Studium Educationis 2-2013
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STUDIUM
EDUCATIONIS
Anno XIV – numero 2 – giugno 2013
– Anno XIV – n. 2 – GIUGNO 2013
Rivista quadrimestrale per le professioni educative
Direttore ResponsabileDiega Orlando Cian
Comitato ScientificoSergio AngoriRoberta CaldinGiorgio ChiossoGino Dalle FratteRenato Di NubilaLuciano GallianiAnna GencoSira Serenella MacchiettiUmberto MargiottaAnna Marina MarianiGiuseppe MilanGiuliano MinichielloJean-Pierre PourtoisRoberto Roche OlivarLuisa Santelli BeccegatoMilena SanteriniConcetta SirnaCarla XodoGiuseppe ZagoGiuseppe Zanniello
Comitato EditorialeGiuseppe Milan (caporedattore)Luca AgostinettoMirca BenettonChiara BiasinCarla CallegariAlessandra CesaroMino ConteEmma GasperiPaola MilaniEmanuela ToffanoPatrizia ZamperlinOrietta Zanato
Peer-reviewGli articoli ricevuti dalla Redazione sono sottoposti, in forma anonima, al parere di due membridel Comitato di Referee, le cui decisioni sono inappellabili. In caso di richiesta di integrazioni ocorrezioni, gli articoli sono rinviati agli autori, che dovranno apportare le modifiche necessarie.
Studium Educationis, fondata e diretta da Diega Orlando, professore emerito di Pedagogia generalee sociale presso l’Università di Padova, è uscita come bimestrale, con regolarità, dal 1996 a tutto il2000. A partire dall’anno successivo ha assunto cadenza quadrimestrale.Quattro anni fa la rivista è passata dalla casa editrice Cedam alla casa editrice Erickson, giungendoinfine, a partire dal 2011, alla casa editrice Pensa MultiMedia.
Autorizzazione del Tribunale di Padova n. 1520 del 19 luglio 1996
ISSN 1722-8395 (print) / ISSN 2035-844X (on line)
Finito di stampare Giugno 2013
È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata compresa la fotocopia, an-che a uso interno o didattico, non autorizzata
Segreteria di RedazioneLuca Agostinetto
[email protected] Alessandrini
Sergio AngoriRoberta CaldinPaolo Calidoni
Mirella ChiarandaGiorgio ChiossoGino Dalle FratteRenato Di Nubila
Agustin Escolano BenitoLuciano GallianiAnna Genco
Alberto GraneseMaria Luisa Iavarone
Daniele LoroSira Serenella Macchietti
Susanna Mantovani
Umberto MargiottaAnna Marina MarianiGiuseppe MilanMarco MilellaGiuliano MinichielloFerdinando MontuschiAgostino PorteraJean-Pierre PourtoisRoberto Roche OlivarLuisa Santelli BeccegatoMilena SanteriniConcetta SirnaCarla XodoGiuseppe ZagoGiuseppe Zanniello
EditorePensa MultiMedia Editore s.r.l. – Via A.M. Caprioli, 8 - 73100 Leccetel. 0832.230435 – fax [email protected] – www.pensamultimedia.it
AbbonamentiEnti / Scuole / Istituzioni: Italia euro 60,00 • Estero euro 80,00 • online 50,00Privati: Italia euro 45,00 • Estero euro 65,00 • online 35,00Studenti universitari: Italia euro 30,00 • Estero euro 50,00 • online 20,00
Le richieste d’abbonamento e ogni altra corrispondenza relativa agli abbonamenti vanno indirizzate a:Licosa S.p.A. – Signora Laura Mori – Via Duca di Calabria, 1/1 – 50125 FirenzeTel. +055 6483201 - Fax +055 641257
La rivista, consultabile in rete, può essere acquistata nella sezione e-commerce del sito www.pensamultimedia.it
Le note editoriali della rivista sono disponibili nel sito www.pensamultimedia.it
Numero a cura diSergio Angori
Sira Serenella Macchietti
La Redazione accetta articoli da sottoporre al Comitato di Referee solo da abbonati o
da chi sottoscriverà l’abbonamento alla Rivista.
