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Il Grillo Bramante Periodico del Liceo Bramante di Magenta Anno XXII N. 2 Febbraio 2013 Versione a colori online! Ti piace scrivere o vorresti dise- gnare fumetti? Sei interessato a partecipare al Giornalino in qualsi- asi altro modo? Hai qualche propo- sta? CONTATTACI! [email protected] In questo secondo numero del Grillo troverete si- curamente qualcosa che vi piacerà, qualunque sia- no i vostri interessi: la nostra redazione ha propo- sto una varietà di argomenti che spaziano dall’attualità alla cultura, dallo sport alla cucina, ovviamente includendo numerosi articoli riguardo alla nostra scuola. Vorrei però assicurarmi che, in questa pletora di argomenti, nessuno venga tratto in inganno su quale sia lo scopo del nostro Giorna- lino e sui modi in cui viene realizzato. Infatti, per quanto noi della redazione possiamo coinvolgere altri studenti, ci sarà sempre chi si sente estraneo al progetto, e questo è un peccato. Per esempio, per quanto riguarda gli argomenti trattati, uno studente che non partecipa alla redazione potrebbe chiedersi come mai solo ad alcuni progetti della scuola siano dedicati articoli specifici: nonostante i nostri redat- tori facciano del loro meglio per coprire tutti le attività che portano lustro alla nostra scuola, il tempo e lo spazio sono tiranni e non sempre è pos- sibile scrivere su tutto ciò che succede. Se dunque un certo progetto o una certa attività non è stata ancora trattata, i partecipanti non se la prendano a male, perché é stata certo una scelta dettata dall’esigenza di contenere la mole del lavoro reda- zionale, e cercheremo di provvedere nei prossimi numeri. Piuttosto, invitiamo ancora chi vuole a unirsi alla redazione: il Giornalino é sempre felice di accogliere nuovi studenti e nuovi articoli. Vorrei sottolineare inoltre come il Grillo Bramante abbia quest’anno ulteriore importanza perché rappresenta un mezzo di espressione privilegiato: la mancanza dei rappresentanti degli studenti rende infatti il Giornalino il principale strumento con cui il corpo studentesco può far sentire la propria voce. Del resto l’assenza dei rappresentanti degli studenti non è solo un incidente dovuto al mancato rispetto di una scadenza: indica che gli studenti non sono sufficientemente impegnati nella partecipazione alla vita scolastica. Parliamoci chiaro: la lista pre- sentata (in ritardo) era una sola, priva di campagna elettorale e... (continua nella pagina successiva) Buongiorno Bramante! di Riccardo Fadiga 5H Colo & Ronde

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Il Grillo Bramante

Periodico del Liceo Bramante di Magenta

Anno XXII N. 2 Febbraio 2013

Versione a colori online!

Ti piace scrivere o vorresti dise-

gnare fumetti? Sei interessato a

partecipare al Giornalino in qualsi-

asi altro modo? Hai qualche propo-

sta? CONTATTACI!

[email protected]

In questo secondo numero del Grillo troverete si-

curamente qualcosa che vi piacerà, qualunque sia-

no i vostri interessi: la nostra redazione ha propo-

sto una varietà di argomenti che spaziano

dall’attualità alla cultura, dallo sport alla cucina,

ovviamente includendo numerosi articoli riguardo

alla nostra scuola. Vorrei però assicurarmi che, in

questa pletora di argomenti, nessuno venga tratto

in inganno su quale sia lo scopo del nostro Giorna-

lino e sui modi in cui viene realizzato. Infatti, per

quanto noi della redazione possiamo coinvolgere

altri studenti, ci sarà sempre chi si sente estraneo al

progetto, e questo è un peccato. Per esempio, per

quanto riguarda gli argomenti trattati, uno studente

che non partecipa alla redazione potrebbe chiedersi

come mai solo ad alcuni progetti della scuola siano

dedicati articoli specifici: nonostante i nostri redat-

tori facciano del loro meglio per coprire tutti le

attività che portano lustro alla nostra scuola, il

tempo e lo spazio sono tiranni e non sempre è pos-

sibile scrivere su tutto ciò che succede. Se dunque

un certo progetto o una certa attività non è stata

ancora trattata, i partecipanti non se la prendano a

male, perché é stata certo una scelta dettata

dall’esigenza di contenere la mole del lavoro reda-

zionale, e cercheremo di provvedere nei prossimi

numeri. Piuttosto, invitiamo ancora chi vuole a

unirsi alla redazione: il Giornalino é sempre felice

di accogliere nuovi studenti e nuovi articoli. Vorrei

sottolineare inoltre come il Grillo Bramante abbia

quest’anno ulteriore importanza perché rappresenta

un mezzo di espressione privilegiato: la mancanza

dei rappresentanti degli studenti rende infatti il

Giornalino il principale strumento con cui il corpo

studentesco può far sentire la propria voce. Del

resto l’assenza dei rappresentanti degli studenti

non è solo un incidente dovuto al mancato rispetto

di una scadenza: indica che gli studenti non sono

sufficientemente impegnati nella partecipazione

alla vita scolastica. Parliamoci chiaro: la lista pre-

sentata (in ritardo) era una sola, priva di campagna

elettorale e... (continua nella pagina successiva)

Buongiorno Bramante! di Riccardo Fadiga 5H

Colo & Ronde

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Redattori:M. Albano, A. Barbazza, B. Bergamaschi, I. Bertani, N. Bramani, G. Caprio-

glio, L. Casella, A. Cerutti, G. Colombo, M. Cozzi, I. Daka, A. De Cicco, M. De Pace. R.

Fadiga, P. Ferrario, V. Fiori, A. Gambaro, S. Garavaglia, E. Giora, F. Grassi, M. Guizzardi,

S. Gussoni, M. Longhi, M. Mantovani, M. Mariano, M. Montonati, L. Motta, E. Nava, A.

Pellegrini, O. Pindaro, E. Porta, A. Re, L. Rondena, S. Saffioti, F. Sarri, B. Soldano, M. Ta-

vera, A. Tenconi, E. Tosello, V. Tufaro, D. Zarinelli.

Vignettisti: A. Fernandez, E. Popa

Pagina Centrale: G. Caprioglio, M. Montonati

Impaginatori: L. Colombo, L. Rondena

Fotografo: D. Montana

Stampa: M. Bigatti

Docenti referenti: Prof.ssa Luigina Marcogiuseppe, Prof. Mauro Parrini

La redazione ringrazia le collaboratrici scolastiche Anna e Giovanna

La Redazione

Pagina 2

Il Grillo Bramante

...costituita all’ultimo momento, non certo

l’espressione di una forte volontà di essere eletti

per rappresentare gli studenti. Che non siamo rap-

presentati nel Consiglio d’Istituto non è poi nean-

che il problema maggiore, in quanto risolvibile già

a settembre dell’anno prossimo. Piuttosto preoccu-

pa che non ci siano (o siano insufficienti) le liste e

i candidati: il che dipende meno dagli individui e

più da una situazione di collettivo disinteresse per

la vita della Scuola da parte degli studenti. Una

ragione che mi è stata ripetuta da molti ragazzi che

giustificano questa situazione è che, in quanto stu-

denti, il nostro compito è appunto studiare e

nient'altro. Ricordiamoci però che per quanto

l’obiettivo della scuola sia l’istruzione,

quest’ultima è necessariamente legata al buon fun-

zionamento dell’ambiente in cui viene impartita.

Se teniamo alla nostra istruzione dunque, è neces-

sario alimentare il nostro interesse ed estendere la

nostra partecipazione a tutti gli aspetti della vita

scolastica. Infine colgo l’occasione per comunicare

a tutti i Bramantini che il ricavato complessivo del-

la raccolta delle offerte effettuata prima di Natale

ammonta a 585 euro, di cui 500 si devolvono a so-

stegno delle adozioni a distanza di due bambine

africane Nancy e Cecilia di Gulu ( Uganda ), ado-

zioni in atto dal 2000. I restanti euro sono destinati

all’opera di Maristella Bigogno, ma aspettiamo a

donarli per poter raccogliere eventualmente qual-

cosa in più in occasione della S.Pasqua.

Il Dirigente scolastico, il personale e tutti gli studenti si uniscono in un abbraccio alla

famiglia Todaro nel dolore per la tragica scomparsa di Stefano, ex studente dell’Istituto.

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Il Grillo Bramante

In questo numero

La nostra scuola: Cultura/Recensioni musicali:

A scuola con il tablet 4 Mumford and Sons-babel 20

“La banalità del male” 5

BramArte: il Bramante da Picasso 6 Cultura/Storia:

Lo sport dentro di noi! 7 Historia non semper magistra vitae 21

10 fatti storici che tutto (o quasi) ritengono veri 22

Dal territorio:

Il posto più bello di Magenta abbandona-

to al degrado 8 Cultura:

Digito ergo sum (2): Platone con l’ipad 9 L’Angolo Poetico di Iris 24

“Scrivere che passione” 10

Curiosità:

Scienza/Scienze: Dopo i Maya... Nostradamus! 25

Affari di cuore 11

Big Bang o creazione? 13 L’intervista:

Curiosity da Marte 14 Personaggi… “degni di nota” 26

Opinioni: Break 27

Right or wrong: my President 15

Stop alla violenza, diamo voce alle donne 16 Rubriche:

Auto italiane o auto straniere? 17 Il questionario di Alex 28

50 anni con i Beatles 18 Pensieri in libertà 29

Botta e risposta 30

Il questionario di Alex 31

Cultura/Recensioni libri: Com'è dolce "chiacchierare"! 32

La Bibliobussola di Alice 19 Top Ten 33

L’oroscopo (semiserio) del Grillo 34

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Negli ultimi anni la tecnologia ha

fatto enormi passi avanti e il suo

ingresso nel mondo della scuola

era auspicabile e necessario. Da

alcuni anni, infatti, in un numero

crescente di scuole si fa uso dei

tablet come ausilio allo studio e in

certi casi anche in sostituzione dei

libri cartacei. Il Bramante

quest’anno ha potuto offrire a due

classi questo strumento. Vediamo

cosa ne pensano e come si sono

trovati alcuni alunni della 3°D.

La maggior parte della scuola vi

ritiene 'fortunati' per aver avuto

questa opportunità, voi come la

pensate? - Sì, é stata una fortuna

essere scelti come 'classe web'.

Alla fine la tecnologia fa sempre

più parte della nostra vita quotidia-

na quindi non vedo perché non

dovrebbe entrare a far parte anche

della didattica scolastica. - È vero

per qualcuno, per altri meno per-

ché magari preferivano ancora la

carta al tablet. Secondo me, è co-

munque un'opportunità per impa-

rare ad utilizzare un oggetto che in

futuro sarà di uso comune. Poten-

do scegliere avreste voluto far

parte di una classe tablet? E per-

ché? - Sì, potendo scegliere direi

di sì, avrei voluto far parte delle

classi web e sperimentare come la

tecnologia di ultima generazione e

la scuola possono entrare in con-

tatto! - All'inizio forse ti avrei ri-

sposto di no dati tutti i limiti rego-

lamentari che ci avevano imposto,

ma ora che so che tutte queste

norme non sono poi né tante né

pesanti, ti direi di sì. Qual era la

vostra opinione sui tablet prima

di averli a scuola? - Prima di a-

verli a scuola sinceramente pensa-

vo che non avrebbero fatto altro

che provocare distrazioni o co-

munque che avrebbero abbassato

l'attenzione degli alunni alle lezio-

ni. - Prima pensavo fosse un og-

getto abbastanza inutile dato che ci

s o n o i c o m p u t e r .

Il vostro punto di vista è cambia-

to dopo averli provati?

- Sicuramente quando hai a che

fare con uno strumento del genere

la curiosità di provarlo in tutti i

suoi "lati" é tanta; è anche vero

che prendere appunti o piccoli pro-

memoria é molto più facile e velo-

ce, almeno secondo il mio punto di

vista, e secondo certi aspetti meno

"noioso”. – Sì, assolutamente, so-

no comodi, piccoli, sottili e possia-

mo portarli ovunque e farci molto

di più di quello che facciamo nor-

malmente col computer. Inoltre

risparmiamo tempo nel cambiare

le aule e riusciamo a vedere più

cose interessanti . Pensate che la

didattica sia migliorata o peggio-

rata? Perchè? -Ci sarebbero mol-

te cose da dire a riguardo. Se lo

strumento viene usato con intelli-

genza allora sì, si può dire che la

didattica é totalmente migliorata.

Ma se al contrario viene visto solo

come un gioco o una distrazione

allora si rischia di peggiorare la

situazione scolastica. C'è da preci-

sare inoltre che noi non siamo av-

vantaggiati rispetto alle altre classi

nello studio, come più di una volta

ci siamo sentiti dire. Noi dobbiamo

studiare esattamente quanto devo-

Pagina 4

A scuola con il tablet Intervista alla 3D, classe-web del nostro Liceo

M. Mantovani 3F

La nostra scuola

no farlo tutti, in quanto i professo-

ri non hanno creato un program-

ma di studio quantitativamente

diverso per noi che abbiamo i

tablet, ma si attengono comunque

al programma scolastico prestabi-

lito. -Migliorata in classe e peg-

giorata a casa! A scuola si pren-

dono appunti e si utilizzano video

e foto per migliorarli e arricchirli,

mentre a casa a volte mi lascio

distrarre finendo col non studiare.

Il fatto di potervi scambiare e

prendere appunti molto veloce-

mente non vi causa una minore

assimilazione degli argomenti

spiegati in classe? -Se uno non

vuole stare attento si distrae anche

con un foglio di carta, non c'è bi-

sogno del tablet. -No, perché co-

munque se ci si fanno passare gli

appunti senza essere stati attenti

non si capisce comunque, e pren-

dendoli sull'Ipad si velocizza la

scrittura e quindi avanza più tem-

po per ascoltare la prof al posto di

pensare a cosa scrivere. Se voi

foste presidi di una scuola la

fareste diventare una scuola

tablet? Perchè? - Sì, se fossi nel-

la posizione di poter decidere o

meno di "creare" delle classi web

sicuramente lo farei; penso sia un

grande passo avanti per noi stu-

denti che siamo un po' il futuro

del nostro paese. È inutile tirarsi

indietro e non voler accettare il

salto di qualità che stiamo facen-

do, senza nulla togliere al cartace-

o, che rimane un grande patrimo-

nio per tutti. - Sì, per dare un'op-

portunità in più ai ragazzi e per-

ché così possono iniziare a pensa-

re al tablet come strumento di la-

voro e non solo di svago.

