T289_CALDO SAN VALENTINO

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Prologo

«Se dovessi chiederlo a me, Candy, ma so che non lo farai, ti direi che sei pronta per uscire di nuovo con un uomo.» Marie guardò Kim e Darcy sedute al tavolo insieme a loro come a chiedere conferma della sua affermazione. Le quattro componenti del gruppo Donne di Potere, or-ganizzazione di donne d'affari di Milwaukee, si incontra-vano per fare colazione insieme ogni terzo mercoledì del mese al settimo piano dell'elegante albergo Pfister. «Siamo a gennaio. È appena iniziato un nuovo anno ed è il mo-mento giusto per ricominciare, per accogliere un cambia-mento.» «Non saprei» rispose Candy con una risatina nervosa. Era dotata di una bellezza fresca, da ragazza della porta accanto: viso a forma di cuore, capelli lunghi e castani co-me gli occhi, labbra generose inclini al sorriso. Se si fosse resa disponibile a nuovi incontri, gli uomini avrebbero fat-to a gomitate per attirare la sua attenzione. «Non mi sento pronta.» «Ma lo sei» insistette Marie posandole una mano sul braccio. Candy era stata fidanzata con Chuck per cinque anni e lo scorso febbraio lui l'aveva piantata senza tante cerimonie. «Fidati, non solo ho una laurea in psicologia,

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ma sono anche un po' sensitiva. Ho avuto una visione.» «Davvero?» chiese Candy impressionata. «Davvero?» le fece eco Kim. Darcy sbuffò. «E dai, fai la persona seria.» «Va bene, forse non sono una sensitiva, però so tutto» sentenziò Marie sollevando il mento come a sfidare le altre a contraddirla. «Dovreste mostrare rispetto per le persone più grandi di voi.» «Solo perché hai due anni più di me?» Darcy si dimo-strava scettica come sempre. «Credi che trentaquattro anni bastino per essere definite sagge?» «In realtà ho trentanove anni, quindi sono abbastanza vecchia da poter essere tua nonna.» Forse non proprio, ma Marie si sentiva un guerriero esperto. Era stata sposata per dieci anni ed era divorziata da cinque, mentre le altre tre ragazze che condividevano il tavolo con lei non avevano mai avuto un marito e, al momento, non avevano nemme-no una relazione stabile. «So quello che dico. Candy do-vrebbe uscire con qualcuno e io sono la risorsa perfetta da sfruttare per incominciare.» «Be', in effetti...» La dolce Kim Charlotte Horton, la bionda del gruppo, trattenne uno sbadiglio. Faticava a te-nere aperti gli occhi azzurri. Era rimasta sveglia tutta la notte per portare a termine un lavoro per la sua agenzia di web design. «La regina delle sensali sei tu.» Marie annuì con fare gioioso. Dopo che il suo matrimo-nio era fallito e i tentativi di conoscere uomini seri on line non erano stati coronati dal successo, aveva deciso di crea-re un sito che non si limitasse a chiedere dei soldi per l'i-scrizione e a lasciare che poi fossero i diretti interessati a fare tutto il resto. In cinque anni il suo servizio personaliz-

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zato Milwaukeedates.com era diventato uno dei migliori successi che il gruppo Donne di Potere potesse vantare nell'anno appena trascorso. «Ci ho pensato» confessò Candy, mescolando il caffè. «Brava, è pur sempre un inizio» si complimentò Marie ignorando l'espressione scettica di Kim e Darcy che scuo-teva la testa. A Marie non importava aspettare per concedersi una se-conda occasione per amare, ma era decisa a offrire la pri-ma alle sue amiche. Tutte e tre avevano tanto da dare e meritavano di essere amate. «Candy, non vorrai trascorrere un altro anno da single, spero. Trovare un altro uomo che sappia amarti dovrebbe diventare un punto d'orgoglio.» «Quand'è che Chuck ti ha lasciata? Ricordo solo che è stata un'esperienza orribile» intervenne Kim arricciando il naso. «Il verme l'ha lasciata lo scorso febbraio, per la preci-sione il giorno di San Valentino. Candy aveva preparato una cenetta deliziosa, aveva indossato un abito sexy, de-corato la sala da pranzo e la camera da letto e in cambio Chuck le ha spezzato il cuore. Tipico comportamento ma-schile» ripose Darcy, una versione di Catherine Zeta-Jones dai capelli corti, proprietaria di uno dei ristoranti più ri-nomati di Milwaukee, il Gladiolas. Marie si lasciò sfuggire un sospiro. Era consapevole del fatto che Darcy rappresentasse la sfida più difficile da ri-solvere per lei. «Come si può dimenticare di un affronto simile? Che es-sere disgustoso.» «Be', non era poi tanto male» argomentò Candy, agitan-dosi sulla sedia. «Fu colpa mia se quella sera andò tutto

