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1 STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE RELAZIONE SUGLI EFFETTI AMBIENTALI Introduzione La presente relazione, annessa alla procedura di verifica di Valutazione d’Impatto Ambientale (V.I.A.) ex D.P.R. 12.04.1996 e ss.mm.ii. così come regolamentata dal D.G.R. 24/23 del 23.04.2008, riguarda la richiesta di autorizzazione all’esercizio delle operazioni di recupero di rifiuti inerti non pericolosi tramite procedure semplificate nella Z.I. di Macomer. Proponente DITTA Mario Loi – MACOMER (Provinicia di Nuoro) La presente relazione è volta ad ottenere l’autorizzazione per l’esercizio delle operazioni di recupero rifiuti non pericolosi, tramite procedure semplificate, ai sensi degli artt. 31 e 33 del D.Lgs 22 del 05.02.1997 (decreto Ronchi) del D.M. 05.02.1998 e del D.Lgs 152/2006 art.214 e 216 in lotto di terreno sito nella zona industriale “Tossilo” del comune di Macomer, di proprietà della Ditta Mario LOI. Il progetto è da sottoporre a procedura di Verifica di V.I.A. in quanto ricompreso nell’elenco delle opere previste nell’allegato B1 punto 7 categoria w “impianti di smaltimento e recupero rifiuti non pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all’allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n°152”, della deliberazione 24/23 del 23/04/2008 della R.A.S. L’area in oggetto, di proprietà della ditta Mario LOI (soggetto proponente), si trova in comune di Macomer a sud del centro cittadino nella Zona Industriale di competenza. Il lotto è individuato nella C.T.R. in scala 1:10.000 al foglio 498/100 e catastalmente al foglio 53 mappale 318-322-323 del comune censuario di Macomer. La superficie interessata dal progetto riguarda una superficie totale di circa 10.000 mq. L’area in esame è inquadrata nella Zona omogenea D1 (zona artigianale) nel P.U.C. del comune di Macomer. L’intervento per il quale si richiede l’autorizzazione, oltre che ammissibile per effetto della normativa vigente, risulta quantomeno consigliabile per i seguenti motivi: - la presenza di siti idonei per il conferimento controllato dei rifiuti ha l’effetto benefico per il territorio circostante di evitare il proliferare di discariche abusive o molto più spesso lo scarico incontrollato a lato strada del materiale di demolizione; - il recupero controllato del materiale, permette un riutilizzo finale dello stesso andando incontro a quelle politiche ambientali che spingono al riciclaggio dei prodotti di scarto per la produzione di materia prima secondaria; - l’effetto benefico si ottiene anche dal punto di vista economico in quanto la nascita di tale attività produce occupazione per un discreto numero di maestranze;

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STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE

RELAZIONE SUGLI EFFETTI AMBIENTALI

Introduzione

La presente relazione, annessa alla procedura di ve rifica di Valutazione d’Impatto

Ambientale (V.I.A.) ex D.P.R. 12.04.1996 e ss.mm.ii . così come regolamentata dal D.G.R.

24/23 del 23.04.2008, riguarda la richiesta di auto rizzazione all’esercizio delle operazioni di

recupero di rifiuti inerti non pericolosi tramite p rocedure semplificate nella Z.I. di Macomer.

Proponente DITTA Mario Loi – MACOMER (Provinicia di Nuoro)

La presente relazione è volta ad ottenere l’autorizzazione per l’esercizio delle operazioni di

recupero rifiuti non pericolosi, tramite procedure semplificate, ai sensi degli artt. 31 e 33 del D.Lgs

22 del 05.02.1997 (decreto Ronchi) del D.M. 05.02.1998 e del D.Lgs 152/2006 art.214 e 216 in

lotto di terreno sito nella zona industriale “Tossilo” del comune di Macomer, di proprietà della Ditta

Mario LOI.

Il progetto è da sottoporre a procedura di Verifica di V.I.A. in quanto ricompreso nell’elenco delle

opere previste nell’allegato B1 punto 7 categoria w “impianti di smaltimento e recupero rifiuti non

pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all’allegato

C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n°152”, della

deliberazione 24/23 del 23/04/2008 della R.A.S.

L’area in oggetto, di proprietà della ditta Mario LOI (soggetto proponente), si trova in comune di

Macomer a sud del centro cittadino nella Zona Industriale di competenza. Il lotto è individuato nella

C.T.R. in scala 1:10.000 al foglio 498/100 e catastalmente al foglio 53 mappale 318-322-323 del

comune censuario di Macomer. La superficie interessata dal progetto riguarda una superficie totale

di circa 10.000 mq.

L’area in esame è inquadrata nella Zona omogenea D1 (zona artigianale) nel P.U.C. del comune di

Macomer.

L’intervento per il quale si richiede l’autorizzazione, oltre che ammissibile per effetto della

normativa vigente, risulta quantomeno consigliabile per i seguenti motivi:

- la presenza di siti idonei per il conferimento controllato dei rifiuti ha l’effetto benefico

per il territorio circostante di evitare il proliferare di discariche abusive o molto più

spesso lo scarico incontrollato a lato strada del materiale di demolizione;

- il recupero controllato del materiale, permette un riutilizzo finale dello stesso

andando incontro a quelle politiche ambientali che spingono al riciclaggio dei

prodotti di scarto per la produzione di materia prima secondaria;

- l’effetto benefico si ottiene anche dal punto di vista economico in quanto la nascita

di tale attività produce occupazione per un discreto numero di maestranze;

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- per quanto riguarda le alternative di localizzazione, per quanto sia possibile

individuare, nell’ambito territoriale in esame, ogni alternativa richiederebbe interventi

su aree simili producendo impatti sull’ambiente.

1.0 LA PROCEDURA DI VERIFICA/SCREENING

La Regione Sardegna, con deliberazione della giunta Regionale n°24-23 del 23 aprile 2008 ha

individuato quelle che sono le Direttive per lo svolgimento delle procedure di ver ifica di

assoggettabilità . In particolare nell’allegato B) sono individuate le procedure da seguire e i

contenuti minimi allo scopo di valutare, ove previsto, se determinati progetti di opere o impianti

possono avere un impatto significativo sull’ambiente e devono essere sottoposti a valutazione di

impatto ambientale.

LO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE

Nell’allegato B2 della deliberazione della Giunta Regionale n°24-2 del 23 aprile 2008 sono

specificati i contenuti minimi che deve avere lo S.P.A. per poter apprezzare in forma chiara ed

inequivocabile le conseguenze della realizzazione del progetto.

Lo S.P.A. deve essere sviluppato tenendo conto di:

Caratteristiche dei progetti

Le caratteristiche dei progetti debbono essere considerate tenendo conto in particolare:

• delle dimensioni del progetto

• del cumulo con altri progetti

• dell’utilizzazione di risorse naturali

• della produzione di rifiuti

• dell’inquinamento e disturbi ambientali

• del rischio di incidenti, per quanto riguarda in particolare, le sostanze o le tecnologie

utilizzate.

Localizzazione dei progetti

Deve essere considerata la sensibilità ambientale delle aree geografiche che possono risentire

dell’impatto dei progetti, tenendo conto, in particolare:

• dell’utilizzazione dell’attuale territorio

• della ricchezza relativa, della qualità e della capacità di rigenerazione delle risorse naturali

della zona

• della capacità di carico dell’ambiente naturale, con particolare attenzione alle seguenti

zone:

� zone umide

� zone costiere

� zone montuose o forestali

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� riserve e parchi naturali

� zone classificate o protette dalla legislazione degli Stati membri; zone protette speciali

designate dagli stati membri in base alle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE

� zone nelle quali gli standard di qualità ambientale fissati dalla legislazione comunitaria sono

già stati superati

� zone a forte densità demografica

� zona di importanza storica, culturale o archeologica

� territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità di cui all’art.21 del decreto

legislativo 18 maggio 2001, n°228.

Caratteristiche dell’impatto potenziale

Gli effetti potenzialmente significativi dei progetti devono essere verificati in relazione ai criteri

stabiliti ai punti 1 e 2 e tenendo conto, in particolare:

della portata dell’impatto

della natura transfrontaliera dell’impatto

dell’ordine di grandezza e della complessità dell’impatto

della probabilità dell’impatto

della durata, frequenza e reversibilità dell’impatto.

Lo S.P.A. deve essere inoltre corredato da:

• documenti cartografici in scala adeguata ed in particolare carte geografiche generali

e speciali, carte tematiche, carte tecniche; foto aeree; grafici ed eventuali stralci di

documenti; fonti di riferimento.

• Altri eventuali documenti ritenuti utili dal committente per particolari progetti.

• Indicazione della legislazione vigente e della regolamentazione di settore

concernente la realizzazione e l’esercizio dell’opera.

• Esposizione sintetica dei criteri e modalità di raccolta, selezione ed elaborazione dei

dati e delle informazioni utilizzati per la redazione dello SPA, e in esso contenuti, e

indicazioni delle eventuali difficoltà incontrate nella raccolta ed elaborazione dei dati

rilevati.

• Documentazione riportante la simulazione grafica, fotografica e multimediale di

inserimento visivo dell’intervento nel contesto territoriale.

