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COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE
STUDIO SULL'EVOLUZIONE DELLA
CONCENTRAZIONE NEL SETTORE
A6'lH·
DELLA COSTRUZIONE DI MACCHINE PER
L'INDUSTRIA TESSILE IN ITALIA
Il presente volume esamina l'evoluzione della concentrazione in Italia nel settore delle macchine per l'industria tessile e copre il periodo dal 1968 al 1974.
Il volume in parola contiene l'aggiornamento di uno studio precedente, concernente anche altri settori della costruzione di macchine non elettriche in Italia, che copriva il periodo dal 1962 al 1970 (doc. n. IV/360/74 e n. IV/306/74). Delle ricerche parallele sono state realizzate pure in altri paesi membri della Comunità (Germania, Regno Unito).
L'analisi che segue si situa in un complesso di analisi settoriali e di mercato, previste dal programma di ricerche della Commissione delle Comunità Europee.
Per quanto riguarda il programma, i criteri, gli obiettivi e i principali risultati delle ricerche sulla concentrazione nei paesi della Comunità, si rinvia al volume della Commissione "Méthodologie de l'analyse de la concentration appliquée à l'étude des secteurs et des marchés- (NO cat. 8756) septembre 1976.
COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE ·J
~TUDIO SULL'EVOLUZIONE DELLA
CONCENTRAZIONE NEL SETTORE
DELLA COSTRUZIONE DI MACCHINE PER
L'INDUSTRIA TESSILE IN ITALI~
Agosto 1976
@ Copyright CECA- CEE- CEEA, Bruxelles, 1976 Printed in Belgium
Gli articoli ed i testi che compaiono in questa pubblicazione possono essere riprodotti, integralmente od in parte, con citazione della fonte.
PREFAZIONE
Questo volume costituisce ~arte di ~~a serie di studi settoriali
concernenti l'evoluzione della concentra2;ione nei differenti paesi
membri della Co~~nità europea.
I rapporti sono stati preparati dai differenti istituti ed esperti
nazionali, incaricati dalla Commissione di realizzare il progra~ma
di studi settoriali in parola.
Poichè si è tenuto conto dell' interesse specifico e generale di
tali ra!Jporti nonchè degli impegni assunti dalla Commissione nei
confronti del Parlamento europeo, si è ritenuto di pubblicarli inte
gralmente nella loro stesura originale.
In proposito, la Co~missione, mentre si astiene da ogni commento,
tiene a precisare che la responsabilità circa l'esattezza dei dati
e la fondatezza delle conclusioni che figurano in ogni rapporto
incombe esclusivamente sull' istituto o sull' esperto che ne è autore.
Man mano che - in esecuzione del programma settoriale ancora in
coros - altri rapporti saranno consegnati alla Com~issione, si
procederà alla loro pubblicazione.
Parimenti la Commissione provvederà a pubblicare una serie di
documenti e di tabelle di sintesi, allo scopo di fornire alcune
indicazioni che permettano di effettuare u~' analisi comparativa
dell' evoluzione della concentrazione nei differenti paesi membri
della Comunità.
Indagine svolta per incarico della
COMMISSIONE delle COMUNITA 1 EUROPEE
Gruppo di lavoro SORIS :
Piera Balliano
Renato Lanzetti
74.75
II{DTCE
3. GIi addetti e le imprese ...oo...,ro........4" Produzione, investimenti, vaLore aggiunto .
5. Ma.ssa salaria]-g lorda ..... o... o.. .....ir.r..6. 11 colnrnercio estero . o. ...... . ... ..... o. r r.7 , Investimenti esteri, partecipazioni statali
mi .f inanziari o... . o o.... I G.. o..... o.. o....
Pag.
De-f inizione de]- Settore o...... rr. ... o o o. o o.... o c. .. c.
1 . Importanza relativa nell tindustria manifatturieraitaliana . o.o.'.... o.. o..o...o....o..... o...o..3...
2. I1 settore neccano-tessile nelLfambito del "siste-maf? teSSile . o..o...............o... r...... o...c..
9
aooa aaa
ar aaaaa
aaoac.a
caaaaa.a
e 1eg3aaacaaa
11
13
18
23
32
34
45
548. Product-Markgts o....,D......................o.. o..'8.1. Macchine per preparazione alla filatura, 9i1a
tura, lavorazione sui filati, macchine ausilia.fi.e o oo. o a o o. o aaa. oa o o o oa o oo oooa.... a.a ot a io a
8.2. Macchine per la preparazione alla tessituratglai da tessitura o o o..o... o 3. o.o. o o o o.. o. o o
8.3. Macchine per rnaglierie e calzetterie . . o c. o o.
I .4 . Macchj.ne per lavaggio , ti.ntura, stanpa , appretto e iinissaggio <iei prociotti tessili .......-
8.5. Stlutture settoriali e di nercato: quadro d;iSintgsi .. oo. o.. o o.. o o... o. o..o o. o. o o.... o...
9. Evoluzione ed innovazione tecnologica o. o. o .. o . o. .
1 O. Studio econometrico deLla concentrazione nel settore delle macchine per 1 r industria tessile . o.. .. .l1O.1. P?emessa o.......o o oo.. o.. o. o... o o or.. o..o o o
1O.2. Coefficienti di concentrazione . o.. o.. . o.. o o
10.3. I rapporrti dl concent:razione ..ooo...o.r.r..1O.4. Artalisi degli indici di tinda o... o. o .,, o. .. o
AILEGATO TaVOlg ..orooor.r !.e....o....rooc.oo.o..o.
Grafici .. o. aoo...o.o.o o... o.o.o o..o o......
Serie d.elle tsvole d.l conoentrazLone (progra"rmecoanogra,fico d.ella ConniEstone) .... o......... o..
58
q69
73
7'79
101
115
89
89
9t
93
95
137
Definizione àel settore
L'industria delle macchine per l'industria tessile compren
de le seguenti produzioni:
a) macchine per la preparazione alla filatura, per filatura e to1~itura, lavorazioni su filati, macchine ausiliarie ed accessori;
b) macchine per la preparazione alla tessitura, telai da te~ situra ed accessori;
c) macchine per maglieria, calzetteria ed accessori;
d) macchine per lavaggio, tintura, stampa, appretto, finissa_g gio ed accessori.
Risultano in tal modo escluse dal settore delle macchine tes
sili la produzione di macchine per l'industria dell'abbiglia
mento (macchine da cucire e rimagliatrici), le macchine indu
striali per lavare a secco e stirare le confezioni, le macchi
ne per la lavorazione del feltro e la fabbricazione di cappel
li, le macchine tracciatrici, quelle per passamaneria e per
la fabbricazione di tappeti, che vengono classificate dall 1
Istat, unitamente alla produzione oggetto della presente ind~
gine, nella voce ·"Costruzione di macchine ed apparecchi per
l'industria tessile e del vestiario".
9
1 • _r_rn..,r.:_o_r_t_a_n_z_a ___ re..;..;;..._l~a...;.t~i.va ne 11 ' industria ma n ifa t turie. :r. a i t a-
liana
L'industria prod.ut.trice d :L macchine tessili non riveste un
peso rilevante nell'ambito de11 1 industria manifatturiera i
taliana in un confronto esclusivamente di ordine quantita
tivo.
Nel 1962 era occupato nel settoi~ lo 0,37% dell'occupazio
ne ma:nifatturiera complessiva 1 quota salita nel 1971, se
condo le rilevazioni censuarie,allo 0,47%.
Contemporaneamente non si sono registrate variazioni parti
colarmente degne di nota per quanto riguarda l'incidenza
del valore aggiunto del settore sul valore aggiunto comple~
sivo dell'industria manifatturiera: l'industria mecca.no-tes
sile partecipava alla formazione del prodotto lordo manifat
turiero con un aliquota dello 0,65% nel 1962, dello 0,62%
nel 1970 e dello 0,50% nel 1973.
La differente dinamica nel peso relativo dell'occupazione e
del valore aggiunto del settore ne~ confronti dell'industria
manifatturiera costituisce un primo elemento valutativo del
le modalità di evoluzione del settore.
Si può dedurre infatti un tipo di sviluppo basato su di una
insoddisfacente politica di investimento, vol~ più a cogli~
re opportunità congiunturali di inserimento nel me reato, con
iniz,iative imprenditoriali talora caotiche e di scarsa consi
stenza, che ad adeguarsi con una politica strutturale di rinnov~
mer1to e irrobustimento tecnologico, organizzativo e finanzia
rio alle nuove condizioni concorrenziali che si andavano de
finendo su scala internazionale.
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Costituisce una verifica di tale andamento la diminuzione
dell'incidenza degli investimenti effettuati nel settore
meccano-tessile sul totale degli investimenti fissi lordi
.dell 1 industria manifatturiera nazionale: si passa dallo
0,50% del 1962 allo 0,40% del 1970 allo 0,31% del 1973 con
una punta minima dello 0,1% del 1964 e 1965.
2. Il settore meccano-tessile nell'ambito del "sistema" tessile
Nonostante la scarsa rilevanza sotto l'asp9tto quantitativo,
il settore meccano-tessile rivesta un ruolo significativo
nel panorama industriale italiano per un duplice ordine di
motivi.
In primo luogo costituisce un "caso" emblematico per l'esa
me e la comprensione della problematica posta da settori
produttori di beni strwnentali rispetto all'attività di in
dustrie produttrici di beni finali, ed in cui operano preva
lente.mente piccole e medie imprese.
In secon.do luogo per il ru.olo da esso rivestito nell'ambito
del tentativo di un riassetto globale dell'intero ciclo tes
sile, le cui cause vanno ricercate nella crisi che investe
da tempo il processo di "valorizzazione" del settore tessile
stesso; crisi di carattere strutturale più che congiunturale
tant'è che da più parti si è ritenuto che nei paesi industri~
lizzati il settore tessile tenda ad una fase di decadenza e/o
di contrazione dell'attività produttiva e soprattutto del-
l'occupazione.
La bassa elasticità dei consumi tessili rispetto al reddito
nei paesi industrializzati, l'incremento del costo del lavo
ro che tende a sopravanzare l'incremento della produttività,
la sempre più pressante concorrenza dei paesi emergenti sui
mercati internazionali e l'opportunità dello sviluppo in t~
li paesi - favoriti della vicinanza alle fonti tradizionali
di materia prima - dell'industria tessile, dato il ca.ratte
re labour intensive, costi tuiscor1o gli elementi di base sui
quali è ipotizz.a ta la tendenza al declino dell'industria tes
sile nei paesi ad alto livello di industrializzazione.
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Tuttavia permang-ono margini per uscire dalla crisi con nuo
ve forme <li concorrenzialità mediante un processo di inten
sificazione capitalistica, un radicale svecchiamento del set
tore ed una più decisa di versifica.z,ione produttiva.
Le industrie tessili dei paesi occidentali possono trovare
nuovi motivi di sviluppo ed una rinnovata capacità di soste
nere la concorrenza dei paesi emergenti nel campo dei prodo_!
ti tessili tradizionali, nell'adozione di nuove direttrici
quali il passaggio a produzioni innovative sia dal punto di
vista del prodotto che del processo, n.ell'accentuazione del
carattere market-oriented della produzione con l'ingresso e
lo stimolo di segmenti di mercato non tradizionali, in un li
vello sempre più elevato di contenuto-moda, nella riorganiz
zazione dei rapporti creazione-produzione-distribuzione, e
nella intensificazione delle spese per ricerca e messa a pun
to di prodotti diversificati.
Tali linee di diversificazione sono permesse all'industria
tessile dalla sempre più rilevante utilizzazione di fibre
chimiche mediante le quali si può sopperire alla rigidità
dell'offerta di fibre naturali con vantaggi relativi sia in
termini di p1~zzi (la struttura produttiva delle fibre chi
miche ha permesso, almeno fino alla crisi petrolifera.,la pr.Q.
duzione a prezzi decrescenti di articoli fungibili con. le
fib1~ naturali) che di possibilità, elasticità e facilità
di impiego.
L'industria tessile può quindi entrare in settori non tradi
z:i.cnali, allargarvi le proprie posizioni e compensare cali
di domanda su certe linee di prodotto con espansioni su al
tre linee.
Correlata a questo processo è la rottura delle differenzia
zioni tradizionali tra i vari comparti tessili (laniero, cot.Q.
niero, serico, etc.) per un buon numero di produzioni, con
l'in traduzione in alcune fasi di tecnologia di processo in
te:r·amente nuove e a decrescente intensità di lavoro.
La condizione per la "sopravvivenza" è dunque insita nel pr.Q.
cesso di meccanizzazione, automatizzazione e rinnovo strut
turale delle lavorazioni.
Le considerazioni svolte sono quantoma.i valide per l'indu
stria tessile italiana che ha visto scemare uno dei suoi
fattori di conpetitività tradizionale con l'allineamento
del costo del lavoro a. quello degli altri paesi occidentali.
Tali ipotesi assumono una maggior rilevanza qualora si con
sideri che il settore tessile è fra i più importanti della
nostra industria manifatturiera, sia in termini cccupazion~
li che di valore della produzione che di interscambio inter
nazionale.
Incltre,nell'attuale situazione di crisi in cui versa l'eco
nomia italiana,non si può ipotizzar~ a breve termine la so
stituzione da parte dell'industria tessile con altre attivi
tà per ·la debolezza dei settori più avanzati e la lentezza
del decollo delle attività altamente innovative.
Per evitare che la crisi si trasformasse in una de fini ti va
emarginazione del settore si è definita- anche con l'alle
stimento di apposite misU1~ di politica economica da parte
dell'operatore pubblico- u~a fase di ristrutturazione este~
sìva tendente ad un incremento di produttività complessivo
del sistema tessile.
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I massicci investimenti compiuti negli ultimi anni hanno de
te·rmina t o un ammodernamento de l macchinario, tendendo a tra
sformare il settore da labour intensive a capitai intensive.
Investimenti annui nell'industria tessile
Anni Miliardi di lire
1962 64 1963 77 1964 53 1965 44 1966 75 1967 86 1968 104 1 969 102 1970 116 1 971 105 1972 140 1973 141
E' chiaro che il processo diintensificazione capitalistica
del ciclo produttivo tessile lascia aperti urgenti proble
Jni sul piano occupazionale, sia in termini quantitativi 1 poi
chè l'aumento di produttività insito nell'introduzione di
nuove macchine e/o di nuovi processi causa una sovrabbondan
za di manodopera, che in termini qualitativi,poichè l'esi
genza della massimizzazione nel grado di utilizzo degli
impianti - requisito indispensabile per.i nuovi investimen
ti - pone la necessità di controllare in modo più marcato
e di intensificare fino alla saturazione le prestazioni del
la forza-lavoro.
Va rilevato inoltre come il fenomeno descritto non sia per
ora nè omogeneo nè uniforme: coesiste difatti con la ten
denza principale il decentramento produttivo come linea p~
rallela di risposta alla rigidità della forza-lavoro ed al
la necessità di riorganizzare il ciclo produttivo con mino
ri rallentamenti del flusso.
Tuttavia in una visione generale si può affermare che, pur
con risultati per ora non soddisfacenti, si vadano impone~
do anche nell'industria tessile nazionale le linee sopra in
dica te.
La fase di ristrutturazione a carattere estensivo che si e
splica in un tentativo di far fare a certi comparti del si
stema tessile un salto verso i settori più avanzati dell'i~
dustria manifatturiera, attraverso un flusso rilevante di
investimenti, rinnova ed amplia la domanda di prodotti del
l'industria meccano-tessile. Si è stabilito in tal modo an
che sul piano nazionale, congiuntamente alle modificazioni
intercorse nella domanàa internazionale, un terreno di con
fronto per l'industria meccàno-tessile italiana: obiettivo
di questa indagine sarà quindi anche la valutazione delle
modalità e delle capacità di rispondenza del settore alle
nuove esigenze che si sono e si vanno determinando, sul pia
no tecnologico come su quello organizzativo e più in gener~
le di struttura economico-finanziaria.
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Nel periodo dal 1 962 al 1 973 l'industria italiana produttrice
di macchine per l'industria tessile ha manifestato la seguen
te dinamica occupazionale:
Addetti
Anni Unità
1962 20.900 1963 22.900 1964 21 • 500 1965 21 .ooo 1966 22.000 1 967 24.000 1 968 25 .ooo 1969 2 5. 500 1970 26.000 1971 25 .ooo 1972 25.300 1 973 25.300
Fonte: Valutazioni Soris su dati Confindustria e Istat
A parte le flessione relativa agli anni 1964-1965, dovuta al
le note vicende congiunturali, il settore aveva presentato
una discreta evoluzione del numero degli addetti fino al 1970,
con un incremento nei livelli di occupazione tra il 1962 ed
il 1970 pari al +24,4%.
