SULLA NATURA MORTA EUROPEA DEL 17 SECOLO DI · SULLA NATURA MORTA EUROPEA DEL 17" SECOLO DI INGVAR...

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SULLA NATURA MORTA EUROPEA DEL 17" SECOLO DI INGVAR BERGSTROM Circa 40 anni fa la maggior parte della natura morta Europea era terra incognita. Da allora questo genere incontrò un sempre più crescente interesse ed entusiasmo, questo fu il via alla scoperta di pittori importanti e talvolta grandi. Quaranta anni fa nomi di maestri ora famosi come: Ambrosius Bosschaert il Vecchio, Osias Beert, Paolo Por- pora, Georg Flegel, Juan Sànchez Cótan e Baugin erano pressoché sconosciuti. Durante gli ultimi 40 anni si sono realizzate esposizioni e formate collezioni pubbli- che e private di natura morta. In tale periodo si è inoltre intensificata la ricerca della storia dell'arte internazionale sul soggetto (vedi bibliografia; della natura morta italiana: Napoli, 1964 e Bergamo, 1968). Questi tre fattori influenzandosi Puri l'altro hanno gradualmente reso possibile delle attribuzioni più esatte e la comprensio- ne del contributo dei grandi maestri e un più approfondito esame di essi. Questo ha portato alla conoscenza delle caratteristiche nazionali della-natura morta del 17" secolo dei principali paesi suddividendoli con più chiarezza. Alcuni punti di questo vasto cam- po saranno chiariti in seguito. Fino all'anno 1600 circa, le FIANDRE e l'Olanda ebbero molto in comune nel loro svi- luppo pittorico. Gran parte dei primi avvenimenti del 16" secolo hanno avuto luogo nelle Fiandre. Qui alcuni tipi di composizione di nature morte furono create già nella seconda metà del secolo (confrontare n" 5, 11, 12 del presente catalogo). I dipinti di fiori sono stati una specialità fiamminga e olandese sin dal tardo Medioèvo,

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S U L L A N A T U R A M O R T A E U R O P E A D E L 17" S E C O L O DI I N G V A R B E R G S T R O M

Circa 40 anni fa la maggior parte della natura morta Europea era terra incognita. Da allora questo genere incontrò un sempre più crescente interesse ed entusiasmo, questo fu i l via alla scoperta d i p i t t o r i important i e talvolta grandi. Quaranta anni fa nomi di maestri ora famosi come: Ambrosius Bosschaert i l Vecchio, Osias Beert, Paolo Por­pora, Georg Flegel, Juan Sànchez Cótan e Baugin erano pressoché sconosciuti. Durante gl i u l t i m i 40 anni si sono realizzate esposizioni e formate collezioni pubbli­che e private d i natura morta. I n tale periodo si è inoltre intensificata la ricerca della storia dell'arte internazionale sul soggetto (vedi bibliografia; della natura morta italiana: Napol i , 1964 e Bergamo, 1968). Questi tre fattori influenzandosi Puri l 'altro hanno gradualmente reso possibile delle attr ibuzioni più esatte e la comprensio­ne del contributo dei grandi maestri e un più approfondito esame d i essi. Questo ha portato alla conoscenza delle caratteristiche nazionali della-natura morta del 17" secolo dei principali paesi suddividendoli con più chiarezza. Alcuni punti d i questo vasto cam­po saranno chiariti in seguito.

Fino all'anno 1600 circa, le F I A N D R E e l 'Olanda ebbero molto in comune nel loro svi­luppo pit torico. Gran parte dei p r i m i avvenimenti del 16" secolo hanno avuto luogo nelle Fiandre. Q u i alcuni t i p i d i composizione di nature morte furono create già nella seconda metà del secolo (confrontare n " 5, 11, 12 del presente catalogo). I d i p i n t i d i fiori sono stati una specialità fiamminga e olandese sin dal tardo Medioèvo,