Lo SPA è il documento tecnico scientifico che riporta le motivazioni di impatti positivi e negativi

documentati nella maniera più oggettiva possibile:

1- Elencazione degli obiettivi e dei contenuti

2- Definizione del criterio di applicazione

3- Definizione dell’uso del sito

4- Verifica con i vincoli territoriali

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5- Definizione della qualità dell’ambiente

6- Descrizione dell’opera

7- Identificazione degli impatti

8- Definizione della scala degli impatti e degli indicatori

9- Quantificazione degli impatti singoli

10- Quantificazione dell’impatto globale

11- Identificazione degli strumenti per minimizzare gli impatti

12- Conclusioni

La presente relazione quindi si sviluppa secondo i seguenti quadri di sviluppo programmatico:

1. Quadro di riferimento programmatico

2. Quadro di riferimento progettuale

3. Quadro di riferimento ambientale

2.0 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

Fornisce gli elementi conoscitivi sulle relazione tra l’opera progettata e gli atti di pianificazione e

programmazione territoriale e settoriale e contiene l’individuazione di eventuali vincoli presenti

nell’area interessata (vincoli paesistici, naturalistici, storico-artistici, archeologici, idrologici).

Tali elementi costituiscono infatti i parametri di riferimento per la costruzione del giudizio di

compatibilità ambientale.

Il quadro di riferimento programmatico in particolare comprende.

a) La descrizione del progetto in relazione agli stati di attuazione degli strumenti pianificatori

nei quali è inquadrabile il progetto stesso;

b) La descrizione dei rapporti di coerenza del progetto con gli obiettivi perseguiti dagli

strumenti pianificatori;

c) L’indicazione dei tempi di attuazione dell’intervento e delle eventuali infrastrutture a servizio

e complementari.

Deve essere verificato, ai fini della procedibilità, che le opere siano previste dai vigenti strumenti di

pianificazione territoriale ed urbanistica, o non siano in contrasto con disposizioni di legge o altre

normative.

2.1 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE

Descrive il progetto e le soluzioni adottate a seguito degli studi effettuati, nonché l’inquadramento

del territorio, inteso come sito e come area vasta interessati.

Vengono descritte quindi:

- Le caratteristiche tecniche e fisiche del progetto e le aree occupate durante la fase

di costruzione e di esercizio;

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- L’insieme dei condizionamenti e vincoli di cui si è dovuto tener conto nella

redazione del progetto e in particolare:

• le norme tecniche che regolano la realizzazione dell’opera:

• le norme e prescrizioni di strumenti urbanistici

• i vincoli paesaggistici, naturalistici, architettonici

• i condizionamenti indotti dalla natura

2.2 QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE

Per il quadro di riferimento ambientale lo studio di impatto è sviluppato secondo criteri descrittivi,

analitici e previsionali.

Con riferimento alle componenti ed ai fattori ambientali interessati dal progetto, secondo quanto

indicato nell’allegato III del D.P.C.M. 27.12.1988 integrato, ove necessario e d’intesa con

l’amministrazione proponente, il quadro di riferimento ambientale :

a) Definisce l’ambito territoriale e i sistemi ambientali interessati dal progetto, entro cui è da

presumere che possano manifestarsi effetti significativi sulla qualità degli stessi;

b) Descrive i sistemi ambientali interessati, ponendo in evidenza l’eventuale criticità degli

equilibri esistenti.

Componenti e fattori ambientali

Lo studio preliminare ambientale di un’opera, con riferimento al quadro ambientale, analizza le

componenti naturalistiche ed antropiche interessate, le integrazioni tra queste ed il sistema

ambientale preso nella sua globalità.

In particolare le componenti e i fattori ambientali sono così intesi:

Atmosfera : qualità dell’aria e caratterizzazione meteo climatica;

Ambiente idrico : acque sotterranee e acque superficiali

Suolo e sottosuolo : intesi sotto il profilo geologico

Vegetazione, flora e fauna : formazioni vegetali e associazioni animali

Salute pubblica : come individui e comunità

Rumore e vibrazioni : considerati in rapporto all’ambiente sia naturale che umano

Paesaggio : aspetti morfologici e culturali del paesaggio

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3.0 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

FORNISCE GLI ELEMENTI CONOSCITIVI SULLE RELAZIONE T RA L’OPERA PROGETTATA E GLI

ATTI DI PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE TERRITORIAL E E SETTORIALE E CONTIENE

L’INDIVIDUAZIONE DI EVENTUALI VINCOLI PRESENTI NELL ’AREA INTERESSATA (VINCOLI

PAESISTICI, NATURALISTICI, STORICO-ARTISTICI, ARCHE OLOGICI, IDROLOGICI).

TALI ELEMENTI COSTITUISCONO INFATTI I PARAMETRI DI RIFERIMENTO PER LA COSTRUZIONE

DEL GIUDIZIO DI COMPATIBILITÀ AMBIENTALE.

LA COSTRUZIONE DEL GIUDIZIO DI COMPATIBILITA’ AMBIE NTALE

Strumenti di pianificazione e programmazione nazion ale, regionale e locale

In questa parte dello studio viene valutata la coerenza del progetto con gli strumenti di

pianificazione e programmazione nazionale, regionale, locale e settoriale ed evidenziate le

eventuali disarmonie e incompatibilità dell’opera con i suddetti atti pianificatori.

Gli enti interessati sono:

- Stato italiano

- Regione Sardegna

- Provincia di Nuoro

- Comune di Macomer

- Consorzio della Zona Industriale di Macomer (in liquidazione)

Il progetto risulta conforme ai seguenti strumenti pianificatori:

- PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE (P.P.R.)

- P.U.C. COMUNE DI MACOMER

- NORME DI ATTUAZIONE Z.I. MACOMER (NUORO)

Tempi di attuazione

L’intervento avrebbe avvio immediato in quanto l’attività con la soglia di 10 tonn/g è in esercizio

avendo la Ditta in oggetto espletato regolare Pratica SUAP presso lo sportello unico del Comune di

Macomer in data 22.07.2010.

L’autorizzazione rilasciata consente alla Ditta Mario LOI di effettuare attività di recupero di cui

all’allegato C del D.Lgs n.152/2006, fino a 10 tonnellate giorno di rifiuti, relativamente alle seguenti

attività:

1. R5 Riciclo/Recupero di altre sostanze inorganiche

2. R13 Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a

R12 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti).

Scopo del progetto

Le finalità perseguite dalla Ditta MARIO LOI con il presente progetto sono quelle di ottimizzare

l’attività di movimento terra iniziata alcuni decenni fa, con la possibilità di conferire in proprio i rifiuti

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prodotti sia dall’attività di scavo e demolizione e contestualmente fornire un utile servizio collettivo,

permettendo l’utilizzo anche ad altre ditte che svolgono la stessa attività.

Ne consegue che con la presente pratica la Ditta in oggetto vorrebbe chiedere l’incremento

dell’attività lavorativa rifiuti fino a 100.000 tonn/ANNO di rifiuti, al fine di recuperare in tempi più

limitati i rifiuti depositati e poter incrementare la propria capacità d’impianto.

Da questa esigenza nasce la richiesta di assoggettabilità a VIA dell’attività esercitata dalla ditta

Loi, che consiste in primo luogo nel deposito di rifiuti inerti (R13) per poi sottoporli all’attività di

recupero (R5) tramite l’impianto composto da frantoio e vaglio.

Autorizzazioni concesse

L’impianto in questione con il limite di 10 tonn/g, in ottemperanza agli adempimenti normativi

vigenti a cui è soggetto, ha ricevuto da parte degli Enti preposti le seguenti autorizzazioni:

• Autorizzazione allo scarico nella fognatura consortile rilasciata dal Consorzio Industriale di

Macomer con n° 11 in data 15/07/2010;

• Dichiarazione autocertificativa (legge regionale n° 3 del 05/03/2008 art. 1 commi 16/32) per

avvio attività di recupero rifiuti inerti del 22/07/2010 protocollo 16544;

• Parere favorevole ARPAS (dipartimento di Nuoro) del 16/08/2010 protocollo n° 2010/23261

• Parere favorevole Comune di Macomer del 13/08/2010 protocollo n° 17862.

Regime pianificatorio

L’area in oggetto, di proprietà della ditta Mario LOI (soggetto proponente), si trova in comune di

Macomer presso la zona industriale di “Tossilo”. Il lotto è individuato catastalmente al foglio 53

mappale 318-322-323 del comune censuario di Macomer.

La superficie interessata dal progetto riguarda una superficie totale di circa 11.000 mq.

L’area in oggetto non risulta compresa nell’ambito di applicazione del Piano Paesaggistico

regionale della Regione Sardegna, approvato con deliberazione della Giunta regionale n°36/7 del

05/09/2006.

La stessa area, coerentemente con la reale destinazione d’uso del sito, è individuata come

“insediamento produttivo a carattere industriale, artigianale e commerciale” e pertanto non è in

contrasto con le norme di attuazione del Piano.

Per quanto riguarda l’inquadramento normativo del P.U.C. del comune di Macomer, l’area in

esame ricade nella zona omogenea D1, cioè a destinazione artigianale .

