STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

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Università degli Studi di Udine FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA Corso di Laurea in Infermieristica Tesi di Laurea STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE DEGLI OSPITI DELLE CASE DI RIPOSO: FREQUENZA, FATTORI DI RISCHIO ED EVITABILITÀ. Relatore: Laureanda: Prof.ssa Alvisa Palese Francesca Squecco __________________________________________ Anno Accademico 2011-2012

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Università degli Studi

di Udine

FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA

Corso di Laurea in Infermieristica

Tesi di Laurea

STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL

P.S. DA PARTE DEGLI OSPITI DELLE CASE DI

RIPOSO: FREQUENZA, FATTORI DI RISCHIO ED

EVITABILITÀ.

Relatore: Laureanda:

Prof.ssa Alvisa Palese

Francesca Squecco

__________________________________________

Anno Accademico 2011-2012

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INDICE

INTRODUZIONE 3

CAPITOLO 1 5

1.1 Anziani in Friuli Venezia Giulia 5

1.2 Accessi al P.S. 6

CAPITOLO 2 8

AREA PROBLEMATICA 8

2.1 Revisione della letteratura 8

2.2 Metodologia di ricerca 8

2.3 Risultati 9

2.3.1 Frequenza 9

2.3.2 Evitabilità degli accessi 9

2.3.3 Fattori determinanti gli accessi 13

CAPITOLO 3 15

LO STUDIO 15

3.1 Obiettivi 15

3.2 Materiali e metodi 15

3.2.1 Disegno di studio 15

3.2.2 Popolazione 15

3.2.3 Variabili 16

3.2.4 Modalità e metodi di raccolta dati 18

3.2.5 Strumenti 18

3.2.6 Analisi dei dati 18

3.2.7 Aspetti etici 18

CAPITOLO 4 19

RISULTATI 19

4.1 Setting 19

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4.2 Caratteristiche della popolazione 19

4.3 Fattori individuali associati all’esito 22

4.4 Fattori organizzativi associati all’esito 24

4.5 Motivo di accesso al P.S. 25

4.6 Problematiche dei pazienti all’arrivo 27

4.7 Permanenza in P.S. 30

4.8 Accessi multipli 32

CAPITOLO 5 34

DISCUSSIONE 34

5.1 Frequenza degli accessi 34

5.2 Fattori determinanti l’accesso in P.S. 34

5.2.1 Caratteristiche della popolazione 34

5.2.2 Setting di provenienza 36

5.2.3 Caratteristiche cliniche all’accesso 37

5.2.4 Consulenze 38

5.3 Esito 39

CAPITOLO 6 40

LIMITI, CONCLUSIONI E IMPLICAZIONI PER LA PRATICA CLINICA 40

6.1 Limiti dello studio 40

6.2 Conclusioni 41

6.3 Implicazioni per la pratica e per la ricerca 42

ALLEGATI 43

ALLEGATO I. Accesso al P.S. da parte degli ospiti delle Case di Riposo nel 2011:

scheda di raccolta dati 43

BIBLIOGRAFIA 44

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INTRODUZIONE

I cambiamenti demografici ed epidemiologici a livello nazionale, hanno coinvolto il

sistema sanitario in un riassetto organizzativo per rispondere alle diverse esigenze della

popolazione in termini di bisogni assistenziali e risorse richieste. Tra questi,

l’invecchiamento della popolazione determina malattie croniche e debilitanti, spesso

multiple. Tale presenza, mette a rischio l’autonomia e l’autosufficienza della persona

anziana che si trova nella condizione di richiedere assistenza, non unicamente nella fase

acuta di una patologia, ma in modo continuo, per sopperire all’impossibilità totale o

parziale di svolgere tutte le normali attività di vita quotidiana. La risposta a questo aiuto

viene data in grado sempre minore dalla famiglia, che, a causa dei cambiamenti nella

struttura sociale del paese, ricorre con maggiore frequenza all’istituzionalizzazione della

persona anziana.

Il numero sempre crescente di posti letto nelle strutture residenziali in Friuli Venezia

Giulia (FVG) e il progressivo aumento delle disabilità degli anziani che vi risiedono,

non può che ripercuotersi anche a livello dei servizi ospedalieri.

A livello internazionale, gli studi che analizzano i dati relativi agli accessi in Pronto

Soccorso (P.S.), riportano un utilizzo crescente del servizio da parte degli ospiti delle

Case di Riposo, spesso a causa di patologie potenzialmente prevenibili o gestibili in altri

setting.

In Italia, tuttavia, la realtà delle residenze per anziani, e in particolare il profilo dei

bisogni assistenziali degli utenti e il loro utilizzo delle risorse sanitarie, non è stata una

tematica approfondita negli anni.

Questo studio nasce pertanto dall’esigenza di conoscere la frequenza nell’uso del

servizio di P.S. da parte delle persone che vivono in strutture protette e di individuarne

le caratteristiche demografiche, il profilo di complessità clinica e le variabili

organizzative, al fine di fornire un’analisi della situazione attuale per evidenziare i

bisogni degli utenti e le criticità nella soddisfazione della domanda.

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Lo studio è stato condotto analizzando in modo retrospettivo, tutti gli utenti provenienti

da residenze assistenziali o sanitarie che, nell’anno 2011, avevano effettuato uno o più

accessi al P.S. di Udine.

L’elaborato si divide in sei capitoli: il primo capitolo offre una visione della realtà in

FVG per quanto concerne il fenomeno dell’invecchiamento e delle Case di Riposo.

Il secondo capitolo vuole riportare la rilevanza che il problema degli accessi in P.S. da

parte di questo gruppo di persone, riveste a livello internazionale. Molto spesso,

tuttavia, i risultati di questi studi non sono rapportabili alla realtà italiana, a causa delle

diverse organizzazioni sanitarie che influiscono negli esiti delle ricerche.

Nel terzo capitolo viene riportato il tipo di studio e i criteri adottati per condurlo.

Il quarto e quinto capitolo sono occupati dai risultati ottenuti e dalla discussione, a cui

segue l’ultimo capitolo in cui sono tratte le conclusioni a cui lo studio ha portato.

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CAPITOLO 1

1.1 Anziani in Friuli Venezia Giulia

Gli anziani con più di 65 anni sono circa il 23.9% della popolazione del Friuli Venezia

Giulia (FVG), in crescita dello 0.5% rispetto al 1 Gennaio 2011 (ISTAT, 2012).

Nonostante molti anziani siano autonomi, il progressivo invecchiamento della

popolazione è spesso associato ad un incremento delle condizioni di disabilità e non

autosufficienza. Infatti, circa il 42.6% della popolazione è affetto da almeno una

malattia cronica, e il 19% da due o più (ISTAT, 2012).

La coesistenza di comorbidità dovute soprattutto all’aumento di patologie croniche

come l’ipertensione arteriosa, l’artrosi, la broncopneumopatia cronico ostruttiva e il

diabete, si ripercuote sui bisogni principali dell’anziano aumentando la necessità di

assistenza continua che, tuttavia, difficilmente può essere garantita solo dalla rete di

supporto primaria e secondaria. Infatti, la rete familiare che un tempo garantiva il

supporto e la cura delle persone anziane, si trova ora in difficoltà a gestire e garantire

l’elevato carico di assistenza richiesto, considerando le modeste dimensioni delle

famiglie degli ultimi anni che costringe ad avvalersi di un numero sempre minore di

persone sulle quali appoggiarsi. (Costa, 2007)

Gli anziani, che a causa delle disabilità e dipendenza non possono vivere soli o non

trovano appoggio nella rete familiare o nelle strutture del territorio, hanno un aumentato

rischio di ospedalizzazione e di istituzionalizzazione in strutture residenziali assistite.

In FVG i posti letto disponibili nelle strutture assistenziali sono circa 10802 per un

totale di 193 Case di Riposo (DGR 1974/2010).

Il termine “Casa di Riposo” comprende una molteplice gamma di strutture che sono

regolate a livello regionale dalla L.R. n. 10/1998 e dalla L.R. n.19/2006; tali strutture

sono articolate in:

- residenza polifunzionale,

- residenza polifunzionale moduli fascia A,

- casa albergo,

- residenza protetta,

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- utenza diversificata,

- comunità alloggio.

1.2 Accessi al P.S.

A livello internazionale sono stati effettuati numerosi studi per gestire

l’inappropriatezza che caratterizza spesso gli accessi a questo servizio. In particolare il

tasso di utilizzo del P.S. da parte della popolazione anziana è in notevole aumento: gli

over 65 anni giungono in ambulanza molto frequentemente, effettuano un numero

crescente di indagini strumentali, hanno un rischio elevato di essere ricoverati in

ospedale. Da qui la considerazione duplice riguardante il notevole stress psico-fisico a

cui gli anziani sono sottoposti durante tutto il percorso fino al ricovero, e l’uso

inefficace delle risorse del P.S. che spesso è sovraffollato per problemi che avrebbero

potuto essere gestiti in un setting diverso (Aminzadeh et al., 2002).

In P.S. la valutazione della condizione clinica viene effettuata, da un infermiere

opportunamente formato, tramite una raccolta di informazioni durante il triage al fine di

assegnare un codice di priorità per l’accesso al servizio. Questo codice è articolato in

quattro categorie a cui corrispondono quattro colori:

codice rosso: molto critico, priorità massima pazienti con compromissione delle

funzioni vitali, accesso immediato alle cure;

codice giallo: mediamente critico, priorità intermedia;

codice verde: poco critico, priorità bassa, prestazioni differibili;

codice bianco: non critico, pazienti non urgenti;

codice nero: decessi.