Comitato di Referee
Hanno collaborato all’editingMargherita Cestaro Marialuisa Damini
INDICE
7 Antonio BellingreriIl metodo educativo “centrato sull’empatia”
19 Silvia Kanizsa, Andrea Garavaglia, Germana Mosconi Giustizia e ingiustizia a scuola nelle parole dei futuri maestri
33 Francesca AnelloLibri di lettura per la scuola primaria: strumenti di promozione evalutazione della reading literacy
55 Daciana Lupu, Simona Tomozii Dyad: self-esteem – academic success, evidenced by counseling activity
71 Lucia Presenti L’attività di animazione nei centri residenziali per anziani
81 Marisa MusaioEducare esteticamente: fondamenti e prospettive per una riflessionepedagogica
97 Franco Schiavon, Patrizia ZamperlinAppunti a quattro mani: l’educazione musicale nella scuola italianadall’unità ad oggi
111 Sira Serenella Macchietti
Coscienza pedagogica
115 Giuseppe SerafiniLa pedagogia generale oggi
121 Paolo RavioloLettura digitale: problemi e prospettive
Antonio Bellingreri • Università degli Studi di Palermo • [email protected]
Silvia Kanizsa • Università degli Studi Milano Bicocca • [email protected]
Andrea Garavaglia • Università degli Studi Milano Bicocca • [email protected]
Germana Mosconi • Università degli Studi Milano Bicocca • [email protected]
Francesca Anello• Università degli Studi di Palermo • [email protected]
Daciana Lupi • University of Brasov • [email protected]
Simona Tomozii • University of Brasov • [email protected]
Lucia Presenti • Università degli Studi di Siena (sede di Arezzo)
Marisa Musaio • Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano • [email protected]
Franco Schiavon • Università degli Studi di Padova • [email protected]
Patrizia Zamperlin • Università degli Studi di Padova • [email protected]
Serenella Macchietti • Università degli Studi di Siena (Sede di Arezzo) • [email protected]
Giuseppe Serafini • Università degli Studi di Siena (sede di Arezzo)
Paolo Raviolo • Università degli Studi di Siena (sede di Arezzo) • [email protected]
Andrea Porcarelli • Università degli Studi di Padova • [email protected]
Margherita Cestaro • Università degli Studi di Padova • [email protected]
133 Andrea PorcarelliConvegno di studi e Congresso nazionale CIRPEDDalla pedagogia alle pedagogie. Costruire un manuale di pedagogia ge-nerale
135 Margherita CestaroConvegno Internazionale – International ConferenceEducazione e Counselling interculturale nel mondo globaleIntercultural Counselling and Education in the Global World
139 (a cura di)
Emma Gasperi
Giuseppe Moscati
Luca Agostinetto
Il metodo educativo “centrato sull’empatia”
Abstract
Il tentativo è quello di istituire l’empatia come categoria pedagogica ed educativa, giustificando
la nozione di intenzionalità vicariante, che definisce sia la struttura dell’empatia sia il dina-
mismo proprio del processo educativo. Facendo ricorso al linguaggio della filosofia e della peda-
gogia classica, nel saggio se ne parla come di una virtù, insieme etica e dianoetica. Il nucleo
centrale di tutto diviene la fenomenologia dell’empatia, l’analisi delle intenzionalità costitutive
di tale singolare virtù personale: la disposizione veritativa, l’attitudine etica e l’istanza spiri-
tuale.
Parole chiave:
stile empatico, virtù etica e dianoetica, dialogo esistenziale
relazione di cura, comune esperienza di senso
Empathy is a pedagogic and educative category and justifies the notion of vicarious intentionality
defining either the empathy structure or the proper dynamic of the educative process. According
to the language of classical philosophy and pedagogy, this essay deals with it as an ethic and
dianoetic virtue. The core of the whole becomes the phenomenology of empathy, the analysis of
the constitutive intentionalities of such a singular personal virtue: the free disposal, the ethic at-
titude and the spiritual request.
Key words:
empathic way of being, ethical and dianoethical virtue
existential dialogue, caring, sense co-experience
di Antonio Bellingreri
© Pensa MultiMedia Editore srl
ISSN 1722-8395 (print) / ISSN 2035-844X (on line)
Studium Educationis • anno XIV - n. 2 - giugno 2013
Giustizia e ingiustizia a scuola
nelle parole dei futuri maestri
Abstract
Le parole giustizia e ingiustizia ricorrono spesso nelle riflessioni che gli studenti fanno sulla
loro esperienza scolastica e coinvolgono la valutazione scolastica, la relazione insegnante-allievi
e in generale le modalità con cui è gestita la classe. In questo articolo vengono riportati i primi
risultati di un’indagine condotta chiedendo a 82 studenti universitari di Scienze della Forma-
zione Primaria di descrivere un episodio di giustizia e uno di ingiustizia di cui erano stati
soggetti o testimoni a scuola. L’analisi, condotta con metodi qualitativi e quantitativi secondo
il paradigma del mixed-method, ha fornito interessanti riflessioni sul tema della valutazione
e della relazione in classe oltre a suggerire indicazioni per una formazione degli insegnanti che
ai contenuti disciplinari affianchi buone capacità relazionali.
Parole chiave:
scuola, giustizia, pregiudizio, valutazione, insegnante
The words justice and injustice often feature in students’ reflections on their experience of school,
most frequently in relation to assessment, teacher-student relations and modes of class mana-
gement. In this paper, we present the preliminary results of a study in which 82 trainee primary
school teachers described both an episode of justice and an episode of injustice that they had ei-
ther directly experienced or witnessed during their own school years. The data analysis was car-
ried out using mixed-mode methodology and provided interesting insights into issues such as
assessment and relationships in the classroom, as well as highlighting the need for teachers to
receive training in interpersonal skills to complement their subject knowledge.
Key words:
school, justice, prejudice, assessment, teacher
di Silvia Kanizsa, Andrea Garavaglia, Germana Mosconi*
© Pensa MultiMedia Editore srl
ISSN 1722-8395 (print) / ISSN 2035-844X (on line)
Studium Educationis • anno XIV - n. 2 - giugno 2013
* Il presente contributo è frutto della collaborazione dei tre autori, in particolare Silvia Ka-
nizsa si è occupata del §3, Andrea Garavaglia del §1 e Germana Mosconi del §2, mentre
l’introduzione e il §4 sono frutto del lavoro comune di tutti gli autori.
