SVEGLIA ITALIA - COMMERCIO ALL'INGROSSO DI … · della Regione Puglia Made in Italy: in mani...

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AGEA, RITARDI NON GIUSTIFICATI PER PAGAMENTI AI PRODUTTORI ANNO 7 N.3 - 15-29 FEBBRAIO 2012 INCRITTO ALL’ALBO COOPERATIVE A MUTUALITà PREVALENTE N. A182952 LIBERALIZZAZIONI Tutti d’accordo con Catania su Gdo BRUXELLES - Un intervento della Commissione europea per sollecitare l’Agenzia per le erogazioni in agricol- tura, l’ente statale che ha compiti ... a pag. 11 Il periodico di informazione tecnico agraria della Regione Puglia Made in Italy: in mani straniere marchi storici per 5 mld/anno SVEGLIA ITALIA A BARLETTA La filiera olivicola: tecnica, mercato, innovazione CILIEGIO DOLCE Utilizzo di nutrienti - parte 3 fine -

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AGEA, RITARDI NON GIUSTIFICATI PER PAGAMENTI AI PRODUTTORI

ANNO 7 N.3 - 15-29 FEBBRAIO 2012 INCRITTO ALL’ALBO COOPERATIVEA MUTUALITà PREVALENTE N. A182952

LIBERALIZZAZIONITutti d’accordo con Catania su Gdo

BRUXELLES - Un intervento della Commissione europea per sollecitare l’Agenzia per le erogazioni in agricol-tura, l’ente statale che ha compiti ...a pag. 11Il periodico di informazione tecnico agraria

della Regione Puglia

Made in Italy: in mani straniere marchi storici per 5 mld/anno

SVEGLIA ITALIAA BARLETTALa filiera olivicola: tecnica, mercato, innovazione

CILIEGIO DOLCEUtilizzo di nutrienti - parte 3 fine -

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Come al solito l’aumen-to dei prezzi non giova ai produttori, ma solo ai

commercianti. Il maltempo ha fatto lievitare il valore di frutta e verdura, ma nei campi i margini sono minimi e in alcuni casi si parla addirittura di perdite. L’a-nalisi viene da Confagricoltura. «È il copione di un film già visto troppe volte», – dicono al Centro Studi del sindacato degli agricol-tori, «Il gelo ha colpito alcune pro-duzioni come indivia, radicchio e cavolfiori, con una conseguente diminuzione dell’offerta. Ma i rincari al consumo non riguarda-no che minimamente gli incassi delle aziende agricole». Il Centro Studi di Confagricoltura ha preso a riferimento i prezzi all’origi-ne Ismea di alcuni ortofrutticoli dell’ultima settimana disponibile (5° settimana del 2012 che va dal 29 gennaio al 5 febbraio) e li ha confrontati con quelli della set-timana precedente e della corri-spondente settimana 2011. Ecco i risultati Per gli ortaggi, i maggio-ri rincari riguardano i prodotti più colpiti dal gelo (radicchio, indivia

e cavolfiori). Per questi prodotti i rincari su base settimanale sono anche “a doppia cifra” (+22,4% per il radicchio, +13-14% per l’indivia e cavolfiori, +12% per finocchi e peperoni etc.) ma, «si tratta di rincari che in assoluto sono nell’ordine di qualche cen-tesimo per kg! Stiamo parlando di 10-12 centesimi in più per un kg di radicchio o di peperoni, addirittura solo 2-4 centesimi in più a chilo per indivia, finocchi, lattuga e cavolfiori. Certo un ag-gravio che non può pesare più di tanto sul carrello della spesa dei consumatori. Evidentemente i rincari sono frutto di altri fattori e non certo dell’aumento dei prezzi all’origine» oppure, «per alcu-ni prodotti orticoli le quotazioni all’origine sono ferme (pomodo-ri in serra e ciliegini) e per altri, come le tanto “chiacchierate” zucchine, addirittura si registra un calo delle quotazioni all’ori-gine, che sono arrivate a meno di un euro a kg con una riduzione di 14 centesimi per chilogram-mo, quotazione pari al 12,5% in meno rispetto alla settimana pre-