A parità di età e condizione clinica, le persone che vivono in Casa di Riposo si trovano

in una condizione di ulteriore fragilità rispetto a coloro che vivono nel proprio domicilio

(Aminzadeh et al., 2002).

In Italia non ci sono studi riguardanti la frequenza degli accessi in P.S. da parte degli

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utenti istituzionalizzati e quindi non è possibile identificare a priori quali siano i fattori

che influenzano il loro accesso e su quali di essi un intervento nella struttura potrebbe

potenzialmente prevenirne l’accesso.

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CAPITOLO 2

AREA PROBLEMATICA

2.1. Revisione della letteratura

La necessità di valutare l’appropriatezza degli accessi al Pronto Soccorso (P.S.) da parte

degli ospiti afferenti dalle Case di Riposo è molto presente in letteratura.

L’esigenza di ricercare i principali motivi di accesso al P.S. da parte di questo gruppo di

persone nasce da diversi fattori: ciascun trasferimento può essere fonte di discomfort,

può comportare implicazioni fisiche e psichiche nelle persone durante il trasferimento in

ospedale che molto spesso è associato a riammissioni multiple da parte dello stesso

paziente. Inoltre, emergono anche fattori legati all’organizzazione sanitaria come

l’aumento del carico di lavoro per il personale del P.S. e la crescita dei costi sanitari

dovuti all’ospedalizzazione e alle procedure diagnostico-terapeutiche correlate.

Da qui l’esigenza di ricercare l’incidenza degli accessi degli ospiti delle Case di Riposo

e i motivi principali al fine riflettere sui fattori di evitabilità.

2.2 Metodologia di ricerca

E’stata condotta una ricerca della letteratura sul database MedLine combinando le

parole chiave: “nursing home”, “emergency department”, “admission”, “transfers”,

“avoidable hospitalizations”.

I quesiti di ricerca erano:

1) Quali sono i principali motivi di accesso al P.S. da parte degli ospiti delle Case

di Riposo?

2) Quali problemi potrebbero essere gestiti in un altro setting o prevenuti in Casa di

Riposo per evitare l’accesso al P.S.?

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2.3 Risultati

Sono emersi numerosi studi condotti prioritariamente negli Stati Uniti, Canada,

Norvegia e Australia.

Dall’analisi di alcuni di questi emerge la differenza di setting in cui sono stati condotti

per la diversa organizzazione sanitaria che in qualche modo influenza gli esiti e rende,

soprattutto, difficilmente trasferibili e comparabili i risultati.

Un unico è stato condotto in Italia con disegno di studio non randomizzato condotto nel

1996-1997 in cui Belelli e colleghi analizzano la presenza sulle 24 ore e la tipologia del

personale medico nelle case di riposo come variabile nella prevenzione di alcuni accessi

ospedalieri.

2.3.1 Frequenza

Dalla revisione sistematica della letteratura condotta da Arendts e Howard nel 2010

emerge che il numero di accessi al P.S. da parte degli ospiti delle case di riposo è

compreso tra 0.4-2.4% del totale degli accessi in area di emergenza. Inoltre si registrano

0.1-1.5 accessi in P.S. per ogni ospite residente in Casa di Riposo all’anno.

2.3.2 Evitabilità degli accessi

In letteratura sono stati condotti numerosi studi con lo scopo di quantificare la

proporzione di accessi in P.S. da parte degli ospiti delle case di riposo che sono

categorizzati come “inappropriati” o “potenzialmente evitabili”, individuando un range

da 1% in Australia (Finucane et al., 2000) a 7% in Canada (Bergman et al., 1991) a 36%

nel Regno Unito (Sutherland et al., 1999) e 48%-67% negli Stati Uniti (Kerr et al.,

1991, Ouslander et al., 2010).

Tuttavia, è stata utilizzata una definizione di “evitabilità” degli accessi molto diversa

che rende difficile un confronto tra i diversi studi.

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Arendts et al. (2010) identificano in uno studio retrospettivo australiano il numero di

casi e le risorse, intese come procedure invasive ricevute dai pazienti istituzionalizzati, e

assume quindi come criterio di evitabilità il tipo di procedura assistenziale ricevuta.

Emerge che più della metà degli interventi ricevuti in P.S. da parte di 4680 pazienti,

sono di tipo non invasivo come ad esempio consulenze riabilitative. Da qui la

considerazione che molto spesso queste procedure potrebbero essere condotte in regime

ambulatoriale o attraverso lo sviluppo di un modello di assistenza alternativo

all’ospedalizzazione che abbia parametri di efficacia clinica, buon controllo delle risorse

e accettabilità dei risultati per il paziente.

Uno studio retrospettivo inglese in cui Bowman et al. nel 2001 hanno arruolato 323

pazienti provenienti da diverse case di riposo, identifica le malattie croniche e le loro

complicanze tra le diagnosi di accesso più frequenti e inoltre, come la loro presenza in

un numero maggiore rispetto alle “nuove” diagnosi possa essere un criterio per definirle

come potenzialmente prevenibili in casa di riposo. In particolare, le infezioni e

l’insufficienza cardiaca scompensata potrebbero essere gestiti dal personale della

struttura attraverso una rilevazione precoce dei sintomi e un intervento tempestivo.

Gruneir et al. (2010) in uno studio di coorte retrospettivo svolto nel 2005 in Ontario

(Canada), analizza gli accessi al P.S. dalle Case di Riposo in 6 mesi. La peculiarità dello

studio è la classificazione della variabile “motivo di accesso al P.S.”: i ricercatori hanno

infatti stratificato gli accessi al P.S. in 3 categorie:

- potenzialmente prevenibili: visite che potevano essere prevenute se la condizione

clinica fosse stata adeguatamente gestita nella residenza.

- visite con un codice di triage (Canadian Triage and Acuity Scale) basso o non urgente:

in questa categoria sono incluse anche le dimissioni immediate.

- altre visite: non classificabili nelle precedenti due categorie.

La popolazione presa in esame era composta dai residenti nelle case di riposo nell’anno

2005 (N = 69,700).

Circa il 25% degli accessi sono stati classificati come potenzialmente prevenibili e il

10% come non urgenti. Un importante risultato è che tra i pazienti con accessi

potenzialmente prevenibili, il 36.9% era dimesso immediatamente dal P.S. mentre il

62% veniva ospedalizzato. Inoltre, all’arrivo in P.S. questi pazienti presentavano

sintomi clinicamente gravi, il che fa presumere che un trattamento preventivo in istituto

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avrebbe migliorato l’outcome. Tuttavia, gli autori sottolineano che l’organizzazione

dell’assistenza medica ed infermieristica e in particolare la presenza e il numero di

operatori nelle Case di Risposo canadesi, non permette l’implementazione di programmi

assistenziali per il controllo di patologie potenzialmente prevenibili; alcuni programmi,

come quello inerente la prevenzione delle polmoniti, si sono dimostrati utili nel ridurre

l’incidenza degli accessi al P.S. come evidenziato da un RCT (Loeb et al., 2006).

Le riammissioni multiple al P.S. censite nel corso del follow up riguardavano l’81%

delle ammissioni che erano state classificate dallo studio come potenzialmente

prevenibili e il 18% di quelle non urgenti.

Tabella 2.1 Motivi di accesso al P.S. (Gruneir et al., 2010)

TIPO DI VISITA %

POTENZIALMENTE PREVENIBILE

Polmonite 30.1

Infezioni delle vie urinarie 20.3

Scompenso cardiaco 15.9

BPCO 10.1

Disidratazione 7.5

Diabete Mellito 4.1

Gastroenteriti 3.0

Malattie della cute 2.7

Angina pectoris 1.7

Ipertensione 1.6

NON URGENTE

Esito post caduta 37.0

Esito non post- caduta 10.4

Malattie articolari 1.9

Malattie dei tessuti molli 1.9

Altre condizioni mediche 1.7

Dolore addominale e pelvico 1.2

Anemia 1.2

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ALTRE VISITE

Esiti post caduta 22.7

Cefalea 3.5

Altre malattie del sistema digerente 3.4

Difficoltà respiratoria 3.4

Dolore addominale e pelvico 3.1

Sintomi di declino cognitivo 2.6

Fatigue 2.2

Stroke 2.0

Anemia 1.8

In altri studi gli accessi sono stati definiti prevenibili in seguito al parere di un pool di

esperti che in base ad alcuni criteri precedentemente stabiliti definivano a posteriori

l’appropriatezza di un accesso (Saliba et al., 2000, Jensen et al., 2009, Ouslander et al.,

2010).

Ouslander et al. (2010), ad esempio, hanno condotto la fase preliminare di uno studio

supportato da Medicare e Medicaid in 15 mesi dal 2005 al 2006. Dopo la raccolta dei

Minimum Data Set degli ospiti delle case di riposo della Georgia (USA), hanno

sottoposto i dati a un pool di esperti (medici e infermieri) opportunamente formato, che

sulla base di uno strumento già testato (SIR, structured implicit review) ha evidenziato

l’evitabilità dell’ospedalizzazione.