Libri di lettura per la scuola primaria:
strumenti di promozione e valutazione della reading literacy
Abstract
A scuola, per insegnare a comprendere un testo, di solito, si propongono agli alunni una serie
di compiti da svolgere prevalentemente dopo la lettura, utilizzando un apparato didattico di
cui i libri scolastici sono dotati. La definizione di quali abilità di lettura promuovono i testi di
scuola primaria costituisce il tema della ricerca. Il campione dell’indagine è composto da 70
libri di lettura; usando una griglia di analisi appositamente costruita, sono state accertate le
operazioni richieste all’alunno da esercizi e verifiche sul testo, presenti nell’apparato didattico,
che dovrebbero sviluppare negli alunni la capacità di comprensione, interpretazione e valutazione
della lettura. I dati sono stati confrontati con quelli delle prove standardizzate di misurazione
dei livelli di apprendimento della literacy in lettura; i risultati mostrano che i libri di lettura ri-
chiamano differenti abilità e modalità di verifica.
Parole chiave:
comprensione del testo, abilità di lettura,
apparato didattico, obiettivi, valutazione
At school, when teaching how to understand a text, students to cope with a series of tasks are
usually proposed to be performed mainly after reading, using an apparatus contained in edu-
cational textbooks. The theme of search is the definition of what reading skills, promoted by
texts of primary school. 70 reading books are the champion of the investigation; using an an-
alytical framework on purpose built, the operations requested to the pupil from the present ex-
ercises and checks on the text in educational equipment, which should develop the
understanding, interpretation and evaluation of reading in students, were verified. The data
were compared to those of standardized tests to measure levels of achievement in reading literacy;
the results showed that reading books refer to different skills and methods of verification.
Key words:
text comprehension, reading skills,
educational equipment, objectives, assessment
di Francesca Anello
© Pensa MultiMedia Editore srl
ISSN 1722-8395 (print) / ISSN 2035-844X (on line)
Studium Educationis • anno XIV - n. 2 - giugno 2013
Dyad: self-esteem
– academic success, evidenced by counseling activity
Abstract
La ricerca mira ad indagare l’influenza di un programma migliorativo sulla stima globale di sé
di preadolescenti con ridotta autostima e a monitorare i cambiamenti occorsi nei risultati acca-
demici. Partiamo, infatti, dall’ipotesi che, se i punteggi di autostima globale di preadolescenti
con bassa autostima aumentano dopo aver conseguito il diploma, si possa avere una curva ascen-
dente nei risultati accademici grazie a tale programma. Il gruppo di ricerca è composto da 126
preadolescenti, sia maschi che femmine, di età compresa tra 12 e13 anni. Sono stati selezionati
studenti a bassa e medio-bassa autostima (che avevano ottenuto un punteggio 29 nella scala
di Rosenberg). Abbiamo utilizzato la scala di Rosenberg per la misurazione dell’autostima e
metodi di documentazione basati sui voti dei registri per i risultati accademici. Gli esiti della
ricerca ci permettono di concludere che il programma ha migliorato l’autostima dei soggetti e i
loro risultati accademici.
Parole chiave:
autostima, successo scolastico, preadolescenza,
programma di miglioramento al fine di aumentare l’autostima
The research aims to investigate the influence of an ameliorative program over the global self
esteem of preadolescences with reduced self esteem and to track changes occurred on their academic
results. We assume that if the scores of global self esteem of preadolescents with low self esteem
increases after they graduate an ameliorative program, we expect to have an ascendant curve for
the academic results. The research group is made of 126 preadolescences, both boys and girls.
There were selected students with low to medium-low self-esteem (whom scored under 29, at
the Rosenberg Scale for self esteem measuring). We measured the self esteem with Rosenberg
scale and the academic results by documentation methods: grades’ registries. The results concludes
that after an ameliorative program take place, the preadolescent improve their self esteem and
their academic results.
Key words:
self-esteem, academic success, preadolescence,
ameliorative program aiming to increase self esteem
di Daciana Lupu, Simona Tomozii
© Pensa Multimedia Editore srl
ISSN 1722-8395 (print) / ISSN 2035-844X (on line)
Studium Educationis • anno XIV - n. 2 - giugno 2013
L’attività di animazione
nei centri residenziali per anziani
Abstract
Questo contributo tratta dell’animazione all’interno delle strutture residenziali destinate agli
anziani. L’invecchiamento della popolazione chiede di rispondere non soltanto ai loro bisogni
assistenziali, ma anche a quelli socio-culturali, ricreativi ed educativi. Attraverso idonee attività
di animazione è possibile raggiungere importanti obiettivi tra cui quello del mantenimento delle
capacità motorie e cognitive degli anziani che vivono all’interno di residenze loro riservate.
Parole chiave:
attività di animazione, educazione, anziani, invecchiamento attivo
This contribution talks about the animation in residential structures for older people. The re-
lentless aging of the population asked to respond not only to the health care needs of older
people but also to the socio-cultural, recreational and educational needs. Through suitable ani-
mation activities you can reach important goals including the maintenance of cognitive residual
capacities of older people.
Key words:
animation activities, education, older people, successful aging
di Lucia Presenti
© Pensa Multimedia Editore srl
ISSN 1722-8395 (print) / ISSN 2035-844X (on line)
Studium Educationis • anno XV - n. 2 - giugno 2013
Abstract
Il principio dell’umanesimo integrale ha trovato attuazione nel corso del tempo in un’edu-
cazione della persona unitariamente considerata in relazione a quella complessa ricerca espe-
rienziale, conoscitiva, etica, estetica e spirituale che essa viene conducendo nella propria esistenza.
