Svevo

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Italo Svevo Insieme a Piarandello, Svevo parte dalla consapevolezza della condizione alienata dell'uomo contemporaneo rifiutando sia il mito dell'estetismo sia quello del superomismo, orientandosi verso un'analisi lucida della desolazione delle inquietudini umane. Nello stile narrativo Svevo inizialmente parte dal modello verista, ma se ne distacca progressivamente per arrivare ad una modalità innovativa ed originale per quei tempi. Triste È' una città italiana che vive una condizione particolare, si trova ai margini della cultura italiana ed è' grazie a questa marginalità e posizione geografica che Svevo può attingere alle fonti della cultura europea, caratterizzata da quelle intuizioni conoscitive più avanzate, riguardo la crisi e il dramma dell'uomo contemporaneo. Triste è' una città borghese, mercantile, dove orbitano più culture etniche, dalla borghesia italiana, proletariato sloveno, élite tedesca fino alla comunità israelita. A livello politico vi sono forti tensioni, basti pensare al contrasto tra la tendenza filo austriaca (annessione austriaca) e la tendenza nazionalista volta a rimanere italiana. Padre della borghesia triestina è' di origine italiana ed è all'interno dell'ambito socio-economico che rimane il contrasto tra la borghesia mercantile e il nascente capitalismo, fra nuovi ricchi e vecchia nobiltà, tra la burocrazia austriaca e le masse popolari. Società mitteleuropea Città cosmopolita aperta verso l'Europa centrale, ponte tra l'impero austro-ungarico e l'Italia, funge da crocevia non solo per le merci (assente il dazio doganale), ma per le idee, le lingue, le culture. La scelta del nome Italo Svevo sottolinea la sua bipolarità culturale tra l'Italia e la Svevia (vecchia casata tedesca). La scrittura per Svevo L'arte è' la for,a più alta di esercizio della coscienza, fin dalla giovinezza Svveo sente l'esigenza di dare un'organizzazione, sistemazione agli stimoli dalla realtà esterna/oggettiva, attraverso la riflessione e la scrittura, ciò spiega il nesso tra letteratura e vita. Decide di riflettere sulla funzione del letterato, riflessione nata dalla critica, dilettante della letteratura, lo sollecita a definire il suo ruolo come letterato. Nella letteratura ci sono due momenti, momento dell'ispirazione e momento a priori. Il momento dell'intuizione coincide con quello dell'ispirazione, mentre il secondo momento e posteriore riflessione: ispirazione dell'argomento ricostruita, il faro oggettiva. Similitudine: faro= ispirazione, e riflessione alla formica. Il faro con ,e sue luci intermittenti fuggevole, che balena all'improvviso rappresenta il momento dell'ispirazione. Mentre la formica approfitta della luce intermittente per ritrovare la strada da seguire, ovvero l'ispirazione sotto forma di scrittura. La vita è morta solo se non viene raccontata (oggetto opera letteraria), se è filtrata attraverso la letteratura, se l'esistenza viene raccolta dalla letteratura essa può essere rivissuta nella parola letteraria. Le confessioni del vegliardo: vita resa nelle pagine letterarie. La scrittura è la sola terapia rispetto alla vita (ancora di salvezza, rimedio) Una vita Rientra nei canoni naturalistici, stile oggettivo uso della terza persona singolare, narra della vita squallida di un impiegato bancario triestino. In realtà si collocano all'inizio e alla fine del romanzo, si usa la prima persona in cui i fatti sono presenti di Toni soggettivo, che fanno

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Italo Svevo

Insieme a Piarandello, Svevo parte dalla consapevolezza della condizione alienata dell'uomo contemporaneo rifiutando sia il mito dell'estetismo sia quello del superomismo, orientandosi verso un'analisi lucida della desolazione delle inquietudini umane. Nello stile narrativo Svevo inizialmente parte dal modello verista, ma se ne distacca progressivamente per arrivare ad una modalità innovativa ed originale per quei tempi.

Triste È' una città italiana che vive una condizione particolare, si trova ai margini della cultura italiana ed è' grazie a questa marginalità e posizione geografica che Svevo può attingere alle fonti della cultura europea, caratterizzata da quelle intuizioni conoscitive più avanzate, riguardo la crisi e il dramma dell'uomo contemporaneo. Triste è' una città borghese, mercantile, dove orbitano più culture etniche, dalla borghesia italiana, proletariato sloveno, élite tedesca fino alla comunità israelita. A livello politico vi sono forti tensioni, basti pensare al contrasto tra la tendenza filo austriaca (annessione austriaca) e la tendenza nazionalista volta a rimanere italiana. Padre della borghesia triestina è' di origine italiana ed è all'interno dell'ambito socio-economico che rimane il contrasto tra la borghesia mercantile e il nascente capitalismo, fra nuovi ricchi e vecchia nobiltà, tra la burocrazia austriaca e le masse popolari.