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storto. Avrei dovuto capirlo da un pezzo che le cose non andavano bene, ma mi rifiutavo di crederci.» «Non è giusto che tu ti senta responsabile del suo com-portamento» la redarguì Darcy. «Ti ringrazio, ma...» Candy si strinse nelle spalle, «quando le relazioni finiscono la colpa non è mai di uno solo.» «Per come la vedo io, le relazioni sentimentali sono a senso unico, quello degli uomini» puntualizzò Darcy. Marie sollevò gli occhi al cielo. «In ogni caso, se mi permetterai di aiutarti, ti garantisco che trascorrerai un San Valentino migliore dell'ultimo.» «Non ci vorrà molto» precisò Darcy. «Questo è poco, ma sicuro» commentò Kim sorseggian-do il terzo caffè. «Si divertirebbe di più anche solo a rac-cogliere escrementi di cane.» Candy offrì alle amiche un sorriso fiacco, mordendosi un labbro. Stava pensando a Chuck e non nel modo in cui loro avrebbero desiderato. «Il giorno di San Valentino è maledetto per la mia fami-glia» spiegò Candy gesticolando con la mano con cui reg-geva un muffin. «Mia padre si dimenticava in che risto-rante aveva deciso di portare la mamma, oppure il regalo che aveva ordinato per lei arrivava in pessime condizioni. La mia migliore amica, Abigail, decise di sposarsi il gior-no di San Valentino e il suo fidanzato mandò a monte il matrimonio all'ultimo momento. Chuck diceva sempre che non è il calendario a dover dettare il momento per festeg-giare la persona amata e io credo non avesse tutti i torti.» Marie si sporse verso di lei. «Tu rifiuteresti dei fiori, dei cioccolatini e una dichiarazione di amore eterno da un

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uomo in ginocchio in un ristorante favoloso... solo a causa della data?» Candy arrossì. «Certo che no. Al contrario, devo am-mettere che è una fantasia che ho fin da quando ero picco-la.» «Allora vieni a trovarmi. È il momento» la esortò Marie portandosi alle labbra il pezzetto di formaggio danese che fino a poco prima aveva deciso di lasciare sul piatto. «Febbraio è dietro l'angolo e vogliamo che il quattordici tu riceva rose e cioccolatini.» «Ma manca solo un mese.» «L'uomo giusto lo si può trovare anche in un giorno, so-prattutto con l'aiuto della Milwaukeedates.com. Far incon-trare persone affini tra loro non è un compito che può svolgere un software che non è in grado di tener conto del-la variabile umana. Io mi impegno...» «Marie» la provocò Kim, «sembri uno spot pubblicitario della tua agenzia.» «Va bene, la smetto, ma non intendo scusarmi. La mia agenzia è diversa dalle altre.» «Ah!» esclamò Darcy. «Anche tu vendi prigionia, lavori forzati e una lunga discesa al...» «In ogni caso» la interruppe Marie estraendo dalla borsa l'iPhone, «mia cara Candy, non ti costerà niente venire a fare una chiacchierata con me. Hai qualche impegno di la-voro per domani?» Candy prese il BlackBerry nel tentativo di guadagnare tempo. La sua professione di organizzatrice di eventi esi-geva una memoria di ferro che a lei non difettava. «No, so-no libera, devo solo preparare un tè...» «Va bene domani alle dieci?» tagliò corto Marie.

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Candy rivolse uno sguardo disperato a Kim e a Darcy. «Che dite, ci vado?» «A quanto pare» commentò laconica Darcy. «Certo, perché no?» Kim le posò una mano su una spal-la. «Sei stata saggia a concederti un anno di tempo per ela-borare la rottura con Chuck, ma adesso è ora di voltare pa-gina. Ricordati lo slogan di Marie: Perché lasciare che sia il destino a farti incontrare la persona giusta?» Darcy rise recitando la parte finale dello spot. «Lascia che se ne occupi la Milwaukeedates.com!» «Allora?» la esortò Marie. Candy emise un lungo sospiro mentre inseriva il nome dell'amica nell'agenda del BlackBerry, poi mostrò il display alle amiche. «Siete contente?» Soddisfatta, Marie le posò una mano sul braccio. «Sia-mo felici di sapere che presto troverai un nuovo amore.»

