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Il senso della salute Lidia Rota Vender Lombar Key 100 RISPOSTE SULLA TROMBOSI Lidia Rota Vender, medico specialista in Ema- tologia, è responsabile del Centro Trombosi del- l’Istituto Clinico Humanitas e dell’Ospedale San Giuseppe Fatebenefratelli di Milano. Nel 1987 ha fondato a Milano ALT – Associazio- ne per la Lotta alla Trombosi – Onlus, di cui è presidente. È membro del comitato scientifi- co SPREAD, gruppo di lavoro per la produzio- ne delle linee guida italiane per la prevenzione e cura dell’Ictus cerebrale, e socio fondatore di Stroke Forum. ALT opera con lo scopo di prevenire le malat- tie provocate dalla Trombosi: Infarto, Ictus Ce- rebrale, Embolia Polmonare, Trombosi Venose, Trombosi Arteriose. La prevenzione di queste malattie potrebbe salvare la vita a 180 mila per- sone l’anno, un obiettivo raggiungibile! www.trombosi.org La dottoressa Lidia Rota Vender devolve il rica- vato dei diritti d’autore di questo libro ad ALT. Lombar Key 100 RISPOSTE SULLA TROMBOSI L. Rota Vender 12,00

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Il senso della salute

Lidia Rota Vender

Lombar Key

100 RISPOSTESULLA TROMBOSI

Lidia Rota Vender, medico specialista in Ema-tologia, è responsabile del Centro Trombosi del-l’Istituto Clinico Humanitas e dell’Ospedale San Giuseppe Fatebenefratelli di Milano. Nel 1987 ha fondato a Milano ALT – Associazio-ne per la Lotta alla Trombosi – Onlus, di cui è presidente. È membro del comitato scientifi -co SPREAD, gruppo di lavoro per la produzio-ne delle linee guida italiane per la prevenzione e cura dell’Ictus cerebrale, e socio fondatore di Stroke Forum.

ALT opera con lo scopo di prevenire le malat-tie provocate dalla Trombosi: Infarto, Ictus Ce-rebrale, Embolia Polmonare, Trombosi Venose, Trombosi Arteriose. La prevenzione di queste malattie potrebbe salvare la vita a 180 mila per-sone l’anno, un obiettivo raggiungibile!www.trombosi.org

La dottoressa Lidia Rota Vender devolve il rica-vato dei diritti d’autore di questo libro ad ALT.

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100 RISPOSTESULLA TROMBOSI

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Della stessa collana

Diego VanuzzoAndrea Poli

100 RISPOSTESUL COLESTEROLO

Elio AgostoniAlexis Hayward Cronin

Roberto Sterzi100 RISPOSTE

SUL MAL DI TESTA

Augusto ZaninelliGian Franco Gensini100 RISPOSTE

SULLA PRESSIONE

Antonella Guidoboni100 RISPOSTE

SULLE ALLERGIE

Gaetano LanzaAlessio Redaelli

100 RISPOSTESULLE MALATTIE

DELLE VENE

Lidia Rota Vender

100 RISPOSTESULLA TROMBOSI

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Le informazioni contenute in questo libro hanno lo scopo di indirizzare le persone verso una maggiore attenzione nei confronti della salute. Un invito a non sottovalutare sintomi o malesseri, a fare uso di farmaci solo sotto con-trollo medico, a non intraprendere variazioni dietetiche senza adeguate indicazioni, ma a rivolgersi sempre, senza esitare o rimandare, alle strutture sanitarie e, in particola-re, al medico curante. Gli autori e l’editore declinano re-sponsabilità dirette o indirette derivanti dall’applicazione arbitraria di indicazioni contenute nel testo.

ISBN 978-88-95316-14-7

© Lombar Key srl EdizioniSede legale:

Via D’Azeglio, 58 - 40123 Bologna

[email protected]

© Lombar Key, Bologna. Tutti i diritti sono riservati. Nes-suna parte di questa pubblicazione può essere fotocopiata, riprodotta, archiviata, memorizzata o trasmessa in qual-siasi forma o mezzo – elettronico, meccanico, digitale – se non in termini previsti dalla legge che tutela il diritto d’autore.

Copertina di Lorenz

Prima edizione aprile 2008

CollanaIl senso della salute

Direttore scientificoGian Franco Gensini

CuratoreAugusto Zaninelli

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Indice

Prefazione 9

Introduzione 11Trombosi: come 13Trombosi dove: nelle arterie 21Trombosi dove: nelle vene 37Trombosi dove: Embolia polmonare 50Trombosi dove: nelle vene cerebrali 54Trombosi dove: nella retina 56Trombosi dove: nelle vene o nelle arteriedell’intestino 61Trombosi dove: nella vena porta 63Trombosi dove: nella vena cava 65Trombosi chi: i giovani 67Trombosi chi: le donne 69Stress e Trombosi 88

Glossario 93

Siti Web 95

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Prefazione

La trasformazione delle esigenze generata dal passaggio da un bisogno primario di “salute” a uno più complesso di “benessere” è oggi una realtà che, a volte, non consente di affrontare, in modo strutturato, grandi temi come la prevenzio-ne delle malattie croniche o la diagnosi precoce di quelle più pericolose per la vita.La collana “Il senso della salute” si propone di dare indicazioni che rendano la persona più con-sapevole e attenta rispetto al valore della salute, in linea con la concezione attuale della medici-na, che prevede un rapporto fra medico e pazien-te fondato sul dialogo costruttivo, sulla condivi-sione degli obiettivi e su una relazione culturale paritetica.Questo tipo di approccio orientato verso il pazien-te, e non diretto al medico o alla malattia, ha di-mostrato di essere la giusta chiave per ottenere i migliori risultati di salute.Il concetto va tutelato anche rispetto all’aumento del fenomeno dell’automedicazione: ritmi di lavo-ro stressanti, mancanza di tempo, difficoltà di con-tatto con i medici, sono solitamente i motivi alla base della medicina “fai da te”, che spesso può

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provocare conseguenze gravi. Tale tendenza deve essere corretta, favorendo lo sviluppo di un’ade-guata informazione che faccia sempre riferimento al medico curante.Inoltre, se da un lato è vero che “salute” e “ma-lattia” sono il secondo gruppo di parole digitate nei motori di ricerca, dall’altro la mole di infor-mazioni che arriva sul computer è ormai tale che, se non si è abbastanza esperti, si rischia di perde-re tempo, di accedere a informazioni non garan-tite e di trovare solo in rari casi quello che vera-mente si cerca.Da qui, l’idea di questo progetto che si propone di offrire, attraverso un dialogo tra medico e pazien-te, un orientamento semplice e immediato rispetto a varie tematiche di prevenzione e cura delle ma-lattie.Gli autori rispondono, nel modo più chiaro possi-bile, a quesiti raccolti nel corso della loro pratica clinica di specialisti, fornendo, mediante utili in-formazioni, uno strumento in più verso una mag-giore consapevolezza del valore della persona.Cogliere il significato della salute e agire nella giu-sta direzione, oltre all’interesse del singolo indivi-duo, riguarda il benessere dell’intera comunità.

Augusto ZaninelliGian Franco Gensini

Introduzione

Le malattie da Trombosi colpiscono più del cancro e più di qualunque altra malattia. Ma si possono prevenire almeno in un caso su tre.Le malattie da Trombosi prendono nomi diversi in funzione dell’organo che colpiscono: Infarto, se colpiscono il cuore, Ictus, se colpiscono il cervel-lo, Embolia, se colpiscono il polmone. Nell’insie-me oggi si chiamano malattie cardiovascolari.Sono l’epidemia dei nostri giorni: e sono causate tutte dalla formazione di un Trombo, un coagulo di sangue inopportuno.Negli ultimi quindici anni la ricerca nel campo del-la Trombosi ha fatto moltissimo: abbiamo scoper-to perché in alcune famiglie ci si ammala di Trom-bosi più che in altre, sappiamo che le malattie da Trombosi non sono causate da un killer, ma da una squadra di complici, che sono più probabili in co-loro che hanno più fattori di rischio, e che possono essere evitate, in un grande numero di casi.E sappiamo che possono essere curate, presto e bene: purché vengano sospettate e diagnosticate.La probabilità di andare incontro a una malattia da Trombosi dipende da come siamo fatti, da qua-

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le assetto genetico abbiamo ereditato dalla nostra famiglia, ma anche da come ci trattiamo a partire dall’infanzia, anzi, a partire dall’inizio della vita quando siamo ancora nell’utero della madre.“Se la conosci la eviti”: per la Trombosi è un as-sioma veritiero.Trombosi: una parola che scriviamo con la T maiu-scola: per rispetto.Perché la Trombosi è un nemico, ma è battibile non solo dai farmaci, ma da noi stessi, che abbia-mo a disposizione un’arma straordinaria: l’infor-mazione.Sapere è il primo passo: dipende dalla disponibi-lità di strumenti di informazione, come questo li-bro.Riflettere sul proprio stile di vita, è il secondo: di-pende solo da noi.Modificare quello che ci mette in pericolo: dipen-de dalla nostra forza di volontà e anche da chi ci sta vicino.Ce la possiamo fare. In nome della qualità della nostra vita, di oggi e di domani. E della vita di chi abbiamo accanto.

Lidia Rota Vender

Trombosi: come

1. Che cos’è la Trombosi?È il fenomeno causato dalla formazione di un Trombo nel sangue circolante nelle arterie e nelle vene.

2. È una malattia?No, la Trombosi è il fenomeno che provoca la ma-lattia, anzi le malattie: malattie diverse che pren-dono nome dall’organo colpito. Per esempio la Trombosi coronarica provoca un Infarto del mio-cardio, la Trombosi cerebrale provoca l’Ictus.È un delitto di squadra: ci vogliono più complici per compierlo, non basta un solo killer.

3. Che cos’è un Trombo?È lo strumento con il quale la Trombosi colpisce: un coagulo di sangue che si forma in un’arteria o in una vena in un punto o in un momento in cui non si sarebbe dovuto formare, che rallenta o bloc-ca del tutto l’arrivo dell’ossigeno e del nutrimento alle cellule.

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4. È sempre grave?No: dipende dal tipo di vaso in cui si forma, che sia un’arteria o una vena, dalla dimensione del va-so, grande o piccolo, a volte addirittura microsco-pico, dall’importanza delle cellule che rimangono senza ossigeno.Le cellule soffrono comunque e sempre, quando si riduce l’arrivo delle sostanze nutrienti attraverso il sangue: ma in modo diverso.Se il Trombo si forma in un’arteria, impedisce al sangue di arrivare e riduce l’arrivo dell’ossigeno.Se si forma in una vena, impedisce al sangue di defluire, e infarcisce le cellule, che rimangono af-fogate in un sangue incapace di nutrirle.La gravità dipende anche dal tipo di Trombosi, completa o parziale, e dalla rapidità con cui il Trombo si scioglie, dal fatto che sia la prima volta che si manifesta oppure che si tratti di una recidiva, dal fatto che si frammenti e lasci partire emboli.

5. Che cos’è un coagulo?È sangue che cambia stato fisico e da liquido di-venta gel e poi crostoso.

6. Perché si forma?Per una buona intenzione: fermare l’emorragia e guidare la guarigione della ferita.

7. Quando si forma?Quando il sangue si ferma o rallenta la propria cor-sa: senza la spinta del cuore, che funge da pompa, il sangue si fermerebbe, ed entro pochi minuti sa-rebbe completamente coagulato, in tutto il corpo.

8. Che cos’è il sangue?È il fluido della vita: scorre nei vasi sanguigni e porta ossigeno, nutrimento e messaggi alle cellule, anche le più lontane; e riporta al cuore messaggi, scorie e sostanze tossiche.Passando dal polmone si libera dall’anidride car-bonica e si carica di ossigeno.Passando dal fegato e dal rene si purifica delle so-stanze nocive e si carica di sostanze benefiche.

