Suggestioni simboliche ed armonie floreali · 2019-01-24 · Suggestioni simboliche ed armonie...

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I Lantieri e la Schönhaus goriziana: brevi note storiche 1

Nei secoli a ridosso dell’anno Mille la cittadina di Gorizia è strutturata in due nuclei abitativi ben distinti, una città alta, compresa tra le mura del borgo castellano fortificato, ed una città bassa in cui trovavano posto le varie attività economiche a sostegno della comunità.L’area alle pendici del colle incrementa la propria importanza agli inizi del Duecento con l’istituzione del mercato cittadino ed il successivo sviluppo urbanistico attorno alla piaz-za ad esso deputata. Di lì passa la terza cerchia di mura che, scendendo dalle fortificazioni del colle, va a proteggere le aree più inurbate del borgo basso. Lungo il muro difensivo vengono erette una torre civica con porta passante e ponte leva-toio ed una casa detta, Schönhaus o “casa bella”, dotata di alcuni terreni di pertinenza. Il complesso costituisce la porta d’ingresso alla città per chi vi entra da sud-est e la sede del corpo di guardia. L’edificio residenziale funge, inoltre, da foresteria per gli ospiti del conte che venivano invitati alle battute di caccia o ai tornei cavallereschi organizzati nei campi poco oltre il tracciato delle mura.Proprio i terreni e gli edifici pertinenti all’area della torre di Schönhaus, o porta di Vien-na, sono oggetto di una compravendita stipulata il 21 ottobre 1505 tra Antonio da Pozzo, medico di Leonardo, ultimo conte di Gorizia, e Antonio III Lantieri, figlio di Antonio II, che nel 1513 ottiene dall’imperatore Massimiliano l’investitura sul feudo.La famiglia Lantieri ha origini antiche. La troviamo nel bresciano con il predicato di Paratico, proprietaria di un importante feudo gravitante attorno ad un castello edificato intorno al Mille. Verso la metà del Quattrocento un ramo cadetto lascia i possedimenti natii per cercare fortuna altrove.È così che Antonio II Lantieri arriva in Carniola, si trasferisce a Lubiana e sposa una ric-chissima ereditiera, Maria Baumkircher, figlia di un feudatario molto potente. Alla fine

i beni della famiglia Baumkircher passano ai Lantieri e la marca del Vipacco costituisce il fulcro dei loro possedimenti nell’area del goriziano. Si arriva così all’acquisto dei beni collocati presso il Borgo Vienna a Gorizia.Iniziano, quindi, i primi lavori di ammodernamento della struttura con la costruzione di un palazzotto di stile tardo rinascimentale proprio di fronte alla casa della guardia, ultimato nel 1524. Possiamo immaginare che tali lavori di ampliamento facciano gravi-tare intorno al cantiere una serie di personalità artistiche importanti, architetti, pittori, decoratori che partecipano della temperie culturale particolarmente vivace della città. Testimonianza oggettiva di questi interventi è il pregevole ciclo di affreschi scoperti dalla contessa Clementina nel 1910 in seguito ai lavori di restauro in una sala dell’ala antica del palazzo. Sotto il bel soffitto a cassettoni del fabbricato di origine trecentesca appaiono luminose scene storico-idilliache di mano nordica.Nella seconda metà del Cinquecento la famiglia inizia la costruzione dell’ala nuova, con l’ingresso verso l’odierna piazza Sant’Antonio, comprendente il blocco residenziale perpen-dicolare la torre e il giardino privato verso sud. Il tutto viene ultimato intorno al 1600 e si spinge fino a toccare le pertinenze del vicino convento francescano. La linearità del fronte viene in parte interrotta dall’aggiunta ottocentesca del portale monumentale che oggi per-mette l’accesso alla proprietà e che connette l’ala cinquecentesca a quella seicentesca. Nel porticato dell’ala inferiore tra la fine del Seicento e l’inizio del secolo successivo ven-gono commissionate delle grottesche a tempera. Mille e cinquecento pianelle bicrome a tema mitologico, astrologico e simbolico d’ispirazione nordica.A lungo protagonisti del loro tempo i Lantieri consegnano alla storia diverse personalità di spicco. Si arriva così al 1865, quando nasce la contessa Clementina, ultima del casato, che nel 1906 sposa il barone Ermanno di Levetzow. Dedica molta della sua vita allo studio della storia familiare e, proprio grazie a questa sua attitudine alla storia e all’arte, com-missiona quei lavori di restauro che portano alla scoperta degli affreschi nell’ala antica del palazzo e delle pianelle al piano terra dell’ala seicentesca.Nel 1912 avviene la modifica forse più invasiva sull’intero complesso residenziale. Dopo un lungo braccio di ferro tra la contessa Clementina e il Municipio di Gorizia si arriva alla costruzione di quella che ancora oggi è denominata “via dei Lantieri” e che, tagliando in due il fondo della proprietà, congiunge piazza Sant’Antonio con piazza San Rocco.2 La Prima Guerra Mondiale porta numerosi danni alla struttura del palazzo, che vede la perdita di molte delle sue opere d’arte. I danni strutturali vengono via via risanati e gli eredi che ancora custodiscono la dimora di famiglia si prodigano giornalmente perché ne venga valorizzato il valore storico-artistico e non si perdano le voci delle personalità che, lungo lo scorrere del tempo, l’hanno amato.