Nel 1971 si è verificata una considerevole caduta nei livel
li occupazionali, con un decremento in termini assoluti di
ben 1 .ooo addetti pari al -3,85% rispetto all'anno preceden
te, in relazione alla pesante situazione produttiva creatasi
nelJe aziende del ramo in considerazione della crisi avuta.si
nel settore tessile nazionale e del peggioramento delle con
dizioni di vendita sui mercati internazionali.
L'aumento dei costi in Italia. e la difficoltà da parte del
le imprese italiane di sopportare gli oneri finanziari deri
vanti da modalità e termini di pagamento delle consegne qua!!_
tornai differiti hanno pesato negativamente nei confronti àel
la posizione concorrenziale italiana sui mercati internazio
nali.
Nel 1972, no~ostante l'aggravarsi della flessiorc produtti
va, l •occupazione si attesta su livelli leggermente superio
ri a.quelli dell'anno precedente, livelli mantenuti a tutto
il 1973, in presenza di un rilancio produttivo di una certa
consistenza.
Non sono disponibili dati statistici ufficiali relativi al
1 974: va comunque rilevato, nel quadro generale di crisi che
ha in~~stito l'economia nazionale, il grave deterioramento
presentatosi nel comparto delle macchine per maglieria e ca.!.
zetteria che ha avuto come conseguenza la cessazione dell'at
tività, permanente o temporanea, di numerose aziende in esso
operanti. con ovvi riflessi sulla si tuazion.e occupaz iena le, sia
con il ricorso al1a Cassa In te graz ione Guadagni si a con ì fenomenì
conflittuali inerenti alla soluzione del rapporto rigidità
dal lavoro-riconversione produttiva.
I problemi derivanti dalla cosiddetta "rigidità del lavoro"
sono al tre sì presenti nel complesso del settore: risultano
emergere,infatti, tendenze al decentramento produttivo, con
un ricorso più intenso, da parte delle aziende principali,
sia per dimensione che per immagine,alle lavorazioni affidate
ad una serie di unità produttive medio-piccole, quando non
artigianali, per quanto riguarda quote di produziorJe, fasi dì pr.2_
duzione o parti di produz.ione.
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In prospettiva,nell'ambito di questa catena del decentramen
to,alle imprese "centrali'r spetterebbero sostanzialmente le
fasi di progettazione, montaggio, coliaudo ed installaziope
del macchinario prodotto. Va da sè che si tratta di un feno
meno presente con maggior intensità in altri settori della
industria manifatturiera e che comunque per la sua comple~
sità non può essere interprètatosufficientemente dalle bre
vi considerazioni sopra esposte.
L'emergere di questo fenomeno trova, nel settore meccano-tes
sile, un terreno favorevole dato il tessuto imprenditoriale
costituito da un numero elevato di imprese generalmente di
dimensioni limitate. Si riscontra infatti nel periodo 1962-
1970 un incremento del numero di imprese operanti nel setto
re, dovuto principalmente all'ingresso nell'attività di pis_
cole imprese specializzate nella produzione di parti ed acces
sori per le macchine tessili.
Numero di imprese
Anni Totale Unità locali con 50 addet-ti ed oltre
1962 330 n.d. 1963 340 n.d. 1964 344 n.d. 1965 345 n.d. 1966 359 139 1967 3.67 135 1968 375 162 1969 384 160 1970" 392 1 57 197l 385 1 55 1972 380 n .d. 1973 375 n.d.
Fonte: ISTAT, ACIMIT e valutazioni SORIS
Queste iniziative, che traevano spazio dalla complessità tec
nico-meccanica del prodotto meccano-tessile e dall'elevata
varietà delle soluzioni tecniche richieste dai destinatari
del prodotto stesso, sono coesistite con l'incremento del n~
mero di unità locali con 50 addetti ed oltre che può costi
tuire un sintomo di una maggior solidità strutturale del se1
t ore stesso.
Nel periodo più recente, dal 1971 al 1973, si riscontra una
costante diminuzione nel numero di imprese, sia per cessaziQ
ne di attività vera e propria sia perchè, nell'ambito della
già citata tendenza al decentramento,le imprese inter€ssate
vengono a svolgere un'attività di produzione meccanica gene-
rica, non classificabile a rigore nel comparto meccano-te§_
sile vero a proprio.
Un esame più attento dell'evoluzione strutturale dell'indu
stria meccano-tessile condotto tramite il confronto fra i
dati censuari 1961 e 1971 introduce nuovi elementi valutati-
vi. !4ACCHINE PCR lr!CUSTRI.\ ìESSILE E VESTIARIO- ITALIA (•)
1961 1971
VALOR l I.SSVLUT l STRUTTURA ~ V ALOR l ASS(JLUT l STRUTTURA ~ ACCETTI
Unità Ac.idat.tl UniU Addelll UnlU Adoot.tl UniU Adjet.U locali locali locali locl!l l --
F lt;O A 9 110 877 35,49 2,<11 358 1.405 50,56 3,71
10-SO 186 4.637 38,03 12,73 229 5.1~ 32,S4 13,53
50-9~ 59 4.250 12,3:? 11,69 39 2.674 5,51 7,06
100-499 51 10.240 10,65 28,16 62 11.4SO 8,76 ~.2G
S00-999 7 4.778 1,4& 13,14 10 6.935 1,41 18,31
1000 E OL lRE 6 11.561 1,25 31,85 5. 1o.m 0,71 Zl ,13
Sf.NZA lDOETTI - .. - - 5 - 0,71 -.!Q!.ill 479 36·*9 100,00 100,00 708 ~7.fi17 100,00 100,00
..L. .. --(•) Sono co.11prese le uniU produttrici di macchine per euclra
21
22
Si riscontra infatti un .. notevole incremento nel numero di
unità locali inferiori ai 50 addetti con un corrisponden
te rafforzamento in termini occupazionali; le classi di
ampiezza relativa alla unità medio-grandi, superiori cioè
ai 100 addetti, presentano v.gualmente un consolidamento
sia come numero di unità, sopi'attutto per le medie, comp~
se tra i 100.e i 499 addetti, che come quote occupaziona
li. La fascia delle imprese medio-piccolet compresa tra i
50 ed i 99 addetti,ma.nifesta a.l contrario un notevole calo
in te~cmini di u.ni tà come in termini di occupa ti •
In definitiva i dati censuari indicano l'esprimersi di un
processo di polarizzazione all'interno della struttura prQ
duttiva del settore tra le aziende medio-grandi operanti
direttamente sul mercato e quelle piccole, spesso poco più
che artigianali, probabilmente sempre più spinte ad un ruolo
subalterno rispetto alle maggiori dalle crescenti difficoltà
di operabilità concorrenziale.
Per auanto concerne la distribuzione territoriale delle imPre .. - -se meccano-tessili,si riscontra un accentramento della loca-
lizzazione nelle zone dove l'industria tessile ha il suo
tradizionale centro: la Lombardia, il Piemonte ed il Veneto.
Anche in Toscana, dove esiste un industria tessile di disc~
ta rilevanza,è presente un buon numero di aziende meccano
tessili anche sedi proporzioni modeste, per lo pià localizza
te nel comprensorio di Prato.
Informazioni più analitiche sulla struttura dimensionale in
termini occupazionali dell'industria mcccano-tessile emergo
no tramite un esame dettagliato dei comparti in cui il setto
re può essere funzionalmertte disaggregato, per cui si riman
da all'apposito capitolo.
4. Produzion~, inyestimenti, valore aqoiunto
Lo sviluppo della produzione dell'industria meccano-tessile
nel periodo 1962-1973 è stato consider~volmente elevato, ad
un saggio medio annuo di crescita pari al 7,6% (a prezzi cor
renti).
Anni
1962 1963 1994 1965 1966 1967 1968 1969 1970 1 971 1 972 1973
T.M.A,C. - 1962/70 - 1 962/'i/3
Valore della P-roduzione (1962-1973)
Miliardi di lire
(correnti)
105 125 101
90 140 175 200 1 93 229 214 204 235
+10,3 + 7,6
Valore medio per di_ pendente
(migliaia di lire)
5.024 5.458 4.697 4.285 6.363 7.291 s.ooo 7.568 8.807 8.560 8.063 9.288
+ 7,3 + 5,7
F(.:ltA: Con2industria, OCDE E:~ valutazioni SORIS
Quota della produzione nel_ le unità locali con 50 add. ed oltre
n.d. n.d. n.d. n.d. 69,90 63,31 62,14 73,11 72,22 75,97 n.d. n.d.
va sottolineato che il sasrgio di crescita I'elativo al perio
do 1962-1970 si colloca su valori più elevati, pari al 10,3%
annuo: ne deriva la constatazione che detto periodo, nonosta~
te le due flessioni produttive del 1 964-1 965 e del 1 969, ha.
presentato condizioni più favorevoli alla dinamica del set-
tore.
23
24
Congiuntamente a questo tipo di struttura imprenditoria-
le, che vede la compresenza di un gruppo di imprese che pos
siamo definire "centrale" e di un elevato turn- ov~r di i
niziative, spiccato soprattutto nei periodi di espansione,
è da rilevare l'elevato grado di specializzazione produtti
va praticato dalle aziende del settore. Era già stato sot
tolineato nell'analisi precedente come fosse assai raro per
un impresa coprire una gamma di prodotti estesa a più di
u~ò dei quattro comparti in cui normalmente si suddi
vide il settore e si era puntualizzato che questo fenomeno
dipendeva non solo dalle carenze dimensionali caratterizz~
ti le imprese del settore ma,~n modo particolare, dalla no
tevole differenza esistente tra i vari prodotti e tra le
diverse tecnologie necessarie alla loro produzione. La va
rietà delle tecniche produttive tessili, sia tradizionali
che innovative,ha come conseguenza una struttura della do
manda articolata in un vastissimo ventaglio di macchine ed
accessori (1), il che ha reso possibile la fot~azione di
tutta una serie di "sottomercati", con una concentrazione de
gli sforzi a livello di impresa,verso un numero di macchine
o di parti di macchine assai ristrette.
(1) Il repertorio tecnico dell'Associazione di categoria enwnera più di 300 prodotti
Il biennio 1971-1972 vede infatti una notevole contrazione
nel valore della produzione di macchine tessili, imputabi
le in prima· analisi a un duplice ordine di fattori. In pri
mo luogo l 'indebolimento di quelli che erano stati elemen
ti determinanti al fine della competitività sui mercati in
ternazionali, in secondo luogo l'inelasticità di adattamen
to della struttura produttiva alle esigenze espresse dalla
crisi e dalla ristrutturazione dell'industria tessile nazio
nale. Nel 1973 si ha~~ rilancio della produzione in te~
mini di valore, indubbiamente influenza t o da una cospicua
lievitazione dei prezzi.
L'esame dei comparti individuati a seconda della diversa fun
zione produttiva, all'interno del settore ·meccano-tessil~ mo
stra che:
PRODUZIONE DI MACCHINE lf:$Sill PfR C(IWAFHI ~1:RCEOLOGICI (1)
1966 1967 ,968 1969 1970 1971 T,M,A,C,
1~-
Mlllo11l MIHo"l Mlllo11l Milioni 141llonl Mll! onl 1971 di lire " di 11 re " di 11 re " di lire " di )Ire l di 11 re "
MACCHINE f't:R F ILAllJRA 35.3')2 ol6,1 40.:509 36, .. 40.499 32,7 .. 7.855 33,9 53.446 32,3 51.558 33,3 +7,8
ICI.CCHit;E PER lf:SSillJRA 17.130 17,5 20.364 18," 22.922 18,4 25.666 18,2 3J.57" 20,3 27.818 17,9 +10,2
MACCHII<l PER ~<AGLIERIII 21.745 22,2 21,8')8 19,8 26.0J'1 20,q 32.794 2J,2 40,:'152 2•,4 ~.092 2~,3 +10,7
MACCHINE FER FINISSAGGIO 8.4&8 8,7 8.6-40 7,8 11.706 9,4 11.065 7,8 12.177 7,4 13.606 8,8 + 9,9
lllRE MACCHINE, ACCESSORI E PARTI SHCCATE 15.178 15,5 19.47G 17,6 23.128 16,6 2J.736 16,9 25.!55 ~5,6 25.906 16,7 +11,3
ElTALE. 97.87J 100,0 110.797 100,0 124.296 100,0 , .. 1.116 100,0 165,"0Ei 100,0 1S4,900 100,0 +9,6
(11 l dati sono stati rfle.,.,u nelle uni U lonll con ~ Ado:teHI • oltre F'Of~lf:: ISTAT
25
26
le macchine per preparazione alla fila tura e per fila tura detengono il peso più rilevante (circa 1/3) sul complesso della produzione del settore ,anche se in via di diminuzione;
le produzioni con un più intenso saggio di sviluppo risultano essere, fino al 1 970, le macchine per tessi tura e per maglieria e calzetteria, che peraltro sono le più colpite dalla crisi del 1971;
- le macchine per lavaggio, tintura, stampa e finissaggio sono le uniche a presentare un incremento nell'anno di crisi 1971, unitamente alla stabilità degli accessori, delle parti staccate e delle macchine particolari.
Infine va rilevato che la produzione di macchine tes
sili nelle unità locali con oltre -50 addetti si è
(sviluppffia nel periodo 1966-1971 in misura maggiore
(+9,6% all'anno) del settore nel complesso: ne deriva una
diminuzione della quota di produzione proveniente dalle
unità locali con meno di 50 addetti, dal 30% nel 1966 al
24% nel 1 971. La diminuzione appare marcata soprattutto ne
gli anni sfavorevoli: nel 1966, anno di uscita dalla crisi
1964-1965 il peso delle unità maggiori è del 69,6%, nel
biennio successivc,anni ji ripresa, scende a.circa il 62-63%;
nel 1969, anno di difficoltà inerenti al rinnovo contrattua
le, risale al 73% per raggiungere il 76% nel 1 971 , anno ini
ziale della crisi più recente.
Si può dedurre da un siffatto andamento una maggior capaci
tà da parte delle imprese maggiori ad affrontare i fenomeni
inerentialle situazioni di crisi, d'altro canto si riscon
tra un'elevata potenzialità di iniziative di dimensioni limi
tate nei periodi di cresci t a.
Questo tipo di soluzione, che permette peraltro la pre
senza di tecnologie spesso raffinate, basate su fattori
a caratter.?. "inventivo" più che su un flusso programmato
di ricerca, ha perm.8sso l' ir1serimento nei mercati inter
nazionali in periodi in cui la domanda nazionale era de
cisamente insufficiente, in quanto l'industria tessile
nazionale non era in grado di garantire un mercato suffi
cientemente ampio e dinamico.
La domanda interna apparente (produzione-esportazione+iQ!
portazione) di macchine tessili si sviluppa infatti nel
periodo 1962-1970 ad un tasso &nnuo inferiore a quello
della produzione (+8,9% contro +10,3%) (a prezzi correnti).
Domanda interna apparente
Anni Miliardi Incid. % importazioni di lire
{Gorrentiì su. dom. in t. aEEarente
1962 100,4 36,47 1963 127 ,o .33 '55 1964 94,4 41,86 1 965 63 ,3 39,16 1966 111 ,2 34,66 1967 i 51 ,1 34,87 1968 1 53 .7 31 ,38 1969 168 ,o 38,86 1970 1 99 .5 40,47 1 971 1 68 ,1 40,50 1972 1 73 •5 48,81 1 973 248·0 61 .36
T.M.A.C. 1 962-70 + 8,9 1 962-73 8,6
Nello ~tesso periodo le esportazioni presentano un incre
mento annuo del 13,1%, passando dal 39% della produzione
nel 1962 al 50% circa nel 1970.