Si riporta ora in maniera sintetica il regime vincolistico dell’area oggetto della seguente proposta:

• Vincolo idrologico: l’area non è soggetta a vincolo idrogeologico;

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• Vincoli paesaggistici e ambientali: il sito non è soggetto alla normativa di cui alla legge

1497/39 (Tutela dei beni ambientali, paesaggistici e archeologici) e del D.Lgs 42 del

22/01/2004 (Codice dei beni culturali);

• Suoli con particolare vocazione agricola: l’ambito del sito è come detto a carattere

produttivo industriale;

• Aree archeologiche: nel sito in oggetto non risultano essere ubicati manufatti e siti di

particolare valore architettonico e archeologico. L’ emergenza archeologica più vicina è il

nuraghe Tossilo; esso, nel rispetto del p.to 5 dell’art. 49 delle Norme di Attuazione del

P.P.R. dista oltre 200 metri dalla recinzione perimetrale del lotto.

• Reti tecnologiche: nell’area in esame sono già presenti le reti tecnologiche infrastrutturali.

L’impianto afferente quindi non ricade:

• In aree individuate dalla direttiva comunitaria 79/409/CEE del 02/04/1979 “Direttiva uccelli”

• In aree individuate dalla Direttiva Comunitaria 92/43/CEE del 21/05/1992 “Direttiva Habitat”

• In aree naturali protette sottoposte a misura di salvaguardia, ai sensi dell’art.6 comma 3

della legge 06/12191, n.394 e successive mod.

• In aree site in zone di rispetto da cui all’art.21, comma 1, del decreto legislativo 11/05/99,

n.152 e successive mod.

• Nei territori sottoposti a vincolo paesaggistico ai sensi del decreto legislativo 19/10/99 n.490

e successive mod.

• Nelle fasce individuate dal Piano di assetto idrogeologico (PAI) approvato con delibera del

Consiglio Regionale n.2 del 30.06.2008, l’impianto non è ubicato in aree sondabili, instabili

ed alluvionabili.

L’impianto trovasi quindi in terreno ubicato al di fuori del centro abitato, non in presenza di beni

storici, artistici, archeologici e paleontologici e inoltre non risulta compreso in aree esondabili,

instabili ed alluvionali.

Per effetto delle varie competenze sul territorio per l’impianto in oggetto NON sussistono vincoli.

Aspetti socio-economici e ricadute sul territorio

Nonostante la situazione economica particolarmente sfavorevole del mercato globale di questi

ultimi anni, la ditta Mario LOI continua con proficuo a svolgere la propria attività nel campo delle

costruzioni edili e stradali. Ne consegue chela razionalizzazione dell’attività di movimento terra e

demolizione e la realizzazione dell’impianto di frantumazione e recupero a favore della filiera corta,

dovrebbero certamente garantire la sostenibilità dell’intervento.

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4.0 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE

FORNISCE GLI ELEMENTI CONOSCITIVI SULLE RELAZIONE T RA L’OPERA PROGETTATA E GLI

ATTI DI PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE TERRITORIAL E E SETTORIALE E CONTIENE

L’INDIVIDUAZIONE DI EVENTUALI VINCOLI PRESENTI NELL ’AREA INTERESSATA (VINCOLI

PAESISTICI, NATURALISTICI, STORICO-ARTISTICI, ARCHE OLOGICI, IDROLOGICI).

TALI ELEMENTI COSTITUISCONO INFATTI I PARAMETRI DI RIFERIMENTO PER LA COSTRUZIONE

DEL GIUDIZIO DI COMPATIBILITÀ AMBIENTALE.

Inquadramento storico-culturale

Il comune di Macomer è una città di circa 10.000 abitanti che grazie alla sua posizione geografica,

baricentrica rispetto a tutte le vie di comunicazione della Regione, si è notevolmente sviluppata

divenendo nel tempo una realtà industriale e commerciale di una certa importanza. Tale

importanza, però, negli ultimi tempi è venuta scemando in conseguenza di una crisi industriale che

ha toccato in particolare il settore industriale.

Il settore dell’edilizia, malgrado tutto, ha continuato ad avere una funzione di traino come

dimostrano le molteplici opere pubbliche realizzate in questi ultimi anni: nuovo centro

polifunzionale, nuova piscina comunale, eliminazione di tutti i passaggi a livello interni alla città

previa realizzazione di sottopassi ferroviari, etc.

Situazione attuale

Affinchè l’attività in oggetto possa essere avviata non si devono realizzare opere edili aggiuntive al

fine di incrementare la capacità dell’impianto, per cui si può affermare che il progetto non modifica

le caratteristiche funzionali delle opere di cui costituisce modifica, in quanto sia la potenzialità dei

mezzi a disposizione, sia l’estensione dell’area consentono tale incremento senza la realizzazione

di ulteriori opere di grande impatto.

Si descrive nel seguito lo stato attuale .

Nel lotto oggetto dell’attività l’area risulta recintata lungo il perimetro mediante recinzione in rete

elettrosaldata, che si pensa a breve di sostituire con una recinzione in muratura.

In tale lotto si esercita già un’attività di recupero rifiuti non pericolosi con il limite di 10 tonn/giorno .

Per aumentare il rendimento della filiera corta, è intenzione della ditta proponente implementare

con nuovi macchinari il vecchio impianto di frantumazione, il cui ciclo produttivo si articolerebbe nel

modo seguente:

a) Ricezione e sistemazione del materiale destinato alla frantumazione nell’area di stoccaggio

b) Trasporto del materiale stoccato al torrino di caricamento della tramoggia

c) Frantumazione del materiale all’interno del frantoio

d) Lavaggio del materiale frantumato allo scopo di eliminare impurità dovute alla presenza di

terra

e) Trasporto mediante nastro trasportatore alle varie cataste in base alla granulometria

f) Trattamento e recupero delle sabbie dalle acque di lavaggio

g) Riutilizzo (attraverso vendita) del materiale selezionato

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L’approvvigionamento idrico avverrà grazie alla presenza della linea consortile e lo scarico delle

acque nella fogna consortile, previo pretrattamento attraverso una vasca di prima pioggia (vedasi

tavole allegate).

Riferimenti programmatici

In questo paragrafo verrà analizzato il ruolo che assume il progetto nell’ambito della pianificazione

territoriale a livello regionale, provinciale e comunale. In particolare di intende analizzare la

localizzazione dell’impianto rispetto all’eventuale presenza di vincoli, l’attuale uso del suolo e le

condizioni al contorno relative all’attività in oggetto.

5.0 IL PROGETTO

Caratteristiche dei rifiuti da recuperare

I rifiuti che si intende riciclare e recuperare fanno parte del Catalogo Europeo dei Rifiuti (Direttiva

75/442/CEE art.1, lettera a, e direttiva 91/689/CEE e ss.mm.ii.) e pertanto sono contraddistinti da

un codice a sei cifre che ne identifica univocamente la categoria di appartenenza e la tipologia.

I rifiuti per i quali si richiede l’autorizzazione al recupero appartengono tutti alla categoria dei “non

pericolosi" e sono individuati facendo riferimento al nuovo codice CER.

TABELLA CODICI

Codice Descrizione

RIFIUTI DELLE OPERAZIONI DI COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE

17 01 01 Cemento

17 01 02 Mattoni

17 01 03 Mattonelle e ceramiche

17 01 07 miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla

voce 17 01 06

17 05 04 terre e rocce non contenenti sostanze pericolose

17 09 04 rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci 17 09 01,

17 09 02 e 17 09 03

10 13 11 rifiuti della produzione di materiali compositi a base di cemento, diversi da quelli di cui alle voci

10 13 09 e 10 13 10.

Il D.M. 05.02.1998, allegato 1 così come modificato dal D.M. Ambiente e Tutela del Territorio n°186 del

05/04/2006 (allegato 5), riporta le norme tecniche generali per il recupero di materia

relativamente alle diverse tipologie di rifiuti non pericolosi.

Al caso in esame si possono applicare le norme estrapolate dal predetto decreto:

Tipologia: rifiuti costituiti da laterizi, intonaci e conglomerati di cemento armato e non,

comprese le traverse e traversoni ferroviari e i pa li in calcestruzzo armato

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provenienti da linee ferroviarie, telematiche ed el ettriche e frammenti di

rivestimenti stradali, purché privi di amianto.

Provenienza : attività di demolizione, frantumazione e costruzione. attività di produzione di lastre e

manufatti in fibrocemento.

Caratteristica del rifiuto : materiale inerte, laterizio e ceramica cotta con eventuale presenza di

frazioni metalliche, legno, plastica, carta e isolanti escluso amianto.

Attività di recupero : messa in riserva di rifiuti inerti (R13) per la produzione di materie prime

secondarie per l’edilizia mediante fasi meccaniche e tecnologicamente interconnesse di

macinazione, vagliatura, selezione granulometrica e separazione della frazione metallica e delle

frazioni indesiderate per l’ottenimento di frazioni inerti di natura lapidea a granulometria idonea e

selezionata con residuo del test di cessione conforme a quanto previsto in allegato 3 al presente

decreto e con caratteristiche di cui alle norme CNR-UNI 10006 (R5).

Caratteristiche delle materie prime e/o prodotti ot tenuti : materie prime secondarie per l’edilizia.