Il Giardino di Palazzo Lantieri: origini e storia3

Il giardino di palazzo Lanteri è quello che la documentazione antica ci presenta come la braida, toponimo di origine longobarda rielaborato in epoca medievale con l’accezione

Suggestioni simboliche ed armonie floreali nel Giardino di Palazzo Lantieri a Gorizia tra il 1850 e il 1920.Desirée Dreos

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A sinistra, Palazzo Lantieri: la duecentesca porta d’ingresso alla città e la casa della guardia. (foto Dreos)

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Sopra, Palazzo Lantieri: il blocco cinquecentesco. Sotto, Palazzo Lantieri: l’ala seicentesca e la chiesa di sant’Antonio.(foto Dreos)

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e i brani dell’Apocalisse di Giovanni sono i modelli di riferimento di tutta l’esperienza alto medievale, ai quali si aggiunge in epoca successiva l’Hortus conclusus del Cantico dei Cantici. La sua forma quadrata riflette i quattro angoli dell’universo, la Gerusalemme celeste, il suo centro è costituito da un albero (albero della vita) oppure da un pozzo (fonte di sapienza, simbolo del Cristo e dei quattro fiumi del paradiso). È un giardino delimitato da un muro di cinta, che racchiude uno spazio gelosamente chiuso, il giardino perfetto, dove la natura ritrova l’originaria bellezza della creazione. Qui trovano posto fiori e frutti densi di significato simbolico. Tale suggestione simbolica ci accompagna ancora più indietro nel tempo. Al giardino persiano.Anche il giardino persiano è diviso in quattro settori. La primissima testimonianza di questa peculiarità geometrica si trova su una coppa in ceramica del 2000 a.C. trovata a Samarra, con canali che si incrociano formando quattro compartimenti, ciascuno con un albero o un uccello. Il primo a descrivere il giardino persiano è Senofonte nel IV se-colo a.C. quando racconta quello di Ciro a Sardi. Vaste distese di alberi crescono su un morbido prato verde, continuamente irrigato. Alberi da frutto si accompagnano ad erbe aromatiche a rappresentare la freschezza, la fecondità e l’anima più selvaggia della natu-

