TATA LA OMAGGIO AI SIGNORI MEDICI E ODONTOIATRI - VIE … · 2020. 9. 24. ·...

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I.P. FABRIZIO MONTAGNA GIUSEPPE FERRONATO FRANCO MARTINELLI ASSOCIAZIONE NAZIONALE DENTISTI ITALIANI Edizioni Promoass IL TRATTAMENTO ODONTOIATRICO DEL PAZIENTE CON PATOLOGIA BRONCOPOLMONARE, NEUROLOGICA E PSICHIATRICA I quaderni della professione - n. 6

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  • I.P.

    FABRIZIO MONTAGNAGIUSEPPE FERRONATOFRANCO MARTINELLI

    Questa opera della collana editoriale ANDIè stata realizzata con il contributo della

    dall’Associazione Nazionale Dentisti Italianiquale servizio ai propri soci

    ASSOCIAZIONENAZIONALE

    DENTISTI ITALIANI

    Edizioni Promoass

    IL TRATTAMENTOODONTOIATRICO DELPAZIENTE CONPATOLOGIABRONCOPOLMONARE,NEUROLOGICA EPSICHIATRICA

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    ITA I quaderni della professione - n. 6L’odontoiatria esige professionalità nell’esercizio di un’attività che richiede

    ritmi sempre più intensi per l’aggiornamento specialistico, per l’aumentodelle esigenze di gestione e per la crescita delle pressioni finanziarie.Come aspetto particolare della pratica quotidiana, spesso, l’odontoiatra sitrova a valutare le patologie sistemiche da cui è affetto il paziente e la misu-ra in cui queste possano condizionare i trattamenti dentali programmati.Esigenza alla quale il ritmo di lavoro permette di dedicare sempre menotempo per richiedere consulenze mediche e per consultare testi che con-sentono di approfondire la materia.D’altra parte le nozioni di medicina interna, che si acquisiscono durantela formazione universitaria o da testi specialistici, risultano a volte tropposuperficiali ed altre eccessivamente elaborate per poter essere agevolmentetrasferiti ed utilizzati nella pratica quotidiana.È evidente che l’insieme di tutti questi fattori potrebbe andare a discapitodella qualità nella cura del paziente, che rappresenta il fine ultimo di ogniprofessione sanitaria. La collana dei “Quaderni della professione” edita dall’ANDI è stata pen-sata specificatamente per alleviare questi problemi, fornendo la possibilitàdi un rapido accesso a tutte quelle informazioni che andrebbero ricercateconsultando più testi.La trattazione si rivolge agli odontoiatri che trascorrono gran parte deltempo professionale immersi in problematiche settoriali; gli argomenti di-scussi sono stati vagliati da medici e odontoiatri esperti, privilegiando lepatologie sistemiche e i dettagli che più frequentemente costituiscono unostacolo nella pratica lavorativa. In questo modo il professionista, messo a confronto con un paziente af-fetto da una malattia sistemica, può facilmente trovare l’informazione dicui ha bisogno, adottare la cura più adatta, o indirizzare il paziente versoil centro medico più appropiato.La diffusione della cultura, più che la sua produzione e la sua elaborazio-ne, e l’aggiornamento sui grandi problemi dell’odontoiatria rappresentanoun compito istituzionale dell’ANDI; ruolo che l’associazione è perfetta-mente strutturata a perseguire anche in funzione del suo elevato numerodi iscritti e la sua capillare distribuzione sul territorio nazionale.Un impegno per la cui realizzazione si è rivelata determinante la collabo-razione con ROCHE, un’industria farmaceutica da sempre sensibile alleproblematiche etiche e sociali della medicina e dell’odontoiatria.ANDI e ROCHE ritengono che quest’impostazione possa costituire unostimolo al risveglio del “medico” che è presente in ognuno di noi, unaspinta a considerare il paziente nel suo insieme, un aiuto a cementare quelfondamentale rapporto “medico-paziente”, di stima e fiducia, che semprepiù si rende necessario nell’esercizio di una professione, in misura sempremaggiore, oggetto di situazioni di conflitto e di contenzioso.

    Luigi Mario Daleffe

    Cologno al Serio, 30 luglio 2000

    Cod. 24003263

    La salute è uno stato provvisorio chenon lascia presagire nulla di buono

    Anonimo francese XIX secolo

  • Si chiudono alcuni pazzi in un luogo per dare a intendere che quelli chesono fuori sono saviF. de la Rochefoucauld

    Perché trovarsi di fronte a un pazzo sapete cosa significa? Trovarsi davantia uno che vi scrolla dalle fondamenta quanto avete costruito in voi,attorno a voi, la logica, la logica di tutte le vostre costruzioni.L. Pirandello

    Talvolta un pensiero mi annebbia l’Io: son pazzi gli altri o son pazzo io?A. Einstein

    La preconcetta ostilità di molti medici per la medicina psicosomatica sibasa soprattutto su due punti: una istintiva antipatia ad ammettere che ifattori di ordine psichico abbiano qualche parte nella patogenesi dellemalattie e dei loro sintomi; e la diffusissima, ingenua, puerile presunzioneche il medico, in quanto medico che ha continui rapporti con gli uomini ele loro sofferenze, sia perciò anche psicologo e cioè conoscitore degli uomini.Questo grossolano equivoco forse non è dovuto ad altro che alla pigriziamentale di chi non vuole fare lo sforzo di imparare una cosa per luinuova.M. Gozzano

    La comprensione psicologica…dovrebbe essere usata dal medico comemezzo terapeutico alla pari con qualsiasi altro strumento o medicamento.Ciò è tanto più vero dal momento che, secondo statistiche, e valutazioniprudenti, circa un terzo degli ammalati che affollano gli ambulatori deimedici generici soffrono di disturbi di carattere funzionale o emotivo.Luban-Plozza/Poldinger

  • IL TRATTAMENTOODONTOIATRICODEL PAZIENTE

    CON PATOLOGIABRONCOPOLMONARE,

    NEUROLOGICAE PSICHIATRICA

    FABRIZIO MONTAGNAGIUSEPPE FERRONATOFRANCO MARTINELLI

    ASSOCIAZIONENAZIONALE

    DENTISTI ITALIANI

    Edizioni Promoass

  • AUTORI

    Fabrizio MontagnaLaurea in Medicina e ChirurgiaDiploma di Specializzazione in OdontostomatologiaDiplome d’Universitè en Orthodontie - Universitè de NantesProfessore a contratto nel corso di laurea in Odontoiatriadell’Università degli Studi di Padova

    Prof. Giuseppe Ferronato Laurea in Medicina e ChirurgiaDiploma di Specializzazione in OdontostomatologiaDiploma di Specializzazione in Chirurgia Plastica eRicostruttivaDiploma di Specializzazione in Chirurgia Maxillo-FaccialeCattedra e Unità Operativa di Chirurgia Maxillo-Faccialedell’Università degli Studi di Padova Direttore della Scuola di Specializzazione di ChirurgiaMaxillo-Facciale dell’Università degli Studi di PadovaDirettore della Scuola di Specializzazione diOrtognatodonzia dell’Università degli Studi di Padova

    Franco MartinelliLaurea in Medicina e ChirurgiaDiploma di Specializzazione in OdontostomatologiaDiploma di Specializzazione in Chirurgia Generale Dirigente Reparto di Odontoiatria presso l’Università degliStudi di Padova

    COLLABORATORI

    Luigi Mario DaleffeLaurea in Medicina e ChirurgiaDiploma di Specializzazione in Odontostomatologia

    Marco Lorenzo Scarpelli Laurea in Medicina e ChirurgiaDiploma di Specializzazione in Odontostomatologia

    Aldo Nobili Laurea in Medicina e ChirurgiaDiploma di Specializzazione in Odontostomatologia

    I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo(compreso i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati.

    Per informazioni, richieste e distribuzione del volume rivolgersi a:EDIZIONI PROMOASS, via Savoia 78, 00198 Roma – Tel. 06 8411482

    Della stessa Casa Editrice:- Formulario di terapia farmacologica per l’odontoiatra. Linee ragionate di terapia per gruppo Anatomico Chimico Terapeutico

    (ATC), MONTAGNA F., FERRONATO G., Promoass 2000- Formulario di terapia farmacologica per l’odontoiatra. Linee ragionate di terapia per patologia odontostomatologica e

    emergenza, MONTAGNA F., FERRONATO G., Promoass 2000 - Il trattamento odontoiatrico del paziente con allergia, patologia gastrointestinale e renale, MONTAGNA F., SMACCHIA C.,

    Promoass 1999 - Il trattamento odontoiatrico del paziente in gravidanza, nei primi anni di vita e disabile, MONTAGNA F., FERRO R.,

    Promoass 1999 - Il trattamento odontoiatrico del paziente con patologia cardiovascolare, MONTAGNA F., Promoass 1998 - La responsabilità nella professione odontoiatrica, MONTAGNA F., DE LEO D., CARLI O., Promoass 1997- Prevenzione delle infezioni in odontoiatria: epatiti e Aids, MONTAGNA F., Promoass 1996

    La ricerca e l’esperienza clinica ampliano costantemente le nostre conoscenze in odontoiatria soprattutto in relazione alle mo-dalità terapeutiche e ne consegue la necessità di un continuo aggiornamento dei parametri diagnostici e terapeutici.Le indicazioni e le dosi dei farmaci citati in questo manuale riportano le raccomandazioni riportate nella letteratura interna-zionale; particolare cura è stata posta nel controllo dei dosaggi che, quando non diversamente specificato, si intendono espres-si per un paziente adulto, normopeso, in assenza di controindicazioni e interazioni. Poiché non è esclusa la possibilità di qualche errore; si consiglia al lettore di verificare attentamente se le indicazioni riportarenel testo abbiano mantenuto la loro validità al momento di una futura consultazione; di prendere, inoltre, visione del fogliet-to illustrativo che accompagna ogni preparazione farmaceutica.

