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Facciamo Tango! in collaborazione con FAItango La prima Guida al Tango Argentino in italia Edizioni Clichy All’interno Coupon 1 lezione-prova gratis! H euro 15,00 ISBN: 978-88-6799-014-6 scuole accademie Maestri milonghe festival musicalizadores musicisti Storia del Tango evoluzione musicale consigli opinioni e curiosità glossario e le foto del vero pubblico tanguero italiano coupon per 1 lezione-prova gratuita “Dalle tue note nascono per incanto le femmine, le ballerine, la luna sulla foce, con le figure di un ballo che è un orgoglio e un modo di narrare l’amore”... El Choclo Facciamo Tango! Angela Manetti Edizioni Clichy Angela Manetti

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FacciamoTango!

in collaborazione con FAItango

La prima Guida al Tango Argentino in italia

Edizioni Clichy

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H

euro 15,00ISBN: 978-88-6799-014-6

scuole

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Storia del Tango

evoluzione musicale

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opinioni e curiosità

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coupon per 1 lezione-prova

gratuita

“Dalle tue note nascono per incanto le femmine,

le ballerine, la luna sulla foce, con le figure di un ballo

che è un orgoglio e un modo di narrare l’amore”... El Choclo

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Edizioni Clichy

Angela Manetti

FacciamoTango!La prima Guida al Tango Argentino in Italia

in collaborazione con Faitango

Angela Manetti

Edizioni Clichy

© Edizioni Clichy - 2013via Pietrapiana, 3250121 Firenzewww.edizioniclichy.it

isbn 978-88-6799-014-6

Indice

Introduzione: “Il Tango dietro l’angolo” - p. 9

Le origini: “Tango: incontro di diversi generi musicali” - p. 10

Le origini: “Tango e letteratura” - p. 12

Le origini: “I protagonisti della musica dalle origini a oggi” - p. 16

Dove studiare - Dove ballare- p. 19

Valle d’ Aosta - p. 20

Piemonte - p. 21

Lombardia - p. 35

Codici tangueri: “Linguaggio di un incontro” - p. 37

Suggerimenti di look: “Anche l’occhio vuole la sua parte” - p. 58

Tango da ballare: “La Cumparsita” - p. 66

Veneto - p. 69

Trentino - p. 87

Friuli - p. 89

Liguria - p. 93

Emilia Romagna - p. 102

Educazione tanguera: “Sondaggio scomodo” - p. 112

Toscana - p. 128

Educazione tanguera: “Luoghi comuni da sfatare” - p. 138

Marche - p. 155

Umbria - p. 158

Lazio - p. 161

Abruzzo - p. 172

Molise - p. 174

Campania - p. 175

progetto grafico e impaginazioneAngela Manetti Design

foto di sfondo in copertinaMauro Magrini

foto di copertina (particolari)tangueri italiani

BeaubourgIl Centre Pompidou, luogo d’incontro di giovani artisti e performer,

musicisti e skater, presta il nome alla collana di Edizioni Clichy che dà voce allo spirito della cultura pop,

in tutte le sue espressioni: dalla musica al cinema alla danza, alla narrativa postmoderna che sappia venire incontro ai lettori più diversi.

Un percorso aperto, curioso, che si apre a ogni tipo di espressione, compresa la graphic novel, e che espolora senza snobismi

quello che si muove intorno a noi.

