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FINANZIAMENTI STRUTTURALI COMUNITARI ED AGRICOLTURA CALABRESE
1) PREMESSA
L’U.E sostiene finanziariamente il settore agricolo mettendo a disposizione cospicue risorse economiche che
dovrebbero avere la funzione, tra le altre cose, di migliorare la competitività del comparto e la sostenibilità
dei prodotti sui mercati internazionali.
Lo strumento di attuazione delle politiche agricole comunitarie è la PAC (Politica Agricola Comune), che dalla
sua nascita ad oggi ha subito diverse modifiche necessarie per adeguarla ai tempi ed agli allargamenti dell’UE.
Fig.1
Fino al 2007, la PAC veniva finanziata da un fondo europeo denominato FEOGA (Fondo Europeo di
Orientamento e Garanzia Agricola), a sua volta composto da due sezioni:
- Sezione orientamento: che contribuiva al finanziamento di progetti pubblici di miglioramento delle
strutture di produzione, trasformazione e vendita dei prodotti agricoli
- Sezione Garanzia: che finanziava le misure di sostegno dei prezzi e di stabilizzazione dei mercati
Con la cosiddetta “Riforma Fischler” la sezione orientamento del FEOGA viene sostituita da un fondo
denominato FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale) con la funzione di migliorare la
competitività del settore agricolo e forestale, l’ambiente e il paesaggio, la qualità della vita nelle zone rurali
e la diversificazione dell’economia rurale.
Fu nelle programmazioni precedenti, come quella del 1992 detta anche riforma MacSharry e con la riforma
transitoria di “Agenda 2000”, che vennero introdotti stabilmente gli interventi per lo sviluppo rurale.
Con la nuova riforma della PAC 2014-2020, riguardo lo sviluppo rurale sono stati individuati 6 priorità1
• priorità 1: innovazione
• priorità 2: competitività
• priorità 3: filiere agroalimentari
• priorità 4: tutela ecosistemi
• priorità 5: sostenibilità:
• priorità 6: inclusione
1 http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO-13-631_it.htm
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Nel periodo 2014-2020 il FEASR, per tutti i paesi dell’UE, metterà a disposizione circa 100 miliardi di € a cui si
aggiungeranno i 61 miliardi di investimenti pubblici da parte degli stati membri2.
Attualmente la struttura della PAC (in maniera molto sintetica) è quella indicata nella fig. 2
Fig.2
L’attuazione degli interventi, avviene nell’ambito dei piani di sviluppo rurale (PSR) che vengono messi a
punto dalle regioni a cui vengono demandate le scelte operative in particolare per quel che riguarda le misure
da adottare e la ripartizione dei finanziamenti
2) IMPATTO DELLE POLITICHE ECONOMICHE EUROPEE SULLO SVILUPPO RURALE
Scopi del presente studio
Lo scopo dello studio è quello di individuare gli effetti dei finanziamenti FEASR sull’agricoltura calabrese
rispetto alle altre regioni, utilizzando i dati ufficiali della Ragioneria generalo dello Stato ed i censimenti Istat.
Risorse finanziarie e metodi
Le risorse finanziarie per lo sviluppo rurale sono ripartite, per quel che riguarda l’Italia, fra le seguenti tre
categorie di regioni:
- regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia)
- regioni in transizione (Molise e Sardegna),
- regioni più sviluppate (le restanti regioni del centro nord e le province autonome di Trento e
Bolzano).
Per il presente studio, sono stati utilizzati i dati finanziari sulle risorse FEOGA/FEASR pubblicate dall’annuario
statistico della Ragioneria generale dello Stato anno 2016, relativi alla programmazione ed all’attuazione
finanziaria dei programmi cofinanziati dall’Unione Europea.
2 Fonte: http://ec.europa.eu/agriculture/rural-development-2014-2020/index_it.htm
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Anche se disponibili fino al 2015, sono stati utilizzati solo quelli fino all’anno 2010, in modo da comparare i
risultati economici con le risultanze dei due censimenti ISTAT sull’agricoltura effettuati negli anni 2000 e 2010
e poter quindi valutare l’impatto delle risorse finanziarie utilizzate, per un tempo definito e misurabile.
