Tecniche infermieristiche Confort alberghiero e trasporto materiali biologici h14

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Tecniche infermieristiche Confort alberghiero e trasporto materiali biologici h14

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Tecniche infermieristiche Confort alberghiero e trasporto materiali biologici h14. PRINCIPI DI IGIENE. Per Igiene, si intende il complesso delle norme riguardanti la pulizia e la cura della persona e degli ambienti. - PowerPoint PPT Presentation

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  • Tecniche infermieristicheConfort alberghiero e trasporto materiali biologicih14

  • PRINCIPI DI IGIENEPer Igiene, si intende il complesso delle norme riguardanti la pulizia e la cura della persona e degli ambienti.

    Ligiene nel suo significato pi ampio o pi semplice, mira a mantenere lo stato di salute dellindividuo e della collettivit.

    Il mantenimento dello stato di salute passa attraverso la prevenzione dellinsorgenza e il diffondersi delle malattie.

    A questo scopo vanno individuati i fattori che favoriscono o riducono il diffondersi delle malattie.

  • IL CONCETTO DI SALUTESalute non semplicemente assenza di malattia ma la capacit di mantenere un equilibrio tra le varie dimensioni di un individuo.Quali sono queste dimensioni?

  • DIMENSIONE FISICA la parte pi tangibile perch riferita al funzionamento dellorganismoDIMENSIONE PSICHICA cio la capacit di costruire, elaborare e articolare il pensiero in modo coerenteDIMENSIONE EMOTIVA cio la capacit di gestire con equilibrio le emozioni

  • DIMENSIONE RELAZIONALE la capacit di interagire con gli altri individuiDIMENSIONE SOCIALE importante e fortemente condizionante perch non si pu ritenere e mantenere sano un individuo in un contesto sociale in cui sono presenti problemi sanitari, economici, politici, culturali, ambientali, etnici ecc.DIMENSIONE SPIRITUALE connessa al sistema di valori che caratterizza il modo di concepire lesistenza

  • Per poter prevenire in modo adeguato ed efficace necessario conoscere la storia naturale della malattia1) FASE INIZIALELesordio di una malattia pu essere sintomatico o asintomaticoEsempi di sintomo: febbreesantema (macchie, rossore, pustole sulla pelle)tosseecc.

  • 2) DECORSODopo una fase iniziale la malattia evolve e si manifesta con le sue caratteristiche tipiche in modo acuto, cio immediato, veloce come ad esempio linfluenza o la salmonellosi, oppure in modo cronico cio lentamente, subdolamente es. Epatite B, AIDS, BSE.

  • la cronicizzazione la malattia non guarisce ma, anche se diminuiscono i sintomi, si hanno manifestazioni interne o esterne allorganismo che non guariscono (es. Epatite B, Epatite C, AIDS)la morte spesso le malattie indipendentemente che abbiano un decorso lento o veloce, acuto o cronico, possono portare a morte.

    3) ESITO FINALELa conclusione della malattia pu essere:

    la guarigione la malattia ha fatto il suo corso e non ha lasciato sequele (es. Influenza)

  • LA PREVENZIONE ..Fino alla prima met del 900 le pi importanti patologie erano soprattutto di ordine infettivo contagioso (colera, peste, tubercolosi, ecc)

  • Oggi sono pi rilevanti le patologie di natura cronico/degenerativa, tra cui le malattie dellapparato cardiovascolare (infarto cardiaco, ipertensione, arteriosclerosi, ecc.), le malattie neoplastiche (tumore o cancro) che possono colpire sia organi solidi ( polmone, intestino, ecc.) che non (sangue).

  • Anche se sono stati fatti notevoli passi avanti circa la conoscenza di tutte le patologie, alcune di esse, di rilevante impatto sociale, sono ancora al centro di molti studi poich rimangono al loro riguardo numerosi punti oscuri (es. cancro, AIDS, ecc.).

    ..LA PREVENZIONE.

  • ..LA PREVENZIONE.Se pur con queste limitazioni, oggi, si possono prevenire anche malattie importanti ed anche mortali. Lintervento che viene effettuato diverso a seconda della conoscenza che noi abbiamo della malattia e dal tipo di popolazione che andiamo ad informare.

  • ..LA PREVENZIONE.I punti cardine di questo tipo di prevenzione sono:a) i vaccini con i quali si protegge lindividuo da alcune malattie conosciute(es. poliomielite, difterite, tetano, morbillo, epatite B, ecc.)PREVENZIONE PRIMARIAQuando si interviene prima che la persona si ammali.

    Questa la vera prevenzione. Le azioni possono essere rivolte su due fronti:1) PROTEGGERE ED IRROBUSTIRE LINDIVIDUO

  • ..LA PREVENZIONE.b) le condizioni igieniche ambientali: molto importante in questo caso lattenzione verso: fognature, acquedotti ed il corretto smaltimento dei rifiuti solidi.

    Sono importanti interventi di prevenzione della salute pubblica anche quelli di bonifica di siti inquinati come alcuni insediamenti industriali (es. ETERNIT)

  • c)buona e corretta alimentazione: rispettare sia le condizioni igieniche degli alimenti che il loro apporto calorico pu garantire un ostacolo al contrarre malattie..LA PREVENZIONE.d) ligiene mentale: mantenere quella condizione di serenit che ci mette al riparo da stati di depressione o di estraniazione alla vita sociale che possono favorire labbassamento delle nostre difese immunitarie e quindi favorire linsediamento di malattie organiche.

  • Tutte le volte che possibile si devono allontanare le possibili fonti di contagio o i fattori di rischio che possono determinare una malattia. Se ci non fosse possibile, si devono allontanare le persone dalle fonti inquinanti (es. la persona viene allontanata da lavorazioni nocive oppure viene evacuata una zona residenziale poich vi un pericolo grave di inquinamento ambientale)..LA PREVENZIONE.2) ALLONTANARE LE FONTI O I RISCHI DI MALATTIA

  • ..LA PREVENZIONE.La prevenzione secondaria pu essere attuata ricercando piccoli segnali o indicatori di inizio di malattia. La prevenzione secondaria viene attuata spesso quando non possibile mettere in atto la prevenzione primaria oppure le conoscenze sulla storia naturale della malattia non sono complete. PREVENZIONE SECONDARIA

  • ..LA PREVENZIONE.La prevenzione secondaria si attua attraverso gli screening per patologie molto importanti quali:PAPTEST tumori del collo dellutero e annessi AUTOPALPAZIONE, MAMMOGRAFIA cancro della mammella ESAMI EMATICI PERIODICI ipercolesterolemia, diabete,ecc.CONTROLLO DELLA PRESSIONE ipertensione arteriosaSCREENING DURANTE LA GRAVIDANZASCREENING ALLA NASCITA

  • ..LA PREVENZIONEPREVENZIONE TERZIARIAAlcuni non riconoscono a questo tipo di intervento una vera e propria caratteristica di prevenzione, ma un indirizzo prevalentemente di riabilitazione. Certo che tale attivit pu:minimizzare le complicanze: assunzione di farmaciridurre la disabilita: ginnastica riabilitativa post-interventominimizzare le sofferenze: interventi infermieristico/medico-chirurgiciadattare lutente a nuove condizioni: utilizzo di protesi

  • TRASMISSIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE

  • AGENTEAMBIENTEOSPITELE COMPONENTI NECESSARIE PER LA TRASMISSIONE DELLE MALATTIEINFETTIVE SONO:

  • CHE COSA SI INTENDE PER:Lambiente quella variabile che permette allospite e allagente di incontrarsi e permette la trasmissione della malattia.AMBIENTE Dove lagente e lospite interagiscono

  • OSPITE La persona che ospita lagente e pu trasmetterloLuomo o lanimale che alberga in s il microrganismo patogenoCHE COSA SI INTENDE PER:

  • AGENTE Il microrganismo cio la vera causa di malattiaLa maggior parte delle malattie trasmissibili alluomo sono provocate da batteri e virus e molti di questi hanno luomo come unico ospite. Altri microrganismi sono invece patogeni anche per gli animali ed hanno come serbatoio animali domestici o selvatici.CHE COSA SI INTENDE PER:

  • AMBIENTE

  • LAMBIENTE NATURALE, CON LE SUE COMPONENTI PU DIVENTARE CAUSA DI MALATTIA. ORA ANALIZZEREMO TALI COMPONENTI.LAMBIENTE FISICO

  • LARIALaria lelemento indispensabile alla vita. Pochi minuti senza respirare e si rischiano danni irreversibili e addirittura arrivare alla morte (es. annegamento, arresto respiratorio, ecc.)La composizione dellaria una miscela gassosa formata da:Azoto (N) 78% - Ossigeno (O) 21% - altri gas 1%Tale miscela si trova, con diverse percentuali in base allaltitudine, in tutta latmosfera che circonda la terra.

  • Le funzioni principali dellatmosfera sono: fornire ossigeno indispensabile alla vita di tutti gli animali fornire Azoto e Carbonio per i microrganismi e le piante proteggere dalle radiazioni provenienti dallo spazio (radiazioni ionizzanti o raggi UV) stabilizzare la temperatura a livelli compatibili con la vita...LAMBIENTE FISICO

  • Linquinamento atmosferico sostanzialmente prodotto da due fonti:fonti fisse insediamenti industriali e riscaldamenti urbani

    fonti mobili autoveicoli e mezzi in movimento.Le conseguenze, oltre ai problemi respiratori, sono la formazione di piogge acide e l inquinamento del suolo e delle acque.

  • ..LAMBIENTE FISICO..Per ci che riguarda laria i parametri da conoscere sono:

    - la temperatura- lumidit- la pressione- la velocit dellaria

  • La temperatura normalmente diminuisce con laltezza (1 grado Centigrado ogni 100 metri di altezza).

    Lumidit esprime la quantit di vapore dacqua che vi nellaria in un dato momento; questo valore espresso in percentuale.

  • La pressione si misura con il barometro e varia con laltezza, le variazioni stagionali e meteorologiche. Questo ha particolare importanza per la diluizione degli agenti contaminanti perch le masse daria tendono a muoversi da zone di alta pressione verso zone di bassa pressione.

  • Il movimento dellaria (i venti) anchesso molto importante agli effetti della diluizione degli agenti contaminanti. La rotazione della terra determina i prima istanza i venti a causa del trascinamento dellaria. Ulteriore causa della formazione dei venti il riscaldamento dellaria allequatore e la formazione di aria fredda ai poli.

  • LACQUAE la componente principale del nostro organismo (60%-80% del nostro peso).E la sostanza pi abbondante e diffusa sulla terra. I depositi principali sono rappresentati dagli oceani, dai mari interni e dalle acque di superficie (laghi e fiumi).Lacqua presente, in una certa quantit anche nellaria; determinante per la meteorologia e per la stessa vita sul nostro pianeta.

    ..LAMBIENTE FISICO..

  • Il fabbisogno idrico nelluomo adulto si pu quantificare in circa2,5 litri/giorno. A questa quantit si deve aggiungere la quota di acqua per esigenze igienico-sociali (circa 200 litri/giorno) e per lirrigazione delle campagne e il mantenimento degli allevamenti animali (circa 100 litri/giorno).

    Lapprovvigionamento avviene con difficolt poich la maggior parte dellacqua disponibile salata (97%) ed il restante formata, prevalentemente, dai ghiacciai (2,5%). Soltanto lo 0,5% utilizzabile come potabile soprattutto da falde profonde molto spesso inquinate.

  • ..LAMBIENTE FISICO..RETE FOGNARIASi distinguono due tipi di fognature: statica e dinamicaFognatura statica (ferma) costituita da pozzi neri, fosse biologiche che dovrebbero andare ad esaurimento; pericolo per il possibile inquinamento delle acque profonde.

    Fognatura dinamica (in movimento) costituita da acque nere che vengono raccolte dalle abitazioni domestiche o collettive (es. caserme, ospedali, scuole, ecc.). Le acque bianche invece vengono raccolte dalle superfici scoperte come tetti, strade oppure dai toretti della citt.

