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    TECNICA "PASSIVATTIVA" NELLOSCOLLAMENTO MIO-FASCIALE

    1aPARTE: ARTI INFERIORI

    Maurizio Ronchi

    "In tutte le civilt fin dai primordi della medicina il trattamento delle malattie fu affidato, oltre api o meno improbabili medicine, al trattamento del corpo mediante azione meccanica applicatadall'esterno, associata, talvolta, ad interventi termici mediante applicazione di impacchio sostanze calde o fredde. Sembra quindi che interventi di massaggi o comunque trattamentimanuali su varie parti del corpo siano stati effettuati fin dall'antichit in tutte le etnie ed in tutti icontinenti. Appare quindi logico poter affermare che la manualit del massaggio abbia semprecostituito, in tutti i popoli un'esigenza insopprimibile del genere umano.Ancora oggi hanno grande popolarit massaggi orientali, ben distinti in ciascun paese d'origine,Cina, Giappone, Tailandia ecc. ma anche interventi con tecniche di massaggio di tiposquisitamente occidentale, soprattutto scandinavi e nord europei. Ogni intervento con queste

    manualit ha, nel suo DNA , uno scopo da perseguire: rilassamento, miglioramento dellacircolazione ematica, del liquido linfatico, funzione anti piaghe da decubito ed altre pi o menospecialistiche applicazioni. Nel mondo sportivo, poi, il massaggio stato da sempre uno deicapisaldi della preparazione dell'atleta, da praticarsi prima e dopo gli allenamenti e le gare. Nonpu quindi essere negato che al massaggio siano stati affidati ruoli importantissimi al fine di farrendere al meglio la macchina corporea umana impegnata nelle pi svariate discipline motorie.Lo sport, infatti, potrebbe essere definito come una scusa per verificare, e misurare quanto dimassimale sa fare la macchina corporea in tutte le gestualit nelle quali pu esprimersi: ilmassimo in destrezza, velocit, potenza, resistenza e perfino.....nella capacit di raggiungere ilmassimopossibile di immobilit!Nel tiro a segno o in quello con l'arco, infatti, l'immobilit assoluta del corpo costituisce il

    presupposto per avere una "piazzola di tiro" la pi efficiente possibile, allo scopo di centrare ilbersaglio. Ebbene, in tutti gli sport viene applicato il massaggio al fine di migliorare la capacitprestativa umana.C' poi chi, come Maurizio, soprattutto nello sport, ha voluto andare ancora pi a fondo,prendendo in considerazione i vari elementi, muscolari, tendinei, tessuti di rivestimento ecc. conlo scopo di liberare i confini tra i vari componenti in modo che ciascuno avesse la massimalibert dimovimento, i minori attriti ed il dissolvimento delle viscosit esistenti.In conclusione c' un gran bisogno di persone, come Maurizio, che studino con la massima curapossibile, non solamente il potenziamento o il rilassamento, ma come mettere i vari componentinella miglior e pi efficiente capacit di lavoro. Anche se non particolarmente espresso, ritengoche questi interventi di manualit "liberatoria" possano anche influire positivamente sul sistema

    circolatorio, sia sui grossi vasi che sui capillari, aiutandoli a svolgere al meglio la loro duplicefunzione di apportare ossigeno e di asportare i prodotti di rifiuto.Ripeto ancora una volta che, dal punto di vista scientifico difficile quantizzare" l'effetto positivodi un simile intervento, ma si confortati da un forma di ragionamento, che a noi sembra logico,che ci dice: gli effetti, grandi o piccoli che siano, vanno certamente nella giusta direzione.Auguro quindi, con tutto il cuore, il massimo successo a questa eccellentepubblicazione".

    Professor Antonio Dal MonteComitato Scientifico C.I.O.

    Questo lavoro, elaborato con grande impegno e ricerca personale dal massaggiatore sportivo

    Maurizio Ronchi, offre l'opportunit a professionisti e studiosi delle terapie manuali di riflettereulteriormente sui fattori principali che incidono sul trattamento di alcune patologie sportive, cheincidono notevolmente sulla prestazione agonistica.

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]
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    In effetti, le occasioni di confronto e di riflessione sulle metodologie di trattamento dellepatologie muscolari da sport sono sempre troppo limitate e spesso gli addetti ai lavori trovanopoco tempo da dedicare all'aggiornamento o al dibattito tecnico-scientifico. La discussione dinuovi punti di vista, innovazioni metodologiche e dei risultati delle sperimentazioni deve essereaccolta positivamente per lo sviluppo delle metodologie del massaggio.Questo lavoro vuole proporre dei punti di vista innovativi e delle riflessioni originali. Esso ha unanotevole valenza applicativa ed finalizzato al lavoro pratico, dal momento che nasce da unasingolare fusione tra l'esperienza diretta sulle piste e campi di gara e approfondimento delleconoscenze di fisiologia muscolare. Ottima la presentazione iconografica delle manualit prese inesame.L'autore pienamente consapevole che la difficolt di studiare con metodologie scientificheavanzate l'efficacia del metodo, non rende sempre possibile verificare tutte le ipotesi e concetti equindi si aspetta che futuri approfondimenti rivelino imprecisioni o limiti di questo lavoro, conuna casistica pi ampia ma in fondo proprio in questo modo che progredisce la conoscenzacollettiva.

    Rosario BelliaFisioterapista Nazionale Italiana F.I.H.P.

    Istruttore Taping Kinesiologico

    PREFAZIONE

    ... Cercher quindi di spiegare come la tecnica "passivattiva" applicata inambito sportivo risulti essere un metodo molto efficace per il rilascio delle

    aderenze mio-fasciali e come, migliorando una condizione biomeccanica nonfisiologica nell'atleta, ne possa ottimizzare la prestazione sportiva.

    Questo lavoro frutto della lunga esperienza di istruttore, preparatore atleticoe massaggiatore per diversi gruppi sportivi, ed rivolto, senza preteseaccademiche, a tutti gli operatori del settore, in special modo a chi stainiziando il percorso di massaggiatore sportivo. Le manualit descritte nonsono terapeutiche, di altrui competenza, e sono state studiate e messe a puntoper il mantenimento e l'incremento della biomeccanica funzionale per glisportivi di medio-alto livello atletico, il cui corpo sottoposto a importantiallenamenti e performance sportive.Una doverosa precisazione: non sono n medico n terapista dello sport, maun tecnico ricercatore-operatore in questo campo che grazie alla suaformazione di chimico con esperienze in analisi biochimica, cerca di individuare

    e di capire alcuni dei fenomeni fisiologici che accadono nel tessuto mio-fascialedurante l'applicazione di tecniche di massaggio. Per tutti questi anni ho avuto eho la fortuna di collaborare con biologi, medici e fisioterapisti sportivi, fonte delmio background formativo, con i quali continuo a rivedere e/o a svilupparenuove tecniche e manualit specifiche per sportivi e atleti, o come vengonochiamati ora: "sport-bodyworks".