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che ritenersi personalmente innocente. Eichmann

non era pazzo né sadico, semplicemente non era in

grado di distinguere il bene dal male non arrivando

nemmeno a interrogarsi sulla loro differenza: in que-

sto modo il male diventa banale, il male non richiede

sadismo, una coscienza malvagia, un’adesione fanati-

ca, una mente superiore, il male sta nell’incapacità di

alcuni individui di pensare, di riflettere, di mettersi in

discussione, sta nel lasciare che altri pensino per noi.

L’uomo malvagio è colui che ha la coscienza morale

ottusa, e senza riflettere fa il male per cieca obbe-

dienza camuffata da senso del dovere. Anche Ei-

chmann, paradossalmente, fu quindi vittima del nazi-

smo: fu da esso privato della capacità di scegliere. In

tribunale, durante le udienze, fu presente la storica e

filosofa tedesca Hannah Arendt come inviata del The

New Yorker, e le cronache che ella scrisse nel corso

del processo divennero il nucleo centrale del libro

“La banalità del male”. Il 22 novembre 2012 tutte le

classi quinte della nostra scuola si sono recate al

Centro Asteria di Milano per assistere proprio ad uno

spettacolo teatrale tratto dal saggio della Arendt, per

il quale erano previste 10 repliche con la partecipa-

zione di ben 4000 ragazzi da tutta la Lombardia, e

non solo. La protagonista, la stessa Arendt ripresa

durante una lezione nell’Università di Chicago, è sta-

ta brillantemente interpretata dall’attrice, regista e

docente teatrale Paola Bigatto, che ha rivestito questo

ruolo per la duecentottantaduesima volta. Il fatto che

la vita di Eichmann o il processo non vengano messi

in scena, bensì che la rappresentazione teatrale si basi

su un monologo della protagonista, ci indica che non

furono tanto importanti Eichmann, il suo grado o il

suo ruolo nella guerra, ma la mentalità che stava alla

base delle sue azioni e che lo portò alla non scelta del

bene. Il messaggio che deve arrivare a ciascuno di

noi è che dobbiamo imparare a pensare e agire con la

nostra testa, e che ognuno di noi deve essere un po’

un Socrate, senza mai smettere di interrogarsi sul

senso e sul valore della vita, ma anche un po’ un

Kant, con il suo imperativo categorico del rispetto

assoluto della dignità umana, in se stessi e negli altri.

Solo noi, al nostro posto, possiamo scegliere di non

essere come Eichmann.

La banalità del male... Non era stupido,

semplicemente senza idee Un monologo teatrale sul processo Eichmann a Gerusalemme

G. Caprioglio 5H

La nostra scuola

Nel 1960 i Servizi Segreti israeliani

arrestarono a Buenos Aires

(Argentina), dopo una ricerca durata

per anni, Otto Adolf Eichmann, un

alto funzionario appartenuto alla poli-

zia nazista e considerato uno dei

maggiori responsabili operativi del-

lo sterminio degli ebrei durante la

seconda guerra mondiale. L’uomo

venne immediatamente portato a Gerusalemme e pro-

cessato e, dopo 2 anni e 114 udienze, il 31 maggio

1962 venne eseguita la sentenza: condanna a morte

per impiccagione. Ma chi era davvero Eichmann ? In

realtà Adolf Eichmann era un uomo come tanti altri:

viveva in Austria, aveva una famiglia, aveva un nor-

male lavoro da impiegato; ma la sua vita semplice gli

dava un senso di insoddisfazione, le sue aspirazioni

erano più alte: per questo motivo quando gli fu of-

ferto di collaborare con i nazisti non esitò ad accetta-

re. Fu così che venne inserito nel reparto IV-B-4

dell’RSHA (Reichssicherheitshauptamt, Ufficio cen-

trale per la sicurezza del Reich) dove dimostrò di a-

vere straordinarie capacità organizzative, portando

avanti in maniera sistematica l’emigrazione forzata

degli ebrei dai territori del Reich; in poco tempo ac-

quistò sempre più potere fino a diventare SS-

Obersturmbannführer (tenente maggiore), e raggiun-

se l’apice della carriera quando gli fu dato l’incarico

di organizzare il trasporto ferroviario degli ebrei per

mettere in atto la “soluzione finale”: Eichmann dires-

se dunque fino alla fine della guerra le deportazioni

degli ebrei di gran parte del centro Europa. A Geru-

salemme gli vennero imputati e riconosciuti ben 15

crimini, ma durante tutto il processo egli continuò ad

affermare di essere “non colpevole nel senso dell’atto

di accusa”, e di non aver mai avuto personalmente

nulla contro gli ebrei. A questo punto una domanda

dovrebbe sorgere spontanea: ma allora, PERCHÉ?

La risposta è relativamente semplice: la caratteristica

principale dei regimi totalitari è che i vertici del pote-

re non inculcano le loro idee nelle teste degli uomini,

ma semplicemente fanno sì che gli uomini non abbia-

no idee; ecco perché Eichmann si giustificò affer-

mando che egli aveva sempre obbedito agli ordini e

seguito la legge, e dunque in questo senso non poteva

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La nostra scuola/BramArte

Il Bramante da Picasso… Visita alla grande Antologica dedicata al Maestro spagnolo

E. Giora 5H

Lo scorso 7 dicembre le classi 4D e 5H sono anda-

te a Milano a vedere la mostra dedicata a Picas-

so.Gli studenti che hanno avuto la possibilità di

visitarla sono stati entusiasti perché non capita tutti

i giorni di poter vedere quadri di questo artista: la

guida ha spiegato, infatti, che i quadri di Picasso

difficilmente sono portati fuori dal Museo Picasso

di Parigi, che li ospita nella quasi totalità, ma che

in occasione del restauro di quest’ultimo sono per-

venuti in buona parte a Palazzo Reale a Milano.

All’entrata campeggia una proiezione di

“Guernica” a dimensioni reali. Picasso dipinge

questa enorme tela per denunciare il bombarda-

mento della città omonima da parte della Legione

tedesca Condor durante la guerra civile spagnola.

Gli aspetti fondamentali su cui la guida sofferma

l’attenzione sono: la presenza del toro a simboleg-

giare la Spagna; le supplici a simboleggiare il dolo-

re derivato dalla distruzione e l’assenza di colore

sia per sottolineare il clima di sofferenza sia perché

Picasso era venuto a conoscenza della tragedia da

alcune foto in bianco e nero. Questo è uno dei qua-

dri che meglio rappresentano la fun-

zione che Picasso attribuiva alla pit-

tura: affrontare la realtà. Nella sala

successiva vi sono le opere apparte-

nenti al “periodo blu” durante il qua-

le il pittore dipinge opere prevalente-

mente con colori cupi. Un’opera che

appartiene a questo periodo, presente

nella mostra, è “La Celestine”: viene

rappresentata una donna con le tona-

lità del blu: sono messe in rilievo le

rughe, l’occhio di vetro e il mantello,

elementi che esprimono solitudine.

In quest’opera, e in generale nelle

opere del periodo blu, l’artista si

vuole soffermare su una condizione

umana ed elevarla attraverso l’uso

del colore simbolo della Madonna.

Successivo al periodo blu c’è il peri-

odo rosa, caratterizzato dall’uso di

colori più caldi e da temi più gioiosi,

come acrobati e ballerine. Un’altra

sala è dedicata alle opere ispirate

all’arte negra: l’artista è molto colpito dall’arte pri-

mitiva e la riflette in alcune delle sue opere tra cui

il suo Autoritratto del 1906. In esso le forme sono

stilizzate, senza volume e senza attenzione al detta-

glio, l’interesse si sposta sul simbolo, proprio come

le opere di arte negra. Grande importanza

all’interno della mostra hanno le opere del periodo

cubista. Lo scopo della pittura diventa quello di

rappresentare un oggetto come si può conoscere.

La mostra ospita anche il quadro “Uomo con chi-

tarra”: l’oggetto è rappresentato da tutti i punti di

vista e, attraverso la scomposi-

zione e l’analisi, il pittore vuole

arrivare alla verità dell’oggetto,

in questo caso un uomo che suo-

na la chitarra. Anche la tecnica

del collage è molto importante

per Picasso perché per il pittore

rappresenta lo stadio superiore

dell’analisi e ha l’oggetto reale al

centro del dipinto. Altre opere

notevoli sono “La chitarra”, il

ritratto della moglie Olga e quel-

lo del figlio. Numerose sono sta-

te le opere presenti a Palazzo Re-

ale per una mostra imperdibile

che è stata aperta al pubblico fino

al 27 gennaio. Ringraziamo i do-

centi che ci hanno offerto questa

occasione unica per conoscere il

Maestro spagnolo non solo attra-

verso i manuali di Storia

dell’Arte. “Uomo con chitarra”

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Carissimi lettori del Grillo Bra-

mante eccoci finalmente ritrovati

a parlare di sport, dello sport che

si pratica nel nostro istituto. In

questo numero vi parleremo

dell’esperienza vissuta da alcuni

(QUANTI?) studenti, durante gli

ultimi giorni di scuola prima delle

vacanze di Natale, allo stage di

sci. Lo stage è stato organizzato

con il fine principale di migliora-

re le nostre abilità sciistiche in

vista delle gare d’Istituto. Siamo

partiti per lo stage alle 15 di mer-

coledì 19 dicembre verso Chiesa

Valmalenco e dopo un viaggio di

3 ore siamo arrivati finalmente in

albergo. Abbiamo appena avuto il

tempo di sistemare le cose che

siamo dovuti andare a mangiare

e, successivamente, abbiamo fatto

la riunione in cui ci hanno dato le

informazioni relative ai giorni

seguenti. La nostra giornata tipo

era articolata nel seguente modo:

alla mattina ci si svegliava presto

e, dopo aver fatto colazione, si

prendeva il pulmino e si raggiun-

gevano gli impianti. Appena arri-

vavano i maestri cominciavamo

la lezione che poteva durare due o

tre ore. Al termine della lezione si

andava a pranzare e poi si poteva

sciare liberamente per qualche

oretta. Vorremmo sottolineare il

comportamento eroico di un alun-

no di 3°F che, per poter migliora-

re l’affinità con gli sci e per poter

raggiungere il livello degli altri,

ha saltato per due giorni consecu-

tivi il pranzo e non ha smesso di

sciare fino alle quattro del pome-

riggio!! Ritornati in albergo ave-

vamo tempo libero fino all’ora di

cena e poi andavamo in un bar

fino alle 11 circa. La giornata era

molto faticosa e quindi alla sera si

faceva fatica a stare svegli fino a

tardi. Questa è stata la nostra rou-

tine giornaliera per i primi due

giorni. Il terzo e ultimo giorno è

stato invece il giorno della gara;

saliti sugli impianti abbiamo pro-

vato la pista da gara una volta e

dopo ci siamo preparati per af-

frontarla. Hanno cominciato le

ragazze di prima seconda e terza,

poi quelle di quarta e quinta,

quindi è stato il turno dei maschi.

La competizione è stata difficile e

combattuta al punto che in certi

casi un alunno ha battuto un altro

per pochi centesimi. Per la cate-

goria allieve femminili ha vinto

Martina Nannavecchia con il

tempo di 1’01’’94, battendo di

soli 27 centesimi Martina Braga.

Per la categoria juniores ha vinto

Martina Sebastiano con il tempo

di 1’04’’92, staccando di ben 10

secondi la seconda classificata

Alice Cerutti. Per la categoria al-

lievi maschili invece ha vinto per

il terzo anno consecutivo Mirko

Moscatelli con il tempo di

54’39’’, miglior tempo della gara.

Secondo classificato si è piazzato

Matteo Milana con il tempo di

58’96’’. Per gli juniores maschili

ha vinto Andrea Cavallari con il

tempo di 1’00’74 staccando di un

secondo Mattia Pastorino. E’ sta-

ta una gara divertente in cui an-

che chi non è arrivato nei primi

posti ha dato il meglio di sé. Alla

fine della gara abbiamo avuto due

ore di tempo per sciare in modo

autonomo prima di andare a man-

giare e a rilassarci al rifugio.

Quindi siamo tornati in albergo

e, presi e caricati i bagagli sul

pullman, siamo tornati un po’ a

m a l i n c u o r e a M a g e n t a .

L’esperienza vissuta è stata

senz’altro ottima e ci ha permes-

so, oltre che di sciare e confron-

tarci sportivamente tra di noi, di

conoscere persone nuove e di di-

vertirci con loro. Volevamo rin-

graziare per questo il professor

Moscatelli che l’ha ideata e porta-

ta avanti e la professoressa Serati

che ci ha accompagnati. Ci augu-

riamo inoltre che questa esperien-

za venga riproposta anche nei

prossimi anni in modo da dar la

possibilità di venire a chi

quest’anno non ha potuto e

l’occasione di ripeterla a chi era

presente già quest’anno. Per chi

volesse vedere la classifica com-

pleta della gara, con tutti i tempi,

è appesa sulla porta della palestra

della nostra scuola.

Lo sport dentro di noi! Resoconto dello stage di sci a Chiesa Valmalenco

L. Motta, A. Pellegrini & B. Soldano 3F

Pagina 7

La nostra scuola

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“Il posto più bello di Magenta”: ecco come appare,

agli occhi del signor Lorenzo Naddeo, il Circolo

Ricreativo dell’ ex Novaceta. Ci troviamo in viale

Piemonte, proprio accanto ai binari della stazione

ferroviaria, davanti a un cancello chiuso da catene

e lucchetti. Dietro di essi un capannone e tanto ver-

de. Per chi non lo sapesse, dietro quel cancello, si

trova uno dei migliori e meglio attrezzati circoli

sportivi del magentino che, dopo anni di splendore,

è ora abbandonato ad un lento degrado. Come ci

racconta il signor Naddeo, gestore del centro per

26 anni, il CRAL nacque dalla collaborazione di

alcuni operai dell’ azienda Novaceta, ex leader eu-

ropeo nella produzione di fili d’ acetato, che vole-

vano creare un luogo di ritrovo per i loro colleghi e

i cittadini di Magenta. Vennero perciò allestiti un

campo da calcio, una pista di atletica, molteplici

campi da bocce, il bar, i giochi per i bambini e un

campo da tennis, in terra ed al coperto; e come se

non bastasse, negli anni 80 e 90, il CRAL si impe-

gnò nell’ organizzazione di uscite e gite fuori por-

ta. Esso, nel giro di poco tempo, divenne quindi un

importante luogo di ritrovo per giovani e anziani,

amanti dello sport e famiglie. Nel 2000 inizia però

il triste declino della Novaceta che, otto anni dopo,

è costretta a chiudere i battenti, dopo quasi 50 anni

di attività nell’ industria tessile. I rapporti tra il Cir-

colo e l’ azienda si devono interrompere ma, nono-

stante le ingenti spese, rimangono attivi il campo

da tennis, quello da calcio e il bar. Gli anni passano

e le spese crescono sempre di più: il riscaldamento

viene tagliato, causando la chiusura definitiva del

bar, e i costi di mantenimento del manto erboso

diventano proibitivi per il budget ridotto di cui or-

mai dispone il circolo. L’ unica risorsa rimasta è il

campo da tennis, grazie al quale il sig. Naddeo

continua ad impartire lezioni a giovani e adulti,

pagando di tasca propria il riscaldamento, mentre

vengono mantenute le sovvenzioni per luce ed ac-

qua. Il 31 luglio 2012 scade il contratto del gestore

e i nuovi proprietari del circolo, la banca Unicredit,

chiudono definitivamente il Circolo. Oggi l’area è

lasciata al deterioramento e all’abbandono poiché

non si sta portando avanti un piano di recupero per

le strutture. Il luogo che un tempo ospitava diversi

cittadini e che permise a centinaia di persone di

praticare il proprio sport, ora ricorda un campo da

calcio solo per la presenza delle porte, mentre una

fitta ed alta vegetazione copre interamente il cam-

po e lo spazio intorno. Conosciuta la gloriosa storia

del CRAL e consapevoli del degrado che lo sta

colpendo, è inevitabile chiedersi: perché non si in-

terviene? E’ forse possibile un piano di recupero

dell’ area? Questa domanda è stata posta al Consi-

gliere Comunale di Magenta Manuel Vulcano, il

quale è personalmente colpito dalla triste fine del

Circolo, di cui lui stesso usufruì negli anni passati.