di podere chiuso. Questo ci attesta la probabile primitiva utilizzazione dello spazio in funzione dell’approvvigionamento alimentare della casa. Lo spazio verde posto a sud, ben presente nel fondo fin dall’epoca medievale e probabil-mente già strutturato in forma geometrica regolare, subisce sicuramente una modifica spaziale con l’edificazione dell’ala seicentesca del palazzo, con la quale ancora oggi dia-loga perfettamente.Le geometrie degli spazi architettonici del piano terra, infatti, sembrano prolungarsi al di fuori delle aree residenziali coinvolgendo lo spazio verde racchiuso all’interno dei muri perimetrali della proprietà. Allo stesso modo l’asse longitudinale che attraversa il giar-dino prosegue all’interno del piano terra dell’ala nuova attraversando il portico voltato entro il quale fanno bella mostra di sé le pianelle seicentesche.La pianta trapezoidale allungata che lo caratterizza, con la suddivisione in quattro aree data dall’intersecarsi degli assi cartesiani rappresentati dai camminamenti in ghiaia che lo percorrono, compare in tutte le mappe storiche che descrivono graficamente la città di Gorizia.Tale geometria simbolica, in realtà, è molto più antica e affonda le sue origini nel giardino monastico dell’epoca medievale e nell’ancora più antico giardino persiano.4 Non a caso, questo spazio verde di palazzo Lantieri, viene conosciuto anche con il nome di Parco della Persiana.Le immagini preziose tramandate dai codici miniati e le fonti letterarie ci descrivono il giardino medievale come un luogo fantastico senza tempo, dove un variegato universo simbolico confonde il reale e l’immaginario. I giardini della Genesi, quelli del Vangelo

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A sinistra, le pianelle bicrome seicentesche: particolare della donna con le chiavi.(foto Dreos)

A sinistra, il gazebo fiorito all’incrocio degli assi principali del giardino.Sopra, particolare dell’asse longitudinale del giardino.Sotto, le geometrie del giardino di Palazzo Lantieri .(foto Carolina di Levetzow Lantieri)

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di primissimo piano nella circolazione di idee ed esperienze di deve alla I.R. Società di Agraria che incoraggia i dibattiti e la circolazione di idee, permettendo di presentare i pro-pri lavori anche ad esposizioni di livello internazionale. Nella Gorizia dell’epoca, quindi, il giardino non è più soltanto mero corredo alle attività dell’alta società cittadina, quanto una nuova opportunità di divulgazione di un nuovo modo di concepire la natura.Nulla di questo sembra intaccare la sobria eleganza del giardino di Palazzo Lantieri. Tra la fine del XIX secolo e i primi anni del XX secolo la contessa Clementina interviene in modo molto delicato sull’impianto così antico del suo spazio verde. Decide di piantare quattro esemplari arborei sempreverdi, secondo la moda dell’epoca, ma nel pieno rispetto della simmetria dell’insieme. Un cedro, un pino, un abete argentato ed un secondo abete, demolito in seguito da un temporale. In più sui bordi dei percorsi di ghiaia all’interno del giardino e ai margini delle aiuole trovano posto negli stessi anni arbusti di tipo de-corativo.Oggi questo spazio verde si presenta ancora con la sua primitiva forma allungata, rac-chiuso totalmente da edifici e mura perimetrali, che furono quelle della città, solcato da un asse principale in senso longitudinale e da quattro ad esso perpendicolare. Ad un incrocio si trova una fontana, parzialmente nascosta alla vista da dei cespugli di rose e da una più alta siepe di alloro che forma un arco che immette al cuore del giardino. Man mano che si procede verso sud, la distesa verde del prato lascia il posto ad un piccolo bosco in cui la luce del sole viene filtrata dalle foglie degli alberi che, simbolicamente, fungono da cesura tra lo spazio più vicino alla casa e l’ultima parte del giardino. I rumori vengono attutiti, la luce si fa più tenue e i sensi amplificati permettono di cogliere i suoni della natura. Proseguendo lungo il sentiero ci viene svelata la parte più meridionale del giardino, una nicchia protetta, racchiusa da un circuito di mura antiche, nella quale si viene accolti dagli eleganti colori di un glicine e di una rosa rampicante i cui fiori emana-no un delicato profumo di agrumi.

Il Giardino Di Palazzo Lantieri: le carte d’archivio al tempo della Nizza Austriaca