  • IL SUOLOIn superficie ed al suo interno avvengono probabilmente, i pi importanti processi per la vita delluomo e dellambiente. La maggior fonte di inquinamento di questa parte del nostro pianeta rappresentata dai rifiuti solidi urbani, seguita ai liquidi che si producono, attraverso il deposito di rifiuti, e che penetrano nel sottosuolo inquinandolo in profondit.La quantit di rifiuti urbani prodotta annualmente in Italia di oltre 26 milioni di tonnellate con valore medio di 450 Kg/abitante a cui bisogna aggiungere circa 35 milioni di tonnellate di rifiuti industriali...LAMBIENTE FISICO..

  • Tale quantit di rifiuti viene smaltita con vari metodi:1) Discarica controllatapurtroppo rappresenta una minoranza poich sono soprattutto abusive con grave e pericoloso impatto ambientale.2) Incenerimentonegli anni 60-70 sembrava aver risolto il problema dei rifiuti solidi, ma si rivelato come un inceneritore potesse inquinare zone anche lontane dal sito, con la possibile produzione di forti inquinanti come la Diossina.3) CompostE la trasformazione della frazione organica, dei rifiuti, in fertilizzante. Soluzione interessante ma spesso si rischia se la parte organica non pura e sicura, di apportare sostanze dannose al terreno con rischi infettivi e chimici4) Riciclaggio soprattutto di carta, plastica e vetro.5) Scarico in marePurtroppo una pratica di uso comune, sicuramente dannosa,ne consegue un inquinamento delle acque e delle coste con riflussi a riva dei materiali non degradabili...LAMBIENTE FISICO..

  • ..LAMBIENTE FISICO..IL CLIMAPossiamo sintetizzare dicendo che linsieme delle condizioni atmosferiche che caratterizzano una regione.

    Ovviamente pu variare molto a seconda della posizione geografica in cui ci si trova (nord, sud, altitudine, ecc.)

  • MICROCLIMA o ARIA INDOOR o ARIA INFRAMURALE

  • MICROCLIMAINSIEME DEI COMPONENTI CHIMICI E FATTORIFISICI CHE CARATTERIZZANO LARIA DEGLIAMBIENTI CONFINATIdefiniscono uno stato di COMFORT (benessere)individuale e collettivoComposizione chimica dellaria indoor: 78% Azoto 21% Ossigeno 0,03 Anidride Carbonica 0,07 tracce di altri gas inerti, vapore acqueo, et

  • FATTORI FISICIStrettamente correlati alla tipologia costruttiva delledificio, allampiezza dellambiente, allapresenza di finestre in numero adeguato, al ricambio naturale dellaria temperatura dellaria (T) calore radiante umidit relativa (UR) movimento dellaria (v)

  • FATTORI FISICITEMPERATURA dellaria (T) Dovrebbe rimanere costante

    CALORE RADIANTE quota di calore che mediante ondeelettromagnetiche si trasmette da un corpo pi caldo ad uno pifreddo senza intermediazioni. Leffetto radiante complessivo in un ambiente dipende da elementi presenti nellambiente stesso: persone, pareti, pavimenti, macchinari, etc. devessere trascurabile o assente (t = 2)

    MOVIMENTO DELLARIA (v) Favorisce la perdita di caloredal corpo umanocondizioni di umidit e temperatura mal sopportate con ariaimmota, sono ben tollerate con una adeguata ventilazione!

  • FATTORI FISICIUMIDIT RELATIVA (UR) importante sia per lo stato di comfort ambientale, sia perch se si discosta troppo dal range di normalit pu favorire linsorgenza di malattie infettive e noninfettive. Dipende da:livello igrometrico esterno,quota prodotta dalle persone presenti nellambiente (una persona a riposo emette circa 5 g/h di vapore acqueo),umidit delle pareti delledificio

  • dal benesseretermoigrometrico albenessere ambientaleAggiunge altri due fattori

    Illuminazione (pu essere naturale, data dalle finestre che devono avere una superficie corrispondente ad 1/7 del pavimento; o artificiale attraverso lampade a fluorescenza o a incandescenza.

    Lintensit della luce deve essere rapportata allattivit delle persone presenti in quellambiente.

    Rumore

  • MODIFICAZIONI IN NEGATIVO DEL MICROCLIMA

    VIZIATURA INQUINAMENTO

  • VIZIATURAALTERAZIONE DELLORIGINARIO STATO DI BENESSEREAMBIENTALE (COMFORT) DOVUTA A MODIFICAZIONE DEIPARAMETRI FISICI E CHIMICI.

    dovuta alluso degli ambienti confinati da parte di una utenzanumerosa e/o per un lungo periodo di tempo

    Possibili conseguenze sulluomo:Diminuzione rendimento lavorativoAumento incidenti ed infortuni (fino al 30-50% in pi)MalessereDisturbi tipici del collasso da calore (congestione, tachicardia,cefalea, depressione psichica, lipotimia).

  • Fonti di viziaturaUomo e sue attivitAffollamentoigiene corpo e abitistati morbosiabitudini alimentarifunzionalit alcune ghiandoleattivit svoltaStrumenti e oggetti duso presenti

    Effetto: T, UR, produzione di odori molesti

  • IL MICROCLIMAIl microclima viene definito come il complesso delle caratteristiche di un determinato ambiente confinato.Queste caratteristiche sono:- Fisiche (la temperatura, lumidit,la pressione, la velocit dellaria)- Chimiche (presenza di sostanze chimiche possibili inquinanti : solventi, amianto, fumo di sigaretta, attivit di cucina)- Microbiologiche (presenza di microrganismi con possibilit di sviluppo di germi patogeni attraverso laffollamento dei locali)- Illuminazione (pu essere naturale, data dalle finestre che devono avere una superficie corrispondente ad 1/7 del pavimento; o artificiale attraverso lampade a fluorescenza o a incandescenza.Lintensit della luce deve essere rapportata allattivit delle persone presenti in quellambiente.

  • Sono quelle condizioni ambientali ostili ai microrganismi che ne limitano lo sviluppo. Normalmente nellambiente esterno il microrganismo muore o se in grado di sopravvivere, difficilmente si riproduce...LAMBIENTE FISICO..FATTORI DI AUTODEPURAZIONE NATURALE(DISINFEZIONE NATURALE)

  • I fattori di autodepurazione sono:- essiccamento il microrganismo muore- diluizione diminuzione della carica batterica- sedimentazione minore quantit di germi sospesi nellaria- raggi ultravioletti (componenti dei raggi solari) ottimi battericidi-antagonismo biologico scarsa sopravvivenza di alcuni microrganismi rispetto ad altri

  • OSPITE

  • LOSPITELospite la seconda componente necessaria per la trasmissione della malattia. Lospite luomo o lanimale che ha in se il microrganismo e pu trasmetterlo ad unaltra persona o animale.

  • LOSPITELospite per essere in grado di ricevere, quindi di far penetrare, attecchire ( cio il microrganismo trova un luogo dove stabilirsi) e moltiplicarsi (aumentare il suo numero) deve essere suscettibile.

  • LOSPITEPer essere un ospite suscettibile occorre che la persona o lanimale agevoli tutte le fasi di sviluppo del microrganismo.

  • LOSPITELa persona pu ostacolare la penetrazione del microrganismo: mantenendo la pelle curata e senza ferite, lavandosi bene le mani ogni volta che si contaminano; evitando luoghi affollati e chiusi adottando delle sane abitudini di vita (es. non bere, non fumare, non drogarsi, ecc.).

  • LOSPITELattecchimento e lo sviluppo del microrganismo avvengono perch il nostro sistema immunitario insufficiente per ostacolare i germi che possono essere molto forti o molto numerosi.

  • LOSPITEIl nostro sistema immunitario condizionato da molti fattori come la somministrazione di terapie immunodepressive (es. cortisone, antitumorali, ecc.); oppure dal nostro stato di nutrizione o protezione del nostro corpo nei confronti degli agenti esterni (si mangia poco, non corretto lapporto nutrizionale oppure il nostro abbigliamento non adatto al clima in cui ci troviamo, cio siamo poco, troppo o mal coperti)

  • Tuttequeste e altre condizioni fanno si che lospite, che normalmente viene a contatto con milioni di microrganismi senza che questi penetrino, si sviluppino e si moltiplichino, si trovi in condizioni favorevoli (ospite suscettibile) nei confronti di un determinato microrganismo e che lincontro provochi la malattia.LOSPITE

  • DIFESE DELLOSPITELe difese che lindividuo mette in atto quando viene aggredito da germi patogeni sono sostanzialmente di due tipi:1) difese aspecifiche (sono immediate e contro chiunque aggredisca)Di queste fanno parte la cute che, se integra, non permette il passaggio dei germi, alcune sostanze particolari che si trovano in alcuni organi (occhi, bocca, stomaco, ecc.) possono ostacolare la penetrazione e lo sviluppo.LOSPITE

  • DIFESE DELLOSPITE2) difese specifiche (sono normalmente pi lente e specifiche su un tipo di germe)Questo tipo di protezione viene effettuata con i vaccini, oppure con la siero profilassi (somministrazione di anticorpi gi formati).

  • LAGENTE

  • GeneralitI microbi, germi, microrganismi, ecc. sono nomi generici che identificano organismi viventi di piccolissime dimensioni, molto semplici, costituiti da pochi elementi. Molti di questi microrganismi, una volta penetrati, possono moltiplicarsi e con le tossine prodotte danneggiare lorganismo che li ospita (ospite). LAGENTE

  • LAGENTELa velocit con la quale possono manifestare la loro presenza spesso dovuta alla loro qualit (germi molto forti molto invasivi e patogeni) e alla loro quantit (carica microbica).I microbi che sono in grado di provocare malattie sono detti patogeni.

  • Oltre ai germi patogeni, capaci di provocare malattie alluomo, agli animali ed alle piante, esistono numerosi germi non patogeni che vivono sia nellorganismo umano che nellambiente.Alcuni di questi germi fanno parte della flora batterica dellindividuo e non solo sono utili ma addirittura indispensabili per lequilibrio del metabolismo umano (formazione di vitamine, digestione alimentare,ecc.). LAGENTE

  • LAGENTEQuesta distinzione netta, tra germi patogeni e batteri facenti parte della flora batterica non sempre assoluta.Alcuni germi presenti sulle mucose (intestino, bocca, vagina, ecc.) e sulla pelle, possono, in particolari circostanze (paziente ricoverato in Ospedale, paziente sottoposto ad intervento chirurgico, ricoverato in reparti a rischio come la rianimazione, in terapia con farmaci particolari) possono incattivirsi (virulentarsi) per rottura dellequilibrio del sistema e provocare la malattia. Questi germi vengono detti opportunisti.

  • CATENA EPIDEMIOLOGICA

  • LA CATENA EPIDEMIOLOGICA

    La catena epidemiologica rappresenta quella serie di eventi concatenati che permettono la trasmissione del germe tra: un ospite suscettibile che si ammalato di una malattia infettiva e contagiosa

    e un altro ospite suscettibile

  • LA CATENA EPIDEMIOLOGICALa trasmissione pu avvenire Direttamente cio senza intermediariEs. baci, rapporti sessuali

  • LA CATENA EPIDEMIOLOGICA mediante vettori (componenti animate).mediante veicoli (componenti inanimate)Indirettamente

  • LA CATENA EPIDEMIOLOGICALinfezione rappresenta il risultato della penetrazione nellorganismo di un agente patogeno. Le conseguenze della lotta tra lagente infettivo e le difese dellorganismo ospite possono essere molto variabili.

  • LA CATENA EPIDEMIOLOGICAIn altri casi vi pu essere lo sviluppo di una malattia conclamata con segni e sintomi importanti. Nella maggior parte dei casi non si ha sviluppo di malattia.In altre situazioni si verifica una condizione patologica lieve e con leggeri sintomi.