  • INDICE

    PATOLOGIE BRONCOPOLMONARI

    1.1 Broncopneumopatia cronica ostruttiva pag. 7

    1.2 Asma bronchiale pag. 9

    PATOLOGIE NEUROLOGICHE

    2.1 Malattie cerebrovascolari pag. 11

    2.2 Epilessia pag. 13

    PATOLOGIE PSICHIATRICHE

    3.1 Demenze pag. 16

    3.2 Nevrosi, psicosi e altri disturbi funzionali pag. 17

    3.3 Tossicodipendenza pag. 21

    3.4 Bulimia e anoressia nervosa pag. 22

    BIBLIOGRAFIA pag. 23

  • 1PATOLOGIEBRONCOPOLMONARI

    Eziologia e sintomatologia Le broncopneumopatie croniche ostruttive (BPCO) com-prendono la bronchite cronica, e l’enfisema polmonare el’asma bronchiale (trattata a parte nel prossimo paragrafo).La bronchite cronica e l’enfisema polmonare presentanouna prevalenza nella popolazione generale del 14% nel ses-so maschile e dell’8% nel sesso femminile.Il fattore eziologico più importante è rappresentato dal ta-bagismo (80-90% dei casi) e il rischio è direttamente cor-relato al numero di sigarette fumate al giorno.L’enfisema polmonare è un aumento irreversibile degli spa-zi aerei situati distalmente ai bronchioli terminali, dovutoa distruzione del tessuto polmonare. I sintomi sono rap-presentati da torace a botte con ridotta espansione nei mo-vimenti respiratori e progressiva comparsa di insufficienzarespiratoria.Si definisce come bronchite cronica un quadro clinico ca-ratterizzato da tosse ed espettorato che duri almeno 3 me-si all’anno per non meno di 2 anni consecutivi.La sintomatologia nelle fasi iniziali si limita a tosse pro-duttiva, particolarmente abbondante nelle ore mattutine enei periodi invernale e autunnale.In fase avanzata, compaiono l’insufficienza respiratoria(dispena, cianosi, tachipnea) e l’insufficienza cardiaca de-stra o cor pulmonale (edemi declivi, epatomegalia, turgo-re delle giugulari).Le complicanze sono rappresentate dalla comparsa di: epi-sodi di dispnea acuti (asma) dovuti a iperattività bronchia-le scatenata da fattori aspecifici (freddo, polveri da inqui-namento, infezioni); bronchiectasie; infezioni broncopol-monari (bronchite purulenta, broncopolmonite e ascessipolmonari).La terapia medica utilizza presidi diversi a seconda dellagravità del quadro clinico: idratazione e fisioterapia respi-ratoria per migliorare la capacità respiratoria; vaccinazioneannuale antinfluenzale e antipneumococcica per prevenirele infezioni acute; trattamento antibiotico aggressivo delleinfezioni polmonari acute intercorrenti; broncodilatatorisimpaticomimetici; costeroidi; metilxantine; ossigeno te-rapia cronica a basso flussoIl tabagismo cronico si associa a patologie orali quali lastomatite nicotinica, la patologia parodontale e il carcino-ma orale; la terapia cronica con corticosteroidi può favori-sce l’insorgenza di candidosi orale.

    Rischio perioperatorioLa reazione adrenergica, conseguente allo stress della sedutaodontoiatrica, può provocare quadri di dispnea acuti oscompensare patologie cardiovascolari associate (cardiopatiaischemica, aritmie, insufficienza cardiaca, crisi di ipertensio-ne arteriosa).Farmaci odontoiatrici possono causare depressione respirato-ria come effetto collaterale (benzodiazepine, N2O) o aritmiecardiache mediante interazioni farmacologiche con terapiemediche sistemiche (broncodilatatori-vasocostrittori, me-tilxantine-eritromicina).La terapia cronica con corticosteroidi sistemici può determi-nare una inibizione dell’asse ipotalamo-ipofisi-corticosurrene(ipocorticosurrenalismo farmacologico) riducendo le capa-cità di reazione allo stress, rappresentato dall’interventoodontoiatrico, con comparsa di crisi ipotensive; il rischio èridotto con le terapie per inalazione.

    Profilassi 1. Per stadiare l’entità del rischio nel corso delle sedute

    odontoiatriche, l’anamnesi e l’esame obiettivo devonoevidenziare: il grado di insufficienza respiratoria, le tera-pie farmacologiche e le malattie cardiovascolari associate.

    2. Per le appropriate precauzioni da assumere in presenza dipatologie cardiovascolari (ipertensione arteriosa, aritmia,cardiopatia ischemica, insufficienza cardiaca) si rimandaal quaderno “Il trattamento odontoiatrico del paziente conpatologia cardiovascolare”.

    3. I pazienti con BPCO severa, a causa della difficoltà respi-ratoria, possono richiedere alcuni accorgimenti particolari.Alcuni pazienti preferiscono la posizione seduta durante lecure per diminuire il ritorno venoso al torace e la conse-guente dispnea che avviene in posizione sdraiata (orto-pnea). Altri rifiutano la diga di gomma che riferisconocausare una sensazione di soffocamento. Altri ancora, incaso di anestesia bilaterale, possono lamentare sensazionispiacevoli di tosse e difficoltà di deglutizione.

    4. Gli interventi di elezione vanno programmati medianteappuntamenti di breve durata al mattino, quando il pa-ziente è riposato e più preparato ad affrontare lo stressdella seduta odontoiatrica. Inoltre i piani di terapia com-plessi vanno programmati preferenzialmente nei periodidi remissione della patologia broncopolmonare, che piùtipicamente sono la primavera e l’estate.

    1.1 BRONCOPNEUMOPATIA CRONICA OSTRUTTIVA

  • Terapia farmacologicaLa terapia medica utilizza presidi diversi a seconda la gravitàdel quadro clinico:- Broncodilatatori simpaticomimetici non specifici (isopro-

    terenolo, efedrina)- Boncodilatatori selettivi, o simpaticomimetici beta-adrener-

    gici specifici (terbutalina, salbutamolo, metaproterenolo)- Metilxantine (aminofillina e teofillina)Nei pazienti in terapia con metilxantine è consigliabile evita-re la somministrazione di antibiotici macrolidi (ad es. eritro-micina, azitromicina), di clindamicina e di ciprofloxacinapoiché questi farmaci possono interagire alterando il meta-bolismo della teofillina e dell’aminofillina; ne possono con-seguire sintomi di tossicità (anoressia, nausea, nervosismo,agitazione, vomito, mal di testa, aritmie cardiache e convul-sioni). Tale rischio è particolarmente elevato nei pazienti chepresentano sintomi di tossicità farmacologica di base; i sin-tomi più frequenti sono rilevabili con il semplice esame delpolso prima dell’intervento (tachicardia e aritmia).Per non aggravare l’insufficienza respiratoria cronica si deveevitare la somministrazione di farmaci depressori del sistemanervoso centrale (analgesici narcotici, barbiturici, anticoli-nergici, atropina, antistaminici, N20). Nel caso sia necessa-rio eseguire un intervento di sedazione, in un paziente con

    insufficienza respiratoria moderata, si possono utilizzare lebenzodiazepine a basso dosaggio, previo consulto medico;mentre è consigliabile evitare la sedazione con protossido diazoto (depressione respiratoria secondaria alla eliminazionedello stimolo ipossico).Nel caso si ritenga utile o necessaria la somministrazione diossigeno, si deve utilizzare una ossigenoterapia a basso flusso(2-4 litri al minuto). Infatti nei pazienti con insufficienza re-spiratoria cronica moderata-severa, a causa della ipercapniacronica, lo stimolo alla respirazione è dato prevalentementedalla ipossiemia; una terapia ad alto flusso di ossigeno pre-senta il rischio di deprimere la funzione respiratoria residuariducendo lo stimolo ipossico. Non esiste controindicazione all’uso degli anestetici locali,ma i vasocostrittori associati devono essere ridotti o evitatinei pazienti in terapia con broncodilatatori simpaticomime-tici per il rischio di effetti collaterali sul ritmo cardiaco (ta-chicardia, aritmia). Il rischio risulta:- Minimo per il salbutamolo (broncodilatatore selettivo); in

    pratica si può utilizzare 1-2 fiale di anestetico con nora-dranalina 1:100.000.

    - Intermedio per gli altri simpaticomimetici beta-adrenergi-ci specifici (terbutalina); in questi pazienti esiste una con-troindicazione relativa ai vasocostrittori.

    Tabella 1

    TERAPIA ODONTOIATRICA IN PRESENZA DI INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA

    Patologie broncopolmonari8

    Stadiazione

    INSUFFICIENZA RESPIRATORIA LIEVE Dispnea solo per esercizi fisici intensiValori normali di emogasanalisi (pCO2 40 mmhg, pO2 100 mmhg, pH 7,40)

    INSUFFICIENZA RESPIRATORIA MODERATA Dispnea da sforzo Terapia cronica con broncodilatatori e/o corticosteroidiIpossiemia senza ipercapnia (pO2 >80 mmhg)

    INSUFFICIENZA RESPIRATORIA GRAVEPazienti sintomatici privi di diagnosi medica Infezione broncopolmonare acuta in attoDispnea a riposo Cor pulmonale in ossigenoterapia cronica Ipossia e ipercapnia (pCO2

  • Il trattamento odontoiatrico del paziente con patologia broncopolmonare, neurologica e psichiatrica 9

    - Elevato per i simpaticomimetici non specifici (isoprotere-nolo, efedrina), che rappresentano controindicazione asso-luta ai vasocostrittori.

    I pazienti in terapia cronica con steroidi possono richiede-re un supplemento steroideo in caso di terapia chirurgica; idosaggi variano, in relazione al tipo di intervento, dal rad-doppio della dose abituale per interventi semplici di routi-ne, sino a 20-60 mg di prednisone o dosi equivalenti di al-tri steroidi per interventi complessi. Comunque, la terapiainalatoria a lungo termine raramente causa soppressionedella funzione surrenale.Per la terapia analgesica e antinfiammatoria si utilizzano ilparacetamolo e la nimesulide che risultano farmaci privi diazioni negative sull’apparato respiratorio.In particolare, la nimesulide è dotata di ottima tollerabilità nei

    pazienti con intolleranza ad altri FANS e nei soggetti allergici.L’acido acetilsalicilico e altri FANS possono causare crisi diasma allergica in soggetti predisposti e vanno quindi evitati.Gli analgesici narcotici (ad es. codeina, destropropossife-ne, pentazocina, buprenorfina) non devono essere utilizza-ti in quanto:- deprimono i centri respiratoti bulbari e pontini potendo

    causare ipoventilazione da riduzione della frequenza e vo-lume corrente respiratorio,

    - diminuiscono la sensibilità dei chemorecettori midollarialla pressione parziale di CO2,

    - deprimono il riflesso della tosse,- causano spasmo della muscolatura liscia bronchiale,- riducono le secrezioni tracheobronchiali derivandone un

    muco più denso e meno facilmente espettorabile.