Faitango è la Federazione Italiana delle Associazioni di Tango Argentino. Nasce nel 2002 grazie all’idea e al contributo di una quarantina di tangueri fondatori giunti da ogni parte d’Italia che, già accomunati dalla passione per il ballo e la cultura del Tango, hanno convenuto che fosse utile costituire una Federazione quale riferi-mento del fenomeno “Tango” che già allora appunto assumeva dimensioni nazionali. “Faitango”, ha come finalità la promozione del tango argentino in ogni aspetto: dan-za, musica, poesia, cultura, storia nel modo più autentico, così come viene praticato nell’area del Rio della Plata, dove è nato e si è sviluppato, e ne difende l’identità. Si propone altresì di divulgare lo spirito e la mentalità associativa e collaborativa fra le sue affiliate e i rispettivi associati. È un’esperienza unica nel genere, un esempio di gestione democratica della vita associativa. Non persegue nessun fine di lucro e tutte le risorse vengono adoperate per il solo fine statutario. Nessuno facente parte degli organi istituzionali percepisce compensi per le attività svolte. Faitango ha patrocinato o collaborato, direttamente o tramite le sue associate, alle più significative manife-stazioni culturali italiane degli ultimi anni. Sostiene inoltre da anni attività culturali anche a Buenos Aires. Ha contribuito allo sviluppo di progetti importanti quali film e documentari sul tango, pubblicazione di libri e riviste di rilevante interesse culturale. È inoltre partecipe e talvolta promotore dei più grandi eventi tangueri a carattere “solidario”a livello nazionale, anche appoggiando le iniziative del genere di tante af-filiate. Per rendere più fruibile a tutti gli appassionati il Tango in Italia, Faitango ha creato un sito: www.Faitango.it che vanta oltre ottantamila accessi mensili. Il tanguero appassionato o il neofita accedendovi possono trovare utili informazioni su scuole, milonghe ed eventi aggiornati in tempo reale.Tutte le associazioni aderenti a Faitango, ad oggi circa una trentina tra le più importanti e conosciute in Italia, hanno una tessera unica nazionale. Ciò dà la possibilità ai tangueros di accedere a qualsiasi evento delle affiliate in qualsiasi parte senza dover tesserarsi ogni volta. Le associazioni possono poi usufruire di una serie di servizi messi a disposizione dalla Federazione: un’assicu-razione unica, degli spazi pubblicitari web per far conoscere le proprie iniziative. Da quest’anno le associate potranno usufruire di un servizio di consulenza amministrativa attraverso la richiesta di chiarimenti tramite “Faq” e seminari di approfondimento dei temi con esperti in materia. Lo scopo di tutto ciò è creare sinergie affinché il tango sia conosciuto e praticato nelle sue forme più autentiche, attraverso l’aggregazione libera di persone, promuovendo appunto l’associazionismo.Un bel pezzo di strada è stato fatto… ma tanto riteniamo sia ancora da fare… Faitango vuole ancora crescere, migliorare i servizi, essere sempre più utile alle associazioni federate e a tutto il tango in Italia, con la tua partecipazione ed il tuo contributo ciò sarà possibile.

7La Federazione FaitangoTango da ballare: “El Choclo” - p. 187

Puglia - p. 190

Basilicata - p. 194

Calabria - p. 194

Sicilia - p. 197

Sardegna - p. 202

I Festival - p. 205

Musicalizadores - p. 207

Musica dal vivo - p. 211

Annunci in bacheca - p. 214

Glossario tanguero - p. 215

Indice Alfabetico delle scuole - p. 220

Tango da leggere: “Un libro, una rivista”- p. 224

Tango da ballare: “Malena” - p. 226

Galleria degli Abbracci: “Tangueri d’Italia” - p. 229

Ringraziamenti - p. 237

Com’è successo?Mi sono chiesta stupita mentre tra le braccia di uno sconosciuto venivo

slanciata in ganci malandrini e svolazzanti voleo!Com’è successo che in un pomeriggio qualunque di un inizio autunno

come mille altri, ho girato l’angolo e sono entrata in quella porta nella stradi-na dietro casa mia solo perché era improvvisamente apparso un cartello che quasi ammoniva: “Si tengono corsi di Tango Argentino” e da appassionata ascoltatrice di Piazzolla e Galliano, nonché ammaliata spettatrice di grandi compagnie argentine, mi sono ritrovata io stessa tanguera? Com’è successo? Mi chiedo ancora dentro l’abbraccio morbido, ma deciso, di questo ballerino che non mi conosce, che non sa cosa penso, ma ascolta come sento e traduce lui-me-la musica in un’improvvisazione di passi che dà il nome al ballo più misterioso e affascinante: il Tango Argentino.

È successo come avvengono gli incontri fortunati e fatali della vita, quan-do non te lo aspetti e ancor meno ci pensi, la vita ti fa un regalo ed è talmente generosa da fartelo sembrare una cosa normale, ovvia. Il Tango per me, e per tantissimi altri che ho conosciuto in seguito, è stato così, un incontro fortuito e fortunato, non accanito, non disperatamente cercato, improvvisamente è apparso lui, il Tango, e con una dolcezza e sensualità tutta sua mi ha detto: “Vieni”, ed io sono andata.