  • Questa continua e costante variabilit dovuta principalmente alla diversa rispondenza che ogni singolo individuo ha verso un attacco di un agente esterno.LA CATENA EPIDEMIOLOGICA

  • LA CATENA EPIDEMIOLOGICANella trasmissione delle malattie infettive le variabili che vengono considerate sono:qualit e quantit del germe (tipologia e carica microbica)stato di benessere dellindividuocondizioni ambientali

  • La trasmissione di un agente infettivo implica il riconoscimento di un punto di partenza della catena degli eventi che portano allinsorgere della malattia infettiva.

    Tale punto viene definito:SERBATOIO DI INFEZIONESORGENTE O FONTE DI INFEZIONELA CATENA EPIDEMIOLOGICA

  • SERBATOIO DI INFEZIONEE luomo o lanimale, dove il microrganismo vive e si moltiplica e pu essere trasmesso ad altro uomo o animale. In alcuni casi lambiente con la presenza di germi molto resistenti(es. spore del tetano). Se il microrganismo crea nellindividuo solo le condizioni di serbatoio di malattia si dice che levento non contagioso poich il germe non pu essere trasmesso ad un altro ospite per vie naturali.

    LA CATENA EPIDEMIOLOGICA

  • LA CATENA EPIDEMIOLOGICASORGENTE DI INFEZIONELuomo o lanimale che ospitano il germe e che possono eliminarlo allesterno.Molto spesso, sorgente e serbatoio coincidono.Leliminazione allesterno di un germe patogeno da parte di un ospite infetto indispensabile per la trasmissione della malattia

  • VIE DI ELIMINAZIONE VIA RESPIRATORIAi microrganismi vengono eliminati sotto forma di goccioline attraverso la respirazione, la tosse , gli starnuti, ecc.(influenza, raffreddore, pertosse, TB polmonare, meningite, ecc.) VIA INTESTINALECon le feci vengono eliminati germi patogeni (vibrione del colera, virus della poliomielite, virus dellepatite A, ecc.) VIA GENITO-URINARIAleliminazione di agenti patogeni attraverso le urine non rappresenta un evento molto frequente (es. TB renale).Le secrezioni degli organi genitali possono dar luogo a malattie a trasmissione sessuale (es. sifilide, AIDS, Epatite C, ecc.)

  • VIA CUTANEAi germi vengono eliminati attraverso le lesioni cutanee presenti durante le malattie esantematiche (es. varicella), micosi cutanee o da lesioni profonde che fistolizzano allesterno (es. pus) VIA PLACENTAREAttraverso questa via di eliminazione la madre affetta da una malattia infettiva la trasmette allembrione (es. rosolia, toxoplasmosi, ecc.)VIE DI ELIMINAZIONE

  • VIE DI PENETRAZIONE VIA CUTANEALa cute se integra costituisce un naturale e valida barriera allingresso dei microrganismi.Lingresso pu avvenire attraverso le lesioni, le punture degli insetti, il morso o il graffio di animale VIA MUCOSALe mucose delle vie respiratorie, apparato digerente, apparato genito-urinario, congiuntiva, ecc. costituiscono la principale porta dingresso per germi patogeni poich sono particolarmente vulnerabili, anche se dotate di alcuni fattori di difesa. VIA PLACENTAREDallorganismo materno a quello fetale attraverso la placenta

  • PERIODO DI INCUBAZIONECorrisponde al tempo necessario perch il germe penetri, attecchisca e si moltiplichi fino al momento in cui il suo numero sufficiente a produrre segni o sintomiE lintervallo di tempo che intercorre tra il contatto con un agente infettivo e la comparsa del primo segno o sintomo di malattia infettiva

  • La durata del periodo di incubazione varia in relazione a:Carica microbica = pi germi ci sono e pi velocemente si sviluppanoVirulenza del germe = pi il germe cattivo cio virulento pi velocemente c sviluppo di malattiaRisposta immunitaria dellospite = pi le difese sono deboli e pi si creano le condizioni ideali per lo sviluppo del germePERIODO DI INCUBAZIONE

  • LE DIFESE DELLOSPITEPossono essere di due tipi:DIFESE ASPECIFICHEsono dei meccanismi attivi verso una vasta gamma di microrganismiDIFESE SPECIFICHEsono dei meccanismi attivi verso specifici microrganismi

  • DIFESE ASPECIFICHESECREZIONIalcuni organi producono sostanze in grado di ostacolare la penetrazione dei germi (es. lisozima presente nelle lacrime, acido cloridrico presente nei succhi gastrici)

    Sono identificabili in:CUTE E MUCOSE quando queste barriere anatomiche sono integre rappresentano la prima difesa dellorganismo

  • DIFESE ASPECIFICHERISPOSTA INFIAMMATORIAIn caso di piccole ferite con punte o taglienti, o escoriazioni della cute, lorganismo mette in atto delle difese locali. Laumento della temperatura locale o la presenza di gonfiore della parte dimostrano la presenza di una attivit di difesa da parte dellospite nei confronti di microrganismi invasoriANTAGONISMO BIOLOGICOMeccanismo di difesa messo in atto dalla flora batterica presente in molti organi (es. cute, rinofaringe, genitali, intestino) che in uno stato di equilibrio si oppone alla presenza di germi patogeni.

  • DIFESE SPECIFICHEIl meccanismo di difesa specifico si basa su un sistema di riconoscimento del germe da parte del sistema immunitario dellospite.Il sistema immunitario riconosce parti del germe ANTIGENI e produce nei loro confronti degli ANTICORPI

  • Questo tipo di difesa pu essere:ATTIVA lospite produce da s gli anticorpi attraverso il sistema immunitario

    A sua volta questa difesa attiva pu essereNATURALE lospite si ammala e forma anticorpi specifici contro il microrganismo responsabile di quella malattia

    ARTIFICIALE (VACCINI) non si verifica la malattia ma si induce lorganismo dellospite a formare anticorpi specifici introducendo parti del microrganismo o esso stesso ucciso o attenuato. Solo per le malattie per cui disponibile il vaccino.

  • Questo tipo di difesa pu essere:PASSIVA lospite assume anticorpi gi formati

    A sua volta questa difesa passiva pu essere NATURALE durante la gravidanza il bambino assume passivamente gli anticorpi della madreARTIFICIALE assunzione di anticorpi gi formati in casi di emergenza (epatite B, tetano, ecc)

  • LE INFEZIONI OSPEDALIERE

  • LE INFEZIONI OSPEDALIEREPer essere tali devono avere le seguenti caratteristiche:Insorgere durante il ricovero in OspedaleNon essere manifeste al momento del ricoveroNon essere in incubazione al momento del ricoveroInsorgere anche dopo le dimissioni dallospedale

  • Nel 1800 F. Nightingale pioniera della professione infermieristica diceva che . la pi grande umiliazione per un Ospedale essere allorigine di una malattia infettiva o vedere linfezione propagarsi.

    LE INFEZIONI OSPEDALIERE

  • LE INFEZIONI OSPEDALIERENello stesso periodo un chirurgo di nome Semmelweis not che se i colleghi si fossero lavati le mani, passando dal tavolo autoptico alla sala parto, sarebbero morte meno partorienti.

  • LE INFEZIONI OSPEDALIERENel 1940 circa vi fu la scoperta dei farmaci considerati miracolosi: gli antibiotici.

  • LE INFEZIONI OSPEDALIEREArrivando ai giorni nostri, nel 1983 in Italia da parte dellIstituto Superiore di Sanit (il pi importante organo tecnico-scientifico del Servizio Sanitario Nazionale) con uno studio sulle I.O., descrisse la situazione di 143 Ospedali pubblici, studiando 34.577 pazienti

  • LE INFEZIONI OSPEDALIEREDallo studio emerse che il 19,3% dei pazienti esaminati soffrivano di uninfezione e tra questi il 6,8% si trattava di infezioni ospedaliere mentre il restante 12,5% di infezioni comunitarie

  • LE INFEZIONI OSPEDALIERELa pi alta percentuale di I.O. stata riscontrata nei reparti di: Terapia intensiva (es. rianimazione, centri trapianto, ecc.) Geriatria Chirurgia Ortopedia

  • LE INFEZIONI OSPEDALIERELe localizzazioni pi diffuse sono:Urinarie (IVU) circa il 40%Respiratorie circa il 15%Ferita chirurgica (ISS) circa il 15%Batteriemie (infezioni del sangue)circa il 5%Piaghe da decubito circa il 5%

  • LE INFEZIONI OSPEDALIERESe si affronta il discorso in termini di costi, lindagine citata, ha reso evidente che ogni anno in Italia 600.000 pazienti ricoverati contraggono una I.O.Il costo di queste I.O. si aggira sui 500 milioni di euro allanno in termini di: Degenza supplementareFarmaci, interventi aggiuntivi, personale, ecc.

  • LE INFEZIONI OSPEDALIERESecondo recenti stime, elaborate sulla base di esperimenti statunitensi, sarebbe possibile ottenere in Italia la riduzione delle infezioni secondo il seguente prospetto:Inf. vie urinarie - 40%Inf. ferita chirurgica - 30%Inf. respiratorie- 20%Batteriemie- 10%

  • LE INFEZIONI OSPEDALIERELa riduzione sarebbe possibile adottando semplici misure di controllo della diffusione come ad esempio il corretto lavaggio delle mani

  • LE INFEZIONI OSPEDALIEREIl controllo delle infezioni ospedaliere si pu attuare attraverso:Corrette procedure assistenzialiDisinfezione/sterilizzazioneBuon uso degli antibioticiIsolamentiEducazione sanitaria

  • LA DISINFEZIONE

  • LA DISINFEZIONELa disinfezione linsieme delle misure attuate al fine di ridurre a livello di sicurezza il numero di microrganismi presenti su una superficie o nellambiente.Si parla di DISINFEZIONE se queste misure vengono attuate su una superficie o su uno strumento;

    si parla di ANTISEPSI se le stesse vengono effettuate su un tessuto vivente (es. la cute)

  • LA DISINFEZIONEDISTRUZIONE D TUTTI I MICRORGANISMI PATOGENI ESCLUSE LE SPORE E PARTE DEI SAPROFITI

  • LA DISINFEZIONELa disinfezione pu essere distinta in tre diversi livelli: DISINFEZIONE A BASSO LIVELLO: consente di eliminare un consistente numero di batteri, alcuni virus e alcuni miceti. Non per in sufficiente a garantire leliminazione di batteri particolarmente resistenti.DISINFEZIONE DI MEDIO LIVELLO: con essa si riesce ad eliminare un numero ancora maggiore di batteri, la maggior parte dei virus e dei miceti.DISINFEZIONE AD ALTO LIVELLO: permette di ridurre ad una percentuale molto bassa la presenza di batteri. Molto bassa, ma non a zero perch le spore resistono

  • LA DISINFEZIONEIl risultato del processo di disinfezione si ottiene attraverso luso di sostanze chimiche i DISINFETTANTI e gli ANTISETTICI

  • I DISINFETTANTIDISINFETTANTE = sostanza ad azione germicida destinata ad essere utilizzata su materiali o oggettiANTISETTICO = sostanza ad azione germicida caratterizzata da bassa tossicit e da assenza di effetti irritanti indicata per lapplicazione su tessuti viventi

  • USO DEI DISINFETTANTI Nessun disinfettante pu essere efficace se impiegato su materiali oppure oggetti non puliti. La sporcizia protegge i microrganismi impedendo al disinfettante di raggiungerli e di svolgere la sua azione. Le soluzione acquose di disinfettante ed in misura minore anche quelle alcoliche possono essere contaminate da microrganismi.

  • USO DEI DISINFETTANTI3) I contenitori dei disinfettanti devono essere etichettati. Letichetta deve riportare il nome del disinfettante, la concentrazione, luso cui destinato, la data di preparazione, la data di scadenza del flacone chiuso ed uno spazio dove segnare la data di scadenza una volta aperta la confezione. 4) Si devono evitare operazioni di TRAVASO dei disinfettanti in altri contenitori, inoltre evitare il RABBOCCO.