    Eziologia e sintomatologia L’asma bronchiale si caratterizza per le crisi di dispnea dovu-ta a una ostruzione reversibile delle vie respiratorie (edemadella mucosa, ipersecrezione bronchiale, broncospasmo); laprevalenza nella popolazione generale è del 2%.L’asma allergico, o estrinseco, è dovuto a una reazione aller-gica di tipo immediato verso allergeni ambientali (acari, pol-lini, polveri, sostanze utilizzate nel lavoro) e può associarsi adaltre malattie atopiche a trasmissione genetica (rinite allergi-ca, dermatite atopica).L’asma intrinseco è scatenato da fattori diversi: infezionibronchiali; sostanze chimiche o agenti fisici (polvere, ariafredda); stress conseguente a esercizio fisico e affaticamento,ansia e dolore, reazioni pseudoallergiche a sostanze diverse ofarmaci (ad esempio acido acetilsalicilico).La crisi asmatica è caratterizzata da dispnea espiratoria a ca-rattere accessionale che si accompagna a stridore respiratorio(fischi, sibili), tosse improduttiva, difficoltà all’espettorazio-ne, ortopnea.Casi gravi possono presentarsi con uno stato di male asmati-co caratterizzato da broncospasmo resistente alla terapia concrisi subentranti, protratte per giorni e che alterano il sonnoe l’attività.La terapia medica sistemica varia in relazione alla frequenza

    e al tipo di asma: broncodilatatori (beta 2 adrenergici agoni-sti), corticosteroidi, disodiocromoglicato, teofillina.

    Rischio perioperatorioL’obiettivo consiste nella prevenzione della crisi asmaticaacuta che può essere scatenata dallo stress emozionale rap-presentato dalla seduta odontoiatrica.Farmaci odontoiatrici possono causare aritmie cardiache me-diante interazioni farmacologiche con terapie mediche siste-miche (broncodilatatori, vasocostrittori, metilxantine, eritro-micina, azitromicina, clindamicina, ciprofloxacina).

    La terapia cronica con corticosteroidi sistemici può determi-nare una inibizione dell’asse ipofisi-ipotalamo-surrene (ipo-corticosurrenalismo farmacologico) riducendo le capacità direazione allo stress, rappresentato dall’intervento odontoia-trico, con comparsa di crisi ipotensive; il rischio è ridotto conle terapie per inalazione.

    Profilassi e trattamento 1. L’anamnesi deve evidenziare il tipo di asma (allergico, in-

    trinseco), i fattori precipitanti (in particolare stress emo-zionali o farmaci), la frequenza, la severità degli attacchi,il momento di comparsa (ad esempio crisi notturne), iltipo di trattamento medico.

    2. Alcune semplici precauzioni consistono nel trattare nelletarde ore della mattinata i pazienti con attacchi notturni;nel ridurre lo stress (ansia, dolore) nei pazienti con asmascatenata da fattori emozionali.

    3. Il paziente deve essere istruito nel portare con sé l’inala-tore a base di broncodilatatore, normalmente utilizzatoper la terapia; si può consigliare una inalazione profilat-tica prima dell’intervento odontoiatrico.

    4. Nei pazienti con asma intrinseco, indotta dall’ansia e dal do-lore, può risultare opportuno ridurre lo stress con la seda-zione; si possono utilizzare il protossido di azoto (non è ir-ritante per l’albero tracheobronchiale) o, in alternativa, unabenzodiazepina ad azione rapida (temazepam, midazolam).

    5. I pazienti in terapia cronica con steroidi possono richie-dere un supplemento steroideo in caso di terapia chirur-gica (cfr Terapia farmacologica nelle BPCO). Comun-que, la terapia inalatoria a lungo termine raramente cau-sa soppressione della funzione surrenale.

    6. Non esiste controindicazione all’uso dell’anestesia locale,comunque è preferibile utilizzare anestetici locali privi divasocostrittori, poiché la loro presenza è spesso associataa conservanti (metabisolfito) potenziali fattori allergeni-

    1.2 ASMA BRONCHIALE

  • Patologie broncopolmonari10

    ci. Inoltre i vasocostrittori possono causare interazionifarmacologiche con i broncodialtatori (cfr. Terapia far-macologica nelle BPCO).

    7. È opportuno evitare la somministrazione di ASA o altriFANS che possono rappresentare allergeni in grado di pre-cipitare una crisi di asma estrinseca. Si deve preferire lasomministrazione di paracetamolo o nimesulide. In parti-colare, la nimesulide presenta ridotti effetti sull’attivitàbronchiale nell’asma allergico in quanto inibisce la libera-zione di istamina dalle mast-cellule e dalla cellule basofile.

    8. Sono da evitare i farmaci analgesici narcotici, che posso-no causare crisi di broncospasmo (azione sulla muscola-tura liscia bronchiale) e in generale i farmaci che posso-no causare depressione respiratoria.

    9. Dovrebbe essere evitata la somministrazione di antista-minici (ad es. prometazina, difenidramina) che, per il lo-ro effetto di riduzione della secrezione bronchiale, ren-dono il muco più tenace e difficilmente espettorabile in

    caso di attacco acuto.10. Nei pazienti in terapia con metilxantine (teofillina, ami-

    nofillina) la somministrazione di antibiotici macrolidi,clindamicina o ciprofloxacina può causare una interazio-ne farmacologica con comparsa di tossicità di quest’ulti-ma (cfr. Terapia farmacologica nelle BPCO).

    Emergenza medicaLa terapia dell’attacco acuto si basa sulla inalazione di bron-codilatatori beta-adrenergici specifici (ad es. 2-3 puff di sal-butamolo) nei casi lievi e adrenalina 0,5 mg. sotto cute nellecrisi più gravi.Per la terapia della crisi asmatica acuta si rimanda al quadernodella professione n. 4 Formulario di terapia farmacologica perl’odontoiatra linee ragionate di terapia per patologia odontosto-matologica e per emergenza e n. 5 Formulario di terapia farma-cologica per l’odontoiatra linee ragionate di terapia per gruppoanatomico chimico terapeutico, Promoass ed., Roma, 2000.

    Tabella 2

    TRATTAMENTO ODONTOIATRICO IN PRESENZA DI ASMA BRONCHIALE

    Stadiazione

    ASMA LIEVEPazienti asintomatici al momento dell’appuntamento Crisi rare o infrequenti Nessuna terapia di mantenimento Crisi scatenate dall’esposizione a stress emozionali

    ASMA MODERATAPazienti asintomatici al momento dell’appuntamento Attacchi asmatici intermittenti (1-2 al mese)Terapia di mantenimento cronica

    ASMA GRAVEPazienti asintomatici all’appuntamento con crisi gravie frequenti (settimanali, protratti per alcuni giorni, chealterano il sonno e l’attività, richiedono occasionaliricoveri ospedalieri)Pazienti sintomatici al momento dell’appuntamento(dispnea espiratoria) Segni di effetti collaterali di farmaci (tachicardia epolso aritmico)

    Indicazione al trattamento

    Nessuna modificazione del normale piano di trattamentoodontoiatricoChiedere al paziente di portare l’inalatore usato abitualmente Evitare farmaci potenziali allergeni (FANS, metabisolfito, aci-do acetilsalicilico)Ridurre dolore e ansia della seduta odontoiatrica

    Controllare frequenza cardiaca (aritmia effetto collaterale difarmaci simpaticomimetici)Nessuna modificazione del normale piano di trattamento perterapie di routineRichiedere consulenza medica per programmare terapie di ele-zione complesse Consigliare inalazione di broncodilatatori a scopo profilatticoprima dell’interventoEvitare i vasocostrittori (interazione farmacologica con i bron-codilatatori) Considerare supplemento steroideo per interventi di chirugiacomplessi nei pazienti in trattamento con corticosteroidiConsiderare l’utilità della sedazione (N20, benzodiazepine)

    Eseguire semplici e brevi interventi di urgenza Controindica-zione a terapie odontoiatriche di elezioneInviare la medico per terapia

  • Eziologia e sintomatologia Con i sinonimi di ictus, colpo apoplettico e accidente cere-brovascolare (ACV) si definiscono tutte le alterazioni neuro-logiche a rapida insorgenza e secondarie ad una patologia delsistema vascolare.Si tratta di patologie la cui prevalenza nella popolazione ge-nerale è di 600:100.000 abitanti; ma che risultano più fre-quenti nell’anziano; si stima che il 5% della popolazione so-pra i 65 anni ha subito almeno un ictus.Dal punto di vista anatomopatologico, si tratta prevalente-mente di ischemie secondarie a trombosi o embolia, che in-sorgono su alterazioni arteriosclerotiche che determinanostenosi ed alterazione dei vasi cerebrali; in circa 1/4 di casi sitratta di emorragie intracerebrali secondarie o a microaneu-rismi o a rotture di vasi cerebrali causate da una ipertensionearteriosa di lunga durata.L’infarto cerebrale può essere preceduto da turbe circolatorietransitorie o attacchi ischemici transitori (TIA) che, general-mente, durano meno di 10 minuti e regrediscono entro 1giorno.La sintomatologia varia in base al territorio interessato: caro-tide (amaurosi, emiparesi); sistema vertebro-basilare (disar-tria, ipoacusia, vertigini, insicurezza nella deambulazione,sincope o drop attack).I deficit neurologici ischemici reversibili prolungati (RIND)sono manifestazioni reversibili, più gravi che perdurano oltre1 giorno, e regrediscono entro una settimana. Danni permanenti, invece, residuano alle emorragia intrapa-renchimali e agli infarti cerebrali.Entità e tipo di sintomi dipendono dalla posizione ed esten-sione del focolaio e possono consistere in paralisi o paresi, di-sartria, afasia, parestesie e anestesie, atassia e riduzione delcampo visivo.Le emorragie causano, generalmente, una più marcata soffe-renza neurologica e sono gravate da una percentuale di mor-talità più elevata (80%) nei confronti dell’infarto (30%);complessivamente considerata la mortalità risulta del 38-47% entro un mese dall’evento.La terapia medica di mantenimento consiste nella terapia an-titrombotica (anticoagulanti e antipiastrinici) e antipertensiva.A livello del viso si può osservare la paralisi di tipo centraledel nervo facciale caratterizzata da: impossibilità a chiuderele palpebre dal lato malato; deviazione della bocca dal lato sa-no; deviazione della lingua in protrusione dal lato malato; ri-

    sulta invece conservato l’aggrottamento delle sopracciglia efronte (criterio diagnostico differenziale con la paralisi peri-ferica).