Quantità totale di recupero prevista: max 80.000 tonn/ANNO . Codice 17 03 02 miscele bituminose diverse da quelle di cui alla 17 03 01

Al caso in esame si possono applicare le norme estrapolate dal predetto decreto:

Tipologia : conglomerato bituminoso

Provenienza : attività di scarifica del manto stradale mediante fresatura a freddo

Caratteristiche del rifiuto : rifiuto solido non pulverulento costituito da bitume ed inerti

Attività di recupero : produzione conglomerato “vergine” a caldo e a freddo; realizzazione di

rilevati e sottofondi stradali (il rifiuto è subordinato al test di cessione sul rifiuto tal quale secondo il

metodo in allegato 3 al presente decreto); produzione di materiali per costruzioni stradali mediante

selezione preventiva (macinazione, vagliatura , eventuale miscelazione con inerte vergine).

Caratteristiche delle materie prime e prodotti otte nuti : conglomerato bituminoso nelle forme

usualmente commercializzate; materiali per costruzione nelle forme usualmente commercializzate.

Quantità totale di recupero prevista:max 20.000 tonn/ANNO.

MESSA IN RISERVA DEI RIFIUTI

La messa in riserva dei rifiuti non pericolosi, individuati e destinati alle attività R5 e R13 è

sottoposta alle disposizioni di cui all’art.33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n°22 e

dell’allegato 5 al D.M. 05.02.1998 e ss.mm.ii., nel rispetto delle seguenti condizioni:

- I cumuli dei rifiuti non saranno ubicati in aree sondabili o suscettibili di allagamento;

- All’interno dell’impianto esisterà un’area di circa 500 mq nella quale è previsto lo stoccaggio

temporaneo dei rifiuti provenienti da terre e rocce da scavo e ulteriori 400 mq per rifiuti da

demolizione, in attesa della frantumazione e del successivo smistamento e comunque con

tempi stimati inferiori a un anno. Tale area le cui caratteristiche sembrano essere adeguate,

è stata ricavata nelle immediate vicinanze dell’impianto di frantumazione allo scopo di

migliorare la dinamica e l’economia del processo produttivo e contemporaneamente per

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evitare dispersioni durante il trasporto. La pavimentazione di tale area è stata realizzata

mediante miscelazione di elementi lapidei frantumati e legante, adeguatamente rullati in

modo da creare una uniforme barriera impermeabile costituita (ai sensi della L.36/2006) per

evitare la percolazione delle acque agli strati più profondi.

L’area di conferimento è di dimensioni adeguate alle manovre dei mezzi di trasporto. I cumuli di

diversa tipologia saranno stoccati separatamente gli uni dagli altri.

I rifiuti da recuperare saranno stoccati separatamente dalle materie prime eventualmente presenti

nell’impianto:

- I materiali ferrosi eventualmente presenti, una volta separati tramite l’utilizzo del magnete,

saranno disposti provvisoriamente su una superficie in cls dello spessore di 20 cm prima di

essere trasferiti a discarica;

- Per impedire la dispersione delle polveri, sia all’ingresso della discarica che nelle aree di

stoccaggio e sul percorso degli automezzi, saranno posizionati a rete dei vaporizzatori

d’acqua che, soprattutto nelle giornate ventose hanno il compito di tenere umido il rifiuto ed

evitare la dispersione della frazione granulometrica volatile.

Impianto di recupero e relativa potenzialità

Il riciclaggio e la trasformazione del materiale saranno effettuati con l’utilizzo di un impianto di

frantumazione e uno di vagliatura.

L’impianto di frantumazione è il TEREX PEGSON M, del tipo mobile a cingoli ed è dotato di

tramoggia di carico, sgrossatore di carico con vaglio passante di 50 mm, nastro separatore della

componente passante, frantoio a mascelle con bocca di carico di dimensioni 900x600 mm. Il

prodotto frantumato passa poi sul nastro trasportatore dove la componente ferrosa, separata da

opportuni elettromagneti, viene depositata sul nastro deferrizzatore e smaltita separatamente.

L’impianto di vagliatura è anch’esso su cingoli ed è dotato di un sistema di magli vibranti a

granulometria decrescente e nastri trasportatori per l’accumulo separato delle diverse frazioni

granulometriche prodotte. Il sistema è dotato di impianto di abbattimento polveri.

Nell’area oltre il frantoio è prevista un’area destinata allo stoccaggio del materiale pulito

proveniente dalla frantumazione.

Il ciclo produttivo pertanto si articola nel modo seguente:

Ricezione, controllo e sistemazione del materiale destinato al recupero nell’area di

stoccaggio temporaneo

Trasporto del materiale stoccato al torrino di caricamento della tramoggia

Lavaggio del materiale frantumato allo scopo di eliminare le impurità

Trasporto mediante nastro trasportatore nelle zone di accumulo in base alla granulometria

Riutilizzo (attraverso vendita) del materiale selezionato

L’inerte lavorato sarà prodotto nelle seguenti pezzature:

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- Sabbia 0/4 mm

- Pietrisco 0/30 – 30/70 – 70/120 mm

- Tout venant 0/120 mm

L’impianto di frantumazione è come già detto del tipo mobile e nel momento in cui l’impianto sarà a

regime potrà arrivare a circa 80.000 t/anno nella categoria di rifiuto 7.1.

In merito alla potenzialità dell’impianto è stato fatto un calcolo considerando convenzionalmente

300 giorni lavorativi annui per 8 ore lavorative al giorno. Sulla base delle 8 ore giornaliere,

considerando la lavorazione oraria dei macchinari, dei mezzi d’opera e delle risorse umane, si

ottiene la potenzialità teorica annua dell’impianto da cui viene desunta la potenzialità complessiva

effettiva.

La capacità lavorativa dei mezzi di movimentazione e quella delle risorse umane è impiegata per

l’80% nelle attività di separazione dei rifiuti e messa in riserva, mentre la potenzialità residua è

inclusa nelle operazioni di carico e scarico dei macchinari.

Sviluppo dell’assetto industriale circostante

Il sito in cui si svolge l’attività, come già accennato, ricade completamente in ambito industriale e in

quanto tale la zona risulta circondata da aree destinate a varie attività produttive.

Sistema di trasporti

L’accesso all’impianto avviene attraverso due ingressi che danno direttamente sulla via consortile.

Allo stato attuale non sono previsti interventi nella viabilità relativa all’area in oggetto per i quali

l’attività proposta possa generare un qualunque tipo di impedimento.

Sistema idrogeologico e idrografico

In merito all’entità ed alla dinamica dell’acqua circolante nelle formazioni presenti nel territorio,

possono distinguersi diverse classi di permeabilità:

1° classe : terreni da molto permeabili a permeabili con un coefficiente di permeabilità K compreso

tra 10 e 10-4 cm/sec.

In questa classe possono essere compresi tutti quei terreni che a causa delle caratteristiche sia

singenetiche che postgenetiche, consentono una buona circolazione idrica e sono in genere

costituiti da coperture alluvionali, eluviali e detritiche sciolte.

2° classe : terreni da debolmente permeabili a impermeabili con un coefficiente di permeabilità K

compreso tra 10-4 e 10-7 cm/sec.

Appartengono a questa classe i vari tipi di basalti fratturati, i sabbioni originatisi da questi e le

manifestazioni filoniane altamente fratturate. La quantità d’acqua che in essi può trovarsi circolante

o immagazzinata è proporzionale al grado di alterazione e fessurazione della roccia. L’area in

oggetto rientra in tale classe, anche se, le protezioni da realizzare costituite da teli di tessuto non

tessuto realizzeranno nel complesso un sistema impermeabile.

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Idrografia superficiale

Il reticolo idrografico all’interno dell’area in oggetto è praticamente trascurabile.

Anche la presenza di qualche sorgente risulta di scarsa rilevanza con portate legate

essenzialmente all’andamento stagionale delle piogge.

6.0 QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE

DEFINISCE L’AMBITO TERRITORIALE E I SISTEMI AMBIENT ALI INTERESSATI DAL PROGETTO,

ENTRO CUI È DA PRESUMERE CHE POSSANO MANIFESTARSI E FFETTI SIGNIFICATIVI SULLA

QUALITÀ DEGLI STESSI;

DESCRIVE I SISTEMI AMBIENTALI INTERESSATI, PONENDO IN EVIDENZA L’EVENTUALE CRITICITÀ

DEGLI EQUILIBRI ESISTENTI.

Inquadramento geografico

Dopo il rilevamento di superficie effettuato nel territorio e dopo attenta analisi della cartografia e

della bibliografia esistente, sono state acquisite tutte le informazioni possibili riguardanti gli aspetti

seguenti:

Morfologia : stabilità dell’area

Idrologia : situazione idrologica superficiale, presenza di pozzi, permeabilità dei terreni

Climatologia : piovosità, temperatura, ventosità

Descrizione dei principali parametri progettuali re lativi al sito d’intervento

Inquadramento geomorfologico

Nella zona in studio si riscontra una morfologia caratterizzata dalla relativa giovinezza dei litotipi e

degli avvenimenti tettonici. I processi e le forme evidenti sono quelli tipici delle aree vulcaniche di

plateau. La morfologia può essere riassunta in due tipi.

a) Aree pianeggianti degli espandimenti basaltici

b) Cornici delle aree basaltiche, sono i bordi terminali degli espandimenti basaltici

La gran parte del territorio è compreso nel primo tipo, caratterizzato da una notevole stabilità

geomorfologica e dall’assenza di fenomeni geomorfici, difficilmente attivabili dopo l’intervento

umano. Nelle altre aree, non essendo le forme presenti completamente evolute, anche per la

relativa giovinezza dei rilievi, emerge una situazione di stabilità che, se non attentamente

considerata, può essere delicata. In generale si riscontra una situazione di sostanziale stabilità per

quanto concerne i processi naturali, mentre sorgono perplessità riguardo ai processi antropici.