  • USO DEI DISINFETTANTI5) Tutti i disinfettanti, se usati in modo improprio rispetto alle indicazioni duso, possono determinare effetti indesiderati, di tossicit sul paziente e/o sulloperatore e danni pi o meno rilevanti sui materiali.

    6) Usare flaconi di piccole dimensioni, di capacit inferiore a 500 ml e forniti di dosatore (dispenser, nebulizzatore, ecc.)

  • USO DEI DISINFETTANTI7) Richiudere il flacone immediatamente dopo luso e conservarlo tappato (non usare tappi di sughero o di cotone).

    8) I disinfettanti, in particolare se in soluzione acquosa, devono essere utilizzati entro 7-10 giorni dallapertura del flacone.

  • USO DEI DISINFETTANTI9) Loperatore durante luso dei disinfettanti, deve evitare che lapertura del flacone venga a contatto diretto con le mani o con qualsiasi materiale (cotone, garze, cute o mucose del paziente) 10) Se vi fosse una fuoriuscita di un certa quantit di soluzione che cola lungo il flacone necessario asciugarlo immediatamente.11) La conservazione dei disinfettanti deve avvenire lontano da fonti di calore e dalla luce.

  • FATTORI CHE CONDIZIONANO LATTIVITA DEL DISINFETTANTE/ANTISETTICOLA CONCENTRAZIONE DUSO (il prodotto deve essere usato con le concentrazioni che il ,produttore indica poich soluzioni diverse possono essere inefficaci o addirittura dannose)IL TEMPO DI CONTATTO( occorre che il disinfettante abbia il tempo di agire. A seconda del prodotto i tempi possono variare da 30 secondi ad alcune ore)LA CARICA MICROBICA(lefficacia dellazione del disinfettante inversamente proporzionale alla quantit di germi presenti)LA SPECIE MICROBICA(alcune specie batteriche sono pi resistenti delle altre allazione del disinfettante es. TBC, spore di Clostridium Difficile, ecc.)

  • FATTORI CHE CONDIZIONANO LATTIVITA DEL DISINFETTANTE/ANTISETTICOLA TEMPERATURA DUSO(seguire le istruzioni sulletichetta; normalmente la temperatura di utilizzo quella ambientale. In alcuni casi vi sono specifiche indicazioni su quando e come utilizzare con altre temperature)LA NATURA DEL MATERIALE DA TRATTARE( certamente una superficie liscia pi facilmente disinfettante rispetto alla presenza di anfratti, rientranze o nicchie)LA PRESENZA DI SOSTANZE INATTIVANTI(oltre ai germi, la soluzione disinfettante pu venire alterata e quindi resa meno efficace dalla presenza di saponi o dalla durezza dellacqua)

  • QUALE DISINFEZIONE PER QUALI MATERIALIDecidere che tipo di disinfezione effettuare e quali sostanze usare dipende dalla criticit del materiale che deve essere trattato.Per criticit si intende la potenzialit di un materiale, se non correttamente trattato, di favorire la diffusione di microrganismi.Tale potenzialit pu essere maggiore o minore in relazione alluso a cui destinato il materiale

  • CARATTERISTICHE DEI DISINFETTANTISPETTRO DAZIONE

    EFFICACIA

    EFFETTI DANNOSI O INDESIDERATI

    COSTO

  • CLOREXIDINALIVELLO DI ATTIVITA BASSOUSATA PER LANTISEPSI DI MANI,MUCOSE E CUTE LESA, PER LA FORTE AFFINITA PER LA CUTE E LA BASSA TOSSICITASI CONTAMINA FACILMENTE

    INDICAZIONI DUSO: LANTISEPSI DI MANI,MUCOSE E CUTE LESA

  • COMPOSTI A BASE DI AMMONIO QUATERNARIOLIVELLO DI ATTIVITA BASSODATO LELEVATO NUMERO DI INFEZIONI COVUTE A CONTAMINAZIONE DEL PRODOTTO SE NE SCONSIGLIA LUSO COME ANTISETTICI PER CUTE E TESSUTISONO POTENZIATI IN SOLUZIONE ALCOOLICA AL 70%HANNO BASSA TOSSICITAFACILITA DUSOOTTIMI COME DETERGENTI

    INDICAZIONI DUSO: DETERSIONE DI SUPERFICI AMBIENTALI

  • ALCOOLILIVELLO DI ATTIVITA INTERMEDIO BASSOUTILIZZATI ALOOL ETILICO E ISOPROPILICO IN SOLUZIONE ACQUOSA AL 70%SCARSO POTERE DI PENETRAZIONEMANCANZA DI AZIONE RESIDUAINFIAMMABILI,CORROSIVI SUI METALLI,VOLATILI,INATTIVATI DA MATERIALE ORGANICO,DANNEGGIANO LE MONTATURE IN GOMMAINDICAZIONI DUSO: ANTISEPSI DELLA CUTE INTEGRA, DISINFEZIONE DI OGGETTI NON CRITICI, DETERSIONE/DISINFEZIONE DI BASSO LIVELLO DI SUPERFICI AMBIENTALI

  • DERIVATI DELLO IODIOLIVELLO DI ATTIVITA INETRMEDIOUSATI SOLUZIONI ALCOOLICHE (ALCOOL IODATO,TINTURA DI IODIO)LO IODOFORO PIU UTILIZZATO E IL POVIDONE IODIO CHE NON MACCHIA ED E RELATIVAMENTE ATOSSICO E NON IRRITANTE

    INDICAZIONI DUSO: ANTISAPSI DI CUTE INTEGRA,CUTE LESA E DELLE MUCOSE DIFINZEZIONE DI OGGETTI NON CRITICI O SEMICRITICI DIFINFEZIONE AMBIENTALE

  • PEROSSIDO DI IDROGENOLIVELLO DI ATTIVITA INTERMEDIO-ALTOCONCENTRAZIONE DUSO: 3%LAZIONE OSSIDANTE E LEGATA AL RACHIDE IDROSSILICO LIBERO

    INDICAZIONE DUSO: DETERSIONE DI PICCOLE FERITE

  • COMPOSTI DEL CLOROLIVELLO DI ATTIVITA ALTOUTILIZZATI IPOCLORITO DI SODIO DI CALCIOI CLORAMINAPOSSONO AVERE AZIONE CORROSIVA SUI METALLIPOSSONO ESSERE INATTIVATI DA PARTE DI MATERILAE ORGANICOHANNO RELATIVA INSTABILITA

    INDICAZIONI DUSI: ANTIISEPSI DI CUTE INTEGRA E LESA, DIFINFEZIONE DI OGGETTI NON CRITICI E SEMICRITICI DIFINFEZIONE AMBIENTALE,DECONTAMINAZIONE DI SANGUE

  • GLUTARALDEIDELIVELLO DI ATTIVITA ALTONON ESERCITA AZIONE CORROSIVANON CAUSA LA COAGULAZIONE DI SOSTANZE PROTEICHESOSTANZA TOSSICA, IRRITANTE SENSIBILIZZANTERESPONSABILE DI DERMATITI DA CONTATTO, CONGIUNTIVITI,IRRITAZIONE DELLE MUCOSE DELLE PRIME VIE RESPIRATORIE,SINUSITI,ASMA,NAUSEA VOMITO,CEFALEA

    INDICAZIONI DUSO: DA 20 MIN AD ALCUNE ORE (SPORE) PER STRUMENTI SEMICRITICI NON PROCESSABILI CON IL CALORE

  • IL LAVAGGIO DELLE MANIPer igiene delle mani si intende un insieme di azioni che hanno lobiettivo di rimuovere, ridurre o distruggere i microrganismi presenti sulla cute delle mani. Comprende il lavaggio sociale, con antisettico, lantisepsi alcolica (frizione) e il lavaggio chirurgico.

  • CATEGORIE DI EVIDENZANella dispensa in alcuni casi riportato il livello di evidenza scientifica delle raccomandazioni, secondo la classificazione proposta dai CDC (1998)

    CATEGORIEINDICAZIONII AMisure fortemente raccomandate per tutti gli ospedali e sostenute da studi sperimentali ed epidemiologici ben disegnatiI BMisure fortemente raccomandate per tutti gli ospedali e considerate efficaci da esperti nel settore e dallHospital Infection Control Practices Advisory Committee (HICPAC)I CMisure richieste da leggiIIMisure suggerite per ladozione in molti ospedali. Tali raccomandazioni sono sostenute da studi clinici o epidemiologici, da un forte razionale teorico o da studi definitivi applicabili ad alcuni, ma non a tutti gli ospedaliQUESTIONE IRRISOLTA

  • FLORA TRANSITORIA = Costituita da microrganismi contaminanti (es. Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa, Serratia spp.)che tendono a non moltiplicarsi sulla cute. Questi batteri possono essere dotati di elevata patogenicit e sono causa della maggior parte delle infezioni ospedaliere. La flora transitoria si rimuove facilmente con ladozione di un corretto lavaggio delle mani. ** FLORA RESIDENTE = Composta da organismi normalmente presenti sulla cute (es. Staphylococcus aureus, Stafilococchi coagulasi negativi, Acinetobacter spp, Microcuccus spp). Possiede basso potenziale patogeno, a meno che non sia introdotta nellorganismo attraverso traumi o dispositivi medici (es. cateteri venosi). La flora residente, proprio perch tale, difficile da rimuovere mediante frizione meccanica

    TIPOLOGIAOBIETTIVOPROCEDURALAVAGGIOSOCIALEEliminare lo sporco visibile e rimuovere la flora transitoria* Energico sfregamento di tutte le superfici cutanee delle mani con un normale sapone, seguito dal risciacquo sotto un getto dacqua (rimozione meccanica dei microrganismi)LAVAGGIO ANTISETTICORimuovere, distruggere la flora transitoria* e ridurre quella residente** rendendola innocuaUtilizzo di sapone antisettico o soluzione detergente che contiene un antisettico.ANTISEPSI ALCOLICA (frizione)Distruggere la flora transitoria * (o inibirne la crescita).Sfregamento di tutte le superfici cutanee delle mani con una piccola quantit di soluzione antisettica alcolica, fino allevaporazione della stessa, senza utilizzo di sapone e acqua corrente. Lantisepsi alcolica non va eseguita in presenza di sporco visibile sulle mani.LAVAGGIO CHIRURGICORimuovere, distruggere la flora transitoria* e di ridurre quella residente**Utilizzo di soluzione antisettica garantendo un certo tempo di contatto del prodotto disinfettante

  • LAVAGGIO SOCIALE

    PerchAllontana lo sporco e la flora transitoria (Pseudomonas, Escherichia coli, Salmonella) ma non la flora residenteEvita che le mani degli operatori rappresentino un veicolo dinfezione CosaAcqua e detergente ComeInumidire con acqua tiepida le mani, versare il detergente sulle mani e sui polsiInsaponare palmo, dorso e spazi interdigitaliFrizionare energicamente le superfici insaponate per circa 1minuto Sciacquare sotto acqua correnteAsciugare le mani con salviette di carta monouso utilizzando la stessa anche per la chiusura del rubinetto QuandoTutte le volte che lo si ritiene necessarioPrima e dopo la distribuzione e somministrazione farmaciPrima e dopo aver effettuato procedure pulite e non invasive Inizio e fine turnoTra un paziente e laltroDopo luso dei servizi igieniciDopo aver rimosso i guantiDopo aver rimosso padelle e pappagalliDopo aver rifatto i letti DoveIn tutti i lavandini dove sia presente il detergente CriticitSe non viene rispettata la corretta gestione del prodotto detergente, il detergente stesso pu essere contaminato, producendo cos una colonizzazione delle mani del personale con bacilli gram-negativi

  • LAVAGGIO ANTISETTICOATTENZIONE: nel vuota vasi lantisettico deve essere utilizzato in caso di contaminazioni da materiale biologico, NON per il lavaggio mani prima di pratiche asettiche.