Società mitteleuropea Città cosmopolita aperta verso l'Europa centrale, ponte tra l'impero austro-ungarico e l'Italia, funge da crocevia non solo per le merci (assente il dazio doganale), ma per le idee, le lingue, le culture. La scelta del nome Italo Svevo sottolinea la sua bipolarità culturale tra l'Italia e la Svevia (vecchia casata tedesca).

La scrittura per Svevo L'arte è' la for,a più alta di esercizio della coscienza, fin dalla giovinezza Svveo sente l'esigenza di dare un'organizzazione, sistemazione agli stimoli dalla realtà esterna/oggettiva, attraverso la riflessione e la scrittura, ciò spiega il nesso tra letteratura e vita. Decide di riflettere sulla funzione del letterato, riflessione nata dalla critica, dilettante della letteratura, lo sollecita a definire il suo ruolo come letterato. Nella letteratura ci sono due momenti, momento dell'ispirazione e momento a priori. Il momento dell'intuizione coincide con quello dell'ispirazione, mentre il secondo momento e posteriore riflessione: ispirazione dell'argomento ricostruita, il faro oggettiva. Similitudine: faro= ispirazione, e riflessione alla formica. Il faro con ,e sue luci intermittenti fuggevole, che balena all'improvviso rappresenta il momento dell'ispirazione. Mentre la formica approfitta della luce intermittente per ritrovare la strada da seguire, ovvero l'ispirazione sotto forma di scrittura. La vita è morta solo se non viene raccontata (oggetto opera letteraria), se è filtrata attraverso la letteratura, se l'esistenza viene raccolta dalla letteratura essa può essere rivissuta nella parola letteraria.

Le confessioni del vegliardo: vita resa nelle pagine letterarie. La scrittura è la sola terapia rispetto alla vita (ancora di salvezza, rimedio)

Una vita Rientra nei canoni naturalistici, stile oggettivo uso della terza persona singolare, narra della vita squallida di un impiegato bancario triestino. In realtà si collocano all'inizio e alla fine del romanzo, si usa la prima persona in cui i fatti sono presenti di Toni soggettivo, che fanno

comprende il distacco dal naturalismo. Si coglie l'intento analitico costante volto ad analizzare testimone atteggiamenti, pulsioni dei personaggi, in particolare quello del protagonista Alfonso Nitti l'inetto", di cui viene sottolineata l'incapacità di vivere, di reagire, si affrontare la vita, di adeguarsi alle richieste della vita, di piegarsi alla voluntas. Al contrario Macario l'antagonista della storia è' un lottare, un sano che si piega alla voluntas, a differenza del malato, dell'inetto che si tira indietro, sconfiggendosi da solo. In Niti ciò che prevale e la riflessione sull'azione, questa predisposizione ad avere continuamente dubbi. Il romanzo di colonne con il fallimento esistenziale, ovvero con il suicidio, la sconfitta. In quest'opera è già pronte la distinzione fra sano e malato, l'esempio per eccellenza è' Macario uomo sano, felice (makarós= felice) uomo di successo economico e sociale, anche se alla fine i veri vincitori sono i malati ma in questo romanzo l'inetto soccombe diviene vittima, mettendo fine alla propria vita, temendo di affrontare la vita con capacità dell'ironia (travestire la realtà) rendere la realtà sopportabile.