    Rischio perioperatorioI pazienti presentano un maggior rischio di recidive nei pri-mi 6-12 mesi conseguenti l’attacco cerebrovascolare.Il rischio di complicanze correlato alla terapia odontoiatricaè in relazione al verificarsi di alterazioni della pressione arte-riosa, che, peggiorando la perfusione ematica vascolare, pos-sono precipitare un ACV.Tali situazioni possono verificarsi con meccanismi diversi,con effetto sovrapponibile: ipertensione secondaria a farma-ci vasocostrittori o reazioni adrenergiche allo stress; ipoten-sione arteriosa secondaria alla somministrazione di farmacidepressori del SNC (analgesici narcotici, benzodiazepine).I pazienti in terapia antitrombotica (antiaggreganti piastrini-ci e anticoagulanti) presentano un rischio di emorragia a se-guito di interventi di chirurgia orale. Numerose patologie possono essere associate alla malattia ce-rebrovascolare e aumentare il rischio di complicanze perio-peratorie: ipertensione arteriosa; cardiopatia embolica secon-daria a fibrillazione atriale e valvulopatie; arteriosclerosi e co-ronarosclerosi; diabete mellito e ipercolesterolemia.

    Profilassi perioperatoria1. L’anamnesi e l’esame obiettivo devono evidenziare entità,

    frequenza, data dell’ultimo ACV, patologie cardiovasco-lari associate. È consigliabile misurare la pressione arte-riosa nei pazienti non controllati.

    2. Nei pazienti con disartria, afasia e insufficienza mentalepossono sussistere difficoltà di comunicazione ed è op-portuno utilizzare una tecnica di comunicazione efficace(vedi tabella 3).

    3. Il rischio di recidiva è più elevato nei 6-12 mesi successi-vi l’episodio acuto; in questo periodo i trattamenti di ele-zione vanno differiti e le prestazioni limitate ad interven-ti di urgenza di limitata invasività.

    4. È consigliabile ridurre lo stress della seduta odontoiatricaper mantenere costanti pressione arteriosa e frequenzacardiaca. Le precauzioni consistono nel ridurre durata einvasività dell’intervento, controllare il dolore, tranquil-lizzare il paziente ed eventualmente, in una sedazione far-macologica (N2O, benzodiazepine).

    PATOLOGIE NEUROLOGICHE

    2.1 MALATTIE CEREBROVASCOLARI

    2

  • Patologie neurologiche12

    5. Per i pazienti in terapia anticoagulante (dicumarolici) sideve richiedere il PT. Un valore superiore a 2-2,5 volte ilnormale (PT 30%, INR di 3-3,5) sono compatibili conla maggior parte delle procedure di chirurgia minore;non è necessario interrompere la terapia anticoagulanteed è sufficiente l’emostasi locale. Per interventi di chirur-

    gia maggiore, invece, si deve richiedere consulenza medi-ca per sospendere o ridurre la terapia anticoagulante. Setale adattamento posologico risulta incompatibile con lecondizioni sistemiche si deve ospedalizzare il paziente peristituire una terapia eparinica (cfr. Il trattamento odon-toiatrico nel paziente con patologia cardiovascolare)

    Tabella 3TECNICA DI COMUNICAZIONE CON PAZIENTI CON ESITI DI ICTUS

    Tabella 4TRATTAMENTO ODONTOIATRICO DEI PAZIENTI CON ACCIDENTI CEREBROVASCOLARI (ACV)

    Deficit motori e sensitivi (afasia, disartria, etc)

    Controllare la capacità di comunicare (verbalizzazione) eseguire la logica del colloquio (comprensione)Non sottostimare o sovrastimare le capacità del paziente(ad esempio parlando in modo infantile e/o comunicandosolo con i parenti)Porsi di fronte al paziente in posizione ben visibileTogliere le mascherine chirurgiche per facilitare la comu-nicazioneUsare oggetti o schemi esplicativi (chiavi visuali)Porre domande brevi che richiedono risposte semplici(si/no)Proporre le terapie odontoiatriche in modo positivo e rea-listico

    Deficit cognitivi (demenza, etc)

    Usare espressioni semplici e concrete,parlando lentamenteChiedere al paziente di fare una sola cosa per voltaEssere metodici e costantiAvvicinarsi lentamente e ripresentare ogni volta se stessi ei collaboratoriEssere coscienti dei potenziali segni di trascuratezza e mal-trattamento dei pazienti

    Stadiazione

    RISCHIO LIEVEACV pregresso da anni, Quadro clinico stabile in assenza di esiti e recidiveNessuna terapia farmacologica

    RISCHIO MODERATO ACV pregresso da oltre 6-12 mesiQuadri clinici stabiliTerapia farmacologica antitrombotica (antiaggreganti piastrinici, anticoagulanti orali)

    RISCHIO SEVEROACV entro 6-12 mesiQuadri clinici instabili, recidivanti o progressivi

    Indicazione al trattamento

    Controllare la pressione arteriosaRidurre lo stress della seduta odontoiatricaNessuna modifica del normale piano di terapia odontoiatrica

    Consulenza medica consigliataProgrammare le terapie di elezione (relativamente controindicate)Richiedere PT nei pazienti in terapia anticoagulante Emostasi locale accurata dopo chirurgia Ridurre o interrompere la terapia antitrombotica per chirurgia conelevato rischio emorragico (solo previa consulenza medica)Ridurre la quantità di vasocostrittore (1-2 fiale di lidocaina con no-radrenalina 1:100.000)Ridurre farmaci depressori del SNC

    Consulenza medica obbligatoria Controindicazione all’uso di vasocostrittoriEseguire terapie d’urgenza Controindicazione alle terapie di elezioneConsiderare l’ospedalizzare per interventi di chirurgia orale com-plessi

  • Il trattamento odontoiatrico del paziente con patologia broncopolmonare, neurologica e psichiatrica 13

    6. I pazienti con terapia antiaggregante piastrinica non pre-sentano particolari rischi emorragia; per interventi di chi-rurgia complessa il farmaco va sospeso 3-4 giorni prima,previa autorizzazione medica.

    7. Nei pazienti con ACV secondaria a cardiopatia trom-boembolica con valvulopatie si deve valutare la situazio-ne cardiologica e prescrivere la profilassi antibiotica del-l’endocardite batterica

    8. Evitare di fare iperestendere il capo nei pazienti con in-sufficienza vertebrobasilare; la compressione vascolare,determinata da osteofiti dell’artrosi cervicale, può deter-minare dei drop attack (vertigini e perdita di coscienzaimprovvisa).

    9. Nei pazienti con handicap fisico l’igiene orale può ri-sultare difficoltosa; si deve considerare, quindi, l’oppor-tunità di eseguire protesi rimovibili di facile gestione.Comunque, nei pazienti con difficoltà a rimuovere leprotesi mobili, un ponte fisso facilmente detergibilepuò rappresentare una buona soluzione terapeutica. Perassicurare una corrette igiene orale, nei pazienti con de-ficit motori, si possono consigliare ausili diversi (idro-pulsore, spazzolini elettrici, spazzolini con manico in-grandito per facilitare la presa).

    Terapia farmacologicaI farmaci depressori del SNC (analgesici narcotici, benzodiaze-pine) devono essere evitati o utilizzati a basso dosaggio in quan-to possono causare una ipotensione secondaria, in grado di ri-durre la perfusione ematica cerebrale e esacerbare un ACV. Nei pazienti con patologia severa la riduzione dello stress

    può essere ottenuta con N2O, e benzodiazepine a basso do-saggio; la somministrazione di O2 ha l’effetto di migliorarela perfusione cerebrale. I vasocostrittori devono essere evitati o utilizzati a basso do-saggio in quanto possono causare una ipertensione arteriosaper effetto diretto o per interazione farmacologica in pazien-ti in trattamento con IMAO e antidepressivi triciclici.Può essere utilizzato un anestetico locale con adrenalina1:100.000 o 1: 200.000 in quantità ridotta (2 tubofiale) pre-via esecuzione di un test di tolleranza (cft. Terapia farmacolo-gica in nevrosi, psicosi e disturbi del comportamento).

    Emergenza medicaIl riscontro di sintomi focali anche rapidamente transitori,suggestivi di TIA (come ad es. paresi, disturbi della sensibi-lità, della vista e della parola) nel corso delle cure odontoia-triche impongono l’invio per una consulenza medica.I pazienti con sintomatologia compatibile con accidente ce-rebrovascolare in atto (RIND, infarto, emorragia cerebrale)devono essere ospedalizzati con urgenza.La terapia attuabile in uno studio odontoiatrico è limitata almonitoraggio dei parametri vitali e alla somministrazione diossigeno, in attesa dell’intervento medico.Per la terapia degli ACV si rimanda al Quaderno della Pro-fessione n. 4 e 5 della medesima collana: Formulario di terapia farmacologica per l’odontoiatra Linee ra-gionate di terapia per patologia odontostomatologica e per emer-genza; Formulario di terapia farmacologica per l’odontoiatra li-nee ragionate di terapia per gruppo anatomico chimico terapeu-tico, Promoass ed., Roma, 2000.

    Eziologia e sintomatologia Gli attacchi epilettici sono disturbi transitori funzionali del-l’encefalo dovuti a scariche sincrone di un gruppo di neuro-ni o a una diminuita attività dei meccanismi di inibizione.L’attacco occasionale può essere scatenato da diverse situazioni(assenza di sonno, febbre, astinenza da alcol o collasso cardiocir-colatorio) e può colpire il 5% di tutti i soggetti; si parla di epiles-sia quando gli episodi compaiono più volte nell’arco della vita.Lo 0,5-1% della popolazione è affetto da epilessia. Solo nel50% dei casi è possibile trovare una causa organica (epilessiasintomatica), mentre i restanti casi sono definiti idiopatici ocriptogenetici.Per quanto riguarda le cause più frequenti dell’epilessia, inrapporto all’età, generalmente le forme infantili e giovanili di-pendono da danni cerebrali perinatali, malformazioni, gene-tica; mentre le forme dell’età media dipendono più frequen-temente da traumi, tumori, alcolismo, disturbi vascolari.Gli attacchi sono estremamente polimorfi e, in base allaestensione e all’importanza della sintomatologia, si distin-guono in parziali e generalizzati:

    - Le crisi parziali sono definite a semeiologia semplice quan-do è conservato lo stato di coscienza e compaiono sintomifocali (convulsioni ritmiche di una estremità o di una metàdel corpo, sintomi sensitivi o sensoriali o psichici); le crisiparziali a semeiologia complessa sono caratterizzate da mo-vimenti stereotipati con perdita di coscienza.

