SUSSIDIO DI PREGHIERA PER LA SETTIMANA SANTA 2020 · 2020. 4. 2. · Croce Pasquale – Nelda...

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SUSSIDIO DI PREGHIERA PER LA SETTIMANA SANTA 2020 a cura dell’Azione Cattolica Diocesi di Aosta Adulti e giovani Croce Pasquale – Nelda Vettorazzo

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  • SUSSIDIO DI PREGHIERA PER LA SETTIMANA SANTA 2020

    a cura dell’Azione Cattolica

    Diocesi di Aosta

    Adulti e giovani

    Croce Pasquale – Nelda Vettorazzo

  • AZIONE CATTOLICA ITALIANA DIOCESI DI AOSTA

    Introduzione

    Noi tutti sentiamo il bisogno di ossigeno, di un respiro profondo che riempia di senso questo tempo, che ci aiuti a vedere “cieli nuovi e terra nuova” nella difficoltà di questi giorni.

    In questa Quaresima che ci porta spiritualmente, ma non solo, ai piedi della croce, dove “rinasce la chiesa”, come ebbe a dirci il nostro Vescovo Franco nella lettera pastorale del 2013/2014, vogliamo proporre un piccolo strumento per vivere meglio la Settimana Santa.

    E di comunità, di vicinanza, di chiesa abbiamo tutti un gran bisogno!

    E’ proprio come comunità che vogliamo essere vicini, dando un senso a ciò che stiamo vivendo: ai vuoti, alla lontananza, al dolore, alla separazione che sentiamo sulla pelle; vorremmo poter essere vicini anche alle persone più direttamente segnate, perché malate o colpite da un lutto, perché separate dai propri cari, perché hanno perso il lavoro; vorremmo poter aiutare i bambini, i ragazzi e i giovanissimi a seguire i riti della Settimana Santa da casa, in famiglia.

    Per dirla col nostro Vescovo Franco, “vogliamo creare una rete spirituale di preghiera che ci unisca” attraverso uno strumento agile, utile alla famiglia come al singolo, per ritrovare una strada comune, pregare insieme, riflettere in questa Settimana Santa, affiancandoci agli appuntamenti che il Vescovo ci sta offrendo e con cui ci sta guidando alla Pasqua.

    Il cammino proposto, suggeriamo, è da compiere, pur se a distanza, insieme: bambini, adolescenti, giovani, adulti e anziani, in uno spirito di reciproco aiuto, come ha fatto Gesù con i due discepoli di Emmaus. Suggeriamo di dedicare a questo tempo forte un momento ed uno spazio precisi, che ci aiutino a vivere i riti della Settimana Santa.

    Lo schema del sussidio è molto semplice: a partire dalla domenica delle Palme e fino al Lunedì dell’Angelo saremo guidati da un luogo, da un segno, dalla Parola di Dio, da un brevissimo commento, da un dipinto, da un brano musicale, da una preghiera e da un canto, affinché la vita ci parli di Dio e Dio parli alla nostra vita.

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    Buona Settimana Santa a tutti!

    Come segno concreto della nostra vicinanza a quanti sono più direttamente colpiti dall’attuale epidemia, vogliamo contribuire a sostenere economicamente quei nuclei familiari che in questo periodo si trovano in particolare difficoltà, perché privati del lavoro e impossibilitati ad accedere agli strumenti previsti dalla legislazione. Invitiamo quindi tutti i soci di Azione cattolica a contribuire al progetto che la nostra Diocesi, tramite la Caritas diocesana, ha avviato proprio con questo obiettivo. Le donazioni vanno effettuate tramite bonifico sul conto intestato a Diocesi di Aosta - Caritas diocesana, IBAN n. IT76I0326801200053853739472; chi fosse impossibilitato ad utilizzare strumenti informatici per il bonifico potrà contattarci al n. 3299271868 (orario pasti) e definire ulteriori modalità per contribuire anche quando le misure di contenimento dell’emergenza Covid-19 cesseranno.

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    Suggerimenti per utilizzare il sussidio

    Individuate (se già non l’avete) un angolo della casa che possa diventare lo spazio per la preghiera. Ponete in questo angolo un simbolo di fede significativo per voi. Sarà lì che vi ritroverete ogni giorno, da soli o in famiglia, per pregare e riflettere anche attraverso questo sussidio. Il sussidio è costruito in modo che ognuno possa, ogni giorno, immaginarsi nel luogo in cui si è svolta la giornata di Gesù (foto della terra santa), leggere la Parola di Dio, meditarla anche attraverso il commento di don Nicola, fare un segno concreto, recuperando o disegnando un oggetto da mettere nel luogo della preghiera (un modo pensato per poter coinvolgere anche i bambini), concludere con una preghiera e un ritornello di Taizé.

    Nel sussidio sono inseriti anche dei brani musicali che possono essere ascoltati durante la giornata per accompagnare la riflessione; chi non avesse gli strumenti tecnologici per cercarli su Internet potrà ascoltare una musica di suo gradimento con i propri mezzi.