Il Consigliere, oltre a comunicarci la sua appren-

sione per l’ex CRAL, afferma:” Essendo in mano

alla banca, l'area non ha attualmente possibilità di

sviluppo e per quanto riguarda il Comune di Ma-

genta, tutto dipenderà da come si giocherà la parti-

ta all'interno del Piano di Governo del Territorio

(PGT). Infatti solo attraverso questo strumento il

Comune può tentare di incidere sul suo recupero”.

Inoltre dichiara che l’area è ben controllata, assicu-

rando che “l'elemento del degrado e del rischio am-

bientale è ampiamente monitorato dal Comune di

Magenta che si è impegnato a sollecitare controlli,

effettuati da parte dell'ARPA. E' importante sottoli-

neare inoltre che l'attività di monitoraggio viene

coordinata attraverso la stretta collaborazione con

il famoso Movimento Magentino Dignità e Lavoro

che da anni si è opposto alla chiusura della fabbri-

ca gestendo un eroico presidio permanente di fron-

te ai cancelli.” Il nostro impegno e quello del Sig.

Vulcano si uniscono per mantenere accesi i riflet-

tori su un’area un tempo produttiva e di grande ri-

lievo per la città, in cui oggi le erbacce e la ruggine

avanzano ovunque.

1 l’articolo è stato

pubblicato anche

sul Periodico di

informazione dei

ragazzi delle scuo-

le di Magenta.

Pagina 8

“Il posto più bello di Magenta”… Abbandonato al

degrado!1

La triste fine del Circolo sportivo della Novaceta

L.Rondena, F.Sarri,E.Tosello 5H

Dal territorio

Page 9: te · del processo divennero il nucleo centrale del libro “La banalità del male”. Il 22 novembre 2012 tutte le classi quinte della nostra scuola si sono recate al Centro Asteria

Il secondo incontro del ciclo dedi-

cato alla Pop-Filosofia presso la

Sala Grassi del Comune di Corbet-

ta ha dato vita ad un interessante

dibattito sul rapporto che l’uomo

moderno ha con le tecnologie della

comunicazione, che ha visto ancora

nel ruolo di efficaci moderatori i

due nostri studenti del Bramante

Matteo Bolzonella e Michele Pelle-

grino. Il professor Mario Pireddu,

esperto di nuove tecnologie e nuovi

media, ha messo in luce come esse

muovano dalla necessità dell’uomo

di ampliare al massimo le possibili-

tà della comunicazione per render-

la il più efficace possibile. Sin

dall’antichità si è avvertito il biso-

gno di registrare ed archiviare,

mediante la scrittura, eventi e nor-

me ritenute fondative della vita

associata : basti pensare ai più anti-

chi documenti scritti come le

“tavolet te mesopotamiche”.

L’attuale mercato di prodotti hi-

tech utilizzati per la scrittura e la

comunicazione in senso lato vede

ormai la continua introduzione di

prodotti innovativi. Una delle ulti-

me invenzioni è appunto il Tablet,

prodotto non solo dalla Apple ma

da molte altre fabbriche come la

Samsung. Il Tablet appare per la

prima volta sul mercato con Bill

Gates, che nel 2002 propone al

pubblico un Tablet PC, ma senza

fortuna. Sarà Steve Jobs nel 2010 a

lanciare la produzione dell’ora già

mitico Ipad. Ma perché noi sceglia-

mo l’Ipad? Quale misteriosa attra-

zione ci lega a questi oggetti? E

soprattutto, quali sono gli effetti

che ne derivano? Il dibattito sulle

conseguenze dell’introduzione di

nuove tecniche di registrazione

della comunicazione umana ha

origini molto antiche: pensiamo al

“Fedro” di Platone, opera in cui si

affronta il tema dell’invenzione

della scrittura. Quest’ultima, forte-

mente criticata da Platone stesso, è

in netto contrasto con la” parola

vivente”, quella orale, l’ unica ad

essere animata e dunque garante di

una continua crescita della cono-

scenza, localizzabile nell’anima

umana e non certo in un testo scrit-

to. Viene però da chiedersi allora

perché un grande filosofo come

Platone, sebbene riconoscesse il

ruolo insostituibile della parola

orale e del dialogo vivente, , finì

con il “mettere per iscritto” le pro-

prie teorie filosofiche. Maurizio

Ferraris nel suo libro “L’ anima e

ipad” ci propone un’interessante

analisi del rapporto che l’uomo

(anima) ha con le nuove tecnologie

(Ipad). Egli analizza la scelta di

Platone, analoga a quella di ogni

uomo moderno che tenta di smate-

rializzare in ogni modo la materia,

andando oltre i limiti imposti da

essa alla comunicazione : ecco che

all’epoca prendevano vita i dialo-

ghi scritti di Platone e oggi prendo-

no vita i social networks, il mondo

virtuale del web, le videochiamate

ecc. Il bisogno interiore dell’uomo

lo porta ad ampliare nello spazio e

nel tempo il raggio della propria

comunicazione, volendo nello stes-

so tempo lasciare una traccia per-

manente di sè, che rimanga nella

memoria dei posteri. L’Ipad dun-

que, nato dalla stessa esigenza

dell’antica scrittura a mano, e ne

rappresenta la versione evoluta. È

tuttavia inevitabile riflettere sulle

conseguenze che questo genere di

innovazioni porta nella vita

dell’uomo. Da un lato, il mondo

del web, i tablet, i personal compu-

ter, gli “smartphone”, creano un

cambiamento senza dubbio positi-

vo nella vita, agevolandola sotto

molti aspetti; ad esempio permet-

tendo, attraverso un semplice click,

l’accesso immediato a tutto un

mondo di informazioni. Ma è an-

che vero che ciò cambia il nostro

rapporto con la cultura e con

l’istruzione, che viene a dipendere

da un oggetto esterno, una macchi-

na; senza contare che ciò che

l’uomo registra su un tablet, non

gli appartiene fisicamente: sebbe-

ne egli, per un periodo di tempo usi

quel materiale esso rimane in pos-

sesso del web. È giusto quindi con-

tinuare a interrogarsi sull’uso di

queste tecnologie e sull’eventualità

di regolarne l’uso prevenendo con-

seguenze indesiderate.

Nel terzo e ultimo incontro del ci-

clo un giovane ricercatore

dell’Università Vita Salute ha inve-

ce tentato con entusiasmo da ultrà

una sintesi tra filosofia e gioco del

calcio, lanciando un ardito arco di

ponte tra un fuoriclasse della me-

tafisica greca (Parmenide) e un

fuoriclasse argentino del pallone

(Maradona). Entrambi ebbero mo-

do di dare prova del loro genio in

terra partenopea, ma l’idea che

oltre questa concomitanza ci sia di

più non ha convinto molto. Che si

giochi al calcio con una sfera per

ragioni metafisiche che rimandano

alla “ben rotonda Verità” di cui

parlava Parmenide è ipotesi sug-

gestiva ma meno probabile di quel-

la che suggerisce, invece, più sem-

plici spiegazioni di carattere fisi-

co: colpire di testa un cubo o stop-

pare di petto una piramide non

sarebbe stato agevole né, soprat-

tutto, piacevole. (N.d.R.)

Digito ergo sum (2): Platone con l’ipad Concluso a Corbetta il ciclo di incontri sulla Pop Filosofia

A. Cerutti 5H

Pagina 9

Dal territorio

Page 10: te · del processo divennero il nucleo centrale del libro “La banalità del male”. Il 22 novembre 2012 tutte le classi quinte della nostra scuola si sono recate al Centro Asteria

Anche quest’anno si terrà il concorso “Scrivere

che passione” indetto dalla biblioteca comunale di

Corbetta. Il concorso prevede tre categorie : Scuola

Secondaria di primo grado, Scuola Secondaria di

secondo grado, Scrittori. I partecipanti possono

sbizzarrirsi con un racconto dall’incipit già stabili-

to, presentando un elaborato inedito a partire da

incipit indicati nel bando, oppure crearne uno com-

pletamente proprio come racconto inedito a tema

libero. Ed è proprio in quest’ultima categoria che si

è distinta, nello scorso anno, vincendo il primo pre-

mio, una studentessa del nostro Liceo: Sara Baro-

ne, che, attraverso un’intervista, abbiamo cercato

di conoscere meglio:

Ti è sempre piaciuto scrivere oppure si tratta di

una passione maturata col tempo? In realtà ho

sempre scritto per me stessa, ma ora ho trovato bel-

lo e gratificante anche farlo per gli altri.

Perché hai scelto di partecipare a questo con-

corso? Diciamo che sono stata spinta dalla mia

prof. dell’anno scorso, la cara “Streppa”, che ha

voluto che scrivessimo un racconto scegliendo una

delle due categorie del concorso. Di cosa parla il

tuo racconto? E’ una semplice parodia della no-

stra scuola. Ho descritto le caratteristiche e i

“personaggi” principali del nostro Liceo utilizzan-

do il genere della satira. Ti aspettavi la vittoria?

Più che aspettarmela ci speravo molto! Avevo fatto

una scommessa con la mia mamma e se avessi

vinto lei mi avrebbe comprato il cellulare nuovo.

Come nasce questa tua passione? E’ nata grazie

alla professoressa Strepparava. Può sembrare stra-

no o banale ma mi ha stimolato molto non solo in

ambito scolastico, anche nella vita. Lettura e

scrittura sono collegate: qual è il tuo rapporto

con i libri? In realtà non ho mai letto un libro se

non per la scuola … fatta eccezione per “Bianca

come il latte rossa come il sangue”. Quali sono i

tuoi progetti futuri? I miei progetti non riguarda-

no la scrittura; la mia passione è infatti il disegno

tecnico dato che sono affascinata dalle costruzioni.

Sono infatti convinta di fare architettura. Ora non

ci resta che ringraziare Sara augurandole altri suc-

cessi come questo!

Pagina 10

“Scrivere che passione” 10° Concorso letterario organizzato dalla Biblioteca Comunale di

Corbetta

G. Colombo, E. Porta 4D

Dal territorio

Page 11: te · del processo divennero il nucleo centrale del libro “La banalità del male”. Il 22 novembre 2012 tutte le classi quinte della nostra scuola si sono recate al Centro Asteria

Pagina 11

Gli appassionati di serie televi-

sive ambientate negli ospedali,

si imbattono spesso in scenari

analoghi a questo: il suono in-

termittente del monitor cardia-

co di un paziente diviene

all’improvviso continuo, medi-

ci ed infermieri si precipitano

al suo letto urlando: “Arresto

cardiaco!” e trascinando un

carrello con uno strano mac-

chinario dalla forma squadrata

con due “piastre” che, pronta-

mente premute dal dottore sul

petto dell’infortunato, mentre

si staglia un sonoro “libera!”,

fanno sobbalzare bruscamente

il paziente per effetto di una

scarica elettrica. Visti così, in

televisione, i miracoli e gli e-

roici salvataggi da parte dei

medici appaiono quasi normali

e scontati, mentre la realtà è

ben diversa.

L’arresto cardiaco, principale

causa di morte nei paesi indu-

Affari di cuore A scuola con il defibrillatore

I. Bertani 2G

Scienza/Scienze

te perché le percentuali di ri-

presa delle funzioni vitali, in

seguito ad un arresto cardiaco,

diminuiscono del 7-10% per

ogni minuto trascorso senza un

opportuno trattamento.

I defibrillatori semiautomatici

sono dispositivi di grande pra-

ticità di utilizzo e sicurezza

perché dotati di sensori che

riconoscono l’arresto cardiaco

e sono in grado di determinare

in autonomia se è necessaria

una scarica ed eventualmente

la sua potenza. Inoltre si predi-

spongono automaticamente per

la scarica fornendo, per mezzo

di un altoparlante, le istruzioni

di funzionamento al soccorri-

tore. Proprio per queste carat-

teristiche, tanto che persino un

adolescente sarebbe in grado

di utilizzarli, si trovano soven-

te in luoghi pubblici. Al con-

gresso del 2010 della società

italiana di Cardiologia, il Mi-

nistero dell’Istruzione, la SIC

(Società Italiana di Cardiologi-

a) e la fondazione Italiana

Cuore e Circolazione, hanno

d e c i s o d i r i v o l g e r e

un’attenzione particolare al

cuore dei ragazzi consegnando

alla scuola “Don L. Milani” di

Montichiari (Brescia) un defi-

brillatore semiautomatico ed

istruendo all’utilizzo studenti

ed insegnanti. Questa iniziati-

va ha dato il via al progetto “A

scuola di cuore”, composto da

lezioni per informare gli ado-

lescenti sulle malattie cardio-

vascolari e sulla loro preven-

zione.

strializzati e che in Italia colpi-

sce circa 150 persone al giorno,

può essere causato da aritmie

cardiache note come fibrillazio-

ne ventricolare e asistolia. Il

primo caso è una grave irregola-

rità delle pulsazioni dei ventri-

coli cardiaci. Il secondo consiste

invece nell’assenza di sistole

cardiaca ossia di contrazione del

cuore. Entrambi comportano il

blocco della circolazione san-

guigna, della respirazione e, se

il soggetto colpito non viene

soccorso adeguatamente, la

morte. Si stima che il tasso di

sopravvivenza alla fibrillazione

ventricolare, al di fuori dagli

ospedali, sia del 2% mentre

quello dell’asistolia raggiunga

appena l’1%. Il trattamento più

efficace per questi episodi è la

defibrillazione, un provvedi-

mento terapeutico rivolto a ri-

pristinare il normale ritmo car-

diaco grazie all’uso di uno stru-

mento chiamato

appunto defi-

brillatore, stru-

mento munito

di due elettrodi

che, applicati

sul torace del

paziente, emet-

tono una scarica

elettrica in gra-

do di ristabilire

il regolare batti-

to del cuore.