27
28
Peraltro l'aver ritenuto la domanda interna di macchine
tessili non suscettibile di interessanti sviluppi e l'~
ver puntato in toto alla competitività sui mercati in
ternazionali porta negli. anni più recenti ad una grave
impreparazione a rispondere alle esigenze derivanti dal
processo di intensificazione capitalistica nel settore
tessile, che andava
volto a macchinari
definendo un mercato interno ri
a tecnologia sempre più sofisti
cata .• Nel paragrafo relativo all'evoluzione tecnologica
si tratterà più diffusamente questo argomento, per ora
è sufficiente riscontrare che negli anni più recenti
(dopo il 1970) la domanda interna apparente si è sviluE
pata più della produzione, che la produzione destinata
al mercato nazionale ha prese·ntato decrementi consisten
ti e che pertanto è aumentato notevolmente il peso del
le importazioni sul consumo interno (dal 40% al 61% cir
ca nel 1973).
La specializzazione produttiva citata in precedenza e la
sottova.lutazione delle possibilità di ristrutturazione
dell'industria tessile nazionale hanno originato in de
finitiva uno scollamento tra la struttura della produziQ
ne ela struttura della domanda interna, che si è confi
gurata in modo sostanzialmente nuovo rispetto al periodo
precedente.
Questa situazione è grave sia complessivamente in quanto
si è dovuto ricorrere ad importazioni sempre più massic
ce, con il conseguente aggravio nei confronti della bila!l
eia dei pagamenti sia per il settore meccano-tessile, in
capace a sfruttare appieno il mercato nazionale ir1 una
fase in cui anche modifiche str'Utturali della domanda in
ternazionale venivano a dare prospettive inquietanti per
il futuro.
Il flusso degli investimentj a:nnui diretti verso l' indu.
stri.a produttrice di macchine tessili ha presentato la se
guente dinamica:
Anni
1962 1963 1964 1 965 1·966 1. 967 1968 1969 1 970 1971 1 972 1973
Investimenti
Milioni di lire (correnti)
6.000 9.000 1 .500 1 .soo 5.750 8.000 5.200 7.000 9.000
1 o.ooo 9.200
1 o. 550
Fonte: Confindustria
Incidenza "~ sul valore aggiunto
13,95 16,07
3,26 3,65 9,58
10,95 6,50 9,33 9,67
11 t 21 11,00 10,95
Si può rilevare una difformità sostanziale nel tipo di
risposta allestita, su questo piano, alle situazioni di
crisi. Nel biennio 1 964-1 965 si ha infatti una caduta ver
ticale nel livello di investimenti, nel biennio di crisi
più recente, vale a dire gli anni 1971-1972,si ha in\~Ce
~~a sostanziale stabilità del flusso di investimenti,che
coprono un'aliquota rilevante dal valore aggiunto, pari
a circa 1'11%.
29
30
Questo anàamento lascia intravedere una politica di tipo
"-capital-intensive" anche·come risposta all'aumento del
costo del lavoro che ha presentato tra il 1962 e il 1973
tassi di incremento più eleva ti di quelli del valore del
la produzione e del valore aggiunto (11 ,7% contro il 7,6%).
L'evoluzione del valore aggiunto è avvenuta nel modo se
guente:
Valore aggiunto
Anni Milioni Incidenza % Valore me di lire sul fattura dio per di -(cor~ti) t o pendente (mi
gliaia 1ire2
1962 43.000 40,95 2.057 1963 56.000 44,80 2.445 1964 46.000 45,54 2.13 9 1965 41 .ooo 45,55 1 .952 1966 60.000 42,85 2. 727 1967 73.000 41 '71 3.041 1968 80.000 40,00 3.200 1969 75.000 38,86 2.941 1970 93.000 40,61 3.579 1971 89.200 41 '66 3.568 1972 83.400 40,84 3.296 1973 96.3 50 41 ,00 3.806
T.M.A .. C. 1 962-70 + 1 o' 1 + 7,2 1962-73 + 7,6 + 5,8
Fonte:Valutazioni SORIS su dati ISTAT
L'incremento della produttività media per dipendente risul
terebbe essere da queste valutazioni del 5, 8% medio annuo
contro il 9 ,.8% dell'incremento del costo del lavoro per di
pendente.
L 'erosione dei margini. di economicità, implicita nella
lettura di questi datl., ha originato una situazione di
sta.llo in cui anche le politiche di investimento, acce!!_
naiE in precedenza, av-vengono in un contesto di risulta
ti gestionali e di una posizione finanziaria piuttosto
delicati.
31
5. Hassa salariale lorda
32
Nel periodo dal 1962 al 1973 la massa salariale lorda ha
presentato nel settore delle macchine tessili un incrernen
to piuttosto accentuato, ad un saggio di crescita annuo
pari all'11,7%.
Massa salariale lorda
Anni Milioni Incidenza Valore me-di lire % sul va- dio per di ~correnti~ lore aggiU!}_ pendente (mi
t o gl iaia l ire)
1962 24.000 55,81 1 .148 1963 32.000 57' 14 1 .397 1964 31 .500 68,47 1 .465 1965 31 .ooo 75,60 1 .476 1966 38 .ooo 63,33 1. 727 1967 46.000 63,01 1 • 966 1968 50.000 62,50 2.000 1969 54.000 72,00 2.11 7 1970 69.000 74,19 2.653 1971 71 .ooo 79,60 2.840 1972 76.000 91 '12 3.005 1973 85.640 88,89 3.385
T.M.A.C. 1962-70 +14, 1 +11 ,o 1962-73 +12,3 +10,3
Fonte: Valutazione SORIS su dati ISTAT
Tale incremento nel costo complessivo del lavoro è risul
tato parte è.all 'aumento de·l livello occupazionale ma so
prattutto dalla crescita dei livelli salariali medi uni
tari, legata alla spiccata dinamica rivendicativa che ha
caratterizzato, pur con fasi alterne, la totalità dell'in
àustria italiana nel periodo consider·ato.
Un effetto rilevante di questa dinamica, originata dagli
esigui livelli salariali pro-capite dei primi anni '60con
gitmtamente ai ben noti fenomeni socio-economici tipici
del modello ài sviluppo italiano, risiede nell'aumentodel
l'aliquota della massa salariale lorda sul valore aggiun-
to complessivo, col passaggio dal 55,81% nel 1962 al-
1'84,42% nel 1973: si rileva come la pressione di tipo sa
lariale coMprima effettivamente i margini di economicità
delle imprese del settore, e che la rigidità della forza
lavoro si ponga come elemento squilibrante soprattutto nel
le fasi di crisi "da mercato". Nel 1 965, difatti, la percen
tuale suddetta raggiunge il 75,60%, mentre la punta massima,
con oltre il 90%, è toccata nel 1972.
33
6. Il commercio estero
34
Abbiamo già rilevato come nel periodo 1962-1970 le esporta
zioni si siano sviluppate più rapidamente della produzione
(+13,1% all'anno contro +10,3%) e come il settore abbia tro
vato maggiori motivi di sviluppo sui mercati esteri che su
quello nazionale, la cui domanda non sarebbe stata sufficen
temente dinamica.
Dall'esame della dinamica della produzione destinata al me~
cato na.zionale (produzione-esportazioni) si rileva inoltre
un incremento medio annuo, sempre nel periodo 1962-1970,de!
1'8% circa, leggermente inferiore al tasso di accrescimento
della domanda interna apparente (+8,9%) e delle importazio
ni (+9,2%).
E' già presente quindi nel periodo 1 962-1 970 una minor com-·
petitività sul mercato italiano della produzione nazionale
nei confronti di quella estera: la non rilevante espansione
delle vendite sul mercato interno può non essere dipesa sol
tanto da insufficienza di domanda quant!anche da ~ncapacità
a soddisfare qualitativamente il tipo di domanda provenien
·te dall'industria tessile nazionale.
Questo fenomeno si rileva appieno considerando l'andamento
del commercio con l'estero nel complesso del periodo 1962-
1 973, mettendo in tal modo in rilievo quanto verifica tosi
nel periodo più recente.
Commercio con l •estero (milioni di lire correnti l
Anni Esportazioni .IEtportazioni Saldo
1962 41 .21 6 36.617 +4. 599 1963 40.592 42.627 -2.035 1964 46.097 3 9.53 7 +6 .560 1965 51 .449 24.81 8 +26 .631 1 966 67.311 38.550 +28.781 1967 76.546 52.723 +23. 823 1968 94.472 48.265 +46 .207 1969 90.234 65.331 +24.903 1970 110.206 80.764 +29.442 1971 113.948 68 .1 01 +45.847 1972 11 5.1 60 84.72 5 +30 .435 1973 13 9" 948 1 52.243 -13.096
T.M.A.C. 1962-70 +13 t 1 + 9,2 1 962-72 +11 '7 +13,8
Fino al 1970 si ha un'interessante espansione delle espor
tazioni con ~~ saldo attivo che cresce da 4,6 miliardi di
lire nel 1962 a 29 miliardi di lire circa nel 1970.
Nel 1971 si ha il saldo positivo più cospicuo con 46 miliar
di di lir~ circa, causato da una netta contrazione nelle im
portazioni legata alla pesante crisi del settore tessile.
Negli anni successivi le importazioni aumentano in modo de
cisamente superiore alle esportazioni, tant'è che nel 1 973
si verifica addirittura un saldo passivo di circa 13 miliar
di di lire. La intensa corrente di investimenti diretti al
l' industrià tessile negli anni più recenti ha quindi interess~
to so~o in parte la produzione nazionale di macchine tessili: l 'ali
35
36
quota delle importazioni sulla domanda interna apparente
passa, si è visto, dal 40% circa nel 1970 al 61% circa nel
1 973, mentl"e la produzione destinata al mercato nazionale
nel triennio 1 971-1 972-·1 973, si colloca al di sotto dei va
lori toccati precedentemente nel 1968, come sottolinea
to dal tasso di crescita più basso nell'intero periodo ri
spetto a quello del periodo 1 962-1 970.
Produzione destinata al mercato nazionale (produzione-esportazioni)
Anni
1962 1963 1964 1965 1966 1967 1968 1969 1970 1 971 1972 1973
T.M.A.C. 1 962-70 1962-73
Miliardi di lire (correnti)
63, .7 84, 4 54, 9 38, 5 72, 6 98, 4
105, 5 102, 7 11 8' 7 1 oo,o
88,8 95,8
B, 1 3:,8
Il settore meccano-tessile nazionale è di conseguenza espo
sto in modo assai rilevante verso i mercati esteri (dal 1970
al 1973 la quota delle esportazioni sulla produzione passa
dal 48% al 59%), in relazione soprattutto alle carenze mo
strate nel rispondere ad una domanda tecnologicamente più qu~
lificata quale quella messa in atto.dai processi di ristruttu
razione tessile.
1962 1963 1964 1965 1966 1967 1968 1969 1970 1971 1972 1973
.Incidenza % esport. su produzione
39,25 32,47 45,64 57,16 48,07 43,74 47,23 46,75 48,12 53,25 56,45 59,21
Una controprova di queste affermazioni deriva dall'esame
dell'andamento del commercio estero nel cap. testo del mer-cato comunitario •
COMMERCIO ESTERO CON l PAESI CEE
~ ESPORTAZIONI INCIDENZA % SU l foPORT AZ l ON l INCIDENZA"% SU ESPORTAI. T011ALI l f.!lORT AZ. TO TlAL l
(milioni lire) (milicmi lire)
1962 9.543 23,1 20.382 55,7
1963 9.391 23,1 ~3.232 54,5
1964 11.069 24,0 21.195 53,6
1965 12.863 25,0 15.045 60,6
1966 15.949 23,7 23.278 60,4
1967· 12.910 16,9 29.980 56,9
1968 17.452 18,5 27.144 56,2
1969 19.183 21,2 37.470 57,3
1970 26.615 24,1 45.884 56,8
1971 28.601 25,1 44.742 65,7
·1972 30.978 26,9 58.968 69,6
1973 35.842 25,'5 101.241 66,5
T.M.A.C.
1962-1970 13,7 10,7
1962-1973 12,8 15,7
~ (m i l i on i l i re)
-10.839
-13.841
-10.126
- 2.182
- 7.329
·17.070
- 9.692
-18.287
-19.269
-16.141
-27.990
-Gs. 759
37
38
Il saldo commerciale costantemente negativo con i paesi
dell'area comunitaria ripropone l'insufficiente incapa
cità di penetrazione nei confronti delle produzioni CQ
muni tarie, con un notevole aggravamento nel periodo più
recente:nel 1973 il saldo negativo raggiunge i 65 miliar
di di lire.
Vediamo inoltre come ?Olo il 25% circa delle esportazio~
ni italiane sia diretto ai paesi comunitari, mentre da
questi .proviene il 66% del"Je nostre importazioni comples
sive. Nel 1 973 le importazioni provenienti dalla sola Ger
mania Federale, per circa 65 miliardi di lire, rappresent~
no il 43i~ circa del totale e da sole superavano di 30 mi
liardi di lire le esportazioni nazionali verso i paesi
della CEE.
Un esame più dettagliato a livello di gruppi omogenei di pro
dotti (vedi tav. a pag. seguente) mostra che in due compar
ti, macchine per filatura e macchine per rifinizione , si
ha u.n saldo commerciale costantemente posi ti ve; nel comparto
delle macchine per maglieria e calzetteria si ha urr inversio
ne di tendenza, con un saldo passivo nel 1973, mentre per
le macchine per tessitura il saldo costantemente negativo è
particolarmente accentuato nel 1973. Quest'ultimo comparto
si rivela quindi particolarmente compromesso e ancor di più
quando si considerj_ l'entità del saldo negativo relativo ai
telai senza navetta, un prodotto tecnologicamente molto so
fisticato la cui diffusione sta prendendo sempre più piede
nell'industria tessile su scala internazionale.
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40
Per concludere si può affermare che il consolidamento del
le esportazioni nazionali verso i paesi extraeuropei, in
cui si manifestava un crescente sviluppo delle in
dustrie tessili in quanto tali paesi, tradiziona
li produttori di materie prime, tendevano a sostituì
re le esportazioni di materie prime tessili con i prodot
ti delle industrie tessili locali, è stato·il fattore chi~
ve dello sviluppo dell'industria rneccano-tessile italiana,
la qua.le trovava al contrario notevoli difficoltà di pen~
trazione nell'ambito dei paesi europei.
Nella fase attuale si dispiegano i fattori negativi impli
citial precedente modello di sviluppo:da una parte, come
abbiamo già sottolineato, lo scarso·livello di adeguamento
agli standard tecnologici e tìpologici del macchinario richi~
sto dall'industria tessile nazionale,d'altra parte l'insor
gere di difficoltà anche sui mercati internazionali per le
modificazioni qualitative della domanda, col passaggio da
domanda della singola macchina destinata a compiere una fase
di lavorazione a domanda dell'intero "reparto" di produzione,
e addirittura a domanda di "impianto integrato chiavi in ma-
no".
La realizzazione di impianti completi pone rilevanti proble
mi di ordine tecnologico, inerenti alla progettazione degli
impianti stessi ma ancl~ strutturali, legati alle dimensioni
economico-finanziarie delle irnprese.
La tendenza al l c affermazione àell 'engineering meccano-tes
sile e dei processi ad alto contenuto tecnologico, legata
alla riorganizzazione del ciclo tessile complessivo, con le
linee di meccanizzazione e di automatizzazione che si van
no imponendo, modifica il tipo di fornitura apprezzata e
ricercata,anche dai committenti esteri.
In e-ffetti il ciclo tradizionale si basava su una se
rie di singoli macchinari collegati flessibilmente da oper~
zioni di trasporto che richiedevano un notevole fabbisogno
di rna.nodopera, per cui il problema dell'integrazione comple.2_
siva consisteva nella ottimizzazione della disposizione del
le macchine per equilibrare i rapporti 11 veloci tà" e "potenzi~
li tà" delle singole unità; l 'esigenza di comprimere l •utiliz
zazione del fattore lavoro ha portato ad una drastica modifi-
ca.
Nell'ottica dell'-automazione e della meccanizzazione,
con decise innovazioni nelle fasi di "collegamento" non
è più sufficiente la "bontà" tecnologica della sin
gola macchina, anzi diventa prioritaria l'ottica dell'i~
tegrazione complessiva, con un fabbisogno notevole di co
controllo di flusso complessivo, al cui interno - in lo
gica di adattamento - si definisce il ruolo della singo
la macchina.
L'impianto integx'ato è già e diventerà sempre più l'og
getto delle for~iture richieste dall'industria tessile,
specialmente da quella dei paesi in via di sviluppo che
privilegeran11o l'acquisto ài "impianti integrati" per
evitare le difficoltà ài inserire, a monte e a valle,
un tipo di macchina non funzionalmente compatibile ad al
41
42
tre non progettate per alimentare tale modello o per es
serne alimentate evitando inoltre in tal modo il rischio
di scarichi di responsabilità tra costruttori diversi.