    - Le crisi generalizzate si accompagnano a perdita di co-scienza, possono aversi: breve assenze; improvvise cadute aterra (crisi atonica); irrigidimento tonico dei quattro arti(crisi toniche); brevi convulsioni miocloniche; movimentiritmici degli arti. Possono essere secondarie a una crisi fo-cale o comparire generalizzate.

    La terapia medica utilizza farmaci antiepilettici in modo con-tinuativo (fenitoina, carbamazepina, acido valproico).L’iperplasia gengivale da fenitoina si riscontra nel 42% dei ca-si e, nei pazienti incapaci di mantenere una adeguata igieneorale, la forma si complica con gengivite, parodontite e carie.

    Rischio perioperatorioNei pazienti con risposta parziale alla terapia medica lo stress

    2.2 EPILESSIA

  • Patologie neurologiche14

    causato dall’ansia e dal dolore dell’intervento odontoiatricopuò costituire un fattore precipitante le crisi epilettiche.Nel corso delle crisi convulsive di grande male possono ve-

    rificarsi traumi da caduta, morsicatura della lingua, degluti-zione o inalazione di strumenti o materiali odontoiatrici, ar-resto cardiorespiratorio.I farmaci antiepilettici possono causare soppressione midol-lare con leucopenia e trombocitopenia che possono risultarein un aumentato rischio di infezione, emorragia, ritardataguarigione dopo interventi di chirurgia orale.Esiste il rischio di interazioni farmacologiche tra farmaci an-tiepilettici e odontoiatrici: eritromicina e propossifene-carba-mazepina (aumentata tossicità di quest’ultima); acido val-proico-ASA e FANS (piastrinopatia).I farmaci antiepilettici sono depressori del SNC e la loroazione può essere potenziata dagli analgesici narcotici e dallebenzodiazepine, aumentando la sedazione con effetti negati-vi sulla respirazione.

    Profilassi1. L’anamnesi deve individuare le caratteristiche dell’epiles-

    sia: tipo di crisi e frequenza, terapia medica, fattori pre-cipitanti.

    2. La maggior parte dei pazienti (60-80%) ottiene unbuon controllo farmacologico della patologia e non ri-chiede alterazioni del piano di trattamento. I pazienticon attacchi frequenti che dimostrino uno scarso con-trollo terapeutico possono richiedere una terapia addi-zionale anticonvulsiva o sedativa. Si deve infatti consi-derare che l’ansia e il dolore causati dell’appuntamentoodontoiatrico possono rappresentare fattori precipitan-ti la crisi epilettica.

    3. È consigliabile richiedere l’emocromo per i pazienti in te-rapia con antiepilettici candidati a interventi di chirurgia

    orale complessi (rischio di leucopenia e trombocitopenia).4. Durante le cure è consigliabile prendere misure adatte a

    prevenire il rischio di deglutizione o inalazione di stru-mentario odontoiatrico nell’evenienza di crisi epilettiche(ad es. legare con filo interdentale i rullini di cotone, gliuncini da diga).

    5. Si deve considerare il rischio di interazioni farmacolo-giche, evitando di somministrare: eritromicina in pa-zienti in terapia con carbamazepina; ASA e FANS aipazienti in terapia con acido valproico, farmaci analge-sici narcotici e benzodiazepine per l’interazione confarmaci antiepilettici.

    6. L’iperplasia gengivale richiede la riduzione chirurgica; lascarsa igiene orale, i fattori irritativi locali (spigoli di den-ti fratturati, restauri difettosi) e la gengivite devono esse-re corrette in quanto aumentano entità e frequenza dellerecidive. Il medico va consultato sulla necessità di sosti-tuire la fenitoina, nei casi con recidive frequenti.

    7. Vanno proposti piani di terapia realistici; interventi di te-rapia conservativa e protesici possono non essere perse-guibili nei soggetti istituzionalizzati con scarsa assistenzao insufficienza mentale; in questi casi è consigliabile pri-vilegiare la bonifica mediante estrazione degli elementidentari a prognosi incerta.

    8. In presenza di edentulie parziali è opportuno eseguiredelle protesi fisse a ponte in modo da prevenire even-tuali morsi della lingua nello spazio edentulo durantele crisi. I ponti fissi devono essere costruiti preferibil-mente in metallo, in modo da ridurre il rischio di frat-tura. Le protesi mobili in resina sono meno consigliateper il rischio di frattura; nel caso siano necessarie sonoda preferire basi estese, metalliche o in acrilico rinfor-zate con metallo, per evitare il rischio di rottura e de-glutizione durante la crisi.

    Tabella 5TRATTAMENTO ODONTOIATRICO DEI PAZIENTI CON EPILESSIA

    Stadiazione

    RISCHIO LIEVEAttacchi occasionali in passato senza sequele Nessuna terapia antiepilettica

    RISCHIO MODERATOEpilessia con crisi epilettiche rare o infrequentiBuona risposta alla terapia antiepilettica

    RISCHIO SEVEROEpilessia con crisi frequenti (< 1 mese)Terapia antiepilettica con scarso controllo

    Indicazione al trattamento

    Nessuna modifica del normale piano di trattamento

    Ridurre lo stress dell’intervento (ansia, dolore)Richiedere consulenza medica prima di interventi complessi di elezionePrevedere il rischio di aspirazione, deglutizione dello strumentario e pro-tesi in caso di crisiAssicurare rapida disponibilità di farmaci d’urgenza (diazepam)

    Terapia palliativa medica delle urgenze o manovre con minima invasivitàRinviare le cure di elezione dopo che sia stato ottenuto il controllo medi-co della patologia

  • Il trattamento odontoiatrico del paziente con patologia broncopolmonare, neurologica e psichiatrica 15

    Emergenza medica Le crisi generalizzate di “grande male” costituiscono il 90%dei casi e si presentano con convulsioni tonico-cliniche ge-neralizzate con perdita di coscienza, incontinenza fecale eurinaria; richiedono una terapia d’urgenza complessa nellostudio dentistico come esemplificato nella tabella seguente.Altri tipi di crisi con sintomatologia meno importante richie-dono esclusivamente di essere controllate sino a risoluzioneprima di dimettere il paziente accompagnato; esiste infatti il ri-schio di passaggio da forme focali a forme generalizzate.

    Tra le forme con sintomatologia meno importante ricordia-mo: le crisi generalizzate di “piccolo male” (25% dei casi)con perdita di coscienza senza alterazioni dell’attività musco-lare o convulsioni di ridotta entità e brevi (10-30 sec); le cri-si psicomotorie (6% dei casi) caratterizzate da convulsioni lo-calizzate senza perdita di coscienza, alterazioni del compor-tamento e incapacità di comunicare per parecchi minuti; al-tre crisi minori con caratteristiche diverse come crisi acineti-che, crisi jacksoniane (sintomi focali motori o sensoriali) ecrisi miocloniche (contrazioni muscolari degli arti).

    Tabella 6

    CRISI EPILETTICA DI TIPO GRANDE MALE

    Primo intervento

    Liberare la bocca da corpi estranei (strumentario, materiali, protesi rimovibili)che possono essere deglutiti o aspiratiPorre il paziente in posizione supina e contenerne i movimenti in modomorbido ma deciso per evitare traumiPosizionare uno spessore tra le arcate dentarie (abbassalingua, cuneo digomma, garza) per prevenire morsi delle labbra e della linguaEstendere il capo per assicurare la pervietà delle vie aeree Controllare i segni vitali (polso e respiro) e il decorso della crisi (durata dellefasi di apnea)

    Risoluzione

    La maggior parte delle crisi si risolve in 2-5minuti e segue un fase postcritica (statoconfusionale o soporoso) con completa ripresaentro un’ora.Nella fase postcritica porre il paziente indecubito laterale sinistro Controllare il paziente fino al recupero,quindi dimettere il paziente a domicilioaccompagnato da persona responsabile

    Aggravamento

    In alcuni casi le crisi sono prolungate oltre 5 min.o recidivanti sino alla comparsa di uno stato dimale epilettico con rischio di arresto respiratorioChiamare il Pronto Intervento Medico perospedalizzareSomministrare diazepam 5-10 mg ev lentamentein 1-2 minuti Somministrare ossigeno ad alto flusso(5-6 l/min)

  • Eziologia e sintomatologiaLa demenza è una malattia cerebrale organica, caratterizza-ta da deficit cognitivi multipli, che consegue a diverse pa-tologie, tra cui le più frequenti risultano: il morbo diAlzheimer che è la forma degenerativa primaria (70% deicasi totali) e la demenza vascolare da infarti multipli, se-condaria ad aterosclerosi.La prevalenza delle demenze sopra i 65 anni è del 10% eaumenta con l’età; l’aspettativa di vita media del paziente èlunga (>10 anni) e il problema assistenziale sistemico èquindi importante.I sintomi e i segni sono progressivi e sono costituiti dallaperdita della memoria recente, dalla compromissione dellacapacità di giudizio, dalla afasia (difficoltà a nominare glioggetti), dalla agnosia (difficoltà a identificare gli oggetti),dalla aprassia (difficoltà a camminare ed eseguire azioni),dalla difficoltà di ideazione (progettazione, organizzazio-ne); inoltre, ansia, depressione, comportamenti aggressivi,insonnia, sindromi extrapiramidali sono disturbi spesso as-sociati. La terapia medica prevede l’utilizzazione di farmaci anti-psicotici, antidepressivi, ipnotici, neurolettici.I sintomi orali sono costituiti dalla xerostomia farmaco-in-dotta; disturbi extrapiramidali causati dalla malattia e/o daineurolettici (discinesia, tic mandibolari, spasmo dei muscoliperiorali e masticatori, disfagia con scialorrea secondaria).

    Rischio perioperatorioConsiderando l’età media di insorgenza della patologia vapremesso che l’anziano, di per sé, deve essere consideratoun paziente a rischio per le terapie odontoiatriche a causadella riduzione della riserva funzionale respiratoria e car-diaca e delle patologie associate. I pazienti affetti da demenza progressivamente non sono ingrado di provvedere a sé stessi, di rispettare gli appunta-menti, di assumere terapie farmacologiche, di spostarsi dalproprio domicilio, di fronteggiare emergenze o di adattarsia nuovi comportamenti.La terapia con farmaci psichiatrici, inoltre, presenta il ri-schio di effetti indesiderati per interazioni farmacologichecon alcuni dei farmaci odontoiatrici: farmaci psichiatrici-benzodiazepine del SNC (eccessiva sedazione, depressionerespiratoria); antidepressivi-vasocostrittori (crisi di iperten-sione e arteriosa).