    http://kinesiobellia.wordpress.com/http://kinesiobellia.wordpress.com/http://kinesiobellia.wordpress.com/
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    Ad avvalorare la tecnica passivattiva, metodologia che da tempo applico nellemanualit di scollamento mio-fasciale, stato il trovare un riscontro nelsuperbo studio sulla fascia di Robert Schleip, facendo particolare riferimento alsuo lavoro "Fascial plasticity - a new neruobiological explanation", dove hotrovato una significativa spiegazione dei meccanismi biochimici e biomeccaniciche intervengono nei tessuti trattati durante la seduta di massaggio sportivo

    con la tecnica passivattiva.Voglio citare Art Riggs, uno dei pi stimati bodyworkers, che grazie al proficuoreciproco scambio di opinioni ed esperienze ha contribuito alla messa a puntodi questa mia metodologia.In pratica voglio spiegare come questa tecnica cinetica basata sull'aiutodell'atleta nel sostenere un'azione dinamica in condizione di leggero stretching,torsione o contrazione muscolare durante le manualit di massaggio per ilrilascio delle aderenze mio-fasciali - condizione passivattiva dell'atleta - sia piefficace rispetto al classico scollamento statico.

    ADERENZE, COLLAGENE, FASCIA

    Un breve accenno alle propriet chimico-fisiche della fascia e dei suoicomponenti per meglio focalizzare cosa sono le aderenze mio-fasciali e perchnecessitano di essere scollate-rilasciate con la tecnicapassivattiva.Le cellule delle fasce connettivali si trovano disperse in una sostanza gelatinosadenominataMEC, matrice extracellulare. La MEC costituita da una porzionefibrosa proteica inclusa in un gel acquoso di polisaccaridi. La parte fibrosa costituita da fibre collagene, fibre reticolari e fibre elastiche. Le fibre collagenee reticolari sono costituite essenzialmente da molecole di collagene, ma

    differiscono tra loro per una diversa struttura molecolare; le fibre elastichesono invece costituite da due catene proteiche di diversa natura: la fibrillina el'elastina.

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    "Per queste caratteristiche il tessuto connettivo pu essere anche diviso intessuto connettivo fibrillare, tessuto connettivo elastico e tessuto connettivoreticolare, con la comune funzione di sostegno e di protezione: costituisce labase su cui poggiano i diversi epiteli e contribuisce alla difesa dell'organismocontro urti e traumi esterni" (da: Dispensa Massaggio Sport TIB).

    Le fibre di collagene, per le quali vedremo solo le propriet inerenti a questolavoro, hanno la funzione di supporto meccanico per quelle parti del nostrocorpo pi soggette a forti sollecitazioni sia interne che esterne. Il collagene lotroviamo, infatti, sottoforma di fibre di vario spessore, come legamenti etendini, strutture forti che possono resistere a notevoli carichi dinamici estatici.Questi tenaci fasci fibrosi di collagene, dato lo scarso e irregolare orientamentofibrillare lungo la linea di sviluppo della forza muscolare, possiedono comunqueun certo grado di estendibilit, ma senz'altro inferiore a quello delle fibremuscolari. Quest'ultime sono caratteristiche per la loro elasticit e resistenza,

    ma quasi esclusivamente nel senso della forza espressa nelle fasi di movimento- contrazione allungamento muscolare bidirezionale - ovvero lungo la direzionedell'orientamento delle fibre e dei loro fasci muscolari.Invece le fibre di collagene del tessuto connettivo - la fascia - hannodecisamente minor forza ed elasticit, per possono garantire una protettivafunzione meccanica elastica agente in modo tridimensionale, in qualunquesenso la forza venga sviluppata/applicata, sia dal muscolo (forza interna) cheda quella assorbita come per esempio avviene durante un impatto - forzaesterna.Per cui prendendo in esame le fibre di collagene della fascia, dal punto di vista

    meccanico per far fronte a importanti eventi traumatici o ripetuti nel tempocome urti, torsioni, schiacciamenti e costrizioni varie, esse tendono amodificare la loro propriet viscoelastica in modo quasi permanente, peradattarsi a queste forze anomale che agiscono sulla fascia facendone superareil limite di deformazione strutturale.Per contenere il possibile danno provocato alla fascia, le fibre di collagene sidispongono in modo molto pi disordinato rendendo difficile un ritorno allostato fisiologico iniziale, ovvero l'incapacit di riorganizzarsi in fasci fibrillari piordinati.Alcuni studi hanno confermato che la fascia connettivale mantiene in memoria

    il trauma determinando in quel punto, quasi per proteggerlo, una modificazionenella loro mobilit sia elastica che di scorrimento: sono le aderenze chelimitano il grado di libert del movimento muscolo-articolare durante il gesto ol'attivit sportiva. Le aderenze, specie quelle profonde o importanti, sono areedi contatto non fisiologico dove si vanno a concentrare le tensioni da trazionedei tessuti adiacenti e col tempo anche le forze espresse dal conseguenteadattamento posturale.Per approfondimenti sulla fascia consiglio l'eccellente lavoro del Dr. GiovanniChetta "Il sistema connettivo".

    TRATTAMENTO PER MUSCOLI ADIACENTI NEL MASSAGGIO SPORTIVO

    http://www.giovannichetta.it/documentaz/Sistema_Connettivo_Giovanni_Chetta.pdf#Il%20sistema%20connettivohttp://www.giovannichetta.it/documentaz/Sistema_Connettivo_Giovanni_Chetta.pdf#Il%20sistema%20connettivo
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    La tecnica passivattivadi scollamento mio-fasciale che va a trattare i muscoliin contatto tra di loro (i muscoli adiacenti o paralleli), nel massaggio sportivorisulta di aiuto per il ripristino della corretta scorrevolezza tra i vari tessuti e diconseguenza della mobilit articolare. Questa tecnica in abbinamento con ilMassaggio Traverso Profondo - MTP - o con la Frizione Trasversa Profonda -

    deep friction o tecnica Cyriax - comporter " un orientamento delle fibrecollagene, assieme al loro rafforzamento grazie ad una circolazione migliore epu essere sufficiente a permettere all'atleta di mantenere un alto livellod'attivit, che sarebbe stato impossibile senza il trattamento ..." (FrancescoNigro).Quando le fibre di collagene della fascia, gi di natura poco allineate fra loro, acausa di traumi, di stress da sovraccarico tensivo/nervoso, tendono adaddensarsi e a disporsi ancor pi in maniera casuale e disordinata, possibileche diano inizio ad una marcata adesivit e conseguente retrazione mio-fasciale che legala normale dinamica muscolo/articolare - Range of Motion. A

    questo proposito per spiegare in maniera figurata cosa avviene, riportol'esempio riportato in un lavoro pubblicato su Sports&Med, il quale visualizzabenissimo la questione. Immaginiamo di aver tra le mani una striscia di nastroadesivo, il comune scotch, dove la parte liscia rappresenta la fascia con le suefibre di collagene ben ordinate e quindi in ottimo stato fisiologico, e la parteadesiva appiccicosa rappresenta quella degradata stressata, dove le fibre dicollagene sono disposte a casaccio. Se facciamo scivolare sulla nostra pelle laparte liscia del nastro, essa scorre via liscia senza attriti; per contro quandofacciamo scivolare la parte adesiva, essa si trascina dietro la pelle, i peli,facendo sentire un "tiraggio".