Nei confronti di tale quadro generale appare assai prec~
ria la posizione dei piccoli costruttori, aggravata dal
le difficoltà di ordine finanziario e creditizio ineren
ti alle trattative di esportazione, mentre viene privil~
giato il ruolo dei principali gruppi attualmente operan
ti nel settore. In tale prospettiva emerge come caratte
ristica negativa fondamentale àella struttura del settore
mecca1·1o-tessile l 'estrema. polverizzazione delle aziende o
peranti in esso, sovente incapaci di darsi una vera strut
tura organizzativa e commerciale, con una produzione talo
ra limitata. ad un solo tipo di macchina e comunque sempre
ad un comparto ben determinato, gravemente esposte alle ri
correnti crisi che di volta in volta interessano uno o l'al
tro settore tessile, con grossi problemi finanziari da ri
solvere, completamente disarmate per mancanza di quadri va
lidi e di informazioni di fronte al tumultuoso evolversi
della tecnologia tessile.
Di,~nta patologica la frammentazione del tessuto produttivo,
che peraltro aveva poggiato su ben definibili condizioni og
gettive, .fra le quali primeggiava la necessità, per quasi tu_!
ta la produzione meccano-tessile, di realizzazioni in piccola
serie, data l 'enorme varietà di esigenze, della clientela e
il modesto numero di esen1plarf ordinati per ogni commessa.
L'eccezionale varietà dei campi di utilizzo e la vastità
stessa del settore tessile ha storicamente costituito
la migliore garanzia di assorbimento da parte dell'indu
stria tessile dcl1a produzione anche dei piccoli e medi
imprenditori meccano-tessili, consentendo ad essi di re
cuperare il ritardo nell'adozione delle tecnologie più~
vanzate attraverso la "genialità .. nel progettare model
li particolari al variare delle esigenze dei clienti, ov
vero nell'allestire dispositivi nuovi o modificazioni di
parti per i modelli di più larga adozione. Questa c·apaci
tà di specializzazione - pur al permanere di una buona ~.
las t ici tà produttiva- si è basata sovente anche sulla vi
cinanza topografica con industrie utilizzatrici, il
che ha consentito ai produttori di mettere rapidamente
alla prova i nuovi dispositivi o modelli e di corregge
re in tempo eventuali difetti o inconvenienti.
Gli anni più recenti hanno segnato probabilmente un punto
di non ritorno, a.lla cui luce quelli che sono stati fat
tori di sviluppo si mutano in fattori di freno.
La struttura "storica" del settore,d.ate le scarse possibi
lità di autofinanziamento connesse alla graduale erosione
degli utili nelle imprese di dimensioni limitate, soffoca
il processo d'accumulazione ed impe.disce _l,.,!..espansion.e del
l'apparato produttivo e della struttura organi.zzativa del-
l' impres~.
D'altra parte, nell'impresa familiare sovente la tradi
zione rende pià difficoltosa l'introduzione di nuovetec
nologie e nuove tecniche gestionali, nel presupposto cbe
ciò che è andato bene in passato deve continuare a dar
favorevoli risultati in futuro.
43
44
Ed infine la concentrazione del potere dirigenziale nel
l'ambito di un gruppo familiare, oltre a determinare ge
nericità di prestazioni e mancanza di specializzazione,
impedisce lo sviluppo di un serio processo di delega e
finisce col soffocare qualsiasi tentativo che le imprese
facciano di darsi un management professionale di elevata
qualificazione e competenza.
La polverizzazione produttiva rappresenta quindi uno sco
glio notevole per quanto riguarda la ricerca, in un ambi
to specifico, quindi, in cui il settore meccano-tessile
italiano è quasi del tutto carente, ponendo di consegue~
za un grave limite per lo sviluppo futuro di tale compa!
to. Attualmente infatti la ricerca svolta dalle indu
strie meccano-tessili è frammentaria e di dimensioni mo
deste: non esistono le strutture, per i motivi anzi -
detti, per impostare seriamente un piano di ricerca e,
soprattutto, manca un coordinamento organico tra indu
stria produttrice delle fibre, industria tessile ed indu
stria meccano-tessile, con eccezioni per ora non rilevan-
ti.
In funzione d:i. tali carenze, viste nell'ottica della ride
finizione del mercato,quale si è· esposta, vanno consid~
rati i fenomeni imprenditoriali più interessanti del rece~
te periodo, tendente a sopperire con un sempre più marcato
coordinamento fra le imprese ai limiti dimensionali sotto
linea ti.
'· Investimenti esteri, partecipazioni statali e legami fina.n-
ziari
E' stato rilevato nel paragrafo relativo all'esame del com
mercio estero come le innovazioni nell'organizzazione comple~
siva del ciclo tessile, tendenti a meccanizzare ed automati~
zare il flusso produttiv~ stiano modificando il tipo di for
nitura apprezzata e ricercata dai committenti stranieri. L'at
tività di esportazione si va sempre più indirizzando alla
fornitura dei cosiddetti "impianti chiave in mano" cioè di
impianti tessili integrati.
L'industria meccano-tessile italiana appare fragile in questa
prospettiva, per l'elevata aliquota di esportazione e per il
sotto dimensionamento rispetto ai nuovi problemi di commer
cializzazione del prodotto, sottod:imensionamento preoccupan
te anche per ciò che concerne tutta l'attività di progetta-.
z ione tecnica.
Nei confronti di tale quadro generale appare assai precarj_a
la pcsiozic:ne dei piccoli ·::ostruttori,aggra:'T:lta dalle diff"icol
tà di ordine ·creditizio e finanziario-assicurativo inerenti alle trat
tative di esportazione, mentre viene privilegaito il ruolo
dei principali gruppi attualmente operanti nel settore ,vale a
dire l'EGAH, Divisione rneccano-tessile e la Divi tex-General
Impianti.
L'Egam (1) è un {~nte di gestione delle Partecipazioni Stata
li che si confi.gura come una vera e propria holding pubblica
ed ha assunto negli ultimi anni la natura di un gruppo indu
striale polisettoriale che opera con attività diversificata
in tre settori fondamentali:
(1) Ente Autonomo di Gestione per le Aziende Ninerarie Metallurgiche, costituito nel 19~-8 ed attivato nel 1971
45
46
minerario e metallurgico
siderurgicc ~on particolare espansione nel comparto della siderurgia speciale
meccanica ,cor1 netta prevalenza operativa nel campo del1a meccanica tessile.
L'intervento dell'Ente nel comparto meccano-tessile ba ori
gine dalloscorporo nel 1 971 della Cogne te x di Imola dal
Gruppo Minerario Nazionale Cogne del quale rappresentava
sino a tale data, uno stabilimento distaccato e dal rileva
mento della Nuova San Giorgio di Genova, società in passa
to inquadrata nella Finmeccanica, in una operazione di sal
vataggio e ristrutturazione dopo l'alluvione che nell'ott2_
bre de l 1 970 ne aveva danneggia t o :i.n gra11 parte gli impia!!
ti.
Con l'intervento nella Savio d;i Pordenone e nella Tematex
di Vergiate (aziende leader nel campo della filatura) si è
venuto a costituire un raggruppamento industriale che rap
presenta un complesso produttivo specializzato internazio
nale in grado di competere con i più importanti concorrenti
internazionali per la fornitura di impianti completi di fi
la tura o
Il complesso è in fase di ampliamento in quanto nel 1974 so
no state rilevate, in operazioni nuovamente di "salvataggio",
due fra le aziende leader nel comparto delle macchine per m~
glieria e calzetteria, vale a dire la Billi di Fir-enze e la
Moncenisio di Torino, sottoposta dopo l'acquisizione ad una
fase - non ancora compiutamente definita - di riconversione.
La costituzione della Sima tes di Nilano, società cormnercia
le del settore meccan.o-tessile del l 'E!GAM, destinata ad assg
mere la veste di capo-gruppo del settore stesso e la p re-
vista costituzione di un Centro di ricerca avanzata per lo
studio dell'utilizzazione di nuove fibre tessili e del-
la realizzazione di nuovi modelli di macchinario, la strut
tura organizzativa del settore meccano-tessile dell'EGAM po
trebbe considerarsi completa, nella misura in cui sa~rebbe eo
stituita da:
una. società, la Simates, con una funzione di capo-gruppoed attività non solo di commercializzazione della produzione ma anche di programmazione dell'attività produttiva svolta dalle diverse imprese del gruppo;
un gn1ppo di imprese specializzate singolarmente ma diversi ficate nel complesso, capaci di coprire le quasi totalità del macchinario richiesto per la filatura;
un centro di ricerca e progettazione distinto dalle imprese di produzione, con attività non esclusiva per conto delle imprese del gruppo ma aperto anche a terzi.
In tal senso è indirizzato lo sforzo riorga:nizzativo e di re
visione dei programmi produttivi e di investimento delle azieE_
de meccano-tessili dell'Ente, con la ripartizione dei settori
operativi, l'individuazione dei tipi o gruppi di macchinari
che vanno messi a punto dalle singole aziende, eliminando in
tal modo la duplicazione delle attività.
Si è originato in tal modo un gruppo che controlla circa il
20% dei dipendenti del settore con un fatturato che, grosso
modo, dovrebbe aggirarsi sulle stesse percentuali.
47
48
Dipendenti e fatturato (in miliardi) delle aziende gruppo EGM~- Meccano-tessile
Azienda N. dipendenti Fatturato Previsioni '74{stimato) fc.tturato '75
Tema t ex Cogne t ex Savio Nuova San Giorgio Billi Hatec (1) Moncenisio (2) Simates (4)
TOTALE
450 900
1.600 750 62'0 520 so
4.990
(1) Azienda in fase di ristrutturazione
7,5_ , 6, 5 25,-5 15 ' 4, 5( 1 )
(3)
70
(2) Azienda acquisita nella seconda metà del '74 (3) Dati. non significativi (4) Società co~~erciale
10 25 32 19 13,5
3,5(3)
103
Il setto.re meccano-tessile del l 'EGAM, così costi tu.i to, ha ot
tenuto positivi risultati commerciali, soprattutto con l'acqui
sizione di un contratto con l'Unione Sovietica, per la forni
tura, in cooperazione con altre società italiane, di tre im
pianti completi di filatura.
Un orientamento analogo - che può assumere _una funzione di
contrappeso alla iniziativa EGAM - è seguito dalla Divitex,
una società di progettazione e realizzazione di impianti tes
sili completi "chiavi in mano" costituito per iniziativa dei
maggiori costruttori privati, la Marzoli di Palazzolo sul
_l'Oglio (BS) e la Sant'Andrea di Novara insieme alla Genera
le Impianti ed alla Italconsult, società operanti nel campo
dell'engineering e dell'impiantistica.
Sono associate alla Divitex costruttori di primo piano nei
relativi comparti, quali, oltre a Marzoli e a Sant'Andrea,
l l.Alea, la Crosta, l' Ilma,- la Off. Galileo, la Omez, la
Reggiani.
La fu~zione della Divitex è per ora soprattutto quella di
progettazione e di capo-commessa, con compiti ben limitati ed
un'attività strettamente definita, nel cui contesto i costrut
tori ad essa associati perse~~ono politiche di indirizzo pr2
duttivo e di vendita in maniera ampliamente indipendente, con
una coll borazione ristretta al momento della definizione
di contratti di fornitura di impianti completi. Quest'ini
ziativa può tuttavia costituire l'inizio di una più coordina
ta presenza nell'ambito meccano-tessile in relazione ed in
confronto con l'EGAM.
Nelle società di engineering citate, la quota azionaria di rna.a_
gioranza è detenuta infatti dalla Montedison, che controlla
buona parte della produzione italiana di fibre chimiche oltre
ad importa.nti aziende tessili e confezioniste. La Montedison
inoltre era già presente nel settore con i reparti rneccano
tessili di due importanti imprese meccaniche, la Galileo di
Firenze, operante nel comparto "macchine per tessi tura" e
la Reggiani, con costruzione di macchine per stampaggio e ri
finizione.
49
50
Sempre alla Montedison fa capo inoltre la IMES di Alessan
dria, produttrice di macchine per la filatura di fibre chi
miche in collaborazione con le Officine Meccaniche Cerr~ti
di Bollate (MI), produttrice di macchine utensili, e con
grossa esperienza nella progettazione di macchinari.
va aggiunto inoltre che, dopo il passaggio sotto il control
lo Montedison della Snia Viscosa, è abbastanza logico ri te
nere probabile un coordinamento delle attività dei due grup
pi nel comparto di nostro interesse.
La presenza della Snia Viscosa nel settore è ragguardevole:e
suddivisa in quattro stabilimenti, l'Utita di Este, che fun
ge da capo-fila, la Snia Meccanica di Torino e di Vittorio
Veneto e la Mecborg di Borgone di Susa (TO).
E' quindi lecito ipotizzare un progetto di coordinamento gen~
rale del::le partecipazioni che direttamente o indirettamente
sono detenute dalla Montedison in campo meccano-tessile, con la
nascita di un gruppo piuttosto rilevante, tanto da por·si in
competizione con l'EGAM stessa.
Nel settore esistono esempi minori di partecipazione pubblica,
quali 1 'OMITA di Como, controllata dalla_ GEPI (1 )e la Nuova Pign2_
ne-SMIT del gruppo Eni. La presenza dell'ENI e della GEPI,
globalmente modesta,non manifesta propositi di diffusione e
si limita alla conduzione delle aziende controllate.
Peraltro informazioni recentissime, in forma ufficiosa, rile
vano la possibilità della costituzione di una società per la
progettazione di impianti completi per tessitura a partecipa
zione pari taria tra Nuovo Pignone-SMIT ed EGAM-
(1) Ultimamente la GEPI ha assunto tma partecipazione nella SAMO di Brescia, azienda la cui situazione era stata gravemente compromessa dalla crisi del comparto"macchir ... e per cal-zetteria"
Si riscontrano inoltre legami finanziari con società "pr_i
vate" nel comparto meccano-tessile, quali quella della
Bastogi finanziaria che controlla la Società Costruzione
Macchine Tessili, a cui è stato conferito il complesso in
dustriale meccano-tessile in precedenza· della sacfem di
Are.zzo; della famiglia Parodi Delfino che controlla la San
t'Andrea di Novara, che ha assorbito a sua volta lo stabili
mento di Bergamo della Roberts italiana, del Cotonificio
Cantoni che controlla ~a Hezzera di Sesto San Giovanni,della
Nebiolo che pur essendosi ritirata dall'attività diretta nel
settore, controlla la vlAHLT di Cernusco sul Naviglio (NI),
del Cotonificio Olcese Veneziano (a sua volta a partecipa
zione Snia Viscosa)che detiene parte della quota azionaria
delle Fabbriche Fermenti.
Mentre sono abbastanza nu..rnerosi i collegamenti di dipenden
za di imprese meccano-tessili nei confronti di aziende tes
sili e/o di società produttrici di fibre,non si danno casi
di società meccano-tessili che detençano il controllo di in
dustrie tessili, ad eccezione della Gattesca, tintoria per
conto terzi il cui impianto è utilizzato dai soci costrutto-
ri (Savio, Hezzera., Alea, Zerbo) come show-room su scala
industriale della propria produzione.
All 1 intensificazione dei legami finanziari ed alla formazio
ne di gruppi omogenei meccano-tessili da parte di importan
ti società nazionali :non corrisponde un interesse particolù.re
verso il settore delle macchine-tessili da parte del capi tale
straniero, che mantiene una presenza piuttosto modesta, limi
tandosi alla partecipazione o a.l controllo di un nu.mero esi
guo di imprese per lo più non di rilevante importanza.