    Da considerare, infine, che la somministrazione cronica difarmaci neurolettici può provocare inibizione midollare(agranulocitosi, leucopenia, trombocitopenia) e facilitareinfezioni ed emorragie dopo interventi di chirurgia orale.

    Profilassi1. Il dialogo con il paziente ed i familiari, ed eventual-

    mente la consulenza con il medico curante, permettonoal dentista di valutare l’opportunità e la validità del trat-tamento odontoiatrico in funzione della capacità di col-laborazione del paziente e della prognosi della malattiasistemica.

    2. La terapia odontoiatrica elettiva e la riabilitazione pro-tesica sono indicate nella fase iniziale della malattia inmodo che il paziente possa abituarsi alla nuova situa-zione. Con il peggiorare della patologia sistemica è op-portuno limitarsi alle sole terapie necessarie (esodonzia,conservativa) poiché il paziente non è progressivamentein grado di tollerare ed adattarsi ai cambiamenti. Si de-vono comunque sempre progettare protesi sempliciconsiderando la progressiva perdita di abilità manuale eaprassia.

    3. Nel corso del trattamento, per facilitare la comunicazio-ne e la cooperazione del paziente, è necessario rispettarealcune regole di comportamento: chiedere al paziente difare solo una cosa per volta; usare espressioni concrete efrasi corte; usare chiavi visuali e spiegare tutte le proce-dure; essere il più costanti e metodici possibile (avvici-narsi lentamente, ripresentare sempre se stessi e i colla-boratori); essere coscienti dei potenziali segni di trascura-tezza e maltrattamento dei pazienti.

    4. Per l’anestesia si utilizzano anestetici locali senza vasoco-strittori (rischio di interazione farmacologica con gli an-tidepressivi). Non si dovrebbe superare il dosaggio di trefiale per seduta, considerando potenziali effetti di depres-sione sul sistema nervoso centrale per interazione con al-tri farmaci (cfr. Terapia farmacologica in nevrosi, psicosie disturbi funzionali) in pazienti anziani con ridotta ri-serva funzionale, sia cardiovascolare che metabolica.

    5. È opportuno richiedere un esame emocromocitometriconei pazienti in trattamento cronico con neurolettici chenon siano sottoposti a controllo medico periodico, per ilrischio di inibizione midollare e complicanze a seguito diinterventi di chirurgia orale.

    PATOLOGIE PSICHIATRICHE

    3.1 DEMENZE

    3

  • Il trattamento odontoiatrico del paziente con patologia broncopolmonare, neurologica e psichiatrica 17

    Eziologia e sintomatologia Le malattie psichiatriche sono un rilievo comune nella so-cietà moderna, si calcola che circa un individuo su sei soffradi qualche disturbo psichiatrico (da una lieve nevrosi allemalattie più gravi e invalidanti); che un terzo della popola-zione soffra nell’arco della propria vita di uno o più disturbipsichiatrici; e che il 10-20% delle prescrizioni mediche siacostituito da psicofarmaci.A seconda della loro eziologia, i disturbi psichiatrici sonoclassificati in due categorie: le patologie organiche meno fre-quenti e secondarie a lesioni cerebrali come tumori, traumi,infezioni e difetti congeniti; i disturbi funzionali che forma-no la maggioranza e sono suddivisibili in disturbi ansiosi, af-fettivi, psicotici, della personalità.I disturbi funzionali più frequenti che possono richiedere unadattamento del comportamento terapeutico dell’odontoia-tra sono i seguenti: I disturbi d’ansia (nevrosi) hanno una prevalenza del 2-4%nella popolazione generale, sono costituiti da un gruppo diproblemi mentali in cui un’ansia persistente compare in as-senza di minaccia apparente o in modo sproporzionato ri-spetto allo stimolo (fobie, attacchi di panico e di ansia gene-ralizzata). Il disordine ansioso generalizzato (iperattività e ap-prensione persistente per più di sei mesi).

    I disturbi affettivi (dell’umore) hanno una prevalenza del 5%nella popolazione generale e comprendono la depressione edi disordini bipolari tra le forme più comuni.- La depressione è un disturbo dell’umore caratterizzata

    dalla mancanza di piacere in quasi tutte le attività dellavita: la distimia (3,3%) è una forma di depressione cro-nica minore; nella depressione maggiore i sintomi per-durano per almeno due settimane e sono rappresentatida disturbi dell’appetito e del sonno, agitazione psico-motoria, astenia e affaticabilità, senso di inutilità, ricor-renti pensieri di morte e/o tentativi di suicidio (formagrave o melancolia).

    - I disordini bipolari (1,2%) sono disturbi affettivi costi-tuiti dall’alternarsi di episodi ciclici depressivi e mania-cali con recupero completo tra gli episodi (psicosi ma-niaco-deppressive con fasi di irritabilità e di euforia).

    I disturbi psicotici (psicosi) sono forme gravi caratterizzatedalla disorganizzazione della personalità con disturbi delpensiero, della percezione e dei sentimenti (autismo, schizo-frenia, paranoia); il delirio e la catatonia sono i sintomi con-comitanti.I disturbi della personalità sono particolarità caratteriali cro-niche che provocano un disadattamento esistenziale in unavita apparentemente normale (personalità compulsiva, narci-

    3.2 NEVROSI, PSICOSI E ALTRI DISTURBI FUNZIONALI

    Tabella 7TRATTAMENTO ODONTOIATRICO IN PRESENZA DI MORBO DI ALZHEIMER

    Stadiazione

    STADIO INIZIALECoinvolgimento cognitivo multiplo (perdita della memoria recente; sottili cambiamenti dellapersonalità come apatia, mancanza di spontaneità, ritirodalla vita sociale, irritabilità occasionale).

    STADIO INTERMEDIOMarcati cambiamenti della personalità e del comportamentoDepressione, insonnia, difficoltà nella risoluzione diproblemi anche facili, perdita delle capacità di giudizio,aumentato disorientamento.

    STADIO AVANZATO Disordini mioclonici e dell’andaturaEpilessia (20% dei pazienti)Mancanza di comunicazioneNon autosufficienza

    Indicazione al trattamento

    Nessuna modifica del normale piano di trattamento Progettare protesi semplici (progressiva aprassia)

    Adottare un comportamento idoneo ad ottenere la colla-borazione (avvicinarsi lentamente; impartire un ordineper volta; spiegare usando chiavi visive).Eseguire richiami periodici di controllo e motivazioneall’igiene orale in modo da rendere automatica la curaorale. Limitarsi alla terapia di routine con trattamenti semplicidi compromesso

    Eseguire solo la terapia di routine necessaria per stabiliz-zare la patologia e prevenire complicazioni

  • Patologie psichiatriche

    sistica, antisociale, istrionica, dipendente, eccetera).I disordini somatoformi sono sindromi di conversione in cuiil paziente converte l’ansia in una sintomatologia d’organo inassenza di patologia organica obiettivabile (somatizzazione,ipocondria).Le malattie psicosomatiche sono patologie fisiche di originepischica (malattia ulcerosa, cefalee, colite ulcerosa).La sintomatologia orale può essere rappresentata da quadridiversi:- i disturbi somatoformi possono manifestarsi con il dolore

    e le parestesie orofaringee (burning mouth syndrome) e lapatofobia (ad esempio paura di un carcinoma),

    - i disturbi d’ansia possono causare una sindrome algico-di-sunzionale da iperattività muscolare (bruxismo, serramen-to); altri disturbi ansiosi che possono manifestarsi nel cor-so dell’appuntamento odontoiatrico sono costituiti dallafobia semplice (ad esempio fobia dell’ago), l’attacco di pa-nico,

    - le patologie psicosomatiche sono rappresentate da afte, li-chen planus.

    I sintomi lamentati dal paziente possono essere, comunque,molteplici: xerostomia, disgeusia, stomatopirosi, glossodinia,cefalee e dolori faccialiI segni sono rappresentati dalle: erosione dentali (bruxismo);lesioni autoinflitte (morsi, leucoplachia da parafunzione); ca-rie e parodontopatia nei pazienti con scarsa igiene orale inquanto disinteressati al proprio stato di salute o non auto-sufficenti e privi di assistenza.

    Rischio perioperatorio Tra gli effetti indesiderati della terapia farmacologica sono daricordare: l’ipotensione posturale (effetto collaterale di alcu-ni psicofarmaci) che può causare caduta a seguito di un rapi-do rialzo dalla poltrona odontoiatrica al termine della sedu-ta di cura; la distonia ed i movimenti incontrollati che pos-sono causare traumi e ferite nel corso delle cure; la pancito-

    penia da neurolettici con rischio di infezione ed emorragia;l’ipertensione arteriosa per interazione degli antidepressivi eIMAO con i vasocostrittori; l’ipotensione arteriosa per inte-razione dei vasocostrittori con i neurolettici (antipsicotici).Lo stress rappresentato dalla terapia odontoiatrica può supe-rare le capacità di adattamento del paziente e scatenare emer-genze psichiatriche.

    Profilassi1. La valutazione con anamnesi ed esame obiettivo deve ac-

    certare: il tipo di patologia, la terapia farmacologica inatto, la possibilità di cooperazione del paziente.

    2. La consulenza medica o psichiatrica è necessaria prima diprocedere a piani di trattamento complessi che devonoessere programmati nei pazienti stabili psichicamente,cooperanti, capaci di intendere e volere.

    3. Il piano di trattamento deve essere realistico, dinamico eflessibile per adeguarsi alle condizioni del paziente chepuò essere aggressivo o non cooperante, spesso incapaceo disinteressato a mantenere un adeguato stato di saluteorale. La priorità va data alle cure indispensabili a man-tenere la dentatura presente e prevenire il peggioramen-to delle patologie orodentali.

    4. Per i pazienti incapaci di intendere e volere, il consensoalle cure deve essere ottenuto dal tutore legale.

    5. Si deve ridurre lo stress costituito dalle sedute odontoia-triche dividendo le terapie in più sedute, effettuando unbuon controllo del dolore; nei pazienti nei quali la sinto-matologia non è superabile con un atteggiamento di di-sponibilità al colloquio è utile ricorrere alla farmacoseda-zione (benzodiazepine a basso dosaggio, N2O).