9. Che cos’è un vaso sanguigno?È il condotto idraulico nel quale scorre il sangue: le arterie portano il sangue dal cuore alla periferia, le vene portano il sangue dalla periferia al cuore, i

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capillari sono vasi molto piccoli che costituiscono la rete di raccordo fra le arterie e le vene, e sono il punto in cui il sangue scarica il nutrimento nelle cellule e raccoglie la spazzatura.

10. Come funziona la circolazione del sangue?Funziona come un sistema idraulico chiuso, com-posto da tubi di varia dimensione, e a una via: ogni tubo contiene sangue che scorre solo in una dire-zione.Come il tronco di un albero si divide in rami sem-pre più piccoli, fino ad arrivare alle venature delle foglie, così il sistema circolatorio è composto di vasi che dal cuore alla periferia sono sempre più piccoli (arterie), dalla periferia al cuore sono sem-pre più grandi (vene).

11. Perché il sangue è liquido?Perché deve scorrere: contiene sostanze che lo rendono e lo mantengono fluido.

12. Perché il sangue coagula?Perché contiene sostanze capaci, in caso di neces-sità, di trasformare il sangue da liquido a gel.Il sangue coagula per una buona causa: per arre-

stare una emorragia, per guarire una ferita, o un tessuto infiammato perché malato. Il fenomeno della coagulazione inizia quando il sangue arriva a contatto con l’aria o con le sostanze liberate da una ferita.

13. Come avviene la coagulazione?Le vene e le arterie sono tubi elastici, foderati al-l’interno da piastrelle (endotelio) aderenti le une alle altre.Quando una ferita, un processo infiammatorio o un virus interrompono la continuità di questo rive-stimento, immediatamente accorrono le piastrine: piccole cellule, anzi, frammenti di cellule, che si accumulano le une sulle altre per fermare l’emor-ragia, cambiando forma, diventando sferiche e irte di spine, come un pesce palla o il riccio di una castagna.Attraverso le spine le piastrine spruzzano nel san-gue sostanze che richiamano i fattori della coa-gulazione, sostanze che trasformano il sangue da liquido a gel e rendono il coagulo stabile.

14. Che cosa sono i fattori procoagulanti?Sono enzimi, o proteine, definiti con numeri ro-mani (da I a XIII), che funzionano attivandosi l’un

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l’altro, come le tessere del domino, che stanno in piedi una davanti all’altra: la prima cade e travol-ge la seconda, la seconda cade e travolge la terza e così via a cascata, finché cadono tutte e formano il coagulo.

15. Che cosa sono gli anticoagulanti?Sono enzimi che sorvegliano il processo della coa-gulazione e lo tengono sotto controllo, impedendo che si estenda eccessivamente: si chiamano protei-na S, proteina C e antitrombina. Vengono attivati direttamente dai fattori procoagulanti.Il processo della coagulazione richiede alcuni mi-nuti, perché è frutto di un meccanismo complesso, e molto sofisticato, come quasi tutto in biologia e in medicina. Ogniqualvolta un fattore procoa-gulante attiva quello successivo, contemporanea-mente richiama l’attenzione degli anticoagulanti, che provvedono a limitare il processo della coa-gulazione e ad arrestarlo quando ha compiuto il suo ruolo.

16. Perché si forma un Trombo?Perché il sangue “si confonde” e forma un coagu-lo inopportuno, in un momento e in un punto in cui non lo avrebbe dovuto fare.

17. Quando si forma?

Ci vogliono almeno tre condizioni, perché si formi un Trombo:– che la circolazione del sangue rallenti;– che ci sia uno squilibrio fra le sostanze pro e quelle anti-coagulanti;– che ci sia il contatto del sangue con sostanze con le quali normalmente non entra in contatto (per esempio l’aria o il collagene o i fattori del-l’infiammazione).

18. Dove si forma un Trombo?In qualunque vaso, arteria o vena, o capillare, in qualunque organo, spesso molto lontano dal cuore (Trombosi venosa delle gambe) o a volte molto vicino al cuore (Trombosi coronarica): dovunque ci sia del sangue che scorre in un vaso, in una per-sona vivente, là si può formare un Trombo.

19. Perché le malattie da Trombosi non si chia-mano semplicemente Trombosi?

Perché fino a pochi anni fa non si sapeva che a provocarle fosse una causa comune, la Trombosi. Solo alla fine degli anni ’80 si è trovata la prova che l’Infarto miocardico è causato da un Trombo

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Trombosi dove: nelle arterie

22. Che cosa sono le arterie?Le arterie sono tubi che trasportano il sangue ossi-genato e ricco di nutrimento dal cuore alle cellule degli organi.L’arteria più importante e più grande è l’aorta, che esce direttamente dal cuore: poi, come i rami di un albero si dividono in rami sempre più sottili, an-che l’aorta genera rami che arrivano a portare nu-trimento alle cellule, tutte, anche le più lontane.I rami che escono dall’aorta si chiamano corona-rie, carotidi, renali, iliache e così via: spesso, ma non sempre, prendono il nome dall’organo o dal distretto a cui portano sangue.Le arterie sono elastiche, e risentono della pres-sione generata dal cuore, che si trasmette come un’onda: infatti può essere misurata nelle arterie delle braccia o delle gambe.

23. Perché si forma un Trombo nelle arterie?Le arterie con il passare degli anni subiscono gli insulti del tempo: possono ammalarsi di ateroscle-rosi, causata dal persistere di elevati livelli di gras-

che si forma in una arteria coronaria! E così per gli altri organi.

20. Quali tipi di Trombosi esistono?Due: arteriosa e venosa.

21. Qual è più grave?Di solito la Trombosi arteriosa, perché il ridotto apporto di ossigeno fa morire le cellule per soffo-camento. Ma anche la Trombosi venosa può essere molto grave e addirittura mortale, quando si verifi-ca nelle vene del cervello o quando si trasforma in embolia polmonare.

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si nel sangue, o di zuccheri, come accade nel dia-bete, o di una pressione del sangue eccessivamen-te elevata.A volte le arterie si ammalano per colpa delle dro-ghe, come la cocaina.O per colpa di elevati livelli di omocisteina.Oppure a causa di un virus o di un microbo che in-fiamma le pareti interne dell’arteria (arterite).Dove c’è malattia c’è infiammazione, e dove c’è infiammazione il sistema della coagulazione inter-viene per guarire la malattia formando un Trom-bo.Anche un vaso che improvvisamente si chiude o si riduce di calibro, per colpa di uno spavento, di un grande dolore, di un attacco di ansia, o di paura, può interrompere il flusso del sangue: e se il san-gue rallenta coagula e scatena una Trombosi.

24. Come si forma?Le arterie hanno una parete interna (endotelio) che è a contatto con il sangue e con ciò che il sangue contiene: cellule, proteine, zuccheri, grassi, fatto-ri della coagulazione, anticorpi. L’endotelio è una barriera che impedisce al sangue di entrare in con-tatto con i tessuti che stanno al di sotto, e filtra le sostanze che debbono passare all’interno delle cellule.

Quando questa barriera si interrompe, il sangue tende a coagulare e a formare un coagulo (Trom-bo).Invecchiando le arterie perdono elasticità, le loro pareti si incrostano di grassi, e formano placche aterosclerotiche; il loro calibro (ampiezza) si ri-duce, il sangue scorre con più difficoltà, e con un flusso meno lineare.Se l’endotelio si ammala o si rompe, il sistema della coagulazione del sangue cerca di guarirlo, formando un coagulo, cioè un Trombo, che si for-ma quindi per una buona causa: ma occupa spazio, riduce il flusso, e fa soffrire le cellule.Se il Trombo si ingrossa eccessivamente può ar-rivare a chiudere del tutto l’arteria, e far morire il territorio che quella arteria irrorava, provocando un’Ischemia e un Infarto.

25. La Trombosi arteriosa può provocare Embo-lia?

A volte frammenti di Trombo si staccano, e viag-giando nella circolazione verso la periferia rag-giungono un’arteria così piccola da chiuderla com-pletamente: questo evento si chiama Embolia.Può dare sintomi gravi. Se arriva al cervello pro-voca un Ictus, se blocca un’arteria renale o intesti-nale o della milza provoca un Infarto renale, inte-

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stinale o splenico, se colpisce le arterie delle gam-be o delle braccia provoca un’Ischemia periferica che può portare all’amputazione, se colpisce la re-tina (nervo ottico) può provocare cecità.Le arterie sono ovunque, in tutti gli organi, e in ciascuna di esse si può verificare una Trombosi o una Embolia.

26. La Trombosi arteriosa dà sempre sintomi?Non sempre. A volte il Trombo è molto piccolo e si scioglie da solo. A volte danneggia cellule che non sono dedicate a una funzione speciale, col-pendo una zona muta (ischemie silenti). A volte i sintomi compaiono solo dopo che il Trombo si è frammentato e ha provocato un’Embolia.I sintomi dipendono dall’importanza e dal grado di sofferenza delle cellule che vengono private del flusso di sangue.La gravità dipende dall’estensione del territorio a cui manca il sangue, o dall’importanza della fun-zione delle cellule private di nutrimento.Per esempio, la riduzione del flusso nella zona del cervello che comanda il linguaggio dà sintomi drammatici, anche se si tratta di una zona relativa-mente piccola.Lo stesso vale per la Trombosi dell’arteria retini-ca: se il flusso si riduce, il paziente perde la vista.

27. Che cos’è l’Aterosclerosi?È l’infiammazione di un tratto più o meno lungo di un’arteria, causata dalla presenza di grassi che gonfiano l’endotelio e formano una protuberanza, come un ascesso, che sporge nella circolazione del sangue: le piastrine accorrono per curarlo, e for-mano un Trombo.Aterosclerosi e Trombosi sono intimamente corre-late: tanto che oggi si tende sempre più a parlare di Aterotrombosi.

28. La Trombosi arteriosa è mortale?Può esserlo, dipende da quanto è importante l’ar-teria che si chiude.Per esempio, la chiusura della carotide può provo-care un danno gravissimo, perché riduce o elimina l’afflusso di sangue a una parte del cervello.

29. Che cos’è la claudicatio?È il risultato di un processo di Aterosclerosi e Trombosi delle arterie delle gambe, che provoca una riduzione del calibro di questi vasi: significa zoppia intermittente.Quando il muscolo lavora, come durante il cam-mino, ha bisogno di carburante, cioè di ossige-

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no, che arriva grazie a una dilatazione delle arte-rie delle gambe: se le arterie sono poco elastiche, o sono incrostate di Aterosclerosi, non riescono a rispondere a questa richiesta, il muscolo soffre e segnala il proprio bisogno di ossigeno attraverso il dolore (crampo). Il dolore costringe il paziente a zoppicare e poi a fermarsi, il muscolo si rilascia, e il paziente riprende a camminare; ma dopo qual-che decina di metri si ritrova nella stessa situazio-ne, con nuovo attacco doloroso.Se il paziente si trova per strada, spesso per evi-tare l’imbarazzo si ferma davanti a una vetrina, in attesa che il dolore passi: per questo si chiama an-che “malattia delle vetrine” (o arteriopatia perife-rica). In casi particolarmente gravi le dita del pie-de (più raramente delle mani) diventano fredde, pallide, dolenti, o bluastre: questi sintomi possono comparire o peggiorare in caso di bruschi cambi di temperatura dell’ambiente, o quando si abusa di sostanze vasocostrittrici (nicotina, caffeina, co-caina).

30. Come si fa la diagnosi?Con l’ecocolordoppler, un esame non invasivo che permette attraverso gli ultrasuoni di visualiz-zare l’aspetto delle pareti delle arterie e il flusso che le percorre. O con l’angiografia.

31. Si può guarire?L’Aterosclerosi è un processo degenerativo e irre-versibile: non può essere cancellata, ma può esse-re fermata, in modo che non progredisca. E si può evitare che sopra la placca aterosclerotica si formi un Trombo.I farmaci possono aiutare a migliorare la circola-zione e a ridurre i sintomi, non a restituire alle ar-terie la salute che hanno perduto.La Trombosi arteriosa può essere bloccata solo se si interviene seriamente sui fattori di rischio, an-che quelli legati allo stile di vita: in caso contrario si va senza via di scampo verso l’amputazione del-la parte colpita.