    Questo sussidio vuole essere una proposta unitaria, rivolta a tutte le età. Per questo, ci sono alcune sezioni dedicate ai più giovani:

    - Itinerario artistico: rivolto ai giovanissimi delle scuole superiori, dove è proposta una riflessione a partire da alcune opere d’arte legate alle letture.

    - Tessere di mosaico: rivolto ai ragazzi delle medie, dove viene proposta una parte più pratica con la composizione quotidiana di un quadro che verrà completato il giorno di Pasqua e alcune riflessioni, impegni, rinunce legate al brano biblico del giorno. Inoltre, ogni ragazzo è invitato, nel corso della settimana, a raccontare attraverso una modalità artistica/letteraria/etc. (per esempio una foto, un disegno, un testo, una canzone...) il modo in cui vive la Settimana Santa in tempo di quarantena.

    - In famiglia: per i più piccoli, dove troverete la proposta di un lavoretto da realizzare per ogni giorno.

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    5 aprile 2020 Domenica delle Palme

    Celebrazione della Santa Messa presieduta da Mons. Vescovo trasmessa in diretta radiofonica e in streaming su radio proposta in Blu alle ore 10:00.

    Luogo teologico:

    Monte degli ulivi

    Segno:

    I ramoscelli d’ulivo (reali e/o disegnati dai bambini)

    Brano musicale:

    “Hosanna” dal musical “Jesus Christ Superstar” (Tim Rice e Andrew Lloyd Webber, versione cinematografica del 1973, durata 2’48’’) - traduzione del testo qui. Mentre la folla acclama Gesù, forse senza aver davvero compreso il suo messaggio, il sommo sacerdote preoccupato di possibili disordini cerca invano di farla tacere. E noi cosa ci aspettiamo da Gesù? Cosa temiamo?

    https://www.youtube.com/watch?v=OserAkygd9Yhttps://digilander.libero.it/artinscena/artinscena/Associazione/TESTI/OSANNA.htm

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    Invocazione allo Spirito Santo:

    Vieni, o Spirito Santo, Riempi il cuore dei tuoi fedeli,

    accendi in essi il fuoco del tuo divino amore, manda il tuo Spirito

    e sarà una nuova creazione e rinnoverai la faccia della Terra

    Lettura biblica:

    Mt 21,1-11

    “Ecco, a te viene il tuo re, mite”

    Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un'asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito». Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Dite alla figlia di Sion: Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un'asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma».

    I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l'asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!».Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea».

    Commento:

    Un racconto apocrifo narra che una palma pianta slanciata e svettante, su richiesta di Maria in fuga verso l’Egitto, si chinò fino a terra per dare da mangiare i suoi datteri alla madre e al bambino. Per questa sua umiltà nell’abbassarsi e riconoscere il Figlio di Dio in terra avrebbe avuto il privilegio di essere l’emblema della sua Risurrezione e della sua vittoria sulla morte. L’ulivo, nodoso, tenace e dalle forme drammatiche, è invece l’albero che ha tenuto compagnia a Gesù nella sua agonia al Getsemani. Entrambi ci accompagnano oggi all’inizio della Settimana Santa, a simboleggiare che non solo la creazione partecipa all’opera salvifica di Gesù, ma che la Passione di Cristo, come la nostra, è un misto di dramma e gioia, umiltà e gloria, resistenza e debolezza, paura e affidamento. Ricerchiamo nella

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    Passione di Cristo e degli uomini i sentimenti che ci rendono umani. L’immaginetta dell’ostensione della Sindone del 2010 recava questa scritta: Passio homini, Passio Christi. La passione dell’uomo è racchiusa nella passione di Cristo.

    Preghiera finale:

    Io non prego perché Dio intervenga. Chiedo la forza di capire, di accettare, di sperare.

    Io prego perché Dio mi dia la forza di sopportare il dolore e di far fronte anche alla morte con la stessa forza di Cristo.

    Io non prego perché cambi Dio, io prego per caricarmi di Dio

    e possibilmente cambiare io stesso, cioè noi, tutti insieme, le cose.

    (D.M. Turoldo)

    Canto:

    Benedictus (Taizè)

    https://www.youtube.com/watch?v=3C5xiGIzrNo

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    6 aprile 2020 Lunedì santo

    Luogo teologico:

    Casa di Betania

    Segno:

    Olio e profumo, mettersi una goccia di profumo

    Brano musicale:

    “Du lieber Heiland du - Buß und Reu ” (Tu caro Gesù - Pentimento e rimorso) dalla Passione secondo San Matteo, BWV 244 (Johann Sebastian Bach, 1685-1750, durata 5’48’’) - testo e traduzione. Chiediamo al Signore di non scandalizzarci, come Giuda, di fronte al gesto d’amore “esagerato” di Maria, che unge i piedi di Gesù con un prezioso profumo, ma di osare, come lei, offrire a Gesù il nostro pentimento e il nostro amore.