    PerchDistrugge rapidamente la flora transitoria e riduce la carica della flora residente [Staphilococco aureo, Bacilli gram negativi, lieviti (molti operatori sanitari sono portatori)]CosaAcqua e soluzione detergente antisettica (clorexidina, iodopovidone) ComeInumidire con acqua tiepida, versare soluzione antisettica sulle mani e sui polsi Insaponare distribuendo uniformemente la soluzione antisettica sulle mani e sui polsi partendo dalla zona periungueale, ponendo particolare attenzione agli spazi interdigitali per circa 2 minutiRisciacquare accuratamente sotto acqua correnteAsciugare accuratamente con salviette di carta monouso utilizzando la stessa anche per la chiusura del rubinetto. QuandoPrima di indossare e dopo la rimozione di guanti sterili (Cat. IB)Prima di eseguire procedure invasive o comunque manovre che richiedono una procedura asettica (es: cateterismo vescicale, inserimento di cateteri venosi, prelievi per esami culturali, punture esplorative,ecc.) (Cat. IB)Se si opera in unit operative ad alto rischio (terapia intensiva, sala operatoria)Dopo il contatto con oggetti posti nelle immediate vicinanze del paziente (II)Dopo il contatto accidentale con liquidi biologici (Cat.IA)Dopo lassistenza a pazienti in isolamento DoveNei lavandini in cui sia stato previsto il detergente-antisettico

  • ANTISEPSI ALCOLICA

    PerchDistrugge rapidamente la flora transitoria e riduce la carica della flora residente [Staphilococco aureo, Bacilli gram negativi, lieviti (molti operatori sanitari sono portatori)]Evita che le mani degli operatori rappresentino un veicolo dinfezione CosaSoluzione idroalcolica ComePrelevare una dose di antisettico (3-5 ml)Distribuire il prodotto prelevato su entrambe le mani Frizionare dita, spazi interdigitali, palmo della mano e polsi fino a completa evaporazione del prodotto QuandoNon deve essere utilizzata in caso di mani visibilmente sporche o contaminatePrima di eseguire procedure invasive o comunque manovre che richiedono una procedura asettica (es: medicazione chirurgica o CVC, prelievi per esami culturali, prelievo di urocoltura da catetere vescicale, prelievi per emocolture, ecc.)Se si opera in unit operative ad alto rischio (terapia intensiva, sala operatoria)Dopo il contatto con oggetti contaminatiDurante lassistenza a pazienti in isolamentoTra un paziente e laltroPrima di indossare e dopo la rimozione di guanti sterili DoveFlacone 500 ml sui carrelli (medicazione, prelievi, ecc), banchi di lavoro Flacone 50 o 100 ml individuale CriticitRidotta attivit residuaOdore non sempre gradito agli operatoriIl volume ideale pu variare a seconda delle formulazioni.

  • LAVAGGIO PRE-OPERATORIO ATTENZIONE: tra un intervento e laltro ed in caso di rottura dei guanti, il lavaggio delle mani va ripetuto con le stesse modalit e tempi del lavaggio antisettico

    PerchPermette leliminazione della flora transitoria da unghie, mani e avambracciRiduce al massimo la flora residente, ne rallenta per un lungo periodo lo sviluppoEvita che le mani degli operatori rappresentino un veicolo dinfezione CosaAcqua e soluzione detergente - antisettica: Clorexidina, Iodopovidone ComeLa descrizione dettagliata della procedura si trova nella dispensa a pagina 11QuandoPrima dellintervento chirurgico DoveNel blocco operatorio

  • RACCOMANDAZIONI Lavare le mani con detergente e con un antisettico e acqua quando le mani sono visibilmente sporche o contaminate con materiale organico (Cat. IA) Usare una soluzione su base alcolica da strofinare sulle mani per la decontaminazione e in tutte le altre situazioni cliniche se le mani non sono visibilmente sporche : vedere procedura ANTISEPSI ALCOLICA (Cat IA) Monitorare ladesione degli operatori sanitari alle pratiche di igiene delle mani raccomandate (Cat IA) Nellantisepsi chirurgica delle mani NON vanno indossati anelli, bracciali, orologi, ed altri oggetti che possono veicolare i germi (Cat II) Le unghie devono essere corte, pulite, senza smalto (Cat II) Non indossare unghie artificiali o allungate quando si a diretto contatto con pazienti ad alto rischio es: rianimazione, camere operatorie (Cat. IA) Mantenere integra la cute delle mani utilizzando creme emollienti(Cat. IA) Sono da evitare asciugamani in cotone in comune o multiuso in quanto occorre evitare proliferazione di germi sul panno umido (Cat II) Nel caso insorgano fenomeni di sensibilizzazione e di allergie a detergenti e disinfettanti consigliato contattare il Servizio di Medicina Preventiva

  • BREVI CENNI SUL RISCHIO CHIMICO

  • Molte sostanze di uso sanitario (solventi, reagenti di laboratorio, liquidi di sviluppo e fissaggio delle lastre radiografiche, farmaci e disinfettanti) sono potenzialmente tossiche.Il meccanismo pi frequente di contaminazione linalazione seguita a distanza, dal contatto diretto della sostanza con cute e mucose.

  • Gli incidenti diminuiscono se vengono usate cappe e sistemi di aspirazione, se si utilizzano sistemi chiusi di eliminazione dei liquidi dai processi lavorativi, con raccolta finale in contenitori a tenuta o con lutilizzo di impianti centralizzati di raccoltaGli incidenti diminuiscono se vengono usate cappe e sistemi di aspirazione, se si utilizzano sistemi chiusi di eliminazione dei liquidi dai processi lavorativi, con raccolta finale in contenitori a tenuta o con lutilizzo di impianti centralizzati di raccoltaGli incidenti diminuiscono se vengono usate cappe e sistemi di aspirazione, se si utilizzano sistemi chiusi di eliminazione dei liquidi dai processi lavorativi, con raccolta finale in contenitori a tenuta o con lutilizzo di impianti centralizzati di raccolta

  • IMPORTANZA DELLETICHETTASecondo la normativa, ogni imballaggio di sostanza o preparato pericoloso deve essere munito di etichetta che permetta lidentificazione rapida dei pericoli associati alla presenza e alluso del prodotto.

  • ETICHETTASulletichetta devono essere presenti, in caratteri leggibili ed indelebili tra le altre informazioni anche:Simboli e indicazioni di pericolo (stampa in nero su fondo giallo-arancione)Le frasi di rischio (frasi R)I consigli di prudenza (frasi S)

  • SIMBOLI E INDICAZIONI DI PERICOLO (STAMPA IN NERO SU FONDO GIALLO-ARANCIONE)

    CORROSIVOMOLTO TOSSICOESPLOSIVONOCIVO

  • LE FRASI DI RISCHIO (FRASI R)

    Le frasi di rischio descrivono in forma sintetica i rischi potenziali associati allimpiego della sostanza. Le frasi di rischio sono identificabili con la lettera R

  • ESEMPI DI FRASI DI RISCHIOR1 Esplosivo allo stato secco.R2 Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione.R3 Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione.R4 Forma composti metallici esplosivi molto sensibili.R5 Pericolo di esplosione per riscaldamento.R6 Esplosivo a contatto o senza contatto con l'aria.R7 Pu provocare un incendio.R8 Pu provocare l'accensione di materie combustibili.R9 Esplosivo in miscela con materie combustibili.R10 Infiammabile.R11 Facilmente infiammabile.

  • I CONSIGLI DI PRUDENZA (FRASI S)I consigli di prudenza descrivono le comuni norme di sicurezza da adottare per rendere minimi i rischi

    I consigli di prudenza sono identificabili con la lettera S

  • ESEMPI DI CONSIGLI DI PRUDENZA S 1 Conservare sotto chiave.S 2 Conservare fuori della portata dei bambini.S 3 Conservare in luogo fresco.S 4 Conservare lontano da locali di abitazione.S 5 Conservare sotto (liquido appropriato da indicarsi da parte del fabbricante).S 6 Conservare sotto (gas inerte da indicarsi da parte del fabbricante).S 7 Conservare il recipiente ben chiuso.S 8 Conservare al riparo dall'umidit.S 9 Conservare il recipiente in luogo ben ventilato.

  • IL RISCHIO FISICOE costituito essenzialmente dal rischio da radiazioni ionizzantiIn ospedale le radiazioni possono: Essere prodotte mediante apposite apparecchiature che generano raggi X usate in Radiologia (radiografie, TAC, ecc.), in Chirurgia e/o Ambulatori (scopie, intensificatori di brillanza, ecc.) o in Radioterapia.

    essere emesse dal decadimento di sostanze radioattive (Cobalto, Cesio, Iodio, ecc.)

  • Apparecchi generatori di radiazione: costituiscono un rischio solo durante il loro effettivo funzionamento in quanto ad apparecchio spento non vi emissione di radiazioni.Il rischio principale dato dal fascio primario emesso dallapparecchio in una precisa direzione. Durante il funzionamento sono presenti altri tipi di rischio:La radiazione diffusa che si origina negli oggetti, nei corpi e nelle pareti investite dal fascio primario.La radiazione di fuga emessa dallapparecchio stesso in direzioni diverse da quelle del fascio primario

  • PROTEZIONE DALLE RADIAZIONIObblighi dei lavoratori:Indossare il dosimetro personale Sottoporsi agli accertamenti preventiviSeguire le norme interne di sicurezza e protezioneUsare i DPI (indumenti protettivi piombati)Il personale femminile ha lobbligo di segnalare il proprio stato di gravidanza appena ne venga a conoscenza

  • USO DEI DPI

  • Secondo quanto previsto dallart. 40 del DLG 626/94, si intende per dispositivo di protezione individuale (DPI) qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o pi rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonch ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.Tali dispositivi dovranno, in ogni caso, essere conformi alle norme di cui al DLG 4 Dicembre 1992 n. 475.Luso dei DPI obbligatorio quando prevedibile un rischio correlato allattivit che si sta per svolgere.

  • GLI INDUMENTI DI LAVORO ORDINARINON SONO CONSIDERATI DPI

  • Secondo quanto previsto dallart. 44 del DLG 626/94 il lavoratore ha lobbligo di: Utilizzare i DPI a sua disposizione conformemente allinformazione e formazione ricevute relativamente ai protocolli di utilizzo del dispositivi stessi Avere cura dei DPI messi a sua disposizione Non apportare nessuna modifica di propria iniziativa Segnalare immediatamente al Dirigente o al Preposto qualsiasi difetto o inconveniente da egli rilevato nei DPI messi a sua disposizione.

  • TIPOLOGIEGUANTI

    DISPOSITIVI DI PROTEZIONE RESPIRATORIA

    CAMICI

    OCCHIALI, VISIERE , SCHERMI PROTETTIVI

  • GUANTILutilizzo dei guanti rappresenta un momento fondamentale per la riduzione del rischio di contaminazione da contatto con materiale biologico potenzialmente infetto.Gli stessi presidi non assicurano, comunque, una protezione dagli incidenti occupazionali causati da pungenti e /o taglienti.

  • Occorre tener conto che devono essere utilizzati per opportune manovre, ed in situazioni di sicurezza senza trascurare le elementari norme igieniche durante il loro utilizzo (lavaggio delle mani prima e dopo il loro uso, divieto assoluto di toccare altri oggetti durante il loro utilizzo).

  • Lo smaltimento di questi presidi pu avvenire o nei rifiuti assimilati agli urbani, se non visibilmente contaminati da liquidi biologici o se ci capitasse vengono smaltiti nei contenitori dei rifiuti pericolosi.Dalluso dei guanti possono derivare fenomeni di tipo allergico, facilmente risolvibili con la sostituzione del materiale che costituisce il guanto.

  • CARATTERISTICHE DEI GUANTI:Buona vestibilitConservazione della sensibilit tattileResistenza alla trazioneAssenza di microporosit;Scarse o assenti potenzialit allergicheMinima lubrificazioneAssenza di odori sgradevoliMantenimento nel tempo di colore,forma, resistenzaTaglie S M L oppure dalla 6 alla 9 con misure intermedie.