Alla luce di tale principio, il contributo prende in esame la relazione tra persona ed estetica, tra
persona e bello, al fine di rintracciare le coordinate di un’educazione estetica che, attingendo
ai fondamenti della tradizione pedagogica, intende delinearsi come percorso formativo per l’uomo
di oggi.
Parole chiave:
estetica, bello, educazione estetica,
fondamenti pedagogici, umanesimo personalista
The principle of integral humanism has found practical application in education considering
person as a unit in relation to his complex nature, his experiential, cognitive, ethical, aesthetic
and spiritual search. Examining the relationship between person and aesthetics, between person
and beauty, the contribution proposes the coordinates of an aesthetic education based on the
foundations of pedagogical tradition and developing an educational program for today’s man.
Key words:
aesthetic, beauty, aesthetic education,
pedagogical foundations, personalist humanism
© Pensa MultiMedia Editore srl
ISSN 1722-8395 (print) / ISSN 2035-844X (on line)
Studium Educationis • anno XIV - n. 2 - giugno 2013
dossier
Educare esteticamente:fondamenti per una riflessione pedagogica
di Marisa Musaio
Abstract
L’articolo raccoglie due interventi presentati nel corso di una giornata di studio dedicata al
ricordo di Enrico Mancusi Ungaro (1931-1974) che insegnò Musica e canto nell’Istituto Ma-
gistrale, oggi Liceo per le Scienze Umane, Duca D’Aosta di Padova, lasciando una importante
traccia per la sua dedizione alla scuola e per le innovazioni didattiche che realizzò.
A partire dalle vicende post unitarie si ripercorrono qui i momenti salienti che hanno caratte-
rizzato l’insegnamento della Musica nell’istruzione primaria e in altri ordini e gradi scolastici
individuando infine le attuali prospettive di sviluppo in ambito istituzionale.
Parole chiave:
educazione, musica, programmi scolastici, tradizione, innovazione
The article collects two papers presented during a conference day that the High School for Hu-
man Sciences Duca D’Aosta in Padua dedicated to the memory of Enrico Mancusi Ungaro
(1931-1974), who taught music and singing in that institute, leaving an important mark for
his dedication to the school and the teaching innovations realized.
Starting from the events following the Unification, the authors retraced the highlights that have
characterized the teaching of music in primary school and in other orders and school levels,
finally identifying the current prospects for development in the institutional field.
Key words:
education, music, school programs, tradition, innovation
© Pensa MultiMedia Editore srl
ISSN 1722-8395 (print) / ISSN 2035-844X (on line)
Studium Educationis • anno XIV - n. 2 - giugno 2013
dossier
Appunti a quattro mani: l’educazione musicalenella scuola italiana dall’unità ad oggi
di Franco Schiavon, Patrizia Zamperlin
COSCIENZA PEDAGOGICA
L’espressione coscienza pedagogica è stata frequentemente presente nelleopere dei pedagogisti italiani della seconda metà del secolo scorso efigura anche nei titoli di alcuni volumi di pedagogia (Bertin, 1971;Mencarelli, 1984). Alla coscienza pedagogica infatti si richiamavano ipedagogisti che condividevano la convinzione che, con la ricostruzionedella pedagogia “nel senso formale e in quello contenutistico”, l’edu-cazione non poteva essere “naturalistica e spontaneistica” ma dovevaessere intenzionale, ragionata, razionale e “consapevolmente avvertita”(Mencarelli, 1984, p. 75).La diffusione di questa espressione e l’attenzione per questa forma
di coscienza erano favorite, almeno parzialmente, dalla traduzione dialcune opere di E. Spranger nel cui pensiero emergeva il concetto dicoscienza come “sorgente normativa” e come “guida decisiva nella co-struzione della persona”.A questo proposito il pedagogista tedesco precisava che quanto più
molteplice diventa l’attività umana e quanto più numerose diventanole situazioni che esigono una decisione tanto più “si deve lottare consolitaria riflessione e realizzare processi di autoindagine per affermareciò che è giusto e retto” (Ivi, p. 72).In questa prospettiva l’educazione della coscienza veniva a confi-
gurarsi come verifica critica dei valori sulla via che conduce a diventareuomini.Mario Mencarelli nel 1984 affermava che il possesso della coscienza
pedagogica non può non costituire indispensabilmente un patrimoniodi coloro che, senza indulgere a “sussulti emotivi”, a “interessi ideolo-gici” ed a “sterili paradigmi culturalistici”, sono capaci di saper legitti-mare “la fondazione … dell’atto e del processo educativo” e che con“coerenza deontologica” hanno “il coraggio di accettare quanto è con-gruente all’affermazione della persona e di rifiutare quanto, in ordinealla persona stessa, è da considerare alienante” (Ivi, p. 75).
di Sira Serenella Macchietti
© Pensa Multimedia Editore srl
ISSN 1722-8395 (print) / ISSN 2035-844X (on line)
Studium Educationis • anno XV - n. 2 - giugno 2013
115
La Pedagogia generale oggi
Adopero intenzionalmente il termine utilizzato per rappresentare il settorescientifico-disciplinare M-PED/01, termine al quale si aggiunge (per rap-presentare compiutamente il settore) quello di (pedagogia) “sociale”. E lofaccio con l’intento di cercare una possibile identità per un ambito di ri-flessione e di ricerca che è dei pedagogisti: di coloro, cioè, che in universitàsi definiscono come tali e che come tali sono riconosciuti.