cedente e leggermente inferiore a quella della stessa settimana dello scorso anno». Per quanto riguarda la frutta, i prezzi sono praticamente fermi rispetto alla settimana precedente (e la cosa si giustifica anche considerando che a parte gli agrumi la fase di rac-colta è già da tempo conclusa) e tutti in calo, anche fortemente (ad es. actinidia: -12,8%; mandarini: -17,4% e pere: -43,3%), rispetto alle quotazioni all’origine dello scorso anno. «In conclusione», sottolinea l’analisi di Confagri-coltura, «se ci sono particolari rincari al consumo degli ortofrut-ticoli questi non dipendono dai produttori agricoli, che invece confermano, evitando eccessivi aumenti dei prezzi all’origine, il ruolo antinflattivo del setto-re a vantaggio dei consumatori. Questo anche se il reddito degli agricoltori è pregiudicato sia dalle minori entrate (influenzate dal calo di produzione dovuto al gelo) sia dai maggiori costi (col-legati ai rincari energetici)»

Vito Castellaneta

Anno 7 n. 315-29 febbraio 2012

G.ED.A.Giovani Editori Associati

Soc. Coop.Via A. De Gasperi 11/13

70015 – Noci (Ba)Editrice:“Foglie”

quindicinale di informazionetecnico agraria della Regione Puglia

Direttore responsabileVito Castellaneta

Hanno collaboratoa questo numero:

Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta,

Nicola Trisolini,Giuseppe Perrotta, Paola Di Leo,

Giuseppe Rutigliano,Giuseppe DivellaProgetto grafico

“De Robertis ADV”Stampa:

Grafica 080 – Modugno – Bari

Registrato al Registro Nazionaledella Stampa

Tribunale di Bari – n. 61/06del 15/11/2006

Visitate il nostro sito:www.foglietv.it

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AGEA, RITARDI

NON GIUSTIFICATI

PER PAGAMENTI

AI PRODUTTORIANNO 7 N.3 - 15-29 FEBBRAIO 2012 INCRITTO ALL’ALBO COOPERATIVE

A MUTUALITà PREVALENTE N. A182952

LIBERALIZZAZIONI

Tutti d’accordo con

Catania su Gdo

BRUXELLES - Un intervento della

Commissione europea per sollecitare

l’Agenzia per le erogazioni in agricol-

tura, l’ente statale che ha compiti ...

a pag. 11

Il periodico di informazione tecnico agraria

della Regione Puglia

Made in Italy: in mani straniere

marchi storici per 5 mld/anno

SVEGLIA ITALIA

A BARLETTA

La filiera olivicola:

tecnica, mercato, innovazione

CILIEGIO DOLCE

Utilizzo di nutrienti

- parte 3 fine -

La filiera olivicola: tecnica, mercato, innovazione

Liberalizzazioni: tutti d’accordo con Catania su Gdo

Agea, ritardi non giustificati per pagamenti ai produttori

Salubrità della micorrizazione

Utilizzo di nutrienti ciliegio dolce - parte3 fine -

“Dalla A alla Puglia”: Le politiche del turismo per la Puglia

Made in Italy: in mani straniere marchi storici per 5 mld/anno

Il meteo

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LIBERALIZZAZIONI:COLDIRETTI E ORGANIZZAZIONI

COOPERATIVE D’ACCORDOCON CATANIA SU GDO

Coldiretti e le organiz-zazioni cooperative Fedagri-Confcoo-

perative, Legacoop Agro-alimentare e AGCI Agrital concordano con le norme contenute nel decreto sulle liberalizzazioni, poiché fi-nalmente dopo decenni si interviene per riequilibrare il potere contrattuale lungo la filiera agroalimentare tra distribuzione e produttori. Lo stesso Parlamento Euro-peo ha richiamato l’attenzio-ne ad un maggiore equilibrio lungo la filiera. La nuova di-sciplina sulle relazioni com-merciali per la vendita dei prodotti agricoli, contenuta nell’art. 62 del Decreto sulle liberalizzazioni, aumenterà la trasparenza non solo nei