La città di Gorizia nella seconda metà del XIX secolo vive sicuramente il suo momento storico più felice. Grazie al clima mite rispetto alle temperature più rigide della capitale, alla protezione naturale dai venti, all’abbondante presenza di acque, diventa meta turi-stica e residenziale da parte dell’alta borghesia austriaca.Le potenzialità della cittadina si arricchiscono con la costruzione della ferrovia a sud del centro abitato e sarà proprio la costruzione del grande viale che collega la stazione alla città vecchia a delineare l’urbanistica dei quartieri nuovi. Si inizia l’edificazione di palazzi di rappresentanza, di ville, alberghi e giardini sia pubblici che privati utilizzan-do gli stili più disparati. Le strade diventano lunghi viali alberati dove le dame dell’alta società possono tranquillamente passeggiare al riparo dal calore del sole.Così, in pochi anni, nasce il mito della Nizza austriaca5, città in cui molti imprenditori sia autoctoni sia provenienti chi dalla vicina Trieste, chi dall’area slovena chi, ancora,

ra. Il giardino persiano è un paradiso delimitato da uno o più muri in cui viene esposta la sublimazione di tutto ciò che è bello. Esso dialoga con l’architettura che lo racchiude, attraverso l’utilizzo di simboli che compongono complesse geometrie decorative. È un giardino che si può portare all’interno, in un continuo rimando tra fuori e dentro. Singolare che questo legame si riscontri anche a palazzo Lantieri.La semplice geometria del giardino privato della famiglia si è sorprendentemente man-tenuta inalterata per secoli, resistendo alle mode che tra Settecento e Ottocento hanno mutato l’aspetto di tante aree verdi della città. I giardini goriziani ottocenteschi derivano, infatti, dal giardino pittoresco che tende a creare scenari che mutano seguendo il punto di vista di chi guarda. Tanto quanto la geometria regola lo spazio verde in casa Lantieri, così è il sentiero curvo, tortuoso a fare da padrone nel giardino goriziano dell’Ottocento arricchito dall’utilizzo di una varietà botanica molto ricca e variegata, spesso pregiata.Questo rinnovamento nell’arte dei giardini si propaga rapidamente in città e sono molti i proprietari che vi si dedicano personalmente, coadiuvati da giardinieri di fiducia. Un ruolo

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A sinistra, particolare dell’asse longitudinale del giardino. (foto Carolina di Levetzow Lantieri)

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dall’Austria scelgono di impiantare variegate realtà commerciali. Sfruttando proprio la collocazione geografica particolarmente felice sono molte le imprese che si occupano di floricoltura e vivaismo6. Non stupisce, quindi, che nei giardini goriziani di tardo otto-cento si riscontri la presenza di specie esotiche relativamente rare per l’epoca7.La famiglia Lantieri già da diversi anni mostra un peculiare interesse per le scienze lega-te alla terra, infatti, quando nel 1856 decide di lasciare la Valle del Vipava per trasferirsi a Gorizia, colloca all’interno della propria villa una scuola di agraria e di viticoltura denominata nella documentazione Slap. Dagli estratti tavolari riferiti al comune cen-suario di Vipacco8 oltre gli edifici in cui risiedono gli studenti, i prati, i terreni coltivati, sappiamo che la scuola possedeva un Gemüsegarten, un orto, e un Weingarten, una vi-gna collocata in pianura. Non stupisce, quindi, che i Lantieri fossero da tempo soci della I.R. Società di Agraria di Gorizia , presente sul territorio isontino già dalla seconda metà del Settecento come Cesarea Regia Società di Agricoltura9 e rimasta in attività fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale.Il materiale conservato presso l’archivio privato di famiglia mostrano spese costanti ne-gli anni per l’approvvigionamento della scuola10. Dal negozio A.C. Rosenthal di Vienna, specializzato in sementi, si acquistano il 16 febbraio del 1893, sementi per carote, cicoria, diversi tipi di insalata, pomodori, cetrioli, ma anche diverse essenze floreali. Vengono acquistate piantine di astri, di crisantemi, di violaciocche, di elicriso, diversi tipi di rose, piantine di scabiosa e di edera. Nel febbraio del 1895 viene acquistata dalla ditta Wol-fner & Weisz di Vienna una particolare miscela di semi di erba pensata per terreni non troppo argillosi. Altre fatture mostrano la costante cura nei confronti di quanto coltivato. Ad esempio dalla ditta Edmund Mauthner di Budpest nel giugno del 1894 si acquista una miscela da nebulizzare sulle piante contro la peronospora11. La ditta era al tempo una delle più im-portanti di tutta l’Ungheria con due centri di produzione, uno a Iregszemese (Felsöireg) e uno a Derekegyhaza (Alföld) nei quali venivano prodotte moltissime specie vegetali in grado di adattarsi ai diversi climi delle regioni di provenienza dei committenti. Esistono ancora oggi bellissimi cataloghi ottocenteschi illustrati di piante, ortaggi e fiori.Possiamo immaginare che una parte di queste piante coltivate nella scuola di agraria, una volta cresciute, venissero utilizzate per abbellire i vari giardini delle residenze di famiglia. La famiglia Lantieri con grande disinvoltura si rifornisce in Austria, in Francia, in Ger-mania ed in Ungheria. Ma non disdegna affatto acquistare alcuni prodotti particolari dai produttori locali, soprattutto fiori freschi e composizioni floreali12. Il 10 giugno del 1882 si acquistano dalla ditta Seiller di Gorizia 250 camelie e 100 viole del pensiero. Lo stabilimento, attivo a Gorizia già dalla metà del secolo XIX, era par-ticolarmente famoso per gli alberi da frutto, per piante ed alberi ornamentali, per gli ortaggi. Rimane in attività fino al 1884.Assecondando una moda particolarmente vivace in città alla fine del XIX secolo, Cle-mentina Lantieri ama acquistare composizioni floreali che vedono l’utilizzo non solo