32. Chi è più colpito?Chi ha Diabete, o Ipertensione, o colesterolo o tri-gliceridi alti, o elevati livelli di omocisteina nel sangue, chi fuma, chi è figlio, fratello o sorella di qualcuno che ha avuto malattia aterotrombotica, chi ha più di uno di questi problemi.Questi si chiamano fattori di rischio: vuol dire che chi ne ha uno o più di uno ha un rischio più elevato di sviluppare malattia rispetto a chi non ne ha. La Trombosi arteriosa non è ereditaria, ma può essere ereditaria la tendenza a svilupparla.

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La malattia si manifesta solo se a un assetto gene-tico predisponente si associa il danno provocato dai fattori di rischio legati alle abitudini di vita, o a malattie intercorrenti.

33. Quali arterie sono più colpite da Trombosi?Tutte le arterie possono essere colpite: quelle che danno sintomi più gravi sono le più grandi, come le carotidi, le coronarie, l’aorta, le iliache, le in-testinali, le renali, oppure quelle che pur essendo piccole portano sangue a distretti molto importanti (coronarie, cerebrali).La gravità della malattia aterotrombotica dipende dall’importanza dell’organo che ne patisce le con-seguenze.

34. L’Aterotrombosi può colpire solo un’arte-ria?

È molto improbabile: le arterie hanno una strut-tura identica, e si ammalano per colpa di sostanze che circolano nel sangue, e poiché il sangue circo-la in tutte le arterie, le sostanze nocive le danneg-giano tutte.In un paziente con malattia delle coronarie è spesso presente anche malattia delle carotidi, o dell’aorta, o di altre arterie, perché l’Aterosclerosi è una ma-

lattia sistemica (generalizzata), anche se non tutte le arterie malate danno sintomi: ma aspettare i sin-tomi non è sempre una buona scelta.

35. Infarto è uguale a Ictus?Infarto è un termine generico che indica la morte di alcune cellule di un organo: di solito questo ter-mine viene usato per indicare l’Infarto del miocar-dio (cuore); ma si può avere anche un Infarto in-testinale, un Infarto renale, un Infarto polmonare, un Infarto cerebrale. Un tempo si tendeva a con-siderare queste malattie come malattie d’organo, e a dare loro nomi diversi. Oggi è certo che si tratta di malattie identiche che si verificano in organi di-versi, con sintomi diversi secondo l’organo colpi-to, ma sempre scatenate da una Trombosi.

36. Chi ha un Infarto rischia di avere anche un Ictus?

Il muscolo cardiaco colpito da Infarto ha subìto un danno per colpa di un’arteria coronaria malata, si muove con meno efficacia e in modo scomposto, il sangue ristagna al suo interno e forma piccoli Trombi che possono partire con la circolazione del sangue (emboli) e provocare un Ictus cerebrale.Se una coronaria manifesta segni di malattia ate-

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rotrombotica, probabilmente anche altre coronarie o altre arterie sono malate, spesso le carotidi, che portano sangue al cervello. A prescindere dall’or-gano colpito, quando si riscontra una malattia da Aterotrombosi è necessario verificare la salute di tutte le arterie, per identificare presto quelle che sono già malate, anche se non ne hanno dato se-gno.

37. L’Ictus può partire dal cuore?Sì: da una valvola del cuore malata, quando un pa-ziente ha subito la sostituzione di una valvola del cuore con una protesi meccanica e il suo sangue non è abbastanza scoagulato (fluido), quando nel cuore è presente un disturbo del ritmo che si chia-ma fibrillazione atriale, quando nel cuore è pre-sente un Forame Ovale Pervio o un Aneurisma del setto interatriale o un Trombo ventricolare (vedi glossario).

38. L’Infarto è ereditario?Una ricerca recente ha sottolineato che nelle arte-rie di giovani figli di madri o padri che avevano sofferto precocemente di Infarto si possono intra-vedere già i segni premonitori di una futura malat-tia cardiovascolare.Non si eredita l’Infarto, ma la predisposizione a

svilupparlo: meno fattori di rischio si aggiungono, meno probabile sarà l’evento.

39. L’Ictus è sempre provocato da un’ischemia o mancanza di sangue?

Su 100 Ictus cerebrali, 87 sono provocati da una riduzione del flusso di sangue causata da Trombo-si o da Embolia, 13 sono causati da una emorragia per rottura di un’arteria o di una vena cerebrale.Qualche volta un Ictus può essere ischemico e poi diventare emorragico, se il blocco della circola-zione provoca un aumento della permeabilità va-scolare con fuoriuscita di sangue nel tessuto cir-costante.

40. Anche i giovani possono essere colpiti?Sì. Spesso nei giovani concorrono l’uso di dro-ghe o di alcool in eccesso, o alterazioni delle pa-reti delle arterie che portano il sangue al cervello, causate da un incidente (dissecazione). In rari ca-si la causa è una malattia infiammatoria (arterite), o un “disordine” ormonale creato dall’utilizzo di contraccettivi (pillola), dalla gravidanza o dal par-to, o un difetto del sistema della coagulazione del sangue (trombofilia) sbilanciato in senso procoa-gulante.

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41. Che cos’è un Aneurisma?È una dilatazione di un tratto di un’arteria: spesso, ma non sempre, l’aorta. La parete si rigonfia e si assottiglia, formando una sacca, all’interno della quale si depositano grassi e cellule del sangue.Si può formare per invecchiamento e perdita di elasticità della parete arteriosa, in rari casi per un trauma.Oppure per una fragilità strutturale congenita del-la parete arteriosa.Può formarsi in qualunque arteria, ma più spesso nelle arterie che sopportano un carico di pressione maggiore: l’aorta toracica o addominale, le arterie cerebrali, a volte l’arteria retinica.

42. Che cosa ha a che fare l’Aneurisma con la Trombosi?

L’Aneurisma può provocare danni in due modi: rompendosi o disseminando in circolo i Trombi che si formano al suo interno, che prendono il no-me di Emboli. Se nella sacca aneurismatica sono presenti grandi quantità di colesterolo, queste pos-sono liberarsi nella circolazione del sangue e pro-vocare un’embolia massiva delle arterie più lonta-ne (embolia colesterinica) con necrosi dei tessuti interessati (rene, dita del piede, e anche la pelle).

43. Si può prevenire la Trombosi delle arterie?Sì, controllando e modificando i fattori di rischio: ma una prevenzione efficace deve essere iniziata presto. Pressione arteriosa, colesterolo, trigliceri-di, omocisteina, glicemia, fumo di sigaretta, pe-so corporeo, pigrizia, stress, abuso di stupefacenti: l’identificazione precoce e la correzione o l’elimi-nazione di questi fattori di rischio permette di al-lontanare la probabilità di Trombosi delle arterie.

44. Si può curare?Sarà il medico a suggerire al paziente, in funzione della gravità della malattia, la cura adatta, medica (farmaci anticoagulanti o antiaggreganti, farmaci vasodilatatori) o chirurgica: in ogni caso è indi-spensabile l’eliminazione dei fattori di rischio va-scolare legati allo stile di vita.

45. Sono indispensabili i farmaci antitrombo- tici?Quando viene diagnosticata, la Trombosi deve es-sere curata, anche se non ha dato sintomi.I farmaci anticoagulanti o antiaggreganti sono uti-li o indispensabili per chi ha già avuto un evento vascolare arterioso: rendono il sangue più fluido,

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aiutano a sciogliere il Trombo e proteggono dal ri-schio di un nuovo evento trombotico o embolico.Questi farmaci vengono usati anche in coloro che hanno più fattori di rischio vascolare non modifi-cati o non modificabili, per coloro che hanno un disturbo cardiaco che può aumentare la tendenza del sangue a coagulare (Valvulopatia, disturbi del ritmo cardiaco, ingrandimento degli atri, Trombo-si intracardiaca, Forame Ovale Pervio), per coloro che hanno una protesi valvolare cardiaca mecca-nica o biologica.I farmaci antitrombosi sono molti, oggi, grazie al progresso della ricerca scientifica; e di anno in an-no saranno disponibili farmaci sempre più specifi-ci e sempre più sofisticati: ma poiché tutti interfe-riscono con la normale coagulazione del sangue, tutti possono provocare una complicanza come l’emorragia.La probabilità di andare incontro a un’emorragia dipende da molti fattori: la corretta scelta del far-maco, l’utilizzo di dosi adeguate, la competenza del medico delegato a sorvegliare la terapia anti-trombosi, l’attenzione del paziente nel rispettare le indicazioni del medico su come e quando assu-mere il farmaco, la fragilità del paziente. Quest’ul-tima a sua volta dipende dall’età, dalla presenza di fonti possibili di sanguinamento (Gastrite o Ul-cera, Colite, episodi di emorragie nel passato, in-

tervento chirurgico molto recente), dalla presenza di Ipertensione (pressione del sangue troppo ele-vata), dalla presenza di malformazioni vascolari (Aneurismi) note o non note.Sarà compito del medico scegliere il farmaco e le dosi adatte a ogni singolo paziente, informar-lo adeguatamente sul modo corretto di utilizzare il farmaco, accertarsi che abbia ascoltato e com-preso le spiegazioni e le possibili conseguenze ne-gative, e metterlo all’erta sui sintomi che debbo-no spingerlo ad informare il medico. Un paziente bene informato e un medico attento e competente sono determinanti per la buona riuscita della cu-ra, per la sopravvivenza del paziente, per ridur-re la probabilità di andare incontro a complicanze emorragiche o a una nuova Trombosi.

46. Come capire se si è predisposti a Trombosi arteriosa?

Analizzando la storia della propria famiglia, valu-tando le proprie abitudini, cercando e correggen-do i fattori di rischio, e con esami del sangue ap-propriati.

47. Quali esami del sangue?Dosaggio di colesterolo totale e frazionato, trigli-ceridi, glicemia, omocisteinemia.

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Chi ha avuto nella propria famiglia casi di malat-tie vascolari come Infarto, Ictus, Embolia, Arterio-patia, soprattutto se accaduti in età relativamente giovane, può, dopo aver consultato il medico cu-rante, eseguire un prelievo specifico per screening per trombofilia: lo studio dell’assetto del sistema della coagulazione del sangue permette di identi-ficare o escludere alterazioni che possono essere modificate, o alterazioni geneticamente determi-nate che richiedono l’utilizzo di terapie farmaco-logiche più specifiche e per un tempo più lungo.

48. Anche i figli di chi ha avuto un evento vasco-lare devono fare esami del sangue?

Solo se nel paziente si è trovata una predisposizio-ne genetica: l’identificazione precoce di un assetto sfavorevole dovrebbe motivare a scegliere uno sti-le di vita sano, in modo da ridurre nei consangui-nei giovani il rischio di eventi futuri.Gli esami del sangue servono per trovare le cau-se che portano una persona a sviluppare un evento vascolare, o la sua tendenza a svilupparlo, ma di-ventano inutili se il paziente non segue scrupolo-samente le indicazioni del medico e non modifica i fattori di rischio legati allo stile di vita.