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Candy posteggiò davanti all'ufficio di Marie alle dieci me-no un minuto. Aveva trascorso le ultime ore a organizzare una festa a sorpresa per il direttore di una società. Era stata una lunga ed estenuante prova di pazienza. La sera prima aveva tentato, con scarsi risultati, di redi-gere un profilo da presentare a Marie. La sua personalità poliedrica era difficile da descrivere. Candy era fantasiosa, compita, ma allo stesso tempo licenziosa e vivace. Impos-sibile elaborare un profilo senza far sembrare che avesse un problema di personalità multipla. Esausta e frustrata, alla fine aveva deciso che avrebbe delegato il compito all'amica e se ne era andata a letto. I suoi sogni erano stati turbati da un incubo in cui sposava un uomo con sei teste. Affrontando l'aria gelida di gennaio, Candy attraversò a piccoli passi il parcheggio ghiacciato per evitare di scivo-lare. Era nervosa, il che non prometteva niente di buono. Non riusciva a scacciare la sensazione che cercando un al-tro uomo avrebbe tradito Chuck, che dal canto suo non a-veva esitato a lasciarla per pascoli più verdi. La sorpresa e il dolore per l'abbandono erano stati grandi. Aveva sempre pensato che lei e Chuck fossero fatti l'uno per l'altra. Nes-

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suna delle coppie che conosceva era in sintonia quanto lo-ro. Non che non avessero mai litigato o discusso, ma ri-guardo alle cose importanti si erano sempre trovati d'ac-cordo. Oltre ad aver costruito il loro amore su una solida base, possedevano un innato senso dell'umorismo, amavano lo stesso genere di film, di cibo e di libri e la loro vita sessua-le era ottima. In breve, Chuck non aveva mai smesso di es-sere interessante ed eccitante ai suoi occhi. Anche dopo cinque anni, Candy sentiva battere forte il cuore quando lo vedeva. Come poteva sperare di trovare qualcosa di simile in un altro uomo? E come aveva potuto Chuck rinunciare a tutto quello che avevano? L'anno appena trascorso le era servito per elaborare il distacco, ma forse era davvero arrivato il momento di smetterla di pensare che non sarebbe mai riuscita a dimen-ticare Chuck. Certo che quando si amava qualcuno così profondamente, quando si concedeva all'altro il proprio corpo e la propria anima... Peccato che ora Chuck vivesse con Kate in una casa a Racine. Marie aveva ragione. Candy non poteva permettersi di trascorrere la ricorrenza di San Valentino da sola a piange-re su quello che aveva perduto. Voleva uscire con un uo-mo. Una persona divertente, anche se non proprio speciale. Scrollando la neve dagli stivali entrò nell'edificio e per-corse il corridoio che portava all'ufficio di Marie. «Ciao, Jane.» Candy salutò la receptionist mentre si toglieva la sciarpa a motivi floreali e le muffole. Si rendeva conto di essere troppo grande per le muffole, ma con i guanti nor-mali le dita le si congelavano.

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«Ciao. Marie è nel suo ufficio, entra pure e se vuoi del tè o del caffè serviti.» «Grazie.» Candy si avvicinò al bancone dove Marie a-veva sistemato una generosa selezione di bevande, e versò dell'acqua bollente in una tazza nella quale mise in infu-sione una bustina di tè all'arancia. Alle sue spalle il telefono squillò e Jane rispose. «Milwaukeedates.com, posso aiutarla?» Si trattava di un cliente? Magari era l'uomo con cui Candy avrebbe finito per uscire forse proprio il giorno di San Valentino. Con lo stomaco in subbuglio per l'eccita-zione e il timore bussò alla porta dell'ufficio di Marie, ac-cogliente, ma allo stesso tempo professionale, proprio co-me lei. Marie si alzò dalla poltrona dietro alla scrivania. Indos-sava un abito favoloso dai drappeggi morbidi che na-scondevano in modo elegante i chili in più, slanciandola. Ultimamente si era fatta tingere i capelli di un bel rosso ra-mato che mettevano in risalto la pelle ancora liscia e gli occhi castani, quel giorno resi ancora più intensi da una ri-ga di matita nera e sottile. Marie era una persona piacevole e gentile la cui forza e determinazione si erano rivelate es-senziali per superare il tradimento del marito e per rag-giungere il successo. Candy voleva essere come lei alla sua età. «Sono contenta che tu sia qui. Vedrai, troveremo un uo-mo favoloso per te. Hai compilato il questionario che ti ho mandato?» «In parte.» «Mmh. Fammi vedere.» Candy estrasse i fogli dalla valigetta. «Mi è risultato dif-