rapporti contrattuali tra pro-duzione e distribuzione, ma anche tra tutti i passaggi e gli attori della filiera, con un indubbio vantaggio per lo stesso consumatore finale. L’agroalimentare italiano è già soggetto a troppi feno-meni di alternazione della

concorren-za, dal di-sequilibrio nei rappor-ti di filiera all’italian sounding, dalla con-traffazione al dumping s o c i a l e , ambientale e sanitario con il re-

sto del mondo. Per questo ogni misura che contiene tali fenomeni trova il plau-so e il forte sostegno di tutta la filiera produttiva e sareb-be dunque inaccettabile un eventuale cedimento del Par-lamento rispetto ad una nor-ma di così indubbia civiltà.

L’intervento legislativo, for-temente voluto dal Ministro delle Politiche Agricole Ma-rio Catania, fissa a 30 giorni i termini di pagamento per i prodotti alimentari dete-riorabili (e 60 per le altre merci), introduce la forma scritta obbligatoria per tutti i contratti di fornitura, pre-vede quali comportamenti sono espressamente vietati nelle relazioni commerciali e istituisce infine uno spe-cifico regime sanzionatorio. Tutti interventi - conclude l’intera filiera produttiva dell’agroalimentare - che vanno nella giusta direzione della trasparenza e del ri-spetto reciproco tra le parti.

Donato Fanelli

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Sede Legale: Via Passo Godi, 6 - 65125 PescaraCentro produzione e stoccaggio: Via Raiale, 143 - 65128 Pescara

Telefono: 085 4167384Fax: 085 4155076

e-mail: [email protected]: www.spaaagricoltura.it

Sono passati in mani straniere marchi storici dell’agroalimentare ita-

liano per un fatturato di oltre 5 miliardi di euro nell’ultimo anno, anche per effetto della crisi che ha reso piu’ facili le operazioni di acquisizione nel nostro Paese. E’ l’allarme lanciato dal presidente della Coldiretti Sergio Marini in occasione dell’inaugurazione della Fieragricola di Verona, dove al padiglione 3 stand C2 è stato allestito “lo scaffa-le del Made in Italy che non c’è piu’”. Ad essere presi di mira sono sopratutto i prodot-ti simbolo dell’Italia e della dieta mediterranea, dall’olio al vino fino alle conserve di pomodoro. “Nello spazio di dodici mesi - sottolinea Ma-rini - sono stati ceduti all’e-stero tre pezzi importanti del Made in Italy alimentare che sta diventando un appetibile terra di conquista per gli stra-nieri con la tutela dei marchi nazionali che è diventata una priorità per il Paese, da attua-re anche con una apposita task force. Si è iniziato con l’im-portare materie prime dall’e-stero per produrre prodotti tricolori. Poi si è passati ad acquisire direttamente mar-chi storici e il prossimo passo

MADE IN ITALY: IN MANI STRANIERE MARCHI STORICI PER 5 MLD/ANNO

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BRUXELLES - Un interven-to della Commissione euro-pea per sollecitare l’Agenzia per le erogazioni in agricol-tura, l’ente statale che ha compiti di svolgimento delle funzioni di organismo di co-ordinamento e di organismo pagatore nell’ambito dei fon-di Ue ai produttori agricoli, a erogare i pagamenti per le domande Pac 2011. Lo chiede da Bruxelles in una interro-gazione parlamentare Sergio Silvestris, eurodeputato del Pdl.L’Agea, infatti, sta ritardando senza motivazioni ufficiali i pagamenti in favore degli agricoltori, previsti entro lo scorso 30 novembre. Ritardi forse dovuti a questioni in-terne all’ente che, assieme agli incrementi fiscali intro-dotti dall’ultima manovra del Consiglio dei ministri, stanno mettendo in ginocchio tutto il