Il territorio è stato sottoposto ad un imponente intervento umano, pertanto esiste un problema

d’interazione tra l’attività umana e i processi naturali. Sono diffusi soprattutto gli insediamenti

pastorali che hanno determinato una diminuzione della copertura vegetale.

Rilevante anche l’attività di spietramento e aratura che, in alcune condizioni, possono dar luogo a

fenomeni di erosione accelerata.

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Nel complesso dalla cartografia esaminata risulta un quadro di sostanziale stabilità. I processi

geomorfici attivi o facilmente riattivabili in conseguenza dell’azione dell’uomo sono limitati alle aree

montane successivamente modellate dall’azione dell’acqua.

Idrografia e idrogeologia dell’area

In considerazione delle caratteristiche geologiche e geomorfologiche della zona, i corsi d’acqua

non presentano flussi di rilievo essendo influenzati dalla variabilità delle precipitazioni che

determinano un regime di tipo torrentizio a carattere stagionale. Il reticolo idrografico date le

dimensioni dell’area di intervento si presenta di entità trascurabile.

Elementi climatici

Si riporta ora un diagramma che illustra la quantità delle precipitazioni misurate dalla stazione

pluviometrica più vicina, posta a Fonni.

mese Tmin Tmax Precip.

gennaio 4°C 11°C 110 mm

febbraio 4°C 12°C 100 mm

marzo 5°C 14°C 80 mm

aprile 7°C 17°C 70 mm

maggio 11°C 21°C 50 mm

giugno 15°C 26°C 30 mm

luglio 17°C 30°C 5 mm

agosto 18°C 29°C 20 mm

settembre 15°C 25°C 50 mm

ottobre 12°C 21°C 90 mm

novembre 8°C 16°C 120 mm

dicembre 6°C 13°C 120 mm

Per quanto riguarda le caratteristiche pluviometriche dell’area queste si presentano secondo

l’andamento generale tipico del clima mediterraneo con precipitazioni concentrate nelle stagioni

autunno-invernali. La quantità annua media di precipitazioni piovose si aggira intorno ai 700 mm, la

distribuzione delle precipitazioni nel corso dell’anno è abbastanza irregolare in quanto, al mese di

dicembre, che risulta il più piovoso con una media di 120 mm, si contrappone luglio con una media

di appena 5 mm, risultando il più siccitoso.

Per quanto riguarda la posizione geografica dell’area, in relazione ai venti dominanti ed alla

direzione delle polveri prodotte e trasportate, risulta evidente dalla figura seguente che i venti al

suolo spirano prevalentemente da ovest (maestrale ) e da est (tramontana ). In considerazione di

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ciò sono state condotte le analisi di emissione delle polveri e la valutazione del rumore come

vedremo meglio nei paragrafi successivi.

Stato della flora, della vegetazione e della fauna

Poiché la zona è antropomorfizzata non si segnalano particolari specie protette.

Paesaggio

Nelle vicinanze non è presente, come riscontrabile dalla documentazione grafica, nessun centro

abitato ma soltanto capannoni industriali, agricoli e artigianali; infatti il contesto paesaggistico in cui

l’impianto andrà ad inserirsi è il tipico paesaggio agricolo industrializzato.

Stato del sistema insediativo, delle condizioni socio-economiche e dei beni materiali

L’area in cui sorgerà l’impianto ha destinazione urbanistica industriale ed è nettamente separata

dalle aree ad intensa attività umana o residenziale presenti nel comune di Macomer come

testimonia il PUC.

Da quanto detto appare evidente che nelle zone immediatamente limitrofe al lotto di nostro

interesse non risiedono stabilmente persone e si può considerare nulla la popolazione.

ILLUSTRAZIONE DELLE PRINCIPALI ALTERNATIVE POSSIBIL I

Fatte le dovute considerazioni riguardo al fatto che:

- Il lotto oggetto della presente è posizionato in un’area che si presta a tale tipo di

insediamento,

- Il sito in oggetto ha una posizione strategica che si colloca in un area poco urbanizzata ma

ben servita dalle strade di collegamento.

E’ risultato che:

l’installazione di nuove attività di gestione rifiuti in un’area come quella descritta si può considerare

la migliore alternativa, assumendo pertanto il principio dell’opzione zero.

7.0 DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE E DEGLI I MPATTI AMBIENTALI

Uso del suolo

Come è facile osservare, nel territorio del Comune, troviamo principalmente sistemi preforestale a

parziale utilizzo agro-zootecnico e sistemi agro-silvo-pastotali.

Infrastrutture

Le principali infrastrutture presenti nel comune di Macomer sono:

a) viabilità

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per quel che riguarda la viabilità principale le direttrice primaria è rappresentata dalla S.S. 131, il

cui svincolo dista poco meno di1 km dal sito oggetto di analisi e che assicura un immediato

raggiungimento dei luoghi di conferimento dei prodotti finali dell’attività.

Per quel che riguarda la rete viaria secondaria, la stessa si sviluppa con una rete di strade ad una

carreggiata con sezione utile 6-8 m, più che sufficienti per il livello di traffico attuale e futuro.

Impatto del rumore

L’impatto da rumore è conseguente all’utilizzo del frantoio e del sistema di vagliatura.

Il livello di rumore si esprime quantitativamente nella scala dei decibel. Per arrivare a esprimere un

livello di rumore in decibel si procede nel modo seguente:

- Bisogna tenere presente che il rumore è un’onda di pressione che si propaga nell’aria.

- Bisogna stabilire di prendere come unità di riferimento il livello minimo di pressione

dell’onda sonora che può essere percepito dall’orecchio umano medio: 20 milionesimi di

Pascal.

- Bisogna considerare il logaritmo in base 10 del rapporto tra la pressione dell’onda sonora e

il livello di riferimento di 20 milionesimi di Pascal, e moltiplicarlo per 20. Con questa serie di

operazioni si definisce la scala dei decibel. Nel concreto per esprimere i livelli di rumore si

parla sempre di dBA. Questo vuol dire che al numero ottenuto come detto

precedentemente si apporta un ulteriore correzione per tener conto della diversa sensibilità

dell’orecchio umano ai toni acuti, intermedi o gravi.

Passando al lato pratico relativamente alla valutazione del rumore in ambito ambientale si possono

fissare questi parametri:

• Misurazioni di 20 dBA: ambiente silenziosissimo

• Misurazioni di 30 dBA: ambiente silenzioso

• Misurazioni di 40 dBA: si avvertono rumori ambientali in lontananza

• Misurazioni di 50 dBA: rumore in esterno di zone tranquille

• Misurazioni di 60 dBA: rumore in esterno di zone trafficate

• Misurazioni di 70 dBA: strada molto trafficata e rumorosa

In ambito non lavorativo non si misurano in genere livelli di rumore superiori a75dBA, che vengono

invece stabiliti come base in ambito lavorativo al fine di prevenire in rischio da danni uditivi.

Quando si parla di rumorosità ambientale si fa però riferimento al livello medio di rumore, esteso

ad un periodo rappresentativo delle condizioni locali. Proprio questo esprime il Livello Equivalente

(LEq), che è la grandezza più frequentemente utilizzata per parlare di rumore ambientale.

Esso rappresenta la potenza sonora media dell’onda sonora in un punto, espresso in decibel. Per

ovviare alla generalità del valore medio vengono utilizzati altri indicatori, quali: L95 (95° percenti le

della distribuzione dei livelli). Esso rappresenta il rumore superato per il 95% del tempo di rilievo,

ovvero, equivalentemente il livello di fondo di una data località.

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Ad esempio, se una località è caratterizzata dal rumore naturale di un fiume, a cui si

sovrappongono sporadici rumori da transito di veicoli, il LEq sarà molto influenzato dal rumore di

questi ultimi, mentre l’L95 indicherà proprio il rumore di fondo del torrente.

Al fondo della scala acustica dei livelli sonori sta L5 (5° percentile della distribuzione dei livelli

sonori, ovvero livello di rumore superato per il 5% del tempo di rilievo. Esso è rappresentativo del

livello sonoro “alto” di un sito di misura, quello, per l’appunto, superato in media per 3’ al minuto).

Per tornare all’esempio iniziale, il colpo di clacson ravvicinato sfuggirebbe anche all’L5. Per rumori

molto brevi e intensi come quello, è necessario ricorrere al livello massimo: il cosiddetto Lmax, e in

questo caso è necessario più che mai dire se il fonometro era regolato per una risposta veloce o

lenta.

Riassumendo il livello di pressione sonora (SPL) o livello sonoro Lp è una misura logaritmica della

pressione sonora efficace di un’onda meccanica sonora rispetto ad una sorgente sonora di

riferimento. Viene misurata in decibel sonori (dbSPL):

Lp = 10log (P2/P02)

dove p0 è la pressione sonora di riferimento e p è il valore efficace della pressione sonora che si

vuole misurare.

La pressione di riferimento più comunemente utilizzata è p0 = 20 µPA.