3) RIPARTIZIONE DELLE RISORSE
I dati finanziari e le relative proporzioni in termini di superficie ed abitanti in Italia, sono i seguenti: Tab1
Regioni
finanziamenti
programmati
periodo 2000-
2010
(in mlioni di €)
abitanti
(anno 2011)
Superficie
(kmq)
Incidenza
finanziamenti
per abitante (€)
incidenza
finanziamenti
per Kmq
(€)
Abruzzo 120 1.307.273 10.831,84 91,79 11.078,45
Basilicata 575 579.358 10.073,32 992,48 57.081,48
Calabria 1117 1.962.856 15.221,90 569,07 73.381,12
Campania 1512 5.765.850 13.670,95 262,23 110.599,48
Emilia Romagna 280 4.331.343 22.452,78 64,65 12.470,62
Friuli VG 74 1.220.849 7.862,30 60,61 9.412,00
Lazio 162 5.481.572 17.232,29 29,55 9.400,96
Liguria 76 1.570.694 5.416,21 48,39 14.031,95
Lombardia 287 9.663.872 23.849,19 29,70 12.033,95
Marche 175 1.541.950 9.401,38 113,49 18.614,29
Molise 165 314.342 4.460,65 524,91 36.990,12
PA Bolzano 199 501.815 7.398,38 396,56 26.897,78
PA Trento 93 522.486 6.207,12 178,00 14.982,79
Piemonte 245 4.364.309 25.387,07 56,14 9.650,58
Puglia 1275 4.053.668 19.540,90 314,53 65.247,76
Sardegna 1121 1.641.681 24.100,02 682,84 46.514,48
Sicilia 1710 5.005.657 25.832,39 341,61 66.195,97
Toscana 226 3.668.948 22.987,04 61,60 9.831,63
Umbria 211 884.010 8.464,33 238,69 24.928,14
Valle d'Aosta 50 126.806 3.260,90 394,30 15.333,19
Veneto 221 4.851.958 18.407,42 45,55 12.006,03
Da questa tabella, al fine di rendere più agevole la lettura sulla portata dei finanziamenti e su come la Calabria
si posiziona rispetto alle risorse erogate, sono stati estrapolati i seguenti grafici che illustrano, la ripartizione
finanziaria totale e l’incidenza per kmq e per abitante:
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Quindi, nel panorama regionale italiano la Calabria si posiziona al 4° posto assoluto per la dotazione
finanziaria totale (1,117 miliardi di € - grafico 1), 3° posto riguardo la dotazione finanziaria per kmq (73.381,00
€ /kmq – grafico 2) e 4° posto riguardo la ripartizione dei fondi per abitante (€ 569/abitante – grafico 3).
In sintesi, la Calabria è collocata ai primi posti per quel che riguarda l’erogazione di fondi nel settore agricolo
ma nel panorama nazionale, è la decima regione per numero di abitanti e l’undicesima per superficie.
Considerato che lo scopo di questo studio è di stabilire quanto hanno contribuito i fondi Europei allo sviluppo
nel settore agricolo calabrese in rapporto alle altre regioni, per poter rispondere al quesito è necessario
verificare l’efficacia di tali finanziamenti sui comparti agricoli regionali, analizzando i principali fattori che
concorrono allo sviluppo economico e strutturale agricolo e che secondo lo scrivente sono:
- Dimensione aziendale
- Lavoro
- Ricambio generazionale
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4) DIMENSIONE AZIENDALE MEDIA
Il problema principale dell’agricoltura meridionale e calabrese in particolare, è la componente strutturale
aziendale.
In Europa, la superficie aziendale media è di 12 Ha anche se le più importanti nazioni dell’area UE hanno
superfici medie molto superiori: la Francia per esempio ha una SAU media di Ha 50, la Spagna di 24 Ha; la
superficie media aziendale italiana è di 7,90 Ha ma i dati relativi alla regione Calabria sono sconfortanti: la
SAU media aziendale calabrese è di appena 4 Ha.
Confrontando il grafico sottostante possiamo avere un panorama della situazione italiana nel 2010:
Solo la Liguria presenta una superficie media inferiore a quella calabrese; bisogna però considerare che il
territorio ligure è per il 65% montano (Calabria 42%) e 35% collinare (Calabria il 49%).