Tuttavia, affin-

ché questo in-

tervento risulti

efficace, deve

essere eseguito

tempestivamen-

Page 12: te · del processo divennero il nucleo centrale del libro “La banalità del male”. Il 22 novembre 2012 tutte le classi quinte della nostra scuola si sono recate al Centro Asteria

Pagina 12

Il percorso di questo progetto

“salva-vita” non è però termina-

to, infatti, le due organizzazioni,

sempre d’accordo con il Ministe-

ro dell’Istruzione hanno intrapre-

so una campagna di screening

cardiovascolare fra tutti i giovani

tra i 16 e 18 anni delle scuole se-

condarie di II grado per identifi-

care soggetti a rischio e mettere

in atto misure preventive. Secon-

do i dati raccolti, infatti, circa 4-5

individui, ogni 100.000, sotto i

35 anni, ed in pieno benessere,

sono colpiti da arresto cardiaco.

La dotazione di un defibrillatore

semiautomatico in ogni edificio

scolastico e l’addestramento al

suo utilizzo a scolari e docenti

non servirebbe, quindi, solamente

a prevenire migliaia di morti im-

provvise, ma avrebbe anche una

notevole valenza educativa per i

giovani che verrebbero in questo

modo responsabilizzati alla cura

della propria salute e di quella

altrui. Imparare manovre di pri-

mo soccorso potrebbe insegnare

Scienza/Scienze

stata una defibrillazio-

ne che non è stata tem-

pestiva per il ritardo

dell’ambulanza. Molte

volte, sopratutto con la

sconsiderata vivacità

dell’adolescenza, vi-

viamo le nostre gior-

nate come se dovesse-

ro susseguirsi in eterno

e dimentichiamo che

la vita non è altro che

un delicato equilibrio

mantenuto da ogni cel-

lula del nostro corpo.

Le disgrazie non av-

vengono solo nei film,

purtroppo: tutti po-

tremmo avere bisogno

di un soccorso di que-

sto tipo e salvare una

persona a volte richie-

de davvero poco. l’importanza e la fragilità della vita

e fare in modo che i giovani abbia-

no un rapporto più stretto e positi-

vo con la medicina e i suoi opera-

tori. Il progetto di screening per gli

alunni degli istituti supe-

riori aiuterebbe, inoltre, gli

adolescenti a prendere co-

scienza dell’importanza

della prevenzione delle

patologie cardiache e limi-

terebbe il numero di morti.

In poche parole, se en-

trambi i progetti fossero

attivati e perseguiti, la

scuola non avrebbe solo lo

scopo di formare cultural-

mente i ragazzi, ma po-

trebbe anche preparare o-

gni studente alla vita.

Gli amanti del calcio ricor-

deranno l’episodio del

25enne Morosini, giocato-

re del Livorno morto sul

campo nel 2011 a causa di

un improvviso arresto car-

diaco. L’unica cosa che avrebbe

potuto salvare Morosini sarebbe

Piermario Morosini

Page 13: te · del processo divennero il nucleo centrale del libro “La banalità del male”. Il 22 novembre 2012 tutte le classi quinte della nostra scuola si sono recate al Centro Asteria

Nell’ambito delle attività culturali organizzate dal

Comune di Vittuone si è tenuta venerdì 14 dicem-

bre alle ore 21.00, per gli appassionati di astrofisi-

ca della zona, la conferenza “Big Bang o Creazio-

ne?”, relatori don Giovanni Sala e il dott. Stefano

Olivares. Durante l’incontro si è parlato della fisica

in generale, degli strumenti usati per le rilevazioni

e della teoria del Big Bang. La conferenza si avvia

con un’ introduzione sul significato della fisica. La

discussione sul Big Bang, il modello cosmologico

riguardante lo

s v i l u p p o e

l ’ e s p a n s i o n e

dell’universo, è

stata affrontata

attraverso un

viaggio a ritroso

nel tempo dai

nostri giorni fino

ad arrivare al

Primo Attimo di

v i t a

del l ’universo ,

per capire fino a

quando si riesce

a comprendere

l’universo con

gli strumenti e le

conoscenze a

nostra disposi-

zione. Per dare

adito a questa teoria, gli scienziati sono riusciti a

trovare diverse conferme. Innanzitutto il 24% della

massa nell’universo è costituita da elio, e questa

osservazione corrisponde ai calcoli teorici.

Un’altra conferma è la rilevazione dell’effetto

Doppler, che fa diventare rosse le fonti di luce che

si allontanano dall’osservatore. Infine la presenza

di una radiazione cosmica che proviene quasi uni-

formemente da qualsiasi zona del cielo stellato,

conferma questa teoria. Con rilevazioni elettroma-

gnetiche si riesce a capire com’era l’universo 380

000 anni prima del suo inizio, ma solo grazie

all’analisi della radiazione cosmica, che presenta

delle irregolarità, si riesce quasi a raggiungere un

tempo molto vicino all’inizio, chiamato tempo di

Planck. Tuttavia poiché più ci si avvicina al tempo

zero, più lo spazio diventa piccolo, le leggi usate

fino a quel momento, che si riferivano ad un mon-

do macroscopico, smettono di essere attendibili.

Solo grazie alla teoria quantistica, che è in grado di

spiegare il mondo microscopico, si riesce a definire

ciò che era presente nell’universo e si comprende

come vengono create le particelle e come le forze

iniziano a com-

parire e intera-

gire. Tuttavia

prima del tem-

po di Planck le

f l u t t u a z i o n i

q u a n t i s t i c h e

i m p e d i s co n o

precise misure.

Purtroppo non

si può conosce-

re ancora ciò

che c’era prima

del tempo di

Plank, perché

non esiste nes-

suna teoria in

grado di poterlo

dire. È più esat-

to quindi parla-

re di Creazione

o Big Bang? Chiaramente la risposta a questa do-

manda dipende dall’orientamento religioso di o-

gnuno di noi: per un credente il Big Bang è la teo-

ria che spiega scientificamente l’evoluzione

dell’universo e la Creazione è l’Origine di tutto;

altri vedono l’intervento divino dove le teorie falli-

scono; per un ateo è semplicemente l’inizio di tut-

to, che non prevede alcun Creatore e nessun inter-

vento sovrannaturale.

Pagina 13

Big Bang o creazione? Seconda conferenza di Don Giovanni Sala sul rapporto fede e

scienza

O. Pindaro 2G

Scienza/Scienze

Page 14: te · del processo divennero il nucleo centrale del libro “La banalità del male”. Il 22 novembre 2012 tutte le classi quinte della nostra scuola si sono recate al Centro Asteria

26 Novembre 2011, Cape Canaveral (Florida),

16.02 (ora italiana): parte il progetto della NASA,

costato 2,5 miliardi di dollari, denominato Mars

Science Laboratory (MSL) e con esso anche la son-

da spaziale Curiosity. Questo capolavoro della tec-

nologia è un Rover (termine inglese che significa

vagabondo), una specie di dune buggy a 6 ruote

motrici indipendenti, ognuna con la sua trasmissio-

ne, in modo da potersi liberare da ogni impaccio. Dopo un viaggio di quasi 80 milioni di chilometri,

ecco che il 6 agosto 2012 alle 6.31 (ora italiana)

Curiosity, che trasporta con sé un microchip conte-

nente il Codice di Volo degli Uccelli di Leonardo

da Vinci, poggia le sue ruote sul suolo marziano.

Un evento straordinario, che dimostra come

l’uomo abbia ottenuto progressi eccezionali nel

campo della tecnologia spaziale. Pochi minuti do-

po l’atterraggio, la sonda scatta le prime foto del

terreno che appare brullo e ricoperto di sassi e dal-

la tipica colorazione rossastra, per la presenza della

polvere mossa dai forti venti che agitano il pianeta,

come avevano anche mostrato altre foto scattate da

altre sonde spaziali alcuni anni prima. Inoltre ab-

biamo anche diverse foto relative a un monte strati-

ficato alto cinque chilometri e mezzo, il monte

Sharp, verso il quale la sonda si sta dirigendo len-

tamente. Il compito di questa sonda è di accertare

se esistono o sono esistite tracce di vita microbioti-

ca ed è per questo che Curiosity è dotata di poten-

tissimi e sofisticatissimi strumenti di ricerca che

serviranno per studiare i campioni di roccia del

pianeta. Questa importante ricerca avverrà in un

anno marziano (circa due anni terrestri) all’interno

di un cratere, considerato il più promettente per le

analisi: il cratere Gale. Sarà dunque Curiosity la

prima a mostrarci che non siamo soli nell’universo

oppure troverà solo tracce della presenza di rocce e

acqua è niente più? Vedremo cosa ha da dirci il

Pianeta Rosso...

Curiosity da Marte Primi risultati del progetto extraterrestre della NASA

N. Bramani 5H

Pagina 14

Scienza/Scienze

Page 15: te · del processo divennero il nucleo centrale del libro “La banalità del male”. Il 22 novembre 2012 tutte le classi quinte della nostra scuola si sono recate al Centro Asteria

Nel 2008 Barack Obama è stato

eletto quarantaquattresimo pre-

sidente degli Stati Uniti

d’America ed è diventato il pri-

mo presidente afroamericano

della storia degli Stati Uniti.

Quest’anno Obama è stato ri-

confermato per un secondo

mandato dalla maggioranza del-

la popolazione, vincendo contro

il candidato repubblicano Mitt

Romney. Rispetto a soli quattro

anni, fa il presidente è stato elet-

to con uno scarso vantaggio nei

confronti dell’avversario e que-

sto accade perchè il popolo a-

mericano sta perdendo fiducia

poichè questa crisi economica,

che attanaglia tutto il mondo

ormai da qualche anno, non

sembra voler passare neanche

per loro. Ma nonostante questo,

l’anima sognatrice degli Stati

Uniti sopravvive e perciò Oba-

ma ha avuto una seconda possi-

bilità di migliorare le cose. Ma

la domanda che tutti si pongono

è: riuscirà a mantenere tutte le

promesse che ha fatto in questi

4 anni alla guida dell’America?

Indubbiamente l’attuale presi-

dente si è dato da fare per rime-

diare ai molti errori che sono

stati fatti nei decenni passati e

che hanno causato questa crisi,

però a quanto pare non ha fatto

abbastanza. Nonostante ciò le

elezioni di novembre hanno di-

mostrato a tutti noi una cosa:

stanno cambiando il mondo, i

modi di vivere e di pensare di

ogni popolo, gli ordini mondiali

perfino, ma non sta cambiando

lo spirito degli americani.

L’ottimismo, la speranza, la fi-

ducia sono tutte caratteristiche

che costituiscono il principio di

identità americano, è compreso

in questo principio anche il pa-

triottismo (ben diverso dal no-

stro patriottismo che va spesso a

braccetto col nazionalismo) che

si può riassumere nella frase”

r i g h t o r w r o n g , m y

country” :“che sia giusto o sba-

gliato è il mio Paese”. Questa è

l’essenza dell’ideale patriottico

da cui è nata questa nazione che

ci è tanto famigliare: l’America.

Ma, dopo il risultato di queste

elezioni, comprendiamo che la

massima del patriota include an-

che la seguente affermazione”

right or wrong, my president”

ovvero “che sia giusto o sbaglia-

to, è il mio presidente”. Ciò non

significa che qualunque decisio-

ne venga presa dal lui, è passiva-

mente accettata dal popolo, ma

significa che il presidente rima-

ne sempre il presidente, colui

che è stato eletto per guidare la

nazione, anche se non sempre si

condividono le sue decisioni A

Obama è stato conferito questo

grande onere e onore ben due

volte, come è accaduto alla mag-

gioranza dei presidenti degli Sta-

ti Uniti, perché ogni americano

è convinto che qualcosa di me-

glio lo attende , quella che chia-

mano speranza, lo spinge a cre-

dere in un futuro costruito sui

suoi ideali rappresentativa chi

lo governa.Quando si viene ap-

punto scelti per guidare gli Stati

Uniti, si riceve l’appoggio di

tutta (e dico davvero tutta) la

popolazione, anche coloro che

sono contrari ripongono in te la

Pagina 15

Right or wrong: my President Le elezioni negli USA

M. Guizzardi 1B

Opinioni

loro fiducia, perché si rendono

conto che se la maggior parte dei

loro compatrioti ti hanno nomi-

nato loro rappresentante, ora sa-

rai anche il loro. Però, ciò non

vuol dire che gli statunitensi sia-

no un gregge di pecore, bensì un

popolo unito, sempre. La verità

è che Romney e Obama, i repub-

blicani e i democratici rappre-

sentano due Americhe diverse, o

meglio due ideali di Americhe

diverse. È sufficiente pensare ai

comizi dei due partiti per render-

sene conto: a quelli di Romney

si beve Dr. Pepper, si ascolta

musica country, si mangiano

bistecche e si parla di football

mentre a quelli di Obama si beve

Coca Cola light, si ascolta musi-

ca rock, si mangiano hamburger

e si parla di basket. Insomma,

l’America dei democratici è

quella popolare che sentiamo

vicina, l’America sognatrice che

si vede nei film; mentre

l’America dei repubblicani è

quella della superpotenza mon-

diale che si ammira e si teme,

quella più lontana da noi. Allora

perché nonostante tutti i cambia-

menti che sono avvenuti in que-

sti ultimi tempi e il fatto che sia

necessaria una ripresa economi-

ca che probabilmente avrebbe

potuto garantire meglio Mitt

Romney, ha vinto Obama? Per-

ché gli americani possono perde-

re la fiducia, possono essere po-

veri, abbandonati per la strada e

senza casa, ma non perderanno

mai il loro ottimismo, la loro

folle speranza, e la loro incrolla-

bile fiducia nel futuro.