comparto in un momento già delicato per i prezzi dei pro-dotti agricoli in caduta libera. Tutto questo nonostante la assoluta regolarità delle pra-tiche presentate dagli agricol-

tori. “Si interroga la Commis-sione - si legge nell’interroga-zione di Silvestris - per sapere se intende verificare le ragioni per cui l’Agea sta procedendo in enorme ritardo ai paga-

menti per le domande Pac. Si chiedono inoltre quali prov-vedimenti intende assumere la Commissione per far sì che gli agricoltori ricevano le ero-gazioni il prima possibile”.

Interrogazione di Silvestris per chiedere l’intervento della Commissione

“Agea, ritardi non giustificati

per i pagamenti ai produttori agricoli”

rischia di essere la chiusura degli stabilimenti italiani per trasferirli all’estero. Un pro-cesso - continua il presidente di Coldiretti - favorito dalla crisi di fronte al quale occorre accelerare nella costruzione di una filiera agricola tutta italiana che veda direttamente protagonisti gli agricoltori per garantire quel legame con il territorio che ha consentito ai grandi marchi di raggiungere traguardi prestigiosi”. Ed è per questo che all’interno del-la Fieragricola la Coldiretti ha aperto la Bottega di Campa-gna Amica che si affianca alla grande distribuzione e ai ne-gozi di prossimità e che va ad integrare la rete già attiva del-le oltre cinquemila aziende agricole trasformate in punti vendita e dei mille mercati degli agricoltori già presenti su tutto il territorio naziona-le. Si tratta della prima catena di vendita diretta organizzata degli agricoltori italiani che offre esclusivamente Made in Italy garantito dalla Fon-dazione Campagna Amica L’ultimo “pezzo da novanta” del Made in Italy a tavola a passare in mani straniere è stata la Ar Pelati, acquisita dalla società Princes control-lata dalla Giapponese Mitsu-bishi. Poche settimane prima era toccato alla Gancia, casa storica per la produzione di spumante, essere acquistata dall’oligarca Rustam Tariko, proprietario della banca e

della vokda Russki Standard. La francese Lactalis è stata, invece protagonista dell’o-perazione che ha portato la Parmalat finire sotto controllo transalpino. Ma andando in-dietro negli anni non manca-no altri casi importanti, dalla Bertolli, acquisita nel 2008 dal gruppo spagnolo SOS, alla Galbani, anche questa entrata in orbita Lactalis, nel 2006. Lo stesso anno gli spa-gnoli hanno messo le mani pure sulla Carapelli, dopo aver incamerato anche la Sas-so appena dodici mesi prima. Nel 2005 la francese Andros aveva acquisito le Fattorie Scaldasole, che in realtà par-lavano straniero già dal 1985, con la vendita alla Heinz. Nel 2003 hanno cambiato ban-diera anche la birra Peroni, passata all’azienda sudafrica-na SABMiller, e Invernizzi, di proprietà da vent’ani della Kraft e ora finita alla Lacta-lis. Negli anni Novanta erano state Locatelli e San Pelle-grino ad entrare nel gruppo Nestlè, anche se poi la prima era stata “girata” alla solita Lactalis (1998). La stessa Ne-stlè possedeva già dal 1995 il marchio Antica gelateria del corso e addirittura dal 1988 la Buitoni e la Perugina. Secondo uno studio Coldi-retti/Eurispes, il risultato è stato che oggi circa un terzo (33 per cento) della produzio-ne complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Ita-

lia ed esportati deriva da ma-terie prime agricole straniere, trasformate e vendute con il marchio Made in Italy, per un fatturato stimato in 51 mi-liardi. Da qui la necessità per la Coldiretti di applicare con trasparenza la legge naziona-le sull’obbligo di indicare la provenienza in etichetta su tutti gli alimenti approvata dal Parlamento all’unanimità lo scorso anno. Vito Castellaneta

