obiettivo centrale della management della produzione edilizia. Per realizzare il controllodobbiamo in primo luogo avere conoscenza delle connessioni tra i mezzi necessari perinfluenzare il comportamento del sistema e lo stesso comportamento; senza questaconoscenza ci si deve limitare ad osservare, registrare o misurare ciò che il sistema fa.

2.2 Le caratteristiche dei sistemi di produzioneLa struttura di un sistema può essere determinata esaminando le caratteristiche delsistema stesso: l'esame può essere condotto mediante una serie di modelli che nedescrivano progressivamente in modo analitico le parti e le relazioni reciproche.8Il modello base per analizzare i processi di produzione è quello corrispondente ad unsistema aperto costituito da inputs ed outputs energetici in cui l'energia che derivadall'output riattiva il sistema; sia l'input di energia che la trasformazione del loro output inulteriori inputs energetici non sono altro che una serie di scambi di materiali, macchine,lavoro, energia (fattori produttivi) tra il processo di produzione e l'ambiente in cui èinserito9. (fig. 3)

Input Processo di Trasformazione

Output

Controllo a retroazione

Fig. 3: il modello di sistema aperto

In una fabbrica dunque le materie prime ed il lavoro possono essere definiti inputsenergetici, le attività schematizzate nella produzione processo di trasformazione 8Tradizionalmente si intende l'organizzazione come uno strumento sociale per raggiungere in modo efficienteun fine dichiarato attraverso un gruppo. All'interno di un analisi sistemica è utile definire i concetti che sono ingrado di descrivere la struttura del sistema e non la sua finalità, ovvero i concetti di input e di output , diprocesso di trasformazione, di ambiente e non gli scopi razionali dei suoi dirigenti o promotori; è più opportunoutilizzare il concetto di scopo per giungere a talune fonti di dati o come argomento di uno studio specifico, manon come il concetto fondamentale su cui costruire l'analisi di processi produttivi.9 In forma più astratta si può sostenere che un sistema consiste in una serie di input che producono un outpute insieme sono una funzione di una azione o di un processo di trasformazione. Di conseguenza un modello diun sistema può essere espresso nel modo seguente:

S = I→Oi=1

n

fP

in cui S = il sistema, Ii=1

n

∑ = la totalità degli inputs = I1+I2+I3+.....In, O = l'output e P = il processo di

trasformazione

dell'energia e il prodotto finito l'output; per mantenere in vita questa attività schematizzataè necessario .Nei sistemi di produzione un rinnovamento continuo degli inputs energetici è garantitodalla restituzione d'energia ad opera del prodotto finito od output: il risultato di un ciclo diattività scambiato con l'ambiente fornisce la nuova energia necessaria per avviare un ciclosuccessivo. Ad esempio un'impresa che produce componenti edilizi per la vendita,collocando i suoi prodotti sul mercato si procura i mezzi per acquistare nuove materieprime, per retribuire la forza lavoro e per proseguire la propria attività.Questo modello di sistema aperto energetico propostoci dalla teoria dei sistemi ciconsente di individuarne gli elementi, le modalità comuni di comportamento e lecaratteristiche di differenziazione tra i diversi tipi di sistemi.I tre principali elementi identificati nel modello di sistema di produzione sono:• l'input,• il processo di trasformazione ,• l'output.L'input può essere definito la funzione generatrice di ogni sistema che lo fornisce di tuttociò che è necessario perché il sistema sia operativo nelle sue forme peculiari. I sistemiaperti importano dall'ambiente esterno "energia" sotto varie forme. L'impresa deveattingere inputs energetici dall'ambiente esterno costituito dalla natura da altri sistemiproduttivi ed amministrativi, poiché nessuna struttura sistematica di questo tipo èautosufficiente o contenuta in se stessa. L'input può essere:• un elemento naturale dell'ambiente;• il risultato (output) di un precedente processo produttivo connesso in linea o in modo

casuale;• il risultato di un processo che si reintroduce nel sistema stesso.La seconda forma di input può essere rappresentata da uno sviluppo del modelloschematico base del sistema in una serie di sottosistemi (fig. 4) in cui l'output delsubsistema A diventa l'input del subsistema B e così in sequenza fino ad un numero n disubsistemi. L'insieme dei subsistemi costituenti la sequenza coincide con il sistemacompleto. Al tempo stesso ciascuno dei subsistemi individuato, in quanto producerealmente un proprio output finale può essere esaminato ed analizzato come un sistema.

Subsistema A Subsistema B Subsistema C

SISTEMA

I P d T O I P d T O I P d T O

Fig. 4: modello di sistema con inputs introdotti in sequenza

La stessa forma di input può essere ritrovata anche in un sistema in cui ciascunsubsistema produce un output che non è finale, ma che è solo una parte dell'output finaledel sistema.Questa struttura del sistema, del resto molto diffusa, può essere efficacementerappresentata dal modello di fig. 5 in cui il subsistema A produce un output A che diventauno degli inputs del subsistema B.Questi inputs, una volta trasformati, producono l'output B che diventa uno degli inputs delsubsistema C che alla fine produce come proprio output il prodotto finale.

I

I I

I

I

I

I

I

IP.d.t. P.d.t. P.d.t.O OO

Subsistema A Subsistema B Subsistema C

Sistema

Fig. 5: modello di sistema con inputs introdotti in sequenza, caso di una linea di assemblaggio

La medesima forma di input si ha anche quando un input entra nel processo ditrasformazione casualmente e non secondo una sequenza prestabilita.Se consideriamo il subsistema di produzione di una impresa, possiamo verificare che nontutti gli inputs, nella forma di materiali grezzi, devono essere introdotti all'inizio delprocesso di una sequenza ordinata; vi sono infatti in molti casi, in forma di nuove parti omateriali grezzi fuori magazzino, nuovi inputs possono essere introdotti in un certo numerodi differenti punti del processo di trasformazione. La caratteristica essenziale è data dalfatto che gli input sono introdotti in momenti casuali, non secondo una sequenzaprestabilita od all'inizio del processo.Il modello è rappresentato nella figura 6 in cui gli input Ic ed Id sono input introdotti inmodo casuale. Questa forma di input è tipica dei processi produttivi di tipo artigianale.

I c

I a P.d.t. O

P.d.t. O

I d

Subsistema A

I b

Fig. 6: modello di sistema con inputs in sequenza non predefinita

La terza forma di input si ha quando un input è il risultato della reintroduzione dell'outputdel processo all'interno del sistema. Per esaminare con attenzione questa terza forma diinput è necessario anticipare una delle principali caratteristiche dei sistemi: il controllo aretroazione negativa. Il modello generale è rappresentato nella figura 7.

Input Processo di Trasformazione

Output

Controllo a retroazione

Fig. 7: modello di sistema con controllo a retroazione

Se consideriamo di un sistema produttivo solamente la dimensione (subsistema)informativa, gli inputs sono costituiti ad esempio dai dati di previsione delle vendite.Quando il sistema entra in funzione i dati relativi alle vendite reali sono l'output del sistemache è riutilizzato per confrontare i risultati del processo di trasformazione con le previsioniiniziali.Se i dati reali differiscono dai dati di previsione è necessario modificare gli inputs ed ilprocesso di trasformazione per riportare l'output coincidente alla previsione. La rilevanzadel controllo a retroazione nei sistemi di produzione è tale che è opportuno ampliare lariflessione su questo aspetto determinante nell'analisi dei processi di produzione e delleregole tecniche ed economiche che regolano il loro comportamento.

Il controllo a retroazione negativa nei sistemi di produzioneDalla definizione dell'impresa come sistema aperto possiamo indurre che uno deiprincipali aspetti è costituito dal fatto che tutte le parti (sottosistemi) dell'impresa devonoper poter raggiungere l'obiettivo prefissato essere pronte a reagire costruttivamente a tuttele variazioni dell'ambiente in cui sono inserite che si possono presentare .La variazione dell'ambiente del sistema di produzione può essere determinato da tre ordinidi fenomeni:• la variazione dei mercati in cui il sistema di produzione acquista i fattori produttivi (inputs) e

vende i prodotti (outputs) al termine del processo di produzione;• la variazione delle tecnologie dei processi produttivi del sistema di produzione (processo di

trasformazione);• il comportamento delle istituzioni che "regolano" l'ambiente del sistema di produzione.Il sistema di produzione si adatta continuamente ad un ambiente che si evolvecontinuamente per l'effetto prodotto dai tre tipi di fenomeni. Data la complessità e lacontinuità delle variazioni la regolazione fondamentale deve essere costituitadall'autoregolazione, ossia una forma di regolazione che scaturisce dalla natura epredisposizione dei sottosistemi costituenti il sistema impresa. Nella figura 6 èrappresentato lo schema base del controllo a retroazione caratterizzato dalla formazionedi un circuito con la reintroduzione dell'output nel sistema stesso.Il controllo a retroazione può essere definito come “la parte del sistema che ha la funzionedi controllare il comportamento del sistema stesso mediante il confronto del risultatoprodotto dal sistema con criteri precedentemente definiti”.Se analizziamo le modalità con cui avviene il controllo possiamo verificare che esistonodue tipi di sistemi:• i sistemi con controllo a circuito aperto;• i sistemi con controllo a circuito chiuso.La regolazione a circuito aperto si ha quando il controllo è completamente indipendentedal funzionamento del sistema e quindi viene effettuato da un elemento esterno o da unelemento predisposto precedentemente, risultando quindi completamente indipendenterispetto alle necessità del sistema, come ad esempio qando eseguiamo un controllosecondo una procedura codificata.Quando invece la regolazione del comportamento di un sistema è esercitata mediante undispositivo a retroazione, che sia direttamente connesso al funzionamento del sistemastesso, si ha un controllo a circuito chiuso.Un esempio classico di questo tipo di regolazione è dato dalla regolazione termostatica diun apparecchio per la produzione di calorie per il riscaldamento di un ambiente. Nei casi diregolazione a circuito chiuso si ha una costante rilevazione dello stato del sistema ed uncontinuo confronto del risultato reale con il risultato desiderato. Se il risultato si discostadal valore desiderato l'input è modificato dal meccanismo di retroazione in modo tale che ilsistema possa produrre il risultato desiderato.La funzione generale del controllo consiste nella predisposizione di una misurazione dellaefficienza del funzionamento del sistema; in modo più specifico il controllo implica:• la valutazione e l'interpretazione dell'informazione relativa il reale funzionamento del sistema,• il confronto di questa informazione con il criterio di efficienza,• la predisposizione di una azione correttrice necessaria per mantenere il risultato del sistema

uguale al livello desiderato.Quando il sistema è in funzione coerentemente con la sua finalità un controllo sicontrappone ai cambiamenti nel suo stato interno contrari alla finalità che siano provocatisia da modifiche dell'ambiente esterno sia dai risultati del funzionamento del sistemastesso.Un controllo a retroazione negativa che orienta continuamente il funzionamento delsistema verso la minimizzazione della differenza tra il risultato ottenuto rispetto a criteri

predeterminati si dice anche controllo omeostatico dinamico. Uno dei migliori esempi diomeostasi è dato dalla regolazione della temperatura del corpo umano.Un controllo omeostatico a retroazione negativa si compone di diversi elementi:• un dispositivo di rilevazione,• un dispositivo di confronto che misuri il risultato reale rispetto ad un criterio predeterminato od

una misura di efficienza,• un segnale di errore nel caso di non corrispondenza tra il criterio di misura ed il risultato

ottenuto e desiderato,• una individuazione della idonea azione correttiva• una risposta.La figura 8 rappresenta un modello schematico di un controllo omeostatico a retroazionenegativa.

Fig. 8: modello di controllo omeostatico

Ad esempio un sistema di produzione, al momento di decidere investimenti in fattoriproduttivi, può prevedere un determinato livello di produttività, ma successivamentepossono intervenire motivi che impediscono al sistema di mantenersi sulla massimaconvenienza, originati da imprevedibili comportamenti interni ed esterni; l'attività digestione (direzione) consiste nel mantenere l'andamento del sistema il più possibile vicinoa quello che in ogni momento appare più conveniente.Il meccanismo di retroazione del sistema di produzione può essere suddiviso in duesottosistemi costituiti complessivamente da sei fasi:• Sottosistema Informazione

– predeterminazione degli obiettivi;– rilevazione del comportamento del sistema di produzione;– confronto dei risultati ottenuti e dei risultati previsti;– individuazione dell'insieme delle azioni correttrici (retroazione negativa) quando si

verifichi uno scarto tra i due risultati, azioni che possono tendere a modificarel'ambiente e/o i comportamenti del sistema di produzione.

• Sottosistema Azione– decisione sulle azioni correttrici da intraprendere;– individuazione dei messaggi (flussi di informazioni) necessari per provocare le

necessarie variazioni nello stato del sistema per eliminare lo scarto fra risultatoprevisto e risultato ottenuto.

Nella figura 9 nel sottosistema informazione si confronta l'output con misure di efficaciaquali la corrispondenza agli obiettivi, si valuta e si formula come ipotesi la decisione dicorrezione.La predeterminazione degli obiettivi consiste nella determinazione del programma diproduzione mentre la rilevazione del comportamento nella identificazione dei punti nodaliin cui effettuare il confronto fra risultati previsti e risultati ottenuti, che possonocorrispondere al momento finale di fasi molto complesse o addirittura alla sola valutazionefinale dell'attività dell'impresa, oppure possono essere distribuiti lungo tutto il processo diproduzione fino al limite di una analisi di tipo continuo, strutturata in modo analogo alprocesso produttivo.Nell'altro sottosistema si riceve l'ipotesi di decisione e si rende operativa trasformandola inazione correttiva del comportamento del sistema di produzione, verificandola con misuredi efficacia, e comunicandola tempestivamente al sistema, introducendo un inputinformativo. L'azione correttrice (ad esempio in caso di flessione delle vendite la riduzionedei pezzi o l'incremento della promozione dei prodotti sono effetti del meccanismo diretroazione) può assumere due forme:• iniziative da svolgersi secondo modalità tassative e prefissate (processo di automazione);• decisioni da assumere riguardo alle quali il meccanismo di retroazione fornisce elementi di

valutazione.Il comportamento del sistema viene dunque corretto in relazione ai risultati che essoconsegue, indipendentemente dai motivi che hanno determinato lo scarto dei risultatiprevisti. L'azione correttrice del comportamento aziendale fa evolvere dunque il sistema inmodo non casuale, ma conforme agli obiettivi; il mutamento cambia lo stato dell'impresa erende incongruo il comportamento determinato da decisioni precedenti al mutamento.