51
52
Dopo la. cessazione dell'attività della Famatex di Garba
gnate (MI), che era controllata della svizzera Rieter ed il
passaggio della Roberts Italia (capitale statunitense) al_
la Sant'Andrea di Novara, la presenza straniera è ridotta
alle seguenti imprese:
CAMrO DI ATTIVITA'
DUBIED SPA Telai per maglieria e: d acce:osorl
TORRINGTON SPA A~i fer raglterla e ca ze ter a
MUZZI-GESSNER SPA Macch. ~er preparazione a tessi ura
BRUGGER SPA Macch. per preparazione a filatura
OLBIACARD SPA Accessori
SOCIETA' CHE DETIENE lA
PARTECIPAZIONE
Oubled (CH)
l ngersoll Rand (USA)
Gessner (CH)
BrJ'gger (CH)
Consorzio di banche svizzere
Insieme ai legami finanziari sin qui esaminati coesiste una
seconda linea di ~apporto tra le imprese componenti il set
tore, che tuttavia si presta con maggior difficoltà ad ~~
esame dettagliato. Si tratta in sostanza dell'orizzontaliz
·zazione del ciclo produttivo, di cui s'è già detto nei par~
grafi precedenti, con l'intercorrere di rapporti di subfor
nitura per quanto riguarda accessori, parti ausiliarie e com
ponenti, di lavorazione per conto terzi, di attività parti
colari di montaggio, etc. La struttura organizzativa di tale
area, definitasi trami te il forte turn-over di piccole ini
ziative imprenditoriali nel decennio scorso e sempre più mo
dulatasi attorno alle esigenze delle imprese più rilevanti,
presenta, pur in una varietà di soluzioni, esasperate carat
teristiche di fragilità produttiva e di polverizzazione.
La necessità da parte delle maggiori imprese, quelle con
posizione centrale nell'ottica del decentrarr.ento, di un
controllo sempre più integrato dell'affidabilità delle v~
rie pai"ti componenti il macchinario "fini to't parallelame!!
te all'esigenza di maggior elasticità produttiva,potrà am
pliare il ricorso ad unità produttive decentrate. Nel-
la logica dell'innovazione, valida anche per i componenti,
con il passaggio d alla tecnologia meccanica a quella e le t
tronica, tende a modificarsi la direzione settoriale: sol tanto
aziende che si rico11vertiranno secondo le nuove tendenze
tecnologiche potranno permanere in tale submercato; anche
in questo caso però è difficile ipotizzarne un ruolo aut.Q_
nomo e non subordinato all'andamento economico complessivo
di quelle centrali.
53
54
SCHEMA RIASSUNTIVO DEI LEGAMI FINANZIARI
Partecipazioni pubbliche
EGAH
GEPI
INI
EFIH,
50%
ENI,IRI 16,66%
E N I
Simates Cognetex Savio Ternatex Nuova San Giorgio Billi - Hatec Moncenisio
Omita
Samo
Nuovo Pignone SMIT
100 % 100 % 100 % 100 %
90 % 100 % 100 %
56%
n. d.
100 %
Parteci2azioni private
MONTEDISON
GENEEALIHPIANTI ITALCONSULT
Officine Galileo - Reggiani
Il·'iES
100 % 100 % 100%
(rnaggi or. Hon tedi son)
Divitex (progettazione e realizzazione di impianti "chia·vi in mano" a cui sono associate anche le se guenti imprese private:) - Ha:rzoli - Sant'Andrea -Alea - Crosta - Ilma - Omez
segue: partecipazioni private)
SNIA VISCOSA
(controllo Montedison)
BASTOGI
PARODI DELFINO
COTONIFICIO CANTONI
NEBIOLO
COTON. OLCESE-VENEZIANO
(controllo Snia Viscosa)
- Uti t a 100 o/o
- Snia Meccanica 100 % - Mecborg 'i 00 %
- S.C.N.T. 89 % (Costr. Macch. Tessili)
- Sant'Andrea n.d.
- Hezzeré4
- Vla.hl t
- Fabbriche Fermenti
n. d.
n. d.
n. d.
55
56
8. Product-Harkets
Nella prima parte dell'indagine si è constatata la di
stinzione di carattere tecnologico ed economico sussi
stente fra i comparti piloduttivi dell'industria mecca
no-tessile, che si esplica in una varietà. di livelli e
modalità di sviluppo delle aziende.
E' stato sottolineato inoltre come una delle caratteri
stiche del settore sia la compresenza di imprese speci~
lizzate nella produzione di una gamma di macchinari piut
tosto ristretta e di imprese con un attività più elasti
ca, rivolta alla produzione di parti di macchine e/o di
accessori.
La complessità tecnica delle macchine meccano-tessili e
una struttura della domanda estremamente articolata - da -ta la complessità e la numerosità delle fasi del ciclo
tessile ,costituiscono le basi su cui si configura la seg
mentazione dell'offerta e la frammentazione del tessuto
produttivo meccano-tessile.
I comparti in cui si disaggrega generalmente il settore,
vale a dire:
- macchinario di preparazione e filatura - macchinario ài preparazione e tessitura - macchinario per maglieria e calzetteria - macchinario per nobilitazione
non sono quindi delimitabili in base ad una omogeneità
specifica delle produzioni fondata su comuni caratteri
stiche tecniche, sulla loro fungibilità e/o concorren
zialità.
Si tratta piuttosto di una disaggr~gazione funzionale al
le fasi del ciclo produttiv·o tessile, per cui le imprese
di ciascun comparto operano in una serie di sub-mercati
non necessariamente concomitanti.
Un approccio che sia meramente quantitativo all'analisi
dei product-markets appare quindi scarsamente rilevante.
Nella seguente fase dell'indagine anzichè procedere ad
una più rigorosa misurazione in termini di quote di mer
cato, di"tranchesn occupazionali, etc. l'esame dei com
parti produttivi tende a mettere a punto ulteriori coor
dinate quali-quantitative, con una procedura meno forma
lizzata ma di maggior significato economico.
57
58
8.1. Macchine per preparazione alla Eilatura, filatura, lavora-~---------------------------------------------------------zione sui filati, macchine ausiliarie
Gamma mercAoloqica:
a) Macchine di preparazione alla filatura della lana pett! nata o cardata: lupi cardatori battitori, sfilacciatrici, garnettatrici e macchine per la pulitura dei cascami - carde - carie~
triei pesatrici - stiratoi - pettinatrici - lisciatrici - banchi a fusi per pettinato - altre macchine
b) Macchine di preparazione alla filatura del cotone: sgranatrici - presse per balle - apriballe, pulitrici, battitoi - mescolatrici - carde - stiratoi - riunitrici di nastri - pettinatrici per cotone - banchi a fusi - altre macchine
c) Macchine per il trattamento delle fibre liberiane
d) Macchine per la fabbricazione del feltro e derivati
e) Macchine per produzione di fibre artificiali, chimiche, sintetiche: filiere, macchine per avvolgere, stirare e torcere - ta glierine - converter - altre macchine per testurizzare
f) Filatoi: ring per lana cardata e pettinata~ cotone, fibre durefilatoi intermittenti - a centrifuga - ad alette - al -tri sistemi di filatura (open end)
g) Torcitoi e macchine affini: ad alette - ad anelli - per doppia torsione - accoppiatrici - torcitrici - altre macchine
h) Macchine per aspare, bobinare, gomitolare: roccatrici - spcliere - aspatrici. - bobinatrici - bina-· triei - gomitolatrici - altre macchine per avvolgere ri lati
i) Accessori per filatura: fusi - anelli - cursori - barrette e pettini ad ago -guarnizioni per carde - tubetti per filatura e torcitura - cilindri da ·stiro e pressione - filiere, ecc.
Il macchinario di preparazione e filatura presenta secon
do una stima di prima approssimazione, per il 1 973 tul va
lore della produzione lorda dellrordine di 85 miliardi
di lire (macchine complete,parti staccate ed accessori).
I risultati economici degli ultimi anni possono essere
sintetizzati come segue:
1 969 1 970 1 971 1972 1973
Produzione 70 83 78 75 85 Importazione 23 30 23 24 50 Esportazione 38 45 50 50 61 l)omanda in-terna appar. 55 68 51 49 74
L'Associazione di categoria censisce in detto comparto
circa 140 imprese con un ammontare della forza-lavoro
complessiva pari a circa 10.500-11 .ooo u~ità. Una not~
vole aliquota delle imprese non effettua produzioni
collaterali ne?FUre in altri c:omparti meccano-tessili
(1): si ha diversificazione produttiva in piccole azien
de fornitrici di impianti ausiliari ed accessori.
La distribuzione percentuale delle imprese sotto il pro.fi
lo dimensionale e delle caratteristiche produttive può
essere stimata nel modo seguente:
(1) Vi sono tuttavia imprese assai specializzate-- ad es. i tubettifici - la cui produzione è destinata non solo alle filature ma anche alle tessiture e maglierie
59
60
.!.mP..rese r"'atturato
Imprese con oltre 250 (%) (%)
addetti 7 75 Imprese con 50-250 ad-detti e divisioni o re -parti di grandi impre-se 14 1 5
Medie imprese non spe-cializzate e piccole imprese 79 10
TOTAJJE 100 100
Le aziende dei primi due gruppi assommano circa 8~500
degli addetti occupati nel comparto: 3 imprese super~
no o si approssimano ai 1 .ooo addetti, (savio di Porde
none, s. Andrea di Novara, Marzoli di Palazzolo sull'O
glio) 4 stanno tra i 500 ed i 1 .ooo (Carniti, Nuova
San Giorgio, Cognetex ed UTITA), 15-20 occupano un nu
mero di dipendenti tra i 100 ed i 499, mentre le restan
ti si collocano in fasce dimensionali inferiori.
Un numero elevatissimo delle aziende censite è concen
trato nella zona in cui hanno sede le industrie tessili
utilizzatrici, con punte particolari per la Lombardia
(specificatamente l'alta Lombardia) con più di 4.000 ad
detti,per il Piemonte (specificatamente il Biellese) con
circa 2.500 addetti, per la Toscana (specificatamente
il Pratese) con circa 600 addetti, e per il Veneto (la
provincia di Vicenza).
Esjstono tuttavia rilevanti insediamenti industriali mec
cano-tessili nel Friuli Venezia Giulia, in Liguria ed in
Emilia per la. presenza di alcune fra le maggiori unità
produttive.,
Salvo rarissime eccezioni non si segnala la presenza di
unità produttive del comparto nel Mezzogiorno e nelle isole.
I nomi e la localizzazione delle azienàe più rappreser!tati-
ve del comparto sono elencati nel pro~petto seguente, con
indicazioni sull'attività specifica in riferimento alla
classificazione merceologica riportata all'inizio del par~
grafo.
MACCHINE PEP. FILATURA
ATT IVITA' NEL CO:·'.PARTO
IMPRESr:: PROVINCE PRODUTTIVO (1) ATTIVITA' ESTE~iE
a b e d e f' 9 h l
St. VIO PN • • Gasatrici per filati
MI\RZOLI BS • • • • NUOVA S. GIO~GIO GE • • • • COGNETEX BO • • • • • S/.NP ANDREA NO • • • • o Bruciatori
CARNI TI co • • • • • !Aot.ori per fuo••ibordo
UT1TA PD • • •• OrdH.ol, mtocch. utP.nstl1
(1) Rlferlment~ a113 gamma merceologlea dl pag. 47
l
61
62
J.~e imprese cl. ta te assommano negli ultimi tre anni i se
guenti valori consolidati" in termini di valore dc~lla pr_2.
duzione e di occupati.
1 971 1972 1 973
Produzione (mi-liardi di lire correnti 48,5 50,2 62
Occupati (unità) 6.200 6.000 6.300
N.B.: Dati approssimati tenendo conto della presenza di at tività in altri comparti produttivi
Le imprese citate assumono senz'altro un ruolo preminen
te nel campo delle macchine per filatura occorre però ri
cordare come per particolari tipi di macchine o per parti
colari parti dì macchine anche imprese di dimensioni mo
deste detengono posizioni "chiave" per specifiche capaci
tà tecnologiche e progettuali, connota te quindi da soddi
sfacenti livelli di specializzazione, oppure coprendo
segmenti di mercato ~ e quindi tipologie di prodotto -
limitati come ampiezza e/o in via di emarginazione per
il processo innovativo nella tecnologia del ciclo tessi-
le.
Si noti ancora come ben tre delle imprese principali (s~
vio, Nuova San Giorgio, Cognetex) facciano capo alla
divisione meccano-tessile dell'EGAH (1) che assume quin
di oggettivamente una posizione di primo piano nel com
parto.
(1) Si veda per questo il par. 7 pagg .. 36 e seguenti
Il ruolo assunto dalle PP.SS, tramite l'EGAM, sembra de
stinato a rafforzarsi tramite ul'la stategia. di divisione
interna del lavoro tra le consociate al fine di attuare
una gamma produttiva che copra tutte le fa.si del ciclo
tessile fino alla filatura. Tramite la Nuova San Gior
gio il gruppo EGAM risulta inoltre essere, per ora, l'u
nico produttore nazionale del filatoio "open end", inno
vazione destinata a provocare una sostanziale modifica
zione del ciclo tessilee
63
64
8.2. Macchine per la preparazione alla tessitura - telai da tes--------------~-~--~~-~~-~~~-~~~-~--------~-~-------~-~-~---
si tura
Gamma merceologica:
a) Macchine per la preparazione alla tessitura: orditoi - imbozzimatrici - insubbiatrici - altre macchi ne
b) Macchine ausiliarie e meccaniche d'armatura: macchine per rettificare le navette - pulitrici, spa~zo latrici - ratiere - jacquard -- macchine per forare e c~ eire i cartoni - dispositivi per cimosse parlanti - altre macchine
c) Telai per tessitura: telai con navetta, automatici (per vari tipi di tessuti, nastri) telai senza navetta con tramatore - a pinze - altri tipi - dispositivi per automatizzare il cambio dei cops, spole, navette
d) Accessori per la tessitura: licei - pettini - quadri per licei - tempiali - guardaordito - guardatrama e tastatori di trama - spole, rocche e tubetti per tessitura - navette - subbi - carte jacquard - altre parti.
!l comparto produttivo delle "macchine per preparazione e
tessitura" è meno rilevante, con una posizione piuttosto de
bole di fronte ai produttori stranieri operanti in esso,
in particolare gli Svizzeri. (Sulzer, Sourer, I~uti) ,gli Ame
ricani (Crompton, American Rockwell) ed i giapponesi (Nissan)
Nonostante il comparto sia caratterizzato da un numero con
sistente di aziende {109 sono quelle elencate nell'Annuario
pubbliCétto dall' AssocLJ.zione di categoria) solo una ventina
di imprese provvede alla costruzione di macchinario completo.
Il valore della produzione del comparto può essere stima
to per il 1973 intorno ai 50 miliardi di lire.
Con riferimento agli ultimi anni le indicazioni raccol
te forn:i.scono i seguenti dati (valori in miliarài di
lire correnti):
1969 1970 1971 1972 1973
Produz. 40,0 48,0 43,0 40,0 50,0
Importaz. 1 5,6 19,3 17,8 25,6 47,8
Esportaz. 14,3 14, 5. i 6, 7 17,6 22,5
Domanda interna apparente 41 ,3 52,8 44,1 48,0 75,3
Si constata che la produzione nazionale lorda rimane sem
pre inferiore all~ domanda apparente del mercato interno
e che nel 1973 in presenza di un incremento consistente
della domanda interna stessa si ha un aumento ancor più
marcato delle importazioni. L'eccedenza delle importazi2
ni sulle esportazioni supera nel 1973 i 25 miliardi di
lire correnti.
Tali considerazioni caratterizzano il comparto come il
più debole dell'intera industria meccano-tessile nazio
nale. Rilevando ancora che .il deficit commerciale più
ampio si registra per i telai senza navetta (Import1973:
18 miliardi - Export 1973: 6 miliardi) o·vvero per le pi'O
duzioni più innovative e che la maggior parte delle espo!:
taziona consiste di macchine ausiliarie e di parti di
macchine (si veda tav. a pag. ) la situazione appare
particolarmente negativa.
65
66
r,a forza di lavoro complesEììv.:t è valutabile attorno a.lle
5.500-6.000 unità, di cui circa 2.000 occupate nella de
cina di imprese che producono telai completi. Di esse so
lo 7 superano i 100 addetti - la maggiore non eccede i
500 dipendenti - mentre le restanti presentano dimensioni
modeste.
La debolezza del comparto - derivante dall'incapacità del
le imprese italiane ad adeguarsi al processo di innovazione
tecnologica che ha caratterizzato la produzione di telai
nell'ultimo decennio - si è tradotta nel ridimensiona.mento
o addirittura nella cessazi.one del l •attività - di alcu
ne imprese di buona tradizione rneccano-tessile.
Ancor più debole è la presenza.delle imprese italiane nel
campo delle macchine per preparazione al~a tessitura, e
cioè spoliere, imbozzimatrici, annodatrici, orditoi, ecc.,
quantunque si tratti di un macchinario ad elevata tecnolo
gia con un vasto mercato di sbocco .operano in questo compa_!:
to una quindicina di imprese, tutte, eccetto ùna, con
meno di 100 addetti, per un totale di circa 700 .dipen
denti.
