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Page 1: Sviluppo del linguaggio: fase pre-linguisticaSviluppo del linguaggio: fase pre-linguistica La prima produzione vocale dei bambini è in forma di lallazioni. Mowrer (1996): il bambino

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Sviluppo del linguaggio: fase pre-linguistica

I bambini sviluppano la capacità di parlare secondo una sequenza ordinata di fasi: passando dalle emissioni sonore spontanee e dalle lallazioni alla costruzione di frasi complete nell’arco di pochissimi anni.

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Sviluppo del linguaggio: fase pre-linguistica

La prima fase di apprendimeno e di sviluppo è detta “pre-linguistica”. Il neonato appare già chiaramente predisposto alla elaborazione ed alla produzione dei suoni contenuti nella voce umana: neonati con meno di dodici ore di contatto con la madre sono già in grado di distinguere la sua voce e di riconoscerla fra quella di altre donne.

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Sviluppo del linguaggio: fase pre-linguistica

La prima produzione vocale dei bambini è in forma di lallazioni.

Mowrer (1996): il bambino produrrebbe delle lallazioni identiche, od analoghe, qualunque sia il suo ambiente linguistico e queste lallazioni sarebbero come i precursori delle successive strutture fonetiche proprie di ogni lingua.

Clark e Clark (1987): le lallazioni sono una sorta di ginnastica vocale e di gioco, delle capacità articolatorie più elementari del bambino.

Esempio: papapapa – lalalalala

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Sviluppo del linguaggio: fase pre-linguistica

In passato si riteneva che i bambini piccoli acquisissero solo gradualmente la capacità di discriminare i suoni come gli adulti, numerose ricerche dell’ultimo decennio hanno provato che la loro discriminazione uditiva fra suoni quasi identici è ottima ed analoga a quella adulta, anche solo all’età di un mese.

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Sviluppo del linguaggio: fase pre-linguistica

L’esperienza linguistica non inizia tuttavia con la nascita ma, come dimostrato da diversi studi, avrebbe inizio negli ultimi due mesi di vita intrauterina. In questi studi delle future madri al

penultimo ed ultimo mese di gravidanza avevano letto ad alta voce dei racconti, sempre gli stessi, per due volte al giorno per diversi giorni.

Oléron, 1979

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Dopo la nascita i lattanti venivano esposti alla lettura sia dei racconti letti in precedenza che di racconti nuovi e veniva misurata la frequenza della risposta di suzione. Si è visto che l’esposizione dei

racconti già letti si correlava ad un ritmo di suzione sistematicamente più frequente.

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Sviluppo del linguaggio: fase pre-linguistica

Nelle prime settimane dalla nascita la comunicazione del lattante non è verbale, ma avviene attraverso strilli e gridolini, principalmente per comunicare la fame, la rabbia e il dolore A partire da 3-5 settimane di vita, si

cominciano a produrre suoni vocalici inarticolati ed intorno al terzo mese delle associazioni vocali-consonanti, o lallazioni.

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Sviluppo del linguaggio: fase pre-linguistica

SI è visto che i bambini di tutto il mondo iniziano a “parlare” con queste stesse lallazioni nella stessa epoca della vita, anche se essi sono sordi; quindi, questa prima fase pre-linguistica esprime un processo di tipo maturativo e non è certo il frutto di un apprendimento.

Fletcher, Garman, 1991

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Sviluppo del linguaggio: fase pre-linguistica

Con il passare dei mesi le lallazioni tendono a coincidere con i fonemi utilizzati dalla lingua dell’ambiente nel quale il bambino viene allevato e verso il settimo-ottavo mese il bambino normalmente sviluppato può reagire a tono a determinate richieste ed usare lui stesso alcune parole monosillabiche, come il no ed il sì.

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Sviluppo del linguaggio: fase protolinguistica Mentre le lallazioni sembrano avere uno

scarso intento comunicativo e costituiscono una sorta di esercizio delle capacità articolatorie e pre-verbali, le prime parole che il bambino apprende hanno un intento ed uno scopo comunicativo chiaro.

Se, ad es., il bambino ha imparato la parola “acqua”, la utilizza solo quando esiste nell’ambiente un’altra persona (per indicare il desiderio di bere o per designare la presenza), mai quando si trova da solo.

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Sviluppo del linguaggio: fase protolinguistica

La seconda fase di sviluppo del linguaggio è della “fase monoverbale” (uso delle parole una per volta, e non frasi) ed inizia dal decimo-dodicesimo mese circa

Il bambino comincia a comunicare utilizzando una parola per volta, che perlopiù non superi la lunghezza di due sillabe, ed il suo vocabolario si arricchisce rapidamente.

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Intorno ai diciotto mesi, molti bambini hanno un vocabolario d’uso di circa ottanta parole, e a due anni di circa trecento

Il numero di parole che i bambini piccoli sembrano capire, alle quali reagiscono correttamente, è molto più alto e le parole che via via apprendono ed utilizzano sembrano essere una semplice selezione di quelle più ricorrenti, fra quante hanno avuto modo di ascoltare.

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Sviluppo del linguaggio: fase protolinguistica

Si è visto che le prime cinquanta parole del vocabolario del bambino non sono le parole più frequentemente utilizzate dai genitori, ma una selezione di quelle parole che sono riferite alle cose che maggiormente interessano il bambino.

L’apprendimento del vocabolario non è quindi certamente imitativo e passivo ma guidato dall’uso e finalizzato alla comunicazione.