Il concetto economico è che su aziende di piccole dimensioni non si possono fare economie di scala ed in una
regione dove non c’è una tendenza all’associazionismo, la dimensione aziendale diventa un notevole
handicap. Infatti piccole dimensioni vogliono dire bassa produttività del lavoro ed alti costi di produzione
poichè diventa antieconomico introdurre progresso tecnologico: basti pensare che negli anni cinquanta una
unità lavorativa poteva mediamente gestire una SAU di 2-3 ha mentre oggi questa misura si può considerare,
in determinate situazioni, ampiamente decuplicata.
Inoltre, facendo un confronto con il censimento dell’anno 2000, la SAU aziendale è variata di pochissimo in
Calabria (nel 2000 la Calabria era terzultima in questa classifica); in dieci anni la crescita nel tempo è stata
pari a 0,8 Ha per azienda (il 25% rispetto al 2000); nella tabella seguente possiamo osservare uno schema
aggregato della variazione della SAU aziendale nel periodo 2000-1010 e della variazione percentuale.
0,00
2,00
4,00
6,00
8,00
10,00
12,00
14,00
16,00
18,00
20,00
etta
ri
elaborazione dati Istat censimento agricoltura 2010
Graf. 4 - Superficie agricole media (SAU) per azienda
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Lo schema riporta i dati in ordine di incremento di SAU tra il 2000 ed il 2010; come descritto in precedenza
la Calabria ha incrementato la sua SAU media di soli 0,80 Ha; solo le province autonome di Bolzano, il Molise,
l’Abruzzo e la Lombardia, presentano delle performance incrementali inferiori ma partono da una SAU media
che nella peggiore delle ipotesi è quasi il doppio di quella Calabrese; ad esempio la Provincia Autonoma di
Bolzano, ultima per incremento percentuale (che è pari al 2%), possiede una superficie media aziendale di
11 Ha (quasi il triplo di quella calabrese); la Lombardia presenta un incremento del 24% (simile a quello della
Calabria) ma tale incremento è pari a 3,52 Ha, su una SAU media per azienda che è di 18 Ha.
Volendo paragonare le superfici medie calabresi con quelle dei paesi europei, la SAU media per azienda è
superiore solo a quella di Cipro, Malta e Romania.
Con questi numeri è molto difficile immaginare nel breve periodo una ripresa consistente dell’agricoltura
calabra, che in quanto risorse naturali, non è seconda a nessuna regione dell’area UE.
5) Il LAVORO
L’aspetto lavorativo in generale serve per verificare il livello di efficienza aziendale e l’importanza del settore
agricolo nel tessuto economico territoriale.
L’analisi del Lavoro attraverso i dati Istat rileva come la Calabria presenti un elevato numero di ggll per Ha di
SAU (28,6 ggll nel 2010 - Grafico 6) ed un basso numero di ggll per azienda (114 ggll nel 2010 – Grafico 7);.
0%
20%
40%
60%
80%
100%
120%
0,002,004,006,008,00
10,0012,0014,0016,0018,0020,00
Incr
emen
to %
Etta
ri
Graf. 5 - SAU media aziendale: evoluzione periodo 2000-2010
2000 2010 Variazione %
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Riguardo invece le gg.ll per addetto in agricoltura, anche qui i lavori sono bassissimi, con una media di 44
gg.ll/addetto; peggio della Calabria fa solo la Puglia: (vedasi successivo graf. 8)
0
20
40
60
80
100
120
Graf. 6 - ggll per ha di SAU
anno 2000 anno 2010
0100200300400500
Graf. 7 - ggll per azienda
anno 2000 anno 2010
Puglia
Calabria
Sicilia
Abruzzo
Basilicata
Umbria
Molise
PATren
to
Campani
a
Lazio
Marche
Veneto
Friuli VG
Toscana
Emilia
Romagna
Valle
d'Aosta
PABolzano
Sardegna
Liguria
Piemon
te
Lombard
ia
anno 2000 25 34 28 43 31 36 42 37 42 33 44 45 53 50 71 71 68 41 67 167 94
anno 2010 41 44 45 48 51 53 58 59 59 64 67 75 80 82 94 97 101 105 113 126 140
0
20
40
60
80
100
120
140
160
180
ggll
per
ad
det
to/a
zien
da
Graf. 8 - ggll/addetti all'agricoltura
anno 2000 anno 2010
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Invece, riguardo al numero medio di addetti per azienda, nonostante i pessimi dati sopraindicati, la Calabria
nel 2010 si posiziona al 4° posto assoluto per numero medio di addetti /per azienda (2,6 nel 2010)