La notevole dispersione del comparto produttivo emerge chi~
ramente considerando la dimensione delle imprese per classi
di addetti e caratteristiche produttive.
Imprese con oltre 250 addetti
E divisioni di grandi imprese ad attività diversificata medie j_mprese specializzate
Medie impr·ese non specializzate e ir11p1~~;e con mqno di 50 addetti
Percentuale
4
14
82
1 oe- --
Fa t tura t o (i~)
35
30
35
100
La maguj or p..1x•te degli opera tori è costituì ta da fabbrican
ti di pa:rti staccate (in prevalenza destinate a soddisfare
la domandcl di sostituzione), accessori ed in minor misura
di macchinario ausiliario. Salvo alcune eccezioni tali a
ziende sono assimil..1bili per dimensioni e caratteristiche
operative alle officine artigiane e, al massimo, alle in
dustrie medio-piccole, con un grado di specializzazione
generalmente elevato, nonostante la frequenza di produzioni
collaterali esternP. al settore meccano-tessile.
Si elencano di seguito le imprese principali la loro lo
calizzazione, il tipo di attività specifica all'interno
ed all'esterno dal comparto produttivo.
MACCHINE PER TESS l TURA
ATTIVITA' INTERNA IMPRESE PROVINCE ATT IVITA 1 ESTERNA AL Caw>ARTO PROO.
a b c d (1)
OFF. GALILEO Fl • Elettromee., strumenti ottici
0.11TA co • • Maech. utensili, fonderia
SMIT (Nuovo P i 1;3none) VI • GIAN l VA • •
NEBIOLO (2) TO • Maceh. grafiche
GARDELLA GE • • • Macch. per filatura, fonderla
S()J.ET BG • TEXNC'.JO VA • • T~la! per pa~s~merle,macch.
febbrlc. cerotti per
(1) Riferimento alla classifica merceologica delle macchin~ per preparazion~ alla tessltura, telai da.tessit~ra. (2) L'Impresa na cessato l'attività nal settore meccano-tcsstleln ~u~ aveva rJ,~stlto un ruolo slgnlf&c~tlvo fi
no al 1970
67
68
Le imprese citate presentano i seguenti valori consoli
dati in termini di fatturato e di addetti negli anni
1 971-1 972 e 1 973.
1971 1972 1973
Fatturato (v,e. lore j,n miliar 21 .400 23.000 24.670 -di di lire)
Addetti (unità) 2.140 2.130 2.113
N.B.: Dati approssimati tenendo conto dell'attività in altri comparti produttivi
8.3. Macchine per maglierie e calzetterie ________ ..,.. ________ _. ______ ...... ______ ~ __ .., ____ _. __ _
Gamma merceologica:
a) macchine di preparazione e ausiliarie per la maglieria: orditoi a frazioni e a sezioni - altre macchine escluse rimagliatrici
b) telai rettilinei per maglieria
c) Telai circolari fino al diametro di 165 mm
d) Telai circolari ad immagliatrici o di diametro superi o-re a 165 mm
e) Telai tipo Cotton e Raschel: Cotton per calze e per maglieria esterna - telai rettilinei a catena - Raschel
f) Accessori: aghi - platine - subbi a sezioni - altri accessori.
llel comparto delle "macchine per maglieria e calzetteria11 che
manifesta il più elevato grado di specializzazione produtti
va (solo il 20% delle aziende, per lo più costruttrici di
accessori, è impegnato anche in pr·oduzioni congiunte), sono pr~
senti una cinquantina di operatori, con una forza lavoro
complessiva stimabile sulle 5.500 unità.
La distribuzione percentuale delle imprese per classi di
dimGnsìone e caratteristiche produttive è la seguente:
69
7J
Imprese
Imprese con oltre 250 addetti
Imprese specializzate con 50-250 addetti
Medie imprese specializzate e imprese con meno di 50 add.
Totale
Percentuale Fatturato ------19 70
28 18
53 12
100 100
Si rileva un• incider1za delle imprese con oltre 250 addet-
ti superiore a quella degli altri comparti meccano-tessili,
con una notevole omogeneità dimensionale. Una fisionomia
analoga si riscontra anche per la seconda classe, in cui
diverse aziende medio-piccole con una politica di alta spe
cializzazione hanno assunto posizioni di rilievo sul merca
to nazionale ed estero.
Dal punto di vista territoriale l'industri~ delle macchine
per maglieria e calzetteria è presente in varie zone della
Italia Settentrionale e Centrale, con una particolare con
centrazione nel Bresciano ed in Emilia.
Alla luce delle analisi condotte si ricavano per gli anni
più recenti le seguenti ind~cazioni (valori in miliardi di
lire correnti).
1970 1 971 1972 1973
Produzione 56 50 45,5 50,5 Importazione 2G,7 17,7 22,6 34,9 Esportazione 35,7 33,1 29,9 32,0 Domanda inter na apparente 41 ,o 34,6 38,2 52,9
Si rileva nel comparto un'inversione di tendenza per quan
to riguarda l'interscambio commerciale con la comparsa nel
1 973 di un saldo negativo.
E' degno di nota che tale situazione passiva si sia deter
minata in base all'ampliarsi del deficit commerciale per
quanto riguarda i telai rettilinei di concezione tecnolo
gicamente più avanzata, come i tipi Cotton e Raschel ed
alla flessione nella corrente di esportazione di telai ci~
colari, specificamente quelli per calzetteria - dove la
produzione italiana deteneva un predominio assoluto a li
vello mondiale - dovuta al crollo della domanda di calze.
La crisi che ha colpito l'industria delle calze, ripercuo
tendosi immediatamente sui costruttori di macchine, ed in
maniera drammatica sia nelle aziende maggiori che sulle zo
ne di maggior concentrazione territoriale specifica, ha se
gnato un punto di non ritorno nelle produzioni e nei suc
cessi del passato; neppure con ristrutturazioni di organi~
zazione produttiva e finanziaria o con la presentazione di
nuovi modelli si potrà tornare sui livelli del decennio
scorso.
Indicazioni specifiche sull'attività delle imprese più si
gnificative sono riportate nel prospetto seguente.
71
MAC
CHIN
E PE
R M
AGLI
ERIA
E
CAL
ZATT
ERIA
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IVIT
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pa
g.
58
~ l
8.4. Macchine per lava~gio, tintura, stampa, appretto e fini s---------------------------------------------------------
All'interno del comparto, si considera attendibile la se
guente distribt,zìone percentuale del valore prodotto per
tipo e funzione del macchinario:
a) Macchine per tingere e candeggiare
b) Macchine per asciugare, rameuses, calandre e apparecchi per termofì~ saggio
c) Macchine per stampare, spalmatrici e doppiatrici di tessuti
d) Macchine per appretto e finissaggio
e) Essiccatoi, idroestrattori centrifughi, macchine per lavare filati (sbozzimare) e tessuti
Valore totale produzione
20
18
9
29
24
100
I prodotti elencati nelle prime quattro classi sono'iden
tificabili con buona approssimazione nelle voci di gtati
sti.ca del commercio estero; essi coprono più dei tre qua!
ti del valore complessivo realizzato nel comparto, e la
forza di lavoro utilizzata nei relativi processi di fab
bricazione è valutabile intorno a 3.500 unità, distribuite
in u~ centinaio di stabilimenti.
Per i prodotti della classe e) le statistiche dell' irr~port~
zione e dell'esportazione non forniscono dati disaggregati;
d'altra parte , queste lavorazioni possono essere effettu~
te anche da imprese impeg-nate marginalr!lente nel settore
73
74
meccano-tessile e pertanto essere classificate in altri
settori di attività (per esempio macchine aerauliche e/o
per l'industria chimica in genere).
Le operazioni di questa fase stanno assumendo un':Lmportan
za notevole ed una tecnologia via via più sofisticata.
I produttori italiani, avendo recepito le nuove ista~
ze tecnologiche, mostrano una buona qualificazione con
prospettive più che discrete, date le modificazioni che
investono nell'industria tessile il comparto della tintg
ria e del finissaggio in generale con l'orizzontalizza
zione di questa fase del ciclo, con scorporamento dei r~
parti da parte di imprese integrate e la specializzazio
ne crescente dell'industria tessile europea come conver
ter e nobilizzatrice di tessuti o filati grezzi importa-
ti.
Il calcolo della domanda interna apparente è riferibile
solo alle prime quattro classi di prodotti e forniva le
seguenti indicazioni (valori in miliardi di lire corren
ti):
1970 1 971 1972 1973
Produz. 35,0 40,0 42,0 45,0 Importaz. 11 , 1 8,9 11 , 8 1 8' 9 Esportaz. 13,4 14,1 1 7,4 23,9 Domanda int. app. 32,7 34,8 36,4 40,0
Nel comparto u..Yla decina di imprese supera i 1 00 dipenden-
ti - la maggiore non supera i 300 addetti - • Il notevo-
le frazionamento produttivo potrebbe tradursi in un handi
cap per un consolidamento dello sviluppodel comparto
stesso.
8.5. Strutt1~e settoriali e di mercato: quadro di sintesi -~--~~--~-~---------~-~~-~-~--~~~---~--~-~~--~-~~---
Per una corretta interpretazione delle tavole seguenti che
riassumono la struttura industriale e di mercato del setto
re meccano-tessile in Italia è opportuno ribadire quanto
già precedentemente sottolineato e cioè l'estrema articola
zione della struttura della do~anda meccano-tessile, deri
vante dalla complessità e dalla numerosità delle fasi del
ciclo tessile.
In funzione di tali fasi il settore viene generalmente di
saggregato, come si è rilevato, nei quattro comparti:
- macchine di preparazione e filatura
-macchine di preparazione e tessitura
- macchinario per maglieria e calzetteria
-macchinario per nobilitazione
al cui interno si riscontra una notevole ampiezza della ga~
ma produttiva (1), tant'è che il repertorio tecnico dell'A~
sociazione di Categoria enumera 297 prodotti (macchine eà ac
c es sori).
A questa struttura della domanda, ulteriormente complicata
dall'evoluzione tecnologica che ha interessato ed interessa
nell'attuale periodo il sistema tessile (2), corrisponde una
struttura dell'offerta estremamente diversificata, dexivante
da politiche di specializzazione condotte a livello di impr~
sa verso tipologie produttive (di "macchine", di parti ed ac
cessori) piuttosto ristrette.
(1) Si rimanda per un'esposizione in dettaglio alle "Gamme merceologiche" di pag. 47, 53, 58, 62.
(2) Si rimanda per un approfondimento in tal senso al capitolo successivo.
75
76
Ad un tale livello di articolazione una valutazione delle quo
te di produzione e di mercato andrebbe condotta secondo i più
rigorosi cri t eri del marketing industriale, il che richiedereb
be un 'analisi ad hoc di notevole impegno.
Si può al contrario procedere ad una valutazione meno rigorosa
ma sufficientemente indicativa delle quote produttive e di mer
cato a li vello dei quattro comparti precedentemente indicati,
in quanto a tale livello è possibile raggruppare le imprese
con affidabile omogeneità.
Secondo questa procedura è stato elaborato il seguente quadro
sintetico, in cui sono indicate per ciascuno dei quattro com -
parti suddetti, per gli anni 1970 e 1973, le quote sulla produ
zione italiana realizzate dalle principali imprese nazionali,
oltre che le quote detenute sul mercato italiano (inteso come
domanda interna apparente, e cioè produzione - export + import)
sia dalle imprese nazionali sia dai principali paesi fornitori
stranieri.
Va da sè che i dati esposti non vanno considerati come misure
precise di concentrazione ~~anto piu~tosto come indicativi di
ordini di grandezza sufficientemente attendibili.
i ., . • ·. :::;: :'E.R !='! !..AT'RA
QIXTE DI ~cr: ;jtlc~~~ ,, QWTE DI P'iffiCATO (%) ·.·.:,
fW~OO 1970 1973 (*) 1910 1973
l A 13,5 B 18 Rep. Fed. Tedesca 23 Rep. Fed. Tedesca 33
Il 8 13 A 17 A 9 Francia 15
Ili c n c 13 c 8 A 9
IV D 8 E 10 D 8 c &5
C4 42,5 58 48 6~5
* Nel1973 le Imprese contrasseg1ate con le lettere 8 e C fanno capo al raedesifllO gruppo
RANGO
l
Il
Ili
IV
C4
RANGO
l
Il
Ili
IV
C4
MACCHINE P8R TESSITURA
QlDiE DI FROOUZIONE {%) QLDTE DI t.ERCATO (%)
1970 1973 1970 1973
F 10,5 F 14 Svizzera 13 Svizzera 32
G 10,0 H 11,5 Rep. Fcd. Tedesca 9 Rep.Feci.Tedesca 1q5
H 9 G 8,5 F 7 F lO l 9 l 7,5 H 6 Francia 7
38,5- 41,6 35 SQ5
MACCHINE PER MAGLIERIA E CALZmERIA
QlDTE DI FROOUZIONE (%) QI,DTE D l MERCATO (%)
1970 1973 1970 1973
l. ~9,0 L 12,5 ~ep. Fed. Tedesca 27 Rep. Fed. Tec!esca 38
M ~0,56 N 12 ~eg'IO t.kli to 8 USA 5
N 9,5 o 10,0 USA 6 ** 4
o 6,5 M 10,0 M 3
145,5 44,5 44 51
**Detengono una quota dell'ordine del 4% il Reg1o Lhito, la Spagna e l'impresa Italiana contrassegnata con la lettera O
MACCHINE PER NOBILITAZIONE
QlDTE DI FROOUZIONE (%) QWTE DI MeRCATO {%)
RANGO 1970 1973 1970 1973
l p 6 p 9 Rep. Fed. Tedesca 20 Rep. Fede Tedesca 28
Il ~ 5 ~ *** 4 *** 4
C2 1 14 ~4 32
***Detengono una quota dell'ordinctde1.4%.gll USA, le impre~e itali~ne yontrassegnate con le lettere P e Q1 r.:entre su quote non d1s anf:1 s1 collocano altre 1mprese 1tal1ane
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Dal prospetto precedente emergono le seguenti considerazioni:
non si riscontra diversificazione produttiva delle imprese considfl..rate "tra" i comparti, di fronte alla già citata estrertla diversificazione, o meglio specializzazione, "nei" comparti
tra il 1970 ed il 197 3 si registra una crescente concentr~ zione in tutti i comparti sia per quanto concerne la qt..lota di produzione - eccezion fatta per le macchine per maglieria e calzetteria in cui il livello di concentrazione si mantiene stabile - sia per quanto concerne le quote di mer cato
il grado più elevato di concentrazione, per ambedue i rapporti elaborati, si riscontra per le macchine per filatura, il grado minore per le macchine per nobili t azione, i:n cui la produzione è framrn entata fra imprese di taglia c::nstanzialrnente analoga
per quanto riguarda le quote di mercato si rileva la notev~ le e crescente presenza delle produzioni importate, fenomeno legato ad un duplice ordine di fattori: il primo; fisiologico, concernente la divisione e la specializzazione inte~ nazionale del lavoro, tipica- d'altra parte- dei settori produttivi di b~Yli strumentali quali il meccano-tessile; il secondo, patologico in prospettiva, concernente la minor com petitività tecnologica delle produzioni italiane in campo in ternazionale ( 1 ) e l'incapacità di ri spendere alle nuove esi genze di rinnovamento tecnologico del settore tessile nazionale.
(1) Si vedano, a questo proposito, le considerazioni esposte a pag. 25 e seguenti. '
9. Evoluzione ed innovazione tecnologica
La necessità di una radicale modificazione nella struttura
e conseguentemente nell 'organizzazion~ del lavoro del "si
stema" tessile si basa e richiede un 'evoluzione tecnologi
ca che verta, in una varietà d i sol uz. ioni, sulla meccaniz za
zione e sull'automatizzazione del ciclo produttivo- con
un contemporaneo incremento della velocità delle macchine e
la decisa contrazione nelle operazioni manuali di collega
mento - e/o una radicale. modifica ne·l processo stesso, con
l'introduzione di macchine non convenzionali.