Nel caso specifico, al fine di valutar l’impatto de terminato da tale attività, è stata effettuata

una Valutazione di Impatto Acustico a firma del Dot t. Ing. Alberto Collu, Tecnico

competente in acustica ambientale, iscritto all’Alb o della Regione Sardegna al n°75. Dalla

sua lettura si deduce che già ai confini del lotto il livello di intensità sonora è ad un livello

accettabile e comunque quasi sempre al di sotto del limite di 70 db fissato dalla Normativa

per le aree esclusivamente industriali. In particol are si attesta che “ ai sensi e agli effetti

dell’art.8, commi 4,5 e 6 della legge 2671071995 n° 447, relativamente all’attività in oggetto, il

livello di inquinamento acustico causato dalle emis sioni sonore degli impianti è entro i limiti

previsti dalla vigente normativa”.

È invece opportuno proteggere i lavoratori con oppo rtuni DPI.

Impatto da polveri

Le polveri derivanti dall’attività di recupero di rifiuti sono sostanzialmente relative allo svolgimento

delle seguenti attività:

- Impianto di frantumazione

- Movimento di mezzi pesanti

- Messa in riserva dei rifiuti

Nel caso specifico l’impianto di frantumazione dovrà essere dotato dei dispositivi necessari per

provvedere direttamente all’abbattimento delle polveri prodotte dal processo di trasformazione del

materiale da recuperare.

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Anche in questo caso, ai fini di valutare l’impatto determinato da tale attività, è stato

effettuato un campionamento delle emissioni diffuse dal Dott. Giuseppe Cabizza, iscritto

all’Ordine dei Chimici della provincia di Sassari a l n°66, che si riporta in allegato; anche in

tale situazione si può osservare che già ai confini del lotto di proprietà il livello di concentrazione

delle polveri atmosferiche è ben al di sotto dei limiti fissati dalla normativa vigente.

Polvere da circolazione di mezzi di trasporto

La circolazione dei mezzi di trasporto dei rifiuti produce soprattutto durante la stagione estiva un

sollevamento di polveri fini provenienti sia dalla superficie del mezzo di trasporto che dal fondo

stradale, le quali con l’ausilio del vento possono essere trasportate al di fuori dell’area del lotto. Ne

consegue che si dovrà provvedere a bagnare regolarmente la superficie del fondo stradale sui

tratti di movimentazione dei mezzi di trasporto e nebulizzare la superficie dei cumuli di materiali a

deposito temporaneo.

VEDASI RELAZIONE TECNICA ALLEGATA.

Impatto sul paesaggio

L’impatto sul paesaggio viene valutato in relazione ai coni di visuale che si generano nei punti dai

quali è possibile osservare gli effetti dell’attività sul paesaggio circostante. Nel caso specifico in

oggetto, il contesto in cui si inserisce l’impianto è quello di un sito a destinazione esclusivamente

industriale e pertanto l’impatto conseguente risulta essere piuttosto modesto se non nullo.

Descrizione della situazione ambientale

Caratterizzazione ante operam dell’area

La caratterizzazione ante operam dell’area circostante coincide col cosiddetto momento zero o

momento attuale. Come osservabile dalla cartografia allegata, i tratti originari dell’habitat naturale,

non sono più riconoscibili e il segno dell’attività antropica è ben evidente. Di fatto l’habitat al

contorno è quello tipico di un agglomerato industriale e pertanto risulta evidente che l’impatto ante

operam sulle componenti ambientali va ricercato stimando qualitativamente e quantitativamente gli

impatti indotti dall’opera sul sistema ambientale tenendo ben presente quale sia il contesto in cui

essa va ad inserirsi.

Stima degli impatti attribuibili all’opera

Effetti sull’ambiente

Nel progetto in oggetto viene condotta un’analisi attenta di tutti gli impatti connessi con

l’esecuzione dell’attività, i quali possono essere così riassunti:

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Compatibilità con l’assetto urbanistico della zona

Lo strumento urbanistico del Comune di Macomer è attualmente il Piano Urbanistico Comunale

(P.U.C.). Dal punto di vista dell’assetto urbanistico l’area ricade nella zona omogenea D1, zona

Artigianale-Industriale, ed è quindi conforme con le disposizioni e gli indirizzi del Piano stesso.

Data la distanza dell’impianto rispetto al centro abitato (circa 3 km) è facile dedurre che non

esistono interferenze negative con le abitazioni destinate all’edilizia residenziale.

Effetti sugli equilibri degli ecosistemi esistenti

Trattasi di un impianto in ambiente ad ordinamento prevalentemente industriale e pertanto non

esiste nell’area dello studio e nell’ambiente circostante un ecosistema naturale riconoscibile.

Impatti sulla viabilità

Per quanto riguarda l’impatto dell’attività di recupero di rifiuti non pericolosi nei confronti della

viabilità, si ritiene che questo sia molto basso, in quanto la movimentazione dei mezzi all’esterno

dell’area è limitata al trasporto del materiale da recuperare o del materiale già recuperato e quindi

approssimativamente 20-30 spostamenti giornalieri.

Impatti sul paesaggio e Provvedimenti di mitigazion e ai fini di un compatibile assetto

territoriale paesaggistico – Il ripristino ambienta le

Date le caratteristiche dell’area circostante (ambiente a destinazione prevalentemente industriale)

non si prevedono impatti significativi sul paesaggio circostante e pertanto non si ritengono

necessari interventi mitigativi. In ogni caso l’area dell’impianto dovrà essere mantenuta

costantemente ordinata e i cumuli dei materiali recuperati ben separati e correttamente dislocati

negli spazi di competenza.

Impatti dell’attività sul suolo e sul sottosuolo

Come detto i cumuli di materiali da recuperare saranno dislocati su superfici impermeabili in cls o

con barriere realizzate sovrapponendo più strati di materiali e legante, opportunamente rullato, al

fine di evitare la percolazione negli strati profondi delle acque di dilavamento. In ogni caso date le

caratteristiche dei materiali da recuperare (inerti di demolizione e terre e rocce da scavo) non si

prevede che le stesse possano rilasciare quantità significative di prodotti inquinanti.

Ambiente idrico

Si escludono, sulla base delle indagini effettuate, alterazioni dell’ambiente idrico superficiale e

sotterraneo a seguito dell’intervento.

Vegetazione

Essendo un sito industriale a forte intervento antropico non è presente alcuna vegetazione.

La fauna

Non è presente alcun tipo di fauna nell’area di intervento

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Riepilogo degli impatti prodotti dalla realizzazion e dell’opera sulle diverse

componenti ambientali

Stima degli effetti positivi e negativi che la real izzazione del progetto comporta

sull’ambiente.

Per quanto concerne gli effetti positivi sull’assetto economico – sociale, gli stessi consistono

principalmente nell’incremento dei posti di lavoro direttamente connessi all’attività (4 nuove unità

stimate) e nel servizio reso alla collettività dovuto alla possibilità di usufruire di uno spazio

adeguato per il conferimento di macerie da demolizione.

Ne consegue che la valenza socio-economica dell’attività della Ditta Mario LOI, in considerazione

anche dei poco significativi impatti sulle componenti ambientali, è determinante nella valutazione

del presente studio.

Stima degli effetti positivi e negativi che la real izzazione del progetto comporta

sull’atmosfera.

Gli impatti derivanti dall’attività di recupero di rifiuti inerti non pericolosi nei confronti dell’atmosfera

son riconducibili alla ricaduta sul suolo delle polveri prodotte dalla frantumazione e dalla

circolazione degli automezzi di trasporto del materiale e delle macchine di lavorazione. Inoltre sono

state considerate le emissioni in atmosfera prodotte dagli scarichi dei macchinari di

movimentazione dei materiali.

L’analisi ha dimostrato che sia per effetto della scarsa rilevanza degli elementi prodotti che per

effetto della notevole distanza dal centro abitato, tale impatto possa essere considerato poco

significativo o addirittura trascurabile. In ogni caso per mitigarlo ulteriormente, si procederà

all’abbattimento delle polveri soprattutto durante il periodo estivo, sia bagnando le strade e i

cumuli dei materiali nelle giornate ventose, sia attuando un’attenta e continua pulizia e

manutenzione degli automezzi utilizzati per l’attività.

Stima degli effetti positivi e negativi, che la rea lizzazione del progetto comporta sulle acque

superficiali

Come risulta dall’analisi specifica riportata nello S.P.A., si è dedotto che l’attività in oggetto non

produce alcun impatto sulle acque superficiali e sotterranee, sia presenti nel sito che nelle aree

limitrofe.

Stima degli effetti positivi e negativi che la real izzazione del progetto comporta sulle attività

agro-zootecniche locali

A causa della distanza e degli scarsi effetti prodotti, le poche attività agro-zootecniche presenti

nella zona non risentiranno minimamente della presenza dell’impianto.

Stima degli effetti positivi e negativi, che la rea lizzazione del progetto comporta sulla

popolazione

Dalla distanza dell’impianto dal centro abitato non si prevedono impatti significativi sulla

popolazione. Anche per quanto riguarda gli effetti prodotti dal rumore si è valutato che il livello di

intensità sonora anche in condizioni ideali è ad un livello accettabile (vedasi relazione specifica).