Su 200 accessi al PS dalle case di riposo in Georgia (USA), si è riscontrato che il 67%

erano ammissioni evitabili per i motivi elencati in tabella 2.2.

Tabella 2.2 Motivi evitabili di accesso al P.S. (Ouslander et al., 2010)

CAUSE EVITABILI DI OSPEDALIZZAZIONE %

Malattie cardiovascolari (scompenso cardiaco, dolore toracico) 21

Malattie dell’apparato respiratorio (polmonite, bronchite) 20

Sintomi neurologici 12

Infezioni vie urinarie 11

Sepsi e febbre 8

Alterazioni cutanee (LDD e infezioni) 8

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Disidratazione e disturbi metabolici 7

Sintomi gastrointestinali (diarrea) 7

Dolore muscolo-scheletrico o caduta 3

Altri (es. effetti avversi da farmaci) 2

Uno degli indicatori per valutare l’appropriatezza degli accessi utilizzato negli studi

sopra citati e richiamato dalla revisione sistematica della letteratura condotta da Murray

e Laditka nel 2010, risulta basarsi sulle “ambulatory care-sensitive condition”, intese

come condizioni suscettibili di prevenzione, gestione e controllo in ambiente

ambulatoriale per le quali il ricorso al ricovero ospedaliero è potenzialmente evitabile.

2.3.3 Fattori determinanti gli accessi

Nella revisione sistematica della letteratura di Arendts e Howard (2010), sono stati

riportati alcuni fattori che spiegano la variabilità degli accessi in P.S. nei diversi studi:

emerge che il tipo di casa di riposo, lo status clinico e funzionale degli ospiti e il

numero di strutture per anziani presenti nel territorio incidono sull’attitudine delle case

di risposo ad accedere in P.S.

Una revisione sistematica della letteratura precedente, condotta da Castle e Mor nel

1996, che raggruppano studi effettuati dal 1980 al 1995, riporta risultati inconclusivi

riguardo all’obiettivo di determinare le variabili che predispongono ad un accesso in

P.S.

Godden e Pollock nel 2001 in uno studio retrospettivo hanno comparato il numero di

ammissioni da parte degli utenti afferenti dalle case di riposo in Inghilterra e da parte

degli anziani over 65 residenti a domicilio. Emerge che gli ospiti delle case di riposo

hanno un rischio di 1.39 volte maggiore di essere ammessi in area d’emergenza rispetto

al resto della popolazione over 65 anni; inoltre, rispetto a questi ultimi, vi è un rischio di

3.96 volte maggiore di accedere per fratture femorali, 2.68 per cadute accidentali e 1.88

per patologie a carico del sistema respiratorio. Infine, analizzando la diversa gestione da

parte dello staff infermieristico presente in casa di riposo, emerge che le strutture in cui

sono presenti più infermieri e in cui la qualità del caring è più elevata, registrano un

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numero di accessi in P.S. minore. Da qui gli autori hanno concordato con altri studi che

una migliore gestione da parte del personale medico e infermieristico di alcuni fattori di

rischio, ridurrebbe il numero di accessi per cause come le cadute o le infezioni

(Zimmerman et al., 2002).

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CAPITOLO 3

LO STUDIO

3.1 Obiettivi

Sulla base di quanto emerso nella revisione della letteratura preliminarmente effettuata,

il presente studio si pone i seguenti obiettivi:

1- Esplorare la frequenza degli accessi al Pronto Soccorso da parte degli ospiti

delle Case di Riposo.

2- Individuare le proporzioni di accessi che non esitano in ricoveri.

3- Descrivere i fattori determinanti gli accessi in P.S. da parte degli ospiti delle

Case di Riposo.

3.2 Materiali e metodi

3.2.1 Disegno di studio

E’ stato adottato un disegno di studio retrospettivo monocentrico che ha coinvolto gli

accessi al Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Santa Maria della

Misericordia” di Udine da parte di 40 strutture residenziali per anziani della provincia di

Udine.

3.2.2 Popolazione

Sono stati inclusi tutti gli utenti delle Case di Riposo che hanno realizzato uno o più

accessi al P.S. dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Santa Maria della Misericordia”

di Udine dal 1 Gennaio 2011 al 31 Dicembre 2011.

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Non sono stati applicati criteri di esclusione in quanto il campionamento ha incluso tutta

la popolazione residente in struttura residenziale afferente al P.S. nell’anno 2011.

3.2.3 Variabili

Le variabili di ricerca sono emerse dalla revisione della letteratura e sono state raccolte

in uno strumento di raccolta dati individuale per ogni ospite delle case di riposo

afferente in P.S.

Tabella 3.1 Variabili selezionate

CARATTERISTICHE DELLA POPOLAZIONE

Età Graverholt et al., 2011, Wang et al.,

2011, Arendts et al., 2010, Gruneir et

al., 2010, Jensen et al., 2009,

Zimmerman et al., 2002, Jones et al.,

1997.

Genere Graverholt et al., 2011, Wang et al.,

2011, Arendts et al., 2010, Gruneir et

al., 2010, Jensen et al., 2009,

Zimmerman et al., 2002, Jones et al.,

1997.

Comorbidità (presenti sì/no; numero) Grabowski et al., 2008.

Numero di ammissioni in P.S. nel 2011 Gruneir et al., 2010, Jones et al., 1997.

CARATTERISTICHE DEL SETTING DI PROVENIENZA

Casa di Riposo/RSA di provenienza

Distanza Casa di Riposo/RSA dal P.S.

Numero di posti letto della struttura DGR 1974/2010.

Tipo di gestione della struttura (privata,

privata sociale, pubblica)

DGR 1974/2010.

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CARATTERISTICHE DELL’ACCESSO IN P.S.

Motivo di accesso riferito (sintomi) Arendts et al., 2010, Ackermann et al.,

1998, Jones et al., 1997.

Codice di triage assegnato all’accesso

(nero, bianco, verde, giallo, rosso)

Arendts et al., 2010, Gruneir et al.,

2010, Jensen et al., 2009.

Timing d’accesso:

- mese,

- infrasettimanale/weekend,

- ora della giornata: mattina (8.00-

14.59), pomeriggio (15.00-20.59), notte

(21.00-7.59)

Wang et al., 2011, Arendts et al., 2010,

Gruneir et al., 2010, Jensen et al., 2009,

Godden et al., 2001, Jones et al., 1997.

VARIABILI CLINICHE

Diagnosi clinica di P.S. Graverholt et al., 2011, Kruger et al.,

2011, Wang et al., 2011, Arendts et al.,

2010, Gruneir et al., 2010, Ouslander et

al., 2010, Jensen et al., 2009, Godden et

al. 2001, Jones et al., 1997.

Esito:

- ammissione in ospedale (reparto di

destinazione),

- dimissione,

- trasferimento in altra struttura

ospedaliera,

- decesso.

Wang et al., 2011, Arendts et al., 2010,

Gruneir et al., 2010, Jensen et al., 2009,

Godden et al., 2001, Jones et al., 1997.

Timing di ammissione in

ospedale/dimissione/trasferimento/decesso

Tempo di permanenza in P.S./osservazione

in Medicina d’Urgenza

Arendts et al., 2010, Gruneir et al.,

2010.

Procedure diagnostico-terapeutiche e

assistenziali ricevute

Wang et al., 2011, Arendts et al., 2010,

Gruneir et al., 2010.

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3.2.4 Modalità e metodi di raccolta dati

Le fonti dei dati sono stati i verbali di P.S. dell’anno 2011 di ogni paziente proveniente

dalla Casa di Riposo. I dati sono stati raccolti a partire dal Database elaborato dal 118

dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Santa Maria della Misericordia” di Udine in

cui erano presenti i nominativi degli utenti provenienti dalla Casa di Riposo che

avevano effettuato una chiamata al servizio di emergenza nel 2011. Questi dati sono

stati inseriti nel sistema operativo P.S.-Net che ha permesso la consultazione dei verbali

di P.S. di ogni paziente.

3.2.5 Strumenti

E’ stata progettata una scheda di registrazione dei dati dei pazienti che riporta le

variabili selezionate (Allegato I).

3.2.6 Analisi dei dati

E’ stato utilizzato il software SPSS 18.00 versione Windows. Sono stati elaborati indici

di posizione centrale (IC 95%), frequenze e percentuali. Sono state pertanto ricercate

differenze tra gruppi utilizzando il Test χ2

, U - Mann Whitney e Anova in base alla

natura delle variabili. La significatività statistica è stata posta a valori di p<0,05.

3.2.7 Aspetti etici

E’stato acquisito il consenso per l’accesso ai dati sensibili che sono stati utilizzati

esclusivamente ai fini dello studio.

Le schede individuali riportanti i dati dei pazienti, compilate durante la consultazione

dei verbali del P.S., non consentono l’individuazione dei soggetti coinvolti.

Page 20: STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

19

CAPITOLO 4

RISULTATI

4.1 Setting

Gli utenti che hanno effettuato l’accesso al P.S. provenivano da 40 Case di Riposo –

RSA: tra queste alcune (5) hanno registrato solo un accesso mentre altre hanno

realizzato fino a 175 accessi per anno.