Sottosistema "controllo a retroazione”

Azione Informazione

decisione direazione

valutazionedella decisione

Misura diefficacia

decisione giudizio

OutputInputMisura diefficacia

valutazionedella interpretazione

Fig. 9: Modello del sottosistema controllo a retroazione

Si può ritenere dunque che si deve disporre di un livello molto alto di controllo aretroazione se si vuole avere un controllo accurato di un sistema; in questo modo gli effettidi qualsiasi tipo di cambiamento nell'input, nell'ambiente interno od esterno od in un'altraparte qualsiasi del sistema tenderanno ad essere minimi ed il sistema mantiene la suadirezione di sviluppo (traiettoria).Due caratteristiche rilevanti del controllo a retroazione sono:• la velocità del processo di autoregolazione• l'ampiezza dell'ambito dell'intervento di correzione.Se il controllo a retroazione è lento nel suo tempo di risposta rispetto al ciclo del processodi trasformazione, il sistema invece di essere controllato tenderà ad avere uncomportamento instabile. Inoltre un controllo omeostatico può operare solo all'interno diun ambito determinato nella correzione del comportamento di un sistema di produzione (edel suo sottosistema tecnologico in particolare), tanto che il reattore può non essere ingrado di funzionare in modo appropriato e quindi di ricondurre il risultato del sistema allivello desiderato.Anche se nella osservazione di alcuni reali sistemi di produzione non è rilevabile uneffettivo ed esplicito meccanismo di controllo omeostatico, questo è comunque operanteanche nei sistemi di produzione più semplici e tende a costituirsi come sottosistemaautonomo del sistema di produzione.Può essere opportuno a questo punto vedere il controllo a retroazione collocato all'internodi un sistema impresa e le relazioni con gli altri subsistemi: la figura 10 mostraschematicamente il modello di un sistema di produzione rappresentando le sue dimensionitecnologiche ed informative; nel modello l'input è rappresentato come informazioni,materiali e servizi, gli outputs fluiscono all'ambiente esterno od al sottosistema di controlloa retroazione negativa.E' facile verificare dalla analisi del modello la posizione strategica del sottosistema"controllo a retroazione" evidenziata dalla doppia relazione con i sottosistemi "direzione" e"produzione".Il sottosistema "controllo a retroazione", rappresentato in un modello più articolato in Fig.10, può essere ulteriormente suddiviso in due sottosistemi: il primo finalizzato allainformazione ed il secondo alle azione correttiva.Dalla analisi del modello possiamo indurre che il processo di retroazione negativa non èdel tutto automatico in quanto comporta decisioni specifiche mantenendo un grado diincertezza, non sviluppa la sua azione correttrice solo sulle cause che hanno prodotto glieffetti che devono essere corretti ma anche su tendenzialmente su tutto il sistema diproduzione estendendo la sua azione anche su fasi precedenti e successive al punto doveè avvenuta la rilevazione dello scarto.Si può inoltre dedurre che il grado di efficienza dei dispositivi di retroazione aziendaledipende dalle seguenti variabili:• sollecitudine e correttezza nella rilevazione degli scarti;• correttezza nella identificazione dei rapporti causa effetto;• rispetto dei tempi previsti perché si svolga l'azione correttrice mediante un sistema di

informazione.Nella progettazione di un sottosistema di controllo a retroazione negativa si deveconsiderare che quanto più numerosi sono i punti di controllo, tanto più aumental'efficienza del sistema anche se con incrementi tendenzialmente decrescenti, ma chel'aumento del numero dei punti di controllo e l'efficienza del sistema informativo comportaun aumento di costo anche se con incrementi tendenzialmente decrescenti.L'elaboratore elettronico permette di infittire i punti di controllo, rendere economici imeccanismi di retroazione in quanto consente di rilevare, conservare, elaborare etrasmettere le informazioni.

Le organizzazioni delle costruzioni come sistemi

Il concetto di sistema aperto consente di superare alcuni limiti dei modelli interpretativitipici della teorie organizzative che considerano i processi di produzione come sistemichiusi concentrando l'analisi sui principi del funzionamento interno separatamente daimutamenti che si verificano nell'ambiente e che influiscono sugli inputs del sistema diproduzione; in tali rappresentazioni la direzione ed il controllo del sistema di produzionedivengono fini a se stessi, cessano di essere mezzi in funzione di uno scopo nellaprospettiva di adattare il sistema al suo ambiente.Considerare in alternativa i processi di produzione come sistemi aperti permette diassumere le influenze provenienti dall'esterno non come disturbo per una razionaleorganizzazione, ma come "naturale" ambiente in cui "vive" un sistema di produzione,costituendo un sistema complessivo caratterizzato dalla ricerca continua di un equilibriodinamico fra le sue parti; in altri termini consente di analizzare l'organizzazione produttivacon una visione meno deterministica e statica di quanto era avvenuto con gli studi definibilioggi tradizionali o classici e che sono stati elaborati all'incirca nella prima metà di questosecolo.Questo modello interpretativo, messo a punto ed approfondito presso il "Tavistock Instituteof Human Relations" di Londra che ha svolto fondamentali ricerche in questo dopoguerranel settore delle applicazioni organizzative e delle relazioni industriali, è di grande utilitàper poter considerare nella rappresentazione dei processi di costruzione dei fenomeni checaratterizzano principalmente l'ambiente esterno ed interno dei sistemi di produzione:• i cambiamenti non prevedibili nelle tecnologie, nei mercati, negli uomini, nelle condizioni

politiche e sociali, che determinano un ambiente turbolento (turbulent environment).• i cambiamenti dell'ambiente interno, sia in relazione all'ambiente esterno sia in relazione alla

propria traiettoria di sviluppo, che determinano una condizione di progressiva integrazione emutazione della organizzazione produttive e dei loro sottosistemi tecnologici, informativi esociali.

INPUTInformazioni MaterialiServizi

OUTPUTInformazioni ProdottiServizi

Ambiente Mercato

SottosistemaDirezione ed organizzazione

SottosistemaProduzione

SottosistemaControllo a retroazione

Informazione Misurazione Comparazione Correzione

Fig. 10: modello di sistema di produzione

Il concetto di sistema di produzione aperto consente dunque di rappresentare e progettarela multidimensionalità di un’organizzazione per la costruzione che è sia unaorganizzazione tecnologica (cioè impianti, attrezzature, e processi), sia unaorganizzazione sociale-umana che collega insieme coloro che devono adempiere ai varicompiti necessari per raggiungere gli scopi stabiliti, sia una organizzazione di informazioni,etc. 10

10 A. Fabris a questo riguardo sostiene che, "i sistemi produttivi industriali devono senz'altro essere progettatiin linea con le esigenze tecnologiche, ma nel passato si è manifestata la tendenza troppo netta a inserirecompletamente e con carattere egemonico la tecnologia entro l'organizzazione del lavoro. Il presuppostoimplicito di tale impostazione è che sia possibile soltanto una sola organizzazione del lavoro che soddisfi lecondizioni di conseguimento degli scopi. Ma questo porta al risultato che troppo spesso l'organizzazione dellavoro non è in grado di soddisfare i bisogni sociali e psicologici delle persone che lavorano, i cui atteggiamentinegativi di risposta, a loro volta, impediscono la piena utilizzazione delle possibilità tecnologiche e portano adun abbassamento della produttività . Un sistema di produzione deve inoltre soddisfare anche le condizionieconomiche dell'industria di cui fa parte, deve cioè avere una validità economica; esso ha infatti dimensionisociali, tecnologiche ed economiche: le prime due riguardano gli aspetti sociopsicologici (le persone) etecnologici (le cose), mentre la dimensione economica misura l'efficienza con cui le risorse umane etecnologiche vengono utilizzate per raggiungere lo scopo primario. Ciascuna delle dimensioni ha rapporti diinterdipendenza con le altre, ma anche valori indipendenti e propri" (FABRIS A. E MARTINO F. (a cura di),Progettazione e sviluppo delle organizzazioni, Etas Kompass, Milano, 1974).

Inerente al concetto di sistema sociotecnico è la nozione che il raggiungimento dellecondizioni ottime in una delle dimensioni non porta necessariamente alle condizioni ottimeper il sistema nella sua interezza. Se le strutture delle varie dimensioni non sono coerentie consistenti fra di loro, si potranno manifestare fenomeni di interferenza e si potrannoavere squilibri, in modo che il raggiungimento dell'obiettivo globale sarà reso difficile e allimite impossibile: l'ottimizzazione dell'intero tende a richiedere uno stato inferioreall'ottimo nell'ambito di ciascuna separata dimensione. E le ricerche confermano che inmolte situazioni tecniche esistono possibilità alternative per differenti tipi di organizzazionedel lavoro, che variano in relazione al grado con il quale possono contribuire alraggiungimento del compito primario.Un'organizzazione che si ponga al di fuori dei limiti delle esigenze tecnologiche porta adun risultato di inefficienza e una organizzazione che non tenga conto dei bisognipsicologici e sociali del suoi membri può inibire la realizzazione completa del potenzialetecnologico. Le condizioni per dare regolarità a questo scambio sono presenti siaall'interno che all'esterno dell'impresa.Da un lato ciò presuppone che una impresa disponga immediatamente del materialenecessario allo svolgimento della propria attività: una sede, le materie prime datrasformare, gli utensili e i macchinari, la forza lavoro.D'altro canto la regolarità dello scambio tra l'impresa e l'ambiente può essere espostaall'influenza di una vasta gamma di mutamenti esterni che si ripercuotono sui mercati dellematerie prime e della forza lavoro, delle macchine e della tecnologia.Se si esaminano i fattori che influiscono sulla capacità di un'impresa di conservare unostato stazionario nella interazione con un ambiente esterno si può rilevare:• la variazione che l'impresa può tollerare, senza dover subire modificazioni strutturali, in

relazione ai mercati sui quali vende i propri prodotti, è in funzione della flessibilità del suoapparato produttivo, della sua capacità di variarne la velocità, di modificare il proprio prodottofinale o la gamma dei propri prodotti;

• la trasformazione che l'impresa può tollerare in merito ai metodi sui quali essa si approvvigionaè anch'essa condizionata dalla sua componente tecnologica. Pertanto alcune imprese, graziealla loro particolare organizzazione tecnica, sono in grado di sopportare senza conseguenzeconsiderevoli mutamenti riguardanti il tipo e la quantità di forza lavoro; altre imprese possonotollerarne solo variazioni minime.

Le tre caratteristiche significative di questa situazione sono:• tra le variazioni degli input e output non vi è una relazione reciproca; in relazione al sistema

tecnologico dell'impresa input diversamente associati tra loro possono probabilmente essereutilizzati in modo da fornire output analoghi, mentre partendo da input del tutto simili tra loro sipossono ottenere "gamma di prodotti finiti" del tutto diverse tra loro;

• Il sottosistema tecnologico giuoca un ruolo essenziale, convertendo gli input in output, neldeterminare le proprietà autoregolatrici dell'impresa. Esso agisce come una delle principalicondizioni limitatrici del sistema sociale dell'impresa, fungendo in tal modo da elementomoderatore tra i fini di questa e l'ambiente esterno. A causa di ciò i materiali, i macchinari e ilterritorio che costituiscono la componente tecnologica dell'impresa possono essere definiti le"proprietà dell'impresa" non possono essere controllati altri che da essa e rappresentano un"ambiente interiorizzato". Le condizioni limitatrici (che sono al tempo stesso mediatrici) devonoessere rappresentate tra le "costanti dei sistemi aperti" che definiscono le condizioni in cuil'impresa può raggiungere uno stato stazionario;

• Il controllo a retroazione negativa ed il sottosistema informativo regolano l'attività dell'interosistema e lo scambio con l'ambiente.

Per tutti questi motivi lo studio di un sistema produttivo esige un'indagine dettagliata tantodella componente tecnologica che di quella informativa e sociale e delle relazioni di tipocorrelativo fra loro esistenti.

Le caratteristiche delle organizzazione come sistemi aperti

Le organizzazione nella costruzioni possono essere viste dunque come sistemi aperti. Ladefinitiva individuazione delle caratteristiche dei sistemi aperti è stata proposta da Katz eKahn 11, che propongono che per comprendere un’organizzazione sia necessarioricostruire i processi di input, trasformazione, output e di retroazione negativa. Nellosviluppo di queste analisi è opportuno considerare alcune caratteristiche generali dicomportamento dei sistemi aperti che possono incrementare la qualità dellarappresentazione e della interpretazione di un reale sistema di produzione oggetto dellaanalisi stessa:1. Importazione di energia.“Tutte le organizzazioni importano qualche forma di energia dall’ambiente esterno”. Le organizzazioni di costruzione ricevono energia sotto forma di risorse umane, materiali,capitali e informazioni sia da individui che da altre organizzazioni e senza questo flusso dienergia in ingresso morirebbero.2. La trasformazione“I sistemi aperti trasformano l’energia disponibile”Le organizzazioni delle costruzioni trasformano gli inputs utilizzando vari processi ditrasformazione: creano nuovi edifici, trasformano materiali, assemblano componenti,formano persone, forniscono servizi. La maggior parte di questi processi avvengono incantiere sulla base di inputs come le informazioni di progetto e le specifiche diprestazione: queste sono le attività operative. le organizzazioni sviluppano anche attività dimantenimento, consistenti nel procurare e rinnovare le risorse (acquisti, personale, etc.) eattività di regolazione che correlano le attività operative fra di loro e con le attività dimantenimento (la gestione dei contratti, etc.) e tutte le attività con l’ambiente esterno (ilmanagement strategico).3. L’output“I sistemi aperti esportano prodotti nell’ambiente, sia che si tratti di un’invenzione o di unponte costruito da un’impresa di ingegneria”L’output di un’impresa di costruzioni può essere un progetto realizzato, un prodottoparziale, o un servizio, un coordinamento tecnico o una prova o una garanzia. L’outputpuò essere anche un comportamento del personale dell’impresa, inteso comepartecipazione al successo dell’impresa o come azioni contro l’organizzazione, scioperi,disimpegno, etc.4. Sistemi come cicli di eventi“Lo schema delle atività dello scambio di energia ha un carattere ciclico: il prodottoimmesso nell’ambiente fornisce le fonti di energia necessarie alla ripetizione del ciclo delleattività del sistema”Una impresa di costruzioni utilizza materie prime, lavoro ed attrezzature per fabbricare unprodotto destinato ad esempio ad essere venduto ed utilizza il ricavato per acquistare altrematerie prime e lavoro e mantenere o rinnovare le attrezzature di trasformazione al fine dicontinuare il ciclo delle attività. Nella rappresentazione di sistemi di produzione è dunquedi interesse seguire la catena "energetica" il ciclo degli eventi dal momento dell'ingressodell'energia e per tutta la durata ed articolazione della sua trasformazione fino al punto incui il ciclo si chiude con lo scambio con l'ambiente. Per l’impresa le ragioni dello scambiosono regolate molto spesso da contratti di appalto; i pagamenti conseguenti permettonoall’impresa di acquistare ulteriori inputs di lavoro, materiali, attrezzature per mantenere leattività operative e ottenere un profitto.5. Entropia negativa“ Per sopravvivere, i sistemi aperti devono mantenersi sempre in movimento allo scopo diarrestare il processo entropico. Essi debbono assicurarsi l’entropia negativa.”La legge dell'entropia negativa afferma che i sistemi aperti possono sopravvivere emantenere il loro ordine interno solo finché essi importano dall'ambiente esterno più 11 KATZ D., KAHN R.L., The Social Psychology of Organisations, Wiley, New York 1966, 1978