Senilità Romanzo pubblicato a puntate sull'Indipendente a spese dell'autore, indifferente alla critica letteraria, vien riscoperto grazie a Montale. A livello di stile a struttura è l'ampliamento progressivo dei temi in "Una vita". Emilio Brentano, protagonista della storia è' un fratello di Alfonso Nitti, anch'egli inadeguato ala vita, ma adeguato alla noluntas (mancanza di volontà). Personaggio che si arrovella molto nella coscienza, è' più propenso a vedersi vivere che nn a vivere sul serio, anch'egli come Nitti e' un impiegato di banca di poco conto, che nutre la passione perla letteratura, tra le velleità letterarie Ibiza a scrivere un romanzo che abbandona. L'atteggiamento verso cui si pongono i due personaggi e' diverso, Alfonso è' un uomo rigido per cui esiste solco tra sogno e realtà che porta al suo suicidio, è' un uomo intransigente (inflessibile). Emilio ha una grande capacità di compensazione, mentire a se stesso e agli altri per sopravvivere, ha delle sconfitte anche sul lavoro, ma riesce a rendersi accettabile in esse, si autoconvince delle sue sconfitte, e questo modo di vivere rappresenta la sua ancora di salvezza, ovvero questa compensazione delle sue mancanze. Alfonso invece non accetta la vita, opposizione tragica. Emilio e' attratto dalla vita, dall'amore per Angiolina (espressione della vita) ragazza cinica ed aggressiva, che Emilio cerca di educare, ma non riesce nel suo intento, e non riesce ad appropriarsene, è' fuggevole, svincolata. I personaggi costituiscono due coppie di lottare Angiolina e Stefano Balli (scultore), a cui si contrappongono la sorella di Emilio Amalia che s'innamora del fratello e si suicida, (nota il nome Amalia, paronomasia di Emilio), ed Emilio dura lati, inadeguati alla vita, specchio l'uomo dell'altro. Il loro rapporto può essere interpretato opposto all'eros, alternativa all'amore passionale incesto, inconscio, mascherato, specularita', compensazione.

La senilità è' una condizione psicologica, mentale, sinonimo di inettitudine, incapacità di osare, vivere, mancanza di coraggio. Senilità è' un romanzo intermedio tra "Una vita" e " La coscienza di Zeno", ancora legato alla prospettiva drammatica di "Una vita" e al tema dell'inettitudine no ancora vista come una condizione privilegiata di chi ha compreso tutto e allo stesso tempo rappresenta una condizione inalienabile, essenza della vita. Tecnica narrativa Terza persona, tecnica tradizionale discorso tra narratore ed autore, vi sono diversi monologhi (punti di vista del personaggio) anticipano i monologhi della Coscienza di Zeno. Sperimenta .la tecnica del mongolo e del flusso di coscienza. Emilio riesce a ironizzare su stesso, e sulla propria vita.

La coscienza di Zeno Romanzo concepito è iniziato nel 1919 e pubblicato nel 1923 a spese dell'autore. Inizialmente non vien preso in considerazione sarà dopo l'intervento di Montale che sottolineerà le qualità di questo romanzo con il saggio "Omaggio a Italo Svevo" grazie al quale inizia ad alimentare in Italia un interesse crescente nei suoi confronti. In questo romanzo ricorrere spesso il termine coscienza a cui Gabriella Contini ha attribuito una di,e spione più ampiamente che racchiude diversi significati, tant'è che nella lingua tedesca esprime tutti i concetti racchiusi nel termine è ricorre ad almeno quattro vocaboli distinti: I. Gewissen: coscienza morale II. Bewusstsein: attività psicologica III. Bewusstwerdung: presa di coscienza IV. Bewusstheit: condizione di chi è cosciente

Il significato del titolo nasconde diverse sfaccettature, sinonimo di psiche, di mente fa riferimento agli elementi della vita interiore. È' anche possibile che si faccia un polemico riferimento alla psicanalisi, potrebbe indicare la presa di coscienza, ovvero la disincantata presa di coscienza della propria condizione di malattia messa in atto dal protagonista. Il romanzo si distingue in otto capitoli, i primi sono la prefazione e il preambolo e fungono da introduzione, cinque da capitoli centrali, e l'ultimo " psicoanalisi".

La narrazione è' difficile da ricostruire, è' in prima persona e segue il flusso di ricordi con flashback e anticipazioni temporali. È' sicuramente una scrittura complicata, poiché la scansione temporale non è lineare e ne parla Marsia definendo il tempo all'interno del romanzo come "tempo misto".

La prefazione e il preambolo fungono da guida alla storia, il romanzo si apre con l'introduzione del dottor S, lo psicanalista di Zeno il quale afferma di aver reso pubblici gli scritti per vendetta, poiché il paziente aveva interrotto la cura delle sue sedute. Nel preambolo parla Zeno per la prima volta in prima persona ed esprime i suoi dubbi su come ricostruire la storia su ciò che gli è accaduto, così riscrive le sue memorie e le fasi salienti della sua vita. Il fumo Tratta il vizio del fumo e ricorda come era stata la sua vita corrosa dal rapporto amore e odio con il fumo, fino a diventare una sorta di nevrosi, una malattia. Questo suo voler fumare, viene visto come un voler essere malato, inconsciamente il vizio del fumo e' il rifiuto verso la salute, la vitalità. Il padre nei ricordi di Zeno è' l'esatto opposto, efficientismo borghese, con il quale vive un rapporto conflittuale. Zeno vive sempre roso dalla colpa. Un giorno il senso di colpa provato nei confronti del padre, gli impedisce di rubare le sue sigarette, cosciente, smette senza dover attendere la strillata perentoria del padre.