Trombosi dove: nelle vene

49. Come si forma una Trombosi venosa?Le vene non vengono colpite dall’Aterosclerosi, ma hanno alcune caratteristiche che le rendono particolarmente predisposte ad essere colpite da Trombosi:– possono perdere l’elasticità della parete per colpa degli ormoni (pillola, terapie ormonali so-stitutive della menopausa);– possono perdere le valvole che dovrebbero fa-cilitare la risalita del sangue verso il cuore (vene varicose);– possono essere schiacciate da un ostacolo che trovano sul loro cammino verso il cuore, per esem-pio da un addome globoso per il grasso o per una gravidanza, o da un organo ammalato e ingrandi-to, come la prostata o l’utero o le ovaie.A volte nel sangue si verifica uno squilibrio che ne aumenta la “densità”, una specie di sproporzione fra i fattori pro e anticoagulanti, o perché gli anti-coagulanti mancano o perché i procoagulanti sono presenti in eccesso. Questo accade per esempio durante una malattia infiammatoria, come la Coli-te, la Gastrite, la Broncopolmonite, l’Influenza, la

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Sinusite: i fattori procoagulanti aumentano perché molti di loro sono anche fattori che partecipano all’infiammazione e quindi alla guarigione.A volte il sistema che regola la coagulazione per ragioni ereditarie e congenite non è perfetto: al-cuni dei fattori possono essere “zoppi” o meglio “mutati”, come il fattore V (mutazione Leiden) o il fattore II (protrombina). Elevati livelli di sostan-ze procoagulanti (fattore VII, fattore VIII) sono presenti nel sangue dei fumatori: anche il livello dell’omocisteina è alto nei fumatori.Nessuna di queste situazioni è in grado da sola di provocare una Trombosi: ma più fattori di rischio sono presenti, più sale la probabilità che il sistema perda il controllo, generando una Trombosi.

50. Perché la Trombosi venosa è grave?Perché è una malattia subdola: non sempre dà se-gni di sé, a volte si manifesta solo dopo aver fatto gravi danni.E, una volta guarita, tende a ritornare, soprattutto se non è stata riconosciuta in tempo o curata con i farmaci adatti e per un tempo adeguato.Questo accade spesso nei casi di Trombosi venosa delle gambe: se viene sottovalutata, e curata male o per un tempo troppo breve, una banale Trombo-flebite (che banale non è) può cambiare la qualità

della vita di una persona, perché distrugge pro-gressivamente la parete interna delle vene, ne ro-vina l’elasticità, causa ristagno e comparsa di vene varicose e di ulcere: e dove il sangue ristagna coa-gula, aumentando la probabilità di provocare una nuova Trombosi e quindi un’Embolia.

51. È frequente la Trombosi venosa?La Trombosi è la prima causa di morte e di grave invalidità in Italia, e in tutti i Paesi industrializza-ti. La Trombosi venosa colpisce una persona su 1.000 ogni anno nella popolazione generale.

52. La Trombosi venosa può guarire da sola? Sì, a volte.La Trombosi ha una sua storia naturale: una volta formatasi, può sciogliersi da sola, oppure estender-si all’interno del vaso colpito (nelle vene il sangue va dalla periferia al cuore, quindi anche il Trom-bo si estende verso il cuore) oppure frammentarsi seminando nel sangue circolante piccoli o grandi Emboli che, una volta raggiunto il cuore, prose-guono verso il polmone, dove si infileranno nelle arterie polmonari fino a un ramo tanto piccolo da poter essere tappato, provocando un’Embolia pol-monare o un Infarto polmonare.

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53. Perché è pericoloso un Trombo nelle gambe?Perché può bloccare completamente la circolazio-ne del sangue, provocando gonfiore, dolore, rosso-re, impossibilità di camminare.Perché se si frammenta può provocare Embolia polmonare.Perché se curata male, la Trombosi ritorna, e di-strugge il sistema delle valvole contenute nelle ve-ne, rovinandone l’elasticità e provocando la com-parsa di vene varicose, o peggio di ulcere (sindro-me post flebitica).

54. Che cosa sono le varici?Sono vene dilatate e che hanno perso l’elasticità.La tendenza a sviluppare varici può essere eredi-taria: ma la loro comparsa dipende da fattori di rischio aggiuntivi, quali la gravidanza, l’obesità, la sedentarietà, l’esposizione a fonti di calore ec-cessive, l’uso di biancheria elastica troppo stretta e l’invecchiamento. Le varici provocano un danno estetico, ma soprattutto funzionale: l’esame adatto per definirne la gravità è l’ecocolordoppler.

55. Come si curano?Con le calze elastiche, portate durante il giorno. In casi selezionati si possono eliminare con un in-

tervento chirurgico. Ma si possono rendere meno evidenti modificando il sovrappeso, e alleggeren-do il ritorno del sangue verso il cuore.

56. Che cosa le provoca?Una predisposizione famigliare ereditaria.Una precedente Trombosi venosa delle gambe, su-perficiale (Tromboflebite) o profonda.Il rallentamento della circolazione del sangue cau-sato da un addome globoso, o da un organo malato che comprime le vene (linfonodi, prostata, vescica, intestino, etc). Gli estrogeni contenuti nella pillo-la anticoncezionale, che possono rendere flaccide le pareti delle vene e contribuire al rallentamento della circolazione del sangue, e facilitare la com-parsa di varici.

57. Con quali nomi si definisce la Trombosi ve-nosa?

Se colpisce vene profonde, di solito nelle gambe o nelle braccia, viene definita Trombosi venosa pro-fonda.Se colpisce le vene superficiali si chiama Trombo-si venosa superficiale, una volta definita Flebite o Tromboflebite.Se la Trombosi colpisce le gambe, di solito il pro-

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cesso di occlusione comincia nelle vene del piede o del polpaccio e si estende a quelle della coscia e poi a quelle dell’addome, oltre l’inguine, e prende il nome del vaso colpito: tibiale, poplitea, femora-le, iliaca, mesenterica.Può colpire, anche se meno frequentemente, le braccia (arto superiore) e anche in questi casi prende il nome dal vaso colpito: radiale, ulnare, ascellare, succlavia, giugulare.Se colpisce altri organi viene definita con il nome dell’organo colpito: Trombosi retinica (occhio), cerebrale (cervello), splenica (milza), portale (fe-gato), renale, intestinale, ovarica, peniena…

58. Si può sempre riconoscere? Purtroppo non sempre: spesso la Trombosi inizia in modo subdolo dalle piccole vene del piede, e non viene rilevata dall’ecodoppler, e tanto meno dall’occhio clinico.Per far diagnosi di Trombosi è necessario eseguire un ecodoppler e un prelievo di sangue dosando il Ddimero: se il Ddimero è negativo, è improbabile che ci sia Trombosi.Se il Ddimero è positivo, non vuol dire che neces-sariamente ci sia una Trombosi.Il Ddimero infatti può essere alterato per altre ra-gioni, come la presenza di uno stato infiammato-

rio e neoplastico, o per un intervento recente. Per diagnosticare una Trombosi, bisogna pensarci, e valutare la probabilità che ci sia.Un volo aereo recente e protratto oltre le 6 ore, un incidente o una ingessatura, una malattia infiam-matoria sistemica che ha richiesto allettamento, un tumore, la gravidanza o il parto recente, aver già avuto una Trombosi in passato, avere un ca-tetere venoso centrale, sono i criteri che rendono più probabile la diagnosi di Trombosi di fronte a sintomi come gonfiore, rossore, dolore, edema.

59. L’ecodoppler è sempre dirimente?Non sempre l’ecodoppler permette di porre dia-gnosi certa: a volte è negativo perché il Trombo si sta formando in vene così piccole che non possono essere valutate dall’apparecchio.Sarebbe come pretendere di fotografare anche le rughe più sottili di un volto con una macchina usa e getta, certamente non abbastanza sofisticata per vedere tutti i dettagli.

60. La Trombosi venosa dell’arto superiore è grave?

In sé è grave come tutte le altre, anche se il braccio non è considerato un “organo nobile” come il cer-

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vello o il cuore: ma chi l’ha avuta sa che può dare molto dolore e spavento.Diventa molto grave quando provoca un’Embolia polmonare. Spesso colpisce le vene superficiali del braccio nel punto in cui è stata praticata una iniezione endove-nosa di farmaci: viene definita Tromboflebite, ha una forte componente infiammatoria, si presenta con un cordone duro e molto dolente e arrossato, e si cura con i farmaci anticoagulanti, esattamente come una Trombosi profonda.

61. È rara?Si tende a pensare che si tratti di una forma di Trombosi rara e con scarse complicanze: non è vero, recenti studi hanno invece dimostrato che la Trombosi venosa dell’arto superiore ha un rischio di determinare Embolia simile a quello dell’arto inferiore.È meno frequente della Trombosi venosa profonda dell’arto inferiore: su 100 Trombosi venose, solo 2 o 3 colpiscono l’arto superiore.

62. Quali sono i fattori di rischio?In generale sono quelli comuni a tutte le Trom-bosi. Ma in questo caso i fattori di rischio locali

giocano un ruolo molto più importante: per esem-pio una malattia che rallenta il deflusso del san-gue dalle braccia al cuore esercitando una com-pressione nel mediastino, o attraverso linfonodi ingrossati nell’ascella, o nel collo. È più probabile in chi ha subito traumi all’arto superiore, ha alte-razioni ossee o muscolo-tendinee che comportano una compressione a livello della vena ascellare o della succlavia, in chi svolge attività ginnico-spor-tive che determinano un ingrossamento repentino e massiccio della muscolatura (ad esempio cultu-rismo e canottaggio); o in chi per necessità deve utilizzare cateteri venosi periferici o centrali per la nutrizione parenterale o per l’infusione di chemio-terapia o di altri farmaci.

63. Quali sono i sintomi?Gonfiore e dolore al braccio, alla mano, rossore sul decorso di una vena superficiale, comparsa di vene dilatate e bluastre sulla spalla o sul torace, cianosi (colorito bluastro) della mano.

64. Come si cura?Come tutte le Trombosi venose: con farmaci an-ticoagulanti e, se possibile, rimuovendo la causa scatenante (il catetere o la compressione).

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65. Che cos’è la Flebite?È una Trombosi che colpisce una vena superficiale con un’alta componente infiammatoria. Può essere provocata da sostanze irritanti (spesso si manifesta in una vena in cui è stata praticata una iniezione o un prelievo di sangue), oppure da pro-cessi infiammatori sistemici (malattie croniche, malattie autoimmuni).A volte è il primo sintomo di un problema più complesso e generalizzato, soprattutto quando ar-riva a ciel sereno e si ripete. Può verificarsi anche nei giovani, spesso dopo un trauma, o dopo un esercizio muscolare violento o che comporta un accrescimento rapido della muscolatura (ad esem-pio nei vogatori o in coloro che fanno pesistica).

66. Che cos’è la sindrome post-flebitica?È l’insieme di disturbi che possono manifestarsi dopo una Trombosi venosa profonda, più frequen-temente nelle gambe.L’arto colpito continua ad essere più gonfio del-l’altro, più “pesante”, compaiono macchie scure sulle pelle, si notano delle vene dilatate, nei casi più gravi compaiono ulcere, spesso a livello della caviglia.I sintomi possono iniziare quasi subito dopo la

Trombosi, ma più spesso si manifestano a distanza di tempo (da pochi mesi a qualche anno).

67. La Trombosi venosa è curabile?Certo: ma prima deve essere sospettata, poi dia-gnosticata, e poi curata. È importante che il medi-co sospetti una Trombosi, per poterla diagnosticare e curare: e che non dimentichi che deve sì curare l’organo, ma anche “riequilibrare” il sistema.In caso contrario, curata una Trombosi, se ne for-merà un altra, in un altro organo, o nel medesimo. È come se un automobile uscita di strada per colpa dei freni rotti venisse riutilizzata dopo che è stata sistemata la carrozzeria, ma non i freni: finirà pre-sto per avere un nuovo incidente.

68. Quando si deve sospettare una Trombosi ve-nosa?

Quando i sintomi descritti si manifestano in una persona che ha già avuto una Trombosi o una Fle-bite in passato, o porta un gesso per un trauma, è reduce da un intervento chirurgico (soprattutto dell’addome o della pelvi, o di chirurgia ortopedi-ca, o toracica), usa la pillola anticoncezionale, è in gravidanza o nel periodo dopo il parto, quando è, o è stata, a letto a lungo per una malattia con feb-

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bre o senza, ha avuto un Ictus cerebrale, porta un catetere venoso centrale, ha un Tumore; o è reduce da un viaggio molto lungo in aereo.