    Questo attrito non altro che la sensazione che proviamo quando un'aderenzamio-fasciale impedisce di eseguire una normale escursione muscolo-articolare.Per questo motivo necessario intervenire con tecniche e manualit perscollare tali aderenze.Tutte le manualit indicate in questo lavoro, nascono in un'ottica "cinetica",ovvero in relazione alla fondamentale partecipazione attiva da parte dell'atletamentre l'operatore passivamente muove, stira e ruota il muscolo o il tratto dicatena mio-fasciale interessato allo scollamento.Tecnica che definiscopassivattivaper il contributo minimo, ma indispensabileche viene richiesto all'atleta per ottenere la condizione necessaria affinch

    possa iniziare il cambiamento viscoelastico del tessuto mio-fasciale (collagene).Ci non solo dovuto all'azione fisica meccanica della manualit, ma anche pergli effetti conseguenti alla risposta della stimolazione eseguita suimeccanocettori dell'atleta: corpuscoli e organi di Golgi, Ruffini e Pacini.Questa condizionepassivattiva, secondo lo studio di Schleip, assolutamentenecessaria in quanto i corpuscoli dei meccanocettori se non stimolatidirettamente su ordine del loroproprietario- l'atleta in questione - nonriescono ad influenzare il sistema simpatico con la conseguente variazione deltono muscolare rendendo vano il lavoro di rilascio. Come appunto egli hadimostrato per spiegare la dinamica della plasticit della fascia durante lamanipolazione mio-fasciale, mette in evidenza che usando tecniche su parti delcorpo anestetizzate e non, nelle prime non vi era alcuna variazione del tonomuscolare e della viscoelasticit se non di breve durata, mentre nella seconda

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    trattando le parti del corpo attivate dalla persona massaggiata, tali effettierano ben riscontrabili e di pi lunga durata.Non andando troppo nel dettaglio (per approfondimenti si consiglia la letturadel citato lavoro di Schleip), appare chiaro come sia importante rispettarequesta condizione cinetica durante lo scollamento mio-fasciale, a maggior

    ragione sulla base dei positivi risultati riscontrati sul campoapplicando questamodalit durante le scorse stagioni agonistiche. Perci in base alle mieesperienze trovo che inserire la tecnicapassivattivacon manualit discollamento e separazione per muscoli adiacenti durante le sedute dimassaggio-sport, risulta essere di ottimo aiuto agli sportivi per conseguire unabuona performance atletica.Aiuto valido anche per l'operatore che avr molta meno difficolt nello scollarele aderenze data la minor incisivit richiesta dalla tecnica, il che moltogradito dall'atleta trattato. Si tratteranno esclusivamente manualit per imuscoli e la fascia, in quanto per i legamenti, a mio parere, la miglior tecnica

    risulta sempre la deep friction, Frizione Trasversa Profonda.La tecnicapassivattiva molto efficace per quei tipi di muscoli fusiformi onastriformi con poco ventre e lunghi tendini, che spesso subiscono a causadella restrizione fasciale delle torsioni intorno alla struttura ossea correlata, osono soggetti a una rotazione-trazione lungo il loro asse a causa delleaderenze con i muscoli adiacenti o con la fascia stessa. Oltre al lavoro sullaparte muscolare indispensabile trattare anche i tendini per rompere leaderenze fibrose formatesi.

    Come mostra empiricamente la foto sopra, il tendine rosso e la sua guaina dirivestimento - la retina bianca- vengono mobilizzati e frizionati appunto per

    evitare, rompere o rilasciare le aderenze - crosslinks- cos da permettere unaottimale e reciproca scorrevolezza, merito anche della lubrificazione indottadagli effetti del massaggio localizzato."Gi prima della comparsa dei sintomi fastidiosi per una tendinite, il collagenetende a degenerare dando inizio all'infiammazione. Il massaggio di frizione sultendine-guaina svolge un lavoro preventivo sulla comparsa dell'infiammazionedovuta a sovraccarico di lavoro o alla fibrosit della guaina che lo avvolge, inquanto stimola la riproduzione di collagene che sostituisce quello degradatodisponendosi ordinatamente. Per cui il massaggio con le sue tecnichespecifiche manuali per lo scollamento di aderenze fibrose -

    muscolo/fascia/guaina/tendine- resta sempre pi un'ottima pratica per laprevenzione da infortuni, nonch di gran beneficio per lo sportivo" (W.W. Lowe- terapista del massaggio). La Figura 1con una visione muscolo-scheletrica

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    globale permette di evidenziare alcuni di questi muscoli e le catene mio-fascialidi appartenenza.

    Figura 1

    Dopo anni di lavoro su atleti di diverse discipline sportive, ritengo che questapratica ora aggiornata con la dinamicit della tecnicapassivattiva, sia di ottimoaiuto se applicata in sinergia con i vari lavori di preparazione atletica -flessibilit, elasticit- per l'ottenimento e l'ottimizzazione del miglior Range ofMotion muscolo-articolare. I muscoli appartenenti a un gruppo mio-fascialepreciso - ad esempio quelli della coscia - si devono poter liberamentecontrarre/decontrarre con indipendenza fra loro, pur rimanendo sinergici,antagonisti o reclutati durante la biomeccanica di un gesto atletico. Loscollamento e separazione per muscoli adiacenti, risulta inoltre efficace nelcontrastare la retrazione mio-fasciale, riducendo il rischio di infortuni.Restrizioni e aderenze sono tra le principali cause di disfunzioni in quanto,esercitando trazioni e torsioni su muscoli, fascia e articolazioni correlate, sonocausa di impedimenti e dolori durante l'esercizio fisico. Il mancato scorrimentotra muscoli adiacenti - una delle cause sono essudati, acido lattico e scoriemetaboliche che aumentano il grip interstiziale fascia-muscolo-fascia- ha comeeffetto una perdita di indipendenza durante la fase di escursione allungamento-accorciamentoe, di riflesso, nell'erogazione della forza muscolare. Questo

    risulta essere un vero gapper la fisiologica escursione miotendinea - ROM -durante la fase di contrazione/decontrazione specialmente durante unaprestazione sportiva. Ne consegue che con sovraccarichi di lavoro o con laripetizione di specifiche gestualit tipiche di allenamenti intensivi a sensounico, si vada ad incrementare il processo naturale di retrazione mio-fasciale,con le ben note noiea livello muscolo-articolare le quali, se non trattateprecocemente possono portare l'atleta a forzati compensi posturali incidendonegativamente sulla performance. Sappiamo bene che i muscoli sottoposti asuperlavoro possono oltrepassare il loro range of motion, ma nel caso questaazione venga pi volte ripetuta, provocher un rigonfiamento - ipertono- e

    una rigidit muscolare - stiffness - con possibile conseguente infiammazione.Questo ipertono riduce lo spazio interstiziale muscolo-fascia-muscololimitandola circolazione sanguigna per il nutrimento dei tessuti e quella linfatica per la