Tanto sono andata che non sono più tornata e adesso mi sembra che nella mia vita il Tango Argentino ci sia sempre stato. Il Tango è così, varcata “la soglia” si ha solo voglia di andare avanti nella scoperta crescente di questo sensualissimo ballo e l’entusiasmo che accompagna i primi passi e i primi mesi di lezione si trasforma poi, con il tempo, in una consapevolezza profonda e ci si sorprende ad accumulare, con leggerezza, anni di ballo tra uno stage, una lezione, una Milonga, un Festival. Ecco, in fondo è stato semplice e sembra ieri quando alle prime lezioni vedendo avvicinarsi il partner di studio un po’

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Il Tango dietro l’angolo

FacciamoTango! Introduzione

più esperto, mi dicevo tra me: “Capperi, un ballo di coppia e chi li ha mai fatti… sarà difficilissimo. Non mi farò portare mai, ahimé!”. E invece no!

Anche una nata negli anni ’60, come me, che ha visto il valzer solo nei film di Visconti e le polke nei noir francesi e che ha sempre pensato che alla fine era roba per le vecchie generazioni, si ricrede, cede all’abbraccio del ballo e si fa portare, eccome!

Ma guarda un po’, chi l’avrebbe detto che dentro l’abbraccio di un ballo si poteva muovere un intero mondo!

Ed è proprio così: il Tango è “l’Arte dell’Abbraccio e l’Abbraccio è l’Ani-ma del Tango”. Ce lo ripete come un disco il mio maestro, che non si stanca di raccontare quanto dentro a quel fatidico abbraccio, che stregò pure lui, c’è uno stare insieme, un incontro profondo di elementi complessi e al tempo stes-so normalissimi, naturali. Ci si abbraccia per diventare una coppia, per creare quel “noi” che renderà la danza l’espressione dell’incontro di due espressività non dichiarate, ma eseguite in una partitura. Si cammina insieme in un passo che chiede una sincronia diversa dall’andare a braccetto, si percepisce l’altro come mai avverrebbe con uno sconosciuto al di fuori di questo contesto e spesso la sorpresa non è l’altro, ma noi stessi, trovati o ritrovati o scoperti nuovamente dentro l’abbraccio del Tango. Non si parla, per una volta in una società logorroica come la nostra, non si ricorre alla comunicazione verbale per esprimersi, ci si ascolta in una comunicazione corporea, nel silenzio di quell’abbraccio e il racconto personale nasce dalla disponibilità interiore, dal racconto altrui, dalla musica che ti porta, ti ispira e alle volte ti rapisce.

Non spiegherò, in queste pagine così personali, quali sono i passi e quali le musiche, i ballerini, le scuole o le milonghe: ho dedicato più avanti box di ap-profondimento e intere pagine alla storia del tango e ai musicisti che nell’arco del tempo lo hanno scritto, suonato e interpretato. Oltre ai luoghi dove bal-lare o studiare troverete in questa guida anche suggerimenti e consigli, testi di Tango famosi e video da vedere, cose da conoscere e film da non perdere, libri da leggere. Più o meno tutto quello che è importante sapere per iniziare

o proseguire questo viaggio, questa bella esperienza. La caldeggio al punto da espormi come autrice di questo progetto che ho fatto con lo stesso entusiasmo con cui ballo e con la stessa certezza con cui vi dico: non ve ne pentirete! Lo so, sembra tutto molto aulico e un po’ sopra le righe, ma è difficile per un tan-guero, alla fine, non esprimersi in termini appassionati ed anche se gli esercizi di tecnica continuano ad aprire le lezioni: “tenete l’asse”, “marcate i pivòt”, “fate la porta”, “ascoltate l’altro nei cambi di peso”, quando poi chiudi gli occhi e ti abbandoni arriva Lui, il Tango, che come la prima volta che l’hai incontrato ti dice sensualmente: “Vieni”, e tu vai e basta.

Angela Manetti

10 11FacciamoTango! Introduzione FacciamoTango! Introduzione

12 FacciamoTango! Le origini

Il Tango: incontro di diversi generi musicali

Come per tutte le forme musicali di origine popolare, anche per il tango è difficile individuare un preciso atto di nascita. Più semplice invece è rintracciare il luogo in cui si sviluppò e crebbe. L’ambiente è quello delle città cresciute sul Rio della Plata nel corso dell’Ottocento, soprattutto Buenos Aires e Montevideo. La stessa parola “tango” è precedente al ballo: già nell’anno 1803 il dizionario della Real Academia Española conteneva il termine “tango” come una variante di “tángano”, pezzetto di osso o pietra che veniva utilizzato per un gioco dallo stesso nome. Solo nel 1889 venne incluso un secondo significato come “festa e ballo popolare derivato dai neri in America.” Altri studiosi sostengono che la parola derivi da un termine della lingua africana degli schiavi deportati sul Rio de la Plata e il cui significato sarebbe “chiuso”. Altri ancora riportano la parola al dialetto afro-portoghese formatosi nel Nuovo Mondo: “tango” sarebbe una variazione di “tambo” (tamburo), ad indicare gli strumenti a percussione delle danze ballate dai neri all’inizio del XIX secolo. Al di là di tutto questo, la musica che oggi chiamiamo “tango” nasce dall’incontro di numerose influenze musicali: la “habanera” spagnola, i ritmi africani come il “candombe”, la musica ritmata della conga e della milonga, della “payada”, dello “scottisch” ma anche della “polka” e del “valzer” europei. Radici africane ed europee si sono mescolate fino a creare un ritmo di ballo e un preciso codice musicale.