69. Come funzionano i farmaci che curano la Trombosi venosa?

I farmaci anticoagulanti riducono la capacità del sangue di coagulare e lo rendono quindi più “flui-do”. Solo in casi rari si usano farmaci trombolitici, che sciolgono il Trombo più rapidamente.I farmaci antitrombotici sono numerosi, potenti ed efficaci: quando usarli, come usarli e in quale dose deve essere deciso dal medico.I farmaci antitrombotici funzionano perché ren-dono il sangue abbastanza fluido da non generare nuovi Trombi, ma non troppo fluido, perché possa coagulare quando e dove serve.Se sono usati male possono provocare grandi guai: una nuova Trombosi o un’emorragia. Questo non accade se il paziente è ben informato e ligio e di-sciplinato nel seguire le istruzioni del medico.

70. A che cosa servono le calze elastiche?Aiutano il sangue a scorrere in profondità ridu-cendo il carico per le vene superficiali, che sono quelle che tendono a diventare varicose se non

vengono supportate. Nelle Trombosi delle gambe si usano le calze elastiche, nella Trombosi delle braccia si usano i bracciali elastici: la compressio-ne impedisce che il sangue ristagni nelle vene più superficiali che sono anche le più fragili e più fa-cilmente perdono elasticità, e nelle quali il sangue più facilmente ristagna.

71. Come si riconosce la Trombosi venosa degli arti?

La gamba (o il braccio) si gonfia, fa male anche a riposo, è calda e arrossata. La sensazione può essere quella di un crampo che non passa. Ma la diagnosi clinica della Trombosi venosa profonda, basata cioè sui sintomi e sui segni, è poco affida-bile.Quando c’è il sospetto di Trombosi, il paziente deve essere urgentemente avviato a una diagnosi strumentale, con un ecocolordoppler e con il do-saggio del Ddimero.

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Trombosi dove: Embolia polmonare

72. Cos’è l’ Embolia polmonare? È la complicanza più grave e più temuta della Trombosi venosa, superficiale o più spesso profon-da: frammenti del Trombo che si forma in una ve-na possono staccarsi ed essere trasportati dal flus-so sanguigno fino al polmone. Questi frammenti prendono il nome da un termine greco (embolo) che significa “sparato nel circolo”: se attraverso il cuore raggiungono il polmone senza essere sta-ti sciolti durante il cammino, provocano Embolia polmonare.

73. Quando si verifica?Una Trombosi venosa profonda non riconosciuta e non curata si trasforma in Embolia polmonare in 40 casi su 100: purtroppo spesso in modo subdolo, senza dare sintomi, e quindi ritardando la possi-bilità di cura. Se non viene riconosciuta e cura-ta, l’Embolia polmonare provoca un progressivo aumento delle pressioni nelle arterie polmonari con conseguente Ipertensione polmonare, una si-

tuazione clinica molto delicata, che rende molto difficoltoso il respiro.L’Embolia polmonare è tanto più probabile quanto più a lungo la Trombosi venosa è rimasta misco-nosciuta o se è stata mal curata.

74. È una malattia frequente?L’Embolia polmonare è la terza causa di malattia acuta cardiovascolare e si verifica in Italia in un caso su 100 mila abitanti: fra coloro che vengono colpiti, entro 30 giorni 11 persone su 100 avranno perso la vita.

75. Quali sono i sintomi dell’Embolia polmo- nare?Dolore al torace, mancanza di respiro, battito car-diaco frequente e, qualche volta, tosse con tracce di sangue nella saliva.Sono però sintomi non specifici e non esclusivi dell’Embolia polmonare.A volte la persona colpita da Embolia polmonare non ha alcun disturbo. Ma spesso si manifesta in chi ha i sintomi della Trombosi venosa alle braccia o alle gambe.

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76. Come si cura?Con i farmaci anticoagulanti (eparine e dicumaro-lici) e in casi particolari con i trombolitici.

77. Si guarisce del tutto?Sì, si può guarire del tutto. A volte, quando l’Em-bolia è stata grave, la pressione del sangue all’in-terno delle piccole arterie del polmone rimane al-ta, e questo richiede al cuore uno sforzo maggiore per pompare il sangue del circolo polmonare: di conseguenza il cuore, a volte, si dilata.

78. L’Embolia polmonare è ereditaria?No, come la Trombosi. Ma può essere ereditaria la predisposizione a sviluppare Embolia, per esem-pio per uno squilibrio nel sistema della coagula-zione del sangue (trombofilia).

79. Si può ripetere?Sì. Soprattutto quando non è stata curata corret-tamente e per un tempo adeguato, oppure quando non è stata riconosciuta e rimossa la causa che l’ha determinata.

80. Che cos’è la sindrome della classe econo- mica?È una Trombosi venosa profonda con o senza Em-bolia polmonare che si verifica dopo un viaggio aereo che duri più di 6 ore, in posizione scomoda e che limiti il movimento.Non si è ancora compreso che cosa scateni questo disordine della coagulazione del sangue capace di provocare la formazione di un Trombo e in alcuni casi di un Embolo: si pensa che l’immobilità pro-lungata, associata a una certa disidratazione, al-l’uso di biancheria stretta, e alla presenza di fattori di rischio legati alle abitudini e alle caratteristiche personali (fumo, estrogeni, obesità, varici) e al-l’assetto famigliare sia in grado in alcune persone di provocare uno squilibrio della coagulazione che porta a Trombosi nelle vene delle gambe, a causa del circolo rallentato.

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Trombosi dove: nelle vene cerebrali

81. Che cos’è?È la chiusura di una o più vene del cervello. Può dare sintomi meno clamorosi della Trombosi del-le arterie del cervello, ma è un evento comunque grave, che deve essere sospettato, diagnosticato, e curato. In Italia le Trombosi cerebrali arteriose o venose vengono citate congiuntamente nelle classifiche: non sappiamo quindi quanti Ictus sono provocati da Trombosi venosa e quanti da Trom-bosi arteriosa cerebrale.Ma sappiamo che in totale l’Ictus colpisce in Italia ogni anno 150.000 persone – quante gli abitanti di una città – e che è la prima causa di invalidità nelle persone adulte e la terza causa di morte.

82. Come si evita?I fattori di rischio per Trombosi cerebrale sono gli stessi delle Trombosi venose di altri distretti.Comprendono la predisposizione famigliare e la sovrapposizione di più fattori legati allo stile di vita o alle caratteristiche individuali. Alcune situazioni della vita predispongono a Trombosi di per sé; la gravidanza, l’allettamento

prolungato per una malattia febbrile, un viaggio aereo prolungato, disordini ormonali fisiologici oppure provocati da terapie. Nessuna di queste situazioni è in grado di per sé di provocare una Trombosi cerebrale, ma ciascuna di queste può concorrere ad aumentarne la probabilità.Per ridurre il rischio è indispensabile evitare il fu-mo di sigaretta e gli stupefacenti, mangiare meno grassi, meno sale, più pesce, più frutta, più verdu-ra, bere più acqua, dimagrire se il peso è ecces-sivo, tenere la pressione arteriosa sotto controllo, fare attività fisica regolare, non esagerare con gli alcoolici. E informarsi su quali sono i sintomi che possono mettere all’erta.

83. Quali sono i segnali?Difficoltà nel muovere un braccio o una gamba, diminuzione della sensibilità.Sensazione di bocca “storta”.Difficoltà nell’articolare le parole, o nel compren-dere quello che viene detto.Perdita di una parte del campo visivo.Mal di testa improvviso e molto violento.Perdita di coscienza.Nel dubbio e in presenza di sintomi come questi, è sempre prudente chiamare il 118 o farsi portare subito in ospedale.

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Trombosi dove: nella retina

84. Cos’è la retina?La retina è la parte terminale del nervo ottico e sta nella parte posteriore dell’occhio: guardando dentro la pupilla con strumenti adatti si riesce a vedere la retina.Come tutti gli organi, la retina ha una arteria che la nutre e una vena che porta via il sangue cari-co di scorie. Il circolo del sangue nella retina è particolare non solo perché può essere osservato dall’esterno, ma anche perché i vasi sono partico-larmente piccoli.

85. Che cos’è la Trombosi retinica?È la formazione di un Trombo che si forma in un ramo dell’arteria o della vena retinica. In entram-bi i casi si manifesta all’improvviso, spesso senza una causa apparente.È molto grave, perché colpisce una funzione mol-to delicata come la vista.Ma a volte può formarsi in una parte della retina che non “vede” e quindi non manifestarsi affatto.

Ma le cause che hanno generato il disordine che ha provocato la Trombosi ne provocheranno presto un’altra, e la funzione visiva sarà compromessa.Quanto più estesa è l’area colpita dalla Trombosi, tanto più gravi saranno i sintomi.

86. Quali sono i sintomi?L’occlusione dell’arteria centrale della retina pro-voca danni assai gravi.Si manifesta con un improvviso e totale calo della vista, senza alcun dolore.La chiusura del vaso infatti determina un’Ische-mia retinica totale che può causare in pochi minuti danni irreversibili al delicato tessuto nervoso reti-nico.L’occlusione della vena retinica è un evento molto più frequente di quella dell’arteria e con una pro-gnosi generalmente migliore.Ogni anno, questa malattia colpisce circa 100 mila italiani (2,5 italiani su 1.000 sopra i 40 anni e 5 sopra i 60 anni) e in molti casi porta alla cecità (nel mondo è la seconda causa di cecità per motivi retinici).I sintomi sono più o meno gli stessi della Trombo-si arteriosa ma possono essere più frequentemente reversibili, soprattutto se il ramo colpito non è la vena centrale.

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Chi viene colpito da Trombosi venosa retinica co-mincia a vedere male da lontano e da vicino, o ve-de scomparire all’improvviso una parte del campo visivo.La diagnosi è semplice se è possibile eseguire una fluorangiografia.

87. Quali sono le cause?Glaucoma, Ipertensione arteriosa, Diabete, squili-bri ormonali, disturbi del ritmo del cuore, dilata-zione del cuore possono essere fattori di rischio.A volte la colpa è di un Embolo partito dal cuore e che non si è sciolto durante il cammino: può es-sersi formato per colpa di una fibrillazione della parte alta del cuore (Fibrillazione atriale), o per la presenza di un passaggio del sangue fra la parte destra e la parte sinistra del cuore (Forame Ova-le Pervio) presente dalla nascita e spesso del tutto innocua (è presente in 30 persone su 100 nella po-polazione sana), oppure per un Embolo partito da una carotide malata (Placca aterosclerotica).Spesso riconosce un complice in un disordine transitorio o permanente della coagulazione del sangue o in elevati livelli di omocisteina, un ami-noacido che circola nel sangue, che quando supera i livelli normali può “irritare” le pareti delle arterie e delle vene e scatenare la formazione di un Trom-

bo. Ma della Trombosi della retina purtroppo non sappiamo ancora abbastanza.

88. Come si cura?La Trombosi venosa retinica era considerata fino a pochi anni fa una patologia non trattabile al punto che l’American Academy of Ophthalmology con-siglia di avviare questi pazienti, destinati alla per-dita della vista, ad un supporto psicologico.Oggi si ottengono buoni risultati con i farmaci an-ticoagulanti o antiaggreganti, secondo che si tratti di una Trombosi venosa o arteriosa, e secondo la causa che si sospetta l’abbia provocata.Molti pazienti con Trombosi retinica hanno un livello di omocisteina aumentato, in questo caso correggendo i livelli di omocisteina si riduce il ri-schio di un nuovo episodio.A volte può essere utile intervenire con il laser per limitare i danni.

89. Si può prevenire?Come sempre quando si parla di malattie vasco-lari la migliore cura è la prevenzione: riconoscere presto e ridurre i fattori di rischio generali (Iper-tensione arteriosa, malattie cardiovascolari, Dia-bete mellito, Aterosclerosi, Dislipidemie) e loca-

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li (Glaucoma). Le brusche e transitorie riduzioni della capacità visiva sono importanti campanelli d’allarme, perché possono precedere attacchi ische-mici cerebrali.