Per riassumere in Calabria si impiega troppa manodopera per unità di superficie ma gli addetti effettuano
mediamente poche ggll in azienda: questa analisi non fa che confermare l’eccessiva frammentazione delle
imprese agricole in termini di numero e dimensione, con la presenza di colture poco redditizie e/o con
concentrazione del lavoro in pochi periodi dell’anno, scarsamente meccanizzate, a basso livello di efficienza
ed innovazione poiché è la parte manuale che rappresenta ancora la componente principale delle attività
lavorative. Inoltre, il basso valore di ggll per azienda e per addetto, denota una scarsa propensione
all’imprenditorialità agricola, bassa diversificazione delle attività aziendali e limitata propensione a dare
valore aggiunto alle produzioni; l’attività agricola non rappresenta una fonte principale di reddito per gli
imprenditori e conseguentemente per il personale che quindi tende ad avere una scarsa specializzazione,
bassa capacità imprenditoriale ed un ridotto progresso tecnologico aziendale: da questo punto di vista è
possibile affermare la situazione di grave ritardo dell’agricoltura calabrese.
6) RICAMBIO GENERAZIONALE
Uno degli obiettivi principali delle politiche agricole comunitarie è quello di procedere allo svecchiamento
del comparto agricolo al fine di avere un ricambio generazionale che si auspica, determini un impatto positivo
sulla crescita in termini di innovazione e competitività.
Prima di osservare i dati va premesso che rispetto al censimento del 2000, il numero dei capoazienda si è
ridotto in tutta Italia in conseguenza della generalizzata diminuzione del numero delle aziende.
Abruzzo
Basilicata
Calabria
Campani
a
Emilia
Romagna
Friuli VG
Lazio
Liguria
Lombard
ia
Marche
Molise
PABolzano
PATren
to
Piemon
te
Puglia
Sardegna
Sicilia
Toscana
Umbria
Valled'Aosta
Veneto
2000 3,3 3,4 3,3 3,2 3,4 3,2 3,0 2,8 3,4 3,2 3,2 4,9 4,0 1,4 3,7 3,3 2,9 3,3 3,3 2,9 3,3
2010 2,3 2,2 2,6 2,4 2,8 2,3 2,1 2,1 2,5 2,0 2,0 4,1 3,9 2,2 2,6 2,0 2,2 2,4 2,2 2,4 2,2
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
nr
add
etti
per
azi
end
a
Graf. 9 - Numero di addetti per azienda
2000 2010
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Quel che a noi interessa è individuare la % dei capoazienda sotto i 44 anni rispetto al totale nei due anni di
riferimento e verificare le differenza percentuale verificatisi nei due periodi: tale analisi è descritta dalla
seguente tabella:
Tab. 2
Regioni
anno
2000
anno
2010
Variazione
percentuale
Veneto 16% 14% -15%
Abruzzo 16% 14% -14%
Molise 21% 18% -14%
Emilia Romagna 17% 15% -13%
Puglia 19% 16% -11%
PA Bolzano 33% 29% -10%
Friuli VG 15% 14% -9%
Marche 13% 12% -7%
Lazio 17% 16% -5%
Basilicata 19% 18% -3%
Calabria 18% 17% -3%
Campania 19% 19% -1%
Umbria 14% 14% 1%
PA Trento 21% 22% 4%
Lombardia 23% 24% 6%
Toscana 15% 16% 9%
Sicilia 17% 20% 14%
Sardegna 19% 22% 15%
Piemonte 19% 23% 21%
Valle d'Aosta 19% 23% 22%
Liguria 16% 20% 27%
Il dato calabrese indica che la percentuale di giovani sotto i 44 anni rispetto al totale nel periodo 2000-2010
è diminuito del 3% così come è avvenuto per altre 11 regioni (vedi graf.12)
-60%
-50%
-40%
-30%
-20%
-10%
0%
Ligu
ria
Lazi
o
PA
Tre
nto
Tosc
ana
Val
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a
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PA
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glia
Mo
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Ab
ruzz
o
Graf. 10 Diminuzione dei capoazienda
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In questo, le nostre performance, anche se negative, non sono state le peggiori in assoluto nel panorama
nazionale ma su questo non può valere la famosa frase “mal comune mezzo gaudio” perché tra le 5 regioni
meno sviluppate, peggio della Calabria, fa solo la Puglia
7) RAPPORTO TRA I DATI ECONOMICI E LE PERFORMANCE REGIONALI
Sulla base dei dati ottenuti, vediamo di quantificare e mettere a confronto con le altre regioni italiane, gli
effetti di un investimento di 1,17 miliardi di euro (oltre alle quote dei privati) in Calabria nel periodo 2000 -
2010.