Per ciascuna di queste strutture è stata calcolata la distanza dal P.S. dell’Azienda

Ospedaliero-Universitaria “Santa Maria della Misericordia” di Udine. La distanza

media dall’Ospedale era di 11.23 km (IC 95% 10.7-11.7). La più distante struttura

residenziale era situata a 57 km mentre quelle più vicine a 1-2 km dall’Ospedale.

Complessivamente, le Case di Riposo avevano una media di 144.9 posti letto (IC 95%

138-152). Tuttavia, il 25% aveva fino a 60 posti letto, il 50% fino a 99 posti letto e il

75% fino a 158 posti letto.

Analizzando l’elenco aggiornato delle strutture per anziani autorizzate al funzionamento

dalla delibera della Giunta regionale n.1974 del 2010, delle 40 strutture analizzate, 12

(30%) erano private, 8 (20%) private sociali mentre le restanti 20 (50%) pubbliche

(strutture comunali o Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona).

4.2 Caratteristiche della popolazione

Dal 1 Gennaio 2011 al 31 Dicembre 2011 sono stati registrati 1347 accessi al Pronto

Soccorso dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Santa Maria della Misericordia” di

Udine da parte degli utenti residenti in Casa di Riposo (2.74 accessi ogni 1000

giornate/paziente; IC 95% 2.59-2.88).

Stimando l’occupazione dei posti letto disponibili nelle Case di Riposo come completa,

la prevalenza di invio per ciascuna struttura registra un’importante variabilità: da un

Page 21: STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

20

accesso annuo sul totale dei pazienti presenti (2 Case di Riposo), a una quantità di

accessi superiore al numero di pazienti residenti nella struttura (da 103.16% a 128%).

Mediamente si registra una prevalenza di accessi di 46.2% pazienti sul totale dei posti

letto disponibili (IC 95% 33.64-58.88). Va tuttavia segnalato che la variabilità osservata

tra le strutture residenziali è statisticamente significativa (t 7.428; df 37; p = 0.000).

Complessivamente i pazienti avevano un’età media di 83.5 anni (35-102; IC 95%

83.03-84.10).

Il 31.5% (424) erano maschi mentre il 68.5% (923) femmine. Confrontando l’età

emerge che mentre i maschi avevano un’età media di 79.11 (ds 11.8) le donne avevano

un’età media di 85.6 (ds 8.9). Tale differenza è statisticamente significativa (p = 0.000).

I pazienti soffrivano mediamente di almeno due comorbidità (IC 95% 2.02-2.20).

L’arrivo in P.S. avviene prevalentemente nelle giornate infrasettimanali (930; 69%) ma

una quota consistente si registra anche nel fine settimana (417; 31%). Pertanto, è

possibile stimare che sull’anno solare composto da 260 giorni infrasettimanali e 105

festivi, l’incidenza infrasettimanale è 3.58 pazienti/die, mentre nel weekend è 3.97

pazienti/die.

Osservando la fascia oraria, la media di arrivo è alle ore 13.52 (mediana 14, moda 11).

Tuttavia il 25.6% (345) arrivano di notte, il 41.3% (556) di mattina e il 33.1% (446) di

pomeriggio.

Valutando l’occorrenza degli accessi stratificati per giornate infrasettimanali e festive,

non emergono differenze statisticamente significative (notte vs mattina vs pomeriggio)

(χ2 3.080; p = 0.214).

Infine, osservando la distribuzione per mese, in alcuni periodi dell’anno l’accesso è più

frequente [Ottobre (134; 9.9%), Luglio e Dicembre (127; 9.4%), Marzo (125;9.3)]; i

mesi nei quali si sono registrati meno sono Agosto (92; 6.1%) e Settembre (98; 7.3%).

I pazienti arrivano prevalentemente in codice giallo o verde (rispettivamente 571;

42.4% e 561; 41.6%). Va segnalato che 4 ospiti giungono in “codice nero”, ovvero

deceduti, e 16 in codice bianco.

Complessivamente 775 pazienti (56.1%) sono stati ricoverati in ospedale; 550 (40.8%)

sono stati dimessi; 14 (1%) sono deceduti e 28 (2.1%) sono stati ricoverati in altro

contesto ospedaliero.

Page 22: STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

21

Tabella 4.1 Caratteristiche principali degli ospiti all’accesso (N = 1347)

Variabili Frequenza (%) Media (IC 95%)

Età (anni) 83.5 (83.0-84.10)

Genere

- maschile

- femminile

424 (31.5)

923 (68.5)

Casa di Riposo di provenienza:

- Utenti medi inviati

- Case di Riposo per n°

invii/anno:

>100

51< >100

25< >50

<24

21.3 (ds 12.8)

3 (7.5)

7 (17.5)

9 (22.5)

21 (52.5)

Comorbidità 2.11 (2.02-2.20)

Mese

- Gennaio

- Febbraio

- Marzo

- Aprile

- Maggio

- Giugno

- Luglio

- Agosto

- Settembre

- Ottobre

- Novembre

- Dicembre

116 (8.6)

100 (7.4)

125 (9.3)

104 (7.7)

114 (8.5)

109 (8.1)

127 (9.4)

92 (6.8)

98 (7.3)

134 (9.9)

101 (7.5)

127 (9.4)

Infrasettimanale 930 (69)

Weekend 417 (31)

Page 23: STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

22

Ora di accesso (h)

- mattina (8.00-14.59)

- pomeriggio (15.00-20.59)

- notte (21.00-7.59)

13.52 (ds 5.7)

556 (41.3)

446 (33.1)

345 (25.6)

Codice triage:

- rosso

- giallo

- verde

- bianco

- nero

195 (14.5)

571 (42.4)

561 (41.6)

16 (1.2)

4 (0.3)

Esito:

- ammissione

- trasferimento

- dimissione

- decesso

755 (56.1)

28 (2.1)

550 (40.8)

14 (1.0)

4.3 Fattori individuali associati all’esito

Stratificando l’esito per età dei pazienti, non emergono differenze statisticamente

significative tra i diversi gruppi di pazienti ammessi, trasferiti, dimessi o deceduti.

Inoltre, stratificando per genere, non emerge alcuna differenza statisticamente

significativa nell’esito.

I pazienti che hanno un maggior numero di comorbidità, hanno una probabilità

maggiore di essere ammessi, mentre coloro che hanno un numero di comorbidità minore

hanno una probabilità maggiore di essere dimessi (p-value = 0.00).

Non emerge alcuna differenza statisticamente significativa nell’esito osservato per mese

di ammissione dei pazienti (χ2 40.818; p-value = 0.165); nella pratica significa che i

pazienti ammessi vanno da 49 (53.3%) a 81 (64.8%) al mese, mentre i dimessi vanno da

40 (35.1%) a 64 (50.4%) al mese.

L’esito degli ospiti ammessi infrasettimanalmente rispetto a quelli ammessi nel

weekend, non riporta differenze statisticamente significative.

Page 24: STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

23

Osservando il periodo della giornata (mattina vs pomeriggio vs notte) di accesso in P.S.,

anche in questo caso, non emerge alcuna differenza statisticamente significativa negli

esiti anche se un’eccedenza di dimissioni è osservata nel gruppo degli ospiti che

raggiungono il P.S. nel pomeriggio.

Osservando, infine, la distribuzione degli esiti per case di riposo, emerge una

distribuzione statisticamente diversa degli esiti (χ2 255.088; p-value = 0.00).

Tabella 4.2 Esiti stratificati per variabile di accesso

Variabili Ammissione

(n = 755)

(%)

Trasferimento

(n = 28)

(%)

Dimissione

(n = 550)

(%)

Decesso

(n = 14)

(%)

p-value

Età 84.1

(ds 9.4)

85.1

(ds 9.7)

82.7

(ds 1.5)

84.2

(ds 9.6)

F 2.348

p = 0.07

Genere

- femminile

- maschile

χ

2 1.188

p = 0.75 525 (56.9) 20 (2.2) 368 (39.9) 10 (1.1)

230 (54.2) 8 (1.9) 182 (42.9) 4 (0.9)

Comorbidità 2.33 (1.83) 2.29 (1.01) 1.81 (1.21) 1.43

(1.6)

F 12.159

p = 0.00

Infrasettimana 520 (55.9) 17 (1.8) 381 (41) 12 (1.3) χ2

2.753

p = 0.43 Weekend 235 (56.4) 11 (2.6) 169 (40.5) 2 (0.5)

Turno di

accesso

- notte

- mattina

- pomeriggio

χ2 5.310

p = 0.505 207 (60) 6 (1.7) 128 (37.1) 4 (1.2)

300 (54) 10 (1.8) 239 (43) 7 (1.3)

248 (55.6) 12 (2.7) 183 (41.0) 3 (0.7)

Codice triage

- rosso

- giallo

- verde

- bianco

- nero

χ2

624.700

p = 0.00

166 (85.1) 2 (1) 18 (9.2) 9 (4.6)

378 (66.2) 15 (2.6) 177 (31) 1 (0.2)

210 (37.4) 11 (2) 340 (60.6) 0-

1 (6.3) 0- 15 (93.8) 0-

0- 0- 0- 4 (100)

Page 25: STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

24

4.4 Fattori organizzativi associati all’esito

Stratificando l’esito per le caratteristiche delle Case di Riposo invianti, non emerge

alcuna differenza statisticamente significativa nella distribuzione tra istituzioni con

mission privata, pubblica o privata sociale. Osservando, invece, la distanza media in

kilometri tra struttura residenziale e P.S. per ciascun esito, emergono differenze

statisticamente significative riportate nella tabella 4.3.