L'introduzione di nuove macchine o di dispositivi tendenti
ad aumentare le prestazioni di quelle tradizionali implica
un rilevante aumento potenziale di produttività, con il salto
addirittura di diversi "passaggi" di lavorazione e si accom
pagna ad una diversificazione delle fibre utilizzate,dalle
naturali alle artificiali e successivamente a quelle sinteti
che, con processi di mischia sempre più complessi. Pertan
to la quasi totalità delle nuove macchine è progettata a mi
sura delle fibre sintetiche.
Il processo innovativo, accentuatosi negli anni più recent~
ha riguardato negli anni '50 prevale n teme n te i l macchinario
di preparazione, negli anni '60 le macchine da tessitura me~
tre negli anni '70 si è delineala decisamente l'evoluzione
nel campo della filatura.
In tale comparto si prevede infatti una radicale trasformazi.2_
ne in tutta la tecnologia a monte e a valle, oltre che e so
prattutto nella filatura vera e propria,con il declino irre
versibile del filatoio ad anello e del banco a fusi a va nta_s:
gio di vari sistemi non convenzionali.
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Nell'ultimo quinquenniosono stati numerosi i tentativi di
realizzare macchine per filatura non convenzionali nella
ricerca di nuovi sistemi per costruire il filato, apparen,
do sempre più illcgica ed antieconomica la necessità di
portare in rotazione continua masse del peso di circa 1 kg.
(fusO+tubetto+filato già avvolto) con gli impliciti probl~
mi di ordine dinamico e produttivo, per avvolgere su un
rapporto pochi grammi di filato al minuto.
I tentativi che hanno condotto ad una prima affermazione di
tecniche nuove possono essere identificati in:
- filatoio open end o a turbina - filatoio elettrostatico - filatoio ad autotorsione - filatura senza torsione - procedimento Bobtex
filatura a "fili fasciati"
Esula dai limiti imposti a questa trattazione tma descrizio
ne dei principi e dei procedimenti propri di ciascun sistema.
In questa sede ci si deve limitare a riscontrare, tra i nuovi
sistemi, il predominio àell'open-end che trova una crescente
applicazione e si va imponendo quale nuova macchina ài fila
tura. Esperti del settore rilevano consistenti possibilità di
superamento dei problemi che si frappongono alla sua completa
affei'rnazione, vale a dire l 'universalizzazione del suo impie
go per tutti i tipi di fibre e tutti i tipi di lavorazione,
la concorrenza del filatoio tradizionale (o ring) sia sul pia
no dei prezzi che su quello della precisione nei rendimenti e
nella qualità del prodotto ottenuto, la necessità per tale
principio di presenza di personale assai qualificato non sem
pre disponibile, attualmente, nelle imprese tessili dei paesi
sottosviluppati che rappresentano in prospettiva la fascia
più consistente del mercato.
se il ring nel breve-medio periodo dispone ancora - grazie
anche ad innovazioni negli automatismi quali il dispositi
vo per la levata automatica o quello per il riattacco autg_
rnatico dei fili rotti - della possibilità di mantenere una
quota del mercato, è irreversibile ormai nel campo della fi
latura il processo dell'innovazione a rischio elevato.
I nuovi processi influiscono notevolmente sulle operazioni
del processo tessile di filatura: seguendo la nuova tecnolQ
gia le attuali operazioni di preparazione, sia: nel ciclo la
niero che in quello cotoniero, dovrebbero scendere da una
dozzina circa a cinque-sei con notevoli economie in investimeE_
ti, manodopera, spazio occupato, energia constunata. Inoltre
i passaggi essenziali potranno essere collegati a calcolatQ
ri o in un sistema di automatico di regolazione, controllo
ed eventuale correzione degli scostamenti dei rendimenti
standard prefissati.
Attualmente costruiscono filatoi non convenzionali le segueE_
ti case cost~1ttrici: Investa (Cecoslovacchia), SACM (Fran
cia), RIETER (Svizzera),PLATT (Gran Bretagna),schubert &
Salzer (Germania Federale), Krupp Spinnbau (Germania Fede
rale) ,Zinser (Germania Federale), Toyota (Giappone), Hovra
(Giappone), Duesberg-Bosson (Belgio).
In Italia produce filatoi open-end la Nuova San Giorgio,
inizialmente su l icen.za cecoslovacca mediante l'acquisto de l
le parti principali del macchinario ed il successivo montag
gio. Tale contratto, non molto vantaggioso in quanto non com
portava miglioramenti effettivi nel potenziale tecnologjco
d.~ll'irnpresa italiana, è stato in seguito rotto, e ora la
Nuova San Giorgio produce un fila taio di sua completa proge!
tazione.
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Ultimamente la Sant'Andrea Novara ha condotto tratta ti ve
con una casa costruttrice giapponese in merito all'acqui
sto di una licenza per un sistema di filatura non conven
zionale: mancano purtroppo conferme ufficiali e notizie
più dettagliate su tale iniziativa.
Nel campo della tessi tura il processo di innovaz:ione si
presenta ad un differente livello di maturità in quanto
più avanzata è la sostituzione dei telai a navetta con te
lai di diversa concezione.Quantunque non si sia affer
mata un'unica tecnica sostitutiva del telaio a navetta ma
coesistono diverse soluzioni,si può dire che attualmente
la scena è dominata d~i telai senza navetta o telai della
seconda generazione, quali quelli a pinze, a proiettili, a
fluidi.
I modelli più aggiornati di telai a navetta sono ancora co~
siderati discretam~nte competitivi per alcune lavorazioni,
specificamente in campo cotoniero, e per alcune gamme d'a~
ticoli: le installazioni di nuovi telai a navetta sono co
munque in declino, soprattutto nei paesi industrializzati
mentre si prefigura per i prossimi anni ,un analogo processo
di sostituzione - con l'apertur~ di un vastissimo mercato
nei paesi asiatici ove si trova quasi il 50% dei telai instal
lati su scala mondiale.
Si stanno inoltre preparando, con un 'intensa attività ài ri
cerca, macchine che rappresentano nuove soluzioni del pro
blema della. tessi tu.ra, più eleganti anche se più complesse:
si tratta dei cosiddetti telai della terza generazione quali
quello a pa.sso ondulante.
Le principali case costruttrici di tela.i senza navetta so
no le seguenti:
- SULZER (Svizzera) che domina il campo dei telai a proie.!, t ile;
- NISSAN (Giappone) per i telai a getto fluido;
- RUTI (svizzera), ed ENSHU (Giappone per i telai a getto d'aria,
RUTI (Svizzera) 1 SAURER (Svizzera),SACM (Francia),DORNIER (Germania Federale) per i telai a pinze, che rappresent~ no per ora il modello più diffuso.
Alcuni costruttori italiani operano nel campo dei sistemi
di tessi tura senza. navetta: Galileo, Gian i, Nuovo Pignone,
Somet, Texnovo, Gardella. Si deve ricordare che ritardi nel
l'allestimento delle nuove soluzioni possono compromettere
situazioni aziendali tradizionalmente consolidate : i casi
della Nebiolo(italiana)o della Leutz (tedesca) che hanno
abbandonato l'attività meccano-tessile negli ultimi anni,sQ
no altamente indicativi.
Se la presenza italiana nel campo della tessitura senza na-
vetta è limitata, del tutto assenti sono gli operatori na
zionali in lmo dei settori che manifesta una delle maggio
ri percentua.li di incremento nell'ambito tessile, vale a
dire la fabbricazione di manufatti a strutture piane e di
non-tessuti. Nessuna azienda meccano-tessile italiana pro
duce infatti, in particolare, fèltratrici ad aghi, telai
tufting o macchine per gli spon-bonded, tecniche che per
mettono la realizzazione di articoli quali i disposables
(cioè manufatti da gettare dopo l'uso ripetuto un numero
limitato di volte), o altri per l'arredamento e per
varie applicazioni tecniche.
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Nel comparto delle macchine per maglieria e calzetteria
l'elemento innovativo di ·fondo consiste nella sempre più
vasta applicazione dell'elettronica in operazioni quali
la formazione del diseg11o, la sua rilevazione automatica
o addirittura la trasformazione in impulsi elettrici, per
l'alimentazione della macchina, dei motivi disegnati con
una penna luminosa su uno schermo televisivo a colori.
Parallelamente a ciò si è indirizzati verso macchine a
sempre più elevata produttività, soprattutto per i telai
circolari doppio-yersey, con l'aumento della velocità o
perativa e del numero di cadute (o alimentatori) e per i
telai a inserzione frontale della trama che danno un pro
dotto molto simile ai tessuti tradizionali.
Le macchine citate, pur assai costose, appaiono relativa
mente a buon mercato se rapportate alla produzione atteni
bile: infatti l'investimento su macchinario necessario per
produrre un tessuto a maglieria di un determinato peso è un
terzo o un quarto dell'investimento in macchinario per rea
lizzare un tessuto in catena e trama ad esso comparabile,
sia in peso che in superficie.
In questo campo la Germania Federale ha praticamente il mo
nopolio produttivo.
Nel campo delle macchine per calze e calzemaglie si è re
gistrato nell'ultimo ventennio lm boom vertiginoso, con un
affermarsi progressivo della produzione italiana che ha
raggiunto negli anni a cavallo del 1970 un predominio assQ
luto, tant~è che è di provenienza italiana oltre la metà
delle macchine per calze installate negli Stati Uniti.
Il frenetico incremento della potenzialità produttiva,
esasperato dall'elemento."moda"- ad es. la rninigomma
pretendeva calzamaglie perfette e senza cenni di smagli~
ture· - portò ad una superproduzione oggi amaramente scon
tata specialmente dagli ultimi arrivati,attratti dal mi
raggio di facili guadagni.
L'eccesso d~ potenzialità si è tramutato in vera e propria
crisi con la sostituzione del pantalone alla minigonna e
della conseguente drastica contrazione della domanda di
calze e collants.
Anche se con la presentazione di nuovi modelli si potrà s~
perare il momento attuale, la ripresa non riuscirà certa
mente a rinnovare i successi degli anni d'oro.
Nelle fasi finali del processo tessile,cioè tintoria, stam
pa e rifinizione, si pre·sentono interessanti innovazioni,
anche se con un processo più lento, sia perchè finora al
finissaggio è stata attribuita un'importanza minore nell'a~
bito dell'industria meccano-tessile che ha privilegiato le
prime fasi del ciclo, sia per la minor presenza in tale com
parto di aziend'e di grandi dimensioni in grado di sviluppa
re la ricerca per maggiori disponibilità tecniche ed econo
miche.
Le principali rnodificazioni riguardano comu..Ylque la tintura
in continuo con solvente, che permette l'eliminazione del
l'acqua, la tintura in pezza a jet, la stampa con cilindri
speciali, la stampa transfer, nuovi procedimenti per cande~
gio, lavaggio, stabilizzazione e cimatura.
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I fenomeni più interessanti - a parte le innovazioni spe
cifiche - riguardano il sempre più intenso ricorso nelle
fasi tessili citate ad apparecchiature di ricettazione,
programmazione e controllo elettronici, nonostante le esi
tazioni da parte degli imprenditori tessili,dovute princi
palmente al fattore costo e ad una diffidenza nei confron
ti di provedimenti talora considerati "avveniristici".
Le nuove tecnologie sono strettamente connesse a due impoE
tanti fenomeniche stanno trasformando nell'industria tessile il
comparto del finissaggio in genere (in modo più marcato per
ora per la rifinizione) e cioè la "orizzontalizzazione" di
queste fasi del ciclo con scorporamentodi tali reparti da
parte di imprese integrate e la specializzazionecrescente
dell'industria europea come "converter" di tessuti o filati
grezzi importati.
Le nuove macchine e le nuove tecniche, per essere economi
camente applicabili ~resuppongono grandi produzioni e una
certa costanza. di alimentazione di materiale cioè economie
di scala. Ciò è praticamente impossibile da ottenere in un
lanificio o cotonificio tradizionali in cui tali reparti
sono considerati accessori ed in cui la produzione è nece~
sariamente limitata dalla potenzialità della tessitura, e
soggetta alle forti variazioni stagionali.
Inoltre queste fasi permettono di differenziare un semilavo
rato greggio con grande varietà e rapidità, ma richiedono
alta preparazione tecnica e apparecchiature sofisticate: di
conseguenza numerosi gruppi tessili europei ed italiani in
particolare stanno incrementando i settori relativi alle
nobilitazioni dei tessuti nei quali vi è una somma di
tecnica, gusto e creatività, lasciando ai paesi emerge~
ti la produzione dei semilavorati grezzi e perciò anoni
mi che da noi verranno fortemente valorizzati e "perso
nalizzati".
In questo vasto settore i costruttori sono entrati con
qualche ritardo rispetto ad alcuni importanti concorren
ti stranieri, specialmente tedeschi, svizzeri e giappon~
si ma negli anni recentissimi hanno recuperato gran parte
del terreno perduto ed ora sono presenti in misura crescen
te anche sui me rea ti esteri.
Ad una posizione italiana solida ed altamente qualificata
nel campo dei macchinari non corrisponde purtroppo una ugu~
le presenza nel campo delle apparecchiature di strumentaziQ
ne e controllo elettroniche. In tale settore ad altissima tes_
nologia i costruttori italiani sono quasi totalmente assen
ti, il che lascia adito a preoccupazioni in relazione al
processo di più intensa automa tizzaziorle, con li-:,-ellì di
precisione sempre più affinati, in queste fasi del ciclo
tessile.
A conclusione della panoramica sui processi tecnologici in
atto ed in fieri occorre effettuare una considerazione di
carattere ge~erale: l'innovazione, oggi, nel settore mecca
no-tessile, come in molti altri settori, è il frutto di
con.tin,-li sforzi di ricerca e di cospicui investimenti, pos
sibili solo ad aziende di grandi dimensioni o a gruppi so
vranazionali.
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Ne è prova l'accordo di collaborazione per ricerche in co
mu~e sul filatoio open-end tra la Schubert e Salzer tede
sca, la Platt britannica e la Rieter svizzera: oggi la
progettazione, gli studi ed i prototipi richiedono tali in
vestimenti di ricerca che le tre importanti aziende hanno
ritenuto conveniente associarsi per unire sforzi ed espe
rienze anzichè procedere ciascuna separatarnente.
Nel settore meccano-tessile è passato il tempo della inno
vazione sporadica, frutto dell'idea geniale dell'industria
le brillante e si è arrivati ad una realtà in cui la ricer
ca richiede un'accurata programmazione tecnica e finanzia
ria, in una prospettiva di rapporti maggiormente coordina
ti con gli utilizzatori ed i produttori di materia prima
tessile.
In Italia ci si trova tuttora in una fase pionieristica: la
frammentazione dal tessuto produttivo con la prevalenza di
aziende economicamente e tecnicamente sottodimensionate non
permette un adeguamento degli sforzi e la costituzione de
gli ingenti budgets necessari per la ricerca.
Ne deriva un pericolo consistente di ampliamento del diva
rio nei confronti degli altri paesi in tema di innovazio
ne tecnologica.
10. Studio econometrico della concentrazione nel settore delle
macchine per l'industria tessile
10.·1. Premessa
La misura della concentrazione esistente nei settori presi
in esame nel programma di studi CEE si fonda su ài un dupli
ce approccio.
ln prima istanza si analizzano i livelli di concentraziOne
relativi al complesso del settore considerato tramite coef
ficienti di concentrazione relativa e di disuguaglianza nella
distribuzione, quali il Coefficiente di Variazione, l'indice
di Gini, l'indice Herfindahl-Hirschman e quello di Entropia.
In secondo luogo, applicando il sistema di indici di equili
brio"oligopolistico di Linda ad un campione costituito dal
le principali imprese e/o unità di attività economica, si ot
tiene il duplice risultato di quantificar€ i rapporti di con
centrazione ovvero le quote spettanti alle maggiori imprese
sul complesso del settore e di valutare le disuguaglianze e
le posizioni di forza relative all'interno del campio~e stes
so. L'elemento base di composizione del campione è general
mente l'impresa; quando però sl riscontrano casi di produzio
ne congi~~ta si considera come unità di rilevazione l'Unità
di Attività Economica, definita come un'unità operativa, an
che composta da più unità locali, che concorre all'esercizio
di attività produttiva nel settore oggetto di indagine. Que
sto artificio si rivela particolarmente opportuno per settori,
quali il meccano-tessile, in cui una consistente quota della
produzione è effettuata da imprese la cui prevalente attivi
tà è tuttavia un'altra.