Nel romanzo Zeno parla del fumo che racchiude il suo passato, ma nel presente fuma ancora e ciò rappresenta che il problema non è stato superato. Alla tematica del fumo e' connesso il rapporto problematico con il padre e con tutte le figure autorevoli ad esempio: quando lo psicanalista gli vieta di fumare Zeno si arrabbia. L'ironia è un tratto dominante della narrazione di Zeno da vecchio, in procinto di analizzare il suo problema con il fumo e lo fa con una gavetta in mano, consapevole del non essere riuscito a smettere e di non riuscirci mai. La malattia è' la chiave dell'autenticità, un modo per non farsi schiacciare dalla società, Zeno è' cosciente di esser malato e di voler mantenere la sua identità personale.

La morte di mio padre Parla dell'incomprensione dopo la scomparsa del padre, problema che nasce nell'adolescenza. Il padre di Zeno è un uomo commerciale, che gestisce un'impresa . Zeno lo crede un uomo debole, che diffida di suo figlio in quanto copia, questa mancanza di fiducia del padre nei confronti del proprio figlio è un riflesso della coscienza che manifesta la stessa debolezza e difetto di inaffidabilità del padre. Infatti prima della morte affida l'impresa ad un altro uomo. Lo schiaffo che il padre da al figlio, avviene per uno spasmo, una sorta di protesta forse di fronte ai divieti perentori del medico che Zeno segue. Questo episodio dello schiaffo viene rivissuto da Zeno più e più volte con un senso di rimorso per la drammaticità del gesto di addio, un gesto che interpreta come un segno di mancato affetto nei confronti del padre quando era in vita, una mancanza che non verrà mai colmata perché non ne avrà la possibilità, non potrà mai riscattarsi. Con il trascorrere del tempo Zeno trasfigura l'episodio, trasformandolo in un ricordo positivo, il conflitto si perde e Zeno si sente meno in colpa, giustificando i fatti: schiaffo gesto istintivo del moribondo. Lo psicanalista spiega questo rapporto con il complesso di Edipo derivante da una fase della sua vita: in questo complesso il ragazzo uccide il padre per avere la madre. Questo si spiega al fatto che Zeno non abbia ancora superato i problemi del complesso di Edipo, ma egli non lo accetta per ci rimane il conflitto sociale tra il padre realizzato e il figlio inetto.

Storia di un matrimonio Zeno vuole sposarsi per avere la parvenza della normalità in società. Sposarsi significa voler vivere,messere attivi. Alla Borsa di Trieste conosce Giovanni Malfenti (un negoziante, un po' ignorante che ha quattro figlie) tutte iniziano per il nome "A": Ada, Augusta, Alberta e Anna. Da quando conosce Malfenti inizia a frequentare la loro famiglia e a conoscere le figlie, in particolare cerca di corteggiare Ada. Ada e' una ragazza molto bella ma non considera Zeno poiché è innamorata di Guido Speier, uomo brillante ma superficiale. Prova a corteggiare Alberta ma lo rifiuta, e così giunge ad Augusta, una ragazza dall'aspetto discreto ed è l'unica che rimane, con lei trova una certa intesa e pur non amando la sposa, ed è questa scelta di ripiego che si rivela la migliore. Augusta si rivela una moglie perfetta dolce e saggia, capisce suo marito e lo guida: è una figura positiva, immagine della salute, in grado di comprenderlo. Alla fine del capitolo incontra un amico, un malato reale Enrico Copler e in quell'occasione incontra l a sua futura amante, perché Enrico gli chiede di contribuire ad aiutare economicamente la madre vedova di questa ragazza.

La moglie e l'amante Carla, ragazza povera ma bella, abita insieme alla madre. Quando Zeno la incontra per conoscerla giunge ad una relazione più intima, eppure alla fine del suo adulterio quando viene assalito dai sensi di colpa, riesce a giustificarlo convincendosi come qualcosa che ha lo migliorato, ha reso migliore il suo rapporto con la moglie rafforzandone il legame. Questo suo modo per allontanare i sensi di colpa durante il suo rapporto extraconiugale, visto come una minaccia nei confronti della sua famiglia, si manifestano sul fisico (ambito psicosomatico) come un disagio fisico, lo zoppicare. Il rapporto tra Zeno e Augusta diviene più solido alla nascita della loro figlia.