MARCHI DEL MADE IN ITALY CHE NON C’E’ PIU’ 2012 PELATI AR - ANTONI-NO RUSSO - Acquisito nel 2012 dalla società Prin-ces controllata dalla Giap-ponese Mitsubishi 2011 PARMALAT - Acquisi-ta dalla francese Lactalis GANCIA - Acquisito dell’o-ligarca Rustam Tariko, pro-prietario della banca e della vokda Russki Standard 2008 BERTOLLI - Venduta a Uni-lever e quindi acquisita dal gruppo spagnolo SOS 2006

GALBANI - Acquisi-ta dalla francese Lactalis CARAPELLI - Acquisita dal gruppo spagnolo SOS 2005 SASSO - Acquisita dal gruppo spagnolo SOS FATTORIE SCALDASO-LE - Venduta a Heinz nel 1995 e quindi acquisita dal-la francese Andros 2003 PERONI - Acquisita dall’a-zienda sudafricana SABMiller INVERNIZZI - Ven-duta a Kraft nel 1985 e quindi acquisita dal-la francese Lactalis 1998 LOCATELLI - Venduta a Nestlè e quindi acquisi-ta dalla francese Lactalis SAN PELLEGRINO - Acquisito nel 1998 dal-la svizzera Nestle’ 1993 ANTICA GELATERIA DEL CORSO - Acquista dalla svizzera Nestlè 1988 BUITONI - Acquisi-to dalla svizzera Nestlè PERUGINA - Acquisito dalla svizzera Nestlè

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Centralità economi-ca dell’agricoltura e ruolo strategico degli

agricoltori nella produzione di cibo, per rispondere alle at-tese espresse dal G20 agrico-lo in materia di sicurezza ali-mentare e anche alle esigenze dei consumatori in merito alla tracciabilità sono i pilastri su cui si dovrà fondare la ri-forma della politica agricola comune. E’ quanto prevede l’accordo siglato a Roma tra il Presidente della Coldiretti Sergio Marini e il Presiden-te della National Farmers’ Union of England and Wales (NFU), Peter Kendall che si sono incontrati per un collo-quio bilaterale sulla riforma della Pac a Roma nel Palazzo Rospigliosi, sede dell’orga-nizzazione agricola italiana. Le due maggiori organizza-zioni agricole nei rispettivi Paesi, in merito alle proposte della Commissione relative al mantenimento del bilancio della PAC durante il periodo 2014-2020 e degli orienta-menti legislativi della stessa Pac, hanno richiamato l’at-tenzione sui seguenti punti: • La convergenza degli aiuti tra gli Stati membri deve essere realizzata con l’utilizzo di criteri ogget-tivi e non discriminatori; • Il processo di convergenza interno a ogni Stato membro necessita di un periodo di tempo adeguato e della mas-sima flessibilità per permet-tere un adattamento progres-sivo dei settori produttivi; • La definizione di ”agri-coltore in attività”, dovrà consentire di tenere conto delle specificità nazionali e non causare ulteriore com-plessità amministrativa; • Ogni misura relativa all’in-verdimento della PAC non dovrà essere in contraddi-zione con quanto richie-sto all’agricoltura europea

in materia di competitività e di livello di produzione. Le attuali proposte devono dunque essere riviste in un quadro comunitario sia per quanto attiene gli aspetti fi-nanziari che per quanto con-cerne le misure ammissibili; • In alcuni casi debitamente giustificati, la nuova PAC do-vrà apportare la flessibilità in-dispensabile, attraverso paga-menti mirati a settori specifici; • Gli strumenti di gestione del mercato proposti dalla Commissione dovranno es-sere potenziati per creare una effettiva rete di sicurezza che permetta di affrontare in ma-niera tempestiva ed efficace le situazioni di crisi, in ri-sposta alla forte volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli; • Le proposte della Com-missione europea relative