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Sopra a sinistra, fattura Seiller dall’Archivio privato Levetzow Lantieri.Sopra a destra, fattura Claucig dall’Archivio privato Levetzow Lantieri.Sotto, fattura Hnatyszyn dall’Archivio privato Levetzow Lantieri.(foto Dreos)

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di fiori freschi, ma anche di fiori artificiali. A Gorizia si potevano acquistare fiori fatti di carta, di stoffa, di penne d’oca, di seta, di perline, abilmente confezionati da mani femminili e rivenduti nei vari negozi sparsi per il centro cittadino. Tra il 1894 il 1895 la contessa si rifornisce in Piazza Grande (Piazza Vittoria) a Gorizia, presso il padiglione di Andrea Claucig collocato vicino alla fontana del Nettuno, dove acquista quattro ghir-lande nel mese di dicembre e quattro ghirlande tra il febbraio e marzo dell’anno suc-cessivo. Il 25 aprile 1906, invece, nel negozio Michael Hnatyszyn in Piazza Grande n. 6, subentrato nella gestione ad Anton Ferrant, compra una ghirlanda semplice da collocare sulla tomba di famiglia e una ghirlanda fatta di fiori di perline.Se le composizioni floreali andavano ad arricchire le belle stanze del palazzo, una par-ticolare cura era riservata al mantenimento degli spazi verdi della dimora di famiglia. Non stupisce, quindi, ritrovare diverse spese relative alla manutenzione del giardino13. Il 5 gennaio 1897, il bandaio Giuseppe Grattoni, afferma, tra i diversi lavori eseguiti nel palazzo di piazza Sant’Antonio, di aver riparato un innaffiatoio e di averne acquistato uno nuovo, di aver aggiustato il zolforatore e la pompa per la peronospora. Il 29 agosto del 1899 il fabbro e meccanico Giovanni Doliach di Gorizia presenta un conto detta-gliato per le riparazioni fatte alla pompa dell’acqua con successiva laccatura dei pezzi sostituiti. A dicembre dello stesso anno, Giuseppe Forcessin, bandaio al civico 10 di via Rabatta a Gorizia, cita tra i vari lavori commissionatigli dalla famiglia la riparazione di un nafiatojo. Diversi anche i materiali acquistati, come il 21 marzo del 1906, quando da Federic Papis di Gorizia vengono acquistati un rastello, una forca e una ronca.Il breve elenco di fatture presenti nell’archivio dei Lantieri testimonia il contatto della famiglia con i personaggi più importanti della rivoluzione floreale goriziana di fine se-colo, personaggi ben delineati e raccontati nei numerosi contributi sull’argomento da Luibina Debeni Soravito.Che la famiglia Lantieri partecipasse di questo clima di innovazione in campo botanico viene ulteriormente testimoniato da una commessa che i conti fanno ad Anton Ferrant, giardiniere di origini triestine che era giunto a Gorizia attirato proprio dalle possibilità lavorative offerte dalla cittadina. Il Ferrant trova lavoro presso lo stabilimento orticolo Seiller per poi aprire, dopo varie vicissitudini, un suo stabilimento che in breve tempo diventerà il più importante della città fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale. I Lantieri nel 1905 gli chiedono di presentare un progetto per il rifacimento della braida con relativa stima di spesa. Il 7 febbraio dello stesso anno Anton Ferrant consegna quan-to richiesto alla famiglia: una tavola con disegno a china e colore (600 mm x 870 mm) ed il relativo preventivo di spesa. Il tutto si conserva per decenni all’interno dell’archivio storico di casa Lantieri, puntualmente descritto dall’archivista Luicia Pillon al momento del riordino dell’archivio familiare.14 Purtroppo, allo stato attuale della ricerca, non è stato possibile reperire il progetto in questione. È stato trovato solamente l’involucro cartaceo che lo conteneva arrotolato, pri-vo del suo contenuto. Sicuramente l’analisi di questa tavola avrebbe potuto arricchire lo studio del ruolo della famiglia Lantieri al momento della belle epoque floreale goriziana.