Storia di un'associazione commerciale Guido Speier e' a capo di un'azienda commerciale e chiede a Zeno di aiutarlo in qualità di notaio. In questo caso Guido imprenditore si rivela un inetto negli affari economici e mentre sua moglie e' incinta viene colpita da una malattia fisica, eppure ciò non allontana Guido dagli interessi e così Zeno lo aiuta dandogli parte del suo patrimonio. Guido simula il suicidio e per

coincidenze casuali muore invece di impietosire la famiglia di Ada. Dopo la morte Zeno gioca in borsa e vince una somma in grado di sanare il buco dell'azienda e al funerale per un lapsus sbaglia il corteo del funerale per distrazione. Si scusa con Ada ma in realtà inconsciamente non vuole prendervi parte Psicoanalisi Voce di Zeno anziano, scrive nel suo diario dichiarando di essere guarito e di non essere mai stato afflitto dal complesso di Edipo e afferma che scrive per occupare il tempo e non per la pratica psichica e afferma che la guarigione dipende dal commercio. Nel frattempo e' scoppiata al Prima Guerra Mondiale che lo coglie di sorpresa a Gorizia con la famiglia di cui la figlia e la madre ritornano in Italia. Il dottor S fugge in Svizzera, Olivi sparisce e Zeno ritorna a Trieste per prendere in mano la situazione dell'azienda di suo padre, attività commerciali allargate. Nel momento in cui Zeno prende il controllo dell'azienda e raggiunge il successo nel commercio supera la competizione tra lui e il padre con l'azienda paterna. Ambiguità Umanità destinata all'auto distruzione, la legge naturale e' stata superata dal potente possessore. Prevede una catastrofe, una visone pessimista e nichilista. Secondo Zeno bisogna azzerare tutta la società per riprendersi. Critica sulla logica capitalistica. È' tutta l'umanità ad essere malata, la vita è malata e l'inetto è consapevole dello stato e del malessere e per questo motivo riesce a convivere con la vita, ad interpretarla e ad accettarla perché l'inetto e' sempre stato in disparte, scartato dal mondo e non si è stato consumato dalla vita, non è' attaccato ai valori non ne ha, e per questo motivo riesce ad adattarsi e ad andare avanti nei momenti più difficili nei quali i sani vengono sconfitti perché con loro muoiono i vecchi valori a cui sono tanto legati. Il fumo alla fine è una dipendenza come le altre, metafora della malattia e del voler distinguersi.

Lingua e stile Al centro di una polemica, e' la prosa considerata pervasa di ineleganza, espressioni barbariche tedesche, con vocaboli estranei alla lingua italiana. Queste caratteristiche hanno reso irripetibile il suo modo di scrivere, poiché Svevo usa il tedesco nei rapporti ufficiali e a Trieste parla il dialetto triestino. Eppure avevo aspira ad una lingua viva, ed è' consapevole della lingue che conosce, e' la lingua triestina. L'italiano toscaneggiante e' per certi aspetti straniera, il suo e' un italiano anti letterario, basso, disadorno, sciatto, trasandato. De benedetti ha definito la lingua sveviana una forma di esperanto per sottolineare l'originalità, l'irripetibilità. Già Eugenio Montale aveva parlato dello stile di Svevo, sottolinenando la sua genialità stilistica, un vero punto di forza, una particolarità. Esempi: Uso frequente del l'infinito preceduto da "di", termini arcaici "pascia", forme lessicali e verbali no più utilizzate, macchinose e faticose.

Il quarto romanzo e i racconti 1928 progetta il quarto romanzo, continuazione della Coscienza di Zeno, il vegliardo, uomo anziano, ma l'opera resta incompiuta a causa della morte dell'autore. L'opera si collega alla coscienza di Zneo perché è rappresentata la figura di Zeno Cosini ormai anziano effettivo e non solo simbolico. I racconti scritti già in fase giovanile "L'assassinio di via Belbaggio (1890) pubblicato su una rivista di Trieste, ha contatti con la letteratura verista per cui il protagonista apparitene ai bassi fondi triestini. Il personaggio durante una rapina compie un omicidio e nel finale viene preso da un forte senso di colpa che lo tormenta e lo induce a tal punto che i sospetti convergono su di lui quasi per lavarsi la coscienza in modo inconscio. Pampaloni sottolinea che in questo romanzo

si avvicina a Kafka con dirle e trama e non a Zola. Alcuni concetti erano concepiti da Svevo anche prima della psicoanalisi di Freud. Racconti antecedenti alla coscienza di Zeno: Corto viaggio sentimentale, la novella di un buon vecchio e della bella fanciulla, una burla riuscita (1926-1928) il suo protagonista Mario assomiglia per la sua inerzia a predisposizione all'analisi ad Alfonso, Emilio e a Zeno (inetti). Ha un final fortunato, causalità della vita.