quando, piante attentamente copiate dalla natura furono usate come decorazione nei bor­di di pregevoli manoscritti miniati conosciuti in tutta Europa. D i p i n t i religiosi fiammin­ghi e olandesi, spesso contenevano un vaso di fiori che aveva un simbolico rapporto con la scena rappresentata. I fiori dei bordi dei manoscritti miniat i come pure dei dipint i religiosi, sono i precursori dei quadri di fiori fiamminghi e olandesi del 17° se­colo. In ogni caso è significativo che negli anni prima del 1600 una parte dominante-era occupata da un miniatore fiammingo, cioè dal l 'u l t imo grande maestro, Georg Hoef­nagel (1542-1600). Egli visitò e lavorò in mol t i paesi europei e divenne una celebrità. Fu apprezzato da parecchi Principi e dall ' Imperatore Rodolfo I I " d i Praga. Egli dipin­se quadri di fiori indipendenti con la tecnica delle miniature, acquarello su pergamena, veri miracoli d i intima osservazione d i piante e insetti della più grande sensibilità. La figura ( I ) mostra uno squisito quadro d i fiori d i Hoefnagel firmato a monogramma e datato 1592 sinora sconosciuto agli storici . Nel 1961 sì trovava i n una vendita in Ita­lia. Questo è i l primo quadro di fiori fiammingo o olandese indipendente e datato, at­tualmente conosciuto. I l quadro precede d i due anni i l d ip into di fiori dello stesso mae­stro conservato al Museo Ashmolean d i O x f o r d . Tuttavia è documentato che Hoefnagel dipinse un quadro di fiori indipendente al più tardi già nel 1589 (Bergstròm, 1956, pag. 38 fig. 35 a. e b.) . Sembra molto probabile che composizioni d i fiori rigorosamente sim­metriche d i questo genere eseguite da Hoefnagel o da alcuni suoi seguaci ispirarono Orsola Maddalena Caccia ( f ig. 2) (che la composizione abbia un certo carattere fiam­mingo è stato rilevato già da Renato Rol i i n : Napol i , 1964, pag. 25) .

U n famoso pit tore di fiori della generazione seguente fu Jan Breughel (1568-1625), che lavorò per i l Card. Federico Borromeo a M i l a n o , le cui eccellenti opere si possono ammirare ancora adesso all 'Ambrosiana. I l più bri l lante allievo d i Jan Breughel fu Da­niel Seghers (1590-1661), pit tore Gesuita le cui ghirlande e vasi d i fiori erano divulgate in tutta Europa e richieste come i d i p i n t i dall'olandese Jan van Huysum 100 anni dopo (vedi catalogo n " 28). Seghers soggiornò a Roma dal 1625 al 1627 e f u allora che d i ­pinse la ghirlanda di fiori (nel quale Domenichino eseguì la parte centrale), ora conser­vata al Louvre, (fig. 3) (Napol i , 1964, cat. n" 124).

L'arte fiamminga del 17" secolo f u dominata da Rubens. Egli fissò gl i ideali per una vasta sezione della natura morta fiamminga. La sua ispirazione è fortemente sentita nei lavori del suo collaboratore Frans Snyders (vedi cat. n" 14) che trasferì lo stile d i Rubens nelle sue nature morte (f ig. 4) . Un' importante parte del lavoro d i Snyders consiste in grandi tele per stanze principesche e patrizie, create con i l desiderio d i un vero spirito barocco, quello d i sopraffare lo spettatore. I l maestro aveva una predilezione tutta fiam­minga per i colori br i l l ant i , f o r t i , oleosi. I f r u t t i sono t u r g i d i e succosi, i l metallo lucente e i l caldo sangue della vita stessa sembra pulsare nelle figure umane o d i animali in v i ­vace movimento, che spesso sono parte delle sue composizioni d i nature morte. Una caratteristica molto sorprendente della natura morta del 17" secolo in O L A N D A è

Fig. 1 - GEORG HOEFNAGEL . « Vaso di fiori ». Acqua- Fig. 2 - ORSOLA MADDALENA CACCIA. rello su pergamena cm. 2 3 x 1 7 . Firmato G . H . f . A. « V a s o di f ior i» . Tela cm. 8 0 x 4 5 . 1592. I n vendita pubblica Italia 1961. Moncalvo (Asti) Municipio.

la sua impareggiabile ricchezza d i maestri e d i opere. A questo proposito nessun'altra na­zione si avvicina anche se d i poco ad essa. V i furono centinaia d i p i t tor i d i stilleven e mol t i d i questi d i p i n t i sono arrivati fino a noi .