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    pulizia dalle scorie, provocando un disagio rilevato dai vari recettori presenti -propriocettori, meccanocettori, chemiocettori - che informano il SistemaNervoso Centrale e causano la trasformazione del disagio in dolore mio-fasciale." Un muscolo ben allungato, infatti, in grado di eseguire dei movimenti pi

    ampi con minor stress per la sua articolazione. Studi sulla mobilit articolareconfermano che eseguire esercizi di stretchingalla fine del workoutaccelera ilrecupero " (M. Scudero, massaggiatore). In completo accordo mi sento diaffermare che far seguire la parola scollamentoove si parli diallungamento/stretching possa essere decisamente appropriato e sinergico."Inoltre tali aderenze esercitano sia forze di trazione laterali, destabilizzanti peril compartimento mio-fasciale associato, che forze atte a instaurare unatorsione assiale sui muscoli stessi " (A. Riggs).Le aderenze mio-fasciali possono portare ad uno squilibrio delle forze cheagiscono in "tensegrit" (la parola inglese "Tensigrity" stata inventata

    dall'architetto Fuller nel 1955; risulta dalla contrazione delle parole "tensile" ed"integrity" e caratterizza la facolt di un sistema a stabilizzarsimeccanicamente col gioco di forze di tensione e di decompressione che siripartiscono e si equilibrano)su un compartimento articolare. Questosbilanciamento generalmente causa adattamenti posturali, infiammazioni edolore, condizioni che vanno a scapito della performance sportiva e nei casi pigravi impediscono all'atleta di allenarsi. Un esempio l'incollamentodelmuscolo Tensore della Fascia Lata (TFL), tratto Ileotibiale, con il Vasto Laterale(Figura 2).

    Figura 2

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    Quest'ultimo sottoposto all'azione di trazione laterale esercitata dal TFL, puessere causa di un risentimento al ginocchio e, come dimostrano alcuni studi,essere responsabile o concausa di dolori compartimentali (sindrome Femoro-Rotulea).Lo stesso TFL in grado di "trazionare" per "incollaggio" l'inserzione

    miotendinea del Bicipite Femorale soprattutto durante la fase di accosciata -squat - che pu contribuire all'insorgere di dolori nell'area del ginocchio permancata stabilit.A riguardo possibile trovare ampia documentazione nei vari studi pubblicatisu vari siti di Sports&Med, di come lo scollamento dei muscoli della coscia edella gamba abbia risolto dolori e limitazioni per l'articolazione del ginocchioche si presentavano con i tipici sintomi delle pi comuni sindromicompartimentali come quelle riportate in Figura 3.

    Figura 3

    Questo per spiegare come l'aver liberato i muscoli incollati dalle aderenzeabbia cos normalizzato lo squilibrio tensivo delle forze agenti per lastabilizzazione del ginocchio.Sappiamo bene come anche minime trazioni dovute a contratture, trigger

    points, cicatrici etc., siano in grado di sbilanciare non solo un articolazione, mala "tensegrit" del corpo modificandone la postura.Altra utilit riscontrata nell'uso della tecnicapassivattivadi scollamento ascopo preventivo specie per i muscoli delle gambe quella di contrastarel'insorgenza del crampo muscolare."Indipendentemente dalla vera causa che induce il crampo muscolare (diversesono le teorie sulle cause), sembra invece accertato che il dolore sia dovutoall'intensa stimolazione dei meccanocettori dovuta all'eccessiva contrazionemuscolare" (E. Sproviero).Ne conviene che eliminando le aderenze mio-fasciali si otterr una miglior

    tonicit muscolare che una delle condizioni ottimali per evitare l'insorgere delcrampo.

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    Ci denota ancora una volta che intervenire con un'azione preventiva discollamento per separare tra di loro i muscoli adiacenti, diviene una necessitper gli atleti agonisti e per chi si dedica al fitness con un'alta frequenzasettimanale.

    PRINCIPI DELLA TECNICA PASSIVATTIVA

    La tecnica consiste nello scollare tra di loro questi muscoli esercitandocontemporaneamente con l'altra mano uno stretch passivo o, nel caso essa siaimpegnata nella manualit, tramite specifiche posizioni, il tutto con un piccoloaiuto dinamico da parte dell'atleta: come spiegato in precedenza grazie anchealla cinetica a sostegno delle manualit, la tecnicapassivattivariduce il temponecessario per risolvere le aderenze e mantiene pi a lungo questo nuovo statodi libert(Figure 4-5-7-8).

    Figure 4-5-7-8

    Eseguito un primo parziale scollamento, ogni muscolo viene trattato conmanualit twist&rollper un'ulteriore separazione muscolo-fascia-muscolomettendo in risalto il grado di rilascio da aderenze (Figura 6).

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    Figura 6

    Prima di passare alla visione delle tecniche manuali di scollamento, benetener presente che, una volta riscontate particolari aderenze in un muscolo talida non consentire un corretto ROM, per una maggior efficacia del trattamento

    si deve testare anche la condizione dei muscoli della catena mio-fasciale diappartenenza. Quindi dovr essere effettuato un lavoro esclusivo sul muscolo,ma tenendo sempre presente l'interazione che esso esercita e/o subisce inrelazione alla fascia e alla sua catena cinetica. fondamentale tenere semprepresente l'azione che la fascia esercita nelle aree sottoposte a stressnervoso/tensivo o a sovraccarico di lavoro. Avvolgendo/riempiendo tutti isettori muscolari, sia in fasci fibrillari che in larghi fogli, la fascia ha la tendenzaad accorciarsi proprio in questi hotspots - punti critici - causando i ben notiproblemi di mobilit mio-fasciale-articolare.Dunque per eseguire una funzionale manualit di scollamento necessario

    rilassare il pi possibile il muscolo teso, contratto o accorciato che sia, affinchl'aderenza fasciale possa essere rimossa o allentata efficacemente. In caso ditensione eccessiva della parte da trattare, bene cercare di diminuire questostato trattando l'intera catena mio-fasciale riferita, con l'intento di allontanaree di distribuire questo eccesso di contrazione su di una pi larga superficie,portando il muscolo dolente dell'atleta in una condizione di maggior relax.Ad esempio se si deve trattare il muscolo Bicipite Femorale della coscia,andremo a testare tutta la sua catena di appartenenza, ovvero partendodall'arto inferiore con i muscoli Peronieri, Gastrocnemio e Soleo, quindi il BFappunto, il tratto legamentoso sacrale, i muscoli Lungospinali erettori della