Trombosi dove: nelle veneo nelle arterie dell’intestino

90. La Trombosi può colpire anche l’intestino?Certo, quando il Trombo si forma in un’arteria o in una vena del circolo mesenterico o addominale.

91. Chi rischia di più?Questi tipi di Trombosi sono più frequenti nei ma-schi con più di 50 anni che soffrono di malattia sistemica infiammatoria o neoplastica, di insuffi-cienza cardiaca, oppure hanno già avuto in passa-to Trombosi o Embolia, o hanno segni di malattia arteriosa periferica. Ma possono colpire anche le donne.

92. Come si manifesta?Con un dolore addominale improvviso, a volte esteso a tutto l’addome o irradiato al dorso, con o senza febbre alta, ma spesso con una differenza tra la temperatura rettale e quella ascellare, con diar-rea o vomito e chiusura dell’alvo a feci e gas (oc-clusione intestinale): a volte con sangue nelle feci.

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Può essere scambiata per una appendicite acuta o per una peritonite.

93. Che cosa provoca?Se non si interviene in fretta, si rischia la peritonite o l’ischemia di un tratto dell’intestino con conse-guente necrosi e a volte perforazione dell’organo fino allo shock.

94. Come si cura?Come tutte le Trombosi, con farmaci antiaggre-ganti oppure anticoagulanti, o trombolitici. Ma spesso è necessario intervenire chirurgicamen-te per asportare una parte dell’intestino.Comunque è sempre importante andare a cercare la cause che hanno provocato la Trombosi.

Trombosi dove: nella vena porta

95. Che cos’è il circolo portale?È un insieme di vene, di cui la principale si chiama vena porta, che raccoglie tutto il sangue delle vene del fegato e lo porta verso la destinazione finale, il cuore.

96. Come accade?Quando il fegato è sclerotico o cirrotico, la circo-lazione del sangue al suo interno si altera, e ral-lenta. Il fenomeno può provocare la formazione di Trombi nei rami portali, che si estendono alle vene sovraepatiche; questo disordine provoca un aumento della pressione all’interno del fegato ma anche in tutti gli altri vasi venosi affluenti della vena porta. Si dilatano le vene dell’intestino e dello stomaco ma anche le vene dell’esofago, che diventano tortuose e si affacciano alla superficie interna dell’esofago, talora fino ad arrivare a rom-persi (varici esofagee).La rottura delle varici esofagee è un evento parti-colarmente drammatico perché provoca una emor-ragia di sangue copiosa dalla bocca, che spaventa

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molto il paziente. Il rallentamento della circola-zione nel sistema venoso addominale può portare alla perdita di liquidi che si raccolgono nella cavi-tà addominale (ascite).

97. Quali sono le cause?La Trombosi della vena porta può essere idiopa-tica (vale a dire che non si riesce a individuare la causa scatenante) oppure può essere la conseguen-za della tendenza del sangue a coagulare troppo, come si verifica nei pazienti che assumono ormoni o che hanno un tumore o una malattia del sangue che provoca un aumento dei globuli rossi o delle piastrine.

98. Come si cura?Con un intervento chirurgico che riduce la pres-sione all’interno del circolo portale, creando un collegamento diretto con la vena cava. Oppure in casi selezionati con farmaci anticoagulanti.

Trombosi dove: nella vena cava

99. Che cos’è la vena cava?È una grande vena che raccoglie tutto il sangue proveniente dalle vene di tutti gli organi e lo porta al cuore; percorre il cammino inverso rispetto al-l’arteria aorta, accanto alla quale si trova.Quando un Embolo si stacca da una Trombosi ve-nosa delle gambe passa nella cava prima di arriva-re al cuore. A volte un Trombo si forma nella cava per colpa di una malattia neoplastica o infiamma-toria del rene, dell’ovaio, del fegato, dei linfonodi che la schiacciano.A volte si forma per colpa di una malformazione della cava, che ha un lume contorto o reticolato.La Trombosi della cava è sempre un evento par-ticolarmente grave, perché si tratta di una vena grande e importante: ma può essere curata come tutte le Trombosi venose con i farmaci anticoagu-lanti.

100. Che cos’è un filtro cavale?È un dispositivo a cestello che viene introdotto nella vena cava per fermare eventuali emboli che

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partono da una Trombosi delle vene delle gambe. Viene utilizzato solo in casi molto selezionati e quando la terapia anticoagulante non può essere usata perché non funziona oppure perché il pa-ziente ha una emorragia in corso.

101. Si deve tenere per sempre?Esistono filtri permanenti e filtri rimovibili. Nel primo caso il paziente dovrà utilizzare per tutta la vita farmaci anticoagulanti, nel secondo caso solo finché il filtro non verrà rimosso.

Trombosi chi: i giovani

Le malattie vascolari da Trombosi sono più pro-babili con il passare degli anni, ma le statistiche rivelano che si verificano anche prima dei 40 an-ni, talora perfino nell’adolescenza e nell’infanzia, e nei neonati: su 100 Trombosi, 3 colpiscono per-sone che hanno meno di 40 anni.In Italia la Trombosi colpisce circa 15.000 giova-ni e bambini ogni anno.

102. Che cosa causa la Trombosi nei giovani?Spesso squilibri del sistema della coagulazione del sangue o metabolico (assetto trombofilico): carenza di fattori anticoagulanti, mutazioni gene-tiche dei fattori della coagulazione, elevati livelli di omocisteina.Grazie ai progressi della ricerca scientifica oggi siamo in grado di scoprire in oltre metà dei casi l’alterazione del sangue che ha contribuito a deter-minare la Trombosi.

103. Dove colpisce?Esattamente come nell’adulto, la Trombosi nel bambino o nel neonato può colpire le arterie o le

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vene, in qualunque distretto. Spesso nelle giovani donne la Trombosi si manifesta nel momento in cui assumono la pillola contraccettiva, o in conco-mitanza con una gravidanza o con una interruzio-ne di gravidanza, o dopo il parto. Nei giovani atleti si verifica a volte quando si sot-topongono a esercizio fisico intenso che provoca un aumento massiccio e rapido delle masse mu-scolari, le quali comprimono le vene, soprattutto nel torace, rallentando il deflusso del sangue verso il cuore.

Purtroppo spesso la diagnosi nei giovani, e so-prattutto nei bambini, viene posta in ritardo, per-ché il medico fa fatica a capire di trovarsi di fronte a un Ictus o a una Embolia arteriosa periferica in un neonato.Per dare un contributo a risolvere questo enor-me problema, ALT, Associazione per la Lotta alla Trombosi ha finanziato la creazione di un Registro delle Trombosi infantili, che permetterà a tutti i medici di condividere le proprie conoscenze e i casi di Trombosi nei bambini in modo da arrivare a una migliore definizione delle possibilità di dia-gnosi e di cura (vedi sito di ALT www.trombosi.org).

Trombosi chi: le donne

Le donne credono che la minaccia più grave per la loro salute sia il Tumore della mammella, e che le malattie vascolari da Trombosi siano un perico-lo trascurabile o secondario.Le ricerche epidemiologiche più recenti hanno di-mostrato che è molto più probabile che una donna vada incontro a una Trombosi coronarica che non a un Tumore della mammella.Le malattie da Trombosi colpiscono il doppio dei tumori, anche nelle donne.E possono essere evitate, almeno in un caso su tre: negli uomini e nelle donne.Le donne sono diverse dagli uomini, non soltan-to per il loro aspetto anatomico, ma anche per le loro caratteristiche biologiche e fisiologiche: le arterie delle donne sono più piccole, si ammalano in modo più subdolo; le donne soffrono spesso di anemia, con un ridotto apporto di ossigeno: e i farmaci che prevengono le malattie vascolari ne-gli uomini spesso nella donna non sono altrettanto efficaci.Oggi è sempre più chiaro che le donne sono me-no colpite dalle malattie vascolari fino ai 50 anni, ma con il passare degli anni perdono questo van-

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taggio. Dopo la menopausa la protezione legata a all’assetto ormonale viene meno, e lascia le donne esposte al rischio di incorrere in un Ictus o in un Infarto, spesso sottovalutato.Le arterie e le vene delle donne si ammalano quanto e come quelle degli uomini: e quando la Trombosi colpisce ha una prognosi nettamente più sfavorevole.Le donne colpite da Infarto o da Ictus muoiono più degli uomini: forse anche per un ritardo nella diagnosi e quindi nella cura, legato alla diffusa ed errata convinzione che queste malattie nelle don-ne siano meno probabili.In Europa 55 donne su 100 muoiono per malattie vascolari, e 40 uomini su 100: l’Ictus è nell’uomo la terza causa di decesso, nella donna è la secon-da. Le donne che sopravvivono all’Ictus sono più spesso non autosufficienti, rispetto agli uomini: le conseguenze della Trombosi cerebrale sono l’ina-bilità e la demenza, con un impatto facilmente im-maginabile sulla famiglia e sull’intera società.Solo 13 donne su 100 considerano le malattie da Trombosi come un nemico da combattere: la Trombosi invece è la minaccia più grave per la qualità e per la durata della loro vita futura.Credendo di essere protette, le donne fanno me-no attività fisica, non controllano il livello del co-lesterolo nel sangue (40 su 100 fra le donne con

più di 55 anni hanno il colesterolo elevato!), né la pressione del sangue (oltre i 45 anni solo me-tà delle donne ha una pressione arteriosa accet-tabile), hanno imparato a fumare e non vogliono smettere, sono sovrappeso, hanno il Diabete e non lo sanno.

104. Il sovrappeso causa Trombosi?Sovrappeso e obesità sono fattori di rischio per malattie da Trombosi arteriosa e venosa: il grasso distribuito a livello addominale (giro vita) corri-sponde al grasso interno, ed è un fattore di rischio per Trombosi coronarica e Ictus cerebrale. Un addome globoso rallenta il ritorno del san-gue al cuore, provoca dilatazione delle vene delle gambe e, a volte, Trombosi delle vene superficiali (Tromboflebiti) o profonde (Trombosi venosa pro-fonda).

105. E il colesterolo?Elevati livelli di colesterolo aumentano il rischio di Trombosi arteriose.Il colesterolo è un grasso indispensabile per un corretto funzionamento delle cellule, soprattutto del cervello, ma diventa pericoloso quando è trop-po: provoca Aterosclerosi e infiammazione delle

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pareti delle arterie, e quindi di conseguenza Trom-bosi.

106. E il fumo?Il fumo di sigaretta interferisce con i normali mec-canismi antiossidanti che proteggono le arterie, aumenta il livello di fattore procoagulante VII e di omocisteina nel sangue, e quadruplica il rischio di Trombosi in giovani donne che assumono or-moni.

107. E lo stress?È forse il fattore di rischio più temuto ma è il me-no quantificabile: certamente un elevato livello di stress che perdura nel tempo può provocare aumento della coagulabilità del sangue e quindi Trombosi. Anche la depressione viene classifica-ta come situazione che provoca un aumento dello stress: ambedue si combattono rimuovendone le cause ma anche aumentando l’attività fisica quo-tidiana.

108. Il Diabete provoca Trombosi?Il Diabete è un fattore di rischio per malattie da Trombosi arteriosa soprattutto nelle donne, che

sono colpite più spesso degli uomini, ma se ne ac-corgono tardi.Alti livelli di glicemia (zuccheri circolanti nel san-gue) provocano Aterosclerosi e poi Trombosi: gli zuccheri non arrivano a destinazione nelle cellu-le, costrette a lavorare in sofferenza per scarsità di carburante, e circolano nel sangue provocando “irritazione e infiammazione” della parete delle arterie, che rispondono con la formazione di plac-che aterosclerotiche più o meno grandi, che a loro volta attivano i meccanismi che portano alla for-mazione di Trombi.Le persone che hanno il Diabete oggi vengono considerate ad elevato rischio di malattie cardio-vascolari almeno quanto coloro che hanno già avuto un Infarto o un Ictus cerebrale.Misurare la glicemia di tanto in tanto, soprattutto se ci sono stati casi di Diabete in famiglia e se si è in sovrappeso, permette di identificare e neutraliz-zare questo nemico prima che provochi danni.