all’estensione del riconosci-mento delle organizzazioni di produttori e delle filiere, rappresentano un passo in avanti che dovrebbe tradursi in una vera e propria evo-luzione del diritto europeo della concorrenza allo scopo di assicurare la potenziale efficacia di tali disposizioni; • La politica di sviluppo ru-rale proposta offre nuove opportunità per rafforzare la competitività del settore agricolo. Sarà necessario as-sicurare che gli agricoltori ne siano i principali beneficiari. Parallelamente alla riforma della PAC, l’Unione Europea dovrebbe fare concreti pas-si in avanti verso una filiera alimentare che operi in modo più equo per i produttori e impedisca gli abusi di pote-re. Il funzionamento della fi-

liera alimentare dovrà essere migliorato anche attraverso una riduzioni delle interme-diazioni e prevedendo con-dizioni di sviluppo per filiere corte gestite dagli agricoltori; • Una particolare attenzione dovrebbe essere dedicata ad aiutare i giovani agricoltori, soprattutto per quanto riguar-da l’accesso alla terra, l’inno-vazione, la modernizzazione e lo sviluppo d’investimenti. Le due organizzazioni hanno auspicato che il Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura e il Parlamento europeo sappiano apportare, alle proposte del-la Commissione europea, gli adeguamenti necessari atti a mantenere e sviluppare un’a-gricoltura competitiva che occupi il posto che gli spetta in Europa. Nicola Trisolini

UE: COLDIRETTI/NFU, PAC CONFERMI CENTRALITA’ AGRICOLTURA IN EUROPA

L’argomento di questo primo appuntamen-to è di fondamen-

tale rilievo: qual è l’attuale offerta turistica della Regione Puglia? Al tavolo di lavoro hanno partecipato rappresentanti degli enti pubblici, docenti universitari, esperti, opera-tori culturali e del turismo. Molte le tematiche affrontate e i punti di vista utili a defini-re le politiche più opportune per migliorare l’offerta turi-stica in un periodo di crescita della domanda. Il confronto si è incentrato principalmente sulla strategia di sviluppo di un prodotto nell’ottica della sostenibilità, sia ambientale che socio-culturale. La prima conclusione è che la Puglia

deve assurgere a eccellenza del turismo, proteggendo e valorizzando l’intero patri-monio.Per raggiungere questo obiet-tivo, è emersa la necessità di un rapporto più stringente tra pubblico e privato, ostacolato spesso da farraginose logiche partitiche nella gestione delle risorse economiche e poco propenso alla collaborazione aperta e alla costituzione di organismi propositivi che si muovono in maniera coordi-nata. L’individualismo tanto delle associazioni territoriali pubbliche quanto delle sin-gole entità privata è un punto di criticità che va combattuto attraverso la programmazione coordinata e, condivisa.E’ il territorio nel suo insie-

me, quindi, che deve propor-si quale soggetto di sviluppo poiché molte sono le iniziati-ve virtuose ma poche quelle che divengono prassi e inizia-tive di sistema. Emerge inol-tre l’importanza delle compe-tenze professionali specifiche tanto degli operatori privati quanto degli amministratori pubblici. Nei prossimi incontri saranno proposte le schede di propo-ste concrete per dare risposta alle evidenze che sono emer-se in questo primo incontro.Un calendario di lavori che proseguirà fino a maggio per culminare nell’evento “Dalla A alla Puglia. Le politiche del turismo per la Puglia”, in programma dal 20 al 23 maggio 2012, con 5 località

pugliesi come sedi delle ses-sioni finali dei tavoli di lavoro tematici che si alterneranno a visite guidate, spettacoli e degustazioni enogastronomi-che. Questa formula consen-tirà agli esperti internazionali che parteciperanno all’evento di avere una percezione diret-ta del territorio pugliese, delle sue problematiche e potenzia-lità. La giornata conclusiva del Forum si svolgerà il 23 maggio nell’Aula Magna del Rettorato dell’Università de-gli Studi di Bari, durante la quale saranno presentate le proposte valutate positiva-mente dagli esperti interna-zionali e le modalità di finan-ziamento.