    6. Nei pazienti con patologia somatoforme va eseguita unaaccurata visita per escludere patologie organiche; si devedare assistenza spiegando al paziente la situazione e man-tenendo un atteggiamento disponibile a successive visite.Possono risultare utili le somministrazioni di farmaci pla-

    18

    Tabella 8TRATTAMENTO DEL PAZIENTE CON PATOLOGIE PSICHIATRICHE

    Stadiazione

    DISTURBO DI LIEVE ENTITÀPresenza di contatto con la realtà e influenzadell’ambiente sul sintomo psichico; terapiacon ansiolitici e antidepressivi; collaborazioneda parte del paziente.

    DISTURBO GRAVE Dissociazione e assenza di contatto con larealtà; tristezza vitale e melancolia; terapiafarmacologiche con antipsicotici eassociazioni polifarmacologicheMancanza di collaborazione

    Indicazione al trattamento

    Nessuna modifica del normale piano di trattamentoErogare le terapie in base alle necessità e richieste del paziente Ridurre lo stressEvitare interazioni farmacologiche (vasocostrittori- antidepressivi)

    Valutare la collaborazioneConsenso informato dal tutore in caso di incapacità di intendere e volere Limitare il piano di terapia alle cure semplici e necessarie Evitare interazioni farmacologiche Consulenza psichiatrica prima di interventi complessiConsiderare necessità di interventi in sedazione o narcosi

  • cebo e i controlli periodici come supporto psicologico. 7. Nei pazienti con xerostomia (effetto atropinosimile o an-

    ticolinergico dei farmaci psichiatrici) è necessario istitui-re un piano di profilassi delle patologie cariosa e paro-dontale con richiami frequenti ogni 4-6 mesi.

    Terapia farmacologica I problemi nei pazienti in trattamento con farmaci psichia-trici sono costituiti dagli effetti collaterali e dalle interazionifarmacologiche con i farmaci somministrati nel corso dellaseduta odontoiatrica.Le terapie psichiatriche con farmaci antipiscotici possonocausare la comparsa di effetti indesiderati extrapiramidali chesono rappresentati da:- pseudoparkinsonismo (tremori e discinesia),- distonia e dalla acatisia (spasmi muscolari e movimenti ri-

    petitivi incontrollati).

    Gli effetti sulla muscolatura cefalica determinano trisma,movimenti del collo, della bocca, della lingua e delle guan-ce che riducono la cooperazione del paziente, rendono diffi-cile il lavoro del dentista, richiedono la protezione dei tessu-ti nel corso della terapiaAltri effetti collaterali, comuni alla maggior parte dei farma-ci psichiatrici, sono rappresentati da:- sedazione che può sommarsi all’azione di altri farmaci de-

    pressori del sistema nervoso centrale ad uso odontoiatricocon rischio di depressione respiratoria (benzodiazepine,N20, analgesici narcotici),

    - xerostomia (effetto anticolinergico) che favorisce la patolo-gia cariosa e parodontale e richiede richiami frequenti perla motivazione all’igiene orale,

    - ipotensione posturale, per tale motivo è necessario far al-zare lentamente il paziente al termine delle cure.

    Per evitare le interazioni farmacologiche, con conseguente

    Il trattamento odontoiatrico del paziente con patologia broncopolmonare, neurologica e psichiatrica 19

    Tabella 9EFFETTI INDESIDERATI DEI FARMACI PSICHIATRICI

    Farmaci

    ANTIDEPRESSIVI Triciclici(imipramina, amitriptilina)Atipici (trazodone)Inibitori della ricapatzione dellaserotonina (fluoxetina)

    NEUROLETTICI (o antipsicotici)Fenotiazine (clorpromazina, tioridazina)Butirrofenoni(aloperidolo, droperidolo)Tioxanteni(clopentixolo)Litio

    ANSIOLITICI E IPNOTICI Barbiturici(amobarbital, secobarbital) Benzodiazepine(diazepam, ecc)Non benzodiazepinici(meprobamato)

    IMAO(Tranilcipromina, toloxatone)

    Effetti indesiderati

    Xerostomia

    Ipotensione posturale, tachicardia

    Sedazione

    Effetti comuni agli antidepressivi,come sopra

    Pseudoparkinsonismo con tremorie rigiditàDistonia con spasmi muscolari emovimenti involontari

    Agranulocitosi (raro)

    Effetti comuni agli antidepressivi,come sopra

    Dipendenza fisica e psichica

    Effetti comuni agli antidepressivi,come sopra

    Crisi ipertensive

    Profilassi odontoiatrica

    Richiami periodici per motivazioneall’igiene orale e controllo delle carie

    Far alzare il paziente lentamente altermine delle cure

    Non somministrare farmaci coneffetto di depressione del SNC

    Precauzioni analoghe agliantidepressivi, come sopra

    Proteggere il paziente da feriteaccidentali nel corso della terapiae dall’ingestione di strumenti

    Esame emocromocitometrico prima diinterventi complessi di chirurgia orale

    Precauzioni analoghe agliantidepressivi, come sopra

    Non prescrivere farmaci chepossono causare dipendenza

    Precauzioni analoghe agliantidepressivi, come sopra

    Controllare la pressione arteriosaprima della seduta

  • Patologie psichiatriche20

    comparsa di effetti indesiderati, tra farmaci psichiatrici eodontoiatrici è necessario adattare la scelta dell’anestetico,le tecniche di farmacosedazione e la terapia analgesica po-stoperatoria.Gli effetti indesiderati più pericolosi sono conseguenti a in-terazioni farmacologiche e risultano a carico della pressionearteriosa: - ipertensione arteriosa e tachicardia per interazione tra va-

    socostrittori e antidepressivi triciclici e IMAO,- ipotensione arteriosa per interazione tra vasocostrittori e

    antipsicotici (fenotiazine). Per valutare la risposta clinica si può eseguire un preventivotest di tolleranza somministrando 1ml di anestetico con va-socostrittore 1:100.000 e monitorando la pressione arteriosaper i 5 minuti successivi; se non si registrano variazioni pres-sorie si può somministrare senza pericolo un anestetico convasocostrittore con dosaggio ridotto pari a di 2 fiale (dosemassima

  • Il trattamento odontoiatrico del paziente con patologia broncopolmonare, neurologica e psichiatrica 21

    (crisi isterica di Charcot) ha uno svolgimento tipico (pro-dromi, fase epilettoide, fase degli atteggiamenti teatrali,progressivo ripristino della coscienza).

    - Nello stato di agitazione psicomotoria il paziente si pre-senta agitato, terrorizzato, con momenti di aggressività in-controllata contro chi cerca di aiutarlo.

    - Lo stato delirante acuto è caratterizzato dalla rottura deirapporti con l’esterno con tematiche variabili di tipo allu-cinatorio; il paziente può presentarsi in uno stato di agita-zione psicomotoria o immobile e areattivo (stato di arrestopsicomotorio).

    Nello studio odontoiatrico la terapia è limitata alla sommini-strazione di diazepam (10 mg ev o per via orale) nei casi di at-

    tacco di panico, crisi isterica, disturbo d’ansia generalizzato;dopo risoluzione della sintomatologia il paziente deve quindiessere dimesso accompagnato da persona responsabile. In caso di stato di agitazione psicomotoria o stato deliranteacuto il paziente deve essere ricoverato in ospedale.Si deve infine ricordare che il paziente affetto da depressioneche manifesti idee di suicidio rappresenta un rischio reale edeve essere inviato con urgenza allo specialista psichiatra o almedico curante.Sotto l’aspetto psicologico il paziente con depressione deveessere incoraggiato e non criticato; la disponibilità dell’o-dontoiatra può rappresentare una funzione di supporto perla terapia sistemica per il benessere del paziente.

    Eziologia e sintomatologiaLa tossicodipendenza è la perdita della libertà di astenersi dauna sostanza tossica. A seguito di uso sporadico ricreativo diuna sostanza di abuso si determina inizialmente uno stato di as-suefazione (aumento della tolleranza che richiede un aumentodelle dosi per mantenere lo stesso effetto positivo di soddisfa-zione). Successivamente subentra una dipendenza fisica e/o psi-chica in cui l’assunzione si rende necessaria per evitare le mani-festazioni somatiche negative della sindrome da astinenza. Le sostanze di abuso sono molteplici e nella popolazione tos-sicodipendente è frequente la condizione di polifarmacodi-pendenza; tra le più diffuse sono annoverate l’alcol, gli stu-pefacenti (eroina), la cocaina (crack), gli allucinogeni (LSD,canapa indiana), gli psicofarmaci e altre droghe di sintesi(derivati dalla anfetamine, ecstasy). Non è possibile tratteggiare uno stereotipo del tossicodipen-dente: la sintomatologia psichiatrica varia in relazione allapersonalità del soggetto e le condizioni sociali; inoltre, la sin-tomatologia somatica è in relazione al tipo di sostanza diabuso e patologie somatiche associate.

    Rischio perioperatorio Il rischio varia in relazione alla patologia somatica associataalla tossicodipendenza, le interazioni farmacologiche con ifarmaci odontoiatrici e le sostanze di abuso. Le epatiti tossiche costituiscono l’effetto comune di molti ti-pi di dipendenza cronica (alcol, eroina).Inoltre i tossicodipendenti per via endovenosa presentanouna elevata prevalenza di patologie infettive a trasmissioneematica (epatiti virali 80%, AIDS 20%) con conseguenteelevato rischio di:- infezione crociata, - complicanze infettive postoperatorie correlate all’immu-

    nodeficienza,- diatesi emorragica a seguito di interventi di chirurgia ora-

    le a causa della cirrosi epatica.La cocaina presenta un effetto sinergico con i vasocostrittori

    associati all’anestesia ed espone al rischio di effetti sull’appa-rato cardiovascolare (aritmia, infarto miocardico). I farmaci utilizzati per la terapia psichiatrica (antidepressivi)possono provocare effetti collaterali indesiderati (crisi iper-tensive) per interazione farmacologica con i vasocostrittoriassociati all’anestesia o contenuti nei fili di retrazione. I farmaci utilizzati per la sedazione (benzodiazepine, protos-sido d’azoto) presentano un effetto sinergico con alcune so-stanze di abuso (stupefacenti, ansiolitici), particolarmente inpresenza di un insufficente metabolismo epatico, e possonocausare depressione del sistema nervoso centrale (sedazioneeccessiva, arresto respiratorio).

    Profilassi 1. L’anamnesi deve cercare di identificare il paziente a ri-

    schio accertando le eventuali terapie farmacologiche inatto e l’utilizzazione di sostanze d’abuso. L’esame obietti-vo può evidenziare sintomi correlati: alle patologie siste-miche (epatiti, AIDS); alle modalità di somministrazio-ne endovenosa (cicatrici sulle braccia per iniezioni endo-venose e tromboflebiti); agli effetti delle sostanze di abu-so sul comportamento (eccessiva sedazione o eccitazione;scarsa cura personale; alterazioni della personalità; carie exerostomia da eroina).