È evidente che la denominazione è, e non poteva non essere, abba-stanza generale/generica così da poter inglobare un numero piuttostoampio di indagini su un complesso di questioni e problemi relativi aifenomeni educativi e formativi.
Proprio in relazione agli ambiti di indagine, più puntuali e circo-scritte sono le indicazioni che riguardano la pedagogia generale rispettoa quelle relative alla pedagogia sociale la quale parrebbe abbracciare ununiverso di fenomeni emergenti, molto differenti tra loro, estremamentecomplessi e in costante e rapida evoluzione.
Indicazioni tanto generali/generiche non potevano non produrrenelle nostre università una notevole quantità e varietà di insegnamenti,che non è facilissimo ricondurre a quel settore e in certi casi sembraimproprio il farlo.
Quello che ad una ricognizione rapida (nei siti delle nostre univer-sità) mi è apparso è un panorama (in riferimento a M-PED/01) incre-dibilmente frastagliato, nel quale compaiono le classiche denominazionidi “pedagogia” o “pedagogia generale”, di “filosofia dell’educazione”,di “pedagogia sociale”, di “educazione degli adulti”. Ma accanto a que-ste ce ne è un gran numero di altre quali (e non le ricordo tutte): “pe-dagogia della famiglia”, “pedagogia interculturale”, “pedagogia dellavoro”,“pedagogia dell’orientamento”,“pedagogia dell’infanzia”, “pe-dagogia dell’adolescenza”, “pedagogia delle differenze di genere”, “pe-dagogia del ciclo di vita”, “pedagogia della comunicazione”, “pedagogia(ma anche metodologia) del giuoco”, “pedagogia del corpo”, “pratichenarrative e formazione del sé personale e professionale”, ecc.
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ISSN 1722-8395 (print) / ISSN 2035-844X (on line)
Studium Educationis • anno XIV - n. 2 - giugno 2013
Lettura digitale:
problemi e prospettive
1. Lettura, apprendimento e libri digitali
In questo lavoro si vuole gettare uno sguardo sul fenomeno degli e-book e sul potenziale impatto della lettura digitale rispetto alla pro-pensione alla lettura degli adolescenti e degli adulti, provando a faremergere il valore della lettura come processo di apprendimento e pro-ponendo alcune definizioni di e-book e di dispositivi per la lettura di-gitale, dal personal computer all’e-book reader, per poi analizzare i datiche emergono da alcune recenti indagini condotte in Italia e negliStati Uniti rispetto al rapporto dei lettori con i libri digitali.
La lettura gioca da sempre un ruolo fondamentale nell’apprendi-mento. Gli studi in materia evidenziano come nella prima fase dell’etàscolare l’attenzione si concentri sull’apprendimento della tecnica dellalettura; mentre, una volta superato lo scoglio della decodifica del testo,l’attenzione può spostarsi sulla lettura come strumento per apprendere,conoscere, sino a far emergere il piacere della lettura come intratteni-mento e, ancor più, come esperienza estetica.
Gli studi di marca cognitivista sulla lettura hanno evidenziato comei processi mentali connessi alla lettura siano più complessi rispetto allasemplice decodifica del significato, e come siano invece contestuali, di-pendenti dall’esperienza e dalle motivazioni del lettore, impegnati arielaborare le informazioni per metterle in relazione con conoscenze,emozioni e con altri elementi che già appartengono al lettore. La let-tura sembra essere, in sostanza, un percorso individuale legato alla di-mensione esperienziale che consiste nell’integrare le informazioninuove nella costellazione di quelle già esistenti, creando nuove con-nessioni tra loro, dando luogo a un’esperienza di lettura e apprendi-mento personale e irripetibile.
di Paolo Raviolo
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ISSN 1722-8395 (print) / ISSN 2035-844X (on line)
Studium Educationis • anno XIV - n. 2 - giugno 2013
CONVEGNO DI STUDI E CONGRESSO NAZIONALE CIRPED
Dalla pedagogia alle pedagogieCostruire un manuale di pedagogia generalePadova, 14 dicembre 2012
Il giorno 14 dicembre 2012, presso la Sala Paladin di Palazzo Moroni(a Padova) si è tenuto il Convengo di studi e Congresso nazionale delCIRPED (Centro Italiano di Ricerca Pedagogica), sul tema: Dalla pe-dagogia alle pedagogie. Costruire un manuale di pedagogia generale. L’obiet-tivo del convegno si pone in continuità con il lavoro che nellacomunità scientifica dei pedagogisti generalisti è stato compiuto attra-verso una serie di seminari itineranti, con l’obiettivo di arrivare ad unadefinizione unitaria e condivisa del profilo epistemologico della pe-dagogia generale, pur nel rispetto delle diverse linee di pensiero cheanimano il dibattito interno alla disciplina.
In tale scenario si colloca il contributo specifico del percorso cul-turale sviluppato fino ad ora dal CIRPED (dal 2005 al 2013), ma giàavviato con i seminari itineranti di pedagogia generale, iniziati nel2003, che hanno esplorato – da diversi punti di vista – i fondamentidella pedagogia in rapporto con la filosofia dell’educazione, con l’epi-stemologia pedagogica, con la storia della pedagogia e con la politica,per arrivare ad affrontare una riflessione sistematica sull’agire educativo.