Antonio Resta

L’offerta turistica: un tema complesso e partecipato per il primo tavolo di lavoro del Forum

“Dalla A alla Puglia: Le politiche del turismo per la Puglia”Lunedì 6 febbraio si è tenuta la prima riunione del tavolo di lavoro tematico sull’offerta turistica del Forum “Dalla A alla Puglia: Le politiche del turismo per la Puglia”, l’evento che coinvolge tutti gli stakeholders per mettere in risalto punti di forza e di debolezza del turismo pugliese e definire piani concreti per le politiche di sviluppo del settore.

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Il futuro si coltiva nel presente

Lo scorso ottobre 2010, cinque impre-se agricole e zootec-

niche pugliesi*, condotte da giovani imprenditori, scelte e coordinate dalla Coldiretti Puglia e dal co-mitato regionale di Gio-vani Impresa Coldiretti, nell’ambito dell’attività di

supporto all’innovazione in agricoltura fortemente voluta dall’Organizzazione a livello nazionale e terri-toriale, in collaborazione con la sezione di Scienze e Tecnologie Alimentari del Dipartimento di Biologia e Chimica Agro-Forestale ed Ambientale, dell’Universi-

tà degli Studi di Bari Aldo Moro, hanno avviato un progetto per la messa a pun-to di Schemi Tecnologici per la Produzione di Moz-zarella di Latte ovi-caprino (S.Te.P.Mo.L.).

Le attività di ricerca e spe-rimentazione, finanziate

dal Ministero delle Attività Agricole e Forestali (MI-PAAF), sulla base della pro-cedura concorsuale, D.M. 5 agosto 2009, contribuiranno a valorizzare la tradizionale offerta lattiero-casearia pu-gliese e a salvaguardare un patrimonio di biodiversità, caratterizzato dall’alleva-

RicercaLa mozzarella da latte

ovi-caprino: sperimentazione innovativa “Made in Puglia”

mento ovi-caprino, la cui pratica è in fase di progres-sivo abbandono, soprattutto nelle aree di localizzazione delle aziende (Alta Murgia e Salento).

A livello aziendale, il bene-ficio atteso consisterà nella possibilità di trattenere una parte del valore aggiunto, che attualmente matura a valle della filiera, realiz-zando un prodotto ad alta resa (fino al 25%) e a rapido ciclo economico, minimiz-zando il rischio tecnologico (“realizzo” immediato, sen-za attese e rischi connessi alla stagionatura). Inoltre si potrà rispondere alla sem-pre crescente preferenza dei consumatori verso il prodotto fresco, considerato di più elevata qualità nu-trizionale (minore apporto calorico), organolettica (sa-pori più delicati, percezione di freschezza) e di servizio (prodotti easy-to-use e ver-satili).

La partnership pubblico-privata curerà la sperimen-tazione sull’intera filiera produttiva : a) studio delle relazioni tra gestione degli allevamenti e qualità del latte, analizzando le caratte-ristiche della materia prima dal punto di vista micro-biologico, chimico-fisico e biochimico; b) valutazione delle tecniche di caseifica-zione tradizionali adottate presenti nelle aziende per valorizzarle, innovandole e mettendole in sicurezza; c) realizzazione di prove di micro-caseificazione in laboratorio per definire gli schemi tecnologici per pro-durre mozzarella ovicapri-na, da trasferire successiva-mente su scala aziendale; d)

produzione in azienda del prodotto e sua caratteriz-zazione mediante analisi di laboratorio, ivi compresa la valutazione della shelf-life ; e) studio del confeziona-mento del prodotto in liqui-di di governo innovativi, in grado di preservarne il più a lungo possibile le caratteri-stiche sensoriali nel rispetto della sicurezza igienico-sanitaria.

Le strategie tecnologiche previste presentano interes-santi spunti di innovatività ed utilità per l’intero settore produttivo ovicaprino pu-gliese.