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Considerato che dall’analisi della cartografia le più vicine abitazioni residenziali distano oltre 2000

m dalla sorgente propagatrice, si può considerare poco significativo se non nullo l’inquinamento

acustico prodotto. E’ invece necessario proteggere i lavoratori con opportuni DPI per

salvaguardarne l’apparato uditivo che a lungo andare risente dei rumori prodotti dal frantoio e dagli

altri macchinari.

Stima degli effetti positivi e negativi che la real izzazione del progetto comporta sulla flora e

sulla vegetazione

Le analisi hanno messo in luce il fatto che l’attività non produce effetti significativi sulla flora e sulla

vegetazione.

Stima degli effetti positivi e negativi che la real izzazione del progetto comporta sulla flora e

sulla fauna

Le analisi hanno messo in luce il fatto che l’attività non produce effetti significativi sulla fauna.

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8.0 IL BILANCIO D’IMPATTO AMBIENTALE

Premessa

Il bilancio di impatto ambientale di seguito proposto ha la funzione di verificare se gli interventi e le

scelte effettuate nell’ambito del progetto mantengano uno standard di qualità in relazione agli

aspetti fisici, naturalistici, urbanistici, geologici e ambientali.

Il bilancio dell’impatto ambientale attraverso l’analisi dei singoli impatti sulle componenti ambientali

può essere determinato attraverso diversi metodi; dato il tipo di opera che si sta valutando si è

ristretto il campo di applicazione ai due metodi usati prevalentemente, le CHECKLISTS e le

MATRICI DI IMPATTO.

LE CHECKLISTS

Il metodo delle checklists (liste di controllo) è uno dei più vecchi e tuttora più utilizzati perché si

tratta di uno strumento semplice e facilmente adattabile ai singoli casi. Questo strumento viene

utilizzato nelle fasi iniziali dell’analisi in quanto consente di selezionare rapidamente gli elementi

realmente significativi per il loro impatto sull’ambiente e consente di evitare di trascurare qualche

elemento determinante. Esso consiste nella formulazione di liste di domande in cui si inseriscono

gli elenchi dei potenziali impatti ambientali di un progetto e dei relativi parametri ambientali che ne

descrivono l’evoluzione. Esistono vari tipi di checklists:

• Checklists semplici, che consistono in una lista dei parametri interessati

• Checklists descrittive, che danno delle linee guida per la misura dei parametri. Possono

includere richieste di dati, fonti delle informazioni e tecniche predittive.

• Checklists pesate, che includono informazioni sulla durata dell’impatto e sulla sua

eventuale irreversibilità

• Checklists questionari, che consistono in una serie di domande a cui l’intervistato risponde

fornendo un giudizio ed esprimendo le proprie valutazioni.

Nel caso specifico è stata utilizzata una checklist di tipo semplice a scopo propedeutico per

individuare gli impatti determinati dalla realizzazione dell’opera. Gli stessi valori sono stati poi

“pesati” e valutati ottenendo un “valore di impatto finale” utilizzato come indicatore dell’impatto

totale dell’opera.

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CHECKLIST

Impatti derivanti dalla realizzazione dell’opera

• Il progetto comporta un’occupazione dei terreni su vasta scala, lo sgombro del terreno, sterri di

ampie dimensioni e sbancamenti? NO

• Il progetto comporta la modifica del reticolo di drenaggio (ivi compresi le costruzioni di dighe, la

deviazione di corsi d’acqua o un maggior rischio di inondazioni? NO

• Il progetto comporta l’impiego di nuova manodopera? SI

• Il progetto genererà un aumento di reddito nell’economia locale? SI

• Il progetto modificherà le condizioni sanitarie? NO

• Il progetto comporta attività quali il brillamento di mine, la palificazione di sostegno o altre simili ?

NO

• La realizzazione o il funzionamento del progetto genereranno sostenuti volumi di traffico? NO

• L’attività verrà smantellata al termine di un periodo determinato? NO

• Il progetto comporta modifiche o alterazioni dei corsi d’acqua? NO

• Il progetto richiede la realizzazione di infrastrutture primarie per assicurare l’approvvigionamento di

energie, combustibile ed acqua? NO

• Il progetto richiede la realizzazione di nuove strade, tratte ferroviarie o il ricorso a veicoli fuori strada?

NO

• Il progetto modifica le caratteristiche funzionali delle opere di cui costituisce la modifica o

l’ampliamento? NO

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STIMA DELL’IMPATTO

L’analisi fatta della checklist ha messo in evidenza gli impatti derivanti dalla realizzazione

dell’opera; ora è necessario attribuirgli un certo livello di importanza attraverso un analisi pesata.

Il percorso prescelto permette di esprimere un parere di idoneità sulla realizzazione dell’opera e si

articola nelle seguenti fasi operative:

- Ia fase : consiste nell’individuare le possibili interazioni che il nuovo progetto genera nei

confronti dell’ambiente circostante. Una volta individuate le singole competenze si

provvede alla definizione di un peso percentile in relazione all’importanza degli effetti

prodotti sia sull’ambiente che sulla popolazione.

Il metodo consiste nel confrontare a due a due le diverse componenti ambientali

determinando di volta in volta il fattore che ha maggiore rilevanza.

Nell’analisi si sono suddivise ulteriormente le cinque componenti già considerate, aspetti

fisici, naturalistici, geologici, urbanistici e ambientali, in ulteriori elementi significativi.

- IIa fase : consiste nell’individuare all’interno di ciascuna specifica componente diverse voci

che rappresentano potenziali rischi nella realizzazione e gestione di una nuova attività di

recupero rifiuti e attribuendo loro un peso percentile, sempre utilizzando la stessa

metodologia di cui sopra.

In una fase successiva i fattori di criticità sono quantificati in base ad un giudizio di idoneità

o meno ottenuto mediante l’attribuzione di un ponteggio da noi stabilito, variabile nel campo

positivo fino al valore +2 (nel caso in cui l’opera prospettata costituisca un beneficio alla

salute e all’ambiente), nel campo negativo fino a -2 (nel caso in cui costituisca un

peggioramento della salute e dell’ambiente) e pari a 0 qualora mantenga la situazione

attuale. Da ciò discende un impatto a carattere numerico.

DETERMINAZIONE DEL PESO PERCENTILE DI OGNI COMPONEN TE

Nello studio elaborato, così come previsto nelle linee guida della deliberazione della giunta

regionale n°24723 del 23.4.2008, sono state individ uate quali componenti ambientali:

� Atmosfera

� Ambiente idrico

� Suolo e sottosuolo

� Vegetazione, flora e fauna

� Ecosistemi

� Salute pubblica

� Rumore e vibrazioni

� Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti

� Paesaggio

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Il metodo utilizzato per assegnare i pesi percentili prevede che questi elementi siano confrontabili a

due a due, e dal confronto emergerà quale componente è più importante e quale meno.

L’importanza maggiore risulta assegnata agli aspetti ambientali veri e propri in considerazione del

fatto che tali aspetti incidono in misura maggiore sulla salute della popolazione.

Minor peso deve essere assegnato agli aspetti naturalistici e geologici, in virtù delle conseguenze

limitate.

In base al confronto tra i singoli elementi sono stati scelti i valori ponderali da assegnare ad

ognuna delle componenti ambientali in relazione alla “importanza specifica” di ogni singolo fattore

rispetto alla totalità del peso posta uguale a 100. Sono stati pertanto attribuiti i seguenti pesi

percentili:

� Atmosfera 8%

� Ambiente idrico 12%

� Suolo e sottosuolo 10%

� Vegetazione, flora e fauna 6%

� Ecosistemi 6%

� Salute pubblica 20%

� Rumore e vibrazioni 15%

� Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti 3%

� Paesaggio 15%

Per quanto riguarda gli aspetti fisici esistono tre elementi che costituiscono un possibile rischio per

la salute della popolazione: le vibrazioni, il rumore e le radiazioni ionizzanti.

La componente del rumore è considerata come una delle più importanti, mentre di minor

importanza sono considerate le vibrazioni e le radiazioni ionizzanti.

CRITERI DI VALUTAZIONE

Ora viene riportata la tabella riassuntiva dei valori impattanti:

TABELLA 1

DESCRIZIONE DEI VALORI STANDARD

Valore standard Grado d’impatto

-2 molto negativo

-1 negativo

0 nullo

+1 positivo

+2 molto positivo

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TABELLA 2

DESCRIZIONE DEI COEFFICIENTE TEMPORALE

Coefficiente temporale Durata dell’effetto

1.00 permanente

0.70 limitato alla durata dell’impianto

CALCOLO IMPATTI

Si riportano di seguito le tabelle per il calcolo dei valori impattanti assegnati ad ognuno per ogni

componente:

ATMOSFERA

IMPATTI ELEMENTARI VAL. STANDARD COEFF. POND. % COEFF. TEMP. TOTALE

PRODUZIONE DI POLVERI -1 4 0.7 -0.028

PRODUZIONE DI GAS 0 2 0.7 0

ALTERAZ. REG. METEREOLOGICO 0 2 0.7 0

IMPATTO COMPLESSIVO -0.028

AMBIENTE IDRICO

IMPATTI ELEMENTARI VAL. STANDARD COEFF. POND. % COEFF. TEMP. TOTALE

ALTERAZIONE DEFLUSSO SUP. 0 4 0.7 0

ALTERAZIONE DEFLUSSO SOTT. 0 3 0.7 0

INQUIN. CORPO IDR. RICETTORE 0 5 0.7 0

IMPATTO COMPLESSIVO 0

SUOLO E SOTTOSUOLO

IMPATTI ELEMENTARI VAL. STANDARD COEFF. POND. % COEFF. TEMP. TOTALE

ALTERAZIONE CARATT. GEOL. 0 3 0.7 0

PERDITA STABILITA’ VERSANTI 0 4 0.7 0

ALTERAZIONE REG. IDROLOGICO 0 3 0.7 0

IMPATTO COMPLESSIVO 0

VEGETAZIONE FLORA E FAUNA

IMPATTI ELEMENTARI VAL. STANDARD COEFF. POND. % COEFF. TEMP. TOTALE

DANNI ALL’AMBIENTE VEGETATIVO 0 2 0.7 0

DANNI ALL’AMBIENTE FAUNISTICO 0 2 0.7 0

ALTERAZIONE DELL’ECOSISTEMA 0 2 0.7 0

IMPATTO COMPLESSIVO 0

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ECOSISTEMI

IMPATTI ELEMENTARI VAL.