Nel 17° secolo l'arte pittorica per la maggior parte era sostenuta da tutto i l popolo olandese che comperava i quadri . Così essa si sviluppò nel più perfetto democratico ordine, un fenomeno unico. L'arte era largamente colorita da ideali protestanti spesso d i carattere moralizzante.

I l l ivello medio dei d i p i n t i fu sorprendentemente alto dovuto a fat t i come, una solida intatta tradizione artigiana e naturalistica sin dai giorni dei fratell i Van Eyck, e all 'alto grado d i specializzazione dei maestri. Quanto sopra ha valore anche per i maggiori espo­nenti della pi t tura. Rembrandt nella sua universalità rappresenta un'eccezione. Ma Ver-

meer è veramente uno specialista della pittura d i genere, d i motivi presi dall 'ambiente l impido di ogni giorno dei cit tadini della piccola antica città d i Del f t . Solo eccezional­mente egli dipinse un altro tipo d i soggetto. Questo vale anche per i maestri olandesi della natura morta del 17" secolo. I p i t t o r i si specializzarono nella rappresentazione di fiori, o f rut ta , tavole imbandite (ontbijtjes) o banchetti, uccelli mort i , battute d i caccia, vanitas, o preziosi vasi e così via. I t i p i era­no comparativamente fissati e l imitat i tra di loro. Alcuni p i t t o r i si dedicavano a uno solo di questi soggetti, a l t r i , forse, a due o tre. Un'altra caratteristica è che possiamo distin­guere una produzione di natura morta tipica d i questa o quella città, Middelburg , Utrecht, Haarlem o Amsterdam e così via. U n ' opera come // bicchiere e il piatto di peltro ( f ig. 5 ) del 1 6 3 0 di Willem Claesz. Heda ( 1 5 9 3 / 9 4 - 1 6 8 0 / 8 2 ) mostra i l carattere puramente olandese. I l contenuto è molto sem­plice ma la realizzazione è ricca d i pittorica osservazione di luce ed atmosfera e d i sensibilità. In un certo senso Willem Kalf ( 1 6 1 9 - 9 3 ) nella sua composizione (f ig. 6 ) forma un con­trasto. Questa, mostra i più preziosi e squisiti vasi. Tuttavia , anche questi sono concepiti con intima osservazione nel gioco d i luce ed atmosfera, con un gusto pit torico rientrante nella tradizione olandese. L'arte d i Kalf è affine a quella d i Rembrandt, non solo per la sua tecnica ma anche per i l suo profondo sentimento mistico.

L ' I T A L I A nel 17" secolo era ricca d i maestri d i nature morte, alcuni dei quali furono ve­ramente grandi; Jacopo Chimenti detto l'Empoli ( 1 5 5 1 - 1 6 4 0 ) , Caravaggio ( 1 5 7 3 - 1 6 1 0 ) ,

Vincenzo Campi ( 1 5 3 0 - 9 1 ) , Panfilo Nuvolone (att . 1 5 8 1 - 1 6 3 1 ) , Fede Galizia ( 1578¬

1 6 3 0 ) , Guido Cagnacci ( 1 6 0 1 - 6 3 ) , Evaristo Baschenis ( 1 6 0 7 - 7 7 ) , Paolo Porpora ( 1 6 1 7 - 7 3 ) , Giuseppe Recco ( 1 6 3 4 - 9 5 ) , Giuseppe Ruoppolo ( ? - 1 7 0 1 ) . Per esaminare l ' importante ruolo occupato dal l ' I ta l ia nel contesto della natura morta europea del 17° secolo si potrebbe consultare i cataloghi delle mostre d i Napoli 1 9 6 4 e d i Ber­gamo 1 9 6 8 .