Riassumendo, le conclusioni dello studio statistico nel periodo 2000-2010, sono le seguenti:
• La dimensione media aziendale è di 4,00 Ha, penultima regione italiana
• Le gg.ll/azienda sono 114, quint’ultima regione italiana
• Le gg.ll/Ha di SAU sono 28,6, quarta regione italiana
• Le gg.ll/addetto in azienda è di 44 gg.ll, penultima regione italiana.
• Nr di addetti in agricoltura: 2,6 addetti per azienda, quarta regione italiana
• Ricambio generazionale: 17% delle aziende sul totale condotte da giovani (-0,2% rispetto a 2000):
12imi in Italia
Allo scopo di avere un’idea dell’impatto sul settore agricolo calabrese dei fondi erogati anche in rapporto
con le altre realtà italiane, ho preso in considerazione i dati relativi alle variazioni percentuali dell’anno 2010
rispetto all’anno 2000 delle performance su
• SAU media
• ggll per addetto
• ricambio generazionale
Tali variazioni sono state sommate tra di loro in modo da quantificare gli incrementi di performance, avere
un dato da comparare con le somme erogate e calcolarne un rendimento.
I risultati, sono visibili nella tabella seguente:
-20%
-10%
0%
10%
20%
30%
40%
Ven
eto
Ab
ruzz
o
Mo
lise
Emili
a R
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Pu
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PA
Bo
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Tosc
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Sici
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Pie
mo
nte
Val
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Ligu
ria
Graf. 12 - % di giovani conduttori sul totale
anno 2000 anno 2010 Variazione percentuale
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Tab 3
Come è possibile verificare dalla tabella, nella colonna e ho sommato le variazioni di performance dei tre
parametri e poi ho calcolato (colonna g) il costo di ogni unità di performance per tutte le regioni italiane e
ne viene fuori, per la Calabria, un quadro desolante: non solo i dati strutturali sono quasi sempre negativi ma
addirittura ogni miglioramento di performance, ha un costo che è il più alto tra tutte le regioni italiane: a
titolo di esempio per la Basilicata, regione confinante, ogni incremento di performance ha avuto un costo di
5,59 milioni di € rispetto ai 21,75 milioni € della Calabria; sostanzialmente in Calabria si è spende 4 volte di
più per ottenere lo stesso risultato; i conseguenza anche il rendimento (colonna f) è il più basso tra le regioni
italiane: 4,60% rispetto alla media nazionale che è del 49,50% , oltre 10 volte inferiore!