STANDARD

COEFF.

POND. %

COEFF.

TEMP.

TOTALE

PERDITA DI SUOLI FERTILI 0 1 1 0

ALTERAZIONE ECOSISTEMA IMPIANTO 0 1 0.7 0

ALTERAZIONE DELL’ECOSISTEMA

ALL’ESTERNO ENTRO 2 KM

0 2 0.7 0

ALTERAZIONE DELL’ECOSISTEMA

ALL’ESTERNO OLTRE 2 KM 0 2 0.7 0

IMPATTO COMPLESSIVO 0

SALUTE PUBBBLICA

IMPATTI ELEMENTARI VAL.

STANDARD

COEFF.

POND. %

COEFF.

TEMP.

TOTALE

DANNI ALLA SALUTE DA INQUINAMENTO

ATM

-1 5 0.7 -0.035

DANNI ALLA SALUTE DA INQUINAMENTO

ACUSTICO

-1 3 0.7 -0.021

DANNI ALLA SALUTE DA INQUINAMENTO

IDRICO

0 10 0.7 0

RISCHI DERIVANTI DAL TRASPORTO DEL

MATERIALE -1 2 0.7 -0.014

IMPATTO COMPLESSIVO -0.07

RUMORE E VIBRAZIONI

IMPATTI ELEMENTARI VAL.

STANDARD

COEFF. POND.

%

COEFF.

TEMP.

TOTALE

RUMORE E VIBRAZIONI AREA LIMITROFA

IMPIANTO

-1 1 0.7 -0.007

RUMORE E VIBRAZIONI OLTRE 100 m E

ENTRO 2 km

0 2 0.7 0

RUMORE E VIBRAZIONI OLTRE 2 km 0 3 0.7 0

IMPATTO COMPLESSIVO -0.01

RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI

IMPATTI ELEMENTARI VAL.

STANDARD

COEFF. POND.

%

COEFF.

TEMP.

TOTALE

RADIAZIONI IONIZZANTI E NON-AMBITO

IMPIANTO

0 0.5 0.7 -0.007

RADIAZIONI IONIZZANTI E NON-ENTRO 2

KM

0 1 0.7 0

RADIAZIONI IONIZZANTI E NON-OLTRE 2

KM

0 1.5 0.7 0

IMPATTO COMPLESSIVO -0.00

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PAESAGGIO

IMPATTI ELEMENTARI VAL.

STANDARD

COEFF.

POND. %

COEFF.

TEMP.

TOTALE

IMPATTO VISIVO DELL’OPERA DA REALIZZARE

ENTRO 1 KM DI DISTANZA

0 1 0.7 0

IMPATTO VISIVO DELL’OPERA DA REALIZZARE

ENTRO 5 KM DI DISTANZA

0 3 0.7 0

PRESENZA DI CENTRI ABITATI ENTRO 2 KM 1 3 0.7 0

IMPATTO COMPLESSIVO -0.021

IMPATTO TOTALE 0.129

La somma degli impatti produce pertanto un valore finale dato dalla somma dei singoli impatti

ponderati pari a 0,129.

Il parametro del livello di impatto, così come per i singoli valori di impatto sulle componenti

ambientali, va inserito in una scala siffatta:

VALORE STANDARD GRADO DI IMPATTO

-2 MOLTO NEGATIVO

-1 NEGATIVO

0 NULLO

+1 POSITIVO

+2 MOLTO POSITIVO

CONCLUSIONI

Ne consegue che il valore ottenuto si inserisce in un ambito compreso tra l’impatto nullo e l’impatto

negativo; a tal fine lo si potrebbe definire come leggermente negativo .

Il dato ottenuto è certamente in linea con la tipologia di intervento prospettato, che seppur risulti

distante dal centro abitato determina in ogni caso degli impatti debolmente negativi, dovuti al

rumore e alle emissioni in atmosfera.

A questo si contrappongono, come dato di fatto avente valenza positiva, gli effetti dovuti alle

ricadute di carattere economico sul territorio.

Pertanto dalle analisi effettuate e dagli studi con dotti si ritiene che il progetto proposto

dalla ditta MARIO LOI sia conforme agli standard di qualità ambientale e di tutela delle

risorse non rinnovabili.

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9.0 MISURE DI MITIGAZIONE

Al fine di ridurre e contenere gli impatti ambientali previsti, affinchè l’entità di tali impatti si

mantenga sempre al di sotto di determinate soglie di accettabilità e affinchè sia sempre garantito il

rispetto delle condizioni che hanno reso il progetto accettabile dal punto di vista ambientale si

riporta una descrizione e una quantificazione delle misure previste per ridurre, compensare od

eliminare gli eventuali effetti negativi sull’ambiente, sia durante la realizzazione e la gestione degli

interventi.

Questo lo si ottiene tramite un costante proficuo controllo delle emissioni in tutte le sue forme.

Per quanto riguarda gli impatti sulle acque ed il suolo, le superfici dove si realizzano le attività in

oggetto che possono interferire con tali componenti, saranno dotate di pavimentazioni

impermeabilizzanti. Inoltre le acque che potrebbero essere contaminate da eventuali agenti

inquinanti (acque di prima pioggia) saranno raccolte e inviate a un sistema in grado di trattare

l’acqua (pozzetto di prima pioggia) per poi immetterla nella fognatura consortile.

Mentre per quanto riguarda l’aria non si ritiene siano necessari particolari accorgimenti, oltre quelli

citati.

MONITORAGGIO

Al fine di verificare le eventuali perturbazioni ambientali che dovessero derivare dall’impianto,

queste verranno introdotte nel piano di monitoraggio e controllo dell’intero impianto.

BENEFICI SOCIO ECONOMICI

La presenza di un tale impianto di recupero rifiuti permetterebbe di contrastare, in maniera

efficace, il proliferare di discariche abusive che esaltano la pericolosità di tali rifiuti che vanno

oltremodo ad inficiare le bellezze paesaggistiche che le circondano. La struttura consentirebbe di

mitigare il problema del conferimento/recupero dei rifiuti, complicato e sempre critico per gli

equilibri socio economici del territorio.

Appare evidente che la messa in esercizio di tale impianto contribuisce a MIGLIORARE tale stato

di cose ponendo le Imprese private in grado di poter soddisfare i vincoli legali connessi con la

gestione rifiuti.

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Le norme in vigore riguardo il trattamento dei rifiuti oggetto della presente relazione sono

essenzialmente:

� D.lgs 18 maggio 1989 n.183 – interventi sulla rete idrografica e sui versanti

� D.lgs n. 59/2005 – autorizzazione integrata ambientale

� D.lgs 3 aprile 2006, n.152 – Testo Unico sull’ambiente

� D.lgs 16/01/2008, n.4 – valutazione impatto ambientale e verifica di assoggettabilità alla

valutazione di impatto ambientale

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� D.Reg. n.24/23 del 23/04/2008 – direttive per lo svolgimento delle procedure di valutazione

di impatto ambientale e di valutazione ambientale strategica

� D.lgs 81/08 – Testo Unico sulla sicurezza

La presente relazione tecnica si compone di n.32 pagine.

Macomer, 23 gennaio 2011

Il Tecnico abilitato

Dott. Ing. Francesco Secchi

Il Committente

Sig. Mario Loi

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ALLEGATI

Sono allegati alla presente relazione i seguenti el aborati:

• Relazione tecnica ai sensi dell’allegato B della Determinazione N.1180/II – Assessorato Ambiente

R.A.S. del 23.05.2002

• Relazione tecnica: valutazione di impatto acustico

• Elaborati fotografici

• TAV. 1a - STRALCIO CTR

• TAV. 1b – STRALCIO PUC

• TAV. 2 – PLANIMETRIA CON INDIVIDUAZIONE DEL LOTTO

• TAV. 3 – PLANIMETRIA CON DESTINAZIONE D’USO

• TAV. 4 – PLANIMETRIA CON AREE DI LAVORAZIONE

• TAV. 5 – PLANIMETRIA CON AREE DI LAVORAZIONE

• TAV. 6 – PLANIMETRIA CON SOTTOSERVIZI

• TAV. 7 – PROFILI DEL TERRENO