Page 16: te · del processo divennero il nucleo centrale del libro “La banalità del male”. Il 22 novembre 2012 tutte le classi quinte della nostra scuola si sono recate al Centro Asteria

Il 25 Novembre è stato proclama-

to giornata mondiale contro la

violenza sulle donne, il cui obiet-

tivo è quello di mantenere sempre

viva la memoria di quelle donne

che hanno perso la vita, combat-

tendo per la loro indipendenza, e

infondere un nuovo coraggio, il

coraggio di parlare e raccontare le

sofferenze che migliaia di donne

nel mondo ogni giorno sono co-

strette a subire. Innanzitutto per

violenza e maltrattamento si in-

tende tutto ciò che implica so-

praffazione fisica, psicologica,

più subdola perché implica lesio-

ne dell'autostima femminile, ed

infine sopraffazione economica

con la quale l'uomo obbliga la

donna a renderlo partecipe di o-

gni minimo movimento economi-

co privandola di ogni tipo di indi-

pendenza. Ciò che maggiormente

ha scandalizzato l'opinione pub-

blica sono i dati statistici che so-

no stati raccolti nell'ultimo decen-

nio. E' risultato che le violenze

sulle donne sono in continua cre-

scita ogni anno. Nel 2012 infatti,

solo in Italia, si sono raggiunti

livelli impressionanti: una media

di una donna uccisa ogni due

giorni, ottantasei violenze fisiche

e una decina di maltrattamenti e

casi di stalking. Questi dati, però,

fanno riferimento solo a fatti de-

nunciati. Infatti ancora oggi non

tutte le donne hanno trovato il

coraggio di parlare dei soprusi da

loro subiti. E' questa la funzione

di tutte le campagne di sensibiliz-

zazione portate avanti dal 1990

ad oggi: far capire che nessuna

donna è sola e che per sconfigge-

re questa violenza è fondamentale

condividere e parlare del proprio

dolore. In Italia in particolare si

sono affiancate alla lotta contro la

violenza sulle donne molte attrici

famose, che hanno contribuito al

messaggio di sensibilizzazione

attraverso pubblicità e filmati ci-

nematografici, e stiliste, come

Vivienne Westwood, che ha alle-

stito una vetrina in cui un mani-

chino presentava lividi in viso.

Nel nostro piccolo, anche la città

di Magenta ci ha reso partecipi di

questo problema, allestendo una

conferenza presso il Teatro Lirico

a cui hanno partecipato un gran

numero di classi, quarte e quinte

in particolare, provenienti dai

plessi scolastici della zona. Rela-

trici di questa conferenza erano

una poliziotta, specializzata in

stalking e due psicologhe che

hanno in cura donne maltrattate.

Inoltre, in collaborazione con la

polizia locale negli anni passati

sono stati organizzati dei corsi

per la difesa personale grazie ai

quali molte donne hanno impara-

to a difendersi in situazioni criti-

che. Nonostante l'intervento di

enti pubblici, associazioni, istitu-

zioni e forze dell'ordine i casi di

violenza sulle donne sono ancora

troppo numerosi. Però, attraverso

però la sensibilizzazione, c'è la

speranza che le donne maltrattate

trovino la forza di denunciare le

violenze per ottenere giustizia.

Stop alla violenza, diamo voce alle donne 25 novembre: giornata mondiale contro la violenza sulle donne

M. Mariano 5H

Pagina 16

Opinioni

Page 17: te · del processo divennero il nucleo centrale del libro “La banalità del male”. Il 22 novembre 2012 tutte le classi quinte della nostra scuola si sono recate al Centro Asteria

Questa è una di quelle diatribe da

“BarSport” che alla fine non arri-

va mai ad una conclusione:

“Meglio la Porsche o la Ferrari?

E la Lamborghini?” oppure

“Meglio l’Alfa o la BMW?” ed

ecco che si “riaccende la miccia”

che scatena una serie di nuove

discussioni che terminano solo

per sfinimento. Oggi, inoltre, la

sfida è molto più agguerrita in

quanto, oltre alle note e consoli-

date aziende automobilistiche eu-

ropee, si stanno sempre più dif-

fondendo quelle asiatiche che

propongono un ottimo rapporto

qualità-prezzo puntando sempre

più in alto. Il quadro generale del-

la situazione viene spesso presen-

tato da Internet e dalle riviste

specializzate sulla base di son-

daggi : quello fornito dall’ Aci-

Censis Servizi 2011 mostra che,

seppur di poco alla domanda: “la

tua auto è italiana?” le auto stra-

niere(57%) vincono il sondaggio

rispetto alle italiane (47%). Per

comprendere nel dettaglio la

competizione nel campo automo-

bilistico dobbiamo suddividere le

categorie di automobili in tre

gruppi: utilitarie, livello medio-

alto e di lusso. Troviamo la vera

sfida nel primo e nel terzo gruppo

in quanto nel secondo le aziende

tedesche Audi, Mercedes e Bmw

sono le dominatrici con le loro

berline\coupè dalle linee mozza-

fiato e dai motori potenti : il prez-

zo è alto, ma chi se ne intende sa

che ne vale la pena. Nel terzo

gruppo, quelle di lusso, le auto

italiane sono quelle che dominano

il mercato, Ferrari in primis :

grandi investitori americani, ma-

gnati russi, sceicchi arabi e ricchi

di ogni dove sognano il Cavalli-

no. Da Maranello escono quasi

8.000 esemplari l’ anno! Subito a

seguire Lamborghini, passata

sotto il controllo Audi group, Ma-

serati e negli ultimi anni Alfa Ro-

meo. In Olanda la prima delle

ottanta Alfa Romeo 8C è sta ac-

quistata dal principe Bernard Lu-

cas Emmanuel e durante una

puntata di Top Gear il presentato-

re Jeremy Clarkson ha espresso il

suo giudizio sulla vettura con

queste parole: si chiama 8C e cre-

do che sia semplicemente la più

bella macchina mai costruita.

Certo non si possono non citare

Porsche, che con la 911 è quella

che dà più filo da torcere alle no-

strane, Audi con la R8,a mio pa-

rere una dalle linee più eleganti, e

le varie Bmw e Mercedes con le

loro serie M e AMG(sigle delle

versioni sportive) estremamente

competitive ma dal prezzo proibi-

tivo. Infine, esaminando il merca-

to delle utilitarie, si può senza

dubbio affermare che la vera sfi-

da e’ in questa fascia: ogni casa

automobilistica europea, america-

na e asiatica cerca di lanciarne

una che riesca a dominare il mer-

cato. Sebbene le aziende asiatiche

abbiano un rapporto qualità prez-

zo migliore delle altre case, in

fatto di sicurezza sono inferiori

alle italiane, che ne fanno il loro

punto di forza, anche se per quan-

to riguarda le linee non sono pa-

ragonabili a quelle tedesche, affi-

dabilissime e esteticamente ecce-

zionali ma dal costo elevato. In

conclusione, se non avete niente

da fare e vi piacciono le auto, an-

date a guardare qualche blog su

Internet dove ci sono molte infor-

mazioni utili accompagnate da

spassosi commenti.. ma se volete

divertirvi, recatevi in un Bar

Sport, ponete la domanda e state

a guardare l’ effetto che fa!

Opinioni

Pagina 17

Auto italiane o auto straniere? L’eterno dilemma nella scelta del proprio autoveicolo

A. Re 5H

Page 18: te · del processo divennero il nucleo centrale del libro “La banalità del male”. Il 22 novembre 2012 tutte le classi quinte della nostra scuola si sono recate al Centro Asteria

Il mattino del 5 ottobre 1962 nelle

vetrine dei negozi inglesi, esce il

disco 45 giri "Love me do" ; il

primo disco dei Beatles, un grup-

po rock inglese di Liverpool for-

mato da quattro ragazzi: Paul

Mccartney, John Lennon, George

Harrison e Ringo Starr. Con la

loro musica sono stati in grado di

cambiare il mondo; nessuno ave-

va mai scritto canzoni come loro

e come tali sono stati considerati

i più importanti esponenti della

musica degli anni Sessanta. Da

quel giorno cominciarono a crea-

re sempre nuove canzoni, riu-

scendo a far vendere miliardi di

copie dei loro album. Raggiunse-

ro la popolarità in tutto il mondo,

facendosi amare da tutti in parti-

colare dai giovani. In questo mo-

do in tutto il mondo scoppia il

f e n o m e n o n o t o c o m e

"Beatlemania": i giovani iniziano

a vestire come loro, portano i ca-

pelli lunghi oppure i capelli ta-

gliati a caschetto. Piacevano so-

prattutto ai ragazzi, non solo per

la loro musica, ma anche per il

loro modo di vestire e per il loro

modo di comportarsi. Avevano

uno stile particolare nel creare le

loro canzoni, erano uniche al

mondo, proprio perchè avevano

uno spessore strumentale e qual-

che impuntura stilistica che poi è

subito diventata enorme. Adotta-

vano svariati strumenti musicali,

alcuni diversi da quelli utilizzati

solitamente, anche strumenti inu-

suali. Infatti l'influenza orientale

li portò a introdurre strumenti di-

versi da quelli della tradizione

rock, ad esempio violoncelli, vio-

lini e trombe che davano vita a

nuove forme. L'importanza dei

Beatles travalica l'ambito specifi-

camente musicale e si pone come

elemento importante per la com-

prensione dei mutamenti dei co-

stumi, della politica e del rappor-

to con la spiritualità dei giovani

di quel periodo. Il loro ultimo al-

bum, "Let it be", esce l'8 maggio

1970, quando il gruppo si scoglie.

Diventarono talmente famosi che

alle date dei loro concerti riempi-

vano sempre tutti i luoghi in cui

cantavano tantissimi ragazzi che

"impazzivano" pur di vederli e di

ascoltare le loro canzoni dal vivo.

Quello che succedeva tanto tem-

po fa con la band dei Beatles,

succede ancora oggi con le band

famose che vanno di moda in

questi ultimi tempi. Ormai è di-

ventato un " rituale " comprare i

biglietti per il concerto, aspettare

con ansia quella data nei modi

più assurdi, ad esempio, fare con-

ti alla rovescia sul calendario o

con i propri amici, ed infine,

all'arrivo di quella data, preparar-

si per il concerto e fare la fila

fuori dal teatro prima di entrare.

Poi arriva quel momento in cui il

cuore si riempie di gioia nel ve-

dere i propri idoli entrare in scena

su quel palco e realizzare che loro

sono a qualche metro di distanza

da te, realizzare il sogno che non

si pensava si sarebbe mai realiz-

zato. I Beatles hanno cambiato la

musica nella storia, perchè la mu-

sica e le canzoni che creavano

erano di uno stile completamente

differente dallo stile delle canzoni

a loro contemporanee. E’ neces-

sario che la loro musica rimanga

sempre tra noi e che resti sempre

un riferimento per i musicisti dei

nostri tempi.

50 anni con i Beatles Come quattro ragazzi rivoluzionarono il mondo della musica e

non solo... E. Nava 2A

Pagina 18

Opinioni

Page 19: te · del processo divennero il nucleo centrale del libro “La banalità del male”. Il 22 novembre 2012 tutte le classi quinte della nostra scuola si sono recate al Centro Asteria

È possibile scrivere

un libro sulla scuola

che non sia farcito di

luoghi comuni o di

facile ironia? La

classe, di François

Bégaudeau (uscito in

Francia nel 2006 e in

traduzione italiana

Einaudi nel 2008)

riesce in questa dif-

ficile impresa…

Sembra incredibile

che un libro sulla scuola possa appassionare an-

che noi studenti, che la viviamo tutti i giorni; ep-

pure il libro ha avuto un enorme successo in Fran-

cia, soprattutto fra i giovani. La sua trasposizione

filmica, in cui l’autore stesso interpreta il ruolo

principale, ha vinto il premio come miglior film al

61° Festival di Cannes. L’autore ci trasporta entre

les murs di una scuola francese, in una classe par-

ticolarmente disastrata. Il narratore è il professore

di letteratura della suddetta classe, che deve con-

frontarsi con una situazione particolare: ci sono

seri problemi disciplinari, molti studenti hanno

difficoltà con il francese perché provengono da

diverse parti del mondo, tutti – o quasi – conside-

rano la scuola come un peso, un fardello obbliga-

torio ma inutile. Il professore stesso si sente sof-

focare dall’ostilità dei ragazzi, e a volte si lascia

andare a scatti d’ira e frustrazione; ha spesso –

troppo spesso – l’impressione di essere nel torto,

che lo rende vulnerabile alle pungenti osservazio-

ni dei ragazzi. Eppure, tutti i personaggi di questo

bizzarro ecosistema hanno anche qualità da offri-

re e condividere: i ragazzi, pur se svogliati, sono

intelligenti e pronti a mettere in gioco il proprio

talento; il professore ha passione, pazienza e una

buona dose di ironia. Non sappiamo nulla dei pro-

tagonisti al di fuori delle quattro mura della scuo-

la, e gli unici altri personaggi sono i professori

delle altre materie. Nell’Aula Professori si discu-

tono sempre gli stessi problemi: la macchinetta

del caffè non dà resto, la fotocopiatrice non fun-

ziona, gli alunni sono sempre più indisciplinati…

Attraverso la combriccola dei professori, l’autore

evidenzia la noia della quotidianità, che spinge a

ripetere sempre gli stessi gesti. Fra punizioni,

consigli di classe, discussioni, risate e amicizie,

alla fine si arriva alla termine dell’anno scolasti-

co; tuttavia, non si dice chi ha ottenuto l’agognata

promozione e chi no. Con questo finale l’autore

comunica che tutti abbiamo le nostre ragioni e i

nostri torti, e la vita non assolve né condanna nes-

suno. Questo romanzo tratta temi difficili: diffi-

coltà d’integrazione, razzismo, differenze genera-

zionali. Anche lo stile, basato per la maggior par-

te su dialoghi, è complesso e a volte intricato.

Tuttavia, superando le iniziali difficoltà, il lettore

si immedesima con i personaggi, sente la loro fru-

strazione e la loro speranza. Si parla del sistema

scolastico francese, ma non è difficile riconoscere

similitudini con le nostre classi. I protagonisti so-

no ragazzi come noi, i professori sono paragona-

bili ai nostri insegnanti: questo rende la lettura

ancora più “vera”. Il racconto semplice, privo di

fronzoli, è condito con molta ironia. I dialoghi

brillanti e pungenti fra docenti e studenti fanno

ridere fino alle lacrime e alleggeriscono la lettura.

Cultura/Recensioni libri

Pagina 19

La Bibliobussola

di Alice Gambaro 2A

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Pagina 20

Mumford and Sons – Babel Successo straordinario della Inde Rock band

L. Casella & M. Longhi 2A

Il 24 settembre è uscito il nuovo singolo dei Mum-

ford and Sons: gruppo formatosi da poco tempo

(nell’estate del 2008 uscì la loro prima demo,) al

suo primo disco “Sigh no more” si registrò imme-

diatamente il disco di platino negli USA e rimase

in testa alle classifiche a lungo. La formazione

musicale è a dir poco particolare, il frontman della

band è Marcus Mumford il quale è anche cantante

e chitarrista; Ben Lovett è il tastierista e (come gli

altri) corista; Ted Dwane è il contrabbassista (sì,

contrabbasso!) e infine Winston Marshall è il suo-

natore di banjo e di chitarra reso fonica… Era da

anni che gli amanti del rock aspettavano un glorio-

so ritorno della vera musica.