energia di quanta viene spesa nel processo di trasformazione e di scambio dell'output. Inrelazione allo scambio con l’esterno e alle previsioni di afflusso di energia i sistemi aperticome le imprese sono capaci di regolare il loro comportamento per massimizzare ilrapporto tra l’energia importata e quella erogata. I sistemi complessi come quelli diproduzione non sono vincolati alla stessa regolarità dei sistemi fisici e sono perciò capacidi sospendere quasi indefinitamente il processo entropico, nel senso che possonodecidere di ripetere cicli di eventi di produzione in attesa di recuperare un equilibrioentropico o di ridurre al minimo il flusso di energia conservando gli elementi fondamentalidella struttura. Ciò nonostante si assiste continuamente a processi di estinzione diimprese.6 Le informazioni, la retroazione negativa e il processo di codificazione“Gli input dei sistemi di produzione non consistono soltanto di materiali energetici destinatiad essere trasformati o modificati dal lavoro che si svolge nel sistema, ma sono ancherappresentati da informazioni che forniscono segnali al sistema circa l'ambiente e circa ilsuo funzionamento in rapporto all'ambiente.”Nei sistemi aperti il tipo più semplice e più importante di informazione è quello dellaretroazione informativa di tipo negativo che abbiamo precedentemente analizzato. Isistemi di produzione possono reagire soltanto a determinati segnali comportandosi conun criterio selettivo. Il termine generale per indicare i meccanismi selettivi mediante i qualiun sistema respinge o accetta e traduce gli impulsi per la sua struttura è codificazione:Mediante il processo di codificazione la eterogeneità dell'ambiente esterno è ridotta apochi tipi di informazioni che il sistema si predispone a trattare. La natura delle funzionisvolte dal sistema determina i suoi meccanismi di codificazione i quali, a loro volta, neperpetuano questo tipo di funzionamento. Il controllo a retroazione che opera su taliinformazioni codificate consente al sistema di mantenere uno stato di equilibrio.7 L’omeostasi dinamica“L’importazione di energia per arrestare l’entropia serve a mantenere anche una certacostanza nello scambio di energia affinché il sistema aperto vivente sia caratterizzato dauno stato stazionario”Nei sistemi di produzione la struttura delle relazioni interne del sistema e delle relazionicon l'ambiente tende a rimanere immutata pur in presenza di un ininterrotto flusso diinputs ed outputs. Nel conservare la propria struttura il sistema tenderà ad espandersiovvero ad importare più energia di quanta sia necessaria per fornire l'output: lo statostazionario è lo stato che preserva inalterato la struttura del sistema di produzione durantel'accrescimento e l'espansione: un’impresa di costruzioni può incrementare la dimensionee il raggio delle sue attività, ma può rimanere sempre un’impresa di costruzioni, lecaratteristiche dell’organizzazione possono rimanere le medesime. L'azione delle duetendenze alla stasi ed alla espansione determina che la struttura fondamentale di unsistema non muta in modo diretto come conseguenza della sua espansione. La forma piùcomune di espansione è costituita da un ampliamento dei cicli di attività e dei sottosistemidello stesso tipo, in sostanza da un cambiamento quantitativo più che qualitativo. Inricerche che hanno analizzato il rapporto tra dimensioni dei diversi sottosistemi di impreseindustriali in espansione è stato rilevato che, nonostante un aumento dei dipendenti sia nelsottosistema della produzione che in quello delle relazioni con l'ambiente esterno, ilrapporto quantitativo tra i due sottosistemi rimaneva costante e contemporaneamenteavvenivano modificazioni qualitative di due generi: la crescita quantitativa determinavauna specializzazione dei sottosistemi non necessaria in precedenza; al di sopra di uncerto livello le modificazioni quantitative richiedevano una differenziazione qualitativa nelfunzionamento del sistema.8 La differenziazione“I sistemi aperti si muovono in direzione della differenziazione e della elaboratezza. Glischemi d’azione globali a carattere generico sono sostituiti da funzioni più specializzate”

I sistemi di produzione muovono in direzione della differenziazione e dellacomplessificazione organizzativa.12 Un particolare processo di differenziazione è quellodefinito meccanizzazione progressiva e che si esprime nei modi in cui un sistemaraggiunge uno stato di equilibrio: il primo modo è costituito da un processo che coinvolgeuna interazione tra varie forze dinamiche mentre il successivo è costituito da un processoche implica l'uso di un meccanismo di retroazione per la regolazione del sistema. Comescrive von Bertalanffy: “... Dapprima i sistemi: biologici, neurologici, psicologici o sociali,sono governati dall’interazione dinamica tra i loro componenti; in seguito, si stabilisconocongegni fissi e condizioni limitatrici che rendono più efficiente tanto il sistema che le sueparti, ma che gradatamente ne diminuiscono, fino ad abolirla, l’equipotenzialità”. Nelleorganizzazioni costruttive ad esempio la diiferenziazione prima avviene sul pianofunzionale, poi sul settore di mercato e su base geografica.9 L’equifinalità“Secondo questo principio, un sistema può raggiungere lo stesso stato finale partendo dadifferenti condizioni iniziali e percorrendo strade diverse”Un sistema può raggiungere lo stesso stato finale partendo da differenti condizioni inizialie seguendo percorsi diversi. Il grado di equifinalità può tuttavia ridursi con il procedere deisistemi verso l'adozione di meccanismi di autoregolazione.

Dalla interazione delle regole comportamentali dei sistemi di produzione che abbiamodelineato si generano regole comportamentali più complesse tese a spiegare una qualitàdel comportamento di un sistema di produzione che è di particolare interesse: la capacitàdi mantenersi efficiente e competitivo sul mercato, la capacità di conservare uno stato diequilibrio dinamico nella interazione con l'ambiente, di adattarsi alle trasformazioni odiscontinuità dell'ambiente mercato con cui scambia in relazione alla capacità di adattare ilprocesso di trasformazione principalmente nella dimensione tecnologica, di variarne lavelocità, di modificare il prodotto finale o l'insieme dei prodotti. Tra le conseguenze piùsignificative di questa regola comportamentale possiamo individuare che:• tra le variazioni degli inputs e le variazioni degli outputs sia all'interno di un medesimo sistema

che fra la pluralità dei sistemi non vi è una relazione reciproca. Mutando il sottosistematecnologico del processo di trasformazione del sistema di produzione inputs combinati in mododifferente possono essere utilizzati in modo da fornire outputs analoghi, mentre inputs analoghipossono dar luogo ad outputs (gamme di prodotti finiti) del tutto diversi;

• il sistema di produzione tende a perpetuare la propria attività piuttosto che a introdurreinnovazioni nella propria organizzazione;

• il sottosistema tecnologico, attuando il processo di trasformazione degli inputs in outputs,svolge un ruolo essenziale determinando la natura del sottosistema del controllo a retroazione,costituendo una delle condizioni limitatrici del sistema di produzione, assolvendo al ruolo dimediazione principale fra i fini del sistema e l'ambiente esterno. In questo senso i materiali, lemacchine ed il territorio che costituiscono il sottosistema tecnologico sono definibili come leproprietà caratteristiche peculiari del sistema di produzione come il suo ambiente interiorizzato.

12Secondo von Bertalanffy "... Dapprima i sistemi biologici, neurologici, psicologici o sociali, sono governatidall'interazione dinamica tra i loro componenti; in seguito si stabiliscono meccanismi fissi (e preordinati) econdizioni limitatrici che rendono più efficiente tanto il sistema che le sue parti, ma che gradatamente nediminuscono, fino ad abolirla, l'equipotenzialità" (Von Bertalanffy, bibl. 12).

Autovalutazione• Perché una scatola di palline, una nuvola di polvere, un mucchio di ghiaia, un recipiente

contenente molecole di gas non si possono considerare sistemi? Spiega.• Qual è la definizione di sistema aperto applicabile a un processo di produzione?• Qual è l'utilità di questo concetto per un construction manager (direttore di progetto, di cantiere,

etc.) ?• Individuare un problema di produzione in cantiere e sviluppare un approccio logico al problema

utilizzando concetti sistemici.• Dare esempi specifici di sistemi di produzione che esemplificano i tre differenti tipi di input

individuati.• Cosa è il controllo a retroazione negativa (feedback)? Proporre ed analizzare con un modello

grafico esempi di sistemi a circuito chiuso e a circuito aperto.• Quali sono i componenti di un sistema di controllo omeostatico? Proporre un esempio riferito

ad un cantiere edile.• Proporre un esempio di controllo a retroazione negativa riferito ad un cantiere edile,

rappresentarlo con un modello.• Cosa è la codificazione in un processo di controllo a retroazione negativa? Proporre un

esempio.• Quali sono le relazioni fra un sistema e l'ambiente in cui opera? Proporre un esempio,

analizzarlo e proporre un modello grafico.

4 - Il metodo esigenzialetraduzione e adattamento da:CHEMILLIER PIERRE, Sciences et bâtiment, la démarche scientifique appliquée à la construction, cours del'Ecole Nationale des Ponts et Chaussées, Presses de l'école nationale des ponts et chaussées - CSTB, Paris1986, pagg. 15-43

Le ragioni storicheNel secondo dopoguerra si assiste ad una estesa applicazione delle tendenze impostategià all'inizio del settecento:- razionalizzazione del processo di costruzione;- impiego di manodopera con sempre minore qualificazione sia come obiettivo che

come condizione esterna del mercato del lavoro;- passaggio da un sistema prescrittivo ad un sistema normativo qualitativo;modellizzazione, tipificazione, ricerca di ripetizione icastica di modelli architettonici,costruttivi e abitativi;- ricerca di innovazioni tecnologiche in particolare nella direzione della prefabbricazione.In particolare in una prospettiva di continua innovazione tecnologica l'esperienza e lasperimentazione non costituiscono il fondamento della progettazione (tecnica) e delprogresso tecnico;ne consegue la necessità di individuare nuovi strumenti per valutare l'attitudine all'uso diprodotti e procedimenti.L'attitudine all'uso di prodotti e procedimenti suppone la soddisfazione di esigenze e/o ladefinizione di prestazioni.

Paradigmi dell'approccio esigenzialeGérard Blachère in "Savoir Bâtir" afferma:"Costruire è risolvere un problema"

"è necessario dimostrare, giustificare per via razionale che le soluzioni sono buone"

"..... questo processo di pensiero riconduce il modo di affrontare il problema dellacostruzione alla maniera normale di porre i problemi industriali: si comincia sempre con ilporre il problema da risolvere in termini di prestazioni richieste, e sono valide tutte lesoluzioni che rispondono all'insieme delle esigenze manifestate ......"

Questo processo di pensiero contiene le seguenti ipotesi implicite:- l'abitazione ed ogni altro edificio o manufatto edilizio è assimilabile ad un prodotto;- è possibile (ed opportuno) porre il problema in termini di prestazioni richieste; ciò

significa che tutti i soggetti coinvolti nel processo di costruzione sono in grado diesplicitare i loro desideri (esigenze) e che pertanto un loro consenso può esseretrovato;

- il problema può essere scomposto in modo sistemico in sottoproblemiprogressivamente sempre più elementari e che pertanto la complessità può essere, altermine di una lunga attività di ricerca applicata, completamente dominata daiprogettisti.

I modi del progettoNel modo preindustriale della tecnologia convenzionale la soluzione tecnologica (sceltadei materiali e dei metodi costruttivi) era implicita e comune al progettista ed al costruttore:il progetto aveva per oggetto la definizione di costruzioni fuori della consuetudine

principalmente per la loro forma e solo in casi particolari per il loro modo di essereprodotti.(definizione formale/oggettuale dell'obiettivo)Nel modo tradizionale della tecnologia descrittiva/prescrittiva la soluzione tecnologica(scelta dei materiali e dei metodi costruttivi) è completamente definita a priori dalprogettista mediante specificazioni progettuali descrittive che costituiscono delle soluzionitipo (tradizionali o innovative).(definizione formale/oggettuale dei mezzi e dell'obiettivo)Nel modo innovativo della tecnologia normativa la diversità dei prodotti e dei metodicostruttivi richiede il superamento della descrizione dettagliata della soluzione tecnologicaverso una definizione del risultato, ovvero delle prestazioni che devono essere fornite dallacostruzione, intendendo per prestazioni un insieme di proprietà che definiscono l'attitudinedi una costruzione ad assolvere le sue diverse funzioni in un contesto dato, ovvero asoddisfare determinate esigenze.(definizione prestazionale dei mezzi e dell'obiettivo)Questo approccio è stato definito scientifico nella misura in cui tendeva ad eliminare unapproccio empirico.

Il sistema esigenziale

Le esigenze

Il contesto

Il processo di progettazione esigenziale

Le esigenze generali e specificheLe esigenze, che tendono alla soddisfazione dei bisogni degli utilizzatori, sono di due tipi:- esigenze generali, che sono legate alla destinazione, all'uso dell'edificio: ad esempio

le esigenze dell'uomo per l'abitare, per il lavorare, etc., e sono spesso codificateinternazionalmente; come ogni codice è sostanzialmente convenzionale, determinatoin primo luogo dalla cultura in senso antropologico di chi lo definisce, in secondo luogodalle risorse disponibili

- esigenze specifiche, che sono relative al progetto di costruzione e che possonoessere anche contraddittorie nei confronti delle esigenze generali, ma che più spessosono complementari o in approfondimento.

Esprimono le esigenze specifiche del committente e costituiscono ciò che si chiama ilprogramma dell'operazione.

Articolazione del sistema delle esigenzeEssenzialmente il sistema delle esigenze si articola nei seguenti sottosistemi:- esigenze acustiche;- esigenze olfattive e respiratorie;- esigenze tattili;- esigenze visive;- esigenze igrotermiche: comfort estivo ed invernale;- esigenze relative agli spostamenti e vibrazioni degli edifici ed alle loro deformazioni

suscettibili di produrre degli effetti percepibili dagli utilizzatori;- esigenze relative ai campi magnetici, agli ioni atmosferici, alle onde elettromagnetiche;- esigenze di irraggiamento solare;

- esigenze di limitazione delle radiazioni ionizzanti prodotte da materiali e meccanismiutilizzati all'interno delle abitazioni;

- esigenze di sicurezza: di stabilità delle opere, di funzionamento di apparecchi, disicurezza in caso di incendio, di sicurezza contro i rischi di intrusione, di sicurezza dimovimento negli spazi contro i rischi di incidente;

- esigenze di igiene: di cura del corpo, di igiene alimentare, di possibilità di pulizia edisinfezione degli ambienti e di eliminazione di solidi e liquidi non graditi;

- esigenze di intimità degli utilizzatori sia nei confronti dell'esterno che fra di loro.Si possono aggiungere sia esigenze relative a specifici modi di vivere (difficili da definire)sia esigenze relative alla durabilità delle opere e degli impianti ed alla manutenzione.

Il contestoè costituito da- fattori agenti diversi che agiscono sulla costruzione- vincoli amministrativi/normativi.I fattori agenti sono:- meccanici: gravità, tensioni e deformazioni imposte (dilatazioni termiche per

esempio), energia cinetica (vento, ...), rumori e vibrazioni;- elettromagnetici: irraggiamento (solare ad esempio), elettricità (fulmini, correnti

elettriche), magnetismo;- termici: riscaldamento, gelo, shock termici, fuoco;- chimici: acqua e solventi, ossidanti, acidi, basi, sali, materie inerti;- biologici: vegetali, animali, (muffe, funghi, vermi, termiti, altri insetti, roditori, etc.)I fattori agenti possono essere:• esterni alla costruzione: atmosfera, suolo e quindi legati al luogo ed al terreno;• interni alla costruzione: determinati dall'uso (i sovraccarichi ad esempio)• dipendenti da decisioni progettuali.I vincoli amministrativi/normativi sono:- norme di diritto civile;- norme urbanistiche generali e specifiche;- norme tecniche edilizie specifiche.

a

Il processo di progettazione esigenzialeIl processo di progettazione inteso come processo di trasformazione di un input costituitoda esigenze e contesto in un output costituito da un sistema di decisioni relative allecaratteristiche tecniche del prodotto edilizioQuesto processo si basa sul paradigma di una scomposizione sistemica di un edificio indue sottosistemi:- il sottosistema ambientale/spaziale che si può articolare in divisioni spaziali (unità

ambientali)- il sottosistema tecnologico che si può articolare in divisioni materiali/funzionali che si

decompongono in organi (Descartes) e sottoorgani o frontiere e sottofrontiere.