1 Per una più ampia conoscenza della storia della famiglia si vedano: Memorie istoriche e genealogiche della famiglia dei conti Lantieri, Archivio Storico Provinciale di Gorizia, ms. 137; ALBERTI R. - GEROMET G., Nobiltà della Contea: palazzi, castelli e ville a Gorizia, in Friuli e in Slovenia: 80 famiglie di sangue blu, Edizioni della Laguna, Monfalcone 1999, pp.82 - 106; LEVETZOW LANTIERI C., I Lantieri nel Goriziano, in «Studi Goriziani», XIII (1952), Grafica Goriziana, Gorizia 1952, pp. 77 - 102; LEVETZOW LANTIERI C., Il Palazzo Lantieri: Gorizia, Consorzio per la salvaguardia dei castelli storici del Friuli-Venezia Giulia, Edizioni della Laguna, Monfalcone 1994; PILLON L., L’ archivio storico dei Levetzow Lantieri, in «Borc San Roc», 24, Centro per la conservazione e per la valorizzazione delle tradizioni popolari di Borgo San Rocco, Gorizia 2012, pp. 41 - 48; STASI A., I Lantieri, in Divus Maximilianus: una contea per i Goriziani 1500 - 1619, Edizioni della Laguna, Monfalcone 2008, pp. 242 - 244; STASI A., “8 quadri d’un brazo e mezo” - Il destino di un complesso pittorico di casa Lantieri, in PERUSINI T. (a cura di), Marcello Fogolino a Gorizia: ricostruzione di un capolavoro disperso del XVI secolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, Gorizia 2008, pp. 37 - 70. PILLON L., cit., 2012; STASI A., cit., 2008; TOMASELLA P., Giardini di una terra di confine, Federico Motta Editore, Milano 2003.2 Sulla vicenda si veda: KUZMIN D., La strada dei Lantieri, in «Borc San Roc», 18, Centro per la conservazione e per la valorizzazione delle tradizioni popolari di Borgo San Rocco, Gorizia 2006, pp. 45 - 51.3 Per uno sguardo più generale sulla storia dei giardini della regione si rimanda a TOMASELLA P., cit., 2003.4 Per una visione completa della storia dei giardini si rimanda a GOTHEIN M.L., Storia dell’arte dei giardini, Olschki, Firenze 2006.5 Si veda in questo senso CZOERNIG C.v., Gorizia: la Nizza austriaca. Il territorio di Gorizia e Gradisca, traduzione e pre-messa di Ervino Pocar, Cassa di Risparmio di Gorizia, Gorizia 1969.6 Sulla storia della floricoltura a Gorizia tra il XIX e il XX secolo si veda: DEBENI SORAVITO L., Breve storia della flori-coltura tra 800 e 900, in «Sot la Nape», 1, Società Filologica Friulana, Udine 2017, pp. 20 - 25. DEBENI SORAVITO L., Storia della floricoltura industriale e del vivaismo a Gorizia 1850 - 1918 - prima parte, in «Nuova Iniziativa Isontina», 13, Centro studi politici economici e sociali Senatore Rizzatti, Gorizia 1996, pp. 40 - 