    Colonna Vertebrale fin su all'occipite e tutta la fascia relativa a questopercorso.Oppure nel caso del muscolo Tensore della Fascia Lata, cominceremo con iltestare il muscolo Tibiale, il TFL appunto, il muscolo Obliquo Interno, e datoche in questo caso la catena a spirale, proseguiremo sul muscolo Obliquoesterno per poi andare dietro e verso l'alto con il muscolo Dentato, i muscoliRomboidi e finire con i muscoli Elevatore della Scapola e Splenio, inclusa lafascia legata ad essa. Personalmente, ma non "alla lettera", seguo le catenemio-fasciali secondo Tom Myers -Anatomy Trains.Vediamo nel dettaglio come si eseguono tali manovre. Punto chiave ottenere

    la collaborazione da parte dell'atleta, mettendolo al corrente delle tecniche cheandremo ad eseguire, spiegandone il fine e gli effetti voluti e le sensazioni che

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    prover. Come noto, pi si abbassa la rigidit/tensione muscolare, pientreremo in sintonia con l'atleta e pi efficace risulter la tecnicapassivattiva.Tutte le manualit di scollamento, di definizione e di stretch muscolare vannoeseguite molto lentamente, per avere sempre la prontezza di interromperel'azione per un qualsiasi motivo. Questo perch, lavorandoprofondamente su

    contratture, aderenze e fibrosit mio-fasciali, bisogna avere sempre il controllodella situazione, ricordando che non si sta "spalmando olio"ma lavorando conpressioni importanti, per frizionare, pinzare e schiacciarei muscoli i tendini e lafascia.In base a questa considerazione e a motivi legati puramente all'esecuzionetecnica delle manualit, meglio non lubrificare troppo la zona da trattare conolio o creme per mantenere sempre una discreta capacit di presa/controllo.Come dice Art Riggs, come se volessimo svitare il tappo del barattolo dellamarmellata con le mani unte; ci si pu anche riuscire, ma ... quanta forza devosprecare per svitarlo! Il che tradotto nei riguardi dell'atleta che possibile

    anche provocargli un eccessivo dolore per nulla, mentre per l'operatore siverifica uno spreco di energie e un eccessivo carico per le articolazioni delledita.Ora per entrare nell'ottica della tecnicapassivattiva (che osservatadirettamente molto esplicativa) vorrei spiegarne il concetto con un esempio:immaginiamo di dover riprendere un oggetto con una fotocamera e di cercaredi renderlo il pi possibile evidente e riconoscibile dallo sfondo. Per avere unbuon dettaglio bene riprendere il soggetto da diverse angolazioni; pisaranno i punti di vista, pi precisa sar la risoluzione e il risultato finalerisulter senz'altro di buona fattura viste le molteplici pose. Se invece usiamo

    una videocamera, appare chiaro come la ripresa in movimento- cinetica -attorno, sopra e sotto l'oggetto, sar ancora pi dettagliata e pi completa perlo scopo voluto, ovvero la miglior risoluzione del dettaglio e la messa in risaltodel soggetto. Rapportando l'esempio alla tecnicapassivattiva, l'operatore chepassivamente supporta il movimento con l'attivazione muscolare dell'atleta,pu lavorare il muscolo e la fascia adiacente quasi per 360 gradi, mentrequesti si allungano, si rilassano e si contraggono. Cos, specie per i muscoli, dapoter avere a disposizione durante tutti i vari cambi dimensionali e di posizioniche la struttura fisiomorfologica concede. Il tutto verr ancor pi reso efficacedal momento che sfrutteremo il meccanismo dell'innervazione reciprocatra

    muscoli agonisti-antagonisti, specie quando il lavoro di scollamento deveessere eseguito su muscoli ipertonici, "duri" o tesi. Tutti i movimenti del corpoavvengono per un "accordo" muscolare di co-attivazione,ovvero la sincroniatra gli opposti gruppi muscolari durante le fasi di contrazione-rilassamento-allungamento, pena la staticit del corpo, il non movimento. Per cuiall'attivazione di un muscolo - agonista- consegue un rilassamento delmuscolo opposto - antagonista- che pu cos maggiormente allungarsi. Riportoil classico esempio, usato negli allungamenti col metodo PNF - ProprioceptiveNeuromuscolar Facilitation o facilitazione neuromuscolare propriocettiva - doveper facilitare lo stretching dei muscoli posteriori della coscia,si richiede l'aiutodell'atleta che deve prima contrarre il muscolo Quadricipite Femorale, che perinnervazione reciprocaprovocher un rilassamento degli ischiocrurali posti cosin condizione di esser pi facilmente allungati e "lavorati".

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    L'obbiettivo finale della tecnicapassivattiva sar quello di avere un muscolopi in dettaglio dallo s f o n d o ,pi libero biomeccanicamente nel suo ROM eaver riequilibrato le forze di stabilizzazione dell'articolazione correlata.Appare per cui chiara la differenza che passa tra la tecnica di scollamento mio-fasciale classica (la staticit dellafotocamera) e la tecnicapassivattiva(ladinamicit della videocamera) che ora vedremo nel dettaglio.

    LA TECNICA PASSIVATTIVA

    Il primo stepdella tecnicapassivattiva quello di riscaldare la zona datrattare, ovvero di ottenere un buon warm-upmio-fasciale, sfruttando cos lasua propriet tixotropica (diminuzione della viscosit indotta da un'azionemeccanica) con lo scopo di ottenere il primo grado di rilascio prima del lavoroprofondo. Si inizia dunque con l'eseguire sulla zona interessata la manualit"stroke", sfioramenti leggeri con il palmo della mano o di avambraccio. Questa

    manualit, lavorando nel senso dello sviluppo della forza muscolare, non discollamento, ma di preparazione ad esso in quanto va a stirare, ad appiattire le"grinze" formatesi sui fogli fasciali e ad ordinare longitudinalmente le fibre dicollagene che si sono aggrovigliate durante l'accorciamento nella fase diadattamento a seguito di una situazione di stress meccanico o nervoso.Questa fase iniziale di scioglimento mio-fasciale, si caratterizza per la lentezzae la poca pressione applicata durante la manualit; utile all'operatore pertestare la zona interessata del corpo dell'atleta con lo scopo di trarre il maggiornumero di informazioni per definire l'approccio e quali manualit siano piindicate/mirate per il proseguo del trattamento.