Articolazione del sottosistema tecnologicoLe frontiere od organi sono generalmente articolate in questi sottosistemi funzionali:- struttura- chiusura- partizione esterna- partizione interna- impiantiIl processo di progettazione (e questo è uno dei suoi limiti ed una caratteristica nonsistemica) ha come regole che:- se si risolve il problema per ciascun sottosistema il problema è risolto anche per il

sistema (ovvero il tutto è la somma delle parti);- ciascuna soluzione definita per una frontiera od una sua articolazione anche

elementare deve essere giustificata razionalmente (Descartes).

fase 1: dalle esigenze alle specifiche di prestazione

a

La operazione di giustificazione razionale utilizza tre metodi:- i modelli teorici che riproducono il comportamento degli organi: questo è l'ambito dei

modelli di simulazione formalizzati, che richiedono di definire preliminarmente delleipotesi semplificatrici del fenomeno reale per poter operare. Certi metodi di calcolodiventano delle regole di calcolo incorporate in norme;

- ricette di soluzione su base esperienziale od empirismo codificato e sanzionato dallaesperienza che costituiscono spesso le norme;

- prove su modello fisico ridotto o a grandezza naturale.Le prestazioni riguardanti le frontiere o gli spazi per poter essere considerate operabilidevono essere espresse in grandezze fisiche quantificabili e misurabili o riferite ariferimenti convenzionali di prove normalizzate.

fase 2: dalle specifiche di prestazione ambientali alla definizione delle specifiche diprestazione del sistema tecnologico

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In questa fase si aggregano le intenzioni su frontiere e spazi definiti nella fase 1 in modotale da far emergere l'insieme organizzato delle intenzioni per ciascun sottosistema.Questa operazione è necessaria per:- verificare se non vi siano contraddizioni, ovvero che se per soddisfare esigenze

distinte si stiano richiedendo delle prestazioni contraddittorie e non congruenti;

- definire ciascun sottosistema tecnologico secondo le sue prestazioni e quindi poterpassare alla fase successiva.

Le prestazioni di una divisione spaziale contribuisce a definire le prestazioni sia di frontiereche la delimitano sia di frontiere distanti ma che ne sono influenzate per qualche motivo.Certe frontiere possono contribuire a soddisfare molteplici esigenze, rendendone lasoluzione più complessa, ma autorizzandone una grande diversità di soluzioni.Il caso tipico è quello della facciata che risponde a numerose esigenze:stabilità meccanica, comfort termico estivo ed invernale, comfort acustico, rinnovodell'aria, non permeabilità all'aria, non permeabilità all'acqua, comfort visivo, comforttattile, irraggiamento solare, sicurezza (caduta, manovre, intrusione, incendio), igiene(pulibilità), assenza di vibrazioni, risparmio di energia, durabilità, etc..La nozione di prestazione è operativa solo:- se la prestazione è quantificabile,- se la prestazione è ottenibile,- se chi la promette è effettivamente in grado di assumere l'impegno di

soddisfarla.

fase 3: dalle specifiche di prestazione del sistema tecnologico alla definizione dellecaratteristiche tecniche dei prodotti

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In questa fase si passa al particolare. Ciascun organo o frontiera è definito mediante i suoielementi componenti ed i giunti fra loro. Le scelte tecniche intervengono in questomomento.Per ciascuna frontiera le operazioni di questo processo di definizione sono:- ripresa delle specifiche di prestazione definite nella fase 2;- individuazione e stesura analitica delle caratteristiche degli elementi componenti e deigiunti fra gli elementi di ciascuna frontiera e di frontiere contigue.Si deve prestare particolare attenzione alla compatibilità fra elementi e giunti, che rivestemolteplici aspetti:- gli elementi devono avere dimensioni compatibili per consentire la loro realizzazione o

la loro posa;- la contiguità di due elementi non deve provocare fenomeni di disordine quali

movimenti differenziali, reazioni chimiche o elettrochimiche;- i giunti, nonostante le inevitabili deformazioni, devono continuare a svolgere le loro

funzioni.

Si deve inoltre valutare e verificare la fattibilità di esecuzione delle operazioni previste incantiere nelle condizioni specifiche.La descrizione delle soluzioni adottate deve essere della massima precisione perconsentire la esecuzione corrispondente: il capitolato o libro delle specifiche tecniche eprestazionali.- giustificazione delle scelte tecniche operate nei termini di verifica della risposta allespecifiche di prestazione richieste al termine della fase 2.Questa operazione si avvale dei medesimi metodi definiti nella fase 1, con l'integrazionedelle informazioni sui prodotti e i procedimenti costruttivi adottati.Valutazioni empiriche giocano un ruolo più importante in questa fase.Pertanto per giustificare le scelte tecniche è possibile riferirsi:- a cataloghi di elementi tecnici che ne definiscono le caratteristiche tecniche e le

prestazioni;- ad esempi di soluzioni elaborate da organismi tecnici obiettivi con competenza

tecnico-scientifica, che diventano in tal modo delle soluzioni tipizzate, verificateconformi a prescrizioni regolamentari;

- a certificazioni di qualità di prodotti e procedimenti emesse da organismi tecniciobiettivi con competenza tecnico-scientifica, con lo scopo di far conoscere lecaratteristiche di un prodotto e di attestare che i prodotti possiedono dettecaratteristiche;

- guide per la esecuzione a regola d'arte.

Esempio

Consideriamo una casa per la quale si esprima l'esigenza che i consumi annuali di energia non superino undeterminato livello.

Gli elementi del contesto (i fattori agenti) che agiscono sulla soddisfazione di detta esigenza sono il clima delluogo, l'esposizione del futuro edificio, etc..A partire da questi dati si determina la prestazione dello spazio checostituisce il volume abitabile della casa, esprimendo questa prestazione sotto la forma del coefficiente G, inapplicazione di regole di calcolo definite dalle norme esistenti che costituiscono la giustificazione.

Il livello di coefficiente G può essere ottenuto con diverse configurazioni spaziali e di frontiere (pareti opache,vetrate, coperture, impianti di ventilazione, etc.).

Esiste dunque una vasta scelta di soluzioni diverse (sistemi di soluzioni tecniche diverse) per passare dallespecifiche ambientali (richieste di prestazione ambientali) alle specifiche tecnologiche (richieste di prestazionitecnologiche) privilegiando ad esempio le parti vetrate rispetto alle parti opache.

Una volta compiuta la scelta relativa alla aggregazione e determinazione delle frontiere, si possono definire leprestazioni tecnologiche richieste alle frontiere, ad esempio specificando il valore di K delle pareti, dellefinestre, il coefficiente di ricambio di aria.

Compiuta questa operazione siamo in grado di passare dalle richieste di prestazione alle caratteristichetecniche degli elementi componenti e dei giunti fra elementi. Ad esempio per una chiusura verticale opaca ilmedesimo coefficiente K globale può essere ottenuto con diverse soluzioni tecniche: è questo l'ambito discelta della soluzione tecnica specifica sulla quale di seguito impostare la giustificazione o verifica; si possonoprivilegiare le parti correnti e trascurare i giunti, adottando ad esempio una soluzione con isolamento postoall'interno, o al contrario dare grande rilevanza ai giunti per evitare la formazione di ponti termici, adottandouna soluzione di isolamento posto all'esterno. Le norme e le regole di calcolo consentono la giustificazione overifica della soluzione adottata.

La soluzione definitiva adottata deve essere ora soltanto elaborata per comunicarla secondo regole definite inogni aspetto specifico all'operatore della costruzione.

I limiti del metodo esigenziale

Ruolo essenziale della cultura dell'abitazioneL'abitazione e la tecnologia sono un fatto culturalele spiegazioni unilaterali a partire in modo meccanicistico o deterministico dal clima, i materiali, illuogo, l'economia, la religione, etc.La forma dell'abitazione è dunque complessa e non razionale.Un funzionalismo semplice ignora la dimensione culturale o la schematizza eccessivamente: èdeterminante il tipo di risposta ad una esigenza non la esigenza stessa.Influenza del clima:costruire una abitazione non è un fatto naturale e non è universalealcune popolazioni non hanno abitazioni, mentre altre hanno abitazioni molto elaborate in climi faciliche non richiederebbero abitazioni complesse.Non si ha dunque un determinismo climatico.Influenza dei materiali e delle tecniche:I materiali stessi non sono in grado di determinare la forma nè la tecnica di esecuzione. Laconoscenza di una tecnica non determina il fatto, che si supporrebbe conseguente, che vengautilizzata. Secondo Rapoport il funzionalismo determinista trascura l'idea di abitazione per i modi dicostruirla.Un miglioramento tecnico non significa un progresso.Influenza del luogo:Un luogo influisce su una città e sull'abitazione ma non ne determina la forma.l'uomo organizza un luogo in modo da rispondere ai suoi desideri, ai suoi bisogni, alle suecredenze, alle sue ambizioni, all'idea che vuole dare di se stesso.La scelta di un luogo dipendono da fattori culturali: ideali e valori di un popolo giocano un ruoloessenziale.Influenza della religione:Si rileva spesso il primato determinante nelle scelte per l'abitazione della funzione poetica e miticadei simboli rispetto alle funzioni razionali o pratiche.Influenza di modelli culturali dell'abitare:In ogni ambito culturale ed in ogni tempo si rilevano dei modelli culturali dell'abitare che ilfunzionalismo tende ad ignorare in nome di una razionalità astratta e deterministica, ma che spessohanno accentuato il fallimento di modelli innovativi privi di connessioni e quindi non congruenti conla cultura diffusa.Complessità e contradditorietà del rapporto sensoriale degli utilizzatori dello spaziocostruito

Può essere interssante riferirsi ad una comunicazione di Baque

Gli stimoli sensoriali dello spazio costruitoLo spazio costruito è ricco di stimoli sensoriali: l'utilizzatore vive, coscientemente o no, dellesituazioni sensoriali molto varie:- visive: qualità e quantità della luce, del colore, dello spazio;- stato-dinamiche: camminare, salire e scendere una scala, sedersi o sdraiarsi, sentire la

elasticità di un solaio quando si cammina;- tattili: valutazione dei materiali attraverso il tatto e la vista, con le due sensazioni non sempre

coincidenti, ad esempio il polistirolo che è freddo e pesante per la vista è caldo e leggero per iltatto.

- termiche: sensazioni termiche di fronte a sorgenti naturali o artificiali di calore, o a materiali"caldi o freddi";

- uditive: gli stimoli sonori sono di tre tipi:- provenienti dall'ambiente naturale definito da elementi climatici, pioggia, vento, geografici,

animali, vegetali, etc.- provenienti dall'ambiente sociale (rumori della strada, di attività produttive, etc.);- provenienti dall'uso dello spazio costruito, il rumore di un passo su un solaio o su una scala, gli

scricchiolii di tavolato in legno;- olfattive: qualità e quantità di odori che contribuiscono all'identificazione degli spazi, odore di

legnami, di pietre umide, dei libri di una biblioteca, di una cucina.

Un approccio funzionalista dimentica l'importanza di certi stimoli e tende verso il massimoimpoverimento dello spazio sensoriale nel perseguire un modello impoverito di comfort.ad esempio:- la sostituzione di solai in legno con solai in calcestruzzo tende a eliminare gli stimoli stato-dinamicie uditivi;- la insonorizzazione eccessiva elimina gli stimoli naturali come il rumore della pioggia e del vento,di grande importanza psicologica;- la climatizzazione a temperatura costante fa sì che il corpo perda la capacità di conoscere ericonoscere le sensazioni di tiepido e di fresco; la diversità e variabilità della temperaturaarricchisce la vita e la percezione dell'architettura.Baque precisa che:-l'abitazione moderna nel rispondere a norme di comfort, priva l'occupante utilizzatore di un certonumero di stimoli percettibili in un'abitazione antica meglio integrata in un ambiente naturalesecondo principi che sollecitano molto di più il corpo.

Bisogni fondamentali dell'utilizzatore

Il bisogno di intervenire sullo spazio che gli è assegnato è fondamentae per l'utilizzatore; l'uomovuole marcare come gli altri esseri viventi il proprio territorio.Ci sono diversi modi di intervento da parte dell'abitante:- intervento sullo spazio contenuto: ad esempio arredando e decorando l'abitazione; questo è

comunque il livello minimo di intervento, anche se alcune tecniche costruttive moderne lorendono difficile. Le materie plastiche offrono talvolta delle superfici molto lisce sulle quali non èpossibile applicare altri materiali di finitura. Le pareti in calcestruzzo strutturale senza altricompletamenti in gesso non consentono facilmente di essere forati; in sintesi molti materialisfuggono alla conoscenza ed alla comprensione dell'utilizzatore, che pertanto si trova indifficoltà nello stabilire una relazione con essi: si ha una rottura tecnologica che suscita spessodelle frustrazioni nell'utilizzatore.

- intervento sull'interfaccia con lo spazio esterno: Si assiste spesso ad interventi suglielementi che separano o definiscono lo spazio privatizzato e lo spazio pubblico: logge, ingressisulla strada, giardini privati, facciate dell'abitazione. L'intervento minimale consiste nel disporrevasi di fiori per marcare lo spazio privato o alle finestre per identificare e decorare la facciata,mentre un intervento più consistente può arrivare alla riorganizzazione dello spazio ditransizione fra lo spazio privato e quello pubblico.

- interventi sulla disposizione della abitazione: Questi interventi, legati ad una dimensionevivente dell'abitazione che si deve adattare alle variazioni nel tempo delle esigenzedell'utilizzatore, sono ovviamente più difficili perchè suppongono una fattibilità tecnica nonsempre possibile. La flessibilità dell'abitazione è stata più volte tentata con un successolimitato, mentre è stata più sistematicamente ricercata in Giappone, in particolare perpermettere all'abitazione di restare nel tempo adatto alla composizione variabile della famiglia.Si vedano ad esempio i casi del progetto di Le Corbusier a Pessac (Bordeaux)

Linee di evoluzione dell'abitazione e del progettoSi rilevano tendenze verso un ritorno al passato, visto come più in sintonia con l'ambiente naturalee culturale del luogo, fino al limite del rifiuto della modernità e del progresso tecnologico riduttivo distimoli culturali e sensoriali e del ritorno assoluto a materiali naturali.Si rilevano tendenze verso una architettura variata ed eclettica nell'ambiente collettivo, conabbandono di forme semplici, aggregazione di materiali diversi, tesa ad una diversità ed originalità.Si rilevano tendenze contro la tipizzazione edilizia, le norme, i modelli chiusi e a favore di unaderegulation nel campo del progetto edilizio.L'analisi condotta ci consente di concludere individuando alcune regole comportamentali per ilprogettista edilizio:1- il progresso scientifico consente di conoscere ovvero di elaborare modelli più efficaci di

simulazione di fenomeni fisici e chimici che sollecitano le costruzioni, tali da consentire diemanare qualche legge e principio di soluzione in grado di soddisfare alcune esigenze. questimodelli di simulazione devono essere conosciuti da tutti gli operatori coinvolti nel processo diprogettazione e costruzione di edifici;

2- La dimensione culturale dell'abitare e del costruire è essenziale. Per costruire èindispensabile conoscere la cultura del luogo per ritrovarne le peculiarità. L'architettura non èinternazionale, al contrario l'architettura è per sua natura regionale, locale, legata al suo luogospecifico ed al suo cantiere.