Questa è una Inde Rock band, che però ha un

sound caldo ma energico, spesso nelle canzoni non

c’è il bisogno di usare tutti gli strumenti perché il

sound è quasi sempre riempito dal contrabbasso,

dal piano e dalla fantastica voce di Mumford; ma

la particolarità di questa band è quella di essere

tornata alle origini: tutte le loro canzoni hanno le

strofe formate da tre accordi. Tutte. E questa è una

finezza adottata agli inizi della storia del rock per

smarcarsi dalla scena musicale. Ma non divaghia-

mo. Questa band, come si è detto, ha conquistato

da subito il disco di platino, una serata al David

Letterman show (lo show più importante negli Sta-

tes) e ha effettuato un lungo tour che ha spesso da-

to il Sold Out già dai primi giorni di vendita dei

biglietti… Ma in Italia? Beh, noi arriviamo tardi..

dopo l’uscita del secondo disco (appunto “Babel”)

e dopo aver registrato alcune vendite anche qui in

Italia, i Mumford hanno deciso di suonare tre con-

certi: a Milano,a Firenze e a Roma e, già dopo un

giorno e mezzo dal rilascio dei biglietti, hanno re-

gistrato il Sold Out! Ma veniamo al disco: Babel è

un disco che rispetto al precedente è meno energi-

co ma con un sound molto più caldo, presenta una

sola canzone molto energica: I Will Wait. Questa

canzone sfrutta la peculiarità della band: il banjo.

Provate ad ascoltarla e capirete di cosa parlo: que-

sto strumento è capace di dare il ritmo a tutta la

band, suonando una melodia che sovrasta comple-

tamente tutti gli altri strumenti e gareggia con la

voce. Il video ufficiale di I Will Wait (è un live) ha

ad oggi 14 milioni di visualizzazioni. Va data una

menzione speciale ai testi di questo disco, i quali

sono di chiara ispirazione biblica, ma parlano qua-

si sempre di un rapporto tra un uomo (presumo si

parli di Marcus) e di una donna di cui non si men-

zionano mai i nomi. Vanno citate infine due canzo-

ni che spero entrino nel cuore dei Bramantini: Re-

minder, Reminder è una canzone breve (2 min) ma

moto bella e piena nel suo sound; e Broken crown:

questa canzone è bella da tutti i punti di vista: il

testo narra ,interpretandolo, il racconto evangelico

durante il quale satana tenta Cristo, il sound è tetro

perchèrispecchia gli argomenti trattati e tutti gli

strumenti sono utilizzati in modo impeccabile, di-

mostrando la versatilità dei cantautori. Un’ ultima

chicca. Aprite Google e digitate le lettere “Mum”,

guardate il risultato… ricordo che esistono dal

2008. I Coldpaly escono come primo risultato dopo

quattro lettere.. questa è Musica.

Cultura/Recensioni musicali

Page 21: te · del processo divennero il nucleo centrale del libro “La banalità del male”. Il 22 novembre 2012 tutte le classi quinte della nostra scuola si sono recate al Centro Asteria

Nel 1930, in Siria, presso un villaggio situato

vicino a Damasco, un gruppo di archeologi

inglesi scoprì i resti di venti legionari romani

sepolti in una fossa comune nel III secolo do-

po Cristo. Erano allineati ancora con

l’equipaggiamento da battaglia, ma gli archeo-

logi non trovarono tracce di colpi mortali sugli

scheletri. Secondo uno studioso dell’università

di Leicester, quei soldati caduti alla frontiera

orientale dell’Impero furono uccisi dal primo

attacco chimico documentato nella storia. Era

l’anno 256 e la guarnigione romana asserra-

gliata nella fortezza di Doura Europos, sulla

sponda destra dell’Eufrate, era stata investita

dall’assalto dell’esercito Sassanide venuto dal-

la Persia. L’assedio fu condotto anche scavan-

do gallerie per far crollare le mura del forte e i

difensori cercarono di resistere rifugiandosi, a

loro volta, in tunnel sotterranei. I Romani cer-

cavano di intercettare i cunicoli del nemico,

ma i Persiani evidentemente li sorpresero. Per

gli archeologi resta il mistero di come i guer-

rieri persiani abbiano fatto a massacrare venti

legionari in uno spazio così stretto, con un dia-

metro di poco più di due metri e una lunghez-

za di una dozzina. Infatti, i Romani erano pro-

tetti da scudi e armature, armati di gladio e

ben addestrati: avrebbero potuto formare una

testuggine imperforabile e indietreggiare. La

risposta è stata trovata esaminando il terreno

nel quale erano sepolti, lo stesso sul quale era-

no caduti: gli archeologi inglesi hanno indivi-

duato tracce di zolfo e bitume. I genieri sassa-

nidi avevano acceso un fuoco all’imboccatura

del tunnel e con una miscela di zolfo e bitume

avevano creato una nube tossica, un gas asfis-

siante che non aveva lasciato scampo ai legio-

nari. Fra questi uomini, che si pensa siano ca-

duti in pochi minuti, è stato ritrovato anche il

cadavere di un soldato sassanide, probabil-

mente il responsabile dell’accensione del fuo-

co e vittima della sua stessa arma. Dopo la

battaglia, l’avamposto fu sopraffatto dai Per-

siani, Doura Europos cadde e l’Impero roma-

no si ritirò. Si crede che questa sia la prova

archeologica più antica di guerra chimica,

l’inizio di un modo di combattere e uccidere

che è arrivato fino ai nostri giorni. Infatti è di

questi ultimi mesi la notizia che Assad, il Pre-

sidente siriano, avrebbe fatto armare le testate

dei missili con il temuto gas “sarin” in vista

della “battaglia finale” di quel conflitto, nato

nel 2011 e inserito nel contesto più ampio del-

la primavera araba, ma diventato guerra civile

nel 2012 provocando, ad oggi, 42.000 morti

tra i civili.

Pagina 21

Historia non semper magistra vitae In Siria il primo attacco chimico della storia

F. Grassi & P. Ferrario 2A

Cultura/Storia

Page 22: te · del processo divennero il nucleo centrale del libro “La banalità del male”. Il 22 novembre 2012 tutte le classi quinte della nostra scuola si sono recate al Centro Asteria

Pagina 22

Cultura/Storia

10 fatti storici che tutti (o quasi) ritengono veri A volte le verità storiche sono dei falsi!

A. Tenconi 2G

Gli eroi delle Termopili erano 300.

FALSO!

300 furono solo gli Spartani, ma erano presenti anche

vari contingenti di altre città, quali Tebani, Tespiesi e

Ateniesi... Il contingente totale sfiorava le 7000 unità.

Solo l’ultimo giorno di resistenza, quando i Greci fu-

rono traditi dal soldato Efialte, erano rimasti solamen-

te Spartani e Tespiesi, il numero dei soldati era tra i

250 e i 500, che furono spazzati via dall’esercito per-

siano.

Filippide annunciò la vittoria di Maratona.

FALSO!

Secondo alcuni storici, dopo la battaglia di Maratona,

il soldato Filippide fu incaricato dal comandante ate-

niese Milziade di portare ad Atene l'avviso di alzare le

difese del Pireo, il porto di Atene, e non della vittoria.

Filippide arrivò ad Atene dopo un’estenuante corsa e,

una volta dato l'allarme, crollò stremato per la fatica,

morendo sul colpo.

Sparta e Atene erano sinonimo di Oligarchia e De-

mocrazia.

FALSO!

Uno dei più grandi errori è quello di paragonare Atene

alla Democrazia e Sparta all’Oligarchia. Fu lo stesso

Pericle a smentire tutto ciò: “La chiamano democrazi-

a, ma in realtà è un’oligarchia che comanda” furono

le sue parole riportate da Platone e Tucidide. Inol-

tre, le donne spartane, a differenza di quelle ateniesi,

godevano di innumerevoli privilegi ed erano molto più

libere.

La moneta più stabile dell'antichità fu la Dracma

di Atene.

VERO!

Infatti il suo contenuto d'argento non venne mai modi-

ficato e per secoli essa mantenne lo stesso potere d'ac-

quisto in tutto il mondo conosciuto, che corrispondeva

al valore d'uno staio di grano. E fu anche per questo

motivo che

Atene venne

sempre consi-

derata non

solo come

forza militare,

ma anche co-

me forza eco-

nomica.

Page 23: te · del processo divennero il nucleo centrale del libro “La banalità del male”. Il 22 novembre 2012 tutte le classi quinte della nostra scuola si sono recate al Centro Asteria

Cesare, morendo, disse la celebre frase: “Tu quo-

que, Brute, fili mi”.

FALSO!

Il primo storico a citare questa frase fu Svetonio nel

suo ‘De Vita Caesarum’, un’opera monumentale che

narrava la vita dei Cesari, ma ultimi studi affermano

che Cesare, mentre veniva ucciso nella Curia di Pom-

peo, si accorse sì della presenza di Bruto, suo figlio

adottivo, ma non pronunciò mai questa frase.

Il grande incendio di Roma del 64 fu causato da

Nerone. FORSE, MA...

L’imperatore Nerone o i cristiani? Di solito la colpa

viene attribuita all’imperatore Nerone, ma secondo

ultimi studi potrebbero essere stati veramente i cristia-

ni a incendiare Roma. Per dar seguito infatti ad una

profezia egiziana, che diceva che al sorgere della stella

Sirio la “vecchia malvagia città” (Roma) sarebbe stata

incendiata, i cristiani appiccarono il fuoco per vedere

bruciare sotto i loro occhi la causa delle loro persecu-

zioni.

Il crocifisso fu il primo simbolo dei cristiani.

FALSO!

Al tempo dei Romani, quando nacque il cristianesimo,

la croce era ancora simbolo di morte. Fu il pesce il

primo simbolo usato dai cristiani per simboleggiare la

loro religione. Infatti, pesce in greco si scrive ICTYS,

che i Cristiani usavano come acronimo di “Iesus Chri-

stos Theou Yios Soter”, cioè “Gesù Cristo figlio di

Dio Salvatore”.

Pagina 23

Cultura/Storia

Nell’esercito romano furono introdotti anche schia-

vi. VERO

Infatti, verso il 170 d.C. circa, per fronteggiare le orde

barbariche da cui erano minacciati gli insediamenti

romani in Germania ed in Asia Minore, l'imperatore di

allora Marco Aurelio non esitò ad affiancare ai propri

legionari, corpi ausiliari costituiti da gladiatori e da

schiavi.

Copernico fu il primo a sostenere che la Terra or-

bitasse attorno al Sole. FALSO!

Quella che tutti definiamo Teoria Eliocentrica, o Co-

pernicana, fu in verità ideata per la prima volta nel 350

a.C. circa da Eraclide Pontico: nato ad Eraclea ma tra-

sferitosi ad Atene, fu discepolo di Aristotele al Liceo.

Ma fu nella prima metà del III secolo a.C. che Aristar-

co da Samo teorizzò e-

splicitamente l'eliocentri-

smo nella sua forma attu-

ale.

La Prima Guerra Mondiale si fermò per un giorno,

il Natale del 1914.

VERO!

Per tregua di Natale si intendono una serie di "cessate

il fuoco" avvenuti nel giorno di Natale del 1914, du-

rante la Prima Guerra Mondiale. Questi avvenimenti

spontanei di fraternizzazione avvennero tra le file de-

gli eserciti britannico e tedesco. I due schieramenti si

scambiarono prima a voce degli auguri natalizi, e subi-

to dopo ci furono inviti a incontrarsi nella "terra di

nessuno", dove avvenne lo scambio di piccoli doni.

L'artiglieria nella regione restò muta quella notte.

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Pagina 24

Cultura

L’Angolo Poetico Irisinversi

di Iris Daka 5B

IL TEMPO

Vola il tempo, su ali leggere,

su un cielo dipinto di preziosi ricordi,

e volti e momenti, se gli occhi chiudi,

come fiocchi di neve vedi cadere.

Niente rimane, se non il pensiero

D’un passato trascorso, d’un sorriso sfuggente

Che in un lampo balena e cattura la mente,

fermando la corsa del folle destriero.

Con sé ti trascina, ti fa perdere in esso,

in un momento ti estranei dal mondo,

ma, rapido, ritorna al consueto verso

lasciando un vuoto malinconico, profondo.

E lascia parole dal sapore diverso

Che la carta accoglie dando loro senso.

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Curiosità

Dopo i Maya... Nostradamus! Nuove previsioni catastrofiche documentate

S. Garavaglia 2A

Se oggi siete qui a leggere questo articolo, signifi-

ca che siamo sopravvissuti alla profezia dei Maya

che prevedeva la fine del mondo per 21 dicembre

2012. Negli ultimi anni questa previsione è stata

continuamente sottolineata dai mas-media che han-

no evidenziato ora l’aspetto ironico ora quello più

crudo e apocalittico. Ma se questa data, che si è

presentata semplicemente come un falso allarme, è

trascorsa senza catastrofi, non ci possiamo consi-

derare salvi. Incombono infatti nuove leggende,

storie, ma anche seri studi di astronomia che ipo-

tizzano nuovi scenari inquietanti. Il prossimo ap-

puntamento è

previsto per il 13

aprile 2036: si

prevede che

l’asteroide Apo-

phis, di 300 me-

tri di diametro,

possa entrare

nell’orbita gravi-

tazionale terre-

stre ed entrare in

collisione con la

terra, causando

così un’enorme

esplosione, che

porterebbe alla

distruzione del

nostro Pianeta.

La notizia, in

origine basata su studi scientifici, come spesso ac-

cade, è stata amplificata dalla fantasia umana. In-

fatti mentre le ricerche astronomiche si concentra-

no sullo spostamento di questo corpo celeste e for-

tunatamente riducono drasticamente le probabilità

di impatto con la terra, la gente non si lascia perde-

re l’occasione di far emergere solo l’aspetto più

catastrofico e spettacolare della vicenda. Ed ecco

scrittori e registi pronti a sfruttare la fama di queste

previsioni per proporla al pubblico in forme sem-

pre diverse. Se l’asteroide Apophis deciderà di ri-

sparmiarci e continuerà a vagare nel nostro sistema

solare, potremo però stare tranquilli solamente per

un paio d’anni: per il 2038 è fissata la scadenza

successiva. Questa volta si tratta dell’ennesima

profezia di Nostradamus, astrologo e scrittore del

XVI secolo. Nostradamus non cita mai una data

precisa, ma parla in modo vago, lasciando ai poste-

ri il compito di stimare il giorno dell’evento. In

particolar modo si fa riferimento alla frase :

“quando Giorgio Dio crocifiggerà / e Marco risu-

sciterà / e San Giovanni lo porterà…”. Questo

scritto, non del tutto chiaro, suggerisce che l’anno

fatidico potrebbe essere quello in cui la Pasqua ca-

de il 25 aprile (giorno in cui si festeggia San Mar-

co), il venerdì santo il 23 (giorno di San Giorgio)

ed il Corpus Do-

mini, il giorno di

San Giovanni;

ovvero tutto que-

sto si concretiz-

zerà nel 2038.