    Come dice bene Erik Dalton, uno dei pi stimati bodyworkers" la palpazione l'arte per ottenere informazioni". A fronte di ci le strokesuperficiali cheall'inizio del trattamento si eseguono per riscaldare, ammorbidire e rilasciare lamuscolatura, divengono la prima fonte di informazione diretta sul campo.Questa lentezza e accuratezza nella manualit permette ai nostri sensoridigitali e cutanei - meccanocettori tattili- di essere nella miglior condizione disensibilit per farci rilevare e conoscere la condizione mio-fasciale dell'atleta;ci verrebbe vanificato se la tecnica fosse applicata con un'azione veloce ebrusca. Cos facendo l'operatore otterr gran parte delle informazioniutili permettere a punto la strategia pi efficace da eseguire sull'atleta.

    Per completare il quadro informativo, si tenga presente che ogni muscolo parte di un compartimento articolare, e che quindi risulta utile testare il ROM,sia passivo che attivo, per evidenziarne eventuali impedimenti, dolore oquant'altro di poco fisiologico, causato da aderenze e tensioni indotte dalmuscolo stesso o dai muscoli adiacenti, sia presente nel movimento articolare.Dopo la manualit di stroke si esegue sul muscolo quella pi incisiva di"stripping", con lo scopo di cominciare a rompere/rilasciare le aderenze fascialisuperficiali. Questa tecnica pi un vero "sfregamento" profondo che non unosfioramento, una sorta di stretching passivo intenso e di breve durata.Da questo momento in poi dato che le manualit saranno applicate conpressioni importanti, fondamentale che tutte le tecniche di scollamento mio-fasciale profondo vengano eseguite con la messa o in tensione - stretch - o in

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    torsione - spin stretch- oppure tramite una contrazione variabile dei muscolida trattare.Questa condizione applicata sia passivamente dall'operatore, che dall'atletache attiva il muscolo contraendolo isometricamente (Figura 9).

    Figura 9

    essenziale questo modo di procedere per due motivi: il primo quello diallungare le fibre e i fasci muscolari-fasciali nel fisiologico verso lo sviluppodella forza-lavoro; il secondo di prevenzione, poich l'utilizzo di pressionidecise sul ventre muscolare o sull'inserzione miotendinea in condizioni discarico-relax, potrebbe risultare dannoso oltre che molto doloroso per l'atleta.Quindi per una maggior efficacia della tecnicapassivattiva, in base allastruttura e alla posizione anatomica del muscolo da trattare, non si develimitare il lavoro di scollamento ad una determinata posizione fissa, maapplicare le manualit mentre il muscolo in movimento attivato da unagraduale contrazione o dall'azione di stretching.Nel caso che per diversi motivi non si possa applicare la tecnicadinamicamente, per impedimento biomeccanico o per dolore, bisogna trattareil muscolo variando quanto pi possibile l'angolazione dell'articolazioneassociata (Figura 10).

    Figura 10

    Ora appare ancor pi chiaro il motivo per il quale bisogna mantenere una certa

    lentezza durante l'esecuzione di tali manualit profonde. La velocit riduce lanostra sensibilit tattile ed inoltre risulta difficile poter interrompereimmediatamente l'esecuzione in caso di problemi e, cosa sgradevole, pu

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    evidenziare un certo "fare sbrigativo"nei confronti dell'atleta. Per scollare leaderenze tra muscolo/muscolo e muscolo/fascia, si hanno a disposizionediversi personali tool- utensili - a secondo del tipo di lavoro pi o menoprofondo da eseguire o in base alla struttura anatomica dei muscoli da trattare.A seguire alcuni esempi di quelli maggiormente impiegati. Notare ancora una

    volta come per una maggior efficacia della tecnicapassivattiva si inizi semprecon le manualit di strokeper il riscaldamento e la percezione/rilevazionetattile dell'area da trattare che via via diventano sempre pi profonde (Figura11- stroke con il palmo della mano e avambraccio).

    Figura 11

    Pollici, dita e nocche sono generalmente ottimi toolper lo scollamento deitendini, come in questo caso per gli estensori delle dita dei piedi. Si esegueuno "smile", tecnica di sfioramento profondo curvilinea (Figura 12-13).

    Figura 12-13

    Tecnica che risulta molto efficace per atleti che fanno uso di scarpette strette (

    velocisti, calciatori, pattinatori, climbers etc.).L'utilizzo delle nocche serve ad incrementare la pressione/forza rispetto alledita e ai pollici quando richiesta dalla tecnica. Per esempio nel trattare imuscoli Peronieri e Tibiali (Figura 14) se il lavoro deve essere profondo(ultima foto) l'uso delle nocche risparmia all'operatore un eccessivo stressarticolare per le ultime falangi delle dita.

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    Figura 14

    L'uso dell'avambraccio, del pugno o del gomito diviene necessario per latipologia anatomica di taluni muscoli da trattare o quando si ha necessit dieseguire un lavoro profondo, che non vuol dire doloroso, ma pi efficace e

    risolutivo - non nel senso di sbrigativo.In Figura 15vediamo un'applicazione della tecnicapassivattivaper scollare iltratto ileotibiale del muscolo Tensore della Fascia Lata dal sottostante muscoloVasto Laterale. L'uso del pugno e dell'avambraccio per lo stripping, con ilsuccessivo profondo scollamento con l'uso del gomito ed infine la messa inevidenza del TFL con la tecnica twist&roll, un insieme di torsioni-rotazioni-elevazion-frizioni per mobilizzare ogni singolo muscolo liberato da tensioni eaderenze.

    Figura 15

    Per la miglior efficacia nel raggiungere lo scopo di quest'ultima manualit discollamento, ancor pi importante visualizzare nella nostra mente l'azione dirilascio mio-fasciale, che le dita, le nocche o altro toolesercitano sui bordi delmuscolo o per l'area fasciale che stiamo trattando.In Figura 16l'utilizzo dei pollici e del gomito per lo scollamento dei muscoliIschicrurali, finalizzata dalla tecnicadi twist&roll per il muscolo Bicipitefemorale.

    Figura 16

    Una volta ottenuto un buon grado di rilascio mio-fasciale con la messa inrisalto del muscolo, si procede con manualit di Massaggio Traverso Profondo -

    MTP- per i muscoli di grossa massa con lo scopo di riallineare le fibremuscolari e fasciali nel senso della linea di forza (Figura 17).

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    Figura 17

    Lo scopo della tecnica twist&roll, da preferirsi per i muscoli di media/piccolataglia, di mettere in evidenza il muscolo in tutta la sua lunghezza: origine,ventre, inserzione mio-tendinea e sul periostio per quanto la strutturaanatomica ci concede di eseguire (Figura 18).