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ficile scegliere una sola risposta tra quelle proposte. Mi piace stare in casa o uscire? A volte mi piace uscire e a volte preferisco stare a casa. Preferisco andare al ristorante, in un locale notturno, al cinema, al museo o a una confe-renza? Mi piacciono tutte le opzioni. Preferisco i vecchi film o quelli moderni? Entrambi. Che cos'è più importante, la carriera o la famiglia? Tutte e due, e così via. Sono un caso senza speranza.» «Io non ti definirei così. Sei semplicemente una persona poliedrica, che ama l'avventura, che ha una mente aperta e che può definirsi cosmopolita.» Forse Marie aveva ragione. «Sì, come descrizione la preferisco a senza speranza. Tuttavia, quando sono arriva-ta al punto di dovermi descrivere, mi sono persa. Potrei re-digere quattro diversi profili, tutti autentici.» Marie sollevò lo sguardo dai fogli. «E come classifiche-resti questi quattro profili?» La domanda di Marie colse Candy di sorpresa. Si era a-spettata che l'amica ridesse di lei, non che entrasse nel ruo-lo di psicologa. «Be', una parte di me è giocosa, ancora bambina, quella che si traveste alle feste dei più piccoli. La chiamerai la parte sciocchina.» Marie prese nota sul foglio. «Coltiva il fanciullo interio-re. Va' avanti.» «Vediamo» prese tempo Candy sorseggiando il tè. «A un'altra parte di me piace leggere, fare le parole crociate, risolvere i rebus, giocare a Scarabeo e accoccolarsi davanti al camino con un bicchiere di vino e un buon libro o ma-gari frequentare un corso per imparare di più su qualcosa che mi interessa. La chiamerei la Professoressa.» «La Professoressa. Mi piace. Poi?»

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«Poi c'è la mia parte più ambiziosa, quella che ama or-ganizzare, pianificare e svegliarsi ogni mattina sapendo che cosa voglio fare e come farlo. La parte che ama af-frontare le sfide, risolvere i problemi e assicurarsi che tutto proceda nel migliore dei modi. La definirei La Scure.» Marie atteggiò le labbra a una smorfia. «Superdonna.» «Superdonna!» esclamò Candy ridendo. «Sì, hai ragione. E poi c'è un altro lato, il più nascosto. Non sono nemmeno sicura che esista, forse è solo un frutto della mia fantasia.» «Ti ascolto.» «C'è una parte di me che vorrebbe vestirsi in modo sen-suale per andare in un ristorante elegante, che vorrebbe ve-dere Parigi e Monaco e sciare sulle Alpi. Quella parte vor-rebbe indossare biancheria intima sexy tutti i giorni e ave-re la sicurezza necessaria per conquistare uno sconosciuto in un bar con un semplice sguardo.» «Sì, vedo questa parte di te, ma credo che tu non l'abbia mai messa in mostra. Chuck te lo avrebbe impedito.» Candy sgranò gli occhi. «Impedito? Chuck è sempre sta-to molto comprensivo con me, mi ha sempre sostenuto e non mi avrebbe mai vietato di fare qualcosa.» Per un lungo istante Marie si limitò a guardarla mentre Candy incominciava a sentirsi a disagio. «Sì, hai ragione, ho esagerato.» Candy emise un sospiro di sollievo. Doveva ricordarsi che le sue amiche giudicavano Chuck in modo poco leale in virtù dell'attaccamento che provavano per lei. Del resto nemmeno lei aveva molte cose carine da dire su Grant, l'ex marito di Marie, dopo che l'aveva lasciata per una bambo-lina appena maggiorenne. «Non importa. Chuck è ancora un argomento spinoso. Non sono nemmeno sicura di aver