    https://www.youtube.com/watch?v=RRZtSyLrw5U&t=33shttps://lyricstranslate.com/it/bwv-244-matth%C3%A4us-passion-5-du-lieber-heiland-du-6-bu%C3%9F-und-reu-5-tu-caro-ges%C3%B9-6-pentimen.html

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    Invocazione allo Spirito Santo:

    Vieni, o Spirito Santo, Riempi il cuore dei tuoi fedeli,

    accendi in essi il fuoco del tuo divino amore, manda il tuo Spirito

    e sarà una nuova creazione e rinnoverai la faccia della Terra

    Lettura biblica:

    Gv 12,1-11

    “Ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli”

    Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell'aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

    Commento:

    Betania, casa di consolazione, casa dell’amicizia. Gesù è dai suoi amici a cena, forse per uno degli ultimi momenti di spensieratezza. Ognuno dei tre fratelli mostra la sua modalità di vivere l’amore amicale per quello che è, Marta come sempre serve. Lazzaro, come sempre taciturno, è semplicemente uno dei commensali. Maria compie un gesto di affetto che ha un valore profetico e simbolico. Profetico in quanto annuncia la passione morte e risurrezione e simbolico in quanto ci fa capire che l’amore è sempre spreco. Spreco di tempo, di energie, di soldi, di vita, di sofferenza, di sacrificio. Amare è sprecare. Giuda non lo capisce e spesso anche noi. Di fronte alla Croce non capiamo lo spreco di amore di Dio. Aiutaci, Signore, a contemplare il Tuo mistero d’amore! In questi giorni di passione per il nostro paese vediamo l’impegno di tante persone che si sacrificano per la vita dei fratelli: medici, paramedici e volontari. Facciamo della nostra casa una piccola Betania di servizio,

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    convivialità e preghiera per coloro che si impegnano al servizio dei sofferenti, affinché il loro sacrificio non sia vano.

    Preghiera finale:

    Tu ora non sei che un nostro fratello,

    hai sofferto in te ogni nostro dolore.

    Noi ti sentiamo vicino nel tuo lamento e nel tuo pianto

    sulla fossa di Lazzaro. (D.M.Turoldo)

    Canto:

    Seigneur, tu gardes mon âme (Taizé).

    https://www.youtube.com/watch?v=qPoAp8z_i20

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    7 aprile 2020 Martedì santo

    Luogo teologico:

    Cena Pasquale

    Segno:

    un bicchiere con dell’acqua sporca. Si può fare anche un gesto con il proprio corpo rimanendo girati un attimo di spalle rispetto al simbolo della Fede posto nel luogo della preghiera.

    Brano musicale:

    “Unus ex discipulis” (Carlo Gesualdo, 1566-1613, durata 3’55’’) La musica di Gesualdo bene esprime lo sconcerto di fronte all’annuncio di Gesù: Uno dei miei discepoli oggi mi tradirà. Guai a colui dal quale sarò tradito: per lui sarebbe meglio se non fosse mai nato. Chi intinge con me la mano nel piatto, quello mi tradirà. E noi, quando siamo tentati di tradire Gesù?

    https://www.youtube.com/watch?v=dmzNzOe6EYU

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    Invocazione allo Spirito Santo:

    Vieni, o Spirito Santo, Riempi il cuore dei tuoi fedeli,

    accendi in essi il fuoco del tuo divino amore, manda il tuo Spirito

    e sarà una nuova creazione e rinnoverai la faccia della Terra

    Lettura biblica:

    Gv 13,21-33.36-38

    In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l'un l'altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.

    Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte».

    Commento:

    Tradimento e rinnegamento. Opzioni sempre possibili nel nostro cammino di fede. La nostra libertà fa sì che il tradimento e il rinnegamento siano sempre vicini a noi, anzi sono parte di noi: Giuda e Pietro sono dentro di noi. Ignoranza di Cristo, del suo mistero, scoraggiamento, adattare il Vangelo a nostro uso e consumo o peggio alle nostre idee o ideologie sono possibilità reali nella vita di ogni credente. Eppure Dio ci ha voluti liberi perché non si può amare se non nella libertà. Gesù ha

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    scelto un cammino di libertà fino alla fine, fino al Fine: libertà dalla violenza e dalla paura, libertà dalla vendetta e dal potere, libertà dall’immagine e dalla vanità, libertà dalle scorciatoie miracolistiche e sensazionalistiche. Gesù ha avuto solo due dipendenze: l’amore per il Padre e l’amore per l’umanità, per questo è e sarà per sempre il Servo del Signore libero di amare. Giuda ha tremato di fronte a questo e Pietro lo ha capito ai tempi supplementari. Ricordiamo oggi tutti coloro che si fanno servi per amore.