3- All'interno di un modello culturale predominante è necessario offrire la diversità, ovvero lascelta per consentire gli adattamenti alle peculiarità dei diversi gruppi sociali che costituisconola società.

4- È' necessario dare all'individuo la possibilità di appropriarsi della propria abitazionemarcandola con la sua personalità. Ciò presuppone una organizzazione architettonicafinalizzata a questo obiettivo e scelte di materiali congruenti.

5- E' necessario inserire l'abitazione in un ambiente ricco sul piano simbolico perchè ciascunopossa creare il suo modo di abitare. Ciò significa uno spazio fortemente comunicativo anchesul piano evocativo e stimolante una iniziativa di comunicazione da parte degli utilizzatori.

PARTE 2

La gestione del progetto

1. INCERTEZZA E GESTIONE DEL PROGETTO

1.1 Agire per progettiIn un sempre maggior numero di settori produttivi l’importanza della “gestione delprogetto” cresce al pari delle difficoltà che si incontrano nel gestirli nella realtà dellesocietà contemporanee, difficoltà che ci inducono ad affrontare il tema del rischio nelleattività di progetto e più in generale il tema dell’agire in condizioni di incertezza.Il settore edilizio e tutti i suoi operatori conoscono da molto tempo la nozione di progetto,che si può dire per secoli è stata quasi di competenza esclusiva dei progettisti edili, comehanno una netta percezione delle condizioni di incertezza in cui operano del rischioconnesso agli obiettivi che perseguono, ma solo in casi rari registrano, analizzano evalutano sotto questa prospettiva i risultati ottenuti. Come abbiamo detto le attività ediliziesi caratterizzano storicamente per essere fra le più esplicitamente organizzate perprogetti. Ciononostante negli ultimi decenni il maggiore impulso nella ricerca sulleorganizzazioni per progetti si è avuto nei settori industriali e della amministrazione.Nelle costruzioni il progetto è al centro delle attività di coordinamento e di controllo, haun’identità più forte, giuridica e finanziaria rispetto ai singoli operatori-imprese partecipanti.Il sistema di operatori (committenti, progettisti, enti di controllo, imprese, produttori, etc) dicui il progetto richiede il coordinamento, non è un sistema stabile e varia da progetto aprogetto. Il progetto è l’occasione, spesso unica, di una specifica cooperazione fraimprese, una relazione di cooperazione che richiede un mutuo adattamento fra glioperatori, per realizzare un progetto che prevede una singolare combinazione di prodotti edi processi, pur se in gran parte non innovativi. Dinamiche ambientali, quali diminuzione epiù grande varietà della taglia delle operazioni, accrescimento delle esigenze in termini diqualità, riduzione della domanda (particolarmente di quella pubblica) di nuove costruzioni,l’accentuazione della concorrenza, si aggiungono ai fattori specifici del progetto edilizio,peculiarità che richiedono la predisposizione di specifiche strategie e strumentazioni qualivedremo successivamente.In questo capitolo sviluppiamo una discussione sulla nozione di progetto in condizioni diincertezza come introduzione alla successiva trattazione dei fondamenti di gestionetecnica del progetto.

1.2 La logica del progettoLa parola “progetto” ha un’ampia estensione di significati, che ne consentono un usodiffuso pur se connotato di ambiguità. Fra le definizioni proposte internazionalmentesembrano di maggiore pertinenza le definizioni proposte dal Project Management Institutee dall’AFITEP e AFNOR. Nel PMBOK il PMI propone di distinguere fra attività “operazioni”caratterizzate da continuità e ripetitività e attività “progetti” caratterizzate invece datemporaneità e unicità e quindi di definire un progetto secondo i suoi caratteri distintivi nelmodo seguente: “a project is temporary endeavor undertaken to create a unique productor service.” Le caratteristiche salienti sono dunque individuate nella temporaneità, chesignifica che ogni progetto ha un inizio e una fine determinati ed ha una validitàstoricamente determinata, e nella unicità, che significa che non ha precedenti, nonostantela presenza di elementi ripetitivi, e dato che il risultato è unico questo deve essereprogressivamente elaborato.13

Turner definisce il progetto come: “an endeavour in which human, material and financialresources are organised in a novel way, to undertake a unique scope of work of given

13 PMI, A Guide to the Project Management Body of Knowledge, Upper Darby, PA 1996

specification, within constraints of cost and time, so as to achieve unitary, beneficialchange, through the delivery of quantified and qualitative objectives”14

AFITEP e AFNOR 15 propongono invece la seguente definizione di progetto: “unedémarche specifique, qui permet de structurer méthodiquement et progressivement uneréalité à venir” e aggiungono “un projet est défini et mis en oeuvre pour élaborer laréponse au besoin d’un utilisateur, d’un client ou d’une clientèle et il implique un objectif etdes actions à entreprendre avec des ressources données”. Il gruppo ECOSIP introducecome ulteriore specificazione una definizione centrata sulle seguenti parole chiave:“création collective, organisée dans le temps et l’espace, en vue d’une demande”,16 iltermine creazione colloca i progetti fra le attività di ricerca e le attività di produzione,mentre gli aggettivi collettiva e organizzata delimitano il campo all’interno delle attività diinnovazione e creazione a situazioni in cui esiste una volontà e una capacità di costruiredelle forme di interazione sociale specifiche per rispondere a bisogni determinati.Analizzando le definizioni di progetto esistenti in letteratura possiamo giungere a definire ilseguente insieme di caratteristiche che differenziano l’attività progetto dalle attività diricerca e di produzione:• la soddisfazione di un bisogno espresso o potenziale (esigenze esplicite o implicite) e la

determinazione di obiettivi specifici, precisi e coerenti (in opposizione ad unaproduzione di serie),

• un periodo di tempo limitato con un inizio ed una fine chiaramente identificati,• una molteplicità e varietà di operatori (azione collettiva),• una contingenza dell’organizzazione per il progetto da realizzare,• una innovazione più o meno estesa che richiede un lavoro di analisi specifica,• una mobilitazione di risorse, di mezzi e competenze, molteplici ed eterogenee per un

periodo più o meno lungo,• una forte e crescente esigenza di comunicazione e di coordinamento,• la predisposizione di strutture organizzative anche complesse, specifiche e temporanee,

capaci di evolvere lungo lo sviluppo del progetto,• la realizzazione di un insieme coerente di attività non omogenee qualitativamente e

quantitativamente,• un carattere di singolarità e di non ripetitività,• un insieme di metodi e strumenti di analisi, concezione, guida e controllo specifico,In sintonia con questa definizione Declerck, Debourse e Navarre,17 hanno sviluppatoefficacemente le conseguenze di introdurre il concetto di «progetto» in opposizione alconcetto di «operazione». Tutti i progetti sono certamente anche un insieme di operazioni,ma sono le loro caratteristiche di temporaneità, unicità e progressività di elaborazione cheli rendono organizzazioni “progetti”.

Attività «progetti» Attività «operazioni»Non ripetitive (una sola volta) RipetitiveDecisioni irreversibili Decisioni reversibiliIncertezza forte Incertezza deboleInfluenza forte delle variabili esogene Influenza forte delle variabili endogeneProcessi storici Processi stabilizzati, gestibili statisticamenteCash flow negativi Cash flow positivi

Tabella 2.1: I progetti e le operazioni. Fonte: ECOSIP, Pilotages de Projet et Entreprises, Diversités etconvergences, ECONOMICA, Paris 1993, pag. 20

14 TURNER J. R., The Handbook of Project Based Management: Improving Processes for Achieving YourStrategic Objectives, New York, McGraw-Hill, 199215 AFITEP, Le management de projet. Principes et pratique, AFNOR, Paris 199116 ECOSIP, Pilotage de Projet et Entreprises, Diversités et convergences, Economica, Paris 1993, pag. 1817 DECLERCK R., DEBOURSE J. P., NAVARRE CHR., Méthode de la Direction Générale: le managementstratégique, Hommes et Techniques, Paris 1983

Se si assume come centrale una logica di azione “progetto” si deve passare da unavisione tradizionale della produzione costituita da un insieme di operazioni ad una visionedella produzione in cui progetto e operazioni processi unici e instabili e processi ripetitivi estabili sono elementi inseparabili. La progressiva incertezza dell’ambiente e lo sviluppodell’automazione stanno determinando, anche nelle organizzazioni più naturalmenteorientate verso una logica delle operazioni, una «contaminazione» delle operazioni daparte della logica progetto: le condizioni di incertezza in cui si opera induconoprogressivamente tutti i settori a confrontarsi nell’esercizio quotidiano della loro attività conuna «logica degli avvenimenti», per riprendere un’espressione di Pierre Veltz e PhilippeZarifian18, corrispondente alle attività progetto della tabella 2.2.

1.3 Il concetto di incertezzaLa nozione di progetto si associa sempre più strettamente al concetto di incertezza, chepossiamo definire come “scostamento da ciò che è riconducibile al concetto di routine”: cisi trova in condizione di «non routine», ovvero di incertezza «quando le tecniche sonopoco conosciute, vi è incertezza sui risultati dei metodi conosciuti, ci si trova di fronte adun’alta varietà.» 19

Igor Ansoff 20 ha dedicato numerosi studi alla turbolenza dell’ambiente dell’impresa,ponendolo al centro della sua proposta organizzativa, proponendo una teoria delcomportamento delle imprese che si differenzia e si modula sulla «conoscenza» che sipossiede dell’ambiente in cui si opera. Per Ansoff l’incertezza è determinata dal livello diturbolenza che «in un certo settore è lo stadio di conoscenza al quale le imprese operantiin quel settore devono cominciare a reagire per rispondere efficacemente ai cambiamentiambientali.» 21 I principali fattori dai quali Ansoff fa dipendere la conoscibilità dell’ambientee, inversamente, la turbolenza ambientale sono 22

:- novità definita come difficoltà di aumentare le conoscenze sul sistema in senso

classico,- intensità definita come il grado di impiego di risorse per il mantenimento delle relazioni

con i partners,- velocità del cambiamento ambientale,- complessità ambientale.L’aumento di complessità nei sistemi di produzione (che ad esempio, come vedremosuccessivamente più in dettaglio, nella produzione di cantiere è determinatoprincipalmente dalla crescente complessità del prodotto) è alla base dell’aumento divulnerabilità dei processi, ovvero del rischio di insuccesso: sono vulnerabili le tecnologieimpiegate e le organizzazioni, soprattutto nei sistemi deterministici.

ambiente stabile ambiente turbolentostandardizzazione della procedura:minore frequenza di decisioni, minore intensità dicomunicazione, comunicazione gerarchica

mutuo adattamento, più comunicazione, diffusionedelle decisioni, comunicazione orizzontale

18 VELTZ P., ZARIFIAN PH., Modéle systémique et flexibilité, in: TERSAC GILBERT DE PIERRE DUBOIS, Les nouvellesrationalisations de la production, CEPADUES, Toulouse 199219 PERROW C., A Framework for the Comparative Analysis of Organizations, trad. it. "Uno schema per l'analisicomparativa delle organizzazioni", in FABRIS A., MARTINO F. (a cura di), op. cit., pagg107-12420 ANSOFF I., Management strategico, Milano, Etas libri, 198021 ANSOFF I., Management strategico, p.6722,ANSOFF I., Management strategico, p.40

aziende tendono ad integrare il processoproduttivo ed a ottimizzare le relazioni interne,quindi formalizzazione della strutturaorganizzativa: ampiezza del controllo, numero dilivelli organizzativi, frequenza dei controlli,specificità dei controlli, importanza delle regoleformali

segmentazione, frantumazione del processo,autonomia produttiva delle aziende.

procedimenti ripetitivi varietà di applicazione delle procedurecontrollo per via gerarchica autocontrollo

Tab. 2.2: Orientamenti di management strategico e operativo. Fonte: ANSOFF I., Management strategico,Milano, Etas libri, 1980, pag. 61

Se si ipotizza che il sistema sia comunque conoscibile, la definizione di turbolenza comefunzione di qualche cosa che non si conosce, ma che al variare del tempo può essereconosciuta ed affrontata, può corrispondere alla definizione classica di rischio. Laprevedibilità del comportamento di un ambiente, e la correlata prevedibilità degli stati finalidi un sistema (di produzione), è la condizione per lo sviluppo di tradizionali strategie digestione del progetto fondate su un approccio “Scientific Management” e orientateall’ottenimento della identità del risultato ottenuto con il risultato atteso. Ma al cresceredella turbolenza ambientale si determina un’aleatorietà degli eventi che li caratterizzacome inconoscibili a tal punto che non consente stime di probabilità degli eventi possibili,anche perché questi stessi eventi non sono conosciuti.La prevedibilità o il suo inverso, l’imprevedibilità, è una funzione variabile, dipendente,oltre che da fattori riconducibili all’ambiente, anche e principalmente da una serie di fattoririconducibili alla organizzazione specifica del progetto orientata sia alla riduzione e alcontrollo della imprevedibilità mediante attività di preparazione (le attività di managementoperativo secondo la definizione di Ansoff), sia allo sviluppo di capacità di risposta anchein situazioni di incertezza (le attività di management strategico di Ansoff).23

Ansoff afferma che le organizzazioni che operano in ambienti turbolenti devono sviluppareentrambe le azioni organizzative: le risposte organizzative sono in taluni casi attive eappropriate per il controllo della turbolenza dell’ambiente, ma anche passive o reattive,insufficienti ad assicurare il raggiungimento degli obiettivi, come avviene sempre piùspesso nel settore delle costruzioni edili e civili.All’interno di questa prospettiva le strategie di gestione di un progetto sono definibili inrelazione ai diversi livelli di conoscenza dell’ambiente e del progetto che temporalmentesono resi possibili; anche la strategia di ciascun operatore si definisce in funzione delleinformazioni che può dominare e quindi dipende dalla collocazione, ruolo, compito eresponsabilità dell’operatore all’interno del processo edilizio.24 La capacità di adattamentoad ogni livello dell’organizzazione diventa una condizione necessaria per perseguire sial’adattamento contingente della produzione, sia l’apprendimento rispetto ad unadiversificazione delle soluzioni.

