Svolte

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A cura dell'associazioneMAMMA Trovalavoro

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GiveMeAChance s.r.l. – Editoria OnlineViale Regina Margherita, 41 – Milano

1° edizione Novembre 2013

A coloro che hanno il coraggio di cambiare


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Prefazione

Mamma Trovalavoro, l’associazione per mettersi in rete e trovare lavoro

Chi ne fa parte

Mi chiamo Alice Pallesi, quarantatre anni, milanese d’origine e nell’anima, sognatri-ce nata con una mente vulcanica, deter-minata nelle scelte e nelle azioni, abituata ai cambi di rotta improvvisi, felicemente coniugata, due bambine, mamma “nel cuore” da sempre. Per molti anni sono stata funzionaria mar-keting di grandi aziende, appassionata del mio lavoro; oggi sono ormai conside-rata vecchia e il mio status di madre rap-presenta un ostacolo per un nuovo impie-go. Credo nella volontà come impulso alla potenza dei sogni, che sono pura ener-gia; credo nella risorsa inestimabile che

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le persone rappresentano, attraverso le idee, il confronto, la condivisione, la colla-borazione, l’intesa e anche la divergenza; credo nell’effetto esplosivo che ne deriva, produrre azioni.

Il grande cambiamento della mia vita.

Mi sono trasferita a Parma dieci anni fa, lasciando un sicuro e promettente lavoro, la famiglia d’origine e gli amici, per segui-re mio marito e con lui crescere Gaia, la primogenita. Sono dovuta partire da zero, da precaria con diversi lavori full-time fino ai tre anni di mia figlia poi, senza quella rete famigliare di pronto intervento lascia-ta a Milano, sono stata costretta a ridurre l’orario e lì sono iniziati i problemi... Tutte noi sappiamo quali sono le necessità, e non solo di tempo, di una famiglia, ma an-che quelle delle aziende.


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Mantenere l’equilibrio tra questi due mon-di non è semplice così, come ho comin-ciato, ho anche “terminato” diversi lavo-ri. L’arrivo di Viola, fortemente desiderata ha inevitabilmente aumentato i problemi, le necessità, anche economiche, e con esse la ricerca di un lavoro. Dopo alcuni tentativi ed esperienze fallimentari, ha ini-ziato a prender forma l’idea di un’occupa-zione che mi permettesse di essere mam-ma senza dover rinunciare a realizzarmi come professionista. La famiglia era al primo posto, nessun rimpianto per quel-lo che avevo lasciato nulla di differente rispetto a quello che avevo fatto ma do-vevo trovare una soluzione. Gaia e Viola con le loro richieste di essere presente, di seguirmi ovunque andassi e insistendo con il farmi notare che lavoravo già abba-stanza (per loro) mi spronavano a cercare qualcosa di diverso rispetto a ciò che ave-vo sempre fatto. La lunga fila all’ufficio di

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collocamento, la crisi, i miei due handicap - l’età e le figlie - mi restituirono subito un quadro brutale della realtà che avrei do-vuto affrontare, ma non potevo, non vole-vo arrendermi.

Era chiaro che avrei dovuto ricominciare, ancora una volta, da capo in una situa-zione molto difficile, dovevo superare il momento di crisi. Senza perdermi d’ani-mo e con determinazione ho continuato a seminare C.V. usando anche la rete per rendermi visibile. Mi venivano riconosciu-te l’esperienza e la capacità, ma lo scoglio era la mia richiesta di part-time indispen-sabile per proseguire nell’altra attività di madre senza rete di Gaia e Viola. Dopo mesi di molti colloqui MA NULLA DI CON-CRETO ho capito che probabilmente ave-vo un’unica strada, reinventarmi facendo quel salto che ti fa passare dal mondo dei dipendenti (un tempo sicuro e protetto)


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a quello dell’imprenditoria al femminile. Avevo paura di non farcela, la crisi sco-raggia, ma l’idea di essere tagliata fuori a 43 anni è inaccettabile, quindi ho deciso di abbandonare la ricerca di un lavoro e di crearmene uno a misura di famiglia, che potesse aiutare le persone come me oggi discriminate.

Ho pensato così di dare vita a un’idea ac-carezzata a lungo, che rendeva concreto il mio desiderio di impiegare parte del tem-po in un’impresa lavorativa interessante e coinvolgente, con un valore aggiunto im-portante: il campo del sociale. Giocando d’azzardo, con pochi fondi disponibili ma grandi ambizioni, mi sono promossa im-prenditrice. Sul cammino che mi portava a raffinare sempre più il progetto e a con-cretizzarlo ho incontrato persone che ave-vano voglia di creare qualcosa di nuovo e di realizzare un proprio sogno, persone

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che si entusiasmavano ai miei racconti e si appassionavano alla mia idea.