    Preghiera finale:

    Nel giorno dell’angoscia e dell’abbandono quando anche gli amici ci volgono le spalle,

    donaci, Padre, la tua fedele protezione, perché, sostenuti dalla presenza dello Spirito

    possiamo percorrere senza incertezze il cammino che Gesù Cristo, tuo Figlio,

    ci ha indicato. Amen (D.M.Turoldo)

    Canto:

    Jésus le Christ (Taizé).

    https://www.youtube.com/watch?v=AqoYsauFa2I

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    8 aprile 2020 Mercoledì santo

    Luogo teologico:

    Il tempio

    Segno:

    Un sacchettino di monete (anche disegnato).

    Brano musicale:

    “Warum toben die Heiden?” (Perché le genti congiurano? - Salmo 2 (Felix Mendelssohn Bartholdy,1809-1847, durata 7’11’’) - Testo del Salmo qui. Già nell’Antico Testamento c’è la consapevolezza che il Messia sarà osteggiato: “Insorgono i re della terra e i principi congiurano insieme contro il Signore e contro il suo Messia”. Ma non saranno congiure e tradimenti ad avere l’ultima parola. Riusciamo a mantenere salda la fede di fronte alle situazioni da cui ci sentiamo minacciati?

    https://www.youtube.com/watch?v=gZqGEzx_nochttp://www.vatican.va/archive/ITA0001/__PF1.HTM

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    Invocazione allo Spirito Santo:

    Vieni, o Spirito Santo, Riempi il cuore dei tuoi fedeli,

    accendi in essi il fuoco del tuo divino amore, manda il tuo Spirito

    e sarà una nuova creazione e rinnoverai la faccia della Terra

    Lettura biblica:

    Mt 26,14-25

    In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnare Gesù.

    Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: "Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli"». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.

    Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto».

    Commento:

    Il tradimento, maturato nel cenacolo, si attua nel Tempio e si consuma nell’orto degli Ulivi. Dopo la fuga dal cenacolo Giuda si reca al tempio per contattare i cospiratori e ottenere la sua “ricompensa”. Abbandona il Maestro, Colui che aveva parole di vita eterna, e gli apostoli suoi compagni di viaggio e trova solo dei padroni, qualche soldo, svariati congiurati e molta tristezza. La cornice rassicurante e solenne del tempio non muta la sostanza di una decisione sbagliata presa con la complicità di un potere che ha perso il senso di servizio, traducendosi in gesti privi di significato, come un bacio dato nel Getsemani a Gesù, e infine in un gesto disperato che trova il suo epilogo nell’immensa disperazione: Giuda si impicca a un albero, l’albero di Giuda. Di fronte all’albero della disperazione di Giuda serve solo aggrapparsi tenacemente all’albero della Croce di Cristo. Come quell’uomo

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    rappresentato nel giudizio Universale della Cappella degli Scrovegni, che all’ultimo secondo, appena prima del giudizio definitivo, si avvinghia alla croce, autentica ancora di salvezza. Il compenso di Giuda finisce sul pavimento del tempio, Lo Spirito di Cristo invece fluisce come acqua zampillante sulla terra della nostra umanità per la vita eterna.

    Preghiera finale:

    O Padre, che non hai abbandonato il tuo Figlio nell’ora dell’angoscia estrema,

    ascolta il grido che sale a te da ogni uomo che soffre

    in abbandono e solitudine, e donagli la certezza

    che almeno tu gli resti sempre fedele. Amen

    (D.M.Turoldo)

    Canto:

    Dans nos obscurités (Taizé)

    https://www.youtube.com/watch?v=oVvTQU_s5Zs%20

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    9 aprile 2020 Giovedì santo

    Celebrazione della Messa nella Cena del Signorepresieduta da Mons. Vescovo trasmessa in diretta radiofonica e in streaming su radio proposta in Blu alle ore 18:00.

    Luogo teologico:

    Il Cenacolo

    Segno:

    Un piatto con un pezzo di pane e un bicchiere con del vino.

    Brano musicale:

    “Ubi caritas est vera” (repertorio gregoriano, testo attribuito a Paolino di Aquileia, VIII-IX secolo, durata 3’30’’) - Testo e traduzione. Mentre contempliamo Gesù, il Signore e il Maestro, che si china a lavare i piedi ai suoi discepoli, chiediamogli di imparare da lui l’amore che si fa servizio perché, come ripete questo antico canto, “dove l’amore è vero, lì c’è Dio”

    https://www.youtube.com/watch?v=gQsUA30a3yYhttp://www.cantiperlaliturgia.com/ubi-caritas.html

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    Invocazione allo Spirito Santo:

    Vieni, o Spirito Santo, Riempi il cuore dei tuoi fedeli,

    accendi in essi il fuoco del tuo divino amore, manda il tuo Spirito

    e sarà una nuova creazione e rinnoverai la faccia della Terra

    Lettura biblica:

    Gv 13,1-15

    Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.

    Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto.

    Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».

    Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».