1.4 Incertezza e progettoL’opposizione progetto-operazione consente di sviluppare alcune specificità checonnotano l’agire per progetti quali:• L’irreversibilità dello sviluppo del progetto delle decisioni e delle azioni che possono avere 23 in ANSOFF I.,Organizzazione innovativa, IPSOA, Milano 1987, cap. 9, pagg. 247-25824 La nozione di imprevedibilità suggerisce la necessità di comportamenti organizzativi propri di organizzazionifortemente orientate alla valorizzazione delle risorse umane. Secondo Ashby un individuo è capace diadeguarsi in modo opportuno a nuove situazioni solo se ha già in sé una riserva di risposte potenziali del tiporichiesto dalla situazione specifica: ciò significa che, quando si verificano degli imprevisti nel corso diun'operazione il contenuto del compito e l'addestramento a quel compito dovrebbero corrispondere allavariabilità potenziale dell'individuo. Vedi ASHBY W. R., Design for a Brain, Wiley, New York 1960, trad. it.:Disegno per un cervello, Bompiani, Milano 1970

conseguenze gravi al limite del catastrofico,• Il conseguente livello elevato di rischio accentuato dalle incertezze e dai vincoli che ne

condizionano lo sviluppo.Secondo Midler in particolare è nella dinamica irreversibile del progetto che si puòindividuare “le caractère indissociable de la conoissance sur le projet e de saréalisation”. Durante tutto lo sviluppo di un progetto non si può decidere ed agire senzaacquisire un minimo di informazioni, ma al tempo stesso non si possono ottenereinformazioni se non si decide o si agisce. Un progetto può dunque essere rappresentatocome il risultato di due processi, uno di esplorazione, ricerca di una soluzione, diacquisizione di informazioni mirate al risultato da raggiungere che riduce l’incertezza, euno di azione (o di decisione) che riduce i gradi di libertà e quindi l’incertezza potenziale.Nella figura 2.1 in ascissa si rappresenta il tempo di sviluppo del progetto, mentre inordinata si rappresenta:• con una linea sottile il livello di capacità di azione sul progetto che nelle fasi iniziali (essendo i

gradi di libertà numerosi) è massima, mentre si riduce, fino ad annullarsi nello sviluppo delprogetto, a causa della irreversibilità delle decisioni prese,

• con una seconda linea spessa il livello di conoscenza sul progetto, il grado di affidabilità delleinformazioni sul progetto, che all’inizio il livello di conoscenza è minimo e cresce via via che ilprogetto si sviluppa fino ad un massimo alla fine del progetto, quando però la capacità di agiresi è ridotta al minimo.

capacità di azionesul progettolivello di conoscenzasul progettotempo

Figura 2.1: La dinamica dell’attività progetto. Fonte: ECOSIP, op. cit., pag. 86

Questi due processi sono interdipendenti: aumentare il livello di conoscenza acquisireinformazioni è oneroso, fino al limite, in attività fortemente innovative, di doversperimentare al vero, quando non sia disponibile alcun mezzo di simulazione e dianticipazione. La ricerca di metodi e strumenti di gestione del progetto non puòprescindere da questi due processi di decisione e azione e di acquisizione di informazionie di conoscenze, mediante cui si passa da una condizione iniziale di massima libertà conminime informazioni a una condizione finale di minima libertà e massima conoscenza.Ogni strategia di gestione del progetto opera all’interno di questo duplice processointimamente contraddittorio, organizzando un insieme di comportamenti e di strumentitecnici per anticipare la convergenza dei due processi antagonistici, agendo sia sulleinformazioni che sulle decisioni. La funzione di direzione del progetto, che è una funzionefortemente di progettazione organizzativa, si definisce come la funzione di che ha laresponsabilità di condurre l’insieme delle operazioni necessarie allo studio, allo sviluppo ealla realizzazione di un progetto. Questa funzione si caratterizza per due componentichiave: l’affermazione di un’identità del progetto e la gestione della convergenza delle duevariabili della conoscenza e della capacità di azione. Gestire la convergenza del progettovuol dire dare forma e articolare queste due curve fra un lato sinistro in cui non si sa nullae si può decidere e un lato destro in cui avviene l’inverso.

1.5 I fattori di incertezza specifici dei progetti di costruzioniAgire in condizione di incertezza è dunque una caratteristica fondamentale dell’agire perprogetti, ma può essere una ragione di insuccesso del progetto se non si accettapienamente, se non si adottano e sviluppano strategie organizzative capaci di “trattare”,“ridurre” l’incertezza mediante strumenti di conoscenza, in grado di anticipare laprogettazione e pianificazione e di incrementare l’attitudine degli operatori a reagireall’incertezza, all’imprevisto.Per i progetti di costruzioni le condizioni di incertezza, di “turbolenza ambientale” sonoparticolarmente accentuate ed intense sia relativamente al mercato, sia relativamente alprogetto stesso che attiva un processo di realizzazione irripetibile e nomade, tecnicamentee organizzativamente altamente complesso rispetto all’importo delle opere.In letteratura sono stati più volte analizzati i molteplici, e in parte peculiari del settoreedilizio, fattori di incertezza, distinguendoli fra:• fattori di prodotto:• variabilità massima del prodotto, irripetibile nell’insieme delle sue caratteristiche tecniche;• elevata complessità prestazionale;• elevato coinvolgimento e livello di attesa psicologico dell’utente,• dimensione decrescente della dimensione del prodotto (costruzione);• elevata complessità tecnica del prodotto intesa come rapporto tra numero e diversità di

tecniche e materiali eterogenei in relazione alla dimensione economica del progetto;• fattori di processo:• nomadismo del luogo di produzione;• separazione del processo di concezione e definizione delle caratteristiche tecniche del prodotto

dal processo di realizzazione;• elevata complessità organizzativa del processo di produzione, intesa come numero e diversità

di attori in relazione alla dimensione economica del progetto;• variabilità massima dell’insieme di attori che partecipano alla realizzazione del progetto.In sintesi possiamo affermare che come per altri settori industriali per il progetto dicostruzioni edili e civili:• le variabilità del mercato, del prodotto, del luogo di produzione e del sistema degli operatori

dell’intero processo edilizio determinano un ambiente caratterizzato da elevata incertezza erichiede quindi l’individuazione di strategie di gestione idonee;

• questa condizione di incertezza si esprime come scarsità di informazioni affidabili si pone comecontraddizione con il processo decisionale e con la possibilità di successo del progetto;

• la turbolenza ambientale in cui si sviluppano i progetti induce una relativamente rapidaobsolescenza delle soluzioni di gestione “tradizionali”, che, fondate su un paradigma distabilità, di certezza, hanno “robustezza” nel tempo inversamente proporzionale all’incertezza;

• le strutture organizzative e i meccanismi di integrazione per la gestione dell’intero processoedilizio (sia del progetto che della costruzione) devono essere orientate alla gestionedell’incertezza.

I progetti sono un insieme estremamente diversificato, se ad esempio li classifichiamosulla base di parametri quali:• la dimensione (grandi o piccoli progetti);• il grado di internalizzazione del progetto (dal progetto gestito da una sola impresa a progetti per

cui si mobilita una coalizione di imprese che si dividono il progetto);• il livello di integrazione fisica dell’opera (opera facilmente scomponibile in sottosistemi

autonomi o integrazione forte che richiede un coordinamento complesso);• l’innovatività tecnica e/o procedurale.Ogni tipologia di progetti identificabile ad esempio con questi parametri richiede di regolaun trattamento specifico, una strategia di gestione contingente: ormai si è abbandonatal’idea che un metodo ed uno solo abbia la capacità di prendere in conto tutte le varietà diprogetti. Pertanto un’organizzazione deve adattarsi alle caratteristiche del progetto, inparticolare alla sua dimensione, al suo impatto sull’organizzazione, alla sua complessità,

al suo grado di incertezza sugli obiettivi, alla sua posizione nel ciclo di vita del progetto,alle specificità che lo caratterizzano.Il paradosso del progetto edile è che, nonostante l’arretratezza tecnologica del processoedilizio, le caratteristiche di complessità tecnico-organizzativa e di aleatorietà ambientale,in sintesi di incertezza, sono tali che è necessario approcci di gestione che trovanoriferimenti nelle esperienze industriali più avanzate di gestione del progetto, avendomostrato lo stesso approccio classico del «project management» l’inadeguatezza di frontea progetti complessi od incerti.25

1.6 La specificità del progetto di costruzioniQuali sono le specificità del progetto nel settore delle costruzioni, un settore che mentresul piano tecnologico si pone fra i più tradizionali, caratterizzandosi per un tasso diinnovazione basso, sul piano organizzativo si pone fra i processi più complessi a causadella varietà di operatori coinvolti e della turbolenza ambientale fra le più elevate,condizioni che richiedono un approccio per progetti altamente contingente. Le possiamoindividuare fra le seguenti:• la relazione progetto-sistema delle imprese;• la separazione del processo di progettazione dal processo di realizzazione;• la scomposizione per mestieri degli operatori;• il controllo esterno sul progetto.

1.6.1 Progetto versus impresaUn primo fattore può essere identificato nel rapporto fra il progetto e le singole impreseche vi partecipano. Nelle costruzioni il progetto è al centro delle attività di coordinamento edi controllo, ha un’identità giuridica e finanziaria più forte rispetto ai singoli operatori-imprese partecipanti. Il sistema di operatori-imprese che il progetto coordina non è unsistema stabile e varia da progetto a progetto. Il progetto è l’occasione, spesso unica, diuna specifica cooperazione fra imprese, una relazione di cooperazione tendenzialmentecaratterizzata come “organizzazione mutuale o reciproca”26.Nel settore delle costruzioni civili, in particolare quando il progetto è di grande dimensionee innovativo o classificato ad “alto rischio”, si sviluppa preferibilmente un approccio digestione in cui nessuna organizzazione né cultura di un singolo operatore-impresa siimpone agli altri e quindi tutti secondo un contratto “forte” devono adottare le“specificazioni organizzative” del progetto per potersi coordinare correttamente. Nelsettore delle costruzioni si tende a considerare questo approccio il modello di gestione acui tendere; ma è un modello molto costoso, che richiede un elevato grado di stabilitàambientale e che non ha dato prove di affidabilità sul piano dei costi e dei tempi e quindirisulta inaccettabile sul piano dell’efficacia e dell’efficienza per la maggior parte deiprogetti.Nelle attività di costruzione la complessità tecnica e organizzativa accentua gli aspetticontingenti della organizzazione e della gestione per la qualità: si può concordare con laconsiderazione di Giard, Locherer e Vergnenégre: “più il progetto è complesso (....) più lanozione di contratto prende importanza, e meno l’istanza di “pilotaggio centrale” puòpilotare da sé lo svolgimento delle attività” o ancora “per essere uno strumento di

25 Si veda in proposito il testo di MORRIS E HOUGH, The anatomy of Major Projects, Wiley, New York 198726 Thiétard e Koenig, in uno studio di organizzazioni per progetti nel settore aeronautico hanno caratterizzatoqueste forme di organizzazione del progetto come “organizzazione mutuale o reciproca”; si veda: THIÉTARD R.-A. E KOENING G., Programme aérospatiaux: la stratégie de l’adaptation mutuelle, Revue Française de Gestion,marzo-aprile 1987, n° 62, pagg. 42-53. Si veda inoltre per una trattazione teorica: THOMPSON J. D., op. cit.1967

pilotaggio delle attività e una comunicazione, (....) la presentazione dei piani devepermettere una comprensione da parte dei non-specialisti...”.27

La gestione del progetto introduce come criterio di efficacia non tanto l’eccellenzadell’operatore socialmente definito dal suo mestiere, dal suo statuto, dai criteri istituitistoricamente per valutare il suo ruolo, ma quanto la pertinenza e la qualità del suocontributo specifico all’opera particolare ed unica che costituisce l’obiettivo del progetto.I criteri organizzativi e gli stessi strumenti variano se si assume una logica organizzativadel progetto invece che una logica organizzativa di un singolo attore del progetto.

organizzazione strumentazionescomposizione del progetto concetti e strumenti economicipicchettatura programmarelazioni fra gli operatori controllo qualitàsquadra del progetto analisi dei rischi

progetto

.... ....organizzazione dei mestieri strumenti di pianificazione d’impresastruttura gerarchica strumenti di pilotaggio dei progettigestione delle carriere controllo di bilanciorelazioni fra i subappaltatori controllo di progetto

impresa

.... ....

Tabella 3.4: La guida del progetto. Fonte: ECOSIP, op. cit., pag. 22

1.6.2 La separazione fra concezione ed esecuzione del progettoIl settore edilizio e delle costruzioni è caratterizzato anche da una seconda condizione: lascomposizione del progetto in un doppio progetto che vede il succedersi di diversi attorialla sua gestione: lo studio e la concezione a monte e l’esecuzione a valle della fasecentrale di negoziazione e di selezione degli operatori-imprese in regime di concorrenza.Mentre le forme organizzative che caratterizzano la concezione, la negoziazione, lapreparazione e la realizzazione di un’operazione di costruzione sono analoghe ad altreattività di progetto, la responsabilità del progetto è scissa in due: si ha una responsabilitàdella concezione e della definizione tecnica e prestazionale dell’opera a monte della fasedi negoziazione, e una responsabilità dell’esecuzione a valle; lo sviluppo del progetto nonsi costituisce in un processo unitario e coerente, ma in due progetti distinti, sia per glioperatori che se ne assumono la responsabilità che per i metodi di direzione e di gestione:• il processo a monte, centrato sulla concezione e la negoziazione del prodotto, ha il fine di

tradurre le esigenze dell’utente-committente in un programma e di organizzare la consultazionedelle imprese; è guidato dal committente e dall’architetto;

• il processo a valle, finalizzato alla realizzazione dell’opera, (preparazione, predisposizione deimezzi necessari ed esecuzione di cantiere) sotto vincoli di costo, tempo, qualità, è guidato, inquesto tipo di schema, tradizionalmente dall’impresa di costruzioni. L’organizzazione restalineare, scomposta in fasi separate che si succedono in modo additivo (separazione raramentesuperata fra preparazione ed esecuzione, scomposizione in lotti tecnici successivi); il controllodelle fasi di esecuzione, la loro articolazione e guida, fortemente condizionati dal contratto diappalto, costituiscono l’impegno principale dell’impresa, che vi individua l’area della suacompetenza e della sua competitività.

Nel processo edilizio inoltre si assiste spesso ad una rottura di questa seconda fase delprocesso in più sottofasi, contraddistinte da logiche di comportamento, da strategie eoperatività differenti: un processo molto vicino alla “gestione per progetti”, ma limitato allostudio dell’offerta, e spesso sconnesso, sul piano dell’organizzazione dell’operatore, da unprocesso di “gestione di produzione”, finalizzato alla preparazione e all’esecuzione dicantiere.In sintesi il doppio progetto tecnico e organizzativo che caratterizza il processo diproduzione del prodotto edilizio, può essere suddiviso in grandi fasi, ciascuna

27 ECOSIP, op. cit., pag. 131

caratterizzata da una logica di direzione strategica ed operativa diversa e dominata daoperatori differenti:• la fase di progettazione al termine della quale si ha la definizione degli obiettivi di qualità, costo

e tempo che si pongono a base del contratto di esecuzione;• la fase di studio dell’offerta, di eventuale negoziazione e definizione del prezzo al termine della

quale si ha la definizione degli operatori che si assumono contrattualmente la responsabilitàdell’esecuzione nel rispetto degli obiettivi di qualità, costo e tempo

• la fase di preparazione del cantiere, al termine della quale si ha la definizione delle sceltecostruttive, modi operativi, metodi e delle procedure e dei programmi che consentono diraggiungere gli obiettivi del progetto;

• la fase della realizzazione in cantiere al termine della quale si ha l’opera realizzata secondo lespecifiche di tempo, costo e qualità.

Le società di ingegneria sono state in questi anni, non tanto in Italia quanto in altri paesieuropei, le più attente a tentare di introdurre nel progetto edilizio una vera logica digestione per progetti, svolgendo un ruolo che nelle varie esperienze può andare da unasemplice azione di guida delle operazioni a una committenza delegata e fino allaresponsabilità della consegna “chiavi in mano” di grandi progetti.Un esame della relazione fra gli operatori e le fasi del progetto può consentire diindividuare i punti più deboli della struttura organizzativa tradizionale del processo chegenerano le disfunzioni più rilevanti: una disgregazione fra gli operatori della fase dellaconcezione del progetto e un’assenza di trasversalità delle funzioni che impediscono ilformarsi di una struttura organizzativa per progetto, non permettono di qualificare ilprogetto tradizionale edilizio come processo globale di gestione di progetto e sioppongono alle nuove specifiche in termini di qualità, costi e tempi.Le sperimentazioni innovative di gestione del progetto più interessanti tendono a superarequesti punti deboli del processo di gestione del progetto riducendo lo scarto fra i dueprocessi e in particolare certe carenze di direzione della parte a monte del progetto.