109. Serve il medico per valutare il rischio?Non sempre e non solo: la donna da sola può fare una valutazione del proprio rischio, guardandosi allo specchio, misurando la pressione del sangue, controllando la qualità e la quantità di quello che mangia ogni giorno, dando un’occhiata alla storia

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della propria famiglia, soprattutto padre, madre, fratelli e sorelle.E parlandone con il medico di famiglia, che è sem-pre il primo interlocutore.

110. La dieta aiuta a prevenire la Trombosi?Peso e dieta sono strettamente correlati: se ridurre il peso aiuta a prevenire la Trombosi, fare dieta per ridurre il peso è una buona idea.Ma più che fare dieta ha senso scegliere fin da pic-cole un’alimentazione equilibrata: ricca di verdura e di frutta, povera di grassi animali (carne, latte, uova, formaggio), ricca di fibra (verdura e frutta almeno cinque porzioni al giorno + cereali inte-grali). È più facile non ingrassare che perdere peso più avanti.Quando è ormai è tardi, si ricorre alla dieta: ma nessuna dieta funziona senza attività fisica.

111. La Trombosi può colpire in gravidanza?La gravidanza provoca un rallentamento del circo-lo nelle vene delle gambe, perché il progressivo e inevitabile aumento di volume dell’addome com-prime le vene che riportano il sangue al cuore.Gli ormoni della gravidanza rendono più morbide

le pareti delle vene, che perdono elasticità, e alte-rano l’equilibrio fra fattori pro e anti-coagulanti.Questo disordine può, in alcune donne che hanno una famigliarità per Trombosi o hanno un sistema della coagulazione già tendente a coagulare trop-po, provocare una Trombosi, di solito nelle vene delle gambe, a volte in altri organi.

112. Una donna con Trombosi deve interrompe-re la gravidanza?

No, a meno che non sia a rischio la vita sua o quel-la del bambino.La Trombosi anche in gravidanza può essere cu-rata, con farmaci che non oltrepassano la barriera placentare (eparina) e non raggiungono il feto.

113. Una donna in terapia anticoagulante può cominciare una gravidanza?

I farmaci anticoagulanti orali possono causare mal-formazioni nel feto, soprattutto se presi in alcune fasi della gravidanza: è prudente che una donna in terapia anticoagulante abituale chieda consiglio al suo medico prima di avviare una gravidanza, preparandosi e sostituendo i farmaci per bocca con farmaci sottocute (eparina), che non oltrepassano la barriera placentare, non raggiungono il bambi-

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no, e non aumentano il rischio di emorragie nella madre.

114. La gravidanza provoca Trombosi?La gravidanza quadruplica il rischio di Trombosi nella donna.Chi parte con un rischio già di per sé elevato do-vrebbe quindi, prima di iniziare una gravidanza, verificare il proprio stato di salute con il medico curante, al quale spetta suggerire eventuali esami preliminari.La gravidanza di per sé provoca una alterazione ormonale che sbilancia il sangue in senso pro-coagulante, e l’aumento del volume dell’addome rallenta il ritorno del sangue al cuore nelle vene, fino a provocare in alcuni casi la comparsa di vene varicose o dilatazioni del circolo venoso anche a livello del pube o del plesso emorroidario: a volte in questi distretti si manifesta una Trombosi.Le calze elastiche facilitano il ritorno del sangue al cuore e aiutano a prevenire la Trombosi nelle gambe nelle donne in gravidanza.

115. L’aborto provoca Trombosi?Il rischio di Trombosi è più alto dopo una inter-

ruzione di gravidanza: piccoli Trombi si possono formare nelle vene delle gambe o della pelvi e possono provocare un’Embolia polmonare.

116. Come si calcola il rischio di Trombosi?Il rischio di sviluppare malattie vascolari non è mai uguale a zero. Aumenta con l’età e con l’ag-giungersi di altri fattori di rischio, che si sommano all’assetto ereditario.Per calcolare il proprio rischio di malattie cardio-vascolari nei prossimi dieci anni, ma soprattutto per capire come si riduce il rischio se cambiamo qualcosa nel nostro stile di vita, il Ministero della Salute in Italia ha diffuso le tabelle elaborate dalla Società Europea di Cardiologia (vedi sito).

117. La pillola anticoncezionale può provocare Trombosi?

Su 1.000 donne che utilizzano la pillola contrac-cettiva 5 rischiano di avere una Trombosi di qua-lunque distretto, più spesso venoso.D’altra parte sospendere la pillola può aumentare il numero di interruzioni di gravidanze indesidera-te e l’aborto è di per sé una situazione di aumenta-to rischio per Trombosi.

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Prima di utilizzare la pillola, è bene consultare il medico curante che, in base alla storia famigliare e ai fattori di rischio specifici della paziente, potrà calcolare il rischio di Trombosi, chiedere accerta-menti e dare un giusto suggerimento. Ogni donna può ridurre da sola il rischio di Trombosi corre-lato all’utilizzo di terapie ormonali, sapendo, per esempio, che il fumo di sigaretta quadruplica il ri-schio di Trombosi in giovani donne che fanno uso della pillola anticoncezionale.

118. …e il cerotto anticoncezionale?Recentemente la FDA (Food & Drug Administra-tion), che sorveglia negli USA i farmaci e la salute pubblica, ha allertato i medici sui rischi correlati all’utilizzo del cerotto contraccettivo: gli ormoni liberati dal cerotto vanno comunque in circolo nel sangue e in quantità maggiori di quanto accade durante l’utilizzo della pillola per bocca, anche se non è ancora certo che questo si accompagni a un maggiore rischio di Trombosi.

119. Che cosa sono le alterazioni che predispon-gono a Trombosi?

Se i fattori procoagulanti sono imperfetti, o sono troppo abbondanti, o se gli anticoagulanti sono

scarsi, o imperfetti, il sistema della coagulazione si sbilancia e può provocare un eccesso di coagu-lazione, che porta alla formazione di un Trombo.Un fattore V mutato (mutazione Leiden) può non essere in grado di allertare il sistema degli anti-coagulanti, soprattutto in concomitanza con fatto-ri di rischio interferenti, come la pillola, il fumo di sigaretta, la gravidanza, la circolazione venosa rallentata: la probabilità di Trombosi in donne con la mutazione è più alta che non in donne con un fattore V normale.Circa 2 donne su 100 hanno questa mutazione nel-la popolazione generale, ma non tutte debbono per forza sviluppare una Trombosi: la mutazione non è una malattia, è un difetto che provoca malattia solo se si accompagna ad altri fattori di rischio.Ognuno di noi produce due squadre di ogni sin-golo fattore della coagulazione: di una squadra ha ereditato i codici dalla madre, dell’altra dal padre.Una mutazione eterozigote significa che solo uno dei genitori ha trasmesso il codice anomalo, omo-zigote significa che ambedue hanno trasmesso il difetto.A sua volta la madre portatrice della mutazione avrà una probabilità su due di trasmettere la muta-zione al figlio o alla figlia.Quanto detto per il fattore V Leiden vale anche per la mutazione della Protrombina.

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120. La mutazione della MTHFR è pericolosa?La Metilen Tetra Hidro Folato Reduttasi o MTHFR è un enzima, uno spazzino addetto ad eliminare dal sangue l’eccesso di omocisteina, aminoacido deriva-to dalla metionina che assumiamo con il cibo. Se lo spazzino è difettoso (mutato), oppure non ha suffi-ciente “carburante” a disposizione (vitamine B) può non riuscire a far bene il suo lavoro: i livelli di omo-cisteina nel sangue aumentano, irritano le pareti delle arterie o delle vene, il sistema della coagulazione inter-viene per guarirle e provoca Trombosi.Questa immagine poco scientifica ma semplice illu-stra i meccanismi complessi che possono portare al-la formazione di Trombi nelle vene e nelle arterie di persone con elevati livelli di omocisteina nel sangue. L’imputato comunque non sembra essere lo spazzi-no, ma l’omocisteina: se questa si mantiene bassa, anche in presenza di un enzima difettoso, il rischio di Trombosi è uguale a quello di coloro che non hanno il difetto. Elevati livelli di omocisteina possono esse-re normalizzati con l’utilizzo di vitamine del gruppo B, sotto controllo del medico. L’omocisteina aumen-ta nelle donne che fumano.

121. Le donne devono fare lo screening per la trombofilia prima di una gravidanza?

No. Solo le donne che hanno già avuto una Trom-

bosi, o che hanno in famiglia casi di Trombosi o di Embolia, soprattutto se avvenuti durante gra-vidanza o senza cause scatenanti e in età precoce (prima dei 65 anni), possono valutare con il pro-prio medico di fiducia l’opportunità di eseguire questi test. In alcuni casi un assetto trombofilico può essere responsabile della difficoltà di iniziare o portare a buon fine una gravidanza.

122. Il fumo aumenta il rischio di Trombosi nel-le donne?

Negli ultimi 20 anni in Italia le donne hanno im-parato a fumare di più: oggi fumano 24 donne su 100! Non a caso sono aumentati i casi di Trombosi coronarica nelle donne.Il fumo danneggia le arterie, la pelle, i polmoni, il cervello, i denti, lo stomaco, l’intestino, le corde vocali, la vescica, tutti gli organi: chi fuma è più a rischio di sviluppare Diabete.Il fumo riduce la riserva di ossigeno necessaria a tutte le cellule, alle fibre muscolari, al cuore, al cervello, a tutti gli organi.La nicotina è un vasocostrittore, alza la pressione del sangue e aumenta la frequenza cardiaca, e in alcune persone può provocare una importante va-socostrizione periferica (cianosi delle labbra, delle unghie).

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Il monossido di carbonio limita la capacità del san-gue di trasportare ossigeno, tutte le cellule ne sof-frono, molte muoiono. Il fumo provoca l’aumen-to di alcuni fattori procoagulanti nel sangue (VII, VIII, fibrinogeno). Le sostanze tossiche inalate con il fumo di sigaretta provocano infiammazio-ne delle pareti delle arterie, con progressione della aterosclerosi e peggioramento delle placche atero-sclerotiche, che possono rompersi e richiamare i fattori della coagulazione a formare un Trombo.Chi fuma un pacchetto di sigarette al giorno ha circa il doppio delle probabilità di avere un Infarto rispetto a un non fumatore: il fumatore colpito da Infarto ha meno probabilità di sopravvivere.Il fumo peggiora anche l’angina (dolore al petto causato da un restringimento transitorio o per-manente di una arteria coronarica) e aumenta la gravità, la frequenza e la durata degli attacchi e il rischio che l’angina si trasformi in Infarto.

123. Il peso aumenta il rischio?Con il passare degli anni la donna ha difficoltà a mantenere un peso accettabile: si riduce la vo-glia e la possibilità di fare attività fisica, si tende a mangiare di più, il metabolismo rallenta e la mas-sa muscolare diminuisce, e si riduce la necessità calorica.

Poiché noi tutti siamo il prodotto genetico dei no-stri genitori, chi ha genitori obesi deve impegnarsi presto e bene per non ingrassare.Uno studio americano condotto in 20 anni su 88.000 donne tra i 34 e i 59 anni ha dimostrato che le donne obese che non fanno attività fisica (com-binazione spesso presente e logicamente intuibile) hanno un rischio triplicato di malattie vascolari da Trombosi. Le donne obese ma che svolgono at-tività fisica hanno un rischio doppio rispetto alle donne di peso normale.Le donne con un peso normale ma che non fanno attività fisica hanno comunque un rischio maggio-re del 50% rispetto alle donne magre e attive.Una donna obesa, fumatrice, pigra rischia una ma-lattia da Trombosi dieci volte più di una donna di peso normale, che non fuma e che svolge attività fisica regolare.Non è ancora chiaro quali siano i meccanismi con i quali l’obesità provoca malattie vascolari: è certo che la donna obesa è più facilmente anche ipertesa e diabetica.