Il convegno padovano si è dato un compito di tipo istruttorio, inordine all’elaborazione di uno strumento teorico ad uso didattico (unmanuale) per l’insegnamento della Pedagogia generale, all’interno delleUniversità italiane, confrontandoci anche con esperienze di ricerca escuole di pensiero attive presso Università straniere. A tal fine il con-vegno è stato articolato in tre sessioni, corrispondenti alle tre ipoteticheparti di un eventuale manuale, per attivare su ciascuna di esse un con-fronto schietto tra i pedagogisti generalisti. La prima sessione, animatadagli interventi dei proff. Carla Xodo (Università di Padova) e Giu-seppe Bertagna (Università di Bergamo), ha posto a tema la struttura di
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ISSN 1722-8395 (in press) / ISSN 2035-844X (on line)
Studium Educationis • anno XIV - n. 2 - giugno 2013
di Andrea Porcarelli
CONVEGNO INTERNAZIONALE - INTERNATIONAL CONFERENCE
Educazione e Counselling interculturale nel mondo globale
Intercultural Counselling and Education in the Global WorldVerona, 15-18 Aprile 2013
I rapidi e continui cambiamenti che stanno caratterizzando il vivereindividuale e collettivo nell’attuale mondo globale sembrano eviden-ziare un generale stato di crisi, trasversale ai diversi ambiti (economico,politico, sociale, culturale, ambientale) e contesti (famiglia, scuola, la-voro…) della vita umana.
Quella che appare delinearsi è una crisi diffusa che, nel riguardaretutti i settori del social welfare, attraversa non solo l’educazione e l’istru-zione ma anche il counselling e la psicoterapia, il cui setting è chiamatosempre più a confrontarsi con l’eterogeneità e la differenza culturale.
Una delle vie – possibili e necessarie – attraverso le quali cercare disuperare una tale crisi di valori e di governabilità del vivere locale e globaleè quella di investire su un’educazione dall’approccio interculturale, capace diintegrare il principio del rispetto delle differenze con i principi diequità e di responsabilità sociale.
Sono queste le considerazioni di fondo a partire dalle quali e at-torno alle quali ha preso avvio e si è sviluppato il Convegno Interna-zionale dal titolo: Educazione e Counselling interculturale nel mondo globale,svoltosi a Verona nel mese di aprile 2013 e promosso dal Centro StudiInterculturali dell’Università di Verona, in collaborazione con l’OntarioInstitute for Studies in Education (OISE) dell’Università di Toronto,con l’International Association for Intercultural Education (IAIE) econ la National-American Association for Multicultural Education(NAME).
Offrendosi come occasione di incontro tra studiosi, ricercatori eprofessionisti (160 circa) provenienti da numerosi paesi del mondo
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ISSN 1722-8395 (in press) / ISSN 2035-844X (on line)
Studium Educationis • anno XIV - n. 2 - giugno 2013
di Margherita Cestaro
Carla CallegariLa Shoah dei disabili
Implicazioni storico-pedagogiche e progettualità educativeMilano, FrancoAngeli, 2011, pp. 121
Nel volume, incentrato sulla storicizzazione della pedagogia speciale attraversouna rilettura della Shoah e delle teorie eugenetiche del nazismo, dopo averevidenziato come il principio dell’educabilità dei disabili avesse fatto la suacomparsa in pedagogia già nel Seicento, con Comenio, Carla Callegari forni-sce una breve panoramica sugli autori che a partire dall’Ottocento si sono oc-cupati di educazione e cura pedagogica di soggetti con deficit o menomazioni.Passa quindi a illustrare le principali tappe che hanno caratterizzato la Shoahdei disabili, effettuando un confronto critico tra le idee che le hanno sorrettee alcuni articoli della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità del 2006.Questa ricostruzione, che muove da un’accurata analisi del contesto politicoe socio-economico della Germania nazista, apre a una riflessione su quelloche la pedagogia può fare per impedire che le tendenze genocide presentinella società odierna prendano il sopravvento. Rifacendosi al pensiero di pe-dagogisti e intellettuali del passato, come Maritain, Dewey, Gandhi, Arendt edon Milani, Carla Callegari sottolinea che occorre ripensare il rapporto trapedagogia e politica e riaffermare una “cultura della solidarietà che non puòche partire da una più equa divisione delle risorse tra Paesi ricchi e poveri,potenti e inermi, e realizzarsi grazie ad un impegno educativo preciso” (p. 53):adoperarsi per promuovere l’attuazione della piena umanità in tutte le persone,indipendentemente dalle condizioni fisiche, psicologiche o sociali in cui sitrovano a vivere.Riprendendo dalla filosofa Nussbaum, l’Autrice punta il dito contro l’ege-monia dell’economia, che misura lo sviluppo delle nazioni in base a parametricome il Prodotto Interno Lordo, e denuncia “che la crescita economica nonporta automaticamente con sé né crescita sociale, né tanto meno crescita de-mocratica; anzi a volte le nazioni operano per produrre solo sviluppo eco-nomico e individui così moralmente ottusi che non si pongono il problemadelle diseguaglianze” (p. 55). Occorre dunque far leva su un paradigma al-ternativo, quello dello sviluppo umano, che riconosce l’inalienabile dignitàdi tutti gli uomini e di tutte le donne, da tutelare giuridicamente e da soste-nere attraverso l’educazione all’esercizio del pensiero critico, all’empatia, al-