    Commento:

    Il Vangelo di Giovanni, a differenza degli altri Vangeli Sinottici, non ha il racconto dell'Istituzione dell’Eucaristia. Esso viene sostituito dal racconto della Lavanda dei Piedi, la quale rappresenta la traduzione operativa di quello che l’Eucaristia è: amore e servizio fraterno. A molti non sarà sfuggito il fatto che Gesù, dopo aver lavato i piedi ai suoi apostoli, non abbia tolto il grembiule. Anticamente

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    questo dettaglio venne rappresentato teologicamente col fatto che Cristo in croce avesse un perizoma, spesso bianco o dorato, simbolo di regalità. Il perizoma non è semplicemente il modo pietoso per non rappresentare il Cristo nudo, infatti storicamente gli appesi in croce vivevano anche questa vergogna, piuttosto è il modo attraverso il quale gli artisti esprimevano il servizio di Cristo reso all’umanità fino alla fine. Infatti il cosiddetto perizoma è in realtà ancora il grembiule che Gesù non si è tolto e che permane fino al suo sacrificio per il bene del mondo. Se un artista moderno dovesse rappresentare la Crocifissione 2020 probabilmente Cristo avrebbe il pigiama di un malato, il camice di un medico, la casacca di un infermiere, la tuta bianca da difesa batteriologica della Croce Rossa o la divisa della protezione civile.

    Preghiera finale:

    “Comunione con il suo corpo fa’ di noi un corpo solo, della terra un solo canto,

    una chiesa in unità” (D.M.Turoldo)

    Canto:

    Ubi Caritas (Taizé)

    https://www.youtube.com/watch?v=G2o27qpvfUc

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    10 aprile 2020 Venerdì santo

    Celebrazione della Passione del Signore presieduta da Mons. Vescovo trasmessa in diretta radiofonica e in streaming su radio proposta in Blu alle ore 18:00.

    Luogo teologico:

    Il Golgota

    Segno:

    Una croce.

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    Brano musicale:

    “Stabat mater” (primo versetto dallo Stabat Mater FP 148 di Francis Poulenc, 1899-1963, durata 4’01’’) - Testo e traduzione. Ai piedi della croce, quando quasi tutti i discepoli di Gesù l’hanno abbandonato per paura, Maria rimane fedele: si compie per lei la profezia di Simeone “anche a te una spada trafiggerà l’anima”. Come Giovanni, accogliamo Maria come nostra madre e insieme a lei troviamo il coraggio di sostare ai piedi della croce per lasciarci inondare dall’amore totale di Gesù.

    Invocazione allo Spirito Santo:

    Vieni, o Spirito Santo, Riempi il cuore dei tuoi fedeli,

    accendi in essi il fuoco del tuo divino amore, manda il tuo Spirito

    e sarà una nuova creazione e rinnoverai la faccia della Terra

    Lettura biblica:

    Gv 18,1-19,42

    In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cèdron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano», perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?».

    Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo».

    Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro

    https://www.youtube.com/watch?v=jRFgJ37PNVEhttps://it.wikipedia.org/wiki/Stabat_Mater

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    discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.

    Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote.

    Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.

    Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest’uomo?». Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato». Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire.

    Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?».

    E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante.

    Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.

    Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». Allora Gesù uscì, portando la corona di

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    spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!».

    Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».

    All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande».

    Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare». Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parascève della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.

    Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».

    I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così.

    Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.

    Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.

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    Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».

    Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di áloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parascève dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.

    Commento:

    Difficile condensare in poche parole l’intera Passione di Giovanni. ll quarto Vangelo rappresenta sempre un enigma stupendo, ma di difficile comprensione. Tentiamo solo di dare delle coordinate per orientarci un poco di più. una specie di Gps per leggere e meditare la Passione attraverso 3 parole chiave.

    La prima è Gloria. Cristo nella Passione viene glorificato, non viene umiliato. La Passione secondo Giovanni non va letta come un resoconto di atroci sofferenze, ma come una liturgia di intronizzazione del Signore dei Signori, che regna dalla Croce.

    La seconda parola, molto ricorrente nel Vangelo di Giovanni è Ora. L’Ora del Figlio di Dio. La Passione è l’Ora tanto attesa per manifestare la sua Gloria.

    La Terza parola è Innalzato. Gesù non viene semplicemente messo in Croce. Viene Innalzato perché si compiano le scritture: “Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto” (Zc 12, 10) e altri riferimenti (Sal 22; Is 53; Sal 34,12).

    Queste tre parole accompagnano la narrazione della Passione di Giovanni e ci fanno intuire che tutto il racconto è la Manifestazione dell’identità di Gesù: IO SONO, espressione usata da Gesù nell’orto del Getsemani e traduzione del modo con cui il Dio di Mosè si è autopresentato. Quindi la Passione diventa Epifania, la sofferenza si muta in Gloria, lo sfiguramento diviene Trasfigurazione, la vergogna si tramuta in Innalzamento e lo spirare diventa donare lo Spirito. Per questo motivo l’adorazione della Croce non diventa un macabro gesto dolorifico, piuttosto un atto

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    d’amore al sacrificio di carità del Re dei re, cha dalla croce regna e ama. A ragione dunque possiamo elevare a Lui la preghiera universale.