Confrontando, infine, gli esiti per la complessità della struttura misurata, assunta come

numerosità dei posti letto disponibili, non emergono differenze statisticamente

significative.

Tabella 4.3 Esiti stratificati per variabili organizzative

Variabili Ammissione

(n = 755)

(%)

Trasferimento

(n = 28)

(%)

Dimissione

(n = 550)

(%)

Decesso

(n = 14)

(%)

p-value

Tipo di

struttura:

- privata

- privata

sociale

- pubblica

χ2 10.624

p = 0.101

359 (55%) 17 (2.6%) 271 (41.5%) 6 (0.9%)

36 (49.3%) 4 (5.5%) 33 (45.2%) 0-

360 (58%)

7 (1.1%)

246 (39.6%)

8 (1.3%)

Distanza in

km P.S. -

struttura

11.86

(IC 95%:

11.19-12.53)

13.65

(IC 95%:

10.74-16.56)

10.19

(IC 95%:

9.4-10.9)

13.4

(IC 95%:

8.9-18.02)

F 4.510

p = 0.004

Posti letto 146

(IC 95%:

136.8-155.2)

93

(IC 95%:

72.5-113.6)

146.9

(IC 95%:

136.0-

157.8)

111.8

(IC 95%:

50.9-172.7)

F 1.934

p = 0.132

Page 26: STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

25

4.5 Motivo di accesso al P.S.

Sono state individuate in accordo alla letteratura 14 categorie diagnostiche. Quelle più

rappresentate sono le problematiche respiratorie (268; 19.9%) seguite da problematiche

specialistiche (222; 16.5%) e cardiovascolari (159; 11.8%).

Tabella 4.4 Diagnosi di accesso al Pronto Soccorso

Categoria diagnostica n

(%) Diagnosi specifica

n

(%)

NEUROLOGICA 137

(10.2)

alterazione della coscienza 23 (1.7)

crisi epilettica/episodio convulsivo 19 (1.4)

emorragia

intracranica/subaracnoidea/subdurale 3 (0.2)

ictus cerebrale/TIA 49 (3.6)

trauma cranico 41 (3.0)

altro/non specificato 2 (0.1)

CARDIOVASCOLARE 159

(11.8)

IMA 3 (0.2)

aritmia cardiaca 36 (2.7)

scompenso cardiaco/insufficienza

cardiaca congestizia 43 (3.2)

sincope/presincope 32 (2.4)

sindrome coronarica acuta/dolore

toracico 30 (2.2)

altro/non specificato 16 (1.2)

GASTROINTESTINALE 134

(9.9)

dolore addominale 37 (2.7)

emorragia gastrointestinale 22 (1.6)

gastrite/enterite/vomito 18 (1.3)

occlusione intestinale/subocclusione

intestinale 17 (1.3)

patologia epatobiliare 17 (1.3)

stipsi 5 (0.4)

Page 27: STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

26

altro/non specificato 19 (1.4)

RESPIRATORIO 268

(19.9)

ab ingestis 14 (1.0)

dispnea 62 (4.6)

infezione acuta vie aeree superiori 14 (1.0)

polmonite/broncopolmonite 81 (6.0)

riacutizzazione patologie croniche

dell'apparato respiratorio 42 (3.1)

altro/non specificato 54 (4.0)

PELLE 14

(1.0)

cellulite 0-

ulcera 7 (0.5)

altro/non specificato 7 (0.5)

URINARIO 66

(4.9)

IVU 28 (2.1)

ritenzione acuta di urina 14 (1.0)

altro/non specificato 25 (1.9)

ORTOPEDICO 96

(7.1)

frattura arti superiori 30 (2.2)

frattura del femore 33 (2.7)

altro(altre fratture, problemi

ortopedici minori) 28 (2.1)

CHIRURGIA

SPECIALISTICA

16

(1.2)

ginecologico 1 (0.1)

oculistico 3 (0.2)

ORL 11 (0.8)

vascolare 1 (0.1)

vertebro-midollare 0-

PSICHIATRIA 12

(0.9)

disturbi del comportamento incluse

psicosi 10 (0.7)

altro/non specificato 1 (0.1)

MEDICINA

SPECIALISTICA

222

(16.5)

insufficienza renale 8 (0.6)

alterazione elettrolitica/metabolica 22 (1.6)

anemia 46 (3.4)

dermatologico 4 (0.3)

disidratazione 21 (1.6)

Page 28: STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

27

oncologico 12 (0.9)

reazioni avverse da

farmaci(intossicazioni,sovradosaggio) 5 (0.4)

reumatologico 1 (0.1)

sepsi/febbre 86 (6.4)

trombosi/TVP 8 (0.6)

altro/non specificato 11 (0.8)

TRAUMA MINORE 118

(8.8)

caduta senza/con minime

conseguenze (ematomi, contusioni,

tumefazioni)

95 (7.1)

ferita che necessita di sutura 15 (1.1)

lesione dei tessuti molli 1 (0.1)

altro 6 (0.4)

ALTRO 49

(3.6)

dislocazione/ostruzione devices (CV,

PEG, SNG, urostomie) 49 (3.6)

NON

CATEGORIZZATE

18

(1.3)

ASSENZA DELLA

DIAGNOSI

38

(2.8)

4.6 Problematiche dei pazienti all’arrivo

Gli ospiti al momento dell’arrivo sono stati accertati per mediamente 1.6 sintomi (IC

95% 1.5-1.8). Il 25% degli ospiti aveva 1 sintomo come pure il 50 % mentre il 75% ne

aveva 2. Va tuttavia segnalato che 338 persone (25.1%) erano asintomatiche o non

riportavano nel referto nessun sintomo.

Analizzando la loro frequenza (sul primo sintomo riportato), emerge quanto riportato di

seguito in tabella 4.5.

Page 29: STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

28

Tabella 4.5 Frequenza dei sintomi all’accesso e tra le persone dimesse

Sintomi Frequenza

(%)

Dimessi

(%)

Sintomi neurologici (afasia, disartria, deficit motorio

emisoma, deviazione rima labiale, disfagia, ipoastenia

arti/emisoma, deviazione dello sguardo

40(3) 11 (27.5)

Sintomi comportamentali (aggressività, agitazione

psicomotoria, disorientamento, non collaborante, stato

confusionale)

82 (6.1) 36 (43.9)

Coma/sopore 89 (6.6) 17 (19.1)

Dispnea/sintomi respiratori (broncospasmo, cianosi diffusa,

desaturazione)

187 (13.9) 22 (11.8)

Sintomi cardiologici (assenza dei polsi periferici,

bradicardia, ipotensione arteriosa, tachicardia, ipertensione

arteriosa)

27 (2) 6 (22.2)

Dolore toracico/addominale 57 (4.2) 19 (33.3)

Edemi 45 (3.3) 21 (46.7)

Febbre 49 (3.6) 9 (18.4)

Caratteristiche urine (urine ipercromiche, urine

maleodoranti, urine torbide, piuria, pollachiuria, ematuria)

24 (1.8) 15 (62.5)

Caratteristiche feci (feci picee, melena, rettorragia) 38 (2.9) 11 (28.9)

Nausea/vomito 14 (1.0) 6 (42.9)

Astenia/malessere generale 36 (2.7) 10 (26.8)

Traumatismi (ematomi, ferita, escoriazione) 50 (3.7) 39 (78)

Disidratazione 50 (3.7) 18 (36)

Dolore 129 (9.6) 89 (69)

Pallore 17 (1.3) 2 (11.8)

Emoftoe/epistassi 1 (0.1) 0-

Ulcere da decubito/diabetiche 5 (0.4) 1 (20)

Segni di fratture (accorciamento arto, extrarotazione arti,

deformità arti, scrosci ossei, impotenza funzionale arti)

13 (1) 3 (23.1)

Page 30: STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

29

Iper/ipoglicemia 1 (0.1) 0-

Eritema cutaneo 8 (0.6) 4 (50)

Marezzatura 5 (0.4) 1 (20)

Sudorazione 2 (0.1) 0-

Stato anasarcatico 1 (0.1) 0-

Stipsi 8 (0.6) 3 (37.5)

Globo vescicale 7 (0.5) 7 (100)

Ittero 7 (0.5) 0-

Epilessia 2 (0.1) 0-

Diarrea 1 (0.1) 0-

Gasping 4 (0.3) 0-

Ascite 1 (0.1) 0-

Cachessia 6 (0.4) 3 (50)

Sanguinamento attivo 3 (0.2) 1 (33.3)

Inoltre, 240 utenti (17.8%), accedono in seguito ad una caduta accidentale.

Per la gestione di queste problematiche, 442 pazienti (32.8%) hanno ricevuto una o più

consulenze specialistiche. Le consulenze più presenti sono, nell’ordine, quella

chirurgica, quella ortopedica e quella neurologica. Solo 41 pazienti (3%), tuttavia,

ricevono 2 consulenze.