Ho raccolto una squadra di amici e pro-fessionisti che partecipano attivamente al progetto, con tre di loro, –Maria Rita Ci-slaghi, esperta in pubbliche relazioni, Ma-ria Pia Carro, psicologa, Mariangela Di Gerlando, logopedista- abbiamo fondato l’associazione Mamma Trovalavoro per creare nuove opportunità di lavoro flessi-bile “work life balanced“, offrire e garanti-re servizi di qualità alla persona con costi sostenibili a privati, aziende ed enti pub-blici.

Il team di esperte in marketing e comuni-cazione, Cristina Prinetti e Marinella Cam-pagnoli (garibaldi connection) e Giorgia Diana (GiDiGi.otto comunicazione), che ci seguono come ufficio stampa e “corpora-te image” oltre ad avermi aiutato ad apri-


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re un’importante vetrina su Milano (back to home), sono una fonte inesauribile di contatti interessanti.

Chi siamo

“Non chiederti cosa può fare il tuo Paese per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo Paese”(20 gennaio 1961, John Fitzgerald Ken-nedy).

Mamma Trovalavoro è una comunità composta da persone che si muovono mettendosi in rete per non arrendersi alla crisi, dedicando al lavoro e al territorio il tempo che hanno a disposizione. I nostri collaboratori danno assistenza al ben-es-sere e vengono scelti da professionisti che selezionano con la testa e con il cuo-re, come se il fruitore del servizio fosse un loro familiare. Da noi le relazioni non sono

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mai occasionali e sporadiche, sia con il la-voratore che con il fruitore del servizio, la nostra condivisione va oltre l’erogazione della prestazione d’opera e viene curata attraverso la costante attività informativa da parte di professionisti.

Ci proponiamo di trovare lavoro non solo alle mamme, ma anche ad anziani, stu-denti, italiani e stranieri. Siamo un’asso-ciazione apolitica, apartitica e aconfes-sionale. Condividiamo competenze, idee e sogni. Rispondiamo alle necessità di chi cerca lavoro e ha tempo da dedicare agli altri, mettendolo in contatto con chi non ne ha e fatica a conciliare lavoro e vita privata. Siamo operativi a Parma, ma abbiamo conosciuto persone che voglio-no creare una filiale della nostra associa-zione nella loro città. Siamo dei sognatori, partiamo lavorando nel piccolo focaliz-zando l’attenzione sui servizi socialmente


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utili, ma pensiamo in grande: scuola, cul-tura, sport, turismo, in-formazione, sanità, ambiente. La persona giusta al momento giusto è il nostro motto: dalla cuoca a do-micilio alla babysitter, dal cantastorie alla dog/cat sitter, dalle lezioni di lingua via skype ai servizi-salvatempo (come spesa a domicilio, commissioni ecc.).

Per le aziende abbiamo previsto corsi per il tempo libero da svolgere durante la pausa pranzo (o come dopolavoro) nella sede di lavoro e alcune modalità “work-li-fe balance” per i dipendenti (per esempio baby sitter o badante aziendale). Come soluzione per abbattere i costi e creare servizi a prezzi sostenibili, proponiamo la formula dei “co-servizi”, ovvero la con-divisione di un lavoratore/servizio tra più utenti. Da noi il lavoratore, sia esso “in-for-mato”, cioè le cui conoscenze su specifici aspetti lavorativi siano state ampliate dai

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nostri esperti, o sia il professionista, è una figura centrale e può non solo mettere in luce le proprie competenze, ma riscoprire le proprie passioni e sogni.

Alcune riflessioni per concludere

Sono fiduciosa che questo progetto pos-sa decollare: molte persone, in questo momento, stanno condividendo con me oneri e onori tipici di una start up, per uti-lizzare un linguaggio attuale. A loro, e a tutti quelli che ho incontrato e apprezzato, va il mio sincero ringraziamento.Per uscire da situazioni di crisi, disagio o anche di semplice necessità bisogna cre-dere fortemente nelle proprie idee e, per-ché no, anche nei sogni. E sono indispen-sabili determinazione e coraggio. Per non aver rimpianti credo sia sempre meglio poter dire: “almeno ci ho provato...”.La cosa curiosa è che, proprio dai periodi


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più neri, nascono gli spunti creativi miglio-ri, forse anche quelli più pazzi, stravagan-ti, inusuali, insoliti.

Una mamma educatrice e blogger, Maria-paola Ramaglia, ci scrive:"Cara Alice Pallesi, io apprezzo davvero molto la tua iniziativa! Certo, c’è la crisi e per noi donne che poi diventiamo anche mamme, poi, i problemi e le difficoltà per trovare un lavoro si moltiplicano! Quando andare a lavorare ti costa di più che stare a casa (tra tate e asili, per esempio), non è certo facile e, spesso, si è tentate di ar-rendersi e archiviare non solo possibilità di guadagno, ma anche di realizzazione personale.

Non è facile, ma ciò non vuol dire che non possiamo industriarci e dar sfogo a tutta la creatività e le conoscenze che posse-diamo per tentare di dare una svolta alla

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nostra vita. Magari non ci riusciremo, ma, magari, anche sì e poi vale la pena ten-tare! Inoltre, raccontare la storia di chi ce l’ha fatta può essere di sprone e suggeri-mento per le altre!"

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