  • PERCH USARLIPer evitare la contaminazione delle mani delloperatore da parte di materiale o pazienti infetti.Per evitare la contaminazione del paziente da parte delloperatore durante pratiche assistenziali a rischio Per evitare che le mani contaminate delloperatore possano trasmettere microrganismi da un paziente ad un altro

  • QUANDO USARLI Guanti sterili Manovre assistenziali da eseguirsi in asepsi (CVC,posizionamento cateteri vescicali, medicazione, incisione, )

  • QUANDO USARLIGuanti non sterili Manovre assistenziali da NON eseguirsi in asepsi ma che comportino o prevedano presenza di materiale organico potenzialmente infetto (prelievo, uso padelle/pappagalli)

  • COME USARLI

    Prima e dopo il loro utilizzo lavarsi le maniSostituire i guanti tra un paziente e laltroSostituire i guanti se si cambia procedura sullo stesso paziente(igiene viso vs igiene intima)Rimuovere i guanti al termine della procedura per evitare spargimenti in altri locali

  • DISPOSITIVI DI PROTEZIONE RESPIRATORIAMASCHERINA CHIRURGICA

    MASCHERE FACCIALI FILTRANTI

  • MASCHERINA CHIRURGICANate per proteggere il paziente, oggi, per le caratteristiche che presentano, costituiscono un efficace sistema di barriera anche per loperatore sanitario.Sono indicate per contenere e filtrare le goccioline provenienti dal cavo rino-oro-faringeo.Per essere valida la mascherina deve trattenere tutto quanto presente nellespirato; pertanto la mascherina deve essere indossata in maniera idonea che possa coprire sia il naso che la bocca.

  • MASCHERINA CHIRURGICAViene utilizzata in: Sala operatoria Sala medicazione Camere disolamento Sul paziente in isolamento respiratorio(paziente con malattie a trasmissione aerea)

  • MASCHERE FACCIALI FILTRANTISono dispositivi che si adottano per proteggere le vie aeree delloperatore sanitario dalle goccioline presenti in sospensione o dai microrganismi presenti nellaria e che per le dimensioni talmente piccole potrebbero raggiungere gli alveoli.

  • MASCHERE FACCIALI FILTRANTIIl campo di applicazione riguarda: Assistenza al paziente con TBC o altra malattia a trasmissione aerea

    Durante lesecuzione di broncoscopie

  • Classificazione delle maschere facciali filtrantiClasse FFP1S adatta per manovre a medio-basso rischio (filtrazione 80%)Classe FFP2S adatto per manovre di assistenza al paziente con TBC o altra patologia a trasmissione aerea (filtrazione 94%)Classe FFP3D (testate con polvere di dolomite) adatto a manovre atte a far espettorare, tossire e nelle manovre di broncoscopia su paziente con certa o sospetta TBC o patologie aerotrasmesse (filtrazione 98%)

  • CAMICI PROTETTIVISi tratta di camici protettivi che devono essere indossati durante lesecuzione di manovre assistenziali a rischio, poich il loro scopo quello di proteggere loperatore da possibili spandimenti di materiale organico su divisa e/o sulla cute scoperta.

  • CAMICI PROTETTIVIPossono essere: sterili o non sterili(TNT o cotone) Monouso (TNT) o autoclavabili (cotone).

    Caratteristiche tecniche:Idrorepellenza;Impermeabilit;Traspirabilit.

  • CAMICI PROTETTIVITale tipo di DPI andr indossato nelle seguenti situazioni:Esecuzione di procedure assistenziali che possano produrre lemissione di sangue o di altri liquidi biologici;Esecuzione di interventi chirurgiciEsecuzione di pratiche assistenziali in stanze disolamento

  • OCCHIALI, VISIERE, SCHERMI PROTETTIVI.

  • OCCHIALI, VISIERE, SCHERMI PROTETTIVI.Tali DPI devono essere utilizzati dagli operatori sanitari per proteggere congiuntive e altre mucose del viso da eventuali contaminazioni da schizzi di sangue o di altro materiale biologico.

  • CARATTERISTICHEOSSERVAZIONIOcchiali di media grandezza in policarbonatoSono gli occhiali maggiormente utilizzatiCasco con visiera intercambiabileOffre una alta protezione ed un buon confort

  • I RIFIUTI OSPEDALIERI

  • CHE COSE LO SMALTIMENTODEI RIFIUTI?

    La raccolta, la cernita, il trasporto, il trattamento dei rifiuti, nonch l'ammasso e il deposito dei medesimi sul suolo o nel suolo.Le operazioni di trasformazione necessarie per il riutilizzo, il recupero o il riciclo dei rifiuti

  • DIFFERENTI MODALITA DI SMALTIMENTO DEI RIFIUTI URBANI E OSPEDALIERIClassificazione tipologia rifiuti (D.M. n 219 del 26 Giugno 2000 Allegato I e II; D.P.R. 15/07/03 n 254) Rifiuti sanitari non pericolosi (RSNP); Rifiuti sanitari assimilati ai rifiuti urbani (RSAU); e fra questi i rifiuti assimilati oggetto di raccolta differenziata Rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo (RSP-nonI); Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo (RSP-I); Rifiuti sanitari che richiedono particolari modalit di smaltimento (RS-particolari)

  • RIFIUTI SANITARI NON PERICOLOSIIl dettaglio dei rifiuti sanitari non pericolosi viene descritto nel capitolo dei rifiuti sanitari assimilati agli urbani

  • RIFIUTI SANITARI ASSIMILATI AGLI URBANI(RSAU)

    DEFINIZIONE:Sono considerati RSAU i seguenti rifiuti destinati allo smaltimento:1 I rifiuti derivanti dalla preparazione dei pasti, provenienti dalle cucine delle strutture sanitarie;2I rifiuti derivanti dallattivit di ristorazione e i residui dei pasti provenienti dai reparti di degenza delle strutture sanitarie, esclusi quelli che provengono da pazienti affetti da malattie infettive per le quali sia ravvisata clinicamente, dal medico curante, una patologia trasmissibile attraverso tali residui;3La spazzatura;

  • 4I rifiuti costituiti da indumenti monouso;

    5I rifiuti provenienti da attivit di giardinaggio, effettuata nellambito delle strutture sanitarie;

    6Gessi ortopedici, assorbenti igienici, pannoloni e pannolini pediatrici;

    7Sono da conferire negli ordinari circuiti di raccolta differenziata, vetro, carta, cartone, metalli, imballaggi in genere, materiali ingombranti, nonch altri rifiuti non pericolosi che per qualit e per quantit siano assimilati agli urbani

  • ATTENZIONE

    non introdurre assolutamente nei sacchi neri: parti anatomiche riconoscibili o non riconoscibili;rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivorifiuti assimilati agli urbani oggetto di raccolta differenziata (es: carta, vetro, ecc)rifiuti liquidi

  • CONFEZIONAMENTO:

    il sacco nero deve essere: - chiuso a cura del personale di reparto, -non deve superare il peso di 10 kg. - per i reparti con elevata produzione di pannoloni utilizzare doppio sacco nero per lo smaltimento

  • DEPOSITO LOCALE della S.C./S.S.

    Il locale generalmente designato per il deposito dei RSAU e il locale vuota vasi. I sacchi neri devono essere inseriti allinterno dei carrelli chiusi metallici deputati al trasporto.I carrelli devono essere lavati e disinfettati dalla ditta in appalto

  • MOVIMENTAZIONE INTERNA:E effettuata a carico della ditta in appalto dal reparto alla benna localizzata allinterno del P.O.RESPONSABILITA DEL PROCESSO:

    Tutti gli operatori sono tenuti ad osservare e a fare osservare le norme per il corretto smaltimento dei rifiuti.A.F.D. e I.P. sono i responsabili operativi del: - corretto confezionamento- deposito nel reparto- corretto conferimento del rifiuto

    devono pertanto disporre e verificare che tutte le operazioni siano svolte in maniera corretta.

  • RIFIUTI SANITARI OGGETTO DI RACCOLTA DIFFERENZIATA

    Il D.M. n 219/2000 ha come obiettivo la riduzione di alcune categorie di rifiuti attraverso la raccolta differenziata. Questa permette di ridurre la quantit dei rifiuti smaltiti dalla struttura sanitaria, rendere possibile il recupero di alcune categorie di rifiuti con un minore impatto ambientale.

  • Il recupero possibile per le seguenti tipologie di rifiuti:VETRO DEFINIZIONE: comprende i contenitori in vetro di farmaci, alimenti, bevande, soluzioni per infusione senza cannule o aghi ed accessori per la somministrazione, esclusi i contenitori di soluzioni di farmaci antiblastici o visibilmente contaminati da materiale biologico, che non siano radioattivi ai sensi del D.Lgs.230/95( e successive modifiche ed integrazioni), e non provengano da pazienti in isolamento infettivo. CONFEZIONAMENTO: in apposito contenitore per il vetro in plastica rigido privo di sacco.

  • CARTA E CARTONE DA IMBALLAGGIO:DEFINIZIONE: comprende tutta la carta( non plastificata ) da imballaggio, ad es. scatole di farmaci, fogli sparsi di carta prodotta da attivit dufficio, giornali e riviste ( anche utilizzati dai pazienti), scatoloni in cartone (devono essere appiattiti e schiacciati)ESCLUSA: carta tipo medical grade ( crespata verde), pellicole in plastica, carta carbone, carta cerata, carta per E.C.G., E.E.G., fax su carta chimica.CONFEZIONAMENTO: in apposito contenitore per la raccolta della carta privo di sacco, localizzato presso gli appositi locali di maggior produzione (uffici).

  • BATTERIE E PILE ESAUSTE

    DEFINIZIONE: comprende le pile e gli accumulatori utilizzati per il funzionamento delle diverse apparecchiature sanitarie e non sanitarie, pile e accumulatori utilizzati dai pazienti.

    ATTENZIONE: le pile non vanno abbandonate nellambiente ospedaliero n collocate in contenitori per altri tipi di rifiuti

    CONFEZIONAMENTO: Utilizzare un qualsiasi contenitore nel quale inserire pile e/o accumulatori (sacchetto in plastica, scatola di cartone ecc.)

  • TONER, NASTRI E CARTUCCE PER STAMPANTI

    DEFINIZIONE: inchiostro in polvere pigmentato per stampanti, fotocopiatrici, fax

    ATTENZIONE:tali rifiuti non vanno abbandonati nellambiente ospedaliero n collocati in contenitori per altri tipi di rifiuti

    CONFEZIONAMENTO:inserire allinterno del loro involucro originale o allinterno di sacchetti/buste di carta

  • MERCURIODEFINIZIONE: comprende il mercurio derivante dalla rottura di sfigmomanometro, termometri e da altre apparecchiature che eventualmente lo contenganoMODALIT DI RACCOLTA E CONFEZIONAMENTO:-Indossare guanti monouso-Raccogliere il mercurio-Inserirlo allinterno del contenitore in vetro (es. provette)-Chiudere ermeticamente la provetta-Non depositarlo vicino a fonti di calore

    ATTENZIONE:Il mercurio non deve essere abbandonato nellambiente ospedaliero n collocato in contenitori per altri tipi di rifiuto

  • DOCUMENTAZIONE ICONOGRAFICA LASTRE RADIOLOGICHE

    DEFINIZIONE:comprende qualsiasi radiogramma prodotto dalla S.C./RadiologiaIn riferimento al D.M. 14/02/1997 art. 4 comma 3La disponibilit dei radiogrammi deve essere mantenuta per un periodo non inferiore a 10 anni. I referti vanno conservati a tempo indeterminato.CONFEZIONAMENTO:buste di carta e contenitori in cartone (cartoni da riciclare che abbiano contenuto materiale es. farmaci, cancelleria ecc.)DEPOSITO LOCALE E MOVIMENTAZIONE INTERNA:Nel caso in cui le S.C./S.S. abbiano necessit di smaltire radiogrammi,

  • MATERIALE FUORI USODEFINIZIONE:comprende il materiale da rottamare (arredi, apparecchiature elettromedicali) per quanto riguarda il materiale informatico (computer, stampanti, scanner). Le modalit sono molto diverse a seconda dellAzienda per cui attenersi alle disposizioni interne

  • RIFIUTI SANITARI PERICOLOSI NON A RISCHIO INFETTIVO( RSP-nonI )DEFINIZIONE:Sono considerati rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo i rifiuti in cui il rischio prevalente quello chimico e sono costituiti da: bagni esausti di fissaggio della Radiologia bagni esausti di sviluppo della Radiologia liquidi di scarto del Laboratorio Analisi liquidi di scarto del Centro Immunotrasfusionale liquidi di scarto dellAnatomia Patologica liquidi di scarto delle UU.OO., (quali la glutaraldeide, ecc)CONTENITORI DA UTILIZZARE: Taniche e bidoni in materiale rigido forniti dalla ditta autorizzata contrassegnati dalla lettera R (di colore nero su sfondo giallo)

  • CONFEZIONAMENTO:

    Nel caso in cui non sia presente un collegamento idraulico diretto con le vasche di raccolta i rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo devono essere immessi esclusivamente nei contenitori forniti dalla ditta appaltatrice e nelleffettuare il travaso obbligatorio lutilizzo dei dispositivi di protezione individuale (DPI)I contenitori devono essere:- Ermeticamente chiusi per impedire fuoriuscita del contenuto- Conservati chiusi e lontano da fonti di calore-Raccolti separatamente per tipologia di rifiuto prodotto dalle diverse apparecchiature -Provvisti di etichette riportante la lettera R di colore nero su sfondo giallo

  • DEPOSITO LOCALE E MOVIMENTAZIONE INTERNA I bidoni vengono movimentati dal personale della ditta appaltata in un apposito locale di deposito temporaneo sito nel cortile del P.O.Periodicamente la ditta appaltatrice provvede al loro ritiroI bidoni non devono essere assolutamente abbandonati presso corridoi o sotterranei.