Dopo la morte d i Diirer nel 1 5 2 8 , la pi t tura in G E R M A N I A subisce un certo declino, che aumenta nel secolo seguente. Certamente i l disastro della guerra dei 3 0 anni non olFrì un clima favorevole alle ar t i . Erano a t t iv i art ist i mediocri , superati soltanto da po­chi che in questo caso erano eccezioni. Tra questi c'è un ristretto numero d i p i t t o r i d i nature morte, che forma un gruppo d'importanza per l'arte tedesca di quel periodo, alcuni dei quali possono competere con i più grandi maestri d i a l t r i paesi. La storia iniziale è connessa alla massa d i r i fugiat i pol i t ic i e religiosi fiamminghi che nella seconda metà del 1 6 ° secolo si diressero specialmente a Francoforte sul Meno. Fra questi v i furono numerosi art ist i . Georg Hoefnagel (vedi sopra), visitò

Fig. 3 • DANIELS SEGHERS . (con figure di Domcnichino). « I l trionfo del l 'Amore. Tela cm. 130x110 . Musée du Louvre, Parigi.

Fig. 4 - FRANS SNYDERS. « F r u t t a e fiori con cane e sc immia» . Tela cm. 166 x 233. Musée Rovai des Beaux-Arts, Anversa.

Francoforte nella prima metà degli anni novanta. La sua presenza e i suoi lavori furono di fondamentale importanza per i l pr imo pit tore tedesco di natura morta del 17" secolo, Georg Flegel (1566-1638); vedi cat. n " 38) specialmente nella qualità d i pi t tore d i f ior i di quest 'ultimo (fig. 7). Flegel è uno dei più grandi p i t t o r i d i Stilleben d i questo pe­riodo in Europa. La sua p i t tura ha intimità, è minuziosa e forte allo stesso tempo. I la­vor i del maestro d i Colonia Gottfried von Wedig (1583-1641) hanno molto in comune con quelli d i Flegel, indicando un diret to rapporto tra loro e mantenendo un altissimo livello (f ig. 8).

Nella seconda metà del secolo, Amburgo divenne un centro d i pi t tura della natura mor­ta. Fra questi p i t t o r i c'è Georg Hintz (at t ivo 1666-1700). Egli fu influenzato dai mae­stri d i Amsterdam come Kalf e Van Streeck, ma trasformò i loro temi . G l i elementi della composizione sono molto più sparsi sulla superficie del tavolo, le forme sono più

sott i l i e, come Flegel, H i n t z mostrò un gusto tedesco nella scelta e combinazione dei colori . Come ben sappiamo l'arte della S P A G N A f u , durante lunghi periodi della sua storia, sot­to la doppia influenza del l ' I ta l ia e delle Fiandre. Ma gl i impulsi stranieri ricevuti f u ­rono in grande misura amalgamati con un qualcosa di prettamente spagnolo. Questo rivela la forza della tradizione nazionale ed è anche valido per i hodegons del 17° secolo che sono pure influenzati dalla pi t tura fiamminga, olandese e italiana. Nelle opere d i Juan Sànchez Cotàn (1560/61-1627) la natura morta spagnola appare in perfetta forma nel suo primissimo periodo, cioè negli anni intorno al 1600 (fig. 9) . Già allora esistevano le essenziali e più preziose qualità della natura morta spagnola: la nobile severità, l'intenso naturalismo e i l forte sentimento mistico. I l pr imo terzo del 17" secolo è i l periodo più bello e fiorente della pi t tura d i bodegons, quando pure Ve-Iàzquez e Zurbaràn (vedi cat. n " 54) contribuirono alla sua gloria. Circa 200 anni più tardi la natura morta spagnola, che così inaspettatamente cominciò con Sanchez Cótan, raggiunge un nuovo alto l ivello con Goya, (vedi cat. n" 44).

L'arie ufficiale della F R A N C I A nel 17" secolo fu veramente conosciuta ed ammirata per molto tempo, essendo le arti al servizio al Regno assoluto, dello Stato e della Chiesa. Essi avevano spesso funzione di propaganda, di glorificazione, usando molta allegoria e re­torica. Ma c'era un altro t ipo d i arte francese che fu enfatizzata dall'esposizione Les peintres de la realìté en Frante au XVII'' siede, organizzata da Sterling a Parigi nel 1934. Essa conteneva una piccola sezione di nature morte e i loro p i t t o r i vennero

conosciuti dal pubblico praticamente per la prima volta. Fra questi possono essere ci­tati Jacques Linard (1600-45) (fìg. 10), Louise Moillon (vedi cat. n" 60) e Lubin Baugin (1610 circa-1663), che già sin da allora erano famosi. Questi artisti ebbero per model­lo i maestri fiamminghi e olandesi. Essi mostrarono predilezione per la precisione e la sobrietà, per i l buon equil ibrio della composizione e per la raffinata cura del colore che, tutt 'insieme, possono raffigurare un'espressione di gusto e spirito francese.