1.6.3 La scomposizione per mestieri dell’organizzazioneLa nozione di scomposizione dell’opera da realizzare in sottoprogetti è onnipresentenell’organizzazione dei grandi progetti e corrisponde all’operazione di progettazionestrutturale che consiste nella scomposizione in sottosistemi dell’organizzazione delprogetto. Nei grandi progetti si rileva una tendenza ad utilizzare come criterio unascomposizione tecnica funzionale in sotto-opere identificabili fisicamente, piuttosto che perlotti di compiti definiti per mestieri come invece avviene nei cantieri edili.La tendenza nella gestione di progetti industriali è verso una scomposizione persottosistemi i cui confini coincidano con le parti del progetto in cui la specificazione delleinterfacce è più facile che in altre, nei punti di semplificazione del flusso di informazioni,facendo corrispondere ad essi operatori-imprese differenti che se ne assumano la pienaresponsabilità, integrando al loro interno competenze differenti. Questa scomposizione insottoinsiemi comporta tendenzialmente una concezione integrata che nasca da unospecifico progetto del prodotto e del processo, una procedura di gestione del progetto(concurrent engineering) che consenta una coordinazione più sofisticata che analizzi esviluppi differenti configurazioni, di valutare i compromessi e i bilanci ecc.

1.6.4 Il controllo esterno sul progettoLa struttura organizzativa del progetto edilizio è fortemente condizionata da un contestoregolamentare e giuridico tanto nella fase di concezione e di realizzazione che nelleprocedure di selezione degli operatori e nelle funzioni loro attribuite: la configurazioneorganizzativa tradizionale del progetto è direttamente corrispondente alle fasi definite dallalegge, in particolare per i contratti pubblici: concessione di costruzione, richieste di offerte,ordini di servizio, capitolati e definizione degli incarichi, obblighi legali di copertura deirischi.Inoltre le costruzioni sono un settore fortemente marcato da una strutturazioneprofessionale in cui dominano molteplici relazioni dicotomiche fra:• la cultura di mestiere degli artigiani e la strategia di razionalizzazione organizzativa dei grandi

gruppi;• la cultura e la pratica dell’architetto e quella dell’ingegnere;• la cultura e la pratica degli uomini del progetto e degli studi tecnici e quella degli uomini del

cantiere.Queste relazioni condizionano fortemente la configurazione organizzativa tradizionale delprogetto edilizio e sono all’origine delle resistenze allo sviluppo di una logica di gestioneper progetti nel settore. I movimenti recenti conducono le grandi imprese a rivedere il loromodi di intervento sull’insieme del processo e a sviluppare delle strategie di tipo globale28.La successione per addizione delle attività dell’intero processo di edificazione, che resta ilmodello professionale dominante, in particolare fra le piccole imprese, è difficilmentecompatibile con questi approcci, centrati su una più forte integrazione del processo.Processi sperimentali di anticipazione e concertazione tendono ad integrare le fasi delprogetto, da monte a valle, proponendo un prodotto completo al cliente e instaurando deinuovi modi di gestione, coordinazione e controllo del progetto e trovano nella strutturatradizionale per mestieri dell’intero processo edilizio uno degli ostacoli maggiori .

1.6.5 Una strategia articolata in fasiIl “progetto” costituisce il luogo temporale e sociale in cui una strategia contingente ricercal’obiettivo mediante una sequenza di stati di equilibrio soddisfacenti fra conoscenzeprogressivamente crescenti e affidabili e decisioni progressivamente più di dettaglio sudomini più ristretti; il progetto è un processo sociale di progettazione con cui si ricercal’integrazione tecnica e organizzativa di molteplici competenze, tecnologie, operatori, incondizione di insufficiente conoscenza relativamente al risultato da ottenere e al processocon cui ottenerlo.La gestione del progetto è dunque in questo equilibrio fra i tempi che si dà a monte el’urgenza che l’organizza a valle. Il guadagno di tempo ad esempio sulla convergenza deiprogetti si guadagna su due lati: cominciando a decidere più tardi e finendo di decidereprima.Lo sviluppo di un progetto si può articolare in tre fasi:• la fase a monte, in cui il problema è di sollecitare al massimo l’esplorazione del possibile e la

qualità di queste esplorazioni: si tratta di innalzare al massimo la linea della conoscenza delprogetto, per migliorare la pertinenza delle decisioni di «congelamento» del progetto (ovveroquelle decisioni che siano le meno sotto-ottimizzate in relazione all’insieme delle decisionipossibili, e le meno soggette a essere rimesse in causa in un momento successivo). Si vedeinoltre l’importanza di quello che viene anche chiamato «l’investimento immateriale»: lacompetenza degli uomini, i metodi di simulazione sono indispensabili per anticipare i fenomeniprima di passare all’azione.

• la fase del «congelamento», in cui le imprese si compromettono in modo irreversibile nelprogetto; su un piano ideale sarebbe preferibile ritardare il più possibile la fissazione didecisioni, per mantenere una elevata capacità di reazione ad avvenimenti imprevisti e renderlele più simultanee possibile. In un progetto questa è la fase più debole che determina laprestazione globale: se un elemento di dettaglio diverge, rende inutile aver congelato ledecisioni sul resto. Di qui l’importanza a questo livello della esaustività dell’azione di controllo.

• l’ultima fase è quella della realizzazione, del passaggio all’azione. Il tempo diviene la variabilestrutturante, a causa della variabile finanziaria che pesa sul progetto: gli investimenti sono statiqualsi interamente sviluppati e si attende la conclusione delle opere per avere gli incassi aseguito degli stati di avanzamento.

1.7 La gestione del progetto come gestione dell’incertezzaQuesta scelta di sviluppo della ricerca trova proprio negli studi di direzione del progetto piùrecenti una conferma e pertanto gli aspetti delle tecniche di analisi dei rischi, diprevenzione, di valutazione e di controllo dei progetti sono sviluppati e approfonditi, ma

28 CAMPAGNAC EL., BOBROFF J., CARO C., Approches de la productivité et methodes d’organisation dans lesgrandes entreprises de la construction, Plan construction et Architecture, Paris, 1990, pag. 11

trovano il loro senso e la loro funzione solo se inseriti e coerenti in un processodecisionale, in una determinata struttura organizzativa, contingentemente definita inrelazione alle specifiche condizioni di sviluppo del progetto: la stessa tecnica dipreventivazione, attuata in una organizzazione centralizzata o in una direzione delprogetto che responsabilizza gli attori alla base non darà i medesimi risultati.L’obiettivo di questo corso è dunque quello di affrontare la gestione del rischio di unprogetto sotto il doppio aspetto strumentale e organizzativo nel tentativo di integrarequeste due dimensioni, non descrivendo in modo astratto le tecniche di analisi dei rischidel progetto, ma cercando di analizzarle nel loro uso nelle situazioni, nella loro dimensionesociale e informativa, correlandole nei loro possibili risultati tecnici e organizzativi effetti amodelli di strutture organizzative specifiche.Il livello di conoscenza dell’ambiente con cui si interagisce, e la capacità di previsione econtrollo che ne derivano per la gestione di un sistema di produzione, sono il fattore chedetermina il grado di turbolenza e quindi il grado di rischio o di incertezza. Abbiamocaratterizzato lo sviluppo di un progetto per la dinamica di due variabili quali il livello diconoscenza sul progetto e il livello di capacità di azione sul progetto e per la capacità diagire in situazioni di incertezza massima29.Il livello di conoscenza, il grado di certezza delle informazioni sul progetto all’inizio èminimo ed insufficiente e si accresce via via che il progetto si sviluppa e soltanto alla finesi è in una situazione di relativamente debole incertezza, quando però la capacità di agiresi è ridotta al minimo. L’obiettivo della gestione del progetto è aumentare il livello diconoscenza acquisire informazioni aumentando l’efficienza e l’affidabilità del progetto.Il problema della individuazione della struttura organizzativa del progetto e del sistemaqualità in particolare si correla con questi due processi di decisione e di acquisizione diinformazioni, di conoscenze, mediante cui si passa da una condizione iniziale di massimalibertà con minime informazioni a una condizione finale di minima libertà e massimaconoscenza. Le strategie di gestione del progetto, e di gestione del rischio in modoparticolare, operano all’interno di questo processo intimamente contraddittorio,organizzando un insieme di comportamenti e di strumenti tecnici per anticipare laconvergenza dei due processi antagonistici, agendo sia sulle informazioni che sulledecisioni, per ridurre il rischio di insuccesso.capacità di azione

sul progettolivello di conoscenza

sul progetto

tempo

convergenza accelerata convergenza normale

Figura 2.2: La convergenza del progetto. Fonte: ECOSIP, op. cit., pag. 87

29 ECOSIP, op. cit., pag. 21

Lo schema della fig.2.2 rappresenta l’accelerazione delle convergenze del progetto, checostituisce uno degli obiettivi principali della gestione del progetto e della gestione dellaqualità in particolare, non significa traslare a monte la funzione della decisione: agire odecidere quando l’incertezza è troppo elevata, invece di abbreviare il processo, rischia diallungarlo a causa delle modifiche indotte. Nelle fasi a monte la non-decisione è pagante,dal momento che non blocca il processo di esplorazione delle decisioni, mentre nelle fasia monte al contrario la rapidità delle decisioni prevale sulla raffinatezza delle analisi: ilvalore di questa informazione tardiva sarà in ogni caso debole in relazione ai costi diimmobilizzazione e di obsolescenza.Le strategie di gestione del progetto, e di gestione del rischio in modo particolare, operanoall’interno di questo processo intimamente contraddittorio, organizzando un insieme dicomportamenti e di strumenti tecnici per anticipare la convergenza dei due processiantagonistici, agendo sia sulle informazioni che sulle decisioni, per ridurre il rischio delprocesso di realizzazione.La funzione di direzione del progetto si può definire come la funzione di condurre l’insiemedelle operazioni necessarie allo studio, allo sviluppo e alla realizzazione di un progetto,mediante l’affermazione di un’identità del progetto e la gestione della convergenza delledue variabili della conoscenza e della capacità di azione. L’obiettivo della direzione delprogetto non è dunque la riuscita di una parte del progetto, ma il risultato di tutti gli attoridel progetto, l’ottimizzazione del compromesso globale in funzione dei fini specifici che lesono propri. Gestire la convergenza del progetto vuol dire dare forma e articolare questedue curve fra un lato sinistro in cui non si sa nulla e si può decidere e un lato destro in cuiavviene l’inverso.L’accelerazione delle convergenze del progetto non significa traslare a monte la funzionedella decisione: agire o decidere quando l’incertezza è troppo elevata, invece diabbreviare il processo e di aumentarne l’affidabilità, lo allunga a causa delle modificheindotte e ne incrementa la rischiosità. Nelle fasi a monte la non-decisione è pagante, dalmomento che non blocca il processo di esplorazione delle decisioni, mentre nelle fasi avalle al contrario la rapidità delle decisioni prevale sulla raffinatezza delle analisi: il valoredi questa informazione tardiva sarà in ogni caso debole in relazione ai costi diimmobilizzazione e di obsolescenza.La gestione del progetto stanno dunque in questo equilibrio fra conoscenze e decisioni;per essere affidabile ed efficiente deve tendere:• nella fase di progettazione a sollecitare al massimo l’esplorazione del possibile e la qualità di

queste esplorazioni, innalzando al massimo la conoscenza del progetto, per migliorare lapertinenza delle decisioni di “congelamento” del progetto, ovvero quelle che hanno il minorerischio di essere rimesse in causa successivamente. La competenza degli uomini, leconoscenze sulle relazioni causa-effetto in relazione alle anomalie, le procedure di analisi e diprogettazione, i metodi e gli strumenti di analisi, di simulazione e di controllo sono le risorsecon cui la gestione del progetto migliora le prestazioni del progetto; un primo livello di“congelamento” o la definizione del Piano generale di gestione, che accentua il carattereirreversibile del progetto, è necessario anticiparlo per consentire a ciascun operatore disviluppare il proprio programma, ed è utile ritardarlo il più possibile per mantenere una elevatacapacità di reazione ad avvenimenti imprevisti e renderle le più simultanee possibile.

• nella fase della realizzazione a sviluppare la guida delle operazioni di costruzione con ilcontrollo delle “derive” del progetto sul piano della qualità, dei tempi, dei costi e medianteprocedure di controllo, modelli di soluzione dei conflitti progettati e sistemi di informazioni sulcomportamento del sistema.

I metodi e gli strumenti trovano il loro senso e la loro funzione solo se inseriti e coerenti inun processo decisionale, in una determinata struttura organizzativa, contingentementedefinita in relazione alle specifiche condizioni di sviluppo del progetto: la stessa tecnica dianalisi dei rischi, attuata in una organizzazione centralizzata o in una direzione delprogetto che responsabilizza gli attori alla base, non darà i medesimi risultati.

La natura del processo di evoluzione temporale del progetto e delle conoscenze ciconduce quindi ad distinguere i rischi nelle sue fasi e a distinguere gli strumenti più idonei.Le incertezze, i vincoli e i suoi stessi caratteri distintivi rendono la realizzazione di unprogetto sempre più difficile da raggiungere e rischiosa nei suoi risultati.

1.8 Caratteristiche peculiari dell'organizzazione per progetti nelsettore delle costruzioniIl settore edilizio e tutti i suoi attori conoscono da molto tempo la nozione di progetto, chesi può dire per secoli è stata quasi di competenza esclusiva dei progettisti edili, ma in casirari ha registrato e valutato le conseguenze strategiche e operative determinate dalleevoluzioni delle condizioni ambientali che prima abbiamo descritto e che impongono diripensare in modo significativo il processo: diminuzione e più grande varietà della tagliadelle operazioni, accrescimento delle esigenze in termini di qualità, riduzione delladomanda (particolarmente di quella pubblica) e della parte di nuove costruzioni,inasprimento della concorrenza.A queste dinamiche ambientali devono essere aggiunte alcuni fattori di peculiarità delprogetto edilizio rispetto ad altri settori, peculiarità che richiedono la predisposizione dispecifiche strategie e strumentazioni quali vedremo successivamente.