  • RIFIUTI SANITARI PERICOLOSI A RISCHIO INFETTIVO (RSP-I)DPR 15/7/2003 N 254

    Si definiscono rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo:- assorbenti igienici, pannolini pediatrici e pannoloni- bastoncini cotonati per colposcopia e pap-test; cuvette monouso per prelievo bioptico endometriale;- bastoncini oculari non sterili,bastoncini oftalmici di TNT;-cannule e drenaggi;-cateteri( vescicali, venosi, arteriosi per drenaggi pleurici.); raccordi; sonde; circuiti per respiratori automatici;- circuiti per circolazione extracorporea;-piastre, terreni di culture;- deflussori

  • Si definiscono rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo:

    -fleboclisi contaminate-filtri di dialisi;-filtri esausti provenienti da cappe ( in assenza di rischio chimico);-guanti monouso; materiale monouso contaminato da materiale biologico:pipette; provette; indumenti protettivi; mascherine; occhiali; telini; lenzuola;calzari; soprascarpe; copricapo; camici.

  • -materiale per medicazioni: garze, tamponi, bende, cerotti, lunghette, maglie tubolari;-rifiuti provenienti da reparti di malattie infettive;-sacche vuote per trasfusioni, urina, stomia, nutrizione parenterale;-set di infusione;-sonde rettali e gastriche; sondini ( nasografici per broncoaspirazione, per ossigenoterapia,);- spazzole; cateteri per prelievo citologico;- materiale per prelievo citologico;-speculum auricolare monouso; speculum vaginale;-suturatrici automatiche monouso;-gessi e bendaggi;-denti, tessuti, organi e parti anatomiche non riconoscibili;-rifiuti di gabinetti dentistici con esclusione di amalgama;-rifiuti ristorazione-spazzatura- contenitori vuoti di vaccini ad antigene vivo

  • Per quanto riguarda i rifiuti sopra elencati, questi andranno smaltiti secondo le modalit dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo nelle seguenti condizioni:

    1.tutti i rifiuti provenienti da ambienti di isolamento infettivo, nei quali sussiste un rischio di trasmissione biologica aerea, nonch da ambienti dove soggiornano pazienti in isolamento infettivo affetti da patologie causate da agenti biologici di gruppo 4 del D.lgs. 626/94.

    2. nel caso non provengano da area di isolamento infettivo, sono da considerarsi rifiuti pericolosi a rischio infettivo quando presentino una delle seguenti condizioni:

  • siano contaminati da: sangue o da liquidi biologici che contengono sangue; fanno eccezione: gli assorbenti igienici, che anche se contaminati da sangue, sono considerati pericolosi solo se provenienti da aree di isolamento infettivo o quando il medico curante dichiari la presenza di una patologia trasmissibile attraverso tali rifiuti.

  • A. siano contaminati dai seguenti liquidi biologici (anche se non contaminati da sangue):

    liquido seminalesecrezioni vaginaliliquido cerebro-spinaleliquido sinovialeliquido pleuricoliquido peritonealeliquido pericardicoliquido amniotico

  • B.in caso siano contaminati da feci e urine, solo quando sia dichiarata dal curante sulla cartella clinica, una patologia trasmissibile attraverso tali secreti.

    tutta la rimanente lista dell allegato I art. 2, comma 1 lettera d rimane invariata e cio: piastre, terreni di colture ed altri presidi utilizzati in microbiologia e contaminati da agenti patogeni aghi, siringhe, lame, vetri, lancette pungidito, lame rasoi, angioset, bisturi monouso

  • MODALIT DI RACCOLTA: Tali rifiuti dovranno essere raccolti nellapposito contenitore riutilizzabile, in cui sar stato precedentemente inserito il sacco in polietilene, avendo cura di fissarlo ai bordi del contenitore.I rifiuti sanitari a rischio infettivo non devono essere pi disinfettati! (art.15 D.M. 219/2000).Per prevenire eventuali spandimenti di liquidi biologici occorre inserire nel sacco una bustina di gel coagulante I rifiuti verranno, pertanto, inseriti nel sacco di plastica fino a riempimento di questultimo, lasciando lo spazio per consentirne la chiusura.Si raccomanda di non riempire eccessivamente il contenitore. Le strutture complesse di dialisi e pronto soccorso verranno forniti di contenitori monouso per lo smaltimento dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo seguendo le modalit sopra descritte.

  • CONFEZIONAMENTO:

    Il sacco dovr essere sempre chiuso mediante apposita fascetta prima di apporre il coperchio del contenitore.Loperatore provveder, infine, a chiudere i contenitori rigidi sia in modo parziale che definitivo.Sul coperchio andr poi posta letichetta, indicante la data e il reparto e/o servizio.

  • DEPOSITO LOCALE E MOVIMENTAZIONE INTERNA:

    Il contenitore chiuso verr collocato dal personale del reparto nel punto dove avviene il ritiro da parte del servizio di raccolta interna, negli orari stabiliti in accordo con la Direzione Sanitaria.Si ricorda che, qualora il personale addetto al ritiro dovesse trovare contenitori in cattive condizioni (ad es. contenitori rotti o visibilmente sporchi) tenuto a non ritirare il contenitore.Nel caso in cui i contenitori presentino alterazioni es: difficolt alla chiusura o impedimenti vari allutilizzo il personale del reparto/servizio tenuto ad avvisare tempestivamente il servizio che provveder alla sostituzione

  • AGHI E TAGLIENTIDEFINIZIONE:Si considera materiale pungente o tagliente i rifiuti di seguito specificati: tutti i tipi di aghi; lame da bisturi; bisturi e rasoi monouso; lamette; lancette pungidito; tine-test mandrini; vetrini; provette rotte; siringhe; vacutainer; deflussori aghi fialette di vetro.

  • Questi rifiuti devono essere smaltiti nellapposito contenitore rigido monouso per aghi e taglienti (Multibox da 5 lt. e da 2 lt.) che, riempito per non oltre i della sua capacit, verr chiuso definitivamente e conferito allinterno del contenitore per rifiuti pericolosi a rischio infettivo.

  • I contenitori per aghi e taglienti devono essere collocati nelle seguenti aree: in sala medicazionesui carrelli della terapianegli ambulatori medicinelle sale prelievi dei laboratori analisinel locale adibito a preparazione pazienti per intervento chirurgiconel locale adibito ad indagini diagnostiche e/o strumentali dove si renda necessario, a seguito di valutazione ponderata del responsabile del presidio sanitario di riferimentoIl contenitore non deve essere collocato nei luoghi di libero accesso al pubblico.Occorre inoltre nella manipolazione di questi rifiuti lutilizzo di idonei mezzi di protezione individuale

  • RIFIUTI SANITARI CHE RICHIEDONO PARTICOLARI SISTEMI DI SMALTIMENTO (RS-particolari)

    FARMACI SCADUTI: Sono classificati come speciali non pericolosi.FARMACI NON SCADUTI: I farmaci non scaduti, dei quali non si prevede lutilizzoQuesto materiale deve essere restituito alla Farmacia corredato dellapposita modulistica

  • MATERIALE ANTIBLASTICOrifiuti derivati dallutilizzo dei chemioterapici/antiblastici

    Sono rappresentati da:1) flaconi che hanno contenuto i farmaci antiblastici2) taglienti, siringhe, aghi, deflussori ecc.3) garze e cotone contaminati4) residui di farmaci utilizzati nella preparazione e somministrazione della terapia5) mezzi di protezione individuale (sovracamici, guanti, mascherine, ecc.)CONFEZIONAMENTO:Questi rifiuti vanno conferiti come segue:contenitore rigido con doppia chiusura e doppia etichettatura recante la dicitura: rischio biologico e chimico.

  • PARTI ANATOMICHE

    1 introdurre le parti anatomiche nel sacco di polietilene;

    2 introdurre questo in un secondo sacco di plastica nero sul quale deve essere apposta letichetta adesiva con lindicazione di: nome e cognome del paziente; identificazione della parte anatomica; data dellintervento; reparto di provenienza.

    3 depositare la parte anatomica cos confezionata nelle apposite celle frigorifere situate in camera mortuaria 4 compilare in tutte le sue parti il modulo per la richiesta di inumazione ed inviarlo allufficio stato civile dellospedale congiuntamente ad eventuale consenso alla cremazione e scheda di morte debitamente modificata

  • PULIZIA E SANITIZZAZIONE IN OSPEDALE

  • SANIFICAZIONE (PULIZIA) Rimozione meccanica dello sporca dalle superfici,oggetti.Viene eseguita con acqua e sostanza detergenti

    SANITIZZAZIONE (PULIZIA E DISINFEZIONE)Si avvale dei difinfettanti

  • La pulizia in ospedale occupa un posto primario nella lotta contro le infezioni ospedaliere.

    Da ci scaturisce limportanza di dare agli operatori delle norme che permettano di applicare correttamente metodologie al fine di garantire ad ogni servizio il pi alto livello igienico richiesto.

  • La struttura ospedaliera stata idealmente divisa in tre zone e raggruppata in settori aventi caratteristiche affini e modalit di intervento similiSi distinguono quindi: Zone a basso rischio Zone a medio rischio Zone ad alto rischio

    Per ogni zona deve essere previsto un protocollo indicante il tipo di trattamento da effettuare

  • Zone a basso rischio

    Sono considerate zone a basso rischio:UfficiCorridoiSale dattesaAtriEcc.

  • Zone a medio rischio

    Sono considerate zone a medio rischio:

    Aree di degenzaPoliambulatoriRadiologiaLaboratorioEcc.

  • Sono considerate zone ad alto rischio:

    Camere operatorieRianimazioneUnit coronaricaCentrale di sterilizzazioneEcc.

    Zone ad alto rischio

  • Per ogni zona deve essere previsto un protocollo indicante il tipo di trattamento pi adatto:

    Sanificazione o pulizia metodica che si avvale delluso di detergenti e mezzi meccanici (es. spazzole) per ridurre il numero di batteri, consentendo di mantenere i livelli di sicurezza nei limiti fissati dalle normative sulligiene per oggetti e superfici

    Sanitizzazione o disinfezione metodica che si avvale delluso di disinfettante, al fine di mantenere i livelli di sicurezza fissati dalla normativa.