    Figura 18

    Questo tipo di lavoro serve, oltre che per il riallineamento delle fibre mio-fasciali, per rilasciare il muscolo dalle profonde aderenze cos da poter esserelibero di scivolare tra i tessuti profondi e le ossa, completando l'iniziale l'operadi scollamento superficiale. Questo dunque il vero obiettivo della tecnicapassivattiva: ripristinare l'indipendenza e il completo ROMdi escursione mio-fasciale, riequilibrare le tensioni articolari per poter erogare al meglio la forza-lavoro durante il gesto atletico o la prestazione sportiva.Di seguito vari esempi di tecniche di strippinge twist&rollper lo scollamento e

    la messa in evidenza di alcuni muscoli degli arti inferiori.

    Figura 19- Stripping dei muscoli Peronieri e Tibiale per una prima rotturadelle aderenze con la fascia superficiale sottocutanea; l'atleta mantiene l'artoin leggera abduzione spingendo il ginocchio all'esterno contro la manodell'operatore.

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    Figura 19

    Figura 20- Una diversa posizione per lo stripping dei muscoli Peronieri eTibiale. L'atleta applica una leggera contrazione isometrica spingendo sullaspalla dell'operatore. Come si nota in questo caso e per altri in seguito, lamanualit sembra vada contro il flusso sanguigno venoso, ma in effetti lasuperficie di contatto del tool dell'operatore limitata alla porzione muscolareo fasciale, senza interessare o inibire in maniera sensibile la circolazione.

    Questo verso della manualit richiesto nel caso di forti retrazioni mio-fascialitali da inibire l'articolazione correlata. Utilit spiegata dal fatto che andiamo adallungare un accorciamento ipertonico contro la direzione del restringimentomio-fasciale, cosicch oltre ad ottenere un rilascio delle aderenze fibrose, si vaanche ad allungare il muscolo sgravando l'articolazione da eccessivatensione/trazione, spesso causa di sbilanciamenti posturali.

    Figura 20

    Figura 21- Lavoro di scollamento per i muscoli Peronieri e Tibiale anteriore

    dalla tibia e dal muscolo Gastrocnemio-Soleo. La tecnica va eseguita sia conl'operatore che passivamente preme sull'avampiede affinch il tallone vadaverso il gluteo, o che l'atleta mantenga una leggera spinta isometrica control'operatore come per distendere l'arto.

    Figura 21

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    Figura 22- L'uso delle dita nello scollamento per il muscolo Gemello lateralesia dal Gemello mediale che dal Soleo e quest'ultimo dai tendini dei Peronieri.Eseguire la manualit a diverse angolazioni del ginocchio e con una leggeradorsiflessione del piede mantenuta dall'atleta.

    Figura 22

    Figura 23- Fasi di scollamento superficiale contemporaneo: i pollici separano idue muscoli Gemelli, i quali tramite le dita vengono scollati dal Soleo. Si notil'escursione della gamba dell'atleta che pu essere sia passiva che attiva.

    Figura 23

    Figura 24- Scollamento con il pollice dei muscoli Gemelli, sempre con l'arto in

    movimento. Eseguire o richiedere anche la dorsiflessione e plantarflessione delpiede.

    Figura 24

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    Figura 25- Scollamento profondo dei muscoli Gemelli con il gomito. Tuttiquesti esempi sul muscolo Gastrocnemio servono a spiegare la scelta del toolpi adatto da parte dell'operatore per adeguarsi alla diversa tipologia distruttura e massa muscolare che varia da atleta ad atleta.

    Figura 25

    Figura 26- Stroke con l'avambraccio per il riscaldamento necessario per

    ottenere successivamente un cambiamento viscoelastico e per lo stiramentodelle grinze fasciali responsabili di accorciamento e rigidit - stiffness- per ilmuscolo Gastrocnemio-Soleo ...

    Figura 26

    Figura 27- ... con successivo scollamento con i pollici. Variare l'angolo diapertura del ginocchio.

    Figura 27

    Figura 28- Stripping con il pugno per un primo rilascio delle aderenzesuperficiali per i muscoli Gemello laterale e Peronieri mantenuti in stretchingpassivattivo.

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    Figura 28

    Figura 29- Tecnica twist&rollper la guaina del tendine d'Achille con stretchpassivattivo.

    Figura 29

    Figura 30- Tecnica di twist&rollverso l'inserzione tendinea del muscoloGemello interno. Eseguire la manualit anche chiedendo all'atleta di premereleggermente sulla palla.

    Consiglio sempre la visualizzazione nella propria mente delle manualit chestiamo eseguendo: la carta vincente per la tecnica passivattiva.

    Figura 30

    Figura 31- Strokedi riscaldamento e stiro per i muscoli Quadricipite Femoralee Adduttore.Sia in condizione di stretch passivo o chiedendo una minima contrazione attiva.

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    Figura 31

    Figura 32- Fasi iniziali di scollamento del muscolo Retto del Femore da quelliadiacenti, con arto in movimentopassivattivo. qui evidente l'apporto cineticodato dall'atleta nella manualit.

    Figura 32

    Figura 33- Scollamento del muscolo Retto femorale dagli altri muscoli delQuadricipite, in particolare dal Vasto intermedio; l'operatore modula lostretching dell'arto da trattare con la propria gamba. Anche in condizione dileggera attivazione muscolare mentre l'atleta spinge sull'arto dell'operatore.

    Figura 33

    Figura 34- Manualit traversa profonda per il riallineamento dei fasci di fibredei ventri muscolari superficiali del Quadricipite. Anche mentre l'atletamantiene una leggera spinta isometrica sulla palla. Variare l'angolo di aperturacoxo-femorale dell'anca.

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    Figura 34

    Figura 35- Varie posizioni per la tecnica strokesul tratto Ileo tibiale delmuscolo Tensore della Fascia Lata.

    Figura 35

    Figura 36- La strokediviene pi energica con lo strippingdel TFL tramite ilpugno, modulando la pressione tramite l'appoggio del corpo dell'operatore.

    Figura 36

    Figura 37- Stripping del TFL variando la posizione dell'arto dell'atleta.

    Figura 37

    Figura 38- Utilizzo del gomito per lo scollamento del TFL dal muscolo Vastolaterale in diverse posizioni sempre nell'otticapassivattiva.

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    Figura 38

    Figura 39- Scollamento del TFL dal tessuto connettivo sottocutaneo edall'inserzione del muscolo Bicipite femorale.

    Figura 39

    Figura 40- Strokecon stabilizzazione della SIAS - Spina Iliaca AnterioreSuperiore - e iniziale scollamento del muscolo Adduttore dalla fascia

    sottocutanea.