Nella seconda metà del secolo un certo numero di p i t t o r i francesi d i natura morta fu mobilitato per decorare l ' interno dei palazzi d i Luig i X I V " e della aristocrazia. Essi dipinsero quadri che dovevano essere inseriti in rivestimenti o cesere usati come sopra­porta. I soggetti erano spesso gruppi di trofei (armi , battute d i caccia, arte libera) o più semplicemente tele decorative con fiori e f rut ta . Queste composizioni dovevano accre­scere lo splendore della stanza e la grandeur dei suoi abitanti . I d i p i n t i d i trofei e re­lat ivi mot iv i f iorirono durante i l 18" secolo francese. Nel lo stesso periodo un altro t i ­po più in t imo, più borghese d i natura morta f u dipinta , una sorgente d i ispirazione era l'arte del secolo precedente quella olandese, fiamminga e francese. Ma le impres­sioni furono trasformate secondo le esigenze di un nuovo tempo e gusto. Alcuni pi t ­tor i si dedicarono ad entrambi i t i p i , per esempio, Jean-Baptiste Sitnéon Chardin (1699¬1779) e Anne Vallayer-Coster (vedi cat. n " 62) . I l 18" secolo francese era mol to più ricco d i p i t t o r i e opere d i nature morte che i l secolo precedente.

Così i p i t t o r i delle Fiandre, Olanda, I ta l ia , Germania, Spagna e Francia hanno molto contr ibuito al f iorire della natura morta del 17" secolo. Ma questo t ipo d i pi t tura ebbe alcuni rappresentanti anche in al tr i paesi. Fra questi si possono citare la S V I Z Z E R A con Joseph Plepp (1595-1642) e Alhrecht Kauw (1621-1681), P O R T O G A L L O con Josepha de Ayala (vedi cat. n" 41) e inoltre alcuni paesi avendo rapport i con artist i d i passaggio, soprattutto d i origine olandese e fiamminga, come I ' I N G H I L T E R R A (vedi cat. n" 36), la S V E Z I A (vedi cat. n" 32) e la D A N I M A R C A .

I paesi d i re t t iv i in questo campo crearono sti l i e t i p i d i natura morta d i carattere na­zionale. Ciò nonostante nello stesso tempo si è notato i n alcuni casi, che essi si inf luen­zavano l 'un l 'a l tro. I modi erano m o l t i . G l i art ist i si spostavano per varie ragioni. Essi andavano in un altro paese per apprendere o in qualità d i r i fugiat i pol i t i c i o religiosi o giusto per trovare un mercato migliore per i loro quadri . E naturalmente si creava i l commercio. Grandi quantità d i quadri , fra cui numerosi quel l i raffiguranti fiori e f r u t t a , furono per esempio trasportati per mare da Anversa a Siviglia nella prima metà del se-

Fig. 8 - G O T T F R I E D VON WF.DIG. « N a t u r a morta con g a m b e r i » . Tavola cm. 5 1 x 6 7 , 5 . Firmato G . D . W . Wallraf-Richartz-Museum, Colonia.

colo, dando di conseguenza apporto alla p i t tura d i bodegones in Spagna. T u t t o questo contribuì a creare relazioni fra i paesi c i tat i . V i erano perfino certe città dove l'interscambio tra frontiera e frontiera raggiunse un l ivel lo considerevole. Alcune d i queste meritano di essere citate: Venezia, Firenze e Roma; mentre Napol i , politica­mente legata alla Spagna, ebbe una speciale importanza per lo scambio d i modell i e idee sia per l ' I ta l ia che per la Spagna. D i Francoforte sul Meno e della sua colonia d i artist i fiamminghi abbiamo già parlato. Parigi aveva i suoi centri d i artisti fiamminghi, tra cui alcuni olandesi, nei quartieri d i Saint-Germain-des-Prés e Saint-Hippolyte.