Si definiscono pertanto due campioni: quello "U.A.E." trami
te il quale, anche per questioni di omogeneità con le serie
storiche relative al complesso del settore, si analizza la
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concentrazione per le variabili fatturato addetti e massa
salariale e quello imprese - che include solo le imprese per
le quali l'attività svolta nel setto1~ in questione incide
per più del 50% sul fatturato totale,- che consente la misu
ra della concentrazione per le variabili capitali propri, u
tj.le netto, cash-flow ed investimenti lordi.
Seguirà pertanto questo indirizzo l'analisi della concentra
zione nell'industria meccano-tessile, con il ricorso ad un
doppio campione: a livello di imprese saranno considerate le
prime 26 aziende in graduatoria di fatturato (27 nel 1972 e
28 nel 1973 per nuovi ingressi), a livello di U.A.E. si in
cluderanno le prime 32 unità sempre in graduatoria di fattu
rato (31 nel 1971 e 1972 per la cessazione dell'attività del
la divisione meccano-tessile di un gruppo industriale diver
sificato, 32 nel 1973 per un nuovo ingresso) (cfr. tav. 1).
Il campione delle U.A.E. ci pare più correttamente utilizza
bile per l'esame relativo alle variabili fatturato addetti
e massa salariale, mentre per le variabili di bilancio non
vi è alternativa all'utilizzo del campione delle imprese.
1 O. 2. Coef fie ien ti di conce n trazio:ne (cfr. tav. 2)
Tra il 1968 ed il 1973 tutti i coefficienti presentano una
tendenza a crescere, segna~ando pertanto la crescente disu
guaglianza nei pesi relativi tra le imprese maggiori e quel
le minori, per quanto riguarda le variabili fatturato e mas
sa salariale lorda.
L'andamento di medio periodo deriva peraltro da una progres
sione costante negli anni per la massa salariale, mentre per
il fatturato si rileva un primo innalzamento dei coefficien
ti nel 1969, una diminuzione nel 1970, un rilancio nel 1971
ed una marcata crescita nel 1972 proseguita nel 1973.
Per quanto riguarda invece la variabile addetti,si riscontra
una sostanziale stabilità, manifestandosi una variazione ne
gativa degna di nota soltanto nel coefficiente Herfindah~
Hirschrnan, quello cioè che, per effetto del sistema di pon
derazione impiegato, attribuisce w1 peso più che proporzio
nale alle imprese di maggiori dimensioni.
In base a queste osservazioni si può affermare che si è ve
rificato nel periodo 1968-1972 un rafforzamento della posi
zione sul mercato dei maggiori operatori, favoriti dalla su
periore capacità di tenuta nei momenti congiunturali negati
vi, quando i minori vedono nettamente ridimensionata la loro
importanza.
All'espansione in termini di fatturato delle unità di dimen
sioni più consistenti non corrisponde un equivalente amplia
mento della base occupazionale:si riscontra anzi un'attenua
zione del divario in termini di dimensioni occupazionali tra
l'universo delle u!lità del settore ed il gruppo delle più
grandi.
La crescente concentrazione presso queste ultime della massa
salariale erogata nel complesso, introduce un elemento deter
minante ai fini di un'interpretazione globale della evoluzione
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settoriale. Si può infatti avanzare l'ipotesi che il tipc
di sviluppo attuato dai gruppi più forti, che ha privilegia
to un indirizzo sempre più.capital-intensive, come risulta
dal confronto tra l'incremento in termini di fatturato e la
relativa stasi in termini occupazionali, sia largamente ri
conducibile ad una risposta ai più elevati e crescenti costi
unitari del lavoro che tali gruppi devono corrispondere.
Sembra pertanto delinearsi una divaricazione all'interno del
l'industria delle macchine tessili tra un gruppo di imprese
orientate verso produzioni sempre più tecnologicamente com
plesse,realizzate con una organizzazione del lavoro a cre
scente intensità di capitale per recuperare sul piano della
prod11ttività il più elevato livello unitario delle retribu
zioni, da un lato, e la massa delle imprese minori la cui
possibilità di operare su un mercato meno rernunerativo e me
no promettente in prospettiva è strettamente connessa ai più
contenuti livelli di remunerazione del lavoro impiegato.
Si può inoltre ritenere che proprio su questa possibilità si
fondino quei fenomeni di àecentramento in base a cui le uni
tà minori vengono funzionalizzate alle esigenze delle maggio
ri sia come produttrici di parti ed accessori che come volani
di elasticità produttiva nelle fasi alte~ne dell'andamento
congiunturale.
10.3. I raoporti di concentrazione
Il campione base di calcolo per gli indici di Linda, costi
tuito dalle prime 32 (31 nel 1971 e nel 1972) unità di atti
vità economica. operanti in Italia nel settore delle macchine
per l'industria tessile presenta, sul totale del settore,
una incidenza crescente dal 1968 al 1973 (cfr. tav. 1 ).
Notiamo infatti come esso detenga nel 1973 ben il 68,2% del
fatturato, contro il 55,3% del 1968. Le corrispondenti per
centuali riferite agli addetti (59,4% nel 1973 contro il 57%
del 1968) ed alla massa salariale (75,1% nel 1973 contro
64,2% nel 1968) denotano una minore e più stabile concent~a
zione del fattore lavoro ed una maggior€ per l'ammontare del
le retribuzioni erogate.
Questa situazione, che conferma le osservazioni derivanti
dall'esame dei coefficienti di concentrazione, dipende, ovvia
mente dalla differente dinamica fatta registrare dalle va
riabili nel campione e nel settore (cfr. tav. 3 ).
Mentre infatti nel complesso dell'industria il fatturato cre
sce, dal 1968 al 1973,del 17%, il campione segna una espan
sione del fatturato stesso pari al 45/~: è da sottolineare i
noltre che le unità non comprese nel campione non solo vedo
no diminuire la loro incidenza percentuale ma subiscono an
che una contrazione in valori assoluti per quanto concerne
il giro d'affari.
Per quanto riguarda l'andamento occupazionale non emerge al
tro da segnalare se non la irrilevante dinamica registra
ta a tutti i livelli: i.l fattore lavoro è comunque impiegato
a costi unitari fortemente crescenti, in misura particola.re
per il:campione, permanendo,tuttavia, elevato il divario as
soluto :tra le retribuzioni unitarie erogate dalle maggiori
unità e quelle erogate dalle minori.
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Se si riferiscono le modalità della dinamica salariale e la
stabilità della stvuttura occupazionale al mutamento inter
corrente nella variabile fatturato, soprattutto al decremen
to assoluto della cifra d'affari realizzato dalle unità. mino
ri, si può avere una conferma, seppur indiziaria, di quel
processo di decentramento già sottolineato nel precedente pa
ragrafo.
Limitando, ora, l'indagine al campione delle unità principali
dobbiamo notare che il peso crescente da esso ricoperto per
il fatturato è frutto di una dinamica che ha interessato con
differente intensità le varie unità considerate (cfr. tav. 4 ) •
Il gruppo delle prime quattro unità aggim1ge alla propria quo
ta di mercato un ulteriore 7% (pari all'1 ,75% per unità) men
tre i gruppi successivi, pur aumentando le quote ad essi spet
tanti,non mostrano risultati espansivi particolarmente soste
nuti. Specialmente contenuto è lo sviluppo del gruppo di uni
tà comprese tra il 5° e 1 1 8° posto, il cui incremento è del
tutto irrisorio.
La quota di fatturato realizzato dalle prime quattro unità pas
sa pertanto dal 14,0% del 1968 al 21% del 1973.
Al contempo la concentrazione relativa agli occupati diminui
sce, passando l'incidenza delle prime quattro unità nella gra
duatoria degli addetti dal 20,5% nel 1968 al 17,7% nel 1973,
mentre aumenta quella relativa alla massa salariale che è con
centrata presso le prime quattro unità per il 25,3% nel 1973
contro il 22,3% del 1968 (cfr. tav. 5,6,7).
Va infine rilevato come l'andamento dei rapporti di concentra
zione per la variabile addetti confermi le ipotesi formulate
in base all'osservazione del coefficiente Herfindahl-Hirschman
conce~nenti l'attenuarsi della concentrazione per tale voce
soprattutto presso le unità più rilevanti in assoluto: notia
mo infatti come nel periodo considerato il g~~ppo delle prime
venti unità diminuisca la propria incidenza occupazionale
sul complesso del settore, derivando l'aumento di peso del
campione dalla dinamica delle forze di lavoro presso l'ulti
mo scaglione del campione stesso.
10.4. Analisi degli indici di Linda
Dall'esame dei valori degli indici di Linda, calcolati per
le diverse ipotesi di n (cfr. tav. 5,6,7 ) e dei relati
vi grafici(cfr. allegato),si rileva innanzitutto come non
sia possibile determinare rigorosamente l'arena oligopolisti
ca relativamente alle variabili fatturato, addetti e massa
salariale. Il minimo della funzione si ha. infatti per valori
di n molto prossimi al numero totale delle ·unità co~ponenti
il campione •
I livelli assoluti dell'indice Linda, che sintetizza i ·rap
porti di forza e gli squilibri esistenti all'interno del
campione, assumono valori contenuti anche se crescenti nel
tempo, indicando un grado di concentrazione non accentuato
ma in progressiva espansione, per le variabili fatturato e
massa salariale.
Per la variabile addetti si ha, al contrario una diminuzione
della concentrazione, indicata dalla flessione dei valori
degli indici di Linda ad essa relativi.
Un confronto sintetico dell'andamento delle tre variabili è
realizzabile attraverso l'esame delle curve di statica com
parata, in cui si rj_portano, per i vari anni, i valori di
L e di 1 5 corrispondenti all'ipotesi dell'arena oligopo-
listica. Si rileva una tendenza verso -valori assoluti più
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moderati per gli addetti, più chiaramente definita per l'in-
dice L ; per la massa salariale si ha una sostanziale sta-
bilità per il valoré minimo dell'indice ed un rialzo per la
media Ls dei valori, segno di una concentrazione dipendente
dal peso delle unità maggiori; per il fatturato si ha una ten
denza a crescere per l'una e per l'altra curva, a testimoniare
la più diffusa progressione del grado di concentrazione.
Dall'esame dell'indice Ln* e della posizione di n ad esso re-h<
lativa emerge la posizione dominante detenuta per .le tre
variabili dalla prima unità del campione - che non necessaria
mente è la stessa negli anni o per ciascuna vàriabile - il
che segnala la presenza, nei vari anni e per le differenti
variabili, di singole unità con dimensioni marcatamente supe
riori alla media del campione. Questa superiorità tende ad ac
centuarsi per la massa salariale, è praticamente costante, con
fluttuazioni in anni particolari, per il fatturato, mentre de
cresce per gli addetti.
In conclusione si può affermare che l'esame degli indici di
equilibrio oligopolistico porti a risultati del tutto analoghi
a quelli rilevati tramite i coefficienti ed i rapporti di con
centrazione. Abbiamo infatti che:
* la massa salariale mostra i livelli assoluti di concentrazio
ne più elevati, crescenti nel tempo, con punte di rilievo ai
vertici della graduatoria delle unità considerate
* un intensificarsi della concentrazione si ha anche per il
fatturato, con un incremento spiccato ·nel primo scaglione
del campione, in cui peraltro la posizione dominante della
prima unità mostra un relativo affievolimento
*la variabile addetti, per la quale si registrano,all'inizio
del periodo considerato,livelli di concentrazione più eleva
ti di quelli del fatturato, segna una dinamica contraria, con.
una diminuzione dei disequilibri all'interno del campione.
L'elevato valore massimo dell'indice L segnala b~ttavia
il permanere di una unità .con dimensioni occupazionali no
tevolmente più consistenti della media
Per quanto riguarda le variabili di bilancio - capitali pro
pri, cash-flow, utile netto, in,estiment_~ - per le quali l 'e
laborazione è stata effettuata sulla base dei dati di impresa,
e quindi su un campione di dimensioni già in origine più li
mitate, è da sottolineare in primo luogo come le dimensioni
del campione stesso varino negli anni e per le differenti va
riabili in funzione del conseguimento di utili, del-la realiz
zazione di cash-flow, dell'effettuazione di investimenti da p~
te delle varie imprese: l'elaborazione CEE tiene infatti
conto soltanto dei valori positivi.
I,e variabili in esame presentano inoltre andamenti di non
semplice sistematicizzazione e quindi difficilmente interpre
tabili con w1a logica complessiva.
Notiam.o infatti (cfr. tav.a eg e grafici in allegato):
* un aumento della concentrazione per la variabile capitali
propri a partire dal 1970, e la presenza relativamente ad
essa di una cr~scente posizione dominante presso la prima
impresa-. Ne n tre però al 1 968 si poteva individuare un'arena
oligopolistica, raggiungendo l'indice L ,il valore mini
mo in corrispondenza della 13A delle 23 imprese, negli anni
successivi questa possibilità viene meno, tanto che nel 1973
il valore minimo si ha in corrispondenza dalla 22A su 25 im-
. prese
* per la variabile investimenti lordi si hanno valori sostenu
ti degli indici L nel 1968- quando il valore massimo è
superiore a 2- e nel 1973- quanto il valore massimo è su-
periore ad 1 • In questi due anni si verifica pertanto una
97
98
concentrazione degli investimenti presso una singola impre
sa che sopravanza nettamente le altl~ nel campo delle im
mobilizzazioni tecniche.
Negli altri anni i valori degli indici sono più contenuti,
e quindi l'attività di investimento più equilibratamente
diffusa anche se nel 1971 e nel 1972 si delinea-chiaramente
l'ipotesi di arena oligopolistica in corrispondenza, rispet
tivamente, della 6A e della 9A impresa
* per la variabile utile netto è prioritario osservare la fles
sione nella massa di profitti verificatasi negli anni più
recenti: fatti uguale a 100 i profitti realizzati nel 1968,
si ha infatti 92 nel 1969, 62 nel 1970, un minimo di 28 nel
1971 ed una ripresa nel 1972 con 55 e nel 1973 con 85.
Va inoltre aggiunto il fatto che solo una parte delle impre
se considerate riesce nei vari anni a conseguire risultati
positivi -15 su 23 nel 1968, 9 su 23 nel 1971, 12 su 25 nel
1973- per delineare un quadro di estrema pesantezza a que
sto proposito, a cui confrontare il livello di concentrazio
ne. Si ha, in sintesi, nel biennio 1968-1969 una certa uni
formità nelle quote di profitto ottenute,salvo che per una
singola impresa,con risultati molto più positivi delle altrè;
nel 1970 un sostanziale calo nella massa di profitti realiz
zato da un n~~ero più limitato di imprese con una concentra
zione di scarso rilievo; nel 1971 un vero proprio crollo del
la redditività delle imprese con una massa estremamente limi
tata di utile e ccn un'elevata concentrazione presso un •unica
impresa; nel 1972 una ripresa con 13 imprese con risultati
positivi ed una duplice cesura, con una valore minimo del-
l'indice L in corrisponàenza delle prime 2 imprese, piut-
tosto omogenee fra di loro, ed un secondo massimo in corri
spondenza delle prime quattro imprese a segnala~ un ulterio
re squilibrio; nel 1973, infine, continuando la ripresa, il
dato più significativo si riferisce nuovamente alla posi
zione dominante, e quindi al relativo maggior conseguimen
to di profitti, detenuto da un'unica impresa
*per la variabile cash-flow si ha, a partire dal 1969, un'at
tenuazione del disequilibrio tra le imprese considerate ver
so una successiva e costante omogeneità. Diminuisce comunque
il numero di imprese che presentano per questa variabile ri
sultati positivi, per l'influenza determinante, naturalmente,
dei saldi negativi di bilancio.
Si ricorda ancora che le elaborazioni condotte a livello di
impresa per le variabili fatturato,addetti e massa salariale
portano a risultati omogenei a quelli desunti dall'elaborazio
ne a livello di unità di Attività Economica per cui non rite
niamo opportuno soffermarci ulteriormente nella loro analisi.
99
A l l e g a t o
TAVOLE E GRAFICI
SERIE DELLE TAVOLE DI. CONCENTRAZIONE
( PROGRAMMl MECCANOGRAFICO DELLA COMMISSIONE)
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1968 1969 1970 1971 1973 Anni
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--... ... ~~',&:::, ••••• - •••••• •••••••• •••••••• •••••••••••• ............... . -------m
1969 1970 Anni
135
SERIE DELLE TAVOLE DI CONCmTRAZIONE
(PROGRAMMA MECCANOGRAFICO DELLA COMMISSIONE)
"TABLEAUX DE CONCENTRATION"'
137
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