55. DEBENI SORAVITO L., Storia della floricoltura industriale e del vivaismo a Gorizia 1850 - 1918 - seconda parte, in «Nuova Iniziativa Isontina», 14, Centro studi politici economici e sociali Senatore Rizzatti, Gorizia 1996, pp. 38 - 50. DEBENI SORAVITO L., Storia della floricoltura industriale e del vivaismo a Gorizia 1850 - 1918 - terza parte, in «Nuova Iniziativa Isontina», 15, Centro studi politici economici e sociali Senatore Rizzatti, Gorizia 1997, pp. 34 - 37. DEBENI SORAVITO L., Storia della floricoltura industriale e del vivaismo a Go-rizia 1850 - 1918 - quarta parte, in «Nuova Iniziativa Isontina», 16, Centro studi politici economici e sociali Senatore Rizzatti, Gorizia 1997, pp. 53 - 57. DEBENI SORAVITO L., Storia della floricoltura industriale e del vivaismo a Gorizia 1850 - 1918 - quinta parte, in «Nuova Iniziativa Isontina», 22, Centro studi politici economici e sociali Senatore Rizzatti, Gorizia 1999, pp. 64 - 71. DEBENI SORAVITO L., Storia della floricoltura industriale e del vivaismo a Gorizia 1850 - 1918 - sesta parte, in «Nuova Iniziativa Isontina», 23, Centro studi politici economici e sociali Senatore Rizzatti, Gorizia 1999, pp. 56 - 59.7 Per una storia dei giardini goriziani tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, si veda: TOMASELLA P., cit, 2003, pp. 72 - 79.8 In Archivio Privato Levetzow Lantieri, Patrimonio, faldone 2, fascicoli 6, 10; Archivio Privato Levetzow Lantieri, Patrimo-nio, faldone 3, fascicolo 16.9 Sono diverse le quietanze di pagamento delle quote annuali riferite al conte Carlo Lantieri, si veda ad esempio: Archivio Privato Levetzow Lantieri, Patrimonio, faldone 2, fascicoli 6 e 9.10 Archivio Privato Levetzow Lantieri, Patrimonio, faldone 3, fascicolo 16.11 La peronospora è una malattia che colpisce piante erbacee sia ornamentali che orticole. È provocata da un fungo apparte-nente al genere peronospora e a due differenti famiglie di miceti: le perenospoaracee e le piziacee.12 Archivio Privato Levetzow Lantieri, Patrimonio, faldone 3, fascicolo 16; Archivio Privato Levetzow Lantieri, Patrimonio, faldone 2, fascicolo 7; Archivio Privato Levetzow Lantieri, Patrimonio, faldone 4, fascicolo 21.13 Si veda: Archivio Privato Levetzow Lantieri, Patrimonio, faldone 3, fascicolo 16; Archivio Privato Levetzow Lantieri, Pa-trimonio, faldone 4, fascicolo 21.14 L’inventario è reperibile on line al sito www.sa-fvg.archivi.beniculturali.it/fileadmin/inventari/archivi_privati/Levetzow_Lantieri._Inventario_con_indici_e_appendice_2013__Lucia_Pillon_.pdf