Per l’ultimo ap-

puntamento con

la fine del mondo

nel nostro secolo

è stato coinvolto

anche Is aac

Newton. Pare che

da studi, non resi

pubblici, effet-

tuati dallo scien-

ziato attraverso

una lettura tra le

righe della Bib-

bia, la data dell’Apocalisse fosse prevista per il

2060. Leggendo, infatti, il libro del profeta Daniele

nell’Antico Testamento, si viene a conoscenza che

la data della fine del mondo era stata fissata 1260

anni dopo l’incoronazione di Carlo Magno avvenu-

ta nell’800 d.C. e quindi nel 2060. Insomma, per

chi ha voglia di credere nelle profezie, non resta

altro che aspettare e sperare, mentre per l’Apophis

del 2036 bisogna approfondire e continuare gli

studi. Chissà mai che non sia uno studente del Bra-

mante a salvare il nostro Pianeta deviando la traiet-

toria dell’asteroide?

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L’intervista

Personaggi… “degni di nota” Dario Garegnani e Andrea Raffanini si raccontano per noi

G. Colombo, E. Porta 4D

Due grandi maestri del mondo del-

la musica, due autentici talenti:

abbiamo avuto modo di applaudir-

li, di emozionarci, di ascoltarli nei

concerti da loro diretti nel corso di

questi anni.

Stiamo parlando di Dario Garegna-

ni e Andrea Raffanini, stimati e

apprezzati direttori d’orchestra del

magentino.

In questo numero del Giornalino li

abbiamo intervistati e abbiamo

messo a confronto le loro risposte

per scoprire aspetti interessanti e

curiosità della loro brillante carrie-

ra musicale.

Anno di nascita:

G: 1980

R: 1971

Come e quando è nata la passio-

ne per la musica?

G:Mentirei se ti dicessi che ne ho

un ricordo preciso. So per certo

che, quando da piccolo i miei geni-

tori provavano a propormi lezioni

di musica, rifiutavo sdegnosamen-

te. Potrei dire attorno agli ultimi

anni delle elementari, per approssi-

mazione.

R: E’ nata mentre ero al liceo Bra-

mante, in terza/quarta, perche’ al-

cuni miei amici andavano in con-

servatorio e ho iniziato ad ascoltare

musica classica. Una sera, ascol-

tando in montagna una cassetta del

concerto per violino di Tchai-

kovsky e della sinfonia “Dal Nuovo

Mondo” di Dvorak, qualcosa mi

ha suggerito che avrei dovuto oc-

cuparmi di musica.

Ci racconti brevemente il suo

percorso musicale:

G:Beh, alla fine credo di aver ac-

cettato l’idea che provare a suonare

uno strumento non fosse il male

assoluto. Quindi mi sono iscritto ai

corsi del Corpo Musicale Sedriane-

se e ho cominciato a suonare il cla-

rinetto..Poi il Conservatorio di Mi-

lano, studi di clarinetto canto e

composizione, studi di direzione

d’orchestra fino a San Pietroburgo,

una laurea in drammaturgia musi-

cale sulle opere di Offenbach e una

in musicologia sulla tecnica del

coro parlato nella musica del No-

vecento, entrambe alla Statale di

Milano.

R: Ho iniziato con un maestro di

piano a Boffalora, poi in una scuo-

la di musica a Milano; al secondo

anno di università ho fatto

l’ammissione al Conservatorio, in

seguito mi sono diplomato in com-

posizione e direzione d’orchestra;

ho frequentato tanti corsi all’estero

(Austria, Ungheria, Romania).

Quante ore dedicava allo studio

quotidianamente? G: Quante ore dedico e quante ne

vorrei dedicare. Difficile quantifi-

care, diciamo che quando lo fai per

bene il tutto deve diventare un pen-

siero costante, senza ‘timer’. Nel

momento in cui ti metti a misurare

le ore..c’è qualcosa che non qua-

dra.

R: Inquantificabile.

Quali strumenti sa suonare?

G:Tutti gli strumenti della famiglia

dei clarinetti, suono il pianoforte

per quel che mi serve per studio e

in prova, ma rivendico orgogliosa-

mente di non essere un pianista, mi

spiace! Ho studiato violoncello per

quattro anni, da ‘ grande’ ed è stata

una esperienza estremamente utile

e piacevole, lo suono ancora per

diletto ogni tanto.

R: Il pianoforte.

Che genere di musica ascolta?

G:Un po’ di tutto – risposta scon-

tatissima. Sono un melomane con-

vinto, il mio repertorio preferito

però è quello tra ottocento e nove-

cento, sia sinfonice che lirico. Det-

to questo amo il jazz, le registra-

zioni ben fatte, e tutti gli artisti che

lavorano con testi di alta qualità.

R: TUTTO, assolutamente TUT-

TO!

Quale opera ha preferito dirigere

fra tutte?

G: Mahler IV, specie nella versio-

ne di Schoenberg per orchestra da

camera. Ha dei momenti di verità

assoluta.

R: Tutte.

Quale opera vorrebbe dirigere in

futuro?

G: Una in particolare? Ok mi but-

to, il War Requiem di Benjamin

Britten.

R: Tutte.

Cantante o gruppo preferito:

G: Madeleine Peyroux, Vinicio

Capossela, Gustav Mahler, Richard

Strauss.

R:Queen.

Dario Garegnani

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Cosa avrebbe voluto fare “da

grande”?

G: Il medico, credo.

R: Fino ai sette anni l’astronauta,

dai sette ai quattordici non ne ave-

vo idea, dai quattordici ai diciotto

il giornalista, dai diciotto fino a-

desso non lo so bene, ma se potessi

fare il musicista sarei felicissimo.

A quali attività si dedica nel suo

tempo libero?

G: Sono figlio di fotografo, amo

anche io la fotografia, la mia mac-

china è sempre con me, anche

quando lavoro, non si sa mai. La

falegnameria è un gran cosa, molto

terapeutica: mi diverto a costruire

amplificatori valvolari e casse acu-

stiche: posso ascoltare musica con

‘cose’ fatte da me, sai la soddisfa-

zione?!

R: non c’è distinzione tra lavoro e

tempo libero, nel tempo libero vor-

rei lavorare. Quando non mi occu-

po di ciò che spero di fare sempre

mi piace stare con gli amici e fare

sport.

L’ultimo libro che ha letto?

G:‘Terra Matta’ di Vinceza Rabito.

Un affresco dell’Italia post-unitaria

scritta da un totale analfabeta che è

stato in grado di crearsi una sua

lingua e una sua grammatica, in-

credibile, ipnotico.

R: “Il torto del soldato”di Erri De

Luca e “Madame Bovary”di Flau-

bert.

Sogno nel cassetto

G: Poter fare musica in santa pace,

provando con calma, meditando le

proprie scelte.

R: La serenità.

Piatto preferito

G: Tonno in crosta di sesamo, con

maionese.

R: Fragole, zucchero e limone e

pasta al tonno, capperi, olive e po-

modorini.

In quale luogo vorrebbe vivere?

G:Va bene qualsiasi luogo in cui ci

si senta a casa, vedi risposta ad ‘un

sogno nel cassetto’. Non fatemi

dire ovvietà sul genere che siamo

noi a creare il posto in cui viviamo,

però è vero; siamo noi e le nostre

relazioni a creare il nostro mondo,

per il resto sinceramente, quasi

qualsiasi posto va bene.

R: Sicuramente un luogo in cui c’è

un contatto con la natura.

Un suo pregio e un suo difetto:

G: Un pregio? Difficile trovarlo

davvero, forse che riesco a rimane-

re calmo e razionale senza sacrifi-

care la mia parte passionalissima,

ma non saprei. Un difetto? Se qual-

cosa mi dà fastidio o mi mette a

disagio non c’è modo di nascon-

derlo, basta guardarmi in faccia.

R: Non ho pregiudizie amo

l’humanitas, il difetto è che voglio

a tutti i costi comprendere. (ma non

ne sono sicuro).

Tre aggettivi per definire Raffa-

nini

G: Serio, preparato, ottimo interlo-

cutore.

Tre aggettivi per definire Gare-

gnani

R: Serio, preparato, curioso.

Pensa che sia importante per i

giovani crescere con la musica?

G: Sì, a patto che possa esistere

una educazione ad ascoltare, non

solo a sentire.

R: No, non è importante: è assolu-

tamente fondamentale e vitale,

molto più di quanto si pensi e di

come purtoppo sia oggi possibile.

Cosa si potrebbe fare per avvici-

nare maggiormente i giovani alla

musica classica?

G: Fare capire che la musica

‘classica’ – ma non solo quella –

può benissimo essere fruita e vissu-

ta in modo ‘non mediato’.

L’approccio ‘ a pelle’ ha la stessa

dignità dell’approccio ‘informato’.

Ognuno ha il proprio livello e il

proprio bisogno di musica, tutti

diversi. Nessuno ha maggiore di-

gnità di un altro, a patto che ci si

ponga in modo sincero.

R: I giovani sono già vicini alla

musica classica, perché essa non è

per nulla un linguaggio difficile;

essa è solamente fraintesa e

“emarginata”. Bisognerebbe sola-

mente dare fiducia alla musica e ai

giovani, senza pregiudizi

Quali sono i suoi progetti per il

futuro?

G: Sopravvivere ai mille concerti

di Natale e andare in vacanza qual-

che giorno, dopo anni che non ci

vado. Scherzi a parte, direi conti-

nuare a fare quel che faccio, stu-

diare, studiare, studiare.

R: Bella domanda!

Un aforisma per i nostri lettori

G:‘mais la beauté n’est rien, sans

un peau d’abandon’(Offenbach, la

belle Helene)

la bellezza da sola non conta nien-

te, se non è accompagnata, giusta-

mente, da un sano ‘lasciarsi

andare’.

R: Amate ogni più piccolo detta-

glio.

Un grazie sincero a Dario Gare-

gnani e Andrea Raffanini per aver

risposto con disponibilità e simpa-

tia alle nostre domande; a loro ri-

volgiamo i migliori auguri per una

lunga carriera ricca di gratificazio-

ni e di successi!

Pagina 27

L’intervista

Andrea Raffanini

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Break E. Popa 4D & A. Fernandez 2G

DOPO IL 21 DICEMBRE

BILANCI SCOLASTICI

INTERROGAZIONE DI STORIA INTERROGAZIONE DI INGLESE

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Rubriche

Il questionario di Alex

A. De Cicco 3E

Cari ragazzi anche per questo nu-

mero abbiamo trovato due bra-

mantini che si sono prestati al no-

stro questionario..

Che la caccia abbia inizio!

Nome? (se preferisci puoi utiliz-

zare un soprannome) Strudel96

Marco Alberto

Eta?

S: 16

M: 16

Scuola media frequentata?

S: A. Volta

M: Indro Montanelli

La prima cosa che pensi quan-

do ti svegli al mattino? S: Dove sono le gocciole?

M: Farmi il segno della croce

Cosa ti piace di più di te stesso?

S: Rispetto sempre i miei ideali

M: La voglia di non mollare, vo-

ler terminare ogni progetto pur

sapendo che si rivelerà un fiasco

colossale.

Cosa detesti di te stesso?

S: Il fatto che voglio sempre aver

ragione.

M: La paura di esprimermi: io

sono come un luna park, faccio

divertire la gente ma non vedo

l'ora che arrivi l'orario di chiusura

per mostrare la mia vera faccia.

Qual è l'ultimo libro che hai

letto?

S: Il simposio di Platone e La tre-

gua di Primo Levi.

M: Il nostro Sic di Paolo e Ros-

sella Simoncelli.

Qual è l'ultimo film che hai vi-

sto?

S: Radio Freccia

M: Midnight in Paris di Woody

Allen

Il tuo piatto preferito?

S: Qualsiasi pasta

M: Qualsiasi tipo di carne

Chi è il tuo cantante preferito?

Perchè?

S:I Pink Floyd perchè riescono a

trasmettere ideali profondi e spie-

garli con semplici canzoni.

M:Yiruma autore di River flows in

you.

La tua materia preferita?

S: Filosofia, Scienze e Dante (non

letteratura italiana, solo Dante!)

M: Adoro Filosofia.

La materia che odi?

S: Non odio nessuna materia ma

diciamo che il latino mi è avverso.

M: Disegno perchè non sono per

niente portato.

Cosa ti piace fare nel tempo libe-

ro?

S: Correre

M: Scrivere, ho scritto un libro e

sto cercando di farlo pubblicare.

La persona che ammiri di più?

Perchè?

S: Tutti coloro che dedicano la lo-

ro vita al prossimo.

M: Mia mamma perchè fa sempre

un sacco di sacrifici per tutta la

famiglia.

Se potessi essere un personaggio

famoso, chi vorresti essere? Per-

chè?

S: Non vorrei essere nient'altro che

me stesso, perchè altrimenti non

sarei me stesso, o sbaglio?! ahaha

M:Vorrei essere Roberto Benigni

così saprei utilizzare l'ironia e fare

battute senza essere volgare.

Sono stato molto felice quando...

S: Ho vinto una schedina di calcio

M: Quando sono riuscito a far sor-

ridere chi mi stava intorno pur fa-

cendo magari brutte figure.

Sono stato molto infelice quan-

do...

S: Ho perso una schedina di cal-

cio

M: Ho fallito e nessuno mi ha

aiutato dicendomi che ho sbaglia-

to e dove ho sbagliato.

Cosa pensi dell'amore?

S: E' quella linea sottile che di-

stingue l'uomo dall'animale .

M: L'amore è una meravigliosa

sensazione di ubriachezza che ti

invade l'anima e te la rovescia

rendendo tutto più bello.

Se avessi la bacchetta magica,

qual è la prima cosa che fare-

sti?

S: La darei a chi ne ha davvero

bisogno perchè io sto bene così

come sono e quindi farei solo co-

se superflue.

M: Rallenterei il tempo e andrei

nel passato; solo per dargli un'oc-

chiata, non per cambiarlo.

Qual è il tuo motto?

S: Se avanzo seguitemi, ma se mi

fermo non fate scherzi!

(Cit. M. G.)

M: Ricorda il passato, ma vivi

andando avanti, sempre.

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Rubriche

Pensieri in libertà

Il tempo

M. Cozzi & A. De Cicco 3E

"Perché noi siamo portati a vedere tutto o bianco o nero, o dentro o fuori;

diamo sempre un inizio e una fine alle cose.