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fatto bene a venire qui. Come posso innamorarmi di un al-tro uomo se sono ancora legata a Chuck?» «Tesoro, so quanto possa sembrare difficile e non vo-glio spingerti a fare niente che tu non voglia, ma credo che per te sia arrivato il momento di ricominciare a socializza-re con l'altro sesso. Devi fidarti di me.» «Ma io mi fido di te» la rassicurò Candy bevendo un al-tro sorso di tè. «È solo che...» «Ti senti confusa?» Marie le sorrise. «So che cosa vuol dire, ci sono passata anch'io dopo aver divorziato, quando ho incominciato a pensare che sarei potuta uscire con qualcuno, tanto per cambiare. Le prime volte è stato diffi-cile, poi però è diventato sempre più facile.» «Ma non hai ancora trovato nessuno adatto a te.» «No, ma cercare la persona giusta mi ha fatto bene. Ho capito che se Grant non mi voleva più non significava che nessun altro non mi avrebbe apprezzato. E poi io non ave-vo a disposizione la Milwaukeedates.com.» Candy rise. «Certo.» «Quindi, chiameremo la quarta parte di te la Ragazza Sexy dal Fascino Irresistibile.» «Bene. Questa sono io. Come facciamo a descrivere la mia personalità in poche righe?» Marie si sedette, toccandosi il mento con le dita dalle unghie perfettamente curate. «Ho un'idea. Un po' folle, ma...» «Sono tutta orecchie.» «Perché non redigiamo quattro profili?» «Quattro?» «Pensavo che potrebbe essere un esperimento per vede-re a quale parte di te gli uomini reagiscono meglio e quale

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ruolo ti piace maggiormente impersonare. Dal punto di vi-sta psicologico sarebbe interessante.» «I... I... Io» Candy prese un bel respiro. «A quanto pare sto balbettando.» «Prenditi il tempo che ti serve.» «Ma sarà leale nei confronti degli uomini con cui uscirò? Il fatto che io non sia me stessa al cento per cento?» «Ma tu sarai comunque te stessa. Non reciterai una parte che non ti appartiene, ti limiterai a dare più spazio a una sfaccettatura in particolare della tua personalità. Se chi ti sceglierà leggendo il profilo on line ha un minimo di cer-vello, saprà che ci saranno altri lati di te oltre a quelli e-spressi sul sito.» «Non saprei.» «In questo modo avresti la possibilità di esplorare certe parti del tuo carattere che possono essere state...» Marie gesticolò con la mano alla ricerca della parola giusta, «sot-tovalutate.» Candy si portò le mani sulle tempie massaggiandole, i-gnorando la seconda frecciatina rivolta a Chuck. «Ho bi-sogno di riflettere.» «Naturalmente.» Marie le consegnò quattro questionari. «Vedrai che questa volta ci metterai meno di mezz'ora a compilarli.» «Non ho ancora deciso se lo farò.» L'istinto la spingeva ad accettare la sfida, il buonsenso la frenava. «Compilare i questionari non ti vincola a inserire tutti e quattro i profili sul sito, ma sono sicura che otterrai un grande successo, considerato il tuo talento per la recitazio-ne.» «Sono anni che non salgo su un palcoscenico.» Se

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Chuck fosse stato ancora accanto a lei non avrebbe mai preso in considerazione di fare qualcosa di così sciocco o impulsivo. Lui le avrebbe consigliato di valutare bene tutti i pro e i contro, di stilare una lista e di affrontare il pro-blema in modo logico. Ma Chuck non le era più accanto. «Sì, ma quando organizzi eventi particolari capita che in qualche modo tu debba recitare. Inoltre dovrai pagare una sola iscrizione, le altre tre le offro io.» Candy infilò i fogli nella valigetta. «Che cosa succede-rebbe se un uomo mi riconoscesse anche negli altri tre pro-fili?» Marie sorrise. «Per esperienza so che gli uomini sono creature visive. Non si fermano sui dettagli, ma sull'imma-gine nel suo complesso. Non credo che tu abbia visitato al-tri siti di questo genere, ma per me è un continuo chiedere agli uomini di non mandare fotografie prese da lontano in cui portano gli occhiali da sole.» «Perché no?» «Le donne vogliono vedere gli occhi, leggere i visi. Gli uomini si accontentano di un quadro più generale. Ti truc-cherai e acconcerai in modo diverso per ogni profilo. Oc-chiali per uno e lenti a contatto per un altro. E poi, dal mo-mento che i clienti solitamente limitano la ricerca sui pro-fili che io consiglio loro, non avremo nessun problema. E anche se dovessero riconoscerti non sarebbe poi la morte di nessuno. Daremo una spiegazione logica, non facciamo niente di illegale.» «Be', in effetti è vero.» E sembrava anche divertente. Diventare una caricatura di se stessa sarebbe stato come un gioco, e uscire con qualcuno più una sfida che un vero

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proprio appuntamento. Il che le permetteva di non rinun-ciare completamente alla speranza che Chuck tornasse in sé e, di conseguenza, da lei. «Stai sorridendo. Buon segno.» «Ho deciso: lo farò.» Marie le regalò un sorriso smagliante. «Candy, tesoro, preparati a divertirti.»