L’immigrazione (forzata o meno) nel bacino del Rio de la Plata nel corso dell’Ottocento conobbe un incremento vertiginoso. Verso il 1830 Buenos Aires contava circa 20.000 abitanti: già nel 1880 erano diventati 430.000 e con i primi anni del Novecento salirono a 1.200.000. Oltre agli africani trasportati nel Nuovo Mondo come schiavi, la maggior parte degli abitanti erano soprattutto europei e moltissimi gli italiani, spesso uomini soli venuti a cercare lavoro e a tentare la fortuna nella speranza di riunirsi poi con le famiglie di origine. La mescolanza di culture e tradizioni diverse trovava un punto di comune contatto nei sentimenti di nostalgia, lontananza e solitudine che caratterizzavano la vita dura e difficile di quegli anni, tanto nei bassifondi portuali delle città, e nei quartieri di periferia (i “barrios”) quanto nelle distese

sconfinate della campagna. Il tango è inizialmente cantato da interpreti non professionisti: le prime “tango canciones” risalgono al 1850 circa. Quasi subito, tuttavia, il ritmo e la semplicità armonica ne fanno una perfetta musica da ballo anche se, di fatto, era difficile ballarlo in coppia. Il contatto con le donne era spesso limitato ai postriboli o alle poche occasioni di svago in cui si ballava per strada o nelle sale da ballo chiamate “academias” o “peringundines”. Questi locali avevano il permesso di esercitare solo nei quartieri popolari periferici o in riva al fiume, in un contesto che spesso rasentava l’illegalità e nel quale contavano soprattutto la spavalderia, il coraggio, l’abilità nel maneggiare il coltello e l’orgoglio irriducibile dei disperati.

Suonato inizialmente con la chitarra da autodidatti, il tango trova un formidabile interprete nello strumento del “bandoneon”, l’organetto inventato in Germania da Heinrich Band (1821-1860) e arrivato in Argentina e Uruguay nei primi anni del Novecento. Per capacità espressive e facilità di utilizzo, il bandoneon diviene in breve tempo lo strumento tipico del tango e saranno i virtuosi di questo strumento a decretare la fortuna del genere musicale in tutto il mondo. Pian piano il tango che veniva suonato nei bassifondi inizia a spostarsi anche nel centro della città, in locali e caffè più raccomandabili e, sebbene guardato con sospetto dai benestanti, inizia a diventare un ballo stabile di coppia dal ritmo incalzante e allusivo. Il tango si diffonde in maniera inarrestabile: diventano famosi i primi autori di testi e musiche, i virtuosi degli strumenti, i cantanti e i primi gruppi (i “conjuntos”) da cui si svilupperanno poi le grandi orchestre.

L’immediato successo popolare del tango travalica i confini dell’America del Sud e ritorna verso l’Europa. La genealogia non è certo nobile e la fama del ballo è considerata assai ambigua se non condannabile: già nel 1914, a ridosso della Prima Guerra Mondiale, l’imperatore Guglielmo II vietava agli ufficiali prussiani di ballare il tango in uniforme e l’“Osservatore Romano”, il giornale del Vaticano, scriveva: «Il Kaiser ha fatto il possibile per impedire che i gentiluomini si identifichino con la bassa sensualità dei negri e dei meticci. C’è chi dice che il tango è come ogni altra danza se non lo si balla licenziosamente. Tuttavia la danza tango è, quanto meno, una di quelle in cui non è possibile in alcun modo conservare la decenza e per questo l’imperatore Guglielmo II ha proibito che gli ufficiali lo ballino in uniforme». Sforzi destinati a fallire: già negli anni Venti del Novecento il tango è una musica di successo a Parigi e inizia la sua inarrestabile avanzata che lo porterà a diventare, recentemente, Patrimonio Universale dell’Umanità secondo l’UNESCO.

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