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ISSN 1722-8395 (in press) / ISSN 2035-844X (on line)
Studium Educationis • anno XIV - n. 2 - giugno 2013
Studium Educationis • anno XIV - n. 2 - giugno 2013 • recensioni
l’assunzione personale di responsabilità e all’impegno per l’affermazione diuna società realmente democratica, che tenga davvero conto delle esigenzedi tutti i cittadini e, quindi, anche delle persone mentalmente o fisicamentedisabili.Occorre altresì ripensare il rapporto tra pedagogia e psichiatria, conciliandoil concetto di cura terapeutica con quello di cura pedagogica, che, come sot-tolinea l’Autrice citando Cambi, inverte l’ordine della medicina, perché in-cardinandosi sul singolo, sia esso un soggetto o un gruppo, “è semprepersonale, non diviene mai ‘protocollo medico’ impersonale applicabile a unacategoria” (p. 103) e, valorizzando incondizionatamente l’umanità di ciascunoper mezzo del dialogo, della comprensione e del sostegno, ne salvaguarda laspecificità.Il rigore metodologico con cui è stata sviluppata la ricerca, l’accurata artico-lazione tematica e la dovizia di fonti utilizzate a sostegno delle tesi discusserendono particolarmente interessante questo lavoro, che getta luce su unevento ancora poco conosciuto della storia del Novecento qual è, appunto,la Shoah dei disabili e invita a non abbassare la guardia in una società – quellaattuale – percorsa da pericolose manifestazioni di disprezzo nei confronti deldiverso.
[di Emma Gasperi]
Marco MilellaLa formazione
oltre lo specchio dell’imitazionePerugia, Università degli Studi di Perugia, 2012, pp. 149
A partire da un’operazione articolata quanto proficua quale la “messa allospecchio” dell’imitazione, Marco Milella si propone qui di compiere una ri-cognizione su ciò che è formazione nelle sue possibilità, nei suoi limiti, neisuoi intrecci con le emozioni, le percezioni, le azioni.In particolare nei primi due capitoli di questo intenso saggio l’Autore provaa mettere in luce, da una parte, quelle che sono le tras-formazioni dell’imitarein chiave di cambiamento culturale di fondo e, dall’altra, la complessa reterelazionale delle dinamiche interessate dal contesto di una “comprensionereciproca”. Per fare questo, però, egli ha avvertito la duplice necessità di pas-sare attraverso la ridiscussione di ciò che è (o può apparire) banale in ambitoformativo e di ribadire con forza la compresenza di azione e percezione: «so-no proprio le dinamiche delle azioni, dell’agire intenzionale ad essere coin-volte e a coinvolgere non soltanto il corpo/mente proprio, ma anche quellodegli altri» (p. 49), soprattutto in considerazione del fatto che percepiamo«perché agiamo, socialmente, e agiamo perché percepiamo» (p. 46).
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In questa prospettiva, l’Autore si confronta, in maniera serrata, anche con leacquisizioni delle neuro-scienze: esse sono considerate un’occasione e unostimolo per porre le dinamiche formative nell’alveo delle esperienze cheognuno vive attraverso l’imitazione interiorizzata, ossia la “simulazione in-carnata” (p. 57 e p. 63).Nei capitoli Formazione dell’identità ed imitazione e L’imitazione svelata è pos-sibile rinvenire, pur con diversità di accenti, alcune interessanti corrispon-denze con i capitoli precedenti. Là Milella va approfondendo natura emanifestazioni dell’agire imitativo, mentre qui concentra maggiormente l’at-tenzione sul nesso imitazione-identità e sulla triangolazione formazione-(re)invenzione di sé-creatività. «Siamo formati e siamo imitati, comunque –si legge in uno dei passaggi più efficaci –; formiamo ed imitiamo, comunque.Il “ritorno” ad occuparsi dell’imitazione, allora, può essere un tentativo di di-svelare le pretese di controllo […] che si possono celare in teorie e prassi chesi definiscono formative e che, invece, si sono rivelate quali tragici tentatividi imbrigliare le condizioni, le situazioni e le manifestazioni imprevedibili,folli, sacre, umoristiche, etc. dell’umanità» (p. 125). Il quarto capitolo si occupa di memoria e memorie (assoluta, umana, artifi-ciale) in rapporto al desiderio di dimenticare e all’apprendimento a memorizzare,a ricordare e a dimenticare, dove obliare ed imitare rappresentano “gli arginidi un fiume di significati” (cfr. p. 101). A nostro avviso, in questa prospettiva,costituisce un contributo originale il terzo capitolo, significativamente inti-tolato Rispecchiamenti e apprendimenti, che rappresenta il fulcro di questo lavoro,il cui scopo principale è quello di proporre argomentazioni valide per pro-muovere il “fare formazione”, a partire da e in virtù di ciò che chiamiamocreatività.