Nel grafico sottostante possiamo verificare la graduatoria dei costi delle performance in tutte le regioni
italiane:
a b c d e f g
Investimenti
REGIONI
Finanziamenti
2000-2010
(in Milioni di €)
Variazioni
SAU 2000-
2010
variazioni ggll per
addetto in
agricoltura
periodo 2000-
2010
variazioni
capiazienda
sotto i 44 anni
periodo 2000-
2010
Somma delle
variazioni delle
performance
(b+c+d)
Rendimento
(e/a)
Costo incremento
di performance
(Milioni di €)
(a/e)
Valle d'Aosta 50,00 30,34% 36,62% 21,64% 88,60% 177,19% 0,56
Liguria 76,00 25,65% 68,66% 27,34% 121,65% 160,06% 0,62
PA Trento 93,00 60,06% 59,46% 3,81% 123,33% 132,61% 0,75
Friuli VG 74,00 36,07% 50,94% -9,12% 77,89% 105,26% 0,95
Lazio 162,00 70,96% 93,94% -5,12% 159,78% 98,63% 1,01
Toscana 226,00 46,98% 64,00% 9,14% 120,12% 53,15% 1,88
Marche 175,00 29,64% 52,27% -7,44% 74,47% 42,55% 2,35
Veneto 221,00 41,12% 66,67% -15,25% 92,54% 41,87% 2,39
Umbria 211,00 27,25% 47,22% 1,09% 75,56% 35,81% 2,79
Lombardia 287,00 24,04% 48,94% 6,49% 79,47% 27,69% 3,61
Sardegna 1121,00 99,84% 156,10% 15,19% 271,13% 24,19% 4,13
Molise 165,00 10,48% 38,10% -13,52% 35,05% 21,24% 4,71
PA Bolzano 199,00 2,38% 48,53% -9,81% 41,10% 20,65% 4,84
Emilia Romagna 280,00 36,10% 32,39% -12,53% 55,96% 19,99% 5,00
Piemonte 245,00 49,63% -24,55% 21,26% 46,34% 18,92% 5,29
Basilicata 575,00 41,69% 64,52% -3,39% 102,81% 17,88% 5,59
Abruzzo 120,00 20,66% 11,63% -13,63% 18,66% 15,55% 6,43
Sicilia 1710,00 72,27% 60,71% 13,97% 146,96% 8,59% 11,64
Campania 1512,00 60,55% 40,48% -1,13% 99,89% 6,61% 15,14
Puglia 1275,00 27,64% 64,00% -11,34% 80,30% 6,30% 15,88
Calabria 1117,00 25,30% 29,41% -3,34% 51,37% 4,60% 21,75
Media Italia 471,1 39,9% 52,9% 0,7% 93,5% 49,5% 5,6
Performance Risultati
0,00
5,00
10,00
15,00
20,00
25,00
Graf. 13 -Costo incremento unitario di performance (Milioni di €)
Studio Tecnico Dott. Agr. Orazio Conti www.contistudio.net e-mail: [email protected]
8) CONCLUSIONI
Lo studio ha messo in evidenza come gli investimenti nel settore agricolo in Calabria, con riferimento in
particolare verso la struttura fondiaria, il lavoro ed il ricambio generazionale, non producano effetti
significativi per il comparto: i miglioramenti sono flebili ed hanno un costo elevatissimo: ciò vuol dire che le
risorse vengono disperse invece di produrre ricchezza e sviluppo per le aree rurali e l’agricoltura calabrese.
La media italiana del costo di ogni punto percentuale di performance è di 5,86 Ml di € il che vuol dire che i
miglioramenti per il settore agricolo calabrese, se solo si rispettassero le medie nazionali, dovrebbero essere
3,7 volte superiori: purtroppo il più delle volte si è trattato di investimenti inutili se non addirittura dannosi
per la creazione di sacche di assistenzialismo che hanno disorientato quelle realtà positive che in questo
quadro desolante, in Calabria cercano tra mille sforzi di emergere.
Il rischio concreto è che si continui su questa strada, che il gap tra la Calabria e le altre regioni aumenti sempre
di più.
Da una prima analisi, in Calabria servono investimenti per:
- favorire ed incentivare l’associazionismo e la crescita delle dimensioni aziendali, escludendo dalle
agevolazioni le realtà passive ed assistenzialistiche;
- creare centri di assistenza, favorire l’introduzione di innovazione tecnologica e la crescita di
piattaforme di concentrazione e distribuzione dei prodotti;
- incentivare fortemente la realizzazione infrastrutture rurali;
- favorire l’accesso al credito da parte delle aziende e dei giovani imprenditori capaci, fornendo loro
assistenza tecnica qualificata che segua le aziende nei loro percorsi di crescita:
E’ necessario che le forze politiche e dirigenziali nonché l’opinione pubblica, acquisiscano consapevolezza
della necessità di mettere in campo competenze che vadano al di là degli schieramenti politico-partitici,
coinvolgendo risorse umane in grado di preparare programmi di spesa e piani di sviluppo efficaci soprattutto
in termini di adeguatezza degli interventi, evitando la riproposizione di bandi e modalità che già in passato
hanno fallito.
Dott. Agr. Orazio Conti
Fonte dei dati
Dotazione finanziaria PERIODO 2000-2010: Annuario statistico della ragioneria generale dello stato 2016
Dati statistici relativi al settore agricolo anni 2000 e 2010: censimento ISTAT agricoltura