Fig. 9 - JUAN SÀNCHEZ COTÀN . « Cotogna, cavolo, melone e cetriolo ». Tela cm. 62 x 74. Firmato Ju Sanchez Cotan. Fine Arts Gallery, San Diego, California.

Alcune delle grandi stime del XX" secolo sulla pi t tura della natura morta del 17" secolo, possiamo dire che siano originariamente fondate su un errore. Entusiasti della teoria l'art pour l'art insegnavano che la vecchia pi t tura d i genere olandese e fiammingo e le stillevens rappresentavano, come regola, la vita e l'ambiente d i ogni giorno senza altre aspirazioni che quelle puramente artistiche. Ma per una gran parte d i pi t tura d i genere è stato dimostrato che v i era spesso incluso un significato emblematico e moralizzan­te (vedi per es. Gudlagsson, 1938; Rudolph, 1938; Kauffmann, 1943; Bauch, 1956; Monroy, 1964; De Jongh, 1967).

Fig. 10 - JACQUES LINARD. « I cinque sensi ». Collezione privata, Parigi.

In fa t t i lo stesso è vero per molta parte della natura morta del 17" secolo particolar­mente in Olanda e nelle Fiandre dove i l significato d i vanitas è spesso impl ic i to . A l ­cuni esempi saranno esaminati in seguito (qualche concetto è esposto più ampiamente in Bergstròm, 1955; Bergstròm, Vanitas, 1970; Bergstròm, De Ghcyn, 1970; t u t t i con in ­formazioni d i letteratura).

Già nel 16° secolo e particolarmente a Haarlem, uscì un certo numero d i stampe alle­goriche d i vanitas. U n vaso di dori può spesso far parte del contenuto simbolico, e un testo spiegare che i f io r i , d i breve durata, sono l ' immagine della vi ta umana di fugace transitorietà.

Fig. 11 - AMBROSIUS BOSSCHAERT I L VECCHIO. Fig. 13 - MAESTRO FRANCESE CIRCA 1640(?) «Vanitas , « Mazzo di fiori ». Rame cm. 43 x 30. Firmato natura morta con teschio e fiori ». Collezione, privata, A B 1607. Conte Cicogna Milano. Parigi.

I quadri d i f iori indipendenti del 17° secolo esprimevano, più spesso di quanto non Io si credette e si creda, lo stesso messaggio. I n molte occasioni l'allusione a questo è poco percettibile. Nello stupendo piccolo quadro del 1607 d i Ambrosius Bosschaert il Vecchio nella col­lezione del Conte Cicogna a Mi lano (fig. 11) i fiori sono i n piena fioritura, dimostrazio­ne che essi hanno solo un breve periodo di vi ta : una rosa ha perduto t u t t i i suoi petali e dei petali d i un'altra rosa sono sparsi sul tavolo. Sull'angolo destro d i questo vi è inol­tre una mosca. Questo insetto sgradevole appare frequentemente nei quadri d i fiori d i Bosschaert i l Vecchio e in quell i dei p i t t o r i operanti attorno a l u i . Questo insetto è sim­bolo d i decadenza, di decomposizione, essendo la mosca attirata da cose i n putrefazione. Spesso se ne può vedere una anche nella natura morta d i vanitas riposante su un teschio (confr. fig. 13).

Fig. 12 - P I E T E R CI.AEZ . (cerchia) « V a n i t a s con t e s c h i o » . Tavola cm. 3 2 , 5 x 4 1 . Collezione privata, Parigi.

Anche il vaso di fiori d i Flegel nella collezione Broughton (fig. 7) ha un significato d i vanitas. Questo è chiaramente visibile dalla decorazione sul vaso d'argento, con fra le altre cose la rappresentazione di un teschio e delle ossa con la iscrizione: M E M E N T O

M O R I .