    2. I pazienti nei quali l’anamnesi evidenzi una dipendenzacronica, non in trattamento, possono essere indirizzati almedico curante o ai centri di assistenza pubblici o priva-ti per la disintossicazione. È invece obbligatoria la segna-lazione di pazienti con dipendenza cronica da stupefa-centi ai servizi pubblici del Sistema Sanitario Nazionale(Servizi per la Tossicodipendenza).

    3. Per i pazienti già in trattamento medico è opportuno ero-gare le terapie di urgenza e richiedere la consulenza delmedico curante prima di iniziare un piano di trattamen-to odontoiatrico complesso. Vanno infatti accertate: lepatologie somatiche e psichiatriche in atto; le terapie far-macologiche e il rischio di interazioni farmacologiche.

    3.3 TOSSICODIPENDENZA

  • Patologie psichiatriche22

    4. L’utilizzazione delle precauzioni universali per la preven-zione delle infezioni crociate, per quanto debba esseresempre applicata su qualsiasi paziente, è essenziale neitossicodipendenti per via intravenosa, considerando l’ele-vato rischio a cui si vengono a trovare esposti il persona-le ed i successivi pazienti dello studio.

    5. Non devono essere somministrati vasocostrittori ai pa-zienti che hanno assunto cocaina nelle 6 ore precedentil’intervento odontoiatrico per evitare la possibile com-parsa di complicazioni cardiovascolari acute (ipertensio-ne arteriosa e infarto miocardico).

    6. L’utilizzazione di farmaci sedativi per la farmacosedazio-ne e il controllo dell’ansia (benzodiazepine, protossidod’azoto) deve essere evitata o ridotta nei pazienti con pa-tologie epatiche o dipendenza cronica per evitare il ri-schio di interazione farmacologica (eccessiva sedazione edepressione respiratoria).

    7. In presenza di terapie con farmaci psichiatrici devono es-sere evitati o ridotti i farmaci odontoiatrici che possonocausare effetti indesiderati da interazioni farmacologiche

    (vasocostrittori- IMAO, antidepressivi triciclici).8. Non devono essere prescritti farmaci in grado di deter-

    minare dipendenza psichica o fisica o che possano essereutilizzati come sostanze di abuso (antidolorifici stupefa-centi, ansiolitici).

    9. Non esiste limitazione al piano di terapia in assenza dipatologie sistemiche gravi. Comunque il paziente con di-pendenza cronica può risultare inaffidabile, non in gradodi rispettare e mantenere l’impegno rappresentato da unpiano complesso di terapia. Per questo motivo la pianifi-cazione dell’intervento va adattata alla gravità della di-pendenza ed alle fasi della riabilitazione sistemica. Ini-zialmente ci si deve limitare alle terapie urgenti e neces-sarie; i piani di cura elettivi vanno riservati ai pazientiriabilitati e stabili. Particolarmente in questa ultima tipo-logia di pazienti va enfatizzato il ruolo delle cure odon-toiatriche considerando che il miglioramento della pro-pria immagine ha lo scopo accessorio di favorire l’auto-stima del soggetto e le possibilità di reinserimento e quin-di di recupero sociale.

    Eziologia e sintomatologiaI disturbi psichiatrici dell’alimentazione sono ad eziologiasconosciuta e presentano un picco di insorgenza nell’adole-scenza, attorno ai 17 anni, e una predominanza nel sessofemminile (95%): - l’anoressia è caratterizzata dal rifiuto del cibo con grave

    perdita di peso corporeo sino a quadri estremi di malnu-trizione (mortalità del 6%),

    - la bulimia si presenta con episodi ricorrenti compulsivi dieccessiva alimentazione (minimo 2 volte alla settimana pertre mesi) e presenta una prognosi più favorevole per unaguarigione spontanea o con terapia.

    I sintomi ed i segni sistemici sono parzialmente sovrapponi-bili, talvolta le due patologie si alternano, e sono rappresen-tati da: variazioni di peso; depressione e alterazione della pro-pria immagine corporea; vomito autoindotto; uso di clisterilassativi e diuretici per paura d’ingrassare.I sintomi odontostomatologici sono costituiti da: tumefazio-ne delle parotidi, lingua nigra e cheilite angolare (malnutri-zione); xerostomia e disgeusia (farmaci psichiatrici); bruxi-smo (disturbi ansiosi); carie ed erosioni dentali (e acidità).Nei casi che presentano vomito autoindotto di lunga durata (an-ni) la persistente acidità dell’ambiente orale delinea un quadroprogressivo tipico di erosione della superficie palatina dei denticon ipersensibilità dentinale; l’eccessiva assunzione di carboidra-ti e la xerostomia facilitano l’insorgenza della carie dentale.

    Rischio perioperatorio L’interazione farmacologica tra farmaci psichiatrici e odon-toiatrici può provocare effetti indesiderati: crisi ipertensiva

    (vasocostrittori-antidepressivi triciclici e IMAO); crisi ipo-tensive (vasocostrittori-neurolettici); eccessiva sedazione(benzodiazepine-farmaci depressori del SNC). I pazienti con grave denutrizione e perdita di peso corporeosuperiore al 50% possono presentare un ridotto adattamen-to allo stress, ritardo di guarigione delle ferite e minore resi-stenza alle infezioni.

    Profilassi1. L’anamnesi e l’esame obiettivo devono evidenziare i cam-

    biamenti di peso e i disordini alimentari, tenendo pre-sente che la maggior parte dei pazienti tende a sminuireo negare la patologia. I pazienti privi di trattamento me-dico devono essere indirizzati ad una consulenza psi-chiatrica o psicoterapuetica.

    2. La consulenza medica e gli esami di laboratorio (emocro-mo, test della coagulazione) sono indicati nei casi dimalnutrizione candidati a interventi di chirurgia orale.

    3. La terapia odontoiatrica deve diminuire i danni correlatialla patologia: sciacquarsi subito la bocca con acqua do-po aver vomitato; terapia topica con fluoro per prevenirela carie e la ipersensibilità dentinale; placche occlusali neibruxisti poiché l’attrito accelera la perdita dei denti erosi;terapia conservativa o protesica per il restauro della den-tatura.

    4. Nelle fasi attive della patologia sono indicati gli interven-ti di routine rimandando le terapie di elezione o le ria-bilitazione complesse ai periodi di stabilizzazione dellapatologia in considerazione della ridotta resistenza allostress del paziente.

    3.4 BULIMIA E ANORESSIA NERVOSA

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    BIBLIOGRAFIA

  • Settembre 2000Stampa: Cierre Grafica - Verona - tel. 045 8580900

  • I.P.

    FABRIZIO MONTAGNAGIUSEPPE FERRONATOFRANCO MARTINELLI

    Questa opera della collana editoriale ANDIè stata realizzata con il contributo della

    dall’Associazione Nazionale Dentisti Italianiquale servizio ai propri soci

    ASSOCIAZIONENAZIONALE

    DENTISTI ITALIANI

    Edizioni Promoass

    IL TRATTAMENTOODONTOIATRICO DELPAZIENTE CONPATOLOGIABRONCOPOLMONARE,NEUROLOGICA EPSICHIATRICA

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    VE

    ND

    ITA I quaderni della professione - n. 6L’odontoiatria esige professionalità nell’esercizio di un’attività che richiede

    ritmi sempre più intensi per l’aggiornamento specialistico, per l’aumentodelle esigenze di gestione e per la crescita delle pressioni finanziarie.Come aspetto particolare della pratica quotidiana, spesso, l’odontoiatra sitrova a valutare le patologie sistemiche da cui è affetto il paziente e la misu-ra in cui queste possano condizionare i trattamenti dentali programmati.Esigenza alla quale il ritmo di lavoro permette di dedicare sempre menotempo per richiedere consulenze mediche e per consultare testi che con-sentono di approfondire la materia.D’altra parte le nozioni di medicina interna, che si acquisiscono durantela formazione universitaria o da testi specialistici, risultano a volte tropposuperficiali ed altre eccessivamente elaborate per poter essere agevolmentetrasferiti ed utilizzati nella pratica quotidiana.È evidente che l’insieme di tutti questi fattori potrebbe andare a discapitodella qualità nella cura del paziente, che rappresenta il fine ultimo di ogniprofessione sanitaria. La collana dei “Quaderni della professione” edita dall’ANDI è stata pen-sata specificatamente per alleviare questi problemi, fornendo la possibilitàdi un rapido accesso a tutte quelle informazioni che andrebbero ricercateconsultando più testi.La trattazione si rivolge agli odontoiatri che trascorrono gran parte deltempo professionale immersi in problematiche settoriali; gli argomenti di-scussi sono stati vagliati da medici e odontoiatri esperti, privilegiando lepatologie sistemiche e i dettagli che più frequentemente costituiscono unostacolo nella pratica lavorativa. In questo modo il professionista, messo a confronto con un paziente af-fetto da una malattia sistemica, può facilmente trovare l’informazione dicui ha bisogno, adottare la cura più adatta, o indirizzare il paziente versoil centro medico più appropiato.La diffusione della cultura, più che la sua produzione e la sua elaborazio-ne, e l’aggiornamento sui grandi problemi dell’odontoiatria rappresentanoun compito istituzionale dell’ANDI; ruolo che l’associazione è perfetta-mente strutturata a perseguire anche in funzione del suo elevato numerodi iscritti e la sua capillare distribuzione sul territorio nazionale.Un impegno per la cui realizzazione si è rivelata determinante la collabo-razione con ROCHE, un’industria farmaceutica da sempre sensibile alleproblematiche etiche e sociali della medicina e dell’odontoiatria.ANDI e ROCHE ritengono che quest’impostazione possa costituire unostimolo al risveglio del “medico” che è presente in ognuno di noi, unaspinta a considerare il paziente nel suo insieme, un aiuto a cementare quelfondamentale rapporto “medico-paziente”, di stima e fiducia, che semprepiù si rende necessario nell’esercizio di una professione, in misura sempremaggiore, oggetto di situazioni di conflitto e di contenzioso.

    Luigi Mario Daleffe

    Cologno al Serio, 30 luglio 2000

    Cod. 24003263

    La salute è uno stato provvisorio chenon lascia presagire nulla di buono

    Anonimo francese XIX secolo