    Figura 40

    Figura 41- Altre tecniche di scollamento per il muscolo Adduttore conl'avambraccio e con il palmo della mano; variare man manol'angolo diapertura del ginocchio e chiedere sia di abdurre che addurre l'anca.In caso di eccessiva rotazione del bacino stabilizzare la SIAS.

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    Figura 41

    Figura 42- Trattamento per il muscolo Adduttore con pollici e dita; con ilgomito se richiesta un'azione profonda. In ultimo scollamento dai tendiniinserzionali della Zampa d'oca.

    Figura 42

    Figura 43- Twist&rollper il muscolo Adduttore, l'operatore muove avanti-indietrol'arto appoggiato al suo fianco o chiede all'atleta una leggera

    contrazione tramite la spinta del piede contro il fianco.

    Figura 43

    Figura 44- Strokedi avambraccio per i muscoli Ischiocrurali e strippingcon lamano giocando sullapassivattiva contrazione-stiramento tramite la flessionedel ginocchio.

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    Figura 44

    Figura 45- Scollamento degli Ischiocrurali con il palmo della mano mentrecon tecnicapassivattiva si intra-extraruota il ginocchio.

    Figura 45

    Figura 46- Scollamento - twist&roll - degli Ischiocrurali dal tessuto connettivo

    sottocutaneo a varie angolazioni sia dell'anca che del ginocchio.

    Figura 46

    Figura 47- Prima rottura delle aderenze tra i due semimuscoli e il Bicipite,dall'origine all'inserzione miotendinea. Chiedere una leggera spinta del piedecontro la spalla dell'operatore.

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    Figura 47

    Figura 48- Con aiuto dell'atleta per la trattenuta dell'arto, lavoro profondo diseparazione dei due semimuscoli dal Bicipite Femorale. Manualit contro lalinea di accorciamento mio-fasciale per alleggerire la pelvi dall'eccessiva

    trazione degli Ischicrurali ipertonici e incollati.

    Figura 48Figura 49- Tecniche di preparazione - warm up - per il successivo lavoro discollamento per i muscoli extrarotatori dell'anca. Chiedere sempre all'atletaun'assistenzapassivattiva.

    Figura 49

    Figura 50- Scollamento degli extrarotatori dell'anca, l'operatore mantienefermo il gomito muove l'arto dell'atleta intra-extrarotazione - effetto cinetico -e modula l'intensit della pressione variando l'appoggio del proprio corpo.

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    Figura 50

    Infine come ottimo supporto e in sinergia alla tecnicapassivattiva vogliosegnalare questa nuova e poco conosciuta tecnica di bendaggio: il tapingneuromuscolare- TNM - che applicata sull'atleta dopo lo scollamento, va acompletare il lavoro di rilascio miofasciale tramite una ulteriore e continuaazione decongestionante sui muscoli trattati. Grazie alle convoluzioni - grinze -(vedi le prime foto sotto) che il tape esercita sulla cute, viene mantenutocostantemente un vacuumsui sottostanti strati tissutali, permettendo cos una

    libera circolazione della linfa, del sangue e dei liquidi interstiziali.A mio modesto parere, quando richiesto il Taping NeuroMuscolare rappresentauna potenzialit dalle molteplici applicazioni tale da essere per me un"compound" prezioso e irrinunciabile nelle sedute di massaggio sportivo. Perapprofondimenti tecnici di questa poliedrica tecnica di taping, consiglio divisitare il blog di Rosario Bellia.

    ARTICOLI1. Giovanni Chetta: Il sistema connettivo - Dalla psiconeuro-

    endocrino-immunologia alla psiconeuro - endocrino - connettivo -

    immunologia2. Marco Jacono: Il tissotropismo muscolare

    http://kinesiobellia.wordpress.com/http://kinesiobellia.wordpress.com/
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    3. Francesco Nigro: Il ruolo del massaggio nel trattamento dellepatologie muscolo-tendinee dell'arto inferiore nello sportivo

    4. Robert Schleip: Fascial plasticity a new neruobiologicalexplanation

    5. Robert Schleip: Commentary 8 - da JOURNAL OF BODYWORK AND

    MOVEMENT THERAPIES6. Martino Scudero: La pratica dello stretching nel campo della

    terapia manuale e riabilitativa7. E. Sproviero: I diversi tipi di dolore muscolare nel calciatore -

    Cause, significato e prevenzione8. A. Joseph Threlkeld: The Effects of Manual Therapy on Connective

    Tissue9. Art Riggs, Whitney W. Lowe ed Erik Dalton: Articoli Vari -da MASSAGE

    & BODYWORK magazine.IMMAGINI

    Figura 1 da: Sabotta: Atlas of Human AnatomyFigura 2 da: http://www.aafp.orgFigura 3 da: http://www.amtamassage.org

    WEBSITE1. http://www.acsm.org2. http://www.activerelease.com/3. http://www.alleniamo.com/4. http://www.amtamassage.org5. http://www.deeptissuemassagemanual.com/artbio.html6. http://erikdalton.com/

    7. http://www.fasciaresearch.com/8.

    http://www.giovannichetta.it/9. http://kinesiobellia.wordpress.com/10. http://www.newamssm.org/11. http://www.somatics.de/12. http://www.sportsmed.org

    Maurizio Ronchi(Istruttore FIDAL - Istruttore postura MTB)

    http://www.aafp.org/http://www.aafp.org/http://www.amtamassage.org/http://www.amtamassage.org/http://www.acsm.org/http://www.acsm.org/http://www.activerelease.com/http://www.activerelease.com/http://www.alleniamo.com/medicina.psico/2006/dolori.muscolari.calciatore.htmhttp://www.alleniamo.com/medicina.psico/2006/dolori.muscolari.calciatore.htmhttp://www.amtamassage.org/http://www.amtamassage.org/http://www.deeptissuemassagemanual.com/artbio.htmlhttp://www.deeptissuemassagemanual.com/artbio.htmlhttp://erikdalton.com/http://erikdalton.com/http://www.fasciaresearch.com/http://www.fasciaresearch.com/http://www.giovannichetta.it/http://www.giovannichetta.it/http://kinesiobellia.wordpress.com/http://kinesiobellia.wordpress.com/http://www.newamssm.org/http://www.newamssm.org/http://www.somatics.de/http://www.somatics.de/http://www.sportsmed.org/http://www.sportsmed.org/mailto:[email protected]:[email protected]://www.sportsmed.org/http://www.somatics.de/http://www.newamssm.org/http://kinesiobellia.wordpress.com/http://www.giovannichetta.it/http://www.fasciaresearch.com/http://erikdalton.com/http://www.deeptissuemassagemanual.com/artbio.htmlhttp://www.amtamassage.org/http://www.alleniamo.com/medicina.psico/2006/dolori.muscolari.calciatore.htmhttp://www.activerelease.com/http://www.acsm.org/http://www.amtamassage.org/http://www.aafp.org/