    Quest’anno la decima preghiera verrà sostituita da una preghiera specifica contro il contagio.

    Preghiera finale:

    Ora ogni uomo confessi umilmente: solo un Dio non scende dal legno!

    La debolezza di Dio trionfa: ogni potenza è ora sconvolta

    (D.M.Turoldo)

    Canto:

    In manus tuas Pater (Taizé)

    https://www.youtube.com/watch?v=dN6Jc0gUFAk

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    11 aprile 2020 Sabato santo

    Veglia pasquale presieduta da Mons. Vescovo trasmessa in diretta radiofonica e in streaming su radio proposta in Blu alle 21.

    Luogo teologico:

    Il Sepolcro

    Segno:

    Una pietra.

    Brano musicale:

    “Adagio per archi” op. 11 (Samuel Barber, 1910-1981, durata 9’01’’) Il sabato santo tutto si ferma: è un giorno di sospensione e di attesa. Anche le voci tacciono e lasciano alla sola musica il compito di esprimere il dolore di fronte al sepolcro che ha inghiottito il corpo di Gesù, ma anche la speranza che non tutto sia perduto.

    https://www.youtube.com/watch?v=WAoLJ8GbA4Y

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    Invocazione allo Spirito Santo:

    Vieni, o Spirito Santo, Riempi il cuore dei tuoi fedeli,

    accendi in essi il fuoco del tuo divino amore, manda il tuo Spirito

    e sarà una nuova creazione e rinnoverai la faccia della Terra

    Lettura biblica:

    Gb 19,1.23-27a

    Giobbe allora rispose:

    Oh, se le mie parole si scrivessero,

    se si fissassero in un libro,

    fossero impresse con stilo di ferro sul piombo,

    per sempre s'incidessero sulla roccia!

    Io lo so che il mio Redentore è vivo

    e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!

    Dopo che questa mia pelle sarà distrutta,

    senza la mia carne, vedrò Dio.

    Io lo vedrò, io stesso,

    e i miei occhi lo contempleranno non da straniero.

    Commento:

    Il Sabato Santo è il giorno a-liturgico, non si celebrano messe in tutta la Chiesa, non vi sono letture proprie salvo quelle della Liturgia delle ore, anche le esequie sono celebrate in forma essenziale: praticamente è da un mese che viviamo il Sabato Santo... L’unico segno è la croce in mezzo a una chiesa spoglia, senza fiori, senza tovaglie, con le statue coperte. La tradizione occidentale ci dice che Gesù riposa nel sepolcro, rispetta il sabato (forse una delle poche volte che Gesù rispetta il sabato). Gesù è morto, come lo ritrae il Mantegna o Holbein. Le donne lo piangono e la Chiesa chiusa per paura nel cenacolo lo piange e lo rimpiange, un po’ come noi che viviamo un momento catacombale nella fede. Solo Maria mantiene accesa la lampada della fede, come le donne ebree che accendono la candela dello shabbat, Maria mantiene da sola la luce della fede per tutta la Chiesa, la tiene accesa per Pietro che ha rinnegato Gesù, per gli apostoli che sono scappati, la tiene accesa per noi quando il nostro lucignolo diventa fumigante. Maria tiene quando noi non teniamo più.

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    La tradizioni orientale del Sabato Santo invece presenta Il Cristo molto attivo nell’azione di discendere agli inferi, rompere le porte della morte che tiene prigioniera l’umanità, spezzare le catene che trattengono Adamo ed Eva prendendoli per mano e sollevandoli verso il Regno dei Cieli. Questa tradizione è molto ben rappresentata dall’icona dalla celeberrima dell’Anastasis.

    Le due tradizioni non sono antitetiche, ma complementari. Narrano lo stesso mistero della discesa agli inferi da due prospettive differenti: il Cristo dormiente con i dormienti e il Cristo vittorioso sugli inferi che rialza i prigionieri. In questi giorni in cui vediamo tante persone che soffrono negli ospedali intubate e sedate, tentiamo di vedere in loro il Cristo dormiente, anche se confesso che sento profonda la speranza che il Cristo che con-discende negli inferi li prenda per mano e li risollevi, li risusciti (o per una risurrezione di vita o per una risurrezione di vita eterna).

    Preghiera finale:

    …dopo lo hanno schiodato dal legno e sopra il grembo te lo hanno adagiato:

    parve a te concepirlo ancora e come a bimbo ridargli il tuo latte

    (D.M.Turoldo)

    Canto:

    La ténèbre (Taizé)

    https://www.youtube.com/watch?v=jRldn8r1w9c%20https://www.youtube.com/watch?v=G2o27qpvfUc)https://www.youtube.com/watch?v=G2o27qpvfUc)

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    12 aprile 2020 Pasqua di Resurrezione

    Celebrazione della Santa Messa presieduta da Mons. Vescovo trasmessa in diretta radiofonica e in streaming su radio proposta in Blu alle ore 10.00.