[di Giuseppe Moscati]
Giancarlo GolaCon lo sguardo di chi insegna
La visione dell’insegnante sulle pratiche didatticheMilano, Franco Angeli, 2012, pp. 111
Giancarlo Gola, in questo testo al medesimo tempo agile ed intenso, ci invitaad analizzare con attenzione e metodo una tematica cruciale per la forma-zione e l’efficacia dell’insegnante: quella della sua visione sulla propria pro-fessionalità e azione professionale, sui suoi significati, limiti e possibilità. Ilconcetto di visione non va qui inteso in senso riduttivo: nel corso dello svol-gimento argomentativo, l’Autore lo articola su categorie d’ordine etico-va-loriale, progettuale-disciplinare e gnoseologico, dove si intrecciano erimandano vicendevolmente conoscenza dichiarativa, conoscenza procedu-rale e conoscenza condizionale (Feiman-Nemser 2001). «La visione rappre-senta la coscienza del possibile (Greene, 1988), essa modella il modo in cui
gli insegnanti percepiscono il proprio insegnamento, i propri studenti e lascuola e aiuta a comprendere le situazioni che avvengono in aula, le scelteche i docenti adottano durante l’insegnamento e le decisioni che assumonoper il loro futuro. Le visione dell’insegnante per il buon insegnamento sonouna pista di lavoro della ricerca educativa sulla formazione degli insegnanti;sia essa precedente all’ingresso nella professione, sia come formazione a so-stegno del proprio lavoro e come lettura delle proprie esperienze. Il ragio-namento e la ricerca sul tema delle visioni dell’insegnante invitano da unaparte a comprendere il soggetto dell’insegnante, le sue difficoltà, le sue ansie,le sue paure, le sue bellezze, dall’altra a immaginare una nuova dimensionedell’essere insegnante» (p. 97).Nello specifico, secondo Gola, «la visione della pratica professionale passa at-traverso una precisa ed attenta: conoscenza degli studenti e del loro processodi apprendimento; concezione del progetto formativo ed educativo e degliobiettivi curricolari in funzione degli scopi di istruzione ai quali si riferisce;capacità di insegnare le discipline in funzione degli studenti, del gruppo classee dell’ambiante scolastico e sociale» (p.34).L’Autore ci avverte della delicatezza del tema, poiché, assunta la complessitàintrinseca della professionalità docente, essa non può che leggersi all’internodi un agire socialmente e culturalmente definito che influisce sulla visionedell’essere insegnante e del fare insegnamento. In tal senso, nel testo viene(opportunamente) sviluppata la specifica qualità pedagogica della conoscenzadisciplinare, procedurale e relazionale dell’insegnante, così come un ampiospazio è dedicato alla declinazione delle decisive accezioni di attitudine all’in-segnamento (in termini di valori, passioni emozioni, credenze) e di posturanell’insegnamento (intesa come habitus, gesti, routine). È così che emergequello che è forse l’aspetto centrale del tema trattato, il valore (auto)formativodella visione dell’insegnante sul proprio essere-agire, quale «competenza “al-ta” e quanto mai necessaria, la competenze al pensiero, all’essere pensosi(Mortari, 2010)» (p. 55).Il testo, solidamente documentato in ogni sua parte, è quindi arricchito dallapresentazione di alcune ricerche di respiro internazionale, esposte in terminiriflessivi sia sul piano dei risultati, sia su quello delle metodologie (e relativeimplicazioni) adottate. Si ha così l’opportunità di approfondire le visioni degliinsegnanti di matematica (Structurale knowledge, Sherin, van Es, 2009) e quelledegli insegnanti di educazione speciale (Dispositional knowledge, La Page et al.,2008), ma anche il contributo di Hammerness (2004) relativo alle Praticalknowledge sulle visioni ideali e pratiche didattiche, prima di farsi guidare dal-l’Autore nel giustificato resoconto relativo al proprio impianto di ricerca,soffermandosi sugli aspetti epistemologici e metodologici dell’indagine e il-lustrando, anche con ampi stralci esemplificativi, i principali risultati raggiunti(pp. 79-92). Il tema della visione dell’insegnante è quindi sviluppato coniugando le attualiacquisizioni teoriche alle più recenti direzioni di ricerca, constatando la pro-gressiva apertura d’indagine sula tematica, che ha oramai abbandonato la mo-dellizzazione comportamentista come teacher-effectivness, «aprendo ad un
Studium Educationis • anno XIV - n. 2 - giugno 2013 • recensioni
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eclettismo teorico e metodologico rivolto all’indagine dei pensieri e dellepratiche riflessive […] con gli attori coinvolti nell’azione stessa di insegna-mento durante l’azione» (p. 94). Non si tratta, ci averte l’Autore a conclusionedel volume, di un’affezione intellettuale al tema della visione dell’insegnante,né di voler mettere in luce la questione morale dell’essere insegnante e nem-meno di voler rinvenire una presunta visione comune sull’insegnamentoquanto piuttosto «l’invito a traguardare, guardare più in là delle proprie pra-tiche e delle proprie credenze, ma in con una progettualità all’orizzonte. Intermini deweyani significa immaginare la finalità del lavoro educativo, come“end in view” (Dewey, 1939, p. 238), una tendenza verso l’azione che l’inse-gnante mette in atto nel suo agire singolare, una riflessione cosciente, un at-teggiamento dell’insegnante affettivo, ideativo, pratico. Come afferma Greene(2008); la capacità di andare oltre la propria immaginazione» (p. 98).
[di Luca Agostinetto]