Ma cosa sono poi inizio e fine

se non dei semplici stratagemmi

che utilizziamo per ricordare qualcosa a cui teniamo?

Dovremmo smetterla di pensare all'inizio e alla fine

e concentrarci sul durante.

Nulla ha inizio, ma soprattutto,nulla ha veramente una fine. "

Abbiamo sempre tanta fretta, corriamo,

ci affanniamo, ma dove andiamo realmente?

Vogliamo sempre fare qualcosa, vogliamo sempre di più,

ci perdiamo in desideri che poi alla fine si rivelano superflui

e quando ce ne rendiamo conto, tutto ciò che rimane

è il rimorso per non essersi gustati l'attimo.

La vita è come una scala, se tu guardi in alto,

sarai sempre l’ultimo della fila,

ma se tu guardi in basso,

vedrai che ci sono molte persone che desidererebbero essere al tuo posto.

Ci lamentiamo spesso che il tempo passi troppo

velocemente, che ci scivoli dalla mani troppo

in fretta; ma il tempo è immobile.

Siamo noi che corriamo su di esso.

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Rubriche

Botta e Risposta La posta del Grillo

M. Albano & S. Gussoni 2A

Ciao, sono Dida ’95,

beh la mia storia è abbastanza lun-

ga. Io e lui ci conosciamo da molto

tempo e come se fosse scontato ci

siamo messi insieme. La nostra sto-

ria è durata 14 mesi, eravamo molto

uniti, molto gelosi e la vita era fanta-

stica. Purtroppo non so nemmeno io

il perché, è finito tutto, ci siamo la-

sciati…..

Dentro di me è rimasto un vuoto in-

colmabile e non riesco a darmi pace.

Forza, io dico, non bisogna stare così

male perché, in fondo, chi ci ha perso

è lui….

Anche se è difficile, non pensarci…hai

tutta la vita davanti a te e una folla di

principi azzurri che ti aspettano.

Aiuto!!! Mi piace una ragazza, ma se

ci parlo mi sento in imbarazzo, le pa-

role si incastrano fra loro e divento

rosso come il fuoco. Voglio fare colpo

su di lei, ma qualcosa va sempre

storto. Io la adoro, ma come devo fa-

re???

Caro “timidone ”, è normale essere im-

barazzati davanti a una persona che ci

piace. Fatti coraggio e ricordati che

“chi non risica non rosica”. Fatti avanti

senza paura.

Ciao sono T,

in classe mi prendono in giro per co-

me mi vesto e perché dicono che so-

no troppo secchiona. Sono sempre

sola e durante l’intervallo nessuno

vuole stare con me; è come se fossi

trasparente……….

Come posso fare?

Ciao T, sicuramente se ti avvicinerai

alle tue compagne ne troverai una sen-

sibile che ti potrà aiutare. Cerca di ca-

pire chi è e magari proponile di studia-

re insieme a te o di uscire. Vedrai che

quando ti sentirai meno sola, riuscirai

ad essere più simpatica anche agli altri

compagni. Facci sapere come va.

Aiutatemi per favore! Dopo la scuola

vorrei uscire un po’ con le mie ami-

che ma i miei non ne vogliono sape-

re. Come posso convincerli? Vorrei

dimostrare loro che so essere respon-

sabile ma non me lo permettono!

Cara “imprigionata”, i genitori sono

così, si preoccupano sempre.. Magari

se fai conoscere loro i tuoi amici, ma-

gari con una bella pizzata a casa tua, si

tranquillizzeranno e ti permetteranno

di uscire.

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Rubriche/Il Bramante ai fornelli

Com’ è dolce “chiacchierare”! La ricetta dei dolci più golosi di Carnevale

S. Saffiotti & M. Tavera 3F

tana e mescolate insie-

me lo zucchero ed un

pizzico di sale; versate

al centro le uova intere,

il burro a pezzetti, la

vanillina e la grappa;

dopo aver impastato il

tutto, lavorando con

forza per alcuni minuti,

tirate la sfoglia e con la

rotellina o un coltello,

tagliatela a nastri. Fate-

ci dei nodi senza strin-

gerli e calateli in padel-

la con abbondante olio

caldo. Appena dorati,

scolateli e serviteli,

spolverizzandoli con lo

zucchero a velo.

Fritte o al forno, con lo

zucchero a velo o il

cioccolato e, perché no,

magari con anche un

goccio di Alchermes?

Sapete tutti di cosa stia-

mo parlando: le uniche

e inimitabile Chiacchie-

re! E allora, dato che ci

stiamo avvicinando al

Carnevale, ecco gli utili

consigli delle vostre

cuoche di fiducia. Par-

tiamo dall’ inizio.. co-

me nascono le Chiac-

chiere? Questo tradi-

zionle dolce nasce dalla

tradizione carnevalesca

o meglio dai Saturnali

degli antichi romani;

ebbene sì, sono proprio

i nostri antenati che

hanno inventato questi

dolci fritti, da loro chia-

mati frictilia, e che ve-

nivano di solito distri-

buiti al popolo che pun-

tualmente si riversava

nelle piazze. Da lì è

partita la tradizione, che

si è rapidamente diffu-

sa in tutta Italia e che ha

dato loro molteplici no-

mi: bugie in Liguria,

guanti a Caserta, mara-

viglias in Sardegna, e si

potrebbe continuare a

oltranza.

Ma andiamo al sodo!

Per preparare delle otti-

me Chiacchiere abbia-

mo bisogno di questi

ingredienti (per 80 pez-

zi)

Burro: 50 g

Farina: 500 g

Uova: 3 intere e un tuor-

lo

Grappa: 25 ml

Lievito in polvere: 6 g

Zucchero: 70 g

Vanillina: 1 bustina

Un pizzico di sale

Per friggerle è preferibi-

le usare Olio di semi

mentre per cospargerle

useremo zucchero a ve-

lo. Per prima cosa di-

sponete la farina a fon-

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Top Ten

M. Guizzardi 1B & M. Montonati & D. Zarinelli 5H

“Cos’è quello, un abete? O una barbabietola particolarmente cresciuta? Non lo so, non me ne in-tendo di ortaggi.”

“L’essere è UNUM, VERUM, PULCHRUM… Sembra che stia parlando di me!”

“Op! Op! Gangnam style!”

“Volevano scombattere i nemici”

“Ci corre dietro qualcuno? No, non ci corre dietro nessuno. O meglio, a voi no, a me si: a me cor-rono dietro un sacco di persone! Quando sono alle macchinette ho sempre qualcuno che mi corre

dietro con la clava!”

“Hai una vocazione da passerotto. Io invece questa vocazione non ce l’ho; io ho la vocazione da marmotta di terra.”

“Eh MUNCHia dai!”

“Capitale della Cecoslovacchia? Non PREGA-PER-NOI, ma PRAGA-PER-NOI”

“Settimana prossima abbiamo anche Picazzo”

Studente: “Quanti anni ha sua figlia?”

Prof: “ Non mi ricordo più!”

Prof: “Contro quale popolazione si scontrarono i Micenei nel 1250 a.C. ? Stud: “Facile! Contro la popolazione dei Dardanelli!”

Prof: “ Come si dice in inglese <<piove a catinelle>>?”

Stud1: “It’s raining cats and dogs, cioè <<piovono cani e gatti>>. Stud2: “Piovono cani e gatti? Ma se aprissi la bocca quando piove così mi ci troverei un chihua-

hua!”

Prof: ”Siediti!” Stud: “ Ma prof, ho più roba in tasca che nel cervello! Devo trasferirne un po’!”

Stud: “Prof, cosa facciamo oggi?

Prof: “ Oggi parliamo dei …Sumari!”

Prof: “Quali prodotti commerciavano i Fenici?” Stud: “Porpora e… orifizi!”

Rubriche

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L’Oroscopo (semiserio) del Grillo

B. Bergamaschi & V. Fiori 2A

CANCRO Amore: Se credete di essere giunti a buone

conclusioni in questo periodo, non abbiate

timore nell'esporle in modo tale da essere comple-

tamente onesti con le persone che vi sono vicine. I

single dovranno maturare in fretta se vorranno ave-

re qualche chance con persone più grandi o con

esperienze diverse dalle proprie,altrimenti dovran-

no orientarsi su tutt'altro tipo di persona.

Scuola: Cerchi di impegnarti al massimo nello stu-

dio per non prendere brutti voti. Il tuo impegno ti

farà ottenere qualche successo nel corso del 2013. I

tuoi insegnanti ti daranno molti stimoli e tu cerche-

rai in ogni modo di soddisfarli per essere apprezza-

to.

LEONE Amore: All'inizio dell'anno accadrà qualco-

sa che vi farà dubitare del comportamento

delle persone a voi più care. I single potrebbero

cambiare i propri atteggiamenti nei confronti di

una persona che da molto tempo sta cercando di

entrare nella loro vita ed ai quali è sempre stato

negato l'accesso.

Scuola: Se riuscirai a superare i contrasti con i tuoi

compagni di studio, nel 2013 potrai trovare degli

amici con i quali studiare. Dovrai affrontare qual-

che problema a scuola , che potrebbe farti rallenta-

re lo studio, ma se resterai calmo, riuscirai ad af-

frontare e superare qualsiasi ostacolo.

VERGINE Amore: Avete dimenticato come prendervi

cura del prossimo, in particolar modo delle

persone che amate. I single si dovranno preoccupa-

re non tanto del proprio aspetto esteriore ma dell'a-

spetto interiore o meglio, dell'immagine che si dà

agli altri.

Scuola: E' un anno fortunato e qualsiasi tuo proget-

to a scuola avrà successo. Per questo però ti sarà

richiesto un impegno notevole nello studio e dovrai

quindi impegnarti molto per raggiungere gli obiet-

Rubriche

ARIETE Amore: In questo periodo cercate di esse-

re molto più gentili di quello che siete di

solito, poiché è questo che facilita le re-

lazioni. I single potrebbero avere qualche rapporto

saltuario ma nulla che riesca sul serio a convincerli

a stare insieme ad una persona.

Scuola: Sei molto ambizioso e vuoi ottenere suc-

cesso . Potresti avere qualche difficoltà negli studi,

ma la tua tenacia ti aiuterà a superarli.

TORO Amore: Qualcuno che vi piace potrebbe

accorgersi di voi e potrebbe alla fine esse-

re pronto a spingersi oltre l'apparenza. I

single dovrebbero invece lasciarsi coinvolgere me-

no in situazioni che non hanno nulla a che fare con

il romanticismo ed il sentimentalismo di cui hanno

un estremo bisogno.

Scuola: Cerca di mantenere la calma e di affrontare

lo studio in maniera metodica, come sicuramente

puoi fare, e vedrai che riuscirai ad organizzare lo

studio nel migliore dei modi per ottenere ottimi

risultati entro la fine dell'anno.

GEMELLI Amore: In questo periodo ci potrebbero

essere alti e bassi di cui preoccuparsi, ma

questo non dovrebbe ostacolarvi nel mo-

mento in cui si presenterà l'occasione di essere feli-

ci con la persona che amate. I single non dovrebbe-

ro confondere l'amore e l'amicizia o addirittura l'af-

fetto, poiché sono tutti sentimenti encomiabili ma

profondamente diversi.

Scuola: Dovrai studiare molto nel 2013, ma questo

non ti spaventerà. Sei pronto ad affrontare lo studio

e ce la metterai tutta per soddisfare tutte le richie-

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Rubriche

BILANCIA Amore: Avrete voglia di sensazioni inten-

se, di vivere avventure nuove. Ci saranno

delle bellissime novità. Se siete single, ri-

corderete a lungo questo periodo, per i momenti

vivaci, le conquiste e anche per gli sbagli. Sba-

gliando si impara dice il proverbio, e quest’anno

sbagliando imparerete a conoscervi meglio.

Scuola: Cercate di impegnarvi di più e in modo

costante. Con buona volontà e pazienza riuscirete a

superare i problemi che all’inizio vi si presentano.

SCORPIONE Amore: Le coppie dovrebbero essere più

attente a ciò che accade dentro la relazione

piuttosto che al di fuori, pertanto bisogne-

rebbe trovare una buona via di uscita prima che la

sintonia trovata in passato si sgretoli. I single po-

trebbero girare troppo intorno ad un discorso con le

persone che hanno vicino e con le quali vorrebbero

stabilire un rapporto, di qualsiasi genere. Pertanto

sarà meglio tacere!

Scuola:Dovete essere più incisivi. Cercate di lavo-

rare in gruppo con i vostri compagni di classe e in

questo modo potrete raccogliere dei buoni risultati.

SAGGITARIO Amore : Le coppie dovrebbero provare ad

essere più giudiziose ed un pochino meno

opportuniste: condividete gli interessi con

il partner e tutto filerà liscio. I single potrebbero

avere delle proposte strane che non sempre verran-

no accolte con entusiasmo. Meglio cambiare strate-

gia.

Scuola: ci saranno alti e bassi,non avrete molta vo-

glia di impegnarvi ma con buona volontà riuscirete

a superare questo problema. Accettate i consigli

che vi verranno proposti.

CAPRICORNO Amore: Le coppie dovrebbero utilizzare di

più il sesto senso e cercare di carpire quali

siano i reali pensieri e desideri del partner: sarebbe

molto importante anticiparli ed esaudirli! I single

potrebbero sentirsi felici con chiunque, ma solo

quando troveranno la persona giusta si sentiranno

davvero liberi.

Scuola: grazie al vostro impegno che fin dall’inizio

c’è stato, non avrete problemi e riuscirete ad otte-

nere ottimi risultati.

ACQUARIO Amore: Le coppie potrebbero avere dei pro-

getti da parecchio tempo: è giunto il mo-

mento di svegliarsi e di attivarsi per fare qualcosa

di meglio. I single la smetteranno di adottare il so-

lito metodo di farsi compatire : a questo punto è

meglio rassegnarsi.

Scuola:Non avrete problemi per tutto il periodo

scolastico e grazie al vostro aiuto molti dei vostri

compagni riusciranno a superare i loro ostacoli.

PESCI Amore: Le coppie rallenteranno i loro ritmi

poiché hanno proprio bisogno di una picco-

la pausa e di prendere le cose con maggiore

calma. Se ci sono delle decisioni da prendere, me-

glio rimandarle! I single dovrebbero cambiare i

propri atteggiamenti nei confronti di una persona

che da molto tempo sta cercando di entrare nella

loro vita a piccoli passi.

Scuola: ci saranno problemi all’inizio e non avrete

voglia di trovare qualche soluzione, ma con l’aiuto

di persone a voi vicine otterrete discreti risultati.

Page 36: te · del processo divennero il nucleo centrale del libro “La banalità del male”. Il 22 novembre 2012 tutte le classi quinte della nostra scuola si sono recate al Centro Asteria

La Redazione

del Grillo Bramante

In Grillo veritas!