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La secessione floreale a GoriziaFloricoltura Industriale e Arte Floreale nella società goriziana fra fine ‘800 e primi ‘900

Un progetto di:Associazione Culturale Fioristi FVG - Gentium Academia Florum Artis

Con il contributo di:Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia - Assessorato alle Attività ProduttiveCassa Rurale FVG - filiale di Fiumicello

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Con la collaborazione di:Grand Hotel Astoria GradoMetamorfosi Parrucchieri Barber Shop - Alessandra SantoniBKer Agency - Kerstin e Luca Troha Babbucci

Immagine di copertina:opera ad acquerello dell’artista Antonella Cappuccio - Romarealizzata in collaborazione con Franca Cipolla

Fotografie, fotoriproduzioni, illustrazioni, disegni e cartografie:Artista Antonella CappuccioCarolina di Levetzow Lantieri, gentilmente concesse dalla famiglia Lantieri - GoriziaCartolina di Piazza Grande con il chiosco di Claucig, foto scattata tra il 1878- 1898. ( coll. Debeni)Catalogo dello Stabilimento di piante di G. de Persa , 1856 (Bib. Statale Isontina)Catalogo dello Stabilimento orticolo di A. Ferrant, 1911-1912 (pr. Zanello)Catalogo dello Stabilimento orticolo di O. Voigtländer, 1936-1937 (pr. N. Tavagnutti)Catalogo Lorenz’ Verzeichniss llustrirtes, Erfurt 1888Diploma di Fornitore di Corte, 1912 (pr. Zanello)Dott.sa Desirée DreosFototeca del Consorzio Culturale del MonfalconeseFrancesca Bottari PhotographyPubblicità di R. Gorian in Guida Amministrativa e commerciale di Gorizia e Gradisca, 1908 (Bib. Statale Isontina) Pubblicità Brisco in L’Eco del Litorale, 13-5-1896 (Bib. Statale Isontina)immagini dal web non soggette a copyright

Ringraziamenti

L’Associazione Culturale Fioristi FVG - Gentium Academia Florum Artis rivolge un sentito ringraziamento a Persone, Istituzioni, Enti ed Aziende che in vario modo, con ampia disponibilità ed entusiasmo hanno fornito supporto, suggerimenti, indicazioni e notizie nel corso della preparazione delle ricerche presenti nel volume e nella realizzazione della Mostra d’Arte Floreale e Fotografica ospitata dal Grand Hotel Astoria di Grado.

In particolare:

Antonella Cappuccio splendida artista, sue sono le opere che hanno ispirato i lavori floreali realizzati da Rossella Biasiol ed Erman Soranzio e sua l’immagine simbolo dell’evento.

dott. Christian Selleri per la sensibilità nel coniugare la scienza matematica con la bellezza dei fiori.

dott.sa Desirée Dreos in qualità di Presidente della SFA- Sezione Isontina per lo splendido supporto storico.

Gianpaolo Cuscunà per la regia nella realizzazione del presente volume.

Edo Rosin Società Friulana di Archeologia - Sezione Isontina,“perchè le buone idee vanno colte e fatte crescere”.

Erman Soranzio, M° d’Arte e progettista tecnico delle strutture e scenografie floreali della mostra al Grand Hotel Astoria.

Enrico Gherghetta per la collaborazione nell’ideazione e redazione del progetto.

Franca Cipolla immancabile guida e supporto dell’Associazione Fioristi FVG, sua la collaborazione tecnica e artistica con i grafici che hanno realizzato il materiale promozionale.

Liubina Debeni Soravito per le sue ricerche sulla Floricoltura Industriale... “con questa leva vi solleverò il mondo”!

Rossella Biasiol che da M° d’Arte Floreale coniuga la Florimanzia e la Psicometria Floreale con la storia, la decorazione floreale e la passione per il Regno Naturale.

Sandro Lovato - Grand Hotel Astoria per la grande sensibilità, disponibilità e accoglienza che distinguono la mission dell’Albergo.

un progetto a cura di

con il contributo di

Comune diSan Canzian d’Isonzo

con il patrocinio di:

in parternariato con:

con la collaborazione di:

Page 9: Suggestioni simboliche ed armonie floreali · 2019-01-24 · Suggestioni simboliche ed armonie floreali nel Giardino di Palazzo Lantieri a Gorizia tra il 1850 e il 1920. Desirée

Finito di stampare nel mese di Novembre 2017

presso Poligrafiche San MarcoCormons (Go)

Page 10: Suggestioni simboliche ed armonie floreali · 2019-01-24 · Suggestioni simboliche ed armonie floreali nel Giardino di Palazzo Lantieri a Gorizia tra il 1850 e il 1920. Desirée

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Floricoltura industriale e arte floreale

nel costume e nella società goriziana

fra ‘800 e primi ‘900

Immagine di copertina di Antonella Cappuccio

Messaggio dai Fiori

Rinasci liberandoti dai vecchi schemi! Rinasci purificata e nuova!I Fiori ti accompagneranno nel cambiamentoe ti accoglieranno nella nuova vita