124. Conta la distribuzione del grasso?La quantità del grasso sottocutaneo si correla con un aumento del rischio vascolare. Ma anche la distribu-zione del grasso sembra essere determinante.

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Una donna può avere una silhouette maschile “a mela” con il grasso concentrato sullo stomaco e sul giro vita, oppure a “pera”, con il grasso con-centrato soprattutto sulle cosce.Le “pere” hanno un rischio vascolare minore ri-spetto alle “mele”, ma pur sempre un rischio mag-giore di chi non è né pera né mela, ma è in forma!Gli ormoni femminili influenzano la quantità e la distribuzione del grasso nel sottocute ma anche nel sangue: il giro vita di una donna non dovrebbe mai misurare più dell’80% della misura dei fianchi.La donna “pera” potrebbe avere un livello di pro-tezione più elevato rispetto alla “mela”: ma la pro-tezione regalata da questi ormoni non è eterna!La “mela” è più spesso fumatrice: il fumo di siga-retta potrebbe alterare l’equilibrio degli ormoni e favorire le malattie vascolari.

125. Lo stato d’animo favorisce la Trombosi?Sì. Uno studio recente ha sottolineato che le donne scontente e oberate di impegni e di responsabilità e con bassi livelli di autostima corrono il rischio di andare incontro a depressione: questo stato costi-tuisce un fattore di rischio, proprio come familia-rità, Ipertensione, Diabete. La depressione si asso-cia ad alterazione dei fattori della coagulazione, a disturbi del sonno, ad aritmie.

126. Le donne irritabili rischiano di più?Sì. Le donne che vanno facilmente in collera han-no un rischio di Infarto triplicato: l’adrenalina pro-dotta in eccesso provoca uno spasmo delle arterie, che, se malate di Aterosclerosi, possono chiudersi e provocare ischemia.

127. La menopausa favorisce la Trombosi?Menopausa è la fase della vita della donna in cui scompare definitivamente e naturalmente il ciclo mestruale: questo si verifica per un importante cambiamento dell’equilibrio ormonale della don-na, poiché cala il livello degli estrogeni e la donna perde la possibilità di avere un figlio.Il nuovo assetto ormonale si riflette su tutte le cellule e sugli organi (arterie e vene, ossa, pelle, mammelle, vagina, vescica, uretra, cuore e cervello...), e anche sulla tendenza del sangue a coagulare, che aumenta.

128. Gli ormoni proteggono dalla Trombosi?Quelli naturali e fisiologici prodotti dal corpo della donna durante l’età fertile sì, quelli sintetici no. Gli ormoni sintetici che si assumono per ritardare la me-nopausa (terapia ormonale sostitutiva o HRT) non hanno a lungo termine alcun effetto protettivo nei

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confronti dell’Infarto o dell’Ictus cerebrale, anzi pos-sono causare un aumento del rischio di malattie da Trombosi in donne con un assetto trombofilico non noto. È stato anche messo in dubbio che proteggano dall’osteoporosi: i ricercatori che hanno tenuto sotto osservazione per molti anni un numeroso gruppo di donne che assumevano HRT, hanno osservato che la densità dell’osso migliora ma solo fino a quando la terapia è in corso: dopo un anno dalla sospensione dell’HRT la struttura ossea ritorna quella di partenza. Recentemente uno studio americano è stato interrot-to per l’elevato numero di eventi vascolari in donne che assumevano HRT.Insomma, oggi la terapia ormonale sostitutiva dovreb-be essere prescritta solo alle donne che hanno sintomi da menopausa tanto importanti da interferire con la qualità della vita (vampate, tachicardia, aritmia, distur-bi del sonno, irrequietezza, secchezza vaginale, distur-bi dell’umore), e che non siano a rischio per Tumore della mammella o per malattie vascolari da Trombosi; la terapia dovrebbe comunque essere assunta solo per brevi periodi, e alle dosi più basse possibili.

129. La Trombosi è più probabile dopo la meno-pausa?

Sì: ma poiché l’avanzare del tempo non si può ar-

restare, si può solo intervenire riducendo i fattori di rischio. Non fumare, alimentarsi in modo sano ed equilibrato, fare attività fisica moderata tutti i giorni, ridurre il sovrappeso: così si riduce il ri-schio di Infarto del miocardio del 30%.

130. In menopausa è più probabile la Trombosi coronarica?

Dipende dalla predisposizione famigliare e dai fattori di rischio presenti: la donna in menopausa ha un rischio vascolare uguale a quello di un uomo coetaneo, ma è in qualche modo impreparata, per essere stata protetta durante la vita fertile dagli or-moni naturali prodotti dall’organismo.

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Stress e Trombosi

131. Lo stress provoca l’Infarto?L’Infarto è la conseguenza di una Trombosi che si verifica nelle arterie coronarie, che portano san-gue, ossigeno e nutrimento al muscolo cardiaco (cuore) che deve continuare a battere per garantire una buona circolazione del sangue.Se le coronarie si restringono o si chiudono per colpa di una placca aterosclerotica o di un Trombo, una parte del cuore non riceve più sangue, quindi muore (Infarto).Molte persone oggi sono convinte che lo stress le-gato al lavoro li renda malati: in effetti è probabile che lo stress possa provocare malattia delle coro-narie, non da solo, ma rendendosi complice di altri fattori di rischio.

132. Chi ha già avuto una Trombosi subisce di più lo stress?

Sì. Chi ha già avuto una Trombosi coronarica (In-farto) o cerebrale (Ictus) soprattutto se in un’età relativamente giovane si sente fragile, ha paura di farsi del male anche svolgendo le normali attività

quotidiane, ha paura di affrontare una vita sessua-le regolare con il partner.Queste emozioni, comprensibili, non giovano e devono essere risolte con un adeguato trattamento medico di psicoterapia, se necessario, o farmaco-logico.

133. Esiste uno stile di vita anti stress?Sì: – fare più attività fisica;– mangiare bene e bere molta acqua;– ridurre l’alcool, il fumo e le droghe;– dedicare più tempo al relax e alla contempla-zione;– leggere qualcosa che tratta l’argomento;– cercare aiuto negli amici, nei parenti, nella fa-miglia;– imparare a dire di no, quando ci si sente sovrac-carichi di impegni.

Sentirsi più in forma fa sentire meglio anche men-talmente: rendersi conto di avere imparato a ge-stire lo stress è di grande soddisfazione e aiuta a sentirsi padroni della propria vita e soddisfatti di se stessi.

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134. Perché lo stress può causare Trombosi?Perché aumenta la tendenza del sangue a coagula-re: salgono i fattori procoagulanti, si riduce il cali-bro delle arterie, si liberano nel sangue ormoni che aumentano la pressione del sangue.Quando l’uomo preistorico si trovava di fronte a un pericolo (per esempio una belva feroce) poteva reagire con la fuga o con la lotta.Se sceglieva la fuga, aumentava l’apporto di san-gue e di ossigeno alla muscolatura lunga, soprat-tutto delle gambe, in modo che avessero abbastan-za ossigeno per permettergli di fuggire.Se sceglieva la lotta, si verificava l’orripilazione (erezione dei peli mirata ad aumentare la massa del corpo per spaventare l’animale feroce) e au-mentava l’apporto di ossigeno ai muscoli delle braccia, per permettere di affrontare l’animale con la lotta, e aumentava la coagulabilità del sangue, per arrestare le emorragie dalle ferite provocate dalla lotta.Oggi né l’uomo né la donna sono più costretti, sal-vo eccezioni, ad affrontare animali feroci: ma nel-l’evoluzione è rimasto acceso l’interruttore che, in situazioni di paura o di difficoltà, causa i medesimi cambiamenti che avvenivano nell’uomo preistori-co al momento di affrontare una fiera.Un aumento della capacità del sangue di coagulare

può tradursi in un Trombo che chiude un’arteria e provoca una Trombosi.

135. Qual è il messaggio conclusivo di chi ha vo-luto scrivere questi testi e di chi ha deciso di pubblicarli?

La Trombosi, venosa o arteriosa, è una malattia di squadra, è grave, ma può essere prevenuta e cura-ta.Per evitarne le conseguenze, è indispensabile che venga sospettata, diagnosticata correttamente e poi curata in modo adeguato. Il paziente deve essere informato, e soprattutto motivato, perché la sua collaborazione è determi-nante.Il medico ha strumenti straordinari per porre dia-gnosi e per curare, ma la prevenzione e la cura hanno successo solo se fra il medico e il paziente esiste complicità.

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Aneurisma: tratto di arteria dilatato e con pareti ester-ne assottigliate.

Aneurisma del setto intera-triale: nicchia nella mem-brana che nel cuore divide l’atrio destro dal sinistro, con possibile presenza di Trombi.

Arteria: condotto che tra-sporta sangue dal cuore al-la periferia.

Arteriosclerosi: indurimento e perdita di elasticità delle arterie dovuta a invecchia-mento.

Arteriopatia: malattia delle arterie.

Arteriopatia periferica: vedi malattia delle vetrine.

Assetto genetico: insieme delle caratteristiche codifi-cate dai cromosomi ricevu-ti dai genitori.

Aterosclerosi: processo dege-nerativo della parete delle arterie con formazione di placche (placche ateroma-siche o aterosclerotiche).

Aterotrombosi: processo de-generativo aterosclerotico compicato dalla forma-zione di un Trombo sulla placca aterosclerotica,

Carotidi: arterie che portano il sangue dall’aorta al cer-vello.

Claudicatio intermittens: vedi malattia delle vetrine.

Colesterolo e trigliceridi: grassi assunti prevalente-mente con l’alimentazio-ne (il colesterolo è in par-te prodotto dall’organismo soprattutto in situazioni di stress).

Coronaropatia: malattia del-le arterie coronariche.

Embolia: frammentazione di un Trombo in particelle che trasportate dalla circo-lazione del sangue arriva-no ad ostruire arterie peri-feriche.

Endotelio: strato di cellu-le disposte come piastrel-

Glossario

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le sulla parete interna del-le arterie, con il compito di fare da filtro e barriera fra il sangue e le cellule.

Fibrillazione atriale: distur-bo del ritmo della parte al-ta del cuore (atri) che può causare la formazione di Trombi nelle cavità cardia-che e quindi di Emboli.

Forame Ovale Pervio: man-cata chiusura di una comu-nicazione fra il cuore de-stro e sinistro presente nel feto, persistente nel 30% della popolazione sana an-che dopo la nascita.

Ictus cerebrale: sofferenza o morte di un gruppo di cel-lule del cervello causata da una mancanza di flusso sanguigno (ischemia) o da una emorragia.

Infarto del miocardio: mor-te di cellule del muscolo cardiaco provocata da in-terruzione dell’afflusso di sangue per parziale o tota-le chiusura di un ramo co-ronarico, con conseguente formazione di tessuto cica-triziale.

Ipertensione: pressione del sangue elevata.

Ischemia: sofferenza di un gruppo di cellule per man-canza di ossigeno.

Malattia delle vetrine: ma-lattia delle arterie degli arti inferiori causata da Atero-trombosi.

Omocisteina: derivato del-l’aminoacido metionina, presente in tutti i cibi di origine animale.

Placca aterosclerotica: pa-tologia infiammatoria di un tratto di parete arteriosa ricca di grassi.

Protesi valvolare cardiaca: valvola metallica o biolo-gica che il chirurgo posi-ziona al posto di una val-vola cardiaca malfunzio-nante.

Stenosi carotidea: riduzione di calibro di un tratto del-l’arteria carotide.

Trombosi: formazione di un coagulo di sangue sulla pa-rete di una arteria, di una

vena o nel sangue circo-lante.

Trombosi ventricolare: pre-senza di un Trombo all’in-terno del cuore.

Tromboflebite: Trombosi di una vena superficiale, con alta componente infiam-

matoria.

Valvulopatia: malattia di una o più valvole del cuore.

Vena: condotto che porta il sangue dalla periferia al cuore.

Siti Web

www.trombosi.orgwww.siset.orgwww.fcsa.itwww.sicardiologia.itwww.ehnheart.org

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