1.8.1 la relazione progetto-attoreUn primo fattore può essere identificato nel rapportofra il progetto e i singoli attori-imprese che vi partecipano. Per rendere più evidente lapeculiarità per il settore edilizio di questo fattore possiamo esaminare il seguente modellotratto dalla ricerca ECOSIP.

automobile costruzioni farmaceutico

impresa progetto

Figura 5.5: Tipologia dei progetti secondo il rapporto progetto/impresa. Fonte: ECOSIP, op. cit., pag. 71

Nel caso dell'industria automobilistica si ha una configurazione in cui un'attore-impresa è ilpromotore del progetto, è assolutamente dominante rispetti ad altri attori ed è coinvolto inpiù progetti di grande dimensione, tendenzialmente determinanti per la sua sopravvivenza.Per uno sviluppo di un'organizzazione per progetti il problema centrale è l'autonomia e laspecificità dell'organizzazione del progetto in rapporto alle regolazioni ed ai controllipresenti nell'impresa che tendono a strutturare in modo forte l'organizzazione del progetto.Nel caso della industria farmaceutica, si ha un attore-impresa dominante che è ilpromotore del progetto e che gestisce un numero molto elevato di piccoli progetti,relativamente indipendenti gli uni dagli altri, singolarmente non determinanti per lasopravvivenza dell'impresa: i progetti sono maggiormente formalizzati nelle proceduredefinite dalla struttura organizzativa e la loro autonomia del progetto è più ridotta rispettoal settore automobilistico. La minore dimensione strategica ed operativa del progetto

tendenzialmente non richiede un'organizzazione specifica, e le funzioni di direzione egestione del progetto si cumulano spesso con altre.Nel caso delle costruzioni il progetto è al centro delle attività di regolazione e di controllo,ha un'identità più forte, dotata di una personalità giuridica e finanziaria rispetto ai singoliattori-imprese implicate che devono rendere conto alla Direzione del progetto dei lorocomportamenti, quando invece negli altri settori che abbiamo comparato è il progetto cherende conto alla Direzione dell'attore-impresa dominante. Il sistema di attori-imprese che ilprogetto coordina non è un sistema stabile e varia da progetto a progetto.Il progetto è l'occasione, spesso unica, di una specifica cooperazione fra attori-imprese,una relazione di cooperazione tendenzialmente caratterizzata da quella che Thiétard eKoenig in uno studio di organizzazioni per progetti nel settore aeronautico hannocaratterizzato come "organizzazione mutuale o reciproca"30. Nel settore delle costruzioniquando il progetto è di grande dimensione e tendenzialmente innovativo sul piano tecnicoo tipologico o a forte rischio è stato sviluppato secondo il formalismo classicodell'ingegneria: nessuna organizzazione né cultura di un singolo attore-impresa si imponeagli altri e quindi tutti secondo un contratto "forte" devono adottare le "specificazioniorganizzative" del progetto per potersi coordinare correttamente. Il settore dellecostruzioni edili tende a questo modello, ma solo per le operazioni importanti perinnovatività o rischio questo modello è organizzativamente accettabile sul pianodell'efficacia e dell'efficienza. Il settore edilizio e delle costruzioni è caratterizzato anche daun secondo fattore: la scomposizione del progetto in un doppio progetto che vede ilsuccedersi di diversi attori alla sua gestione: lo studio e la concezione a monte el'esecuzione a valle della fase centrale di negoziazione e di selezione degli attori-impresein regime di concorrenza.

1.8.2 La separazione fra concezione ed esecuzione del progettoNel settore edilizio mentre le forme organizzative che caratterizzano la concezione, lanegoziazione, la preparazione e la realizzazione di un'operazione di costruzione sonoanaloghe ad altre attività di progetto, la responsabilità del progetto è scissa in due: si hauna responsabilità della concezione e della definizione tecnica e prestazionale dell'opera amonte della fase di negoziazione, e una responsabilità dell'esecuzione a valle. Il doppioprogetto tecnico e organizzativo caratterizza il processo di produzione del prodotto edilizio,può essere suddiviso in tre grandi fasi, ciascuna caratterizzata da una logica di direzionestrategica ed operativa diversa e dominata da attori-progetto differenti:• la fase di concezione, negoziazione e definizione del prezzo al termine della quale si ha la

definizione degli obiettivi di qualità, costo e tempo e dell'attore (o attori) impresa che si assumecontrattualmente la responsabilità dell'esecuzione;

• la fase di preparazione del cantiere, al termine della quale si ha la definizione delle sceltecostruttive, modi operativi, metodi e delle procedure e dei programmi che consentono diraggiungere gli obiettivi del progetto;

• la fase della realizzazione in cantiere al termine della quale si ha l'opera realizzata secondo lespecifiche di tempo, costo e qualità.

Nella realtà lo sviluppo del progetto è nel suo approccio tradizionale non si costituisce inun processo unitario e coerente, ma in due progetti distinti, sia per gli attori che se neassumono la responsabilità che per i metodi di direzione e di gestione:• il processo a monte, centrato sulla concezione e la negoziazione del prodotto, ha il fine di

tradurre le esigenze dell'utente-committente in un programma e di organizzare la consultazionedelle imprese; è guidato dal committente e dall'architetto/direttore dei lavori;

• il processo a valle, finalizzato alla realizzazione dell'opera, (preparazione, predisposizione deimezzi necessari ed esecuzione di cantiere) sotto vincoli di costo, tempo, qualità, è guidato, in

30 vedi: THIÉTARD R.-A. E KOENING G., Programme aérospatiaux: la stratégie de l'adaptation mutuelle, RevueFrançaise de Gestion, marzo-aprile 1987, n° 62, pagg. 42-53. Vedi inoltre per una trattazione teorica:THOMPSON J. D., Organizations in Action, McGraw-Hill, New York 1967, parzialmente tradotto (cap. 5 e 6 in:FABRIS A., MARTINO F. (a cura di), Progettazione e sviluppo delle organizzazioni, Etas Libri, Milano 1974, pagg.125-146

questo tipo di schema, tradizionalmente dall'impresa di costruzioni. L'organizzazione restalineare, scomposta in fasi separate che si succedono in modo addittivo (separazione raramentesuperata fra preparazione ed esecuzione, scomposizione in lotti tecnici successivi) ed ilcontrollo delle fasi di esecuzione, la loro articolazione e guida, fortemente condizionati dalcontratto di appalto, costituiscono l'impegno principale dell'attore-impresa, che vi individual'area della sua competenza e della sua competitività.

Nell'edilizia in questa seconda fase del processo si assiste spesso ad una rottura in duesottofasi contraddistinte da logiche di comportamento, da strategie e operatività differenti:si ha un processo molto vicino alla "gestione per progetti", ma limitato allo studiodell'offerta, e spesso sconnesso sul piano dell'organizzazione dell'attore da un processo,di "gestione di produzione", finalizzato alla preparazione e all'esecuzione di cantiere.Le grandi imprese di costruzione nei migliori casi razionalizzano la loro produzione intornoad uno schema di impresa generale ed assicurano, in questo quadro, la coordinazione ela guida dell'insieme della realizzazione, intorno ai lotti del rustico e dei completamentilimitandosi ad una "gestione di produzione" debolmente impegnata sulla progettazionedella struttura organizzativa del progetto nella fase dell'esecuzione.Le società di ingegneria sono state in questi anni, non tanto in Italia quanto in altri paesieuropei, le più attente a tentare di introdurre nel progetto edilizio una vera logica digestione per progetti, svolgendo un ruolo che nelle varie esperienze può andare da unasemplice azione di guida delle operazioni a una committenza delegata e fino allaresponsabilità della consegna "chiavi in mano" di grandi progetti.Un esame della relazione fra gli attori e le fasi del progetto consente di individuare i puntipiù deboli della struttura organizzativa tradizionale del processo che generano ledisfunzioni più rilevanti: una disgregazione fra gli attori del progetto e un'assenza ditrasversalità delle funzioni che impediscono il formarsi di una struttura organizzative perprogetto, non permettono di qualificare il progetto tradizionale edilizio come processoglobale di gestione di progetto e si oppongono alle nuove specifiche in termini di qualità,costi e tempi.Le sperimentazioni di gestione del progetto più interessanti, che analizzeremosuccessivamente e che contengono utili indicazioni per la gestione della qualità, tendonoa superare questi punti deboli del processo di gestione del progetto riducendo lo scarto frai due processi e in particolare certe carenze di direzione della parte a monte del progetto.

1.8.3 La scomposizione dell'organizzazione "progetto”La nozione di scomposizione dell'opera da realizzare in sottoprogetti è onnipresentenell'organizzazione dei grandi progetti e corrisponde alla operazione di progettazionestrutturale che consiste nella scomposizione in sottosistemi dell'organizzazione delprogetto. Nei grandi progetti si rileva una tendenza ad utilizzare come criterio unascomposizione tecnica funzionale in sotto-opere identificabili fisicamente, piuttosto che perlotti di compiti definiti per mestieri come invece avviene nei cantieri edili. Nell'industriaaeronautica, in cui la questione della divisione del progetto fra differenti partners non èsuperabile, si ha una scomposizione per sequenze i cui confini tendono a coincidere conle parti del progetto in cui la specificazione delle interfacce è più facile che in altre, neipunti di semplificazione del flusso di informazioni, affidandole ad attori-imprese differentiche se ne assumono la piena responsabilità, pur integrando al loro interno competenzedifferenti.

Figura 2.8: Scomposizione ex ante dell'opera da realizzare in sottoprogetti indipendenti. Fonte: ECOSIP, op.cit., pag. 73

Questo processo è in corso di sperimentazione anche per il settore edilizio e nediscutiamo successivamente nella parte dedicata all'organizzazione per sequenze delcantiere gli elementi utili per la gestione della qualità.Questa scomposizione in sottoinsiemi attraversa però tutto il progetto e comportatendenzialmente una sotto-ottimizzazione dell'opera, contro una concezione integratatenderebbe ad una ottimizzazione più globale.31

Nel settore delle costruzioni l'esistenza di margini di utile operativo consistenti, dovuti aduna ridotta concorrenza sul mercato, e la debole integrazione funzionale dei componentihanno per lungo tempo permesso un funzionamento basato su una attribuzione strettadelle operazioni di costruzione ai mestieri. Nei prossimi anni di fronte ad una probabilecrescita della competizione si dovranno moltiplicare nel settore i tentativi per una più forteintegrazione del processo: sistemi qualità di impresa e soprattutto di progetto, approcciodel costo globale, montaggio delle operazioni, processi globali e concertati, nuovi modi digestione e di controllo delle interfacce, raggruppamento dei lotti in più ampie sequenze dilavori. Lo sviluppo anche nel settore di componenti integrano di più di funzionalità cosache rende inadatta un'organizzazione per coordinazione semplice di mestieri tradizionali.

Figura 5.9: La ricerca di una integrazione più spinta: un processo di scomposizione iterativa. Fonte: ECOSIP,op. cit., pag. 74

Nella figura 5.8 la scomposizione del progetto in sottoprogetti è stabile durante tutto il suosviluppo. La pertinenza della scomposizione può essere rimessa in causa in occasione diuna fase di valutazione intermedia (prova di un prototipo ad esempio): la ricerca diun'integrazione migliore conduce spesso a delle evoluzioni di organizzazione del progettonel corso del suo sviluppo, verificandosi la scomposizione inizialmente prevista incapace a

31 "Un esempio è quello dell'autoradio: la definizione di una interfaccia fisica permette all'impresaautomobilistica di separarsi dall'impresa dell'autoradio per la realizzazione del progetto di una nuovaautovettura, ma se si vuole una migliore integrazione è necessario mettere in atto una procedura di gestionedel progetto che consenta una coordinazione più sofisticata che analizzi e sviluppi differenti configurazioni, divalutare i compromessi e i bilanci, etc." (ECOSIP, op. cit., pag. 72)

trattare certi problemi come esemplificato nella figura 5.9 e successivamente esemplificatonel caso del processo sequenziale.

1.8.4 Il controllo esterno sul progettoFra le diverse organizzazioni progetto sipossono rilevare differenze relative al ruolo e all'importanza del controllo esterno chevincola la direzione del progetto.La struttura organizzativa del progetto edilizio è fortemente condizionata da un contestoregolamentare e giuridico tanto nella fase di concezione e di realizzazione che nelleprocedure di selezione degli attori e nelle funzioni loro attribuite.Il ritardo con cui in Italia ancora non si sono riorganizzate potrà forse essere recuperato inseguito alla nuova legge sugli appalti anche se molti elementi costituiscono un freno allosviluppo di strutture organizzative più efficienti orientate alla direzione del progetto.32ILa configurazione organizzativa tradizionale del progetto è direttamente corrispondentealle fasi definite dalla legge, in particolare per i contratti pubblici: concessione dicostruzione, richieste di offerte, ordini di servizio, capitolati e definizione degli incarichi,obblighi legali di copertura dei rischi.La pratica liberale dei mestieri dell'architettura e il suo campo tradizionale noncorrispondono più completamente alle nuove esigenze del progetto e si assiste ad unospostamento di responsabilità verso altri attori: "l'artigiano del progetto" si vede oggisottoposto alla concorrenza di società di ingegneria, nate da specialisti dell'ingegneriadelle strutture e degli impianti, spesso sviluppatesi in relazione a grandi imprese dicostruzioni civili e meccaniche e attrezzate sul piano organizzativo per gestireun'operazione nel suo insieme, nella sua globalità, dal programma all'esecuzione, e perassicurarne la coordinazione.Infine le costruzioni sono un settore fortemente marcato da una strutturazioneprofessionale in cui dominano molteplici relazioni dicotomiche fra:- la cultura di mestiere degli artigiani e la strategia di razionalizzazione organizzativa deigrandi gruppi;- la pratica dell'architetto e quella dell'ingegnere;- la pratica degli uomini del progetto e degli studi e la pratica degli uomini del cantiere.Queste relazioni condizionano fortemente la configurazione organizzativa tradizionale delprogetto edilizio e sono all'origine delle resistenze allo sviluppo di una logica di gestioneper progetti nel settore.I movimenti recenti conducono le grandi imprese a rivedere il loro modi di interventosull'insieme del processo e a sviluppare delle strategie di tipo 'ensemblières" o globali.33

La successione per addizione delle attività dell'intero processo di edificazione, che resta ilmodello professionale dominante, in particolare fra le piccole imprese, è difficilmentecompatibile con questi approcci, centrati su una più forte integrazione del processo. Ilprocesso sperimentale CBC che presentiamo di seguito è uno dei tentativi per integrare le 32 "In Francia ad esempio le relazioni fra i diversi attori della costruzione sono organizzati contrattualmente, nelquadro di missioni normalizzate di architettura e di ingegneria. Gli elementi di queste missioni segnano così losviluppo del progetto:- allo stadio della concezione: schizzi, APS (Avant-Projet Sommaire), APD (Avant-Projet Détaillé), STD(Spécification Techniques Détaillées), PEO (Plans d'Exécution des Ouvrages);- allo stadio della consultazione delle imprese: DCE (Dossier de Consultation des Entreprises), AMT(Assistance aux Marchés de Travaux);- allo stadio dell'esecuzione: CGT (Contrôle Général des Travaux), RDT (Réception et Décompte desTravaux), DOE (Dossier des Ouvrages Exécutés).La legge sull'Ingeneria e l'Architettura del 1973 che governa la ripartizione delle missioni dei differenti operatoriè almomento attuale rimessa in causa e le difficoltà che segnano l'uscita dei decreti della legge MOP (leggesulla Maîtrise d'Ouvrage Publique del 12 LUglio 1985) che ridefiniscono queste missioni, attestano delle postein gioco che sottostanno alla riorganizzazione delle loro funzioni. Da un altro lato le EN 29000 regolano leimprese che vogliono ottenere una certificazione della loro qualificazione." (ECOSIP, op. cit., pag. 76)33 CAMPAGNAC ELISABETH, BOBROFF JACOTTE, CARO CATHERINE, Approches de la productivité et methodesd'organisation dans les grandes entreprises de la construction, Plan construction et Architecture, Paris, 1990,pag. 11

fasi del progetto, da monte a valle, proponendo un prodotto completo al cliente einstaurando dei nuovi modi di pilotaggio, coordinazione e controllo del progetto.

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fase di concezione senza dialogo con le imprese

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Figura 5.10: Schema di ripartizione delle missioni dei progettisti nel caso dell'ingegneria forte. fonte: PUIGPAULINE (a cura di), Habitat 88, Idées bâties, des méthodes pour construire demain, CSTB-Plan Constructionet Architecture, Paris 1989