Tabella 4.6 Frequenza e tipologia di consulenze

Consulenza Totale pazienti (%)

(n = 483)

Chirurgia 106 (7.9)

Ortopedia 103 (7.6)

Neurologia 68 (5.0)

Urologia 53 (3.9)

ORL 30 (2.2)

Cardiologia 28 (2.0)

Gastroenterologia 16 (1.2)

Page 31: STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

30

Pneumologia 15 (1.1)

Anestesiologia 14 (1.0)

Chirurgia Vertebro – Midollare 10 (0.7)

Psichiatria 6 (0.4)

Neurochirurgia 5 (0.3)

Nefrologia 5 (0.3)

Ginecologia 5 (0.3)

Chirurgia Plastica 4 (0.2)

Dermatologia 4 (0.2)

Oculistica 3 (0.2)

Malattie Infettive 3 (0.2)

Chirurgia Vascolare 2 (0.1)

Ematologia 1 (0.1)

Diabetologia 1 (0.1)

Oncologia 1 (0.1)

Complessivamente sono state realizzate 1585 procedure radiologiche, mediamente più

di una (1.17) per ciascun utente: 980 pazienti (72.7%) hanno ricevuto una procedura

radiologica, 357 (26.5%) ne hanno ricevute due, 152 (11.2%) ne hanno ricevute tre, 55

(4.0%) quattro, 27 (2.0%) cinque e 14 (1.0%) ospiti ne hanno ricevute sei.

Sul complessivo di 1585 procedure, 1253 (79.0%) erano radiografie, 166 (10.4%) erano

TC, 137 (8.6%) ecografie e le altre 29 procedure (1.8%) erano endoscopiche o

elettroencefalografiche.

4.7 Permanenza in P.S.

Il tempo di permanenza medio dell’ospite è di 8.42 ore (IC 95% 6.51-10.33).

Mentre i pazienti ricoverati permangono in P.S. mediamente 8.6 ore (IC 95% 5.2-12.0),

quelli dimessi rimangono 8.2 ore (IC 95% 7.5-8.9). I pazienti che arrivano deceduti

rimangono in P.S. mediamente 89 minuti (IC 95% 0.26-1.51) e quelli trasferiti 9.18 ore

(IC 95% 5.75-12.62). Tuttavia tali differenze non sono statisticamente significative (F =

0.225; p value = 0.87).

Page 32: STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

31

Stratificando il tempo di permanenza in P.S. per momento di arrivo dell’utente dalla

struttura, emerge che i pazienti che arrivano di notte stanno mediamente 9.06 ore (IC

95% 8.8-10.5); quelli che giungono di mattina mediamente 5.4 ore (IC 95% 4.1-6.7),

mentre quelli che arrivano al pomeriggio permangono in P.S. mediamente 11.01 ore (IC

95% 5.6-16.7). Tali differenze sono statisticamente significative (F 3.503; p-value =

0.030).

Analizzando la permanenza in P.S. rispetto giornata settimanale di accesso

(infrasettimanale/weekend), non si osservano differenze statisticamente significative;

durante in giorni infrasettimanali, i pazienti permangono in P.S. in media 8.7 ore (IC

95% 6.0-11.5) mentre nel weekend 7.6 ore (IC 95% 6.8-8.3).

Va inoltre segnalato che non emerge alcuna correlazione tra il timing di permanenza in

P.S. e la distanza della struttura residenziale dall’ospedale (Pearson 0.003; p-value =

0.908).

Durante la presenza in P.S., 247 pazienti (18.3%) permangono in osservazione in

Medicina d’Urgenza per mediamente 18 ore (IC 95% 16.6-19.3); coloro che non

effettuano l’osservazione in Medicina D’Urgenza hanno una permanenza di 6.1 ore (IC

95% 3.9-8.5). Tale differenza è statisticamente significativa (F 22.0; p-value =0.000).

Tabella 4.7 Tempo di permanenza in P.S. stratificato per variabili di accesso,

organizzative e per esito

VARIABILE MEDIA P-VALUE

Tempo di permanenza in

P.S. (ore)

8.42

Turno di arrivo

- Mattina (8.00-14.59)

- Pomeriggio (15.00-20.59)

- Notte (21.00-7.59)

F 3.503

p-value = 0.030

5.40 (IC 95% 4.1-6.7)

11.01 (IC 95% 5.6-16.7)

9.06 (IC 95% 8.8-10.5)

Giornata settimanale

- Infrasettimanale

- Weekend

p-value = 0.575

8.7 (IC 95% 6.0-11.5)

7.6 (IC 95% 6.8-8.3)

Page 33: STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

32

Distanza struttura

residenziale - P.S.

Pearson 0.003

p-value = 0.908

Esito

- Ammissione

- Trasferimento

- Dimissione

- Decesso

F 0.225

p-value = 0.87

8.6 (IC 95% 5.2-12.0)

9.18 (IC 95% 5.75-12.62)

8.2 (IC 95% 7.5-8.9)

1.29 (IC 95% 0.26-1.51)

Osservazione Med Urg

- Osservato

- Non osservato

F 22.0

p-value = 0.000

18.0 (IC 95% 16.6-19.3)

6.1 (IC 95% 3.9-8.5)

4.8 Accessi multipli

648 utenti hanno effettuato un unico accesso in P.S. mentre 265 pazienti ne hanno

realizzati più di due nel corso dell’anno: 167 (63%) hanno realizzato due accessi, 60

(22.6%) tre accessi, 23 (8.7%) quattro accessi, 10 (3.8%) cinque e i rimanenti 5 utenti

(2.1%) ne hanno realizzati da cinque a tredici. Mediamente, il tempo intercorso tra il

primo e il secondo accesso è stato di 68.4 giorni (IC 95%: 59.8-77.0); il tempo tra il

secondo e il terzo accesso è stato di 48.2 giorni (IC 95%: 39.2-57.2); tra il terzo e il

quarto accesso di 53.3 giorni (IC 95%: 35.6-71.1) e tra il quarto e il quinto di 50.1

giorni (IC 95%: 16.2-84.0). Infine, l’ultimo intervallo tra il quinto e sesto accesso è

stato di 21.1 giorni (IC 95%: 16.2-84.0) mentre tra il sesto e il settimo 36.3 giorni (IC

95%: 5.8-36.4).

Stratificando l’esito del primo accesso per giornate che intercorrono tra questo e il

secondo accesso, non emergono differenze statisticamente significative tra gli utenti

ammessi (49.1 giorni; ds 46.5), trasferiti (33.5 giorni; ds 7.7) e dimessi (47.9 giorni; ds

43.6). Le differenze non sono statisticamente significative neanche nell’analisi tra gli

esiti e gli accessi successivi.

Page 34: STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

33

Tabella 4.8 Esiti stratificati per gli accessi multipli in P.S.

Pazienti

(n)

Intervallo

di tempo

tra gli

accessi

(IC 95%)

(giorni)

Esito

prevalente

(n; %)

Esito

(n; %)

1° riaccesso

(265)

68.4

(59.8-77.0)

ammissione in

Ospedale

(142; 53.6%)

dimissione

(117;

44.3%)

decesso

(2; 0.8%)

trasferimento

(3; 1.1%)

2° riaccesso

(98)

48.2

(39.2-57.2)

ammissione in

Ospedale

(58; 21.2%)

dimissione

(37; 37.8%)

decesso

(2; 2.0%)

trasferimento

(1; 0.4%)

3° riaccesso

(38)

53.3

(35.6-71.1)

ammissione in

Ospedale

(25; 65.8%)

dimissione

(12; 31.6%

trasferimento

(1; 2.6%)

4° riaccesso

(15)

50.1

(16.1-84.03)

ammissione in

Ospedale

(10; 66.7%)

dimissione

(5; 33.3%)

Page 35: STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

34

CAPITOLO 5

DISCUSSIONE

5.1 Frequenza degli accessi

Nel 2011 sono stati registrati 60865 accessi al Pronto Soccorso dell’Azienda

Ospedaliero-Universitaria “Santa Maria della Misericordia” di Udine, di questi, 1347

(2.2%) erano effettuati da utenti ospitati in strutture protette.

Ogni paziente istituzionalizzato accede in P.S. in media una volta all’anno. Questo

risultato è comparabile al range individuato in altri studi di 0.5-1.6% accessi per ogni

paziente/anno (Wang et al., 2011; Kruger et al., 2011; Arendts et al., 2010).

Il 29% degli utenti accede in P.S. più di una volta nel corso dell’anno; questo dato è

simile al 25% riscontrato in uno studio (Jones et al., 1997) ma molto minore rispetto a

quello individuato da Gruneir et al. (2010), del 53.3% di ospiti con accessi multipli al

servizio, che, come sottolineato dall’autore, è indice di problematiche non

adeguatamente gestite in P.S. o in Casa di Riposo.

5.2 Fattori determinanti l’accesso in P.S.

5.2.1 Caratteristiche della popolazione

Le caratteristiche demografiche della popolazione, età e genere, sembrano essere

variabili predittive dell’accesso in P.S. Tuttavia, l’età media è elevata anche per la

naturale tendenza demografica delle persone ospitate in queste strutture. Invece,

l’eccedenza di persone di genere femminile può essere dovuta unicamente alla maggiore

aspettativa di vita rispetto alla popolazione maschile che segue il trend demografico

nazionale (ISTAT, 2012).