  • Zone degenti (camere di degenza)Zone percorsi (corridoi, ascensori)Zone servizi (cucina, soggiorni,sale da pranzo)Zone servizi igienici(bagni, vuotatoi, ecc.)Entrando nello specifico di ogni servizio occorre fare una ulteriore suddivisione:Questa ulteriore differenza serve per far notare come in una stessa zona, esempio di medio rischio, possano esserci aree a basso rischio (corridoi) o zone ad alto rischio (servizi igienici)

  • Per la pulizia degli ambienti si distinguono tre modalit di carattere generale

  • E la pulizia di tipo ordinario e si effettua quotidianamente in ogni locale del presidio sanitario con cadenze differenziate a seconda delle zone o del rischio infettivo:

    Una volta al giorno (es. uffici) Due volte al giorno (es. degenze) Tre volte al giorno (es. servizi igienici)1 PULIZIA GIORNALIERA

  • 2) PULIZIA A FONDO

    E la pulizia di tipo straordinario da effettuare periodicamente nel corso dellanno. Implica la totale sanificazione degli ambienti. Di norma si effettua una o due volte lanno, o quando vi necessit (es. lavori di ristrutturazione)

  • 3) PULIZIA TERMINALESi effettua su specifica richiesta quando stato dimesso un paziente infetto o che ha imbrattato pareti, infissi e suppellettili. Si richiede in genere con formula scritta, motivando laccaduto.

  • PULIZIA DELLE ZONE A BASSO RISCHIOPULIZIA GIORNALIERAPer raggiungere tale obiettivo, occorre procedere rispettando una corretta successione delle azioni Asportare la polvere dalle superfici sopra il livello del pavimento e dalle superfici con lausilio di garze o panni monouso umidificati.

  • PULIZIA GIORNALIERA

    2) Asportare la polvere ed i residui dAl pavimento con il metodo a umido, utilizzando la scopa a trapezio e panni monouso umidificati, oppure la scopa a frange avvolta da garza umidificata. Tutti i tipi di scope utilizzati per lasportazione della polvere vanno utilizzati strisciandoli rasoterra e mai sollevandole dallarea da trattare

    PULIZIA DELLE ZONE A BASSO RISCHIO

  • PULIZIA DELLE ZONE A BASSO RISCHIOPULIZIA GIORNALIERA3) Lavaggio pavimenti con sistema MOP

  • PULIZIA DELLE ZONE A BASSO RISCHIOPULIZIA A FONDOdei pavimenti: si ottiene con macchine lavapavimenti, capaci di asportare anche lo sporco profondo e pu essere eseguita ogni tre mesi se si procede alla metallizzazione degli stessi con apposite cere metallizzate antisdrucciolevoli; in caso contrario deve essere eseguita almeno una volta alla settimana

  • pareti: devono essere lavate ogni tre o quattro mesi utilizzando la scopa a trapezio e le garze o i panni umidificati con soluzione detergente, risciacquate con acqua e asciugate accuratamente. I vetri devono essere puliti con la stessa metodologia una volta al mesei termosifoni: devono essere puliti due o tre volte al mesePULIZIA DELLE ZONE A BASSO RISCHIO

  • PULIZIA DELLE ZONE A BASSO RISCHIOPulizia dei sanitariLavabi: pulire almeno una volta al giorno con polveri o creme leggermente abrasive, risciacquare e disinfettare con idoneo disinfettanteWater: pulire con polveri o creme leggermente abrasive, risciacquare abbondantemente e disinfettare con idoneo disinfettante almeno due volte al giorno

  • PULIZIA DELLE ZONE A MEDIO RISCHIOPULIZIA GIORNALIERALa pulizia dei pavimenti delle stanze di degenza, degli ambulatori, ecc. e delle superfici al di sopra di essi deve essere eseguita almeno due volte al giorno come segue: Rimuovere lo sporco dai pavimenti con metodo ad umido convogliando lo sporco in un punto della stanza raccoglierlo e versarlo nellapposito sacco dei rifiuti. lavare con acqua e detergente utilizzando il sistema MOP; le frange, le garze, i panni e la soluzione detergente devono essere sostituiti dopo la pulizia di ogni stanza asportare la polvere dalle superfici utilizzando garze o panni monouso umidificati da sostituire ad ogni stanza.

    Le pulizie devono iniziare 15 minuti dopo il rifacimento dei letti

  • PULIZIA DELLE ZONE A MEDIO RISCHIOPULIZIA A FONDOI pavimenti devono essere detersi a fondo con macchine lavapavimenti almeno una volta ogni due mesi se trattati con cere, altrimenti devono essere lavati a fondo una volta alla settimana

  • PULIZIA DELLE ZONE A MEDIO RISCHIOPareti e soffitti: la pulizia deve essere fatta almeno una volta la settimana e sempre dopo la permanenza nella stanza di un paziente infetto. La detersione deve essere fatta con garze o panni monouso umidificati con detergente non abrasivo per non compromettere la levigatezza delle superfici.Vetri: lavare i vetri almeno una volta alla settimana

  • PULIZIA DELLE ZONE A MEDIO RISCHIOCucina: il materiale usato per la pulizia della cucina non deve essere adibito ad altri usi. La metodologia delle pulizie non diversa, ma ci che conta la frequenza che ovviamente devessere molto elevata e precisamente prima e dopo ogni pasto. Occorre sottolineare che anche in cucina si pu procedere alla sanitizzazionecon soluzioni di disinfettante idoneo, previa accurata sanificazione

  • PULIZIA DELLE ZONE A MEDIO RISCHIOSala di medicazione: i pavimenti e le superfici al di sopra di essi devono essere lavati dopo ogni seduta. Le pareti, i soffitti ed i vetri vanno puliti almeno una volta la settimana. Data lattivit che viene fatta nellambiente, dopo la pulizia dei piani di lavoro (carrelli, lettini, ecc.)si deve procedere alla sanitizzazione con soluzione a base di idoneodisinfettante per mantenere bassa la concentrazione microbica.

  • Termosifoni:si procede ad una pulizia settimanale utilizzando garze o panni monouso umidificati con soluzione detergente

    Porte: sono da lavare con soluzioni detergenti, da risciacquare ed asciugare accuratamente con la stessa frequenza delle pareti corrispondenti. Le maniglie devono essere lavate almeno due volte al giorno

    PULIZIA DELLE ZONE A MEDIO RISCHIO

  • Servizi igienici, ripostigli per la biancheria sporca, vuotatoi: i pavimenti devono essere con i metodi gi descritti avendo cura di utilizzare panni o garze pulite per ogni singolo servizio. Lavabi : sono da pulire due volte al giorno e disinfettati sempre con soluzioni a base di idoneo disinfettante, allo scopo di ridurre la concentrazione microbica. La frequenza delle pulizie contribuisce a mantenere un livello accettabile di contaminazionePULIZIA DELLE ZONE A MEDIO RISCHIO

  • PULIZIA DELLE ZONE A MEDIO RISCHIOBidet, vasche, docce: pulire adeguatamente dopo luso procedendo poi alla sanitizzazione

    Water : la pulizia deve essere accurata ed eseguita almeno due volte al giorno seguita da sanitizzazione

  • PULIZIA DELLE ZONE AD ALTO RISCHIOPULIZIA GIORNALIERA La pulizia delle stanze di degenza deve essere effettuata tre volte al giorno come segue: rimuovere lo sporco dai pavimenti con metodo ad umido e dopo averlo raccolto versarlo nellapposito sacco dei rifiuti. lavare con acqua e detergente utilizzando il sistema MOP una volta al giorno disinfettare, utilizzando una frangia pulita del MOP imbevuta di disinfettante asportare la polvere dalle superfici utilizzando garze o panni monouso inumiditi, in seguito ripassare con soluzione disinfettante

  • PULIZIA DELLE ZONE AD ALTO RISCHIOPavimenti : la pulizia a fondo dei pavimenti devessere eseguita ogni settimana Utile la metallizzazione che rende i pavimenti il pi possibile impermeabili allo sporco.Pareti : le pareti divisorie interne ed i vetri dei box devono essere puliti almeno una volta al giorno utilizzando garze o panni monouso e sanitizzati con idoneo disinfettante. Le pareti esterne dei box devono essere pulite almeno tre volte la settimana

  • PULIZIA DELLE ZONE AD ALTO RISCHIOCucina : i pavimenti devono essere puliti almeno quattro volte al giorno e le superfici al di sopra di essi deterse e sanitizzate prima e dopo ogni pasto e comunque non meno di quattro volte al giorno

  • PULIZIA DELLE ZONE AD ALTO RISCHIO

    Ascensori e scale : gli ascensori che comunicano direttamente con il servizio, vanno puliti e sanitizzati almeno tre volte al giorno, per gli altri sufficiente due volte. Le scale e i loro corrimano, che comunicano con il servizio vanno sanitizzati almeno due volte al giorno.

  • PULIZIA DELLE ZONE AD ALTO RISCHIOServizi igienici : devono essere puliti e sanitizzati almeno quattro volte al giorno ed una particolare intenzione deve essere rivolta ai sanitari.E consigliabile far usare ai pazienti dei copri-water monouso di carta allo scopo di ridurre al minimo il rischio di contagio

  • Il materiale per le pulizie non monouso deve essere accuratamente lavato, disinfettato ed asciugatoper ridurre al minimo la moltiplicazione batterica

  • Il personale addetto alle pulizie deve avere un abbigliamento idoneo, in grado di fornire una reale protezione. In particolare deve essere composto da: Guanti di gomma Scarpe impermeabili Copricapo Mascherina (per i servizi igienici)

  • RACCOMANDAZIONI Una buona pulizia e migliore di una cattiva disinfezione La disinfezione, se necessaria, inutile se non preceduta da una adeguata pulizia Si devono eliminare le spugne per qualsiasi uso Usare sempre stracci puliti rinnovandoli spesso Si devono eliminare i cestini aperti usando cestini chiusi e comunque non vuotare il sacchetto, ma sostituirlo.

  • GLI ISOLAMENTI

  • GLI ISOLAMENTITutti i pazienti devono essere considerati potenzialmente affetti da patologia trasmissibile, pertanto occorre attuare sempre e per ogni paziente le PRECAUZIONI STANDARD

  • Esistono poi delle PRECAUZIONI AGGIUNTIVE che vanno attuate per i pazienti affetti da malattie trasmissibili attraverso:- Via aerea

    - Droplets o Goccioline

    - Contatto

  • UTILIZZO DEI D.P.I.GUANTI in caso di contatto con materiali biologici in caso di contatto con mucose e cute non integra in caso di accesso vascolare (es. prelievi, posizionamento e manutenzione cannule)

    I guanti vanno sostituiti nel corso di manovre differenti sullo stesso paziente (es. igiene medicazione)I guanti vanno tolti prima di toccare materiale non contaminatoPRECAUZIONI STANDARDsi applicano a tutti i pazienti indipendentemente dal fatto che ci sia diagnosi o sospetto di infezione

  • MascherinaOcchialiSchermi faccialiCamice protettivoDa utilizzare durante procedure che generano schizzi o spruzzi di materiale biologico

  • PRECAUZIONI AGGIUNTIVE

    ISOLAMENTO PER PATOLOGIE TRASMISSIONE VIA AEREAda adottare in aggiunta alle PRECAUZIONI STANDARD nei confronti di pazienti con sospetta o nota patologia a trasmissione aerea (es. TBC, morbillo, varicella, etc.)Paziente ricoverato in camera singola nella quale devono essere garantiti almeno 6 ricambi daria/oraLa porta della stanza deve rimanere chiusaOccorrente per il lavaggio antisettico delle mani Limitare le visiteLimitare il trasporto del p.te (se necessario far indossare la mascherina)In caso di trasporto informare il personale del Reparto/Servizio dellisolamento in atto

  • ISOLAMENTO VIA AEREAUTILIZZO DPI

    GUANTIOCCHIALI SCHERMI FACCIALICAMICE PROTETTIVO

    PROTEZIONE RESPIRATORIA

    TBC POLM.ATTIVA= ind