Ad oggi, infatti, la produ-zione regionale di formaggi di capra e di pecora risulta caratterizzata quasi esclu-sivamente da formaggi a pasta dura o semidura, a ciclo di stagionatura medio-lungo o ad “asciugatura forzata”, come il “Cane-strato Pugliese” DOP ed il Cacioricotta. La gamma del fresco è invece quasi assen-te, e si compone della giun-cata (detta talvolta “primo sale”) e, in alcuni rari casi, della scamorza, prodotti per i quali vanno ancora ricer-cate soluzioni adeguate per migliorarne la qualità e la sicurezza.

Potenzialmente la tecnolo-gia delle paste filate offre migliori garanzie igieniche rispetto ai normali formaggi freschi, per la presenza di un processo termico (la “filatu-ra”) che esercita un’azio-ne parzialmente risanante. Tuttavia la particolare com-posizione del latte dei “ru-minanti minori” determina alcune difficoltà nella lavo-razione, in quanto i coaguli

acidificati che si ottengono hanno proprietà reologiche diverse da quelle dei corri-spondenti coaguli vaccini. In particolare, hanno una diversa attitudine alla filatu-ra e presentano una tenden-za all’“indurimento” in fase di raffreddamento.

La consolidata esperienza maturata dal gruppo di ri-cerca sarà funzionale alla soluzione di tali problema-tiche.

Ad oggi, il gruppo di ricer-ca sta concludendo lo studio della materia prima e le pro-ve di micro-caseificazione in laboratorio sul latte in-vernale, da replicare poi sul latte primaverile al fine di analizzarne la variabilità igienico-compositiva, per mettere a punto i protocol-li tecnologici più adatti da trasferire su scala aziendale.

Entro il mese di febbraio 2012 saranno effettuate le prime valutazioni sensoriali attraverso panel test specia-lizzato ed entro la prossima primavera saranno orga-nizzati incontri ristretti tra operatori per condividere le tecnologie messe a punto.

La sinergia pubblico-pri-vata, abilmente supportata dalla Coldiretti Puglia in fase di presentazione del progetto, si avvarrà inoltre del sostegno del Distretto Tecnologico Agroalimen-tare della regione Puglia, D.A.Re. scrl, che fornirà soluzioni adeguate per pro-muovere modalità e tecni-che per la futura commer-cializzazione del prodotto.

Proprio sul fronte commer-ciale, il prodotto sarà in-

serito nella rete di vendita diretta di Campagna Amica, iniziativa della Coldiretti nata dalla esigenza di far incontrare i produttori ed i consumatori nel Mercati e nelle Botteghe senza alcuna intermediazione, dove forte è la comunicazione circa qualità e territorialità dei prodotti della filiera agrico-la tutta italiana.

Il D.A.Re. scrl si occupe-rà, inoltre, della diffusione del Know-how prodotto nel corso del progetto, al fine di favorire il trasferimen-to tecnologico verso altre aziende del comparto e cre-are una rete di scambio di informazioni che rafforzi la collaborazione Università – imprese. Nel complesso, queste opportunità potran-no incrementare l’interesse verso forme di produzione consorziata e “motivare” ulteriormente gli allevatori ad attingere a nuove pro-spettive e nuove idee per proseguire sulla strada del miglioramento aziendale.

*Per maggiori informazioni rivolgersi al prof. Miche-le Faccia, Dipartimento di Biologia e Chimica Agro-Forestale ed Ambienta-le dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Responsabile Scientifico S.Te.P.Mo.L. e Azienda Agricola Le Sarei di An-drea Alessandro Camassa, Melendugno (LE), capofila dell’Associazione Tempo-ranea di Impresa composta dalle aziende agricole De Iacovo Raffaele, Laterza (TA), Dell’Orco Leonardo, Laterza (TA), Pulimeno Carlo, Cutrofiano (LE) e Pulimeno Salvatore, Cutri-fiano (LE).

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