Page 36: STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

35

L’aumento delle patologie cronico - degenerative potenzia la fragilità già dovuta all’età

(Belelli et al., 2001). Gli utenti avevano in media almeno due comorbidità; questo dato,

pur essendo spesso incompleto, è indice di complessità clinica ed è associato, come

riportato nella revisione sistematica della letteratura da Grabowsky e colleghi (2008), ad

un elevato rischio di ospedalizzazione rispetto agli utenti non in uno stato di disabilità

fisica e psichica. Infatti, dai risultati, emerge che gli utenti che hanno un numero di

comorbidità maggiore, sono quelli che, alla valutazione in P.S., vengono ammessi in

ospedale più frequentemente.

Per quanto riguarda il timing di arrivo in P.S., contrariamente a numerosi studi in cui

l’incidenza nei weekend non era più elevata rispetto alle giornate feriali (Gruiner et al.,

2010; Jensen et al., 2009; Finucane et al., 1999; Ackermann et al., 1998; Jones et al.,

1997), dai nostri risultati emerge che nelle giornate festive accedono in media 3.97

pazienti al giorno rispetto ai 3.58 delle giornate settimanali. Probabilmente, questo

risultato è dovuto al minore numero di operatori, e in particolare di personale medico,

nei giorni festivi nelle strutture residenziali. Tuttavia, è interessante notare che il tempo

di permanenza presso il P.S. non sia variabile tra le giornate infrasettimanali e festive, a

prova di una buona organizzazione delle risorse del servizio.

Invece, conformemente alla letteratura, i mesi in cui gli ospiti delle strutture residenziali

accedono di più sono quelli invernali e di inizio primavera (Ottobre, Dicembre e Marzo)

che coincidono con il periodo ad elevato rischio di infezioni dell’apparato respiratorio le

cui complicanze sono più frequenti proprio nei soggetti over 65 anni affetti da

pluripatologie croniche (Arendt et al., 2010; Jensen et al., 2009; Ackermann et al.,

1998). Tuttavia, l’esito osservato (ammissione vs dimissione) non risulta essere

dipendente né dalla giornata settimanale di accesso, né dal mese di accesso.

L’ora di arrivo ha ripercussioni sul tempo di permanenza in P.S.: il periodo che

intercorre dall’arrivo in ambulanza fino alla fine della prestazione erogata. Il tempo di

permanenza medio in P.S. è 8.6 ore per i pazienti ricoverati e 8.2 ore per quelli dimessi:

entrambe le categorie di utenti (ammessi in ospedale e dimessi) trascorrono un

intervallo di tempo maggiore in P.S. rispetto ai risultati di uno studio che riportava una

permanenza media rispettivamente di 7.5 ore e 5.3 ore (Arendts et al., 2010).

Gli utenti che raggiungono la struttura durante il turno della mattina (ore 8.00-14.59),

rimangono in P.S. in media 5.4 ore mentre quelli che sono ammessi al pomeriggio (ore

Page 37: STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

36

15-20.59) e la notte (ore 21-7.59) rispettivamente 11 ore e 9 ore. Questa variabilità nei

pazienti in dimissione, è spiegabile dal fatto che nel tardo pomeriggio e durante tutta la

notte, gli utenti devono attendere l’ambulanza che è l’unico mezzo con cui gli ospiti di

tutte le Case di Riposo accedono e lasciano l’ospedale; questo servizio, regolato da un

contratto tra l’Azienda Ospedaliero-Universitaria ed enti privati, durante le ore serali e

notturne non viene erogato, per cui gli utenti rimangano in P.S., in un’area dedicata, per

raggiungere poi la struttura di residenza solo il giorno seguente. Per quanto riguarda

invece gli ospiti che successivamente alla visita in P.S. vengono ammessi in Ospedale,

la lunga permanenza in P.S. per coloro che accedono durante il tardo pomeriggio o la

notte, è giustificata dal fatto che alcuni reparti dell’Ospedale non accolgono le persone

provenienti dal P.S. durante le ore notturne, per fattori organizzativi. Quindi, anche in

questo caso, gli utenti sono trattenuti in P.S. durante la notte o, nei casi più complessi,

osservati nel reparto di Medicina d’Urgenza, e i ricoveri sono effettuati la mattina

successiva.

5.2.2 Setting di provenienza

In letteratura vi è un numero limitato di studi che analizzano gli accessi a un unico P.S.

da parte degli ospiti delle Case di Risposo in 12 mesi, per cui risulta difficile effettuare

un confronto diretto sull’incidenza degli accessi considerando una variabilità dovuta

alla tipologia di Case di Riposo, alla diversa tipologia di ospiti che vivono all’interno di

queste (autosufficienti vs non autosufficienti), nonché alla numerosità di strutture che

accedono a un unico P.S. in un territorio (Arendts et al., 2010). Dai risultati emerge che

in media il 46.2% degli ospiti di ogni struttura residenziale, effettua un accesso in P.S.

in un anno. Tuttavia, la variabilità tra le strutture è elevata, con un riscontro di picchi di

invio da 103% a 128% sul totale dei pazienti ospitati nella struttura: tale variabilità, non

è spiegata da alcuni fattori organizzativi delle strutture studiati (numero di posti letto,

tipologia di gestione) e pertanto andrà spiegata in futuro.

Infine, il 40.8% degli utenti dimessi, viveva in una struttura più vicina al P.S. (10.19

km) rispetto al 56% degli ammessi in ospedale (11.86 km), e tale differenza è

statisticamente significativa. Quindi, la distanza minore della struttura rispetto al P.S.,

Page 38: STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

37

sembra essere un fattore protettivo, seppur di poco, rispetto al rischio di successiva

ospedalizzazione.

5.2.3 Caratteristiche cliniche all’accesso

La classificazione utilizzata in questo studio, per categorizzare le diagnosi, riprende

quella creata da Arendts et al. (2010). I problemi più frequenti sono quelli a carico del

sistema respiratorio (19.9%), problemi specialistici (16.5%) come sepsi, anemia,

disidratazione e alterazioni elettrolitiche e metaboliche e, infine, problemi a carico del

sistema cardiocircolatorio (11.8%). Dal confronto emerge che, nello studio australiano

(Arendts et al., 2010), gli esiti dovuti a traumi minori (es. tumefazioni, lacerazioni) sono

il motivo principale di accesso, seguito da patologie respiratorie e cardiovascolari.

Tra i motivi di accesso riferiti, il 17.8% accedono in seguito a una caduta accidentale il

cui esito si divide tra fratture (7.1%) ed esiti minori (8.8%), come tumefazioni ed

ematomi. A livello internazionale, gli accessi dovuti a cadute accidentali sono alti, con

range compresi tra 11.3% e 22.6%, il che fa dedurre che maggior attenzione deve essere

posta alla stesura di programmi per la prevenzione delle cadute delle persone nei

contesti residenziali (Kruger et al., 2011; Graverholt et al., 2011; Gruneir et al., 2010;

Jensen et al., 2009; Ackermann et al., 1998; Jones et al., 1997).

Le infezioni sono tra le cause più frequenti di accesso in P.S. (17.8%); le più frequenti

sono febbre e sepsi (6.4%) seguite da polmonite/broncopolmonite (6.0%) e infezioni

delle vie urinarie (IVU) (2.1%). In letteratura la frequenza delle infezioni tra gli utenti

istituzionalizzati come causa di accesso è simile (range: 15.7% - 25.0%) (Kruger et al.,

2011; Wang et al., 2011; Arendts et al., 2010; Jones et al., 1997). L’incidenza delle

infezioni è un indicatore di qualità di assistenza ricevuta dal paziente che, è spesso

condizionata da variabili organizzative come la carenza di personale, soprattutto

infermieristico, nelle strutture (Stone et al., 2008). Infatti, da numerosi studi emerge che

la migliore gestione delle risorse nelle strutture sul piano organizzativo e

l’implementazione della sorveglianza infermieristica dei fattori di rischio clinici degli

utenti, è una strategia per ridurre gli esiti avversi dei pazienti e per migliorare la qualità

dell’assistenza (Wang et al., 2011; Kutney-Lee et al., 2009; Zimmerman et al., 2002;

Page 39: STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

38

Bowman et al., 2001); infatti, gli utenti, all’arrivo in P.S. presentano spesso sintomi

gravi che suggeriscono che un intervento preventivo precoce, in istituto, avrebbe potuto

prevenire il peggioramento della condizione clinica (Gruneir et al., 2010; Bowman et

al., 2001). Ad esempio, tra i sintomi riportati all’accesso, vi sono le caratteristiche delle

urine che, da un lato danno un’indicazione clinica, e dall’altro riflettono il discomfort

della persona che probabilmente non aveva ricevuto alcun trattamento in Casa di

Riposo.

Un’altra problematica frequente è quella legata alla gestione dei device: in particolare,

l’ostruzione o la dislocazione accidentale di catetere vescicale, sonda gastrostomica,

sondino naso gastrico e tubo endotracheale, rappresenta il 3.6% degli accessi. In

letteratura i risultati sono più elevati: Jones et al. (1997) riportano che il 4.2% degli

accessi sono dovuti ad un malfunzionamento di uno dei device sopra riportati, mentre

Ackermann et al. (1998) riportano esclusivamente i problemi legati alla sonda

gastrostomica, il cui malfunzionamento è causa di accesso nel 6.8% delle visite. Arendts

et al. (2010) evidenziano una frequenza del 2.3% degli accessi per un problema legato

alla gestione dei device.