    Luogo teologico:

    Il Sepolcro vuoto

    Segno:

    Oggi ripercorriamo i segni della Veglia Pasquale: la luce (una candela), l’acqua (una bottiglietta di acqua limpida), la Bibbia e aggiungiamo, se ne abbiamo, dei fiori (anche quelli disegnati dai bambini nell’attività proposta in famiglia lunedì scorso).

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    Brano musicale:

    “Hallelujah” dall’oratorio “Messiah” (Georg Friedrich Händel, 1685-1759, durata 4’28’’) Dopo il silenzio della Quaresima, torniamo a cantare l’Alleluia; il celeberrimo brano di Händel ci ricorda che Cristo, risorto dai morti, ora regna per sempre. Alleluia - perché il Signore Dio onnipotente regna. Il regno di questo mondo è diventato il regno del nostro Signore e del suo Cristo, ed egli regnerà nei secoli dei secoli, Re dei Re e Signore dei Signori - Alleluia!

    Invocazione allo Spirito Santo:

    Vieni, o Spirito Santo, Riempi il cuore dei tuoi fedeli,

    accendi in essi il fuoco del tuo divino amore, manda il tuo Spirito

    e sarà una nuova creazione e rinnoverai la faccia della Terra

    Lettura biblica:

    Gv 20,1-9

    Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario - che era stato sul suo capo - non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti, non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

    Commento:

    Nonostante il fatto che la Risurrezione di Cristo sia un messaggio sconvolgente il suo annuncio è tremendamente semplice, quasi banale: Cristo è Risorto! Nelle scritture non esiste il messaggio coniugato al presente: Cristo risorge, bensì al passato. Cristo è Risorto. Nessuno ha potuto vedere il Cristo risorgere, anzi chi lo ha incontrato lo ha visto sotto altre spoglie: un giardiniere, un viandante, un pescatore.

    https://www.youtube.com/watch?v=VI6dsMeABpU

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    Come se si volesse dire che Gesù ami presentarsi sulle prime in forma anonima, per rivelarsi poi progressivamente. Forse è stato così anche nella nostra vita… quello che emerge dai racconti pasquali è che, se il momento della resurrezione è celato, quelli successivi generano movimento: le donne vanno al sepolcro, la Maddalena corre al cenacolo, Pietro e Giovanni corrono al sepolcro poi ritornano al cenacolo, le donne ritornano al cenacolo, i discepoli di Emmaus si allontanano da Gerusalemme, poi ritornano a Gerusalemme. Il Risorto stesso percorre molte miglia trovandosi in luoghi diversi in breve tempo: il sepolcro, la strada verso Emmaus, il cenacolo. Sembra quasi che la Risurrezione relativizzi lo spazio/tempo. Tutto sembra alla velocità della luce. L'effetto stesso sui discepoli è una reazione a catena. L’incontro con Cristo risorto ci fa entrare nella dinamica di Dio: una detonazione di luce e di amore. Un contagio di bene, l’unico che può vincere gli altri contagi. Una potenza che trasforma i cammini di fuga in cammini di ritorno a Dio.

    Preghiera finale:

    Oggi Cristo è risorto, fratelli, questo solo sia il nostro saluto, or tu lieto al fratello rispondi:

    ‘Veramente il Signore è risorto’ tutte nuove sono fatte le cose

    (D.M.Turoldo)

    Canto:

    Surrexit Domine vere (Taizé)

    https://www.youtube.com/watch?v=dKl-FUs7Azc

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    13 aprile 2020 Lunedì dell’angelo

    Luogo teologico:

    Il Cenacolo 2.0

    Segno:

    Un calendario della settimana. Oggi è lunedì, primo giorno dell’ottava di Pasqua, un unico giorno di festa che dura fino alla seconda domenica di Pasqua, domenica della Misericordia.

    Brano musicale:

    “Regina coeli” Kv 276 (Wolfgang Amadeus Mozart, 1756-1791, durata 7’14’’) - testo e traduzione. Dopo aver cantato nello Stabat Mater il dolore di Maria ai piedi della croce, con il canto del Regina Coeli la Chiesa si unisce all’immensa gioia di Maria per la resurrezione del suo Figlio.

    https://www.youtube.com/watch?v=4QMBIthYFBkhttp://www.preghiamo.org/regina-caeli.php

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    Invocazione allo Spirito Santo:

    Vieni, o Spirito Santo, Riempi il cuore dei tuoi fedeli,

    accendi in essi il fuoco del tuo divino amore, manda il tuo Spirito

    e sarà una nuova creazione e rinnoverai la faccia della Terra

    Lettura biblica:

    Mt 28,8-25

    Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli. Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: "Salute a voi". Ed esse, avvicinatisi, gli presero i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: "Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno".