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Un bambino che sia stato isolato dalla nascita, e non esposto a stimoli linguistici, sembra, al contrario (almeno stando ai resoconti sui cosiddetti “bambini lupo” o “bambini selvaggi” della letteratura), capace soltanto di esprimersi mugolando e gridando confusamente.

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Sviluppo del linguaggio: fase protolinguistica

Un’altra caratteristica interessante della fase monoverbale riguarda lo spazio semantico.

Spesso il bambino iper-estende il senso di una parola per designare molte altre cose oltre a quella corretta.

La parola “cane”, per esempio, la usa non solo per indicare i cani ma genericamente i piccoli e medi animali di compagnia (gatti, criceti, etc.)

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Sviluppo del linguaggio: fase protolinguistica

La terza fase è detta del “linguaggio telegrafico”.

Fra i 18 ed i 24 mesi i bambini cominciano a combinare le parole in espressioni di due o tre elementi.

Sono frasi prive di ogni elemento accessorio, come articoli, avverbi o altro, e limitate all’essenziale.

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Il linguaggio infantile

La quarta fase è quella della “acquisizione grammaticale e sintattica”.

La sequenza di apprendimento dei morfemi (le modificazioni delle parole che ne modificano il senso, come il singolare/plurale, il presente/passato, etc.) sembra seguire un ordine fisso, che non è connesso alla frequenza di ascolto ma al grado crescente di complessità.

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Tipicamente il bambino iper-regolarizza i morfemi irregolari (es.: “soddisfava” invece di “soddisfaceva”, “canone” invece di “cagnone”, etc.),.

Questa iper-regolarizzazione indica che il bambino ha appreso la regola e la logica di costruzione del morfema.

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Il linguaggio infantile

Fra i 2 e i 6 anni il bambino presenta uno sviluppo semantico che lo porta all’uso del linguaggio adulto con una estensione del vocabolario mediamente di dieci parole al giorno.

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Intorno ai 6-7 anni è stato calcolato che un bambino può arrivare a possedere un lessico di circa 14.000 parole (se l’ambiente è molto stimolante e se il soggetto è intellettivamente molto dotato) e che in media ne possiede uno di almeno 3.000.

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Teorie dello sviluppo psicolinguistico

E’ noto che gli adulti interagiscono con il lattante non parlando come fanno di norma, ma adottando delle parole brevissime e ripetute e con una scansione del tutto particolare (il cosiddetto “baby-talk”).

Il tipo di interazione fra adulto e bambino cambia in rapporto con le crescenti capacità linguistiche del bambino, accompagnandole e stimolandole in modo coerente e decisivo.

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•Disturbi del linguaggio Ritardo del linguaggio

Disturbi della lettura,scrittura e di comprensione

Disgrafia (disturbo della scrittura)

Dislessia (disturbo della lettura)

Disturbi di comprensione (comprensione del linguaggio scritto e orale)

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Tappe del primo sviluppo linguistico

dai 6-7 mesi lallazione canonica dai 9-10 mesi lallazione variata Inizia la comprensione di parole

SVILUPPO PREVERBALE

PRIME PAROLE

10-12 mesi, parole come

associazione suono-significato

(proto-parole)

Intelligenza senso-motoria

(percezione e azione)

Intenzionalità comunicativa

Azioni mezzi-fini

Gesti-deittici

Attenzione congiunta

Gesti-referenziali

Sviluppo motorio, capacità di

esplorazione

Intersoggettività secondaria

Permanenza dell’oggetto

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Stadi dello sviluppo preverbale

Altri modelli:

Stark (1979): lallazione reduplicata a 6-7 mesi

Stoel-Gammon (1989): coesistenza dello stadio di lallazione canonica e variata

Kent (1990): no differenza tra stadio di lallazione variata e canonica

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Tappe del primo sviluppo linguistico

18-20 mesi, grande aumento della produzione

Parole referenziali Utilizzo di funtori, aumento dei

verbi e aggettivi olofrase

ESPLOSIONE DEL VOCABOLARIO

PRIME COMBINAZIONI

•Forme transizionali

•Forme combinatorie vere e

proprie

• Capacità rappresentative

(funzione semiotica)

• Gioco simbolico

• Sviluppo di atti comunicativi

•Aumento atti comunicativi

•Miglioramento attenzione

selettiva e sostenuta

•Memoria

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Tappe dello sviluppo linguistico

Completamento dell’inventario fonetico

Miglioramento delle strutture morfo-sintattiche

4 ANNI

6-7 ANNI

•Miglioramento degli aspetti

strutturali (regole grammaticali)

• Teoria della mente

•Capacità narrative

•Capacità conversazionali

•Atti comunicativi complessi

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La capacità conversazionale Impara ad aprire la conversazione e a stare in tema con l’adulto

Impara ad adattare lo stile conversazionale alla persona

Conversa solo sul qui ed ora

DAI 24 MESI

DAI 4-5 ANNI

• Diventa più flessibile

• Conversa anche sul passato e sul futuro

Fonte: Chapman (2000)

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La capacità narrativa

Implica abilità complesse dal punto di vista pragmatico e cognitivo

Comprende script, eventi personali, eventi di fantasia

Prerequisiti: atti comunicativi (discussione di eventi, mantenimento del topic dell’interlocutore)

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Per concludere... Linguaggio come sistema complesso e

composto da sotto-componenti tra loro in stretta relazione

Linguaggio e pensiero come aspetti di tra loro fortemente interrelati

Centralità degli aspetti pragmatici

Ruolo del contesto come facilitatore e sostenitore dello sviluppo linguistico