La cura di questi device è responsabilità infermieristica: il personale dovrebbe essere

istruito al riconoscimento delle cause di ostruzione e malfunzionamento di tutti i device

in modo da poter prevenire gli accessi legati a questo problema (Ackermann et al.,

1998).

5.2.4 Consulenze

Ogni utente afferente in P.S. dalla Casa di Riposo riceve in media 1.17 procedure

diagnostiche (Radiografie, TC, Ecografie) e il 32.8% dei pazienti effettua una

consulenza specialistica. In letteratura è riportato che, rispetto alla popolazione non

istituzionalizzata, gli ospiti delle Case di Riposo fruiscono di un maggior numero di

indagini strumentali e consulenze specialistiche (Wang et al., 2011) che molto spesso

non sono effettuabili presso la struttura di residenza (Belelli et al., 2001; Jones et al.,

1997).

Page 40: STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

39

5.3 Esito

I pazienti, che successivamente alla visita in P.S. sono stati ricoverati, sono il 56.1%,

mentre coloro che sono stati dimessi immediatamente sono il 40.8%. L’1% è deceduto il

P.S. In letteratura solamente uno studio identifica una proporzione maggiore di utenti

ospedalizzati rispetto a coloro che facevano ritorno nell’istituzione di residenza

(Arendts et al., 2010); negli altri studi individuati, gli utenti dimessi immediatamente

dopo la visita in P.S., sono più numerosi rispetto a coloro che vengono ammessi in

ospedale, mentre la percentuale di decessi è pressoché invariata (Wang et al., 2011;

Gruneir et al., 2010; Ackermann et al., 1998; Jones et al. 1997). La maggior percentuale

di ammissione in ospedale rispetto alle dimissioni, riscontrate nel nostro studio,

potrebbe essere dovuta all’esacerbazione delle condizioni cliniche con cui gli utenti

giungono in P.S., che rende quindi difficoltosa una dimissione immediata successiva

alla visita iniziale.

Osservando i sintomi valutati all’accesso in P.S., emerge che la presenza di alcuni di

essi è associata a una percentuale maggiore di dimissioni; alcuni esempi sono la

presenza di globo vescicale (100% utenti dimessi), traumatismi (78% pazienti dimessi),

caratteristiche delle urine anormali (62.5% dimessi). La gestione di queste

sintomatologie nella Casa di Riposo potrebbe essere una valida soluzione poiché, in

alcuni casi, gli interventi non sono di tipo urgente o invasivo da richiedere l’intervento

in ospedale. Si eviterebbe così il trasferimento e l’attesa in P.S. che costituisce una fonte

di stress psico-fisico per l’anziano (Belelli et al., 2001).

Infine, l’esito osservato nei pazienti dopo il primo accesso in P.S., non sembra

condizionare la probabilità degli utenti di accedere nuovamente in P.S.

Page 41: STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

40

CAPITOLO 6

LIMITI, CONCLUSIONI E IMPLICAZIONI PER LA

PRATICA

6.1 Limiti dello studio

Il disegno di studio di tipo retrospettivo ha evidenziato alcuni limiti che hanno

condizionato l’indagine. Infatti, la consultazione della documentazione concernente gli

accessi degli utenti, al fine di ricercare le variabili determinate a priori, ha rilevato

alcuni problemi: la variabilità intrinseca nella compilazione dei verbali di P.S. da parte

del personale medico e infermieristico, non garantisce sempre un’uniformità di

informazioni. Di conseguenza, non è sempre stato possibile reperire i dati relativi alle

variabili selezionate. Questa difficoltà è, inoltre, dovuta alla mancanza di

documentazione clinica con cui a volte gli utenti accedono in P.S. Questo limite

potrebbe essere ovviato utilizzando un disegno di studio prospettico che avrebbe effetti

anche sul controllo del bias di variabilità delle informazioni dovuta all’ingente numero

di operatori che documentano i dati clinici in P.S.

Inoltre, le variabili sono state individuate da studi internazionali, la cui reperibilità è

risultata in alcuni casi difficoltosa a causa della diversa organizzazione del sistema

utilizzato come fonte dei dati (PS-NET).

Infine, nonostante l’obiettivo di questo studio non fosse definire l’appropriatezza degli

accessi in P.S., è stata stimata la prevedibilità degli accessi nelle ammissioni che non

esitavano i ricoveri. Tale definizione non ha tuttavia tenuto conto del tipo di prestazione

ricevuta in P.S. e della possibilità di essere erogata in altro contesto.

Page 42: STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

41

6.2 Conclusioni

Gli obiettivi dello studio erano ricercare la frequenza degli accessi in P.S. da parte degli

utenti ospitati in strutture protette, ed identificare eventuali variabili individuali ed

organizzative determinanti un aumento del rischio di un ricorso al P.S. Inoltre, lo scopo

della ricerca, era fornire un profilo sulle principali cause di accesso che potevano essere

prevenute o gestite in un altro contesto.

Ogni ospite residente in una struttura protetta, effettua almeno una visita in P.S. ogni

anno; effettua, inoltre, un elevato numero di indagini strumentali e consulenze

specialistiche, presenta un alto tasso di ospedalizzazione e, indipendentemente dall’esito

del primo accesso in P.S., ha una probabilità elevata di effettuare altri accessi al servizio

nel corso dell’anno.

Sono stati individuati alcuni fattori che aumentano il rischio di ricorrere all’utilizzo del

servizio di P.S. da parte degli utenti delle Case di Riposo; tra questi, la presenza di

comorbidità è un fattore che incide sulla presentazione delle patologie acute e quindi, di

conseguenza, aumenta la probabilità di accedere in P.S.

La tipologia di struttura residenziale è sicuramente una variabile che incide sulla

probabilità di effettuare una visita in P.S. da parte dell’utente, poiché si è riscontrata una

variabilità significativa sul numero di utenti medi inviati annualmente da ogni

residenza. Tuttavia, tra le variabili riferite al setting residenziale prese in considerazione

nello studio, la vicinanza della struttura dal P.S. sembra essere un fattore protettivo,

seppur di poco, rispetto al rischio di ospedalizzazione successiva alla valutazione

iniziale in P.S. Le altre variabili riferite alle residenze protette, non hanno dato risultati

significativi né come fattori di rischio né protettivi per un accesso in P.S.

Infine, l’alta percentuale di patologie di presentazione che sono, in letteratura,

classificate come potenzialmente prevenibili, è un fattore preoccupante: la complessità e

il bisogno di assistenza da parte degli utenti non dovrebbe trovare risposta in un servizio

orientato alla singola patologia ed episodico, ma dovrebbe essere ricercata in

un’organizzazione delle cure e dell’assistenza, continua, promuovendo la costituzione di

percorsi terapeutici - assistenziali adeguati ai bisogni di questa categoria di utenti, che

non si basi esclusivamente sul modello ospedaliero.

Page 43: STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

42

6.3 Implicazioni per la pratica e per la ricerca

Pur considerando i limiti dello studio, la ricerca ha riportato alcune importanti

implicazioni per la pratica: la tipologia di sintomi e patologie con cui gli ospiti delle

strutture residenziali accedono in un’alta percentuale, potrebbero essere riconosciute e

gestite preventivamente al fine di evitare l’esacerbazione delle condizioni cliniche degli

utenti che portano a un maggior discomfort per la persona.

Bisogna tuttavia considerare, che ulteriori studi dovrebbero valutare, nella realtà

italiana, l’organizzazione delle strutture residenziali per anziani e, in particolare, la

tipologia di assistenza medica e infermieristica erogata, al fine di individuare e

sviluppare interventi preventivi per diminuire l’incidenza degli accessi in P.S. dovuti a

cause potenzialmente prevenibili. Inoltre, sarebbe interessante valutare dei percorsi

diagnostici-terapeutici alternativi all’accesso in P.S., per questa categoria di utenti.

Page 44: STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

43

ALLEGATO I

ACCESSO AL PS DA PARTE DEGLI OSPITI DELLE CASE DI RIPOSO NEL 2011:

SCHEDA DI RACCOLTA DATI.

ETA’: _____________ GENERE: M F

MOTIVO DELL’ACCESSO:

_______________________________________________________________

COMORBIDITA’ : SI’ NO

1. _____________

2. ______________

CASA DI RIPOSO DI PROVENIENZA: __________________________________________________

TIMING ACCESSO IN PS IL: _____________

MESE: Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Sett Ott Nov Dic

INFRASETTIMANALE WEEKEND

ORA: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24

SINTOMI ALL’ACCESSO:

1. _____________________ 3. ____________________

2. ______________ _______ 4. ____________________

CODICE TRIAGE DI ACCESSO:

rosso

giallo

verde

bianco

DIAGNOSI CLINICA DI PS: ____________________________________________________________

ESITO:

OSSERVAZIONE IN MEDICINA D’URGENZA

AMMISSIONE IN: _____________________________________________________________

DIMISSIONE

DECESSO

ORARIO DI AMMISSIONE IN REPARTO/DIMISSIONE/DECESSO: _________

TEMPO DI PERMANENZA IN PS: _________

PROCEDURE DIAGNOSTICO - TERAPEUTICHE E ASSISTENZIALI RICEVUTE IN PS:

1.__________________________ 2. __________________________

3. __________________________ 4. __________________________

5. __________________________ 6. __________________________

Page 45: STUDIO RETROSPETTIVO SUGLI ACCESSI AL P.S. DA PARTE …

44

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