    Mentre esse erano per via, alcuni della guardia giunsero in città e annunziarono ai sommi sacerdoti quanto era accaduto. Questi si riunirono allora con gli anziani e deliberarono di dare una buona somma di denaro ai soldati dicendo: "Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti di notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo. E se mai la cosa verrà all'orecchio del governatore noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni noia". Quelli, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questa diceria si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi. Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù, avvicinatosi, disse loro: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".

    Commento:

    Sinceramente non ho mai capito perché il lunedì dopo Pasqua si chiami Lunedì dell’Angelo o tantomeno Pasquetta, forse perché in effetti anche gli angeli sono un poco protagonisti nel grande racconto di Pasqua. Almeno così sembra, perché tra i vari evangelisti non vi è accordo sul numero e sulle modalità. Il racconto fondamentale della fede contiene 4 versioni diverse dell’accaduto. Sembra di essere in Italia, laddove non vi è mai una concordanza precisa sugli avvenimenti. Già questo è sufficiente per farci capire che i Vangeli non sono “addomesticati”. Voltaire diceva che i Vangeli non sono inventati perché “non si inventa così!”.

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    Ma allora perché queste contraddizioni?

    Evidentemente perché vi è già contenuta una lettura teologica dell’avvenimento.

    I Vangeli sono scritti dai 30 ai 70 anni dopo la morte e resurrezione di Cristo, non sono cronaca, piuttosto meditazione amorevole e riconoscente nella fede dell’Evento della resurrezione, in cui il dettaglio del racconto va iscritto nel quadro di insieme. Come i quadri di Renoir o di Montrosset, che perdono di impatto se visti da vicino, ma che acquistano profondità se visti da una certa distanza. Forse è anche per questo che la verità immediata è sempre parziale. Occorre distanziarsi.

    Ma la domanda rimane: come mai le 4 versioni?

    Se entriamo nello specifico di ogni Vangelo, occorre vedere il progetto globale degli evangelisti. Per Marco il Cristo risorto rappresenta il Nuovo Adamo, ed ecco che nel sepolcro appare un giovinetto vestito di bianco, rappresentante della nuova umanità (che appare fugacemente anche nella Passione). In Matteo vi è un grosso Angelo che sposta la pietra: rappresenta l’angelo apocalittico forte e potente, seduto sulla roccia, che dice che il suo lavoro lo ha fatto e ora si riposa (sembra quasi di vederlo con gli occhiali da sole, perché vi è molta luce, a fumarsi una sigaretta dopo tanto lavoro). In Luca si parla di due uomini in bianche vesti: i due testimoni, verosimilmente Mosè ed Elia, la legge e i profeti che attestano la risurrezione. Infine i due angeli di Giovanni, uno dalla parte dei piedi e l’altro della testa del luogo dove giaceva Gesù, che echeggiano gli angeli chini sull’arca dell’Alleanza. Cristo è la nuova legge, la nuova alleanza nella risurrezione: io sono la via, la verità e la vita.

    Le donne dopo questo vanno al cenacolo. E’ lo stesso luogo dove è stata vissuta l'Ultima cena e la prima Eucaristia, profezia di quello sarebbe avvenuto il giorno seguente. Sembra passato tantissimo tempo, invece sono solo tre sere prima… Gli apostoli non sono più gli stessi: si aspettavano un condottiero e hanno visto un servo sofferente, volevano un liberatore e hanno contemplato un redentore, anelavano la gloria umana e hanno riconosciuto la Gloria di Dio, volevano stare alla sua destra e alla sua sinistra e sono scappati. Ora è diventato un cenacolo di consapevolezza, di dolorosa consapevolezza, ma all'apice di questa dolorosa realtà Gesù si fa presente nelle loro porte chiuse dicendo: “Pace a voi”. Le lacrime, l’incomprensione, il rinnegamento, il dubbio, il peccato si sciolgono in un abbraccio di pace che ripara, riscatta, redime, ricrea, riconcilia. Ed è solo commozione!

    Laddove non arriva il nostro abbraccio arriva quello di Cristo, laddove non è arrivato il nostro amore arriva quello di Cristo.

    Buona Pasqua. D. Nick

    Preghiera finale:

    Più che la tua infinita grandezza che non sappiamo neppure immaginare,

    ci commuove, Dio, la tua umiltà e il tuo amore;

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    e infiniti segreti in cui ti nascondi, e gli impensati modi con cui intervieni:

    in segno di quanto ti amiamo così come sei e per tutto quello che non sappiamo di te,

    ti chiediamo che la nostra stessa vita si faccia un canto ininterrotto di grazia e di lode.

    Amen (D.M.Turoldo)

    Canto:

    In resurrectione tua (Taizé)

    AUGURI A TUTTI

    DI BUONA PASQUA!

    Il Consiglio diocesano dell’Azione Cattolica di Aosta

    https://www.youtube.com/watch?v=_47gKnCMVNQ