I n numerosi quadri d i fiori i l vaso è posato su una lastra d i pietra o in una nicchia dan­neggiata da fenditure e con pezzi mancanti. Questo è un modo d i affermare che niente appartenente alla sfera terrestre, nemmeno la dura pietra, può resistere alla distruzione. Questo simbolismo è evidente in un quadro del 1630 circa d i un maestro olandese nella sfera d i Pieter Claesz. (fig. 12). I l teschio ammonisce già più direttamente memento mori. V i è inoltre un verso ( in olandese):

Fig. 14 - EVABISTO BASCHENIS . « Stumenti musicali con frutti e l ibr i» . Tela cm. 6 8 x 8 8 . Pinacoteca di Brera, Milano.

« I l bicchiere è vuoto. I l tempo è andato. La luce è spenta. L 'uomo è muto ».

G l i oggetti i l lustranti questo sono: i l bicchiere capovolto, l 'orologio, la candela con lo stoppino fumante ed i l teschio. U n bicchiere vuoto o pieno è spesso simbolo d i piacere e passatempo e più specificata­mente d i gusto. Così, assieme al fiasco, sta ad indicare i l gusto nella rappresentazione dei cinque sensi d i Jacques Linard (fig. 10). I n questo suo quadro ce un altro sottinteso strato d i vanitas, quello della transitorietà. I n un quadro di vanitas francese (f ig. 13), 1640 (?) circa, ci sono quattro simboli dei cinque sensi (sembra mancante quello del gusto). Inol t re i l l ibro rappresentato è aperto ad una pagina i l cui t i tolo riporta la dici­tura: «Le tombeau des plaisirs ,de l'odorat». L 'odorato è simbolizzato dal vaso d i fiori che certamente, come al tr i degli oggetti d i p i n t i ha un doppio significato, in questo caso quello della transitorietà. Le monete simboleggiano i l tatto, ma nello stesso tempo le ric­chezze terrene che è inuti le accumulare. Notare la mosca sul teschio (confr. sopra e fig. 11).

L'orologio che si vede sulla destra in primo piano nel quadro di Kalf (fig. 6) è un ac­cento di vanitas in quanto allude al tempo che inevitabilmente passa e quindi alla vani­tà di collezionare cose preziose. In quadri d i questo t ipo, Kalf ha qualche volta intro­dotto un frut to mostrante le scure macchie d i marcio o avariato dai vermi - un altro modo per esprimere l'idea di fugacità. Esattamente lo stesso elemento può essere tro­vato, collocato in modo evidente, nelle composizioni d i strumenti musicali di Evaristo Baschenis e certamente con Io stesso significato. Un esempio ci è dato dal d ip into con­servato alla Pinacoteca Brera d i Milano (f ig. 14) nel quale c'è una pesca marcia posata su un l ibro . Nel complesso le allusioni alla transitorietà, alla brevità della vita sono cor­renti nei lavori d i questo prete-pittore d i Bergamo.

Un altro elemento della pi t tura del Baschenis sembra avere un certo rapporto con i ! soggetto qui studiato. Sul turgido corpo del l iuto si è posata la polvere dipinta in modo ammirevole. E ' come se qualcuno avesse posato due o tre dita della mano sullo stru­mento asportandovi righe di polvere e rendendo quella rimasta più visibile. La polvere è un fondamentale simbolo bibblico della nullità de l l 'Uomo: « ... perché tut to è vanità. T u t t i andiamo nello stesso luogo. T u t t i veniamo dalla polvere e polvere ridiventeremo».

V i sono ancora persone educate nell'ambiente tradizionale de l'art pour l'art che d i ­ventano infelici quando viene dato un significato simbolico a un quadro di genere o na­tura morta che hanno amato. L'opera d'arte allora non è più ciò che pensavano fosse. Per loro questo prende uan certa aria d i « impurità » che respingono, (.omunque, considerando da un altro punto di vista, la rivelazione d i un significato sim­bolico incluso in un dip into aiuta a comprendere le condizioni in cui è stato creato e ciò che il pittore ed i l suo pubblico hanno sentito e pensato. Questo ci aiuta a migliorare la nostra concezione dell'opera d'arte nel suo complesso. La presenza di un significato simbolico non può nuocere o r idurre le alte qualità astratte d i forma e colore d i un qua­dro, per esempio d i Kalf , Baschenis, Linard o Vermeer van D e l f t .